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N.12 DICEMBRE 2016 MENSILE DI GESTIONE, PULIZIA, DISINFESTAZIONE TERZA PAGINA GESTIONE SCENARI TECNOLOGIE industria/gdo 4.0 legge antispreco toilette di eataly licenziamento osservatorio assocasa etichettatura agenzia europea del farmaco packaging 4.0 pest control alimentare sacchetti plastica pulizia utensili INDUSTRIE GDO www.gsanews.it &

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N.12DICEMBRE

2 0 1 6M E N S I L E D I G E S T I O N E , P U L I Z I A , D I S I N F E S T A Z I O N E

TERZA PAGINA

GESTIONE

SCENARI

TECNOLOGIE

industria/gdo 4.0legge antisprecotoilette di eataly

licenziamentoosservatorio assocasa

etichettaturaagenzia europea del farmaco

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sacchetti plastica

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ATTUALITÀAFFARI E CARRIERE

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GSA il giornale dei servizi ambientali è un mensile inviato tutti i numeri agli abbonati e ai rivenditori del settore. Con sei numeri all’anno raggiunge imprese di pulizia e disinfestazione (gennaio-marzomaggio-giugno-agosto-novembre), con due numeri hotel e società di catering (febbraio-ottobre), aziende sanitarie e comunità (aprile-settembre), industria e grande distribuzione (luglio-dicem bre).

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Certificazione B2B - Per il periodo 1/1/2015-31/12/2015Periodicità: MENSILE • Tiratura media: 5.536 • Diffusione media: 5.412Certificato CSST n. 2015-2554 del 25/2/2016 • Società di Revisione: FAUSTO VITTUCCI

“Ai sensi dell’articolo 2 comma 2 del Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di Via Alfonso Corti, 28 - Milano. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati sig.ra Barbara Amoruso presso la sede di Milano, Via Alfonso Corti, 28 per esercitare i diritti previsti dal D. Lgs 196/2003”

Direzione, Amministrazione, Redazione e Pubblicità:EDICOM srlSede legale: Via Zavanasco, 220084 Lacchiarella (MI)Sede operativa:Via Alfonso Corti, 2820133 MilanoTel 02/70633694 - 70602106Fax 02/[email protected] - www.gsanews.itDirettore Responsabile: GIOVANNA SERRANÓRedazione: SIMONE FINOTTI,ANTONIA RISISegreteria: bARbARA AMORUSODiffusione: GIOVANNI MASTRAPASQUASviluppo e pubblicità: GIANCARLO GIAMbELLI,ANDREA LUCOTTI, MARCO VESCHETTI

Progetto grafico: AFIDAMP COMUNICAZIONEComposizione, grafica e impaginazione: STUDIO GOMEZCopia 2,58 EuroFotolito e stampa: STUDIO GOMEZ - COLOGNO MONZESE (MI)VELAWEb - bINASCO (MI)

Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 633 del 19/10/1996. La pubblicità non supera il 50% del numero delle pagine di ciascun fascicolo della rivista.La Casa editrice declina ogni responsabilità per possibili errori ed omissioni, nonché per eventuali danni risultanti dall’uso dell’infor-mazione contenuta nella rivista. Le opinioni espresse dagli autori negli articoli non impegnano la direzione della rivista. Parimenti la responsabilità del contenuto dei redazionali e dei messaggi pubblicitari è dei singoli.

ISSN 1973-5324Abbonamenti:ITALIA ANNUO EURO 70EUROPA E PAESI ExTRA EUROPEI EURO 130C.C.P. 38498200

© Copyright EDICOM srl - Milano

TERZA PAGINADall’industria alla GDo: la rivoluzione 4.0 corre sul f ilo… della rete[di Simone Finotti]

I primi positivi ef fetti della legge antispreco[di Umberto Marchi]

Toilette brandizzate: il coraggio di metterci la faccia[di Simone Finotti]

GESTIoNEPer il licenziamento basta anche un furto lieve[di Giuseppe Fusto]

Assocasa, confermato il trend in lieve calo[di Carlo Ortega]

Gli italiani? Super lettori di etichette[di Antonio Bagnati]

EmA in Italia, il treno è partito[dalla redazione]

SCENARIIntelligente, sostenibile e oggi anche commestibile: ecco il packaging 4.0[di Laura Guidi]

Infestanti nel food? Non è accettabile[di Umberto Marchi]

Sacchetti e guanti in GDo: stop alla plastica, ce lo chiede l’Europa[dalla redazione]

TECNoLoGIEmacchine per l’alimentare: e l’igiene?[di Antonio Bagnati]

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ATTUALITÀ

Werner & Mertz Professional continua ad in-vestire creando soluzioni per il mercato profes-sionale ecosostenibili dalle alte prestazioni. Da settembre 2016 arriva il primo prodotto della linea Green Care Professional che può contare su un packaging da 1 litro costituito dal 100% di HDPE riciclato post consumo.

