moerike mozart in viaggio versi praga in italiano

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  • 5/10/2018 Moerike Mozart in Viaggio Versi Praga in Italiano

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    rNell 'autunno dell'anno 1787 Mozart, in compagnia della moglie,intraprese un viaggio verso .Praga per sovraintendere all'esecuzionedel Don Giovanni. ..,Era il mattino del 14 settembre, terzo giorno di viaggio, e 1 a

    coppia viaggiava di buon umore verso nord (avendo alle spalle Viennaa non piu di trenta ore di viaggio) a 1 di Ia del Mannhardsberg e delTaya tedesco presso Schrems, la dove son gia quasi del tutto oltre-passate le belle montagne della Moravia.

    La carrozza tirata da tre cavalli scrive la baronessa von T.alla sua arnica, un'irnponente carrozza arancione, era di proprietad'una vecchia signora, una certa generalessa Volkstett , che sembraci tenga molto a vantarsi della propria familiarita con casa Mozart,e delle gentilezze sempre usate nei loro riguardi)!;.J ., Un conoscitore del gusto del secolo XVIII vorrebbe certo comple-tata con piu minuti particolari la descrizione della carrozza in que-stione. Era di color arancione, e gli sportelli decorati da ambo i laticon bouquets di fiori a colori naturali ; i bordi eran filettati d'oro, rnala pittura non era certo quella lacca lucida come specchio dei labora-tori viennesi d'oggidl, e neppure la cassa era completamente panciuta,

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    ~bbene ver~ il basso andasse restringendosi con civetteria per mezzodi u~a centmatura; il tetto infine era formato di rigide tende di cuoio,per il momenta tirate indietro.

    Quanto al ~9~t.ul11e: l f : ! Quc:__passegger,il si contenti per ora diquesto: che per risparmiare inuovi abit i da cerimonia ben ripostinel baul~, madame Mozart aveva scelto per il marito un abbiglia-mento PlUttOStOmodesto: sopra il panciotto ricamato, di un bleu unpoco sbiadito, portava la sua solita giacca marrone con una fila digrossi bottoni, nei quali uno strato di orpello rossiccio scintillava at-traverso ~ tessuto rad.~; inoltre calzoni di seta nera, calze e aIle scarpedelle fibbie dorate. Gla da una mezz'ora, a causa del caldo veramenteinsol~toper.la sta~~one,s'c:tolta la giacca e siede a capo scoperto e inmaniche di carmcia, discorrendo allegramente. Madama Mozart in-dossa ~ ~omodo abito da viaggio, verde chiaro a righe bianche;mezzo disciolta, la gran massa dei suoi bei riccioli bruni e lucidi ri-cad~sull~spalle e.suI collo; in tutta la sua vita quei capelli non eranostan mal sfiguran dalia cipria, mentre la folta chioma del maritoraccolta in una treccia,ne era stata oggi cosparsa con pin trascuratezz~del solito.

    Eran frattanto giunti pian piano sulla sommita d'una collina ches'ele~ava ~olcemente .tra campi rigogliosi, interrotti qua e la da boschiestesi, edinfine raggmnsero il margine d'un folto d'alberi.

    - Quanti boschi non abbiamo gia attraversato tra oggi len eier l'altro! - d~sse.Mozart: -: Non me 10 sarei mai imm~ginato,e tanto meno p o l di mettervi piede. Ma ora scendiamo diletta e co-gliamo que1le campanule azzurre COSlbelle che cresco~o la ndl'om-bra. Ehi, nonno, fai riposare intanto Ie tue bestie!Ma mentre si aizavano venne alla luce un piccolo inconveniente

    che frutto al maestro una piccola disputa. Per la sua sbadataggine1 8

    MOZART IN VIAGGIO VBRSO PRAGA

    infatti un flacone d'una preziosa acqua di colonia s'era rovesciato e,senza che i due se ne accorgessero, aveva inondato iloro abiti ed ilsedile. - Avrei dovuto ben immaginarmelo - si lamento ...ei -gia da un pezzo si respirava un odore COSlforteI Ahime, un'interaboccetta di autentica Rosee dAurore se n'e andata! E io che la ri-sparmiavo come un tesoro!".- Oh pazzerellal - la console lui - comprendi dunque chesolo a questo modo la tua divina ~qllilAJG()lollia ci e stata utile.Prima pareva d'essere in un forno, e tutto il tuo sventagliare nonserviva a niente, e d'un tratto sembro"chela carrozza si fosse.rinfre-scata p~ ~agia; tu l'attribuisti a quel paio di goccie di profumo chem'ero versato sul jabot, rna intanto e servito a farci rivivere e discor-rere con la maggior gaiezza, invece di starcene a testa bassa e abban-donata, come montoni su un carro del macellaio; e pensa che questobenessere ci accempagnera per tutto il viaggio. Ma ora lascia che duemummie viennesi come noi se la godano un poco in mezzo a tuttoquel verde!r-altando a braccetto ~ltre ~ fossato che ~a~c?eggiava la s~ada,I s'immersero nelle profondita buie del bosco di pml fit to fino alloscu-rita, solo a tratti illuminato obliquamente da un raggio di sole chegiungeva fino al morbido tappeto muschioso. La gradevole frescura,nel contrasto improvviso col caldo precedente, avrebbe potuto riuscirfatale alio spensierato musicista, senza Ia previdenza della sua com-pagna. In fretta essa gli infilo addosso la giacca gia preparata allo~.\ _ Dio, che splendorel - esclamo lui guardando i tronchi altis-simi; - ci si crederebbe quasi d'essere in una Chiesa. Mi pare di nonesser mai state prima d'ora in un bosco, e solo ora capisco che cosasia in realta un intero popolo d'alberi fittamente riunitil Mano d'uomo

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    non Ii ha piantat~ son tutti cresciuti da s e e se ne stanno qu i soloperche e placevole vivere COS! tutti insieme. Vedi, nella mia infanziaho pe;corso 1l1ezzaEuropa su e gill, ho rnirato Ie AIpi e il mare,ho mirato Ie cose pill grandi e belle che siano state create' e oraquesto babbeo se ne sta meravigliato ~ rapito in un ordinario boscodi. pini alIa frontiera della Boemia, meravigIiato e rapito che possae~lster: una. cosa simile, che non e una f inzione di poet i (I), come Ieninfe 1fauni eccetera, e neppure un bosco da palcoscenico; no e ere-sci~to su ~alIa terra, alirnentato dalla pioggia e dal caIo:e d~I sole!QUIson di casa il cervocon Ie sue mirabili corna ramose 10 scoiattoIobuffonesco, iI gallo cedrone, la ghiandaia. - Chinandosi raccoIsepoiun fungo,. e ne andava lodando 10 spIendore purpureo dell'ombrellocon Ie d:hcate lamine biancastre al disotto; colse anche diverse pigne.- SI potrebbe credere - osservo la moglie - che tu non abbia

    perco~so neppure venti metrl del Prater (2), che pure e molto benprovvisro di codeste racicl.LJ.- Ma che Prater! Sapperlot! Come puoi anche solo pronunziare

    qUI ~ue!la paroIal In mezzo a tutte quelle carrozze, spade di gala,strascichi e ventagli, rnusica e tutti gIi spettacoIidel mondo, chi puoancor~ vedere queste meraviglie? E anche gli alberi la , per quantograndi e fiorenti... non so... rna faggioli e ghiande per terra sembranodavve~o fratelli di quel1amiriade di turaccioli e rifiuti gettati via. Aun chilometro di distanza i tronchi odorano di camerieri e di salse!

    Incredibile! - rise lei - e a parlare cosl e proprio l'uomoche non conosce divertimento migliore che mangiare un polIo arrostoaI Prater!(I) In italiano nel testa.(2) Celebre Parco a Vienna dove abbondavano caffe e restaurants e diverti-menti d'ogni genere. '

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    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    Tornati in carrozza e ripreso il viaggio, mentre la strada, per unbreve tratto diritta, andava ora girando lentarnente da una parte, doveuna ridente pianura si perdeva nelle lontananze dei monti, il nostromaestro, dopo essersene stato silenzioso a Iungo, ricomincio: - Laterra e davvero bella, e nessuno e da biasimare se vorrebbe restarci ilpili a lungo possibile. Grazie a Dio, mi sento fresco e in salute comenon mai e disposto a far mille cose, che del resto verranno alIa luceun po' all~ volta, appena sara completata ed eseguita Ia mia nuovaopera. Quante coseci sono la fuori nel rnondo e quante nel profondo,cose belle e mirabili che non conosco affatto, nei prodigi della natura,nelle scienze, nelle arti e nelle utili industriel Quel nero carbonaio,Iaggiu accanto alIa sua carbonaia, potrebbe dirti su moIti argomenti al-meno quanto me, se avessimente e desiderio di gettare uno sguardo in Iquesto e in quel campo che non appartengono per nulla al mio lavoro. J

    - In questi giorni - replico lei - mi venne tra Ie rnani il ttiovecchio calendario da viaggio, delI'ottantacinque; ci sono segnati treo quattro notabene; il primo e : Verso la meta di ottobre nelle fon-derie reali vengono fusi i grandi leoni; nella seconda, sottolineatodue volte: Visitare il professor Gattner! Chi e costui?- Oh giusto, mi ricordo... quel bravo vecchio dell 'Osservatorioche ogni tanto mi invita ad andare a trovarlo. E da tanto che avreivoluto andarci con te, per osservare la luna e Ie stelle. Hanno uncannocchiale potentissimo lassn, ora; e su quella lente gigantesca sipossono vedere chiaramente e distintamente, tanto da toccarli quasi,monti e pianure ed abissi e, dove non batte il sole, I'ombra gettatadai monti. Sono gia due anni che ho deciso d'andarci, e malaugura-tamente non m'e ancora stato possibiIe.- Beh - obbietto lei - la luna non ci scappa mica. Ce ne ri-faremo una volta 0 l'altra.

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    S - MOalEE

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    EDUARD MORIKE-Egli continuo dopo una breve pausa: - E non succede cosl intutte le cose? Ahime, non posso pensare a quanta si perde, si trascurae si rimandal - per non parlare dei doveri verso Dio e verso gliuomini - parlo solo del puro godimento, delle piccole gioie inno-centi, che ogni giorno sarebbero a portata di mano] ..\

    Madama Mozart non seppe - 0 non volle - distoglierlo dalladirezione che il suo mobile spirito via via andava prendendo, e nonpate purtroppo che dargli ragione di cuore, mentre egli continuavacon eccitazione crescente: - Ho mai avuto un'ora intera per esserfelice con imid bambini? E sempre stata una gioia a meta, per me,sempre en passant! Prendere i piccoli a cavalcioni sulle ginocchia,correre con loro per la stanza e poL. basta!, di nuovo trascinato via!Non riesco a immaginare che possiamo trascorrere un'intera divinagiornata in campagna, a Pasqua 0 a Pentecoste, in un giardino 0 inun boschetto 0 sui prati , noi soli , intrecciando fiori e giocando comebambini, per tornar bambini anche noi una volta. E frattanto la vitava, corre, frulla vial. .. Signore Iddiol a pensarci ben bene viene dasudar reddo!

