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Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici Misure di protezione collettive e individuali per i lavoratori nei siti contaminati Ing. Alessandro Ledda Rimini 10/11/2016

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Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Misure di protezione collettive e individuali per i lavoratori nei siti contaminati

Ing. Alessandro Ledda

Rimini 10/11/2016

Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

La salvaguardia dei lavoratori coinvolti nella bonifica di siti contaminati

3

L’obiettivo dello studio è di:1. guidare alla scelta della migliore misura di protezione,2. illustrare le caratteristiche di ogni misura di protezione,3. valutare tutti gli aspetti correlati.

Nello studio non sono stati forniti approfonditi dettagli ingegneristici, né protocolli di impiego, o

informazioni commerciali.

La bonifica dei siti contaminati

riguarda alcuni aspetti simili a quelli

del settore delle costruzioni e

dell’ingegneria civile e altri, anche

molto differenti, da questi.

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Priorità DPC rispetto a DPI

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L’adozione dei DPI è quindi subordinata:1.Alla preventiva valutazione dei rischi,2.All’adozione di misure di protezione collettiva,3.All’accertata impossibilità di adottare misure congrue.

L’Art. 15 sancisce il principio della priorità delle misure di protezionecollettiva rispetto alle misure di protezione individuale (ripreso Artt. 111e 75).

L’Art. 15 c. 1 lett. c) del D.Lgs. 81/2008, prevede “eliminazione deirischi in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnicoe, ove ciò non sia possibile, loro riduzione al minimo” (e Art. 18).

Misure di Protezione Collettiva

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Misure di protezione collettiva ATTIVE

6

I sistemi attivi sono generalmente I più impiegati per la loro maggioreefficienza e velocità nel rimuovere l’aria contaminata da vapor intrusion.

1. creare un gradiente di pressione negativa tra l’ambiente di lavoro e gli ambienticircostanti (con pressione minore);

2. portare in sovrappressione l’ambiente di lavoro e/o le zone subito adiacenti;

3. rimuovere o diluire i vapori pericolosi se sono entrati nell’ambiente di lavoro.

Gli ultimi due approcci richiedono un immissione di aria pulita maggiore rispettoall’aria contaminata in ingresso.

Contatto dermico Inalazione

Inalazione indoor

Misure di protezione

attive

Misure di protezione

passive

Inalazioneoutdoor

Misure di protezione

attive

Misure di protezione

passive

Ingestione

Nella maggior parte deicasi una misura diprotezione attiva indoorsi basa sui seguentiprincipi:

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Depressurizzazione del terreno o al di sotto del solaio(Sub Slab Depressurization)

7

∆ P < 0 ∆ P < 0 ∆ P < 0

Questi sistemi impiegano dei ventilatori che aspirano l’aria contaminata convogliandoladirettamente all’esterno, creando una depressione sotto l’edificio. La depressione fa sìche i composti volatili presenti nel suolo tendano a penetrare ulteriormente nelpozzetto o in prossimità del punto di aspirazione, piuttosto che all’interno dell’edificio.

Sub Slab Box

Aspirazione tramite Pozzetto

Vespaio ventilato Canalizzazioni di aspirazione

• Negli edifici senza il vespaio, questa tecnica è nota anche comedepressurizzazione attiva del terreno o Active Soil Depressurization (ASD).

• La bocchetta di espulsone dell’aria deve essere distante da finestre, porte,aperture e condotte di aspirazione dell’impianto di climatizzazione indoor.

• Questi sistemi sono impiegati anche in altri ambiti es. Radon.

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Depressurizzazione delle pareti o Block Wall Depressurization (BWD)

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Il Sistema crea una barriera formata da unavia preferenziale (in edifici con muratura aforati) per i contaminanti sfruttando la ∆P<0per proteggere l’ambiente indoor. Se usatonella ventilazione del vespaio è consideratouna variante della SSD.

Inversione della direzione del flusso d'aria - Sub Slab Pressurization(SSP)

Se i sistemi di depressurizzazione o di diluizione dell'ariadimostrano scarsa efficacia è possibile invertire il flusso d’ariadirigendolo verso il terreno, creando una zona di sovrappressioneinferiore che convoglia i vapori al perimetro dell’edificio

∆ P > 0

La SSP è utilizzata quando:• la permeabilità del suolo è eccessiva per avere sufficiente

depressione,• un’effettiva ventilazione sotto il vespaio non è attuabile.

Il sistema può essere combinato con la sovrappressione dei muriforati per aumentarne l’efficacia.

Se la superficie il basamento è a contatto con il suolo, e non è ben isolato, i normalisistemi di depressione potrebbero non isolare a sufficienza.

