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MINISTERO DELL’ISTRUZIONE DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “G. NICOLINI” DI CAPRANICA con plessi di VEJANO Via Madre Teresa di Calcutta snc 0761 669 085 - 0761 678 658 Email: [email protected] - Pec: [email protected] sito web: www.icnicolinicapranica.gov.it CM: VTIC82500A – CF: 80018870560 - CU: UF9ZQ3 ____________________________________ PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA per l’integrazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali 1

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MINISTERO DELL’ISTRUZIONE DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCAUFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “G. NICOLINI” DI CAPRANICA con plessi di VEJANOVia Madre Teresa di Calcutta snc 0761 669 085 - 0761 678 658

Email: [email protected] - Pec: [email protected] sito web: www.icnicolinicapranica.gov.it

CM: VTIC82500A – CF: 80018870560 - CU: UF9ZQ3

____________________________________

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZAper l’integrazione degli alunni con

Bisogni Educativi Speciali

Adottato dal Collegio Docenti nella seduta del 16 Maggio 2014Ultima revisione nella seduta del 27 ottobre 2016

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INDICE

1. Premessa

2. Il protocollo di accoglienza

3. Finalita’

4. Metodologia

5. Alunni con disabilita’ - fasi di attuazione del protocollo

6. Documentazione necessaria

7. Persone coinvolte nel progetto d’inclusione

8. Gruppi di studio e di lavoro h

9. Valutazione degli alunni con disabilita’

10. Quadro normativo di riferimento

11. Codifica delle diagnosi cliniche

12. Alunni con dsa- fasi di attuazione del protocollo

13. Documentazione necessaria

14. Soggetti coinvolti nel progetto d’inclusione

15. Valutazione degli alunni con dsa

16. Quadro normativo di riferimento

(…) Questi bambini nascono due volte.Devono imparare a muoversi in un mondo

che la prima nascita ha reso più difficile.La seconda dipende da voi”.

G. Pontiggia, “Nati due volte”, 2001, Arnoldo Mondadori editore.

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PREMESSA

Accogliere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (alunni con disabilità, alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento e alunni con disagio), significa fare in modo che essi siano parte integrante del contesto scolastico alla pari degli altri alunni; significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo scolastico.In tale prospettiva è necessario, da parte della scuola, non solo un impegno forte di conoscenza e di valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ma anche e soprattutto un impegno di promozione della loro formazione, attraverso la realizzazione di un’organizzazione educativa e didattica personalizzata, sia negli obiettivi e nei percorsi formativi che nelle strategie didattiche.E’ necessario che la scuola “ri-conosca” le reali capacità cognitive del singolo alunno, i suoi punti di forza e di debolezza, le sue potenzialità e su di essi progetti cammini di lavoro: il Piano Educativo Individualizzato, “Progetto di vita” per gli alunni con disabilità e il Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con DSA.E’ importante che gli alunni avvertano questo riconoscimento e si sentano aiutati nel loro impegno di autorealizzazione personale.Nello sviluppo di ciascuna singola storia educativa e personale, le difficoltà connesse alle diverse disabilità e ai DSA si ripercuotono principalmente sull’apprendimento e sullo sviluppo delle competenze.Quando ciò non è adeguatamente riconosciuto, considerato e trattato in ambito scolastico, causa anche ricadute sugli aspetti emotivi, di costruzione dell’identità, della stima di sé, delle relazioni con i pari.L’integrazione degli alunni con disabilità o con DSA può essere realizzata solo in una scuola che “riconosca” effettivamente i Bisogni Educativi Speciali.

Gli alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione, per ragioni molteplici ed eterogenee, sono in costante aumento. La D.M. del 27/12/2012 individua quest'area indicandola come svantaggio scolastico; essa ricomprende problematiche diverse e viene definita come area dei Bisogni Educativi Speciali (BES). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie:

1. la disabilità; 2. i disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici;3. lo svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale.

1. Nella prima sottocategoria rientrano gli alunni con disabilità certificata ai sensi della L. 104/92. Solo in questo caso è prevista la presenza del docente di sostegno, per un numero di ore commisurato al bisogno.

2. La seconda sottocategoria riguarda i disturbi evolutivi specifici. La D.M. chiarisce che in essa rientrano non solo i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), diagnosticati ai sensi della L. 170/10, ma anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione e dell'iperattività (ADHD). Per gli alunni con DSA è obbligatorio il ricorso ad unPiano Didattico Personalizzato (PDP) e l’utilizzo di strumenti compensativi e di misure dispensative che possano garantire il successo scolastico degli allievi.

3. La terza sottocategoria, infine, riguarda gli altri BES, cioè quegli alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale. In questo caso, pur non essendo in presenza di una problematica certificata o diagnosticata ai sensi di una norma primaria e specifica di riferimento, si rileva un bisogno educativo speciale, generalmente limitato nel tempo, dovuto a situazioni molteplici e contingenti, che sono causa di svantaggio e,

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pertanto, richiedono per un certo periodo una particolare attenzione educativa. Si tratta ad esempio degli alunni di recente immigrazione, che non hanno ancora appreso la lingua italiana, oppure di allievi che si trovano in una situazione sociale, economica o culturale difficile, che comporta disagi molteplici nel regolare percorso scolastico. Anche in questo caso, come previsto dalla nota ministeriale n. 2563/13 si può ricorrere alla compilazione di un PDP ed a misure compensative e dispensative, qualora il consiglio di classe lo ritenga necessario per un certo periodo di tempo. In questo caso non è un obbligo ma una decisione collegiale dei docenti.

I Bisogni Educativi Speciali, dunque, possono essere molteplici e le misure previste nelle specificità delle situazioni sono riconducibili alle peculiari disposizioni normative. (Circolare n. 8/13 sui BES )

IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA

E’ un documento, insieme al P.A.I., deliberato dal Collegio dei Docenti e annesso al POF dell’Istituto; contiene principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un inserimento ottimale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; definisce i compiti ed i ruoli delle figure coinvolte all’interno e all’esterno dell’istituzione scolastica; traccia le diverse fasi dell’accoglienza; indica le attività di facilitazione e quali provvedimenti dispensativi e compensativi adottare nei confronti degli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).

Il Protocollo di Accoglienza delinea inoltre prassi condivise di carattere:

•amministrative e burocratiche (acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del

fascicolo personale degli alunni);

•comunicative e relazionali (prima conoscenza dell’alunno e accoglienza all’interno della nuova scuola);

•educative–didattiche (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento dell’equipe pedagogica e

didattica);

•sociali (rapporti e collaborazione della scuola con la famiglia e il territorio).

Esso costituisce un vero e proprio strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisitato periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate.L’adozione del Protocollo di Accoglienza consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative per gli alunni con disabilità contenute nella Legge Quadro n.104/92 e successivi decreti applicativi; la Legge Quadro 170/2010: relativa agli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), la Direttiva Ministeriale sui B.E.S. del 27/12/2012 e la Circolare Ministeriale dell’8/03/2013 .

FINALITA’

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Al fine di un’integrazione scolastica e sociale ottimale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, il nostro Istituto Comprensivo, attraverso il Protocollo di Accoglienza, intende raggiungere le seguenti finalità:

definire pratiche d’inclusione condivise tra tutto il personale del nostro Istituto;

favorire l’accoglienza e l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali attraverso percorsi comuni,

individualizzati o personalizzati che fanno coesistere socializzazione ed apprendimento;

elaborare tre aspetti determinanti del processo di formazione: accoglienza, integrazione, orientamento;

informare adeguatamente il personale coinvolto;

favorire la diagnosi precoce e i percorsi didattici riabilitativi;

incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servi sanitari, durante il percorso

di istruzione e di formazione;

adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;

accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali nel percorso scolastico, nella

nuova visione ed adozione del P.E.I./PROGETTO DI VITA, così come è inteso all’interno dell’ICF/CY,

dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Nella contestualizzazione specifica di ogni piano individualizzato o personalizzato, andranno inseriti gli obiettivi specifici che i team, le sezioni e i consigli di classe definiscono nei singoli P.E.I. o nei singoli P.D.P.

METODOLOGIA

Per raggiungere le finalità individuate, il Protocollo di Accoglienza è strutturato in diversi percorsi.1. Saranno curati i rapporti con gli specialisti e le istituzioni locali sia per la realizzazione di eventuali

“Progetti integrati”, sia per la stesura congiunta del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato relativo agli alunni con disabilità o del Piano Educativo Personalizzato relativo agli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento, sia per particolari situazioni problematiche che eventualmente si potranno creare.

2. Si cercherà di agganciare il più possibile il lavoro dell’alunno a quello del gruppo classe ed accanto al necessario intervento individualizzato o personalizzato, saranno privilegiate comunque le attività a piccoli gruppi e/o laboratoriali senza mai perdere di vista le finalità dell’integrazione.

