moma voice n.20

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MARCH 2012 n° 20 MOMA VOICE MAGAZINE

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March 2012

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M A R C H 2 0 1 2 n ° 2 0 M O M A V O I C E M A G A Z I N E

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Sono passati dieci anni da quandoè nato il MOMA Voice.Abbiamo pensato di raccogliere, nel numero 20, tutte le cover delle precedenti edizioni e nel vederle tutte assieme ci siamo resi conto di aver centrato l’obiettivo. Aver dato la possibilità a dei creativi sconosciuti di esprimere le proprie visioni, dandogli un “palcoscenico” internazionale, ci riempie di orgoglio e siamo intenzionati a continuare su questa strada, perché crediamo che un prodotto come il nostro debba sempre di più circondarsi di energie creative che contribuiscano a migliorare ogni aspetto del nostro modo di essere…MOMA.

MOMA Voice was created ten years ago. We decided to collect all covers of previous editions in our issue 20. By observing all of them we have just realized that we reached our goals. We gave unknown creative artists the opportunity to express their visions by offering them an international “stage” and we are proud of it. Our aim is carrying on in this way because we believe our product has to be surrounded by creative energies to improve every aspect of our way of being…MOMA.

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peppino cam-panella

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DISCORSO SIMULATOIl flipper…al buio rendevano molto di più l’ideale sue luci multicolori, spegnere tutto,chiudere serrande e finestre,solo…flippere rumori di luci in movimento.Così è nata l’idea dellacreazione di riflessi, di colori checambiano le forme e ognunole percepisce in mododel tutto personale, ognuno fa suala luce e la trasforma come me.

Ricordi d’infanzia e giochi multicolori che hanno trasformato l’idea degli altri riguardo la mia professione: “IO SONO UN ARCHITETTO,nient’altro che un architettocon due mani da artigiano e il piacere necessario di navigare”.

peppino cam-panella

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Lo abbiamo studiato a lungo Giacomo. Lo abbiamo visto lavorare. Prendere in mano qualunque cosa potesse lasciare un segno e riempire spazi che bianchi, nella sua logica, non potevano rimanere. Ci siamo sforzati di analizzarlo, cercando di farci strada dentro la sua testa dove, di strade vere non ce ne sono, ma solo piccoli sentieri che solo lui riesce ad individuare. E abbiamo capito. Capito che in realtà non c’è nulla da capire. È tutto lì davanti ai nostri occhi, dentro i suoi segni. Dentro le sue linee contorte che viste con occhi nuovi riescono a diventare chiarissime. Come mappe. E iniziamo questo viaggio allora. Che ci si muova non è importante. L’importante è che si vada lontano. E ci andremo. Eccome se ci andremo.giacomobufarini

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massimilianofavilli

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massimilianofavilli

Abbiamo chiesto a Massimiliano di scrivere una e-mail di presentazione del suo lavoro.

Lui ci ha scritto questa lettera.

Certo non è facile scrivere di me in prima persona ,è molto più semplice ascoltare che ne pensano gli altri di te,sia in negativo che in positivo! Innanzitutto

rifiuto ogni forma di guerra. Credo che qualsiasi espressione d’arte scaturisca da sentimenti che

sono all’opposto di quelli che inducono un essere umano ad annullarne un altro. Il senso artistico che

è in noi,sia bello o brutto,è una qualità fondamentale per la quale ci differrenziamo dagli animali che

per loro natura sono portati a cacciarsi. A parte questa divagazione iniziale...adesso a grandi linee ti spiego un po’ i miei lavori...forse... Innanzitutto

ci tengo a dire che sono cresciuto in “mezzo” alle fotografie, essendo nato nel 1970,durante gli anni

in cui la fotografia,come del resto tutta la nostra società si è sviluppata in maniera vorticosa e troppo

rapidamente. Mio padre,oltre ad essere un buon genitore,è un ottimo fotografo ed un maestro nella

fotografia b/n; ho sempre pensato che non ha nulla da invidiare ai grandi nomi dell’immagine fotografica.

