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Page 1: Mete Luglio 2011 Bolivia
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Speciale FranciaBolivia

I misteri di Tiwanaku

TiroloPasseggiare tra viti e meli

LampedusaUn tuffo nell’isola dei Conigli

Vittore Crivellinella cornice dei monti Sibillini

Freida PintoLa stella di Bombay

d’Italia e del mondo

Anno V - N° 3Luglio 2011

€ 5,00

MET

E

0311

Senza titolo-2 1 30-09-2010 13:10:58

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Editoriale 4Corsica: come a casa nostra 6Pas-de-Calais 13Cannes 16Relais & Chateaux 19Pirenei alla ribalta 26Guadalupa e Martinica 31Attraversando il tropico del Capricorno 36Ghana 40I misteri di Tiwanaku 42Monemvasia e Pylos 48

I METE Sommario I

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Mete anno V n. 3 Luglio 2011

Editore - Angelo Capelli

Redazione e AmministrazioneP.zza di Porta San Mamolo, 440136 BolognaTel. +39 051 [email protected]

Direttore ResponsabileGiancarlo Roversi

Direttore EditorialeLaura Colognesi

in RedazioneElisa [email protected]

Giorgio [email protected]+39 338 2536337

LayoutRenna [email protected]

Pubblicità - Marketing ConsultantPaola Ferrari – 338 [email protected]

Stampa Tipografia Negri - Bologna

Non si restituiscono testi e mate-riali illustrativi non espressamente richiesti. Riproduzione, anche par-ziale, vietata senza autorizzazione scritta dell’editore. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabi-lità per eventuali involontari errori o inesattezze. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero del suo autore e pertanto ne impe-gna la responsabilità personale.Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comportano responsabilità alcuna per il direttore e l’editore.

Autorizzazione del Tribunale di Bolognan. 7776/2007 del 25. 07.2007

Castellaro Golf Resort 52Un tuffo nell’isola dei Conigli 54Scoprire il territorio camminando 58La-Vis, abbinamenti che passione! 62Passeggiare tra viti e meli 66Terme di Merano 68Carnia: estate in tavola 72Il Tor des Geants 76Venezia, il ponte di Rialto 78

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68I 100 campanili di Venezia 80Piazza San Marco 82Freida Pinto, stella di Bombay 84Nabucco all’Arena di Verona 88Il trenino rosso del Bernina 92Una rivista per un territorio 94Umanità, in mostra a Bologna 97Vittore Crivelli, a Sarnano 98Mostre in agenda 101Margherita, Regina d’arte 102Il Risorgimento, le Langhe e Cavour 104Grand Prix Retrò 106Storie di uomini d’ingegno 108Gusto & Gusti 116La patata 118

Speciale FranciaBolivia

I misteri di Tiwanuku

TiroloPasseggiare tra viti e meli

LampedusaUn tuffo nell’isola dei Conigli

Vittore Crivellinella cornice dei monti Sibillini

Freida PintoLa stella di Bombay

d’Italia e del mondo

Anno V - N° 3Luglio 2011

€ 5,00

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I misteri di Tiwanakudi Mattia Albertazzi

I METE - Speciale Bolivia I

“Ma se dovessi pensare alle sensazioni, a quel bisogno di risentire odori, suoni, silenzi, allora è la Bolivia, il luogo che mi ha affascinato maggiormente. Quel cielo notturno di cristallo nero, con le stelle che ti cascano in testa, la puna, l’altopiano desertico, e le città coloniali a 4.000 metri, con i polmoni in una morsa, e le foglie di coca perennemente in bocca, per re-sistere all’altitudine...Niente è più estremo della Bolivia, a parte forse la Patagonia e la Terra del Fuoco, dove il mondo finisce nel nulla, poco alla volta, fino a darti il senso della solitudine assoluta...”

