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n. 9 - NOVEMBRE 2014 POSTE ITALIANE SPA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/AN Il favoloso campanone di Loreto Beato Álvaro del Portillo B u o n c o m p l e a n n o , M a r i a , n e l l a t u a c a s a !

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n. 9 - NOVEMBRE 2014POSTE ITALIANE spa

Spedizione in abbonamento postaleD.L. 353/2003

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, CN/AN

Il favolosocampanone di Loreto

Beato Álvaro del Portillo

Buon com

pleanno, Maria, nella tu

a ca

sa!

ORARI

Basilica della Santa Casaore 6.15-20 (aprile-settembre)ore 6.15-19 (ottobre-marzo)La Santa Casa rimane chiusa tutti i giorni dalle 12.30 alle 14.30.

Sante MesseSabato e giorni ferialiore 7, 9, 10 ,11 (7.30 in S. Casa)ore 17 e 18.30 (aprile-settembre)ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo)Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo)Domenica e giorni festiviore 7, 8, 9, 10, 11, 12ore 17, 18, 19 (aprile-settembre)ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo)

ConfessioniGiorni ferialiore 7-12.10ore 16.00-19 (aprile-settembre)ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)Giorni festiviore 7-12.30ore 16-19.30 (aprile-settembre)ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)

Adorazione eucaristica quotidianaLunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12

Sagrestia BasilicaDalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19.Prenotazioni Sante Messe, stesso orario.

Celebrazione BattesimoPrima domenica di ogni mese:ore 17 (Basilica Santa Casa).

Celebrazione CresimaPrimo sabato di ogni mese:ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre)Presentarsi un’ora prima per la regi-strazione dei documenti.

Celebrazione MatrimonioInformazioni presso il Parroco della Santa Casa: ore 10-12.

Congregazione Santa Casa-Negozio(a sinistra della facciata della basilica).Ufficio accoglienza pellegrini e informa-zioni, prenotazione guide turistiche, con negozio ricordi e stampe del santuario, abbonamento alla rivista e iscrizioni alle Messe Perpetue. Ore 8.30-12.30; 14.30-18.30 (15-19 giu gno-settembre).

Ufficio Postale LoretoOrario: 8-13.30; sabato 8-12.30.

INDIC A ZIONI UTILI

[email protected]@delegazioneloreto.it

TELEFONI

Sagrestia Basilicatel. e fax 071.9747.155

Parroco della Santa Casatel. 071.977130

Congregazione Santa Casatel. 071.970104 - fax 071.9747.176

Segreteria arcivescoviletel. 071.9747.173 - fax 071.9747.174

Curia Prelatura Santa Casatel. 071.9747.242

Rettore Basilicatel. e fax 071.9747.154

Archivio-BibliotecaSanta Casatel. 071.9747.160

Libreria Santa Casatel. 071.9747.178

Casa accoglienzamalati e pellegrinitel. 071.9747.213

Albergo Madonna di Loretotel. 071.970298 - fax 071.9747.218

Museo-Antico Tesorotel. 071.9747.198.Lunedì chiuso.Da martedì a venerdì: ore 10-13; 15-18.Sabato e domenica: ore 10-13; 15-19.

Guide turistichetel. 071.970104

QUOTA ASSOCIATIVA A“IL MESSAGGIO della SANTA CASA”

Ordinario …………………… Euro 20,00 Sostenitore ……………… Euro 35,00 Benemerito ……………… Euro 40,00 Estero ………………………… Euro 25,00

SITO INTERNET

www.santuarioloreto.it

* Servizio Autobus ANCONA PER LORETOFeriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 13.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15

Servizio Autobus LORETO PER ANCONAFeriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.00 13.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15

Servizio Autobus Loreto stazione per LoretoFeriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.55 - 11.00 - 11.55 - 14.15 15.15 - 16.10 - 17.20 - 18.15Festivo: 7.55 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15

Servizio Autobus Loreto per Loreto stazioneFeriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.50 14.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55Festivo: 7.35 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55

COME RAGGIUNGERCI…

Mensile del santuario di Lo reto

Delegazione Ponti fi ciaCongregazione Uni ver sa le del la Santa CasaP.zza della Madonna, 1 - 60025 Loreto (AN)

Registrazione Tribunale di Anconan. 7 del 12/08/1948

Iscritto nel ROC con il numero 2120

Diret tore responsabile ed editorialePadre Giu seppe San ta relli

RedattorePadre Marcello Montanari

Consiglio di redazioneDon Andrea Principini

Don Francesco PierpaoliSuor Barbara Anselmi

Dott. Vito PunziRevisione dei testi: Roberto Stefanelli

Imprimi potest+ Mons. Giovanni Tonucci,

Delegato PontificioLoreto, 20 ottobre 2014

Questo periodico è associato all’USPI(Unione Stampa Periodica Italiana)

La collaborazione alla rivista è gratuita

StampaIndustria Grafica Bieffe S.p.A., Recanati (MC)

Tel. 071.7578017 - Fax [email protected] - www.graficabieffe.it

“Il Messaggio” esce anche in inglese:

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA

THE SHRINE OF THE HOLY HOUSE

LoretoLoreto

AutostradeBologna-Ancona-Bari e Ro ma-Pescara-An co na: uscita Loreto.

Linee ferroviarieMilano-Bologna-An-cona-Lec ce con disce sa

alle stazioni di Lo re to e Ancona, e Roma-Fal co-nara-Anco na, con ser-vizio di au tocorriere da

Anco na *.Aeroporto “R. San-

zio” di Ancona-Fal co-na ra, 30 km da Lo re to.

SOMMARIO

Anno 134°n. 9 - NOVEMBRE 2014

“Loreto, dopo Nazaret, è il luogo ideale per pregare meditando il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.”

Benedetto XVI

344 349

324 337

In copertina:Papa Francesco bacia con devozione la statua della Madonna di Loreto presentatagli da Roberto Rabboni a conclusione del suo pellegrinaggio in canoa (vedi p. 350 di questa rivista). Foto Agnesi.

323323

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Novembre 2014

324EDITORIALEIl «favoloso» campanone di Loretop. Giuseppe santarelli

325LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVOLa casta Susannamons. Giovanni tonucci

326 LETTERE AL “MESSAGGIO”

327SPIRITUALITÀLa bellezza dello spirito d’amoreDon valentino salvolDi

330 Solo chi osasor. Francesca entisciò

331 Ibrahim, Pellegrino penitente a Loretopère marc Flichy

333 La preghiera nella sofferenza: far battere il cuore al ritmo del Suo (19)paolo Giovanni monFormoso

334 La verità è un incontroDon Decio cipolloni

336GUARIGIONI A LORETOLa guarigione di Daniela ZerbelloniDott. Fiorenzo miGnini

337OGNI SANTITÀ PASSA A LORETOBeato Álvaro del Portillo (1914-1994)p. marcello montanari

339 Inserto speciale Buon compleanno, Maria, nella tua casa!

343 LORETO NEL MONDOUna chiesa lauretana nello Zimbawe

344STORIA ARTE E CULTURA LAURETANAL’annunciazione di Federico Barocci (4)p. Giuseppe santarelli

345 Visita di mons. Tonucci a Istra (Russia)

349 Nozze d’argento dei Convegni Nazionali ALER

348 Carezze Materne

350 Roberto Rabboni da Papa Francesco

352 Il nuovo vescovo di Macerata celebra in Santa Casa

353 «Campo Giovani Ecumenico» a Montorso

354 Fiaccolata dell’Assunta

356 NOTIZIE FLASH

Buon compleanno, Maria, nella tua c

asa!

p. Giuseppe santarelli - Direttore

EDITORIALE

Il «favoloso» campanone di Loreto

Il Campanile del santuario, progettato dal Vanvitelli e completato nel 1755, ospita nove campane, sei più

antiche e tre più recenti. La più grande, la più antica e la più famosa è la campana denominata «Loreta», colloca-ta nella prima cella campanaria. I loretani la chiamano: il campanone. Ha un diametro di cm 184 e un’altezza di cm 275, pesa ben 7.330 kg e ha un battaglio di tre quin-tali! E’ opera di Bernardino da Rimini, che la realizzò nel 1515, sotto il pontificato di Leone X, su commissione del cardinale protettore del santuario Bernardino Do-vizi e del rispettivo governatore Pierantonio Perotti.

Nel mezzo è scolpita a rilievo la Traslazione angelica della Santa Casa con la sottostante iscrizione latina che indica il nome della campana: Loretta sum (sono Loreta).

Un’altra scritta latina reca il nome del fonditore, che era anche «maestro dell’artiglieria papale», e un’altra anco-ra, piuttosto lunga, glorifica Dio, Cristo e la Vergine.

Il campanone ha una profonda tonalità di Do ed è giudicata una delle più belle e armoniose d’Italia. E’ azionata soltanto in alcune importanti circostan-ze: suona a morte con severo rintocco alla notizia del decesso di un papa; suona a festa con lieta distesa alla notizia dell’elezione di un uovo sommo pontefi-ce; fa udire i suoi sonori rintocchi in tutte le solennità liturgiche dell’anno.

La sua storia presenta aspetti quasi «favolosi», ma storicamente documentati. Si legge che per trasportare via terra il campanone da Ancona, dove era arrivato via mare da Rimini, il governatore di Loreto fu costretto a rivolgersi al Comune di Recanati per avere una forni-tura di 45 muli, i quali però risultarono insufficienti e fu quindi necessario impiegarne ben 60 per trasportare oltre 72 quintali di bronzo!

«Loreta» fu collocata nel 1516 nel primo campani-le della basilica, costruito agli inizi del secolo XVI su progetto di Pietro Amorosi per volontà di Giulio II. Gli storici del santuario riferiscono concordemente che il campanone non poteva essere suonato a distesa a causa del peso, perché provocava forti vuoti d’aria e faceva addirittura oscillare la torre campanaria con rischio di crollo! Probabilmente la notizia, poco attendibile, na-scondeva il desiderio di avere allora un campanile più grande e artisticamente più decoroso, ciò che avvenne con la costruzione di quello vanvitelliano, dove il cam-panone fu collocato nel 1756 nella prima cella, su sug-gerimento di Carlo Murena, perché potesse distendersi più agevolmente nelle varie suonate.

Per azionare il campanone occorrevano otto uomi-ni coraggiosi e robusti! Oggi lo avvia un sofisticato si-stema elettrico, che muove anche il martello esterno, il quale scandisce con in suoi armoniosi rintocchi le musiche sacre che il concerto delle campane di tanto in tanto esegue a devoto godimento dei pellegrini.

Il campanone, quando suona fuori programma, fa drizzare gli orecchi di chi lo sente, perché talora esso è portatore di annunzi fausti ed infausti.

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Novembre 2014

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mons. Giovanni tonucci - Arcivescovo Di Loreto

LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO

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L’ultima figura di donna, che ap-pare in quella parte della Sacra

Scrittura che chiamiamo il Vecchio Testamento, è ricordata nel libro del profeta Daniele. Anche se le circo-stanze storiche non sono chiare, que-sta volta non si tratta di una finzio-ne simbolica ma di una donna viva e vera, e per di più bella e virtuosa. Il suo nome è Susanna. Leggiamo la sua vicenda nel capitolo 13 di Danie-le, che sembra essere una delle parti aggiunte alla fine del libro, insieme con alcuni episodi nella vita del pro-feta. In questa storia, Daniele è pre-sentato come un giovanetto, dotato di intelligenza vivace e pronto ad ascol-tare l’ispirazione del Signore.

Susanna è sposa di Ioakim e ma-dre di figli. Nella sua casa e nel suo giardino sono ricevuti ospiti, che go-dono della generosità del padrone e della cortesia squisita della padrona di casa. Due anziani giudici, corrotti nell’esercizio della loro responsabilità e pervertiti nel loro cuore, alimentavano desideri impuri nei confron-ti di Susanna, che cercavano di spiare di nascosto. Un giorno, il caso volle che si trovassero insieme nello stes-so atteggiamento, per cui furono costretti a confessare a vicenda la loro insana passione. Invece di esortarsi a fuggire da questa tentazione di peccato, decisero di aiu-tarsi per riuscire a sorprendere la donna da sola.

La circostanza favorevole si presentò, quando Susan-na volle bagnarsi nel giardino, senza accorgersi della presenza dei due anziani. Una volta che le domestiche erano uscite, i due si fecero avanti e posero la donna di fronte a un’alternativa: o cederà alle loro voglie o l’ac-cuseranno di aver tradito suo marito con un giovane amante, che essi stessi hanno sorpreso. Susanna si ri-fiutò di cedere: “Meglio cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore”. La trappola ben preparata allora scattò, e i due vecchi, fingendosi scan-dalizzati, raccontarono a tutti quello che hanno inventa-

to contro Susanna. La parola di due testimoni ha peso, e quanto di più quando si tratta proprio di due giudici, stimati per la loro età veneranda e per la professione che svolgevano.

L’evidenza è schiacciante, anche se tutti sono doloro-samente sorpresi, data la fama di onestà che Susanna si era meritata. Il tribunale non può fare altro che emette-re la condanna: Susanna dovrà morire, e purgare con il sangue la sua colpa. I genitori e i figli sono in lacri-me, “perché non era mai stata detta una cosa simile di Susanna”. Ma come mettere in dubbio la parola di due giudici?

Per ristabilire la giustizia, interviene Dio stesso, il quale “suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiama-to Daniele”, il quale grida a gran voce la sua protesta, e assicura che contro Susanna sono state dette solo calun-nie. Daniele è subito ascoltato, e tutti – accusata, accu-satori e popolo – tornano al tribunale. Evidentemente, nessuno si sentiva a proprio agio con quella condanna e tutti sembrano contenti di poterla cancellare. Tutti, si

Giorgione ( 1477ca-1510), Susanna e il giovane Daniele, Glasgow, Art Gallery.

SusannaLa casta

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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Novembre 2014

LETTERE AL MESSAGGIO

Una famiglia protetta dalla Vergine lauretana

capisce, meno i due colpevoli.Daniele agisce con furbizia

e con una logica spietata. Co-mincia col rivelare, di fronte a tutti, la vera personalità dei due vecchi, che erano dei corrotti, abituati ad usare la loro autori-tà per costringere altre donne a sottostare ai loro ricatti. Poi chiede a ciascuno dei due accu-satori, che erano stati separati in modo da non potersi accordare, di spiegare sotto quale albero avessero visto Susanna con il suo amante. Per il primo tutto era accaduto sotto un lentisco, mentre il secondo affermò che la scena era avvenuta sotto un leccio. Questa contraddizione mette in evidenza che l’accu-sa era stata fabbricata e che era del tutto falsa. La condanna di Susanna è subito revocata e a subirla saranno invece i due giudici disonesti.

