nº 06 - febbraio/marzo 2018 gratuito · e sovrapposte portate avanti dalle due istituzioni europee...
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NON SI FERMA IL VENTO CON LE MANI
Nº 06 - FEBBRAIO/MARZO 2018 GRATUITO
L'Europa da un'altra prospettiva
Dal voto in Italia un segnale per Bruxelles
CIRCOSCRIZIONE NORD-OCCIDENTALE
www.efdd-m5seuropa.com
www.efddgroup.eu CIRCOSCRIZIONE NORD-ORIENTALE
CIRCOSCRIZIONE CENTRALE
CIRCOSCRIZIONE MERIDIONALE
CIRCOSCRIZIONE ISOLE
IGNAZIOCORRAO
classe 1984
IMMIGRAZIONE, DIRITTI UMANI, POLITICA ESTERA, COOPERAZIONE
FABIO MASSIMOCASTALDO
classe 1985
POLITICA ESTERAAFFARI COSTITUZIONALIDIFESADIRITTO INTERNAZIONALE
ISABELLAADINOLFI
classe 1978
CULTURADEMOCRAZIA DIRETTALOTTA ALLE LOBBYCOPYRIGHT
classe 1978
LAVOROAFFARI SOCIALIREDDITO DI CITTADINANZAGARANZIA GIOVANI
LAURA AGEA
classe 1971
TTIPCOMMERCIO INTERNAZIONALEOCCUPAZIONETUTELA DELLE PMI
TIZIANA BEGHIN
AMBIENTEOGMOCCUPAZIONE VERDEMOBILITÀ SOSTENIBILE
classe 1983
ELEONORA EVI
ROSAD’AMATOclasse 1969
SVILUPPO REGIONALEFONDI EUROPEICASO XYLELLATRASPORTI
DARIOTAMBURRANO
classe 1969
INDUSTRIASICUREZZA ENERGETICATTIPENERGIE RINNOVABILI
MARCOVALLI
classe 1985
ECONOMIA ED EUROTASSAZIONECONTROLLO DEI BILANCIGRANDI EVASORI
LAURAFERRARA
classe 1983
IMMIGRAZIONECONTROLLO DEI FONDI EUROPEIDIRITTI FONDAMENTALILOTTA ALLA CRIMINALITÀ
PIERNICOLAPEDICINI
classe 1969
ECONOMIA CIRCOLAREAMBIENTELOTTA AI COMBUSTIBILI FOSSILISALUTE
MARCOZULLOclasse 1978
AGRICOLTURAMADE INTUTELA DEL TERRITORIOALIMENTAZIONE
I NOSTRI PORTAVOCE AL PARLAMENTO EUROPEO
3COPERNICO
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Pronta la tempesta perfetta su NPLs e banche italiane
Scandalo Panama Papers, un altro giornalista assassinato. Ora basta!
Smog: non multate i cittadini, multate chi inquina (e i partiti amici dei petrolieri)
Erogati altri 3 miliardi alla Turchia. È schizofrenia europea!
Sacchetti bio: Commissione conferma menzogne del Governo. Ora la situazione è peggiore di prima
Sei povero anche se lavori. Il triste primato italiano in Europa
Wi-Fi gratuito, pronti i bandi europei per i piccoli comuni. L’accesso a Internet è un diritto!
Geoblocking: una sconfitta per i cittadini europei. Il mercato digitale unico resta una chimera
L’Europa dica no al riso indiano pieno di pesticidi: mangiamo il riso Made in Italy
Con il CETA cala l’export alimentare del Made in Italy
In arrivo il tribunale globale delle corporation, che sarà più potente degli Stati
Uno studio del Parlamento europeo riconosce i nostri meriti nel rafforzamento della democrazia in Italia
L’Europa, il caso Selmayr e i cittadini che pretendono trasparenza
Con il Reddito di cittadinanza l’Italia ritorna a essere un Paese europeo forte e rispettato
Fusione Bayer-Monsanto, arriva l’ok dall’Europa. Sacrificati agricoltori e concorrenza
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SOMMARIOeditoriale
Siamo tornati a Bruxelles carichi di speranza e di adrenalina. I cittadini italiani hanno lanciato un chiaro segnale alle istituzioni europee. Il cambiamento è l’unica ricetta politica che può rifondare questa
Europa fiaccata da partiti e lobby.Con il loro voto i cittadini hanno detto sì all’Europa del reddito di cittadinanza, delle energie rinnovabili, dell’aria più pulita, degli investimenti nelle nuove tecnologie, dei fondi europei spesi senza sprechi. Con il loro voto i cittadini hanno detto no all’Europa dell’austerity e a quella che decide nelle stanze segrete. Basta squilibri macroeconomici che favoriscono solo la Germania, basta Trattati commerciali suicidi per PMI e consumatori e basta ai tagli ai fondi per i nostri agricoltori. In questi tre anni e mezzo di legislatura il nostro impegno al Parlamento europeo è stato massimo. Adesso lo sarà ancora di più. L’Europa dei cittadini e della partecipazione diffusa vincerà.