Maruja Torres, Amor America

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ontano dalla frenesia del mondo, la Bo-livia è percorsa da paesaggi andini di una bellezza quasi irreale, una natura che si mostra in tutta la sua straordina-

ria magnificenza intervallata da meravigliosi tesori coloniali e resti di civiltà antiche. Chiusa tra la Cor-digliera Andina da un lato e l’Amazzonia dall’altro, offre una grande varietà di ambienti, paesaggi e co-lori: dal blu del Lago Titicaca al giallo della steppa, dal bianco delle saline all’indaco delle lagune, sen-za dimenticare il verde della Foresta Amazzonica, ma è anche una terra ricca di storia che si esprime attraverso le sue città coloniali di Potosì e Sucre e gli antichi resti della civiltà pre-incaica di Tiwanaku (Tiahuanaco), il centro archeologico più importante non solo del Collao ma di tutta la Bolivia. Ubicato a 3.825 m d’altitudine, Tiahuanaco (a 74 km da La Paz, a 20 km dalle rive del Titicaca e a soli 43 km da Desaguadero e dal confine) è la prima località che si offre allo sguardo del turista che dal Perù per-corre la strada Puno-Juli-Desaguadero-La Paz. La cultura tiahuanaco (o tiwanaku) fu un’importante civiltà precolombiana il cui territorio s’estendeva attorno alle frontiere degli attuali stati di Bolivia, Perù e Cile. Prende il nome dalle rovine dell’antica città di Tiahuanaco, nei pressi della sponda sud-orientale del lago Titicaca; alcune ipotesi sul nome affermano che derivi dall’aymara Taypikala. Non vi sono evidenze che la civiltà Tiwanaku utilizzasse la scrittura. Controversa la datazione della sua origi-

Lne: secondo alcuni studiosi gli enormi monoliti di circa 10 tonnellate che si possono ancora ammirare nelle rovine dell’antica città risalgono al 1600 a.C.; altri ritengono di poter stabilire la sua nascita già a partire dal 2000 a.C. fino ad arrivare alle teorie del Posnasky, padre dell’archeologia boliviana, il pri-mo scienziato ad interessarsi di Tiahuanaco, secon-do cui la civiltà che l’edificò esisteva già prima del 10.000 a.C. Secondo altre fonti, l’origine risale in-vece al 200 a.C. circa, quando si sviluppò la cultura Chiripa della penisola di Taraco sul Titicaca, che già allora l’aveva percorso in lungo e in largo su zattere di totora. Ancora viva tra gli Aymara di oggi, una tenace tradizione orale ricorda i fasti della cultura Wankarani diffusa dal lago Poopo tra il 1200 a.C. e il 700 d.C., di cui restano ceramiche e sculture in pietra di uno stile sfociato in quello della cul-tura Tiwanaku. Nient’altro che la memoria rimane, invece, del grande e favoloso impero Aymara, che si sarebbe affermato dopo il declino della cultura Tiwanaku e di cui si ricordano tre dinastie leggen-darie di re (mallkus) e il dio, venerato come padre e creatore, KonTiki Wiracocha. Secondo la stessa tra-dizione, Machu Picchu, Vilcabamba e Pisac sareb-bero stati luoghi fortificati Colla (cioè Aymara) agli estremi confini dell’impero, prima di cadere nelle mani dei conquistatori Inca di lingua quechua. Di là dagli incerti e vaghi dati trasmessi dalla leggen-da e dalla tradizione orale, i resti archeologici atte-stano inequivocabilmente che intorno all’800 d.C.

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l’impero Tiahuanaco cominciò ad espandere il pro-prio dominio fuori dall’altopiano, fino ad arrivare ad Ayacucho sulla sierra e a Pacheco sulla costa sud del Peru. Dalla fusione degli elementi Tiahuanaco con quelli Nazca di Ayacucho, nacque una nuova cultura, che fu definita Tiahuanaco-Huari, dal nome della cittadina vicina ad Ayacucho dove sorgono rovine che appartengono a questa fase. Tiahuanaco costituisce oggi un complesso arche-ologico d’enorme interesse che comprende, tra le opere maggiori, la famosa “Porta del Sole” tagliata in un unico blocco di pietra di 100 tonnellate, de-corata da 48 figure divise in tre file che circondano uno strano personaggio che gli andini chiamano “Dio”, poi il Kalasasaya, una vasta area delimitata da monoliti verticali su cui sono raffigurati, tra l’al-tro, visi di razze umane come caucasici, negroidi, asiatici e semitici e che, probabilmente, formavano in origine un muro continuo ed infine l’Akapana, piramide a gradoni alta 15 metri e composta da la-