I suoi insegnamenti nei miei confronti non sono mai stati diretti e non mi ha mai imposto il suo

modo di pensare,quello che ho appreso è arrivato osservando e a forza di osservare qualcosa nella

testa ti entra! :-) Quindi mi sono ritrovato in questo mondo alternativo che è la fotografia,dove ogni

immagine vive in un tempo indeterminato,dove ogni semplice scatto diventa un mezzo per “eternizzare”

il tempo e rende quella immagine immortale e senza fine. Il mio sogno era di fare l’astronauta e di

viaggiare alla velocità della luce! Qualcuno ci riuscirà e solo l’idea mi riempe di gioia... Per stare un po’

+ sulla Terra mi sarebbe piaciuto dipingere(che “mostro” il Caravaggio) ma con i pennelli sono

veramente uno scandalo,così ho cercato di utilizzare la fotografia come mezzo per dipingere,cercando di fare incontrare queste due sfere artistiche con lo scopo di arrivare ad un punto in cui l’immagine

che ti trovi di fronte non sai se è stata creata dalle mani di un pittore o dagli occhi di un fotografo. In fin dei conti l’idea è partorita nel solito luogo: la mente. Il problema è che l’essere umano non

sempre genera idee benefiche... Penso di produrre una fotografia “diversa” che vuole sfidare quei

pregiudizi tecnici e teorici che contraddistinguono la critica fotografica classica. In fin dei conti la nostra società si basa su pregiudizi che finiscono sempre

per condizionare il nostro pensiero e la nostra libertà. Esistono delle regole base per produrre

una buona fotografia e forse inconsapevolmente le ho già nel mio bagaglio tecnico, ma è pur vero che la fotografia artistica è un immagine che in un qual modo viola alcune di queste regole base e diventa

un qualcosa di unico,proprio perchè non ha seguito i canoni standard. L’utilizzo della Polaroid ti mette in una condizione di estrema sintesi... sai che hai un “colpo” unico e devi cercare di non fallire... La risposta è immediata...se ho fallito capisco dove ho sbagliato...ma negli attimi in cui l’immagine si

forma sotto ai miei occhi provo un emozione unica nella quale si concentrano vari stati d’animo! I colori che genera la polaroid sono molto diversi da quelli che si generano attraverso il processo standard di

una stampa su carta fotografica. A volte mi sembra di poter dipingere come se avessi una tavolozza

con colori ad olio,l’immagine che si crea sembra di poterla toccare. Dimenticavo il computer...lo utilizzo

ma che risate o incazzate mi faccio...viviamo nell’era dei computers quelli che dovrebbevero semplificarci la vita...almeno così si dice...hai provato ad andare

alle poste! Viviamo in questo mondo dove domina un programma chiamato “Finestre” creato da un certo Guglielmo Cancelli...?!? Non ci rendiamo conto che la bellezza della vita non è dentro lo schermo di un monitor ma è intorno a noi e quello che ci circonda

molte volte lo lasciamo sfuggire davanti ai nostri occhi senza dargli la possibilità di farci riflettere. In sincerità non so più andare avanti ,forse ho scritto

frasi senza senso, spero che osservando le mie immagini troverai lo spunto per scrivere qualcosa su di me. Alla fine con le immagini cerco di comunicare quello che non riesco a dire con le semplici parole.

CiaoMassimiliano

<Love and Peace in the World>

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Questa volta però deroghiamo dalla nostra regola di dedicare queste pagine ad un artista sconosciuto. Vogliamo farvi conoscere Chicco Margaroli. La prima volta che ne abbiamo parlato con la nostra “segnalatrice”, Sissi di Aosta, siamo rimasti colpiti dall’entusiasmo che ci veniva trasmesso, ma sinceramente anche dall’anomalia del punto di partenza : le interiora degli animali. Non siamo critici d’arte e quindi non possiamo giudicare le opere di Chicco e neanche lo vogliamo fare, ma sicuramente il suo approccio alla creatività sentiamo che ci appartiene; noi partiamo dalla pelle conciata per fare prodotti che manifestino la nostra “anima”. Lei stabilizza e mummifica delle interiora di animali per arrivare a creare opere che dichiarino il suo percorso : il rinnovo. Con lo stesso principio usa gli sfridi della potatura di alberi monumentali, di cui ha potuto seguire un corso specialistico, per creare opere che dimostrino la “natura viva” del relitto.

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l nostro magazine è sempre stato dedicato a qualcuno.Su questo vedete solo carta bianca.

Cosa significa?

Significa che queste pagine le dovete riempire voi.Con tutto quello che vi riguarda.Foto, schizzi, sogni e incubi, storiea lieto fine e cose da dimenticare. Siamo abituati a dare spazio alla creatività di ognuno. È per questo che è nato il moma voice: mezzo di comunicazione che “comunica” creatività.Siamo passati da un pazzo creatore di lampade regalategli dal mare, ad una poetessa che inventa statue con le interiora animali, passando da un’anima sensibile ai fiori, a un giovane che vivecon i personaggi dei suoi disegni. Adesso è il vostro turno.

