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mercoledì 23 settembre 2015 anno 5 numero 32 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Inter Sport & Spettacolo Verona 15 BUONI MOTIVI PER VINCERE E SON 4 Spenti i TONI... occhio al PAZZO

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mercoledì 23 settembre 2015 anno 5 numero 32 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO

Inter

Sport & Spettacolo

Verona

15 buoni motivi per vinceree son 4Spenti i TONI... occhio al PAZZO

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mercoledì 23 settembre 2015 Stadio5.it2

INTER (4-3-3)

Arbitro: Gianluca Rocchi di Firenze

STADIO

VERONA (4-3-3)

Gollini;Pisano, Bianchetti, Moras, Souprayen;

Sala, Viviani, Greco;Siligardi, Pazzini, Gomez

MEAZZA ORE 20.45

Inter

Allenatore Allenatore

Sand

ro M

azzo

la

AvAnti cosÌ

Handanovic;Santon, Miranda, Medel, Telles;

Guarin, Melo, Brozovic;Icardi, Liajic , Perisic

VERONA

Presto per parlare di scudetto

RobertoMancini

AndreaMandorlini

Il primo turno infrasetti-manale scandisce il cam-

mino del campionato, come un passo di tango. La bal-lerina più elegante è per il momento l’Inter che, plasma-ta a piacimento da mister Mancini, continua a vincere, in modo chirurgico, a volte, anche pericoloso. Tre match vinti per 1-0 e uno per 2-1. Quasi un disegno architet-tonico, dove ogni numero ha un significato. L’Inter deve crescere, ma farlo con un fi-lotto di un poker calato nelle prime partite, vuol dire avere un malloppo importante da parte. Per i momenti di ma-gra. L’inverno è lungo. Dopo aver superato di misura un ottimo Chievo, nel primo tur-no infrasettimanale di questo campionato, i Mancini-boys incontrano il Verona. La for-mazione scaligera è ancora a secco di vittorie in questo torneo e domenica scorsa è riuscita a pareggiare al 96’ contro l’Atalanta. Anche la passata stagione, i gialloblu ebbero un inizio abbastanza difficoltoso, ma alla fine ri-uscirono a salvarsi in modo tranquillo, grazie anche a Toni, capocannoniere con 22 gol (insieme con Icardi). Contro il Verona, i nerazzur-ri hanno la ghiotta occasione di infilare l’ennesimo succes-so, a patto che rimangano coi piedi per terra. L’arrivo del tanto vituperato Felipe Melo ha innalzato il livel-lo di personalità all’interno dello spogliatoio, anche se le coronarie dei tifosi hanno prodotto effetti collaterali. La paura di un intervento al limite, è una ‘pietà’ troppo semplice da colpire e quindi il timore di rimanere in dieci una volta tanto è un rischio che si corre. E’ una scelta, è un rischio che il Mancio sa bene di correre, ma è l’unica strada. Accanto al brasiliano si vedono miglioramenti an-che di Kondogbia, che tra un dribbling e una veronica, tra un doppio passo e una finta, si ricorda che il calcio è anche giocare con i propri compa-gni. Si è svegliato Icardi, si è seduto Jovetic, ma preservar-lo è compito del tecnico. Sta piacendo anche Peresic che sta cominciando ad annu-sare il campionato italiano. Murillo sembra una certezza, Medel una riscoperta da cen-trale difensivo. Non dispiace anche Telles, arrivato l’altro giorno. Gli ingredienti que-sta volta sembrano buoni. La classifica fa godere. Non accadeva da tredici anni par-tire così forte. Toccare i freni, ora, potrebbe diventare peri-coloso. Si fanno scommesse.

Obiettivo terzo posto alla portata deiNerazzurri. Forza ragazzi, ce la pos-siamo fare, avanti così

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Partitanon convince mA vincecla

ssif

ica

ma

rcatori

LA CLASSIFICA

9

3 14 04

6

3 3

Éder Citadin Martins

5

Stevan Jovetic

12 710 7

3

9

5 5

3 3

Fabio Quagliarella

4

Riccardo Saponara Antonio Floro Flores

3

Quest’Inter potrebbe anche non convincere ancora,

ma vince. Conta solo questo. Siamo solo alla quinta gior-nata e, nonostante i numerosi innesti, si presenta in campo con personalità, molto concre-ta. Domenica scorsa i neraz-zurri hanno chiuso la pratica Chievo con qualche difficoltà nella prima frazione di gioco a macinare gioco ma Icardi si sblocca e con la sua zampa-ta sblocca anche il risultato al Bentegodi. Roberto Mancini, pur rinviando il turnover, pro-va comunque qualche pallida variabile. La squadra gira me-glio con Kondogbia interno si-nistro di centrocampo e Perisic in attacco con Jovetic e Icardi. Il gruppo nerazzurro funziona ma ancora troppe imprecisioni e molta confusione in difesa. Il primato in classifica è sicura-mente meritato per i risultati ma lo è poco per il gioco espres-so. Gli uomini di Mancini sono maturati, sanno gestire molto bene la pressione avversaria consapevoli che il colpo vin-cente prima o poi arriva anche a costo di grandi sacrifici indi-viduali. Al Bentegodi il tecnico jesino ha vinto la terza partita su quattro per 1-0 e questo non può lasciarlo tranquillo ancora a lungo. Importante una soli-