Con questo episodio, la no-stra esplorazione attraverso le pagine dell’Antico testamento si conclude. Contemplando que-sta donna esemplare, “di rara bellezza e timorata di Dio”, ab-biamo sentito come una boccata di aria buona, dopo altre figure femminili spesso difficili da ac-cettare e anche imbarazzanti.

Questo ci prepara a entra-re in un’atmosfera diversa, che è quella dell’Alleanza nuova, stabilita con l’incarnazione del Figlio di Dio. Con animo pie-no di ammirazione e di affetto, ci avviciniamo a Colei che di bellezza e di virtù è il modello inarrivabile: Maria, la Vergine Madre di Gesù. Che Dio ci aiu-ti in questa nuova ricerca, che fin da ora ci promette sorprese belle e consolanti.

Ci perviene una testimonianza che pubblichiamo volentieri perché, oltre al resto, mette bene in risalto la protezione della Madonna di Loreto, Regina della Famiglia, sulla difficile situazione di una coppia entrata in crisi e poi, grazie alla fede rinnovata, anche per l’ingresso nel Cammino Neocatecumenale, uscitane fuori.

«Sono una dama dell’Unitalsi e voglio fare la mia testimonianza per dare gloria a Dio e alla Vergine Lauretana per tutto quello che hanno fatto nella mia vita. Sono sposata da 42 anni, ho tre figli e sono nonna di tre bambini. Ho pellegrinato a Loreto dall’8-14 settembre 1989, di continuo, fino al 1997 con l’Unitalsi. In quel periodo il mio matrimonio era in crisi per varie difficoltà: lavoro, incomprensione di coppia... Portavo questa sofferenza nel mio cuore. Arrivata a Loreto, ho pregato dentro la Santa Casa e ho chiesto alla Vergine di guidarmi Lei. Io mi sentivo smarrita in questo compito di moglie e mamma e ho chiesto a Lei di portare questa famiglia ad avere un fondamento cristiano e di fare un cammino di fede con mio marito. Mi sono iscritta alla Congregazione Universale della Santa Casa e ho ricevuto l’immagine con i nostri nomi che ho messo in cornice e collocato in camera da letto. Mi sentivo felice di sapere che ogni mattina c’è una santa messa per noi. Ancora oggi, ogni anno, rinnovo l’iscrizione.

[...] Dopo 24 anni di Cammino di fede neocatecumenale, il 20 maggio 2014, insieme alla mia Comunità, sono venuta a dire grazie alla Vergine che ha ricostruito il mio matrimonio. Quando siamo entrati in Santa Casa io e mio marito è stata una grande gioia. Grazie, Vergine Lauretana! Prega per noi!

Concetta Guarnera di Messina

Amedeo Brogli, Regina della Famiglia, illustrazione delle Litanie Lauretane.

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Novembre 2014

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Don valentino salvolDi

SPIRITUALITÀ

La bellezza salverà il mondo

«Se tu conoscessi il dono di Dio!». C’è un’espressione di Cristo che può risuonare strana

per chi non ha visto gli scorpioni bianchi e ovali della Palestina: «Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono».

Quando ero giovane e inesperto della vita, chiedevo

tante grazie al Signore per i miei cari, per gli amici, per la conversione di tutta l’umanità. Ora, rientrando in me stesso, chiedo al Signore di avere di me pietà. Lo supplico per la mia conversione. E sono sicuro che il Signore non mi deluderà.

Egli, infatti, non mi inganna: qualunque sia la grazia che domando, mi dà come dono lo Spirito Santo, l’Amore. Ecco la risposta a tutte le mie invocazioni. Domando guarigioni, cose materiali e certezze spirituali e l’apparente silenzio del Cielo si converte in armonia

La bellezza dello spirito d’amore

Guercino (1591-1666), Cristo e la Samaritana, Madrid, Museo Thysen. «La samaritana domanda acqua e le viene dato ciò che l’acqua rappresenta: lo Spirito che lava il peccato dei suoi cinque divorzi».

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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Novembre 2014

SPIRITUALITÀ

divina: un dono mille volte più grande di quello che il mio spirito desidera.

La samaritana domanda acqua e le viene donato ciò che l’acqua rappresenta: lo Spirito che lava il peccato dei suoi cinque divorzi. E la rivelazione: «Se tu conoscessi il dono di Dio!» (Gv 4,10).

Nicodemo cerca luce nella notte e gli viene donato quel misterioso “vento” (Ruah: respiro, soffio, vento, spirito) che soffia dove vuole e quando vuole: «Tu ne odi la voce, ma non sai da dove venga e dove vada» (Gv 3,8).

Gli Apostoli cercano la liberazione dalle loro paure e lo Spirito è la divina risposta: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre…» (Gv 14,16).

Io… Io chiedo solo di non stancarmi mai di pregare e di credere nell’efficacia della preghiera, rafforzato dall’esempio di quanti mi hanno preceduto nella fede e hanno tramandato la loro gioiosa testimonianza di fede nell’Amore. Nell’Antico Testamento si legge: «…pregai, e venne in me lo spirito di sapienza» (Sap 7,7). Lo Spirito Santo discende su Cristo sotto forma di colomba, dopo il battesimo al Giordano, mentre Gesù è raccolto in preghiera (Lc 3,21-22). Gli Apostoli, quando ricevono l’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, sono riuniti nel Cenacolo da dieci giorni, perseveranti nella preghiera (At 1,14).

Sapendo che Dio è fedele alle sue promesse, prego lo Spirito Santo perché sia Lui la forza che sorregge le mie mani levate al cielo. E quando le braccia si faranno sempre più stanche, mi mandi i suoi “angeli” – sempre nuovi amici – a sorreggerle, come Cur e Aronne fecero con Mosè.

Sguardo puro, per vedere il bello. Più passa il tempo, più sperimento la

bellezza di stare aggrappato allo Spirito Santo. Sciocca è l’accusa di quanti affermano che l’invecchiare, con la conseguente paura della morte, spinge la gente a pregare di più. Ho sempre pregato tanto, fin da bambino. Ora faccio tesoro di quanto mi suggeriva mia madre: m’invitava a superare ogni paura (le interrogazioni, il rapporto con i coetanei, la scelta di studiare a Roma e di andare in Africa…) pregando lo Spirito Santo che è Amore, poiché «L’amore scaccia ogni paura».

E’ Lui, lo Spirito di verità, l’acqua che purifica i miei occhi affinché veda il mondo con lo sguardo stesso di Dio, per il quale tutto è bello e buono. Le effimere apparenze del mondo non collimano con lo “splendore

di verità” al quale è legato il concetto di bellezza. Poiché anch’io sono sedotto da chi s’impone per

la sua eloquenza e per la sua sapienza, lo Spirito di profezia non si stanca di ripetermi: «Vanità di vanità – dice l’Ecclesiaste – vanità di vanità e tutto è vanità». Tutto? Lui, lo Spirito d’Amore fatto Persona, mi insegna che tutto passa e solo, eterno, resta l’amore. Amore per lo Spirito Santo che è il mio stesso respiro. Amore per il Padre che mi ha creato e per il Figlio che mi ha redento. Amore per questa umanità così bisognosa di misericordia, di tenerezza, di anticipi di fiducia.

Amore per me stesso, vero e santo amore quando vivo alla presenza di Dio, quando permetto alla Parola di farsi in me carne e vita, quando passo in mezzo alla gente senza giudicarla, vedendola bella e scoprendo in essa frammenti di verità e semi d’eternità. E amore per tutto il creato, gli uccelli del cielo e i gigli del campo, che lo Spirito vitale nutre e fa crescere per ricolmarmi di meraviglia e di stupore.

Perché il maligno non mi possa afferrare. Nella passione secondo San Marco è descritto un

fatto curioso; nella sua stranezza, può farci pensare che si tratti della firma che l’Evangelista stesso mette al suo scritto. Si tratta di un ragazzo che va nel Getzemani per vedere quello che sta capitando. Dormiva. Ha sentito un

Nicola Semitecola, Trinità (1367), Padova, Museo Diocesano d’Arte Sacra. «Amore per lo Spirito Santo che è il mio stesso respiro. Amore per il Padre che mi ha creato e per il Figlio che mi ha redento».

IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Novembre 2014

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SPIRITUALITÀ

rumore inconsueto e si è cinto ai fianchi un lenzuolo. Un soldato lo afferra ed egli scappa via nudo.

Meditando questo incidente, sento il bisogno di pregare lo Spirito Santo per avere il coraggio di scappare via nudo, lasciando tutto a chi mi vuole afferrare per farmi cadere nella logica del mondo, legata al possesso delle cose e delle persone.

Senza lenzuolo e unto con l’olio del Battesimo non do al maligno un appiglio per afferrarmi, farmi suo e per trascinarmi con lui. Scivolo via dalle sue micidiali prese.

Lo Spirito Santo mi vuole condurre al Padre, con le stesse parole con le quali Gesù invitò i discepoli a seguirlo, dopo la sbalorditiva pesca miracolosa.

A Lui chiedo di non chiamarmi quando le cose vanno male, perché non lo segua quale ultima spiaggia. Mi chiami dopo una serie di buone azioni, con la mente adorna di tante nozioni e dopo essermi messo nelle sue

mani come strumento per attirare a Dio tante persone.Ma prima di essere preoccupato di attirare a Lui i

miei fratelli, mi conceda la grazia di essere io attratto completamente dalla sua bellezza e di essere tutto, esclusivamente suo. Prima degli altri, Dio vuole me, umile, povero e distaccato da tutti e da tutto. Mi chiama a seguirlo senza barca, senza reti, senza compagni di squadra, mentre tengo a bada e mi sforzo di ridimensionare quell’ingombrante io che geme al pensiero di una croce.

Mi aiuti lo Spirito Santo a lasciare l’immagine che ho di me, pensando al Padre che mi ha creato a sua immagine. Mi aiuti a non avere un criterio personale di santità, ma quello delle Beatitudini. Mi aiuti a denudarmi completamente e restare rivestito solo della bellezza dello Spirito d’Amore.

Ed eterno sarà il mio grazie.

Padre Franco Carollonuovo rettore del santuario di Loreto

Il 4 ottobre l’arcivescovo Giovanni Tonucci ha nominato Padre Franco Carollo nuovo rettore della basilica di

Loreto, su presentazione di padre Giulio Criminesi, provinciale dei cappuccini delle Marche, e di padre Raffaele Della Torre, consigliere generale dell’Ordine dei cappuccini, al quale, prossimamente, passerà la diretta giurisdizione del servizio nel santuario lauretano, affidatagli da Pio XI nel 1934 con chirografo pontificio.

Il padre Franco Carollo proviene dalla Provincia dei cappuccini del Veneto e vanta una ricca esperienza, essendo stato consigliere provinciale, maestro degli studenti di teologia e, per alcuni anni, rettore del santuario della Madonna di Castelmonte (Udine), molto frequentato dai fedeli del Friuli e del Veneto. Nei suoi studi si è specializzato in Liturgia presso l’Istituto di Santa Giustina a Padova. Ha pubblicato numerosi e sostanziosi articoli in materia nella rivista del santuario di Castelmonte e altrove.

Quale rettore del santuario di Loreto sostituisce padre Alessandro Tesei, dimissionario, nella prospettiva di un passaggio del servizio dei cappuccini nel santuario della Santa Casa dalla Provincia delle Marche alla Curia Generale dell’Ordine, che provvederà ad attingere personale in tutte le rispettive circoscrizioni, distribuite in circa 104 Paesi dei vari Continenti. Foto Montanari.

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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Novembre 2014

SPIRITUALITÀsor. Francesca entisciò

Solo chi osa

Ci vogliono degli occhi speciali a volte per ricono-scere in chi ci vive accanto dei talenti che nessuno

immagina e bellissima la possibilità di farli emergere silenziosamente semplicemente credendoci davvero. Quando c’è qualcuno, anche solo uno che crede in te, allora si possono fare meraviglie nella vita. Di più: la vita stessa diventa meravigliosa. Sono quelle che defi-niamo persone significative, cioè capaci di tracciare un segno, di dare un senso, di regalarci un punto di vista nuovo. Non sono persone speciali, non hanno caratte-ristiche particolari, spesso non sono appariscenti, sono semplicemente attente, silenziosamente presenti. Nella vita non se ne incontrano molte, ma quando si ha la gra-zia di intessere un legame profondo sono come un porto sicuro dove c’è sempre calma anche dentro la tempesta.

In particolare nella vita spirituale abbiamo bisogno di queste persone significative capaci di aiutarci a leggere la strada e i segni che il Signore ci dona per progredire

nella vita interiore, per fare scelte secondo lo spirito, per non sprecare mai un momento del nostro tempo. Cia-scuno di noi, infine, è chiamato a sua volta a diventare luce e segno per altri accogliendo la fragilità del fra-tello e infondendo il coraggio, l’ammonimento, a volte persino l’audacia.

Convertire lo sguardoLa figura dell’accompagnatore spirituale è fondamen-

tale se si vuole progredire della vita di preghiera e di conoscenza del Signore. Attraverso la sua amicizia e la sua parola cambia lentamente il punto di vista sulla vita e si modifica il sentire delle cose. Si impara a gustare pienamente ogni particolare e a viverlo come dono.

Il rischio grande in cui si incorre però e quello di ide-alizzare la persona e quindi non accoglierla più come un essere fragile e peccatore. Che quindi può sbagliare, può dover attendere che si rischiari una tenebra, può

«Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali», miagolò Zorba. La gabbanella spiegò le ali. «Volo, Zorba, so volare!» strideva euforica dal vasto cielo grigio. L’umano accarezzò il dorso del gatto. «Bene, gatto. Ci siamo riusciti», disse sospirando. «Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante», miagolò Zorba. «Ah sì? E che cosa ha capito?» chiese l’umano. «Che vola solo chi osa farlo», miagolò Zorba.

Rimase a contemplarla finché non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad annebbiare i suoi occhi gialli di gatto nero grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto (Luis Sepulveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare).

«...I suoi occhi gialli di gatto nero, grande e grosso, di gatto buono...».

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non avere la luce per affrontare un problema. Non solo, c’è anche il rischio di delegare a lui le scelte e dunque la responsabilità della propria vita non facendosi cari-co di quella croce che inevitabilmente ci conforma allo Sposo. Il cammino del discepolo sia esso nel mondo o nel chiostro, non può esulare da una scelta costante di libertà, caratteristica fondamentale dell’amore. Chi ci accompagna deve sapere bene il rischio dell’amore, ma senza questo rischio che amore sarebbe? Non forse un gioco per bambini?