    In mezzo a questi sfoghi era nata tra i due, inaspettata, una con-versazione molto seria, rna in tono confidenziale e bonario. Non lariproduciamo per intero, preferendo get tare uno sguardo generalesnlle condizioni che in parte fornirono la materia immediata e mani-festa della conversazione, ed in parte ne formarono anche solo 1 0sfondo noto.,Csi impone innanzi tutto la dolorosa constatazione che que-~t'uomo pieno d'entusiasmo, incredibilmente sensibile ad ogni incantodef m O l l d o ed aperto ai sentimenti p!~.a~~i"ie sia possibile raggiun-gere ad uno spirito veggente, malgrado la quantita di case"vissuter i e l breve spaZio'della sua dimora sulla terra e gustate e create fuor

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    dall'animo suo, sepJLp\:!!!QSalJ1enteer tutta lavita la mancanza d'unvero sentimento di soddisfazione dise. \' "

    Chi non voglia cercare le cause -at odesto fenomeno piu nelprofondo di quel che presumibilmente non siano, le trovera innanzi-tutto e semplicemente in quella 9sl:>okzz~cong:nita e, a quanta pare,insuperabile, che siam solit i, e nori/del 'tutto senza motivo, a ricolle-gare come per necessi ta can tutto c io che nell'opera di Mozart e og-__g~ttodella nostra ammirazione.\ I bisogni dell'uomo erano molteplici, e nello stesso tempo straor-dinariamente grande la sua inclinazione per le compagnie gioviali .Ricercato e riverito dalle famiglie piu aristocratiche della citta comeun genio incomparabile, raramente 0 mai ricusava inviti a feste, cir-coli e gite. D'altra parte era molto largo d'ospitalita egli stesso, nelristretto circolo degli amici suoi. Non poteva privarsi d'una seratamusicale a casa sua protratta fino a norte; 0 d'un pranzo familiarealla sua tavola ben fornita con qualche arnico 0 conoscente, e questoalmeno due 0 tee volte aHa settimana. Talvolta, con grande imbarazzodella moglie, si portava gli ospiti ,4u:asa.scmzaavvertir~,-edera, gentedi ~alore assai~parato, -amrniratori, compagni d'arte, poeti e can-tann. Lo scroccone ozioso, cui solo merito era l'umore sempre allegroe ~afacilita di scherzare, seppure con scherzi di pessima lega, era dalui accolto bene quanto il piu delicate conoscitore ed il pili egregiomusicista. Quanto alle sue ore di svago Mozart Ie ricercava di prefe-renza fuori casa. Ogni giorno, si puo dire, 10 si poteva trovare dopomangiato al caffe al biliardo, e le serate Ie trascorreva molto spessonelle osterie. Si dilettava oltremodo di passeggiate in campagna incarrozza 0 a cavallo insieme a qualche compagnia, frequentava daballerino impeccabile balli e mascherate, e piil d'una volta nel corsodell'anno tra i suoi divertimenti preferiti erano Ie feste popolari,

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    soprattutto la festa all'aperto di Santa Brigida, nella quale comparivain abito da PierrotJ .

    Questi svaghi, ora vivaci e chiassosi, ora delicati e tranquilli, erandestinat i a dare la distensione necessaria al suo spirito sempre cOSIteso per l'enorme dispendio di energia; ne mancavano d'offrirgl i,per quei misteriosi processi con i quali il genio inconsciatnente ali-menta la sua vital ita, queUe lievi impressioni fuggevoli che a volte1 0 fecondano. Purtroppo in tali occasioni, poiche piace sempre goderefino in fondo imomenti felici, non intervenivano mai altre conside-razioni, fosse saggezza 0 dovere 0 riguardo per s e 0 per ifamiliari.Nel godere 0 nel creare Mozart non conosceva misura ne limite.Una parte della notte era dedicata sempre al comporre. All'alba poi,e spessorestando a letto fino a mattino inoltrato, rielaborava illavoro.Dalle died in so faceva a piedi 0 in carrozza il suo giro di lezioniche gli occupavano di regola anche alcune ore del pomeriggio. Noici tormentiamo davvero oltre misura cosl scrive una volta ad un suoprotettore, e spessocosta fatica non perder la pazienza. Come accre-ditato cembalista e maestro di musica vedo stringermi intorno unadozzina di scolari e sempre ce n'e qualcuno nuovo, ne devo tenerconto del suo ;valore reale, purche paghi regolarmente il suo talleroper marca(1).j

    11primo tanghero ungherese del Corpo del genio dev'essere ilbenvenuto, che il Diavolo se 1 0 porti, se anche viene a studiare ilbasso continuo ed il contrappunto per niente e poi per niente; la pinsuperbiosa delle contesse puo accogliermi con una strapazzata, comefossi monsieur Coquerel, il parrucchiere, se ncn arrivo puntualmenteda lei all'ora fissata, e cosi via.

    (I) In i ta liano nel testo.

    IJ

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    E quand'egli, sfinito da queste ed altre occupazioni, da accademie,prove e simili, ane1ava ad un po' d'aria fresca, isuoi poveri nerviaffaticati non ricevevano solitamente che una parvenza di riposo, rnain realta nuovi eccitamenti, La sua salute cosi ne venne intaccata asua insaputa, gli attacchi di malinconia, che si susseguivano semprepin gravi, vennero se non causati perlomeno certo alimentati da queltenore di vita, ed il presentimento d'una morte prematura, che 1 0 ac-cornpagnava ad ogni passo, s'avvero inevitabilmente. Un senso con-tinuo di pena, non senza una vena di rimorso, condiva sempre ognisua gioia, come un'amara radice. Ma ben sappiarno come anche questesofferenze confluissero chiarificate e pure in quella profonda sorgenteche, sprizzando attraverso mille canne dorate, inesauribile nell'alter-narsi delle sue melodie, effonde tutti itormenti e tutta la beatitudinepossibile all'uomo.

    Pin che altrove erano visibili nell'andamento della sua casa glieffetti perniciosi del modo di vivere di Mozart. Irimproveri mossigli .di sperperare con leggerezza e avventatezza sono assai :fondati, equesto difetto si manifestava persino in uno dei suoi tratti pin ge-nerosi, Chiunque, assillato da necessita impellenti, venisse ad accattardenaro 0 a richiedere la sua malleveria, poteva calcolare quasi concertezza sul fatto che egli non sarebbe stato n a chiedergli garanzieo sicurta; e in realm era una cosa che gli sarebbe andata a genioquanto puo esserlo a un bambino. Era felice di dar via e sempre con

    Calle:::.randiosita, soprattutto se si poneva in capo d'aver del su-.m?zzi richiesti da una simile dispendiosita, in pin delle necessita

    familiari, non erano generalmente alla pari con le entrate. Que! chericeveva da teatri e concerti, editori e scolari, oltre alla pensione im-periale, era ben lungi dal bastare, tanto pin che ilgusto del pubblico

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    non mostrava affatto di volersi dichiarare apertamente per la musicadi Moz~Quella purissima be11ezza, pienezza e profondita aveva unsapore strano ed inquietante, a paragone dei cibi prediletti e finora gu-statio Certo iviennesi non s'eran quasi mostrati sazi di Belmonte eCostanza _ grazie agli elementi popolareschi di codesta opera -,ma d'altra parte pochi anni piu tardi Le nozze di Figaro avevanofatto un fiasco lamentoso ed inaspettato, in gara con l'amabile, rnacerto di gran lunga inferiore Cosa rara , e senza dubbio non soloper gli intrighi del Direttore; quel medesimo Figaro che subito dopoi praghesi, piu colti e meno prevenuti, avevano accolto con un entu-siasmo tale che i1 maestro, nella sua commossa riconoscenza, avevastabilito di scrivere esclusivamente per loro la sua nuova grande opera.

    Malgrado 10 sfavore dell 'epoca e l 'influsso dei suoi nernici, Mozartavrebbe pur sempre ritratto guadagni cospicui dall'arte sua, usandod'un poco piu di previdenza e furberia: COS1 invece finiva sempre perrimetterci .anche in quelle imprese alle quali anche . la massa avrebbedovuto applaudire. Per farla breve, tutto, e destino e indole e colpapersonale, concorreva ad impedire la sua prosperita,r--Ma come dovesse esser penosamente difficile, in simili circostanze,la posizione della padrona di casa, 10 comprendiamo molto bene.Sebbene giovane e spensierata, sebbene in tutto e per tutto figliad'artisti, - suo padre era musicista - ed avvezza percio fin dall'in-fanzia alle privazioni, .Q9$tal!~~.p9~eqey~J~_pi~_~~~c:s~_buona volontad'opporsi a queimali findall'origine, tJ:oncare tutte Ie stramp:Jatezzee, rimediare allo ~p~~pero' m - ii ar ld e ~con 'ia sua parsimoniosita inpiccolo. Ma e bene inquest'ulWn;J,,_ithyi~,ch"~ssari1ancava di vera'~bilit~ e di antica esperienza. Era lei a tener la cassa ed i1 l ibro deic~nti~gni richiesta, ogni sollecitazione di debiti, insomma quanto c'edl pc so, passava pe r Ie sue mani. E senza dubbio si trovava spesso

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    con l'acqua alla gola, specie se a tutte queste angustie, a queste stret-tezze, a q~este ,um~iazioni imbaraz,zanti unite alIa paura del diso-nore pub~lico,. s aggtungeva ancora il malumore del marito e quellac~pa malinconia nella quale si rinchiudeva per giorni e giorni, inat-trvo, estraneo ad ogni conforto, sia che si lamentasse e tormentassecon lei, sia che, solitario in un angolo, perseguisse come una vitet!fJ1a ~e una,,sola""idea fune,s,a", q"uell,a,d"ella pr,oP,ria morte precoce.V uttavI~ C2~ta~z~ _!a.~amente pe~cleva_,~ suo b\l~~ umore, e quasisem~re, il suo sguardo sereno finiva per donargli, seppure per poco,cons~glio e conforto. Purtroppo la realta vera non veniva per d omodificata. Se anche un giorno riusciva ad ottenere con la severita? 10 scherzo,. con preghiere 0 moine, ch'egli si fermasse a prendereil the con lei, che cenasse in famiglia senza andarsene fuori cosaaveva infine raggiunto? Senza dubbio il maestro commosso e colpitod~l ~ianto della moglie poteva per un momento, e con profonda con-v~zlone, esecr~re qualche sua cattiva abitudine, promettere molto piuch ~la. non c~ledesse . . ma tutto invano; finiva poi sempre per ritro-varsi inavvertitamente negli antichi binari. S'era tentati di credereche altro non fosse in suo potere, e che quell'essere d'eccezione dovesseseguire regole del tutto diverse da quelle che, secondo la nostra com-prensione, ~i addicono e convengono a tutti gli uornini: regole vio-len~ente lffipresse in lui per chissa quale via.

    Tu~tavi: Costanza at~endeva sempre un benefico capovolgimentodella situazione, almeno inquanto cio era possibile dall' esterno: cioeattraverso un miglioramento sostanziale delle loro condizioni econo-rniche, che non poteva mancare con l'accrescersi della fama del mar~. )..Non appena eliminata l'oppressione continua che da questo lato glie s~mpre piir ~ meno. sensibile, COS1 argomentava tra se, non appenaegh possa segUlre per intero la sua inclinazione, senza dover sacrificare

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    meta delle sue energie e del suo tempo per guadagnare danaro, nonappena infine idivertimenti, che non dovrebbe pill inseguire affanno-samente, rna che potrebbe godersi con coscienza molto pill tranquilla,abbiano avuto i1 loro influsso benefico sui suo corpo e sui suo spirito,allora anche la sua vita diventera pill facile, pill naturale e tranquilla.Accarezzava anche segretamente l'idea d'un mutamente di residenza,poiche quell 'amore incondizionato per Vienna, che secondo lei nongli era di alcun giovamento, doveva pur finire per esser superato.Ma i1 primo e. pill immediato soccorso per la realizzazione deisuoi pensieri e desiderimadama Mozart se 1 0 riprometteva dal successodellanuova opera, per la quale appunto siera intrapreso il presenteviaggio..La composizione era progredita oltre la meta. Amici edeli ecompetenti, i quali come testimoni del sorgere di quell'opera mirabile,erano in grade di giudicare della sua qualita e delle sue possibilitadi successo,ne parlavano dovunque in un tono tale da far sapere ancheagli avversari che, prima del trascorrere di alcuni mesi, questo DonGiovanni avrebbe sconvolto i1 mondo musicale da un capo all 'altrodella Germania, dominato e tumultuosamente conquistato. Pill pru-denti e pacate eran le voci benevole di altri i quali, partendo dalpunto di vista della musica del memento, non si aspettavano affattoun successorapido e generale. Anche il maestro nel suo intimo condi-videva i Ioro dubbi anche troppo fondati.Dal canto suo Costanza, com'e per 1 0 pill delle donne quando iloro sentimenti sono accesi e spronati dal pungolo di un desiderioveramente giustificato e non si Iasciano confondere come gli uominida considerazioni ulteriori, Costanza restava ferma nella sua bellafiducia, ed anche ora nella carrozza ebbe campo di sostenerla viva-cemente. E 10 fece, nella sua maniera spensierata e fantasiosa, con

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    MOZART IN VIAGGIO VERSOPRAGA

    doppia diligenza, poiche nel corso della precedente discussione, ched'al tronde a nulla poteva condurre e appunto percio s'era chiusa inun modo insoddisfacente, l'umore di Mozart s'era notevolmenteincupito. Con la consueta serenita si mise dunque a spiegare minuta-mente al marito come alJQr2_~~ intendeva usare i cento ducati,pattuiti con gli impresari di Praga come prezzo della part itura, percoprire le spese pill urgenti e come, in conformita al Ioro bilancio,sperava di poter superare bene i1 prossimo inverno fino alIa primavera.- II tuo signor Bondini rnettera da parte il suo bel gruzzolo,con l 'opera, credi pure; e se davvero e quell 'onest'uomo che tu so-st ieni , t i dara un bel percento supplementare sulle somme che i variteatri gli pagheranno per aver una copia dell'opera; e se no,... beh,grazie a Dio, abbiamo delle altre occasioni in vista, e mille volte pillsolide. 10 ho de i presentimenti.