CONVINCERE SENZA VINCERE È PEGGIO

da difesa ma un attacco mag-giormente incisivo non dispia-cerebbe, vista la caratura del reparto avanzato nerazzurro. Molti sono ancora i margini di miglioramento mentre la con-cretezza di questa compagine è già sotto gli occhi di tutti. In questo turno infrasettimanale l’Inter ospita il Verona dell’ex nerazzurro Andrea Mandorli-ni ancora imbufalito per la fa-tica fatta a Bergamo domenica scorsa contro l’Atalanta. La te-

nacia degli uomini di Mandor-lini, capaci domenica scorsa di acciuffare il pareggio nell’ulti-mo secondo di gioco ed in in-feriorità numerica, fa perdere la tranquillità a Mancini che proprio questa sera al Meazza rischia di perdere, nella mi-gliore delle ipotesi pareggiare, la prima partita della stagione. Contro il Verona potrebbe non bastare difendere il vantaggio di un solo gol. Poco spettacolo messo in campo dai nerazzur-

ri ma Mancini può contare su molte variabili che gli consen-tirebbero di vincere le gare, non sempre di misura, senza attendere l’errore della dife-sa avversaria. Dopo Atalanta, Carpi, Milan e Chievo i punti sono 12 ma restare saldamente in testa alla classifica non ba-sterà se continuerà a scendere in campo in difesa di un risul-tato scarno, giocando in modo poco propositivo, senza creare gioco e soprattutto pensando

solo a difendersi. In fine, non certo per ordine di importa, il capocannoniere della scor-sa stagione Mauro Icardi do-vrebbe finalmente svestire i panni di attaccante in attesa dell’imbeccata e vestire quel-li di punta impegnato anche nel lavoro corale e nel dialogo con i compagni per far salire la squadra. Questa sera il tecnico nerazzurro, contro il Chievo si è fermato anche Murillo per infortunio, dovrebbe schiera-re il 4-3-1-2 con l’obiettivo di portare a casa la quinta vittoria consecutiva. In Difesa farà ri-torno Miranda, in sostituzione dell’infortunato Murillo, soste-nuto da Medel e Ranocchia. Nel reparto avanzato il posto d’o-nore spetta al ritrovato Mauri-to Icardi con dietro Ljajic e uno dei due fra Perisic e Jovetic, sicuramente Mancini conce-derà a quest’ultimo un turno di riposo. Andrea Mandorlini, costretto a fare a meno di Luca Toni, punterà tutto sull’ex di turno Giampaolo Pazzini per interrompere la striscia positi-va dei nerazzurri e provare ad agguantare la prima vittoria stagionale. I precedenti danno ragione ai padroni di casa che dai gialloblu non hanno mai subito una sconfitta al Meazza.

8 78

Gonzalo Higuain

4

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Giovanni Labanca

gli Ospiti GiuliettA cercA vendettA

Scaligeri o Mastini, come rappresentati nello stemma

araldico ben in vista sulla gial-la maglietta, il Verona, meglio sarebbe a dire l’Hellas Verona, questo volta devono pensare molto più sul serio alla classifi-ca che li penalizza in coda con soli tre punti, tra cui l’ultimo in extremis contro la più for-te Atalanta. Erano anni che la prima squadra della bella città dell’Adige non partiva con un handicap così forte, se pensia-mo alla bella stagione passata ad alte quote, sotto la guida, molto illuminata di Mandor-lini, un ex di lusso a San Siro. Una certezza sta crollando, come un’altra verità che vie-ne taciuta per chiari motivi di bottega e di cassa. Sapevate che Giulietta, per esempio, non si affacciava da nessun balcone e che lo stesso ora assai visita-to, lo ha fatto costruire a bella apposta Franco Zeffirelli, per il suo film sui due innamorati veronesi? Impossibile, è pro-prio così e a suffragare il tutto basta rileggersi le cronache di quei tempi. Oh Dio, sparisce di colpo un mito, come rischia di sparire la bella Verona del cal-cio pimpante che tanto filo da torcere ha dato alle grandi, in questi anni passati? E proprio