ContemplareLe meraviglie che il Signore compie nelle anime

sono fonte di contemplazione. Vedere spiccare il volo a qualcuno a cui sembravano chiuse le ali è un’espe-rienza di grazia fortissima che traccia un segno per sempre. L’amicizia, l’accompagnamento spirituali sono doni che vengono dall’alto e che per questo vanno con-templati e custoditi nel silenzio della preghiera.

Grande è la gioia di camminare fianco a fianco con qualcuno che crede in ciò che fai, sente quello che vivi e soprattutto non ha paura di lasciarti volare lontano. Una scommessa, ogni volta. Quella di scoprire persone significative davvero per la nostra vita e anche quella di esserlo per altri a nostra volta. In questo cammino lasciamoci accompagnare da Maria che ci indica la strada ed è per ogni uomo un segno luminoso, un por-to sicuro, un’ebbrezza di libertà.

La penitenza, una dimensione essenziale del pellegrinaggio

Il pellegrinaggio, che simboleggia tutta la vita cristiana, deve essere un gesto penitenziale. Purtroppo i pericoli e le derive mondane su questa pia pratica sono numerose. I manuali, come quello del gesuita Jacques Gretser, sono molto severi in proposito.

Anche a Loreto appare evidente il pericolo di scadere nella superficialità e nella mondanità, come notano numerosi commentatori. Scrive Lucetta Scaraffia: « Loreto ha costituito una meta obbligatoria, a partire dal XV secolo, per i pellegrini che si recavano a Roma, ma anche per viaggiatori meno devoti e curiosi… È talmente vicino all’autostrada, a pochi chilometri dall’Adriatico, che si fa fatica a ritrovare nella città-santuario di Loreto l’atmosfera di un centro di pellegrinaggio » (Un lembo di Terra Santa in Italia, p.7).

Fare di Loreto una Città della conversione e del silenzio sarà la sfida pastorale del futuro. Per aiutarci Dio ci ha mandato dei santi ed eroici pellegrini come Carlo Borromeo, Paolo della Croce, Luigi Monfort e, soppratutto, Benedetto Giuseppe Labre. Anche oggi non mancano dei pellegrini esemplari. Ne ho consosciuto alcuni di cui spero fare il ritratto in questa rivista. Oggi ho scelto di presentare un fratello di origine francoalgerina al quale do uno pseudonimo per proteggere il suo anonimato e la sua umiltà.

Ibrahim, un apolide e senza patria, convertito dall’Islam

Ibrahim (= Abramo) è un apolide, senza nazionalità, come è scritto anche sulla carta d’identità che mi ha mostrato. Non ha una famiglia ; non è stato mai accarezzato né vezzeggiato. È su tutte le strade da più di dieci anni. Nel corso di un pellegrinaggio a Compostela, dopo una notte di preghiera, un sacerdote cattolico, considerando la sua qualità spirituale e dottrinale, l’ha battezzato seduta stante. Per vari anni ha viaggiato con un un equipaggiamento irrisorio, dormendo all’addiaccio, pregando giorno e notte,

père marc Flichy

L’ANGOLO DI PÈRE MARC FLICHY

Ibrahim,Pellegrino penitente

a Loreto

La figura dell’accompagnatore spirituale è fondamentale se si vuol progredire nella vita di preghiera e di conoscenza del Signore».

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L’ANGOLO DI PÈRE MARC FLICHY

dimenticando il bere e il mangiare. Spesso, per amore di Gesù, ha cercato il cibo nelle

pattumiere. Ha fatto a piedi il pellegrinaggio di Compostela una decina di volte. D’inverno ha dormito in una catapecchia con finestre senza vetri.

Ho ammirato la religione rigorosa d’Ibrahim: preghiera e adorazione, messa lungamente preparata, comunione con le ginocchia in terra, ringraziamento prolungato, rifiuto delle comodità, digiuno rigoroso, varie forme di penitenza, culto per l’obbedienza e per la Parola di Dio.

Ibrahim parte come Abramo, senza sapere dove va, affrontando con coraggio tanti pericoli. Questa estrema indigenza e povertà non sono sopportabili senza una preghiera incessante. Dio e Dio solo è l’unica sicurezza. Ibrahim non ha l’impressione di condurre una vita eccezionale ed eroica. Coltiva anzitutto la virtù d’umiltà. Conosce le sue fragilità. Ha provato in modo tangibile la sua capacità di cadere. Ma non crede a una via facile per

trovare Dio. Pensa che senza la sofferenza del corpo la vita spirituale è illusoria.

Ammira la dottrina musulmana sufica e si dimostra nemico di tutto ciò che è tecnico e occidentale. All’alba della festa di Maria Regina ho visto ripartire il nostro piccolo santo con una stretta al cuore. Partendo mi ha lasciato la sua preghiera del pellegrino:

O mio dolce Gesù, Ti rendo grazie per tutto ciò che Tu sei, per tutto ciò che sono e per tutto ciò che vivo oggi… E grazie di permettere anche di perderTi e perdermi per meglio ritrovarTi e ritrovarmi qui e ora… di lasciare da parte il tempo per camminare al ritmo di un cuore di bambino spogliato di se stesso, fiducioso in Te solo, accogliendo Te e amando Te in me e intorno a me in ogni momento. Animato da un solo desiderio: camminare lentamente, semplicemente, poveramente. Con la fiducia nel Tuo amore, per la Tua assenza in me che è presenza in Te, nei miei fratelli e sorelle, e in tutte le creature. Oggi e per tutta la durata dei miei giorni e delle mie notti.

Statua di San Giuseppe Benedetto Labre, custodita nella cripta a lui intitolata nella basilica inferiore di Loreto. Il santo è un po’ l’emblema di pellegrini a piedi alla Santa Casa, dove si recò numerose volte.

PREGHIERA ALLA MADONNA DI LORETO

O Maria, ci rivolgiamo a Te, nella tua Santa Casa di Loreto, memoria del mistero di Dio fatto uomo nel tuo seno purissimo per opera dello Spirito Santo. Adoriamo il prodigioso evento, segno stupendo dell’amore di Dio per noi: il tuo esempio ci incoraggia ad affidarci al tuo amato Figlio nell’edificare la nostra vita sulla parola del vangelo. Madre di misericordia, ottienici da Gesù il perdono e la liberazione dal male; ottieni per l’intera umanità, ancora dominata dall’odio e dall’egoismo, la salvezza e la pace. Sulle orme degli innumerevoli pellegrini, che da sette secoli accorrono in questa Casa, veniamo a deporre nelle tue mani il nostro impegno di vera e profonda conversione. Possa la tua Casa di Nazaret diventare per le nostre case modello di fede vissuta e di intrepida speranza, affinché nelle chiese domestiche cresca la Santa Chiesa e dappertutto si diffonda l’amore di Cristo. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

(Preghiera di Giovanni Paolo II)

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SPIRITUALITÀ

Eravamo, mio marito, io e nostro figlio M. una famiglia felice, imprenditori di una bella realtà industriale. Il giorno 21 luglio 2011 tutto è crollato: a nostro figlio M., in modo inaspettato, viene diagnosticato un tumore cerebrale, precisamente un PNET (tumore primario neuroectodermico).

L’Amore, la forza, il coraggio, la speranza, il dolore,

la caparbietà, la voglia di vivere, tutto era in noi e tutto in M., giovane adulto di 28 anni. Insieme abbiamo lottato, dividendoci i nostri compiti in una formazione d’attacco al male. Quante battaglie in 15 mesi: non è stato facile, anzi è stato sicuramente molto difficile ed il grande amore tra noi tre ci ha permesso di andare avanti.

Poi sono arrivate le ultime settimane di vita: di M., unico figlio, e le nostre, di genitori persi in un dolore sordo e sovraumano. Abbiamo aiutato M. a percorrere il suo ultimo tempo, ma non ce l’avremmo mai fatta senza l’aiuto del gruppo di volontari. Sono entrati in casa nostra pacatamente, osservandoci, insegnandoci.

E li abbiamo odiati.Il loro grande impegno nel portare come

sanitari di ricca umanità M. alla morte senza tanta sofferenza era, per noi genitori, un tormento, non li volevamo, non li accettavamo; poi li abbiamo amati, perché ci hanno aiutato proprio in quello che capitava.

Sono entrati nel nostro cuore in pena e ci siamo fatti trasportare dalla loro esperienza. Li abbiamo visti piangere e soffrire con noi, pregare con noi e per noi, ci hanno dato la forza di lasciare agli Angeli il nostro Tesoro la notte dell’8 novembre 2012.

Adesso, spesso senza uno scopo di vita, vaghiamo in un mondo non più nostro, ma rispettiamo la vita concessaci da Dio e negata qui sulla terra al nostro M. Ma non negata in assoluto: ce lo dice la Fede.

Ci ritroviamo con Michela la capa dei volontari ogni quindici giorni: ci sta aiutando tanto e con lei condividiamo i nostri tormenti, cerchiamo di ripartire e di non vanificare l’Amore lasciato dal nostro adorato M.

Grazie. Grazie del vostro impegno e della vostra passione. Grazie della vostra professionalità. Laura, la mamma di M.

Questa testimonianza, intensa e vera, richiama fortemente un noto passo della vita di Gesù narrata dall’evangelista Marco:

Il dolore, lo squarcio dove entra Dio

La preghiera nella sofferenza: far battere il cuore al ritmo del Suo (19)

paolo Giovanni monFormoso

Fratelli Wierics (sec. XVI-XVII), Gesù risuscita la figlia di Giairo. «Presa la mano della bambina, le disse: Talità kum, che significa: Fanciulla, ti dico, alzati!».

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SPIRITUALITÀmons. Decio cipolloni

La verità

è un incontroNon sono parole nostre, ma di Papa Francesco, che

nell’omelia a Santa Marta, l’8 maggio 2013 affermava: “la verità non entra in un’enciclopedia. La verità è un incontro; è un incontro con la Somma verità: Gesù, la grande verità. Nessuno è padrone della verità. La verità si riceve nell’incontro”.

Mi risuonano ancora nella mente le parole del mio Arcivescovo di Camerino, mons. Bruno Frattegiani di venerata memoria, che amava ripetere: “non siamo noi a possedere la verità, ma è la verità che ci possiede.”

Questo per riaffermare le parole di Gesù che dice: “quando

Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: “La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva”. Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: “Non temere, continua solo ad aver fede!”. E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: “Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme”. Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: “Talità kum”, che significa: “Fanciulla, io ti dico, alzati!”. Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. (Mc 5, 21 -…- 43)

Oltre ogni lettura esegetica più competente, un particolare sembra pregnante tanto nel racconto di Laura quanto in quello di Marco: l’importanza ed il ruolo della famiglia (“Insieme abbiamo lottato, dividendoci i nostri compiti in una formazione d’attacco al male” – “prese con sé il padre e la madre della fanciulla”) e dell’equipe terapeutica (“non ce l’avremmo mai fatta senza l’aiuto del gruppo” - Pietro, Giacomo e Giovanni… prese con sé… quelli che erano con lui”). Occorre dunque ben valutare l’importanza del gruppo che cura, del gruppo terapeutico e del gruppo di preghiera di intercessione. Sulla sua formazione, fede e competenza. Un gruppo che ben saprà comportarsi principalmente così: “Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili” (Rm 12, 14-16), parole molto simile a quelle che dice Laura dei suoi volontari: “Li abbiamo visti piangere e soffrire con noi, pregare con noi e per noi, ci hanno dato la forza…”

Ludovico Seitz, Pentecoste, particolare, Loreto Cappella Tedesca (1892-1902). «Fu nel giorno di Pentecoste, che venendo in una forma tanto prodigiosa, quanto veemente, lo Spirito Santo si consegnò agli apostoli, perché dessero inizio al cammino della Chiesa...».

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SPIRITUALITÀ

verrà lui, lo Spirito di verità, vi guiderà a tutta la verità.” Fu nel giorno di Pentecoste, che venendo in una

forma tanto prodigiosa, quanto veemente, lo Spirito Santo si consegnò agli apostoli, perché dessero inizio al cammino della Chiesa, così da rendere visibile ed operante nel mondo Cristo e la sua azione di salvezza.

A Cristo “via verità e vita”, quanto più si affida la Chiesa, quanto più si affidano i cristiani, tanto più essi stessi possono diventare suoi testimoni, se percorrono le vie della giustizia, nella ricerca sincera della verità, in una vita integra ed esemplare.

Le riflessioni del Papa in quella omelia, come nelle moltissime che offre non solo ai fedeli della messa a Santa Marta, ma a tutti noi, non possono lasciarci indifferenti, perché toccano nel profondo la nostra coscienza, il nostro vissuto quotidiano, l’origine stessa della nostra fede, verificando se adulti nella vita lo siamo diventati anche nella fede.

Volendo però approfondire l’espressione “la verità è un incontro”, Papa Francesco sottolinea che essa ha un nome ben preciso ed è quello di Gesù Cristo, perché è la stessa sua persona, tanto che l’evangelista Giovanni afferma: “il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi, lui pieno di grazia e di verità. Infatti la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (Gv 1,16-17).

Non dovrebbero esserci dubbi, che “la grazia e la verità”, vengono da lui, e tutti possiamo dire che con il battesimo e con la cresima sono state infuse in noi tanto da poterle incarnare ed esprimere nella nostra vita.

Se la “verità è un incontro”, non può che essere con lui, con Cristo, e finché permaniamo in lui, siamo nella verità.

Ma la verità è un incontro anche con tutti coloro che sono stati avvolti da essa. Ogni volta che ci incontriamo, che condividiamo la stessa fatica della vita e della fede, ci incontriamo con la verità. Lo vorremmo sperare!

Ma è bene confessare che tutti viviamo in una profonda crisi di verità, sia tra i cristiani, sia nella società contemporanea. È passato il tempo nel quale si affermava: “la verità a tutti i costi”.

Si vive nella crisi del sospetto e siamo i primi a pensare che, per i politici, per gli amministratori, per i professionisti, per i diplomatici, come per la gente comune, della menzogna nessuno si fa più scrupolo.

Sospetto e sfiducia serpeggiano persino nelle relazioni familiari, in quelle amicali e in quelle ecclesiali.

Forte è la spinta a prevalere, a ben vendere la propria immagine o a difendere i propri spazi. Tutti invocano la verità, per essa si giura, ad essa ci si appella, perché venga alla luce tutt’ intera.

Verità dunque con se stessi, prima ancora che con gli altri, mettendo a nudo la propria coscienza e i propri pensieri, in un confronto diretto con quella

verità che è Cristo.Davanti a lui nulla può rimanere, né mai rimarrà

nascosto. Amando Cristo, non possiamo non amare la verità. Privati di essa, perdiamo la dimensione della verità stessa su di noi, sull’uomo e sui destini eterni.