Questo è il numero più creativo della nostra storia, forse!Quello della carta bianca,dove tutto può diventareil contrario di tutto.Riempila, e mandaci le tue creazioni.Se un brivido ci correràper la schiena, il prossimoad essere pubblicato sarai tu.È una sfida aperta.

Noi siamo pronti.

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Lo abbiamo incontrato per la prima volta nel buio colorato di un celebre locale di Milano sempre pieno di artisti e umanità varia. Emiliano non attira la tua attenzione: non è una persona appariscente, è discretoe cordiale e niente potrebbe farti pensare che dietro un viso pulito da liceale, ci sia un artista visionario dai mille talenti. Diversi anni dopo ci siamo imbattuti in un solo quadro.E lì, proprio lì davanti ai tuoi occhi, sai che c’è un mondo che non immaginavi esistere, fatto di carta straccia e lusso sfrenato, di visi hollywoodiani che si sovrappongono al volto stesso dell’autore, e di plastica che per magia diventa oro. In queste pagine vedrete il lavorostraordinario di Emiliano Pellegrini. L’opera di un’anima unica che sa rendere vivo il brivido di un occhio che guarda una fotografia.emilianopellegrini

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Questo numero è dedicato a tutti i blogger del mondo. Il blog è un fenomeno inarrestabile. Un diario personale che pur essendo letto da milioni di utenti non perde il suo essere intimo. Andate sul web e leggetene uno a caso. Entrate nella testa di chi lo scrive. Sentitevi parte della sua vita. E poi pensate al fatto che sapete tutto di uno sconosciuto che a sua volta vi ha dato accesso ai suoi pensieripiù privati. Benvenuti nel nuovo Moma Voice. Come nei blog, se vi fa piacere, lasciate un commento.

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renzo mengoniEccolo qua. Un ex copywriter con delle velleità da scrittore, culminate con una partecipazione al programma di Dacia Maraini “Io scrivo, tu scrivi” alla RAI. Poi, abbandonata la scrittura, alcuni tentativi con la tela e i pennelli, stroncati da una stancante, travagliata quotidianità. Espressionismo demenziale può forse essere definita l’opera pittorica di Renzo Mengoni. Un senso di inquietudine sottile emana dai volti sogghignanti dei personaggi creati dalla fantasia senz’altro malata di un pittore che chiaramente non sa dipingere. Tuttavia, nella sua ingenua volontà di volersi esprimere a qualunque costo, il Mengoni riesce perfettamente nel suo intento: creare in chi guarda un senso di profonda pena sia per l’autore, sia per quelle teste che si protendono nel nulla tramite i loro assurdi colli di lombrico, per quelle bocche paralizzate in una smorfia patetica, per quei nasi gocciolanti, per quelle figurine che sembrano uscite dal quaderno di un bambino traumatizzato. Forse a qualche originale potrà piacere la stupidità disarmante e senza senso di cui è pregna l’opera nel suo insieme, perché assomiglia tragicamente a una certa realtà contemporanea. Renzo, come un nuovo Don Chisciotte, va avanti a tentoni per una strada piena di tanti, troppi mulini a vento. Sicuramente non gli impediranno di sfuggire a un destino purtroppo chiaramente segnato: la pazzia, il ricovero in una clinica psichiatrica, la cintura di forza, la lobotomizzazione.

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Simone Mastrelli è nato a Firenze nel 1959.Fotografa in Bianco e Nero, usando una Reflex da 35mm con obiettivo da 50mm, per rispettare meglio le proporzioni naturali, scelta tecnica molto semplice che consente una maggiore agilità e concentrazione nella composizione. La continua esplorazione del quotidiano degli esseri umani, in giro per il mondo, lo porta a “vedere” composizioni che danno agli scatti quella poesia che spesso manca nella visione reale. Simone Mastrelli è contattabile alla e-mail: [email protected]