adesso che, sotto sotto, Giuliet-ta del pallone deve vendicare, se vuole, anche l’onore dell’altra veronese, quella donzelletta che vien dalla campagna risponde al nome di Chievo? Questa sì che va forte, nonostante abbia ceduto all’Inter di Mancini tre punti, pur giocando alla pari dei nerazzurri. “Ma che ven-detta e vendetta, si schernisce il patron Setti. Ognuno pensa per sé e noi abbiamo tanto da farlo già per noi. Il momento non è dei migliori, ma il pari di domenica a Bergamo ha rimes-so a posto tante cose e fa ben sperare per il futuro. Il guaio è rappresentato proprio dalla non brillante formazione ne-razzurra che, pur essendo sal-damente un testa, fa solo punti e poco gioco. Ciò ci potrebbe essere utile, visto che abbia-mo giovani veloci che, sullo stretto, potrebbero mettere la difesa nerazzurra in grande difficoltà. Mi devo già preoccu-pare dei miei guai, vedi un po’ se posso pensare anche a quelli degli altri. Il Chievo se la cave-rà, ancora una volta e con largo anticipo. Noi, comunque, non ci diamo affatto per vinti, se a san Siro, come si sa, abbiamo sempre fatto non poca paura alla mia ex squadra. E vuoi ve-dere che proprio adesso, si vuol vendicare per un passato poco allegro che le abbiamo provo-cato? Certo, noi non possiamo e dobbiamo guardare in faccia a nessuno, non avere segni di referenza verso la capolista ed

il gioco potrebbe essere fatto. Siamo qui per provarci dob-biamo giocarcela fino in fondo, con coraggio e determinazio-ne. Mancini sa il fatto e non sta certo al sottoscritto farlo sapere in giro. Il pallone, però è rotondo e anche gli imprevisti vanno messi in conto, come ca-pita nella via di tutti i giorni. I miei ragazzi sanno il fatto loro e si applicheranno diligente-mente, da bravi ed attenti sco-lari. Vedrete che ne sortirà una bella partita, che divertirà la raffinata platea di Milano che, lentamente, sta ritrovando il suo fascino e la sua bellezza”. Giulietta, dunque, può starse-ne tranquilla ed affacciarsi dal finto balcone per continuare a vedere il suo Romeo, sempre che non nasca un contenzioso con la frazione di Chievo, sulla comune “proprietà” dell’eroina dalle trecce lunghe e forti, che tanti uomini hanno sognato di usare come scala per salire a soddisfare un legittimo desio. Lo stesso desiderio che frul-la nella testa e negli ormoni dell’Hellas Verona, intenziona-to a vendere molto cara la pelle sul morbido tappeto verde, per il momento, di San Siro in ri-strutturazione per la finale di Coppa dei Campioni, quella magica dalle orecchie larghe che l’Inter vorrebbe subito ri-acchiappare, dopo il trascorso e logico periodo di buio totale. La squadra di Mandorlini ne terrà conto? Dalle parte dell’A-rena lo sperano ardentemente.

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Mar

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eglia Luca d a i TONI m o l t o a l t i

l’Ospite

Alla Scala del calcio è di sce-na Inter -Verona, partita

che per l’Inter deve vincere, ma con la squadra nerazzurra nulla è scontato. Il Verona infatti farà di tutto per dimostrare quanto vale, grazie anche ad uno dei più noti giocatori italiani, nonché attaccante e capitano della squa-dra, Luca Toni. Toni è infatti un giocatore di estrema esperienza, nato a Pavulo del Frignano il 26 maggio del 1977 ha ottenuto nu-merosi titoli quali, Campione del Mondo con la Nazionale Italiana nel 2006, ha inoltre vinto la Scar-pa d’oro nello stesso anno, ed è stato il terzo giocatore italiano in grado di ottenere il titolo di ca-pocannoniere in un campionato

straniero, precisamente quello della Bundesliga, e come se non bastasse all’età record di 38 anni ha riottenuto il titolo nella Serie A italiana della passata stagione. Il soprannominato “Toni e ful-mini” è una prima punta fisica-mente forte e abile nei punti di testa, è inoltre bravo a protegge-re il pallone e a servire sponde ai compagni di squadra, la sua carriera è iniziata nelle Officine Meccaniche Frignanesi quando aveva solo 13 anni, dopo solo una stagiona entra a far parte dei giovanissimi nel Modena, allenato dal campione brasiliano Cinesinho, allora già campione d’Italia con la Juventus. La sua carriera professionistica ha però inizio nel 1994, con la squadra emiliana in serie C1, prima di

ne per tornare alla Fiorentina, dove chiude l’unica stagione con 8 reti in 27 presenze in campionato. Nel 2013 passa al Verona, squadra nel-la quale gioca attualmente, squadra nella quale si aggiudica nuovamente il titolo di capocannoniere e con la quale ha un contratto che scade nel 2016. Il calciatore ha avuto una car-riera travagliata fatta di alti e bassi, nel Bayer Monaco gli fu addirittura dedicata una canzone chiamata “Nu-mero Uno” che divenne un tormen-tone, ma dovette anche pagare una penale pari a 1,7 milioni di euro per non aver pagato la tassa sulla Chiesa in vigore in Germania, processo non ancor iniziato. Luca Toni è inoltre noto per essere testimonial del mar-chio telefonico Alcatel, e per aver partecipato al videoclip di una nota band musicale. In conclusione l’Inter non dovrebbe sottovalutare la partita e il nostro Toni, che lo scorso sabato ha contribuito al pareggio del Vero-na sul Torino, con un frizzante 2- 2.

