mÉmoires artikelsco nel mondo greco e romano, giornate seminariali in onore di s. n. consolo...
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rbn clvii (2011), p. 135-170.
MÉMOIRES – ARTIKELS
Emiliano ARENA♣*
L’INTRODUZIONE DELLA LEGGENDA ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ NELLA
MONETAZIONE DI ALESSANDRO MAGNO
Abstract – The chronology of the introduction of the title of basileus on the coins of Alexander (iii) the Great has long remained an open question. According to recent studies, this title was introduced on “imperial” tetradrachms shortly before or aer the king’s death in 323. However, no single numismatic document proves that Alex-ander would have changed the Macedonian practice of only showing the name of the king on his coins. In our opinion, the reasons are of an economic nature. Aer 323, Perdiccas, epimeletes of the two kings succeeding to Alexander, Philippe iii and Alexander iv, did not have the same problem anymore ; so it is probably he who introduced the royal title to stress the royal nature of the two basileis, to which his own power base in the Empire was closely linked.
1. introduzione : titolatura regale di alessandro e leggenda monetale
on la scoperta di nuovi documenti epigrafici, la riscoperta o la revisione critica di documenti già noti, il problema della titola-tura regale macedone è divenuto negli ultimi anni oggetto di rin-
novato interesse, generando un dibattito che è giunto ad assumere i toni di una querelle [1]. ____________________ * Emiliano Arena, Dipartimento Scienze dell’Antichità, Università di Messina. Sentiti ringraziamenti vanno al Prof. E.D. Castrizio, al Prof. Fr. de Callataÿ ed al
Prof. B. Tripodi per l’attenzione ed i preziosi suggerimenti offertimi nel corso di questo lavoro. S’intende che interamente mia è la responsabilità di quanto qui scritto.
[1] Ci riferiamo all’epigrafe di Oleveni che attesterebbe il titolo di basileus per Filippo ii (così M.B. Hatzopoulos, La lettre royale d’Olévéni, Chiron xxv (1995), p. 163-185), ma che è invece più plausibile attribuire a Filippo v (così F. Papazoglou, L’inscription d’Olévéni, tekmhpia iv (1998/9), p. 89-100 ; E. Arena, La lettera di Oleveni. Fra Filippo ii e Filippo v, rea cv, 1 (2003), p. 49-82), ad un decreto attico (Athenian Agorà xvi, no 72) in cui il basileus menzionato anziché con Filippo ii
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In linea generale si registrano due tendenze critiche di massima con-trapposte che qui richiamiamo sinteticamente : su un versante troviamo chi ritiene, sulla scorta dell’interpretazione tradizionale di A. Aymard, l’uso del titolo basileus da parte dei sovrani macedoni un’innovazione dovuta all’epocale impresa asiatica di Alessandro ed introdotta all’incirca dopo la vittoria di Gaugamela del 1 ottobre 331 [2] ; sull’altro chi ritiene tale un trat-to tradizionale di “lunga durata” della monarchia macedone [3]. Fra tali orientamenti non mancano posizioni intermedie : Alessandro sarebbe sì il primo degli Argeadi ad adottare ufficialmente il titolo di basileus, peraltro ____________________
(così Hatzopoulos, supra, p. 174) riteniamo possa identificarsi con il Re persia-no (E. Arena, Demade, Lemno ed il Gran Re in un decreto attico di iv sec. a.C. (Athenian Agorà xvi, no 72), asaa lxxx (2002), p. 309-325), o ad una dedica degli Anfissei a Delfi (su cui E. Arena, Filippo ii e gli Anfissei in un’iscrizione delfica fra Terza e Quarta Guerra Sacra (ig ix, 1, 2, 775), mep vii-viii (2004), 9, p. 211-226), nonché alla rilettura ‘rialzista’ (così A.J. Heisserer, Alexander and the Greeks, Oklahoma City 1980) della cronologia di un gruppo epigrafi che attribuis-cono il titolo regale ad Alessandro : la dedica del tempio di Atena Polias di Priene (I. Priene, nr. 156), l’ “editto” di Alessandro per Priene (I. Priene, nr. 1), (da noi dis-cussi in E. Arena, Alessandro basileus e Priene : a proposito della cronologia di I. Priene 1, in Basileia, Tyrannis, Imperium. Forme, prassi, e simboli del potere politi-co nel mondo greco e romano, Giornate seminariali in onore di S. N. Consolo Lan-gher, Messina 17-20 dic. 2007 (Pelorias 18), Messina 2010, p. 259-272 e id., Ales-sandro basileus nella documentazione epigrafica : la dedica del tempio di Athena a Priene (I. Priene 156), Historia lxi (2012) (in c.d.s.), la lettera di Alessandro al de-mos di Chio (Syll.³ 283), la dedica di Alessandro nel Lethoon di Xanthos, lo pse-phisma di Mitilene, su cui rimandiamo a E. Arena, La titolatura regale macedone fino ad Alessandro Magno, Tesi di Dottorato in Storia Antica, Università di Messi-na, xiv ciclo (2001-2002), rispettivamente p. 182-193, 194-199, 200-208).
[2] Tra i numerosi studi ricordiamo solo A. Aymard 1948, Le protocol royal grec et son évolution, rea l (1948), p. 232-263 ; id., L’usage du titre royal dans la Grèce clas-sique et hellénistique, Revue de droit français et étranger xxvii (1949), p. 579-590 ; id., Bασιλεὺς Mακεδόνων, rida iv (1950), p. 61-97 ; R.M. Errington, Macedonian Royal Style and its Historical Significance, jhs xciv (1974), p. 20-37 ; P. Gou-kowsky, Essai sur les origines du mythe d’Alexandre, I, Les origines politiques, Nancy 1978, p. 182 ; G.T. Griffith, e Reign of Philip the Second, History of Macedonia ii, Oxford 1979, p. 203-722, pp. 387 ; A.M. Prestianni Giallom-bardo, Philippos o basileus. Nota a Favorin. Corinth. 41, Quaderni Urbinati di Cultura Classica, vol. xx, no. 2 (1985), p. 19-27 ; E. Badian, History from “Square brackets”, zpe lxxix (1989), p. 59-70 ; id., Alexander the Great between two ro-nes and Heaven: Variations on an Old eme, in Subject and Ruler : the Cult of Ruling Power in Classical Antiquity, jra, suppl. xvii, Ann Arbor 1996, p. 11-26.
[3] Si veda almeno N.G.L. Hammond, e King and the Land in Macedonian King-dom, cq xxxviii (1988), p. 382-391 ; id., A note on Badian, “Alexander and Phi-lippi”, zpe xcv (1993), p. 131-139, zpe xcvii (1995), p. 385-387 ; M.B. Hatzo-poulos, e Oleveni Inscription and the Date of Philip ii’s Reign, in W.L. Adams & E.N. Borza (eds.), Philip ii, Alexander the Great and the Macedonian Heritage, Washington 1982, p. 21-42 ; id., op. cit. [n. 1].
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in terra d’Asia, ma tale uso risalirebbe già al 334, dunque senza rapporto con la vittoria su Dario iii [4].
Da qui la rilevanza, nell’ambito della suddetta problematica, delle fonti primarie relative al regno di Alessandro. Determinare, infatti, se egli abbia utilizzato in forma ‘ufficiale’ – vale a dire in documenti promananti dalla stessa autorità regale – il titolo di basileus fin dall’inizio del proprio regno (336/335), ovvero in Asia e solo dopo la vittoria di Gaugamela, cui seguì secondo la tradizione plutarchea (Alex., 34) la sua acclamazione a βασιλεὺς τῆς Ἀσίας, significa comprendere se con tale pratica il Grande seguisse una tradizione ancestrale dei sovrani macedoni, o fosse l’iniziatore di un pro-cesso eventualmente influenzato dalla realtà achemenide o dalle regalità vicino-orientali in genere. Per quest’ultima opzione, inoltre, occorre sta-bilire ora se tale processo ebbe inizio in un fase ‘precoce’ ovvero avanzata, come è invece nostra opinione, dell’esperienza asiatica di Alessandro.
Poiché l’uso di una titolatura regale ‘ufficiale’ alla corte macedone ante-riormente al regno di Alessandro sembra ancor oggi difficilmente sosteni-bile sulla base documentazione epigrafica disponibile (vd. n. 1), precisarne la cronologia dell’adozione da parte di Alessandro è problema di grande importanza, in quanto investe la concezione stessa della peculiare regalità del Grande ed è in grado di offrire una chiave di lettura per la compren-sione della sua natura istituzionale, per certi versi sfuggente ad un più chia-ro inquadramento. È evidente come la problematica necessiti di un riesame complessivo, per il quale resta, riteniamo, imprescindibile un approccio analitico dell’intera documentazione delle fonti primarie.
Nel presente lavoro condurremo un’analisi del problema nell’ambito della documentazione numismatica, prendendo in esame la cronologia dell’introduzione del titolo di basileus nella leggenda monetale delle emis-sioni a nome di Alessandro.
Nel focalizzare qui la nostra attenzione sulla leggenda delle emissioni monetali occorre tenere in conto la peculiare natura di questo tipo di do-cumentazione. In quanto espressione diretta dell’autorità statale emittente – nel nostro caso un sovrano – essa è in linea di principio la documenta-zione ‘ufficiale’ per eccellenza, uno strumento privilegiato per interpretare le scelte ideologiche di tale autorità, che presenta altresì il vantaggio di non essere affetta dalle incertezze testuali che affliggono le testimonianze epi-grafiche, non di rado lacunose, o ancora, nella fattispecie relativa ad Ales-sandro, in alcuni casi oggetto di rimaneggiamenti a posteriori ad opera ____________________ [4] W.E. Higgins, Aspects of Alexander’s imperial administration : some modern me-
thods and views reviewed, Athenaeum lviii (1980), p. 129-152, pp. 135 e, recente, T. Alfieri Tonini, Basileus Alexandros, in P.G. Michelotto (ed.), λόγιος ἀνὴρ, Studi di Antichità in memoria di Mario Attilio Levi, Milano 2002, p. 1-13, pp. 3.