3. Saranno previsti incontri di continuità con i diversi ordini di scuola con particolare attenzione alla realizzazione di attività idonee agli alunni con Bisogni Educativi Speciali.

4. Per gli alunni con disabilità, gli insegnanti di sostegno si riuniranno, in Commissione, coordinati da un insegnante referente o Funzione strumentale al fine di analizzare, confrontare ed elaborare le strategie

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di intervento più idonee al raggiungimento degli obiettivi programmati nei diversi Piani Educativi Individualizzati.

5. Per gli alunni con DSA, gli insegnanti curriculari si riuniranno, sempre coordinati da un insegnante referente DSA e da un docente tutor per ciascun alunno, al fine di analizzare, confrontare ed elaborare le strategie di intervento più idonee al raggiungimento degli obiettivi programmati nei diversi Piani Educativi Personalizzati.

6. Per gli alunni con disabilità sarà effettuato il rilevamento delle difficoltà oggettive nei campi dell’apprendimento che l’alunno manifesta e compilato il “Percorso educativo individualizzato”.

7. Per gli alunni con DSA ai docenti curriculari saranno forniti: adeguate informazioni sui Disturbi Specifici di Apprendimento e/o la patologia specifica; saranno organizzati, con Associazioni Specializzate in materia, screening per l’individuazione precoce di Alunni con disturbi specifici d’apprendimento; saranno dati riferimenti per reperire materiale didattico formativo adeguato; informazioni sulle tecnologie informatiche compensative; criteri sulla compilazione del Piano Educativo Personalizzato.

8. L’Istituto sceglie come criterio preferenziale, nell’adozione dei libri di testo, edizioni di libri con disponibilità di Cd Rom e/o DVD per studenti con DSA.

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ALUNNI CON DISABILITA’Fasi di attuazione del Protocollo

Legge n° 104/1992 Iscrizione Pre-accoglienza Raccolta dati Accoglienza Inserimento Progettazione Integrazione Didattica Profilo Dinamico Funzionale GLHO ( di norma: due all’anno, nel primo quadrimestre e nel secondo quadrimestre) Piano Educativo Individualizzato Verifiche e valutazione

IscrizioneModalità

Tempi Attività della famiglia Attività della scuolaAttività di altri enti(Altre scuole, ASL,

Associazioni, Comune,Provincia, USP)

Entro il termine stabilitoda norme ministeriali (disolito entro gennaio-febbraio.)

Insieme con l’alunno,visita la scuola per averneun primo contatto conoscitivo.Procede successivamentecon l’iscrizione dell’alunnocompilando l’appositomodulo disponibile insegreteria.Fa pervenire alla scuola, entro breve tempo, lacertificazione attestante laDiagnosi Clinica.Segnala particolari necessità (es. trasporto, esigenze alimentari,terapie da seguire,assistenza per l'autonomia…)Dà il consenso per larichiesta dell’insegnante disostegno.

La scuola acquisisce: Diagnosi Funzionale Pr. Dinamico

FunzionaleLa segreteria apre un fascicolo personale relativo all’alunno.Definisce il numero di ore di sostegno didattico necessario all’alunno in base alle indicazioni ricevute .In caso di particolariproblematiche, richiedemaggiori risorse da attribuire all’alunno.Redige l’allegato H con il numero di ore richieste per il sostegno.

Acquisire le direttivedell’USP al fine di definire le richieste per il sostegno didattico.

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Preaccoglienza Conoscenza

dell’ambiente scolastico

Tempi Attività della famiglia Attività della scuolaAttività di altri enti(Altre scuole, ASL,

Associazioni, Comune,Provincia, USP)

Dopo l’iscrizione (uno opiù incontri)

Partecipa alle attività diaccoglienza organizzatedalla scuola.

Organizza la visita dell’edificioscolastico nei suoi spazi.Scuola di provenienza escuola di accoglienzaprogettano attività comuniche coinvolgeranno il teamdocenti e personale ATA delle scuole di provenienza e di destinazione.Contatta la famiglia per leattività di accoglienza.

Raccolta dati Informazioni sull’alunno

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Attività di altri enti(Altre scuole, ASL,

Associazioni, Comune,Provincia, USP)

Aprile- Settembre Incontri presso la scuolaper dare tutte le informazioni utili ai fini dell’inserimentodell’alunno nella nuovarealtà scolastica.

Raccolta informazioniriguardo: obiettivi prefissatiraggiunti o non raggiunti,abilità cognitive, potenzialità sviluppate e modalità relazionali. Inserimento nella classe con le caratteristiche più idonee per l’accoglienza

Incontro con operatorisanitari ASL.Incontro con operatoriscolastici della scuola diprovenienza.

Fine anno scolastico Richiesta agli Enti locali e alla Provincia, ove necessario, di Assistenza specialistica di base e alla comunicazioneTrasporti e/o esigenzeparticolari

Definizione delle richieste.

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AccoglienzaCondivisione delle

informazioni

Tempi Attività Persone coinvolte

Settembre, prima dell’inizio delle lezioni

Presentazione del profilo dell’alunno a tutti gliinsegnanti della sezione, del team e del Consiglio di classe, educatore, assistente alla comunicazione e all’autonomia; lettura della Diagnosi funzionale, della relazione finale, dell’eventuale progetto continuità, delle indicazioni emerse negli incontri di preconoscenza

Insegnanti di sezione, del team, delconsiglio di classe e di sostegno,gruppo di lavoro handicap,referente sostegno, educatore, assistente.

InserimentoAnalisi della

situazione iniziale

Tempi Attività Persone coinvolte

Settembre, primo periodo di frequenza

Dopo una prima osservazione e conoscenza dell’alunno e della classe, gli insegnanti valutano l’opportunità di fornire alla classe informazionirelative alla disabilità, avvalendosi, se necessario, dell’aiuto dei genitori dell’alunno o di personalecompetente, al fine di favorire rapporti paritetici.

Docenti curricolari e di sostegno,educatore/assistente allacomunicazione, assistenteall’autonomia, eventualecoinvolgimento dei genitori o esperti esterniE’ possibile che sia necessaria laconsulenza tempestiva deglispecialisti della ASL perproblematiche particolari.Interessamento del Comune e deiServizi sociali nel caso in cui l’alunno iscritto non frequenti le lezioni.

Fino a metà ottobre La famiglia si confronterà con la scuola per analizzare le reazioni dell’alunno alle attività proposte (osservazioni tramite colloquio.)Comunicherà alla scuola ed agli specialisti delle ASL cambiamenti significativi.Test di valutazione d’ingressoI docenti avranno cura di somministrare test di valutazione liberi, sistematici e guidati al fine diacquisire le reali potenzialità dell’alunno sui singoli assi di sviluppo.Osservazione dei comportamenti edelle prestazioni

Docenti curricolari e di sostegno,educatore/assistente allacomunicazione, assistenteall’autonomia, eventualecoinvolgimento dei genitori o esperti esterni

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Progettazione integrazione didattica

Obiettivi strategie attività

Tempi Attività Persone coinvolteOttobre Verifica delle potenzialità, in riferimento ai vari assi di

sviluppo o aree di apprendimento, all’interno e all’esterno del gruppo classe; incontricon l’equipe clinica e la famiglia per l’analisi del “Profilo Dinamico Funzionale” e, dove necessario, sua modifica; in sede di incontro, presentazione del “Progetto Educativo Individualizzato” ediscussione con gli esperti e la famiglia degli obiettivi a breve, medio e lungo termine fissati nel P.E.I.;messa in atto di tutte le attività e strategie per l’integrazione dell’alunno all’interno della classe,secondo le indicazioni del P.E.I.

Docenti curricolari e di sostegno,educatore/assistente allacomunicazione, assistenteall’autonomia, genitori o espertiesterni

Profilo dinamico funzionaleDF e PDF

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Attività di altri entiDiagnosi funzionaleLa scuola, nel caso la DF non fosse aggiornata, suindicazione del docente disostegno e per il tramite delreferente del sostegno stesso, comunicherà alla ASL di provvedereall’aggiornamento della DFstessa.

Gli specialisti della ASLaggiornano la Diagnosifunzionale. Secondo le nuove normative, dettadiagnosi deve seguire ilprotocollo ICF-CY , nelquale sono evidenziate lefunzionalità della personain relazione al contestoin cui opera e deglieventuali facilitatori/ barriere-ostacoli.

Da effettuarsi ogni nuovociclo scolastico.Redazione di una primarevisione entro il primoGLHO

Partecipa alla stesura esottoscrive il PDF.

Profilo Dinamico FunzionaleIl consiglio di classe, leinsegnanti della sezione e del team sulla base della DF e delle osservazioni sistematiche iniziali, redige una bozza del profilo dinamico funzionale. Si noti che nel caso la DF fosse redatta secondo il protocollo ICF-CY, il PDF di fatto confluisce nelle indicazioni della DF stessa.

