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didascalie PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Rivista della scuola in Trentino n.5 maggio 2009 08/02/2006 AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

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SPECIALE: Abruzzo

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didascalie

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

n. 5 maggio 2009

08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

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DIDASCALIE Rivista della scuola in TrentinoPeriodico mensileAnno XVIII, numero 5 maggio 2009

Rivista promossa dallaProvincia Autonoma di Trento(L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22)Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745dell’11.1.1992

Direttore responsabile:Giampaolo Pedrotti

Coordinatore:Mario CaroliE-mail: [email protected]

In redazione:Patrizia LuccaManuela Saltori (segreteria)

In questo numero:Anna Ballardini, Letizia Barozzi, Carlo Basani, Maura Binelli, Emanuela Boni, Linda Bortolotti, Franca Bruni, Sara Caldera, Veronica Carlin, Giulia Cantonati, Michele Capra, Mario Caroli, Cinzia Casna, Nicola Cetrano, Cosimo Colazzo, Massimiliana Covati, Marta Dalmaso, Lorenzo Dellai, Giovanni Krall, Patrizia Lucca, Luca Maraner, Elina Massimo, Lidio Miato, Ezio Montibel-ler, Silvana Pedrotti, Emilio Salvaterra, Daniela Simon-celli, Giordano ZanettiAlunni scuola media “Alighieri” di PaganicaDgli studenti della 2C – I. C. Ladino di FassaInsegnanti e scolari scuola primaria Shmid Trento 6Scolari scuola primaria “Crispi” Trento 5Insegnanti e scolari dell’I.C. Val rendevaInsegnanti e alunni Scuola JC Saccaggi di U Wai KloScolari classe quinta scuola primaria Tirano di sopraFederica e Stefano, studenti abruzzesi in Trentino

Redazione: Via Gilli 3,38100 Trentotel. 0461/497268 - 69fax 0461/497267

Realizzazione e StampaLitografia Effe e Erre - Trento

Per richiedere la rivista Didascalietelefonare o mandare un fax o scrivere a:Redazione Didascalie,Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38100 TrentoE-mail: [email protected]

Didascalie è stampata su cartaecologica, sbiancata senza cloro

Le foto di questo numero sono di:archivio Didascalie, fornite dai diretti interessati, Ufficio stampa Pat. Andrea Caranti

In copertina in alto: una scuola in Birmania gemel-lata con la primaria dell’I.C. Val Rendena; a destra, sempre in alto, un disegno dagli scolari della Crispi di Trento; in basso, ancora un’immagine dell’I.C. Rendena e, accanto, nelle tende di Paganica

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didascalie

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

n. 5 maggio 2009

Questo numero di didascalie

Ad un mese di distanza circa dal quel terribile 6 aprile per la gente d’Abruzzo, abbiamo iniziato, come rivista, a contattare le scuole trenti-ne e gli insegnanti referenti dell’area “Cooperazione, pace e solidarietà” chiedendo loro di riferirci e magari raccontarci le iniziative di solidarie-tà per l’Abruzzo. Il risultato è in questo numero monografico.Siamo cer-ti che quello che qui documentiamo è solo l’inizio e che “i mille fiori” potranno solo aumentare. Ci auguriamo che, accanto ad altro materiale, possa essere utile anche questo numero di Didascalie per stare concreta-mente ancora vicini alle scuole dell’Abruzzo.Non c’è il solito “sommario” in seconda di copertina, perché sappiamo che di testimonianze ce ne sono altre che non siamo riusciti a contatta-re in tempo e altre ancora sicuramente ce ne saranno con la ripresa del nuovo anno scolastico.Dopo l’intervento del Presidente della Provincia, Lorenzo Dellai e quel-lo dell’Assessore all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, abbiamo pro-vato a fare una “mappatura” delle iniziative attivate o solo progettate nelle scuole; poi la nota del dipartimento per sensibilizzare gli istituti. La carrellata delle scuole inizia con l’Istituto di formazione professionale del legno, con proposte legate proprio alla fornitura delle casette in le-gno da parte della Provincia.La solidarietà s’intreccia subito con la cooperazione e la Pace, Anna Bal-lardini ci riferisce dei contatti ad Assisi con alcuni docenti di Paganica, da dove giunge anche la testimonianza di tre studenti di scuola media sulla notte del terremoto accanto a quella di studenti abruzzesi ospitati in Trentino e di trentini volontari in Abruzzo; e sempre da Paganica “dia-rio” nelle scuole sotto le tende.Da Trento, proposte dalla rete degli istituti comprensivi, lettere degli scolari della primaria “Schmid”, della “Crispi” e di quella di Sopramon-te, che ricorda il gemellaggio con Canelli dopo l’alluvione del 1994. Poi, l’esperienza della Rendena intrecciata col gemellaggio con una scuola in Birmania, la primaria di Susà (Pergine 2) con un vigile volontario. Iniziative di alcune cooperative scolastiche: Riva 1 con la rete del Gar-da e Ledro sulle attività per l’Abruzzo, l’I. C. di Mezzocorona, la primaria di Raossi/Vallarsa, di Tiarno, di Villa Agendo, dell’I. C. Centro Valsuga-na, dell’altopiano di Pinè. Raccolta fondi e un progetto per l’autunno dal “Degasperi” di Borgo e dal ”Don Milani – Depero” di Rovereto. Infine, il CFP Enaip di Tione con la cooperativa che vende panini di solidarietà e la scuola alberghiera che prepara 1600 pasti per i ragazzi cresimati a l’Aquila. Abbiamo atteso il loro ritorno a Trento per chiudere il numero con alcune loro immagini in quarta di copertina.

Mario Caroli

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LA NOTIZIA

Di fronte alla tragedia che ha sconvolto la terra d’Abruzzo, la risposta di solidarietà da par-te della nostra comunità è stata immediata e convinta, come e più di quella manifestatasi in altre tristi e analoghe precedenti occasioni. La macchina della Protezione civile del Trentino s’è messa in movimento verso l’Aquila già in piena notte, alle prime ore del mattino del sei aprile, con la terra che continuava ancora a tremare: i Vigili del Fuoco subito in fermento per l’organizzazione del primo intervento, Vigili del fuoco volontari e permanenti, Nu.vo.la, volontari della Cro-ce Rossa, Forestali e dipendenti dal Dipartimento della Protezione civile, assieme ad alcuni psicologi.

ABRUZZOSolidarietà corale

Il coinvolgimento della comunità trentina

Dal primo intervento alla ricerca di vite umane anco-ra sotto le macerie, al soccorso dei terremotati nelle ten-dopoli, all’obiettivo di cominciare ad assicurare una si-stemazione dignitosa a chi ha perso tutto e per molto tempo non può rientrare in una casa vera, con le cento casette in legno e la destinazione delle risorse necessa-rie per questo ed altri interventi. La Provincia continua a fare la sua parte, sentendo sempre più attorno la soli-darietà di tutta la comunità del Trentino in un crescen-do di partecipazione e di iniziative di singole persone, enti, organizzazioni sociali, civili e religiose, associazio-ni e gruppi di volontariato. La solidarietà trentina s’è mossa con la consueta generosità per la prima emer-genza. Dal primo intervento sull’emergenza all’organizzazione di una risposta coordinata e solida con la creazione, da parte della Giunta provinciale, del “Tavolo trentino di solidarietà per il sisma in Abruzzo”, di cui fanno parte: la Provincia, coi i settori della Protezione civile e della Solidarie-tà internazionale e convivenza, la Caritas, la Federazione della cooperazione e Consolida, il Ban-co alimentare, l’A.N.A., la Croce Rossa e il Consorzio dei Comuni Trentini. Altre realtà possono aderirvi, se intendono coordinare le loro iniziative a livello provinciale.

La scuola e il valore della solidarietà

Come ben sappiamo, oltre alla ricostruzione delle disponibilità abitative, la collaborazione deve proseguire per ricostruire i servizi pubblici e il tessuto sociale, a cominciare dal sostegno ai bam-bini e, più in generale, in ambito scolastico ed educativo.In questo slancio solidaristico corale non poteva e non può certo mancare la scuola trentina.Le iniziative documentate in questo numero monografico della rivista Didascalie, le relazioni an-che epistolari instaurate dagli scolari della scuola primaria del Trentino con i coetanei dell’Abruz-zo colpiti duramente spesso negli affetti più cari, le immagini colorate di pace, l’intreccio con altre attività sulla cooperazione anche internazionale, già diffuse in molti istituti, sono ulteriore conferma della presenza nella nostra scuola di quei valori fondanti di cooperazione e solidarietà, radicati nel nostro DNA e nell’identità culturale, umana e sociale della nostra terra.

Lorenzo DellaiPresidente Provincia autonoma di Trento

il presidente

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l’assessore

L’assessore Marta Dalmaso aveva anticipato proprio nei giorni immediatamente a ridosso di quel fatidico 6 aprile 2009 che certamente la scuola trentina si sarebbe attivata nei modi che più riteneva confacenti con l’autonomia dei singoli istituti per dare il proprio contributo di solidarietà con le zone terremotate dell’Abruzzo. Al momento non c’era ancora l’informazio-ne sulla dimensione reale delle iniziative attivate. In questo intervento l’assessore commenta “a caldo” le attività messe in atto o progettate dalle varie scuole e documentate in questo nu-mero della rivista..

NON SOLO DENAROCittadinanza attiva e vicinanza

I nostri ragazzi allenati già da tempo ad aprirsi all’altro

Questo numero monografico di Didascalie dedicato alla tragedia del terremoto in Abruzzo ci fa toccare con mano il frutto del lavoro sulla cittadinanza attiva e responsabile che sta compiendo la scuola trentina.Di fronte alle numerosissime iniziative, le più varie, documentate nelle pagine della rivista, messe in atto per dare un aiuto concreto alle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto, è evidente che non c’è improvvisazione, ma che anche la risposta a questa nuova tragedia poggia su solide e radicate radici di cooperazione e solidarietà.La creatività che ha dato vita alle raccolte fondi, alla raccolta di materiale didattico, giochi, libri, vestiti, all’ospitalità di ragazzi, all’attivazione di gemellaggi, alla costruzione di mobili o giochi, alla realizzazione di un concerto, alla preparazione del pranzo per rendere solenne la festa della cresima, alla cucitura di coperte non è stata stimolata solo dall’emotività scossa dall’empatia per il dramma.

Un generoso riscontro

Credo che tanto fermento di iniziative non sarebbe stato possibile se i cuori e le menti dei no-stri bambini e dei nostri ragazzi non fossero stati allenati già da tempo ad aprirsi all’altro, ai biso-gni dei meno fortunati, ad intendere la solidarietà come corresponsabilità grazie ai vari percorsi e progetti che nelle scuole quotidianamente si fanno.

Il generoso riscontro, che vediamo in modo evidente in quello che la scuola ha saputo offrire, e certamente continuerà ad offrire per alleviare la sofferenza dei terremotati e per dare loro speranza, ci richiama a puntare ancor di più sull’educazione alla pace, alla cittadinanza attiva, alla cooperazione, alla solidarietà.

Un tessuto sociale solidale

I nostri bambini e ragazzi ci hanno dimostrato, anche in quest’oc-casione, che un simile investimento non è tempo perso, anzi, che probabilmente è l’unico modo per far sì che il mondo globalizza-to in cui viviamo ed in cui l’informazione, anche sulle tragedie, è puntuale, immediata, ma talvolta si dimentica velocemente, man-tenga ancora una dimensione familiare, di comunità, con un tes-suto sociale solidale.

Marta DalmasoAssessore all’Istruzione e Sport Provincia autonoma di Trento

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l’assessore

ISTITUTI COMPRENSIVI

aldeno-mattarelloSono stati raccolti fondi nelle va-rie scuole, già consegnati agli Al-pini di Mattarello, i quali li han-no dati alla Protezione civile dell’Abruzzo.altopiano della paganellaI ragazzi delle classi prime della scuola media hanno raccolto del materiale: libri, giochi da tavolo e altri oggetti a loro cari da desti-nare ai ragazzi dell’Abruzzo; si è deciso di inviarlo tramite i Vigi-li del Fuoco Volontari della Paga-nella all’I. C. “D. Alighieri” di Pa-ganica.altopiano di pinèSi sceglierà una scuola con cui av-verrà un gemellaggio e nell’estate sarà offerta ospitalità agli studenti abruzzesi in Pinè. A Miola la Co-operativa della scuola ha organiz-zato un mercatino di solidarietà. (v. articolo)arcoAderisce al progetto di gemellag-gio della rete di scuole Alto Garda - Valle di Ledro – Valle dei Laghi e ha organizzato altre iniziative quali una raccolta di fondi in tut-ti i plessi, da inviare direttamen-te a Paganica, la diffusione di in-formazioni e la sensibilizzazione

Molte scuole della nostra provincia si sono messe in moto con ini-ziative di solidarietà nei confronti della popolazione abruzzese colpi-ta dal terremoto, spesso su sollecitazione degli studenti stessi, a vol-te organizzati secondo il modello della cooperativa. In alcuni casi le scuole, unite in reti territoriali, hanno pensato a gemellaggi con una scuola del posto, non in modo estemporaneo, ma secondo un proget-to a lungo termine. Non mancano iniziative di ospitalità nel nostro territorio per gli studenti che hanno perso la propria scuola Un giro di telefonate ci ha permesso di raccogliere alcune di queste iniziative già in atto o in fase di progettazione, di cui forniamo qui un elenco, con approfondimento di alcune esperienze.

LA MAPPATante le scuole in aiuto

raccogliere fondi, gli studenti hanno composto anche un’edizio-ne straordinaria del loro giornali-no, venduta a Pasqua ed una clas-se seconda ha deciso di devolvere per solidarietà i fondi raccolti per il viaggio di istruzione droAderisce al progetto di gemellag-gio della Rete di scuole Valle dei Laghi e Valle di Ledro.fondoÈ stata fatta una raccolta di vestia-rio in collaborazione con la Croce Rossa della zona, forse si farà an-che un gemellaggio in rete con le altre scuole.giudicarie esterioriUna cooperativa di ragazzi ha rac-colto fondi con la vendita di ma-nufatti in carta riciclata, venduti ai mercatini per finanziare un’ini-ziativa consigliata dai Vigili del Fuoco che sono stati sul posto.mezzocoronaÈ stata attivata la raccolta di ve-stiti, coperte e scarpe nei 6 ples-si. Gli alunni hanno fatto un pic-colo sacrificio equivalente al costo di un pacchetto di figurine, “un euro a testa”. Anche qui la coope-rativa scolastica devolverà il rica-vato a favore dell’Abruzzo. (v. ar-ticolo)pergine 1L’istituto sta cercando una scuola alla quale inviare fondi e materia-le didattico. I docenti che andran-no in pensione hanno espresso la volontà di non ricevere rinfreschi o doni e di devolvere i fondi per l’Abruzzo.pergine 2È stata fatta una raccolta di vestia-rio. Una bambina di Susà ha in-tervistato un vigile che era stato sul posto e ha relazionato in classe (v. articolo).riva 1La scuola aderisce alla Rete del Basso Sarca e Val di Ledro, è ca-pofila del progetto di gemellaggio con una scuola abruzzese, si rac-

presso gli studenti, l’attivazione di scambi epistolari per la costruzio-ne di rapporti di conoscenza reci-proca e solidarietà.val di cembraGli studenti si sono auto- tassati e hanno raccolto più di 1000 euro che sono stati inviati. Nella scuo-la primaria di Segonzano sono in-tervenuti i Vigili del Fuoco Vo-lontari di Segonzano, per parlare della loro esperienza. L’incontro si è concluso con il messaggio che la popolazione di Paganica ha af-fidato loro “Non dimenticateci!”. Gli insegnanti raccogliendo que-sto appello, vogliono iniziare un contatto epistolare con una delle scuole colpite dal terremoto. civezzanoLa cooperativa “Alla riscossa: una goccia d’acqua per un oceano” dei ragazzi della scuola media ha rac-colto dei fondi per l’Abruzzo. Per

DALLE SCUOLE

le iniziative

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coglieranno sia fondi che mate-riali da inviare. (v. articolo).riva 2Aderisce allo stesso progetto co-ordinato dall’Istituto Compren-sivo Riva 1 per tutta la rete del C.9.rovereto sudGli studenti hanno donato due o tre libri di narrativa a testa, scri-vendo su ognuno di essi una de-dica per i loro compagni sfortu-nati e li hanno inviati in Abruzzo. Nella scuola media “D. Alighieri” si devolverà il ricavato del mer-catino di solidarietà (vendita dei manufatti preparati dai bambini), abbinato alla recita di fine anno ( il cui tema è il tempo, inteso come tempo per se stessi e tempo da donare agli altri, per ritrovare il valore dell’amicizia e l’impor-tanza della solidarietà”) ai terre-motati dell’Abruzzo, nello speci-fico a qualche realtà scolastica.rovereto nordD’accordo con la Croce Rossa, che ne aveva segnalato la neces-sità, sono stati raccolti indumen-ti per la prima infanzia ( da 0 a 6 mesi)rovereto estAlla primaria Vallarsa-Raossi, ol-tre al ricavato della cooperativa, dei fondi verranno raccolti an-che durante la passeggiata di fine anno con le famiglie, con questi verrà finanziata la costruzione di nuovo asilo in Abruzzo. (v. arti-colo) valle di ledroAderisce al progetto di gemellag-gio della Rete del C. 9.val rendenaÈ stato messo in atto un proget-to ampio e articolato in tutte le scuole e sul territorio. (v. artico-lo)vigolo vattaroLa cooperativa degli studenti “Una buona idea”, che ha attua-to un progetto di educazione ali-mentare, ha deciso di devolvere il

ricavato in favore dell’Abruzzo.villalagarinaÈ stata organizzata una serata ri-volta ai genitori e aperta a tutta la cittadinanza, intitolata “Voci e sguardi dal territorio d’Abruz-zo” incentrata sulle testimonian-ze dirette del corpo dei Vigili del fuoco volontari del Trentino, dei rappresentati della Croce Rossa Italiana e dei gruppi Nu.Vol.A. del nostro territorio. La scuola in tale occasione si è fatta promotri-ce della raccolta di fondi per un sostegno alle scuole di Paganica.trento 1Aderisce alla rete degli istituti comprensivi di Trento, progetto “Adottiamo una scuola”.trento 2La Cooperativa School avviata presso la scuola media dell’Ar-gentario porta avanti un pro-getto sull’educazione alimenta-re e devolverà parte del ricavato all’Abruzzo.trento 5Alla primaria “Crispi”, dediche-ranno all’Abruzzo la festa di fine anno, con una raccolta-fondi per la ricostruzione di una scuola pri-maria o l’allestimento di loca-li scolastici a Paganica. Sono ini-ziati rapporti di amicizia con gli studenti di quella località. (v. ar-ticolo)trento 6I ragazzi, organizzati in coope-rative hanno realizzato manufat-ti e coltivato piante. Una mostra di fotografie è stata allestita pres-

so la scuola media “A.Schmid”, il ricavato della vendita delle pian-te effettuata in tale occasione sarà interamente devoluto alle zone terremotate. (v. articolo)tuennoGli studenti della scuola prima-ria sono coinvolti nella raccolta di materiale didattico (non trop-po ingombrante) che i Vigili del Fuoco di Tuenno porteranno in Abruzzo.

ISTITUTI ISTRUZIONE SUPERIORE

i. c. . di scuola primaria e se-condaria ladino di fassaÈ stata segnalata la propria di-sponibilità ad ospitare studen-ti in Val di Fassa anche per tutta l’estate. Attualmente uno studen-te della scuola media ospite del-la zia può seguire le lezioni presso la scuola media dell’istituto ed è stato accolto con entusiasmo dai compagni. (v. articolo)istituto di istruzione “don guetti” tioneUn gruppo di classi ha fatto una sottoscrizione da destinare all’Abruzzo da devolvere tramite la Protezione Civile.liceo classico “prati” trentoPer ora c’è solo l’idea di sostenere il liceo classico dell’Aquila.liceo scientifico “da vinci” trentoSi è pensato di organizzare un Concerto di fine anno il cui rica-vato sarà devoluto all’Abruzzo.i.t.g “pozzo” trentoLa scuola ha sostenuto tre docen-ti che sono andati sul posto come volontari per l’ordine degli inge-gneri.itcg “fontana”di roveretoAlcuni docenti sostenuti dal-la scuola sono stati sul posto per una settimana e, oltre ad essere esempio di solidarietà per i ragaz-zi, hanno portato a scuola la loro

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testimonianza. (v. articolo)istituto di istruzione “don mi-lani-depero” di roveretoÈ stata segnalata la disponibilità ad ospitare per un periodo di due settimane gli studenti delle clas-si quinte dell’ istituto d’arte e/o professionale presso famiglie del-la nostra zona o nell’albergo ge-stito dalla scuola a Senigallia . (v. articolo)istituto di istruzione “la rosa bianca” di cavalesePer ora la solidarietà viene mani-festata nei confronti di due stu-denti abruzzesi, ospitati presso famiglie di Cavalese che stanno frequentando le lezioni presso l’istituto. (v. articolo)itcg “pilati” di clesI rappresentanti del Consiglio dell’Istituzione hanno organizza-to una raccolta di fondi estesa a tutta la scuola, che verranno in-viati alla Protezione civilei.t.c.g. “de gasperi” di borgo valsuganaSu iniziativa dei ragazzi è stata effettuata una raccolta di fondi, frutto di un piccolo sacrificio per-sonale; il ricavato andrà alla Pro-tezione civile dell’Abruzzo.istituto statale d’arte “vitto-ria” trentoIl progetto “Il varco nel muro” presentato in collaborazione con il Liceo Musicale e Coreuti-co – Istituto delle Arti di Tren-to e il Conservatorio di Tren-to per il prossimo anno ipotizza un intervento in una scuola su-periore dell’Abruzzo, si è pensato di sfruttare le competenze artisti-che dei propri studenti per realiz-zare delle performance di musica – parola - danza che punteranno sulla fiducia nel futuro perché gli studenti abruzzesi possano ritro-vare la speranza.

conservatorio di musica “f. a. bonporti”- trentoSi è avviato un gemellaggio con

il conservatorio dell’Aquila, con una serie di iniziative musicali co-muni, tra le quali il concerto del 2 giugno, festa della Repubblica, al quale sono intervenuti anche studenti dell’Aquila. In questa occasione è stata avviata una rac-colta di fondi per la ricostruzione del Conservatorio dell’Aquila. (v. articolo).

