medicina di laboratorio - lifebrain
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MEDICINA DI LABORATORIOGuida per i professionisti sanitari
a cura di
Graziella CalugiFrancesca CapogrecoRoberto Colombo
MEDICINA DI LABORATORIOGuida per i professionisti sanitari
a cura di
Graziella CalugiFrancesca CapogrecoRoberto Colombo
CURATORI
AUTORI
Roberta BonannoBiologa specialista in Microbiologia e Virologia
Luca BrigatoBiologo specialista in Biochimica e Chimica Clinica
Francesca Capogreco Medico specialista in Patologia Clinica
Laura Cardarelli Biologa specialista in Genetica Medica
Nicoletta CarlozziBiologa specialista in Biochimica e Chimica Clinica
Paola CeriniBiologa specialista in Microbiologia e Virologia
Giuseppe CernoMedico specialista in Anatomia Patologica
Alessandro CisteraBiologo specialista in Patologia Clinica
Dea CristofanelliBiologa specialista in Patologia Clinica
Giuseppe De SalviaBiologo
Graziella Calugi Biologa Specialista in Microbiologia, Virologia e Genetica applicata
Roberto ColomboMedico Specialista in Microbiologia Medica
Francesca CapogrecoMedico Specialista in Patologia Clinica
I
Renata FeliciBiologa specialista in Patologia Clinica
Adalgisa InnocentiBiologa
Caterina IodiceBiologa
Massimo PieriBiologo specialista in Biochimica Clinica
Simone RahoBiologo specialista in Genetica Medica
Emanuele ScalampaSpecialista in Tecniche di Laboratorio Biomedico - Citologia
Elena ZoccaBiologa specialista in Biochimica Clinica
AUTORI
COLLABORATORI
II
Adriana MartucciTecnico di Laboratorio
PREFAZIONE
III
Cari lettori,
voglio condividere con voi tutti la prima Guida di Medicina di Laboratorio del Gruppo Lifebrain.
La Medicina di Laboratorio, o il laboratorio nella sua essenza, è visto dall’esterno come un ambiente dove
persone con camici bianchi gestiscono provette e “sfornano” numeri.
Posso dire con assoluta certezza che è molto di più!
La moderna tecnologia ha permesso di costruire laboratori con strumentazioni all’avanguardia, estremamente
innovative e dotate di dispositivi informatici capaci di gestire i big data, ma dietro linee produttive lunghe 10
metri e strumenti ad alta tecnologia esiste il fattore umano: l’operatore tecnico di laboratorio al quale affidiamo
la corretta gestione pre-analitica e analitica; l’operatore biologo al quale affidiamo la corretta valutazione
clinica dei dati analitici; l’operatore medico che è vicino al territorio e che trasforma in terapie il dato clinico di
Medicina di Laboratorio.
E poi ci siete voi fruitori, medici di medicina generale e specialisti, che ci affidate i quesiti diagnostici dei
pazienti che chiedono il vostro aiuto.
Il mondo della Medicina di Laboratorio è costituito da persone competenti, ognuna per il proprio ruolo e la
propria storia clinica che operano, dialogano, si confrontano.
Ecco, in questa guida ho voluto mettere a disposizione di tutti la competenza del nostro Gruppo: competenza
elevata e sempre in continua crescita dei nostri oltre 1400 collaboratori specializzati, che operano sul territorio
nazionale e che assistono più di 6 milioni di pazienti l’anno, e la competenza di tutti gli autori, ognuno per la
propria branca di conoscenza che ha contribuito alla stesura del presente vademecum.
Un grazie speciale al Prof. Roberto Colombo, uomo di assoluta energia, positività e umiltà che, con il suo solo
esempio, sprona quotidianamente me e il mio team al miglioramento e allo studio.
Graziella Calugi
Responsabile Scientifico Gruppo Lifebrain
INDICE
IV
EMATOLOGIA 1
COAGULAZIONE 15
CHIMICA CLINICA 21
MARCATORI DI MALATTIA 67
ENDOCRINOLOGIA 81
SIEROLOGIA INFETTIVA 103
SIEROLOGIA AUTOIMMUNE 127
PROTEINE SIERICHE E URINARIE 147
MICROBIOLOGIA 153
GENETICA MEDICA E BIOLOGIA MOLECOLARE 175
CITOLOGIA 219
MEDICINA DEL LAVORO 223
INDICE ANALITICO 245
EMAT
OLO
GIA
Determinazione automatizzata su sangue intero. Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).Metodica: citometria a flusso.
37-54%, M35-48%, F33-45%, bambini
Si definisce ematocrito il contenuto in percentuale di globuli rossi presenti nel sangue intero.Aumenta in caso di disidratazione e nella policitemia vera o secondaria (da fumo, da malattie che determinano ipossia, da as- sunzione di steroridi anabolizzanti).Valori particolarmente alti si associano a elevato rischio di eventi tromboembolici e sono trattati con salassi.Diminuisce in caso di anemia, alterata sintesi o aumentata distruzione di globuli rossi.Valori significativamente bassi possono richiedere l'impiego di emotrasfusioni.
