musei che "bloggano"
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Musei online. Gli strumenti 2.0 al servizio del dibattito culturale
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Visioni Future Nonostante sia ancora troppo presto per trarre delle conclusioni, lo
strumento blog sta prendendo piede in un crescente numero di musei. I vantaggi sono
molti:
• Semplicità e rapidità di pubblicazione
• Brevità, informalità e spontaneità della comunicazione
• Utilità nell’approfondimento delle tematiche museali grazie agli scambi informativi con lo staff e con altri utenti
Per quanto riguarda il futuro di questo strumento nell’ambito museale, una tesi del
200798 ci offre qualche indicazione sugli obiettivi futuri. Per alcuni musei c’è la
volontà di “integrare” il blog, spostandolo così da una piattaforma esterna verso il
website istituzionale. Per altri c’è la volontà di aumentare l’attività del blog con
l’inserimento di altri blogger: in questo senso si dirige pure l’obiettivo di alcuni
musei di potenziare l’attività strategica, sviluppando una comunicazione adatta ai
vari target della community (magari con la creazione di più blog dedicati ad
argomenti specifici). Infine c’è la volontà di inserire nei blog diverse tipologie di
contenuto, soprattutto videoclip.
Good Practices Ci sono realtà museali che hanno deciso di condividere, con papers o
attraverso la partecipazione a convegni di settore, la propria esperienza relativa alla
creazione del blog del’istituzione.
Eye Level - Smithsonian American Art Museum Il SAAM è dedicato alla diffusione,
alla spiegazione e alla piacevolezza dell’arte americana: fondato nel 1846
rappresenta la collezione d’arte più importante degli Stati Uniti.
The museum celebrates the extraordinary creativity of our country's artists, whose works are windows on the American experience. All regions, cultures, and traditions are represented in the museum's collections, research resources, exhibitions, and public programs. The collection features colonial portraits, nineteenth-century landscapes, American impressionism, twentieth-century realism and abstraction, New Deal projects, sculpture, photography, prints and drawings, contemporary crafts and decorative arts, African American art, Latino art, and folk art.
Fonte: http://eyelevel.si.edu/ - (27.10.2008)
L’idea di costruire un blog (Eye Level) del museo nasce nel 2004 e ha come preciso
obiettivo quello di stimolare e impegnare il pubblico in conversazioni relative all’arte
americana sfruttando le opere presenti nel museo. Il museo è rimasto chiuso per
98 Lynn A. Bethke – (2007)
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lavori di rinnovamento quasi sei anni e mezzo a partire dal 2000: è durante questo
periodo di rinnovamento che lo staff museale pensa di re-interpretare anche la
comunicazione online, e quindi il rapporto con l’utenza. La volontà di utilizzare un
nuovo strumento come il blog derivava da alcune considerazioni:
• La necessità di raggiungere un pubblico più giovane: a lungo termine un pubblico giovane affezionato diventerà un pubblico maturo che porterà cultura, soldi, tempo.
• La possibilità di valorizzare al meglio le news con costi contenuti
• Utilizzare il blog per creare “buzz” (rumorio, chiacchiericcio) online e quindi utilizzarlo come strumento di marketing virale
Fig. 51 – Le ragioni che hanno spinto il SAAM verso la costruzione del blog Eye Level
Fonte: Jeff Gates (2008) - http://www.archimuse.com/mw2007/papers/gates/gates.html
Il team iniziale che si occupava del blog era composto dal Chief of Information
Technology, dal Head of New Media Initiatives, dal Producer in New Media e dal
direttore. Fu questo team che attraverso presentazioni in PowerPoint introdusse al
resto del museo il progetto del blog: un processo chiave per avere un primo feedback
interno, per ascoltare diverse opinioni e i primi problemi. Tra questi ultimi, il
problema principale era che si andava ad aggiungere ulteriore lavoro in un momento
in cui il museo stava riaprendo e dove i diversi dipartimenti stavano già lavorando a
progetti propri:
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The blog would build community, connect to our museum’s mission, and be used as a powerful marketing tool in a ‘conversational mode’ rather than just a ‘broadcast mode.’ Rather than just disseminating information, as had been the role of museums for most of the 20th century, we wanted to use the blog to encourage a dialogue with our viewers.