Così i nostri incontri, le nostre relazioni, non ultima quella sublime tra gli sposi, tra genitori e figli, rischiano di perdere il senso dell’amore, dell’accoglienza e della fedeltà. Il conflitto tra verità e falsità è così forte che nel Vangelo trova la sua identificazione nei serrati dialoghi tra Cristo e i farisei, tra la verità che è lui e la menzogna che sono loro.

Se la “verità è un incontro”, che ogni incontro sia nella verità, perché si realizzi la preghiera di Gesù al Padre nell’ultima cena: “consacrali nella verità. La tua parola è verità.” (Gv 17,17). Lo sia anche la nostra.

Simon Vouet, Ultima Cena (1627), Loreto, Museo-Antico Tesoro. «...La preghiera di Gesù all’ultima cena: ”Consacrali nella verità. La tua parola è verità (Gv 17,17). Lo sia anche la nostra».

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GUARIGIONI A LORETOproF. Fiorenzo miGnini

L’Osservatorio Medico “Ottaviano Paleani” è stato stabilito presso la Santa Casa di Loreto il 2 Febbraio 2012 al fine di constatare, raccogliere i fatti ed effettuare la valutazione di ciascun caso di guarigione apparentemente inspiegabile, nonché di monitorarne l’evoluzione per almeno un anno attraverso un’attività professionale qualificata. Il materiale proposto in questa rubrica proviene dall’archivio dell’osservatorio. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito: www.osservatorioloreto.org

La Signorina Daniela Zerbelloni (17 anni) di Melegnano (Milano) era affetta da una forma di

osteogenesi imperfetta, una malattia genetica che rende le ossa molto fragili. Non riusciva a camminare e si muoveva solo se accompagnata mediante una sedia per disabili.

A cavallo dei mesi di agosto e settembre del 1976 si trovava a Riccione in vacanza e, avendo saputo che nella parrocchia del suo Paese era stato organizzato un pellegrinaggio a Loreto, chiese ai responsabili la cortesia di passarla a prendere per potervi partecipare.

Il 1° settembre giunge a Loreto e alle ore 17,00 si reca in Basilica con gli altri malati; alle 17,30 partecipa

alla S. Messa celebrata in Santa Casa dal parroco di Melegnano, Don Giampiero Invernizzi. Entrando in Santa Casa la Signorina Zerbelloni fissa una delle pietre ornanti la Dalmatica della Statua della Vergine e viene colpita da una luce verde che le impedisce di vedere l’immagine della Madonna. Credendo di condividere la visione della luce con gli altri, chiede conferma a quelli che le stanno vicino, ma tutti rispondono di vedere solo la statua della Madonna.

Durante la celebrazione della S. Messa, la luce si intensifica mentre il suo corpo è penetrato da un forte calore. Conosce un’emozione mai avvertita. Durante l’elevazione del Calice si sente incitata a camminare e

dice alla madre che le stava accanto: “Mamma, aiutami che cammino”. Si alza dalla sedia a rotelle e sale da sola i gradini dell’altare mentre il suo aiutante del pellegrinaggio, Ferdinando Postini, la segue trepidante con le braccia temendo un’insanabile caduta.

Dopo la S. Messa, la ragazza si reca in sagrestia dove può raccontare l’accaduto all’Arcivescovo di Loreto Mons. Loris Capovilla il quale subito eleva una preghiera di ringraziamento alla Madonna ed esorta i presenti a vivere con forte impegno la loro fede.

I medici del pellegrinaggio, stupiti, riscontrano clinicamente la guarigione immediata. Nel corso dell’anno successivo Daniela Zerbelloni cresce in statura e le ossa continuano a solidificarsi. Le radiografie mostrano la scomparsa dei segni delle fratture; il sistema muscolare si rafforza sempre di più; riesce a salire e scendere le scale e

Daniela Zerbelloni con i suoi genitori.

La guarigione di Daniela Zerbelloni

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OGNI SANTITÀ PASSA A LORETOp. marcello montanari

Álvaro del Portillo(1914-1994)

Beato

Attività intensa e spiritualmente fecondaMons. Álvaro del Portillo nacque a Madrid (Spagna)

nel 1914. Era ingegnere civile, Dottore in Filosofia e in Diritto Canonico quando nel 1935 entrò a far parte dell’Opus Dei, fondato da san Josemaría Escrivá. Visse con piena fedeltà la vocazione e la missione del suo Istituto, mediante la santificazione del lavoro professionale e il compimento dei doveri ordinari svolgendo una vastissima attività apostolica. San Josemaría trovò in lui il sostegno più valido: per quasi quarant’anni egli stette al suo fianco e ne fu il collaboratore più stretto.

Il 25 giugno 1944 fu ordinato sacerdote. Nel 1946 si stabilì a Roma per aiutare San Josemaría nel governo e nell’espansione dell’Opus Dei, dove ricoprì numerosi incarichi. Con la sua attività intellettuale accanto a san Josemaría e con il suo lavoro nella Santa Sede ha elaborato una profonda riflessione sul ruolo e la responsabilità dei fedeli laici nella missione della Chiesa attraverso il

ad andare in bicicletta.Il 1° settembre dell’anno successivo, la Signorina

Daniela è tornata a Loreto per ringraziare la Madonna.

La MalattiaL’osteogenesi imperfetta (OI) comprende un gruppo

eterogeneo di malattie genetiche caratterizzate da un aumento della fragilità scheletrica, una diminuzione della massa ossea e una suscettibilità alle fratture ossee di gravità variabile. L’età d’esordio dipende dalla gravità della malattia. A livello clinico sono state identificate cinque forme di OI, ma il segno clinico più rilevante in tutti i tipi è la fragilità scheletrica, che si manifesta con fratture multiple.

L’osteogenesi imperfetta di tipo 2 è letale, il tipo 3 è grave, i tipi 4 e 5 sono moderati mentre il tipo 1 è lieve. Nell’ambito della popolazione, l’incidenza complessiva della malattia risulta essere di circa 1 caso su 12.000. Allo stato attuale sappiamo che nel 95% dei casi l’OI è dovuta alle mutazioni dei geni ben noti (COL1A1 e COL1A2; 17q21.33 e 7q21.3) che codificano per le catene alfa1 e alfa2 del collagene tipo I. La diagnosi si basa sui segni scheletrici ed extra-scheletrici. Gli esami radiologici rivelano osteoporosi e ossa simil-wormiane.

La densitometria conferma la diminuzione della massa ossea. La diagnosi differenziale si pone con diverse malattie. La presa in carico del paziente deve essere multidisciplinare (medica, ortopedica, fisioterapica e riabilitativa). La terapia è inefficace, ad ogni buon conto, la terapia standard per le forme gravi si basa per lo più sui bifosfonati con forti proprietà di contrasto sull’assorbimento dell’osso, che non sono tuttavia in grado di curare la malattia. Durante tutta la vita del paziente, è fondamentale la prevenzione del deficit di vitamina D e di calcio.

Il trattamento chirurgico è essenziale per la correzione delle deformità scheletriche e della colonna e la prevenzione delle fratture delle ossa lunghe. La fisioterapia precoce migliora l’autonomia del paziente attraverso la valutazione dei deficit motori, la riduzione del rischio di cadute e la promozione dell’attività fisica. La prognosi funzionale dipende dalla gravità della malattia e dalla qualità della presa in carico. La prognosi quoad vitam dipende dalla gravità delle complicazioni respiratorie associate alle deformità della colonna. I pazienti affetti dalla malattia in forma moderata o grave dovrebbero essere seguiti periodicamente in modo da prevenire l’insorgenza di possibili complicanze neurologiche. E’ fondamentale fornire un servizio di consulenza e un supporto psicologico sia ai pazienti sia ai loro familiari.

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OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO

lavoro professionale e le relazioni sociali e familiari. Tra il 1947 e il 1950 ha avviato varie attività apostoliche

dell’Opus Dei a Roma, Milano, Napoli, Palermo e in altre città italiane. Ha ricoperto diverse mansioni anche presso la Santa Sede. Ha partecipato attivamente al Concilio Vaticano II ed è stato per molti anni consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e di varie altre. Quale membro della Commissione per la revisione del codice di diritto canonico intervenne nell’elaborazione dell’attuale codice, promulgato da Giovanni Paolo II nel 1983.

Il 15 settembre 1975 venne eletto primo successore di San Josemaría alla guida dell’Opus Dei. In continuità con il santo fondatore si prodigò nel condurre in por-to gli obiettivi propri del carisma dell’Istituto. Quando nel 1982 Giovanni Paolo II eresse l’Opus Dei in Prelatura Personale lo nominò Prelato e il 6 gennaio 1991 gli con-ferì l’ordinazione episcopale.

Ha chiuso il suo intenso pellegrinaggio terreno il 23 marzo 1994, poche ore dopo il rientro da un pellegri-naggio in Terra Santa. La mattina precedente aveva ce-lebrato l’ultima messa a Gerusalemme, nella chiesa del Cenacolo. Papa Francesco ha promulgato il decreto per la sua beatificazione, la cui proclamazione è avvenuta a Madrid il 27 settembre 2014.

Fedele a Dio e allo spirito del suo IstitutoTutta l’attività svolta da mons. Álvaro del Portillo

fu caratterizzata dalla fedeltà al fondatore e al suo messaggio, tesa a consolidare gli impegni apostolici della Prelatura e il sevizio alla Chiesa. Seguì gli insegnamenti di san Josemaría amando la Chiesa e vivendo nella totale comunione con il Papa e i Vescovi. La carità verso tutti, la sollecitudine vivissima per i

membri dell’Opus Dei, l’umiltà, la prudenza, la fortezza, la gioia, la semplicità, l’ardente anelito di conquistare anime a Cristo, sono aspetti che si fondono a comporre il ritratto della sua anima.

Si è impegnato a vivere con pienezza l’amore di Dio e del prossimo attraverso la santificazione degli impegni ordinari: «Santificare il lavoro; santificarsi nel lavoro; santificare gli altri con il lavoro». Ammirevole la sua operosità dispiegata, prima come ingegnere, poi nel ministero sacerdotale e, infine, come Vescovo della Prelatura dell’Opus Dei.

Uomo di profonda bontà e affabilità, era capace di trasmettere pace e serenità Anche nelle contrarietà e persecuzioni sapeva perdonare e pregare per i persecu-tori. Sempre in comunione alla Chiesa e con il Papa, era soprattutto intento a lavorare per edificare il Regno di Dio e conquistare le anime a Cristo.

Furono numerosi i viaggi allo scopo di incoraggiare e confermare i fedeli della Prelatura nella vita spirituale e nell’impegno apostolico. Fondò la Pontificia Università della Santa Croce a Roma per la formazione dottrina-le dei sacerdoti, secondo un progetto già concepito da San Josemaría.

Scrisse pregevoli opere giuridiche, teologiche e di spiritualità sul sacerdozio e sul laicato, come Laici e fede-li nella Chiesa, Consacrazione e missione del sacerdote, Una vida para Dios.

Più volte pellegrino a LoretoLa sua grande operosità si fondava sulla profonda

consapevolezza della filiazione divina, basata sull’unione con Cristo, sul fiducioso abbandono alla volontà del Padre nell’amore dello Spirito Santo. Alimentava la sua vita spirituale costantemente immerso nell’orazione, nella vita eucaristica e nella tenera devozione per la Beata Vergine Maria.

Anche nelle prove e nelle difficoltà quotidiane rimase fedele alla croce di Cristo con l’esemplare letizia evangelica tipica delle beatitudini. Visse la virtù dell’umiltà in modo del tutto straordinario, ritenendola uno strumento indispensabile di santità e di apostolato. L’umiltà era per lui la casa della carità. In uno degli ultimi discorsi affermò: “Occorre lottare tutta la vita per giungere a essere umili. Abbiamo la scuola meravigliosa di umiltà del Signore, della Santissima Vergine e di San Giuseppe”. Anche per questo si sentiva particolarmente attratto dalla Santa Casa di Nazaret che si venera a Loreto. Più volte, infatti, si è recato in pellegrinaggio a Loreto insieme al fondatore san Josèmaria (vedi foto accanto, davanti alla basilica di Loreto, alla destra del santo fondatore).

Il beato Álvaro del Portillo (a sinistra di chi osserva) insieme con san Josemarìa Escrivá a Loreto, davanti la basilica.

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Speciale

L’8 settembre a Loreto, fin dalle origini del santuario, si celebra solennemente la festa della nascita di Maria. Nel secolo XV essa era collegata con le note «Fiere recanatesi», che erano frequentatissime, con mercanti provenienti da ogni parte.

La ragione di tale solennità si trova nella tradizione lauretana, la quale afferma che nella Casa di Nazaret trasportata a Loreto Maria è stata concepita ed è nata, poi vi è stata educata, vi è stata fidanzata con Giuseppe e vi è stata annunciata dall’arcangelo Gabriele. E’ sempre

suggestivo, quindi, celebrare il compleanno della Madre nella sua stessa Casa natale.

I festeggiamentiI festeggiamenti, come ogni anno, sono iniziati nella

serata del 7 settembre con la solenne recita dei vespri e con la processione con la statua della Madonna, portata a spalla dagli aviatori. L’una e l’altra sono state presiedu-te, come da tradizione, dal vescovo di Sora-Aquino-Pon-tecorvo. Quest’anno ha presieduto il vescovo mons. Gerardo Antonazzo che, al termine della processione, ha illustrato con chiarezza e lucidità il seguente tema: Maria sentinella di fede, di speranza e di carità, modello in questo di tutti i cristiani. Numerosissimi sono stati i

Buon compleanno, Maria, nella tua casa!

Un momento della processione del 7 settembre. Foto Montanari.

Anna Maria Tarantola accende la lampada. Accanto a lei L’arcivescovo Giovanni Tonucci e fra Luigi Gambella. Foto Montanari.

Festività lauretane di settembre

Sonennitá della nascita della Beata Vergine

Specialepellegrini che hanno partecipato alla pro-cessione, in primo luogo quelli della Cio-ciaria, e quest’anno anche quelli dell’Uni-talsi lombarda. Il percorso è stato munito di un nuovo ed efficace impianto microfo-nico che ha favorito il coinvolgimento dei pellegrini ai canti e alle preghiere.