essere preso in compartecipazione e poi ri-scattato dall’Empoli, in Serie B, nel quale gio-ca una stagione negativa che gli fa meditare il ritiro dal calcio. Nonostante i dubbi però si trasferisce alla Lodigiani, tornando in Serie C1, grazie alla stagione nella squadra roma-na però convince la squadra toscana che lo riscatta per 600 milioni di lire. Questo gli per-metterà di essere notato dal Vicenza, squadra che lo porta in Serie A, prima di retrocedere nuovamente in Serie B e venderlo al Brescia di Carlo Mazzone come acquisto più costoso mai fatto dal club lombardo. Nel 2003, all’e-tà d 26 abbi viene acquistato dal Palermo, stagione nella quale diventa capocannonie-re della Serie B con 30 reti, aiutando quindi la squadra ad entrare in Serie A e anche ad ottenere il sesto posto, qualificandosi per la Coppa UEFA. Per 10 milioni di euro passa nel 2005 alla fiorentina, squadra nella quale supe-ra il record di gol in una sola stagione, prima ottenuto da Kurt Harmin, con 31 gol. Lascia l’Italia nel 2007, anno in cui i trasferisce nella società tedesca del Bayer Monaco, all’età di 30 anni, contribuendo a numerose vittorie della squadra l’allenatore Ottmar Hitzfed lo definì infatti come “un animale che non vuole mai riposare”, a causa di un infortunio però due anni dopo non rende più e viene dato in pre-stito gratuito alla Roma, nella quale rimarrà solo un anno prima di passare al Genoa, on un contratto biennale. La stagione al Genoa lascia a desiderare, e il presidente della società lo cede alla Juventus, precisando: “Un voto a Toni? 3, come i gol fatti nel campionato”. Non dura molto neanche alla Juventus, dopo una sola stagione si trasferisce infatti a titolo de-finitivo all’ Al Nasir di Dubai, dal quale re-scinde però il contratto dopo una sola stagio-

GrAnde Assen

te

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7mercoledì 23 settembre 2015 Stadio5.it

Cugini bAlo, che Gol!Ottimo Milan quello visto

a San Siro sabato scorso contro il Palermo. Bravissimo Bacca, autore di una doppietta, che liquida anche la pratica Pa-lermo. Bravo Mihajlovic a schie-rare in campo una squadra che gira con grande facilità, soprat-tutto gira senza Balotelli che in panchina fa un grande bagno di umiltà. Honda trequartista, Bac-ca e Luiz Adriano davanti sono una garanzia. Soprattutto è una garanzia la regia tornata salda-mente sui piedi di Montolivo. Neppure l’ex Gilardino intimo-risce la banda rossonera. Sabato scorso anche il presidente Silvio Berlusconi è tornato a scaldare

la sedia del Meazza, buon segno. Sinisa ha ancora molto lavoro da fare, ma la squadra c’è e lo segue, fa girare la palla senza grande preoccupazione. Ancora a sec-co Mario Balotelli partito dalla panchina anche contro il Paler-mo. Da registrare la buona intesa tra Kucka e Bacca. Ieri la squadra rossonera ha incrociato le armi con l’Udinese in gran difficoltà in questo inizio di campionato.. Il Milan gira tutto. Bonaventu-ra si presenta al suo pubblico e SuperMario, fin qui all’asciutto, non manca l’occasione di saluta-re i tifosi che l’hanno acclamato realizzando un gol da cineteca. In questa giornata d’anticipo il Milan ha chiuso anche la pratica Udinese mandando letteralmen-te in crisi profonda Toto Di Na-tale e compagni.

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Giovanni Labanca

Vita di CLUB

La nuova stagione è da poco cominciata ed il Centro Co-

ordinamento Inter Club si è già attivato, in quello che è un pun-to basilare del programma: gli incontri con i soci, demandato ai vari coordinatori regionali di competenza. Uno dei primi a farlo, è stato quello della Sicilia, Francesco Scuderi, che ha ra-dunato a Milazzo 36 Inter Club

inter club milAZZodell’Isola, ospiti del locale Club, presieduto da Santino Catalfa-mo. Questi ha messo a completa disposizione i locali del soda-lizio e, soprattutto, la sua fatti-va collaborazione e indiscussa competenza, con il risultato della perfetta riuscita della ma-

nifestazione. Diversi sono stati i temi trattati durante i numerosi interventi, che hanno portato i club a confrontarsi sulla sta-gione passata e volgere assieme lo sguardo a quella appena ini-ziata. La giornata è proseguita, poi, con armonia ed attività,

che hanno coinvolto tutti i presenti, tra cui ci piace segnalare coloro, come Peppino Solone, giunti da molto lontano, per offrire il proprio prezioso contributo al raduno nerazzurro. Tra i numerosi club intervenuti, hanno fatto bella figura anche i due nuovi di Lentini ed Isola delle Femmine, entrati a far parte della grande famiglia Inter Club, da questa stagio-ne. La giornata si è conclusa con il ricordo do-veroso e commosso dedicato a Marina Russo, indimenticabile socia dell’Inter Club Milazzo. Prossimo appuntamento, per aggiornamenti e proposte, il 6 dicembre.