Fonte: Jeff Gates (2008) - http://www.archimuse.com/mw2007/papers/gates/gates.html
Il flusso di lavoro (workflow) prevedeva un ingente lavoro di editing interno prima
della pubblicazione. Jeff Gates spiega così le varie fasi di costruzione di un post:
• Si utilizza Basecamp’s Writeboard (http://www.basecamphq.com) come strumento di pubblicazione interna delle idee per i post
• Un autore immette qui l’idea per la “storia” da raccontare.
• Sempre all’interno del Writeboard inizia la discussione dell’intero blog team intorno all’idea posta dall’autore.
• Una volta finita la discussione si invia “il pezzo” al “Dipartimento Pubblicazioni” per l’editing.
• Infine, per l’approvazione finale, l’articolo viene analizzato dal direttore.
• Il post è pronto per la pubblicazione.
L’autore in questione può essere chiunque all’interno del blog team, ma anche
appartenete ad altri staff, in questo modo si amplia sia la “popolarità” interna del
nuovo strumento sia la consapevolezza che questo appartiene davvero
trasversalmente alla struttura museale.
Anyone on the blog team can propose a piece. And we have had interest from other museum staff as well. Our lighting designer has written two posts about his work, for example
Fonte: Jeff Gates (2008) - http://www.archimuse.com/mw2007/papers/gates/gates.html
Durante il primo anno di vita del blog i post realizzati furono 108 e i visitatori 127000
e non mancarono le prime controversie: tuttavia Eyelevel è un blog con moderatore,
e i commenti degli utenti vengono seguiti con attenzione dallo staff.
Vincitore di numerosi premi, è uno dei blog museali più famosi al mondo.
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Fig. 52 – Caratteristiche del blog Eye Level
Fonte: http://eyelevel.si.edu/ - (27.10.2008)
E’ interessante notare come per altri musei sopra indicati, anche Eye Level ha tra le
sue categorie interne la voce “Museum and Technology”, per discutere con gli utenti
del rapporto sempre più intenso tra museo e tecnologia.
Brooklyn Museum Il museo si trova in un edificio di 16.000 metri quadrati, facente
parte di un complesso di parchi e giardini del diciannovesimo secolo, che comprende
tra gli altri Prospect Park, il giardino botanico di Brooklyn e lo zoo di Prospect Park,
ed è uno dei più antichi e rinomati musei d’arte di tutti gli Stati Uniti: le sue
collezioni permanenti, rinomate in tutto il mondo, spaziano dai capolavori dell'antico
Egitto all'arte contemporanea e rappresentano un ampio ventaglio di culture.
La parte “online” del museo rappresenta l’esempio più “pieno” di comunità online
per quanto riguarda i musei: social network, podcast, YoutTube, Flickr e appunto
blog. Nel corso del 2007 fu presa una decisione relativa agli spazi virtuali: diversi
blog relativi ad alcuni progetti del museo erano situati su piattaforme esterne
(blogger), e alcuni di questi erano diventati veri e propri magazzini di materiale
pubblicitario, lo staff decise, forse per una maggiore attività di controllo, di situarli
all’interno del proprio website istituzionale.
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L’intenzione era quella di formare un blog “immediato” nel suo utilizzo sia per il
pubblico, sia per la gestione interna:
Thereafter, we moved forward with the intention to make publishing quick, easy, and enjoyable for staff, and also to make the information we provided to our audience as open and transparent as possible. In contrast to other means of communication (e.g. Web sites, publications, printed materials, press releases), blogging in its very nature is more personal; ideally, the authors’ voices are retained and spontaneity rules.
Fonte: Bernstein (2008) - http://www.archimuse.com/mw2008/papers/bernstein/bernstein.html
Un elemento di differenziazione rispetto ad Eye Level (il blog sopra analizzato), che
si contraddistingueva da una certa rigidità istituzionale o comunque da un forte
lavoro redazionale, sembra essere una concezione dello strumento blog più
immediata, umana ed informale, proprio da un punto di vista interno. Questo lo si
può riscontrare nelle parole di Shelley Bernstein, Manager of Information Systems,
del Brooklyn Museum:
On our Web site, information is thoroughly vetted, like any other official publication from the Museum; but our blog allows for much quicker, direct communication from staff. This means that readers of our blog sometimes find typos and less than elegantly phrased missives, but we also hope they reveal the human side of the institution.