ISTITUTI PARITARI E FORMAZIONE PROFESSIONALE

istituto di f. p. servizi alla per-sona e del legno trentoTutti gli studenti del settore del Legno saranno coinvolti nella progettazione e realizzazione di mobili e manufatti vari in legno che arrederanno le strutture abi-tative donate dalla nostra provin-cia all’Abruzzo.c.f.p. enaip tioneAlcuni ragazzi hanno deciso di devolvere all’Abruzzo il ricavato della loro cooperativa, il cui pro-getto quest’anno riguarda la ven-dita di panini freschi all’interval-lo. Per quanto riguarda il settore alberghiero domenica 31 mag-gio gli studenti trentini saranno all’Aquila per preparare un pran-zo per 1600 persone. (v. articolo)istituto pavoniano “artigianel-li” trentoÈ stata data l’informazione dei vari centri di raccolta presenti sul territorio quali Caritas, Gruppo

Alpini, Protezione Civile, per fa-vorire le iniziative di solidarietà individuali.c.f.p “veronesi” roveretoNei laboratori del centro verran-no costruiti dei giocattoli che ver-ranno distribuiti presso gli istituti comprensivi della zona terremo-tata, prima di Natale. il proget-to quindi verrà ripreso a settem-bre per terminare a dicembre del prossimo anno scolasticoc.f.p “centromoda canossa” trentoSu richiesta della Croce Rossa, la scuola ha fornito un servizio di taglio e confezione di tessuto di lana dato dalla ditta Dalsasso di Borgo. Un gruppo di docen-ti e allieve delle seconde classi si è adoperato nel corso di una gior-nata allo scopo dedicata (16 apri-le 2009), fornendo la confezione di 55 coperte da una metratura di 121 metri di stoffa, da inviare ai terremotati.istituto agrario s. michele all’adigeIn collaborazione col Comune di Fai, sono stati raccolti 100 ban-chi, da inviare ad un Comune della zona colpita, inoltre alcu-ne classi di loro iniziativa hanno raccolto dei fondi. Uno studente di quinta e un docente sono an-dati sul posto come volontari, la loro testimonianza verrà ripresa nella giornata di fine anno sco-lastico.

scuole cattolicheNelle scuole cattoliche sono stati raccolti circa 31.843 euro da de-stinare per l’Abruzzo. Nelle scuo-le di Trento e Rovereto, collegate con l’Arcivescovile sono stati rac-colti 6.235 euro. La scuola prima-ria li ha inviati tramite la Caritas; altri 4.000 euro circa, sono stati dati alla FIDAE per la ricostru-zione di una scuola in Abruzzo.

A cura di Patrizia Lucca

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La circolare

Trento, 25 maggio 2009Prot. n. 2662 /D321-FP-dgAi Dirigenti scolastici e responsabi-li degli Istituti scolastici e formativi della Provincia di TrentoLORO SEDI

Gentili Dirigenti,come sapete, fin dal momento ini-ziale della tragedia che ha colpito l’Abruzzo all’inizio dell’aprile scor-so, la Provincia autonoma di Tren-to si è attivata per fornire il pro-prio supporto partendo dalla fase di emergenza. Si è trattato di un intervento che ha inteso esprimere un sentimento che viene da tutta la popolazione trentina, che attraverso le sue Isti-tuzioni, ha voluto ancora una vol-ta dimostrare il proprio impegno a favore di chi si trova in situazio-ni di particolare difficoltà, in que-sto caso dovuta ad eventi calamito-si particolarmente violenti.L’impegno della Provincia non vuole limitarsi alla fase di emer-genza, ma intende accompagnare la popolazione delle zone colpite dal terremoto per un ritorno, nel medio periodo, alla normalità.Per far questo è stato costitui-

dipartimento

Il 25 maggio 2009, dal dirigente generale del Dipartimento Istru-zione è stata inviata a tutti i diri-genti degli Istituti scolastici e for-mativi della Provincia di Trento la lettera, che qui riportiamo in-tegralmente, assieme alla brochu-re sulle iniziative del “Tavolo” invitando ad una diffusione capil-lare negli istituti “per sensibilizzare sull’argomento”.

to uno specifico Tavolo coordina-to dall’Assessore alla solidarietà in-ternazionale che sta operando per coinvolgere attivamente tutte le espressioni della società trentina, in modo coordinato ed efficiente per evitare che l’impegno di tanti si vada poi a disperdere in vari rivoli che rischiano di rendere meno effi-caci gli sforzi profusi a favore della popolazione abruzzese.Tra le varie realtà non può certa-mente essere escluso il mondo del-la scuola che al proprio interno ha già avviato riflessioni e iniziative sull’argomento.In allegato, pertanto, per conto dell’assessore all’istruzione e sport

Marta Dalmaso e dell’assessore Lia Beltrami Giovanazzi, coordinatri-ce del Tavolo, si inoltra una piccola brochure che dà conto delle inizia-tive del Tavolo di coordinamento e delle modalità di adesione ai pro-getti invitando ad una diffusione capillare all’interno dei vari Istituti per una sensibilizzazione sull’argo-mento e far conoscere le opportu-nità di poter essere, con un piccolo gesto, persone attive e sensibili per chi è stato colpito da un così gran-de dramma.Cordiali saluti.

Carlo Basanidirigente generale

LA BROCHURESensibilizzate le scuole

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Arredo e oggetti

Obiettivo centrale dell’Istituto è in-serirsi nel progetto più grande del-la Provincia di Trento delle “Cento casette in legno per i terremotati” con una sua presenza significativa. Proprio per questo, ci dice Schelfi, “l’Istituto del legno ha scelto di de-dicare tutto il prossimo anno for-mativo a coinvolgere le classi delle sezioni legno – collocate oggi nella sede di Villazzano accanto al Cen-tro F. P. dell’Enaip – nella realiz-zazione di manufatti per le casette destinate alle zone terremotate.

Il segno dei ragazzi nelle casette in legno

Ci sono già accordi in tal senso con la Protezione Civile e proba-

Con la Provincia autonoma di Trento che ha tra i suoi obiettivi primi nella solidarietà per l’Abruzzo la realizzazione di “Centro casette in legno per i ter-remotati”, non poteva cerca starsene fuori e con le mani in mano l’Istituto provinciale di Formazio-ne professionale dei servizi alla persona e del le-gno di Trento. Ce lo conferma il dirigente Andrea Schelfi poco prima della fine dell’anno scolastico.

NELLE CASETTEL’istituto del legno per l’Abruzzo

istituto di F. P. servizi alla persona e del legno Trento

teca o altro; abbiamo comunque delle indicazioni precise già in questo senso. L’obiettivo è quel-lo di far partecipare tutte le clas-si, ovviamente con apporti diver-si e calibrati in base alla classe in questione.”

L’asta a fine anno

Giovedì quattro giugno dalle 10,30 alle 12 nella sede dell’Istitu-to di viale Verona c’è stata prima la presentazione dei progetti di-dattici realizzati nel corso dell’an-no formativo e sui quali la scuola è ancora impegnata, ma poi anche la battitura d’asta su molti manu-fatti realizzati dagli studenti ed i cui proventi andranno in benefi-cenza per l’Abruzzo, con una de-

bilmente si tratterà di casette de-stinate ad utilizzo pubblico, però negli stessi paesi dove la Provincia collocherà le casette. Si potrà trat-tare di un’infermeria, una biblio-

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stinazione ancora da defini-re.

Un assaggio prima del coinvolgimento nel progetto del prossimo anno

All’asta ci saranno sgabel-li, manufatti, tavolini ed al-tri ancora realizzati dagli stu-denti di tutte le classi, dalla prima alla quarta, con apporti di-versi a seconda del livello di coin-volgimento e delle capacità profes-sionali acquisite. Alcuni manufatti hanno già una diversa destinazio-

ne, ma ce ne sono molti che già in questa occasione sono stati messi all’asta nella sede dell’Istituto, che verrà presto intitolato anche uffi-cialmente al nome dell’ex presi-

dente della Repubblica, San-dro Pertini”. Tutto il ricavato dell’asta, comunque, è per le zone terremotate dell’Abruz-zo, ma non rientra nel vero progetto di costruire l’ogget-tistica e piccolo arredo per le casette il legno che realizzerà la Provincia di Trento.In totale sono state sette le classi della formazione pro-fessionale dell’istituto che

sono state coinvolte nella realiz-zazione di oggetti, divani ed altri manufatti ancora, battuti all’asta per beneficenza.

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Siamo ad Assisi, il 9 maggio 2009, gli striscioni colorati e i vivaci messaggi portati in corteo dai ragazzi lasciano intuire la ricchez-za e la varietà delle esperienze di educazione alla pace e ai diritti umani condivisi durante il “Meeting Nazionale delle Scuole di Pace”. Centinaia di studentesse e studenti marciano con entusia-smo lungo le strade, a conclusione dell’incontro promosso dal-la Tavola della Pace. Sono arrivati da tutta Italia, con i loro inse-gnanti, animati dal desiderio di condividere con i compagni di altre scuole l’impegno per un mondo di pace e giustizia. Fra questi anche gli studenti di Paganica in Abruzzo. È un occasione per incontrarli e parlare con loro della terribile esperienza vissuta.

PACECon Paganica ad Assisi

Vicinanza agli studenti abruzzesi

Tra i ragazzi che con attenzione ascoltano e partecipano ci sono gli studenti di due scuole trentine, con i loro insegnanti: l’Istituto “Andrea Pozzo” di Trento e l’Istituto “Ma-rie Curie” di Pergine. Accanto a loro, gli studenti di una classe del-la scuola media “Dante Alighieri” di Paganica, succursale della sede di L’Aquila, accompagnati da tre inse-gnanti. Fin dall’apertura, le profon-de ferite aperte dal terremoto sono al centro dei pensieri dei parteci-panti al meeting. I giovani abruz-zesi e le autorità aquilane sono ac-colti con un caloroso applauso che esprime i sentimenti di profonda empatia e vicinanza al dramma che ha scosso le comunità abruzzesi. La dura realtà del post-terremoto si fa presente agli occhi e al cuore degli studenti di tutta Italia attraverso te-stimonianze ed immagini. Il terre-moto ha sconvolto totalmente la quotidianità dei ragazzi, li ha cata-pultati in una realtà drammatica-mente cambiata. Molti hanno per-so persone care. Gli insegnanti di Paganica ricordano con commozio-ne un collega morto nel terremoto. Ciascuno ha un carico pesante di ferite e di quotidianità da ricostrui-

re. Ragazzi ed insegnanti si ritrova-no ora a far scuola sotto una tenda e a fare i conti con la paura di nuo-ve scosse che li accompagna ad ogni respiro, giorno e notte.

Solidarietà e scuola

A Paganica è presente la protezione civile trentina. “Sono stati dei vigi-li del fuoco del Trentino ad aiutar-mi a sgomberare la casa dove abi-tavo, resa inagibile”, mi racconta il professor Franco, insegnante di chi-tarra nella scuola di Paganica. Tante associazioni e gruppi in queste set-timane hanno attivato iniziative di solidarietà con le popolazioni terre-motate. Accanto a loro anche mol-te scuole. Anche del Trentino. Cia-scuno si è impegnato nel modo che ha ritenuto più opportuno, accom-pagnando gli studenti in percorsi di conoscenza della situazione abruz-zese e di cittadinanza attiva e re-sponsabile. Sono iniziative che ri-entrano in percorsi di solidarietà intesa come corresponsabilità che ci porta ad aprire gli occhi, a vede-re le interconnessioni sentendoci profondamente parte di una stessa umanità. È un percorso di attivazio-ne di relazioni reciproche e di atten-zione all’altro (sia questo il vicino di banco o il familiare, una comuni-

tà che vive in un altro continente, una persona che fugge dalla guerra e cerca protezione in un altro Pae-se…) per migliorare insieme questo nostro mondo.

Darsi una mano

In un incontro a Trento, nel mese di marzo, il pedagogista Daniele No-vara, faceva notare come sempre più spesso il termine “solidarietà” venga sostituito con la ricerca esasperata di “sicurezza”. Condivido la sua anali-si. Tutte le reti, i gemellaggi, gli in-contri e gli scambi… con l’Abruzzo e con altre realtà del mondo voglio-no andare proprio in senso con-trario a questa tendenza, contrap-ponendosi all’erigere di muri che aumentano le distanze e rendono sempre più difficile l’incontro con chi ci sta accanto. Questi percorsi vogliono essere ponti che contribu-iscono a creare tessuti sociali solida-li a livello locale e globale, modi di “darsi una mano” aprendo possibi-lità di incontro e dialogo. Queste iniziative sono parte di una scuola che, in Trentino come in Abruzzo, cerca di insegnare a “vivere a scala mondiale, o meglio ancora universa-le” (Dom Helder Camara) senten-dosi parte di un’unica grande “fa-miglia umana”.

Anna BallardiniReferente “Cooperazione,

solidarietà e pace” Dipartimento istruzione

DALL’ABRUZZO scuole di pace

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Alcuni insegnanti della scuola media Dante Alighieri di Paganica ci hanno inviato i temi svolti dai loro studenti, contenenti le loro ri-flessioni “a caldo” sul terremoto. Qui di seguito pubblichiamo tre dei temi scritti dagli alunni della classe terza della scuola media di Pa-ganica.

QUI PAGANICANei temi il racconto di “quella notte”

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Paganica dopo il terremoto

“Il terremoto è una cosa orribile…”

Il terremoto è una cosa orribile che ti cambia la vita e ti scombussola tutto quanto. Quel giorno io non c’ero, ero in Francia per la gita di terza me-dia, dormivo tranquillamente come sempre nel letto di un hotel di Pa-rigi. Verso le cinque di mattina io e la mia amica sentiamo bussare alla porta, era il professore che ci avver-tiva che a L’Aquila c’era stata una scossa fortissima e ci disse di chiama-

re i nostri genitori. Spaventata pren-do subito il telefono, chiamo ma non rispondono; ho tanta paura e le mie amiche cercano di confortarmi. Cer-co di chiamare qualcun altro: il mio migliore amico. Chiamo, chiamo, chiamo e finalmente risponde; prima chiedo della sua famiglia e poi chie-do della città, se sapeva qualcosa di Onna, il mio paese. Onna. Distrut-ta. Appena saputo questo corro dai professori, dicono che la notizia non è vera perché altrimenti l’avrebbero detto al telegiornale, ma nella mia

mente pensavo che il mio paese non lo conosceva nessuno e di sicuro non avrebbero detto niente. In lacrime io ed una mia amica di Onna sta-vamo sempre assieme, e con le linee che continuavano ad essere intasate piangevo ancora di più. Sono riusci-ta a sentire mia madre la sera tardi e mi disse che le mie due sorelle era-no disperse. Le lacrime erano finite, rimaneva solo qualche goccia, ma la voce c’era ancora e mi misi ad urlare. Tutti mi consolavano ma ormai non c’era nessuna speranza, Susanna e Benedetta sono morte; la notizia più brutta della mia vita. Avrei dovuto fare io uno scherzo a loro due, non loro a me. Il dopo non so più imma-ginarlo, ormai la mia fantasia è spa-rita, non so neanche più sognare… Adesso vivo in camper, la casa più piccola che abbia mai avuto; siamo rimasti io e mio fratello che tra l’al-tro non vedo quasi mai, vive in In-ghilterra ma adesso torna più spesso.

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Paganica dopo il terremoto

“Pensavo fosse il treno”

Il treno in galleria… Ecco la prima cosa che ho pensato sentendo quel boato la notte del 6 Aprile, poi ho sentito il letto tremare e oggetti vari cadere ed ho capito: non era un treno ma un terremoto più forte del soli-to. Stupore, paura e poi terrore; ogni

volta che senti vibrare leggermente il pavimento ripenso a quei momenti e li rivivo di nuovo. E’ stato brut-to anche per me che ho casa senza una crepa e sono potuta uscire facil-mente ma immagino solo vagamen-te come possa essere stato brutto per coloro che hanno la casa distrutta, per coloro che hanno visto la morte

in faccia o che hanno visto morire i loro cari davanti agli occhi. E’ una cicatrice che rimarrà impressa a fuo-co nella mia mente per sempre, non tanto il terremoto in sé per sé ma il fatto di vedere la propria normalità distrutta in venti secondi. Ogni vol-ta che rientro a casa sembra che ab-bia un fantasma che mi segue pron-

testimonianze

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“Nella notte il finimondo”

La Domenica del 5 Aprile ho festeg-giato il mio compleanno assieme a tutti i miei compagni di classe; è sta-ta una festa favolosa, soprattutto per-ché avevo compiuto quattordici anni e avevo finalmente e faticosamente raggiunto l’età per avere il patentino ed ottenere dai miei genitori un mo-torino. Ma nel cuore della notte si è scatenato il finimondo. Siamo scap-pati subito sotto l’architrave della

porta, mentre pensavo a tutti i miei parenti sperando che non gli fosse successo niente. La mattina stessa i miei genitori sono dovuti andare a lavorare perché sono poliziotti ed in queste condizioni di bisogno devono andare obbligatoriamente ad aiuta-re le persone che si trovano in diffi-coltà. Il terremoto ha sconvolto le no-stre abitudini di vita, ma soprattutto è stato un evento drammatico perché alcuni miei amici e conoscenti han-no perso i loro cari; il lato positivo è

che ci ha fatto capire che nella vita bisogna arrangiarsi come fanno i boy scout che sono venuti ad aiutare i terremotati in Abruzzo, ma anche come i volontari della protezione ci-vile che ci hanno aiutato a vivere la vita nelle tendopoli e ci hanno con-vinto a cercare di ricominciare una vita normale.

I temi sono stati scritti dai ragazzi della classe terza

della scuola media di Paganica

to a sorprendermi al primo momento di distrazione e far cadere tutto in-torno a me. Un’altra cosa brutta del terremoto è che non si può prevede-

re, tutti ci dicevano di star tranquilli perché lo sciame sismico sarebbe fini-to senza scosse forti ed invece ecco-ci qui, sfollati, alcuni con le case di-

strutte altri senza le persone a loro care e tutti noi alunni della Dante Alighieri di Paganica senza il nostro professore di educazione fisica.

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Paganica dopo il terremoto

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Paganica dopo il terremoto

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Il campo della Protezione Civile del Trentino

Centrale operativa

Tende gonfiabili

Dormitorio d’emergenza

Mensa/svagoCamion frigoBagni e docce

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Il campo della Protezione Civile del Trentino

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Ist. istr. “La Rosa Bianca” Cavalese

Stefano e Federica Di Pietro: due fratelli, che fre-quentavano rispettivamente l’Istituto tecnico indu-striale statale “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta” e il liceo scientifico”Andrea Basile” dell’Aquila. Riportia-mo il ricordo della notte del terremoto dei due ragaz-zi aquilani attualmente frequentanti l’Istituto di istru-zione “La Rosa Bianca” di Cavalese.