    - Fuori, alloral- Or non e molto, sentii un uccelletto fischiettare che il re di

    Prussia ha bisogno d'un altro direttore d'orchestra.- Ohl- Direttore generale della musica di Corte, volevo dire. La-

    sciami fantast icare un poco! E una debolezza che mi viene da rm amadre.

    - Avanti, avanti! Quanto pill assurde tanto pill saranno diver-tenti, Ie tue fantasie!- No, no, tutte cose possibili. Innanzi tutto senti : un altr'anno

    10 questa stagione stessa...- Quando i1 Papa sposera Ia badessa...- Ma zitto, pagliaccio! Dunque un altr'anno per sant'Egidio

    non sara possibile in tutta Vienna rintracciare un certo compositoreimperiale a nome Wolf Mozart .

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    - Facciamo gli scongiuril Crepi l 'astrologol- Mi par gil di vedere i nostri vecchi amici che parlano di noi

    e si raccontano tutto quel che sanno.- Per esempio?- Per esempio un mattino verso le nove ecco la nostra vecchia

    ammiratrice, la Volkstett, veleggiare attraverso il mercato con l'an-datura rapida e agitata di quando va a far visita. E stata via per tremesi, ha potuto infine realizzare il lunge viaggio fino in Sassoniada suo cognato, oggetto delle sue quotidiane conversazioni da quandola conosciamo; e tornata ier sera e ora con il euore traboccante -quasi scoppia per la gioia del viaggio e l'impazienza di comunicareagli amici le mille preziose novita - ora eccola issofatto dalla co-Ionnella! arranca per le scale, suona e non aspetta nemmeno cheIe dicano Avanti : irnmagina da te il giubilo e gli abbracci reci-proci! '- Beh, mia carissima colonnella - comincia dopo i conve-nevoli e dopo aver ripreso fiato; - vi porto un mondo di saluti, eimmaginate da chi? Non vengo mica direttamente da Stendal, hofatto una deviazioncina, verso sinistra, verso il Brandeburgo...Come? E possibile?... Lei viene da Berlino? ha visto i Mozart? -Per dieci beati giorni di fila! - Oh cara, carissima generalessa, miracconti , mi dica! Come stanno i nostri predilett i? Si trovano benecome dapprincipio, laggiu? Mi pare un sogno, mi pare impossibileancora, e tanto piu oggi che Lei vien proprio di IL. Mozart berlinese!Come vive? Che aspetto ha? - Oh, quello! Dovrebbe proprio ve-.derlo! Quest'estate ilre l 'ha mandato a Karlsbad. Quando mai sarebbevenuta in mente al nostro amatissimo imperatore Giuseppe una cosasimile? eh? Erano appena tornati quando arrivai. Lui splende disalute e di vita, e rotondo e animato come l'argento vivo; la felicitae il benessere gli traspare fin dagli occhil

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    E cosl la chiacchierina seguitando la sua parte dipingeva con icolori piu rosei la nuova sistemazione. La loro casa nell'Unter denLinden, il giardino e la villa in campagna, e poi Ie scene risplendentidei suoi trionfi pubblici , fino al ristretto circolo a Corte, dov'egliaccompagnerebbe al piano la regina, tutto acquistava improvvisamenterealta e irnmediatezza attraverso la sua fantasiosa evocazione. Dia-loghi interi, gli aneddoti piu divertenti venivano li per li improvvisati;sembrava addirittura piu familiarizzata con quel palazzo reale, conPotsdam e San-souci che con ilcastello di Schonbrunn ed il palazzoirnperiale di Vienna. Inoltre con somma rabilita rappresentava lafigura del nostro eroe come piena di qualita domestiche assolutamentenuove in lui, sviluppatesi suI solido suolo della nuova vita a Berlino,e tra Ie quali la suddetta Volkstet t aveva rimarcato come fenomenoquasi incredibile, e dimostrazione che spesso gli estremi si toccano,la disposizionead una vera e propria avariziet ta, che gli si addicevadivinamente. - Ma sl, pensi un po' , guadagna i suoi tremila tallerifissi, e pe r che cosa? Per dirigere una volta alIa settimana un concertoda camera e due volte l 'opera! Ah, colonnella, io l 'ho veduto, ilnostroometto d'oro, in mezzo alIa sua orchestra che s'e educata da solo eche l'adora! L'ho visto con la moglie nelloro palco, proprio dirimpettoalle piu alte personali tal E ch e cosa c'era suI manifesto - aspetti,l'ho portato dietro per lei, dentro c'e un piccolo ricordo di viaggioda parte dei Mozart e mia - qua, guardi, legga, e stampato a ca-ratteri cubitali! - Dio del cielo, che vedo? Tarar? - Propriocosl, arnica mia, ecco che cosa pua accader di vedere! Due anni orsono, quando Mozart scrisseil suo Don Giovanni, quel maledettoinvidioso, quella serpe di Cavalieri (I) subdolamente si disponeva gia

    (I) Celebre compositore ital iano che ebbe grande for tuna pe r un eerto tempoa Vienna.

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    ad ostacolare nel suo proprio terr itorio il tr ionfo riportato da Mozarta Parigi con quella stessa opera, con la quale intendeva mostrare alnostro caro pubblico amante delle beccaccie e ognora soddisfatto di Cosa rara una sorta di faleo; in quell'occasione quel mostro ed isuoi complici parlottarono e macchinarono insieme di mettere inscena il Don Giovanni ben ben spennacchiato come altra volta Figaro, e cioe ne vivo ne morto.; Lei sa che allora io feci ungiuramento, che se cioe quell'infel ice opera venisse rappresentata ionon vi avrei assistito a nessun costo! E mantenni la parol a I Tuttiquanti vi accorsero - anche Lei, colon nella - io invece me nerestai accanto al camino col gatto sulle ginocchia a mangiare le miecaldarroste; e cosi feci per tutte le rappresentazioni. E ora, pensi unpoco, Tarar, l'opera del suo nernico capitale, diretta al Teatrodell'Opera di Berlino da Mozart! - Lei deve assolutamente assistere- mi disse il maestro - non fosse altro che per poter riferire aiviennesi se ho torto anche solo un capello al giovane Assalonne.Avrei desiderato che fosse presente lui stesso, quell' arcinvidioso. permostrargli che io non ho bisogno di deturpare le opere altrui perrimanere quello che sono!

    - Brava! Bravissima! (I) - grido a squarciagola Mozart, e af-ferrata la sua mogliettina per le orecchie la bacio, I' accarezzo, la stuz-zico, sicche quel suo gioco di iridate bolle di sapone su un futnroaccarezzato in sogno, che non doveva purtroppo real izzarsi nemmenoin piccola parte, terrnino tra il piu gran buonumore, chiasso e risate.

    Nel 'frattempo s'erano inoltrati di molto nella valle e s'andavanoavvicinandoad un villaggio che dall'alto della collina avevano gianotato, e dietro il quale nella gaia pianura si ergeva un piccolo ca-

    (I) In ital iano nel testo.

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    stello d'aspetto moderno, r~~!d.~!l:z;a 'unconte di-Schinzberg. I nostriviaggiatori intendevano fermarsi nel paese per d~re foraggio e . riposoai cavalli e rifocillarsi essi stessi. La locanda cui scesero era sita unpo' in disparte dal villaggio, presso la strada maestra, don de si dipar-tiva un viale di pioppi di nemmeno seicento passi, che conduceva algiardino del castello.

    Mozart, dopo che furon discesi, abbandono, come di consueto, allamoglie l'incarico d'ordinare il pranzo. Dal canto suo ordino nella sa-letta al pian terreno un buon bicchiere di vino, mentre Costanza oltread un bicchiere d' a cqua fresca non reclamo che un . J ? 9 - s t i c i Q 6 appartatoper sonnecchiareurr'oretta. La condussero allora su per una scala, se-guita dal marito che cantava e fischiettava tutt? a~imato. In una stan:za pulitamente dipinta di bianco e in fretta aneggla.ta, ol~e a _parecchlrnobili antichi di nobile provenienza (senza dubbio emigran qua asuo tempo dalle stanze del castello) si trovava un bel letto soffice ecandido, con un baldacchino dipinto poggiato su esili colonnine lac-cate di verde, i cui tendaggi di seta eran stati da lunga pezza sosti-tuiti con una stoffa piu plebea. Costanza si mise irl_liberta, ed egliUSc1 dopo averle prornesso di svegliar la quando fosse ora; scese quindinella sala comune, cercando di trovarvi un qualche passatempo. Maqui non c'era anima all'infuori dell'oste, e poiche la conversazione dicostui gli era gradita quanto il suo scadentissimo vino, stabil l di fareuna passeggiata nel ~c_()_ delcastello, in attesa che fosse pronto ilpranzo. L'entrata, cosi gli assicurarono, era libera per gli stranieri diriguardo, ed oltre a cio quel giorno la famiglia del conte era fuori dicasa.

    Egli allora s'avvio, e lasciatasi aIle spalle la breve stradina cheportava al gran cancello spalancato, percqr:s.e Ientarnente un viale divetusti e giganteschi tigli, al termine del quale gli apparve d'un

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    tratto alIa sinistra la facciata del castello. Era questo in stile italiano,intonacato di bianco e con una doppia scalinata prospiciente; i1 tettod'ardesia, secondo Ia yoga del tempo, era adorno di statue, cioe dei e~ formanti come.u~a balaustra./~ Tra due grandi aiuole ancora nccamente fiorite i l nostro maestrosi diresse verso il folto, e oltrepassate alcune macchie di bei piniverde ~up~,.volse i s~oi passi lung~, un sentiero tracciato dal lungeuso; s a.vvlc~navaCOSIalIa parte pm rada del boseo, seguento ilmormono d una fontana che ben presto apparve alla sua vista:..