Le ASL competentiavranno cura direvisionare la bozza di PDFelaborata dal consiglio diclasse eliminando e/ointegrando le partiscorrette o mancanti.

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GLIGruppo di lavoro

operativo sull’handicap

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Attività di altri entiOttobre - novembre Proposte ai fini del

progetto di vitadell’alunnoNel caso di adozione dellaprogrammazionedifferenziata (P.E.I.) igenitori si impegnano asottoscrivere l’adozionedella suddettaprogrammazione.

Programmazione didatticaIl consiglio di classe diconcerto con gli specialistidella ASL, i genitori e gli altri operatori del gruppo di lavoro, preso atto delle direttive del PDF, decide la scelta del tipo di programmazione daadottare tra:Programmazione didatticacurricolare con obiettiviminimiProgrammazione differenziatanon riconducibile aiprogrammi ministeriali

Specialisti ASL fornisconoindicazioni di al fine diindividuare e scegliere almeglio la tipologia diprogrammazione daadottare.

Piano Educativo IndividualizzatoPEI

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Attività di altri enti

Periodo immediatamentesuccessivo al GLHO (presumibilmente: 30 novembre).

Se il piano adottato è di tipo differenziato (P.E.I.), i genitori danno assensoformale sottoscrivono lo stesso entro un termine fissato: 30 novembre.

Redazione del pianoeducativoIl docente di sostegno,responsabile della redazione del documento, di concertocon i docenti del consiglio di classe di sezione e del team,in riferimento alle decisioni adottate nel GLHO, redige ilPEI, con indicazioni anche da parte degli specialsti.

Verifiche e valutazioneIntermedia e finale

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Attività di altri entiFine primo quadrimestre Comunicazione di

eventuali nuove necessitàdell’alunno

Convocazione GLHOVerifica ed eventualerimodulazione del pianoeducativo progettato.Adozione di eventuali nuoveProposte.

Revisione eventuale dellaDiagnosi funzionale daparte degli specialisti dellaASL

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Fine anno scolastico Consiglio di classe, di sezione e del teamVerifica analisi dei risultatiottenuti.Redazione della relazionefinale sull’esecuzione del PEI

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DOCUMENTAZIONE NECESSARIAAlunni con disabilità Legge 104/92

Diagnosi FunzionaleE’ redatta dalla ASL o medico privato convenzionato e definisce la patologia specifica di cui il disabile è riconosciuto. Il suo aggiornamento è strettamente legato all’evoluzione della patologia. E’ compito della scuola, all’inizio di ogni anno, accertarsi che non si siano verificati cambiamenti.Deve contenere:

I dati anamnestici, clinico-medici, familiari e sociali. Il livello di funzionalità e di sviluppo dell’alunno nelle diverse aree di base. I livelli di competenza raggiunti rispetto agli obiettivi e ai percorsi didattici della classe. Gli aspetti psicologici, affettivo-emotivi, comportamentali che devono determinare la qualità del rapporto

educativo con l’alunno.

Profilo Dinamico FunzionaleE’ un documento conseguente alla “Diagnosi Funzionale” e preliminare alla formulazione del PEI. Con esso viene definita la situazione di partenza e le tappe di sviluppo conseguite o da conseguire. Mette in evidenza difficoltà e potenzialità dell'alunno. Viene redatto con cadenza biennale (Legge 24.02.1994 art. 4 “), è aggiornato, come disposto dal comma 8 dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992, a conclusione dell’Infanzia, della scuola Primaria, della scuola Secondaria di I Grado e durante il corso di istruzione secondaria superiore. Viene redatto dagli operatori socio-sanitari, dai docenti curricolari, dal docente di sostegno, dai genitori dell’alunno (art. 12 commi 5 e 6 della L. 104/92).Il PDF verrà stilato seguendo i modelli predisposti e reperibili sul sito dell’Istituto.

Piano Educativo IndividualizzatoAtto successivo al PDF, è redatto all'inizio di ogni anno scolastico (entro novembre) dal GLH operativo:team/consiglio di classe, ASL, genitori ed è sottoposto a verifiche ed aggiornamenti periodici.Il PEI non coincide con il solo progetto didattico, ma consiste in un vero e proprio“Progetto di vita” in cui vengono definiti gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all'integrazione scolastica.Deve contenere:

Situazione iniziale, dedotta dall’osservazione iniziale dei docenti e dall’analisi sistematica svolta nelle seguenti aree: comportamento con gli adulti, con i compagni, verso le attività proposte.

Autonomia personale e sociale, per gli spostamenti, nei compiti assegnati in classe, durante le lezioni in classe.

Attenzione. Motivazione. Apprendimento. Progetto di intervento per obiettivi generali (educativi e didattici), concordati con il team/consiglio di

classe. Gli obiettivi specifici (riconducibili o non riconducibili ai programmi ministeriali, agli obiettivi minimi

stabiliti in sede collegiale) e i contenuti per aree disciplinari. La metodologia di intervento che si intende attuare. Gli eventuali progetti. Le modalità di verifica e valutazione (non differenziata o differenziata) che si intendono utilizzare.

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Il PEI verrà stilato seguendo il modello unico, predisposto e reperibile sul sito dell’Istituto.

Relazione finaleRaccoglie tutte le informazioni fornite da ciascun insegnante, a fine anno scolastico.Deve contenere:

Evoluzione dell’aspetto educativo rispetto alla situazione di partenza (in merito ad autonomia, socializzazione, apprendimento, ecc.).

Evoluzione dell’aspetto didattico (giudizio sul livello di acquisizione di autonomie, di conoscenze e competenze, materia per materia).

Modalità dell’intervento di sostegno (particolari accorgimenti relazionali e didattici). Informazioni sull’eventuale intervento dell’educatore (partecipazione alla progettualità educativo-

didattica, modalità dell’intervento). Informazioni sulla collaborazione della famiglia e del personale ASL. Suggerimenti per la continuità dell’intervento educativo-didattico per il successivo anno scolastico.

In sintesi

Documento Chi lo redige Quando

DIAGNOSI FUNZIONALEOperatori ASL o specialisti privati con opportuna vidimazione dell’ASL

All’atto della primasegnalazione, è rinnovataad ogni passaggio fra unordine di scuola all’altro e/osecondo i tempi indicati dalDPCM 185/2006

PROFILO DINAMICOFUNZIONALE

Operatori socio-sanitari, docenti curricolari, docente di sostegno, genitori dell’alunno (art. 12, commi 5° e 6° della L. 104/92)

Viene aggiornato alla finedella Scuola d’Infanzia,Primaria, Secondaria diprimo grado e durante laScuola Secondaria disecondo grado

PIANO EDUCATIVOINDIVIDUALIZZATO

Gli insegnanti curricolari, ildocente di sostegno, operatori socio-sanitari e i genitori dell’alunnoInsegnanti di sostegno ecurricolari

Viene formulato entro i primi due/tre mesi di ogni anno scolastico (fine novembre)

A metà anno scolastico(fine gennaio)A fine anno scolastico(giugno)

VERIFICAINTERMEDIA

EFINALE

RELAZIONE FINALE Insegnanti di sostegno ecurricolari

A fine anno scolastico(giugno)

Alunni con disabilità(LEGGE 104/92)

DF DiagnosiFunzionale

PDF Profilo Dinamico Funzionale

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PEIPiano Educativo Individualizzato

Percorso DidatticoPersonalizzato: interventi educativi e didattici adeguati allecapacità e potenzialità riscontrate ed eventuale diversificazione dellemete formative e delle strategie didattiche

Percorso DidatticoDifferenziato: offerta di attività diversificate nonattinenti al curricolo, con eventuale dispensa da alcuneo molte discipline

Percorso DidatticoIndividualizzato(perobiettivi minimi):differenziazione delle strategie per garantire l’acquisizionedelle competenzefondamentali del curricolo

VERIFICHE E VALUTAZIONERELAZIONE FINALE

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PERSONE COINVOLTE NEL PROGETTO D’INCLUSIONEDEGLI ALUNNI CON DISABILITA’

Personale Ruoli e compiti

Dirigente scolastico aspetti gestionali, organizzativi, consultivi individuazione della risorse interne ed esterne per rispondere alle esigenze di

inclusione attuazione di un curricolo e di pratiche educative-didattiche rispondenti

all’individualizzazione e personalizzazione degli interventi formazione delle classi e inserimento dell’alunno nella classe maggiormente

corrispondente alla peculiarità dell’ alunno con BES assegnazione docenti di sostegno promozione di interventi comuni tra docenti e famiglia promozione della funzione di tutoraggio rapporti con gli enti locali Istituzione di un GLH di Istituto promozione del servizio di psicologia scolastica Controllo del corretto svolgimento delle funzioni individuate e condivise dei

rispettivi gruppi di lavoroCollegio docenti nel procedere all’approvazione del POF corredato dal Protocollo d’istituto per

l’accoglienza e l’integrazione degli alunni con disabilità, si assume l’incarico di verificare la realizzazione degli obiettivi in essi contenuti