di Laura Agea, EFDD - M5s Europa
IL VOTO IN ITALIA E IL SEGNALE A BRUXELLES: ADESSO L’EUROPA DEI CITTADINI
4COPERNICO
di Marco Valli, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
Presentati due pacchetti da parte di Commissione europea e BCE che rappresentano il più grave attacco mai visto al credito
La pubblicazione d e l l ’ a d d e n d u m alle linee guida sugli NPL (i famosi crediti deteriorati) da parte della BCE
a distanza di un giorno dalla pubblicazione del pacchetto legislativo della Commissione rappresenta senz’altro il più grave attacco mai visto al credito. Si tratta di due iniziative parallele e sovrapposte portate avanti dalle due istituzioni europee per rincarare la dose contro il sistema del credito. Le proposte impongono alle banche di mettere a copertura dei crediti deteriorati accantonamenti progressivi di capitale che arrivano sino alla copertura integrale del 100% del prestito dopo 8 anni per i crediti garantiti, e dopo soli 2 anni per quelli non garantiti. Ciò significa che se un cittadino o un’impresa non dovesse rimborsare un mutuo nei tempi, la banca sarebbe costretta a immobilizzare sempre più capitale sino ad arrivare ad accantonare il 100% della somma prestata in modo automatico e vincolante. Il pacchetto della Commissione riflette il contenuto delle linee guide BCE pubblicate in un documento chiamato “addendum” che pone condizioni ancora più severe: 7 anni invece di 8 e l’applicazione a tutti i nuovi NPLs, anche quelli sui crediti già concessi. Anche se la banca
non poteva prevedere, dunque, all’epoca della concessione del credito, ora al generarsi di un NPL dovrebbe teoricamente sottostare alle nuove regole. La prima versione dell’addendum era stata pubblicata a novembre scatenando un vero scontro istituzionale. La Banca Centrale Europea fu già criticata per aver scavalcato i limiti del suo mandato adottando regole “prudenziali” che soffocano l’economia reale. Comportandosi di fatto come un legislatore e ignorando le innumerevoli critiche da parte di tutti i soggetti coinvolti, cittadini compresi. Si tratta di requisiti di capitale pesantissimi che hanno l’obiettivo di favorire la crisi del sistema del credito e il suo accorpamento nei colossi bancari “too big to fail” e di accelerare le liquidazioni di NPLs a prezzi di saldo, a tutto vantaggio dei fondi speculativi in cerca di affari. Per sfuggire a requisiti di capitale così massacranti, le banche si ritroverebbero infatti costrette a liberarsi al più presto dei loro crediti deteriorati svendendoli ai fondi avvoltoio internazionali che dominano il mercato opaco dei crediti deteriorati e che sono liberi di speculare sul prezzo di acquisto degli NPL e quindi guadagnare incredibili profitti attraverso la gestione del recupero crediti, sulle spalle sia delle banche, sia delle imprese, sia dei cittadini.
Ad esempio, se un prestito vale 100, la banca riuscirà a venderlo massimo a 20 a un fondo specializzato che ne recupererà 50 dal debitore e in questo modo conseguirà un guadagno netto di 30. Questo meccanismo perverso chiaramente si traduce in una pesantissima svalutazione nei bilanci delle banche (dove il credito con un valore nominale di 100 verrà contabilizzato a 20) con conseguenti richieste di ricapitalizzazione da parte delle autorità sempre più insostenibili per le banche, ed espone famiglie e imprese alle procedure fredde standardizzate delle società esterne di recupero crediti, minando quel poco di fiducia tra banche e cittadini rimasta dopo gli scandali di questi anni. La banca diventerebbe così una sorta di sportello automatizzato e inumano. Per un sistema bancario fortemente esposto sul credito come il nostro, in cui la
PRONTA LA TEMPESTA PERFETTA SU NPLS E BANCHE ITALIANE
Per un sistema bancario fortemente esposto sul credito come il nostro, questo pacchetto di misure rappresenta un vero e proprio attacco diretto con le nostre banche e contro l’economia di tutto il Sud Europa
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5COPERNICO
proporzione tra attività di credito e finanza speculativa è pari a 80:20, a differenza dei sistemi bancari del Nord che all’opposti sono esposti 80 su finanza e 20 su credito, questo pacchetto di misure rappresenta un vero e proprio attacco diretto con le nostre banche e contro l’economia di tutto il Sud Europa, e al contempo un enorme vantaggio competitivo alle banche del Nord Europa. Come denunciamo da tempo, infatti, dietro l’imposizione di requisiti di capitale sempre più asfissianti e insostenibili sul rischio di credito e la grave sottovalutazione del rischio derivati, c’è il subdolo disegno politico di mettere in crisi il sistema bancario del Sud Europa e di far sparire le banche piccole e medie, ancorate sul territorio, per darle in pasto alle
grandi banche d’affari “too big to fail”, facilitando in questo modo l’ulteriore concentrazione del settore bancario. Abbiamo
già avuto modo di sperimentare sulla pelle dei cittadini le prime applicazioni di questo schema infernale con i bail-in Italia e in Spagna. Il prossimo passo sarà chiedere la copertura sul rischio sovrano e a quel punto l’economia dei Paesi del Sud sarà ridotta in ginocchio mentre le grandi banche d’affari e le
economie del Nord continueranno a prosperare.Stiamo lavorando per proteggere il modello di banca commerciale tradizionale
e facilitare la concessione di più prestiti a famiglie e PMI attraverso proposte concrete e costruttive (riduzioni sostanziali di requisiti di capitale per prestiti retail e alle PMI, incentivi per prestiti a imprese sociali e investimenti verdi, un nuovo Glass Steagall Act per separare il credito dalla finanza). Provvedimenti
come quelli esposti in apertura tagliano di fatto le gambe a chi vuole migliorare la situazione. Sono il frutto di un peso del Governo italiano in Europa praticamente inconsistente, incapace d’intercettare e condizionare i provvedimenti nell’interesse nazionale e dei cittadini. Al contrario di quello che fanno altri Paesi come Germania e Francia.
Stiamo lavorando per proteggere il modello di banca commerciale tradizionale e facilitare la concessione di più prestiti a famiglie e PMI attraverso proposte concrete e costruttive
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6COPERNICO
di EFDD -MoVimento 5 Stelle Europa
Jan Kuciak è stato ucciso. Era un giornalista investigativo che stava lavorando su numerosi casi di corruzione interna in Slovacchia e sullo scandalo dei Panama Papers
Jan Kuciak, ragazzo slovacco di 27 anni, è stato ucciso a casa
sua con un proiettile al petto insieme alla fidanzata Martina, freddata da un colpo in testa. Era un giornalista investigativo che stava lavorando su numerosi casi di corruzione interna in Slovacchia e sullo scandalo dei
Panama Papers, la gigantesca rete di evasione fiscale che coinvolge Europa e resto del mondo. Un’altra terribile tragedia legata alla più oscura vicenda di “finanza internazionale” scoperchiata prima con i casi tutti europei di LuxLeaks e SwissLeaks, e poi allargatasi a macchia d’olio fuori dal Continente. L’omicidio
segue quello della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, uccisa facendo esplodere la sua auto a due passi da casa. È un qualcosa di scandaloso e l’immobilismo europeo degli ultimi anni è inaccettabile; un blocco istituzionale rappresentato plasticamente dal ruolo della Commissione europea e da Jean-Claude Juncker, per quasi un ventennio a capo di quel Lussemburgo che ancora contiene i segreti dei più grandi evasori del mondo. Una nazionale costruita per permettere alle multinazionali di evadere il fisco a cui la legislazione comunitaria non riesce in alcun modo a porre un freno. Inutile essere ipocriti di fronte all’ennesima tragedia. Il ruolo dei giornalisti investigativi - così come quello dei whistleblower come Hervé Falciani e Antoine Deltour - non sono adeguatamente tutelati dalle istituzioni. Perché ancora oggi chi denuncia, chi scopre il malaffare, chi scoperchia scandali legati all’evasione fiscale, deve vivere una vita nella paura? Una vita da fuggitivo? È inaudito. Noi questi angeli che denunciano al prezzo della loro vita li vogliamo
difendere. Per questo in Italia siamo riusciti a far passare la nostra legge sulla protezione dei whistleblower ed è per questo che nella commissione sui Panama Papers abbiamo chiesto e ottenuto di equiparare le protezioni che ricevono i whistleblower anche ai giornalisti investigativi, come Jan Kuciak e Daphne Caruana Galizia. Lo ripetiamo da 3 anni ormai, dall’epoca dello scandalo che ha coinvolto il presidente della Commissione europea e il suo Lussemburgo: non si può pensare ad un’Europa solidale se esistono queste mostruose disparità, se ci sono Governi pronti a svendere l’anima pur d’ingannare e di accumulare ricchezze che non gli spettano.