“La notte del 6 aprile, un evento catastrofico, ha segna-to in modo improvviso e indelebile la vita degli aquila-

ni. Una scossa molto violenta di terremo-to ha costretto, in pie-na notte, tutti ad ab-bandonare la proprie case che in moltissimi casi non hanno potu-to sostenere l’ira del-la terra.Durante la scossa, io e la mia famiglia, spinti dal panico, ci siamo precipitati nel piazzale di fron-te casa, che da quel momento è diventa-to la nostra nuova dimora.Abbiamo passato la notte in macchina e inizialmente non ci

siamo resi conto dei danni che il sisma aveva provocato alla nostra città. Già dal matti-no seguente sono arrivate le notizie più tristi. La mia fa-miglia è stata più fortunata rispetto a molte altre perché le notti successive le ha trascorse in un container di allu-minio e non in tende stracolme di persone, a volte anche malate.Dopo qualche giorno i miei genitori hanno deciso di mandare me e mio fratello il più lontano possibile da quello strazio. Adesso abitiamo a casa di amici in Val di Fassa, che ci ospitano da circa un mese; abbiamo comin-ciato a frequentare la scuola di Cavalese e tutti ci hanno accolto con grande disponibilità. Tra qualche settimana torneremo dalla nostra famiglia e cercheremo in qualche modo di ricostruirci un futuro.”

Federica e Stefano

Ist. istr. “F.lli Fontana” Rovereto

VOLONTARIOStudente trentino in Abruzzo

Sono studente del “Fontana” e volonta-rio dei Vigili del Fuo-co della Vallarsa. La mattina del 6 apri-le mi è arrivata la ri-chiesta di partire per l’Abruzzo ad aiutare i terremotati. Alle 10 siamo partiti in tre da Vallarsa e a Rove-reto abbiamo forma-to il convoglio per Paganica, dove sia-mo arrivati alle 20 e allestito il campo. Una squadra è su-bito partita alla ri-cerca di supersti-ti sotto le macerie; gli altri sono andati a dormire per poter dare il cambio; il giorno dopo abbiamo messo in sicurezza le case rimaste in pie-di, che presentavano dei danni e accompagnato le persone nelle proprie all’interno per prendersi oggetti personali di cui avevano bisogno. Operazione pericolosa perché le case erano poco stabili e c’erano continue scosse; quando la ter-ra tremava, in pochi istanti si dovevano lasciare le abita-zioni per non rimanere imprigionati sotto i crolli. Il no-stro intervento è durato tre giorni. Nel salutare le persone conosciute lì abbiamo visto nei loro occhi un tacito rin-graziamento dal cuore, ancora profondamente spaventa-te e angosciate. È stata un’esperienza molto forte che mi ha fatto scoprire emozioni nuove e riflessioni mai fatte. Quello stare assieme che ho sperimentato, anche se trau-matico, mi ha insegnato l’importanza dell’aiutare gli al-tri ed ho scoperto la gioia di sentirsi un tutt’uno con loro, ripagato dalla gratitudine che anche per aiuti modesti nasce spontanea. Un’ultima considerazione: la mia gio-vane età porta a pensare di essere invulnerabili e che nul-la ci possa danneggiare; poi arrivi in un paese distrutto dal terremoto e scopri che molti giovani come te, e anche più giovani, sono morti nel luogo che ti dà più sicurezza, la casa. Scopri allora che in un attimo tutto può cambia-re e ti senti impotente. Far parte del corpo dei Vigili del Fuoco come volontario mi aiuta a sentirmi utile anche alla mia giovane età.

Luca Maraner

DALL’AQUILAStudenti abruzzesi a Cavalese

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Lunedì 27 aprile, nei minuti precedenti l’inizio delle lezioni è arrivata in classe la Preside accompagnata da un ragazzo. In quel momento abbiamo scoperto di avere un nuovo amico, Mattia Verdicchio, sfollato dall’Aquila, che ci avrebbe fatto compagnia fino alla fine delle lezioni. Subito abbiamo cerca-to di metterlo a proprio agio, accogliendolo come meglio po-tevamo, ma ben presto, spinti dalla curiosità, abbiamo iniziato a tormentarlo di domande. In questa intervista riproporremo i quesiti che in parte gli abbiamo già proposto. Siamo i ragazzi della classe II C della scuola media di Pozza di Fassa.

IN CLASSEUn ospite inatteso

Scuola media Istituto Comprensivo Ladino di Fassa

Intervista al nuovo compagno

Buon giorno Mattia è cambiata molto la tua vita da quando sei arrivato in valle di Fassa?“La mia vita non è molto cambiata, perché le mie abitudini sono rimaste sempre le stesse, anche se i mie ami-ci e la mia famiglia sono a casa, e mi mancano un po’”.Come ti sei ambientato nella no-stra classe e con chi abiti?“Mi sono ambientato bene, anche perché i nuovi compagni sono stati molto accoglienti, così come gli zii che mi stanno ospitando a casa loro”. Che cosa pensi della nuova scuo-la, trovi delle differenze rispetto a quella che frequenti a casa?“Sono molto simili, infatti gli orari si assomigliano, anche se qui devo al-zarmi prima. Anche le materie sono paragonabili, tranne tedesco e ladino. Bisogna dire che noi facciamo cinque ore al giorno, mentre qui sono ben sei, ma in realtà non mi sembra di fare più fatica”.Come ti trovi con i professori?“Bene, perché molti dei miei professo-ri sono più severi”.Che rapporto hai con i tuoi amici dell’Aquila? Li stai sentendo, ma-gari al telefono?“Con loro ho ancora un buon rappor-to anche se sono molto distanti, ci ho

potuto parlare via telefono, e mi han-no detto che nelle ultime settimane la situazione sta migliorando e hanno ricominciato la scuola in un campo provvisorio”.La tua casa ha subito dei danni, in che condizioni sono quelle dei tuoi vicini?“Per fortuna solo qualche lesione alle pareti; nel mio paese, Scoppito, che si trova a una decina di km da L’Aqui-la, non ci sono stati danni gravi; solo la scuola non è agibile”.Ci sono stati feriti nel tuo paese?“Che io sappia no”.Che cosa hai provato nei secondi nei quali la terra ha tremato?“Non mi sono molto spaventato, an-che perché era ormai da dicembre che si sentivano delle scosse, per cui ci era-vamo un po’ abituati. Anche se questa scossa era sicuramente molto più for-te delle altre”. Che cosa avete fatto durante la scossa?“Ci siamo svegliati e siamo scesi negli spazi aperti davanti alla casa”.Dove avete dormito le prime not-ti?“In macchina”.Quando avete capito la gravità della situazione?“La mattina successiva abbiamo ac-ceso la radio che informava dell’ac-caduto, ma noi non abbiamo visto direttamente le zone più colpite dal

sisma poiché non era possibile avvi-cinarsi.”Hai avuto problemi a prendere sonno nei giorni successivi?“Sì, perché le scosse erano frequenti anche nelle ore notturne. Per fortuna non ho mai fatto dei brutti sogni”.Come sono stati organizzati i ser-vizi per i pasti e l’igiene personale?“Per quanto riguarda i pasti con la mia famiglia siamo andati in un pa-ese che aveva già allestito il campo con delle cucine provvisorie non del-la Protezione civile. Per l’igiene per-sonale noi potevamo usufruire della casa”.Quando pensi di tornare in Abruzzo?“Finita la scuola e speriamo anche le scosse spero di poter ritornare dalla mia famiglia.”Tornerai a trovarci, oppure siamo stati dei pessimi compagni?“Spero di tornare ancora nei prossi-mi anni e mi farebbe piacere rivede-re i ragazzi che mi hanno accolto a scuola.”

La classe II C augura un buon ri-torno a casa e un bel ricordo a Mat-tia di noi, della nostra scuola e della nostra vallata.

Gli studenti della 2Cscuola media dell’Istituto

Comprensivo ladino di Fassa

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In viaggio per Paganica

Partiamo per Paganica alle 5.00 di mattina del 7 aprile con la colon-na mobile della Protezione Civi-le di Trento, con noi viaggia an-che una squadra di cani da ricerca che devono arrivare in Abruzzo al più presto possibile per riuscire a salvare ancora qualche vita. Siamo quattro colleghi psicologi con di-versi anni di esperienza nel cam-po della psicologia dell’emergenza ma non riusciamo ad immagina-re cosa troveremo dopo un sisma così violento. Dopo 6 ore di stra-da imbocchiamo il tunnel sotto il Gran Sasso, dieci chilometri di galleria che ci portano dal mare alle montagne innevate che ricor-dano tanto il Trentino. Arriviamo al campo base dei soccorritori per depositare i bagagli e raccogliere le idee. Sappiamo che queste pri-me fasi dell’emergenza (dal primo giorno fino a due mesi) le nostre attività si incentreranno su inter-venti di aiuto (seguendo la scala dei bisogni fondamentali di Ma-

slow), di accoglienza, urgenza e riordino. Lungo una via transen-nata di Paganica sentiamo in lon-tananza un telefono che squilla senza sosta, osserviamo da vici-no le prime case crollate mentre ci avviciniamo a piedi al campo 1 dove le ruspe portano ancora la ghiaia che sarà il fondo delle ten-de per la popolazione. Attraver-siamo la tendopoli che è avvolta da grande confusione di persone in divisa e mezzi meccanici, men-tre la gente di Paganica forma una lunga fila silenziosa per prendere il pranzo.

Qualcosa per i bambini

Ci avviciniamo anche noi “dove-te fare qualcosa per i bambini” mi dice la zia di Ovidio, bambino della terza elementare, che si ri-fiuta di mangiare dal giorno pri-ma perché sta ancora aspettando i suoi genitori che sono stati ri-coverati all’ospedale con ferite e traumi. All’improvviso suona il telefonino dell’associazione: è il

Dipartimento di Protezione Civi-le Nazionale che ci chiede la di-sponibilità di due colleghi presso l’obitorio dell’Aquila per fare l’ac-compagnamento delle famiglie al riconoscimento delle vittime. Ci dividiamo quindi in due squadre. Io e il dott. Massaro decidiamo di restare al campo e di aprire una ludoteca. Iniziamo a montare una delle tante tende blu del Ministe-ro dell’Interno e intanto conoscia-mo Franco un bambino di 8 anni circa che non parla e non rispon-de alle nostre domande e da ol-tre un’ora lo abbiamo visto vagare tra le tende e rovistare nei bidoni della spazzatura cercando qualco-sa da fare. Tirati fuori i pennarelli si avvicina, gli dico che dobbiamo fare un cartellone per chiamare gli altri bambini a giocare: scrivere-mo una parola difficile “ludote-ca” e una parola facile “giochi”. Franco accetta di aiutarmi e inizia a colorare l’insegna, a noi si ag-giunge subito un altro bambino che fino a poco prima cercava di disegnare tracciando delle linee di acqua sulle pareti della sua tenda. Finito il montaggio della tenda si scatena un temporale, quasi a bat-tezzarla, ma riusciamo a rifugiarci all’interno. Passiamo due ore con

Emanulea Boni, una psicologa trentina che lavo-ra anche all’Istituto comprensivo di Villalagarina, è stata in Abruzzo personalmente con l’associazio-ne Psicologi per i Popoli -Trentino. È una asso-ciazione, dove operano psicologi volontari, con-venzionata con la Protezione civile di Trento che è coinvolta nell’aiuto delle popolazioni abruzze-si vittime del sisma del 6 aprile, ed in partico-lare si occupa prevalentemente della popolazio-ne di Paganica, frazione a 7 chilometri ad est dell’Aquila. Come in ogni operazione di psi-cologia dell’emergenza si prevede di interveni-re sia sul piano del sostegno della comunità, comunità di Paganica e comunità dei soccorritori volontari, sia nel supporto delle condi-zioni psicologiche delle persone, mettendo in atto un intervento di tipo psico-sociale.

IN TENDA La scuola raccontata in diretta

psicologi per i popoli

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trenta bambini, un po’ di fogli co-lorati e due scatole di pennarelli. I genitori ci hanno lasciato soli con loro, immagino per concedersi un momento di sconforto e per pren-dersi del tempo per prendere alcu-ne decisioni, molte famiglie infat-ti nei giorni successivi partiranno per la costa, o per altre città.

La ludoteca posto sicuro

Poi il miracolo: arriva il primo sca-tolone di giocattoli ed è impossi-bile contenere la gioia e l’incredu-lità dei bambini. Verso sera arriva anche Angelo il giovane catechista del paese e dalla tenda della ludo-teca, nel mezzo di una tendopo-li già allagata, si sentono ora solo canzoni, quasi a far credere di es-sere in un campeggio estivo degli scout. Poco prima di cena, men-tre ci stiamo salutando e ci dia-mo appuntamento per il gior-no seguente, una forte scossa di terremoto di pochi secondi (5.8 Richter) ci riporta alla realtà, la gente urla e esce dalla tenda della mensa, una signora si sente male e viene soccorsa da un mio colle-ga, tutti guardiamo verso la col-

lina alcune case che davanti ai nostri occhi si sgretolano e diventano pol-vere che sale al cielo, Fran-co mi si avvi-cina e mi dice “quella è la casa dove abi-ta il mio ami-co”. La tenda della ludote-ca sarà, per il campo di Paganica un posto sicuro per oltre 30 bambini, soprattutto durante i primi giorni dopo il sisma, quan-do ancora molte famiglie dormi-vano in macchina e venivano al campo durante il giorno per met-tersi in fila e ricevere una tenda dove poter dormire. Dopo due settimane di tendopoli, però, la ludoteca non bastava più! I bam-bini stessi iniziavano a sentire il bisogno di ritornare fra i banchi di scuola, ci chiedevano i compiti, ci chiedevano quaderni dove fare esercizi, ci chiedevano un ulte-

riore passo verso la normalità. Le attività di avvio della scuola av-vengono anch’esse sotto la piog-gia. La prof.ssa Perilli, vicepreside della scuola di Paganica, ci con-tatta per avere un aiuto. Insieme ad un gruppo di ragazzini prepa-riamo i cartelloni “terremoto? no grazie! preferisco Dante Alighieri e Pitagora! “ che una volta pron-ti vengono appesi dal bidello nel-le mense dei campi 1, 2, 3 e negli altri paesi vicini.

A scuola dopo il terremoto

Il 21 aprile, primo giorno di scuo-la dopo il terremoto, piove anco-ra. Trasportiamo sotto la pioggia gli scatoloni contenenti i quader-ni e il materiale di cancelleria do-nato proveniente da qualche parte d’Italia. Ci ritroviamo nella men-sa alle 9 di mattina. Ci sono circa una trentina i ragazzini delle me-die e 15 bambini delle elementa-ri, ci sono anche molti insegnan-ti che non sanno come fare a fare l’appello. Ai ragazzini delle medie si deve dare la notizia della morte del prof. di ginnastica, un giovane insegnante amato dai ragazzi che abitava all’Aquila. Gli insegnanti

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sono spaventati e stanchi, pensa-no alle proprie famiglie che hanno lasciato in tenda, ai loro genitori che hanno lasciato negli ospeda-li, vorrebbero far scuola e insieme vorrebbero prendersi cura dei pro-pri cari. Ci chiedono, “ma come potrò fare lezione senza i libri, come possiamo ancora riprende-re i ragazzi ora che sono così trau-matizzati”, rispondiamo che pri-ma loro riusciranno a riprendere il loro ruolo, prima un’ampia fet-ta di comunità ritornerà a funzio-nare in modo adeguato. Insieme organizziamo l’orario delle lezio-ni: dalle 9.00 alle 12.00 con una compresenza fissa tra insegnanti e psicologi. Molti insegnanti sono alloggiati sulla costa, altri abita-no in paesi lontani con oltre due ore di macchina, vista la viabilità delle strade in questo periodo, e si organizzano per venire a “scuola” a Paganica a turno, due insegnan-ti su tutta la classe per ogni mat-tinata.

Lezione sotto la tenda

A fine aprile il Ministero dell’Istru-zione monta le prime tende scuo-

la, una tenda per ogni classe, i vi-gili del fuoco entrano nell’edificio della scuola inagibile e recupera-no un po’ di banchi, sedie e tre la-vagne che verranno sistemate nel-le tre “classi” delle medie. I Vigili del Fuoco Volontari della Prote-zione Civile di Trento montano una tettoia in legno per fare un po’ d’ombra nel “giardino” dove si fa ricreazione, ogni giorno si fa l’appello con chi si presenta e vie-ne organizzato un servizio di pul-man per il trasporto dei bambini dai paesi limitrofi. Alla 4° setti-mana dalla riapertura della scuo-la tutti incominciano a riprende-re fiducia che una certa normalità verrà ripristinata, i bidelli davan-ti all’ingresso della scuola atten-dono gli studenti quando scen-dono dai pulmini e ripuliscono le tende-classi. Ora gli insegnan-ti si sentono un po’ più sicuri “al-meno durante il giorno” dice il prof. di musica che durante la notte non riesce più a dormire, e incominciano a proporre temi in classe dal titolo “come vorrei ri-costruire Paganica”. Anche i ra-gazzi si sentono più sicuri, tanto che anche quei ragazzi che prima

del terremoto disturbavano le le-zioni ora riprendono a fare con-fusione. Una mattina vengo chia-mata dalla vicepreside perchè in seconda media c’è una situazio-ne insostenibile: un gruppo di tre ragazzini fanno disperare gli inse-gnanti. Insieme al prof. di musica proponiamo ai tre ragazzi di spo-starci nell’altra “aula” per lavora-re con un po’ più di calma. Qui i ragazzi si zittiscono subito, Mirco di 13 anni, ragazzino difficile con diverse condanne penali alle spal-le, mi racconta di essere davvero arrabbiato: il terremoto gli ha di-strutto tutto, la casa,la macchina, le sue cose.

Una notte di paura

Gli chiedo di raccontarmi di quel-la sera e lui a bassa voce racconta: lui e il padre erano già fuori casa lunedì sera (alle 23.00 e alle 1.00 aveva già fatto una scossa mol-to forte e molte persone aveva-no deciso di dormire in macchi-na), dormivano su una panchina mentre due fratelli e la mamma dormivano dentro la macchina. Ad un certo punto Mirco è sta-to sbalzato dalla panchina, si è ritrovato in piedi in mezzo alla piazzetta con le case tutt’intorno che si sgretolavano, con le pare-ti che si giravano e poi scoppiava-no, con le case che si abbassavano di uno o due piani. La sua mac-china si muoveva così tanto dalle scosse che sembrava capottarsi da un momento all’altro e, finita la scossa, Mirco e il papà sono cor-si verso l’auto dove dentro c’erano la mamma e due fratelli e hanno dovuto prendere a calci le portiere per poter liberare i loro familiari. Poi il buio e il freddo per tre ore ed i soccorsi che sono arrivati alle prime ore del mattino. Ora Mir-co dorme in tenda a S. Gregorio e viene a scuola ogni mattina con il pulmino.

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Aiutare gli altri

Gli chiedo come mai porta sul-la maglia il tesserino della Croce Rossa e mi risponde che lui ora vuole aiutare gli altri. Alla sua tendopoli serve in mensa i pasti ogni giorno, apparecchia e sparec-chia, a dicembre compirà 14 anni e vuole entrare subito a far par-te dei Pionieri della Croce Ros-sa. Gli chiedo se prima aveva mai pensato di fare queste cose e mi risponde scuotendo la testa, poi mi accompagna nelle tende a di-stribuire un calendario per ogni classe perchè a 36 giorni dopo il terremoto ancora non si riesce bene a capire che giorno della set-timana sia. Mi domando se for-se questo terremoto sia servito per farci vedere cose che prima nem-meno potevamo immaginare e ha ridare senso a vite che prima sembravano già scritte. Finita la mattinata a scuola torniamo nel-la nostra tenda “spazio d’ascolto” ad occuparci delle persone adul-

te, sapendo bene che in un tem-po dove ognuno ha perso almeno per qualche giorno il proprio ruo-lo sociale (insegnanti che sono di-ventati solo persone), solo chi già prima era in difficoltà ed i mala-ti hanno continuato a mantenere la propria identità alla quale ora

hanno aggiunto il disagio di esse-re terremotati.

Una fase difficile

Ci prepariamo ora alla terza fase dell’emergenza e cercheremo di dare continuità ai progetti già av-viati almeno fino a Natale. Que-sta fase (dal 2° mese fino alla fase della ristabilizzazione) si incentra sulla ricerca di tutto ciò che è ne-cessario per tornare alla vita nor-male e qui si affronteranno le pro-blematicità della vita quotidiana. Sappiamo che sarà una fase diffi-cile per la gente dove la stanchez-za e la rabbia e la paura saranno le emozioni di tutti. In questo pe-riodo, quindi, attiveremo mol-ti interventi di sostegno rivolti ai gruppi (gruppi degli insegnan-ti, dei genitori, dei capifamiglia, dei soccorritori volontari) e mo-menti di attività volte sia al recu-pero della propria storia ed iden-tità (personale e di comunità), sia alla comprensione delle possibili-tà concrete per una programma-zione del proprio futuro.

