modi di dire

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A babbo morto Il significato iniziale di restituire dei soldi senza una data precisa (quando si sarebbe riscossa l'eredit a seguito della morte del padre), poi ha assunto altri significati, spiegati nella voce. Abbassare la cresta il gesto con cui i galli, prima o dopo un combattimento, riconoscono la superiorit dell'avversario. Dal mondo contadino l'espressione ci arrivata con il senso di "calare le proprie pretese", "riconoscere la propria inferiorit" o anche solo "far (di) meno l'arrogante / non fare tanto l'arrogante". A bizzeffe In grande abbondanza. Questa frase ha diversi sinonimi. A bocca asciutta Senza il bottino che si prevedeva di ottenere. Restare a bocca asciutta. A bocce ferme / A palle ferme Come nel gioco delle bocce la distanza dal pallino e di conseguenza i punti si assegnano solo a bocce ferme appunto, in certe situazioni bene attendere che gli eventi in corso siano terminati per procedere ad una valutazione o ad un'ulteriore azione. A botta calda Nell'immediatezza dell'accadimento. A braccia aperte In modo accogliente ed affettuoso. A braccio "Pressappoco" intendendo qualcosa misurato a braccio invece che con il metro. Simile all'espressione "a spanne". Un discorso a braccio, un discorso non scritto, non preparato. A briglia sciolta Senza freni. Le briglie, nel caso di un cavallo in corsa, rappresentano i freni ed i comandi in generale. A buon mercato Con poca spesa, a buon prezzo. A calci nel sedere Senza alcun riguardo. A caldo Poco dopo l'accaduto, quando se ne ha ancora viva l'emozione. In traumatologia si intende anche il momento in cui avviene il trauma durante l'attivit fisica (in cui il corpo e la parte interessata aumentano di calore). A casa mia Dal mio punto di vista, secondo me. A chi tocca? Chi il prossimo (di turno, della fila, della lista, nell'ordine del gioco)? A colpo d'occhio Sommariamente, a prima vista. A colpo sicuro Sapendo di non sbagliare, mossa di cui si conosce l'esito. A corpo morto

Lasciare cadere il proprio corpo senza opporre alcuna resistenza. Acqua cheta L'espressione proviene da un proverbio: L'acqua cheta (chieta) scava i ponti. Si definisce acqua cheta un individuo tranquillo che con costanza in grado, cheto cheto cio senza tanto clamore n in aperta competizione, di eliminare ostacoli in apparenza inamovibili; o, in negativo, chi apparentemente non sembra crear problemi ma a un bel momento potrebbe esser proprio quello che sconvolger tutto. L'espressione deve parte del suo successo alla commedia L'acqua cheta (1908) di Augusto Novelli. Acqua e sapone Si dice di una ragazza che non fa uso di altro cosmetico che l'igiene personale per valorizzare la propria bellezza. Ragazza sincera. Acqua in bocca "Non dire niente, non parlare!" Invito esplicito e complice a non parlare di qualcosa con qualcun altro: rigorosamente come se si dovesse tenere dell'acqua in bocca, cosa impossibile ovviamente se si prende a parlare. A cuore aperto Sinceramente, senza difese o diffidenze. A cuor leggero Compiere qualcosa superficialmente, senza pensare alle conseguenze. A denti stretti Nelle espressioni una risata a denti stretti, ridere a denti stretti, detto del ridere procurato da qualcosa che comunque produce anche una certa amarezza e quindi non permette di godere pienamente dell'aspetto ironico. Altro significato quello di cercare di ottenere qualcosa anche con grande sforzo. A Dio piacendo "Sperando che vada tutto bene". Ad ogni morte di Papa "Molto raramente". La morte di un Papa considerata un evento relativamente raro. Ad esempio: In Sicilia nevica ad ogni morte di Papa; in Sicilia nevica molto raramente. A doppio taglio Detto di cosa che ha degli effetti sia positivi che negativi, e che quindi necessita di cautela nell'usarla. Aff di Bacco a fede di Bacco. Si invocava simbolicamente il dio Bacco come testimone senza tema di smentita per garantire che in una locanda si mangiava e si beveva bene. A fior d'acqua Molto vicino alla superficie dell'acqua. Il "fiore" la parte pi sottile e aerea della pianta, metafora di ci che pi alto e pi fine (p.es. il fior di latte, il fior fiore "la parte migliore"). A fior di pelle Molto vicino alla superficie della pelle, epidermico. Un'impressione a fior di pelle "Un'impressione immediata, istintiva, epidermica". Avere i nervi a fior di pelle "Essere molto sensibili, suscettibili".

Affilare le armi Prepararsi ad uno scontro. A fondo perduto Senza dover restituire l'investimento iniziale. A freddo A distanza di tempo, quando gli animi si sono calmati A frotte "In gruppi" quindi "abbondantemente". Detto originariamente di persone. I bambini escono di scuola a frotte. Agli sgoccioli Vicino al termine, agli ultimi istanti, alle ultime risorse A gog "in grandi quantit, a profusione". Dal francese gogo, attraverso l'inglese a gogo. A naso Istintivamente. A pelle Ad una prima impressione. A iosa "In grande abbondanza, un'infinit". Secondo il Vocabolario Etimologico di Pianigiani da "chiosa", nel significato passato di "monetina", in grado quindi di acquistare solo cose di cui c'era abbondanza; oppure, attraverso il provenzale, dal "gaudium" latino. Secondo l'Etimologico DELI di Cortelazzo-Zolli l'origine tuttora da ritenersi ignota. In alcune parti del Nord Italia si usa, in alternativa, l'espressione "a ioia". Ai posteri l'ardua sentenza Su certi argomenti, oggi troppo controversi, toccher ai posteri pronunciarsi. La frase celebre tratta da due versi de Il cinque maggio, il componimento poetico pi celebre di Alessandro Manzoni. Il giudizio che Manzoni rimanda ai posteri quello sulla vita di Napoleone Bonaparte: Fu vera gloria? Ai tempi in cui Berta filava Ai tempi antichi. La Berta in questione Berta la piedona, moglie di Pipino il Breve e madre di Carlo Magno, beata e patrona delle filatrici[1]. Al di l del bene e del male L'omonima opera di Friedrich Nietzsche (1886) era una requisitoria contro i sistemi filosofici dominanti. L'omonimo film di Liliana Cavani (1977) era a sua volta ispirato alla tormentata biografia di Nietzsche. Oggi a volte si definisce al di l del bene e del male un'opera d'ingegno (libro, film, opera d'arte, ecc. ), talmente bella (o brutta) da meritare una categoria a s, fuori dai canoni artistici codificati; oppure un personaggio pubblico talmente celebre da far "saltare" le abituali convenzioni morali (Xxx ormai al di l del bene e del male, etc). Al di sopra di ogni sospetto Insospettabile Alla bell'e meglio In maniera approssimativa. Alla buona

Senza particolare puntiglio o precisione. Alla buon'ora Con ampio ritardo, in senso ironico. Alla bersagliera Letteralmente "di corsa". Frase resa famosa nel film Fantozzi contro tutti, con il protagonista alle prese con una bicicletta. Alla carlona Significa "alla buona", "senza pretese", "senza cura". Il "re Carlone" dei poemi cavallereschi in realt Carlo Magno, che anche dopo l'incoronazione a Sacro Romano Imperatore non rinunci mai alle sue abitudini e ai suoi abiti un po' grossolani. Il modo di dire attestato nella letteratura italiana sin dal 1400 (ad esempio, in Pietro Aretino). All'acqua di rose "Eccessivamente diluito, di debole effetto". Ad es.: Un farmaco all'acqua di rose: un farmaco blando o che non ha sortito l'effetto desiderato. Si dice anche di una situazione che si presenta senza difficolt. Alla fine della fiera in sostanza, in ultima analisi. Alla fine della giostra Alla resa dei conti. Alla garibaldina Compiere un'azione alla garibaldina significa intraprenderla senza troppe cautele, d'impeto, con avventatezza e slancio temerario. L'espressione un chiaro riferimento ai metodi di combattimento usati da Giuseppe Garibaldi, e in particolare alla Spedizione dei Mille. Alla grande Magnificamente. All'americana Si dice di cosa fatta in grande stile, oppure in un modo inusuale o con gusto grossolano. All'arma bianca Nelle battaglie campali era l'ordine impartito ai soldati per continuare a combattere con le spade o le baionette una volta che avevano terminato le munizioni dei loro fucili. Le armi da taglio o da punta (pugnali, spade, baionette), sono dette armi bianche. un calco (medievale?) dal germanico blanch (tedesco moderno blank), che significava anche "splendente": si tratta di armi metalliche, che quindi scintillano al sole. A volte l'espressione viene usata, con una sfumatura vagamente parodistica, per indicare uno scontro dialettico molto acceso tra due persone: una variante altrettanto diffusa alla baionetta. Alla romana Viene cos definita la modalit di dividere una spesa in parti uguali fra tutti i partecipanti, senza tener conto dell'effettiva fruizione di ciascuno di loro. Alla "viva il parroco" In maniera approssimativa o plateale, alla buona Alle perse

Quando tutto perduto, come ultima opzione. Alle prime armi Si dice di persona con poca esperienza. Probabilmente deriva dall'ambiente militare. Al passo coi tempi "Stare al passo coi tempi" significa conoscere e usare i mezzi, le soluzioni, pi aggiornati. Alti papaveri Persone importanti, generalmente in ambito militare o politico. Altro giro altra corsa Indica in modo ironico una ripetitivit quasi ossessiva di una certa azione, specie se giocoforza dopo un primo iter infruttuoso. Deriva dall'espressione usata dai giostrai nei luna park. Alzare i tacchi / Ritirarsi in buon ordine Andare via. S'usano dire pi spesso quando si tratta di una situazione critica in cui conviene farlo, come di mezza fuga, mezza sconfitta, ritirata strategica. Alzare il gomito bere oltre misura (alcoolici), perch solo alzando il gomito un ubriaco riesce ancora a svuotare il bicchiere. A memoria d'uomo A quanto si ricorda, da sempre. Amico del giaguaro Amico del tuo nemico. Ammazzare il tempo Trovare espedienti per passare il tempo, in un modo o nell'altro. Ammesso e non concesso Supposto, per il momento, che le cose stiano cos, pur senza riconoscerlo in via definitiva. Andare a Canossa La frase significa "umiliarsi, ammettere di avere sbagliato". A Canossa, nell'inverno del 1077, l'imperatore Enrico IV attese per tre giorni e tre notti, scalzo e vestito solo di un saio, di essere ricevuto e perdonato dal Papa Gregorio VII. Ma il conflitto tra i due (la lotta per le investiture) era destinato a riaprirsi di l a poco. Andare a dama Arrivare all'obiettivo prefissato. Andare / cascare a fagiolo Capitare a proposito, al posto e al momento giusto. Andare a farsi benedire Frase usata nell'abbandonare ci che si sta compiendo senza aver ottenuto nulla. La benedizione un atto per richiedere un intervento divino. Quando non si ha pi speranza d'ottenere ci che ci si aspetta, l'unica possibilit attendersi un miracolo. Andare a gonfie vele