L’emoglobina A2 (HbA2) è una delle tre emo- globine, insieme all'emoglobina A (HbA) e all'emoglobina F (HbF), fisiologicamente presenti nei globuli rossi.È costituita da due catene globiniche alfa (come l'HbA e l'HbF) e da due catene globi-niche caratteristiche di tipo delta.Il laboratorio è chiamato a misurare l'HbA2 nel sangue al fine del riconoscimento del portatore di β-talassemia, che manifesta un aumento dei livelli di tale frazione emoglobi- nica anche di due o tre volte i valori fisiologi- camente presenti nei soggetti non portatori di tratto talassemico.
1
NOTE INTERPRETATIVE
VALORI DI RIFERIMENTO
VALORI DI RIFERIMENTO
CAMPIONE BIOLOGICO
EMATOCRITO
Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).Metodica: elettroforesi capillare su sangue intero.
2,2-3,2%
NOTE INTERPRETATIVE
CAMPIONE BIOLOGICO
EMOGLOBINA A2
EMOGLOBINA F
Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).Metodica: elettroforesi capillare su sangue intero.
≤ 1%
L’emoglobina F (HbF) rappresenta la più bassa frazione emoglobinica presente nell'adulto ed è costituita da due catene alfa e due gamma. È nota con il nome di Emoglobina Fetale in quanto presente in grandi quantità nel sangue del feto.Dopo la nascita diminuisce in modo drastico, essendo progressivamente sostituita dall'HbA, fino a raggiungere i livelli analoghi a quelli presenti negli individui adulti.Le emoglobinopatie (ad esempio l'anemia drepanocitica) e le talassemie (minor e major) spesso si associano ad elevati tassi di HbF.
VALORI DI RIFERIMENTO
CAMPIONE BIOLOGICO
EMATOLOGIA
ENOTE INTERPRETATIVE
ESAMEEMOCROMOCITOMETRICO
2
NOTE INTERPRETATIVE
NOTE INTERPRETATIVE
VALORI DI RIFERIMENTO
EMOGLOBINE ANOMALE
CAMPIONE BIOLOGICO
Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).Metodica: Elettroforesi capillare su sangue intero.
Assenti.
Con l'elettroforesi capillare è possibile individuare l'eventuale presenza di frazioni emoglobiniche diverse da quelle fisiologi- camente presenti nei globuli rossi di soggetti sani (HbA, HbA2, HbF). Sono note numerosissime varianti emoglobiniche, di cui le più diffuse sono HbS, HbC, HbE, HbD, Hb Lepore. La loro individuazione in un tracciato elettroforetico è un punto di partenza fondamentale per la determina-zione del tipo di emoglobina patologica presente (da confermare con indagini molecolari) e per fare diagnosi di emoglo-binopatia. Infine, la determinazione dell'assetto emoglobinico completo e delle varie frazioni fisiologiche e patologi-che eventualmente presenti è estrema-mente importante tra le indagini precon-cezionali al fine di valutare un ipotetico rischio di gravi emoglobinopatie a carico del nascituro da soggetti portatori.
VALORI DI RIFERIMENTO
VALORI DI RIFERIMENTO
CAMPIONE BIOLOGICO
4,3-29,0 mUI/ml
L’eritropoietina è un ormone glicoproteico prodotto principalmente dal rene in rispo- sta all'ipossia tissutale: il suo rilascio è regolato da un feedback negativo di ossigeno a livello ematico.È un fattore di regolazione dell’emopoiesi con l'effetto di stimolare la produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo.Il suo dosaggio è utile alla diagnosi differen-ziale delle varie anemie e della poliglobulia vera o secondaria. Aumenta in caso di anemie aplastiche ed emolitiche, sindromi mielodisplastiche, gravidanza, policitemie secondarie e neoplasie EPO produttrici. Diminuisce in caso di anemie da patologie croniche, patologie renali, policitemia vera.
Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).Metodica: citometria a flusso.
Globuli Bianchi: 4,00-10,80x10^3/µLGlobuli Rossi: 4,00-5,20x10^6/µLEmoglobina: 12,0-16,0 g/dlEmatocrito: 37,0-47,0%Volume corpuscolare medio: 82,0-99,0 flConcetrazione emoglobinica media: 32,0-37,0 g/dl Distribuzione del Volume Eritrocitario: 12,0-17,0%Piastrine: 130-400x10^3/µL
ERITROPOIETINA (EPO)
Dosaggio su siero.Provetta da siero senza anticoagulante.Metodica: LIA.
CAMPIONE BIOLOGICO
EMATOLOGIA
E
Gli attuali contaglobuli, infatti, attraver-so flags specifici consentono di segnala-re alterazioni nella morfologia dei globuli bianchi, nella quantità e nelle percentuali delle differenti popolazioni.Per una corretta valutazione di tali alte-razioni occorre ricorrere allo studio microscopico mediante striscio di sangue periferico.