Emanuela Boni

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La rete a Trento

La Rete, costituita ormai da anni, vede la presenza di tutti gli Isti-tuti del primo ciclo della città di Trento, compresi Matterello ed Aldeno, con i loro plessi di scuo-la primaria e di scuola media. I dirigenti di questi Istituti si ri-trovano regolarmente per condi-videre problemi e scelte, modelli organizzativi e proposte didatti-che. Ragionando sulle esperien-ze pregresse è nato questo proget-to. I contatti ed i rapporti avviati da alcune scuole in passato, in oc-casione di altre calamità natura-li, sono ancora vivi ed hanno dato seguito a corrispondenze tra alun-ni ed a gemellaggi nei quali sono stati coinvolti nel tempo nume-rosi studenti, docenti e genitori. Il progetto “Adottiamo una scuo-la” prevede l’individuazione di un Istituto comprensivo, possibil-mente in un’area dove già la no-stra provincia è presente, e l’avvio di un confronto con il suo diri-gente per definire i bisogni reali della sua scuola, mettere a pun-to le priorità, individuare tempi e modalità di intervento. La comu-ne professionalità, la personalizza-zione del rapporto, la condivisio-ne delle problematiche educative e didattiche faciliteranno la mes-sa a punto e la realizzazione di un intervento efficace.

Facendosi portavoce delle richieste di docenti, studenti, genitori e dirigenti scolastici, la Rete degli Istituti comprensivi di Tren-to intende contribuire alle iniziative di solidarietà verso le popo-lazioni terremotate dell’Abruzzo con il progetto ”Adottiamo una scuola”, rivolto a tutti gli operatori ed agli utenti delle scuole del-la città. Il progetto prevede l’avvio di una raccolta di fondi che saranno destinati ad una Istituzione scolastica comprensiva della provincia dell’Aquila.

RETE“Adottiamo una scuola”

Una proposta di medio periodo

In questa momento, in cui la fase di prima gestione dell’emergenza si sta concludendo, sembra im-portante avviare proposte di me-dio periodo, per sostenere il ri-avvio delle attività culturali ed educative e la ricostituzione del tessuto sociale e dell’identità dei territori colpiti, fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle nuove generazioni. La disponibilità di strutture ade-guate, ambienti scolastici ido-nei, strumenti ed attrezzature è importante per un sereno riav-vio dei percorsi educativi e for-mativi. L’istituto da adottare verrà indi-viduato in coerenza con gli inter-venti che la Provincia di Trento, il mondo del lavoro e del volon-tariato hanno già in corso o stan-no programmando per i prossimi mesi in quella zona, per rispon-dere più efficacemente ai bisogni ed alle necessità che si presenta-no. Con questa scuola, con i suoi studenti, con i suoi insegnanti, con il suo dirigente, si vorreb-be avviare una collaborazione ed una corrispondenza che – come già in altre occasioni in passato – sia preludio di un lunga e positi-va amicizia.

La lettera alle famiglie

Ogni dirigente della Rete di Trento ha quindi inviato una cir-colare, indirizzata al personale in servizio, agli alunni degli Istituti comprensivi del comune di Tren-to ed ai loro genitori in cui si leg-ge: “La rete degli Istituti comprensi-vi della città di Trento, in analo-gia a quanto avviene in altre aree del territorio nazionale, promuo-ve una sottoscrizione a favore del-le popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto, rivolta agli studen-ti, ai loro genitori ed al persona-le in servizio nelle proprie scuole. I fondi raccolti saranno destinati ad un Istituto scolastico di scuola primaria e/o secondaria di I grado della regione Abruzzo, individuati dalla Protezione Civile di Trento e dal Tavolo sull’Abruzzo costitu-ito a livello provinciale, interventi (quali acquisto di materiale didat-tico, sussidi ed arredi) a favore di Istituti scolastici di scuola prima-ria e/o secondaria di I grado della città dell’Aquila, individuati dal-la Protezione Civile, sulla base di una ponderata analisi dei bisogni più urgenti.” Nella comunicazione viene for-nito anche il numero di conto corrente della Cassa rurale di Trento che ha deciso di sostene-re questa iniziativa con un con-tributo finanziario e mettendo a disposizione il conto corrente, su cui è possibile effettuare il versa-mento.

Elina Massimodirigente Istituto comprensivo

Trento 6Per la Rete degli Istituti comprensivi

di Trento città

DAL TRENTINO

Gli Istituti comprensivi di Trento

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19n.5 maggio 2009

Fondi e libri

Gli alunni sono stati particolar-mente colpiti dal terremoto in Abruzzo ed hanno proposto di de-volvere ad una scuola primaria che ha subito danni nel recente terre-moto quanto ricavato da:campagna di tesseramento alla Co-operativa;vendita dei cartoncini che invitano a spegnere la luce quando non ser-

Nella scuola primaria Aldo Schmid di via Lavisotto a Trento è stata attivata, dall’anno scolastico 2003 – 2004 la cooperativa “La Colomba” gestita ogni anno dagli alun-ni delle classi quinte. Sono gli alunni che propongono, scelgono, votano le attività e le iniziative da realizzare nel corso dell’an-no scolastico con l’obiettivo di raccogliere somme di denaro da devolvere, in partico-lare ai bambini in situazione di bisogno, in questo modo sono stati aiutati i bambini del Mozambico, del Perù, del Congo, del Pakistan, della Bolivia e dell’Abruzzo.

LA COLOMBA Cooperativa delle classi quinte

Primaria “Aldo Schmid” I. C. Trento 6

il “tempo scuola” già attivato nelle tendopoli.

Amici di “penna”

Gli alunni di tutto il plesso sono impegnati anche come “amici di penna” hanno infatti accolto l’invi-to a scrivere a coetanei di Paganica, paese in provincia dell’Aquila dove operano. Protezione Civile, Croce Rossa ed Alpini della Provincia di Trento. Anche un insegnante della nostra scuola, Maria Rosa Anto-nelli, ha lavorato come volontaria della Croce Rossa nella tendopo-li di Paganica ed ha raccontato i disagi, il dolore e la necessità del-la popolazione che ha perso tutto. Ha invitato gli alunni a scrivere ai coetanei evitando di fare riferimen-to al terremoto o di chiedere notizie sui danni subiti…ne sono nate let-terine dove si parla delle uscite di-dattiche più interessanti, di canzoni e cantanti preferiti, degli sporti più gettonati in classe, delle squadre di calcio e di pallavolo più seguite, si descrivono giochi e si propone di confrontarne le regole, si invitano i nuovi amici a continuare a scriver-si per rendere duratura ogni nuova amicizia.

ve e a non sprecare acqua;vendita di piantine da fiore e aro-matiche che hanno seminato e cu-rato con costanza e serietà.Su invito dell’insegnante Anto-nelli, gli alunni hanno portato a scuola libri in ottimo stato che serviranno per allestire una bi-blioteca per i bambini di Paga-nica. Le lettere e la raccolta di libri offriranno una buona opportuni-tà per occupare in modo piacevole

Gli Istituti comprensivi di Trento

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L’aiuto anno per anno

2004-2005 CONGO ”Scuola sotto gli alberi” attraverso l’O.N.G. AMU.

2004-2005 e 2005-2006 DALWAL-PAKISTAN allestimento aule e biblio-teca scuola elementare

2005-2006 PERÙ contributo ad una O.N.G. che si oc-cupa di bambini di strada

2005-2006 MOZAMBICO contributo al fun-zionamento di una scuola elementa-re di villaggio con un aiuto a bambini con genitori amma-lati di AIDS

2007-2008 BOLIVIA scuola di S. Anto-nio di Sucre (trami-te Missioni France-scane)PRAGA in seguito all’allu-vione contributo

IL BILANCIOL’attività della cooperativa

Il denaro raccolto con le diverse attività del-la cooperativa è stato sempre devoluto a pro-getti di solidarietà, con una particolare atten-zione all’aiuto a bambini in difficoltà. Nella documentazione e nell’archivio della cooperati-va scolastica “La Colomba” sono registrate tut-te le attività e le realtà finanziate nel corso de-gli anni.

per l’allestimento di un parco giochiBIELORUSSIAcontributo ad un istituto per disabili da 0 a 18 anni (acquisto di lavatrici e coperte per dare un letto ad ogni ragazzo)

Silvana Pedrottiper le insegnanti della scuola primaria

“A. Schmid” di via Lavisotto Trento

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21n.5 maggio 2009

Ciao, noi siamo dei ragazzi di Trento, ci chia-miamo Alex e Roberto e vorremmo par-larvi del nostro gioco preferito che si chiama “basi”. Si fanno due squadre, si scelgono 2 alberi abbastanza vicini poi ci si prepara, l’arbitro dice: via! I giocato-ri delle squadre partono all’attacco, non bisogna essere toccati dall’avversario e bisogna toccare l’albero avversario e que-sto varrà un punto. Se si viene presi bi-sogna correre al proprio albero e toccarlo evitando che lo tocchino gli avversari.Tutto qui, è facile e divertente. Speriamo che ti divertirai con il gioco che ti abbia-mo insegnato…o lo conoscevi già? Beh, se è così vuol dire che giochiamo già in-sieme! Per favore rispondici, parlaci di te e dei tuoi giochi preferiti, noi li impare-remo.Ciao da

Alex e Roberto

Cara amica che vivi in Abruzzo,io sono Monica e ho 10 anni. Ti descrivo le mie ca-ratteristiche: i miei occhi sono neri, né tropo gran-di né troppo piccoli. Ho i capelli neri lunghi fino alle spalle. Sono quasi sempre vestita di viola o di blu e porto i jeans, quando c’è ginnastica indosso la tuta. Sono molto sportiva, adoro andare con i rol-ler e la bici!! Ho il carattere vivacissimo, certe volte quando mi faccio male, rido e piango contempora-neamente perché mi piace pensare positivo. Il mio difetto è che certe volte con i miei amici voglio ave-re ragione, però se ho torto, loro cercano di farmelo capire! Mi piacciono gli animali, soprattutto i coni-gli, quando ero più piccola il mio papà mi ha lascia-to tenere dei coniglietti in casa. Per farti sorridere ti scrivo una bella barzelletta:…Confine…la maestra spiega la lezione di gografia:“il Piemonte a mezzogiorno confina con la Liguria”luigi alza la mano e domanda:

“scusi signora mae-stra e alle 11.00con chi confina???”Ora però parlia-mo della scuo-la che io adoro, le mie materie pre-ferite sono dise-gnare, musica e creare testi. Fre-quento la quinta classe della scuo-la Aldo Schmid. Spero che tu ri-prenda al più presto la scuo-la così non ti annoierai. Cia-oo…

MonicaTrento,

22 aprile 2009

CARO AMICO… …che vivi in Abruzzo

le lettere

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22 n.5 maggio 2009

Ciao, mi chiamo Mirko e ho 10 anni. Sono un bam-bino divertente, genero-so, simpatico. Frequen-to la quarta elementare in una scuola di Trento. Mi dispiace per quello che è successo a Paga-nica. Vorrei saper come ti chiami e quanti anni hai. Mi dici qual è il tuo colore preferito, quale animale ti piace, quali giochi fai? Spero che tu mi possa rispondere.ECCO LE COSE CHE PIACCIONO A MEI cagnolini cha abbaiano da cuccioli.Giocare con i dinosauri, giocare a calcio.Fare le basi con la neve in inverno.Il colore verde perché mi fa pensare all’erba.L’estate perché è calda.I pini perché sono alti e fanno ombra.Le rose perché sono rosse.QUALI SONO LE COSE CHE PIACCIONO A TE?Un saluto da

Mirko

Ciao,noi siamo Neli e Caterina e frequentiamo la classe 5° C. vorremmo conoscerti… iniziamo col raccontarti una delle nostre gite più belle che abbiamo fatto: siamo andate in un museo chiamato M.A.R.T. e abbiamo rivestito un uovo di polistirolo con cemento, a presa rapida, e alla fine abbiamo messo delle piccole piastrelle colorate, ci hanno spiegato che è una tecnica nata in Spagna e che si chiama “TRENCADJS” che significa tronca-re piastrelle e oggetti di vetro o di ceramica in picco-li pezzi e disporli a caso. Ci siamo divertite tantissi-mo, e dopo ci eravamo accorte che le nostre maglie e le nostre mani erano sporche di cemento a presa ra-pida! Noi pratichiamo uno sport: la pallavolo, ci an-diamo il lunedì e il mercoledì dalle 16,30 alle 17,30, la pallavolo la pratichiamo da 3 anni. Ai nostri inse-gnanti, delle volte facciamo degli scherzi, per esem-pio, quando c’è stato il primo aprile abbiamo at-taccato sulla schiena dei pesci di carta pure ad una ragazzina di nome Arianna, lei si è offesa e ci è sal-tata addosso e ci ha fatto male poi negli spogliatoi

ci ha chiesto scusa e siamo diventate amiche. Intan-to gli insegnanti non se ne erano accorti che aveva-mo messo i pesci sulla schiena ma un bambino della nostra classe, Alessandro, glielo ha detto. Noi siamo come gemelle, viviamo nello stesso palazzo. Neli al secondo piano e io al quarto.Spero che apprezzerai questa lettera e che ci rispon-derai, noi non abbiamo amici di altre regioni e ci piacerebbe proprio tanto fare amicizia con te.Dalle tue nuove amiche

Caterina e Neli

Trento, 22 aprile 2009Caro amico che vivi in Abruzzo,non conosco né il tuo nome, né il tuo viso, ma so di certo che ti piace avere amici con cui giocare! Non posso venire a trovarti di persona, ma attraverso que-sta lettera, voglio farti un po’di compagnia. Mi chia-mo Manuel, ho dieci anni, che compio il 22 luglio, gli occhi marron e i capelli castano chiaro e raddriz-zati all’insù con il gel. Mi piace scherzare e giocare con altri bambini, la mia squadra preferita è la JU-VENTUS, la più forte ovviamente, anche se a me piace anche andare a sciare e in bici; infatti mi alleno due volte in settimana e partecipo alle gare il saba-to o la domenica. Mi piace anche giocare con la play station, soprattutto con il gioco SPY e SPY. A scuo-la vado abbastanza volentieri e sono bravino. Nella nostra scuola tutti gli anni le classi quinte lavorano nella cooperativa “La Colomba”. Viene allestito un mercatino con la vendita di lavoretti e il ricavato vie-ne dato a chi ne ha bisogno. Adesso ti saluto e ti au-guro buona giornata.P.S.: anche se avrò fatto tanti errori di ortografia spe-

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ro che quello che ho scritto ti sia piaciuto, non but-tare via la mia lettera, per piacere.P.S.: mi piacerebbe che tu conservassi la mia letteraCiao da

Manuel della classe V B, Scuola “A. Schmid”

PER IL MIO NUOVO AMICOCiao, mi presento: sono una ragazzina di dieci anni e mezzo, mi chiamo Alessia e vado nella Scuola di Trento alle Aldo Schmid nella classe 5 C.Tu come ti chiami? Quanti anni hai? Volevo chie-derti se vuoi costruire una nuova amicizia con me.Io vorrei molto avere una nuova amicizia con te an-che se non ti conosco e anche se non ti ho mai vi-sto, ma ti conoscerò prima o poi! Ti assicuro che la nostra amicizia durerà per sempre. Ti sto già consi-derando un amico grandissimo per me.Alle domande che ti ho fatto rispondimi per favo-re, sarei superfelice. Spero ti sarò simpatica.La mia famiglia è composta da: mia sorella Silvia che ha dodici anni e va alle medie Manzoni nel-la 2 B, la mia mamma si chiama Annalisa e il papà Alessandro, ho pure un animale, è un coniglio lo abbiamo chiamato Burlone. Io pratico pure uno sport è pallavolo, più o meno è il mio sport preferi-to, qual è il tuo sport preferito? A mia mamma non piace molto pallavolo però per me farebbe qualun-

que cosa. Mio papà fa pallavolo anche lui, anzi al-lena il gruppo dell’under 16 e io sono nell’under 12 per l’ultimo anno poi andrò nell’under 13 al-meno lo spero.Ciao ciao, aspetto con ansia la tua risposta, un grosso BACIO!

Alessia

Ciao, caro mio amico,io mi chiamo Haki, sono nato a Tirana ma adesso vivo a Trento e frequento la V C.Ti volevo raccontare che con la mia classe sono an-dato a visitare i resti archeologici dell’antica città romana che hanno ritrovato sotto la città di Tren-to. E’ stato bellissimo perché abbiamo visto i muri antichi romani, gli archi, un pozzo, le scritte in la-tino, le strade fatte di sassi rotondi. Abbiamo vi-sto anche dei giocattoli antichi e li abbiamo ripro-dotti con la creta; ognuno sceglieva i giocattoli che gli piacevano di più, io ho fatto una trottola e un cavallo. Mi è piaciuto molto e mi sono divertito tantissimo. Quest’anno abbiamo visitato anche il museo di arte moderna e il planetario. Sono state tutte attività belle e interessanti. Vorrei conoscer-ti e parlare con te, sapere che cosa hai fatto con la tua classe.Dai, per favore scrivimi così ci conosciamo e fac-ciamo amiciziaCiao da

Haki

Ciao, mi chiamo Martina, ho nove anni e abito a Trento. A me piace leg-gere i libri e i giornali-ni. Mi piace anche fare nuoto e la ginnastica che facciamo a scuola. Ho una sorellina che si chiama Lucia e io gio-co con lei. I miei colori preferiti sono il rosso, il giallo e l’arancione. I mie animali preferiti sono il cavallo e la stel-la marina. Io gioco con mia sorella spesso a na-scondino e a bambina

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piccola e anche giochia-mo con le bambole.

Martina Mosna classe III A, scuola ele-mentare Aldo Schmid

Trento, 7 maggio 2009

VORREI UN’AMICI-ZIA NUOVACiao,mi presento, sono Car-lotta, vorrei fare un’ami-cizia! Tu vuoi? Io sono disposta a farla! Ti vo-glio parlare un pochino di me, d’accordo? Al-lora, io ho dieci anni e pratico pattinaggio su ghiaccio. Tu pratichi uno sport? Adesso ti parlo un po’ della mia famiglia: mia mamma si chiama Sabina, mio papà Giancarlo, le mie due sorelle Elena e Barbara. Poi ho una gatta, si chiama Magritte e ho un criceto che si chiama Re Stihc. Sono tutti e due molto belli e affettuosi. Pensa che la mia gatta di notte dorme con me e fa tante fusa è carinissima le voglio un mondo di bene!!! Io vado a scuola alle “Aldo Schmid” sono una ragazzina di 5 C, è una classe molto bella! A settembre io andrò con Laura alle medie “Bomporti” scuola musicale. Ho fatto il test d’ingresso e sono passata per violoncello, a me piace tantissimo! Lo suonerò con gioia.Io vorrei che mi rispondessi CIAO TI VOGLIO BENE.P.S.: RISPONDIMI PER PIACERE SAREI TAN-TO CONTENTA.Dalla tua amica

Carlotta

Ciao, mi chiamo Alessandra e ho quasi dieci anni, li com-pio il nove maggio. Vivo a Trento e frequento la quarta elementare nella scuola “A. Schmid”. Sono una bambina simpatica, un po’ timida, a volte si-lenziosa, ma so essere una grande amica. Mi piace fare matematica. Alla sera pratico qwan-ki-do, che è un’arte marziale. Sono prima cintura. Canto nel coro “Madonna della Pace” e sono chierichetta. Ho saputo cosa è successo in Abruzzo e mi dispiace tan-

to, vorrei aiutarti però sono troppo piccola per farlo. Come ti chiami? Quanti anni hai? Quando sei nata? Spero che tu possa ritornare nella tua casa e che rico-struiscano in fretta la tua vecchia scuola per studia-re e imparare altre cose importanti. Ecco le cose che piacciono a me: divertirsi e parlare di cose belle con i miei amici, giocare a nascondino, i gattini quando sono piccoli, il colore arancione, l’estate per andare a Roma dai miei amici, l’inverno per giocare a palle di neve, i colori dell’arcobaleno. Quali sono le cose che piacciono a te? Un saluto da

Alessandra

Ciao, mi chiamo Raffaella e ho dieci anni. Sono una bam-bina divertente, simpatica ed intelligente.Come ti chiami? Quanti anni hai? Qual è il tuo co-lore preferito? Come trascorri le giornate? Io abito a Trento. Ho saputo che da voi c’è stato il terremoto a Paganica. Voi non vi dovete preoccupare perché noi saremo sempre vicini a voi. Ecco le cose che piaccio-no a me: correre, giocare con le mie amiche, ride-re mentre si scherza, fare sport come calcio, atletica, tennis. Quali sono le cose che piacciono a te? Spero che tu possa rispondere a questo messaggio.Ciao, un saluto da

Raffaella classe IV C Scuola primaria “A. Schmid, Trento

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I messaggi dei bambini

Ciao ragazzi dell’Abruzzo, sono molto dispiaciuto per quello che vi è successo, ma vi dico che siete molto coraggiosi ad affrontare un momento così e non perdete la speranza. Un saluto da un vostro nuovo amico

Matteo

Ciao cari amici dell’Abruzzo, io sono Riccar-do e vi do un caloroso saluto dal Trentino Alto Adige. Noi facciamo di tutto per darvi aiuto per quello che vi è successo. Io vi ammiro e sono sicuro che la vostra città diventerà di nuovo bellissima. Noi siamo la clas-se della pace alla scuola “Crispi”.