L'espressione marinaresca, che significa "navigare sfruttando tutte la forza del vento", passata nell'italiano colloquiale, dove viene adoperata per descrivere una situazione in cui tutto sta andando per il meglio. La locuzione deriva forse dall'analoga espressione latina pleno velo, usata per esempio da Publio Virgilio Marone nell'Eneide (libro I verso 401). Di significato simile sono frasi come andare a vele spiegate o con il vento in poppa. Andare a letto con le galline Le galline, come molti animali diurni, seguono il sole. Andare a letto con le galline significa dunque letteralmente andare a letto al tramonto, per estensione andare a letto molto presto. Andare a pennello "Star bene indosso". Di abiti e qualunque oggetto adoperabile a proprio uso. Andare a quel paese Si manda "a quel paese" una persona che ci ha fatto arrabbiare. L'invito ad allontanarsi un eufemismo, che sostituisce espressioni pi forti come Andare al diavolo, all'inferno, in malora o pi volgari come Andare a fare in culo. Celebre la canzone "E va" interpretata da Alberto Sordi, il cui incipit recita, in romanesco: "Te c'hanno mai mannato...a quer paese??!! Sapessi quanta gente che ce sta!!". Andare a ramengo Significa perdersi, fallire nei propri scopi. Deriva verosimilmente dalla forma poetica "andare ramingo" (solo, senza una meta, allontanato da tutti, povero e disperato) ereditata probabilmente dall'italiano volgare dell'Alto Medioevo. Potrebbe anche derivare dal nome del comune in provincia di Asti Aramengo dove pare esistessero delle carceri che ospitavano le persone insolventi o che avevano fatto bancarotta. Andare a rotoli Si dice di situazioni, eventi, che "precipitano": vanno irrecuperabilmente male: "Tutto andava a rotoli". Andare a zonzo Non si conosce esattamente l'origine etimologica della parola "zonzo", che alcuni vorrebbero derivata dal suono che emettono le mosche durante il loro volo notoriamente irregolare ed imprevedibile. Dovrebbe quindi essere solo una forma onomatopeica. Altri lo ipotizzano da "gironzolare" (letteralmente "farsi dei giretti", ma che suona anche "ronzare in giro"). In ogni caso, ha il significato di "girare senza meta", anche solo per divertimento. Andare controcorrente Essere anticonformisti e diversi dalla massa. Andare dietro alle chimere Illudersi di qualcosa di irrealizzabile. Andare in bianco Significa non raggiungere lo scopo, non ottenere quanto sperato. Un pescatore che torna a casa senza pesci " andato in bianco". Un giovanotto che sperava di conquistare una ragazza, ma non conclude nulla ... "andato in bianco". Andare in cavalleria

Si dice di un conto che non verr mai pi saldato, un pagamento che non verr pi eseguito, e per estensione un'operazione prevista ma senza pi riscontro. Andare in rosso Significa "rimanere senza soldi, sforare il budget". Il "rosso" un chiaro riferimento al conto bancario. Similare "Essere al verde". Andare (finire) in vacca Si dice di qualcosa che va a finire male. Andare (filare) liscio Procedere regolarmente, senza intoppi. Andare nel pallone Restare confusi dalle troppe sollecitazioni (come quelle subite da un pallone da calcio durante un incontro). Andare per il sottile Usata come negazione, che non va tanto delicatamente alla questione, ma ci arriva in modo crudo e schietto. Andare per la maggiore Essere alla moda. Andare storto / Non andare per il verso giusto Procedere o concludersi non positivamente. Andarsene alla chetichella Andarsene di nascosto, senza far rumore. Animale da palcoscenico Lo si dice di un cantante o di un attore estremamente a suo agio ed espressivo sul palcoscenico. A occhio e croce All'incirca, pi o meno. A ogni pi sospinto Dappertutto, in ogni dove. In continuazione. A onor del vero / A voler essere obiettivi / Per dirla tutta In realt; volendo richiamare altri dati di fatto. A palla Al massimo delle capacit o velocit, tipico del centro Italia. A parte gli scherzi Vedi Scherzi a parte. A piede libero senza vincoli - senza catena e palla di ferro al piede - come avevano i carcerati in passato A pi non posso Indica una quantit enorme. Appendere (le scarpe) al chiodo L'espressione, usata spesso in ambito sportivo, significa "ritirarsi dall'attivit agonistica". Pu essere anche estesa al membro di una qualsiasi categoria professionale che decida di ritirarsi. Le "scarpe" in questi casi sono sostituite da un analogo "ferro del mestiere"; ad esempio, un ciclista appender la bicicletta al chiodo; un pattinatore appender i pattini; ecc. Apprendista stregone

Si dice di una persona irresponsabile, che facendo uso di strumenti o sistemi che non sa maneggiare, rischia di causare danni irreversibili. Apriti, cielo! Esclamazione che commenta in maniera critica l'inizio di un evento concitato. A quattro ganasce Divorare. A quattro palmenti Si usa per indicare un modo di mangiare veloce e ingordo, sinonimo di abbuffarsi. "Palmento" un sinonimo di "macina", come quelle usate nei mulini. Quindi triturare in grande quantit, come quattro macine. A ragion veduta Locuzione avverbiale. "Dopo averne conosciute le ragioni" quindi "oculatamente, opportunamente". Argento vivo L'argento vivo il mercurio, che ha il colore uguale all'argento, ma liquido. Si dice di persone che hanno una vitalit eccezionale: "Ha l'argento vivo addosso!" Aria fritta Lo si dice di un'idea, un progetto, un discorso, inconcludente, evanescente, privo di sostanza e fondamento. Armata Brancaleone Un'accozzaglia eterogenea di persone. L'espressione ha origine con l'omonimo film di Mario Monicelli (1966). Armiamoci e partite L'esortazione ironica si riferisce a chi non ha il coraggio di agire in prima persona e preferisce mandare avanti gli altri. La frase, una chiara parodia dello stile militaresco e in particolare mussoliniano. pronunciata, ad esempio, da Tot nel film Tot contro Maciste (1962). Nel 1971 diventa anche il titolo di un film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. A rotta di collo Riferito quasi sempre ad una corsa, anche in senso metaforico, magari lungo un pendo, di un soggetto talmente veloce da rischiare di rompersi il collo in caso di caduta. "Rotta" una forma antica per "rottura" ricavata direttamente dal participio passato di rompere. Arrampicarsi sui vetri / sugli specchi "Sforzarsi invano di argomentare l'impossibile". Vetri e specchi, essendo molto lisci, non lasciano alcun appiglio. Arriva la cavalleria Simile all'espressione arrivano i nostri. Arrivano i nostri Si dice solitamente quando arriva qualcuno in soccorso di chi in difficolt. La frase ha origine dai classici film western, nei quali il provvidenziale arrivo della cavalleria salvava i protagonisti da morte certa. Ascesa e caduta Simile all'espressione "vita morte e miracoli". Asilo Mariuccia

Detto di una situazione in cui molti si comportano in modo infantile; prende il nome da un istituto tuttora esistente a Milano (che per non un asilo infantile). Aspetta e spera Faccetta Nera / Bell'abissina / Aspetta e spera / Che gi l'ora s'avvicina! / Quando staremo / Vicino a te / Noi ti daremo / Un'altra legge e un altro re!. La pi conosciuta canzonetta coloniale del regime fascista (scritta nel 1935 da Renato Micheli) ha dato vita a un'espressione che conserva ben poco del suo significato originario. Equivale al pi usato campa cavallo. Aspettando Godot Il titolo della famosa opera di Samuel Beckett ha assunto il significato di aspettare qualcosa che non arriva, e che chi l'aspetta non fa niente per far s che ci avvenga. A spron battuto Letteralmente "Pungolando ripetutamente con lo sperone". Quindi "Forzando l'andatura, a tutt'andare" Assalto alla diligenza Muoversi per compiere il preponderato obiettivo. Trae origine dai film western classici, dove spesso le diligenze venivano attaccate dagli indiani d'America. Asso nella manica Avere una soluzione vincente ancora non svelata ma soprattutto molto inaspettata. L'asso, infatti, in parecchi giochi di carte la carta con il maggior valore. In passato i bari erano soliti nascondere un asso all'interno delle maniche per barare in maniera pi nascosta. A stecchetto Con poco cibo, a dieta. Mi ha lasciato a stecchetto "Mi ha offerto un magro pasto". Astratti furori Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dir quali, non di questo mi sono messo a raccontare. Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Il celebre incipit del romanzo Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini ha dato vita a una formula molto usata nella lingua italiana. Essere in preda ad astratti furori pu significare perdersi in ragionamenti eccessivamente complessi; oppure (secondo un'interpretazione pi prossima a quella del testo di Vittorini), ripiegarsi in una contemplazione indignata dei problemi concreti della societ, senza individuare un modo per risolverli. Attaccare bottone Incominciare in modo improvvisato una conversazione con una persona sconosciuta, spesso usata per indicare l'uomo che ci prova con una donna. Attaccarsi al tram L'espressione trova la sua origine nella possibilit per i passeggeri dei pi lenti tram del passato di viaggiare, in ogni caso pi scomodamente, restando aggrappati alle strutture esterne, specialmente avendolo "preso al volo", giunti che gi partiva o in un passaggio a bassa velocit del mezzo (al tempo operazione consentita): va intesa come la risposta spregiativa di chi invece un posto regolare era riuscito a

raggiungerlo ("E io? / C' posto anche per me?" "E tu ti attacchi / Adesso ti attacchi"). Oggi l'espressione utilizzata in senso figurato per indicare la situazione di chi si vede costretto a rinunciare a un obiettivo, per non aver raggiunto le condizioni necessarie ad ottenerlo (per esempio, chi arrivato fuori tempo massimo ad un impegno e vi deve rinunciare o perde il proprio turno o ne viene escluso). Equivale a "scordarselo" / "ormai poterselo dimenticare" ecc. Attrazione fatale Un rapporto sentimentale - di norma extraconiugale - vissuto con intensit tale da risultare morboso, viene spesso definito nel lessico giornalistico "attrazione fatale". Il riferimento a un film di successo del 1988, Fatal Attraction (Attrazione fatale nella versione italiana), girato da Adrian Lyne e interpretato da Michael Douglas e Glenn Close. A tutta birra "A tutta velocit". Deriva probabilmente da una traduzione errata dell'espressione francese toute bride ("a tutta briglia"). A tutto gas Variante (pi corretta) di a tutta birra. A tutto spiano Senza limiti di sorta. Lo spiano era la misura della quantit del grano assegnata ai fornai per la panificazione: se non c'erano carestie o particolari scarsit del prodotto la quantit erogata con profusione era appunto quella a "tutto spiano", mentre in caso contrario veniva ridotta a mezzo spiano o anche di meno. A ufo A un bel momento Un certo momento, ma senza preavviso ovvero arbitrariamente. Auguri e figli maschi Tipico saluto di commiato indirizzato verso i novelli sposi. La nascita della frase legata ad una concezione patriarcale della societ, in cui l'arrivo di figli maschi maggiormente auspicabile. A un palmo di naso "Vicinissimo". Ad un palmo di mano dal proprio naso. Da non confondere con la simile espressione con un palmo di naso. A un tiro di schioppo Vicinissimo, come la distanza di un colpo di fucile (schioppo). Avanti tutta Locuzione marinaresca, che significa letteralmente "viaggiare dando ai motori del natante la potenza massima, per andare il pi veloce possibile". Si adopera per chiedere a chi ci ascolta di impegnarsi al massimo e nel minor tempo possibile. Avere il cuore in gola "Essere tanto emozionati da non riuscire a parlare" Avere il dente avvelenato Essere infuriati. Avere i numeri (dei numeri) "Essere in grado di fare una determinata cosa" oppure "essere la persona giusta". Avere il pelo sullo stomaco