Promozione di pratiche inclusiveConsiglio di classe, di sezione e del team Progettare, attuare e verificare il PEI e il PDP, con il supportato dell’insegnante

di sostegno, per ciascun alunno in difficoltà in base alle indicazioni contenute nella diagnosi funzionale o nel profilo dinamico funzionale

monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti da utilizzare per gli alunni con bisogni educativi speciali ai quali tutti i docenti devono attenersi

Funzione strumentale e/oReferente per il sostegno collaborare con il Dirigente Scolastico per la stesura del PAI e per la

predisposizione della modulistica raccordare le diverse realtà (Scuola, ASL, famiglie, Enti territoriali, cooperative,

Enti di formazione) attuare il monitoraggio di progetti inclusivi coordinare la Commissione per alunni con disabilità promuovere l’attivazione di laboratori specifici supportare il consiglio di classe nella predisposizione del PEI o PDP proporre materiali inerenti le metodologie e le strategie didattiche integrate

fruibili dai docenti, promuovere l’attuazione di corsi di aggiornamento e formazione territoriale tenere i rapporti con il CTS anche per il reperimento di strumentazioni specifiche

per disabili Pianificazione degli incontri famiglia - docenti Coordinamento dei laboratori predisposti all’interno dell’istituto e operazioni di

monitoraggio-screening per la rilevazione precoce di difficoltà di aprendimento.

Docente di sostegno curare gli aspetti metodologici, didattici, funzionali per garantire l’inclusione di alunni in difficoltà e coordinare l’attuazione da parte di tutto il corpo docente

svolgere il ruolo di mediatore dei contenuti programmatici, relazionali e didattici

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tenere rapporti con la famiglia, esperti ASL, operatori comunali in sinergia con a funzione strumentale

partecipare alla Commissione per alunni con disabilità con la quale coopera per un miglioramento costante del servizio

coordinare la stesura del PEI è contitolare e sostegno alla classe

Docente curricolare accogliere l’alunno nel gruppo classe, favorendone l’integrazione partecipare alla programmazione individualizzata o personalizzata e alla

valutazione collaborare alla formulazione del PEI o PDP e successivamente predisporre

interventi personalizzati e consegne calibrate per l’alunno BES, soprattutto quando non è presente il collega specializzato

istruire l’assistente educatore professionale sui compiti da svolgere durante le sue ore di lezione

Docente tutor seguire l’alunno con BES che non richiede la presenza del docente di sostegno per garantire l’unità di interventi da parte del corpo docente (DSA; BES senza certificazione ecc.)

Docente coordinatore di classe partecipa alle riunioni ASL e riferisce

Personale educativoprofessionale comunale

curare gli aspetti educativi e relazionali in rapporto all’autonomia e alla comunicazione degli alunni, collaborando internamente con i docenti della classe e all’esterno con le famiglie

Collaboratori scolastici aiutare l’alunno negli spostamenti interni all’edificio scolastico e assistere l’alunno relativamente ai bisogni primari

Commissione alunni condisabilità

organizzare attività di accoglienza e integrazione alunni BES analizzare e verificare il livello e la qualità del processo d'integrazione/inclusione

nella classe e nella scuola promuovere la diffusione del protocollo di accoglienza, attività e progetti

sull’integrazione

Famiglia sottoscrivere il PEI e PDP e collaborare alla sua realizzazione mantenere i contatti con gli specialisti che seguono l’alunno e con i docenti di

classe per eventuali modifiche o integrazioni al PDP/PEI

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GRUPPI DI STUDIO E DI LAVORO HI gruppi di lavoro che si occupano dell’integrazione degli alunni con disabilità sono:

GLI (In sostituizione del GLHI). rilevazione di tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES) presenti nella

scuola; raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere

anche in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell’Amministrazione;

consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie e metodologie di gestione delle classi e confronto sui casi;

rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi

sulla base delle effettive esigenze; proposte di miglioramento del Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli

alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico.

Gruppo di Lavoro Operativo per alunni con disabilità (già GLHO)

stesura e verifica del PDF progettazione e verifica del PEI; individuazione e programmazione delle modalità operative, delle strategie, degli

interventi e degli strumenti necessari all’integrazione dell’alunno disabile.

GLH-OPERATIVO. (per ogni alunno con disabilità CM 258/83)Il gruppo di lavoro è composto, di norma, dal Dirigente, o dalla Funzione Strumentale, dagli insegnanti, dagli specialisti dell’Azienda Sanitaria Locale, dall'Assistente sociale, dall’educatore, ove presente e dai genitori dell'alunno.I soggetti coinvolti contribuiscono in base alle proprie competenze e conoscenze all’elaborazione e definizione del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo Individualizzato.La Funzione Strumentale:-contatta gli operatori di riferimento, i colleghi di team, la famiglia;-comunica nominativi, modalità e date al DS;-coordina l'organizzazione degli incontri.Gli incontri con esperti e famiglie sono documentati, tramite verbali, redatti dall’insegnante di sostegno e raccolti nel Fascicolo Personale e nel Registro Personale dell’alunno/a.

GLH-TECNICO (non previsto dalla legge)È un Gruppo di lavoro “Tecnico” (Commissione H) formato dal Dirigente Scolastico o dalla Funzione Strumentale, con delega da parte del Dirigente Scolastico, dagli insegnanti di sostegno, dai docenti di classe, dalle educatrici e da eventualispecialisti.Tale gruppo, che dovrebbe essere previsto dal Piano dell’Offerta Formativa di ogniIstituto, si configura come sottogruppo del GLHI in quanto affronta problemi pedagogico-didattici che si possono verificare nella quotidianità e quindi snelliscono il carico di lavoro del GLHI.

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VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’DPR n. 122 del 22 giugno 2009; art.9

1. La valutazione degli alunni con disabilità certificata nelle forme e con le modalità previste dalle disposizioni in vigore è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del piano educativo individualizzato previsto dall’articolo 314, comma 4, del Testo unico di cui al decreto legislativo numero 297 del 1994, ed è espressa con voto in decimi secondo le modalità e condizioni indicati nei precedenti articoli.

2. Per l’esame conclusivo del primo ciclo sono predisposte, utilizzando le risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, prove di esame differenziate, comprensive della prova a carattere nazionale di cui all’articolo 11, comma 4-ter, del decreto legislativo n.59 del 2004 e successive modificazioni, corrispondenti agli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il progresso dell’alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove sono adattate, ove necessario in relazione al piano educativo individualizzato a cura dei docenti componenti la commissione. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma di licenza.

3. Le prove dell’esame conclusivo del primo ciclo sono sostenute anche con l’uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico loro necessario, previsti dall’art. 315, comma 1, lettera b) del Testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994. Sui diplomi di licenza è riportato il voto finale in decimi, senza menzione delle modalità di svolgimento e di differenziazione delle prove.

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QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTOAlunni con disabilità

C.M. 22.09.1983 N. 258 C.M. 3.9.1985 N. 250 C.M. 4.1.1988 N. 1 C.M. 22.9.1988 N. 262 L. 5.2.1992 N. 104 D.M. 9.7.1992 C.M. 14.10.1992, n. 291

Gite e viaggi di istruzione . Visite guidate e viaggi d'istruzione o connessi ad attività sportive art. 8.2 D.P.R. 24.2.1994 D.lgs 16.04.94, n.297

Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado.CAPO IV - ALUNNI IN PARTICOLARI CONDIZIONI

art. 314: Diritto all'integrazione e all'istruzione

art. 315: Integrazione scolastica [l'art. 315, comma 3, è abrogato dall'art. 40 della legge 449/97]

art. 316: Modalità di attuazione dell'integrazione scolastica

art. 320: Interventi a favore di alunni portatori di handicap nella scuola elementare

art. 321: Programmazione educativa nella scuola media

O.M. 9.3.1995 N. 80 Legge 18.12.1997, n. 440

"Istituzione del Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi" O.M. 21.4.1997 N. 26 Legge 21.05.98, n.162

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave".

D.M. 6.6.1999 N. 141 L. 22.3.2000 N. 69 O.M. 24.4.2000 N. 126 C.M. 11.7.2000 prot. N.577/D C.M. 20.10.2000 N. 235 C.M. 30.10.2000 N. 245 L. 8.11.2000 n. 328 O.M. 21.5.2001 N. 90 Sentenza Corte Costituzionale n. 226 del 4.7.2001 C.M. 20.7.2001 N. 125 L. 20.8.2001 N. 333 C.M. 13.9.2001 N. 139 C.M. 4.10.2001 N. 146 CIRC. AIPA 6.9.2001 N. 32 Intesa 8.11.2001 C.M. 9.11.2001 N.prot. 1370 Lettera CIRC. 12.11.2001 N.prot. 704 Nota Min.30.11.2001 n.prot. 3390 C.M. 30.4.2002 n. prot. 186 C.M. 17.7.2002 n. 81

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Legge 27.12.2002 n. 289 art. 35 comma 7 Nota Ministeriale 14.12.2007, n. 6532/P4

Integrazione scolastica degli alunni con disabilità - Legge 440/97. Piano di riparto fondi per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi. - E. F. 2007

Circolare 7 del 4/11/2013 Conferenze di Servizio sulla Inclusione scolastica degli alunni con disabilità nelle

Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado del Lazio. Circolare Ministeriale 22/11/2013 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali A.S.