Riccardo

Cari amici dell’Abruzzo, è vero, è successa una cosa bruttissima, ma non biso-gna pensarci troppo e guardare avanti perché sicura-mente succederanno cose bellissime che non sono mai successe prima. Sono sicuro che la vostra terra diven-

Anche alla giornata Trento città per la pace, al momento del TIMEOUT abbiamo ricordato le vittime del terremoto e la situazione del popolo abruzzese. Su indicazione del Tavolo Tuttopace, i bambini e i ragazzi della scuola primaria “Cri-spi”, insieme agli insegnanti, hanno pensato di dedicare in particolare al popolo abruzzese la festa di fine anno, con una raccolta-fondi straordina-ria da inviare a Paganica, attraverso la Protezione civile trentina, chiedendo che venga destinata alla ricostruzione di una scuola primaria o all’allesti-mento di locali scolastici. oltre questo si è pensa-to di iniziare rapporti di amicizia con i bambini e i ragazzi di quella località. Per questo motivo han-no preparato disegni e messaggi consegnati alla Protezione civile del Trentino dopo il 3 giugno.Qui di seguito riportiamo qualche esempio di messaggi che i nostri studenti hanno scritto come accompagnamento ai disegni.

TUTTOPACEAnche per l’Abruzzo

Scuola primaria Crispi I. C. Trento 5

terà ancora più bella. Apprezziamo il vostro coraggio, ci state dando un grande esempio. Siamo contenti di mandarvi la nostra amicizia. Siamo con voi.

Lucian

Cari amici dell’Abruzzodalla terra bellissima, vi dedico una poesia:L’Abruzzo è nel cuoreDelle persone;io vi aiutoe vi saluto.Un abbraccio calorosoper l’Abruzzo favoloso.

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Carissimi amici dell’Abruzzo,anche se non vi conosco, spero che una volta ci incon-treremo. Ma intanto tutti noi vi mandiamo un Mega saluto come bambini della Pace: Non preoccupate-vi che insieme potremo ricostruire tutte le mura della vostra futura città della Pace.

Lena

Ciao cari ragazzi!!!Vi saluto tantissimo. Io mi chiamo Barbara e vengo dal Brasile. Mi dispiace tantissimo per quello che è successo nella vostra città. Tutti insieme sie-te una forza. La vostra città re-sterà più e più bella. Siate certi che saremo con voi.

Barbara

Cari amici dell’Abruzzo, vi dedico questa frase di pace: SI DIVENTA GRANDI QUAN-DO SI COLTIVA LA PACE NEL CUORE, PROPRIO

COME STATE FACENDO VOI! State dimostrando molto coraggio, noi vi aiuteremo.

Greta

Cari amici dell’Abruzzo, il Trentino cerca di esservi vicino, anche se siamo lontani di Kilometri. Continua-te così perché ci state insegnando ad essere forti nei mo-menti di grande problema. Non vi preoccupate>: tutti stanno in pensiero per voi: ARRIVANO I RINFOR-ZI!!!

Anna

Ciao Abruzzo, mi chiamo Martina. Non vi conosco però per me sie-te molto simpatici. Lo sapete che noi abbiamo il dado della pace e lo tiriamo tutti i giorni? La frase che esce poi la viviamo e ci sentiamo meglio. Se volete ve lo mandiamo Un saluto a tutti voi.

Martina

Ciao, sono Francesco, siccome siamo i bambini della pace, faremo di tutto per aiutarvi. Ammiro il vostro corag-gio: noi abbiamo tanto da imparare. Noi vi saremo sempre vicini, qualunque cosa accada.

Francesco

Cari amici dell’Abruzzo, vi mando un abbraccio stratosferico

Ale

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Cari amici,mi chiamo Caterina. Il mio cuore è pieno di amore che tengo per voi. Con il mio cuore ho realizzato un dise-gno. Voi sapete che siamo collegati più di quello che pensate. Se vi capita di litigare con qualcuno, noi cor-riamo subito con il dado della pace.

Caterina

Cari amici dell’Abruzzo, spero che abbiate una casa in fretta e spero che guaria-te tutti dallo spavento del terremoto. Io credo in voi e sono sicuro che la vostra regione si sistemerà. Noi sia-mo sempre con voi in modo speciale durante il TI-MEOUT di mezzogiorno.

Mohamed

Cari amici,Io sono Luca. Sappiate che anche se siamo pic-coli per l’Italia, noi, gli alunni della V B del-la scuola “Crispi”, non smetteremo di aiutar-vi, qualunque cosa succeda. Prima di pensare a cosa possiamo regalare a noi stessi, mettere-mo in precedenza il vostro problema. Noi sia-mo con voi.

Luca

Cari amici dell’Abruzzo, noi di V B fac-ciamo sempre un pensiero bello ogni giorno al TIMEOUT. Vogliamo che ritorniate ad es-

sere felici. Ci avete insegna-to cosa vuol dire avere co-raggio e noi saremo sempre con voi.

Diana

X ABRUZZO!!! Ciao amici,mi chiamo Carlotta e an-che se non vi conosco sono già vostra amica perché so che sete gentili, amiche-voli, simpatici, estroversi..ecc… Io e tutti vi terremo sempre nel cuore e non vi

dimenticheremo MAI. Sicuramente la vostra terra diventerà come prima e anche più bella!

Ciao

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CANELLI Dopo l’alluvione del 1994

Scuola primaria Sopramonte I. C. Tn 6

ta pronta a partire per raggiunge-re la località che il Ministero degli interni aveva assegnato al Trenti-no: la città di Canelli. Li aspetta-va uno scenario desolante: acqua, fango, detriti, gente disperata. Il fiume Belbo aveva rotto gli argini all’inizio dell’abitato e la furia delle acque miste a fango, alberi e sassi aveva causato anche dei morti. In quell’occasione quindi i vigili del fuoco volontari si erano impegnati a sgomberare cantine, magazzini, scantinati; la mancanza di acqua e luce aveva reso difficile il primo in-

La scuola primaria di Sopramonte, già in passato si è attivata in esperienze di solidarietà come di gemellaggio; per una di queste ulti-me è stata scelta Canelli che è una cittadina dell’Astigiano, colpita nel novembre del 1994 da una tremenda alluvione. Le operazioni di soccorso avevano visto l’intervento dei Vigili del Fuoco volontari del Trentino, molti dei quali provenienti da Sopramonte e dall’intera Cir-coscrizione. Quella drammatica circostanza aveva portato al nascere di intensi rapporti di amicizia e collaborazione tra il la cittadina pie-montese e la comunità di Sopramonte, che sono sfociati poi in diverse iniziative, che hanno visto protagoniste le associazioni culturali e di volontariato, in un intensificarsi di scambi e collaborazioni. La scelta di gemellare la scuola proprio con Canelli ha avuto l’intento di ricor-dare alle nuove generazioni il valore e l’importanza della solidarietà.

Canelli chiama il Trentino risponde

La domenica del 6 novembre del 1994 la centrale operativa dei V.V.F di Trento era stata subi-to pronta ad annunciare al presi-dente e agli ispettori della federa-zione e dei corpi volontari l’allerta per la partenza di un primo nucleo alla volta del Piemonte duramen-te colpito da una terribile alluvio-ne. In poco tempo la colonna mo-bile del servizio antincendi e della protezione civile trentina era sta-

tervento. Lavorarono con impegno per una ventina di giorni, seguiti dai NUVOLA ( Nucleo Volontari Alpini) del Trentino. Nei comu-ni trentini, nei corpi dei Vigili del Fuoco e tra i privati fu aperta una sottoscrizione per contribuire alla rinascita della città. Vennero rac-colti fondi che servirono per il re-cupero e per la ricostruzione del Centro di volontariato denomi-nato Trento.

Amici di penna

I rapporti di amicizia e di collabo-razione sono proseguiti e si sono consolidati nel corso degli anni, tanto che da diversi anni, nel pe-riodo natalizio, nella piazza di Ca-nelli fa bella mostra di sé un abe-te proveniente dal monte Bondone e inviato da Sopramonte. Per ren-dere partecipi di questo “gemellag-gio” di solidarietà anche le nuove” generazioni”, con l’anno scola-stico 2007/2008 la dirigente Eli-na Massimo e le insegnanti hanno pensato di coinvolgere le scuo-le primarie dei due paesi, Sopra-monte e Canelli, in particolare gli alunni delle classi quarte, che hanno iniziato tra loro un percor-so di “amico di penna”. È stato rea-lizzato così uno specifico gemellag-gio con una scuola elementare di Canelli e gli studenti si sono scam-biati lettere, prima di conoscersi di persona All’interno della program-mazione didattica, si è poi dato vita ad attività didattiche comuni alle due scuole, con scambi di idee e di materiale via internet tra do-centi ed alunni. Nel maggio 2008 per due giornate i bambini delle classi IV A e IV B di Sopramonte si sono recati in viaggio di istruzio-

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ne proprio a Canelli dove hanno potuto conoscere di persona i loro amici lontani e partecipare insieme a loro a giochi di squadra e spetta-coli appositamente organizzati.

In visita a Canelli

In questa occasione hanno parteci-pato alla importante manifestazio-ne “CrearLeggendo” che i loro col-leghi di Canelli organizzano ogni anno, dove vengono portati i la-vori realizzati nel corso dell’anno. Anche gli studenti trentini han-no partecipato e grazie ad una ap-posito stand hanno potuto far co-noscere il loro territorio, la loro cultura ed i prodotti artigianali ti-pici. Sono stati ospitati gratuita-mente, una classe alloggiata nella sede dell’associazione di volonta-riato sociale Fidae, che aveva rice-vuto i contributi trentini, al tem-po dell’alluvione ed un’altra classe nella sede degli Alpini. L’ammini-strazione comunale di Canelli si è attivamente adoperata nell’acco-glienza dei giovani trentini. Du-rante la visita, gli studenti han-no visto le foto della alluvione che hanno suscitato in loro curiosità ed emozione. “C’erano le auto su-

gli alberi”, “C’erano le cantine tut-te piene d’acqua” raccontano anco-ra oggi i bambini. “Gli adulti che ci hanno servito la colazione al mat-tino ci hanno detto che hanno avu-to molta paura”. Nei cassetti della cattedra ci sono numerosi depliant turistici che illustrano le bellezze di Canelli. Le foto scattate duran-te la visita, che mostrano le attivi-tà svolte con gli studenti di Canel-li, oggi fanno bella mostra di sé in un calendario appeso nell’ingres-so della scuola, mentre appesi alle pareti dell’aula sono i bigliettini di auguri scambiati tra le due scuole in occasione delle feste. La corri-spondenza è ancora attiva.

La visita ricambiata

Con la ripresa della scuola, ad ot-tobre, è stata la volta degli stu-denti di Canelli, ormai in quin-ta, ad essere ospiti di Sopramonte, in occasione delle “Le rimanie”, la manifestazione folkloristica che l’amministrazione e gli abitanti or-ganizzano ogni due anni per ricor-dare le tradizioni e le usanze popo-lari del passato. Questa volta ad offrire ospitalità è stata la sede dei vigili del Fuoco

di Sopramonte, dove gli studenti hanno vissuto come una piacevo-le e divertente avventura il fatto di poter dormire tutti insieme in una camerata, sulle brandine e dentro i sacchi a pelo. Anche se gli ospi-ti non hanno purtroppo potuto partecipare in prima persona alla manifestazione, non sono manca-te le occasioni di gioco e di visita del territorio di Sopramonte. Vi-sita al panificio Ianes, alle macel-lerie Segata e Belli, conoscenza di-retta di un apicoltore del paese, per conoscere e gustare i prodotti tipi-ci della zona. Alla visita alla città di Trento, con i suoi angoli e mo-numenti più caratteristici, ha fatto seguito un pomeriggio di orienti-ring con 60 bambini sparsi per tut-to il paese. Il progetto di scambio è stato possibile grazie alla collabo-razione dei genitori di entrambe le cittadine, oltre che al contribu-to di produttori ed artigiani ed alla mobilitazione delle associazioni di volontariato che – sia a Canel-li che a Sopramonte – hanno sapu-to cogliere lo spirito, che ha con-traddistinto questo gemellaggio. L’iniziativa molto probabilmente proseguirà con le visite degli stu-denti ad anni alterni. (P. L.)

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I.C. Val Rendena

LA MAESTRAUn lunedì diverso dagli altri

no tutto in modo preciso. Que-sta volta hanno sbagliato qualche cosa? Si sono dimenticati di stu-diare i terremoti?” Una bimba mi ha detto:”Sai maestra, secondo me il terremoto assomiglia a quel-lo che ci hai letto nel capitolo di Bandiera, quando un grosso ae-reo passava sopra al ciliegio e lo faceva tremare così tanto da fargli credere di esser malato….ma allo-ra la terra dell’Abruzzo ha la stes-sa malattia?” Chissà quanta paura avranno i bambini! Paese strano il nostro, la nostra Italia, tanto di-staccata a volte, quanto accesa e passionale nei propositi di solida-rietà. L’Italia è quel paese che sa reagire alla SUA TERRA che lo fa vibrare, riprendendosi il dirit-to ad investire in un riscatto pos-sibile.

La necessità di dare risposte

La macchina degli aiuti si è mes-sa in moto subito: associazioni di volontariato, enti,….tutti pensa-vano a come far arrivare un con-tributo. Sorprendente la fotogra-fia di coesione nazionale che si è letta anche dall’estero. Persino i bimbi dicevano:”Maestra, secon-do me tutti quelli che vanno in Abruzzo seguono un filo che li fa andare nel posto giusto”. È sta-to allora che con le colleghe della commissione Pace e Solidarietà si è pensato a come gestire questa si-tuazione contingente. Siamo partite dalla necessità di dare risposte concrete ai nostri alunni, chiamando nelle classi di alcune scuole i VVF che si erano

Come dirlo ai bambini

Da allora tante altre catastrofi na-turali hanno colpito il nostro Pa-ese e ognuna ci ha insegnato che nulla va lasciato al caso, soprat-tutto quando si parla di SICU-REZZA. Anche questo lunedì 6 aprile le notizie giungevano nelle nostre case come un torrente in-grossato dalle piogge primaverili e l’esigenza dell’informazione sta-va prendendo il sopravvento sulla normale routine mattutina. Pensavo a come avrei potuto spie-gare l’accaduto appena giunta in classe, considerando poi che gli alunni più piccoli avrebbero po-tuto avere paure strane o non ca-pire…Invece sono stati ancora una volta i bambini che hanno co-minciato a raccontarmi le notizie secondo la loro interpretazione e le loro domande erano talmente vere da lasciare senza risposta. Il perchè era la domanda più ricor-rente. Alcuni dicevano: “Maestra, ma tu ci hai detto che gli scien-ziati studiano tutto e che studia-

Lunedì 6 aprile 2009 doveva essere un lune-dì come tanti, un lunedì per andare a scuo-la, per andare a lavorare, per pensare a come risolvere i problemi di ogni giorno, per gio-ire delle piccole cose, o per piangere chi ci lasciava per altre strade della vita. In-vece…BOOM. Ancora una volta la natura ha avuto il sopravvento sul-la scienza, sulla ragione degli uomini, sulle cose prevedibili della vita, met-tendo la firma sui destini di migliaia di persone. Quella mattina mi pare-va di esser tornata bambina e di rivi-vere i miei 20 giorni da sfollata nei “casoni” di paglia della laguna vene-ta. Erano i giorni del terremoto del Friuli: maggio 1976.

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recati nelle zone colpite dal terre-moto. Loro ci hanno presentato la loro esperienza proiettando delle foto sulle LIM o sui computer e spie-gando come si erano svolti i loro interventi. Gli alunni hanno posto tantissi-me domande, alcune delle qua-li riguardavano proprio come fare a salvarsi se fosse successo un ter-remoto mentre erano a casa o a scuola e alcune scuole hanno ri-proposto addirittura una simula-zione in tal senso.

Mettere ordine nei sentimenti

Un sentimento che traspariva spesso dalle loro domande era la PAURA. Spesso le domande por-tavano i loro pensieri ai coetanei d’Abruzzo, a come si potesse an-dare avanti a vivere senza la nor-malità e le sicurezze di ogni gior-no, senza poter rivedere i loro amici e anche senza papà o sen-za mamma. Negli alunni si avvertiva la ne-cessità di una vicinanza emotiva con i bimbi delle zone terremota-te, che andava oltre alla necessità di ampliare le conoscenze. Molti insegnanti hanno capito che biso-gnava creare un ordine tra i senti-menti e le cose viste “nella scatola

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della tv”, che biso-gnava dare uno spazio alla salu-te delle emozioni e all’esternazio-ne delle stesse. Abbiamo quindi preso in esame con gli alunni che cosa significhi poter avere l’aiu-to dagli psicologi CLOWN nelle tendopoli. Dopodichè una parte molto particolare è stata riserva-ta alla lettura dei disegni dei bam-bini pubblicati sul Corriere del-la sera il 10 aprile e su Panorama. Anche l’osservazione attenta del-le foto ha fatto capire agli alunni come sia diversa la vita delle ten-dopoli, rispetto a quella di prima, quella degli appartamenti e del-

le case: ogni gior-no si devono fare le file per andare a mangiare o per andare ai servi-zi , nelle tende di notte fa freddo e tanti bimbi non hanno più i loro giochi e nemme-no i loro spazi preferiti.

Una farfalla di speranza

Dall’analisi del post-intervento è nata l’idea di

dare un simbolo al progetto che stava nascendo e la scelta si è po-sata sulla farfalla: bellissima, co-lorata, presente di giorno o di notte, tenace nella sua esigenza di tramandare la vita e di viverla ap-pieno anche se molto breve, co-munque uno specchio di speran-za. Questo simbolo ci faceva sen-tire molto vicini alle montagne d’Abruzzo, perchè tra le genti di montagna rivedere una farfalla conferma l’arrivo della primave-ra e questa doveva essere una pri-mavera speciale. Tanti bambini ci hanno ricordato di come uno dei

simboli della nostra Provincia sia proprio la farfalla. Il nostro terri-torio è come una farfalla con le ali aperte, pronta a spiccare il volo! Tutto pareva coincidere, anche la notizia che il gruppo ANA di Pinzolo fosse gemellato con Pa-ganica e che il comandante del-la polizia municipale di Pinzolo, il signor Leone Loreto, fosse ori-ginario dello stesso paese. Ecco! Avevamo trovato una persona che ci avrebbero potuto aiutare nel-la nostra impresa di creare “UN PONTE TRA LE MONTAGNE D’ITALIA”.

L’aiuto concreto

Il signor Leone ci ha aiutato a prendere contatti con una di-rigente scolastica del territorio aquilano che ci ha assicurato una valutazione del fabbisogno entro fine anno scolastico. Non si pre-tendeva di organizzare una ricca task force, quindi il nostro pen-siero si è rivolto a come far capi-re agli alunni dell’Istituto che era giunta l’ora di fare un piccolo sa-crificio per aiutare chi aveva biso-gno di quello che noi avevamo in abbondanza: rinuncio a una cosa seppur piccola per fare un dono. Madre Teresa di Calcutta diceva “Quello che sorprende gli altri non è tanto quello che facciamo, ma il vedere che ci sentiamo felici di far-lo e sorridiamo facendolo”. Abbia-mo pensato così che si potesse gioire tutti insieme, bambini del-le scuole d’Infanzia e delle Prima-rie e ragazzi delle scuole secon-darie di primo grado dell’intera Val Rendena, uniti nel mandare un sorriso ai loro coetanei colpi-ti dal terremoto. Così gli alunni della scuola Primaria di Madonna di Campiglio hanno costruito le scatole per la raccolta delle offer-te, riciclando le scatole delle scar-pe e decorandole: il tutto durante le ore opzionali.

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Impressioni e stati d’animo dei bambini

Molti alunni hanno scritto pen-sieri e impressioni sul terremo-to in alcune letterine che sono state portate nelle tendopoli d’Abruzzo dal signor Loreto Le-one. Riportiamo di seguito qual-cuno dei testi rivolti ai coetanei dell’Abruzzo.