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delle autorità locali, con evidenti ripercussioni sulla problematica crono-logica [5].
D’altro canto però, la monetazione di Alessandro presenta, come vedre-mo, problemi di altra natura che interessano la cronologia delle singole serie di emissioni ed i meccanismi, di ordine economico ancor più che ideologico, sottesi alla politica monetale del Grande e dei suoi immediati successori. Problemi che, in ultima analisi, non possono essere trascurati nel valutare la perspicuità delle indicazioni ricavabili dal documento mo-netale.
Partiamo dal dato oggettivo : se Filippo ii, com’è noto, in ossequio ed in continuità con la consuetudine dei sovrani suoi predecessori inaugurata da Alessandro i, non appose mai il titolo regale sulla propria monetazione, il caso di Alessandro è più controverso ; a lungo, soprattutto sulla base del-l’autorità di Newell, si è ritenuto che la prima comparsa di emissioni con leggenda ‘basilica’, nella forma ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ, fosse da attribuirsi agli ultimi anni del regno del Grande (vd. infra), facendo così dell’espe-rienza del regno di Alessandro un momento di discontinuità rispetto alla tradizione macedone in materia di autorappresentazione della regalità.
La cautela è oggi più che mai d’obbligo, poiché la valenza di tale ele-mento, che potrebbe giustamente interpretarsi come una evidenza ‘forte’ di una cosciente volontà di innovazione da parte di Alessandro, è attenuata dal fatto che la precisa cronologia di tale cambiamento è in realtà tutt’altro che assodata, come vedremo spesso basata su petizioni di principio, piut-tosto che su evidenze provviste di un saldo ancoraggio cronologico.
Non a caso in anni recenti negli studi di numismatici è emersa con sempre maggiore evidenza, grazie soprattutto a H. Troxell e G. Le Rider, una nuova linea esegetica incline a considerare l’introduzione della leg-genda ‘basilica’ un fenomeno successivo alla morte di Alessandro.
Tale tesi, tuttavia, sembra non aver ancora trovato sufficiente eco negli studi storici sul regno del Macedone, talché ad oggi non si sono indagate le ragioni di questo eventuale, ‘mancato’ uso del titolo regale da parte di Ales-sandro nel documento monetale, e soprattutto non si è neanche tentato di dare una spigazione allo iato della documentazione numismatica rispetto alle fonti epigrafiche.
In questa sede, pertanto, previo un riesame delle posizioni degli specia-listi numismatici, incentreremo l’analisi sul preciso momento del muta-mento di leggenda monetale, tentando poi di verificare la fondatezza del-l’ipotesi di una introduzione del titolo post mortem, e di fornire altresì delle risposte ai nuovi interrogativi scaturiti da tale ipotesi. ____________________ [5] Vd. in particolare il caso dell’editto di Alessandro per Priene (I. Priene, nr. 1),
della lettera di Alessandro al demos di Chio (Syll.³ 283) ; vd. supra n. 1.
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Lo spartiacque per l’innovazione in materia di leggenda monetale se-condo C. Seltman sarebbe stato segnato dalla morte di Dario iii nel 330, che lasciò Alessandro senza rivali e « by right of conquest, Great king of the Persian Empire ». Nel giro di un anno il titolo regale avrebbe fatto la sua comparsa inizialmente nella zecca di Alessandria sull’Isso (Myriandro), se-guita dalla zecca di Cizio (329) ; nell’anno successivo ad Arado, Amathunte (328), e Side (326) ; nelle tre maggiori zecche dell’impero il fenomeno si sarebbe verificato più tardi, poiché ΒΑΣΙΛΕΩΣ sarebbe apparso a Tarso nel 324, solo un anno prima della morte di Alessandro, mentre a Babilonia e ad Anfipoli all’incirca nel 325 ; la zecca della capitale, Pella, continuò ad emet-tere con la leggenda semplice ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ [6]. Queste le cronologie ufficiali di cui si avvaleva non più tardi del 1986 anche N. Hammond [7].
La monumentale risistemazione della monetazione emessa a nome di Alessandro e Filippo iii compiuta da M. J. Price ha aggiornato queste cro-nologie. In una pagina dedicata all’introduzione del titolo regale lo studio-so, citando un noto contributo di M. ompson [8], afferma che la leggenda con ΒΑΣΙΛΕΩΣ ricorre per prima a Babilonia, nell’Asia Minore meridionale ed in Fenicia fra le emissioni finalizzate al pagamento dei veterani di ritor-no dal cuore dell’Asia nel 324. Inoltre, in merito alle emissioni delle zecche macedoni di Alessandro, sui cui torneremo in dettaglio, egli concludeva : « it was probable that in Macedonia the title was adopted c.323, or even a little earlier, since it is found, in abbreviated form on the ‘shield/helmet’ bronzes » [9].
Il décalage cronologico rispetto alle datazioni ‘tradizionali’ è particolar-mente evidente : in linea di massima Alessandro avrebbe introdotto il titolo regale non a partire dall’anno successivo alla vittoria di Gaugamela su Dario iii, bensì solo un anno prima della propria morte, ed esclusivamente sulle monete (per lo più tetradrammi di piede attico con testa di Eracle imberbe con leontè, Zeus aetoforo seduto in trono ; fig. 1) emesse da zec-che di area orientale [10].
____________________ [6] C. Seltman, Greek Coins, London 1933, p. 211-212, 217. [7] Vd. N.G.L. Hammond, e Kingdom of Asia and the Persian rone, Antichton
xx (1986), p. 73-85, pp. 78. [8] M. Thompson, Paying the Mercenaries, in A. Houghton et al. (eds.), Studies in
honour of Leo Mildenberg, Wetteren 1984, p. 241-247. [9] M.J. Price, e Coinage of Alexander the Great and Philip Arrhidaeus, Zürich &
London 1991, p. 32-33. [10] Vd. M.J. Price, Alexander’s Policy on Coinage, in Alexander the Great, Reality and
Myth, Rome 1993, p. 171-175, pp. 174 : « While he was hailed with grandiose Achaemenian titles on his entry to Babylon and accepted the title king of Asia, it was only towards the end of his life that the title was included on his coinage ».
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Fig. 1 – Tetradrammi di Alessandro (da Price 1991)
2. il caso della monetazione di ‘side’ e l’ipotesi di le rider
Entrando nel dettaglio delle sezioni dell’opera di Price relative alle singole zecche emittenti nominali con il titolo regale (Macedonia, Sardi, Side, Tarso, Amathunte, Cizio, Pafo, Myriandro, Arado, Babilonia, Susa) notia-mo, tuttavia, che in diversi casi [11] le datazioni proposte dallo studioso ri-posano in ultima analisi sull’assunto di Newell, che poneva l’introduzione del titolo regale sulla monetazione di Alessandro intorno al 325 [12]. ____________________ [11] Nessuna indicazione specifica per un esemplare di Sardi (2546), se non una gene-
rica pertinenza al periodo di vita di Alessandro (M.J. Price, op. cit. [n. 9], p. 320) ; come pure nei casi ciprioti di Amathunte (3085-87), Cizio (3106-10), Pafo (3117, 3122-23), Price tende a datare queste emissioni in base all’introduzione del titolo regale, preferendo « late lifetime than early posthumous date » (id., op. cit. [n. 9], p. 382). Qualche indicazione supplementare in relazione ad altre zecche. Nel caso di Tarso (3033-35) lo studioso osserva : « e royal title is first found on 3033, and it seems that most of the plough and nike groups fall in the period 325-320 ». Il dettaglio iconografico delle gambe parallele dello Zeus aetoforo al fornisce « no clear indication of which issues would fall aer 323 » (id., op. cit. [n. 9], p. 370). A proposito di Myriandro (Alexandria ad Issum) : « e introduction of the issues of Philip iii gives a terminus ante quem for the use of royal title, and, as in Cyprus and elsewhere, the title was probably adopted c.325/4. » (id., op. cit. [n. 9], p. 402). Nel caso di Arado (3306-35) leggiamo che la varietà 3306 con titolo regale come pure la 3307, che invece ne è priva, « must date to the time when the title was be-ing introduced. Variety 3315 with the title was present in the Saida hoard, and a date of c.323 is to be given to this variety; it is fairly certain that the title was intro-duced well before Alexander’s death. ere are close connections between the style of this group and that of the plough group in Tarsus. ere the title is used at the very end of the group 3033-34. At Aradus the evidence suggests a slightly ear-lier date » (id., op. cit. [n. 9], p. 415). A Babilonia (3671-87) l’introduzione del ti-tolo sarebbe avvenuta a metà del secondo gruppo : « It may be assumed with con-fidence that the title was introduced at a single moment at this mint, and was not a feature that came and went over 2 or 3 years » (id., op. cit. [n. 9], p. 454).
[12] Purtroppo non è chiaro in ragione di quali argomenti Newell optasse per questa data, cfr. H.L. Troxell, Alexander’s Earliest Macedonian Silver, in W.E. Met-calf (ed.), Mnemata : papers in memory of Nancy M. Waggoner, New York 1991, p. 49-61, pp. 60 : « Newell’s dating put the introduction of the title in about 325, and it has rather vaguely, I believe, at least in conversation, been somehow associ-ated with Alexander’s known attempts late in life to assume divine honors ».