Nel primo mattino dell’8 settembre, il vescovo Antonazzo ha celebrato la Messa, riservata principalmente ai pellegrini della Ciociaria. Il momento culminante è stata la solenne concelebrazione eucaristica, pre-sieduta dall’arcivescovo Giovanni Tonucci, che all’inizio ha rivolto il saluto ad Anna Maria Tarantola, presidente della Rai, in-tervenuta per l’accensione della lampada, e alle altre autorità civili e militari, in primo luogo dell’Aeronautica. Tra gli ospiti illu-stri si segnala l’ambasciatore della Corea presso la Santa Sede Francesco Kyung-Surk Kim con la sua signora.

Nella meditata omelia l’arcivescovo, tra l’altro, ha messo in evidenza come il progetto salvifico di Dio - realizzato in Cristo, figlio di Maria - che ha dato una svolta alla storia dell’umanità, sia stato nei secoli e sia ancora oggi rifiutato da molti. Tra gli altri mali che affliggono al presente la società, il celebrante ha sottolineato il misconoscimento dei diritti dei figli per l’affermazione egoistica dei diritti dei genitori, con

metodi talora immorali. Ha messo in risalto anche le guerre che attualmente interessano alcuni popoli, con persecuzioni di diverso tipo. Tutto ciò congiura contro il progetto di Dio in nome di una sfrenata libertà che spesso offende la legge morale.

L’accensione della LampadaIl cardinale Angelo Comastri, quando era arcivescovo

di Loreto, dispose che si accendesse ogni mattina una lampada in Santa Casa con una Preghiera per l’Italia, che attualmente è quella composta di proprio pugno da Benedetto XVI. Introdusse anche la cerimonia dell’accensione della lampada l’8 settembre di ogni anno, chiamandovi per la cerimonia eminenti personalità della politica, della società e della cultura. Nel 2002 è stato invitato lo stesso Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi e l’anno scorso è intervenuto il Presidente del Senato Pietro Grasso.

Quest’anno è stata invitata Anna Maria Tarantola, Presidente della Rai, la quale ha acceso la lampada al termine della messa. Più tardi, a commento della cerimonia, l’arcivescovo Tonucci ha pronunciato severe parole che rendono pensosi. «Il momento è terribile – ha detto - con i cristiani perseguitati e il sorgere di un fanatismo pseudo religioso, che sta raggiungendo livelli

Da sinistra a destra: l’ambasciatore coreano presso la Santa Sede Francesco Kyung-Surk Kim, Roberto Stefanelli, e la signora dell’ambasciatore. Foto Montanari.

Recita dell’Angelus sul sagrato della basilica. Foto Montanari.

insostenibili. Basti pensare al modo in cui vengono trattate le donne: come merce da usare e rigettare. Di fronte a questa realtà, – ha concluso – occorre fare un appello per un intervento forte che distrugga questo cancro che sta eliminando una parte della nostra umanità».

Da parte sua Anna Maria Tarantola, dopo la cerimonia, ha confidato: «Sono onorata ed emozionata per essere stata chiamata ad accendere la lampada per l’Italia. Un gesto simbolico inteso come stimolo a operare su indicazione di Giovanni Paolo II per il sostegno alle varie realtà politiche, culturali ed economiche del Paese». E ha aggiunto che la lampada costituisce «l’impegno costante che tutti dobbiamo avere per affrontare il difficile momento storico che stiamo vivendo e gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento della vera pace. In questo senso ognuno deve fare la propria parte senza aspettare che altri facciano le cose al nostro posto».

La recita dell’AngelusSubito dopo la Messa l’arcive-

scovo e gli altri si sono portati sul sagrato della basilica per la pre-ghiera dell’Angelus e la consegna

della targa «Città di Loreto» da parte del sindaco Paolo Niccoletti a un reparto dell’Aeronautica militare.

Quest’anno non ha avuto luogo il sorvolo degli aerei sul santuario, in segno di lutto per la morte dei quattro piloti del Sesto Stormo, avvenuta il 19 agosto nello scontro tra due Tornado nei cieli dell’Ascolano. Vi hanno trovato la morte Alessandro Dotto di 31 anni, Paolo Piero Franzese di 35 anni, Mariangela Valentini di 31 anni e Giuseppe Palminteri di 36 anni.

Vini doc dell’azienda agraria del santuario

Ha fatto seguito una conferenza stampa nella Sala Paolo VI, nella quale è stata data notizia della collaborazione tra l’azienda agraria della delegazione pontificia e l’azienda «Ciù Ciù», che ha una pluriennale esperienza in campo

enologico. La collaborazione prevede l’attuazione di una gamma esclusiva di vini rossi e bianchi, provenienti dai vigneti dell’azienda della delegazione pontificia e prodotti dalla azienda «Ciù Ciù», la quale è disposta a mettere in campo tutta la sua esperienza al fine di realizzare una linea di pregiate etichette contraddistinta dal timbro della delegazione pontificia. Nella conferenza

Speciale

Conferenza stampa nella Sala Paolo VI. Da destra a sinistra: l’enologo Alberto Mazzini, l’arcivescovo Giovanni Tonucci e il titolare dell’Azienda «Ciù Ciù» Walter Bartolomei. Foto Montanari.

Veduta di una sezione della Mostra delle ceramiche popolari, con un’esposizione di bottiglie di vini pregiati sullo sfondo. Foto Montanari.

Specialestampa hanno preso la parola l’arcivescovo Giovanni Tonucci, il titolare dell’azienda «Ciù Ciù» Walter Bartolomei e l’enologo Alberto Mazzini.

Mostra di CeramicheSubito dopo è stata inaugurata presso le Cantine del

Bramante la Mostra «Dalla Terra alla Tavola. Ceramica Popolare marchigiana dal XVII al XIX secolo». Si è trattato di un percorso eccezionale all’interno di un ambiente suggestivo che ha permesso non solo di ammirare arredi e ceramiche popolari degli ultimi secoli, ma anche di poter degustare vini «Ciù Ciù».

La ricca e variata serie delle ceramiche popolari è stata messa a disposizione dal collezionista Gianni Brandozzi di Ascoli Piceno e ha costituito un vero godimento per chi si diletta di storia del costume e dell’arte popolare. La Mostra è restata aperta fino al 12 ottobre.

Manifestazioni civiliSi sono avute anche alcune manifestazioni civili,

perché la solennità della Natività di Maria è la festa patronale della città di Loreto. Nella tarda serata del 6 settembre ha avuto luogo la tradizionale «Corsa del Drappo», che consiste in una corsa di cavalli dei vari rioni di Loreto lungo la salita di Montereale (Via Brancondi). Quest’anno ha vinto il Rione Stazione. Il 7 e 8 settembre hanno avuto luogo anche la tradizionale Fiera in Via Sisto V e a Piazzale Lotto, la «Musica in strada» e, a Piazza dei Galli, la degustazione della birra di Altötting, città della Baviera gemellata con Loreto.

L’8 settembre, alle 17,30, un folto pubblico ha assistito al lancio dei paracadutisti in Piazza della Madonna; alle 21,15, sempre in Piazza della Madonna si è esibito il Concerto della Fanfara del Comando della Regione

Aerea di Milano; alle 23,00 c’è stata l’estrazione della tombola e, dopo la mezzanotte, lo spettacolo pirotecnico.

Lancio in Piazza della Madonna di un paracadutista. Foto Longarini.

Manifestazioni lauretane - Dicembre 2014Lunedì 1 ore 21,00 Basilica, Novena dell’Immacolata.

Venerdì 5 - Sabato 6 Sala Pomarancio e Cantine del Bramante, Convegno internazionale “Bramante e Loreto”.

Venerdì 5 ore 21,00 Basilica, predica d’Avvento di S.E. Mons. Giovanni Tonucci.

Sabato 6 ore 21,00 Basilica, Concerto in occasione del Convegno internazionale ‘’Brarnante e Loreto”.

Lunedì 8 ore 11,00 Basilica, Solenne Pontificale per la festa dell’Immacolata.

Martedì 9 ore 19,00Piazza della Madonna, Festa della Venuta: accensione del falò, veglia di preghiera con recita del S. Rosario, celebrazione eucaristica e processione con la statua della B.V Maria di Loreto.

Mercoledì 10 ore 11,00 Basilica, Solennità della Venuta, Celebrazione Eucaristica.

Venerdì 12 ore 21,00 Basilica, predica d’Avvento di S.E. Mons. Giovanni Tonucci.

Venerdì 19 ore 21,00 Basilica, predica d’Avvento di S.E. Mons. Giovanni Tonucci.

Domenica 21 ore 21,00 Basilica, Concerto di Natale della Cappella Musicale della Santa Casa.

Su iniziativa del cappuccino indiano padre Bosco Gnanaraj, già missionario nello

Zimbabwe e ora penitenziere nel santuario della Santa Casa, nel 1999 è stata costruita a Mayobodo, in quello Stato africano, nella stazione missionaria di Sant’Anna, all’interno del territorio della diocesi di Bulawayo, una piccola ma graziosa cappella dedicata alla Madonna di Loreto, dove recentemente è stata collocata una statua. Il luogo di culto mariano riscuote viva devozione presso la popolazione.

Il parroco del duomo di Senigallia don Giancarlo Cicetti ci segnala una splendida statua della Vergine Lauretana

custodita in quella chiesa, sicuramente esemplata su quella venerata attualmente in Santa Casa.

L’aspetto singolare sta nel fatto che nel suo voluminoso supporto ligneo, entro un’elaborata custodia, è conservato un «Frammento del simulacro di Maria SS. arso nel misterioso incendio della notte tra il 22 e il 23 febbraio 1921 nella S. Casa di Loreto», come dice un’iscrizione all’intorno.

Nel piedistallo della statua si legge quest’altra iscrizione latina: Da pacem Domina in diebus nostris. Cioè: Dona pace, o Signora, ai nostri giorni.

Si tratta di un gioiello di storia, arte e devozione.

nelLORETO NEL MONDO

Una chiesa lauretana nello Zimbabwe

Una singolare statua della Vergine

Lauretana a Senigallia

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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Novembre 2014

I VANGELI DELL’INFANZIA NELL’ARTE LAURETANAp. Giuseppe santarelli

L’annunciazione di Federico Barocci (4)

«Avvenga per me secondo la tua parola»

Nella basilica di Loreto si

trova la splendida Cappella dei Duchi

di Urbino, così deno-minata perché voluta

e attuata dal duca urbina-te Guidubaldo II della Rovere,

che avviò il progetto nel 1568, ripreso molto più tardi dal figlio Francesco Maria II, che la portò a termine nel 1584. Essi per la decorazione vi chiamarono solo artisti del loro ducato, celebre centro di arte: Lattanzio Ventura per il disegno dell’architettura della cappella, Federico Brandani per i mirabili stucchi della volta, Federico Zuc-cari per gli affreschi mariani delle pareti e della volta, e Federico Barocci (1535-1612) per la pala d’altare raffigu-rante l’Annunciazione, eseguita tra il 1582 e il 1584.

La tela del Barocci restò in sede fino al 1772, quando fu trasportata a Roma per essere riprodotta in mosaico nello Studio dei Mosaici Vaticani. La copia fu collocata, sempre quale pala d’altare, nella stessa cappella nel 1791, mentre la tela, tornata a Loreto, fu esposta nella Sala del Tesoro, da dove nel 1797 fu portata via dai napoleonici e trasferita a Parigi. Recuperata dallo Stato Pontificio nel 1817, fu esposta nella Pinacoteca Vaticana, dove tuttora si ammira. Dal 6 dicembre 2009 all’8 marzo 2010 la tela, tornata per breve tempo a Loreto, è stata esposta nel Museo-Antico Tesoro riscuotendo viva ammirazione da parte degli intenditori e dei visitatori (vedi foto a lato).

Secondo gli storici d’arte dei secoli passati, il pittore urbinate nel volto della Madonna volle riprodurre quello di una «leggiadrissima donna» della famiglia Compagnoni di Macerata.

Si legge anche che il Barocci stimava questa tela «sopra tutte le opere che egli formò» (A. Ricci, 1834). In effetti, esistono squisiti disegni preparatori e numerose repliche di questa tela, una eseguita addirittura per Filippo II, re di Spagna. Chi volesse informarsi in materia, può consultare il pregevole volume di A. Emiliani, Federico Barocci, Fano 2008, II, pp. 10-34.

Il pittore ha raffigurato la Vergine in ginocchio su uno sgabello, con la mano sinistra recante il libro della

Bibbia appoggiato su un tavolo e con la mano destra in atteggiamento di amabile assenso, mentre l’angelo, genuflesso con il ginocchio destro davanti, stende verso di lei la mano destra, stringendo con l’altra il giglio della verginità perpetua di lei.

Qui il Barocci vuol mettere in risalto il sì di Maria alla proposta di Dio trasmessale dall’angelo: «Avvenga per me secondo la tua parola» (Lc, 1, 38). Asseconda questo clima di ferma e serena accoglienza un inimitabile tocco di domestica intimità, rappresentata dal gattino che

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placidamente dorme sul lato

sinistro. Mentre nell’’Annunciazione del Sansovino scolpita nel Rivestimento marmoreo - che interpreta il turbamento di Maria - il gatto fugge spaventato, quasi a rendere più evidente quel clima attraversato da improvvisa inquietudine, in questa Annunciazione il gatto quietamente dorme, in sintonia con il clima spirituale circostante.

Nel dipinto in esame, al di là della finestra, attraversata da un copioso tendaggio rosso, si staglia in lontananza il profilo del Palazzo ducale di Urbino, che sta a richiamare, con anacronistica ma icastica evidenza, i munifici committenti. Anche in altre tele il Barocci ha raffigurato il Palazzo urbinate, caro alle sue domestiche visioni, ma qui lo ha dipinto con maggiore risalto.

Sul profilo propriamente artistico, è da dire che l’Annunciazione dipinta dal Barocci è la più pregevole e bella, dopo quella del Sansovino, tra tutte le altre esistenti nel santuario di Loreto. L’impaginazione della scena, in lieve diagonale, riecheggia i moduli compositivi del pittore e crea un ambiente di soave devozione nei modi garbati e armonizzati. Il dipinto è animato da un morbido e vivace impasto cromatico, a tratti luminoso e seducente, e da piacevoli sfumature, nelle quali l’artista fu maestro impareggiabile.

Per concludere, si può ricordare la diversa sensibilità circa il problema della luce tra Federico Zuccari, che suggeriva di porre nella finestra della Cappella lo stemma del duca di Urbino con festone, colorato da vari frutti, e il Barocci che auspicava una vetrata senza colori. La finezza del Barocci esigeva una luce neutra e naturale che esaltasse le tonalità e le sfumature, senza alterarle, mentre il gusto dello Zuccari proponeva vetri colorati, almeno in parte, noncurante delle dissonanze cromatiche derivabili dai riflessi e dalle rifrazioni.