2013/2014.

CODIFICA DELLE DIAGNOSI CLINICHE

DISTURBI NEUROLOGICI

1.10 Esito paralisi cerebrale infantile1.11 Emiplegia1.12 Diplegia1.13 Tetraplegia1.14 Sindrome distonico/atetosica1.15 Atassia1.20 Malattia neuro muscolare1.21 Distrofia1.22 Altre malattie muscolari1.30 Altri disturbi neurologici

DISTURBI SENSORIALI

2.10 Ipoacusia2.11 trasmissiva di grado medio2.12 trasmissiva di grado grave o profondo2.13 neurosensoriale di grado medio2.14 neurosensoriale di grado grave o profondo2.20 Deficit visivo2.21 di grado medio2.22 di grado grave

DISTURBI SETTORIALI DELLO SVILUPPO

3.10 Disturbo specifico del linguaggio3.20 Disturbi dell’attenzione3.21 disturbo dell’attenzione senza iperattività3.22 disturbo dell’attenzione con iperattività3.30 Disprassia3.40 Disturbo specifico di apprendimento3.41 delle lettura e/o della scrittura3.42 del calcolo3.43 misto

DISTURBI GLOBALI DELLO SVILUPPO

4.10 Ritardo mentale4.11 di grado lieve

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4.12 di grado medio4.13 di grado grave4.20 Ritardo psicomotorio (solo entro i sei anni)4.30 Bordeline cognitivo4.40 Disturbo generalizzato dello sviluppo4.41 non altrimenti specificato (NAS)4.42 di tipo autistico

DISTURBI DELLO SVlLUPPO AFFETTIVO-RELAZIONALE

5.10 Disturbo della condotta5.20 Disturbo della sfera emozionale5.21 di tipo depressivo5.22 di tipo ansioso5.23 di tipo fobico/ossessivo5.30 Disturbo di personalità5.31 Disturbo bordeline di personalità5.32 Disturbo psicotico

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ALUNNI CON DSAFasi di attuazione del Protocollo

Legge 170/2010 Iscrizione Acquisizione della segnalazione specialistica Comunicazioni Stesura e sottoscrizione del PDP Valutazione intermedia e finale Procedura da seguire in caso di sospetto di difficoltà riferibile a DSA Indicazioni operative per l’espletamento delle prove degli esami di Stato

ISCRIZIONE

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Soggetti coinvolti

Entro il termine stabilitoda norme ministeriali (disolito entro gennaio-febbraio)

Insieme con l’alunno, puòvisitare la scuola ed avereun primo contattoconoscitivo.Procede successivamentecon l’iscrizione dell’alunnocompilando l’appositomodulo disponibile insegreteria. La famiglia deve,entro breve tempo, far pervenire la certificazione attestante la diagnosi del medico specialista.

La scuola acquisisce:-Diagnosi del medicospecialistaApertura di un fascicolopersonale da parte dellasegreteria.

Dirigente ScolasticoReferente D.S.A.- Funzione StrumentaleCoordinatore di classeFamigliaSegreteria didattica

ACQUISIZIONE DELLA SEGNALAZIONE SPECIALISTICA

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Soggetti coinvolti

Al momentodell’iscrizione ocomunque entro il mesedi novembre o almassimo all’inizio delSecondo quadrimestre (febbraio-marzo)

La famiglia presenta lacertificazione specialisticaentro il mese di novembrePresenta il modulo per larichiesta del PianoDidattico Personalizzato.

La famiglia presenta lacertificazione oltre iltempo previsto.

Stesura del Piano Didattico Personalizzato, integrazione alla programmazione dellaclasse e del singolo docente.

Le diagnosi presentate oltre la scadenza verranno regolarmente protocollate e ne verrà informato tramite referente DSA, il coordinatore del c.d.c. ela formulazione del P.D.P. sarà effettuata quanto prima .

Dirigente ScolasticoFunzione strumentale- Referente D.S.ACoordinatore di classeFamigliaSegreteria didattica

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COMUNICAZIONI

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Soggetti coinvolti

Al momento dell’iscrizioneo comunque entro il mesedi novembre o almassimo all’inizio delsecondo quadrimestre

Si mette a disposizionedel referente D.S.A. pereventuali chiarimenti e/ointegrazioni.

L’assistente amministrativo,acquisita la diagnosi di D.S.A. al momento della normale iscrizione o in corso d’anno, ne darà comunicazione alDirigente Scolastico, alcoordinatore di classe e alreferente D.S.A - Funzione strumentale, il quale avrà cura di controllare che essarispetti quanto sancito dalla legge 8/10/2010, art. 3 e dalle circolari del MIUR (03/02/11, 04/04/11, 26/05/11). In caso contrario contatterà la famiglia per chiarimenti e/o integrazioni.

Dirigente ScolasticoFunzione strumentale-Referente D.S.ACoordinatore di classeFamigliaSegreteria didattica

STESURA E SOTTOSCRIZIONE DEL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Soggetti coinvolti

Inizio anno scolastico Il referente D.S.A. , ilcoordinatore di classe e il docente tutorinformano il Consiglio diclasse,di sezione e del team sull’argomento:-fornendo adeguateinformazioni sui DisturbiSpecifici di Apprendimentoe/o la patologia specifica;-fornendo riferimenti perreperire materiale didattico formativo adeguato;-presentando le eventualistrategie didattichealternative (tra cui letecnologie informatiche)compensative.

Referente D.S.A. - Funzione StrumentaleCoordinatore di classeDocente tutorConsiglio di classe, disezione e del team

Ottobre Il coordinatore e/o tutor e il referente DSA, in occasione del primo c.d.c. , sezione e del team presenta il caso, raccoglie osservazioni di

Coordinatore di classeDocente tutorReferente D.S.A.C.d.c.Docenti

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tutti i componenti al fine di stilare il PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO (P.D.P.)

Novembre In sede del c.d.c., di team e di sezione verrà approvato il P.D.P. e costituirà un allegato riservato dellaprogrammazione e delfascicolo personale dell’alunno.Ogni singolo docente stilerà, il P.D.P. relativo alla propria disciplina, nel quale avrà cura di specificare eventuali approfondimenti e/o integrazioni in merito a obiettivi, misure dispensative e strumenti compensativi e loallegherà al proprio piano di lavoro presentato per l’intera classe.

Docente tutor Referente D.S.A. C.d.c. Docenti

Subito dopol’approvazione del P.D.P dinovembre

Visione e accettazione delP.D.P.Sottoscrizione del P.D.P.

Il P.D.P. una volta redatto, va presentato alla famiglia (e all’alunno, semaggiorenne) per lacondivisione e accettazione. In tale sede potranno essereapportate eventuali ultime modifiche e dopo sarà sottoscritto dalla famiglia (e dell’alunno, se maggiorenne). Il docente tutor, in collaborazione con il coordinatore e/o referente DSA lo farà poi controfirmare da tutti i componenti e dalDirigente Scolastico,rendendolo così esecutivo.Nel caso di acquisizione della diagnosi ad anno scolastico avviato (entro novembre) il coordinatore e/o referente DSA convocherà un c.d.c. , disezione o del teamstraordinario e seguirà laprocedura sopra illustrata.

Docente tutor Referente D.S.A.Famiglia, Segreteria didatticaAlunno se maggiorenne (Scuola secondaria di II grado).

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VALUTAZIONE INTERMEDIA E FINALE

Tempi Attività della famiglia Attività della scuola Soggetti coinvolti

Fine primo e secondoQuadrimestre

Nel corso dell’intero annoscolastico

Verifica dei risultati ottenuti.

La scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recuperodidattico mirato, presentanopersistenti difficoltà.In particolarealla pagella del primoquadrimestre, e del secondo quadrimestre verranno allegate comunicazioni cheevidenzino le eventuali“difficoltà persistenti”.

Coordinatore,docenti,referente DSA.

PROCEDURA DA SEGUIRE IN CASO DI SOSPETTO DI DIFFICOLTA’ RIFERIBILEA DSATempi Attività della famiglia Attività della scuola Soggetti coinvolti

Durante l’anno scolastico Su invito o indicazione delcoordinatore di classe odel referente DSA, sirecherà presso gli entipreposti per unaeventuale diagnosi deldisturbo rilevato.