FORMULA LEUCOCITARIAGranulociti Neutrofili: 40,0-74,0%Linfociti: 20,0-45,0%Monociti: 3,4-11,0%Granulociti Eosinofili: 0,0-8,0%Granulociti Basofili: 0,0-1,5%Granulociti Neutrofili: 1,5- 8,0x10^3/µL Linfociti assoluti: 0,9- 4,0x10^3/µL Monociti: 0,2-1,0x10^3/µL Granulociti Eosinofili: 0,0-8,0x10^3µL Granulociti Basofili: 0,0-0,2x10^3/µL
L’esame emocromocitometrico, detto anche emocromo, è uno degli esami di laboratorio più richiesti per tenere sotto controllo lo stato di salute generale di un individuo, attraverso la valutazione dei parametri che si riferiscono ai principali componenti del sangue.Pertanto, è prescritto come esame di routine a soggetti sani, ma è essenziale anche per la diagnosi di varie condizioni e patologie che interessano le cellule del sangue quando il paziente manifesta segni e sintomi riconducibili ad esse o per il regolare monitoraggio di condizioni pato-logiche o regimi terapeutici (come la chemioterapia o la radioterapia che inficiano le cellule ematiche).Le attuali apparecchiature automatiche di laboratorio (contaglobuli) oggi rendono possibile eseguire, su un singolo campione ematico, determinazioni multiple che consentono un'analisi globale delle condi-zioni della crasi ematica. Vengono, infatti, identificati: quantità di eritrociti, ematocrito, concentrazione dell’emoglobina, volume corpuscolare medio, emoglobina corpu- scolare media, quantità di piastrine, volu-metria piastrinica, leucociti totali e formula leucocitaria.È così possibile orientarsi con un’ottima approssimazione nella diagnosi di diverse emopatie, non solo per ciò che concerne le anemie e le piastrinopatie.
3
NOTE INTERPRETATIVE
NOTE INTERPRETATIVE
VALORI DI RIFERIMENTO
Dosaggio su sangue intero (eritrociti) con metodo enzimatico. Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA). Il dosaggio non è consigliato in caso di sintomi acuti o recente crisi emolitica per non incorrere in esiti falsamente normali. È preferibile, pertanto, eseguire il test dopo alcune settimane dalla risoluzione dell'episodio.Metodo: enzimatico.
> 10,2 U/gHb, F> 9,5 U/gHb, M
La glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD) è un enzima presente in tutte le cellule, inclusi i globuli rossi, e ha un ruolo nella protezione delle stesse da alcuni effetti tossici dei prodotti del metabolismo cellu-lare. Se è presente un’attività insufficiente della G6PD, legata a mutazioni nel corri-spettivo gene, i globuli rossi diventano più vulnerabili agli stress ossidativi e possono andare incontro ad emolisi.Bassi livelli sono indicativi di deficit enzimatico imputabili a mutazioni nel gene situato
CAMPIONE BIOLOGICO
GLUCOSIO-6 FOSFATODEIDROGENASI (G6PD o G6PDH)
EMATOLOGIA
G
4
sul cromosoma X (il che rende i maschi, omozigoti per il gene, particolarmente suscettibili). Le condizioni che possono causare episodi emolitici acuti nei soggetti portatori del deficit sono: l'esposizione a farmaci ossidanti (aspirina, antimalarici, chinidina, sulfamidici, primachina, antipire-tici), l'ingestione di fave o piselli (da cui il termine "favismo" per indicare tale deficit), episodi infettivi in cui l'attività di fagocitosi causa liberazione intensa di perossido d'idrogeno non neutralizzato dagli eritrociti carenti di G6PD. Sono state individuate molte varianti dell'enzima, diverse per carat-teristiche chimico-fisiche e per attività.Ciò rende il quadro clinico complesso e le cause delle crisi emolitiche assai eterogenee.In questo contesto l'identificazione, con un dosaggio enzimatico, dei soggetti con deficit diviene essenziale.
il principale sistema determinato in labora- torio è l'AB0, accompagnato dallo studio della positività o negatività del fattore Rh.L'estensione della tipizzazione eritrocitaria ad altri sistemi gruppo ematici (non AB0) è, in genere, importante per soggetti politrasfusi.
NOTE INTERPRETATIVE
Determinazione diretta e indiretta su plasma con metodo di emoagglutinazione.Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).
La determinazione del gruppo sanguigno avviene tramite la ricerca della presen-za/assenza di antigeni (carboidrati o proteine) sulla superficie eritrocitaria, che fungono da marcatori specifici di determi-nati gruppi ematici, e l'eventuale conferma attraverso la ricerca nel plasma degli anticorpi diretti contro gli antigeni non presenti sugli erirociti.Sebbene sulla superficie dei globuli rossi siano presenti numerosissimi antigeni rag-gruppati in oltre trenta sistemi gruppo-ematici,
GRUPPO SANGUIGNO (AB0)E FATTORE Rh
CAMPIONE BIOLOGICO
NOTE INTERPRETATIVE
Conteggio nel sangue con metodo citofluorimetrico.Provetta di sangue intero con anticoagu-lante (EDTA).