Visita di mons. Tonucci

a Istra (Russia)

Grazie al contributo propositivo e organizzativo del Consolato Onorario della Federazione Russa di

Ancona, nella persona del Console, il Prof. Armando Ginesi, che ha sposato e sostenuto dall’inizio il gemellaggio tra la città di Loreto e la città russa di Istra, situata a 58 km a ovest di Mosca, dal 25 al 27 agosto scorso Mons. Giovanni Tonucci, accompagnato dal Dott. Vito Punzi, curatore del Museo-Antico Tesoro, si è recato in visita nella cittadina dove ha sede il grande monastero chiamato “Nuova Gerusalemme”, che dipende direttamente dal Patriarcato di Mosca. Per l’Arcivescovo Delegato Pontificio la visita è stata l’occasione per conoscere ed allacciare un primo contatto con una località molto cara alla cristianità ortodossa russa.

Accompagnato dal giornalista e interprete Alexander

L’arcivescovo Giovanni Tonucci a Mosca con Vito Punzi, curatore del Museo-Antico Tesoro di Loreto.

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Tarakanov, Mons. Tonucci è stato accolto dal sindaco di Istra, Jury V. Saveliev, e quindi dall’Igumeno Feofelat, governatore del Monastero “Nuova Gerusalemme”, che con grande entusiasmo e competenza ha illustrato la storia, la bellezza, l’imponenza e il valore spirituale del grande complesso, nonché gli ingenti lavori di ristrutturazione in corso.

Il complesso della Nuova Gerusalemme fu fondato nel 1652 per volontà del religioso Nikon, Patriarca di tutte le Russie per nomina dello zar Alessio. Il modello a cui il monastero si ispira è la Gerusalemme di Palestina, a cui non soltanto si rifanno le forme architettoniche della chiesa centrale, che prendono a modello il Tempio di Gerusalemme, ma le stesse denominazioni delle costruzioni a contorno e dei luoghi sacri. Il luogo venne scelto per la sua somiglianza con la Terra Santa. Il fiume Istra rappresenta il fiume Giordano, e gli edifici rappresentano lo “spazio sacro” o i luoghi santi di Gerusalemme. Nella sua epoca, il patriarca Nikon portò diversi monaci di origine non russa per popolare il monastero, in quanto era concepito per rappresentare l’ortodossia multinazionale della Gerusalemme Celeste. L’insieme architettonico del monastero comprende la Cattedrale della Resurrezione (1656-1685), identica all’omonima cattedrale di Gerusalemme, la dimora del patriarca Nikon (1658), le mura di pietra con le torri (1690-1694), la Chiesa della Santissima Trinità (1686-1698) ed altri edifici, tutti decorati con maioliche e stucchi.

Il complesso fu centro logistico tedesco nel 1941 e quando i militari lo abbandonarono ne fecero esplodere buona parte. Insieme al campanile crollò anche la co-pertura dello spazio circolare che racchiude la Cappella

del Sepolcro di Cristo. Nel 2008, per ini-ziativa del presidente della Federazione Russa Medvedev e del Patriarca di Tutte le Russie Kyrill, fu creata la Fondazione per il Restauro del Monastero di Nuova Gerusalemme, con l’obiettivo di riportare il Monastero al suo antico splendore. La conclusione dei lavori, che vedono im-pegnate manovalanze e restauratori pro-venienti da San Pietroburgo, è prevista per il 2016.

La visita a Istra è stata anche l’occasione per verificare i lavori di completamento del rinnovato Museo “Nuova Gerusalemme” che sta sorgendo accanto al Monastero e che ospiterà tutti i reperti archeologici, le raccolte pittoriche e gli altri materiali accumulatisi nei secoli all’interno del Monastero. Grazie alla disponibilità di Natalia Abakumova, la direttrice, Mons. Tonucci e il Dott. Punzi hanno potuto

ammirare alcune delle migliaia di pezzi di questo patrimonio, conservati nei

depositi del Museo. Durante la visita in terra russa, Mons. Tonucci

ha avuto anche modo di fare visita alla sede della Nunziatura Apostolica in Mosca.

Da destra a sinistra: Vito Punzi, il sindaco di Istra V. Saveliev, l’arcivescovo Giovanni Tonucci, il governatore del Monastero di Istra Igumeno Feofelat e Olga Kuznecova.

Il sindaco di Istra V. Saveliev e il governatore del Monastero di Istra Igumeno Feofelat.

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novità editoriale

BIBLIOGRAFIA

Ho sete...eccomi

La chiesa di Nostra Signora di Loreto a Lisbona

Il titolo di questa sostanziosa pubblicazione di Paolo Giovanni Monformoso è tratto dalle parole di

Gesù sulla croce, il quale dis-se, per adempiere la Scrittu-ra: «Ho sete». Scrive l’autore: «La nostra riflessione parte dalla richiesta di Gesù sof-ferente e morente, e dun-que la possibile richiesta fatta da ogni sofferente oggi, e come risposta ab-biamo la disponibilità della Madre, Maria don-na del Sì; simbolo della risposta di chi è pronto ed è disponibile, anche se umanamente non comprende razional-mente tutto, ma in tutto si affida a Dio come Maria».

La copertina il

volume reca un’illustrazione della Santa Casa di Lo-reto con alcuni malati, i sofferenti, con un frate cap-puccino in preghiera, gli oranti, e con alcuni assistenti degli infermi: sono gli aspetti essenziali dei labora-toranti nel sì, dei quali l’autore è fondatore e mode-ratore (un’associazione approvata dalla competente autorità ecclesiastica e aggregata alla Congregazione Universale della Santa Casa). Tali figure sono un po’ la sintesi dei protagonisti e del contenuto di questa meditata e stimolante pubblicazione: la sofferenza compartecipata e alleviata dalla preghiera propria e altrui e dall’assistenza.

Psicologia e pastorale della salute, counseling uma-nistico – esistenziale, diretto alla vita e all’assistenza, ruolo della fede e della preghiera unito alle compe-tenze cliniche ed umane, umanizzazione delle cure e assistenza spirituale laica sono i temi del saggio.

_____________________Paolo Giovanni Monformoso, Ho sete...eccomi, Edi-

zioni Camilliane, Strada S. Margherita, 136 – 10131 Torino. Tel. 011/8199515; e-mal: [email protected]; pp. 126, € 15,00.

Padre Sergio Filippi, studiando il ricchissimo archivio della chiesa di Santa Maria di Loreto di Lisbona, ha potuto ricostruire con sicurezza filo-logica la sua storia e «cinque secoli di presenza italiana a Lisbona».

La chiesa della Madonna di Loreto a Lisbona, infatti, riallaccia le origini a una colonia di mercan-ti italiani, presente nella capitale del Portogallo fin da tempi remoti. Alla fine del secolo XV essa scelse come protettrice la Madonna di Loreto. I componen-ti si unirono in una confraternita denominata «Os Irmãos de Nossa Senhora de Loreto» e chiesero alla Santa Sede il proprio riconoscimento.

La prima chiesa, di limitate dimensioni, fu co-struita tra il 1518 e il 1523 a cento metri dal mare, in un quartiere importante della città. Nel 1651 essa fu distrutta da un incendio. La confraternita si adoperò per la ricostruzione di una più ampia e decorosa chiesa, che fu inaugurata nel 1676.

Questa fu nuovamente danneggiata da un incen-dio scoppiato in un vicino edificio nel devastante

terremoto di Lisbona del 1755. Si salvò dalle fiamme la pregevole statua lignea secentesca della Madonna di Loreto. La confraternita, ancora una volta, si ado-però per restaurare il sacro edificio che, dopo trenta anni, fu riaperto al culto.

_____________________Sergio Filippi, La chiesa

degli italiani. Cinque secoli di presenza italiana a Lisbo-na negli archivi della chiesa di Nostra Signora di Lore-to, Fàbrica da Igreja Ita-liana da Nossa Senhora do Loreto, Lisboa, Rua da Misericordia, 2 – Lisbona (Portogallo).

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Il 27 agosto 2014 si è presentata alla direzione di questa rivista la signora Rachele Mancini di Castelmaggiore

(BO), accompagnata dal marito Giovanni Mozzoni, e ha riferito quanto segue riguardo un’inspiegabile guarigione ottenuta molti anni oro sono.

Nel giugno del 1988, in seguito a un tumore alla tiroide, Rachele fu sottoposta a una delicata operazione chirurgica, che comportò un intervento esteso alle parti contigue per l’estirpazione di ogni residuo canceroso. Ciò le causò la perdita totale della voce.

Due mesi e mezzo dopo l’operazione, si sottopose alla visita di un otorinolaringoiatra, il quale le sentenziò in maniera perentoria che non avrebbe più riacquistato la voce, come per altro, le aveva detto il medico chirurgo che la aveva operata. Il giorno successivo, 2 settembre 1988, con il marito e il figlio, passò a Loreto. Ascoltò con devozione una Messa in Santa Casa, affidandosi all’intercessione della Madonna per la sua salute precaria e per la sua famiglia.

Uscita dalla Santa Casa, volle esprimere al marito con i movimenti della bocca il suo desiderio di andare al bar. Con sommo stupore dello sposo e del figlio però Rachele pronunciò chiaramente le sue parole! Il figlio, lietamente sorpreso, le disse: - «Mamma, ma tu hai riacquistato la voce»!- Da quel momento Rachele ha parlato sempre con voce distinta, senza alcun problema, fino al presente, come ha potuto constatare direttamente anche il direttore di questa rivista.

Ritornata da Loreto alla sua casa, si presentò all’otorinolaringoiatra, il quale dovette prendere atto del fenomeno, inspiegabile per la scienza medica.

Il caso, per la gravità della menomazione fisica, a seguito di un’operazione chirurgica alla tiroide, per l’istantaneità della guarigione - avvenuta subito dopo la visita e la preghiera alla Madonna della signora Rachele in Santa Casa – e per la sua durata merita di essere presa in esame dall’Osservatorio Medico del Santuario di Loreto.

CAREZZE MATERNE DELLA VERGINE LAURETANA

Una guarigione istantanea

da totale afonia

Fratelli Klauber (sec. XVII-XVIII), Salute degli infermi, Invocazione delle Litanie Lauretane.

PREGHIERA DEL MALATO Signore Gesù,la malattia ha bussato alla porta della mia vita: un’esperienza dura, una realtà difficile da accettare. Ciononostante, ti ringrazio proprio per questa malattia: mi ha fatto toccare con mano la fragilità e la precarietà dell’umana esistenza. Ora guardo tutto con altri occhi: quello che sono, con quello che ho, non mi appartiene, è un tuo dono. Ho scoperto che cosa vuol dire

dipendere, aver bisogno di tutto e di tutti, non poter far nulla da solo. Ho provato la solitudine e l’amicizia di tante persone. Signore! Anche se mi è difficile, ripeto: “Sia fatta la tua volontà!” Ti offro le mie sofferenze e le unisco a quelle di Cristo. Benedici le persone che mi assistono e coloro che soffrono con me. Maria, nostra Signora di Loreto, sono tuo devoto: intercedi per me presso il Figlio tuo. Amen.

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Nei giorni 9-12 settembre si è tenuto il 50° Convegno Nazionale dell’Associazione Laicale Eucaristica

Riparatrice, celebrato con particolare solennità. Per la circostanza, alle ore 18 del giorno 9, è giunta nella basi-lica di Loreto dalla chiesa dei frati cappuccini di Ascoli l’Urna contenente le spoglie mortali di San Serafino da Montegranaro, laico cappuccino nato nel 1540 e morto il 12 ottobre 1604 nel convento ascolano e scelto dal padre Agostino Cardinali, fondatore dell’Associazione, quale protettore della stessa per la sua intensa e mistica devo-zione all’Eucaristia.

Alle ore 18,30 il cardinale Gualtiero Bassetti, arcive-scovo di Perugia, ha aperto il Convegno presiedendo una solenne concelebrazione nella basilica della Santa Casa.

Le relazioni dei giorni seguenti si sono tenute nell’Au-ditorium Giovanni Paolo II. Padre Raffaele Della Torre, consigliere generale dell’Ordine dei Cappuccini e dele-gato per il santuario di Loreto, ha illustrato il seguente tema: «La spiritualità eucaristica di San Francesco». Nel pomeriggio, in basilica, l’arcivescovo Giovanni Tonucci ha presieduto una solenne concelebrazione, a cui ha fat-to seguito la processione eucaristica. In serata, nella sede dell’Associazione, è sta inaugurata una Mostra per i 50 anni dei Convegni Nazionali.

Il giorno 11, suor Maria Gabriella Bartot, superiora

generale della Congregazione delle Suore Francesca-ne di Gesù, ha parlato della «Spiritualità eucaristica di Santa Chiara». Nel pomeriggio si è svolta la cerimonia dell’intitolazione del vicolo, adiacente alla sede dell’As-sociazione, al padre Agostino Cardinali e, subito dopo, nel santuario, ha avuto luogo la venerazione di san Se-

rafino, di cui è stata illustrata la vita e l’eccezionale spiritualità. Ha fatto seguito la solenne con-celebrazione presieduta da padre Giulio Criminesi, provinciale dei cappuccini marchigiani. Alle 21, sempre in basilica, i numerosi convenuti hanno assistito a un Concerto programmato per il 50° del Convegno Nazionale, che si è concluso il giorno dopo con la ce-lebrazione delle lodi e dell’Euca-ristia, presieduta da padre Franco Nardi, assistente nazionale. Foto Montanari.

Nozze d’argento dei Convegni Nazionali ALER

(Associazione Laicale Eucaristica Riparatrice)

Da sinistra a destra: p. Giulio Criminesi, provinciale dei cappuccini delle Marche, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, p. Raffaele Della Torre, consigliere generale dell’Ordine dei cappuccini, e p. Franco Carollo, rettore del santuario di Loreto.

P. Giulio Criminesi celebra nella basilica inferiore davanti all’urna di San Serafino da Montegranaro.

VITA DEL SANTUARIO

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VITA DEL SANTUARIO

Papa Francesco riceve dalla mani di Roberto Rabboni le migliaia di messaggi e di intenzioni fatte pervenire durante il pellegrinaggio in canoa. Foto Agnesi.

Roberto Rabboni da Papa Francescoal termine del suo pellegrinaggio in canoa

Nel precedente n° 7 di luglio-agosto di questa rivista (p. 315) si è data

notizia della benedizione di una statua della Madonna di Loreto da parte dell’ar-civescovo Giovanni Tonucci, l’11 giugno scorso, consegnata a Roberto Rabbo-ni di Chiaravalle (AN) per il suo lungo pellegrinaggio in canoa.