    La vasca ovale ed abbastanza vasta era circondata da alben diarancio in grandi tini, accuratamente coltivati ed alternati con alloried .0Ieandri ; un morbido sentiero sabbioso, da un Iato del quale siapnva una RergoI~,.corr~va i~torno. alIa fontana. La pergola pro-metteva la pm deliziosa SIestaimmaginabile, davanti alla panca c'eraun tavolo e Mozart vi si accomodo.rL'orecchio piace:olmen~e i~tento. al sussurro dell'acqua, l'occhio\ fisso ad un albero.dt arancie di media grandezza che gli era proprioaccanto, ornato del piu splendidi frutti, ... ben presto il nostro maestrovenne ricondotto da questa visione del sud ad un liet;-ricordo dellasua fanciullezza. Sorridendo tra se tese soprappensiero la mana verso~ frutto. piu vicino, come per sentirne meglio Ia splendida rotondita,1ar~matICafrescu~a. Ma ~~~a._c.9l!q!l~~: ~c:_e_I!:a_~antile. riappar-s~gIIalla m~nte, c era una,~emllliseenzamusIcale da lungo sopita nellasua memona, e seguendone Ia traccia confusa egli s'abbandono asognare. Ora isuoi occhi bril lano, si volgono qua e la, un pensiero10 afferra, ed egli subito 10 segue. Distrattamente ha riaferrato l'aran-cia,. e questa d'un tratto si stacca dal ramo restandogli nella mano.Eg~ Ia ~ede e no~ Ia vede; il suo rapimento artistico l'ha condottoCOSIung! che continua a tarsi saltellare sotto il naso ilrutto odoroso

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

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    .\ed a tastarlo leggermente tra le labbra; ed infine, trat to quasi incon-sciamente di tasea un temperino affilato dal manico d'argento, divideIentamente in due parti Ia massa dorata e rotonda. Forse l'aveva gui-dato a cio un oscuro senso d'arsura, tuttavia isuoi sensi ridestatis'accontentarono d'aspirarne l'aroma prezioso. Per parecchi minutirimane COSlcon Ie due meta in mano, infine molto adagio Ie riacco-sta; molto adagio Ie separa e di nuovo Ie riunisce.

    Ma ecco dei passi nelle vicinanze: uno sgomento 10 prende e lacoscienza di dov'e e di quel che ha fatto 10 afferra improvvisamente. 1Gia in procinto di nascondere l'arancia esita tuttavia, sia per orgoglio,sia perche ormai era troppo tardio Un grosso uomo in livrea dalleampie spalle, il giardiniere del castello, stava davanti alIa pergola.Costui aveva ben scorto quell'ultimo movimento sospetto, e perqualche secondo gli stette dinanzi ammutolito. Mozart ugualmentemuto, come inchiodato al suo posto, 10 guardo con un mezzo sorrisoe arrossendo visibilmente, rna pure con una sorta di spavalderia e difranchezza nei grandi occhi azzurri; poi - per uno spettatore sarebbestata una scena molto ridicola - poso l'arancia apparentemente in-colume nel mezzo della tavola, con un'espressione di energia impa-vida e tranquilla.\ _ Chiedo seusa - comincio quindi il giardiniere dominando i1suo malumore, dopo aver esaminato l'abito dello straniero che promet-teva ben poco, e comunque .non appariva certo tale da susci tare os-sequio; - io non so chi ...- Sono il direttore d'orchestra Mozart, di Vienna.

    - Senza dubbio Ella e conosciuto al castello?_ Sono straniero e qui solo di passaggio. II signor conte e incasar-N~:J

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    - La signora contessa?- E occupata ed e impossibile disturbarla.Mozart allora s'alzo mostrando di volersene andare.- Chiedo scusa, signore, rna come spiega d'esser penetrato finqui a rubare?- Cosa? - grido Mozart; - rubare? Diavolo, non crederetemica che io volessi rubare quell'affare Ii e mangiarmelo?- Signore, io credo quel che vedo. Q \ ! ' f ; _ ~ J i .fruttLSQQocontati, eio nesono--"responsabile.Valberoe stato prescelto dal signor conte

    per' t lIia festa, anzi deve venir trasportato subito al castello. 10 nonla lascio andar via prima d'aver riferito l'accaduto e prima che leistesso testimoni com'e andata.

    - Sia come volete, io aspettero qui, statene pur sicuro.II giardiniere si guardo intorno esitando, e Mozart credendo si

    trattasse solo d'una mancia, rugo in tutte le tasche,ma non avevanemmeno un soldo con se.Giunsero intanto due sottogiardinieri e caricato l 'albero su una

    barella 10 portarono via. Nel frattempo il nostro maestro aveva presoil suo taccuino e, trattone un foglio bianco, comincio a scrivere,rpentre il giardiniere rimaneva 1 3 . impalato: Illustrissima signora! Eccomi qui sciagurato nel suo Paradiso,come una volta Adamo dopo aver gustato la mela. L'irreparabile e

    avvenuto, ed io non posso nemmeno gettare la colpa su una bravaEva, che anzi in questo momento, circondata dalle grazie e dagIiamorini del baldacchino, dorme nella locanda il suo sonno innocente.Abbia la bonta di ordinare ed io comparlro tosto dinanzi a Lei pertestimoniare del mio quasi inconcepibile misfatto. Con sincera umi-liazione e pentimento ilSuo umilissimo servitore

    W. A. Mozart in viaggio versoPraga J36

    MOZART IN VIAGGlO VERSO PRAGA

    Porse quindi il biglietto, piegato con notevole malgarbo, al ser-vitore penosamente in attesa, dandogIi le istruzioni del caso.r:L'adirato messere non s'era ancora ben allontanato che dal retro del castello s'udi nella corte il rurnore d'una carrozza. Era il conteche riconduceva dalla tenuta vicina la nipote col fidanzato, un gio-vane e ricco barone. Poiche la madre di lui da anni non lasciava piu1a casa, il fidanzamento quel giorno era state celebrato la; ora sidoveva festeggiare qui l'avvenimento con una seconda e allegra festaincompagnia di alcuni parenti, qui dove Eugenia fin dalI'infanzia avevatrovato una seconda famiglia. La contessa era tornata a casa unpoco prima insieme al figlio Max, tenente, onde impartire ancoradiverse disposizioni. E ora tutto era in movimento al castello, per lesale, i corridoi, le scale, ed il giardiniere solo con molto stento potefinalmente in anticamera porgere il biglietto alla contessa che tuttavianon l'aprl suI posto, bensi, senza nemmeno ascoItarIo,prosegul affac-cendata. II messaggero attendeva ed attese, rna inutilmente. Uno dopol'altro servitori, sorveglianti, cameriere e domestiche gli passavanodavanti correndo; egli chiese del padrone, . .. si s tava cambiando;ando in cerca del conte Max che trove nella sua camera, ma questisi stava intrattenendo con il barone e, nell'errata opinione che ilgiardiniere intendesse annunziare 0 chiedere qualcosa che per il rno-mento non doveva ancora trapelare, gli tronco Ia parola in boccadicendo: - Vengo, vengo, andate pure! - Insomma dovette tra-scorrere ancora parecchio tempo prima che padre e figlio sopraggiun-gessero insieme ad apprendere la fatale notizia. \

    - . . M . ; I , questo e diabolicol - grido il coiit'e;""'uomograsso e be-n:iriQ.ma a volte impulsivo; - rna questo va oltre ogni limite! unmusicista di Vienna, avete detto? Certamente un qualche straccioneche gira ilmondo per vivere e sgraffigna que! che trova!

    37.. - MaItIE!

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    - Vostra Grazia mi perdoni, rna non ha affatto un aspetto cost.Mi pare che non sia molto a posto con la testa, e poi e molto sussie-goso. Si chiama Moser. E di sotto che aspetta, ho detto a Franz distargli attorno e di tenerlo d'occhio,- Ma a che serve ormai, al diavolo! Se anche 10 ficco in pri-gione non mi aiuta a riparare il danno! Vi ho detto mille volte, cheil cancello di dietro deve restar chiuso! E in ogni caso questo scherzonon sarebbe successo se aveste fatto a tempo debito ivostri prepa-rativil

    A questa punto dal salottino attiguo irruppe frettolosamente 1acontessa, piena di gioiasa eccitazione e col biglietto aperto in mano.

    - Sapete chi c'e di sotto? - grido. - In nome di Dio, 1eggeteI qua ... Mozart di Vienna, il compositorel Bisogna correre subito, eii i pregarlo di salire... temo solo che se ne sia gia andato. Che cosa pen-sera di nail Ma voi, Velten, l'avete almeno accolto came si deve?Che cos'e successo, infine?- Successo? - replico il conte, cui la prospettiva di ricever un

    \

    ' uomo celebre non poteva certo dissipare sull'is tante tutto i1 malu-more; - quello scimunito ha staccato una delle nove arancie dal-l'albero che avevo destinato per Eugenia! Ah! Sciagurato! Cosi il

    \ nostro divertimento di oggi sara privato della sua parte migliore, eMax puo anche fare a pezzetti la sua poesia!

    - Ma niente affatto! - esclamo impaziente 1a dama; - Lafalla si puo rimediare facilmente, me ne incarico io. Artclatesubitogill tutt i e due, liberate, accogliete quel brav'uomo con 1a massimagentilezza e deferenza possibile. Se ci riesce di trattenerlo, oggi nonpartiral E se non 10 trovate in giardino cercatelo alIa locanda e con-ducetelo qui insieme alIa moglie. Un regalo pill bello, una sorpresapill gradita per Eugenia il caso non avrebbe potuto farci quest'oggi!

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    - Ma certo! - aggiunse Max; - 10 stesso pensiero e venutoanche a me. Corri, papa, andiamo! E, - prosegul mentre scendevanodi corsa Ie scale, - la nona Musa non ci scapitera; al contrario saprocavare un vantaggio dall'infortunio.

    - Non e possibile!- E proprio cosil- Beh, se 10 dici tu... - guarda che ti prendo in parola -

    te~onieremo il massimo ossequio a quel capo balzano.\Mentre tutto cio avveniva al castello, i1 nostro quasi-prigioniero,non molto preoccupato dell'esito dell'avventura, u per qualche tempo

    bellamente affaccendato a scrivere. Infine perc, poiche nessuno si mo-strava, cornincio a passeggiare su e gill con impazienza; come nonbastasse arrive ad un certo punto un'ambasciata urgente dalla locanda,che il pranzo era pronto da un pezzo e che venisse subito perche ilpostiglione faceva premura. Egli raduno allora le sue cose e stavagiusto per andarsene quando dinanzi al pergolato comparvero i due

    , j I E j ,conte 10 salute quasi come un vecchio conoscente, con il suoco diale vocione di basso, e senza permettergli di far le su e scuse glimanifesto subito ilsuo desiderio di avere 1acoppia a casa sua, almenoper quel pomeriggio e sera.

    - Lei e cosi poco un estraneo per noi, caro Maestro, che possoben dire che il nome di Mozart difficilmente puo esser pronunziatoaltrove con pill frequenza e ammirazione che qui. Mia l!i()~e_suona ecanta, passa quasi tutta la sua giomata al pi;moforte.conosce a,me-;_~()ria i Suoi Iavori e desidera ardentemente dipoterl,a conoscere pioda presso di quel che non le sia stato possibile 10 scorso inverno inuno dei Suoi concerti. Poiche tra qualche settimana ci recheremo aVienna, alcuni parenti le promisero di condurla dai principi Gallizin,

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    EDUARD M(JRlKEdov'Ella si reca di frequente. Ma poiche Ella e in viaggio per Praganon sara di ritorno tanto presto, e Dio sa se il suo viaggio di ritornoLa riporterebbe qui da noi. Si fermi dunque oggi e domani! Riman-diamo indietro Ia carrozza ed Ella mi concedera di occuparmi delsuo proseguimento. \II compositore,Irquale in simili casi era solito sacrificare all'ami-cizia 0 a1divertimento molto pill di quel che non fosse qui richiesto,non stette troppo a pensarci su; accetto quindi con gioia di fermarsiper quel giorno, e premettendo pero che l'indomani avrebbe ripreso i1viaggio nelle prime ore. II conte Max reclamo per se l'onore di andarea prendere madame Mozart e regolare Ie cose alla locanda; s'incam-mino ed una carrozza 10 avrebbe immediatamente seguito.