L’omicidio segue quello della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, uccisa facendo esplodere la sua auto a due passi da casa
Noi questi angeli che denunciano al prezzo della loro vita li vogliamo difendere
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“SCANDALO PANAMA PAPERS, UN ALTRO GIORNALISTA ASSASSINATO. ORA BASTA!
7COPERNICO
8COPERNICO
di Piernicola Pedicini, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
È la spada di Damocle che incombe sull’Italia, e potrebbe essere il primo provvedimento europeo che dovrà affrontare il nuovo governo
Un miliardo di euro di multa. È la spada di Damocle che incombe sull’Italia, e potrebbe essere il
primo provvedimento europeo che dovrà affrontare il nuovo governo: il deferimento davanti alla Corte di Giustizia europea al pagamento della salatissima sanzione per troppo smog. Un altro “regalo” della premiata ditta Gentiloni-Galletti. Il loro cosiddetto piano smog non ha convinto - guarda un po’ - l’Europa. Però non è giusto che a pagare le inettitudini del governo siano ancora una volta i cittadini. Per questo lanciamo un appello alle Istituzioni europee: non multate i cittadini. Loro sono già vittime dell’incapacità dei partiti nel trovare soluzioni concrete per ridurre l’inquinamento in Italia. I Governi di centrodestra e centrosinistra hanno sistematicamente violato per ben 12 anni la Direttiva sulla qualità dell’aria. Le elezioni del 4 marzo hanno dimostrato che i cittadini non si fidano più di questa classe dirigente e ci
hanno scelto per il nostro programma forte e ambizioso per la riduzione dell’inquinamento nel nostro Paese. Siamo per la chiusura degli inceneritori e delle centrali a carbone, per la mobilità sostenibile, per il trasporto merci su ferro, per orientare la vita in città e gli spostamenti prediligendo il trasporto pubblico alimentato da fonti rinnovabili e sostenibili. Il nostro programma ambiente, combinato con quello trasporti e energia offrono un ventaglio di soluzioni concrete. I dati delle emissioni inquinanti prodotte nel nostro Paese dicono che nel 2016 in Italia lo smog è aumentato: il Pm10 del 13%, il Pm2.5 dell’8%. Dopo anni di cali ininterrotti sono tornati a salire anche gli ossidi di azoto, i gas prodotti dagli scarichi delle automobili e dai tir. Lombardia e Veneto hanno fatto registrare il più alto numero di sforamenti. Campania a e Sicilia sono invece i buchi neri: non
forniscono nessun dato da anni. L’articolo 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue sancisce: “nella definizione e nell’attuazione di tutte le politiche ed attività dell’Unione è garantito un livello elevato di protezione della salute umana”. L’articolo 37: “un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile”. Faremo di tutto per garantire che la tutela della salute e dell’ambiente non siano più lettera morta. I cittadini italiani hanno diritto, al pari di tutti gli altri cittadini europei, a
SMOG: NON MULTATE I CITTADINI, MULTATE CHI INQUINA (E I PARTITI AMICI DEI PETROLIERI)
Un altro “regalo” della premiata ditta Gentiloni-Galletti. Il loro cosiddetto piano smog non ha convinto - guarda un po’ - l’Europa
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9COPERNICO
respirare aria pulita, a mangiare cibo sano, a non vedere i propri figli ammalati di cancro per le troppe Terre dei Fuochi che ereditiamo. Non è con le multe che si risolvono i problemi. L’Italia ha scelto la discontinuità rispetto alle politiche suicide di centrodestra e centrosinistra. Questo cambiamento va rispettato.
Il nostro programma ambiente, combinato con quello trasporti e energia offrono un ventaglio di soluzioni concrete
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10COPERNICO
di Fabio Massimo Castaldo, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
L’ipocrita politica europea del doppio forno non produce frutti diplomatici
Che tempismo! Mentre Erdogan bombarda e accerchia Afrin nel nord della Siria, violando il diritto internazionale, la
Commissione europea sblocca la seconda tranche da 3 miliardi di aiuti alla Turchia. L’ipocrita politica europea del doppio forno non produce frutti diplomatici. L’attuale governo turco continua a calpestare impunemente i diritti umani, dentro e fuori il proprio Paese. Siamo molto preoccupati.
L’accordo sui migranti prevede una ripartizione di 1 miliardo dal budget dell’UE e 2 miliardi direttamente dagli Stati membri. L’Italia contribuisce con 225 milioni prelevati a debito dal bilancio
dello Stato. I risultati raggiunti sono risibili e controversi, così come testimonia la Corte dei Conti europea che conferma tutte le preoccupazioni che avevamo espresso in passato: i fondi europei concessi alla Turchia sono stati utilizzati con ritardi, assenza di controlli e di volontà politica. La svolta autoritaria impressa da Erdogan allontana la Turchia dall’Europa. Bruxelles ne prenda finalmente atto.
Denunciamo, infine, l’ipocrisia di chi finanzia allegramente Erdogan ma si dimentica di fare il proprio dovere finanziando il Trust Fund Ue per l’Africa che cerca di combattere le cause profonde delle migrazioni. Manca all’appello ancora 1 miliardo. Soldi che dovrebbero sostenere lo
sviluppo e la crescita in Africa, aiutando centinaia di persone. L’unica vera soluzione possibile per evitare che siano costrette a cercare fortuna in Europa, mettendo sotto pressione l’Italia, resta quindi priva di quei fondi, pur insufficienti, già previsti.