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Mi chiamo Simone El-Rana e nasco professionalmente come artigiano orafo, attività che coltivo da anni ad Arezzo, mia città natale e nido a cui mi piace fare ritorno da ogni viaggio. Una delle mie più grandi passioni, però, è sempre stata l’arte del tatuaggio che mi ha catturato istintivamente già da adolescente, quando ancora il tattoo world era in fase embrionale. Mi sono tatuato per la prima volta a 17 anni, anche se il desiderio di incidere sulla pelle le immagini più svariate risale perfino agli anni precedenti. Ho provato a entrare a far parte della realtà del tatuaggio passando per la porta principale, ossia provando io stesso a tatuare, ma sono bastate le prime esperienze a farmi capire che quella non era la mia strada. Ho lavorato come dipendente in una ditta orafa per ben 19 anni, i miei genitori hanno lavorato anch’essi come operai e poi come commercianti: le mie radici mi hanno condotto a intraprendere un percorso alternativo. Traendo ispirazione dalle immagini e dalle icone del tattoo world ho iniziato, così, a creare i miei primi gioielli trovando in tal modo la mia vera identità professionale.Alla mia passione per l’arte del tatuaggio si unisce quella per l’arte figurativa, soprattutto quella religiosa. Benché non sia mai stato un cattolico fervente e praticante, ho sempre provato nei confronti di immagini di santi, ex voto, e icone sacre un fascino profondo. Così, mentre creavo i miei primi monili, iniziai a incastonare in antiche cornici ex voto trovati in chiese e mercatini dell’antiquariato. Queste opere hanno avuto un’ottima risposta da parte del pubblico del tattoo world, tanto che ormai la mia immagine è connessa strettamente agli ex voto e a tutte le immagini sacre che utilizzo per dar vita ai miei lavori. Qualunque tattoo fan credo che abbia ascoltato almeno una volta la storia sulle origini degli ex voto che racconto ad ogni convention! Quattro anni fa mi è stata fatta una richiesta che ha dato un nuovo cambiamento alla mia carriera. Mi chiesero di partecipare alla mostra parigina collettiva “the art of rebellion” esponendo delle tavole da skate. Poiché mi sono sempre occupato di incorniciare ex voto e immagini sacre, pensai di tagliare le tavole da skate, usarle come cornici e farle dipingere esternamente. L’idea mi piacque al punto di iniziare a proporre gli skates anche in convention, e poi in varie gallerie d’arte. Potete ammirare le foto dei miei lavori artistici e di gioielleria sul mio sito: http://www.el-rana.com o sul mio spazio in MySpace: http://www.myspace.com/elranaexvoto

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wOgni MOMA è una perfetta fusione fra le “visioni” dei fratelli Luigi e Daniele Gironacci e la passione di tutti quegli uomini e quelle donne che concorrono alla sua composizione. Insieme, giorno dopo giorno, essi si dedicano con grande dedizione all’arte calzaturiera, riversando su ciascun prodotto ingegno ed emozione. In una terra ricca di esperienze plurali come Le Marche, essi esprimono, attraverso il lavoro delle proprie mani, la cifra di un’estetica senza tempo, in cui ciò che conta, al di là di tutto, sono i valori.

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gilbert lebigre corinne roger

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Gilbert nasce a Firenze, Corinne a Tolosa ( Francia), ma per strane coincidenze le loro strade si incontrano, creando una coppia affiatata sia sul lavoro che

nella vita. Uno insegnante d’arte e membro del comitato Giovane Pittura, ammaliato dagli oggetti di grandi dimensioni e un amore per l’arte popolare. L’altra giovanissima educatrice per bambini con difficoltà. Attento e con una grande voglia di apprendere, Gilbert

frequenta un corso di cartapesta a Sant’Arcangelo di Romagna

curato dai maestri carristi Silvano Avanzini e Raffaello Giunta, che gli insegnano le basi di quella straordinaria tecnica della

carta a calco che, al carnevale di Viareggio, era alla base della

costruzione dei carri allegorici. Gilbert che più volte aveva provato a bussare a quegli hangar, trovando sempre porte chiuse, riesce grazie a questa prima “scuola” della cartapesta ad entrare in contatto con i grandi maestri di Viareggio.

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Giacomo Giovannetti ha vissuto in 9 città in 3 continenti, ha cambiato casa 16 volte e svolto vari lavori. Nel suo camminare ha sempre raccolto mappe e disegni di bambinicon cui è solito conversare.Giacomo, classe 1983 � un artista poliedrico e polimaterico. Non ama il gesto ma bens� la manipolazione dell’immagine e l’intento principale nelle sue opere � la rielaborazione iconica della societ� dell’immagine di ieri e di oggi, dove qualsiasi elemento trova un equilibrio in quanto parte di una nuova generata e rigenerata raffigurazione.