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Sistemi di ventilazione che producono sovrappressioni tra interno ed esterno

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I sistemi di ventilazione che producono sovrappressione tral’interno all’esterno dell’edificio sono alternativi alle tecniche disovra/de-pressione del terreno o delle zone adiacenti.

Questi possono sfruttare, negli edifici dotati di sistema diventilazione ad aria, il sistema di ventilazione/climatizzazionedell’edificio.

∆P > 0

Sistemi di diluizione dei contaminanti con aria

La diluizione dei contaminanti con aria si ottiene immettendoall'interno dell'ambiente di lavoro dell'aria esterna (filtrata) edestraendo una quantità leggermente inferiore (per avere unaleggera sovrappressione dell’ambiente) di aria contaminata.

Sistemi purificazione dell’ariaI sistemi di purificazione o adsorbimento dell’aria, ausiliari adaltre soluzioni, consistono nel trattamento dell’aria del luogo dilavoro con filtrazione meccanica o per adsorbimento. Questi

generalmente utilizzano processi che includono adsorbimentocon carboni attivi (rifiuti da smaltire correttamente), zeolite,ossidazione con ozono (effetti avversi) e foto catalitica.

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Misure di protezione passive

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I sistemi di protezionepassiva generalmente usanoun quantitativo nullo o minimodi energia e si basano sufenomeni naturali:1. barriere passive,2. effetti termici,3. gradienti di pressione,4. vento.

Questi sistemi possono essere alternativi a quelli attivi solo se la concentrazione dicontaminanti è ridotta, altrimenti sono complementari a quelli attivi.La loro efficacia:• deve essere confermata per mezzo di un adeguato numero di campionamenti;• può variare significativamente in funzione delle differenti condizioni climatiche.

Contatto dermico Inalazione

Inalazione indoor

Misure di protezione

attive

Misure di protezione

passive

Inalazioneoutdoor

Misure di protezione

attive

Misure di protezione

passive

Ingestione

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Sigillatura del perimetro/ involucro dell’ambiente

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• imperfezioni di pareti epavimentazione,

• punti di penetrazione diimpianti e servizi

•fessure e crepe nelle pareti,• vani di ascensori,

•condotte elettriche e dell’AC,

•altre vie di penetrazione.

Questa tecnica generalmente:

• non è impiegata da sola,

• migliora l’efficienza di qualsiasi tipo di sistema di riduzione,

• favorisce i sistemi di de/pressurizzazione a mantenere un’adeguata ∆P.

Nella sua applicazione bisognerebbe:

• effettuare misurazioni prima e dopol’installazione

• Fare attenzione a che non ci siano sorgenticontaminanti all’interno del luogo di lavoro.

Una componente importante di ogni strategia di riduzione è lasigillatura di tutti i punti di ingresso dei contaminanti:

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Barriere al vapore

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Questa tecnica utilizza materiali applicati a spruzzo, membrane in fogli o struttureinstallate al di sotto dell’edificio per eliminare le vie di accesso dei contaminanti.

Le barriere al vapore:•Portano verso il perimetro dell’edificio icontaminanti volatili;•Hanno scarsa resistenza meccanica verso iferri d’armatura e una difficile modellabilità•sono impiegati spesso in aggiunta ad altrisistemi (attivi o passivi)

Sub Membrane Depressurization (SMD)

La Sub Membrane Depressurization èusata in zone con ridotto calpestio.

Δ P < 0

Negli edifici con la zona al di sotto delvespaio grezza viene impiegata unamembrana aggiuntiva al di sotto della quale sirealizza la depressione.

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Sistemi di ventilazione passivaQuesti sistemi consistono in differenti soluzioni che sfruttano gradienti:

• di diffusione naturale (risultanti dalla fuoriuscita dei contaminanti dal terreno),

• di pressione (termici o indotti dalla ventilazione).

∆T >

0

La ventilazione passiva dovrebbe essere combinata, per unamaggiore efficienza, con delle barriere al vapore.

È possibile utilizzare, soprattutto in zone con venti forti, dei“comignoli girevoli” per migliorare il tiraggio.

Sistema di ventilazione passivo del vespaio con flusso convettivo –Sub Slab Ventilation (SSV)Consiste nell’installazione di un sistema di aerazionesupplementare che intercetta il flusso di contaminantiproveniente da sotto il vespaio canalizzandolo all’esterno.

In aggiunta viene posizionata una barriera al vapore che isolil’ambiente indoor dal terreno o dal vespaio.

∆T >

0

• Può adottare un “comignolo girevole” (senza vento o conneve o ghiaccio si possono bloccare!);

• talvolta sono utilizzati dei riscaldatori per favorire il flussoascendente;

• sono sistemi facilmente convertibili in sistemi attivi.