L’accordo sui migranti prevede una ripartizione di 1 miliardodal budget dell’UE e 2 miliardi direttamente dagli Stati membri
Denunciamo l’ipocrisia di chi finanzia allegramente Erdogan ma si dimentica di fare il proprio dovere finanziando il Trust Fund Ue per l’Africa
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“EROGATI ALTRI 3 MILIARDI ALLA TURCHIA. È SCHIZOFRENIA EUROPEA!
11COPERNICO
LA COMMISSIONE EUROPEA SBLOCCA LA SECONDA TRANCHE DA 3 MILIARDI DI AIUTI ALLA TURCHIA
12COPERNICO
di Dario Tamburrano, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
I sacchetti dell’ortofrutta obbligatoriamente a pagamento non hanno affatto regolarizzato la posizione dell’Italia di fronte alla UE
SACCHETTI BIO: COMMISSIONE CONFERMA MENZOGNE DEL GOVERNO. ORA LA SITUAZIONE È PEGGIORE DI PRIMA
Dato che l’Italia ha tardato a recepire la direttiva 2015/720, nel giugno 2017 si é messa in moto la procedura di infrazione dell’UE
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13COPERNICO
I sacchetti di plastica ultraleggeri a pagamento per l’ortofrutta dei supermercati, diventati obbligatori dall’inizio di quest’anno -
presentati dal PD e dal Governo come necessari per evitare una multa UE - sono una toppa peggiore del buco. La risposta della Commissione Europea alla nostra interrogazione, arrivata pochi giorni fa, non usa questa espressione chiara e diretta, ed anzi brilla per l’esposizione involuta. Se ci si prende la briga di analizzarla, risulta che i sacchetti dell’ortofrutta obbligatoriamente a pagamento non hanno affatto regolarizzato la posizione dell’Italia di fronte alla UE, ma al contrario l’hanno semmai aggravata. I testi completi della risposta sono in fondo a questo post. I sacchetti a pagamento per l’ortofrutta infatti sono stati imposti da una legge nazionale che introduce varie restrizioni alla commercializzazione dei sacchetti di plastica: e queste
restrizioni - dice ora in sostanza la Commissione Europea - non sono compatibili con il mercato unico interno dell’Unione Europea. Dal punto di vista burocratico,
i sacchetti per l’ortofrutta sono quelli “in materiale ultraleggero”, dal momento che hanno uno spessore inferiore al 15 micron. La direttiva 2015/720 impone agli Stati UE di ridurre l’utilizzo dei sacchetti di plastica “in materiale leggero” (spessore fra i 50 e i 15 micron), dal momento che essi - a livello UE - sono quelli più facilmente dispersi nell’ambiente. La direttiva ammette restrizioni alla commercializzazione per
i soli sacchetti “in materiale leggero” (che da anni infatti devono essere “biodegradabili”), mentre per tutti gli altri (compresi quindi gli “ultraleggeri” destinati
all’ortofrutta) vale invece la libera circolazione degli imballaggi stabilita dall’articolo 18 della direttiva 94/62. Dato che l’Italia ha tardato a recepire la direttiva 2015/720, nel giugno 2017 si é messa in moto la procedura di infrazione dell’UE. L’Italia ha tentato di rattoppare la situazione con l’articolo 9 del decreto legge per il Mezzogiorno, che recepisce la direttiva
2015/720 introducendo restrizioni alla commercializzazione di diversi tipi di sacchetti di plastica compresi quelli ultraleggeri. Le restrizioni italiane riguardano quindi diversi tipi di sacchetti: ma la UE ammette le restrizioni solo per i sacchetti “in materiale leggero”. E’ questo il punto dolente, ed é questa la toppa peggiore del buco aggravata - oltretutto - dalla spudorata menzogna del “ce lo chiede l’Europa”.
Queste restrizioni - dice ora in sostanza la Commissione Europea - non sono compatibili con il mercato unico interno dell’Unione Europea
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14COPERNICO
di Laura Agea, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
Se lavori otto ore al giorno rischi comunque di essere povero: secondo i dati Eurostat, in questa disumana classifica l’Italia si posiziona al primo posto in Europa
SEI POVERO ANCHE SE LAVORI. IL TRISTE PRIMATO ITALIANO IN EUROPA
È l’ennesima stortura di un mondo del lavoro precarizzato ai limiti della sopportazione. E forse anche oltre.
Se lavori otto ore al giorno rischi comunque di essere povero: secondo i dati Eurostat, in questa disumana classifica l’Italia si posiziona al primo posto con più di tre milioni di lavoratori a rischio, seguita da Spagna con 2,9 milioni e Romania con 1,6 milioni. In generale, poi, il Paese dell’Unione europea con maggiore rischio di povertà lavorativa è la Romania (18,9%), seguita da Grecia (14,1%), Spagna (13,1%), Lussemburgo (12,0%). L’Italia (11,7%) si posiziona al quinto posto in questa seconda terrificante classifica. La povertà è un problema europeo causato da anni di politiche e scelte sbagliate,
sia comunitaria sia nazionali. Pensiamo all’immobilismo di Bruxelles sulle delocalizzazioni che bruciano posti di lavoro, sui paradisi fiscali interni all’UE, sul surplus tedesco che impoverisce e prosciuga il Sud, e sull’altro lato della medaglia le scelte di governi marionetta che hanno scelto di distruggere il welfare dei loro Paesi. Non andiamo troppo indietro nel tempo, pensiamo al Jobs Act che sta creando un’intera
generazione di precari. L’ultima speranza per mettere un freno all’emergenza della povertà è la volontà da parte di tutti i Paesi di adottare un reddito minimo che restituisca vita e dignità ai quasi 120 milioni di cittadini europei
che non riescono più ad arrivare alla fine del mese. L’Europa non deve più restare indifferente di fronte alle richieste di aiuto che le famiglie e le imprese ci rivolgono. La Commissione Europea affronti senza indugio la questione del reddito minimo presentando quanto prima la proposta di una direttiva vincolante. Oggi, secondo l’Osservatorio sociale europeo diverse forme di sostegno al reddito esistono già in 26 Stati membri e non serve aggiungere che il mio Paese non prevede nessun tipo di sostegno. Noi vogliamo che l’Europa intervenga immediatamente con un quadro comune di norme che permetta l’armonizzazione dei diversi regimi vigenti con criteri di accesso comuni e validi per tutti: come ad esempio basare il calcolo del reddito da erogare sulla soglia di povertà che Eurostat fissa al 60% del reddito medio nazionale. Non esistono cittadini di serie B! Tutti devono poter beneficiare allo stesso modo dei regimi di reddito minimo. Le
La povertà è un problema europeo causato da anni di politiche e scelte sbagliate, sia comunitaria sia nazionali
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15COPERNICO
parole non bastano più! Bisogna mettere a disposizione le linee di bilancio del fondo sociale europeo e del programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale per aiutare gli Stati membri a implementare regimi di Reddito minimo. Si tratta di un approccio strategico e di
visione che consenta una vera integrazione sociale. Non solo di soldi! I cittadini non chiedono elemosina ma politiche di dignità. Se si trovano i soldi per salvare le banche, tanto più pretendo che si trovino risorse per i figli di questa Europa che è vittima troppo spesso di interessi scellerati.