stroni di andesite del peso di più di 100 tonnellate l’uno e nei cui pressi fu costruito un tempio sotter-raneo. Situato nel complesso di Tiahuanaco vi è inoltre un interessante monolite, del peso di svariate tonnella-te, riproducente la figura di un dio con un coprica-po a forma di casco e delle strane tavolette tenute tra le mani. Dal punto di vista naturalistico, la Bo-livia è una terra che offre paesaggi unici, ideali per i viaggi da compiere utilizzando i campi tendati e i fuoristrada. Lungo strade non asfaltate, lo sguardo si perde nel biancore accecante dell’immensa salina del Salar de Oyuni, tra foreste di cactus e paesaggi lunari. Un diverso scenario è quello del grande lago Titicaca, al confine con il Perú, il più alto bacino navigabile al mondo, dove è suggestivo navigare alla scoperta delle isole, come quelle di Suriqui e Kalahuta. Sulle rive del lago si trova la città di Co-pacabana, con la basilica della Vergine Nera, assai venerata dagli abitanti locali.

Info:Ente per il turismo boliviano: www.turismobolivia.boPrenotazioni alberghiere: www.hostelbolivia.com

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A La Paz, la capitale più alta del mondoAssomiglia ad un cratere lunare ed è la capitale più alta del mondo, una città assolutamente unica nella sua incredibile topografia multilivello. A nord-ovest si trovano i mercati e i quartieri indigeni. A nord-est, a 3.650 metri, l’antico centro coloniale. A sud-ovest le ambasciate e i locali notturni. Sul fondo riparato della conca i quartieri residenziali della Zona Sur e a quasi 4.100 metri le case fatiscenti di El Alto, la città satellite nata spontaneamente negli anni ‘50 abitata da 700.000 ex-contadini e minatori emi-grati dai poveri villaggi dell’altopiano. Adagiata sul fondo di un ampio canyon con pochissima vegeta-zione, la città è un caleidoscopio di razze, culture, colori e forti contrasti. La scoperta di La Paz inizia dal tempio semisotterraneo di Tiahuanaco, un mu-seo all’aperto che si raggiunge percorrendo la calle Simon Bolivar dopo il popolare mercado Camacho. Al centro del tempio, ricostruito, è adagiato il mo-nolito Bennett, proveniente anch’esso dallo stesso tempio. Scoperto da W.C. Bennett nel 1932 durante una campagna di scavi promossa dal governo di Bo-livia, il monolito è una figura antropomorfa ricavata da un blocco unico di arenaria rossastra, alto 7,30 metri e pesante 17 tonnellate. Tutta l’enorme mas-sa è ricoperta da incisioni scultoree che formano le stesse figure presenti nella porta del Sole a Tiahua-naco. Il personaggio tiene uno scettro nella destra e un Quero nella sinistra. La trina di figure simboliche che fascia l’imponente scultura è di grande effica-cia e dimostra l’eccellenza raggiunta dagli artisti Tiahuanaco nel campo della scultura. Il vero cuore della città è Plaza Murillo dove si affacciano due degli edifici più importanti: la maestosa cattedrale ricostruita completamente nel 1835 e caratterizzata da grandi colonne che reggono un’altissima volta e il Palazzo Presidenziale. La chiesa di San Francisco (metà del 1700) è la più interessante costruzione