Verso la “circular economy”Un bel passo avanti verso la “circular eco-nomy”: infatti, utilizzando esclusivamente ma-terie prime provenienti dalla raccolta differen-ziata della plastica tedesca, l’azienda è riusci-ta a “chiudere il cerchio” seguendo i principi della certificazione Cradle to Cradle. Anche grazie all’esperienza acquisita durante l’ulti-mo decennio nel riciclo del PET proveniente sempre dalla differenziata, è nato oggi il fla-cone da litro in PE traslucido: un’importan-te innovazione tecnologica nello sfruttamento dei rifiuti che riduce l’introduzione di nuova plastica nell’ambiente. Per l’implementazione di questo progetto viene usato principalmen-te HDPE bianco o trasparente che non viene colorato per semplificare i processi di riciclo quando i flaconi non verranno più utilizzati e diventeranno a loro volta materia prima per nuovi flaconi.

Importanti collaborazioniGrazie alla stretta collaborazione con DSD – Duales System Holding GmbH & Co. KG, più nota come “Green Dot”, e con Alpla-Werke Alwin Lehner GmbH & Co KG, è stato pos-sibile identificare un tipo di materiale ricicla-to denominato Systalen® che garantisce tutte le caratteristiche di stabilità dell’HDPE nuovo consentendo nel contempo la nascita di un fla-cone molto bello esteticamente. La prima pro-duzione è partita a settembre con uno dei best sellers della linea green care: TANET SR15, il detergente concentrato a base alcolica per pa-

vimenti e superfici, certificato Cradle to Cradle ed Ecolabel. Questo progetto rappresenta per l’azienda un altro passo concreto nella prote-zione delle risorse per tutelare l’ambiente per le generazioni future.

Tanet SR15, il primo della serieIl primo prodotto sul mercato che ha sfrutta-to questa innovazione mondiale è dunque TA-NET SR15. Sino ad oggi non era mai stato pro-dotto materiale trasparente derivante dai rifiuti domestici. Il PE riciclato non aveva mai rag-giunto tale livello qualitativo. La sfida di que-sta tecnologia consisteva nel trovare, tra tutti i tipi di plastica contenuti nel “sacco giallo” della differenziata, un PE in grado di rispon-dere alle specifiche fisiche e tecniche del pro-cesso produttivo per garantire la funzionalità e l’estetica che il nuovo flacone dovrà avere. Il materiale traslucido, ad esempio, era neces-sario per permettere al consumatore di avere sempre sott’occhio il livello di riempimento del prodotto.

Un colore naturaleIl PE riciclato attualmente presente nel mer-cato non rispondeva a questi requisiti e il suo colore grigiastro veniva coperto con dei colo-ranti mentre Werner & Mertz vuole evitare il loro utilizzo per facilitare il successivo smalti-mento e dare vita ad un vero processo virtuoso di riciclo. Grazie ad un migliorato sistema di selezione, è stato possibile ottenere dei fiocchi riciclati nel loro colore naturale. La successi-va fase di lavaggio e la decontaminazione in-tegrata sono altri due passaggi fondamentali di questo processo che dà vita a dei contenitori di alta qualità estremamente resistenti.

Un impegno concreto “Ci stiamo impegnando per trovare una rispo-sta su come rendere più sostenibile il modo di

vivere di molte persone”, ha detto Reinhard Schneider, proprietario del Gruppo Werner & Mertz e ideatore di questa iniziativa. “Il no-stro principale obiettivo è risolvere l’apparen-te contraddizione tra ecologia e prodotti per la pulizia di alta qualità. In termini concreti, vo-gliamo essere sempre un passo avanti rispet-to a quanto si trova nel mercato in termini di formulazioni, packaging e processi produttivi. Con questo nuovo progetto abbiamo dimostra-to che cosa si può ottenere davvero con un cor-retto processo di riciclo”.