Nel caso in cui un docenteabbia il dubbio che un suoalunno possa essere affetto da DSA, segnala il caso alcoordinatore di classe oreferente DSA il quale convocherà i genitori.

Coordinatore di classe,Referente DSA, docenti,famiglia

INDICAZIONI OPERATIVE PER L’ESPLETAMENTO DELLE PROVEDEGLI ESAMI DI STATOTempi Attività della famiglia Attività della scuola Soggetti coinvolti

Maggio Nel documento del Consiglio diClasse di maggio il coordinatore si farà carico di controllare che ogni singolo docente abbia specificato:-tutte le informazioni sugli strumenti compensativi e dispensativi, con riferimento alle verifiche, ai tempi e al sistema valutativo utilizzatiin corso d’anno;-le modalità, i tempi e i sistemi valutativi per le prove d’esame;-le simulazioni delle prove d’esame. La Commissione d’esame, per le prove scritte d’esame, prenderà in considerazione:

Componenti c.d.c.,coordinatore diclasse, docente tutor, componentidella commissioned’esame.

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Giugno

-tempi più lunghi;-utilizzo di strumenti informatici, se utilizzati in corso d’anno;-possibilità di avvalersi di un insegnante membro della commissione per la letturadei testi delle prove scritte.

DOCUMENTAZIONE NECESSARIAAlunni con Disturbo Specifico di Apprendimento

Legge 170/2010

DIAGNOSI SPECIALISTICA La diagnosi dei DSA è effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile effettuare la diagnosi nell'ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario nazionale possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate.“Per gli studenti che, nonostante adeguate attività di recupero didattico mirato, presentano persistenti difficoltà, la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia.E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA”.La scuola attiverà il Protocollo previsto per gli alunni con disturbi specifici di apprendimento ogni qualvolta entrerà in possesso della suddetta diagnosi.

OSSERVAZIONE I Disturbi Specifici di Apprendimento hanno una componente evolutiva che comporta la loro manifestazione come ritardo e/o atipia del processo di sviluppo, definito sulla base dell’età anagrafica e della media degli alunni o degli studenti presenti nella classe.Alcune ricerche hanno inoltre evidenziato che ai DSA si accompagnano stili di apprendimento e altre caratteristiche cognitive specifiche, che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace.Ciò assegna alla capacità di osservazione degli insegnanti un ruolo fondamentale, non solo nei primi segmenti dell’istruzione - scuola dell’infanzia e scuola primaria - per il riconoscimento di un potenziale disturbo specifico dell’apprendimento, ma anche in tutto il percorso scolastico, per individuare quelle caratteristiche cognitive su cui puntare per il raggiungimento del successo formativo.

Osservazione delle prestazioni atipiche Per individuare un alunno con un potenziale Disturbo Specifico di Apprendimento, non necessariamente si deve ricorrere a strumenti appositi, ma può bastare, almeno in una prima fase, far riferimento all’osservazione delle prestazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati dal disturbo: lettura, scrittura, calcolo.

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Ad esempio, per ciò che riguarda la scrittura, è possibile osservare la presenza di errori ricorrenti, che possono apparire comuni ed essere frequenti in una fase di apprendimento o in una classe precedente, ma che si presentano a lungo ed in modo non occasionale. Nei ragazzi più grandi è possibile notare l’estrema difficoltà a controllare le regole ortografiche o la punteggiatura.Per quanto concerne la lettura, possono essere indicativi il permanere di una lettura sillabica ben oltre la metà della prima classe primaria; la tendenza a leggere la stessa parola in modi diversi nel medesimo brano; il perdere frequentemente il segno o la riga. Quando un docente osserva tali caratteristiche nelle prestazioni scolastiche di un alunno, predispone specifiche attività di recupero e potenziamento. Se, anche a seguito di tali interventi, l’atipia permane, sarà necessario comunicare alla famiglia quanto riscontrato, consigliandola di ricorrere ad uno specialista per accertare la presenza o meno di un disturbo specifico di apprendimento. È bene precisare che le ricerche in tale ambito rilevano che circa il 20% degli alunni (soprattutto nel primo biennio della scuola primaria), manifestano difficoltà nelle abilità di base coinvolte dai Disturbi Specifici di Apprendimento. Di questo 20%, tuttavia, solo il tre o quattro per cento presenteranno un DSA. Ciò vuol dire che una prestazione atipica solo in alcuni casi implica un disturbo.

Osservazione degli stili di apprendimentoGli individui apprendono in maniera diversa uno dall’altro secondo le modalità e le strategie con cui ciascuno elabora le informazioni. Un insegnamento che tenga conto dello stile di apprendimento dello studente facilita il raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici. Ciò è significativo per l’argomento in questione, in quanto se la costruzione dell’attività didattica, sulla base di un determinato stile di apprendimento, favorisce in generale tutti gli alunni, nel caso invece di un alunno con DSA, fare riferimento nella prassi formativa agli stili di apprendimento e alle diverse strategie che lo caratterizzano, diventa un elemento essenziale per il suo successo scolastico.

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Il PDP del consiglio di classe, di interclasse, del team e del singolo docente verrà stilato seguendo i modelli predisposti e reperibili sul sito dell’Istituto. Esso deve contenere e sviluppare i seguenti punti:1. dati relativi all’alunno;2. descrizione del funzionamento delle abilità strumentali;3. caratteristiche comportamentali;4. modalità del processo di apprendimento;5. misure dispensative;6. strumenti compensativi;7. modalità di verifica e criteri di valutazione;8. accordi con la famiglia/studente;9. firme delle parti interessate (Dirigente Scolastico, coordinatore di classe,docenti, genitori.

STRUMENTI COMPENSATIVI Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.Fra i più noti indichiamo:•la sintesi vocale, trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;•il registratore, consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;•i programmi di video scrittura con correttore ortografico, permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;•la calcolatrice, facilita le operazioni di calcolo;

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•strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.

Tali strumenti sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo. L’utilizzo di tali strumenti non è immediato e i docenti, anche sulla base delle indicazioni del referente di Istituto, avranno cura di sostenerne l’uso da parte di alunni e studenti con DSA.

MISURE DISPENSATIVE Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.

SEZIONE 11. Usare un registratore.Molti problemi con i materiali scolastici sono collegati alla difficoltà nella lettura. Il registratore è considerato un eccellente aiuto per superare questo problema.Consegne, storie e specifiche lezioni possono essere registrate in modo che lo studente possa riascoltare la cassetta per chiarirsi, capire la consegna o il concetto. Inoltre, per migliorare le capacità di lettura, lo studente può leggere le parole stampate, in silenzio, mentre esse sono presentate dal registratore.2. Chiarire o semplificare le consegne scritte.L’insegnante può aiutare sottolineando o evidenziando le parti significative della consegna.3. Presentare una piccola quantità di lavoro.L’insegnante può selezionare alcune pagine e materiali dall’eserciziario per ridurre la quantità di lavoro da presentare agli studenti, soprattutto quando le attività appaiono essere ridondanti. Ad esempio: l’insegnante può richiedere di completare solo i problemi con il numero dispari o gli item con un asterisco apposto da essi stessi. Può inoltre risolvere alcuni item e chiedere agli studenti di completare il resto. Inoltre, l’insegnante può dividere il foglio di lavoro in sezioni e richiedere allo studente il completamento di una specifica parte.4. Bloccare gli stimoli estranei.Se lo studente è facilmente distraibile dagli stimoli visivi, può essere usato un foglio bianco di carta per coprire la sezione su cui il soggetto non sta lavorando.5. Evidenziare le informazioni essenziali.L’insegnante può sottolineare le informazioni essenziali con un evidenziatore.6. Prevedere attività pratiche addizionali.Per far acquisire, agli studenti con difficoltà di apprendimento, padronanza nelle abilità selezionate, gli insegnanti devono essi stessi completare i materiali con attività pratiche che includano giochi educativi, attività di insegnamento tra pari, uso di materiali che si auto-correggono, programmi, software per il computer e fogli di lavoro addizionali.7. Fornire un glossario per aree di contenuto.Gli studenti, spesso, traggono beneficio da un glossario dei termini con le relative spiegazioni di significato.8. Sviluppare una guida per la lettura.Una guida aiuta il lettore a capire le idee rilevanti e a selezionare i numerosi dettagli collegati alle idee principali. Essa può essere sviluppata paragrafo per paragrafo, pagina per pagina o sezione per sezione.