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Aumento della ventilazione naturale nell’ambiente di lavoro

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Tale strategia, finalizzata a miscelare l'aria interna

contenente vapori o gas con quella esterna “pulita”, èattuabile con la realizzazione di aperture supplementari,finestre, porte o sfiati, nell’involucro dell’edificio.

Questa tecnica:• Può favorisce l’ingresso di contaminanti per “effetto camino”;• è veloce e senza costi di installazione;• è sconsigliata in climi rigidi per la necessità di aumentare il riscaldamento e per il

rischio di congelamento delle tubature idriche;• non causa una riduzione permanente dei contaminanti una volta che le aperture

vengono chiuse;• non è consigliata per contaminazioni diffuse.

n

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Modifica delle fondazioni

15

Per limitare la contaminazione all’interno di edifici o strutture preesistenti si puòprevedere di modificare, nel rispetto delle norme di protezione sismica e dei calcoli diresistenza statica dell’edificio, la conformazione delle fondazioni.

Con questa tecnica:1. possono essere adottati sistemi di ventilazione perimetrale

nelle fondazioni per implementare la ventilazione delvespaio,

2. può essere implementata la ventilazione nelle muratureforate,

3. non dovrebbero essere utilizzate altre tecniche diventilazione per non modificare il flusso d’aria naturaledell’edificio,

4. dovrebbero essere valutate con attenzione modifiche allaventilazione di edifici con sistemi di combustione all’interno.

Δ P

> 0

Δ P

< 0

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Misure di protezione alternative

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In alternativa ai sistemi finora visti (i più comunemente adottati) è possibile impiegarealtre misure di protezione alternative.

Le misure alternative ai sistemi attivi e passivi sono:

1. sistemi di monitoraggio;

2. buone prassi;

3. misure comportamentali.

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Sistemi di monitoraggio

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I sistemi di monitoraggio, se adottati per dimostrare l’efficienza delle misure attiveo passive, possono essere considerati una misura di protezione collettiva (US EPA).

Questi permettono di verificare l’efficacia delle misure di protezione adottate, il lorocorretto funzionamento e di ricavare il livello di rischio cui sono esposti i lavoratori.

Il monitoraggio:•può essere limitato a letture periodiche nei sistemi attivi;•è essenziale per verificare il funzionamento dei sistemipassivi;

•ha una frequenza = funz. (intervallo di tempo per potenzialimalfunzionamenti; intervallo per l’effetto sui lavoratori)

Disposizione degli edifici di cantiere in maniera selettiva sul sitoUna misura gestionale tra quelle di buona prassi si ha con la disposizione degli edificidi cantiere in maniera selettiva sul sito, se le caratteristiche del sito e i processilavorativi lo permettano, per evitare un’eccessiva esposizione dei lavoratori perinalazione.

Spogliatoi lavoratori

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Disposizione degli spazi di lavorazione negli ambienti indoor

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È utile un’attenta disposizione degli spazi di lavorazione negli ambienti indoor,qualora i processi lavorativi lo permettano, al fine di minimizzare l’esposizione deilavoratori per inalazione.

Si consideri che:

• l’esposizione per inalazione è funzione della posizione della postazione di lavoro.

• l’esposizione è maggiore in aree senza sistemi di ventilazione;

• l’impiego di questo approccio deve essere valutato in funzione del ciclo lavorativo.

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Misure comportamentali

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Tra le misure generali di tutela, negli ambienti indoor a potenziale rischio inalazioneper i lavoratori, che riguardano una corretta gestione e organizzazione del lavoro,vanno annoverate alcune indicazioni di carattere comportamentale.

• minimizzare l’esposizione deilavoratori (permanenza,addetti, prossimità)

• non fumare, mangiare o berenelle aree più esposte;

• tenere i finestrini dei mezzi dicantiere chiusi e usare l’ariacondizionata;

• verificare periodicamente lapulizia delle cabine e dei filtridei mezzi di cantiere;

• utilizzare materiale a perdereper pulire superfici eequipaggiamento;

• non lasciare nel luogo dilavoro rifiuti potenzialmentecontaminati;

• maneggiare con cura i DPIpotenzialmente contaminati;

• verificare eventuali perdite disostanze chimiche dagliimpianti;

• fare sempre la doccia a fineturno;

• Utilizzare procedure e/o DPIadeguati in presenza di alteconcentrazioni di sostanzecombustibili.