RISCHIO DI POVERTÀ LAVORATIVA IN ITALIA
L’ultima speranza per mettere un freno all’emergenza della povertà è la volontà da parte di tutti i Paesi di adottare un reddito minimo che restituisca vita e dignità ai quasi 120 milioni di cittadini europei
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16COPERNICO
di Rosa D’amato, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
negli spazi pubblici dei piccoli Comuni è una lodevole iniziativa
WI-FI GRATUITO, PRONTI I BANDI EUROPEI PER I PICCOLI COMUNI. L’ACCESSO A INTERNET È UN DIRITTO!
L’accesso a Internet è un diritto che va riconosciuto a tutti i cittadini. Il bando europeo (WiFi4EU)
gratuito negli spazi pubblici dei piccoli Comuni è una lodevole iniziativa. Il 15 maggio 2018 alle 13 verrà pubblicato il primo bando: questi voucher saranno assegnati secondo la modalità “a sportello”, in base all’ordine di arrivo della richiesta. Sarà quindi fondamentale la data e l’orario
di inoltro della candidatura. Per questo i Comuni dovranno prepararsi nel migliore dei modi per non perdere l’occasione. È possibile andare sul sito della Commissione Europea per le domande e le risposte elaborate per chiarire tutti gli aspetti dell’iniziativa. Il voucher coprirà i costi per le attrezzature e l’installazione degli hotspot
impegnarsi per pagare i costi per la connessione e il mantenimento
di alta qualità per almeno 3 anni. L’ammontare del voucher equivale a 15.000 Euro per ciascuna municipalità. Chiederemo che l’iniziativa venga replicata anche oltre il 2020 e con una
È importante sottolineare l´importanza del coinvolgimento delle PMI locali per l’installazione e la manutenzione dei servizi Wi-Fi, perché ciò favorirebbe l’innovazione e la creazione di occupazione nelle comunità locali.
17COPERNICO
di Isabella Adinolfi, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
GEOBLOCKING: UNA SCONFITTA PER I CITTADINI EUROPEI. IL MERCATO DIGITALE UNICO RESTA UNA CHIMERA
Il geoblocking rappresenta una pratica commerciale discriminatoria impiegata per segregare artificialmente i mercati, così da massimizzare i profitti. In
altre parole, ciò che accade è che i venditori online: o impediscono ai consumatori di accedere a un sito Internet in quanto il loro indirizzo IP indica una specifica ubicazione geografica, oppure li re-indirizzano verso un sito locale di vendite online che pratica prezzi diversi. Proprio alla luce di ciò ed in vista della realizzazione del mercato digitale unico, le pratiche di geoblocking dovrebbero essere vietate, soprattutto in quei settori quali l’audiovisivo, dove una tale pratica risulta evidente ed ingiustificabile agli occhi del comune cittadino.
Il regolamento votato nel corso della scorsa plenaria di Strasburgo rappresenta, dunque, un atto normativo rilevante, ma a causa dell’esclusione dall’ambito di applicazione dello stesso dei contenuti audiovisivi, della musica in streaming, dei videogiochi e degli e-book, la sua efficacia è stata drasticamente depotenziata. A chi fa comodo? Di sicuro non ai cittadini europei, che continueranno a subire la pratica dei blocchi geografici, con un impatto negativo tanto per la circolazione dei contenuti che per la promozione e salvaguardia della diversità culturale. Gli interessi economici di pochi ed i lobbisti delle grandi multinazionali hanno avuto, ancora una volta, la meglio sugli interessi della collettività. Non ha
senso parlare di mercato digitale unico europeo ed al contempo continuare a tollerare che, per finalità di massimizzazione del profitto, vengano mantenute in piedi barriere ingiustificate e discriminazioni fondate sulla nazionalità o residenza dei cittadini. Si tratta di un’occasione mancata per dare un segnale concreto ai cittadini europei e dimostrare loro che il progetto europeo non è solo orientato all’economia, alla finanza ed alle banche, ma anche alle persone. In definitiva, per rilanciare il progetto europeo occorre rimettere al centro il cittadino e la persona umana: solo così l’UE potrà superare una crisi politica che dura ormai da troppo tempo. Un segnale concreto vale infatti più di mille parole.