SEZIONE 2Alcuni adattamenti che rinforzano con successo le attività educative interattivesono i seguenti:

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1. Ripetizione della consegna.Gli studenti che hanno difficoltà nel seguire le consegne possono essere aiutati richiedendo di ripetere la consegna a parole loro:(a) se essa richiede molte fasi, spezzala in piccole sequenze;(b) semplifica la consegna, presentando solo una sequenza per volta;(c) quando viene utilizzata una consegna scritta, assicurarsi che gli studenti siano in grado di leggerla e di comprendere le parole, compreso il significato di ogni frase. (semplificazione consegna e ripetizione: vedi sez. 1 - punto 2)2. Mantenimento delle routine giornaliere.Molti studenti con disturbo dell’apprendimento hanno bisogno di routine giornaliere per conoscere e fare ciò che ci si aspetta essi facciano.3. Consegna di una copia degli appunti della lezione.L’insegnante può dare una copia degli appunti delle lezioni agli studenti che hanno difficoltà nel prenderli durante la presentazione.4. Dare agli studenti un organizzatore grafico.Uno schema, una tabella o un reticolato bianco può essere dato allo studente che lo riempirà durante la presentazione. Questo aiuta lo studente a focalizzare la propria attenzione sulle informazioni-chiave e a vedere la relazione tra concetti e informazioni collegate.5. Uso di istruzioni in varie fasi.Informazioni nuove o particolarmente difficili possono essere presentate in piccole fasi sequenziali (sez.2 - punto 1).6. Combinazione simultanea di informazioni verbali e visive.Le informazioni verbali possono essere date con dimostrazioni visive (es: opuscoli, volantini, lavagna luminosa ecc..)7. Scrittura dei punti-chiave o delle parole alla lavagna.Prima di una presentazione l’insegnante può scrivere un piccolo glossario con i termini nuovi sulla lavagna.8. Uso di presentazioni ed attività bilanciate.Equilibrio tra le presentazioni orali, quelle visive e le attività partecipative; inoltre tra le attività in grandi e piccoli gruppi ed individuali.9. Uso dell’insegnamento mnemonico.Dispositivi mnemonici possono essere usati per aiutare gli studenti a ricordare le informazioni chiave o le fasi in una strategia d’apprendimento.

10. Enfasi sul ripasso giornaliero.Il ripasso giornaliero dei precedenti apprendimenti e delle lezioni aiuta gli studenti a collegare le nuove informazioni con quelle precedenti.11. Evitare sempre di usare il corsivo, di far leggere a voce alta, di scrivere sotto dettatura, di ricopiare testi o espressioni matematiche.12. Modificare le prove d’ascolto delle lingue straniere ed utilizzare domande a scelta multipla per le verifiche.

SEZIONE 3

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L’accoglienza coinvolge la performance dello studente. I seguenti adattamenti coinvolgono le diverse modalità di ricezione ed espressione che possono essere usate per rafforzare la performance degli studenti.1. Cambiare la modalità di risposta.Per gli studenti che hanno difficoltà nella risposta motoria fine, come ad esempio nella grafia, la modalità di risposta può essere cambiata attraverso il sottolineare, lo scegliere tra risposte multiple, il selezionare e il marcare la risposta corretta.2. Consegnare uno schema della lezione.Uno schema può aiutare alcuni studenti a seguire la lezione con successo, a prendere appunti appropriati, a fare domande pertinenti e al giusto momento (sez. 2 - punto 4).3. Incoraggiare l’uso degli organizzatori grafici.Per sviluppare un organizzatore grafico gli studenti possono usare i seguenti step: (a) fare una lista degli argomenti sulla prima linea;(b)collezionare e dividere le informazioni sotto ogni titolo e farne una lista;(c) organizzare tutte le informazioni sotto delle aree e sottotitolarle;(d) inserire queste informazioni nell’organizzatore grafico (sez. 2 - punto 5).4. Posizionare lo studente vicino all’insegnante.Gli studenti con disturbo dell’attenzione possono essere messi vicino all’insegnante, alla lavagna, all’area di lavoro, lontano da suoni, materiali o oggetti che distraggono.5. Incoraggiare l’uso di calendari per le valutazioni.Gli studenti possono usare calendari per registrare le date delle valutazioni, liste di attività collegate alla scuola, registrare le date dei test e gli orari per le attività scolastiche.6. Ridurre l’atto del copiare dando informazioni ed attività in opuscoli o fogli di lavoro.7. Far girare i fogli a righe per la matematica.I fogli a righe possono essere girati verticalmente per aiutare gli studenti a mettere i numeri nelle colonne appropriate mentre risolvono problemi matematici.8. Usare suggerimenti per denotare gli item più importanti. Asterischi o puntini possono denotare problemi o attività che contano di più nella valutazione perché lo studente possa organizzare bene il tempo durante le prove di valutazione.9. Creare fogli di lavoro gerarchici.L’insegnante può costruire fogli di lavoro con problemi ordinati in senso gerarchico dal più facile al più difficile. Il successo immediato aiuta lo studente ad iniziare il lavoro.10. Permettere l’uso di ausili didattici.Agli studenti possono essere date strisce di lettere o numeri per aiutarli a scrivere correttamente. Linee di numeri, tavole pitagoriche, calcolatori e calcolatrici aiutano gli studenti nel conteggio una volta che hanno capito e scelto l’operazione matematica.11. Usare l’apprendimento mediato dai pari.Soggetti di diversi livelli di abilità possono leggere ad alta voce l’uno all’altro, scrivere storie o condurre esperimenti di laboratorio.Inoltre un compagno può leggere un problema matematico ad un soggetto con disturbo di apprendimento che cerca di risolverlo.12. Incoraggiare la condivisione degli appunti.Lo studente può prendere appunti e poi condividerli con gli assenti o con soggetti con disturbo dell’apprendimento. Questo aiuta gli studenti che hanno difficoltà nel prendere appunti a concentrarsi sulla presentazione della lezione.13. Usare in modo flessibile il tempo di lavoro scolastico.

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Agli studenti che lavorano in modo lento può essere dato un po’ di tempo in più per completare le attività scritte oggetto di valutazione.14. Prevedere una pratica addizionale.Gli studenti hanno bisogno di una differente quantità di pratica per acquisire padronanza di abilità o contenuti. Molti studenti con disturbi dell’apprendimento hanno bisogno di attività pratiche aggiuntive per imparare in modo fluente.15. Cambiare o adattare le modalità valutative.Agli studenti può essere permesso di completare un progetto invece di una interrogazione orale e viceversa. Se uno studente ha problemi di scrittura l’insegnante può permettergli di sottolineare la risposta giusta e dare una motivazione orale ad essa piuttosto che scriverla su di un foglio.

ALUNNI CON D.S.A.(LEGGE 170-2010)

SCHEMA RIASSUNTIVO

SOGGETTI COINVOLTI NEL PROGETTO D’INCLUSIONEAlunni con DSA

Personale Ruoli e compiti

Uffici scolastici regionali Predisposizione di protocolli deontologici regionali per condividere le procedure e i comportamenti da assumere nei confronti degli alunni con DSA (dalle strategie per individuare precocemente i segnali di rischio alle modalità di accoglienza, alla predisposizione dei Piani didattici personalizzati, al contratto formativo con la famiglia);· costituzione di gruppi di coordinamento costituiti dai referenti provinciali per l’implementazione delle linee di indirizzo emanate a livello regionale;· stipula di accordi (convenzioni, protocolli, intese) con le associazioni maggiormente rappresentative ;· organizzazione di attività di formazione diversificate, in base alle specifiche situazioni di contesto e adeguate alle esperienze, competenze, pratiche pregresse presenti in ogni realtà, in modo da far coincidere la risposta formativa all’effettiva domanda di supporto e conoscenza;· potenziamento dei Centri Territoriali di Supporto per tecnologie e disabilità (CTS) soprattutto incrementando le risorse (sussidi e strumenti tecnologici specifici per i DSA) e pubblicizzando ulteriormente la loro funzione di punti dimostrativi.

Dirigente scolastico · garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le realtà territoriali;· stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le indicazioni condivise con Organi collegiali e famiglie, e precisamente:- attiva interventi preventivi;- trasmette alla famiglia apposita comunicazione;- riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo riservato e la condivide con la Funzione Strumentale e il gruppo docente;· promuove attività di formazione/aggiornamento per ilconseguimento di competenze specifiche diffuse;· promuove e valorizza progetti mirati, con relativi screening per la diagnosi precoce del Disturbo, individuando e rimuovendo ostacoli, nonché assicurando il

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coordinamento delle azioni (tempi, modalità, finanziamenti);· definisce, su proposta del Collegio dei Docenti, le idonee modalità di documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati di alunni e studenti con DSA e ne coordina l’elaborazione e le modalità di revisione, anche – se necessario – facendo riferimento ai già richiamati modelli esemplificativi pubblicati sul sitodel MIUR (www.istruzione.it/web/istruzione/dsa);· gestisce le risorse umane e strumentali;· promuove l’intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie di alunni e studenti con DSA, favorendone le condizioni e prevedendo idonee modalità di riconoscimento dell’impegno dei docenti, comespecificato di seguito specificato; attiva il monitoraggio relativo a tutte le azioni messe in atto, al fine di favorire la riproduzione di buone pratiche e procedure od apportare eventuali modifiche.Per la realizzazione degli obiettivi previsti e programmati, il Dirigente scolastico potrà avvalersi della collaborazione di un docente (referente o funzione strumentale) con compiti di informazione, consulenza e coordinamento.I Dirigenti scolastici potranno farsi promotori di iniziative rivolte alle famiglie di alunni e studenti con DSA, promuovendo e organizzando, presso le istituzioni scolastiche seminari e brevi corsi informativi.