Fonte: Bernstein (2008) - http://www.archimuse.com/mw2008/papers/bernstein/bernstein.html
Inoltre, rispetto all’esempio precedente, qui sembra esserci maggiore autonomia per
tutti gli autori e i post sono accompagnati da una breve biografia e da un’immagine
del membro dello staff che ha scritto il post: in parole povere, se in Eye Level la voce
del blog era l’istituzione, qui il blog è formato dalle voci dei singoli membri dello
staff.
Lo staff museale, per agevolare gli utenti che vogliono rimanere sempre aggiornati,
ha deciso di creare un gran numero di RSS feed: si possono così sottoscrivere costanti
aggiornamenti, seguendo ogni nuovo post dell’autore e dell’argomento preferiti.
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Fig. 53 – Homepage della community online del Brooklyn Museum
Fonte: http://www.brooklynmuseum.org/community/blogosphere/bloggers/ (28.10.2008)
Buzz Blog - Science Museum of Minnesota Nato nel 2004 questo blog è parte
integrante della community online del museo, denominata “Science Buzz” e ha
origine da una particolare necessità: lo staff museale voleva uno strumento semplice
ed immediato dove inserire frequentemente notizie dal mondo scientifico. Infatti, la
particolarità di questo caso, è che il blog è ovviamente raggiungibile online da
qualsiasi luogo, ma ne è stato incentivato l’uso anche internamente al museo: è stata
costruita infatti una postazione tra le collezioni in cui i visitatori possono sedersi e
leggere le novità.
Può sembrare strano ma il blog presenta una caratteristica che lo differenzia rispetto
a molti altri: solo raramente riporta notizie relative al museo. E’ quindi considerato
uno strumento indipendente, per certi aspetti, dall’attività museale vera e propria: il
blog riporta infatti notizie di diversi ambiti ma che in un modo o nell’altro sono
legati alla scienza. E’ un tipo di blog fortemente orientato all’utente, quindi, con
news molto diverse, anche perché gli autori sono diversi: i post possono essere opera
di tutti i componenti dello staff e anche degli utenti registrati.
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Il tono dei post è molto informale, ci sono vignette e la grafica è molto “giovanile”,
si direbbe quasi poco adatta ad una struttura museale, con colori molto accesi, fonts
corposi e un logo “forte” realizzato apposta per il merchandising. Tuttavia il
coinvolgimento è alto, e l’attività dello staff museale è fortemente orientata ad una
comunicazione paritaria e frequente con l’utente.
Fig. 54 – Analisi del blog Science Buzz
Fonte: http://buzz.smm.org/buzz/blog (09.11.2008)
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Lo stretto rapporto che si instaura attraverso il blog, tra staff museale e utente, ha
giovato all’immagine del museo:
Additionally, the Science Buzz staff is proficient at responding to comments and offering new information therein. In this way Science Museum staff are creating an image of the museum as responsive to the community and eager to engage in one to one conversation.[…] Buzz Blog seems to be encouraging relationships by engaging in networked communication.
Fonte: Lynn A. Bethke (2007), p. 52
Un’attività online da parte dello staff museale così frequente, appassionata e
trasparente, ha prodotto numeri99 davvero notevoli:
• Ad aprile 2007 c’erano 478 link in entrata (verso Buzz Blog) provenienti da 43 blog
• Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2007 sono stati prodotti 135 post che hanno ricevuto 368 commenti
• Sempre nel mese di marzo la comunità online Science Buzz (di cui è parte integrante Buzz Blog) ha ricevuto 60770 visite
In questo caso, quindi, si è visto un tipo di blog che si discosta dall’attività museale
proponendo un tipo di informazione che non si trova né al museo, né tantomeno nei
contenuti del website istituzionale; inoltre grazie ad un forte lavoro di
comunicazione dello staff, i numeri del blog sono davvero impressionanti e la
comunità di interesse che ruota attorno al museo è in forte espansione.
99 Lynn A. Bethke (2007), p. 54