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Fig. 2 – Tetradrammi di ‘Side’ a nome di Alessandro (da Price 1991)
Disponiamo di dati supplementari in un unico caso. Un consistente gruppo di tetradrammi (2948-65 Price ; fig. 2) tutti recanti leggenda con titolo regale, attribuito, pur con dei dubbi [13], alla zecca di Side (d’ora in avanti ‘Side’) in Panfilia, presenta in un caso un legame di conio con il di-ritto di nominali con leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΦΙΛΙΥ emessi a nome di
Fig. 3 – Tetradrammi di ‘Side’ a nome di Filippo iii (da Price 1991)
Filippo iii (p 119-p 120 Price ; fig. 3) il quale, com’è noto, dopo la morte di Alessandro ed il “compromesso di Babilonia” fra falange macedone e mag-giorenti del regno, era stato designato successore e nuovo basileus dell’im-pero congiuntamente al neonato figlio del Grande, Alessandro iv [14]. ____________________ [13] M.J. Price, On Attributing of Alexanders – Some Cautionary Tales, in O. Mørk-
holm & N.M. Waggoner (eds.), Greek Numismatics and Archaeology. Essays in Honour of M. ompson, Wetteren 1979, p. 240-250, che preferiva la definizione di “Lycia/Pamphilia group”, sottolineava l’assenza di argomenti decisivi per un’attri-buzione di queste serie alla zecca di Side, laddove le emissioni di questa, carat-terizzate dalla presenza del melograno, non presentano in nessun caso il titolo regale.
[14] Da ultimo sul ‘compromesso’ di Babilonia vd. A.B. Bosworth, e Legacy of Alexander, Warfare, Policy and Propaganda under the Successors, Oxford 2002, p. 29 ss. Sulla documentazione letteraria ed epigrafica relativa ai basileis Filippo iii ed Alessandro iv vd. C. Habicht, Literarische und epigrafische Überlieferung zur Geschichte Alexanders und seiner ersten Nachfolger, Akten des vi. int. Kongr. für griech. und latein. Epigraphik, München 1972, p. 369-377 e E. Arena, La titolatura regale nella Macedonia ellenistica : la formula οἱ βασιλεῖς nelle fonti letterarie ed epigrafiche, AncMac vi (1996), (essaloniki 1999), p. 77-98 ; recente vd. B. Tri-podi, Filippo iii, Alessandro iv e l’ideologia del re guerriero alle origini della basi-leia ellenistica, in V. Aiello & L. De Salvo (a cura di), Salvatore Calderone (1915-2000). La personalità scientifica. Convegno internazionale Messina-Taormina, 19-21
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Malgrado sulla base dell’evidenza del tesoretto di Demanhur Price avesse inizialmente proposto una cronologia 323-318 per i tetradrammi con titolo regale [15], nella risistemazione del 1991 egli poneva l’inizio delle emissioni di ‘Side’, analogamente a quanto aveva fatto M. ompson, dopo il 325, dunque assumendo l’introduzione del titolo regale (presunta nel 325) come terminus post quem [16]. Il terminus cronologico inferiore ver-rebbe ricavato invece dal suddetto legame di conio (gr. 9 ompson = 2964 Price ; fig. 2) con emissioni di Filippo iii (gr. 10 ompson = p 119 Price), da porsi secondo M. ompson, all’inizio del regno di quest’ultimo, nel 323 [17].
L’omogeneità stilistica delle 10 emissioni, raggruppabili in virtù dei segni di controllo in tre insiemi maggiori (1-3 con ΔΙ, 4-6 con ΒΣ, 7-9 con ΦΙ), lascia dedurre un lasso di tempo limitato per la loro battitura, e avva-lorerebbe così la cronologia 325-323 per questa monetazione.
Di contro, la mancanza di affinità dell’emissione 10 a nome di Filippo iii con monogramma rispetto alle emissioni 8-9 a nome di Alessandro con sigla ΦΙ, secondo la studiosa « although it uses one of the latter obverse dies, indicates strongly that it was a separate striking put out shortly aer the other Sidetan issues had been minted » [18]. ____________________
febbraio 2002 (Pelorias 17), Messina 2010, p. 581-599, che pone giustamente l’ac-cento sulla funzione militare rivestita dai due, a dispetto del loro stato di mino-rità, in quanto componente fondante dell’ideologia regale macedone.
[15] M.J. Price, op. cit. [n. 13], p. 249 : « e Lycia/Pamphilia group present in the Demanhur hoard however, consistently uses the royal title on both gold and silver issues. e alexanders fall into three groups distinguished by the letters ΔΙ, ΒΣ and ΦΙ respectively and were struck from c.323 to shortly before the deposit of the Demanhur hoard in 318 ». A supporto di questa cronologia ‘bassa’ in tale fase lo studioso (M.J. Price, op. cit. [n. 13], p. 250, n. 33) rileva che le monete del “Lycia/ Pamphilia group” non erano presenti nei tesoretti di Corinto, Kyparissia, Saida interrati nel o prima del 323.
[16] M. Thompson, op. cit. [n. 8], p. 244 : «e style of our pieces and the presence of the title point to a period aer about 326 bc for their striking ». Price, op. cit. [n. 9], p. 362 : «e introduction of the royal title on the coinage provides a terminus post quem for the beginning of this group, which must therefore be placed at the earliest, in the last few years of Alexander’s life ».
[17] M. Thompson, op. cit. [n. 8], p. 243. [18] M. Thompson, op. cit. [n. 8], p. 244. La studiosa valuta quella di Side come una
consistente monetazione datata ca. 325/4 costituita da 36 conii di diritto con un incremento nella seconda parte dell’anno, quando al segno di controllo ΔΙ-corona fu aggiunto ΔΙ da solo e ΔΙ-. La produzione seguente venne rapidamente ridotta. Soltanto sette conii di diritto sono noti per l’intera sequenza ΒΣ e ΦΙ e la omp-son dubita che sia implicata più di un anno di attività della zecca, che finiva tra giugno e ottobre 323 nell’emissione in riconoscimento di Filippo iii ; dopo questa « there is relatively little coinage from Side ».
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L’importanza di questa monetazione ai fini della problematica in esame è comunque da sottolineare per un altro ordine di motivi : fra le varie zecche micrasiatiche (Mileto, Colofone, Abydo, Lampsaco, Magnesia), il cui aumento di emissioni venne spiegato da M. ompson con l’ipotesi che esse fossero state deputate, a partire dal febbraio 324, al pagamento di mer-cenari e veterani di ritorno dal cuore dell’impero [19], ‘Side’ sarebbe infatti l’unica ad apporre il titolo regale sui tetradrammi a nome di Alessandro ; una dissonanza che, come vedremo, resta da spiegare in maniera adeguata.
Il caso di ‘Side’ ci consente di prendere qui in considerazione l’impor-tante contributo che G. Le Rider ha recentemente apportato alla problema-tica della titolatura regale in generale ed al caso della zecca panfilia in par-ticolare.
Operando una critica, per molti versi convincente, del ‘modello om-pson’, lo studioso ha proposto di spostare l’attività di ‘Side’ e della altre zecche micrasiatiche dopo la morte di Alessandro. In generale esse inizie-rebbero a monetare (o aumenterebbero le emissioni nel caso di Lampsaco) non tanto allo scopo di pagare veterani macedoni e mercenari nel 324, quanto per assolvere alle necessità macedoni per la guerra Lamiaca nel 322, come l’arruolamento di mercenari in Asia Minore da parte di Cratero e Leonnato [20].
In particolare poi, lo studioso sposta la monetazione di ‘Side’ col titolo regale dopo il 323 in ultima analisi sulla base dell’assunto della Troxell che ad Anfipoli il titolo compare nel 322/321 [21]. Inoltre egli associa alla proposta della Troxell, per supportarla, la tesi di B. Bosworth che vuole la procla-mazione regale di Alessandro iv un anno dopo la sua nascita nell’autunno ____________________ [19] M. Thompson, op. cit. [n. 8], p. 246. [20] G. Le Rider, Alexandre le Grand. Monnaie, finances et politique, Paris 2003, p. 129-
132. Le emissioni di Colofone e Teo si spostano dopo il 323 per via dell’assenza nel tesoretto Near East 1993 interrato nel 322 ; ad analoga conclusione giunge per quanto riguarda Lampsaco : le sue emissioni aumentano a partire dal gruppo v della ompson, che sembra in corso di produzione al momento dell’ interramen-to del tesoretto così come nel ripostiglio Asia Minor 1964, poco più tardo.
[21] G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 130 : « Quant à l’atelier localisé en Asie Mineure méridionale, à Sidé (?), il ne paraît pas non plus avoir émis d’alexandres dès 325/ 324, date suggérée par M. ompson et M.J. Price : ‹ Sa production de tétra-drachmes débute en effet par des pièces avec légende Basileos Alexandrou ; or il existe de sérieuses présomptions en faveur de l’idée que le titre de Basileos n’aurait fait son apparition sur les monnaies qu’après la mort d’Alexandre (cf. p. 99) › ». Tuttavia a p. 99 lo studioso aveva richiamato gli argomenti della Troxell riguar-danti l’introduzione del titolo regale unicamente nella zecca di Anfipoli : « H. Tro-xell est arrivée à la conclusion que le titre Basileos avait été inscrit sur les tétra-drachmes d’Amphipolis seulement après la mort d’Alexandre. Selon sa datation, ce serait apparu en 322/321 ».
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del 322 nel corso della campagna condotta da Perdicca contro Ariarathes di Cappadocia e contestualmente l’istituzione di una ‘symbasileia’ [22] ; il 322, nell’ipotesi di Le Rider, costituirebbe quindi terminus post quem per la comparsa della leggenda ΦΙΛΙΥ (con o senza titolo), laddove la moneta-zione a nome di Alessandro, ora anche con titolo regale, a partire da questo momento sarebbe da intendersi per Alessandro iv [23].
Su tale quadro ricostruttivo, accettabile nelle grandi linee, a nostro gi-udizio è lecito nutrire alcune riserve, peraltro su aspetti di importanza sos-tanziale per l’intera problematica in esame, che si riassumono essenzial-mente nei seguenti punti.