Ci siamo sempre chiesti: la Cina è vicina? Riferitelo,

questo interrogativo, a chi volete voi, cari lettori. Per noi è vici-nissima, anzi alle porte, da cui è già entrata nel firmamento Inter, squadra che anche bel lontanis-simo oriente vanta una miriade di tifosi, aggregati ai tanti Inter Club, che sono sorti in tutto il grande Paese della Muraglia. I

inter club cinApreso parte alla East China Cup, coinvolgente torneo di calcio, giunto alla sua seconda edizio-ne. L’evento va ad affiancarsi alla West China Cup, dove i Club lo-cali di Lanzhou, Chongqing, Si-chuan, Xi’an fanno la stessa cosa, con grande successo. I tornei, lo-gicamente, sono ottima occasio-ne di incontri, anche conviviali, che contagiano un po tutti, dai grandi ai più piccini, in quella che poi diventa una vera e pro-pria festa di sport e di amicizia, ben surrogati dalla smisurata, proprio come la Cina, passione nerazzurra. Il presidente Thohir è , ovviamente, molto contento di quanto accade quasi dalle sue parti e, in questa speciale occa-sione, ha fatto pervenire ai pre-sidenti dei Club i suoi più sentiti apprezzamenti e ringraziamenti, anche per il positivo sviluppo del Merchandising dei colori neraz-zurri.

tifosi dagli occhi a mandorla, ben emulando i pari occidentali, svolgono, con identica passione, i compiti assegnati dal Centro, che, si traducono in raduni e nell’organizzazioni di feste e ma-nifestazioni di vario genere. E’ successo, per esempio, a Qing-dao, dove le tre associazioni lo-cali dell’Inter Club China -Qing-dao, Ji’nan, Nanjing - hanno

inter club pesAroPesaro non è solo la bella

città balneare famosa in tut-to il mondo , anche per dato i natali a quel grande genio della musica che risponde al nome di Gioachino Antonio Rossini, ma anche indispensabile punto di riferimento , centro a di aggre-gazione per tutti i tifosi interisti della riviera e del vasto entro-terra marchigiano. Il suo Inter

Club, presieduto da Andrea Ri-naldi sin dalla fondazione , av-venuta cinque anni fa, è tra i più attivi e può contare sulla collabo-razione dei suoi numerosi soci che, puntualmente, rinnovano la propria adesione al Club, come hanno già fatto in cento, solo nei primi giorni di campionato. Il tesseramento è diventato, per questo, anche una vera e propria

festa , cui partecipano soprattut-to giovani e bambini, cui sono riservati giochi , gonfiabili e tor-neo di calcetto, per il solito gran-de successo della manifestazione , che, come ogni anno, si è chiusa con la solita “fumante” grigliata di pesce e carne, che ha reso tutti più felici, vittorie della Beneama-ta a parte.

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giù al nordlA cAZZimmA questA conosciutA

Dieci gol in 4 giorni: neanche George Lucas avrebbe fatto

meglio nel campo della cinema-tografia, eppure l’americano di fantasia ne ha da sempre avuta in misura industriale; dieci reti fatte e zero subite, che confer-mano l’esperienza e l’intelligenza di Maurizio Sarri che a chi gli ha chiesto, dopo le due goleade, se avesse capito che il trequartista e il regista classico a questa squa-dra non servono, e lui con acu-me e cazzimma ha replicato: “Il 4 - 3 - 3 non è servito per sciogliere i nodi che si sono presentati in que-sto inizio di stagione per quel che concerne la fase offensiva, ma per dare maggiore concretezza e sicu-rezza al pacchetto arretrato, dare più corposità e consistenza alla difesa …”. Questa frase rivela con tutta evidenza con chi abbiamo a che fare: con un vecchio bucanie-re della pedata e non, come dice Fabio Caressa, con un maestrino di campagna. Bravo mister Sar-ri, dopo la replica a Maradona, cazzimma pura, anche sotto il profilo tecnico, hai rivelato la tua anima vera, napulitana, da preci-so figlio di ‘ndrocchia, ma anche  da artigiano di classe. Sono certo che d’ora in avanti anche il po-polo azzurro dormirà sonni più tranquilli, sapendo che il Napoli è seguito da uno buono. La vit-toria con la Lazio ha di certo un sapore diverso. Oltre alla manita, e al riscatto di Gonzalo Higuian da quel maledetto rigore sbaglia-to alla doppietta stratosferica in-flitta l’altra sera ai laziali, ciò che si pregustato è pure un certo sen-so di rivalsa per ciò che accadde la stagione passata, quando im-meritatamente, proprio dai capi-tolini, subimmo l’onta di essere estromessi dalla finale di Coppa Italia e dai preliminari di Cham-

pions facendoci sprofondare in un tunnel depressivo, i cui segni sono tuttora evidenti sia nella squadra che nel pubblico: anche ieri, per esempio, lo stadio era semivuoto, una botta al cuore per chi è abituato da oltre un trentennio a vedere il San Paolo sempre stracolmo, al limite della capienza consentita, anche se la