Io penso che è stato molto brutto scappare di notte in pigiama dal-le case che tremano, lasciando tut-to in camera: vestiti, giochi, libri, quaderni. Molti bambini hanno perso i genitori o i genitori hanno perso i loro figli. Sono stati sfor-tunati anche perché hanno dovu-to festeggiare la Pasqua nelle ten-dopoli e quando piove l’acqua può entrare e bagnare tutto. Come faranno quelli che non han-no più i documenti, gli occhiali, le dentiere o quelli che non hanno le medicine? L’unica cosa bella è che qualcuno di quelli rimasti sepolti sotto le macerie si è salvatoSperiamo che qua non venga il terremoto. Vi vogliamo bene!

classe 2B Scuola primaria Darè

Io penso che quello che è successo in Abruzzo sia una cosa molto brut-ta perché alcuni bambini sono ri-masti senza genitori e perché tante famiglie non hanno più una casa dove poter stare. Per aiutare que-ste persone, noi bambini dell’Isti-tuto comprensivo “Val Rendena” abbiamo deciso di raccogliere un po’ di soldi per comperare materia-le scolastico. Noi abbiamo costrui-

to delle scatole dove ogni bambino della Valle può mettere il suo con-tributo, non con i soldi del papà o della mamma, ma con dei soldi che ci sarebbero serviti per compe-rare qualche piccolo regalo come le figurine.

Eliaclasse 5°, Scuola Primaria

Madonna di Campiglio

Oggi la mia lettera la scrivo ai ter-remotati che non hanno più una famiglia, gli amici e una casa.Mi dispiace che non avete più i vostri cari, ma siccome siete forti riuscirete a farcela: comunque po-tete contare su di me per quel poco che posso aiutare.So che un terremoto può dura-re perfino un minuto: per fortuna che è durato 20 secondi!Pensate che io ho degli amici che abitano a 20 chilometri da lì; an-che loro, come voi, hanno senti-to il terremoto, allora io che ero molto preoccupata li ho chiama-ti e sono stata contenta di scoprire che da loro non era successo nien-te. Poi ognuno di noi ha donato dei soldi per comperare materia-le scolastico per i bambini terre-motati d’Abruzzo. Penso che que-sto sia stato un bel gesto e io sono con voi!.

Martina Stablumclasse 4°, Scuola

Primaria Madonna di Campiglio

Vedo nel mio pensiero immagi-ni tristi, causate da un terremo-to. Vedo il pianto di mille per-sone che si fanno coraggio e continuano la propria vita. Noi

bambini ci siamo chiesti: “ Che cos’è il terremoto? Perché accade questo?” Quante persone sono rimaste sotto il disastro! Quan-te persone sono morte! Un solo sentimento: la tristezza!Mille domande, una sola rispo-sta: perché?!Una donna piange, ma per la felicità, per aver trovato il suo bambino in mezzo alle macerie. Mi sento triste come un uccelli-no abbandonato dai suoi compa-gni. I bambini danno la felicità come il ciliegio dà i suoi frut-ti. Io sono un bambino fortuna-to, perché non ero un bambino dell’Aquila. Quei bambini cerca-vano anche loro solo la felicità e la normalità

Sebastianclasse 4° , Scuola Primaria Darè

La mattina del 6 aprile, prima di andare a scuola, ho visto al tele-giornale le fotografie del terremo-to e il mio cuore si è rattristato. Ogni giorno guardo la televisio-ne per sapere più notizie e se dico-no che va meglio passo la giornata tranquilla e serena. Il doloro che provano i bambini dell’Abruzzo lo provo anche io. Tutti noi bambini dobbiamo essere generosi e aiutarli in questo momento provando a far capire che siamo loro molto vici-ni. Dobbiamo anche aiutarli a far passare lo spavento, la paura del terremoto che li ha colpiti mentre dormivano sognando tranquilli e sereni. Io li penso e li tengo vicini al cuore, augurando loro un futu-ro migliore. La vita sarà difficile, ma forse più colorata

Denise classe 4°, Scuola Primaria Darè

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Solidarietà anche da lontano

La tragedia del terremoto accomu-na molti popoli nel mondo e lì, in quella parte d’Asia ben sanno cosa voglia dire soccombere alla forza della natura, perché sono soprav-vissuti allo Tsunami. Ogni giorno una nostra collega, socio fonda-tore di Moses, trasferitasi a vive-re lì dopo lo Tsunami spiegava agli alunni e alle maestre delle scuole di bamboo dei villaggi di Pakang, Ban Neing, Park Weep e Nam Khem cosa stava succedendo in Italia e quello che ci faceva più emoziona-re pensandoli e leggendo le mail era che quei bimbi e quelle maestre fa-cessero molta strada a piedi per in-formarsi sul destino dei fratelli Ita-liani, anche se da loro la scuola era finita da tempo. Parlare d’Italia ai bimbi Birmani significa leggere la storia del mondo, un po’ come se noi fossimo davanti ad una grande tv a cercare notizie sui nostri cari. I bambini della scuola nel Karen State in Birmania hanno atteso che la loro maestra Giustina attraver-sasse la foresta per portar loro noti-zie e hanno voluto fermarsi con lei a scuola un’intera notte a pregare alla luce delle candele, concluden-do il loro pensiero con un cartel-lone e una lettera scritta in lingua Karen poi tradotta in inglese da un nonno.

Mentre noi, qui in Trentino pensavamo a come renderci utili, i nostri “gemelli” birmani in Thailandia e Birmania ci scrivevano mail ogni giorno. Le mail partivano dalla Casa della Pace, il punto d’incontro dei Learning Centers costru-iti dall’Associazione Moses in Thailandia. L’Istituto Comprensi-vo “Val Rendena” da anni è gemellato con questi Learning Cen-ters della regione tailandese del Phang Nga e ora anche con la prima scuola in territorio della Birmania nello stato Karen.

BIRMANIALa scuola gemella

Una lettera dalla Birmania

Carissimi Fratelli e Sorelle in Gesù Cristo dell’ AbruzzoNoi tutti vi siamo tanto vi-cini nella fratellanza e nel dolore per questa tragedia inaspettata che vi ha colpito. Abbiamo saputo di quanto successo a L’Aquila, in Ita-lia. Sono morte così tante persone e ci sono stati così tanti feriti e tan-te case sono state distrutte perchè i disastri naturali non si possono pre-vedere. Noi possiamo fare una sola cosa per voi, pregare con tutti i no-stri cuori e con tutte le nostre ani-me perchè anche qui, nella piccola società di Rifugiati Interni al Ka-ren State di UWK condividiamo il vostro dolore. La notizia ci ha dav-vero colpito e noi siamo con voi, soffrendo e pregando tutte le sere. La nostra semplice cultura di gente di montagna ci insegna che l’amo-re si manifesta con la cura quoti-diana verso gli amici lontani e che questa è davvero un grande aiuto. Anche noi viviamo una situazio-ne difficile in Birmania, nello Sta-to Karen e siamo molto poveri, ma con gli aiuti degli Amici Ita-liani di Moses abbiamo la scuo-la, il cibo, le medicine e abiti caldi. Noi vorremmo tanto potervi dare di più ma siamo tanto poveri e non sappiamo come fare e l’amo-re e la preghiera sono tutto quello

che abbiamo. Però ricordate, tut-te le sere saremo con voi con tut-to il cuore e con tutta l’anima, pre-gando.Che il Buon Dio vi benedica.I vostri affettuosi Fratelli e Sorelle del Campo sfollati interni alla Bir-mania di UWK,

gli Insegnanti e tutti gli alunni della Scuola JC

Saccaggi di U Wai Klo

Una preghiera per l’Abruzzo

I piccoli alunni di U Wai Klo( Ka-ren State), in fuga dai loro villaggi bruciati, sanno bene cosa significhi sentirsi soli, perdere tutto in un at-timo, sanno cosa vuol dire perde-re la mamma, il papà, un fratel-lo, per questo la tragedia abruzzese li ha colpiti nel profondo. Molti di loro sono orfani e sono arriva-ti qui, in questo limbo, in questa terra di nessuno, tra gente di nes-suno, a volte soli, dopo aver visto la famiglia trucidata e hanno an-cora negli occhi le urla dei solda-ti e gli orrori di una guerra infame e sconosciuta. Questi bambini che vivono in un minuscolo lembo di terra tra la giungla e il fiume, han-

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no voluto pregare, con tutto il loro cuore per gli amici lontani. Con le loro preziose candele, che mai sono sufficienti a scacciare le pau-re di notti troppo lunghe, fredde e incerte, sono arrivati correndo, an-che se la scuola era chiusa per le va-canze estive, per essere solidali con i “gemelli” italiani.Mentre gli uomini erano nella fo-resta a sorvegliare l’area per se-gnalare un attacco nemico, le maestre e le mamme erano vi-cine ai bambini e stringendo le piccole fiammelle, pregavano e cantavano melodie bellissime. Il loro canto per gli amici abruzzesi è arrivato dritto in cielo, e ha fatto sorridere anche gli angeli, ne sia-mo sicuri!

Gemellaggio di cuori

Anche nella lontana foresta di al-beri della gomma, a Khok Kloy, la maestra Daw Nanda e i suoi alunni, cercavano di far sentire la loro vicinanza ai compagni Ita-

liani. Erano felici di poter aiuta-re, ma non sapevano come fare. Pensavano a che cosa poteva esse-re utile a bambini che, come loro, hanno perso gli affetti, la casa e le sicurezze. Hanno così pensato di creare delle stelle, per rischiara-re la notte, momento in cui tut-ti i nostri piccoli hanno più pau-ra, hanno colorato dei cuori pieni d’amore, perchè l’amore ci aiuta a superare anche i momenti più dif-ficili e delle nuvole, perché, die-tro ogni nuvola si nasconde un re-galo che ancora non conosciamo. Soe, bambino lavoratore che rie-sce a venire a scuola di rado, ma che fa enormi sacrifici per un’ora di scuola, ha detto: “ Gli amici Italiani aiutano noi, ma anche noi possiamo aiutarli…” e sorride ti-mido e fiero.

Lontani ma vicini

Sono poveri sino all’inverosimi-le, ma ricchi di tanta voglia di af-francarsi da questa realtà di stenti

e sono certi che l’andare a scuo-la sia l’unica strada per il futuro. La gioia di una nuova scoperta, di uno spazzolino da denti nuovo, il rispetto per ogni piccolo dono fanno di loro dei bambini speciali, con sentimenti speciali e veri, e ve-derli così vicini all’Italia lontana ci ha davvero stupito, certi di poter davvero fare qualcosa, certi che il loro amore arrivasse lontano insie-me ai loro sorrisi sinceri, certi che in un mondo di bambini tutto sa-rebbe più facile.Tra pochi giorni si aprirà una nuo-va scuola gemella, lontana gior-ni di cammino dal primo insedia-mento accessibile, una scuola che è già sorella delle nostre scuole tren-tine, dove il gemellaggio di cuori, di cuori di montagna continuerà come primo baluardo di alfabetiz-zazione e di amore vero e “gemel-lo” nel vero senso della parola.

Giulia Cantonati e Maura BinelliInsegnanti I.C. Val Rendena

per la commissione pace dell’istituto

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Un occasione di scrittura

Un venerdì, la maestra Silvana ci ha affidato come compito di scri-vere la cronaca di un fatto di cui eravamo stati protagonisti o che ci aveva particolarmente colpito. Io ho subito pensato che avrei voluto scrivere del terremoto e al ritorno a casa, dopo aver effettuato l’inter-vista al Vigile del Fuoco, ho scritto per i miei compagni il seguente te-sto, che abbiamo commentato in-sieme guardando le fotografie scat-tate sui luoghi del terremoto.Per questo ho deciso di occuparmi di questo argomento e per racco-gliere informazioni mi sono recata alla caserma dei Vigili del Fuoco, di viale dell’Industria, a Pergine. Il 18 aprile 2009, ho intervistato Luca Puecher, uno dei volontari.

Dalla viva voce di Luca…

A causa del terremoto avvenuto in Abruzzo, un gruppo di Vigili del Fuoco di Pergine Valsugana, tra cui Luca Puecher (l’intervista-to), è partito con gli automezzi del-la Protezione Civile per Paganica, per portare aiuto alle persone sen-zatetto. Essi sono rimasti in Abruz-zo dall’8 al 12 aprile, occupando-si principalmente di Paganica, che è un paesino posto ai piedi di una

Scuola primaria Susà - I. C. Pergine

L’INTERVISTAIl Vigile del fuoco racconta

A scuola, noi bambini della classe quinta della scuola primaria di Susà avevamo parlato del ter-remoto che c’era stato il 6 aprile in Abruzzo, perché i fratelli del nostro compagno Mirko e della maestra si erano recati in quella regione con la protezione civile, per portare aiuto alle popolazio-ni terremotate. Durante le lezioni d’italiano di quest’ultimo periodo, abbiamo trattato l’argomento dei testi informativi. Ne abbiamo letti al-cuni e abbiamo cercato di capire come erano stati scritti, per quali sco-pi, e qual era la loro struttura. Ci siamo poi cimentati anche noi nella loro produzione, prima in gruppo e poi individualmente.

montagna ed ha circa seicento abi-tanti. Questo luogo si trova a 700 metri s.l.m. A circa 3 km di distan-za da Paganica, c’è Onna, il paese più colpito (su cento abitanti, qua-rantasette morti). I pompieri aiuta-vano e accompagnavano le persone a riprendere i loro beni nelle case, ormai quasi distrutte. Molte del-le costruzioni ancora in piedi erano da abbattere. Altro compito dei Vi-gili del Fuoco era il montaggio del-le tende nel Campo 3 di Paganica. Ognuna conteneva dieci brandine per dormire. All’interno di queste faceva freddo. C’era anche un gran-de tendone, dove la gente mangia-va e un container mobile con doc-ce e water.

Le persone erano spaventate

Le persone erano preoccupate, tristi e spaventate. Erano anche molto impaurite dalle continue scosse. I Vigili del Fuoco recupe-ravano anche animali morti e vivi (pecore,conigli,cani...) e li nutriva-no. Le bestiole rimaste in vita era-no quelle in un recinto (mufloni). Per fortuna, molti bambini avevano ancora i loro genitori. Ai più pic-coli sembrava di essere in campeg-gio; c’erano anche dei giochi perché da Trento avevano portato la ludo-

teca mobile. Invece, gli anziani era-no più tristi nel vedere il loro paese distrutto. Un vecchietto, però, era contento perché erano stati recupe-rati i suoi prosciutti e le sue lucani-che. Le persone volevano offrire ai Vigili del Fuoco le loro cose per rin-graziarli del loro aiuto. Della chiesa di Paganica era rimasta solo la fac-ciata con la Madonna, invece il re-sto era crollato. L’orologio del cam-panile si era fermato proprio sulle 3 e 28, l’ora della terribile scossa.

La giornata del vigile del fuoco

I Vigili del Fuoco si alzavano alle 6.30, facevano colazione e alle 7 partivano per svolgere i loro compi-ti. A mezzogiorno pranzavano e alle 13 ripartivano per aiutare le perso-ne a recuperare i loro beni fino alle 19. Cenavano e alle 20.30 partiva-no per montare le tende nel Cam-po 5 Salerno, fino alle 24. Questo gruppo di Vigili del Fuoco è anche andato a L’Aquila per compiere de-gli interventi all’interno di tre con-domini. Gran parte dell’Italia ha portato aiuti ai terremotati; questo ci fa capire che nel nostro paese c’è tanta solidarietà.

Veronica Carlinclasse quinta, scuola primaria Susà

Ps. Quest’anno noi abbiamo dato vita ad un’Associazione Coopera-tiva Scolastica. Se nel concorso in-detto dalla Federazione Trentina delle Cooperative vinceremo qual-che premio, lo devolveremo in gran parte alle popolazioni terremotate.

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IL DONOLa Coop “Piccole Dolomiti”

La Cooperativa Scolastica “ Piccole Dolomiti”, nata nel 2002 è composta da tutti gli alunni della Scuo-la Primaria “F. Cavallin” di Vallarsa e dai soci sostenitori che annualmente chiedono di essere tesserati. Quest’anno conta 45 soci effettivi e 163 soci sostenitori. La cooperativa, nel corso di questi anni, ha orga-nizzato diverse iniziative per la raccolta di fondi quali: mercatini, lotterie, tombole, vasi della fortuna, spet-tacolini, e altro ancora.

Cooperare a scuola

Imparare la cooperazione facendo cooperazione. È questa la proposta che la Federazione Trentina della Cooperazione, tramite l’Ufficio educazione coopera-tiva, in collaborazione con l’Assessorato alla cultura e alla cooperazione e l’Assessorato Istruzione e Sport, ormai da più di trent’anni, promuove nelle scuole trentine di ogni ordine e grado. Nonostante l’età di questa proposta è entusiasmante la risposta data dalle scuole e la qualità dei progetti realizzati. La ragione per cui un percorso di educazione coope-rativa incontra tra gli insegnanti pareri favorevoli ri-siede, probabilmente, nella sua semplicità e allo stesso tempo nella sua efficacia. Non si tratta di una nuova materia ma di un campo d’esperienza, di un approccio didattico che favorisce la crescita di una cultura atten-ta alla valorizzazione delle differenze, alla dimensione della responsabilità, della mutualità e della solidarietà. Chi fa educazione cooperativa sperimenta comporta-menti e valori democratici; le decisioni della coope-rativa, infatti, vengono prese insieme, si discutono, si impara ad ascoltare gli altri, ad accettare punti di vi-sta diversi, ad arrivare ad una sintesi condivisa. Prati-ca inoltre il valore della mutualità, fondamento della cooperazione: ci si unisce per raggiungere “beni” che non si potrebbero ottenere individualmente. Ma i benefici, non devono limitarsi ai soci, è necessa-rio praticare e diffondere la solidarietà, informando-si, facendosi carico, anche con gesti molto semplici, di chi è più debole ed in difficoltà. Allo stesso modo in cui la “cooperazione degli adulti” si impegna a pro-muovere progetti di aiuto, anche la cooperazione vis-suta dai più piccoli agisce in modo solidale. Così mol-te associazioni cooperative scolastiche hanno inserito fra le finalità del proprio statuto una finalità di tipo solidale. Va in questa direzione la scelta, da parte di alcune cooperative scolastiche, di destinare parte dei fondi raccolti con le loro attività per sostenere iniziati-ve a favore delle popolazioni terremotate in Abruzzo.

Sara Caldera

In aiuto dell’Abruzzo

La maggior parte dei ricavati viene devoluto in benefi-cenza, mentre una parte viene utilizzata per iniziative scolastiche o acquisti per la scuola. Un obiettivo della Cooperativa è essere presente e visibile sul territorio con attività che coinvolgano, oltre alle famiglie dei bambini, anche la popolazione locale. Per questo vengono orga-nizzate di anno in anno, iniziative come passeggiate na-turalistiche, feste campestri. Finora sono state coinvolte 11 frazioni della valle, in collaborazione con parecchie associazioni locali (circoli ricreativi, gruppo SAT, alpi-ni, vigili del fuoco, gruppo anziani, famiglia cooperati-va ecc..). A volte il contributo della scuola è stato de-voluto per iniziative legate a situazioni di emergenza. Quest’anno, dopo la tragedia del terremoto in Abruz-zo, gli alunni hanno deciso di devolvere a loro favore l’offerta di fine anno (300 €) prendendo contatti con esponenti locali della Protezione Civile che sono in Abruzzo. E’ stato concordato un incontro informativo a scuola (con proiezione di immagini realizzate in loco) tenuto dal Comandante della locale sezione dei Vigi-li del Fuoco. L’offerta della Cooperativa andrà a soste-nere la realizzazione di una Scuola Materna nella zona di Paganica. Tale contributo verrà consegnato ufficial-mente in occasione della serata di fine anno, che si terrà martedì 9 giugno nella frazione di Speccheri.

Letizia Barozzi e Franca Bruni

COOPERAZIONE PACE E SOLIDARIETà

Scuola primaria Vallarsa – Raossi I. C. Rovereto Est

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Anche qui si è attivata un a cooperativa di studenti. La classe seconda elettrici ha effettuato, in questo anno formativo 2008/09, la sua pri-ma esperienza di “cooperazione scolastica” istituendo la “C.F.P Service Coop”. Il progetto è incentrato sull’educazione alimentare ed è carat-terizzato dalla vendita di panini freschi durante l’intervallo. I soldi otte-nuti dall’attività nel periodo precedente il terremoto saranno devoluti alle famiglie terremotate dell’Abruzzo, questa scelta è stata fatta all’una-nimità da tutta la classe felice di poter contribuire ad aiutare chi per cause naturali ha perso tutto. L’utile conseguito fino al 6 aprile è stato di 700 euro, i quali saranno inviati in Abruzzo.

PANINIPer l’Abruzzo

Centro Formazione Professionale Enaip Tione

Contro l’individualismo

La proposta di costituire un’As-sociazione Cooperativa Scolastica (ACS) è venuta da alcuni insegnan-ti della classe 2° elettrici per raffor-zare lo spirito di gruppo e combat-tere l’individualismo. Altro motivo è quello di avvicinare alla storia lo-cale e rivalorizzare luoghi e perso-naggi che appartengono al Trentino e in questo case alle valli Giudica-rie come la zona del Lomaso che ha dato i natali a don Lorenzo Guetti, il padre della cooperazione Trenti-na che ha introdotto il Consorzio Cooperativo nella zona di S. Cro-ce nel Bleggio. L’argomento del-la cooperazione appartiene ai con-tenuti storici del 2° anno di corso, quando si fa riferimento alla nasci-ta della prima cooperativa di credi-to e di consumo in Trentino, legate all’influenza dei rinnovamenti eco-nomici tipici dell’area tedesca, in-

fatti il nostro territorio faceva parte dell’Impero austro ungarico, dove l’istruzione elementare era obbliga-toria dai sei anni, esistevano norme sul lavoro dei minori, sulle assicu-razioni obbligatorie per malattia ed infortunio, sul riposo settimanale e c’erano anche leggi relative all’inva-lidità e vecchiaia.