Linfociti B:9-29%200-1260 cellule/μL
I linfociti B sono individuati grazie al mar-catore CD19 che viene espresso precoce-mente durante la maturazione, prima dell’espressione delle immunoglobuline di superficie. Quando antigenicamente stimolati, i linfociti B aumentano di volume, diventano metabolicamente attivi e vanno incontro a una trasforma-zione che culmina nella divisione mitotica e nella secrezione di immunoglobuline (anticorpi). Sono pertanto coinvolti nell’immunità di tipo umorale.Il CD19 è costantemente espresso sui linfociti B maturi e permane lungo tutta la corsa maturativa fino allo stadio di plasmacellula. L’antigene CD19 è uno dei più frequentemente studiati, in quanto la sua specificità per la linea B lo candida al conteggio dei linfociti B in un’ampia serie di situazioni e lo rende obbligatoria-mente parte di pannelli anticorpali usati
LINFOCITI B TOTALI (CD 19+)
CAMPIONE BIOLOGICO
VALORI DI RIFERIMENTO
EMATOLOGIA
G-L
5
NOTE INTERPRETATIVE
VALORI DI RIFERIMENTO
Conteggio nel sangue con metodo citofluorimetrico.Sangue con anticoagulante (EDTA).
T Helper (CD3+ CD4+):27-57%562-2692 cellule/μL
T Suppressor (CD3+ CD8+):14-34%331-1445 cellule/μL
Rapporto CD4+/CD8+:1.0-2.50
I linfociti T helper (CD4) sono denominati linfociti CD3+/CD4+ perché, oltre all’antigene CD3, possiedono sulla loro superficie l’anti-gene CD4. Hanno il compito di aiutare nella risposta immunitaria (da ciò la denomina-zione "helper") i linfociti B, inducendo la proliferazione e l'espansione di quei cloni B cellulari specifici per un antigene con conseguente produzione di anticorpi.Hanno, inoltre, la capacità di indurre una risposta cellulo-mediata, attivando e poten-ziando le attività macrofagiche o citotossiche di altri linfociti. I linfociti T suppressor (CD8) vengono denominati CD3+/CD8+ perché,
LINFOCITI T “HELPER” (CD3+CD4+) E LINFOCITI T“SUPPRESSOR” (CD3+ CD8+)
CAMPIONE BIOLOGICO
nello studio delle patologie linfoproliferative B acute e croniche. La conta dei linfociti B è, pertanto, un utilissimo punto di partenzaper fare, ad esempio, diagnosi di leucemia B cronica e prolinfocitica dopo ulteriori pannelli di approfondimento.
oltre all’antigene CD3, possiedono sulla loro superficie l’antigene CD8. La loro funzione è quella di agire direttamente su virus, batteri o antigeni estranei all'organi-smo distruggendoli con effetto citotossico.I linfociti CD8 hanno anche azione di soppressione della risposta immunitaria in contrapposizione all'azione dei linfociti CD4 che la stimolano, mantenendo in questa maniera l'equilibrio del sistema immunitario.L’importanza di tali popolazioni ad azione contrapposta è stata messa in evidenza “storicamente” con lo studio delle infezioni da HIV, nelle quali si instaura una linfopenia a carico dei linfociti T CD4+ per azione diretta del virus su di essi. Fondamentale è, pertanto, il mantenimento di un fisiologico rapporto CD4+/CD8+, in quanto il corretto funziona-mento del sistema immunitario risulta da una complessa integrazione di attività biolo-giche, svolta da diversi tipi cellulari che devono essere presenti in numero e funzioni adeguate per consentire un'efficace azione di difesa. Uno sbilanciamento in un senso o nell'altro può essere ritenuto, ad esempio, indicativo di infezione virale o di una patologia autoimmune in atto.
NOTE INTERPRETATIVE
Conteggio nel sangue con metodo citofluorimetrico. Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).
2-22%25-450 cellule/μL
Le cellule NK (Natural Killer) sono identi-
LINFOCITI T “NATURAL KILLER”(NK CD3- CD56+ CD16+)"
CAMPIONE BIOLOGICO
NOTE INTERPRETATIVE
EMATOLOGIA
L
6
ficate come CD3-/CD56+/CD16+ e costitui-scono una sottopopolazione di linfociti in grado di produrre citochine e di sopprimere cellule infettate da virus e cellule tumorali.Svolgono un’azione citotossica soprattutto contro le proliferazioni neoplastiche e nel meccanismo di rigetto dei trapianti.Tali cellule sono in grado di riconoscere e danneggiare cellule appartententi a diversi tipi tumorali, in particolare di origine linfoide. Il loro conteggio è utile, oltre che per una valutazione globale dello stato immunitario del paziente in corso di patologie o tratta-menti immunodepressivi, anche nella verifica della reattività antirigetto in pazienti sottoposti a trapianto d'organo.