[wmprof.com/IT]

Da Werner & Mertz Professional il primo flacone 100% HDPE riciclato post consumo

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ATTUALITÀ

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DICEMBRE2016

Le novità e la partnership con il gruppo SAMSICRes Nova S.p.A. svolge la propria attività nel panorama dei servizi di Facility & Energy Ma-nagement, offrendo la gestione completa di tutti i servizi necessari al funzionamento di un’azien-da, a qualsiasi settore appartenga, integrandosi nei processi produttivi e nel core business dei propri Clienti. Nell’azienda sono presenti 3 di-visioni: i servizi generali, le manutenzioni im-piantistiche e l’efficienza energetica. Tutte le at-tività erogate sono gestite con personale diretto; l’azienda impiega attualmente 650 dipendenti (57% donne e 43% uomini, con il 93% di con-tratti a tempo indeterminato ed un’età media di 41 anni). Le novità principali dell’azienda so-no l’ottenimento della certificazione etica SA 8000 e l’ingresso, nella compagine societaria, di SAMSIC, gruppo multinazionale francese presente in 19 paesi in Europa con 80.000 col-laboratori, 25.000 clienti ed un volume d’affa-

ri previsto per il 2017 di 2 miliardi di euro. Res Nova sarà il riferimento unico di SAMSIC su tutto il territorio nazionale italiano. Quest’im-portante passo, mosso nell’ottica di dare una prospettiva all’azienda, consente di intercetta-re la domanda di aziende internazionali e grup-pi multinazionali presenti sul territorio europeo che richiedono di avere un unico interlocutore.In tema di efficienza energetica Res Nova S.p.A. ha inoltre deciso di dare il proprio supporto, at-traverso la copertura economica di una borsa di studio, al master di II livello in “Efficienza Ener-getica e Sostenibilità nell’Industria” organizza-to dal Politecnico di Torino in collaborazione con EDF Fenice. Il Master si pone l’obiettivo di formare dei professionisti dell’Energy Manage-ment, attraverso insegnamenti interdisciplinari e tirocini in aziende del settore.

I trattamenti con le nanotecnologieLa nanotecnologia, punto focale di diverse di-scipline quali fisica quantistica, biologia mo-lecolare e scienza dei materiali, è in grado di modificare in scala atomica la materia. Questa materia è applicabile su tutte le superfici lapi-dee. Le superfici trattate rimangono protette per lungo tempo da sporco, grasso, muffe, calcare, graffiti, umidità di risalita, agenti atmosferici. La ricerca ha fatto sì che i prodotti oggi siano biocompatibili per la salvaguardia dell’ambien-

te, compreso nel campo alimentare. Nel settore delle nanotecnologie sono oggi compresi il trat-tamento antiscivolo, anche se più propriamente sono basati sulla microtecnologia che con tec-nologie innovative risolve a pieno i problemi di scivolosità su qualsiasi tipo di superficie. I na-nomateriali che hanno proprietà uniche e inno-vative, vengono sfruttate per creare nuovi ma-teriali e dispositivi che dovrebbero risolvere i problemi principali nel mondo. La nanotecno-logia trova applicazioni in campi molto diver-si come la medicina, la chimica organica e la “scienza dei materiali”.In particolare, quale nuovo core aziendale, si realizzano trattamenti applicativi utilizzando prodotti derivanti dalle nano e micro tecnolo-gie, per evitare la scivolosità dei pavimenti co-me da norma legislativa italiana con il D. Lgs. 81/08 Allegato IV.Una azienda, infatti, deve essere strutturata in modo tale che non vi siano difetti tali che pos-sano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori soprattutto tenendo conto dell’even-tuale presenza di lavoratori disabili. Al punto 1.3.2 dell’allegato la norma stabilisce che: “i pavimenti dei locali devono essere lisci, stabi-li ed antisdrucciolevoli nonché esenti da protu-beranze, cavità o piani inclinati pericolosi”. Il coefficiente di attrito delle superfici viene mi-surato attraverso il “Tortus Test” che prevede l’utilizzo di una apparecchiatura che durante il movimento è in grado di misurare il coefficien-te d’attrito intrinseco della superficie.Molto strada è stata percorsa dalla ricerca sul-le possibilità dell’applicazione delle tecniche e prodotti nanotecnologici, questo settore, in-fatti, è in continua evoluzione. Certamente, ne siamo certi, la nanotecnologia darà, sempre più, un contributo fondamentale al raggiungimento di traguardi sino ad ora inimmaginabili e noi ci siamo e ci saremo.Passione, Innovazione, Integrazione.