Essere freddi e cinici. Avere la coda di paglia "Sapere di aver sbagliato". L'espressione derivata da un proverbio: "chi ha la coda di paglia, ha sempre paura che gli pigli fuoco". Una persona con "la coda di paglia" si aggira tra gli altri con sospetto, per il timore che qualcuno noti le sue colpe o i suoi difetti. Avere la sindrome del genio incompreso Reputare di non essere capiti appieno dal prossimo a causa della propria presunta grande intelligenza o a causa della presunta inferiorit degli altri. Avere l'acquolina in bocca Letteralmente si riferisce alla salivazione che in modo spesso incontrollabile si scatena alla vista o al pensiero di un cibo particolarmente goloso (riflesso condizionato). Viene utilizzata ad indicare quelle situazioni che attirano la nostra attenzione in quanto offrono la prospettiva di un semplice, immediato e positivo beneficio. Avere le braccine corte Dicesi di persona che tende ad essere avara nello spendere i propri risparmi. Deriva verosimilmente dall'antica abitudine che i venditori di tessuti avevano, nel misurare la stoffa da vendere secondo la lunghezza del proprio braccio; se si allungava il braccio un po' meno di quanto possibile, si otteneva il risultato di vendere meno stoffa, ma applicando il prezzo pieno. Avere le carte in regola Avere tutti i documenti richiesti; per estensione: tutto ci che normalmente occorre, anche figuratamente: le qualit necessarie. Avere le mani legate Essere impossibilitati a compiere un'azione. Avere/sentire le farfalle nello stomaco La strana sensazione allo stomaco che sente chi innamorato. Avere le mani bucate Essere uno spendaccione. (Avere un) conto in sospeso Letteralmente: vantare un credito; figuratamente: aver subito un torto, di cui quindi si potrebbe voler richiedere una riparazione, le scuse ecc o da "ripagare" cio di cui vendicarsi. Avere un groppo in gola Non riuscire a parlare per l'emozione. Avere voce in capitolo Avere l'autorevolezza per poter parlare, ricevere la dovuta considerazione, vedere ammessa la propria posizione, in proposito di un certo argomento. Il capitolo in questione in realt un calco del latino capitolum, "collegio" o "consiglio"; la frase fatta deriva infatti dall'uso monastico di dare voce, durante il "Capitolo", ovvero la riunione quotidiana di tutti i monaci, soltanto a quanti tra essi avessero gi pronunciato i voti perpetui; per traslato, chi "non ha voce in capitolo" meno importante, come appunto i novizi nel monastero.

B [modifica]

Baciamo le mani Modo di dire tipico del Sud d'Italia, e in particolare della Sicilia. Risale all'epoca in cui, in segno di rispetto e sottomissione, si baciava effettivamente la mano di una signora o di chi fosse considerato dalla comunit un personaggio potente, sia economicamente che politicamente. Col tempo si smesso di baciare realmente la mano, ma la frase entrata nell'uso comune, come segno di riverenza e rispetto. Pu anche assumere un significato ironico, per parodiare il comportamento un po' troppo altezzoso di qualcuno.

Baciarsi i gomiti Essere in una situazione particolarmente favorevole, essere in vantaggio su altri. Dicasi relativamente a contesti di situazioni o avvenimenti, pensando a come ci si potrebbe trovare se si verificassero determinate condizioni. Per cui si direbbe "Mi bacerei i gomiti se avessi il suo lavoro!".

Bagnato come un pulcino Completamente bagnato, zuppo, come un pulcino uscito dall'uovo appena schiuso.

Banalit del male Nel 1963 la studiosa tedesco-americana Hannah Arendt pubblic le sue cronache del processo al criminale nazista Adolf Eichmann col titolo Eichmann in Jerusalem - A Report on the Banality of Evil ("Eichmann a Gerusalemme: rapporto sulla banalit del male"). La scelta dell'editore italiano di intitolarne la traduzione La banalit del male contribuir al successo di quest'espressione nel lessico giornalistico, politico e scientifico. Per la Arendt il male "pu invadere e devastare tutto il mondo perch cresce in superficie come un fungo. Esso sfida il pensiero, perch il pensiero cerca di raggiungere la profondit, andare alla radice, e nel momento in cui cerca il male, frustrato perch non trova nulla. Questa la sua "banalit"... solo il bene ha profondit e pu essere integrale". Per contrasto si parla anche di banalit del bene (dal titolo della biografia di Giorgio Perlasca scritta da Enrico Deaglio), se chi lo compie d per scontata l'imposizione della propria coscienza o lo fa per senso del dovere, e comunque senza aspettarsi alcuna ricompensa.

Bando alle ciance Le ciance sono (nel vernacolo toscano) le chiacchiere futili e vane, da cui "andiamo a fare quattro ciance". Per cui "bando alle ciance" pu avere il significato "basta con le parole" (e magari passiamo ai fatti).

Ma ciance significa anche frottole, stupidaggini, fandonie per cui il significato potrebbe essere "basta con le frottole!"

Bastian contrario Chi prova gusto ad opporsi all'opinione altrui, dicendo o facendo il contrario

Bastone tra le ruote un ostacolo procurato da altre persone.g

Battere cassa Esigere il pagamento

Battere in ritirata o Battere la ritirata Dare il segnale della ritirata o ritirarsi frettolosamente

Battere la Diana Dare il segnale militare della sveglia

Battere la fiacca Stare senza far niente

Batti e ribatti Sostantivo. "Discussione serrata". Tra i due era un batti e ribatti di accuse e controaccuse

Bava di vento Vento leggerissimo e continuo, di forza inferiore alla brezza, secondo la Scala di Beaufort.

Becco di un quattrino Vedi Il becco di un quattrino.

Bell'e buono Indiscutibilmente tale, proprio, inutile negarlo o girarci intorno: "Questo un sopruso bell'e buono".

Bello/a come il sole Bellissimo/a.

Botta di vita Inatteso slancio di vivacit.

Botta e risposta Serrato scambio di battute.

Botte da orbi Frase tipicamente toscana che sta a significare picchiarsi menando colpi selvaggiamente e furiosamente. Gli "orbi" stanno a significare i ciechi che, non potendo vedere, menano quindi botte e colpi a casaccio.

Braccia rubate all'agricoltura Motto ironico con cui si apostrofa una persona che svolge un lavoro intellettuale senza sembrarne all'altezza.

Braccino corto Motto ironico con cui si apostrofa una persona avara.

Brancolare nel buio Brancolare significa avanzare a tentoni; si usa quando non si sa pi cosa fare in una determinata situazione.

Bruciarsi i vascelli alle spalle Fare una scelta irrevocabile, o anche arrivare involontariamente in una situazione dalla quale non si pu pi tornare indietro.

Brutto anatroccolo Il brutto anatroccolo della celebre fiaba omonima di Hans Christian Andersen (nell'originale danese grimme lling) in realt un piccolo cigno, il cui uovo finito in un nido di anatre: la sua bellezza si riveler soltanto nella maturit. Con questa fiaba, Andersen ha creato una potente metafora dell'adolescenza: l'espressione "brutto anatroccolo" rimasta nella lingua italiana ad indicare una persona apparentemente sgraziata, ma dotato di potenzialit ancora inespresse.

Brutto come la fame (anche Brutto come il peccato) Terribilmente brutto.

Buco nell'acqua Attivit inutile.

Buco nero In riferimento ad aziende o istituti di credito che, per analogia ai buchi neri in cui la materia scompare, truffano i propri clienti facendo sparire enormi quote di denaro. Questo termine pu riferirsi anche ad enti che, nonostante la ricezione di fondi pubblici consistenti, offrano servizi di basso livello o, peggio, non ne eroghino.

Buonanotte ai suonatori Si sottintende che la serenata o la festa sia finita, ovvero (fuor di metafora) che ormai passato il tempo di concertarsi d'intesa e non rimane che separarsi senza aggiungere parola.

Buonanotte al secchio "Lasciamo perdere, non c' niente da fare". L'espressione deriva con molta probabilit dal modo di dire quando un secchio slegato cadeva in un pozzo ed era quindi impossibile da recuperare.

Buono come il pane Indiscutibilmente buono.

Buttare a mare qualcosa, qualcuno Disfarsi di qualcuno o qualcosa.

C [modifica]

C' del marcio in Danimarca "Something is rotten in the state of Denmark". una celebre frase pronunciata da Marcellus, ufficiale danese, nell'Amleto di William Shakespeare (Atto I, scena IV), durante la prima apparizione dello spettro. Oggi la frase si usa per suggerire che in un certo ambiente qualcuno stia congiurando ai danni di altri.

C' un giudice a Berlino

Per ricordare che prima o poi la giustizia compie il suo corso.

Caccia al ladro / all'uomo L'inseguimento di un malvivente da parte delle forze dell'ordine. Si pu riferire parodisticamente alla ricerca faticosa di una persona molto richiesta.

Caccia alle streghe Persecuzione spietata, ingiustificata, pretestuosa. L'espressione si riferisce alle pratiche giudiziarie diffuse in Europa tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'et moderna, che consentivano ai tribunali di imprigionare, torturare e mandare a morte uomini e donne con la sola accusa di stregoneria o di commercio col diavolo, il pi delle volte contestata a membri pi o meno irrequieti delle classi popolari.

Cadere (cascare) a fagiolo "Capitare opportunamente, al momento, alla maniera giusta". La crisi di governo casca a fagiolo per gli speculatori finanziari

Cadere (cascare, scendere) dal pero L'espressione potrebbe derivare dall'antica locuzione stare sulle cime degli alberi, adoperata per designare chi parlava in modo troppo difficile o supponente: da cui l'invito a "scendere dal pero" e a tornare a comunicare coi propri simili. Chi invece "casca" dal pero, sperimenta un doloroso impatto con la realt, dopo essere stato per troppo tempo nel mondo illusorio dei propri pensieri, o della propria infanzia, ecc.

Cadere (cascare) dalle nuvole Un tempo l'espressione aveva due significati: 1. "arrivare all'improvviso, senza avvisare". 2. "scoprire con incredulit qualcosa di evidente per tutti" In entrambi i casi, le "nuvole" rimandano alla divinit: dalle nuvole, ad esempio, proviene la folgore di Zeus, che colpisce senza preavviso. Ma sulle nuvole risiedono anche gli angeli e i santi del paradiso cristiano, che cadendo oggi sulla terra si troverebbero immersi in un mondo del tutto nuovo e stupefacente per loro. Dei due significati, oggi ormai resiste solo il secondo: come se la divinit non fosse pi in grado di stupire ma solo di farsi stupire.

Cadere nelle braccia di Morfeo

Addormentarsi. Da Morfeo, divinit greca dei sogni.