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As usual, this time, however, we will break from our tradition of dedicating these pages to an unknown artist. We would like to introduce Chicco Margaroli. The first time we spoke of him with Sissi from Aosta, who introduced him to us, we were very impressed by her enthusiasm for him, but also, honestly, by the anomaly of the starting point: the internal organs of animals. We are not art critics and therefore we cannot judge Chicco’s works, nor do we want to, but certainly we fell that we share his approach to creativity. We start with tanned leather to make products which display our “soul”. She stabilizes and solidifies the animals’ interior organs in order to create works which declare her vision: renewal. With the same principle, she uses “sfridi” of the pruning of monumental trees, about which she attended a specialized course, in order to create works which exihibit the ‘living nature’ of a relic. To create works which exihibit the ‘living nature’ of a product.

We have always dedicated our magazine to someone.On this edition you can see only white paper.What does it mean?It means that you have to fill these pages with what concern you. Photoes, sketch, dreams and nightmares, happy ending stories and things to forget.We use to give space to the creativity of everybody.For this reasons momavoice is borned: means of communication that transmit creativity. We passed from a crazy creatorof lamps received from the sea, to a poetess that invents statues with animals entrails passing from a soul sensitive to the flowers to a young that lives with the personages of his designs.Now it is your turn.Maybe this is the most creative edition of our story!The ones of white paper where everything can be the contrary of all. Fill it and send us your creations.If a shiver will run in our back, the next to be published will be you.

massimiliano favilli

giuliano mocchegianipeppino campanella

chicco margaroli

emiliano pellegrini

giacomo bufarini

andrea agostini

We have studied him for so long. We have seen him working, taking whatever could leave a sign and fill spaces that in his logic could not remain white. We strove to analize him, trying to clear a way through his mind where there are not true roads, but only small paths that only him can locate. And we understood.We understood that in reality there is nothing to understand. Everything is in front of our eyes, inside his signs. Inside his twisted lines that seen with new eyes can become very clear. Like maps. Let’s start this trip then.It is not important that we move. It is important to go far. And we will go. It is sure that we will go.

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Fidia begins his career as graphic designer, iIIustrator and photographer, and has since 1995 collaborated with many well-known brands. Vet after turning 30, feeling uneasy with commerciai business communication, his career has overturned, Fidia was “kidnapped” by the world of contemporary art, which he found to be the ideai way to express and portray his feelings to the outside world. He studied in Florence at the Academy of Art (Accademia di Belle Arti), and only 5 years later he started to move in his personal way within the circles of contemporary art, creating a profound dialogue with society, whilst trying to give a voice to his personal fears. Through this, Fidia found the right path to transform his thoughts into something independent of himself.

Photographer and writer graduated in Philosophy of Language. Martina is living in Rome by now, and she’s focusing on the semiotic dimension of dreams and its visual layer. She records her voice while reading her dreams and plays them with digital soundtrack and visual linking. Her eyes are filled with geometries, abstraction and subjectively felt urban architectures. She has held several exhibitions and projects in Europe.

Gilbert was born in Florence, Corinne in Toulouse (France), but bizarre coincidences made them meet and become a very close couple both in life and at work. He was an arts teacher and also a member of the Giovane Pittura committee, fascinated by big-sized objects and in love with people’s arts; she was a very young educator working with children in need. Very keen and eager to learn, Gilbert attended a course on papier-mâché in Sant’Arcangelo di Romagna, organised by carnival float artists Silvano Avanzini and Raffaello Giunta, who taught him the basics of this extraordinary technique that in Viareggio’s parades was the foundation to all allegoric floats. Several other times Gilbert found himself ‘knocking’ on the carnival artists’ doors, without success. But after attending this first papier-mâché ‘school’ he managed to get in touch with the great artisans of Viareggio.

Simone Mastrelli was born in Florence in 1959.His shots are black and white. He uses a 35mm Reflex camera with a 50mm zoom lens, to better enjoy natural simmetry. This is a basic technical choice which allow much more simplicity of operations and focus. Maestrelli’s constant analysis of human beings, all around the world, lets him “see” subjects which confer his shots that harmony often absent in real scenes. To get in touch with Simone Mastrelli, send an e-mail to : [email protected]

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Each MOMA is the perfect mixture of the ‘visions’ of brothers Luigi and Daniele Gironacci, with the whole of men and women taking part in the making. Men and women, day by day, work hard with an endless passion and drive for the shoemaking, channeling into each product their ideas and their emotions. In a land so rich in shared experiences as the Marche region, with their handwork they express the relevance of a timeless beauty, where what really counts, after all, are values.

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M O M A V O I C E

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M O M A s h o p s

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