A) In primo luogo, come abbiamo già avuto modo di dimostrare, Ales-sandro iv fu acclamato basileus già nel 323, presumibilmente a Babilonia come si evince da Arriano, che ricorda la nascita e l’acclamazione del figlio del Grande come fatti cronologicamente ed immediatamente consecutivi [24]
; ove si voglia considerare quindi l’acclamazione del figlio di Alessandro il punto di ancoraggio cronologico per le nostre ricostruzioni, l’autunno del 322 difficilmente può essere assunto quale terminus post quem per la monetazione ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ, nonché per quella a nome di Filippo iii ; in linea di principio, anzi, non si vede perché quest’ultima dovesse avere inizio ben un anno dopo la proclamazione regale di Arrideo, lette-ralmente ‘attendendo’ una presunta acclamazione regale del figlio di Ales-sandro nel 322. Ove si accetti l’ipotesi che il titolo regale venne introdotto ____________________ [22] A.B. Bosworth, Perdiccas and the Kings, cq xliii (1993), p. 420-427, pp. 427. [23] G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 130-131. [24] Dopo aver riferito della divisione delle satrapie avvenuta a Babilonia Arriano
(Succ., f, 1, 5-8) ricorda che ἐν τούτῳ Ῥωξάνη κύει καὶ τίκτει, και εἰς βασιλέα τὸ τεχθὲν ἀνεῖπε τὸ πλῆθος. L’atto di ἀνειπεῖν è consequenziale a quello della nasci-ta, avvenuta al più tardi quattro mesi dopo la morte di Alessandro (Alessandro iv nacque nel luglio : Curt., x, 6, 9 : sextus mensis est, in quo Roxane praegnans est o nel settembre, Iust., xiii, 2, 5 : Perdicca censet Roxane expectari partum, quae exacto mense octavo matura Alexandro erat), cui fa pensare anche l’uso di τεχθέν, ma anche la testimonianza di Arr., Succ., f 1, 1, che ricorda come il compromesso di Babilonia tra pezon ed hippikon prevedesse che anche Alessandro, ὅν ἔμελλεν ἐξ Ἀλεξάνδρου τίκτειν Ῥωξάνη, συμβασιλεύειν αὐτῷ (scil. Φιλίππῳ). Sembra inoltre possibile inferire che il plethos autore dell’acclamazione sia identificabile negli eserciti di stanza a Babilonia, ma soprattutto si dice esplicitamente che ciò av-venne durante (ἐν τούτῳ) gli avvenimenti narrati in precedenza, cioè la stasis dell’esercito e la divisione delle satrapie, mentre la riconquista della Cappadocia, narrata in F1, 1, è sicuramente posteriore agli avvenimenti di Babilonia. Sulla pro-blematica cronologica dell’acclamazione di Alessandro iv a Babilonia nello stesso 323, anziché l’anno successivo, come vuole Bosworth (vd. op. cit. [n. 22]), vd. già E. Arena, op. cit. [n. 14], p. 87, n. 41 ; cfr. anche A. Simonetti Agostinetti, Fla-vio Arriano. Gli eventi dopo Alessandro, Roma 2003, p. 39-41 ; B. Tripodi, op. cit. [n. 14], p. 585.
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l’introduzione della leggenda ΒΑ∑ΙΛΕΩ∑ ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ 145
dopo la morte del Grande, riteniamo che il terminus ad quem per la com-parsa della leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ, al pari della monetazione a nome di Filippo iii, con o senza titolo regale, debba ancora considerarsi il 323/322.
B) Riteniamo non sia Anfipoli a dover essere considerata, eventual-mente, la zecca di riferimento per la prima comparsa del titolo regale nella monetazione d’impero, bensì quella di Babilonia ; non dimentichiamo che nel 323 la città mesopotamica è cuore e centro decisionale dell’impero, ove risiedevano Perdicca ed i basileis Filippo iii ed Alessandro iv. Per converso, non individuiamo ragioni cogenti per attribuire ad Antipatro l’iniziativa di apporre per primo, nel 322, il titolo regale sugli ‘alessandri’ della zecca di Anfipoli, considerato che nello stesso torno di tempo i basileis si trovavano saldamente sotto il controllo dell’epimeletes Perdicca, il quale resta, a nostro giudizio, il personaggio precipuamente indiziato dell’introduzione dell’in-novazione nella leggenda monetale.
C) Quanto alle zecche micrasiatiche la cui attività Le Rider propone di abbassare al 322, l’innovativa tesi dello studioso ci sembra in generale stori-camente fondata ; riteniamo invece che la presenza del titolo regale nella monetazione di ‘Side’, possa essere spiegata diversamente da una mera post-posizione cronologica alle emissioni di Anfipoli, come mostra la rilettura della stessa evidenza numismatica delle emissioni che proporremo più avanti.
3. le emissioni con leggenda ‘basilica’
di ‘anfipoli’ e ‘babilonia’
Ma esaminiamo in dettaglio il problema della titolatura attraverso l’evi-denza delle due zecche che fornirono insieme la gran parte della produ-zione totale dell’impero [25], quella macedone, definita convenzionalmente ‘Anfipoli’ [26], e quella di Babilonia(/Susa). ____________________ [25] Il 50% secondo S. Kremydi-Sicilianou, e Financing of Alexander’s Campaign,
Nomismatika chronika xviii (1999), p. 61-68, pp. 65. Non è da trascurarsi tuttavia la produzione dell’area cilicio-siro-cipro-fenicia capace, fra il 333 ed il 318, di ben 2.371 esemplari di tetradrammi ; cfr. G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 199.
[26] Dubbi sull’attribuzione ad Anfipoli compiuta da E.T. Newell (Alexander Hoards 2. Demanhur 1905, asnm 19 (1923), p. 67) ha espresso M.J. Price (op. cit. [n. 9], p. 88-89) ; intorno al 336 Ege e Pella avrebbero avuto «prior claim over Amphipolis», quest’ultima sarebbe divenuta la principale zecca macedone solo sotto il regno di Cassandro ; più di recente ha ribadito l’ipotesi di Newell G. Le Rider, Les tétra-drachmes macédoniens d’Alexandre : réflexions sur leur classement, le nombre des ateliers et les lieux de frappe, in R. Ashton & S. Hurter (eds.), Studies in Greek Numismatics in memory of M.J. Price, London 1998, p. 237-245, pp. 245.
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La cronologia tradizionale (336-318) per la monetazione argentea ma-cedone di Alessandro venne stabilita da Newell nella sua pubblicazione del tesoretto di Demanhur, in cui per primo identificò i gruppi di emissioni, assegnando a ciascuno uno o due anni di produzione e attribuendoli alla zecca di Anfipoli [27]. Il titolo regale è presente nei gruppi g, h, i, k/j.
Tale cronologia è stata sottoposta a revisione da H. Troxell, che ha pro-posto un consistente abbassamento generale di tutti i gruppi di tetradram-mi, la cui coniazione – è ormai riconosciuto – ebbe inizio solo nel tardo 333 o nel 332 iniziale in conseguenza della vittoria di Isso e non nel 336, all’inizio del regno di Alessandro, come sosteneva Newell [28]. Il picco delle coniazioni sarebbe da porsi non nel 328 o nel 327, quando Alessandro si trovava alla massima distanza dalla Macedonia, ma dal 325 in poi, allorché le truppe di ritorno dall’Asia esigevano pagamenti arretrati di molti anni di servizio.
Ripercorriamo gli argomenti della studiosa : in particolare, il gruppo g di ‘Anfipoli’, in cui per la prima volta compare il titolo ΒΑΣΙΛΕΩΣ, datato 325 da Newell, come cursoriamente proposto anche da Price, ha inizio dopo la morte di Alessandro. In tre ripostigli (Babylon 1973, Lebanon 1985, ____________________
Ritenendo convincenti gli argomenti di Price preferiamo utilizzare d’ora in avanti la dizione convenzionale ‘Anfipoli’ adottata dallo studioso per indicare le emis-sioni tradizionalmente ed erratamente assegnate a questa zecca.
[27] Cfr. Newell, op. cit. [n. 26], p. 67. [28] La monetazione argentea di ‘Anfipoli’ presenta nelle sue fasi iniziali dettagli
iconografici, mal eseguiti e presto abbandonati, concepibili solo se gli incisori avessero avuto in visione i tetradrammi di Tarso esemplati sul tipo del Baal di Tarso (cfr. O. Zervos, Near Eastern Elements in the Tetradrachms of Alexander the Great : the Eastern Mints, in O. Mørkholm & N.M. Waggoner (eds.), Greek Numismatics and Archaeology. Essays in honour of M. ompson, Wetteren 1979, p. 295-305 ; id., Notes on a Book by Gerhard Kleiner, nc cxlii (1982), p. 166-179, seguito da Fr. de Callataÿ, La date des premiers tétradrachmes de poids attique émis par Alexandre le Grand, rbn cxxviii (1982), p. 5-25) ; il che significa che essa potè avere inizio solo dopo quella tarsiota e dunque che la nuova monetazione macedone di Alessandro di piede attico ebbe inizio solo alla fine del 333 o nel 332 e non nel 336 (vd. H.A. Troxell, op. cit. [n. 12] ; G. Le Rider, Études d’histoire monétaire et financière du monde grec. Écrits 1958-1998, E. Papaefthyniou, Fr. de Callataÿ & F. Queyrel (eds.), Athènes 1999, p. 510 ss ; H.A. Troxell, Studies in the Macedonian Coinage of Alexander the Great, ansns 21 (1997), p. 89 ; H. Nicolet-Pierre, Argent et or frappés en Babylonie entre 331 et 311 ou de Mazdai à Séleucos, in P. Amandry & S. Hurter (eds.), Travaux de numismatique grecque offerts à G. Le Rider, London 1999, p. 285-305, pp. 286 ; di recente ricon-ferma tale posizione G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 26, 164. Contra M.J. Price, Alexander’s Reform of the Macedonian Coinage, nc cxlii (1982), p. 180-190 ; id., op. cit. [n. 9], p. 27 ss. ; id., Alexander’s Policy on Coinage, in Alexander the Great, Reality and Myth, Rome 1993, p. 171-175). Per un prospetto sinottico della cro-nologia di Newell e della revisione di Troxell vd. ead., supra, p. 96.