    Di questo giovane vog1iamo qui di passaggio osservare che alIaserenita ereditata da padre e madre univa un bel ta1ento ed un vivoamore per le arti belle, e, sebbene privo d'una vera inclinazione perla vita militare, s'era tuttavia distinto come ufficia1eper la sua culturaed i suoi ottimi costumi. Conosceva la Ietteratura francese e, in untempo in cui la poesia tedesca contava ben poco per l'alta societa,aveva conseguito lodi e ammirazione per Ia sua non comune facilitanel versificare nella lingua materna, seguendo buoni modelli trovatiad esempio in Hagedorn, Gotz ed a1tri. Quel giorno gli offriva,come gia sappiamo, un'occasione particolarmente gradita per utiliz-zare il suo talento.Trove madame Mozart che chiacchierava placidamente con Ialiglia dell'oste dinanzi al tavolo apparecchiato, dove aveva appenaterminato un piatto di minestra. Troppo solita era ai casi straordinaried aIle balzane avventure del marito perche I 'apparizione e I 'imba-sciata del giovane ufficiale potessero sorprcnderla pill del ragionevole.Con immutata serenita, dignitosa e disinvolta, essa sbrigo e ordino

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    q~anto c'era da fare. Fatti ibauli, pagato il conto alla locanda econgedato i1.postig1ione,si prepare senza soverchiamente preoccuparsidella sua toilette, e di buon animo pard col compagno alIa volta delcastello, non sospettando minimamente in qua1e bizzarra guisa suomarito vi si era introdotto.. Questi intanto si trove subito come a casa sua, e magnificamentemtrattenuto. Dopo poco sopraggiunse Eugenia col fidanzato; erauna creatura fiorente, piena di grazia e spiritualita, Bionda, 1a sua. figura snella era fastosamente rivestita di una splendente seta rosacarnicino guarnita di pizzi preziosi, ed un nastro bianco ornato dinobili perle Ie cingeva 1a fronte. II barone, di poco pill anziano,carattere generoso e 1eale,appariva in tutto degno di lei.L'imbarazzo inizia1e della compagnia fu superato con anchetroppa esuberanza da1 bravo ed impu1sivo padron di casa con Ia suaconversazione un po' rumorosa, rnagari, e generosamente condita discherzi e storielle. Vennero quindi portati rinfreschi, che il nostro

    ~iatore non trascuro minimamente.if Qualcuno aveva aperto ilgran piano a coda, che recava suI Iegglo; {(11matrimonio di Figaro , e 1a fanciulla accompagnata da1 fidan-zato canto l'aria di Susanna nella scena del giardino, quell'aria incui respiriamo appieno 10 spirito della dolce passione, come unabrezza estiva a1tramonto, carica di profumi. II roseo incarnato delleguance di Eugenia av~va ceduto per qualche istante ad un fuggevolepallorc; rna con Ia pnma nota che proruppe sonora da1 suo pettoquell'imbarazzo si dileguo, Sorridendo si tenne sicura su quelle alteonde, e 1a consapevolezza di quel momento, nel suo genere forsel'unico di tutta Ia sua vita, I'accese tutta d'entusiasmo.Mozart era manifestamente sorpreso. Quand'essa ebbe terminatole si avvicino per dir1e, can l'espressione pill sincera del suo animo:

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    - Che mai le diro mia cara fanciulla? E come per il sole, che megliosi loda da solo, mentre ognuno e da lui vivificato! Un simile cantoe per l'anima come un bel bagno per un bimbo: si gioisce e si am-mira, e non si conosce al mondo niente di piu bello. E creda pure,anche ad uno come me non tutti i giomi e dato incontrare una voceCOS1 sonora e piena di tanta semplicita e calore, fusi in modo COS1 com-pleto -. Sl. d icendo prese la sua mano e la bacia con doIcezza. La no-bile benignita e l'amabilita di quelI'uomo, non meno della preziosatest imonianza che egli rendeva al suo talento, Eugenia accolse conquella irrefrenabile emozione, ch'e simile ad un leggero capogiro, edi suoi occhi furono per riempirsi di lacrime.

    In quel la comparve madame Mozart, e subito dopo altri ospitigia attesi; una nobile famiglia del vicinato, strettamente imparentata conla casa del conte, con una figlia, Francesca, sin dagli anni dell'infan-zia legata di tenerissima amicizia con la fidanzata e qui come di casa.

    Tutti allegramente si salutarono, abbracciarono, felicitarono, ven-nero presentat i i nostr i due viennesi, e Mozart sedette al piano. Suonouna parte d'un concerto di sua composizione, che Eugenia subito vol leprovare.

    L'eff icacia d'una simile esecuzione in un circolo ristretto comequello, si differenzia nettamente da un'esecuzione in un luogo pub-bIico, per l 'appagamento superiore che da i l contatto diret to con la per-sona dell'artista e col suo genio nel chiuso delle note pareti domestiche.

    Era uno di quegli splendidi pezzi nei quali per una volta, _l_a_purabellezza, per un capriccio, si piega spontaneamente al servizio del-l'eleganza, rna in maniera tale che, sebbene avvolta in queste formesonore piu artificiose e celata sotto una quantita di luci abbaglianti,pure ad ogni movimento tradisce la sua nobilta innata, e prodigaliberamente un vivo pathos.

    La contessa tenne per se l'osservazione che la maggioranza degliudi tori, forse non esclusa la stessa Eugenia, malgrado l' in tensa atten-zione ed il silenzio solenne che regnavano durante l'incantevole ese-cuzione, erano molto combattuti tra vista e udito. Osservando ancheinvolontariamente il compositore, il suo portamento semplice edritto, i1 suo viso bonario ed il movimento elastico di quelle piccolemani , era certo alquanto di ffic ile opporsi aIIa folIa di pensieri d ispa-rat i e contrastan ti su quell 'uomo miracoloso.

    Volgendosi a madame Mozart il conte disse, dopo che i1 Maestros'era alzato: - Di fronte ad un artista celebre, quando si tratti dicavar fuori una lode da conoscitore, che senza dubbio non e cosa datutti, come son fortunati re ed imperatoril Da una bocca come 1a lorotutto prende un aspetto unico e straordinario. Che cosa non possonoperrnettersi? Com'e comodo, per esernpio, s tandosene cornodamenteproprio dietro la sedia del Suo signor consorte, all'accordo finaled'una brilIante fantasia battergli una mano sulla spalla dicendo: -Ella e un diavolo d'uomo, caro Mozart! - La parol a ha appena presoil via che per la sala corre come un fuoco d'artificio, - Che hadetto? - Che e un diavolo d'uomo! gli ha detto! - E tutti queIIiche suonano e strimpellano e compongono, son fuori di se per quell aparola; insomma e 10 stile grandioso, e 10 stile familiare da re, ini-mitabi le, quello che ho sempre invidiato ai vari Giuseppe e Federico,e piu che mai ora che mi trovo nella piu nera disperazione per nonpoter rinvenire in tutte le mie tasche nemmeno per caso un soldinodi valore!

    La maniera con cui il burlone sapeva esprimere tali piacevolezzepiacque una volta di piu ed un riso irrefrenabile proruppe d'ogniparte.

    Ed ora, su invito della padron a di casa, la compagnia passe

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    nella grande ed adorna sala da pranzo, dalla quale giunse loro in-contro un festoso profumo di fiori ed un'arietta piu fresca, la ben-venuta per illoro appetito.

    Ognuno prese il posto opportunamente assegnatogli, e l'ospitepiu gradito l'ebbe di fronte alIa coppia dei f idanzati. Da un lato avevauna piccola dama anziana, una zia non maritata di Francesca, edall'altra la giovane affascinante nipote di costei, che presto si gua-dagno la sua simpatia per il suo spirito e la sua vivacita, MadameCostanza sedeva tra il padrone di casa e la sua cortese guida, ilgiovane tenente Max; gli altri erano sistemati alIa loro volta, e cosiquella variopinta compagnia di undic i persone si accomodo al Ia lungatavola, la cui estremita rimase vuota. Sulla tavola stessa si ergevanoaue grandi trionfi di porcellana con figure dipinte reggenti su di seampie coppe piene di frutta e fiori. Le pareti della sala erano deco-rate di ricchi festoni. Tutto quel che gia era in sala 0 che andavavia via comparendo, testimoniava del fasto del banchet to. Parte sullatavola, tra piatti e vassoi, parte sul tavolo di servizio nel fondo, bril-lavano i vini preziosi, dal rosso piu cupo all'oro piu palIido, la cuischiuma festosa, corona per tradizione solo Ia seconda parte deibanchetti.

    Press'a poco fino a questo punto la conversazione, alimentaravivacernente d'ogni parte , s 'era svolta in tut te Ie direzioni. Ma poicheil conte fin da principio aveva fatto accenni alla lontana, e poi semprepiu maliziosamente e direttamente all'avventura di Mozart nel giar-dino, facendo rid ere sotto i baffi gli uni, facendo rompere il capo adaltri per iscoprire ache cosa allude sse, il nostro amico prese infine laparola.

    -- In nome di Dio, voglio rivelare per quale via in realta mi siastate concesso I'onore di far conoscenza con questa nobile famiglia.

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    Certo in tutto questa faccenda non recito Ia parte migliore, e c'emancato un filo perche ora, invece di sed ere piacevolmente qui, mitrovassi in qualche oscura cel la del castello, a contemplare a stomacovuoto i ragni al le paret i!

    - Fuori, fuori! - esclamo madame Mozart; - ne sentiremodelle belle!

    Allora il maestro principia a raccontare dettagliatamente comeavendo lasciato la moglie al Cilvallp bianco fosse andato a passeg-giare nelparco, e poi Ia fatalita nella pergola, il litigio con il guar-diano, insomma descrisse con Ia piu grande fedelta e tra il diverti-mento deliziato degli ascoltatori tutto cio che gia sappiamo. Le risasembravano non volersi piu calmare; persino la riservata Eugenianon pete trattenersi, ed il r iso la scuoteva tut ta .

    - Beh - continuo Mozart; - il proverbio dice: Ride benechi ride l'ultimo! 10 ho tratto il mio piccolo profitto da tuna la fac-cenda, 1 0 vedranno a suo tempo. Ma prima ascoltino come avvenneche un vecchio rimbambito come me potesse perdersi a tal segno. Sitratta d i un mio ricordo dLgioventu.

    Nella primavera del~77o' - avevo tredici anni - mi recai inItalia con rnio padre. Da Roma and ammo anche a_Napoli. Avevo Isuonato due vol te nel Conservatorio e infini te vol te al trove. Nobil tae clero ci dimostravano grande simpatia, ma soprattutto s'attacco anoi un abate che si dava arie di grande conoscitore, e che a Corteera qualcuno. II giorno precedente Ia nostra. partenza insieme adaltri signori ci condusse in un giardino, Villa Reale, sita su quellasplendida st rada che costeggia i l mare, dove quel g iorno si producevauna carovana di Commedianti siciliani (r), Figli di Nettuno i (r)

    (1) In ital iano nel testa.

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    come si denorninavano oltre a molti altri titoli altisonanti. Insieme amolti spettatori d'alto lignaggio, tra i quali anche la giovane ed ama-bile regina Carolina con due principesse, sedevamo in una lunga filadi banchi all'ombra d'una bassa galler ia, contro le cui mura in bassogorgogliavano Ie onde. II mare con le sue striature multicolori riflet-teva magicamente l'azzurro del cielo. Proprio dinanzi si erge ilVesuvio, ed a sinistra brilla incontro una costa ridente, dolcementeelevata.

    II primo atto della commedia era finito; rappresentato su un tavo-lato di legno, qualcosa come un pontone, non era stato niente dispeciale ; il secondo invece, la parte p iu bel la, fece succedersi dinanzia noi scene di barca, nuoto e tuffi, ed e rimasto impresso nel la miamemoria in tut ti i suoi particolari.