Calcare la mano Esagerare

Calende greche Le calende (Kalendae) erano festivit latine, non previste dal calendario greco. Perci rimandare qualcosa "alle calende greche", significa rimandarlo per sempre. L'espressione un calco della locuzione latina Ad Kalendas graecas, attribuita da Gaio Svetonio Tranquillo all'imperatore Augusto. Stesso uso del latinismo sine die.

Calma e gesso Si dice quando si esorta alla calma e a non agire troppo in fretta. Deriva dal linguaggio dei giocatori di biliardo, che prima di effettuare tiri difficili danno un ritocco alla punta della stecca, che appunto ricoperta di gesso.

Calzare a pennello Vedi andare a pennello

Cambiare i connotati Malmenare qualcuno fino a deformargli il volto. I connotati sono i tratti distintivi del viso.

Camminare sulle uova / Andare con i piedi di piombo / Andarci cauti Muoversi (anche fisicamente) "come se si stesse camminando sulle uova" significa farlo con estrema cautela, ad esempio con gesti misurati, cos "andarci/procedere con i piedi di piombo" (perlopi solo figuratamente) vuol dire affrontare una situazione con la massima prudenza, tipicamente non dando niente per scontato e/o evitando ogni sfrontatezza; "andarci cauti" appena meno enfatico.

Campa cavallo L'espressione deriva dal proverbio tradizionale "campa cavallo che l'erba cresce", che potremmo parafrasare cos: "finch tutto va bene, ci si pu permettere di vivere senza troppi pensieri". L'espressione fondamentalmente ambigua: "campa cavallo" pu essere un augurio, ma pu anche celare un fondo d'ironia: non detto che le cose vadano bene per sempre. Vedi anche: Aspetta e spera

Candido come un giglio Purissimo. Il giglio un fiore bianco, il colore che simboleggia la purezza e la verginit.

Cane bastonato Persona dall'aria depressa.

Cane sciolto Persona anticonformista, che non segue la massa, poco incline a uniformarsi.

(Aspettare a) cantar vittoria (Non essere cos sicuri, non sbilanciarsi prima del tempo a) esultare per il risultato ottenuto, di validit definitiva.

Canto del cigno "Ultimo segno di grandezza prima del declino finale": secondo una leggenda, prima di morire il cigno eleva il suo canto pi melodioso.

Capitale morale Nel 1864, quando Firenze divent la nuova capitale del Regno d'Italia, i giornali milanesi coniarono per la loro citt la definizione di "Capitale morale d'Italia": Milano era considerata infatti la citt pi ricca e moderna del Regno (oltre che la pi popolosa, dopo Napoli).

Capitare a tiro Essere alla portata, raggiungibile.

Capire l'antifona Intendere un'allusione, comprendere da una frase l'intera situazione. L'antifona la parte proemiale dei salmi, recitati nella Liturgia delle Ore, preghiera cattolica. L'antifona sintetizza in una breve frase il contenuto o li significato del salmo che segue.

Capro espiatorio. Citazione biblica dal Libro del Levitico. Nella liturgia ebraica, il capro espiatorio sacrificato a Dio in riparazione dei peccati di chi lo offre in sacrificio. Nel cristianesimo il capro espiatorio Ges Cristo, definito l'Agnello immolato, che assume su di s i peccati del mondo. Nell'uso attuale con tale

espressione ci si riferisce a qualcuno che si prende le colpe di fatti che non ha commesso. Carit pelosa detta "pelosa" la carit che si fa per interesse. Il Dizionario moderno (1908) di Panzini e il Dizionario etimologico di Pianigiani (1907) fanno risalire la voce ad un aneddoto storico: quando Giuliano il Bastardo chiese aiuto al Papa, questi gli mand una preziosa reliquia: alcuni peli della barba di San Pietro. Ma Giuliano vinse effettivamente la guerra, e ricompens il pontefice con "larghe concessioni". L'espressione pi probabilmente derivata dal modo di dire, molto popolare nell'Ottocento, avere il pelo sul cuore (essere insensibile), e si ritrova ne I Malavoglia di Giovanni Verga.[2]

Carne da cannone La "carne da cannone" quella dei soldati (e pi precisamente dei fanti)), destinati a fronteggiare l'artiglieria come le bestie sono destinate al macello (e carne da macello viene infatti spesso usata con lo stesso significato). La locuzione nasce da una spregiudicata metonimia: gli individui sono raffigurati come carne indistinta. Per il suo cinismo, la frase spesso usata con intenti polemici per criticare le guerre e i guerrafondai. L'originale francese, le soldat est la chair cannon, fu attribuito a Napoleone Bonaparte dall'Abate de Pradt, con il chiaro intento di screditare il condottiero. L'espressione fu ripresa e tradotta da Giacomo Leopardi nei suoi Pensieri: "Napoleone fu [...] oggetto per dir cos, di culto ai soldati, che egli chiam carne da cannone e tratt come tali".

Carne della mia carne Figlio. Esprime e sottolinea con forza lo stretto grado di parentela.

Carneade! Chi era costui? la frase iniziale dell'VIII capitolo dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, pronunciata da uno dei personaggi, Don Abbondio, mentre legge il testo di un panegirico in onore di San Carlo Borromeo, all'interno del quale trova menzionato il filosofo Carneade. La fortuna dell'espressione presso i contemporanei di Manzoni fu tale che ancora oggi un personaggio storico o di fantasia o reale poco noto viene chiamato "un carneade". L'espressione viene usata (anche nella forma XXX. Chi era costui?) per esprimere o confessare l'ignoranza di un personaggio storico o di fantasia.

Carta bianca Espressione che indica la possibilit conferita a qualcuno di affrontare una situazione o un problema nel modo ritenuto pi opportuno, senza vincoli scritti.

Carta canta I documenti parlano chiaro, ci che scritto non si pu smentire.

Casa e chiesa Persona che non ha altri interessi o attivit se non occuparsi delle faccende domestiche e, come attivit sociale, solo la pratica religiosa.

Casalinga di Voghera Cascasse il mondo Cercare di raggiungere un obbiettivo col massimo impegno, a fronte anche di ostacoli apparentemente insormontabili. Cascasse il mondo, superer l'esame!

Castelli in aria Costruire castelli in aria significa progettare senza fondamenta, senza un piano, fantasticando.

Cattedrale nel deserto Si dice di un grande progetto inutile, come una cattedrale costruita in un deserto senza che vi sia una comunit di persone a frequentarla. Si detto spesso di investimenti ingenti al sud Italia non coordinati e realizzati in un progetto globale (esempio fabbriche nuove in aree depresse senza essere collegate da strade e ferrovie)

Cavalcare la tigre Cercare di sfruttare un avvenimento potenzialmente pericoloso.

Cavallo di battaglia Espressione usata spesso nel mondo dello spettacolo ed indica il pezzo migliore del repertorio con il quale si ottengono i risultati migliori, spesso il primo con cui si ha conseguito notoriet.

Cavallo di razza Persona dalle doti eccezionali per compiere un certo compito.

Cavallo di Troia. Citazione dall'Iliade di Omero. (Non/senza) cavare un ragno dal buco / (Non combinare) un bel niente.

Si dice che in una data situazione non si riusciti a cavare un ragno dal buco quando non si riusciti a combinare, ottenere nulla di apprezzabile.

Cavar sangue da una rapa Impresa impossibile.

Cavar sangue dal muro Sforzarsi inutilmente, svolgendo un lavoro che non pu dare nessun frutto.

Ce ne passa di acqua sotto i ponti Fino al momento di raggiungere un determinato scopo o di arrivare ad una certa situazione, ci si vorr ancora molto tempo.

Cento di questi giorni Espressione augurale utilizzata soprattutto in occasione di compleanni o in generale altre feste ricorrenti (tipicamente ogni anno). Augura a chi se la sente rivolgere di trascorrere altri cento giorni felici come quello che si sta festeggiando quindi, implicitamente, augura una lunga vita al festeggiato.

Che mangino brioches Espressione attribuita alla regina Maria Antonietta d'Austria, pronunciata per rispondere ad un suo suddito che le disse: "il popolo ha fame, non ha pi pane". Questa espressione sta ad indicare che l'argomento di cui si parla non interessa molto.

Che mi venisse un colpo Espressione che indica uno stato di incredulit.

Che vale un Per Che ha molto valore, usato sia per persone che per cose. Il modo di dire deriva dall'oro che i conquistadores spagnoli trovarono in Per e portarono in Europa

Chi c' c' (e chi non c' non c') Di uso comune, sta a significare che chi parteciper (ad es. ad una festa o ad una cena o ad un'iniziativa di qualsiasi tipo), sar ben accetto e potr godere della compagnia degli altri; chi invece non sar presente, non sa cosa si perso, ma nessuno ne sentir la mancanza.

Chi ha orecchie per intendere, intenda Chi vuole ascoltare e comprendere ci che dico, lo faccia. A sottolineare che ci possono essere persone alle quali il discorso pu non far piacere o dare fastidio e quindi faranno finta di non ascoltare o di non capire.

Chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi Fare l'azione giusta, ma ormai con troppo ritardo e quindi inutilmente.

Chiudersi a riccio Chiudersi in se stessi evitando di socializzare con gli altri.

Chiudi il becco Espressione usata sgarbatamente per intimare a qualcuno di tacere. L'uso della parola "becco", invece di "bocca", dato dal sottinteso paragone tra la persona che sta parlando e le galline (con riferimento al chiocciare). Poich inoltre si ritiene che le galline siano animali dalla poca intelligenza, per estensione, la frase significa anche che meglio tacere, poich si stanno dicendo cose poco serie e/o di poco interesse. L'espressione veniva spesso adoperata nei dialoghi cinematografici e televisivi, in luogo di espressioni pi volgari (in questo senso, pur essendo chiaramente offensiva, ha un valore eufemistico), a volte come corrispettivo italiano di espressioni analoghe ("shut your mouth", in inglese; "ferme ta gueule" in francese)

Ci fai o ci sei? Fai finta di essere o di comportarti cos, oppure sei proprio cos?

Ci vedremo a Filippi In un passo di Plutarco - poi ripreso da Shakespeare nel suo Julius Caesar - Bruto riceve in sogno la visita di un fantasma (probabilmente Cesare) che rivolto a lui pronuncia la celebre frase; la Storia ci dice che proprio nella battaglia di Filippi il Cesaricida morir per mano di Antonio: questa espressione viene quindi usata per intimare, spavaldamente, a un avversario la certezza della propria vittoria o per annunciare un futuro regolamento di conti.

Cieco come una talpa Non vedere nulla o quasi; detto sia in senso patologico che figurato (nel senso una persona non si rende conto della realt).

Ciurlare nel manico Ciurla nel manico una persona o cosa che risulti incerta e non affidabile. Se la lama di un coltello non ben inserita nel manico o se ne staccata per il lungo uso, l'arnese diventa inservibile, perch la lama perde ogni resistenza girando (ciurlando) nel manico.

Cogliere in contropiede Prendere alla sprovvista qualcuno, che improvvisamente si trova senza difesa. Mutuato dal gergo calcistico, nel quale si definisce contropiede un rovesciamento repentino dell'azione, nella quale chi stava attaccando costretto a tornare affannosamente in difesa.

Colpirne uno per educarne cento Slogan della lotta armata degli anni settanta.