18COPERNICO
di EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
Nel 70% dell’area coltivata a basmati in India viene utilizzato il triciclazolo, un pesticida potentissimo vietato in Europa
L’EUROPA DICA NO AL RISO INDIANO PIENO DI PESTICIDI: MANGIAMO IL RISO MADE IN ITALY
Chiediamo alla Commissione europea di rigettare la richiesta dell’India di aumentare le varietà di riso basmati da esportare
in Europa a dazio zero. Nel 70% dell’area coltivata a basmati in India viene utilizzato il triciclazolo, un pesticida potentissimo vietato in Europa perché potenzialmente genotossico e cancerogeno e che agisce anche come interferente endocrino. La Commissione europea sta valutando la richiesta arrivata dall’India e ha avviato una consultazione. L’Europa deve archiviare la stagione della globalizzazione selvaggia che non rispetta l’ambiente e la salute dei cittadini e pensa solo al profitto. In Italia ci sono migliaia di produttori di riso in crisi dalle attuali politiche europee. Le importazioni a dazio zero già concesse alla Cambogia e al Myanmar stanno massacrando il settore visto l’aumento di 9 volte della quota in pochi anni. In Italia non si produce riso basmati ma il tipo japonica. Tuttavia, le massicce importazioni di riso extraeuropeo
stanno cambiando i consumi e il mercato. Le quotazioni del riso italiano si sono praticamente dimezzate mettendo in crisi gli agricoltori. Nell’ultimo anno i prezzi riconosciuti ai coltivatori hanno registrato contrazioni consistenti: -58% per l’Arborio, -57% per il Canaroli, -41% per il Roma. L’importazione massiccia di riso basmati rischia, inoltre, di compromettere il nascente settore della produzione di varietà di riso aromatico in Italia. Queste coltivazioni, frutto dell’eccellenza della ricerca del nostro Paese, si stanno facendo largo sul mercato proprio in risposta alla crescente domanda della varietà indica di riso. Una nuova invasione di riso dall’India porterebbe con se delle conseguenze disastrose per gli agricoltori che stanno investendo
in questa direzione. Sosteniamo le richieste delle associazioni di categoria che sono quelle di una clausola di salvaguardia e della reintroduzione dei dazi sul riso cambogiano per tre anni. Inoltre, chiediamo all’Europa di non chiudere gli occhi anche su come il riso viene coltivato. Secondo una analisi Coldiretti, infatti, nel 2017 in Italia è arrivato il riso raccolto nei campi abbandonati dai Rohingya in fuga dalla repressione. Insomma, in tutti i trattati commerciali deve essere dirimente la questione dei diritti umani altrimenti saremmo complici dello sfruttamento dei lavoratori che troppo spesso avviene nei Paesi asiatici. Per questa ragione chiederemo lo sospensione delle preferenze commerciali in seguito alla
L’Europa deve archiviare la stagione della globalizzazione selvaggia che non rispetta l’ambiente e la salute dei cittadini e pensa solo al profitto
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19COPERNICO
mancanza dei diritti umani. La nostra battaglia al Parlamento europeo è chiara. L’agricoltura deve puntare su sostenibilità, stagionalità, km zero, criteri etici nella selezione dei prodotti e niente additivi. Bisogna dare priorità alla distribuzione di prodotti
freschi rispetto a quelli trattati, al fine di incoraggiare abitudini alimentari più sane tra i cittadini. La Commissione europea non prenda decisioni che danneggiano il settore e ascolti consumatori e produttori. Mangiamo il riso che produciamo in Italia.
L’importazione massiccia di riso basmati rischia, inoltre, di compromettere il nascente settore della produzione di varietà di riso aromatico in Italia
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20COPERNICO
di Tiziana Beghin, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
Le esportazioni agroalimentari italiane sono in calo rispetto all’anno precedente, in cui il CETA non era in vigore
CON IL CETA CALA L’EXPORT ALIMENTARE DEL MADE IN ITALY
A sei mesi dall’entrata in vigore provvisoria del CETA (trattato UE-Canada) che avrebbe dovuto far crescere le nostre
esportazioni verso il Canada, ecco che arriva la prima doccia gelata. Le esportazioni agroalimentari italiane sono in calo rispetto all’anno precedente, in cui il CETA non era in vigore. Inoltre, recentemente i canadesi hanno bloccato consistenti partite di pomodori siciliani per ragioni di sicurezza, mentre l’uso
delle quote per l’esportazione di formaggi rimane difficile e costoso. I dati di Coldiretti sull’export agroalimentari sono deludenti (-5% di crescita con il CETA in vigore). Il CETA ha anche premiato il falso “Made in Italy” in Canada, dove il Parmesan la fa da padrone contro il Parmigiano Reggiano, e dove continuano a circolare copie di Asiago, di Mozzarella e di Fontina...Non un grande successo per l’export italiano, quindi, ma una grande vittoria per i canadesi: la crescita delle esportazioni italiane è calata
del 4%, mentre quella dei prodotti canadesi in Italia (escluso il grano) è salita del 23%. L’Italia ha l’occasione storica di cambiare l’Europa dicendo no al CETA e bloccando la sua ratifica ufficiale. Dopo la battaglia al Parlamento europeo, adesso la palla è passata ai Parlamenti nazionali. A Roma dialogheremo con tutte le forze politiche per difendere il nostro Made in Italy. I dati dicono chiaramente che bisogna cambiare politica commerciale e agricola per sostenere la nostra economia e non svenderla.
L’Italia ha l’occasione storica di cambiare l’Europa dicendo no al CETA e bloccando la sua ratifica ufficiale
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“ IL CETA HA DATO IL VIA LIBERA ALL'INVASIONE DI OGM !
Lo sapevi che..
IL CETA HA DATO IL VIA LIBERA ALL'INVASIONE DI OGM !
Lo sapevi che..
22COPERNICO
di Tiziana Beghin, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
Il Consiglio dell’Unione ha dato il via libera alla Commissione Europea per iniziare i negoziati che porteranno alla creazione di una Corte multilaterale degli investimenti
IN ARRIVO IL TRIBUNALE GLOBALE DELLE CORPORATION, CHE SARÀ PIÙ POTENTE DEGLI STATI
Un tribunale globale per le corporation. Dopo TTIP, TISA e CETA pensavamo di averle viste tutte, ma ci siamo
spinti oltre con un tribunale globale dove i grandi investitori potranno fare causa a qualunque governo legittimamente eletto dai cittadini. È chiaro l’intento: far valere principalmente i diritti delle grandi lobby e di multinazionali pronte a tutto pur di fare utili. E non certo attente alla creazione di posti di lavoro, come una certa retorica vorrebbe far credere. Il Consiglio dell’Unione ha dato ieri il via libera alla Commissione Europea per iniziare i negoziati che porteranno alla creazione di una Corte multilaterale degli investimenti. La proposta non legittima solo i soprusi legati all’ormai celebre ISDS, ma li moltiplica perché crea un tribunale permanente senza che vi sia una legge chiara da applicare. Settant’anni di commercio internazionale non ci hanno ancora dato un’interpretazione
univoca dei diritti degli investitori, ma la cosa certa è che sono i parlamenti legittimamente eletti che devono definire i confini di cosa è lecito e cosa non lo è. Vorrebbero farci credere che un tribunale globale è più efficace ed efficiente di tanti piccoli tribunali bilaterali. Nulla di più falso, perché le sentenze di una corte bilaterale valgono solo per un caso specifico, mentre una corte permanente diventerebbe un organismo capace di definire gli standard e di creare precedenti a livello globale. E cosa dire dell’enorme discriminazione per cui solo gli investitori stranieri avranno diritto a
questa tipo di giustizia speciale e veloce, mentre le imprese nazionali dovranno accontentarsi della corsia lenta? Quello che servirebbe davvero è un tribunale internazionale per i crimini commessi dalle multinazionali contro i cittadini del mondo: gli omicidi, l’accaparramento di terra, le contaminazioni e l’inquinamento. A questo punto una domanda sorge spontanea: come ha votato l’Italia che era presente in Consiglio? I Governi Renzi e Gentiloni si sono sempre dichiarati favorevoli a questa sorte di tribunali sovranazionali. Raccontino agli italiani il perché delle loro scelte.