    Da due parti opposte si vennero incontro due barche graziosissimee leggere, fatte per servire ambedue per gite di diporto, L'una, unpoco piu grande, era a meta covertata, e provvista oltre che di remid'un sottile albero munito di vela, anch'essa fastosamente dipinta;il rostro poi era dorato. Cinque giovani di classica bellezza, vestitiappena, con braccia gambe e torso nudi, erano occupati parte airemi, parte a scherzare con un gruppo di belle fanciulle, le loroinnamorate. Una d'esse, seduta nel centro e intrecciante corone difiori, si distingueva tra tutte per bellezza e portamento, come pureper Ie vesti. Le altre mostravano di servirla volentieri, la riparavanodaI sole per mezzo d'una tenda e Ie porgevano ifiori dal canestro.Ai suoi piedi sedeva una suonatrice di flauto, che accompagnava ilcanto delle aItre con la sua limpid a melodia. Anche la regina diquelle bellezze non mancava di un caval iere; rna apparivano piuttostoindifferenti uno all'altra, ed anzi il giovane mi sembrava persino unpo' rozzo.

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA.

    Frattanto l'altra barca, alquanto piu modesta, s'era avvicinata.Non v'erano dentro che dei giovani, e mentre ilcolore predominantedella prima barca era ilrosso acceso, quello della seconda era ilverdemare. Piacevolmente sorpresi alla vista di quelle belle fanciulle. comin-ciarono ad inviar loro cenni e saluti, dando a vedere il loro desideriod'una conoscenza piu intima. La reginetta allora si tolse una rosa daIpetto e la tenne maliziosamente al ta in vista, chiedendo nel contempose un simile dono sarebbe stato grad i to, al che dall'altra bandasi rispose all'unanimita conespressioni indubbie. I giovani in rossosogguardavano con disprezzo ed ira, rna non poterono opporsiquando 1a maggior parte delle ragazze si trove d'accordo nel gettarea quei poveri diavo1i almeno qualcosa da mangiare e da bere.C'era sui fondo della barca una cesta piena di arancie; probabi1-mente erano solo palle dorate, simulanti i frutti. E comincio orauno spettacolo delizioso, accompagnato dana musica posta propriosulla spiaggia.

    Una delle fanciulle det te il segnale lanciando di r a con mana leg-gera due arancie che, r ilancia te con la rnedesima leggerezza, r itorna-rona subito indietro; e ilva e vieni prosegui, e poiche sempre nuovefanciulle ent ravano nel giuoco, non meno di qualche dozzina d'aran-cie volava su e giu a tempo sempre piu rapido. La bella nel centronon prese parte alIa lotta, Iimitandosi a seguire ilgiuoco con la massimacuriosita. Noialtri non ci saziavamo d'ammirare I'abilita d'ambo Ieparti. Le barche dondolavano con movirnenti lunghi a una distanza ditrenta passi una dall'altra, mostrandosi a volte un fianco, a volte laprua; e nel l'ar ia voIteggiavano senza posa non meno d'una quarantinad'arancie, anzi nell'andirivieni fantasmagorico pareva fossero mo1te dipiu, A momenti era un vero fuoco incrociato, a momenti salivano ericadevano con un grande arco; non avveniva quasi mai che sba-

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    lampo Ia barca avvcrsaria, abbandonata del tutto alle fanciulle, tra ilvivace stridio di quest'ultime. II pili nobile di essi, un giovane Mer-curio, corse con viso raggiante verso la reginetta e I'abbraccio e baciamentre essa, che s'era tenuta ben Iontana dal tumulto delle aItre,con pari slancio 10 circondo con Ie braccia come uno a lei ben noto.La schiera dei rivali battuti nuoto bensi immediatamente a quellavolta, ma venne ricacciata dai bordi con iremi. La loro rabbia impo-tente, le grida di terrore delle fanciulle, la violenta resistenza dialcune tra loro, le loro lacrime ed implorazioni, quasi sommerse dalfragore delle onde e della musica, che aveva preso ora tutt'altro anda-mento... tutto cia era bello oltre ogni dire, e gli spettatori prorupperoin una tempesta di applausi.

    A questo punto venne spiegata la vela fino allora strettamenteavvoltolata; ne baiza fuori un roseo bimbo con ali d'argento, munitodi arco dardi e faretra, che s'arrampico con agili movimenti fino incima all'albero. Gilt i remi sonoin piena attivita tutti, la vela si gonfia;ma pili potente di loro par essere la presenza del piccoloDio alato, epar che i suoi movimenti debbano spingere da soli la barca, con unavelocita tale che i nuotatori che I'inseguivano affannosamente - e und'essi teneva alto con la sinistrail gran pesce dorato - abbandonaronopresto ogni speranza e, esauriti di forze, dovettero cercar riposo nellabarca abbandonata. Nel frattempo iverdi avevan raggiunto una pic-cola isola coperta di cespugli, dietro la quale comparve inaspettato unbattello di armati . Al cospetto d'una simile minaccia il gruppettoinalbero una bandiera bianca, segnale delle loro intenzioni pacifiche.Incoraggiati da un identico segnale dall'altra parte, attraccarono al-l'isola e subito si videro Ie fanciulle tutte, insieme alIa reginetta,sbarcare insieme ai loro innamorati. Qui ebbe termine la pantomima.

    - Mi sembra - sussurro Eugenia all'orecchio del barone, in una

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    gliassero, era come se da sole, per una forza di attrazione, cadcsseronelle mani spalancate,Ma per quanto piacevolmente fosse distratto l'occhio, non menodeliziose erano all'orecchio le melodie: arie siciliane, danze, saltarelli,canzoni a ballo, un po' di tutto, unite insieme come una ghirlanda.La pili giovane delle principesse, una graziosa fanciullina piena didisinvoltura press'a poco della mia eta, accompagnava amabilmente iltempo con cenni del capo; e ancor oggi mi stanno dinanzi agli occhiil suo sorriso e le sue lunghe ciglia.Ma mi Iascino raccontare in breve ilcorso della pantomima, seb-bene ilseguito non abbia pili niente ache vedere can la mia faccenda!Non e facile immaginare qualcosa di pili grazioso. Mentre la scara-muccia andava via via diminuendo e non venivano scambiati pili chepochi lanci, le fanciulle radunarono le loro arancie nel canestro; dal-I'altra parte un giovane afferro come per giuoco un'ampia rete verdee l'immerse per qualche tempo nell'acqua; nel ritirarla, con grandestupore di tutti, vi si trove un gran pesce verde e azzurro can stria-ture d'oro. I pili prossimi balzarono avanti per afferrarlo, ma esso gliguizza via dalle mani, come fosse stato davvero vivo, e cadde inmare. Ma non era che un'astuzia combinata per attirare i rossi fuoridella loro barca. Questi infatti, ugualmente ammirati del prodigio,non appena videro che il pesce non accennava ad immergersi ma gio-cherellava alIa superficie, senza troppo riflettere si tuffarono nell'acqua,i verdi fecero altrettanto, ed ecco si videro dodici splendidi ed abilinuotatori affaccendarsi per acchiappare i1 pesce guizzante, che balzavasulle onde, si immergeva per qualche istante, e riappariva or qua orIa tra le gambe di uno 0 sotto i1 naso d'un altro. D'improvviso,proprio mentre i rossi erano pili che mai infervorati nella caccia, l'altrafazione riconoscendo l'occasione buona abbordo con la velocita del

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    pausa durante la quale tutti esprimevano il loro plauso suI rae-conto appena udito, - mi pare che abbiamo avuto un'intera sin-fonia dal principio alla fine, e anche un perfetto paragone dello spiritomozartiano in tutta la sua serenita] Non ho ragione? Non c'era tuttaintera la grazia di Figaro ?

    II fidanzato era suI punto di riferire la sua osservazione al com-positore, quando questi riprese a parlare.- Sono passati ormai diciassette anni da quando visitai I 'I talia.

    Ma chi, avendola vista una volta, e soprattutto Napoli, puo dimenti-carla in tutta la sua vita? e anche se, come me, vi sia stato da bam-bino? Ma quell 'ultima splendida serata sul golfo non rn'era mai ri-comparsa dinanzi alla mente con tanta vivacita come questa sera nelSuo giardino. Appena chiusi gli occhi, limpidissima e chiara e serena,a~ita.ndovia. l'ult~mo velo di nebbia, l'intera divina contrada giacquedlspl~gat~dinanzi a ~e. Mare e costa, monti e citra, e la variopintamol~ltU?~e lu?go la nva, e quel fantasmagorico giuoco a palla! Cre-detti di nsentire quella musica, un' intera ghirlanda di gaie melodiesfilo dinanzi a me, melodie altrui ernie, e sempre una subentravaalI'altra: Emerge su tutte una canzonetta in sei ottavi, a me cornpleta-mente Ignota. Alt, penso, che cos'e questa? La considero un pocodi-piu.; rna per tutti i diavoli! rna questo eben Masetto, ebenZerlina! - E COS1 dicendo sorrise alla moglie, che aveva irnrnediata-mente indovinato.. - ~e cose.stanno COS1, - continuo; - nel mio primo atto eranmasto mcompmto un piccolo pezzo, duetto e cora d'un matrimoniodi paese. Proprio or son due mesi, nel riesaminare ordinatamentel'~pe~a, non mi riu~d assolutamente di trovare di getto que! chemi ci voleva. Un'ana semplice e infantile e sprizzante allegria unfresco mazzolino di fieri dal nastro svolazzante per adornare' una

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    fanciulla, ecco quel che mi ci voleva. Ma poiche non ci si deve sfor-zare in niente, e poiche simili particolari spesso vengon fuori da see per caso, proseguii e, occupatocol grosso del lavoro, non me ne curaipili . Oggi in carrozza, proprio mentre stavamo per entrare in paese,il testa mi passe fuggevolmente per il capo; rna allora non ebbealcun seguito, perlomeno non tale che me ne accorgessi. Bene, unpaio d'ore dopa, nella pergola accanto alIa fontana, colsi un motivoc~e piu felice e piu bello in nessun tempo e in nessuna occasione homai creato. A volte nell'arte si danno delle strane esperienze: rnaun caso simile non m'era mai occorso. Una melodia che piu si adat-tasse ai versi, come colata su misura... rna non anaclplru:no, ancoranon siamo a questo punto; per ora il pulcino non aveva che il capofuori dell'uovo, e sull'istante mi misi all'opera per farlo uscire tutto.Ed ecco mi ondeggio dinanzi la danza di Zerlina, e, mirabilmente,~i si univa.l'incantevole e ridente paesaggio del golfo di Napoli. Sen-tivo le VOCI alterne della coppia innamorata, ed il cora di fanciulle egiovani.

    E qui Mozart canticchio allegramente l'inizio della canzone:Giovinette che fate all'amore, che fate all'amore,Non lasciate che passi l'eta, che passi l'eta, che passi I'eta!Se nel seno vi bulica il core, vi bulica il core,II rimedio vedetelo qua! La la la! La la la!Che piacer, che piacer che sara!

    Ah, la la! Ah la la! ecc. (I)Ma intanto le mie mani avevano compiuto l'Irreparabile! La(1) In ital iano nel testo.

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    Nemesi spiava gia tra i cespugli e comparve ora in sembiante d'unuomo terribile, con una livrea azzurra gallonata. Un'eruzione delVesuvio, se in quella sera divina avesse davvero e d'improvviso sep-pellito sulla spiaggia attori e spettatori e tutta la meravigliosa Parte-nope d'una pioggia di cenere grigia, per Dio! una simile catastrofenon mi sarebbe giunta pili inaspettata e spaventosa! Quel Satanasso!mai nessuno mi ha fatto venire dei sudori simili! Una faccia comedi pietra, credo press'a poco simile a quella del pili feroce imperatoreromano! Se il servo e cosi, pensai, quando se ne fu andato, come saraSua Grazia? Tuttavia, sia detto per la verita, contavo molto sullaprotezione delle dame, e non senza motivo. Infatti codesta birbonaqui, la mia mogliettina, un poco curiosa per natura, alIa locanda~'era fatta raccontare dalla grassa moglie dell'oste tut to quanto potevainteressare sugli abitanti del castello, e in mia presenza; cosi anch'ioudii ...