Colpo di fulmine L'espressione adoperata di solito per indicare un innamoramento a prima vista, improvviso e non previsto: si tratta di un calco del francese "coup de foudre", attestato sin dal 1671.

Colpo di spugna Eliminare problemi o colpe in maniera decisa e indistinta.

Col senno di poi Adesso che le idee sono pi chiare. Il senno la capacit intellettuale integra di una persona. Analoga al proverbio popolare Del senno di poi son piene le fosse, che sottolinea l'inutilit di un tardivo ripensamento.

Coltivare il proprio orticello Concentrarsi sul proprio interesse particolare. Potrebbe trarre origine dal motto di Candide, personaggio omonimo del romanzo di Voltaire: Il faut cultiver son jardin.

Comandare a bacchetta Comandare senza dare il minimo margine di discrezionalit ai sottoposti. Come farebbe il direttore d'orchestra.

Come volevasi dimostrare

Come cercare Maria per Roma Vedi cercare un ago nel pagliaio.

Come i cavoli a merenda "Ci sta come i cavoli a merenda", utilizzato per esprimere l'inadeguatezza di qualcosa rispetto ad un contesto.

Come il cacio sui maccheroni Un evento o fatto che si verifica in modo molto opportuno, o al momento giusto, descritto metaforicamente come il cacio (formaggio) sui maccheroni: un abbinamento tipico della cucina italiana.

Come No con i dinosauri Essere accusati ingiustamente. No avrebbe lasciato a piedi i dinosauri secondo l'immaginario popolare, ma i dinosauri per la scienza si sono estinti da soli.

Come se piovesse Significa "in quantit sovrabbondante".

Compagni di merende Tratta da una deposizione di uno degli accusati di aver commesso i delitti del Mostro di Firenze; si usa per indicare una brutta compagnia.

Con beneficio d'inventario riservandosi di poter obiettare pi tardi.

Con la coda dell'occhio Vedere o accorgersi di qualcuno o di qualcosa un attimo di sfuggita.

Con le pive nel sacco Con le unghie e con i denti Difendere qualcosa con caparbia energia. Usato anche in senso metaforico riferendosi alle proprie idee, che vengono difese "con le unghie e con i denti".

Con un palmo di naso

"Deluso e allibito". Ricorre nelle espressioni Lasciare, restare, rimanere con un palmo di naso. Da non confondere con la simile espressione a un palmo di naso.

Conciare per le feste / Conciare per il d delle feste Malmenare, procurando danni visibili alla pelle.

Conoscere i propri polli Sapere con chi si ha a che fare e perci saper gestire la situazione nel migliore dei modi.

Contare come il due di briscola / il due di picche Non contare nulla. Il due di briscola la briscola pi bassa nel gioco delle carte. Nel bridge il due di picche in assoluto la carta dal valore pi basso. Si usa anche dire: "Conta come il due di bastoni quando regna denari".

Contare fino a dieci Riflettere prima di parlare.

Contento come una pasqua Modo di dire che si riferisce a chi manifesta grande felicit e gioia. Deriva, appunto, dal fatto che il giorno di Pasqua un giorno di grande gioia.

Contrordine compagni Esprimere un ripensamento su qualcosa. Lo slogan nato sulle pagine del Candido, dove era legato alle vignette di Giovannino Guareschi che ritraevano i militanti comunisti ("trinariciuti") impegnati in comportamenti palesemente privi di senso o strampalati, indotti dai refusi presenti sulle pagine de l'Unit e corretti a suon di "contrordini" di partito. L'espressione rimasta come sinonimo di critica all'obbedienza "cieca, pronta, assoluta" ad una ideologia.

Convergenze parallele Ossimoro inventato da Aldo Moro. Durante il "Governo delle astensioni" la Dc accett l'appoggio del Pci che per doveva rimanere all'esterno del governo. Moro in tal modo sosteneva il dialogo tra i due maggiori partiti, ferme restando le posizioni in Parlamento (maggioranza i primi, opposizione i secondi).

Convitato di pietra

"Muta presenza inquietante e minacciosa". Cos il dizionario "Parole per ricordare" (Zanichelli) riporta e traduce la locuzione "il convitato di pietra" tratta dalla leggenda di Don Giovanni, che per averne sottovalutato le materiali capacit distruttive fin all'inferno senza nemmeno avere il tempo di pentirsi. una locuzione presa a prestito dall'opera "Don Giovanni", che indica una persona assente la cui presenza incombe sui presenti. Una persona a cui tutti pensano, ma che nessuno osa nominare direttamente.

Correre la cavallina Abbandonarsi a una vita spensierata e gaudente, ricca di avventure galanti.

Cospargersi il capo di cenere Fare atto di penitenza. Modo di dire legato al mercoled delle ceneri, all'inizio della quaresima, quando il sacerdote cosparge di cenere i fedeli.

Costruire sulla roccia / sulla sabbia Costruire sulla sabbia significa costruire su presupposti deboli, su qualcosa di incerto e cedevole. Nel Vangelo contrapposto a costruire sulla roccia, cio su qualcosa di solido e sicuro. Perci chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perch era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande. (Vangelo secondo Matteo 7,21.24-29). Nella realt la sabbia un ottimo terreno su cui costruire.

Culo e camicia Si dice di due persone che sono perfettamente in sintonia tra loro. Si dice anche "andare d'amore e d'accordo", o "essere pappa e ciccia", o ancora "mim e coc"; il riferimento all'epoca in cui le 'culottes', le mutande, non erano molto diffuse nel volgo, e la camicia restava a diretto contatto con le parti intime.

D [modifica]

Da capo a dodici Espressione tipicamente romana che vuole significare "ricominciare daccapo" e quel dodici riferito ai mesi dell'anno, quindi l'inizio di un nuovo anno.

Da che mondo mondo Da quando esiste il mondo. Da sempre.

Dai e dai Espressione usata per esprimere che, ripetendo qualcosa pi volte, alla fine potrebbe succedere qualcosa (di bello/brutto). La ripetizione della parola dai sottolinea proprio il ripetersi di una certa azione nel tempo. Esempi: "Dai e dai si rompe" (riferito a qualche azione che ha a che fare con un oggetto e che potrebbe romperlo se viene ripetuta a lungo), "Dai e dai ce l'ha fatta" (per indicare che qualcuno riuscito a fare qualcosa in pi tentativi).

Dalla padella alla brace L'espressione significa "di male in peggio", e viene usata per descrivere o commentare la situazione in cui viene proposto un rimedio peggiore del male. Deriva da un antico racconto tradizionale: una tinca invit le sue compagne a saltare dalla padella: in questo modo si salvarono dall'olio bollente solo per morire nella brace. Modi di dire analoghi erano diffusi gi presso i latini, che dicevano (ad esempio) fumum fugere in ignem (sfuggire il fumo per trovarsi nel fuoco) o cinerem evitare in prunas (evitare la cenere e trovarsi tra i carboni ardenti).

Dalle piccole cose In frasi del genere "a cominciare dalle piccole cose", "si vede dalle piccole cose"...

Dalle stelle alle stalle Dalla somma fortuna all'infima disgrazia. Espressione suggerita dalla paronomasia.

Dammi un cinque Diffuso anche con l'equivalente inglese Give me five (o Gimme five), un'espressione con cui qualcuno chiede al suo interlocutore di battere tra loro le rispettive mani destre, a palmo aperto, producendo un rumore secco. Si tratta di un tipo di gestualit tipicamente statunitense, che prese piede in Italia negli anni ottanta, forse attraverso le trasmissioni delle partite di basket NBA che ebbero una certa popolarit tra i pi giovani. A diffondere ulteriormente l'espressione fu Jovanotti, con uno dei suoi primi successi, Gimme five. Ad inventare il gesto di Darsi il cinque sono stati i vichinghi:essi usavano suggellare accordi o contratti semplicemente con una pacca sulle proprie mani.

Il gesto indica intesa e amicizia tra le due persone, ma anche usato per sottolineare l'esito positivo di un gesto o un evento, una sorta di "Complimenti!". Cinque si riferisce naturalmente alle dita della mano. Varianti: Gimme five, Dammi il cinque.

Da quale pulpito (viene la predica) Espressione ironica che sottolinea che chi "predica" il primo a non fare di fatto ci che dice. Il pulpito la postazione, ancora presente in molte chiese, sulla quale saliva il sacerdote per farsi meglio ascoltare durante la predica e posto in genere al centro della navata. Attualmente tale struttura raramente utilizzata, anche grazie ai moderni sistemi di amplificazione che consentono al sacerdote di essere udito chiaramente anche dall'altare.

Darci dentro Impegnarsi a fondo in un'attivit.

Dare adito a Letteralmente "concedere spazio", quindi "permettere" ed anche "suscitare". Potrebbe dare adito a dubbi "Potrebbe lasciare spazio per dei dubbi". Ha dato adito a contestazioni "ha suscitato contestazioni".

Dare alla testa Costituire un chiodo fisso, far perdere la lucidit. "Questa musica mi sta dando alla testa".

Dare aria ai denti Parlare tanto per parlare, inutilmente, letteralmente aprire la bocca solo per rinfrescare i denti con l'aria.

Dare i numeri Sragionare, dir cose insensate, delirare. Chi ascolta pu tradurre le frasi insensate in numeri attraverso la smorfia e giocarseli al lotto.

Dare un colpo di telefono Chiamare qualcuno per telefono.

Darla / Darlo

Espressione colloquiale (e volgare), riferita all'organo sessuale femminile o maschile. Si usa anche per indicare una donna di facili costumi (che la da via) o pi genericamente l'atto sessuale (me l'ha data/o).

Darle di santa ragione / Bastonare di santa ragione Picchiare sodo, senza risparmiarle (sono sottintese le percosse, le botte). Espressione che fa riferimento ai metodi educativi o repressivi che prevedono anche punizioni corporali, registrando in qualche modo la maggior violenza e sistematicit presente nelle azioni giustificate ideologicamente, di contro alle altre remore proprie della specie riguardo al danneggiare i propri simili.

Darsela a gambe Scappare

Darsi all'ippica Dedicarsi a qualsiasi altra cosa, che non sia quella in cui impegnato. Esortazione ironica volta a sottolineare l'incapacit di qualcuno.

Darsi da fare Impegnarsi a fondo in un'attivit.

Darsi delle arie Darsi un'eccessiva importanza; attribuirsi un valore o delle capacit illusorie. Il termine "aria" adoperato nel significato figurato di "apparenza", "aspetto", ecc.

Della Madonna Espressione del lessico giovanile gi diffusa negli anni ottanta, in seguito rilanciata dal cantante Jovanotti, con la canzone "Muoviti Muoviti" del 1991, con il significato "eccezionale".

Della/per la serie Espressione utilizzata all'inizio di frase per descrivere una frase e/o un avvenimento collocandolo dentro una "serie" appunto. Es: A:Guardalo! Prima lo picchia e poi scappa! B:Della serie "tira il sasso e nasconde la mano"

Di buzzo buono Di buono spirito, avendo voglia di lavorare, alacremente.

Di capo in collo Immediatamente, subito, senza preliminari o fasi intermedie.

Di facili costumi Lo si dice di una donna non molto fedele.

Dietro le quinte L'espressione indica quello che viene fatto per la collettivit senza che ci venga reso pubblico.