Il referente DSA o Funzionestrumentale

Le funzioni del “referente” sono, in sintesi, riferibili all’ambito dell’organizzazione, sensibilizzazione ed approfondimento delle tematiche, nonché delsupporto ai colleghi direttamente coinvolti nell’applicazione didattica delle proposte metodologiche.Il referente che avrà acquisito una formazione adeguata e specifica sulle tematiche, a seguito di corsi formalizzati o in base a percorsi di formazione personali e/o alla propria pratica esperienziale/didattica, diventa punto di riferimento all’interno della scuola ed, in particolare,assume, nei confronti del Collegio dei docenti, le seguenti funzioni:

A. Cura la documentazione inserita nel Protocollo riservato;B. fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti;

- fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di realizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato; - collabora, ove richiesto, alla elaborazione di strategie volte al superamento dei problemi nella classe con alunni con DSA;- offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione;- cura la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno dell’Istituto;- diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento;- fornisce informazioni riguardo alle Associazioni/Enti/Istituzioni/Università ai quali poterfare riferimento per le tematiche in oggetto;

C. fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on line per la condivisione di buone pratiche in tema di DSA;

D. funge da mediatore tra colleghi, famiglie, studenti (se maggiorenni), operatori dei servizi sanitari, agenzie formative accreditate nel territorio;

E. informa eventuali supplenti in servizio nelle classi con alunni con DSA.Il Referente d’Istituto avrà in ogni caso cura di promuovere lo sviluppo delle competenze dei colleghi docenti, ponendo altresì attenzione a che non si determini alcun meccanismo di “delega” né alcuna forma di deresponsabilizzazione, ma operando per sostenere la “presa in carico”

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dell’alunno e dello studente con DSA da parte dell’insegnante di classe.I Docenti La eventuale presenza all’interno dell’Istituto scolastico di un docente esperto,

con compiti di referente, non deve sollevare il Collegio dei docenti ed i Consigli di classe interessati dall’impegno educativo di condividere le scelte.Risulta, infatti, indispensabile che sia l’intera comunità educante a possedere gli strumenti di conoscenza e competenza, affinché tutti siano corresponsabili del progetto formativo elaborato e realizzato per gli alunni con DSA.In particolare, ogni docente, per sé e collegialmente:· durante le prime fasi degli apprendimenti scolastici cura con attenzione l’acquisizione dei prerequisiti fondamentali e la stabilizzazione delle prime abilità relative alla scrittura, alla lettura e al calcolo, ponendo contestualmente attenzione ai segnali di rischio in un’ottica di prevenzione ed ai fini di una segnalazione;· mette in atto strategie di recupero;· segnala alla famiglia la persistenza delle difficoltà nonostante gli interventi di recupero posti in essere;· prende visione, dopo richiesta al Referente e al Dirigente, della certificazione diagnostica rilasciata dagli organismi preposti;· procede, in collaborazione dei colleghi della classe, alladocumentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati previsti;· attua strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto compensativo;· adotta misure dispensative;· attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti;· realizza incontri di continuità con i colleghi del precedente e successivo ordine o grado di scuola al fine di condividere i percorsi educativi e didattici effettuati dagli alunni, in particolare quelli con DSA, e per non disperdere il lavoro svolto.

La famiglia La famiglia che si avvede per prima delle difficoltà del proprio figlio o della propria figlia, ne informa la scuola, sollecitandola ad un periodo di osservazione.Essa è altrimenti, in ogni caso, informata dalla scuola delle persistenti difficoltà del proprio figlio o figlia.La famiglia:· provvede, di propria iniziativa o su segnalazione del pediatra – di libera scelta o della scuola - a far valutare l’alunno o lo studente secondo le modalità previste dalla Legge 170/2010;· consegna alla scuola la diagnosi di cui all’art. 3 della Legge 170/2010;· condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe - nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso - ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie dispensative ritenute idonee,previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili;· sostiene la motivazione e l’impegno dell’alunno o studente nel lavoro scolastico e domestico;· verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati;· verifica che vengano portati a scuola i materiali richiesti;· incoraggia l’acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nella gestione dei tempi di studio, dell’impegno scolastico e delle relazioni con i docenti;· considera non soltanto il significato valutativo, ma anche formativo delle singole discipline.

Gli studenti Gli studenti con le necessarie differenziazioni in relazione all’età, sono i primi protagonisti di tutte le azioni che devono essere messe in campo qualora si presenti una situazione di DSA.

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Essi, pertanto, hanno diritto:· ad una chiara informazione riguardo alla diversa modalità di apprendimento ed alle strategie che possano aiutarli ad ottenere il massimo dalle loro potenzialità;· a ricevere una didattica individualizzata/personalizzata, nonché all’adozione di adeguati strumenti compensativi e misure dispensative.Hanno il dovere di porre adeguato impegno nel lavoro scolastico.Ove l’età e la maturità lo consentano, suggeriscono ai docenti le strategie di apprendimento che hanno maturato autonomamente.

VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DSA

La valutazione scolastica, periodica e finale, degli alunni con DSA deve essere coerente con gli interventi pedagogico-didattici programmati nel singoli P.D.P. La scuola adotterà modalità valutative che consentiranno all’alunno con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare - relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria.Le Commissioni degli esami di Stato terranno in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. Sulla base del disturbo specifico, anche in sede di esami di Stato, potranno essere riservati ai candidati tempi più lunghi di quelli ordinari. Le medesime Commissioni assicureranno, altresì, l’utilizzazione di idonei strumenti compensativi e adotteranno criteri valutativi attenti soprattutto ai contenuti piuttosto che alla forma, sia nelle prove scritte, anche con riferimento alle prove nazionali INVALSI previste per gli esami di Stato, sia in fase di colloquio.La scuola attuerà ogni strategia didattica per consentire ad alunni e studenti con DSA l’apprendimento delle lingue straniere. A tal fine valorizzerà la modalità attraverso cui l’alunno meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l’espressione orale, nonché ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune. Le prove scritte di lingua straniera saranno progettate, presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà connesse ai DSA.Si potrà dispensare gli alunni dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di seguito elencate:- certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di dispensa dalle prove scritte;- richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia o dall’allievo se maggiorenne;- approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma temporanea o permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze degli interventi di natura pedagogico-didattica, con particolare attenzione ai percorsi di studio in cui l’insegnamento della lingua straniera risulti caratterizzante (liceo linguistico, istituto tecnico per il turismo, ecc.).In sede di esami di Stato, modalità e contenuti delle prove orali – sostitutive delle prove scritte – saranno stabiliti dalle Commissioni, sulla base della documentazione fornita dai consigli di classe.

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I candidati con DSA che superano l’esame di Stato conseguono il titolo valido per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado.Solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in presenza di altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, l’alunno – su richiesta delle famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe – sarà esonerato dall’insegnamento delle lingue straniere e seguirà un percorso didattico differenziato. In sede di esami di Stato, i candidati con DSA che hanno seguito un percorso didattico differenziato e sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano, possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto, finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del D.P.R.n.323/1998.

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QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTOAlunni con DSA

Normativa di riferimento generaleLegge 517/77 art.2 e 7: integrazione scolastica, individualizzazione degliinterventiLegge 59/97 : autonomia scolasticaDPR 275/99 art.4: autonomia didatticaLegge 59/03: personalizzazione del percorso scolastico

Normativa di riferimento specificaNota MIUR del 5.10.04: iniziative relative alla dislessia strumenti compensativi edispensativiNota MIUR del 5.01.2005: iniziative relative alla dislessia, utilizzo degli strumenti dispensativi e compensativi anche in presenza di diagnosiNota MIUR del 1.03.2005: esami di Stato 2004/2005Nota MIUR del 27.07.05: integrazione scolasticaC.M. 10.05.2007: disturbi di apprendimento compensazione orale della lingua/enon maternaDPR n.122 del 22.05.09: Valutazione degli alunni con DSAL.R. del Veneto n.16 del 4.03.2010: Interventi a favore di persone con disturbidell’apprendimento scolasticoL. n.170 dell’8.10.2010: Nuove norme in materia di disturbi specifici diapprendimento in ambito scolasticoNota MIUR del 26.05.11: Diagnosi alunni con DSA precedente all’entrata invigore della L. n.170 dell’8.10.2010O.M. N.42 del 6 maggio 2011(art.12 comma 8):istruzioni e modalitàorganizzative per gli esami di statoCommissione: Protocollo di Accoglienza per l’integrazione degli alunni conBisogni Educativi Speciali

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