    Qui madame Mozart non pote tenersi dal l' interromperlo, per assi-curare fervorosamente che il curioso era stato lui; e si venne cosi adun cornico litigio tra marito e moglie che forrno il divertimento ge-nerale.

    - Sia come si vuole - prosegul lui, - insomma sentii accen-nare ,a1.1a lantana ad una figliuola adottiva e idolatrata, presto sposa,che e II vero tesoro del castello e canta come un angelo. Per Dio!pens:i . du~que .n?l momenta cr.ucia1e, ecco chi ti cavera dal past iccio!Mettiti qUI, scrrvi una canzoncina meglio che puoi, spiegando 1a fac-cenda secondo verita, e vedrai che sara un egregio spasso. Dettofatto. Tempo ne ebbi abbastanza, per di pili rinvenni nelle tasche unfoglietto p.u1ito e rigato. Ed ecco il prodotto! Lo depongo in questebelle mam, una canzone nuzia1e improvvisata, se Ella si degna diaccettarla come tale..

    MOZART IN' VIAGGIO VERSO PRAGA

    E porse traverse il tavolo ad Eugenia un fogliet to fit tamente riem-pito di note, ma 1amana dello zio fu pili presta di quelJa di lei e gIiela soffio sotto i1 naso esclamando :' - Pazienza ancora un istante,bimba m.......a""l-..ll.

    Ad un suo cenno le grandi patte del salone si spalancarono edapparvero a!cuni servitori recanti il fatale albero di arancie, che senzarumore deposero su una panca accanto alIa tavola; contemporanea-mente due piante di mirto vennero collocate a destra e a sinistra del-I 'arancio. Una scritta fermata al l'albero 1 0 designava come proprietadella giovane fidanzata; sul muschio della base c'era un piatto diporcel lana coperto con un tovaglietta; scopertolo comparve un'aran-CIa tagliata a meta, accanto alIa qua Ie 1 0 zi~ pC!.se,con sguardo mali-,zioso; 1;}utografo~del~aest'fD.l\ questo punto ~i leva un giubilogen.era e.

    ___:Credo proprio - interloqui la contessa - che Eugenia nonsappia ancor bene che cosa Ie sta davanti. In verita non riconosce piliil suo antico beniamino, nella sua nuova pompa di fiori e frutti!

    Co1pita , incredula la fanciul la guardo l 'a lbero e poi 10 zio,- Non e possibilel - disse. - So bene che non era pili possi-bile salvarlol- Credi dunque - replica lui - che ti si abbia fatto dono d'un

    qualsiasi surrogato? Questa S I che sarebbe bella! No, guarda qua,mi tocca fare come si usa nelle commedie, quando il figlio 0 il fra-tello c~eduto morto mostra la sua identita per qualche segno specialeo vogha! Guarda questa escrescenza qua! e questa fessura in crocedevi averla vista un centinaio di volte. Ebbene? E lui 0 non e lui? '

    Essa non poteva pili dubitare: e i1 suo stupore, 1a sua commozionee 1a sua gioia furono indescrivibili.

    A quell'albero la amiglia ricollegava la memoria ultracentenaria53

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    d'una donna d'eccezione, la quale ben e meritevole d'esser menzionataqui brevemente.

    11nonno del conte, gloriosamente nota per i suoi meri ti diplomaticial Gabinetto di Vienna, onorato d'immutata fiducia uno dopo l'altroda due reggenti, era stato, nell'interno della sua famiglia, non menofortunato, col posses so d'una moglie eccellente, Renata Eleonora. Isuoi ripetuti soggiorni in Francia l'avevano piu volte posta in con-tatto con la splendida corte di Luigi XIV, e con gli uomini e le donnepiu in vista di quella memorabile epoca. Pur partecipando spensiera-tamente al continuo succedersi di divertimenti, essa non aveva maiin benche minima parte smentito in parole a atti la sua innata onora-bilita tedesca ed i suoi costumi virtuosi, che ancor oggi s'esprimonodai tratti vigorosi del suo volto, nel ritratto che ce ne e conservato.

    In grazia appunto di questa sua maniera di pensare, esercito nellasocieta anzidetta una sua propria ed ingenua opposizione, e la corri-spondenza che di lei e rimasta ne mostra grandi tracce, con quantaingenuita e appassionata prontezza, cioe, fosse religione, letteratura 0poli tica I 'argomento del discorso, l 'originale dama sapesse difendere isuoi sani principi e vedute, 0 criticare Ie manchevolezze della societa,senza tuttavia rendersi giammai importuna. II suo vivo interesse pertante e diverse persone, che si potevano incontrare ad esempio incasa di una Ninon, vero e proprio centro della piu squisita raffinatezza,era purtuttavia cosi regolato e temperato, da potersi benissimo accor-dare con isuperiori suoi rapporti d 'amicizia verso la piu nobile damadel tempo, madame de Sevigne, Dope la sua morte, in uno scrignettodi ebano si trovarono aecanto a molti e maliziosi scherzi di Chapellesa lei dedicati, scarabocchiati dalla mana stessa del poeta su fogli dalbordo a fiori d'argento, le affettuose lettere della marches a e di suafiglia alIa loro cliletto1arnica in Austria.

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    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGAr . f: proprio dalla mano di madame di Sevigne ch'essa ricevette ungiorno, ad una festa al Trianon, sulla terrazza del giardino, quelramoscello fiorito d'araneio, che sub ito pian to in un vaso, cosi allaventura, e che poi, avendo felicemente barbicato, porto con se inGermania.

    Per ben eiD,[email protected]'albero crebbe sempre piu sotto i suoioechi, e in seguito venne accudito con la massima eura dai figli enipoti. Oltre al suo valore intrinseco era il simboio vivente del raffi-nato incanto d'un'epoa qua~i divinsta, nel quaie a dir il v~ojoggigiorno possiamo ritrovare ben poco del suo effettivo valore, e~~e . recava ~ia in se u~ f~turo denso di sciagure, u cui tempestosollllZlO~n distava orma! lUmolto dal t! ;ID12oin cyi si sVQlgeq1J~gg. nostra tranquilla istoria.

    Elifenia testimonl 'fr~-' piu grande affet to a quell'eredita dell 'ava,e per questo 1 0 zio le aveva Iasciato spesso intendere ehe un giomoavreb~e ~otuto benissirno finire nelle sue mani, Tanto piu .dolo~osofu quindi per la fanciulla quando nella primavera precedente l'alberocornincio ad intristire, Ie foglie ad ingiallire e molti rami a cadersecchi, Considerando incomprensibili le ragioni di tanta rovina er,oiche nessun rimedio aveva giovato, ilgiardiniere 1 0 dette per ~pac.erato, sebbene quanto alIa specie l'albero tv; ;bbe dovuto vivere ancorail. ?oppio ed il triplo. Viceversa il conte, consigliato da un espertoVlCll l~, seguendo .un proc~dimento strano e quasi _misterioso quali neha di frequente 1 1 POPOllllO, 1 0 fece curare in segreto in un localea~partato; e la sua speranza di pater un giomo sorprendere la dilettarupote, con l'offrirle rinnovellato di vigore e di fecondita il vecchioamico, venne esaudita oltre ogni aspettazione. Dominando Ia sua im-pazi~nza, e non senza il tim ore che anche i frutti, parecchi deiquail avevano gia raggiunto il massirno grade di maturazione, non

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    potessero resistere ancora a lunge appesi ai rami, egli aveva differitodi parecchie settimane fino alIa festa odierna la gioia della sorpresa,e non c'e bisogno di rnolte parole per spiegare i sentirnenti del degnosignore allorche un estraneo all 'ultimo momento era intervenuto aguastare la sua sorpresa.

    Prima del pranzo il tenente Max aveva avuto tempo ed occasionesufficiente onde rnettere in bella il suo contributo poetico per laconsegna solenne, ed aclattare il piu possibile1 suoi versi, altrimcntitroppo seri e gravi, aIle nuove circostanze, col mutare la chiusa.Tolse dunque di tasca il foglio e, alzatosi in piedi, 1 0 lesse rivoltoalla cugina. II contenuto delle strofe era press'a poco il seguente:

    Un discendente del celebre albero delle Esperidi - cresciutonell'antichita in un'isola occidentale nel giardino di Giunone, comedono di nozze da parte della Madre Terra, e custodito dalle trearrnoniose ninfe - ha da sempre sperato e desiderato per se undestino analogo, poiche Ia costumanza di onorare con simile dononuziale una nobile sposa, gia da lunge tempo dagli dei e discesasulla terra tra gli uomini.

    Dopo lunge e vana attesa, ecco trovata infine la fanciulla cuiegli puo rivolgere 1 0 sguardo. Essa 1 0 cura con amore e trascorrel~~ghe ore a. lui d'accanto. Ma l'alloro caro aile Muse, suo superbovicino sulle rive del fonte, ha eccitato Ia sua gelosia, minacciando dirapire alla bella e geniale fanciulla il euore e ogni inclinazione a l-l 'amore umano. Invano il mirto consola l'arancio, e con i1 suo sressoesempio gli insegna la pazienza; che infine l'assenza perdurante dellasua diletta moltiplica la sua sofferenza e 1 0 riduce, dopo breve rna-lattia, in fin di vita.

    L'estate riconduce la bella lontana e la riporta con euore immu-tatoo II villaggio, il castello, il giardino, tutti l 'accolgono con la gioia

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    pm viva. Rose e gigli, con raddoppiato splendore, la guardano ine-briati e pur timidi, felicita le augurano cespugli ed alberi; rna peruno d'essi, il piu nobile, essagiunge, ahime, troppo tardioLa fanciullatrova disseccatala sua chioma, le sue mani carezzano un tronco senzavita e aride cirne di rami. Ma l'albero non vede ne riconosce piu lasua diletta. Come grande il pianto di lei, come disperati i suoi lamenti!

    Apollo intende da lungi Ia voce della figlia; discende sulla terrae rimira con occhio di pieta i1 suo dolore. E appena ha sfiorato conIe sue mani risanatrici l'albero che questo sente in se un fremito, lalinfa disseccata nel tronco si gonfia potentemente, gia sboccia ilgiovane fogliame, ed ecco fiori bianchi aprirsi qua e la rigogliosi.Sl - che non possono gli immortali? - gia frutti rotondi compa-iono, tre volte tre, come le nove Muse; crescono e crescono mutandoa vista d'occhio il loro tenero verde con 10 splendore dell'oro. Febo...cosi si chiude i1 poemetto:

    Febo riconta i frutti,dilettandosi alIa lor vista,ed ecco sull'istantecoglierlo un' accesa voglia;sorridendo il Dio dei suoniprende il frutto sugoso; lascia, 0 soave belts,che ne gustiamo insiemee ne facciam parte ad Amore!

    II poeta raccolse vivissimi applausi, e volentieri si passo sopra~~labar~ca locuzione, con Ia quale andava completamente perdutal'impressione prodotta dall'insieme veramente pregevole.

    Francesca, i l cui 'innato umorismo era stato stuzzicato gia piu57

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    d'una volta sia dal padrone di casa che da Mozart, a questo puntocorse via come il vento, quasi si fosse ricordata d'un tratto di qual-cosa, per tornare con un'incisione inglese brunita di grande formato,che pendeva quasi inosservata, tra vetro e cornice, in un salottino inun'altra parte del castello._ Dev'esser vero quello che ho sempre sentito; - esclamoposando l'incisione sul tavolo; - cioe che non c'e niente di nuovosotto il solei Ecco qui una scena dell'eta d'oro del mondo ... nonl'abbiamo vissuta oggi? Spero che Apollo si riconoscera in questasituazione I_ Magnifico! - intervenne Max trionfante; - eccolo qui ilbel Dio che si china pensieroso sulla sacra fonte! E non basta . .. guar-date la tra i cespugli quel vecchio satiro che 10 spia! Giurerei cheApollo sta meditando su qualche danza arcadica da lunge dimenti-cata, che il vecchio Chrone gli insegnava, bambino, sulla cetra.