Il pellegrinaggio, partito dalla Lega Na-vale di Porto Recanati, è terminato dopo 70 giorni a Ostia Lido, da dove Rabboni si è portato a piedi in Piazza San Pietro per partecipare all’udienza di Papa Francesco il 20 agosto, insieme con la moglie Katia e al numeroso stuolo dei suoi amici che lo hanno accompagnato lungo il percorso di 1.200 miglia.

Il canoista ha consegnato la statua bene-detta a Loreto a Papa Francesco, il quale, a sua volta, ha voluto benedirla di nuovo.

Il Pontefice ha detto al navigatore e agli accompagnatori «Siete l’esempio del corag-gio e della speranza». Il Rabboni ha confessato: «Ma che occhi il Papa, quando mi ha fissato e lasciato interdetto; quanto amore, quanta pace, quanta serenità»! Egli ha

consegnato al Papa anche le migliaia di messaggi e le in-tenzioni che gli sono pervenuti durante il pellegrinaggio.

Tra i numerosi pel-legrinaggi di fedeli

d’origine extraeuropea, sempre più numerosi alla Santa Casa, si segnala quello del 16 luglio, com-posto da vietnamiti resi-denti in Belgio, accom-pagnato alla conoscenza delle bellezze spirituali e artistiche del santuario dalla guida autorizzata Loredana Papi e accolto da Roberto Stefanelli del-la Congregazione Uni-versale.

Pellegrinaggio di vietnamiti

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VITA DEL SANTUARIO

A Ghajnsielem, nell’Isola maltese di Gozo, esiste una bellissima

chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna di Loreto. Vi si celebra solennemente la festa nell’ultima domenica di agosto, quando gli emigranti tornano in gran numero nell’isola e così possono parteciparvi.

Quest’anno ha presieduto i festeggiamenti l’arcivescovo di Loreto Giovanni Tonucci, che, oltre al resto, è stato intervistato a lungo dalla locale Radio Lauretana. La parrocchia, ben organizzata, e la chiesa, ben tenuta per la partecipazione attiva dei fedeli, hanno destato l’ammirazione dell’arcivescovo, che ha presieduto le varie cerimonie, compresa una solenne processione.

Nei giorni 11, 12 e 13 luglio si è svolto a

Loreto l’annuale incon-tro degli iscritti all’as-sociazione «Briciole di Speranza», fondata dalla compianta Carla Zichet-ti, deceduta il 27 dicem-bre 2013 e sepolta nel cimitero di Loreto. I par-tecipanti hanno vissuto momenti di preghiera, di meditazione e di fra-ternizzazione, guidati da padre Alfredo Feretti, da don Edelwaiss e da padre Samuele Casali. Foto Malizia.

L’arcivescovo di Loreto alla festa lauretana di Ghajnsielem

Tre giorni lauretani dell’Associazione «Briciole di Speranza»

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Il novello vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi, il 28 luglio - il giorno dopo la sua presa

di possesso - ha effettuato un devoto pellegrinaggio alla Santa Casa, dove ha celebrata la santa Messa alle ore 12,00, prendendo gli auspici dal santuario dell’Incarnazione per il suo ministero episcopale. Il santuario gli ha fatto dono di una copia del volume «Le origini del cristianesimo nelle Marche», di Giuseppe Santarelli, dove vengono elencate e illustrate anche tre diocesi del IV-V secolo del suo territorio diocesano: Cingoli, Tolentino e Urbisaglia. Foto Montanari.

Il nuovo vescovo di Macerata celebra in Santa Casa

VITA DEL SANTUARIO

Mons. Andrea Turazzi, nuovo vescovo di San Marino - Montefeltro, il 24 luglio ha

pellegrinato a Loreto per la prima volta dopo la consacrazione episcopale, in occasione del pellegrinaggio dei malati (Ustal), per i quali ha celebrato una solenne Eucaristia.

Foto Montanari.

Il nuovo vescovo di San Marino a Loreto con l’Ustal

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Dal 30 luglio al 6 agosto ha avuto luogo nel Centro di Pastorale Giovanile di Montorso

una settimana di incontro ecumenico di giovani, intitolato: «Da Eurhope a Eurhome: la fede in Gesù Crocifisso risorto, fondamento della nostra fede». Il «Campo», nato nel 2009, all’interno dell’Agorà dei Giovani del Mediterraneo, ha accolto ragazzi e ragazze di diverse confessioni cristiane per un confronto dialogico e per un approfondimento di testi biblici tratti dal racconto della Pasqua. Ogni delegazione ha scelto liberamente uno dei giorni del Triduo Pasquale per aiutare i giovani a comprendere l’importanza della fede in Gesù, morto e risorto.

I partecipanti, tra giovani e sacerdoti accompagnatori, sono stati circa 150. Il 3 agosto hanno partecipato a una Messa, celebrata dall’arcivescovo Giovanni Tonucci in basilica. Foto Montanari.

Il 9 agosto la sezione dei Carabinieri di Loreto, in collaborazione con il Comune e con le Opere

Laiche Lauretane, ha solennemente commemo-rato il bicentenario della fondazione dell’Arma con un concerto della Fanfara dei Carabinieri di Roma, a cui ha partecipato la Cappella Mu-sicale della Santa Casa, diretta dal M° padre Giuliano Viabile. Si sono esibiti in scelti brani di musica classica i solisti Rosa Anna Paraino e Augusto Celsi.

«Campo Giovani Ecumenico» a Montorso

Festeggiato a Loreto il bicentenario dei Carabinieri

VITA DEL SANTUARIO

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Il 13 agosto, in Piazza della Ma-donna, si è tenuto il tradizionale

Concerto di Mezza Estate, sui «Ca-polavori marchigiani da Pergolesi a Rossini», con Orchestra e Coro del ‘700 Italiano. Si sono esibiti la so-prano Giacinta Nicotra, il baritono Giampiero Ruggeri, con la parteci-pazione straordinaria del tenore fra Alessandro Brustenghi di Assisi. Ha diretto il M° Alfredo Sorichetti e ha presentato Walter Rubboli.

La manifestazione, che ha vi-sto una larga partecipazione di pubblico, è stata organizzata dalla Pro Loco Felix Civitas Lauretana. Foto Montanari.

VITA DEL SANTUARIO

Concerto di mezza estate

Fiaccolata dell’AssuntaNella tarda serata del 14 agosto si

è svolta la tradizionale Fiacco-lata dell’Assunta, partita dalla Sta-zione di Loreto e giunta, attraverso la Scala Santa, tra canti e preghiere, come la recita del rosario, fino in Piazza della Madonna, dove l’arci-vescovo Giovanni Tonucci ha rivol-to ai numerosissimi partecipanti un caloroso saluto, accompagnato da pertinenti riflessioni. La partecipa-zione alla fiaccolata, che accoglie numerosi turisti della vicina rivie-ra del Conero, aumenta di anno in anno. Foto Montanari.

Fra Alessandro Brustenghi canta sul sagrato della basilica. Foto Montanari.

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Durante la stagione estiva si è tenuta nella basilica di Loreto, alla 21,15, una serie di quattro concerti

d’organo, intitolata: «Angeli Musicanti in Santa Casa – Rassegna di giovani organisti», sotto la direzione artistica del M° Giuliano Viabile, direttore della Cappella della Santa Casa.

La serie si è svolta secondo il seguente programma: 22 luglio, concerto del M° Gabriele Levi; 29 luglio, concerto del M° Daniele Dori; 5 agosto, concerto di Stefano Borsatto; 12 agosto, concerto del M° Carlo Montalenti. Notevole è stata l’affluenza di pubblico.

In concomitanza dei concerti, lo storico Caffè Bramante di Piazza della Madonna e Artifex- Comunicare con l’Arte, con il contributo di Delta Motors di Ancona, hanno offerto una visita guidata al Museo-Antico Tesoro e una degustazione presso lo stesso Caffè con tariffa cumulativa.

VITA DEL SANTUARIO

Concerti d’organo estivi

Maria Visión Nuova emittentetelevisiva a Loreto

Maria Vision, TV Cattolica che promuove l’evangelizzazione attraverso Maria, trasmette da Loreto messe in diretta ogni giorno, a partire da quella celebrata in

Santa Casa alle ore 7,30, rosario, adorazione eucaristica il giovedì alle ore 18,40, av-venimenti salienti, servizi religiosi, catechesi, interviste, eccetera. Per ora in Italia,

sul digitale terrestre, è visibile nelle seguenti regioni: Lombardia (canale 214), Trentino-Alto Adige (canale 241), Veneto (canale 660), Emilia-Romagna (cana-

le 684), Marche (canale 602 e non più 630), Lazio (canale 670). Tutti possono collegarsi tramite internet: www.mariavision.it.

Tel. 071. 7501707; e-mail: [email protected] in diretta alle 7,30 dalla Santa Casa e alle ore18,00 dalla basilica

su: www.santafamigliatv.it

Tutti lunedì, dalla 19 alle 19,40, Maria Visión - situata a Piazzale Lotto, a ridosso delle absidi della basilica - accoglie coloro che desiderano conoscerne la storia, le finalità e i programmi, proponendo interviste e favorendo colloqui su ogni argomento di contenuto religioso. La visita alla sede di Maria Visión è sempre possibile tutti i giorni, senza vincolo di orario.

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NOTIZIE FLASH

•Una Mostra a Mosca di Dimitri Yakoviev con dipinti su LoretoSi è tenuta a Mosca una Mostra del pittore Dimitri Yakoviev

- morto il 9 ottobre 2013 - con l’esposizione anche di quadri di soggetto lauretano, perché l’artista moscovita aveva visitato Loreto nel 2012, restando ammirato della straordinaria bellezza del suo santuario, tanto che, con empito creativo, ha dipinto alcuni quadri e paesaggi di soggetto lauretano. Qualcuno è stato esposto alla suddetta Mostra, i cui quadri sono stati venduti tutti, ma la vedova del pittore Vittoria, ne ha voluto conservare uno che raffigura il santuario di Loreto.

•Dipinti lauretani a Buenos AiresIl Museo-Antico Tesoro di Loreto ha dato in prestito al Museo

Nacional de Arte Decorativo di Buenos Aires (Argentina) i seguenti dipinti: «San Michele arcangelo Caccia Lucifero» di Lorenzo Lotto, «La Circoncisione di Gesù Bambino» di Filippo Bellini, e la «Traslazione della Santa Casa», attribuita a Mariano Fortuny. I dipinti sono stati esposti alla Mostra «Meraviglie delle Marche», giunta alla seconda edizione.

•Una statua lauretana a Sant’Angelo RomanoE’ stata acquistata presso la Congregazione Universale

della Santa Casa da persona devota della Vergine Lauretana una statua della Madonna con dalmatica, destinata a essere collocata nella Casa di Riposo «Villa Fortuna» di Sant’Angelo Romano, quale segno di protezione per coloro che vi risiedono.

•E’ morto il professore Mario LuniNella notte tra l’11 e il 12 luglio è morto il noto archeologo

Mario Luni, docente all’Università di Urbino, direttore di diversi scavi archeologici, soprattutto nelle Marche, e partecipe, quasi annualmente, alle campagne estive archeologiche in Libia. E’ autore di numerosi saggi, tra cui un’indagine sulle «Fasi edilizie del sacello della Santa Casa», pubblicato nel 1991 nel volume miscellaneo: «Il Sacello della Santa Casa» (pp. 73-96). La sua ricerca, meritevole per più aspetti, ha lasciato perplesso più di uno studioso in merito all’ipotetica datazione delle pareti della Santa Casa.

•Presentato il libro «Impronte d’Acqua»Il 17 luglio è stato presentato nella Sala Consiliare del

Comune di Loreto il volume intitolato: «Impronte d’Acqua». Dopo la presentazione dell’assessore alla Cultura M. Teresa

Schiavoni, sono intervenuti Alfredo Poppese, uno degli autori, Valentina Nardi, Vincenzo Olivieri e padre Giuseppe Santarelli. La pubblicazione, illustrata da abili incisori loretani, si configura come una guida storica alle fontane del territorio di Loreto, alle quali gli antichi pellegrini facevano le loro abluzioni.

•Visita al santuario dei provinciali e formatori conventualiIl 21 luglio, circa cinquanta frati minori conventuali, tra

provinciali e formatori, provenienti dalla circoscrizione mediterranea, durante un loro incontro ad Ancona, guidati dal padre Giancarlo Corsini, provinciale delle Marche, hanno effettuato un devoto pellegrinaggio alla Santa Casa. Dopo una solenne concelebrazione eucaristica, hanno ascoltato nella Sala del Tesoro una relazione sulla storia del santuario, sul messaggio spirituale della Santa Casa e sui penitenzieri conventuali a Loreto dal 1773 al 1934, tra i quali due beati: i martiri Dionisio Vicente Ramos e Alfonso López.

•Restaurato il Coro ligneo della Cappella FranceseIl 21 luglio la Ditta Iachini Antonio di Tuscania, specializzata

nel restauro di opere d’arte, ha iniziato un impegnativo intervento di disinfestazione e integrazione lignea del coro della Cappella Francese o del Sacramento della basilica lauretana. Il lavoro è stato completato per il 15 agosto successivo.

•Un frammento di mattone del Muro dei Recanatesi a Gravellona LomellinaIl 31 luglio, su richiesta di don Sergio Baglioni, parroco del-

la parrocchia di Santa Maria Assunta di Gravellona Lomellina (Pavia), è stata concessa alla medesima parrocchia una pic-cola porzione di un mattone dell’antico Muro dei Recanatesi, il quale, nei secoli XIV-XVI, cingeva e proteggeva per tutto il perimetro la Santa Casa. Il mattone, insieme con altri, è stato rinvenuto nel sottosuolo della Santa Casa negli scavi archeo-logici ivi effettuati nel 1962-1965.

•Un pellegrino a piedi da Ancona a GerusalemmeFranco Collodet, insegnante anconetano, il 1° agosto ha

ricevuto la benedizione dell’arcivescovo del luogo mons. Edoardo Menichelli all’inizio di un suo pellegrinaggio a

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NOTIZIE FLASH

piedi, con meta finale Gerusalemme, lungo 4.100 km. Nel pomeriggio è giunto a Loreto, dove verso le 16,30 è stato accolto e benedetto dall’arcivescovo Giovanni Tonucci. Il pellegrino ha portato in Terra Santa le intenzioni delle sue preghiere e quelle consegnategli da tante altre persone.

•Ragazzi bielorussi a LoretoL’Associazione «Raggi di Speranza» e altri volenterosi

cittadini loretani hanno ospitato alcuni ragazzi con i loro insegnanti di Gomel, una città che porta ancora i segni nefasti di Chernobyl, per un mese circa di riposo e di svago in un ambiente sereno e salubre, durante il mese di luglio fino agli inizi di agosto. Il sindaco Paolo Niccoletti ha accolto nella Sala Consiliare i piccoli ospiti con i loro insegnanti, rivolgendo loro amabili espressioni di solidarietà e di amicizia.