Di nicchia lo si dice di qualcosa rivolto a pochi interessati (in genere intenditori).

Dio patria famiglia La formula, di origine nazionalista, venne adottata come slogan dal fascismo durante la conquista del potere da parte di Mussolini.

Di primo acchito / In prima battuta / Alla/sulla prima / Sulle prime In un primo momento, alla prima osservazione. Espressioni nate in ambito sportivo.

Dire pane al pane e vino al vino Chiamare le cose con il loro nome.

(Dire) tra il serio e il faceto / (Fare) un po' sul serio un po' per burla / Distruggi famiglie Si dice di una donna che si intromette nei matrimoni altrui causandone la separazione.

Dirne quattro a qualcuno Comunicare duramente a qualcuno la propria opinione.

Domani un altro giorno Citazione dal popolare film Via col vento del 1939: la battuta finale del film, pronunciata dall'indomita protagonista Rossella O'Hara, interpretata da Vivien Leigh ("Domani un altro giorno, e si vedr"). passata nell'uso comune nel

senso di "intanto facciamo cos, poi si vedr", equivalente allo spagnolo "que ser ser".

Dopo di noi il diluvio Due di picche In molti giochi di carte il due di picche una carta dal valore praticamente nullo. Prendere il due di picche da qualcuno significa quasi sempre ricevere un rifiuto, tipicamente a una proposta di carattere sentimentale.

Due pesi e due misure Due criteri diversi applicati ingiustamente a situazioni analoghe.

Due piedi in una scarpa/Due piedi in una staffa Non decidersi tra due possibilit.

E [modifica]

E compagnia bella Il modo di dire, una variante pi colorita dell'espressione "eccetera", ebbe successo soprattutto nel secondo dopoguerra, per l'uso che ne fece Adriana Motti nella sua fortunata traduzione di Catcher in the Rye ("Il giovane Holden"). Nel testo originale di J. D. Salinger, l'espressione "...and all" era estremamente frequente: per evitare le ripetizioni, che avrebbero infastidito i lettori della versione italiana, la Motti ricorse a una lunga serie di perifrasi, tra cui "e tutto quanto", "eccetera eccetera", "e quel che segue", "e via discorrendo" e, appunto "e compagnia bella". In un'intervista ([1]), la Motti afferma di avere ripreso questa e altre espressioni dai suoi nipoti.

Editto bulgaro Egemonia#Egemonia culturale E la luce fu Citazione dalle primissime righe della Bibbia: Dio disse: Sia la luce!. E la luce fu. (Genesi, 1,3).

Elogio sperticato Elogio eccessivo, paradossale. La pertica era un'antica unit di misura dei terreni.

Eminenza grigia

Personalit dotata di massima autorit non riconosciuta ufficialmente. Fa riferimento a Franois Leclerc du Tremblay

Eroi della sesta giornata o Eroi della sesta Codardi e opportunisti che tentano di accaparrarsi il merito e i vantaggi degli sforzi altrui.

Errore sesquipedale

Era un'unit di misura latina, la sesquipeda e misurava un piede e mezzo;commettere un errore sesquipedale ha preso il significato di errore enorme, gigantesco.

Essere a casa di Dio Lo si dice di una localit molto lontana.

Essere alla frutta Essere arrivati alla fine della propria esistenza, o delle proprie forze, o delle proprie speranze, o simili. Allude alla frutta come portata finale del pasto.

Essere al verde Rimanere senza un soldo.

Essere di corve Essere impiegato in attivita' poco gratificanti o solitamente non a proprio carico

Essere duro da grattare Espressione giovanile gergale che indica l'essere molto ubriaco. Usata molto in Emilia-Romagna. Duro da grattare la similitudine con il formaggio parmigiano reggiano che quando molto duro adatto ad essere grattugiato sulla pastasciutta.

Essere d'uopo Essere necessario, opportuno.

Essere l'anima della festa Essere o non essere Essere una buona lana / Essere un furbo di tre cotte Essere un furbacchione poco raccomandabile.

Essere un pezzo di pane Essere una persona estremamente buona. Vedi anche "Buono come il pane".

Essere un pezzo di ghiaccio Rimanere impassibile di fronte a un evento che commuove.

Et delle caverne L'epoca in cui gli uomini vivevano ancora nelle grotte. A volte viene usata in senso parodistico, per alludere a un'epoca molto remota.

Et dell'oro Et mitica delle origini, in cui l'uomo viveva felice, in armonia con s stesso e con la natura. Il concetto e l'espressione appartengono alla tradizione classica grecolatina, dove questa Et coincideva con il regno di Saturno, padre del padre degli dei in carica, Giove.

tutto dire Si dice di una frase che non necessita di spiegazioni o commenti.

un altro paio di maniche

La MANICA quella parte dell'abito che copre le braccia; aveva moltissima importanza nella moda tra il Due e il Seicento, al punto che alcuni vestiti erano confezionati con le maniche mobili e si potevano sostituire, per abbellire il vestito in modi diversi ogni volta. Da qui il modo di dire che significa appunto una cosa completamente diversa, come lo erano le maniche dei vestiti.

uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare Il detto, diffuso almeno dagli anni cinquanta, il calco dell'inglese It's a dirty job, but someone's got to do it.

F [modifica]

Faccia di bronzo Espressione usata per indicare persone che riescono a rimanere impassibili nelle situazioni pi imbarazzanti, senza arrossire quando vengono pubblicamente offese o sbugiardate. Col significato di "audacia svergognata", la locuzione attestata gi da Niccol Tommaseo nel suo Dizionario (1865). Varianti: Faccia tosta, faccia come il culo.

Facile come bere un bicchier d'acqua Metafora che indica come una certa azione sia (oppure si ritenga) facilissima.

Familismo amorale: coniata da Edward C. Banfield nel 1958, in ambito antropologico, a indicare un la deriva antisociale di un'etica orientata a procurare beneficio alla propria ristretta cerchia familiare, divenuta una polirematica proverbiale (v. anche Tengo famiglia) Fare acqua da tutte le parti Essere pieno di difetti, essere inservibile allo scopo prefissato. Come un contenitore che "fa acqua" (perde acqua) ed quindi inservibile. Di un ragionamento o una realizzazione: che non convince, inefficace.

(Fare) a pari e patta / Senza vincitori n vinti "Pari e patta" dal gergo scacchistico, nello sport sono espressioni intese letteralmente, figuratamente intendono la conclusione di una contesa, con la rinuncia ad ogni ulteriore pretesa, per un accordo, anche sommario o clamoroso, o per impossibilit a continuare da entrambe le parti.

Fare buon viso a cattivo gioco Avere un atteggiamento positivo anche in una situazione sfavorevole, ad esempio per non dare soddisfazione ad un antagonista che vuole mettere il soggetto in difficolt.

Fare cilecca La "cilecca", in italiano, l'impegno assunto senza l'intenzione di portarlo a termine (si dice ad esempio dell'uomo che non riesce a portare a termine un rapporto sessuale).

Fare di tutta l'erba un fascio / Di ogni erba un fascio Generalizzare eccessivamente. Letteralmente, significa raccogliere tutte le specie di erbe in un solo fascio, senza distinguerle. In senso metaforico, descrive dunque l'atteggiamento di considerare un unico insieme confuso e indistinto. L'espressione (di chiara origine contadina) era gi attestata da B. Varchi nella sua Grammatica (1807).

Fare faville Avere successo, essere particolarmente bravi in una attivit.

Fare filotto

Ottenere risultati positivi in una successione di eventi, come chi vince molte partite consecutive. Deriva dal gioco del biliardo detto "all'italiana" ove "fare filotto" rappresentato dall'abbattimento di una fila di birilli nella loro tipica disposizione a croce, il ch dona a chi lo effettua, secondo criteri precisi, un buon punteggio.

Fare il candelabro Vedi "Reggere il moccolo".

Fare il fenomeno Phainmenon, in greco antico il participio passato del verbo phinomai, che significa "io appaio". Chi "fa il fenomeno", si comporta in modo da mettersi in evidenza agli occhi degli altri.

Fare il pelo Avere l'abitudine di dire male di qualcuno davanti ad altri (anche tagliare i panni addosso).

Fare il portoghese Fare la pelle (a qualcuno) Fare l'avvocato del diavolo Cercare di difendere qualcosa che non merita affatto di essere difeso.

Fare la punta agli aghi Essere eccessivamente preciso o meticoloso.

Fare le corna a qualcuno Tradire in una relazione di coppia.

Fare le scarpe Danneggiare subdolamente qualcuno.

Fare lo gnorri, fare il nesci, fare l'indiano Far finta di non capire o di non sentire.

Fare mente locale

Rimettere a fuoco la situazione nel suo contesto, ma riducendo anche drasticamente le suggestioni pi estranee. Non precisamente "fare il punto", pi concretamente riepilogativo, ma piuttosto riprendere in considerazione di cosa si sta trattando con una riacquisizione personale dei riferimenti a disposizione. Viene spesso citato come necessit del singolo di chiarirsi, riorganizzarsi gli elementi della propria visione dell'argomento specifico.

Fare pelo e contropelo Torchiare.

Fare quadrato Disporsi tutti insieme in difesa della propria posizione comune. mutuato dal gergo militare quando, per affrontare un nemico che attacca su pi fronti, le fanterie si dispongono in formazione a quadrato, coprendosi vicendevolmente le spalle.

Fare quattro salti Andare a ballare.

Fare San Martino Fare spallucce Esprimere ignoranza di un fatto, di un avvenimento.

Farina del mio sacco Indica che ci che si elaborato - un'idea, un'opera artistica, un libro - non stato copiato da nessuno.

Far fuori Espressione della lingua parlata che pu essere usata con due significati: "far fuori un nemico", significa uccidere qualcuno; pu per assumere anche un significato metaforico, se riferito ad esempio ad una persona che aspira ad una carica prestigiosa e, avendo un rivale che gli contende il posto, riesce ad eliminarne la concorrenza, con sistemi non necessariamente corretti.

Far ridere i polli Comportarsi in modo ridicolo, suscitando l'ilarit generale.

Far saltare la mosca al naso

Irritare, provocare qualcuno all'improvviso

Farla sempre franca Scappare sempre senza essere riconosciuto.

Farla pagare (cara) Espressione che significa "vendicarsi". Es: Gliela far pagare (cara).

Farsene una ragione Rassegnarsi.

Farsi in quattro Impegnarsi, moltiplicando le proprie forze, per un obiettivo o una persona.

Facci una croce sopra/fare una croce sopra qualcosa Smettere definitivamente di occuparsi di qualcosa, non pensarci pi, smetterla di tormentarsi per quella cosa.

Far vedere i sorci verdi Locuzione entrata nell'uso in seguito alle vittorie di una squadriglia aerea, i "Sorci Verdi", famosa per le imprese nel 1937 e 1938. Entrata nell'uso comune con il senso di stravincere.

Far venire i nervi Innervosire una persona.