La fase finale della differenziazione dei linfociti CD3+ porta alla generazione delle due maggiori sottoclassi di linfociti T: i linfociti T helper (esprimono l'antigene CD4) e i linfociti T suppressor (esprimono l'antigene CD8) che, insieme, rappresentano il 90-95% dei CD3+.Il restante 5-10% è costituito dai linfociti T γδ (così chiamati in virtù della composizione del loro recettore TCR, T-Cell Receptor), che esprimono sulla membrana solo il CD3, ma sono privi del CD4 e del CD8.I linfociti T totali possono diminuire in un ampio range di situazioni caratterizzate da deficit immunitario sia congenito (aplasia timica congenita, sindrome di Nezelof, atassia-telangiectasia) che acquisito (infe-zioni virali acute, AIDS, malattia di Hodgkin, epatite cronica attiva, invecchiamento, durante terapia radiante).Per maggiori informazioni vedi anche Linfociti T Helper e Linfociti T Suppressor.
NOTE INTERPRETATIVE
VALORI DI RIFERIMENTO
VALORI DI RIFERIMENTO
Conteggio nel sangue con metodo citofluorimetrico. Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).
55-82% dei linfociti totali1072-3890 cellule/μL
La popolazione dei linfociti T totali, definita dal marcatore CD3, così chiamati per la loro dipendenza dal timo per una corretta maturazione e specializzazione, è costitui-ta da cellule che non producono immuno-globuline, ma secernono citochine (protei-ne ed ormoni) in grado di sopprimere o promuovere l'attività di altri linfociti T, di linfociti B e di macrofagi. Costituiscono pertanto la parte principale della risposta immunitaria cellulo-mediata e coordinano la risposta immune.
LINFOCITI T TOTALI (CD3+)
CAMPIONE BIOLOGICO
NOTE INTERPRETATIVE
Dosata nel sangue con metodo spettrofo- tometrico. Provetta di sangue intero con anticoagulante (eparina), da inviare in laboratorio in tempi brevi e a freddo.
Popolazione generale: < 1 % Hb totale.Soggetti professionalmente esposti: < 1.5 % Hb totale.
La metaemoglobina compare nel momento in cui lo ione ferroso (ferro bivalente)presente nel gruppo EME dell'emoglobina
METAEMOGLOBINA
CAMPIONE BIOLOGICO
EMATOLOGIA
L-M
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è ossidato a ione ferrico (ferro trivalente).Il passaggio di stato di ossidazione del ferro rende la metaemoglobina incapace di trasportare l'ossigeno ai tessuti con effetti tanto più gravi quanto più sono elevati i livelli di metaemoglobina presenti. La metaemoglobinemia può essere rara-mente ereditaria (legata a modificazioni strutturali o a deficit dell'enzima NADH citocromo-b5-reduttasi) oppure, nella maggior parte dei casi, acquisita in seguito all'esposizione a composti di uso indu-striale: ammine aromatiche, nitriti, derivati dell'anilina o alcuni farmaci, per lo più anestetici.Le metaemoglobinemie patologiche sono connotate da fenomeni connessi all’ipos-siemia: cefalea, cianosi, astenia e dispnea. In gravi casi possono esitare in modifica- zioni del sistema nervoso centrale e coma. Il dosaggio della metaemoglobina è utiliz-zato, nell'ambito della medicina del lavoro, per monitorare l'esposizione professionale a una serie di composti di uso industriale che funzionano come agenti ossidanti del ferro emoglobinico.
nere numerose informazioni:
NOTE INTERPRETATIVE
Metodo citofluorimetrico su sangue perife- rico. Provetta di sangue intero con anticoa-gulante (EDTA).
Nel settore dell’oncoematologia e in immunopatologia, la citofluorimetria (tecnica che consente la misurazione diret-ta di parametri cellulari specifici per mezzo di anticorpi monoclonali) ha propostopannelli di base, di approfondimento e di controllo che permettono al clinico di otte-
PANNELLI PERONCOEMATOLOGIA
CAMPIONE BIOLOGICO
NOTE INTERPRETATIVE
La conta piastrinica è spesso prescritta come parte integrante dell’esame emocro- mocitometrico, eseguito durante un control-lo di routine dello stato di salute.Può essere prescritta anche nei casi in cui siano evidenti segni e sintomi associati a disordini della coagulazione o sanguinamentiprolungati ed inspiegati.
VALORI DI RIFERIMENTO
Conteggio nel sangue ed eventuale valuta-zione morfologica su striscio.Per il conteggio: sangue intero con antico-agulante (EDTA o, in casi selezionati, sodio citrato o eparina).Per valutazione morfologica: sangue intero strisciato su vetrino in laboratorio.Metodica: citometria a flusso.