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Misure di protezione outdoor: abbattimento delle polveri ad umido

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L’abbattimento ad umido è la principale e più diffusa misura di natura tecnica eviene generalmente utilizzato per controllare lo sviluppo incontrollato di gas, vapori oparticelle solide. Questi sistemi:

1. umidificano le polveri dopo che sono aerodisperse;

2. umidificano il terreno prima della aerodispersione (bagnatura del terreno).

Si consideri che:

• gli additivi da aggiungere all’acqua per migliorare la riduzione del contaminante sonoin funzione del tipo di contaminante stesso;

• un eccesso di acqua o additivo può generare fango e potenziali problemi dimanutenzione;

• una scarsa qualità dell’acqua può causare a sua volta altro inquinamento e generareproblemi di manutenzione.

1Fango prodotto da un eccesso di

acqua2

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Altre misure di protezione outdoor: automezzi

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Limitazione delle polveri diffuse dalle ruote degli automezzi

Possono essere previsti dei sistemi di pulizia delle ruote degliautomezzi di cantiere potenzialmente contaminati. Questi sistemigeneralmente sono realizzati con degli spruzzatori e/o delle vaschevere e proprie per il lavaggio, a spruzzo o ad immersione, delleruote degli automezzi.

Isolamento delle macchine da cantiere

Per inquinamenti di particolare intensità, è raccomandabilel’utilizzo di macchinari con cabina pressurizzata eclimatizzata, dotate di filtri antipolvere ad alta efficienza coneventuale aggiunta di filtri a carbone attivo.

In assenza di tali filtri, l’operatore della macchina dovrà utilizzareadeguati DPI. Dovrà essere prevista una specifica procedura dicontrollo e sanificazione delle cabine al termine del lavoro.

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Altre misure di protezione outdoor

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I materiali utilizzati sono:• polietilene a bassa densità LDP,• polietilene ad alta densità HDP,• polivinile cloruro PVC,• polipropilene.

I sistemi di copertura del terreno consentono di “isolare”temporaneamente la sorgente di contaminazione, evitando ilcontatto diretto e il trasporto di polveri nonché abbattere eventualivapori potenzialmente contaminati.

Sistemi di copertura del terreno

Reti antivento

Per limitare la propagazione delle polveri verso le zonelimitrofe del cantiere è utile anche il semplice utilizzo direti antivento ai margini delle zone di lavoro,preferibilmente di maggiore altezza rispetto a quelle diutilizzo comune.

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Sistemi sperimentali: barriera al vapore aerobica & barriera substrato ad umidità controllata

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Un’alternativa ai tradizionali sistemi di estrazione deicontaminanti al di sotto di un edificio, nei siti contaminati daidrocarburi o metano, utilizza un flusso di aria al di sotto dellefondazioni per attenuare la migrazione dei contaminantiattraverso la degradazione aerobica degli stessi.

Uno studio, condotto iniettando in un terreno con idrocarburi emetano un flusso d’aria <1%, ha portato ad una riduzione deicontaminanti da 80 a <0.01 mg/L.

Barriera substrato ad umidità controllata

Un’alternativa ai tradizionali “sistemi barriera” sfruttal’iniezione di acqua o sostanze chimiche nel terreno cosìda creare una “barriera liquida” che prevenga lapenetrazione dei contaminanti all’interno dell’edificio.

Bisogna prestare attenzione a che l’eccessiva umiditànon danneggi le strutture dell’edificio.

Aerobic air sweep zone

Barriera vapore aerobica

Misure di Protezione Collettiva

25Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

I Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.)

I DPI comprendono:“ qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dallavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili diminacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro nonché ognicomplemento o accessorio destinato a tale scopo ” (art. 74 d.lgs.81/2008).

Sono esclusi da questa categoria:

• indumenti di lavoro ordinari e uniformi non destinati alla protezione;

• …

• gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattorinocivi (es. campionatori personali, contatore geiger, …)

26Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Dispositivi di Protezione Individuale: normativa

Il D.Lgs. 475/1992 (destinato ai fabbricanti), che recepisce laDirettiva 89/686 CEE, regola la fabbricazione e lacommercializzazione dei DPI e stabilisce:

• L’obbligatorietà della rispondenza del DPI a determinati RequisitiEssenziali di Sicurezza;

• la possibilità di riferirsi alle norme armonizzate CEE o a normetecniche nazionali;

• l'obbligatorietà della Marcatura CE;

• obbligatorietà rilascio in fase di marcatura della Dichiarazione diconformità.

27Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Requisiti dei DPI: Art. 76 D.Lgs. 81/2008

1. I DPI devono essere conformi al D.Lgs. 475/1992.

2. I DPI … devono inoltre:

1. essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per séun rischio maggiore;

2. essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;

3. tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;

4. poter essere adattati all'utilizzatore secondo le… necessità.