Far venire le cinque quando un lavoratore dipendente poco impegnato e interessato al suo compito

Fasciarsi la testa prima di essersela rotta Considerarsi sconfitti prima ancora di affrontare un problema, mostrando quindi un atteggiamento eccessivamente apprensivo. Variante: vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso (esatto contrario)

Fatti non foste a viver come bruti

Citazione dal ventiseiesimo Canto dell'Inferno di Dante Alighieri. Nella bolgia dei consiglieri fraudolenti, Ulisse racconta a Dante di avere incoraggiato i suoi compagni a un viaggio nell'oceano sconosciuto, pronunciando un piccolo discorso (orazion picciola): Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza L'espressione divenuta proverbiale: gli uomini, secondo Dante, non sono stati creati da Dio per "vivere come bruti", ma per acquisire "virt" e "conoscenza".

Fenomeno da baraccone Fermate il mondo voglio scendere Figli della schifosa (E noi chi siamo, i) figli della serva (?) In Toscana esiste anche una variante essere figliol dell'Emma, di origine incerta.

Figlio di buona donna Figlio di N.N. Un trovatello. Deriva dall'abbreviazione di Nomen Nescio (lett. "non conosco il nome"), apposta sui registri parrocchiali (anticamente redatti in latino) al posto dei nomi di uno o di entrambi i genitori. Figlio di nessuno: l'espressione burocratica con cui viene registrato all'anagrafe un orfano. Viene utilizzato anche come eufemismo, per offendere qualcuno mettendo in dubbio la moralit dei suoi genitori.

Figlio di pap Tautologia, dato che il senso letterale non d alcuna informazione. Il significato indiretto, spiegabile in parte con le massime conversazionali, indica una persona molto legata alla ricchezza e al potere della famiglia e che non deve il suo successo a sforzi propri. Connotazione negativa.

Figlio di un dio minore Chi, pur avendo in teoria gli stessi diritti degli altri, viene di fatto discriminato.

Figli(u)ol prodigo L'espressione derivata dalla Parabola del figlio prodigo, narrata da Ges e riportata nel Vangelo secondo Luca (15,11-32). Il figliol prodigo il pi giovane di due figli, che si fa consegnare la sua parte di eredit e la dilapida rapidamente, riducendosi in breve tempo a fare il guardiano di porci. Ravvedutosi, decide di tornare dal padre, che lo accoglie con gioia, festeggiandolo con un vitello grasso.

Il significato evangelico della parabola chiaro, e denunciato esplicitamente dallo stesso Ges nel versetto precedente: "C' gioia davanti agli angeli di Dio per un peccatore che si converte". Oggi si usa spesso l'espressione figliol prodigo (anche con tono bonario e in senso parodico) per descrivere una persona che torna sui suoi passi dopo un sincero pentimento.

Finch c' vita c' speranza Finire sul lastrico Cadere in povert.

Finire in braghe di tela Il significato letterale deriva dalla punizione che nel Medioevo a Padova veniva comminata ai creditori falliti: dopo che venivano spogliati dei loro panni e rimasti coperti con la sola camicia e brache, dovevano picchiare le terga quattro volte sulla cosiddetta "Pietra del vituperio" (che si conserva ancora oggi, nei pressi del Palazzo della Ragione) pronunciando nel contempo sempre quattro volte "cedo i miei beni". Dopodich venivano espulsi dalla citt e mandati in esilio.

Finta mistica Fischiare le orecchie Lo si dice quando si ha la sensazione che qualcuno parli male di noi, oppure quando si ritiene di non aver sentito bene qualcosa.

La frittata fatta ll guaio combinato (metafora).

Frutto proibito Per antonomasia quello che Eva coglie dall'albero (la mela). Si estende alla persona o all'oggetto che porta alla perdizione chi lo desidera.

Fumare come un turco Essere un fumatore accanito, sempre con la sigaretta accesa in bocca. In passato si ritenevano i turchi grandi fumatori.

Fuoco di paglia Evento improvviso e sconvolgente che per ha durata molto breve. La paglia incendiata sviluppa subito fiamme molto alte, ma si esaurisce in breve tempo.

Fuori dai denti

Si usa dire: "te lo dico fuori dai denti", dire chiaramente; si spiega proprio dal fatto che viene detto in contrapposizione a "parlare a denti stretti", cio segretamente, che il contrario dell'espressione "fuori dai denti" che invece indica il parlare senza segreti, chiaramente e senza giri di parole!

Fuori dal seminato Al di fuori di un argomento definito, fuori tema. Vedi anche Uscire dal seminato.

Fuori di testa Essere ubriaco o pazzo a tal punto da non ragionare.

Fuori di melone Essere ubriaco o pazzo a tal punto da non ragionare, il melone rappresenta in questo caso la testa, la scatola cranica.

Furbetti della Marina Furbetti del quartierino Un gruppo costituito da individui che si considerano astuti e potenti, ma che non riescono a dissimulare la loro grettezza provinciale. Tratta da un'intercettazione nei confronti di Stefano Ricucci durante Bancopoli.

Fu vera gloria? Vedi Ai posteri l'ardua sentenza.

G [modifica]

Galeotto fu il libro Dalla Divina Commedia, Inferno Canto V, nell'episodio di Paolo e Francesca.

Gambe in spalla L'atteggiamento di chi si d a una fuga precipitosa.

Garantito al limone Un tempo assai diffuso ma ormai desueto, deriva da un vecchio spot pubblicitario di un detersivo per piatti.

Gatta ci cova

Dietro l'apparente tranquillit, qualcosa sta succedendo.

Gatta da pelare Un lavoro noioso e difficile.

Gatta morta Comportarsi con indifferenza sorniona, fingersi ingenuo e distratto per non destare i sospetti dell'avversario e giocarla d'astuzia. Come fanno i gatti in agguato, che fingono di dormire ma che al momento buono balzano e ghermiscono l'incauto uccellino che si avvicinato troppo.

Gatto di marmo Gelare il sangue nelle vene Provocare improvviso terrore.

Gettare acqua sul fuoco Chi getta acqua sul fuoco, lo fa per tentare di spegnerlo. Allo stesso modo, usando la frase come metafora, si intende dire che qualcuno sta cercando di placare una lite o di porre rimedio ad una situazione imbarazzante.

Gettare benzina sul fuoco una versione pi recente della locuzione tradizionale gettare (o versare) l'olio sul fuoco, e ha ormai quasi soppiantato la frase originale. Il senso della metafora chiaro: chi "getta benzina", lungi dall'essere interessato a placare un litigio o una polemica, ha invece intenzione di renderlo ancora pi aspro. Altre varianti: aggiungere legna al fuoco e soffiare sul fuoco.

Gettare fango su Screditare, parlar male di qualcuno, qualche cosa.

Gettare il bambino con l'acqua sporca L'espressione proverbiale stigmatizza l'atteggiamento di chi, nell'eccedere nella radicalit o avventatezza di un intervento, rischia di perdere qualcosa di fondamentale e prezioso che va in ogni caso conservato: al modo di un'ipotetica madre che distrattamente gettasse via il bambino insieme all'acqua adoperata per lavarlo.

Gettare la spugna

Arrendersi. Deriva dal gergo del pugilato quando per arrendersi all'avversario si gettava simbolicamente la spugna usata dai "secondi" per lavare le ferite del combattimento (oggi si usa gettare sul ring un asciugamano).

Girare il coltello nella piaga Concentrarsi in maniera non opportuna su un problema gi noto.

Gli anni verdi La goccia che ha fatto traboccare il vaso l'ennesimo fatto, in s non importante, che ha causato una grossa reazione di scontento a dovuta ad una situazione difficile e complessa.

Grande fratello La complessa storia di questa espressione nasce con la traduzione italiana del romanzo 1984, di George Orwell (1948), ambientato in un futuro totalitario in cui il Big Brother, "Grande Fratello" (caricatura dei dittatori europei del Novecento), leader incontrastato di un regime basato sul controllo delle coscienze. Uno degli slogan pi celebri del romanzo "Il grande fratello ti guarda": in effetti il romanzo prevedeva la futura diffusione capillare dei televisori, non soltanto come strumento di intrattenimento, ma anche di controllo: i televisori di 1984 funzionano anche come telecamere che spiano i "cittadini" e non possono mai essere spente. In realt la traduzione effettiva del vocabolo contenuto nel libro sarebbe "Fratello Maggiore". Negli anni successivi l'espressione Grande Fratello diventa cos sinonimo di "societ del controllo": sinistra prefigurazione di un potere che in grado di usare la tecnologia per penetrare nella privacy dei cittadini. Alla fine degli anni novanta, l'espressione Big Brother d nome a un format televisivo rivoluzionario: il reality show. In pratica, si tratta di una diretta tv non stop di un ambiente chiuso dove un gruppo di persone non pu sottrarsi all'occhio del "Grande Fratello", cio della videocamera. Il format televisivo debutta in Italia nel 2000, ed subito un grande successo. Oggi l'espressione viene spesso usata per alludere al reality show, e di conseguenza ha perso parte del significato originario.

Grande vecchio Da una parte nel senso d'un anziano con una considerevole storia alle spalle, eventualmente prestigiosa, un venerando; dall'altra nell'ipotesi di una presenza di una regia di vertice occulta, anche proprio personale (con riferimento alla figura storica e insieme leggendaria del Vecchio della Montagna e la sua setta degli Assassini): uno stratega a capo d'ogni cosa, specialmente di un progetto politico d'ampia portata, eventualmente criminale, e comunque fuori dal controllo

democratico, un gran "burattinaio" unico o principale che stia "tirando le fila" d'ogni avvenimento e quindi complotto.

Grilli per la testa Relativamente a idee e pensieri di qualcuno, idee poco chiare e limpide e tali da rendere inaffidabile la persona che se ne faccia portatore: idee e voglie spontanee ma poco realistiche o ai limiti del lecito, ipotesi avventate d'azione tipiche dei pi giovani e delle personalit pi bizzarre.

H [modifica]

Hai voluto la bicicletta? (E adesso) pedala!) Domanda metaforica e retorica che si pone a chi mostra segni di insofferenza per un oggetto che, in precedenza, ha voluto con tanta insistenza; in particolare nel caso in cui si rivela di un certo impegno od obbligo successivo conseguente al possesso. Ma vien detto anche per confermare nell'azione a progetto finalmente in fase operativa: il momento di agire, non di demordere, di affrontare la nuova prospettiva che si era ipotizzata e che ora si va concretizzando. Il senso pu estendersi anche ad azioni svolte o anche a circostanze in cui si trova il soggetto stesso che le ha provocate.

Hai visto mai Espressione utilizzata all'inizio di frase per dare un avvertimento. Es: Stai attento! Hai visto mai incontri qualche maniaco!

I [modifica]

In calcio d'angolo si dice di un salvataggio compiuto in una situazione di massimo rischio.

Idem con patate Conferma di quanto detto.

Il becco di un quattrino Letteralmente "La scheggiatura di una moneta", in negazioni come Non ho il becco di un quattrino: "Non ho neanche mezzo soldo".

Il che tutto dire

La qual cosa gi esprime tutto in s (e non c' altro da aggiungere).

Il dado tratto Dal latino Alea iacta est: ormai non si pu pi tornare indietro. La frase attribuita da Svetonio (De vita Caesarum) a Giulio Cesare, che l'avrebbe pronunciata dopo aver varcato, nella notte del 10 gennaio 49 a.C., il fiume Rubicone alla testa di un esercito, violando apertamente la legge che proibiva l'ingresso armato dentro i confini dell'Italia. Con lo stesso significato viene adoperata anche l'espressione passare il Rubicone. La frase latina anche tradotta in Il dado tratto.