130-400x10^3/μL
PIASTRINE
CAMPIONE BIOLOGICO
pannelli di base: necessari per iden-tificazione, conta e caratterizzazione di popolazioni cellulari per sospetta virosi, sospetta patologia linfoproliferativa T o B, sospetta mielodisplasia o malattia mielo-proliferativa;pannelli di approfondimento: permettono di caratterizzare e di classificare cellule atipiche o patologiche (blasti mieloidi/lin-foidi, linfociti B/T, plasmacellule);pannelli di controllo: utili per monitorare la patologia nel corso del tempo, attraverso la determinazione della malattia minima residua di leucemie acute o il controllo di patologie linfoproliferative T o B.
EMATOLOGIA
P
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VALORI DI RIFERIMENTO
Determinato su sangue intero (eritrociti) mediante pHmetria differenziale. Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).
26,5-48,7 U/g Hb
La piruvatochinasi (PK) è un enzima eritro-citario che partecipa al ciclo biochimico Embden Meyerhof: catalizza la trasforma-zione del fosfoenolpiruvato in piruvato+ATP e consente al globulo rosso di mantenere l’integrità della sua membrana e il gradiente osmotico rispetto al plasma.Il deficit di tale enzima è causato da un'al- terazione del gene che, in forma omozigo-te, si accompagna a una manifestazione clinica di anemia emolitica congenita non sferocitica. Il quadro patologico (anemia emolitica, ittero, splenomegalia) sembre-rebbe collegato, più che a una diminuita produzione dell’enzima, alla produzione di una forma enzimatica modificata, non in grado di svolgere la funzione standard.
Raramente la piastrinosi è primaria, causata da patologie del midollo osseo.In tal caso, si parla di trombocitemia primaria o essenziale, una rara patologia mieloproliferativa nella quale il midollo osseo produce un gran numero di piastrine.In più della metà dei casi tale situazione è dovuta ad una mutazione nel gene JAK2.
PIRUVATO CHINASIERITROCITARIA
CAMPIONE BIOLOGICO
NOTE INTERPRETATIVE
cancro ai polmoni, al tratto gastrointesti-nale, alle ovaie, al seno o linfoma;patologie infiammatorie intestinali o artrite reumatoide;malattie infettive come tubercolosi;splenectomia;
dopo attività o estrema fatica fisica;recupero da un eccessivo consumo di alcol.
recupero da una massiva emorragia causata da trauma o chirurgia;
EMATOLOGIA
P
L'esame su striscio permette, invece, la valutazione della morfologia piastrinica, l'individuazione di piastrine giganti e la presenza di eventuali aggregati (dovuti, nella maggior parte dei casi, all'anticoagu-lante presente in provetta) che determinano una sottostima nel conteggio al contaglo-buli, situazione nota come pseudopiastri-nopenia.Per escludere una pseudopiastrinopenia, si suggerisce di ricorrere all'esecuzione di un conteggio di piastrine a caldo o a un prelievo per conta piastrinica su anticoa-gulante diverso da EDTA (prevalentemente sodio citrato oppure eparina) al fine di escludere un artefatto legato all'anticoa-gulante presente in provetta.Una "vera" piastrinopenia, invece, può essere causata da una serie di fattori e patologie. Le cause rientrano solitamente in una di queste due categorie:
Se la conta piastrinica scende sotto le 20.000 per microlitro, può avvenire un sanguinamento spontaneo che è considera-to un rischio per la sopravvivenza.Un aumento delle piastrine, condizione nota come piastrinosi, è nella maggior parte dei casi secondaria e, quindi, imputabile a una patologia pre-esistente:
patologie nelle quali il midollo osseo non riesce a produrre abbastanza piastrine (mielofibrosi, neoplasie ossee, linfomi, leucemie, etc.);patologie nelle quali le piastrine sono consumate (CID, iperfibrinolisi, porpora trombotica) o distrutte più velocemente del normale (ipersplenismo, porpora piastrinopenica da autoanticorpi).
oppure riconducibile a situazioni transitorie:
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NOTE INTERPRETATIVE
VALORI DI RIFERIMENTO
Dosaggio con metodo fluorimetrico su sangue intero (eritrociti). Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).
< 60 µg/dL Hb
La protoporfirina IX è il penultimo composto della sintesi metabolica dell’EME, gruppo prostetico dell’emoglobina.Il blocco dell'attività dell’enzima emesinte-tasi o ferrochelatasi da parte del piombo impedisce il legame del ferro con la proto-porfirina, con conseguente accumulo di protoporfirina IX negli eritrociti.Il tasso eritocitario della protoporfirina IX è, pertanto, utile per evidenziare gli effetti biologici precoci in soggetti esposti a piombo. È anche un indice accurato per la valutazione del danno metabolico. Si innalza in modo significativo (10-50 volte il valore normale) nei soggetti esposti e sussiste una connessione tra i tassi di Protoporfirina IX e di piombo.Si tratta complessivamente di un valido test di screening con un’ottima predittività per livelli di piombo ematico.La protoporfirina IX risulta aumentata anche nella rara protoporfiria (deficit congenito di emesintetasi) e nell’anemia sideropenica. Alterazioni possono riscontrarsi anche in gravi epatopatie e nei tumori.