3.In caso di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di piùDPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere,anche nell'uso simultaneo, … l’efficacia ...

28Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Obblighi del datore di lavoro: Art. 77 D.Lgs. 81/2008

1. Il datore di lavoro ai fini della scelta dei DPI:

a) analizza e valuta i rischi non evitabili con altri mezzi;

b) individua le caratteristiche dei DPI necessari … affinché sianoadeguati ai rischi …;

c) valuta … le caratteristiche dei DPI disponibili sul mercato …;

d) aggiorna la scelta ogni qualvolta intervenga una variazionesignificativa negli elementi di valutazione.

2. individua le condizioni di utilizzo del DPI in funzione di:

entità del rischio; frequenza dell'esposizione …; caratteristiche del postodi lavoro …; prestazioni del DPI.

3. fornisce … DPI conformi … all'art. 76.

29Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

4. Il datore di lavoro in relazione ai DPI:

a) li mantiene efficienti e ne assicura condizioni d'igiene…;

b) provvede a che siano utilizzati soltanto per gli usi previsti …;

c) fornisce istruzioni comprensibili per i lavoratori;

d) ne destina ognuno ad un uso personale e, qualora le circostanzerichiedano l'uso dello stesso DPI da più persone, prende misureadeguate affinché … non ponga alcun problema sanitario e igienico aivari utilizzatori;

e) informa preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI loprotegge (Formazione);

f) rende disponibili … informazioni adeguate su ogni DPI;

g) stabilisce le procedure … per la riconsegna e il deposito;

h) assicura una formazione adeguata e organizza … uno specificoaddestramento circa l'uso …

5. In ogni caso l’addestramento è indispensabile:

a) per ogni DPI che … appartenga alla III categoria;

b) per i dispositivi di protezione dell’udito.

Obblighi del datore di lavoro: Art. 77 D.Lgs. 81/2008

30Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Obblighi dei lavoratori: Art. 20

1. I lavoratori partecipano ai programmi di formazione e di

addestramento…;

2. utilizzano i DPI messi a loro disposizione secondo

l’informazione e la formazione ricevute…;

3. a) provvedono alla cura dei DPI messi a loro disposizione; b)

non vi apportano modifiche di propria iniziativa.

4. seguono le procedure aziendali per la riconsegna dei DPI.

5. segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o

al preposto qualsiasi difetto o inconveniente.

31Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

La garanzia che un DPI soddisfi i Requisiti Essenziali di Salute eSicurezza imposti dalle direttive europee è rappresentata dallamarcatura CE.

Marcatura CE

Genericamente oltre alla marcatura CE su ogni DPI, se non megliospecificato, deve essere riportato almeno:

•identificazione del fabbricante,•riferimento al modello di DPI,•qualsiasi riferimento caratteristico

del DPI,•norma di riferimento seguita.

32Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Dispositivi di Protezione Individuale: categorie

I DPI sono divisi in 3 categorie a seconda della gravità dei rischi daiquali sono destinati a proteggere:•I categoria – rischio lieve: i DPI di progettazione semplice destinatia salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità. Nelprogetto si suppone che la persona che li abbia la possibilità divalutarne l'efficacia e di percepire, prima di riceverne pregiudizio,progressivamente gli effetti lesivi;•II categoria - rischio significativo: i DPI che non rientrano nellealtre due categorie;•III categoria – rischio mortale o irreversibile, DPI diprogettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte odi lesioni gravi e di carattere permanente. Nel progetto devepresupporsi che la persona che usa il DPI non abbia la possibilità dipercepire tempestivamente la verificazione istantanea di effetti lesivi..

33Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Esposizione a rischio nelle bonifiche

Nel caso delle bonifiche possiamo individuare varie tipologie di rischio:1. Rischi comuni anche ad altre attività:

• movimentazione manuale dei carichi

• movimentazione con mezzi/carrelli elevatori

• legato all’uso di attrezzature elettriche/meccaniche

• fisico• elettrico• rumore/vibrazioni• vari/residuali

2. Tipologie di rischio specifiche nelle bonifiche e gestione rifiuti

• Rischio chimico• Rischio biologico

• Rischio fisico radiazioni

34Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Vie espositive principali per il rischio chimico/biologico

Condizione di lavoro per la quale sussiste la possibilità che agentipericolosi, tal quali o sotto forma di emissioni (liquidi, solidi, polveri,fumi, nebbie, gas e vapori) possano essere assorbiti dall’organismoattraverso le seguenti Vie espositive:

Ingestione Contatto dermico Inalazione

Assorbim. gastrico

Assorbim. mucose

Assorbim. cute

Occhi Assorbimento polmonare

35Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Dispositivi di Protezione Individuale: scelta

Nella “valutazione dei rischi” individuiamo dei rischi. Per la scelta e l’uso deiDPI bisogna porsi le domande:.