della città. Situata nell’omonima piazza, è stata co-struita in legno a metà del ‘500 e ricostruita in pie-tra nel ‘700, dopo un crollo; al suo interno possono essere ammirati numerosi retablo barocchi e un pulpito in legno; poco distante da Plaza San Fran-cisco sorge un’altra importante chiesa, Chiesa San-to Domingo, con elementi architettonici barocchi. Lontano da La Paz il tempo scorre lento, scandito dai rituali delle famiglie quechua e aymará, i due gruppi aborigeni più numerosi delle Americhe che vivono nell’altopiano e nelle valli. Un’esigua mino-ranza Uru-Chipaya vive nell’inospitale regione del salar de Coipasa. A loro si aggiungono circa 20.000 Afroboliviani discendenti degli schiavi neri portati dall’Africa e sopravvissuti al lavoro nelle miniere, stabilitisi soprattutto nelle Yungas.

Con “Ruta 40” nella Genesi Andina, la Bolivia autenticaITINERARIO: Santa Cruz, Parco Naturale Guembe, Santa Cruz, Sucre, Tarabuco, Sucre, comunità Jatun Yampara, Potosí, Colchani, San Pedro de Quemes (il Salar di Uyuni e i deserti del Sud Lipez), Ojo del Perdiz, Uyuni, Oruro, La Paz, Puerto Perez, Titicaca, La Paz, Tiwanaku, La Paz.DURATA: 15 giorni/14 nottiQUOTA: a partire da euro 2.500 a persona in camera doppia su base 4 persone (esclusi voli da/per l’Italia, a partire da euro 810 a persona, tasse escluse).TOUR OPERATOR: RUTA 40, Boutique Tour Operator con sede a Torino, specializzato da anni nell’organizza-zione di viaggi su misura, soprattutto in Sud America. Dal 2010 la linea “Eco Experience” promuove un viag-giare etico e consapevole, nel totale rispetto del Paese che si visita, delle sue genti, della natura e della cultura. Info tel. 011 7718046 www.ruta70.it, info@ruta40,it.DA VEDERE LUNGO IL PERCORSO: la zona andina dell’altopiano, col Parco Nazionale Guembe, paradi-so ecologico nell’Oriente Boliviano, e Sucre, capitale storica della Bolivia e Patrimonio dell’Umanità, situata ai piedi della cordigliera, che conserva intatto il fascino del suo centro storico coloniale con i sontuosi palazzi della nobiltà spagnola e le antiche chiese barocche.

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A circa 25 km da Sucre, s’incontra la comunità indi-gena Jatun Yampara, promotrice di un progetto di etno-turismo creato per lo sviluppo sostenibile, per preservare e proteggere l’identità artistica e culturale di una delle più antiche culture di questa fascia andina. Percorrendo maestose vallate e sconfinati altopiani, si giunge a Potosì, antico e importante centro minerario della Bolivia situato ai piedi del Cerro Rico. Paesaggi unici, che cambiano continuamente alternando tratti pianeggianti a scoscese vallate, fino ad arrivare al bian-core accecante dell’immensa salina del Salar de Uyu-ni. A bordo di un fuoristrada, si guida alla scoperta del lago salato più grande e alto al mondo per visitare l’Iso-la dei Pescatori o Inca Huasi, un incredibile ammas-so di rocce che formano un ambiente surreale, dove la tersa luce degli altopiani andini, il riverbero del sole sui cristalli di sale e il silenzio assoluto fanno di questo scorcio di mondo un luogo unico. Attraversata la regio-ne semiarida e desertica del Sud Lipez, nell’estremo sud dell’altipiano boliviano, è la volta della regione vul-canica Sol de Mañana, della Laguna Colorada situata in mezzo a remoti altipiani, circondati da un paesaggio surreale e senza alberi punteggiato da dolci colline e della Laguna Verde, chiamata così per il suo magnifico colore blu-verde. Il viaggio prosegue per La Paz, la pit-toresca capitale boliviana adagiata in una grande conca circondata da montagne, prima di cambiare scenario e raggiungere il grande lago Titicaca, al confine con il Perù, il più alto bacino navigabile al mondo, con la so-sta presso alcune due comunità locali che vivono sulle sponde del lago, come quelle di Taramaja, Quehuaya e l’Isola Pariti e si effettuerà un’escursione in barca alla scoperta delle Isole del Sole. Ultima tappa le rovine precolombiane di Tiwanaku, la leggendaria e miste-riosa città sulle rive del Lago Titicaca con la Porta del Sole, il Tempio di Kalasasaya. NOTIZIE UTILIQUANDO ANDARE: la Bolivia si trova nell’emisfero au-strale; l’inverno dura da maggio a ottobre e l’estate da novembre ad aprile. Il clima è generalmente umido in estate e secco in inverno.SEDE DEL GOVERNO: La Paz, situata a 3.700 mt.VISTI: non necessari. All’arrivo si riceve una carta turi-stica che consente una permanenza di 90 giorni.DA LEGGERE PRIMA DI PARTIRE: “Diario del Che in Bolivia” (ed. Feltrinelli) e “Evo Morales. Il riscatto degli indigeni in Bolivia” (ed. Sperling & Kupfer) di Pablo Ste-