Il legame con il territorio

La prima esperienza cooperativa si ebbe nelle valli Giudicarie con il Consorzio Agrario di S. Croce e poi nel 1890 il Consorzio Co-operativo di acquisto e smercio di generi di prima necessità, se-guita nel 1892, sempre ad opera di don Guetti, della prima Cassa Rurale per garantire le rimesse de-gli emigranti. Da questo momen-to in poi le cooperative aumenta-rono di numero entrando in molti settori economici. Questa è la pre-messa che ha portato a introdurre questa opportunità educativa per avvicinare i giovani al mondo co-operativistico, dato che per tradi-zione interessa già le famiglie da cui provengono, facendo una ve-loce verifica la maggior parte dei ragazzi ha genitori che sono soci in una o più realtà cooperative. Il progetto si propone di rendere concreta un’esperienza di apparte-

nenza ad una cooperativa per vive-re ed interagire in prima persona con fatti ed argomenti che riguar-dano la zona in cui opera la scuola, apprendendo dalle abilità attraver-so delle azioni esplicitate realmen-te nel vissuto scolastico.

Un’alimentazione più sana

Obiettivo a lungo termine è fare ap-prezzare il consumo di un prodotto fresco rispetto a prodotti confezio-nati a lunga conservazione, presen-ti nei distributori automatici all’in-terno dell’Istituto per creare una cultura alimentare sana, che mol-te volte manca. Abbiamo visto arti-coli di attualità relativi all’aumento delle persone obese in modo parti-colare nei giovani. Questo progetto ha permesso di avvicinare i giova-ni ad una corretta educazione ali-mentare. Anche per l’Istituto è stata un’esperienza pilota visto che non aveva mai effettuato progetti simi-li. La partecipazione al progetto ha coinvolto tutta la classe con ruo-li interscambiabili, come la vendi-ta del prodotto, “panino”, durante gli intervalli e la tenuta del bilancio. Nel loro entusiasmo hanno pensa-to di proseguire anche per il prossi-mo anno scolastico, ma poiché sa-ranno in terza ed avranno gli esami di qualifica, si deciderà in autunno se farli proseguire oppure passare il testimone ad un’altra classe.

Giordano ZanettiDocente Referente progetto -

C.F.P. - E.N.A.I.P Tione

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La scuola alberghiera del Centro professionale di Tione ha dato ai propri studenti l’occasione di manifestare in modo molto concreto la propria solidarietà nei confronti della popolazione abruzzese colpi-ta dal terremoto. Essa ha infatti accolto l’invito della presidenza del Consiglio dei Ministri di preparare il pranzo per i cresimandi e i loro famigliari durante la cerimonia della Cresima che si è tenuta in forma comunitaria all’Aquila, domenica 31 maggio 2009.

PRANZOPreparato da studenti trentini

La pronta adesione

La richiesta, prontamente accolta dal centro professionale trentino, era partita dalla Protezione Civile e dall’Arcivescovado dell’Aquila. Per l’importante evento religioso gli studenti e gli insegnanti, coordi-nati dal maestro di cucina Gior-gio Nardelli, hanno curato sia l’ organizzazione che la preparazio-ne di un pranzo che si prevede per 1600 persone, dal momento che ogni cresimando ha avuto la possibilità di essere accompagna-to da nove tra familiari e amici. Il menù scelto semplice, ma curato nei minimi dettagli prevedeva la-sagne alla bolognese, scamoncino di vitello con contorno di verdu-re e strudel di mele accompagna-to da salsa alla vaniglia. Il pranzo

C.F.P. ENAIP—Tione Scuola alberghiera

è stato distribuito in ben 23 pun-ti di ristoro, mentre per la sua pre-parazione sono state utilizzate le strutture e le cucine impiegate in occasione del G8. La scuola alber-ghiera di Tione ha aderito all’ini-ziativa con entusiasmo, non sotto-valutando certo la grande mole di lavoro per i ragazzi, ma consapevo-le dell’importanza di un gesto con-creto di solidarietà per i terremota-ti d’Abruzzo.

Sabato 30 il viaggio e il due giugno il ritorno

Sono stati coinvolti in questo even-to gli studenti della formazione iniziale del quarto anno del “Tec-nico di Cucina Creativa” e del cor-so di Alta Formazione di “Tecnico Superiore di Cucina e della Risto-

razione”.La nostra scuola è stata rappre-sentata dagli studenti della forma-zione iniziale, del Quarto anno e dell’Alta Formazione: Romina Bo-setti, Lorenzo De Nadai, Maria Fontanari, Lucia Formaini, Matteo Oliana, Filippo Pizzini, Loenardo Pojer, Daniele Rigon, Morena Stra-da, Mariaesther Swaizer, Gianma-ria Bolzoni, Vjollca Kurtaj, Jonida Murizzi, Marinella Sufali, Michele Michele, Gerard Bogdani, Luca Gi-rardi, Damiano Iori, Ismail Jahja; accompagnati dal Direttore Provin-ciale dell’Enaip Franco Covi dal Di-rettore del Centro Emilio Salvater-ra, dagli insegnanti Laura Fratton e Fausto Roseo, dallo chef Giorgio Nardelli e da Tiziano Salvaterra. Preziosa èstato il contributo della Federazione Italiana Cuochi con Stefano Goller, Andrea Voltolina, Alessandro De-marco e Giacomo Pradel.Le foto in quarta di copertina sono una sintesi della giornata, dove sono presenti oltre ai cresimandi e i loro parenti, il sottosegretario alla Presidenza Capo Dipartimen-to della Protezione Civile Guido Bertolaso, l’arcivescovo metropo-lita di l’Aquila Giuseppe Molina-ri e Marcello Bedeschi responsabi-le del Coordinamento.

Emilio SalvaterraDirettore del C.F.P ENAIP Tione

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INIZIATIVELa scuola coinvolta

Istituto comprensivo di Mezzocorona

La vicinanza

La prima iniziativa presa nel nostro istituto, oggetto di una circolare in-viata ai docenti il 6 aprile, è stata di vicinanza morale, con un mi-nuto di silenzio e successiva infor-mazione e riflessione all’inizio delle lezioni il giorno 7 aprile (nella se-condaria di primo grado) e 8 apri-le (nei plessi della primaria). Questa iniziativa è nata direttamente dalla presidenza, anche perché chi scrive è abruzzese.

La raccolta fondi

La seconda iniziativa, consistente nella raccolta di coperte, indumen-ti e scarpe in ottimo stato e puliti da consegnare alla Croce Rossa Ita-liana, è nata invece su proposta del-la vicepreside, Lorenza Genetti, e su sollecitazione di insegnanti e geni-tori. È stato istituito a questo scopo un punto di raccolta per tutti e sei i plessi. La raccolta di coperte e indu-menti, in pochi giorni ha consen-tito di consegnare alla Croce Rossa il contenuto di due furgoni di me-dia grandezza. I rappresentanti del-la Croce Rossa poi hanno poi in-contrato i bambini, i quali hanno potuto capire il valore della iniziati-va e vedere le loro cose caricate sui camion. Si è voluto dare concretez-za alla solidarietà, come se i bambi-ni e i ragazzi aiutassero dei compa-gni nemmeno molto lontani: e ciò

è stato senz’altro compreso. A prova di questo alcune classi della scuola primaria hanno preparato anche di-segni e racconti da inviare ai com-pagni della scuola che sarà aiutata, in vista anche di un futuro gemel-laggio.

Il coinvolgimento

La terza iniziativa ha riguardato il coinvolgimento diretto degli alunni con una piccola offerta di 1.00 euro a testa, un piccolo sacrificio equiva-lente al costo di un pacchetto di fi-gurine, al fine di aiutare direttamen-te una delle tante scuole colpite dal terremoto; all’offerta degli alunni si è affiancata quella degli insegnanti. Questa terza su proposta è partita

da alcuni rappresentanti dei geni-tori delle scuole elementari. Si può affermare che il coinvolgimento di tutte le componenti è stato sincero e generoso. Come uomo di scuola (abruzzese d’origine, in questo caso non è secondario) debbo dire che la risposta, da parte di tutti, è stata di grande partecipazione. Oggi sono tanti i motivi di preoccupazione e i timori di essere di fronte ad una crescente deresponsabilizzazione o indifferenza nei confronti di chi soffre o ha meno di noi: nel caso del terremoto in Abruzzo la mia scuo-la ha dato una risposta che ci aiuta a continuare a credere nel nostro la-voro e in questo Paese.

La cooperativa

La classe 2D della secondaria di primo grado ha proseguito l’attivi-tà della A.C.S. (associazione coope-rativa scolastica) “Vendi un sorriso” caratterizzata dalle seguenti iniziati-ve, specificate nello statuto: merca-tini per la vendita di dolci, piantine fiorite ed oggetti artigianali realiz-zati dai ragazzi; attività di recupe-ro delle materie scolastiche, orga-nizzandosi secondo la modalità dell’auto-mutuo aiuto tra compa-gni di classe; attività di educazione alla salute. Parte delle somme rac-colte con l’attività dei mercatini è stata destinata a progetti di solida-rietà. Quest’anno i soci hanno de-ciso di destinare una somma an-che per le popolazioni terremotate d’Abruzzo.

Nicola CetranoDirigente scolastico

Nell’Istituto Comprensivo di Mezzocorona, da quest’anno guidato da Nicola Cetrano, un dirigente di origine abruzzese, in relazione al terremoto che ha colpito l’Abruzzo sono state tempestivamente realiz-zate una serie di iniziative di solidarietà, partite già il giorno successivo all’evento, che si sono affiancate a quelle già in atto grazie alle Coopera-tiva scolastica attiva nella scuola media, la quale ha scelto di devolvere parte del proprio ricavato a favore della popolazione abruzzese.

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Le parole di chi c’è stato

Gli alunni delle classi quar-te della scuola elementare “N. Pernici” di Riva del Garda han-no incontrato Matteo Zumia-ni, un geologo volontario dei Vigili del Fuoco e figlio di una nostra insegnante, che è inter-venuto a Paganica nei primi gior-ni dopo il terremoto: dalla viva voce di chi è stato presente han-no potuto sentire il racconto di quei drammatici giorni e vede-

Il tragico evento del terremoto in Abruzzo del 6 aprile scorso non ha lasciato indifferente l’istituto comprensivo Riva 1 e fin dai pri-mi momenti ha visto l’intervento e la partecipazione attiva di tutte le componenti della scuola. I rappresentanti degli studenti della scuo-la secondaria di primo grado “Bonporti-Chiesa” riunitisi in Con-sulta si sono subito attivati nella raccolta di fondi presso i loro com-pagni e le famiglie. Nei prossimi giorni, in occasione delle attività di fine anno (festa della musica e dello sport, spettacoli teatrali, incon-tri) tutte le classi, alunni, genitori, docenti, verranno coinvolti in forme e in iniziative di partecipata solidarietà.

IN RETECapofila nel gemellaggio

Istituto comprensivo Riva 1

re dal resoconto filmato la real-tà che sta vivendo la popolazione del luogo. Proprio con una scuo-la di Paganica, le Medie “Dan-te Alighieri”, sono stati avviati i primi contatti telefonici tramite un loro insegnante per poter ri-volgere più direttamente i nostri aiuti e far condividere ai nostri alunni gli stati d’animo e le dif-ficoltà dei loro coetanei abruzze-si. Si intende operare nello stesso senso anche con una scuola ele-mentare della stessa zona. A tal

proposito, nell’ultimo Consiglio del nostro Istituto, è stata presa in considerazione e approvata la proposta di attivare un gemellag-gio con una scuola dell’Abruzzo.

Una rete di solidarietà

Proprio dall’iniziale corrispon-denza e dal venir incontro anche ai bisogni più urgenti di questi momenti si confida di poter in-tensificare le relazioni persona-li con un progetto pluriennale che permetta agli alunni trentini e abruzzesi di incontrarsi e cono-scersi direttamente. A questa ini-ziativa, che vede capofila il no-stro istituto, hanno dato la loro adesione a nome delle rispettive scuole i dirigenti scolastici degli altri istituti comprensivi collega-ti nella Rete Alto Garda-Ledro-Valle dei Laghi in uno spirito di profonda collaborazione. Il per-corso che sta maturando in que-sti giorni è in ogni caso il risulta-to di un’attenzione alle forme di solidarietà e cooperazione con-divise in molte iniziative porta-te avanti dai singoli plessi della nostra scuola e dalla Commis-sione Educazione alla Solidarietà e alla Pace – ricordiamo tra l’al-tro l’ottava Giornata dell’Acco-glienza per la Pace tenutasi il 6 aprile scorso e purtroppo iniziata con un minuto di silenzio in ri-cordo delle vittime del terremoto in Abruzzo.

Massimiliana Covati referente Commissione Educazione

alla pace e alla solidarietà

Giovanni Kral dirigente scolastico

Istituto Comprensivo Riva

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Aiutare l’Abruzzo

Aiutati da un lavoro di classe e dalle informazioni avute dalla mo-stra temporanea “Più o meno ri-fiuti” si sono dati degli incarichi e stanno cercando di portare avan-ti al meglio il loro impegno. Nella I giornata del RIUSO sono arri-vati libri, giochi in scatola, cd, au-dio e videocassette, peluches, gio-chi vari, una bicicletta, dondoli, zainetti,carriole, trattori, braccia-letti, astucci, caschi, bambole… oggetti che sono passati di pro-prietario e avranno così una “se-conda vita”. Molti hanno porta-to, osservato e …qualcuno non riuscendo a credere che tutto fos-se gratis voleva pagare almeno una piccola quota, c’era indecisione nel “prendere” quanto interessava ma poi spiegato il senso del riu-so tutto è andato bene. RIUSA-RE permette di RISPARMIARE, RIDURRE I RIFIUTI, REGA-LARE. All’interno della giorna-

RIUSO Una giornata per il risparmio

Scuola primaria Tiarno di Sopra I. C. Ledro

Il 19 aprile 2009 i ragazzi della classe V, promotori della Cooperativa scolastica Co.R.Ti.Le hanno movimentato Tiarno di Sopra all’insegna del RIUSO di oggetti per bambini e della SOLIDARIETA’ per i terre-motati d’Abruzzo. L’attività, parte importante dei progetti cooperativi, vede i ragazzi impegnati, all’interno della scuola, in piccole azioni quo-tidiane nella raccolta corretta di rifiuti come la carta, plastica e umido.

ta, si è pensato anche a raccogliere fondi per un progetto di solidarie-tà e in questa occasione si è pen-sato ai bambini-scolari terremotati d’Abruzzo. È stata organizzata una pesca di beneficenza e un piccolo banco delle occasioni dove, vista la pessima giornata, sono state molto gradite le sciarpe di nonna Marile-na. Nonostante il freddo e il catti-vo tempo, che ha fatto concentra-re il tutto in uno spazio ristretto, le persone e le cose che si sono mosse sono state tante. Un rin-graziamento e “bravi” a Tomma-so, Marica, Giacomo, Gaia, Alessio, Stefano, Nicolò,Alice, Beatrice, Da-nieleT., DanieleM., Gabriel, Ma-nuel, Lorenzo, Santiago, Francesco, Edoardo,Gabriele,Giovanni, Mo-stafa, Amedeo, Giulio, Gabriel.

L’asta del riuso A completare la giornata ci han-no poi pensato i giovani soci del-la Cassa Rurale di Ledro che han-

no organizzato la prima asta del riuso, anche questa pro-scolari d’ Abruzzo, asta destinata ad un pub-blico di adulti. Si è battuto di tut-to, dagli sci, alla lavatrice, alla la-vastoviglie, a vecchi LP, a bambole in ceramica, ad arriccia o stira ca-pelli e tanto altro. Un vero succes-so grazie all’impegno di Veronica, Manuela, Enrico e Paolo e alla di-sponibilità di un generoso pubbli-co e di quanti hanno ceduto og-getti allo scopo di rendere possibile l’iniziativa che ha riscontrato con-sensi e sicuramente è da ripropor-re. i giovani soci della CRL hanno ceduto la quota raccolta alla Coo-perativa scolastica che gestirà il de-naro. Sentito anche il parere del dirigente scolastico Caproni, si è concordato che I fondi verranno utilizzati all’interno di un progetto di rete tra gli Istituti di Ledro, Alto Garda e Valle dei Laghi che stanno definendo un’adozione-gemellag-gio con un Istituto Comprensivo abruzzese, si pensa Paganica. Il la-voro di raccolta fondi non è anco-ra completato infatti, coinvolgen-do anche le altre classi della scuola , il 29 maggio si terrà un mercati-no di oggettistica costruita all’inse-gna del riuso, del risparmio, della fantasia e della solidarietà.

classe quintascuola primaria Tiarno di Sopra

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Le attività della cooperativa

La nostra cooperativa è nata con l’obiettivo della solidarietà, infat-ti da cinque anni la nostra scuola ha un nuovo amico caro a tutti noi che si chiama Edmil, è un ragaz-zino del Brasile, ospite del centro Educational comunitario Do Me-nor – Guiritanga – Mato grosso – Brasil, che noi aiutiamo sostenen-do un’adozione a distanza e tutti gli anni ci sentiamo tramite lettera per gli auguri di Natale.Oltre a questo la nostra coopera-tiva ACS “L’albero delle idee” ha come scopi principali:promuovere attraverso esperien-ze concrete l’abitudine a relazioni significative, all’assunzione di re-sponsabilità, all’esercizio e di ruo-li definiti;sperimentare i principi democrati-ci nella votazione;

Nella scuola primaria di Villa Agnedo, come in altre realtà scolastiche del Trentino, è attiva una cooperativa degli stu-denti, che raccoglie tutte le classi del plesso e che ha pro-mosso negli anni passati diverse iniziative di solidarietà, quest’anno gli alunni hanno sentito l’esigenza di aiutare an-che l’Abruzzo e tramite il loro Consiglio di amministrazione hanno deciso di scrivere una dichiarazione di impegno a questo proposito da far sottoscrivere ad ogni studente.

IMPEGNODichiarazione degli studenti

Scuola primaria di Villa Agnedo I. C. Strigno e Tesino

comprendere la necessità di soste-gno reciproco fra i soci;rispettare i tempi di tutti e aiutare chi è in difficoltà;imparare ad impegnarsi e a “lavo-rare” per gli altri, senza obiettivi di speculazione cioè senza necessaria-mente aspettarsi qualcosa in cam-bio;apprendere metodi di lavoro che implicano solidarietà e collabora-zione;promuovere attività culturali.

Un impegno ulteriore

In questi giorni abbiamo deci-so di assumerci anche un secon-do impegno che riguarda proprio la solidarietà, e questa volta mol-to più vicina a noi. Questo consi-ste nell’offrire il nostro aiuto alle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto. Questa idea è nata direttamente dai bambini nel cor-

so di un’assemblea straordinaria dell’intera cooperativa, tenuta il 6 aprile per ricordare il disastro avve-nuto la notte precedente in Abruz-zo. Loro stessi hanno pensato di mandare un contributo economi-co tramite la Cooperativa e del ma-teriale per i bambini. Mancando il tempo per organizzare un mercati-no per la vendita di manufatti, ab-biamo pensato con il Consiglio di amministrazione di formulare una “dichiarazione di impegno” nella quale ogni bambino si impegna a rinunciare a qualcosa ed a devolve-re il valore corrispondente di ciò in favore dei terremotati. Il ricavato sarà consegnato ad alcuni genitori che, in qualità di Vigili del fuoco Volontari, andranno in Abruzzo per prestare il loro aiuto. Questa la scheda che abbiamo predisposto e fatto circolare.

Dichiarazione di impegno

Il sottoscritto….….. della clas-se………si impegna a rinun-ciare a………… per il valore di…….. in favore della popolazio-ne dell’Abruzzo, colpita dal terre-moto il 6 aprile.