    - E cosil Non e diversol - applaud! Francesca che stava dietroa Mozart. - E - continuo rivolto a quest'ultimo - non vede ancheil ramo carico di frutti, che si piega sopra il Dio?- Giusto; e l'olivo a lui sacro.

    - Niente affatto! Sono delle splendide arancie! Presto, nellasua distrazione, ne cogliera una!

    _ 0 piuttosto - esclarno Mozart, - cerchera di far tacere questabocca impertinente con mille baci! - E si dicendo l'afferro per lebraccia, giurando di non lasciarla andare finche non l'avesse baciato,cio ch 'essa del resto fece senza troppa esitazione.

    - Ma spiegaci, Max - intervenne Ia contessa, - che c'e scrittodietro i l quadro.

    - Sono versi d'una celebre ode di Orazio. II poeta Ramler diBerlino or non e molto ce Ii tradusse in tedesco in maniera insupera-

    MOZART IN VIAGGIO VERSOPRAGA

    bile. ~ un'ode di grande siancio lirico. Appunto questo passo, com'esplendido .... qui, colui che sulle spalleregge non inattivo arcolche abita il verde bosco maternae I'ombrosa spiaggia di Patara,che immerge ibiondi riccioli delnei sacri castalici flutti.

    di Delosuo capo

    . - Bello! davvero bello! - approve il conte, - solo sono neces-sane delle spiegazioni. CoS! per esempio : Colui che non inattivoarco re~ge significa senz'altro, nel caso nostro: colui che in ognitempo e state uno dei viol inisti pi li instancabili ! Ma ... che volevo dire?Ah 8!: mio carissimo Mozart, Ella semina zizzania tra due tenericuoril

    - V oglio sperare che non... che intende?- Eugenia invidia la sua arnica, e ne ha invero tutte le ragioni!- Ah! Ella ha notato diggia i1 mio lato debole! Ma che dirail fidanzato? .- Per una volta fingero di non vedere!- Molto bene; mi varro della prima occasione. Ma non abbia

    alcun timore, signor barone; non c'e nessun pericolo, almeno fincheil Dio. qui non mi impresti il suo vi so ed i suoi lunghi riccioli biondi.Vorrei che 1 0 facesse! in cambio riceverebbe sull'istante la trecciaincipriata di Mozart insieme ai suoi nastri pili belli!. -. ~i piacereb?e :-- rise Francesca - vedere Apollo che d'orainnanzi lffimerge dignitosamente nei flutti castalici Ia sua nuova par-rucca alla francese!

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    Tra queste e sirnil i piacevolezze i1 buon urnore e la cordialita au-mentavano vieppiu, Gli uornini scambiarono una gran quantitae li brindisi e Mozart, com 'era sua abitudine, si mise a parlare inversi, mentre Max gIi rispondeva allo stesso modo, ed anche i1 signorpapa non volle restare indietro; anzi un paio di volte fece stupire tutticon la sua abilita. Ma queste coserelle non si possono agevolmenteriportare in una narrazione, anzi non possono nemmeno esser ripe-tute, poiche appunto cio che al loro posto Ie rende irresistibili, cioeil brio ed i1 buon umore d'una compagnia, 1 0 splendore, la gioviaiitadell'espressione diretta sia nelle parole che negli sguardi, verrebberoa mancare.

    Tra Ie altre, Ia vecchia damigella volle fare un brindisi in onoredel maestro, augurandogli ancora una lunga serie di opere immor-tali. - A la bonne heurc! Per me son pronto! - grido Mozart,toccando allegramente il suo bicchiere. Allora il conte, seguendo lapropria ispirazione, intone con voce sicura e potente:

    Conte:Concedangli gli Dei forze bastevoliper crear Ie sue opere dilettevoli ...

    Max (di seguito):delle quali il da Ponte pur ancoed il gran vessatore nemmanco .. .

    Mozart:ne, per Dio, il compositore,ne presente per ora l'odore!

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    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    Conte:Tutte tutte, piano pianoquel brigante d' ital ianoimparar deve a veder,il bel nostro Bombonniere I (I)

    Max:Bene, gIi auguro cerrt'anni. . .

    Mozart:Se pero con suoi panni ...

    A tre, con forza:Belzebu non 1 0 porta con seil bel nostro Bombonnierel

    Aumentando sempre la voglia di cantare da parte del conte, l'im-provvisato terzetto trasforrno in un cosiddetto canone finale le ultimerime, e la vecchia zia di Francesca ebbe tanto spiriro, 0presunzione,da unire al coro il suo ormai tremolante soprano, con ogni sorta diabbellimenti e trilIi. Mozart promise alIora che il primo momentolibero avrebbe trascritto quello scherzo esc1usivamente per la compa-gnia secondo le regole dell'arte, cio che davvero fece, una volta tor-nato a Vienna.

    Frattanto Eugenia s'era andata studiando il suo tesoro composto(1) In tal modo, con i suoi amici, Mozart denominava ii compositore Salieri,il quale dovunque fosse succhiava zuccherini, ed era inoltre sempre lustro e ag-

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    EDUARD M6RlKE

    nel famoso pergolato di Tiberio; da tutte le parti ora si comincioa reclamare a gran voce che cantasse il duetto insierne al compositore,e 10 zio non perse l'occasione di far risuonare la sua voce pill potente-mente di tutti. Quindi tutti si alzarono per avvicinarsi al pianofortenella grande sala contigua.

    E se il pezzo delizioso procure a tutti il godimento pill puro, ilsuo contenuto, con rapido trapasso, trasporto la compagnia aIle vettepill alte dell'allegria, dove la musica in se e per se non entra pillin considerazione; ne dette per primo il segnale il nostro amico, chebalzato dal pianoforte corse da Francesca e l'invito ad un valzer,mentre Max compiacente afferrava il violino. II padrone di casa nontralascio l'occasione d'invitare madame Mozart. In un attimo tutti imobili ch'era possibile togliere vennero sgombrati dai servitori, perlasciare un grande spazio vuoto. A turno tutti dovettero fare il lorogiro, e la vecchia zia non se l'ebbe affatto a male quando il galantetenentino I'invito a danzare un minuetto, ch'ebbe il potere di ringio-vanirla. Infine Mozart fece la danza di chiusura con la fidanzata, ap-profi ttando dell 'occasione per raccogliere dalla sua bella bocca e nellaforma pill galante il diritto assicuratogli.

    Scendeva la sera, il sole era tramontato e all'aperto si cominciavaa star bene, percio la contessa propose alle dame di intrattenersi ancoraun poco nel parco. II conte a sua volta invito gli uornini nella salada biliardi, poiche era nota la predilezione di Mozart per quel giu~co.Cosi la compagnia si divise in due schiere, e noi pe t parte nostra se-guiamo quella femminile,

    Dopo aver passeggiato comodamente su e gill per iI viale princi-pale, ascesero una rotonda collina cinta fino a meta da alte balaustreintorno aIle quali si avviticchiava la vite; dalla collina 10 sguardospaziava liberamente suIl'aperta campagna, iI villaggio e la strada

    MOZART IN VIAGGIO VERSO PRAGA

    maestra. Gli ultimi raggi del sole morente scintillavano purpurei disotto il fogliame.

    _ Non potremmo sederci tranquillamente qui? - Prop9se lacontessa, - e madame Mozart non vorrebbe narrarci qualcosa di see di suo marito?

    Costanza acconsenti di buona grazia, e Ie dame si assisero como-darnente dopo aver fatto circolo con Ie sedie. .,

    _ Raccontero allora qualcosa che verrebbero a sapere 1 1 1 ogrumodo, poiche vi si collega un piccolo scherzo che ho intenzione ~igiocare. Mi son posta in capo di far ~maggio aIl~ fida~z,ata~ per n-cordo di questa piacevole giornata, d un dono di quahta singolare.Non e per nulla un oggetto di lusso 0di moda, e puo interessare incerto modo unicamente per la sua storia.

    - Che puo essere mai, Eugenia? - interruppe Francesca; -PGJ 10 meno il calamaio d'un uomo celebre! ._ Ha colpito molto davvicino! Del resto 10 vedranno pnma disera' iI tesoro e custodito in uno dei miei bauli. Ma ora incomincioe, c~n il Loro permesso, mi rifaro di lontano. Or sono d~e in~ernila salute di Mozart aveva finito poco alIa volta per inquietarrni se-riamente per la sua aumentata eccitabilita, le frequenti depressionie 10 state febbrile. Allegro a volte in compagnia, spesso pill di quelche non fosse naturale, a casa invece era per 10 pil l cupo e rinchiusoin se stesso, si lamentava e sospirava. II medico gli raccomando alloradieta, pyrmonter e passeggiate fuori citra. Ma il pazien~e non davatroppo ascolto ai buoni consig1i; la cura era scomoda, eSIgeva troppaperdita di tempo e insomma appariva del. ~tt~ opposta ~l suo. co~suetomodo di vivere. Percio i1 dottore s'incanco di renderglt la VIta msop-portabile, e Mozart dovette ascoltare una lunga conferenza sulla com-posizione del sangue umano, sui globuli che vi sono con ten uti, suI

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    respire e sul flogisto, tutte cose mai sentite; inoltre parlo anchedi come 1a natura l'intenda quanto al mangiare, bere e digerire, unafaccenda questa della quale Mozart fino allora era al corrente quantopuo esserlo il suo figlioletto di cinque anni. La lezione invero ebbeun effetto notevole. Ildottore era andato via da forse mezz'ora chetrovo mio marito pensieroso, rna con un viso gia piu sereno, in ca-mera sua, intento ad osservare un bastone che aveva cercato e final-mente trovato in un armadio in mezzo a vecchie cianfrusaglie; nonavrei mai immaginato che se ne ricordasse ancora. Proveniva da miopadre, era un bel bastone con un gran porno di lapislazzuli. Mais'era visto prima d'ora un bastone nelle mani di Mozart, cosi nonpotei trattenermi dal ridere.

    - Vedi - mi disse - sono in procinto di dedicarmi con tuttele mie forze alIa cura. Voglio bere acqua, fare ogni giorno una pas-seggiata all'aperto e all'uopo servirmi di questo bastone. Ma a questoproposito mi son venuti in mente molti pensieri. Non e senza ragione,penso, che molte persone, come ad esempio la gente posata, non pos-sano fare a meno del bastone. II consigliere di commercio nostrovicino non va mai da solo a trovare il suo compare che sta dall 'al trolato della strada: il bastone deve ognora tenergli compagnia. Pro-fessionisti ed impiegati, cancellieri e merciai, quando aila domenicapasseggiano fuori citra con le famiglie, ognuno di loro porta seco ilfido e beneamato bastone. Particolarmente ho notato che sulla piazzaS. Stefano, un quarto d'ora prima della Messa, gIi onorevoli citta-dini vi si radunano in gran numero a conversare: in tal~ occasioneappa~e. chiaro. come ognun~ .delle loro tranquille virtu, la diligenza e1 0 spmto ordinate, la placidita e la soddisfazione, si appoggino e sisostengano sul loro bravo bastone come su una comoda pol trona.Per farla breve, deve esserci una benedizione ed un conforto parti-

    ( ' , colare in quella patriarcale abitudine pur sempre poco di buon gusto.Puoi crederci oppure no, rna io non sto piu in me per la smania d'an-dare a passeggio per 1a prima volta oltre il ponte verso ilgaloppatoiocon questo buon amico! Gia ci siamo familiarizzati un poco, e speroche la nostra unione duri eternal, ~ L~~~~;:_~~ece di breve durata; alia loro terza passeggiataI a rmco non torno piu indietro. Subito ne fu procurato un'altro, chemostro una maggior fedelta; in ogni caso debbo senz'altro ascriverealIa mania del bastone una buona parte della costanza con la qualeMozart per tre settimane s'