sfida magari era un infrasettima-nale di Serie C con la Reggiana. Insomma, ragazzi delle Curve e dei Distinti, quando finirà la qua-rantena? Certo, le ragioni sono tante e pure comprensibili; però, al di là del presidente, la maglia va onorata e disertando gli spalti non facciamo solo un torto a chi lo merita, ma anche ai ragazzi

che ci stanno mettendo l’anima e alla casacca che è l’unica vera bandiera da onorare. Speriamo che finisca presto questa sorta di embargo: me lo auguro per amore del Napoli e soprattutto per amore verso i colori cui tutti noi portiamo nel cuore. Adesso ci tocca la trasferta a Carpi che, nonostante un solo punto in classifica, finora ha dato prova di essere una buona compagine, che paga lo scotto del noviziato, ma che comunque andrà affron-tata con le dovute attenzioni: mai abbassare la guardia, mai entrare in campo senza un forte mor-dente, sarebbe tombale. Il Napoli affronta quindi la “creatura” di Cristiano Giuntoli, attuale diret-tore sportivo del club parteno-peo ma protagonista del mira-

la categoria. Dopo la trasferta in-frasettimanale in Emilia ci sarà la supersfida con la Juventus, scontro tra le due convalescenti di questo inizio di stagione; sono del parere che proprio con que-sto incontro potremo comincia-re a tirare le somme di che cam-pionato faremo, perché, anche se abbiamo fatto due partite da sballo, nessuno dimentica le pri-me tre di campionato, dove non solo si è buttata al vento la bel-lezza di sette punti, ma si sono visti troppi errori, soprattutto in fase difensiva, e sinceramente non credo che tutto sia migliora-to solo per un cambio tattico. Lo scopriremo solo ridendo.

colo Carpi che infatti, durante il suo operato di direttore sportivo, ha ottenuto quattro promozio-ni consecutive: 2009-2010 dalla Serie D alla Lega Pro Seconda Divisione; 2010-2011 dalla Lega Pro Seconda Divisione alla Lega Pro Prima Divisione; 2012-2013 dalla Lega Pro Prima Divisione alla Serie B; 2014-2015 dalla Se-rie B alla Serie A. Un miracolo ma non solo, ci vuole capacità e competenza, perché senza que-ste doti nessuno, pure se fortu-natissimo, potrebbe raggiungere tali risultati. Un grande Bravo quindi al nostro direttore, che possa anche con noi raggiunge-re risultati vincenti …  Anche se  pare abbia imbeccato tra l’altro la strada “giusta” con la stampa napoletana, litigando subito con

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pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00isbn 978-88-6218-242-3

Nell’ottobre del 1908, curio-samente a Chiasso, si di-

sputava il primo Inter-Milan, la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne ce-lebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace rac-conto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le ma-glie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nel-la stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-ti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cro-naca si inseriscono spesso e vo-lentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emo-zione allo stato puro, è anche de-

Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro RaimondiIL DERBY DELLA MADONNINA

mocrazia: una sorta di bipolari-smo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, ap-passionato atto d’amore nei suoi confronti.Alberto Figliolia è giornali-sta pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indi-pendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e soli-darietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Labo-ratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di Milano-Opera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione del-lo haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia.Davide Grassi, giornalista pub-blicista, ha collaborato con diver-si quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Li-mina, 2002), Rossoneri comun-que (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003),

Rossoneri. Il manuale del perfet-to casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Dia-rio della mia guerra (Segni e Pa-role), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’an-tologia 33 Racconti rock (QuiE-dit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’an-tologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccon-tato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovan-tesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inol-tre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).

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“OTELLO” AL GLOBE THEATRETeatro

“OTHELLO” AT THE GLOBE THEATRE

Rispolveriamo i Classici

E ci troviamo al Globe, teatro Shakespeariano per eccel-

lenza… ma non siamo a Londra sul South Bank, siamo immersi nel verde di Villa Borghese sot-to le stelle al Globe Theatre che porta con grande vanto il nome di Gigi Proietti come Direttore Artistico, un uomo che ha sapu-to regalarci il meglio della bellez-za teatrale. A far vibrare i sensi di noi spettatori questa volta è la straziante storia di “Otello” detto il Moro per il colore della sua pel-le, personaggio forte e allo stesso tempo facilmente manipolabile nel quale chiunque dell’epoca e anche della nostra nell’inconscio

collettivo ci si può specchiare. Otello è nero, e nonostante i suoi successi militari, politici ed eco-nomici e grazie al suo carisma riesce a far innamorare di lui anche una giovane donna social-mente ambita, Desdemona, è un uomo che ha uno sconsiderato bisogno di conferme. Forse il “nero” rappresenta la parte oscu-ra di ciascuno di noi, l’insicurez-za in amore di cui ci sentiamo spesso oggetto e che fa prevalere paure e ci rende vulnerabili di fronte alle dicerie di persone in-degne e prive di valori. È la solita solfa di chi dubita di sé e diventa distruttivo verso gli altri e la fe-licità se la lascia passare davanti agli occhi rimanendo per sempre solo. È una storia che parla del bene e il male, Jago è il male, è colui che prova invidia dei suc-cessi e conquiste degli altri, qua-