Firma del presidente o del viceDall’ACS “ l’albero delle idee”Firma alunnoFirma genitore

Michela CapraInsegnante della scuola primaria

Villa Agnedo

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Scuola Primaria di Novaledo

I bambini di Novaledo sono soci della cooperativa scolastica “Un girasole di idee” e hanno deciso di partecipare al concorso indet-to dalla Federazione delle Coope-rative dal titolo “Cooperazione e scuola in campo”. Hanno scelto di parlare di un alimento impor-tante, la patata, poiché rappresen-ta un prodotto molto conosciu-to e utilizzato in zona. Durante le ore delle attività opzionali duran-te tutto l’anno scolastico i bambi-ni si sono divisi in gruppi misti, creando veri e propri laboratori tematici. Uscirà a breve un libro che riassume tutto il lavoro svol-to, con annesso ricettario. Per se-guire tutta questa attività hanno

Istituto Comprensivo “Centro Valsugana” di Roncegno

Nell’istituto comprensivo di “Centro Valsugana” di Roncegno terme le iniziative attuate in favore dell’Abruzzo sono state diverse. Ogni plesso però ha deciso di scegliere quella che più si legava all’attività svolta fino a questo momento.

INIZIATIVEAd ogni plesso la sua

impiegato molto tempo, a volte hanno faticato, ma ora sono sod-disfatti per essere riusciti a coin-volgere tutti gli insegnanti, i ge-

nitori, i nonni, i bambini della scuola dell’infanzia e alcune altre persone non appartenenti al mon-do della scuola. Il percorso si con-cluderà con una manifestazione denominata “Festa della patata”, durante la quale verrà distribui-to il libretto. Avendo vissuto i fat-ti legati al terremoto dell’Abruzzo con riflessioni in classe, gli alunni e i docenti hanno pensato di de-volvere il ricavato di questo libret-to in favore dei bambini abruzzesi che attualmente vivono momenti di grande difficoltà.

Scuola Primaria “Primo Martinelli” di Roncegno Terme

I bambini e i maestri della Scuo-la Primaria “Primo Martinelli” di

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Roncegno Terme hanno attiva-to all’inizio dell’anno un percor-so educativo e didattico che aveva come sfondo integratore il tema “Io – Tu – Noi”, che si è artico-lato con attività che prevedeva-no l’utilizzo di linguaggi artistici, teatrali e musicali. Dopo essersi preparati per l’intero anno scola-stico, negli ultimi giorni di scuo-la, metteranno in scena le loro proposte esibendole direttamen-te sul palcoscenico. Avendo co-nosciuto la difficile realtà che in questi giorni stanno vivendo mol-te persone abruzzesi, consideran-do il principio dal quale è scatu-rito il loro lavoro annuale durante le attività opzionali, i bambini e gli insegnanti della Scuola hanno ritenuto che il percorso “Io, Tu, Noi” potesse concludersi realiz-zando, in contemporanea alla re-cita, una raccolta fondi a benefi-cio delle popolazioni terremotate dell’Abruzzo.

Scuola Primaria di Torcegno

Gli alunni e le maestre della Scuo-la Primaria di Torcegno hanno se-

guito molto attentamente i recenti e tragici fatti dell’Abruzzo, trami-te la lettura, soprattutto in clas-se quinta, dei quotidiani naziona-li. Durante la “Festa di fine anno” tutti insieme ricorderanno l’inizia-tiva di cinquantasei artisti italiani che insieme hanno creato l’album “Domani” e ricorderanno a tutti i partecipanti alla festa che i fondi raccolti dalla vendita, serviranno per la ricostruzione degli edifici di interesse culturale nelle zone colpi-te dal terremoto.

Scuola Primaria “Gozzer” di Castelnuovo

Gli alunni e gli insegnanti della Scuola Primaria “Gozzer” di Ca-stelnuovo, in occasione delle recite di fine anno, raccoglieranno le of-ferte delle famiglie per indirizzarle ai bambini residenti nelle zone col-pite dal terremoto in Abruzzo.

Scuola Secondaria di Primo Grado “Marco Pola” di Roncegno Terme

Gli studenti e i docenti della Scuo-la Secondaria di Primo Grado di Roncegno Terme, dopo aver riflet-tuto sui recenti fatti accaduti in Abruzzo, si sono riuniti insieme il giorno 18 maggio 2009 nel corti-le antistante l’edificio scolastico e dopo aver condiviso il valore della solidarietà come principio sul qua-le trova fondamento la vera con-vivenza umana, hanno deciso di inviare tramite i loro telefoni cel-lulari l’ offerta di euro 2,00 trami-te sms al numero 48540, conside-rando nel contempo il diverso uso che si può fare di questa modalità comunicativa.

Ezio Montibeller

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Istituto comprensivo Altopiano di Pinè

Per offrire ai ragazzi una palestra di cittadinan-za attiva, da tempo esiste presso la scuola me-dia Don Tarter dell’Altopiano di Pinè, la Con-sulta degli studenti. Gli studenti eleggono anche un proprio sindaco ed un vicesindaco ed è stata la studentessa che riveste questo anno la carica di “sindaco” dei ragazzi a lanciare una proposta in fa-vore dell’Abruzzo

CONSULTAI ragazzi propongono

La nostra Consulta

Nasce nella scuola media di Baselga di Pinè nell’an-no scolastico 2003-2004 da una riflessione degli in-segnanti e del preside sul significato del concetto di “cittadinanza attiva” e sull’esigenza di far fare espe-rienze di rappresentanza attiva ai ragazzi della scuola media. Inoltre essa vuole proporre degli esempi posi-tivi di messa a disposizione del proprio tempo libero a favore degli altri. Da subito si pensa all’elezione diret-ta del sindaco e del vicesindaco dei ragazzi. A questi incarichi si possono candidare gli alunni di classe terza media che non abbiano ricevuto note comportamen-tali sul registro e che si impegnino a fare qualcosa di utile per i compagni della scuola. In queste 2 cariche devono essere rappresentati i 2 generi, quindi un ma-schio e una femmina, che si impegnano a dare buo-ni esempi agli altri. Per questo essi vengono destitui-ti se prendono note comportamentali da leggere come cattivi esempi (questo vale anche per i rappresentanti di classe). Ogni candidato a Sindaco deve consegnare

in presidenza una scheda con scritto una presentazio-ne di se stesso e cosa si impegna a fare a favore degli altri compagni della scuola media. Quindi vengono fissati dal preside, sentita la Consulta degli studenti, il giorno delle elezioni per tutti gli alunni della scuo-la, il periodo della campagna elettorale e nominati gli scrutatori.

Sindaco e vicesindaco

Al termine della votazione e dello spoglio delle sche-de, viene nominato dal preside il Sindaco e il Vicesin-daco dei ragazzi, che hanno anche il compito di rap-presentare la scuola nelle manifestazioni ufficiali del territorio (come ad esempio alla festa del patrono nel-la processione del 26 maggio che parte dalla scuola media e si conclude a Montagnaga al santuario del-la Madonna. In quest’occasione al Sindaco viene con-segnata la bandiera della scuola, affinché gli alunni si raccolgano sotto lo stendardo). Nello specifico il com-pito dei rappresentanti di classe della Consulta degli studenti che è quello di fare da portavoce, riportando le proposte e i pensieri dei compagni di classe nell’in-contro mensile con il preside e i coordinatori di classe e di rendicontare alla classe su quanto discusso e sulle decisioni prese nella consulta. In particolare i ragazzi di terza media sono chiamati a dare buoni esempi ai compagni più giovani: durante la ricreazione essi han-no il compito di sorvegliare il cortile affinché nessuno butti per terra i rifiuti, ma che essi vengano differen-ziati e riposti negli appositi contenitori. Ogni anno il Sindaco e Vicesindaco dei ragazzi, assieme ai rappre-sentanti di tutte le classi (che formano la loro Giun-ta) si incontrano con i due Sindaci dell’Altipiano, per discutere non solo dei problemi infrastrutturali del-la scuola, ma di tutto l’altipiano (diventa questa una bella lezione di educazione civica applicata al proprio territorio).

Gemellaggio e ospitalità

Il Sindaco dei ragazzi di quest’anno, Linda Bortolot-ti, ha uno zio, Luca Moser, Vigile del Fuoco Volonta-rio che attualmente sta lavorando all’Aquila a favore dei terremotati, ha proposto un gemellaggio con una classe terza di una scuola media aquilana, per poter ospitare presso le famiglie degli alunni questi ragazzi sfortunati che sono scampati al terremoto. L’ospitalità potrebbe avvenire da fine luglio a metà agosto. Que-sta proposta è stata subito condivisa sia dai compagni di classe, sia dai docenti ed alunni dell’intera scuola. È stato quindi deciso di scegliere, con l’aiuto di Luca Moser, una scuola della zona colpita da aiutare, con la

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quale avverrà un gemellaggio e nell’estate sarà offerta ospitalità agli studenti nell’altopiano di Pinè.

Consulta e solidarietà

Altri compiti che avevano visto il coinvolgimento diretto della Consulta dei ragazzi in questo ultimo anno scolastico sono stati due mercatini di solidarie-tà, uno dei quali è stato organizzato prima di Natale, per aiutare l’Associazione no profit “Amici Trentini” nel finanziamento del progetto “Nuove prospetti-ve di vita: sapere e abilità informatiche a favore di giovani donne in cerca di riscatto sociale”. Questo progetto, rivolto alla realtà colombiana di Bogotà in collaborazione con l’Istituto religioso Hogar Sagra-da Famiglia, vuole dare un futuro a 20 ragazze dai 12 ai 16 anni orfane o cacciate dalle loro famiglie, costruendo in una scuola professionale un’aula in-formatica per sviluppare delle competenze tecnologi-che. Un’altra parte della quota raccolta dal mercati-no è servita a realizzare a distanza cinque sostegni di ragazze orfane dell’India. La quota annuale per ogni sostegno a distanza è pari a € 220 servirà per permet-tere la frequenza scolastica di queste ragazze e per-mettere loro di avere 3 pasti al giorno.

La giornata ecologica

Un secondo mercatino solidale è stato organizzato prima di Pasqua per aiutare l’Associazione no profit “Mato Grosso”, con lo scopo di contribuire al finan-ziamento di un progetto umanitario in Perù, Ecua-dor, Brasile e Bolivia che prevede la scolarizzazione dei bambini indigeni più poveri di quelle zone dell’Ame-rica Latina. La consulta inoltre si è impegnata a pro-muovere e raccogliere i nominativi dei compagni che hanno partecipato alla giornata ecologica del 3 mag-gio 2009. Il ritrovo è stato alle 7.30 al piazzale del-le scuole medie per il comune di Baselga e al campo sportivo di Centrale per i ragazzi del comune di Be-dollo. Sono state organizzate delle squadre di pulizia del territorio. Alle ore 13.00 tutti i partecipanti hanno potuto fare uno spuntino gastronomico presso la nuo-va struttura polivalente a Centrale di Bedollo. Questa giornata di servizio civile alla comunità, si lega bene con la comprensione del senso dell’autonomia trenti-na e della funzione della Consulta, come responsabi-lità che tutti noi abbiamo di proteggere e migliorare l’ambiente nel quale viviamo, per consegnarlo miglio-rato alle future generazioni.

Linda BortolottiSindaco dei Ragazzi della scuola media “Don Tarter”

I mercatini di solidarietà

Sempre a proposito di Cooperative scolastiche, presso l’istituto comprensivo dell’altopiano di Pinè, un’altra iniziativa di solidarietà ha visto protagoniste le clas-si quarte e quinte della scuola elementare di Mio-la, che hanno organizzato un mercatino di solidarietà per i terremotati dell’Abruzzo, nelle giornate di mar-tedì 19 e mercoledì 20 maggio 2009, invitando i ge-nitori e la popolazione di Miola e di Baselga. Con i soldi della Cooperativa i ragazzi sono andati in nego-zio a comprare gli ingredienti necessari alle mamme e alle nonne per preparare le torte e i biscotti da mette-re in vendita (sia i genitori che i nonni sono soci ono-rari della cooperativa “Viaggio nella Cooperazione”). I bambini invece, assieme alla loro insegnante Noemi Sighel, si sono concentrati sulla costruzione dei brac-cialetti con perline inserite in un filo di nylon (na-turalmente anche questo materiale è stato acquistato con i soldi della cooperativa) e sulla messa in vendi-ta di giocattoli seminuovi. Tutto quello che è stato messo in vendita è stato acquistato dalla popolazione con grande soddisfazione da parte degli alunni. L’ul-timo giorno di scuola, il Presidente della Cooperativa El Garouaz Houssame della classe quinta, assieme alla Vicepresidente Marianna Valentini, consegneranno al Sindaco di Baselga di Pinè il ricavato del mercatino (€ 300), come aiuto della Cooperativa scolastica ai bam-bini terremotati dell’Aquila. La Cooperativa scolasti-ca “Viaggio nella Cooperazione” della scuola primaria “Giuseppe Verdi” di Miola ha vinto il primo premio provinciale dell’Unione delle Cooperative, per il pro-getto di conoscenza del territorio e solidarietà attuato in quest’anno scolastico, a testimonianza dell’apprez-zamento dell’Unione all’impegno di questi alunni nei confronti della cooperazione e della solidarietà che sta alla base dei valori fondanti della cooperativa scolasti-ca stessa.

Lidio Miato Dirigente scolastico I.C. “Altopiano di Pinè”

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Ist. istr. “De Gasperi” - Borgo V.

Dagli studenti dell’Istituto Degasperi di Borgo Val-sugana una raccolta fondi in aiuto della popolazione dell’Abruzzo. L’iniziativa è partita dalla classe III A Li-ceo Scientifico, il giorno successivo al tragico evento; poi, dal confronto, è stata estesa a tutte le classi dell’isti-tuto, attraverso un’azione coordinata dai rappresentan-ti di Istituto. Nella sospensione pasquale delle lezioni, i ragazzi non sono stati inoperosi, ma si sono attiva-ti al fine di trovare i canali per raggiungere la Protezio-ne civile dell’Abruzzo attraverso quella di Trento. Nel corso dell’assemblea d’Istituto dello scorso 9 maggio è stata illustrata l’iniziativa a tutti gli studenti. I ragaz-zi sono stati sollecitati dai loro rappresentanti ad ade-rire, ovviamente su base volontaria, alla raccolta fondi, con un contributo frutto di un sacrificio personale – la rinuncia all’acquisto di una merenda uno o più giorni, ad una ricarica del cellulare, ad una consumazione del sabato sera, ecc. -, nella convinzione che ciascuno può sentirsi utile anche con un piccolo gesto quando coo-pera con molte altre persone per perseguire uno stesso obiettivo. La somma raccolta, che al 15 maggio 2009 ammonta a circa 700 euro, sarà devoluta, attraverso la Protezione civile del Trentino a quella abruzzese, con un versamento in conto corrente la cui ricevuta sarà poi, in fotocopia, affissa in ogni classe: ciò sarà il segno tangibile di un piccolo, ma significativo gesto di solida-rietà e fattiva generosità verso coloro che sono stati col-piti dalla tragedia del terremoto.

Cinzia CasnaInsegnante della III A del Liceo scientifico

Ist. istr. “don Milani-Depero” - Rovereto

OSPITE SPECIALELa proposta per settembre

A seguito dei fatti drammatici in terra d’Abruzzo, sono nate in modo spontaneo fra studenti e docenti dell’Isti-tuto “don Milani–Depero” di Rovereto numerose proposte e idee di aiuto e solidarietà. Per rendere il più efficace possibile l’intervento, il dirigente scolatico, Sil-vio Cattani, ha contattato personalmente il Dirigente dell’Istituto Professionale per i Servizi Commercia-li e Turistici di Lanciano, Gianni Orecchioni, coordi-natore della Rete di Solidarietà degli Istituti scolasti-ci abruzzesi nata per sostenere le popolazioni colpite dal sisma.Questo colloquio ha permesso di individuare alcune esigenze immediate per gli studenti che al momento stanno conducendo le attività scolastiche nelle tendo-poli allestite negli otto centri della zona terremotata. È nata così l’iniziativa “Un ospite speciale”, che vedrà a inizio settembre gli studenti di una classe di un Istituto Professionale per il Turismo abruzzese frequentare atti-vità formative di recupero scolastico organizzate presso l’hotel Sayonara di Senigallia, gestito in quel periodo dai nostri studenti delle classi quinte dell’Indirizzo tu-ristico. Si tratta di un’occasione, per entrambe le realtà scolastiche, per dare un senso nuovo alle proprie attivi-tà didattiche e professionalizzanti e vivere in modo spe-ciale il concetto di ospitalità, che da materia di studio diventa necessario stile di vita. Si sta valutando inoltre la possibilità di organizzare anche un soggiorno nel pe-riodo estivo in Trentino cercando di creare momenti di incontro e di amicizia con i nostri docenti e studenti. L’iniziativa un ospite speciale proseguirà nell’anno sco-lastico 2009/2010 secondo modalità da concordare in stretto raccordo con le esigenze che man mano si ma-nifesteranno.

Daniela SimoncelliInsegnante dell’Istituto Don Milani-Depero

RACCOLTA FONDIParte la terza liceo scientifico

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n.5 maggio 2009

In tutta Italia, i Conservatori hanno promosso ini-ziative musicali con interventi congiunti per so-stenere la ricostruzione “dopo il terremoto”. Il Conservatorio di Trento ha dedicato quest’anno l’abituale concerto del 2 giugno 2009 all’Audito-rium S. Chiara di Trento, per la Festa della Repub-blica, ad un legame di solidarietà con il Conserva-torio di L’Aquila, con i musicisti che vi sono attivi. L’iniziativa si è avvalsa della collaborazione con il Commissariato del Governo per la provincia di Trento e con il Comune di Trento. In occasione del Concerto, una raccolta fondi in favore del Conser-vatorio di L’Aquila, gravemente danneggiato dal si-sma, per il quale si sta progettando, infatti, la rico-struzione della sede nel corso dei prossimi anni.

CONCERTOIl 2 giugno per l’Aquila

Studenti dei Conservatori insieme

Il Conservatorio di L’Aquila non può essere ancora operativo. Solo da qualche giorno, infatti, sono riaper-ti gli uffici di Segreteria, ospitati presso l’Accademia di Belle Arti, mentre le lezioni riprendono, ma in situazio-ni di fortuna, con un forte impegno da parte di tutti. Le comunicazioni tra studenti e docenti si tengono so-prattutto via internet, grazie al Forum che raccoglie gli interventi degli iscritti. Il Concerto del 2 giugno è stato di grande richiamo. Con quasi 200 elementi, studenti musicisti del Conservatorio, il coro del liceo musica-le e coreutico di Trento, con le compagini corali e or-chestrali, i solisti, sempre studenti del Conservatorio.

Conservatorio di musica “F. A. Bonporti” - Trento

Dal Conservato-rio di Trento è stata lanciata anche l’idea di accogliere studen-ti dal Conservatorio dell’Aquila, che sono intervenuti integrandosi nell’Orchestra del “Bonporti”. Un’occasione di incontro tra studenti e di confronto as-sai significativa, in questo frangente, fortemente dram-matico. Un modo per sentire forte il legame che unisce studenti nella comune propensione per la musica. Una spinta a superare le difficoltà, nel segno di una proget-tualità che si spinga verso il futuro, e verso un futuro che sia fatto di operatività, di fiducia e senso della co-struzione. La musica sa generare questa spinta ideale, soprattutto nelle realizzazioni che richiamano il contri-buto di molti. Suonando in un’orchestra, cantando in un coro, si determina il senso del legame solidale, dello stare insieme, del lavoro che integra le forze, per trovare un risultato artistico. Altre iniziative comuni

Il Conservatorio “Bonporti” ha dato vita ad una colla-borazione con il Conservatorio di L’Aquila, anche per altre realizzazioni. Nel contesto di “Ala città di velluto”, per la musica classica, si costituisce capofila di un’inizia-tiva culturalmente ricca. Saranno presenti gruppi da ca-mera da vari Conservatori, invitati da quello di Trento, tra i quali anche quello di L’Aquila. Il 18 luglio 2009 si terranno concerti in diverse location, con programmi compositi, sempre con un richiamo a Mozart e al Sette-cento, secolo d’oro per Ala. Un altro progetto che vede collaborare i due Conservatori riguarda un’opera che incrocia molte dimensioni di linguaggio e molti generi musicali. A Milano, in maggio, si è tenuto lo spettacolo Indeepandance with Orchestra, fatto di letture, musi-ca, video, grandi apporti tecnologici. L’Orchestra im-pegnata era quella del Conservatorio di Trento, mentre nella replica prevista a Roma, sarà quella del Conser-vatorio di L’Aquila, dal momento che il Conservatorio di Trento le ha ceduto l’impegno al Conservatorio di L’Aquila, in un gemellaggio significativo. Si realiz-za una staffetta per cui il Conservatorio di Trento cede il palcoscenico al Conservatorio di L’Aquila, per la re-plica a Roma. Ci sembra che trovare occasioni di lavo-ro comune possa portare sollievo, attraverso uno slan-cio operativo. E’ importante stare in comunicazione, parlarsi, sviluppare progetti comuni. Questo dà il sen-so dello stare in una comunità nazionale, dove la soli-darietà non resta circoscritta all’allarme contingente, ma si genera come un’opzione sentita, che investe pro-spettive di lungo termine. (C.C.)

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