•In preparazione il 150° di una chiesa lauretana in diocesi di LimogesPadre Jean-Pierre Barrière, parroco della parrocchia di

«Notre Dame de Lorette» a Bellac, in diocesi di Limoges (Francia), comunica che il prossimo anno si celebrerà il 150° anniversario della ricostruzione della chiesa dedicata alla Madonna di Loreto, la quale dalla sua bella posizione domina la città ed è meta di frequenti e devoti pellegrinaggi.

•Il restauro di Porta Romana e di altri edifici storiciProsegue l’opera di restauro della storica cinta di mura della

città di Loreto. Il Bastione di Sangallo sarà presto restituito all’ammirazione dei visitatori. Intanto sono iniziati i lavori di ripristino nella zona di Porta Romana, della Fonte della Costa, della Croce, della rispettiva Scalinata e della Fonte del Pozzo. Loreto cura la conservazione e la bellezza dei suoi gioielli edilizi, portatori di preziose memorie storiche.

•Capitolo generale delle Suore OspedaliereNei giorni 24 agosto-14 settembre, presso il Centro

Accoglienza San Giuseppe di Loreto, si è tenuto il 44° capitolo generale delle Suore Ospedaliere della Misericordia sul tema: «Misericordia e tenerezza, cuore del nostro carisma». Le 31 suore, provenienti da diversi Paesi, nella prima settimana hanno partecipato a un corso di esercizi spirituali e poi hanno definito le linee programmatiche dei prossimi sei anni.

•Giro di vite contro l’accattonaggio molesto e i furtiA metà agosto, la Prefettura di Ancona ha convocato il

comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, disponendo nuovi controlli che fungano da deterrente contro l’accattonaggio molesto e i furti perpetrati nella basilica di Loreto, in un periodo di grande affluenza di pellegrini e di turisti.

•Statua lauretana in Costa d’Avorio e in Sud AfricaIl culto della Vergine Lauretana si sta diffondendo sempre

più nel continente africano. Nel novembre 2013 alcune devote persone dell’Abruzzo hanno inviato una statua della Madonna di Loreto nella chiesa del Villaggio di Toumgbossou, nella regione di Bouake, in Costa d’Avorio, accolta con vivissima devozione. Il 15 agosto scorso, poi, è stata prelevata dalla Congregazione Universale un’altra statua della Vergine Lauretana, destinata a una chiesa dedicata alla Madonna di Loreto (Our Lady of Loreto) di Kempton Park, in Sud Africa.

•Centenario dell’inizio dell’apostolato della stampa del beato AlberioneIl 20 agosto 1914, ad Alba (Cuneo), il beato Giacomo Orione

(1884-1971) avviò la Scuola Tipografica con tre giovanetti, pubblicando la «Gazzetta d’Alba» e iniziando così l’apostolato della buona stampa. Pochi ricordano però che l’invito a riguardo gli venne dal vescovo Francesco Re nella chiesa della Madonna di Loreto del luogo, detta «La Moretta». Il vescovo, infatti, il 12 settembre 1913, dopo avere ascoltato la sua predica sul Nome di Maria in quella chiesa, gli disse: «Ora al tuo ordinario ministero sacerdotale ne assegno e aggiungo un’altro, di molto impegno: la stampa della diocesi».

•Festa di San Luigi IXL’annuale festa di san Luigi IX nella basilica di Loreto

si è tenuta il 25 agosto, con una solenne concelebrazione presieduta da mons. Decio Cipolloni, con la partecipazione di autorità civili e ecclesiastiche dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede.

•Loreto nel film «Il giovane favoloso»Il film su Giacomo Leopardi «Il giovane favoloso» del regista

Mario Martone è stato proiettato il 1° settembre alla Mostra del Cinema di Venezia, dove ha riscosso grande successo. Ivi si ammira anche un episodio ambientato nella Basilica di Loreto, con il poeta recanatese e il letterato e amico Pietro Giordani a colloquio davanti al Rivestimento marmoreo, di cui commentano la straordinaria bellezza.

•Duecentocinquanta pellegrini del Senegal a LoretoSempre più numerosi e consistenti sono i pellegrini

provenienti dall’Africa alla Santa Casa. Qui si segnala un gruppo di circa 250 pellegrini, provenienti dal Senegal, i quali il 4 settembre hanno inondato Piazza della Madonna con le loro variopinte e ampie vesti e poi hanno partecipato a una Messa nella basilica inferiore.

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IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Novembre 2014

TESTI SPIRITUALI

Il Santuario di Loreto nella pa rola di Giovanni Pao lo II e del car dinale Jo-seph Ratzinger ora Be ne detto XVI, pp. 288, fo to a colori 140, copertina cartona-ta, € 19,00.

M. E. Patrizi, Il mi-stero della Sacra Sindo-ne, Quaderni de «Il Mes-sag gio», n° 1, pp. 56, ill. a colori 40, € 4,00.

G. Tonucci, Le Donne nella Bibbia.Pentateuco

e libri storici, pp. 124, con numerose illu-strazioni a colori, € 10,00

PUBBLICAZIONI VARIE

N. Alfieri - E. Forlani - F. Grimaldi, Contributi ar cheo-logici per la storia della S. Ca sa, Loreto 1977, pp. 69, tavo-le 25, € 2,60.

V. Salvoldi, La Madonna del sì. Lodi a Maria e arte in suo onore, Lo reto 2010, pp. 224, € 18,00.

AA.VV., I pellegrini alla Santa Ca sa di Loreto - Indagine socio-religiosa, 1992 pp. 268, € 9,30.

G. Santarelli, La Santa Casa di Lo reto, 4ª ediz., Loreto 2006, pp. 505, illustrazioni 111, € 12,00.

N. Monelli, La S. Casa a Loreto - La S. Casa a Nazareth, 2ª ediz., Loreto 1997, pp. 205, € 10,35.

Luca da Monterado, Mons. Tom maso Gallucci, Lo reto 1997, pp. 238, € 12,00.

G. Santarelli, I graffiti nella Santa Ca-sa di Loreto, Loreto 1998, pp. 121, fotoco-lors 66, € 15,00.

Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca a Lo reto, Loreto 2008, pp. 470, illustrazio-

ni a colori 331, € 50,00.

G. Santarelli, Per-so naggi d’autorità a Loreto, Loreto 2010, pp. 240, € 35,00.

PUBBLICAZIONIpromosse dalla Delegazione Pontificia del Santuario della Santa Casadi Loreto - c.c.p. 311605 - Tel. 071970104

IL LIBRO DEL MESE

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Giuseppe SantarelliL’ARTE A LORETOConta 406 pagine con 375 illustrazioni a colori, in brossura. E’ al prezzo di € 55,00.

• Illustra tutta l’arte del santuario, a partire dagli affreschi trecenteschi fino all’im-ponente ciclo pittorico dell’otto-novecentesco.

• Con avveduto metodo critico - storico studia i vari generi: architettura, scultura, pittura, arti figurative varie (ceramiche, arazzi, mosaici), offrendo un quadro completo della ricchissima arte lauretana.

• È in terza edizione (2014) ampliata e aggiornata. L’opera è indispensabile per chi voglia conoscere a fondo, con le certezze filologiche e i dovuti riferimenti bibliografici, l’imponente patrimonio artistico.

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N. Monelli - G. Santarelli, La Ba si li ca di Loreto e la sua reliquia, Loreto 1999, pp. 195, illustrazioni 54, € 12,90.

N. Monelli, Architettore e architettu-re per la S. Ca sa di Lo reto, Loreto 2001, pp. 160, illustrazioni 47, € 9,00.

N. Monelli, Prime architetture picene per la Camera di Maria a Loreto, pp. 125, illustrazioni 44, € 15,00.

G. Santarelli, Gli affreschi della Sala del Pomarancio a Lo-reto, Loreto 2010, pp. 102, € 20,00

M. Montanari - A. Schiaroli, Santi e Beati a Loreto, Lo reto 2005, pp. 492, con numerose illustrazio-ni, € 9,00.

N. Monelli - G. San tarelli, L’Al tare de-gli Apostoli nella Santa Casa di Lo reto,

Lo reto 2012, pp. 102, numerose il lu stra zio ni, € 8,00.

G. Santarelli, Le Origini del Cri stia ne simo nelle Marche, Loreto 2009, 2ª ediz., pp. 430,illustrazioni 39, € 20,00.

G. Santarelli, Loreto nella storia e nell’arte (formato grande), Ancona 1997, edizioni italiana, spa gnola, in-glese, francese, te desca, portoghese e

russa; € 10,00.

G. Santarelli, L’arte a Loreto, edi-zioni Aniballi, An cona, 2ª edi zione 2005, pp. 406, ill. a colori 375; in brossura € 55

G. Santarelli, Loreto - Guida storica e artistica, An co na 1996, edizioni italiana, spa gnola, in glese, fran cese, tedesca e por-toghese; € 5,00.

G. Santarelli, Guida illustrata in po-lacco, 1992, € 10,00.

AA.VV., La Congregazione Uni ver sale della S. Ca sa Atti del convegno per il centenario, Loreto 1985, pp. 355, € 10,35.

G. Ricci (sec. XV), Virginis Mariae Loretae Historia, Lo-reto 1987, pp. 160, € 5,15.

G. Santarelli, Tradizioni e Leg gende Laure tane, Lo reto 2007, pp. 190, illustrazio-ni 45, € 6,00.

N. Monelli - G. Santarelli, Le Fortificazioni di Loreto, Loreto 2010 pp. 150, ill. 50, € 15,00.

N. Monelli - G. Santarelli, Loreto Palazzo Apostolico, Lo reto 2012, pp. 198, illustrazioni 185, € 15,00.

P. Cavatorti, Le gua-rigioni a Lo reto, Loreto 2001, pp. 152, € 2,60.

C. Zeppa, Diario di una miracolata a Loreto, Lo reto 2007, pp. 48, € 3,00.

Pagelline con rosario e con preghiere lauretane - € 0,20.

Cd “Canti lauretani” (con libretto) - € 8,00.

Dvd “Lo re to - Fede Sto ria Ar te” - € 12,00. (in undici lingue)

B. Anselmi, G. Via bi- le, Sal mi Re spon so-riali, An no B e C, pp. 120 - € 25,00 cad.

Ai sensi del d.lgs 196 del 30/06/2003 la informiamo che i dati personali che verranno forniti saranno oggetto di trattamento a mezzo di sistemi informatici. La redazione, nel la persona del responsabile del trattamento dei dati, garantisce che le informazioni saranno trattate unicamente allo scopo di inviare agli associati e/o benefattori le pubbli-cazioni nel pieno rispetto delle norme del D.L. 30/06/2003. Rispetto a tali da ti po tranno essere esercita ti i diritti a cui all'art. 7 del d.lgs 196/2003; in particolare il soggetto interessato potrà richiederne la cancellazione e/o rettifica scrivendo alla redazione.

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CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA

Fondata nel 1883, ha le seguenti finalità:

• Diffondere la conoscenza e la devozione verso la Ma donna e la sua Santa Casa, dove ha avuto inizio la storia della nostra salvezza con l’An nunciazione e l’Incarnazione;

• Curare la promozione e il decoro del santuario con offerte e lasciti vari;• Accogliere i pellegrini orientandoli a vivere i messaggi del santuario, la vita

della S. Famiglia, le feste della Madonna.

L’ISCRIZIONE alla Congregazione è aperta a quanti desiderano collaborare alle sue finalità. Con l’iscrizione si partecipa in perpetuo ai benefici spirituali delle preghie-re e di una Messa che si celebra ogni giorno alle ore 9 nel santuario (Messe Perpetue); agli iscritti è concessa inoltre l’indulgenza plenaria alle solite condizio-ni nel giorno dell’iscrizione e nella festa della Madonna di Loreto (10 dicembre).

NORME PER L’ISCRIZIONE

• Farne richiesta, anche con lettera, alla Direzione. Possono essere iscritti vivi e defunti, persone singole e famiglie. Viene rilasciato un diploma di iscrizione.

• La partecipazione ai beni spirituali, comprese le Messe perpetue, è perpetua, cioè per sempre. • Gli iscritti non hanno obblighi particolari, tranne l’impegno di vivere cristianamente. • Si raccomanda la recita dell’Angelus tre volte al giorno e la recita frequente del Rosario e delle Litanie

Lauretane. • La quota d’iscrizione è di € 10,00 (per l’iscrizione individuale) o di € 16,00 (per l’iscrizione di più persone

o di una famiglia).

La Congregazione Universale pubblica la rivista mensile “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, che informa sulla vita del santuario e funge da collegamento con gli animatori e gli iscritti. Promuove inoltre gli studi e le pubblicazioni sulla storia della S. Casa e del santuario. Chi desidera collaborare più intensamente agli scopi della Congregazione Universale può chiedere di far parte del gruppo degli AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA che riunisce gli Zelatori e le Zelatrici della Santa Casa. Essi riceveranno particolari incarichi insieme ad un nostro tesserino d’iscrizione. Per l’in-vio di corrispondenza e di offerte servirsi del seguente indirizzo:

DELEGAZIONE PONTIFICIA - CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA60025 Loreto (AN), Italia - Tel. 071.970104 - Fax 071.9747176 - C.C.P. n. 311605

MESSE PERPETUEIscrivi te stesso e i tuoi familiari alla Congregazione Universale della Santa Casa.Potrai usufruire di vari benefici spirituali, in primo luogo delle messe perpetue:cioè, di una messa celebrata ogni giorno nel santuario della Santa Casa alle ore 9.• Puoi iscrivere te stesso o altra persona singola, viva o defunta (offerta € 10,00)• Puoi iscrivere la tua famiglia o altre famiglie, per vivi e/o defunti (offerta € 16,00)Invia la tua offerta tramite C.C.P. n. 311605 intestato a:Delegazione Pontificia - Congregazione Universale Santa Casa - 60025 Loreto (AN)oppure tramite bonifico bancario:Banca delle Marche cod. IBAN: IT70O0605537380000000000941 BIC: BAMAIT3Aoppure tramite carta di credito direttamente dal sito internet: www.santuarioloreto.itChi intende inviare l’offerta tramite bonifico bancario è pregato di comunicare il proprio recapito tramite lettera, fax o e-mail per consentire una risposta.Per contattarci: tel. 071.970104 - fax 071.9747176Sito: www.santuarioloreto.it e-mail: [email protected]