Vorrebbero farci credere che un tribunale globale è più efficace ed efficiente di tanti piccoli tribunali bilaterali. Nulla di più falso
Quello che servirebbe davvero è un tribunale internazionale per i crimini commessi dalle multinazionali contro i cittadini del mondo
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23COPERNICO
IN ARRIVO IL TRIBUNALE GLOBALE DELLE CORPORATION, CHE SARÀ PIÙ POTENTE DEGLI STATI
I Governi Renzi e Gentiloni si sono sempre dichiarati favorevoli a questa sorte di tribunali sovranazionali
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24COPERNICO
di Isabella Adinolfi, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
Le conclusioni della ricerca dimostrano che la partecipazione digitale può avere un positivo impatto nel rafforzamento della democrazia
UNO STUDIO DEL PARLAMENTO EUROPEO RICONOSCE I NOSTRI MERITI NEL RAFFORZAMENTO DELLA DEMOCRAZIA IN ITALIA
Uno studio del P a r l a m e n t o europeo certifica e riconosce i nostri meriti nel rafforzare la
democrazia in Italia. La ricerca, commissionata ai centri di ricerca Rathenau Instituut , Institute for Technology Assessment, Systems Analysis of the Karlsruhe Institute of Technology (ITAS-KIT), Fraunhofer Institute for Systems and Innovation Research (ISI) e Danish Board of Technology Foundation (DBT) ha analizzato oltre 400 pubblicazioni e 22 diverse iniziative nel campo della partecipazione pubblica in tutta Europa. Lo studio intitolato “prospettive per la e-democracy in Europa” è stato curato dal servizio ricerche STOA del Parlamento europeo. E noi veniamo citati come caso di studio. Le conclusioni della ricerca dimostrano che la partecipazione digitale può avere un positivo impatto nel
rafforzamento della democrazia. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sono stati precursori di un’idea nuova e vincente di fare ed essere in politica. Siamo orgogliosi di questo importante riconoscimento che mette in luce anni di lotte per l’inclusione dei cittadini nelle scelte politiche e contro il potere autoreferenziale dei partiti. Lo studio riconosce che i meetup, il blog, la piattaforma Rousseau e tutti i suoi strumenti sono metodi nuovi per ridurre il deficit democratico e il declino della partecipazione politica e servono per facilitare l’impegno e la partecipazione alla sfera
pubblica. La ricerca sottolinea che: “le aspirazioni del Movimento 5 Stelle di dare voce e influenza ai cittadini si unisce a sostengo del Movimento stesso alla democrazia diretta, che è incarnata nell’uso di differenti strumenti online di comunicazione e mobilitazione”. Inoltre, nelle conclusioni, vengono raccomandate al legislatore tutte le battaglie della e-democracy che sono parte del nostro dna: bilancio compartecipato nell’allocazione dei fondi europei, superamento e rafforzamento delle petizioni nel rapporto eurodeputati-cittadini, creazione di una piattaforma per monitorare il comportamento
Lo studio riconosce che i meetup, il blog, la piattaforma Rousseau e tutti i suoi strumenti sono metodi nuovi per ridurre il deficit democratico e il declino della partecipazione politica
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25COPERNICO
UNO STUDIO DEL PARLAMENTO EUROPEO RICONOSCE I NOSTRI MERITI NEL RAFFORZAMENTO DELLA DEMOCRAZIA IN ITALIA
degli Stati membri nelle decisioni prese in Consiglio, sviluppo delle interazioni con i cittadini e sostegno al voto elettronico. La nostra forza e la differenza con gli altri partiti è la democrazia diretta. Al Parlamento europeo facciamo parte di un gruppo politico che la porta nel nome: Efdd - “Europa della libertà e democrazia diretta. Gli strumenti di e-Democracy
sono essenziali per promuovere la responsabilità, la trasparenza e il buon governo nella pubblica amministrazione, ampliano il dibattito pubblico e permettono ai cittadini d’impegnarsi in un dialogo reattivo nella vita politica. La Rete deve essere considerata una grande opportunità perché può rendere più trasparente e democratica la gestione della cosa pubblica.
Vengono raccomandate al legislatore tutte le battaglie della e-democracy che sono parte del nostro DNA
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26COPERNICO
di Isabella Adinolfi, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
Questo funzionario promosso a segretario generale della Commissione europea è più potente di numerosi Commissari e di europarlamentari eletti dai cittadini
L’EUROPA, IL CASO SELMAYR E I CITTADINI CHE PRETENDONO TRASPARENZA
Il risultato delle elezioni italiane ha dimostrato che i cittadini rifiutano i giochi di potere. Il Parlamento europeo è impegnato - o meglio bloccato - a discutere
del caso di un grigio burocrate della Commissione europea che nessuno conosce. Eppure questo funzionario promosso a segretario generale della Commissione europea è più potente di numerosi Commissari e di europarlamentari eletti dai cittadini. È inaccettabile. Non contestiamo la correttezza formale della nomina stessa, ma piuttosto il ruolo politico o meno della Commissione e del suo Presidente e la considerazione che deve avere l’etica nella vita pubblica. Io mi chiedo e vi chiedo: il Presidente della Commissione e i Commissari sono solo dei semplici
tecnici irresponsabili oppure dei politici? Se si tratta di politici, cosa che il Presidente Juncker ha più volte ribadito, in che modo rispondono delle loro condotte ai cittadini che non li hanno eletti e che però subiscono le loro decisioni? I politici, soprattutto quelli a capo delle Istituzioni, devono agire
con integrità, disciplina e onore e comportarsi sempre in modo eticamente irreprensibile. Tutti i loro atti devono non solo essere, ma anche apparire imparziali.