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l’introduzione della leggenda ΒΑ∑ΙΛΕΩ∑ ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ 147
Asia Minor 1968 [29]) i tetradrammi di ‘Anfipoli’ sono rappresentati fino al gruppo g ; la data dell’interramento dei ripostigli fornisce pertanto anche il terminus ante quem per il gruppo g di nostro diretto interesse. Ora, le mo-nete più recenti contenute nei ripostigli Babylon 1985 e Asia Minor 1968, emesse dalla zecca di ‘Babilonia’ sono dei tetradrammi (= 3692 Price) a leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ del gruppo 3 con M-ΛY, assegnate dalla Waggoner al 323/322. Questi due ripostigli, pertanto, « present no problem for dating the beginning of group g to late 323 or even early 322» [30].
Questo elemento ci collega al contesto della zecca di ‘Babilonia’, che, come anticipato, è a nostro giudizio da considerarsi la zecca di riferimento per il problema della titolatura regale.
Qui Newell datava l’introduzione del titolo regale al 324-323 [31] ; non è possibile capire tuttavia, come ha opportunamente sottolineato la Troxell, se egli si fosse lasciato influenzare dalla datazione che aveva attribuito ad Anfipoli. Newell, del resto, datava l’introduzione del titolo regale a Tarso sulla base della propria convinzione che questo giunse ad Anfipoli ed a Babilonia « about a year or so previous the death of Alexander, or between 325 and 324 bc » ed in merito alle cause di tale introduzione, solo dopo aver deciso per una datazione al 324 di tale innovazione, adduceva l’ipotesi che essa fosse effetto della conquista dell’India e del completato assoggetta-mento di tutti i domini del Re persiano da parte di Alessandro [32].
N. Waggoner, dal canto suo, ha datato i più antichi tetradrammi della zecca di ‘Babilonia’ recanti il titolo regale (la serie 6 con M- del gruppo 2) al 324/3-323/2, quindi approssimativamente al 323 [33], spiegando, ma con cautela, l’apposizione del titolo quale effetto della vittoria di Alessandro sul re indiano Poro ; di fatto il medesimo argomento fornito da Newell [34].
Tutto ciò, secondo H. Troxell, che trattava il problema incidentalmente a proposito della datazione il gruppo g di Anfipoli, significherebbe che la leggenda ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ cambiò in ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ a Babilonia ed a
____________________ [29] Per i dettagli su questi ripostigli vd. H.A. Troxell, op. cit. [n. 28], p. 74 ss.,
rispettivamente nr. 5, 6 e 22. [30] H.A. Troxell, op. cit. [n. 28], p. 92-93. [31] E.T. Newell, op. cit. [n. 26], monete nr. 4446 ss. [32] E.T. Newell, Tarsos under Alexander, New York 1919, p. 34. [33] N. Waggoner, Tetradrachms from Babylon, in O. Mørkholm & N.M. Waggoner
(eds.), Greek Numismatics and Archaeology. Essays in Honour of M. ompson, Wetteren 1979, p. 269-280, pp. 276.
[34] N. Waggoner, op. cit. [n. 33], p. 275 : « Finally the title, basileos, is added in the exergue at the beginning of the sixth and last emission, an addition that was mo-tivated, perhaps, by Alexander’s triumphant return to Susa in late 325 or early 324, aer victory over Porus in Punjab ».
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Tarso «no earlier than late 323, aer Alexander’s death» [35]. Tuttavia questa conclusione della Troxell, già sostenuta in precedenza [36], al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è assoluta : nel medesimo lavoro del 1997 a poche pagine di distanza la studiosa aggiunge sorprendentemente : « hoard evidence seems to show that the title was adopted at a number of mints to the East probably shortly before 323, and almost certainly before it appeared in Amphipolis » [37].
Fig. 4 – Tetradrammi gruppo 3 di Babilonia nome di Filippo iii
(da Price 1991)
Fig. 5 – Tetradrammi gruppo 3 di Babilonia nome di Alessandro (da Price 1991)
____________________ [35] H.A. Troxell, op. cit. [n. 28], p. 93. [36] H.A. Troxell, op. cit. [n. 12], p. 60-61. [37] H.A. Troxell, op. cit. [n. 28], p. 98, n. 50 : « Most recently the 1993 tetradrachm
hoard (i.e. il Near East 1993) buried 323 or 322 [bc] which contained coins with ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ from Citium, Myriandrus and Aradus, but whose Am-phipolis component ended with [group] e, the penultimate group before the title was added there ». Non ci sfuggono le possibili, problematiche, implicazioni cro-nologiche di tale osservazione. Tuttavia, se si accetta la recente proposta di G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 97, di abbassare la datazione del gruppo e di Anfipoli di un anno, al 323-322, ponendolo in relazione, assai verosimilmente crediamo, con l’attività di Antipatro in Grecia anziché con il pagamento dei veterani, come vole-va la ompson, l’ ‘anomalia’ registrata dalla Troxell verrebbe automaticamente eliminata, e gli esemplari con titolo regale delle zecche summenzionate potrebbe-ro collocarsi dopo il 323.
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l’introduzione della leggenda ΒΑ∑ΙΛΕΩ∑ ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ 149
L’ipotesi dell’introduzione post mortem del titolo regale nella zecca di ‘Babilonia’, in più occasioni sostenuta anche da Le Rider [38], è stata avan-zata nel 1999 anche da A. Nicolet Pierre con nuove argomentazioni. La studiosa punta l’attenzione sul gruppo 3 di tetradrammi di Babilonia, ca-ratterizzati da M-ΛY, sicuramente datato dopo la morte di Alessandro per la presenza dei tipi di Alessandro con leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΦΙΛΙΥ emessi a nome di Filippo iii (fig. 4). Qui, nelle monete battute con i mede- simi marchi di quelle di Filippo Arrideo e recanti la leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ (fig. 5) la studiosa è propensa a riconoscere coniazioni a nome di Alessandro iv, il secondo basileus dell’impero ; l’impiego di un controllo comune a tutte le officine incaricate di battere argento ed oro, sarebbe indice di una riforma notevole nel funzionamento dell’atelier di Babilonia. Secondo la Nicolet Pierre attribuire questa riforma ad Alessan-dro implicherebbe che egli avesse fatto inscrivere basileus sulle monete « au mépris de la tradition macédonienne », qualche mese prima della morte, e che una parte dell’emissione M-ΛY « lui revienne ». Al contrario, continua la studiosa, se si prolunga leggermente, come proposto da Le Rider nel 1995 [39], la durata del summenzionato gruppo 2 di Babilonia, quindi con uno ‘slittamento’ della serie 6 con titolo regale del suddetto gruppo, a mag-gior ragione « doit-on chercher la date de cette émission charnière (M-ΛY) après 323 » [40].
Ancora lungo la stessa linea interpretativa di recente Le Rider, traendo le conseguenze della sua summenzionata ipotesi che vuole il 322 terminus post quem per l’introduzione del titolo regale, pone la conclusione del gruppo 2 di Babilonia alla fine del 322/321, rimpiazzato nel 321/320 dal gruppo 3, ove compaiono entrambi i basileis [41].
Dei problemi che minano alla base quest’ultima ipotesi abbiamo già det-to, a nostro giudizio la chiave di volta del nostro ‘enigma’ resta ad oggi la precisa cronologia dell’emissione 6 del gruppo 2 di ‘Babilonia’, dove, oc-corre sottolinearlo, il titolo venne introdotto in un singolo momento [42] e soprattutto non compaiono nominali per Filippo iii, attestati invece nel gruppo 3 con M-ΛY. ____________________ [38] G. Le Rider, op. cit. [n. 28], p. 505, 511, 516, 1066, ed ora id., op. cit. [n. 20],
p. 298-299. [39] G. Le Rider, Annuaire du Collège de France 1995-96, p. 855 : « c.324-322 ou un
peu plus tard ». [40] H. Nicolet-Pierre, op. cit. [n. 28], p. 303. [41] G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 298. [42] Tutti i quattordici simboli noti sono attestati sia in esemplari con il titolo che privi
di esso ; ciò secondo M.J. Price, op. cit. [n. 9], p. 454 significa che tali simboli era-no in uso « in the same time ».
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La cronologia tradizionale, che riteniamo preferibile a quella di Le Ri-der condizionata dal discutibile terminus del 322, data tale serie al 323, il che può significare solo due cose : a) che Alessandro in persona abbia intro-dotto il titolo poco prima della sua morte, come volevano la Waggoner e Price ; b) se il titolo regale fu invece un’innovazione post mortem, dobbia-mo inferirne che la novità venne introdotta inizialmente per Alessandro iv, visto che il gruppo 2 non attesta emissioni a nome di Filippo iii. Tale con-clusione, per la verità, appare alquanto problematica sul piano storico, visto che Arrideo fu sicuramente acclamato basileus prima del figlio di Alessandro, e pertanto questa innovazione verosimilmente sarebbe dovuta comparire a Babilonia in primo luogo nella monetazione di Filippo iii, ricorrente invece solo a partire dal gruppo 3.
A ben vedere una soluzione al problema è possibile : il gruppo 3, come opportunamente evidenziato da Price, non mostra legami di conio con il gruppo 2 e soprattutto presenta rispetto a quest’ultimo differenze stilis-tiche tali, che lo studioso è incline ad attribuire i due gruppi a zecche differenti, assegnando il gruppo 3 a Babilonia in virtù della presenza di M-ΛY comune ai “lion staters” ed invece il gruppo 2 a Susa [43].
Ove si valorizzino questi elementi di discontinuità fra i due gruppi, ci chiediamo se l’incongruenza storica di un décalage fra la monetazione dei due re non possa essere sanata, individuando nella serie 6 del gruppo 2 a leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ e nelle prime emissioni del gruppo 3 a nome di entrambi i basileis, emissioni parzialmente parallele, anziché in sequenza [44]. Il che significherebbe che nel 323/322 il gruppo 2 di ‘Babilonia’ (/Susa), che aveva sino ad allora coniato ‘alessandri’, si concludeva aggiun-gendo in un singolo momento, presumibilmente poco dopo l’acclamazione regale del figlio di Alessandro, il titolo regale sull’emissione 6 intesa ora a ____________________ [43] M.J. Price, op. cit. [n. 9], p. 455 ; p. 457 : «e stylistic gap between the issues of
group 2 and the coinage in the name of Philip ii is emphasised by the similarity in style between group 2 and issues at ‘Susa’. Since it was at Susa that major pay-ments were made, it would be attractive to place group 2 there ».