PROTOPORFIRINA IX
CAMPIONE BIOLOGICO
NOTE INTERPRETATIVE
VALORI DI RIFERIMENTO
Determinata nel sangue con metodo spet-trofotometrico. Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).
Test di iper-resistenza: lisi > 70% Test di ipo-resistenza: lisi < 30%
La struttura degli eritrociti e la composizione della loro membrana influenzano la resistenza osmotica (e, di conseguenza, la percentuale di emolisi) delle emazie esposte a soluzioni saline con concentrazioni differenti rispetto all'ambiente citoplasmatico.Se vi sono anomalie morfologiche o di membrana, la resistenza delle emazie immerse in tali soluzioni subirà variazioni rispetto alla condizione normale.Il test prevede l'utilizzo di due soluzioni per la quantificazione della Resistenza Osmotica Eritrocitaria (R.O.E.): una per la misurazione del grado di iper-resistenza ed una per la misurazione del grado di ipo-resistenza.In questa maniera è possibile discriminare dai soggetti con R.O.E. normale:
RESISTENZA OSMOTICAERITROCITARIA (R.O.E.)
CAMPIONE BIOLOGICO
sia i casi con iper-resistenza (emolisi inferiore al 70% al test dell'iper-resistenza), riconducibili a condizioni di microcitemia, anemia sideropenica e, nei casi più eclatanti, a microcitemia β-talassemica;sia i casi con ipo-resistenza (emolisi supe-riore al 30% al test dell'ipo-resistenza), riconducibili a condizioni di sferocitosi ereditaria, anemia emolitica autoimmune con sferocitosi secondaria, insufficienza renale cronica, malattie emolinfoprolife-rative croniche.
EMATOLOGIA
P-R
10
globuli bianchi (WBC, leucociti);globuli rossi (RBC, eritrociti); piastrine (trombociti).
modificazioni nelle percentuali di compo- nenti normali, senza presenza di elementi patologici (nelle allergie e nelle parassitosi: eosinofilia; nelle infezioni da piogeni: neutrofilia; in alcune virosi: linfocitosi;
NOTE INTERPRETATIVE
NOTE INTERPRETATIVEVALORI DI RIFERIMENTO
VALORI DI RIFERIMENTOConteggio nel sangue.Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).Metodica: citometria a flusso.
0.2-2.0%Valore assoluto: 25-125x10^3/μL
I reticolociti sono eritrociti non completa- mente maturi, caratterizzati dalla presenza di materiale citoplasmatico costituito prevalentemente da mitocondri e residui di materiale genetico (acido ribonucleico ribosomiale), evidenziabili come granuli e filamenti alla colorazione sopravitale con il blu brillante di cresile.La conta assoluta o percentuale dei retico-lociti è un buon indicatore della capacità eritropoietica del midollo osseo di un individuo.Si evidenzia un aumento (reticolocitosi) in ogni condizione di iperattività midollare con veloce messa in circolo di eritrociti: anemie emolitiche, fase di ripristino in seguito a una emorragia, risposta al tratta-mento nelle anemie megaloblastiche.La diminuzione o l’assenza di tali elementi si ha nelle anemie carenziali (di ferro o B12), nelle anemie da flogosi croniche, nelle aplasie midollari primitive o iatrogene, in presenza di diffuse metastasi ossee e nella mielofibrosi.
Tale test può, pertanto, essere utilizzato come punto di partenza o supporto per ulteriori indagini di laboratorio più specifiche per le condizioni descritte.
CAMPIONE BIOLOGICO
STRISCIO DI SANGUEPERIFERICO
RETICOLOCITI Esame microscopico di sangue intero.Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA). Il campione viene strisciato su vetrino e colorato in laboratorio.
Gli elementi cellulari patologici sono indicati e descritti nel referto con le loro caratteri- stiche di anormalità.
Lo striscio di sangue periferico si ottiene strisciando una goccia di sangue su un vetrino che, successivamente, è sottoposto a colorazione specifica (colorazione May Grunwald-Giemsa) che ne consente l'analisi al microscopio. È richiesto solitamente come approfondimento in seguito al riscontro di valori anomali all’emocromo e/o alla conta differenziale dei globuli bian-chi. Può essere richiesto anche in presenza di segni e sintomi che il clinico sospetti essere dovuti a patologie delle cellule ema-tiche e rappresenta una "fotografia" di ciò che è presente nel sangue nel momento in cui è eseguito il prelievo.Ciò permette una valutazione morfologica delle seguenti popolazioni cellulari:
Per ciò che concerne la linea dei bianchi, le alterazioni della formula leucocitaria posso-no essere identificate con:
CAMPIONE BIOLOGICO
EMATOLOGIA
R-S
VALORI DI RIFERIMENTO
TEST DI COOMBS INDIRETTO OTEST INDIRETTO DELL'ANTI-GLOBULINA
NOTE INTERPRETATIVE
VALORI DI RIFERIMENTO
Eseguito su siero o su plasma EDTA mediante emoagglutinazione.Provetta da siero senza anticoagulante o provetta con anticoagulante EDTA da cui ottenere plasma mediante centrifugazione.