si come se fosse stato defraudato della sua promessa sposa. Ma la storia la conosciamo tutti, sareb-be superfluo riassumerla, è un classico del quale conosciamo tutti il finale, a far emozionare il pubblico è un cast d’eccezione. Egregiamente diretto da Marco Carniti, Maurizio Donadoni nei panni di Otello, convincente e di una bravura eccelsa, Maria Chia-ra Centorami, una bella Desde-mona, ad interpretare lo spietato Jago, Gianluigi Focacci bravo e tagliente e Massimo Nicolini, efficace nei panni di Cassio. Un occhio di riguardo va alla sce-nografia minimalista costituita da pedane, griglie, veli accompa-gnata da un sottofondo musicale che accompagna perfettamen-te le emozioni dello spettatore, quasi a cadenzare il battito del cuore. Da vedere.

We’re at the Globe, Shake-spearian theatre for an-

tonomasia... but we are not in London on the South Bank, we are immersed in the greenery of Villa Borghese sitting under the stars at the Globe Theatre in Rome, successfully directed by Gigi Proietti, a man who has been able to give us the best of theatrical beauty. The specta-tors’ vibres this time are provo-ked by the harrowing story of “Othello” nicknamed the Moor for the color of his skin, a strong character but at the same time easy to manipulate, character in which anyone of the time and also today may mirror himself. Othello is black, and in spite of his military, political and eco-

Dusting the Classics

Bianca Elton Ara

nomic successes and thanks to his charisma manages to win the love of a young socially desira-ble woman, Desdemona, he’s a man who has a terrible need for approval. Perhaps “black” is the dark part of each of us, the inse-curity in love that we often feel object of and that makes us fear and makes us become vulnerable to rumors from the unworthy and those lacking in values. It’s the same old story of he who doubts and becomes destructive towards others and watches hap-piness pass him by remaining forever alone. It is a story about good and evil, Jago is evil, he envies the successes and achie-vements of others, almost as if he has been cheated of his future

bride. But we all know the story and its sad ending, it would be superfluous to summarize it. The audience is thrilled and touched by an exceptional cast. Brillian-tly directed by Marco Carniti, Maurizio Donadoni in the role of Othello, convincing and a su-blime talent, Maria Chiara Cen-torami, a beautiful Desdemona, the ruthless Jago sharply played by Gianluigi Focacci and Massi-mo Nicolini, effective in the role of Cassio. Special attention goes to the minimalist set design con-sisting in platforms, grids, veils, in the background a perfectly ca-denced music that accompanies the emotions of the viewer, as if to punctuate the human heart-beat. Don’t miss it.

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RiccardoSada

Musica dZeko & torres Dzeko & Torres hanno in-

fiammato il Global Music Festival di Genova (Italia) lo scorso fine agosto. La Golden Collection e le superhits Media Records anni ‘90 in versione EDM/techno iniziano a defla-grare e come missili intelligenti centrano il primo obiettivo: Be-atport. In pieno stile EDMedia, “L’Amour Toujours” di Dzeko & Torres (Tiësto Edit) fa suo il primo posto della più popolare classifica in circolazione. A in-terpretare la melodia è una con-nazionale del duo: la canadese Delaney Jane (i due hanno lon-tane origini messicane).Ma chi sono Dzeko & Torres? Come ormai tanti in questi ul-timi anni, Julian Dzeko e Luis Torres si incontrano in un fo-rum online. Il primo si occupa di promuovere eventi, il secon-

In Italia “L’Amour Toujours” di Dzeko & Torres è un’esclusiva dell’etichetta EDMedia, nuova realtà del talent management gfb.guru, che segna il ritorno di Gianfranco Bortolotti

ciò determina la trasformazione dell’hobby in professione. Dal 2012 i loro brani escono a raffica su etichette come Dim Mak (di Steve Aoki), Monstercat e Doorn Records (di Sander van Doorn) a cui si accoda una lunga serie di remix (per Lenny Kravitz, Capi-tal Cities, Kiesza, John Martin, ZHU). Il passo successivo è la partecipazione ad eventi stellari come Ultra Music Festival, To-morrowland e Tomorrowworld. La perseveranza viene premiata dallo stesso Tiësto che li vuole sulla propria Musical Freedom (il debutto avviene nel 2013 con “Highline”). Oggi continuano a inanellare successi discografici in grado di scalare più volte la classifica di Beatport. Ultima vit-toria, in ordine di tempo, è “L’A-mour Toujours”, su EDMedia di Gianfranco Bortolotti.

do fa il fotografo e il designer grafico. Dopo aver assistito ad una serata di Tiësto capiscono di essere attratti dal DJing, così cominciano a suonare nei club di Toronto e a produrre musica nei ritagli di tempo. Tra i primi remix che realizzano c’è quel-lo per “Can’t Wait” di Jus Jack Featuring Black Dogs, che nel 2011 viene selezionato proprio da Tiësto nel suo programma radiofonico Club Life. A suppor-tare le ambizioni dei due canade-si ora c’è proprio il loro idolo, e

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Luca Argentero è la prova vivente che non sempre l’u-

tilizzo dei social è una cosa po-sitiva, spesso infatti crea un con-tatto troppo diretto con i lettori. Il social di riferimento è Twitter, sul quale recentemente è apparso un tweet di una nota rivista setti-manale, che vede protagonista la moglie del noto attore, Miriam.