[44] Nel ripostiglio Lebanon 1985 troviamo tetradrammi della serie 6 del gruppo 2 di ‘Babilonia’ (= 3684 Price), dunque databili 324/323, insieme con tetradrammi di Arado con monogramma cittadino e caduceo (3332 Price), un’emissione gene-ricamente posta da Price nell’ampio arco 328-320 ; ma quest’ultima varietà, come osserva H.A. Troxell, op. cit. [n. 28], p. 85, non è attestata nel Commerce Hoard 1993 del 323, dove la zecca di Arado è rappresentata dal tetradrammo della varietà 3316 Price (Σ e monogramma cittadino), mentre una dracma con monogramma cittadino e caduceo (= 3333 Price) si trova nel Near East 1993 interrato nel 322. Poste queste premesse, avanziamo con cautela l’interrogativo se tali dati non con-sentano di abbassare a dopo il 323, unitamente al tetradrammo di Arado 3332 Price, già considerato « as late or later than 322 » dalla Troxell, op. cit. [n. 28], p. 92, anche la serie 6 (= 3684 Price) del gruppo 2 di ‘Babilonia’ di nostro interesse.
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l’introduzione della leggenda ΒΑ∑ΙΛΕΩ∑ ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ 151
nome di Alessandro iv, mentre contestualmente (a Babilonia) aveva inizio il nuovo gruppo 3 con leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ, e marchi comuni, per entrambi i re [45] ; una ricostruzione, la nostra, per certi versi confrontabile con quella proposta da Hersh e Troxell nella loro risistemazione delle serie xii e xiii di Sardi [46]. Se tale ipotesi è valida, il titolo regale, dunque, venne introdotto nel 323/322 fra Babilonia e Susa pressoché contemporaneamente per i due basileis in due serie parallele [47].
4. elementi per l’introduzione post mortem della leggenda ‘basilica’
Da quanto abbiamo fin qui registrato non sono emersi elementi che per-mettano di concludere con assoluta certezza che Alessandro abbia real-mente interrotto la tradizione macedone, instaurata da Alessandro I, che prevedeva sulle monete unicamente l’apposizione del nome del sovrano.
Per la cronologia di tale innovazione, infatti, alla luce del complesso dell’evidenza numismatica e degli studi più recenti, resta, nella migliore delle ipotesi, un sottile discrimine temporale fra un periodo immediata-mente precedente ed uno immediatamente successivo alla morte di Ales-sandro, da collocarsi con ogni probabilità nello stesso anno 323 o poco dopo.
Inoltre, i dati sin qui desunti dalla nostra disamina danno adito ad una serie di interrogativi storici. In primo luogo è necessario chiederci per qua-li ragioni Alessandro dovesse attendere il 324 per decidere di introdurre il ____________________ [45] Da H.A. Troxell, op. cit. [n. 28], p. 74, n. 5, apprendiamo che N. Waggoner
(e Alexander Mint at Babylon, PhD diss., Columbia University, 1968, p. 134-135 e 148) riteneva che il legame di conio suggerisse che le monete di Alessandro (= 3692 Price) della serie 3 precedessero, anziché essere parallele, quelle a nome di Filippo iii (= P 181 Price). Non abbiamo modo di verificare questa afferma-zione ; dalle parole della Troxell (« Waggoner believed etc. »), tuttavia, ci pare evi-dente si tratti di una semplice opinione della Waggoner.
[46] C.A. Hersh & H.A. Troxell, A 1993 Hoard of Alexander Drachms from the Near East, ajn v-vi (1993-94), p. 13-42, pp. 30-32, dividevano la serie xiii di Sardi in due parti, una con nominali a leggenda ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ attestata nel Near East 1993 e l’altra esclusivamente a leggenda ΦΙΛΙΥ non compresa nel ripos-tiglio ; quest’ultima, evidentemente successiva al 322 data dell’interramento del tesoretto, veniva poi messa in parallelo alla serie xii contenente nominali sia nome di Alessando che di Filippo iii ; ne consegue che la monetazione, qui senza titolo regale anche nelle successive serie xiv e xv (ad eccezione degli stateri con ΒΑΣΙ-ΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ), a nome dei due basileis compare contestualmente in due serie parallele : xii e xiii.
[47] Siamo consapevoli che nella nostra ipotesi resterebbe da spiegare il silenzio su Filippo iii nella serie 6 del gruppo 2 di ‘Babilonia’(/Susa), ma è altrettanto vero che tale asimmetria si riscontra anche a Sardi dove, nella ricostruzione di Hersh e Troxell, la seconda parte della serie xiii non contempla emissioni a nome di Ales-sandro ; vd. supra n. 46.
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152 emiliano arena
titolo regale sulla propria monetazione, laddove non sembra avesse proce-duto in tal senso negli anni precedenti, nemmeno all’indomani della vitto-ria di Gaugamela o della morte di Dario iii, cui seguì una spiccata ‘orienta-lizzazione’ dei suoi costumi [48], momenti particolarmente significativi sul piano della propaganda di Alessandro in chiave ‘basilica’ e che, ad oggi, costituiscono, a nostro giudizio, un discrimine plausibile per l’introdu-zione del titolo di basileus nei documenti epigrafici, sia di matrice ufficiale, che ‘esterna’ [49].
La citata connessione dell’innovazione con il ritorno dall’India proposta da Newell e Waggoner non appare soddisfacente. Con buon pace di chi riteneva l’agosto 325 il momento in cui Alessandro poteva definirsi pad-rone dell’Asia [50], la tradizione non attribuisce a questo specifico evento un risalto sottolineato da gesti compiuti da Alessandro in chiave di ‘autorap-presentazione basilica’.
Di contro la vittoria di Gaugamela, come testimonia Plutarco, sembra sia valsa ad Alessandro l’acclamazione di βασιλεὺς τῆς Ἀσίας seguita da una serie di provvedimenti del Grande improntati all’insegna della euerge-sia regale, e volti a denotare l’epocalità della vittoria [51]. E sebbene la tes-____________________ [48] Dall’imitazione della magnificenza del re dell’Asia per mancanza di competitori
(Diod., xvii, 77, 4), cui corrispondeva il trapasso dalla continenza alla disso-lutezza (Curt., vi, 6, 1-3), all’adozione di un abbigliamento ‘barbaro’, singolare mistione di fogge mede e persiane (Plu., Alex., xlv, 1-3) ; o ancora l’adozione dell’anello (Curt., vi, 6, 6) e del diadema (Diod., xvii, 77, 5 ; Curt., vi, 6, 4 ; Iust., xii, 3, 8) di Dario. Per un’analisi degli atti ‘orientalizzanti’ di Alessandro seguiti alla morte di Dario vd. E.A. Fredricksmeyer, Alexander the Great and the King-dom of Asia, in A.B. Bosworth & E. Baynham (eds.), Alexander the Great in Fact and Fiction, Oxford 2000, p. 136-166, pp. 150 ss.
[49] Per questa ipotesi rimandiamo al nostro lavoro inedito di tesi di Dottorato (Arena, La titolatura regale, op. cit. [n. 14], p. 213 ss.).
[50] Così Fredricksmeyer, Alexander, Midas, and the Oracle at Gordium, CPh lvi (1961), p. 160-168, pp. 167, n. 39. Cfr. Arr., An. vi, 20-21. P. Goukowsky, op. cit. [n. 2], p. 175, pensava al 324. Pienamente condivisibile, invece, la tesi di fondo di Fredricksmeyer, op. cit. [n. 48], che in ultima analisi ritiene la proclamazione di Gaugamela punto di partenza di un processo, costituito da una serie di innova-zioni, attraverso il quale Alessandro sviluppò e riformò la sua regalità in una mo-narchia assoluta.
[51] Plut., Alex., xxxiv : « Alessandro fece sontuosi sacrifici agli dei e donò agli amici ricchezze, poderi e provincie. Desiderando guadagnarsi il favore dei Greci scrisse loro che le tirannidi erano state abolite e che essi governassero autonomamente ; in particolare scrisse ai Plateesi che avrebbe ricostruito la loro città, perché i loro padri avevano dato ai Greci il luogo ove combattere per la libertà dei Greci. Mandò poi un parte del bottino ai Crotoniati, in Italia per onorare coraggio e virtù dell’atleta Fayllo che durante le guerre persiane, mentre tutti gli Italioti ave-vano rifiutato di aiutare i Greci, con una sua nave era andato a Salamina per fare la sua parte nel momento di pericolo ».
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timonianza plutarchea costituisca un unicum nelle fonti letterarie, essa ha comunque un riscontro in epigrafi come la dedica di Alessandro ad Atena Lindia [52], la dedica del donario delfico della caccia di Cratero [53], e forse la dedica del tempio di Atena a Priene, la cui cronologia di massima 334-323, potrebbe trovare un terminus post quem nel 331 [54]. Ebbene, se questa do-cumentata, ma pur effimera, ‘acclamazione’ non ebbe riflessi immediati nella monetazione, non individuiamo motivi cogenti sul piano storico per cui avrebbe dovuto averne la vittoria su Poro, che, di fatto, non aveva por-tato ad una conquista permanente dell’India. Secondo una tradizione ri-portata da Arriano anzi, solo il progettato assoggettamento della Libia e di Cartagine sarebbe finalmente valso ad Alessandro a buon diritto il titolo di re di tutta l’Asia [55]. ____________________ [52] Chr. Blinkenberg, Lindos, fouilles de l’acropole : 1902-14, vol. ii : Inscriptions, Berlin
& København 1941, no 2, col. c 103-109 ; FGrHist 532 § 38 : βασιλεὺς Ἀλέξαν[δ]ρος μάχαι κρατήσας ∆α |ρεῖον καὶ κύριος γε[ν]όμενος τᾶς Ἀσίας ἔθυ |σε τ[ᾶ]ι Ἀθάναι τᾶι [Λι]νδίαι κατὰ μαντείαν |ἐπ' ἰε[ρέ]ως Θευγέν[ε]υς τοῦ Πιστοκράτευς.