Per la scelta si prendano in considerazione:1. Norme Tecniche Armonizzate specifiche per ogni DPI;2. la Nota informativa fornita dal costruttore;3. per agenti chimici pericolosi, quanto indicato al Punto 8 della Scheda

di dati di Sicurezza della sostanza.

DA COSA IL DPI DA COSA IL DPI PROTEGGE?

COME

E SI USA?

COME FUNZIONA E SI USA?

DOVE SI DOVE SI USA? QUANTO

PROTEGGE?QUANTO

PROTEGGE?

QUANDO SI USA QUANDO SI USA E QUANTO?

36Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Dispositivi di Protezione Individuale: scelta

I criteri per l ’ individuazione e l ’ uso dei dispositivi di protezioneindividuale sono riportati nel:

• D.M. 2 Maggio 2001;• Allegato VIII del D.Lgs. 81/2008 al punto 4 “Indicazioni non esaurienti

per la valutazione dei dispositivi di protezione individuale”

La corretta scelta dei DPI è finalizzata a:

Corretto acquisto

(conoscenza degli obblighi

“fiscali”)

Corretto utilizzo

(conoscenza degli obblighi “tecnici”)

Conoscenza

del processo di

certificazione

Verifica

esistenza delle

necessarie

certificazioni

CE sui DPI

scelti.

Valutazione dei rischi

residui presenti

nell’ambiente di

lavoro.

Valutazione delle informazioni tecniche contenute nelle

certificazioni CE dei DPI esaminati (nota informativa)

(Al fine di capirne le effettive capacità protettive).

Verifica della adeguatezza

tecnica dei DPI selezionati

ai rischi residui valutati

37Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

DPI comuni con altre attività

Il casco o elmetto di protezione deve proteggere la parte superioredella testa da urti (cadute o colpi) ed essere:

L'uso del casco deve essere compatibile con l'utilizzo di altri DPInecessari (maschere, cuffie, …). Conforme alla UNI EN 397 (o EN 812,con caratteristiche inferiori)

•robusto,•leggero,

•ventilato,•regolabile,

•non irritante,•Con “regginuca”.

La calzatura antinfortunistica «di protezione» (non «di sicurezza») halo scopo di proteggere il piede durante il lavoro da schiacciamento,perforazione, urti, scivolamento, isolamento elettrico, sostanzecorrosive o nocive. Conformi alla EN ISO 20346.

Esistono diverse forme di calzature di diversi materiali (pelle, gomma, polimeri…):

A. Scarpa bassa,B. Stivale basso, C. Stivale medio-alto,D. Stivale alto, E. Stivale a mezzagamba.

38Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Dispositivi di Protezione Individuale: Mani

I guanti di protezione dal rischio chimico e microbiologico devonoessere:•conformi a EN 374 “ Guanti di protezione contro prodotti chimici emicroorganismi” e EN 388 per i rischi fisici;• di III Categoria;•marcati con il marchio CE.

La norma generale di riferimento è la UNI EN 420 ”Requisiti generali emetodi di prova” .

Rischio chimico

Rischio Microbiologico

Con livello di permeazioneinferiore a 30 ’ (ad almeno 3sostanze chimiche) maconformi alla prova dipenetrazione

PITTOGRAMMI

I guanti con un tempo di permeazione inferiore a 30’ ad almeno tre delle sostanze di provadevono essere utilizzati con estrema cautela.

39Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Dispositivi di Protezione Individuale: Mani

40Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

• Penetrazione: diffusione, a livello non molecolare, di un prodottochimico e/o microorganismo, attraverso porosità, cuciture, fori o altreimperfezioni del materiale del guanto di protezione;

• Permeazione: processo con il quale un prodotto chimico si diffondeattraverso il materiale del guanto di protezione a livello molecolare.

Indice prestaz.le di permeazione

Tempo di passaggio

Classe 1 > 10 minuti

Classe 2 > 30 minuti

Classe 3 > 60 minuti

Classe 4 > 120 minuti

Classe 5 > 240 minuti

Classe 6 > 480 minuti

La permeazionecomprende:• assorbimento;• diffusione;• desorbimento delle

molecole

Dispositivi di Protezione Individuale: Mani

41Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Protezione contro i prodotti chimici ed i microrganismi

Le norme che regolano questo tipo di guanti sono le EN 374-1/2(resistenza alla penetrazione), /3 (alla permeazione) (oltre alla EN 420e alla EN 388 sulle prove meccaniche).