[www.resnovaspa.com]

Res Nova S.p.A.: nuovi orizzonti e nuovi servizi

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Chi non ha presente piazza San Marco a Vene-zia, un angolo di Italia tanto fiabesco da sem-brare un irreale palcoscenico da sogno sospeso tra terra e mare? Meta di gite, viaggi di nozze, volate in gondola o in vaporetto, fughe d’amo-re, follie carnevalesche o semplicemente dolci evasioni dalla quotidianità… Artisti, scrittori, poeti e registi ne traggono ispirazione da sem-pre, ed è uno di quei paradisi da conservare con la massima cura, come un tesoro da trasmettere intatto alle generazioni che verranno.

Una novità per Venezia“Chi lavora qui ha sempre i riflettori puntati, non si può sbagliare nemmeno nel minimo det-taglio”, spiega Lorenzo Ragazzo di Mp Ht, che non nasconde la grande soddisfazione di avere appena consegnato a Veritas (Veneziana Ener-gia Risorse Idriche Territorio Ambiente Servi-zi, una delle multiutility più importanti d’Italia per servizi svolti, dimensioni e fatturato, che cu-ra l’igiene ambientale del capoluogo veneto) la prima di nove spazzatrici destinate a tenere pu-lita la città lagunare. “Siamo davvero contenti

di questo risultato, soprattutto se pensiamo che è la prima volta che Venezia accetta di utilizza-re una spazzatrice, e perdipiù realizzata in Italia, nel proprio centro storico.” Il modello in que-stione, che si chiama Max Wind, è un mezzo leggero e pratico: una novità assoluta per Ve-nezia, dove – perlomeno nel centro storico – gli operatori ecologici hanno sempre lavorato sen-za l’ausilio di mezzi e macchinari meccanici.

Efficiente, agile, discreta e delicata sui “masegni”Certo si tratta di un mezzo molto particolare, perché qui non si arriva per caso: infatti è una spazzatrice ad alimentazione elettrica munita di un sistema meccanico che permette di aspira-re polvere e rifiuti di piccole dimensioni, oltre che di un sistema ad acqua per l’abbattimento delle polveri. La macchina “operatore a bordo”, che pesa appena tre quintali e mezzo, è estre-mamente agile e facile da guidare, si adatta per-fettamente alle dimensioni del centro storico di Venezia, alle strettoie e ai passaggi difficili che caratterizzano questo gioiello artistico e archi-tettonico, e le sue caratteristiche di estrema di-screzione e scarso ingombro la rendono adat-ta anche a muoversi tra la folla. Ma c’è anche un’altra caratteristica indispensabile da queste parti: la spazzatrice, infatti, dev’essere sia effi-cace per una pulizia perfetta, sia precisa e ab-bastanza “delicata” nel lavoro da non rovinare i masegni, la tipica pavimentazione veneziana in trachite euganea. In questo senso le spazzole in plastica morbida dovrebbero fare il loro lavo-ro senza rovinare la pietra, e inoltre la spazzola laterale a doppia velocità permette la rimozione anche dello sporco più ostinato senza mettere a repentaglio la bellezza naturale della pavimen-tazione. Altrettanto importante è la possibilità di spostare la macchina in modo rapido per uti-lizzarla in altre aree della città particolarmente trafficate, più sporche o in cui sono necessari interventi più urgenti.

Solo il meglio per il “salotto” della lagunaIl meglio, insomma, per il “salotto” di Venezia, dei Veneziani ma, si può dire, anche di moltis-simi italiani e milioni di visitatori stranieri. “Na-turalmente – continua Ragazzo – siamo molto attenti anche agli aspetti ambientali del nostro lavoro: una macchina che pulisce non può spor-care, inquinare e rovinare l’ambiente, sarebbe un controsenso. Infatti la Max Wind lavora nel pieno rispetto dell’ambiente con l’impiego di batterie agli ioni di litio; la capienza dei serba-toi dell’acqua è maggiorata per l’abbattimento delle polveri. A ciò si aggiungono la possibilità di convertire il tubo di aspirazione in soffiato-re, la maneggevolezza grazie alle dimensioni e ai pesi contenuti, e ultimo ma non meno impor-tante la raccolta dello sporco in un sacco dalle

dimensioni standard, facile da rimuovere e da smaltire. Per noi è una grande soddisfazione che riconosce la spazzatrice Max Wind unica nella categoria. E a questo proposito vorrei chiudere con un grazie a tutti quelli che hanno collabo-rato e reso possibile tale traguardo, che ci im-pegnerà nella continua ricerca per migliorarci.”