[53] Un riflesso di questa formula sembra si possa cogliere nell’epigramma di dedica del donario delfico della caccia al leone di Cratero (fd iii, 4, p. 137, p. 213-214 ; L. Moretti, Iscrizioni storiche ellenistiche i, Firenze 1967, p. 73 ; cfr. Plin., Nat. Hist., xxxiv, 64 ; Plu., Alex, xl, 5). L’opera venne commissionata da Cratero stesso che visitò Delfi nell’inverno 321-20, ma il monumento venne eretto e dedicato dal figlio omonimo di Cratero, forse l’autore della synagoge psephismaton, dopo il 321, anno della morte di Cratero. Il testo alle ll. 7-8 recita « (il leone), che egli (Cratero) allora insieme con Alessandro uccise in quel modo, quando seguì nella sua battaglia distruttrice il glorioso re dell’Asia ». ὅμ ποτε, Ἀλ[εξά]νδρωι τότε ὅθ' εἵπετο καὶ συνεπόρθει |τῶι πολυαιν[ή]τωι τῶιδε Ἀσίας βασιλεῖ, |ὧδε συνεξαλά-παε… Questa lettura tuttavia non è univoca : Volgraff (in Mnemosyne ser. iv, 8 (1955), p. 324-325), e R. Merkelbach (Das Epigramm auf Krateros, Studi in onore di A. Calderini e R. Paribeni i, Milano 1956, p. 79-80), sostenendo l’ipotesi di un errore del lapicida, hanno letto : ὅμ ποτε, Ἀλ[εξά]νδρωι τότε ὅθ' εἵπετο καὶ συνεπόρθει |τῶι πολυαιν[ή]τωι τῶιδε Ἀσία βασιλεῖ. In alternativa Merkelbach leggeva anche ὅμ ποτε, Ἀλ[εξά]νδρωι τότε ὅθ' εἵπετο καὶ συνεπόρθει |τῶι πο-λυαιν[ή]τωι τῶιδε Ἀσίας βασιλεῖ, rendendo oggetto di συνεπόρθει il re dell’ Asia, cioè il re persiano. Contro questa lettura J. Bousquet, Inscriptions de Delphes, bch lxxxiii, 1 (1959), p. 146-192, pp. 166, n. 1 e W. Peek, Zur Löwenjagd des Krate-ros, Philologus cv (1961), p. 297-298, pp. 298. Recente sulla dedica vd. E. Vouti-ras, Zur historischen Bedeutung des Krateros-Weihgeschenkes in Delphi, wja x (1984), p. 57-62 ; seg xxxiv (1984), nr. 406 ; per una ricostruzione del monumento vd. Ch. Saatsoglou-Paliadeli, e dedication of Krateros at Delphi. Problems of Reconstruction, Egnatia i (1989), p. 79-100.
[54] E. Arena, op. cit. [n. 1], 2011. [55] Arr., An. vii, 1, 3 : οί δὲ καὶ τάδε ἀνέγραψαν, ὅτι ἐπενόει Ἀλέξανδρος περιπλεῦσαι
τὴν τε Ἀραβίαν τὴν πολλὴν καὶ τὴν Αἰθιόπων γῆν καὶ τὴν Λιβύην τε καὶ τοὺς Νομάδας ὑπὲρ τὸν Ἄτλαντα ὸ ὄρος ὡς ἐπὶ Γάδειρα ἔσω ἐς τὴν ἡμετέραν θάλασσαν καὶ τὴν Λιβύην τε καταστρεψάμενος καὶ Kαρχηδόνα οὕτω δὴ τῆς Ἀσίας πάσης δικαίως ἂν βασιλεὺς καλεῖσθαι τοὺς γάρ τοι Περσῶν καὶ Mήδων βασιλέας οὐδὲ τοῦ πολλοστοῦ μέρους τῆς Ἀσίας ἐπάρχοντας οὐ σὺν δίκῃ καλεῖν σφᾶς μεγάλους βασιλέας.
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Inoltre il decadramma in argento noto come “Porus’medallion”, docu-mento monetale dal singolare tema iconografico [56] tradizionalmente rite-nuto commemorazione della vittoria su Poro all’Hydaspe dell’estate 326, ma oggetto di numerose e variegate interpretazioni [57], non solo non reca il titolo regale, ma è del tutto privo di leggenda. Ciò non ne fa il prodotto di una monetazione regale a nome di Alessandro, bensì di una monetazione di natura quasi autonoma.
Ma soprattutto occorre chiederci, se si accoglie la più recente tendenza degli studi ad abbassare la cronologia dei nominali con leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ del gruppo 2 battuto a “Babilonia”(/Susa), come spiegare un’introduzione di tale leggenda prima del 323 nella zecca identificata in ‘Side’.
____________________ [56] Al figura maschile con elmo frigio incoronata da nike alata e recante in mano
un fulmine intepretata come Alessandro ; al medesima figura con elmo frigio a cavallo con lancia all’inseguimento di un elefante in fuga sulla cui groppa siedono due figure con lance in mano.
[57] Secondo M.J. Price, e “Porus” Coinage of Alexander the Great : a symbol of concord and community, in S. Scheers (ed.), Studia Naster oblata, i, Leuven 1982, p. 75-85, pp. 84. Id., Circulation at Babylon in 323 bc, in W.E. Metcalf (ed.), Mnemata : papers in memory of Nancy M. Waggoner, New York 1991, p. 63-72, pp. 66, il soggetto non sarebbe da interpretarsi come una scena della battaglia dell’ Hydaspe, bensì come una esaltazione della « strenght of the Indian force within the Macedonian army … to illustrate that idea of concord and community which formed the basis of Alexander’s dealings with Oriental powers ». Interpretazione, questa, forse non convincente in assoluto, ma meno inverosimile di quella tradi-zionale che vedeva al l’umiliante ritratto del re Poro indifeso in fuga inseguito da Alessandro, che di fatto non si addice al re indiano, il quale, pur vinto, venne invece trattato da re ed onorato dell’amicizia di Alessandro (vd. Arr., An., v, 19, 2-3). P. Bernard, Le Monnayage d’Eudamos, satrape grec du Pandjab et maître des éléphants, Orientalia Josephi Tucci memoriae dicata, Roma 1983, p. 65-94, pp. 80, ha ravvisato nei tipi la riproduzione di realtà improntate al mondo indiano della guerra con un realismo che sarebbe spiegabile solo con un contatto diretto dell’incisore con queste realtà. Autore di questa emissione sarebbe stato nel 317 il satrapo del Punjab Eudamos a Susa dove era giunto con i suoi elefanti. Vicino alle posizioni di Bernard G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 329 ss. Recente, sul deca-dramma di Poro, vd. F. Holt, Alexander the Great and the Mystery of the Ele-phant Medallions, Berkeley, Los Angeles & London 2003, partic. p. 147 ss., che vi vede un’emissione speciale per i veterani della campagna d’India, autorizzata da Alessandro, prodotta durante il ritorno dall’Oriente e portata in Mesopotamia, non finalizzata alla circolazione, ma meramente commemorativa, nonché «valu-able reward for distinguished military service». Contra l’interpretazione di fondo di Holt vd. Fr. de Callataÿ, Compte rendu de ‘F. Holt, Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions, Berkeley, Los Angeles & London 2003’, ac lxxiv (2004), p. 480-483, pp. 483, il quale ritiene non si tratti di medaglioni o oggetti di commemorazione della vittoria sugli indiani, né che fossero battuti in India, ma soprattutto è scettico sulla possibilità di potervi riconoscere Alessandro.
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Quale, cioè, il motivo per cui un’innovazione di tale portata ideologica dovesse verificarsi in zecche periferiche, prima che in quelle (Babilonia e Susa) più importanti di tutta la parte orientale dell’impero, che, in linea di principio, avrebbero invece dovuto influenzare ‘a cascata’ tutte le altre.
Il ruolo fondamentale delle zecche orientali è testimoniato con grande efficacia dai primi pagamenti effettuati nell’estate 324 da Alessandro per il congedo di 10.000 veterani a Susa e/o ad Opis sul Tigri a Nord-Est di Babilonia ; egli avrebbe assegnato loro, oltre la paga dovuta, anche un talento ciascuno, incaricando Cratero di guidarli e proteggere il loro ritorno in patria [58].
Ora, la ompson mostrava perplessità circa la capacità della zecca di Babilonia di assolvere al saldo dei veterani, da qui la sua nota ipotesi del pagamento presso le sedi di destinazione. Ma il ‘modello’ della studiosa sembra mostrare ormai diverse crepe, soprattutto grazie alla lucida disamina di Le Rider [59], che ha evidenziato una serie di elementi che per un verso svalutano la possibilità che i 10.000 fossero stati pagati in ultimo presso Anfipoli e per un altro sostanziano l’ipotesi di un pagamento dei veterani in primo luogo presso Babilonia.
Innanzitutto il compito assegnato a Cratero si giustifica con la possi-bilità che i veterani recassero con sé delle somme considerevoli. Essi, poi, non giungono in Macedonia né nel 324 né nel 323 ; nel 322 si trovano ancora in Cilicia con Cratero, quando questi ne distacca 6.000 per rag-giungere Antipatro in Tessaglia e dare il proprio contributo nella vittoriosa battaglia di Crannon [60]. È possibile che tale ritardo nella tabella di marcia per il ritorno in patria sia spiegabile con un precedente soggiorno proprio a Babilonia, ad esempio in occasione dei funerali di Efestione, circostanza in cui non sarebbe inverosimile ipotizzare un saldo, almeno parziale, dei 10·000. In ogni caso è arduo pensare che i veterani macedoni, ipotetica-mente del tutto privi di paga da ben 2 anni, rimanessero così a lungo, e quietamente, lontani dalla patria in Cilicia, se le loro spettanze dovevano essere saldate solo in Macedonia.