Il mio regno per un cavallo Una celeberrima citazione shakespeariana, dal Riccardo III (Atto V, scena IV); il protagonista omonimo, sconfitto sul campo di battaglia, a esclamare: A horse! a horse! my kingdom for a horse! ("Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo). Se l'intenzione dell'autore era sottolineare la vilt del personaggio, oggi l'espressione viene usata soprattutto in senso parodico. Si offre "il proprio regno" per un oggetto che si considera molto pi importante di quanto non sia per gli interlocutori.

(Essere) il nuovo che avanza (Essere) l'innovazione, il rinnovamento destinato a soppiantare l'esistente: nella natura delle cose, cui si guarda insieme con speranza e senso dell'ineluttabile. L'espressione, per la sua aulicit, d'uso in tono semiserio ovvero nel senso di alludere a cose o persone superate, affatto "nuove".

Il palazzo dei veleni Il pelo nell'uovo Cercare il pelo nell'uovo (dove peli naturalmente non possono trovarsi), indica un eccesso di minuziosit e pignoleria: l'espressione, molto antica, in qualche modo analoga a Spaccare il capello in quattro. In Modi di dire proverbiali e motti popolari italiani (1875), L. Passarini suggerisce che in origine "uovo" significasse "testa calva".

Il porto delle nebbie il titolo italiano di un celebre romanzo giallo di Georges Simenon. Negli anni ottanta si diffuse in ambito giornalistico il soprannome di "porto delle nebbie" per la procura di Roma, a causa di una serie di episodi poco chiari e di veri e propri insabbiamenti.

Il re nudo Nella fiaba I vestiti nuovi dell'imperatore (1837), Hans Christian Andersen racconta di un bambino che, il solo durante una parata imperiale, finisce candidamente per affermare a voce alta quello che tutti "in realt" potevano ben vedere: che l'imperatore, nella sua ricerca di un vestire estremamente sofisticato, aveva finito per non vestirsi affatto. Nell'uso comune l'"imperatore" diventato un "re": esclamando "il re nudo", si vuole affermare, spesso contro le convenienze, specialmente politiche, una verit comunque inoppugnabile, ma che la maggioranza delle persone si rifiuta di ammettere, finendo per sottacere.

(Mettere) il sale sulla coda Il modo di dire ha due accezioni opposte. 1) Si dice di un espediente usato per catturare un animale, soprattutto se difficile da catturare. 2) Far scappare via. Soprattutto un tempo, per far scappare i lupi o i cani randagi, si sparava con un fucile caricato con sale sul posteriore dell'animale, in modo da non ucciderlo. Il sale, penetrato nelle carni, produceva comunque un forte bruciore.

Il troppo stroppia / Il troppo storpia Una eccessiva quantit produce un effetto negativo.

In alto i cuori Dal latino sursum corda, nel rito della Messa secondo il rito romano della chiesa cattolica.

In bocca al lupo! Che abbia buon esito l'impresa a cui ti accingi (risposta considerata corretta; crepi, non grazie.)

(Navigare) in cattive acque Trovarsi in una situazione difficile

In capo al mondo / In culo al mondo / In culo ai lupi / A casa del diavolo / In tanta malora In luogo remoto e indefinito.

In carne viva

Probabilmente dall'identica forma latina, si dice in senso stretto ("con la carne esposta, scoperta della pelle") ma anche figurato "con la sensibilit che si ha su una ferita aperta" quindi "fisicamente nell'intimo", "vivissimamente", fino a, per estensione, un semplice e generico "dal vivo" ("vissuto di persona, direttamente, con questi occhi" ecc).

In culo alla balena Lo stesso che (vedi le voci): In capo al mondo e A quel paese ma soprattutto In bocca al lupo.

Indorare la pillola In passato i farmacisti avevano l'abitudine di dorare o argentare le pillole per renderle piacevoli almeno alla vista. Da qui l'espressione, che in senso figurato significa: "tentare di rendere meno sgradevole un discorso o un evento".

Indovinala grillo In fin dei conti Dopo tutte le considerazioni fatte.

In gamba Genericamente capace, riferito a una persona che sa come agire. Pu essere usata anche come esortazione ad agire con determinazione: In gamba!.

Ingannare il tempo Passare il tempo, trascorrere un periodo di tempo in maniera piacevole.

Ingoiare il rospo Accettare anche se malvolentieri, giocoforza; incassare (in senso figurato).

In guisa di A modo di un qualcosa. Quest'espressione frequente nei Promessi Sposi.

In principio era il Verbo l'incipit del Vangelo secondo Giovanni, in tutte le pi diffuse versioni latine e italiane.

In quattro e quattr'otto

Riferito a cosa fatta in fretta.

In solido In tempi non sospetti In un battibaleno Molto velocemente.

Inzuppare il biscottino Riferito agli uomini, significa concedersi un rapporto sessuale; in senso lato, significa partecipare ad una qualche strana avventura.

I puntini sulle i L'introduzione del segno grafico del puntino (all'inizio un piccolo accento acuto) sulla i minuscola, per distinguerla dalla m, dalla n e dalla u (tutte molto simili nell'alfabeto gotico) risale all'umanesimo, ma si diffuse soprattutto con il successo della stampa. Naturalmente, nei primi tempi l'innovazione fu rifiutata da molti professionisti della scrittura, che la ritenevano un'inutile pignoleria: a tutt'oggi l'espressione mettere i puntini sulle i stigmatizza l'atteggiamento eccessivamente scrupoloso del pignolo. Presente anche nella variante mettere i puntini sulle i e le stanghette sulle t.

Ira di Dio / Iradiddio / Iradidio Qualcosa di terribile. "Costare l'ira di Dio / Costa un'iradiddio / ...": costare moltissimo, uno sproposito ecc.

Isola felice Luogo dove non sono presenti i problemi che invece affliggono altri posti.

Italiani brava gente Un sentire comune, di contro agli estremismi della Storia in particolare del Novecento, con cui stata spesso spontaneamente gratificata dalle altre popolazioni quella italiana: come d'un certo carattere di diffusa socievolezza, bonomia e "umanit": giovialit e compassione, temperanza nel tradurre i credi e le idee nelle azioni; unita all'estroversione "latina": per cui l'intenzionalit pi spesso "buona volont" che aggressivit, e i modi pi simpatici e familiari (fin troppo...) che non "scostanti" e calcolati. Ma forse pi che a una profonda educazione etica di popolo, difficilmente considerabile pi "onesto" o "sincero" di altri, lo si potrebbe riferire a una certa asistematicit, una certa tradizionale non rigidit del soggetto italiano (uso a ingegnarsi "nel proprio piccolo"; ma, va detto, pi che individuale, di gruppo: la

famiglia, il "campanile"...), fors'anche nel fare il male. Da cui uno spazio pi consuetamente consentito o almeno rivendicato all'originalit, che si traduce di volta in volta nella pi libera "fantasia" e spontaneit ...come nella "piccineria", inaffidabilit, poca seriet e infine cialtronaggine (vedi le voci: All'italiana e Italiano medio). Il modo di dire stato ripreso come titolo di pi d'un film: Italiani brava gente. In senso tragicamente ironico, stato adottato da Angelo Del Boca come titolo di un libro sui crimini di guerra commessi dalle Forze Armate italiane dal 1861 in poi. -

L [modifica]

La calunnia un venticello Frase pronunciata da Don Basilio nel celebre Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini.

Lacci e lacciuoli In riferimento a molti ostacoli che impediscono la riuscita di qualcosa.

L'acqua alla gola Nelle espressioni avere l'acqua alla gola, essere con l'acqua alla gola indica una situazione disperata, simile a quella di chi sta per essere sommerso dall'acqua.

Lacrime e sangue L'espressione trae origine da una celebre frase pronunciata dal Primo Ministro britannico Winston Churchill a tre giorni dal suo insediamento, il 13 maggio 1940 (en:Blood, toil, tears, and sweat). Il Regno Unito era appena entrato in guerra contro la Germania. I have nothing to offer but blood, toil, tears, and sweat. ("Non ho altro da offrire che sangue, sacrifici, lacrime e sudore") Nell'italiano l'espressione di solito contratta a un'endiadi di due soli elementi. Promettere lacrime e sangue (o anche "lacrime e sudore", "sudore e sacrifici", ecc.) significa preparare i propri sottoposti a una fase, ritenuta necessaria, di austerit e impoverimento.

(Un qualcosa che) la dice lunga (su) (Un qualcosa che) rende piuttosto evidente un certo o il pi vero aspetto (di), cosa ci sia da aspettarsi (da).

La festa finita / finita la bella vita

Non ci sono pi le condizioni per la situazione eccezionalmente favorevole: lo si dice in particolare con sarcasmo quando la vicenda era stata al limite dell'irresponsabilit, l'azzardo, l'illecito.

L'affare s'ingrossa Espressione con allusione sessuale, usata spesso nel lessico giornalistico.

L'ago nel pagliaio Espressione usata tipicamente in senso metaforico per indicare una cosa molto difficile da realizzare se non addirittura impossibile, come lo sarebbe trovare un ago in un pagliaio; usata anche contro chi molto pignolo.

L'altra met del cielo L'espressione metaforica, riferita alle donne, di origine cinese, ed da molti attribuita a Mao Tse Tung: di certo si diffusa nel mondo occidentale in seguito alla Grande Rivoluzione Culturale. Da notare che mentre in italiano la traduzione pi frequente dello slogan "le donne sono l'altra met del cielo" (analogamente al francese: "les femmes sont l'autre moiti du ciel"), in inglese la versione pi diffusa "women hold up the other half of the sky" ("le donne reggono l'altra met del cielo").

La luna nel pozzo L'amaro calice Nei tre vangeli sinottici, riportata la preghiera di Ges al Padre nell'orto di Getsemani dopo l'ultima cena: Padre mio, se possibile, passi da me questo calice! In questo e altri passi del Vangelo, il calice (a volte amaro) un'allegoria del martirio. Ges in realt non fa che citare l'Antico testamento, dove pi volte (per esempio nei Salmi e nel Libro di Geremia compare l'immagine di un calice amaro da bere "fino alla feccia". Oggi l'immagine richiama ancora l'idea del martirio, o perlomeno di un'azione dolorosa che deve essere compiuta fino in fondo, malgrado le esitazioni.

La matassa s'infittisce (s'ingarbuglia) un calco dell'espressione idiomatica inglese the plot thickens. Viene usata nella letteratura (solitamente di genere) e nel giornalismo, per segnalare che una storia sta diventando sempre pi complessa e ingarbugliata.

La meglio giovent

Si tratta di un'espressione di origine popolare il cui significato, lungo tutto il Novecento, pi volte stato modificato da scrittori e intellettuali. La frase ha origine da un canto degli Alpini, ispirato a una battaglia della seconda guerra mondiale: Sul ponte di Perati, bandiera nera, la meglio giovent va sottotera L'espressione, resa pi efficace dall'uso non corretto di meglio nel senso di migliore, ripresa da Pier Paolo Pasolini, che d questo titolo prima a un abbozzo di romanzo, e poi alla raccolta poetica in lingua friulana del 1954. Non solo, ma nel 1976 mette in bocca la canzone degli Alpini agli aguzzin