Negativo.
Il test di Coombs indiretto permette l'indi- viduazione di anticorpi antieritrocitari incompleti ed irregolari presenti nel siero o nel plasma del paziente, attraverso una sensibilizzazione in vitro di "emazie test",
CAMPIONE BIOLOGICO
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Per ciò che concerne la linea dei rossi, lo striscio periferico permette di valutare la morfologia e le dimensioni degli eritrociti, di individuarne forme caratteristiche (acanto-citi, dacriociti, cellule a bersaglio), di valuta-re la presenza di "rouleaux" ed eventuali eritroblasti in circolo. Per quanto riguarda le piastrine, lo striscio consente di confer-mare piastrinosi e piastrinopenie ottenute al conteggio automatizzato del contaglobuli; di valutare fenomeni di aggregazione piastrinica da anticoagulante o di satelliti-smo piastrinico; di valutare la presenza di forme giganti.La buona pratica di laboratorio suggerisce, infine, di eseguire di default il controllo microscopico su striscio periferico dei casi che, al conteggio automatizzato, mostrano evidenti anomalie con l’obiettivo di confer-marle o meno.
nella mononucleosi infettiva: monocitosi con elementi anomali);presenza di elementi nucleati immaturi o anomali, come nelle leucemie e in certe patologie linfo- e mieloproliferative.Inoltre, in caso di anomalie, la microsco-pia permette di distinguere caratteristi-che morfologiche delle cellule, tipiche di situazioni reattive o di processi neopla-stici utili, pertanto, per una diagnosi differenziale.
EMATOLOGIA
TTEST DI COOMBS DIRETTO OTEST DIRETTO DELL'ANTIGLO-BULINA
Eseguito sugli eritrociti con metodo di emoagglutinazione. Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).
Negativo.
CAMPIONE BIOLOGICO
NOTE INTERPRETATIVE
Prende il nome da Robin Coombs che introdusse nel 1945 il test dell'antiglobuli-na nella clinica medica. Il test si basa sull'u-tilizzo del "siero di coombs": una miscela di anticorpi polispecifici antiglobulina umana, che permette di individuare sulla membrana di globuli rossi immunoglobuline e/o frazioni del complemento che originano da un "attacco immunitario" diretto contro gli eritrociti.Il test è effettuato per:
capire se un’anemia emolitica è dovuta a patologie autoimmuni o è indotta da farmaci;determinare se è in corso una reazione avversa a una trasfusione;diagnosticare l’anemia emolitica del neonato.
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NOTE INTERPRETATIVE
Determinata con metodo Westerngren e/o automatico a 37°C.Provetta di sangue intero con anticoagulante (EDTA).
< 10 mm/h, M< 15 mm/h, F
La VES (Velocità di Eritrosedimentazione) è, insieme alla proteina C reattiva, un indice di flogosi generica, il cui esito è da interpretare in un contesto di altre indagini cliniche mirate. Questo esame misura la velocità con cui gli eritrociti, presenti in un campione di sangue reso incoagulabile, sedimentano sul fondo della provetta che li contiene. La VES è espressa in millimetri di sedimento prodotto in un'ora.La velocità con cui si verifica la separazione tra emazie e plasma è influenzata dal livello plasmatico di specifiche proteine (fibrinogeno, mucoproteine, gammaglobuline, paraproteine) e dalla concentrazione delle emazie (l’anemia fa innalzare la velocità di
VELOCITÀ DI SEDIMENTAZIONEDELLE EMAZIE (VES)
CAMPIONE BIOLOGICO
in seguito all'aggiunta di siero di Coombs (siero antiglobuline umane).Il test è effettuato soprattutto in gravidanza per evidenziare una possibile incompatibilità materno-fetale, in particolare per quanto riguarda il fattore Rh (madre Rh negativa, feto Rh positivo), o per la valutazione della compatibilità prima di una trasfusione.
La velocità di eritrosedimentazione, pur essendo un test poco specifico, viene misurata per determinare la presenza di un'infiammazione che può essere causata da una o più condizioni o patologie, quali: infezioni, tumori o malattie autoimmuni.È molto utile per supportare la diagnosi e monitorare il decorso e la risposta tera- peutica di specifiche patologie, tra cui vasculite sistemica, artrite reumatoide e lupus eritematoso sistemico (LES).
VALORI DI RIFERIMENTO
EMATOLOGIA
V