Oltre al simbolo che denota ilrischio chimico sono presenti trelettere che si riferiscono aiprodotti chimici di prova.Confrontando queste lettere con iprodotti in uso deve essere quindiscelto il guanto adatto.

42Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Dispositivi di Protezione Individuale: Occhi e volto

La protezione individuale degli occhi e del volto può essere effettuata con:

•Occhiali con e senza protezioni laterali;

•Maschere; •Schermi faccialio visiere.

Devono essere conformi alla norma tecnica EN 166 "protezione da spruzzi diliquidi“ e proteggere dai rischi:• chimici (schizzi, vapori, nebbie e fumi, soluzioni),• meccanici (polveri, trucioli, schegge),• [ottici (raggi UV ed IR, laser)],• [termici (freddo � lacrimazione, calore � ustioni o infiammazioni)].

• DPI di II Cat. – se rischio contenuto di spruzzi e schizzi;

• DPI di III Cat. – se rischio elevato di spruzzi e/o gocce:

• sostanze nocive � Occhiali protettivi;

• sostanze corrosive e se esiste una ragionevole possibilità di schizzarsi� Maschera o visiera di protezione.

43Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Dispositivi di Protezione Individuale: Vie respiratorie

La Norma UNI EN 529 è il riferimento per la selezione, l’uso e lamanutenzione dei DPI per le vie respiratorie.

I DPI di protezione delle vie respiratorie appartengono tutti alla III categoria.

Gli agenti pericolosi possono essere presenti sotto forma gassosa, aerosolo di particolati.

Nella maggior parte delle attività durante una bonifica o gestione di rifiuti sec’è rischio di esposizione ad agenti biologici o chimici si può indossare il“ facciale filtrante” (monouso), preferib. con valvola di espirazione.

I facciali filtranti vanno in ogni caso scartati se danneggiati, sporchi ocontaminati da sostanze pericolose, sangue o altri fluidi biologici.

Sono disponibili facciali filtranti, anche monouso, che hanno ottenutodall’Organismo Notificato la certificazione CE come DPI in IIIcategoria.

44Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Semimaschere a costruzione integrale Coprono naso ebocca sono indicate per proteggere contro particelle, gas evapori. Richiedono poca manutenzione e non proteggonodall'insufficienza di ossigeno.

Semimaschere a filtri intercambiabiliRendono l'aria respirabile attraverso filtri (particelle, gas, vapori)che possono essere monouso o sostibili quando sono sporchi.

Maschere a pieno faccialeAnaloghe e quelle a filtri intercambiabili, ma hanno in più il facciale per la protezione di occhi e viso.

Dispositivi di Protezione Individuale: Vie respiratorie

Formazione necessaria anche per prevenire criticità: es. barba

45Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Autorespiratorisi utilizzano quando la concentrazione degli inquinanti gassosi èmolto elevata (superiore al 2% in volume) o quella dell'ossigenoscende al di sotto del 17% (EN 132).

A circuito apertosono apparecchi ad aria compressa, dotati di un'autonomia fino a60’. L'aria compressa, fino a 300 bar, è contenuta in una bombolasulla schiena.

Dispositivi di Protezione Individuale: Vie respiratorie

A circuito chiusosono apparecchi che consentono la rigenerazione dell'ariaespirata. L'aria espirata arriva alla "cartuccia" di (es.perossido potassio KO2) dove si ha la fissazionedell'anidride carbonica, per passare poi alla "saccapolmonare" da dove torna al boccaglio per l’inspirazione.

Autorespiratori a presa d'aria esterna Sono costituiti da una maschera a pieno facciale collegatamediante un lungo tubo flessibile ad una fonte di aria pulita,(compressore, una pompa d'aria manuale, un serbatoio diaria compressa, un filtro).

46Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Per proteggersi da gas e vapori, (più piccoli rispetto a polveri, fumi enebbie) è necessario un filtro di tipo chimico.

Dispositivi di Protezione Individuale: Vie respiratorie

UNI EN 14387 stabilisce (filtro antigas) un limite di concentrazione edattribuisce una lettera ed un determinato colore ad ogni categoria diprotettore:

Tipo Colore Protezione da

A Marrone Vapori organici e solventi

B GrigioGas e vapori inorganici (es: gas alogenati e nitrosi, gas d'incendio, idrogeno solforato, acido cianidrico)

E Giallo Anidride solforosa e acidi solforosi

K Verde Ammoniaca

P Bianco Polveri tossiche, fumi, nebbie (es. polveri di amianto, silicio, alluminio)

Classificazione dei filtri per la protezione delle vie aeree

Tipo Colore Protezione daABE marrone + grigio + giallo vapori organici, gas acidi, anidride solforosa.