fanoni e Hervé Do Alto e, infine, “Bolivia: dove le Ande incontrano l’Amazzonia” (ed. Polaris) di Anna Maspero.VACCINAZIONI CONSIGLIATE: difterite e tetano, epatite virale A, epatite virale B, febbre tifoide, rabbia, febbre gialla. In Bolivia non è sicuro bere l’acqua di ru-binetto, per cui è consigliabile consumare solo acqua in bottiglie sigillate oppure bevande calde. In alternativa l’acqua corrente può essere trattata facendola bollire per almeno 15 minuti, al fine di garantire la più efficace delle purificazioni. Il rischio di malaria è presente nei ter-ritori al di sotto dei 2.500 m delle regioni di Beni, Chu-quisaca, Cochabamba, La Paz, Pando, Santa Cruz e Tarija. Altri rischi: malattia di Chagas, dengue, colera e mal di montagna.COME ARRIVARE: non esistono voli diretti dall’Italia. Si consiglia di arrivare in Argentina, Brasile, Colombia e Perù e raggiungere la Bolivia via terra. I principali aero-porti internazionali boliviani sono El Alto (LPB) a La PAz e il Viru-Viru International (VVI) di Santa Cruz. Il tempo di volo totale è di circa 18 ore.IN AUTO: per entrare in Bolivia con l’auto bisogna mu-nirsi di una hoja de ruta (carta di circolazione), disponi-bile presso il Servicio Nacional de Tránsito alla frontiera. TRASPORTI LOCALI: le compagnie che effettuano voli interni sono LAB (www.labairlines.com.bo), Aero-Sur (www.aerosur.com), Amaszonas (www.amaszonas.com) e Aerocon (www.aerocon.info).RETE FERROVIARIA: sono due: quella nella regione occidentale, gestita dall’Empresa Ferroviaria Andina (FCA; www.fca.com.bo), con collegamenti da Oruro a Villazón e da Uyuni ad Avaroa; quella nella regione orientale con collegamenti da Santa Cruz alla frontiera brasiliana (Quijarro) o a quella argentina (Yacuiba).FUSO ORARIO: -5h rispetto all’Italia, -6h quando in Ita-lia vige l’ora legale.LINGUE: spagnolo e quelle relative alle 36 nazionalità originarie; tra queste ultime le più diffuse sono l’aymará ed il quechua.MONETA: Boliviano (BOB)CUCINA TIPICA: la carne di manzo o di maiale s’ac-compagna spesso a mais, patate e fagioli neri. Le sal-teñas sono una specie di fagottino farcito di carne e verdure, che spesso fanno da spuntino. Un altro piatto tipico è la sopa de quinoa, minestra a base di un cere-ale caratteristico della regione. Non avendo la Bolivia sbocchi sul mare, il pesce più diffuso è quello di lago. Molto buone le trote del lago Titicaca e il surubí, un pe-scegatto che si trova nelle regioni amazzoniche

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