La donna sarebbe stata infatti paparazzarata con un misterio-so moro nel cuore di Roma, non sarebbe la prima volta però che viene fotografata in situazioni simili, e lo scoop ha fatto quindi scalpore, facendo parlare anche di una possibile crisi della cop-pia. L’attore sembra essere stato parecchio infastidito da questo

vociferare, infatti si è sentito in dovere di giustificarsi in un’in-tervista alla rivista Vanità Fair, in cui parla del suo rapporto con la moglie, che ama per quella che è, l’ha infatti conosciuta come una donna sensuale, espansiva e con numerosi amici maschi, lui infatti si dichiara un uomo asso-lutamente aperto mentalmente e non geloso. L’attore, sempre edu-cato ha pubblicato recentemente un tweet in risposta al giornale “Oggi”, “ammazza che scoop, è suo cugino… dopo un po’ avete rotto il CA..O però.” Povero il nostro Luca, speriamo che lui e la moglie trovino serenità e pri-vacy.

Mariana Rodriguez, or-mai è un volto e perso-

naggio noto della televisione italiana, per aver partecipato a programmi come “Pechino Ex-press”, e “Si può fare”, condotto da Carlo Conti, nonché per la partecipazione al film “ma tu di che segno sei”, accanto ad attori come Massimo Boldi e Proietti.

Mariana pur avendo lo stesso cognome della show girl Belen e di sua sorella Cecilia, non è in alcun modo imparentata anzi, è piuttosto in sfida con le sorelle, la ex concorrente di Pechino Ex-press infatti ormai ha raggiunto una notevole notorietà, e si sente pronta a sbaragliare la concor-renza con l’uscita di un calenda-

rio senza veli, che uscirà per la rivista “For Man Magazine”, im-mersa nel verde di un magnifico giardino sul lago di Como. La ragazza insomma si sente pronta per rubare lo scettro alla regina Belen, ci riuscirà? Questo è da vedere, la Rodriguez sposa del noto ballerino di casa nostra non si lascerà spodestare facilmente.

Walter Nudo è finalmen-te tornato in tv, nel pro-

gramma “Tale e Quale”, dopo anni di misteriosa assenza, che

spiega al settimanale Oggi, in un’intervista. Walter ha confes-sato che dopo il ritorno “dall’i-sola dei famosi”, programma in

onda sulla Rai, non è più stato lo stesso, problemi di salute fisico-mentali gli avrebbero infatti im-pedito di tornare in tv, fino ad ora. “La mia permanenza all’i-sola dei famosi ha danneggiato i miei muscoli e neuroni, ho perso 20kg in 50 giorni e ho sofferto in seguito di perdite di memoria, ho dovuto fare esercizi per supe-rarli, esercizi che faccio ancora”, inoltre ha aggiunto: “Ho sofferto di depressione, ne sono uscito e lo devo alla fiducia in me stesso e grazie ai miei figli. Non mi ver-gogno a parlarne anche se la de-pressione in Italia è un tabú.” A suo dire sono stati infatti proprio i figli a spingerlo a partecipare alla trasmissione “Tale e Quale”, “Io amo la musica, per anni ho girato l’Italia con la mia band. A Santa Monica, mi cimento a suonare la chitarra per strada, sperando che passi un turista italiano e mi riconosca. Questa è un’occasione di riscatto, a livello professionale ma anche perso-nale. Considerato il suo passato burrascoso non resta che augu-rargli il meglio.

Morgan, giudice storico del programma, talent show,

X Facto, è ora impegnato con la Réunion dei Bluvertigo, grup-po musicale nel quale suonava, e intervistato su Radio105 si è concesso alcuni commenti non proprio positivi riguardo alla nuova edizione del programma musicale, che sta andando avanti senza di lui. L’artista sembra or-mai essere impegnato in nuovi progetti e aver quindi superato

l fase X Facto, ma non resiste proprio alla tentazione di parlare del talent Show, intervistato da Radio105 si è infatti dimostrato poco sereno riguardo l’argomen-to, ha riferito di non aver ancora visto il programma pur sapen-dolo bellissimo, aggiungendo: “Sono nel Guinness dei primari come uomo che ha vinto più ta-lent al mondo, infatti mi hanno licenziato”. Non soddisfatto ha inoltre aggiunto: “Il prodotto che

stanno vendendo è stupendo, il prodotto della mia assenza”. Con le sue battutine sarcastiche ha la-sciato dedurre però che fosse più legato alla trasmissione di quan-to non volesse dare a vedere. Ora che sta lavorando al suo nuovo album con la sua band storica, in collaborazione con Mika, altro giudice del talent, possiamo solo augurargli il meglio, ma soprat-tutto di riprendersi da questa difficile rottura.

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