ABEK marrone + grigio + giallo + verde

vapori organici, gas acidi, anidride solforosa, ammoniaca

P3 bianco Polvere e fumiA-P3 marrone + bianco vapori organici, polvere e fumiB-P3 grigio + bianco gas acidi, polveri e fumiE-P3 giallo + bianco anidride solforosa, polveri e fumiK-P3 verde + bianco ammoniaca, polveri e fumiABE-

P3marrone + grigio + giallo +

biancovapori organici, gas acidi, anidride solforosa, polveri e fumi

ABEK-P3

marrone + grigio + giallo + verde + bianco

vapori organici, gas acidi, anidride solforosa, ammoniaca, polveri e fumi

Classe Efficienza filtrante totale

minima

Fattore di protezione nominale

Massima concentrazione

esterna inquinante

Tipo di contaminante

FFP1 /P1 78% 4 4 x TLV Polveri nociveFFP2 / P2 92% 12 12 x TLV Polveri a bassa

tossicitàFFP3 / P3 98% 50 50 x TLV Polveri tossiche

Classe di protezione dei dispositivi respiratori anti-polvere

47Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Essi hanno (a seconda dei casi) le seguenti caratteristiche:•certificazione CE;•classificati in III categoria (o inferiore);•conformità alla EN 13688;

•conformità alla EN 943, 13982, 13034, 14605 ag. chimici;•conformità alla EN 14126 ag. infettivi.

Dispositivi di Protezione Individuale: Corpo

Attualmente sono disponibili a copertura completa (es.tuta) acopertura parziale (es. camice) oltre che a protezioneparziale (es. grembiule). Possono essere di diversa tipologia inrelazione alle modalità lavorative ed alle mansioni da espletare.

Questi indumenti, se costituiti da più parti, devono:• essere progettati in modo da garantire protezione in tutte le

prevedibili posture di lavoro (ergonomia-protezione);• per qualsiasi indumento si deve assicurare sempre un ’ adeguata

protezione lungo le parti di chiusura.

48Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

I 6 “tipi” di protezione (in base a Norme EN)

Tipo di assemblaggio

Norma armonizzata di riferimento

“PERICOLO CHIMICO”

In conformità con le Direttive europee per gli indumenti di protezione

chimica

Tipo 1 Tenuta stagna ai gas

SaldatoImpermeabile

A tenuta stagnaEN 943-1 , -2

Tipo 2 Tenuta non stagna ai gas

Saldatoimpermeabile

EN 943-1

Tipo 3 Tenuta ai liquidi

Saldatoimpermeabile

EN 14605

Tipo 4 Tenuta agli spruzzi

Saldatoimpermeabile

EN 14605

Tipo 5 Tenuta alle particelle

Cucitoimpermeabile

EN ISO 13982-1

Tipo 6 Tenuta agli schizzi

Cucitotraspirante

EN 13034

Nelle tute di protezione si intende per "tipo” la protezione da agentichimici: a tenuta di gas, a tenuta di liquidi, etc.;

Dispositivi di Protezione Individuale: Corpo

49Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Classe di protezione offerta

Classe (EN 6529) Tempo di permeazione (min)1 ≥ 102 ≥ 303 ≥ 604 ≥ 1205 ≥ 2406 ≥ 480

Nelle tute di protezione si intende per "classe" il tempo di permeazione(occorrente ad un prodotto chimico per diffondersi attraverso unmateriale a livello molecolare).

Dispositivi di Protezione Individuale: Corpo

La classe di protezione offerta per gli operatori della bonifica deve essere scelta in funzione della durata dell’intervento e dei turni di lavoro.

50Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

1-2 3-4 3-4

5 5 6

5-6

1-2

Dispositivi di Protezione Individuale: Corpo

51Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Esempio di marcatura di dispositivo di protezione del corpo (per rischichimici e microbiologici)

Dispositivi di Protezione Individuale: Corpo

52Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Alcune criticità ancora attuali:

• Adeguatezza della formazione e informazione dei lavoratori(sull’uso e sui rischi da cui proteggono);

• Lavaggio e manutenzione dei DPI;

• Gestione dei DPI riguardo durata e scadenza (implementata nelSGS);

• Adeguatezza del DPI alle specifiche sostanze;

• Adozione di misure di protezione collettive prioritariamenteall’adozione dei DPI;

• Adozione di Dispositivi che siano effettivamente dei DPI (es.Guanti non DPI sebbene conformi alla norma tecnica EN 374).

In conclusione alcune riflessioni sui DPI

53Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e insediamenti Antropici

Grazie per la …

… paziente attenzione

a.ledda @ inail.it