Non possono esserci dubbi sul loro operato. Dove sono l’etica e la trasparenza? Quali sono i meccanismi di sanzione politica di fronte a tali atteggiamenti e comportamenti, visto che né lei Presidente Juncker né i suoi Commissari siete eletti direttamente dai cittadini e non è prevista una mozione di sfiducia
individuale? La miopia politica di Juncker e i continui favori a Merkel e ai suoi uomini a Bruxelles sono un pericolo per l’Europa stessa. La credibilità delle Istituzioni europee deve basarsi sulla trasparenza, l’etica e l’ascolto dei cittadini. Il risultato elettorale in Italia prova che un’altra maniera di
fare politica è possibile. Spira un forte vento di cambiamento che l’Europa non può più ignorare. Da Juncker ci aspettiamo una seria autocritica e la revoca di Martin Selmayr.
“ I politici, soprattutto quelli a capo delle Istituzioni, devono agire con integrità, disciplina e onore e comportarsi sempre in modo eticamente irreprensibile “
27COPERNICO
Il risultato delle elezioni italiane ha dimostrato che i cittadini rifiutano i giochi di potere
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di Laura Agea, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
Quando si affronta il tema dei diritti e della giustizia sociale, le capitali europee sono lontane anni luce da noi. Più avanti
CON IL REDDITO DI CITTADINANZA L’ITALIA RITORNA A ESSERE UN PAESE EUROPEO FORTE E RISPETTATO
L’Italia è dentro l’Europa solo in maniera formale. Quando si affronta il tema dei diritti e della giustizia sociale
le capitali europee sono lontane anni luce. Cosa succede a Parigi, Bruxelles, Madrid o Berlino quando un cittadino perde il lavoro e si trova in una condizione di povertà? Interviene lo Stato con un sussidio che ha nomi diversi da nazione a nazione ma che ha un unico comune denominatore: restituire dignità ai cittadini. In Italia questa misura si chiama reddito di cittadinanza. L’abbiamo proposta noi ed è uno strumento di sostegno al reddito per i cittadini che versano in condizione di bisogno. L’ammontare dell’erogazione è stabilita in base alla soglia di povertà relativa calcolata sulla base del 60% del reddito mediano equivalente pro capite, calcolata sulla base dei parametri europei che definiscono la condizione di rischio di povertà. Secondo questi
calcoli equivale a 780 euro mensili per persona singola. Il reddito di cittadinanza c’è in 26 Paesi europei su 28 (ovunque tranne in Italia e Grecia), persino in quegli Stati
che hanno un PIL dieci volte più piccolo dell’Italia. In Spagna è stato inserito nel 2008, in piena crisi economica e prevede un assegno di 532 euro al mese per chi ha un reddito inferiore ai 5 mila euro annui. Per una famiglia olandese questo assegno arriva a 1.400 euro al mese. In Irlanda e Romania il sussidio è a tempo indeterminato,
fino a quando cioè non si trova un lavoro. In Francia chi lo contrae deve sottoscrivere un patto d’onore e cooperare con i servizi sociali. In Danimarca il reddito di
cittadinanza è esteso anche agli under 30 che vivono con i loro genitori. In tutti i Paesi chi fa il furbetto, dichiara il falso o lavora in nero viene severamente punito. Lo ha detto l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, lo hanno raccomandato il Consiglio dell’Unione europea e il Commissario al Lavoro e agli Affari
“ Il reddito di cittadinanza c’è in 26 Paesi europei su 28 (ovunque tranne in Italia e Grecia), persino in quegli Stati che hanno un PIL dieci volte più piccolo dell’Italia “
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Lo ha approvato il Parlamento europeo il 24 ottobre 2017 che ha fatto propria la proposta presentata da Laura Agea
Sociali Marianne Thyssen. Lo ha approvato il Parlamento europeo il 24 ottobre 2017 che ha fatto propria la proposta presentata da Laura Agea: un provvedimento che prevede un reddito minimo per tutti i cittadini come misura di contrasto alla povertà. Siamo anche andati oltre: grazie a noi il Parlamento europeo ha autorizzato l’uso del Fondo sociale europeo per cofinanziare il reddito di cittadinanza e ha chiesto una direttiva della Commissione europea vincolante per tutti gli Stati membri.
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di Eleonora Evi, EFDD - MoVimento 5 Stelle Europa
A rischio sono sia l’agricoltura, intesa come biodiversità e tutela delle eccellenze, sia il mercato, inteso come sovranità alimentare dell’UE e dei suoi Stati membri
FUSIONE BAYER-MONSANTO, ARRIVA L’OK DALL’EUROPA. SACRIFICATI AGRICOLTORI E CONCORRENZA
Ci aspettavamo un parere favorevole della Commissione europea sulla fusione Bayer-Monsanto, che quindi diventerà un
mostruoso leviatano che produrrà pesticidi, OGM e i farmaci per curarsi dalla contaminazione delle sostanze contenute negli stessi pesticidi prodotti. La commissaria Margrethe Vestager ha dunque accettato di piegarsi al volere delle multinazionali come già questa Commissione europea a guida
Juncker ha ampiamente dimostrato. Avendo anche approvato il maggior numero di OGM di qualsiasi altro esecutivo precedente. A rischio sono sia l’agricoltura, intesa come biodiversità e tutela delle eccellenze, sia il mercato, inteso come sovranità alimentare dell’UE e dei suoi Stati membri. Sono state ignorate numerose lettere inviate da numerosi rappresentati del Parlamento europeo, quella di 80 ONG che solo ieri hanno avvertito preoccupate la Commissione, così come le richieste dei cittadini che
più volte si sono mobilitati in massa per opporsi a questa visione miope del mondo. Ricordiamo le milioni di firme che hanno dato vita alla ICE “Stop Glifosato”, ignorate dalla stessa Commissione. La commissaria Margrethe Vestager ha dichiarato che la condizione della fusione si basa sulla vendita di una grossa parte dell’azienda Bayer a terzi. Ci piacerebbe sapere chi sono e se ci saranno condizioni di accesso all’acquisizione. Sarebbe ridicolo se entrasse in gioco un’altra azienda tedesca.
CON LA FUSIONE BAYER-MONSANTO,SONO A RISCHIO SOVRANITÀ ALIMENTARE E L’IDENTITÀ DEI NOSTRI AGRICOLTORI
Lo sapevi che..
Per maggiori informazioni visitahttp://www.efddgroup.eu/europeanfunds/en
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