Di conseguenza, l’ampia produzione dei gruppi e-f di Anfipoli (rispet-
____________________ [58] A Susa Alessandro congeda 10.000 veterani, pagando loro debiti per 10.000 talenti
(Diod., xvii, 109 ; Curt., x, 2, 4-8) ; analoghe cifre di uomini e denaro per l’episo-dio localizzato da Arriano ad Opis ; qui Alessandro versò ai veterani « la paga non solo per il periodo trascorso, ma anche quello occorrente per il rientro in patria, alla paga aggiunse un talento per ciascuno » (Arr., An., vii, 8, 1 ; 12, 3) ; vaghi sul luogo dell’episodio Diod. xviii, 8, 2 e Iust. xiii, 5, 1. Per l’incarico a Cratero vd. Arr., An., vii, 12, 3.
[59] G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 88 ss. [60] Diod., xviii, 16, 4 ; Arr., Succ., 12
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tivamente 241 e 89 conii) secondo Le Rider non si spiega a vantaggio dei veterani macedoni, quanto piuttosto con le ingenti spese sostenute da Anti-patro per una serie di preparativi militari, come il reclutamento di nuove 10·000 unità [61] e con le manovre per ottenere sostegno in Grecia. Inoltre, i due gruppi, possibilmente emessi in un lasso di tempo breve, potrebbero collocarsi fra l’estate 323 e l’inizio dell’autunno 322, datazione che non infi-cia quella, ottobre 322-ottobre 318, assegnata dalla Troxell ai gruppo g-j.
Ad ulteriore sostegno dell’ipotesi di un pagamento dei veterani a Babi-lonia/Susa, è opportuno ricordare che Price ha interpretato il gruppo 2 di ‘Babilonia’(/Susa) non come un’emissione da distribuirsi nell’arco di 6 anni, come riteneva la Waggoner [62], bensì quale «large-scale production over a very relatively short period of time» [63]. Elementi quali l’incrocio dei conii e l’evidenza della contemporanea attività di ben 14 officine di zecca battenti in parallelo, infatti, lascerebbero interpretare questa mass product-ion come una coniazione intrapresa in tutta fretta ed interamente battuta nel 325/324, « that may have been given to the soldiers creditors or to the veterans to discharge » [64].
L’idea di una contrazione del gruppo 2 in un breve lasso di tempo è condivisibile, va però osservato che la datazione di Price al solo anno 325/324 era presumibilmente determinata dalla presenza dei nominali della serie 6 con titolo regale, che lo studioso, come abbiamo più volte ricordato, riteneva introdotto nel 325/324 ; poiché tale terminus non trova sufficiente supporto negli eventi storici del regno di Alessandro, ribadiamo la nostra opinione che il gruppo 2, che ebbe inizio relativamente tardi per i paga-menti ordinati da Alessandro stesso nel 325/324 e (secondo la Waggoner) giungeva almeno al 323, si prolungasse sin dopo la morte di Alessandro, concludendosi con la serie 6 con titolo regale solo nel 323/322.
Ma c’è di più, nel corso del gruppo 2, con la serie 3, che non c’è più ragione di porre nel 327-326, si registra un picco nell’attività della zecca [65], che potrebbe in qualche misura riflettere il passaggio dei veterani da Babilonia ed un pagamento, pur non totale, delle loro spettanze. ____________________ [61] Arr., An., vii, 12, 4. [62] N. Waggoner, op. cit. [n. 33], p. 270. [63] M.J. Price, op. cit. [n. 9], p. 64 e 454. Secondo lo studioso inglese la produzione
sarebbe di 15.000 talenti, cifra che sembra eccessiva, visto che sarebbero stati ne-cessari 1.000 conii di dritto, come ci suggerisce il prof. Fr. de Callataÿ, cui riba-diamo la nostra gratitudine per la comunicazione personale.
[64] M.J. Price, op. cit. [n. 9], p. 455. [65] N. Waggoner, op. cit. [n. 33], p. 274 : «e third year (327/326) (i.e. ser. 3), with 16
new dies and only 113 tetradrachms, although it provides the smallest number of surviving coins per obverse, seems to have seen the greatest minting activity ».
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Certo, l’intero gruppo 2 di ‘Babilonia’ non sembra aver potuto produrre i circa 24.000.000 di tetradrammi corrispondenti, secondo i calcoli di Le Rider, al talento per ciascuno dei 10.000 veterani, più il soldo per dieci anni di servizio [66], senza dimenticare le cifre ignote, ma certo considerevoli, spettanti ai mercenari licenziati per ordine di Alessandro [67], sul cui numero non disponiamo di dati precisi ; al massimo, aggiungendo peraltro le emissioni del gruppo 1 di Babilonia, si può arrivare a 2.580.000 tetra-drammi, equivalenti a 1.750 talenti [68], una cifra lontanissima, ad esempio, dai 10·000 talenti necessari per la pira di Efestione e per le altre enormi spese sostenute a Babilonia a ridosso della morte di Alessandro. Questi dati bastano da soli ad indicare che, in generale, solo una minima parte dei pagamenti veniva effettuata in ‘alessandri’ ; sarà il caso di ricordare, infatti, che una parte non ben quantificabile dei tesori persiani non venne monetata, ma rimase in forma di preziosi [69] ; pertanto, anche nel caso dei veterani e dei mercenari non tutte le spettanze saranno state versate in ‘alessandri’ o comunque non necessariamente in moneta, ma soprattutto forse non occorre privilegiare a tutti i costi il ‘modello’ univoco di saldo, avvenuto cioè o a Babilonia/Susa o presso le zecche micrasiatiche, o presso ‘Anfipoli’. A nostro giudizio non è inverosimile che parte dell’ammontare potè essere corrisposto in prima battuta presso le zecche orientali (Babi-lonia/Susa) e poi via via presso le altre zecche durante il viaggio di ritorno, almeno fino alla Cilicia ; non dimentichiamo la non trascurabile capacità produttiva delle zecche dell’area cilicio-siro-fenicia (vd. supra n. 25).
Stabilita così, riteniamo fondatamente, la priorità del fenomeno dell’ aumento di emissioni nelle zecche di Babilonia/Susa rispetto alle zecche micrasiatiche (‘Side’ compresa) e fenicie, in ultima analisi assume mag-giore concretezza la possibilità che, oltre a quelle di Babilonia/Susa, anche le emissioni con leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΥ attribuite a ‘Side’, così come quelle di Anfipoli e di conseguenza delle altre zecche minori, e su ____________________ [66] G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 91-92 : i 10.000 talenti spettanti ai veterani corris-
pondono a 15.000.000 di tetradrammi, più altri 9.000.000 di tetradrammi, il soldo per dieci anni di servizio.
[67] Diod. xvii, 106, 3. [68] G. Le Rider, op. cit. [n. 20], p. 319, cifra ottenuta moltiplicando 129 conii per
20.000 monete approssimativamente ricavabili in media da ciascun conio ; per il problema del numero di esemplari per conio vd. in ultimo Fr. de Callataÿ, A quantitative survey of Hellenistic coinages : recent achievements, in Z.H. Archi-bald, J.K. Davies & V. Gabrielsen (eds.), Making, Moving and Managing. e New World of Ancient Economies, 323-31 bc, Oxford 2005, p. 73-91, pp. 78.
[69] Cfr. Fr. de Callataÿ, Les trésors achéménides et les monnayages d’Alexandre : espèces immobilisées et espèces circulantes, in R. Descat (ed.), Or perse et his-toire grecque, rea xci (1989), p. 259-274, pp. 272-273.
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questo punto concordiamo perfettamente con Le Rider, siano tutte da spostarsi dopo il 323. In tal caso l’anomalia dell’assoluta unicità di ‘Side’ in ambito micrasiatico verrebbe ‘normalizzata’.
Non interessa ripercorrere qui la problematica concernente l’attribu-zione dei nominali con il titolo regale alla zecca della città panfilia (vd. su-pra n. 13) ; ci preme invece porre altro all’attenzione degli studiosi : quella di ‘Side’ potrebbe essere una monetazione, pur consistente, di durata assai bre-ve, anche inferiore ai due anni proposti dalla ompson. Vediamo perché.
Pur caratterizzato da una stretta omogeneità stilistica, il gruppo 1-3 con ΔΙ ed altri segni con consistente numero di conii non ha legami di conio con il gruppo 4-6 con ΒΣ; analogamente, quest’ultimo non ne mostra con il gruppo 7-9 con ΦΙ; come proponeva la stessa ompson si potrebbe pensare ad emissioni « concurrent, or roughly concurrent », vale dire pressoché contemporanee, come abbiamo visto nella rilettura com-piuta dalla studiosa dell’intero gruppo 2 di Babilonia.
L’emissione 10 (= 2964 Price) a nome di Filippo iii, che lega al conio di col sottogruppo 9 mostra che essa potrebbe essere stata battuta in pa-rallelo all’intero gruppo 7-9 legato all’interno da legami di conio e che il magistrato monetante per Filippo iii aveva un segno di controllo diverso dai colleghi che sovrintendevano alla battitura dei tetradrammi a nome di Alessandro, non che l’emissione 10 fosse cronologicamente posteriore al gruppo 7-9 [70].
Se eliminiamo il terminus post quem al 325 per l’inizio di tale moneta-zione dettato dall’ argomento, aprioristico, di Newell, il range cronologico 324-323 non è più valido ; i tre gruppi 1-3, 4-6, 7-9, considerata la stret-tissima affinità stilistica, potrebbero essere stati battuti a loro volta in con-temporanea ; l’emissione di Filippo iii, pertanto, fornisce un terminus post quem al 323 che potrebbe ritenersi valido per tutti i 10 gruppi di questa monetazione. In tal caso i tetradrammi con leggenda ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝ-ΔΡΥ potrebbero essere stati coniati a nome di Alessandro iv, subito dopo l’emissione di breve durata a nome di Filippo iii (10 con ), ad iniziare dal gruppo 7-9 con ΦΙ, con u