[www.mphtcleaning.com]

Mp Ht aiuta a pulire la “perla della laguna” con Max Wind

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Filmop nasce nei primi anni ’70 come azienda specializzata nella produzione di attrezzature manuali per la pulizia professionale degli am-bienti. Situata nel cuore del produttivo nord est italiano, oggi è una realtà tra i leader nel settore ed un partner di fiducia per i migliaia di professionisti che operano in questo mer-cato. Filmop International esporta in oltre 80 Paesi con la massima rapidità, affidabilità ed efficienza, orgogliosa di diffondere il “Made in Italy” in tutto il mondo.

Una storia all’insegna della qualitàIn oltre quarant’anni di attività nel setto-re del cleaning, Filmop ha sviluppato com-petenze tecniche, organizzative e produtti-ve tali da raggiungere elevati standard sia aziendali che di prodotto. L’impegno quoti-diano per migliorare la qualità, l’efficienza e la sostenibilità sia dei processi produttivi che dei servizi offerti si è tradotto concre-tamente in una serie di importanti certifica-zioni. In primis la Certificazione di Quali-tà ISO 9001: Filmop fonda le sue radici su un sistema aziendale organizzato e dotato

di una gestione efficiente, strutture idonee e competenze adeguate, offrendo quindi soli-de garanzie di affidabilità per clienti, forni-tori, dipendenti e collaboratori.

Love clean, be green!Nel contesto della contemporaneità, nelle for-me e nelle condizioni in cui ci è stata conse-gnata da chi ha operato prima di noi, preoc-cuparsi di rendere veramente ecosostenibile la propria attività produttiva non è più solo una delle tante direzioni percorribili o una scelta strategica di marketing: ormai si tratta di un obiettivo imprescindibile per chi voglia fare business responsabilmente. Questa è la con-vinzione che orienta le scelte di Filmop e che ha portato alla Certificazione ambientale ISO 14001: l’azienda ha deciso di investire in un proprio sistema di gestione ambientale che tenga sotto controllo gli impatti delle attivi-tà sull’ecosistema, perseguendo sistematica-mente l’obiettivo di una maggiore sostenibi-lità in modo coerente ed efficace.

Una scelta pionieristica: Plastica Seconda VitaMa Filmop non si è limitata a questo: nel 2012 è stata la prima azienda in Italia nel settore delle attrezzature di pulizia ad aver ottenuto la certificazione PSV, rilasciata dall’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo. Si tratta del primo marchio, italiano ed euro-peo, di certificazione ambientale di prodotto che garantisce e rende maggiormente visibili i beni ottenuti con l’impiego di plastiche da riciclo. Il marchio PSV semplifica i criteri di scelta per gli enti pubblici e le aziende interes-sate ad acquistare prodotti eco-compatibili, in linea con le politiche degli Acquisti Verdi per la Pubblica Amministrazione. Oggi Filmop è in grado di offrire una vasta gamma di pro-dotti certificati Plastica Seconda Vita: carrel-li multiuso, sistemi di lavaggio e contenitori.

L’ultima conquista? …Un fiore di certificazioneFilmop ha ottenuto per la linea di frange in microfibra Rapido Super la prestigiosa cer-tificazione Ecolabel UE, il marchio ufficia-le dell’Unione Europea che premia i miglio-ri prodotti a basso impatto ambientale, qua-lificandoli sul mercato e differenziandoli dai competitor. Rapido Super è solamente il pri-mo di una serie di prodotti in lista per otte-nere l’importante riconoscimento. Predilige-re prodotti a marchio Ecolabel garantisce un valore aggiunto per qualificarsi come fornitori privilegiati secondo quanto previsto dal Pia-no d’azione nazionale per il GPP e dai CAM, nonché una scelta responsabile per la salva-guardia dell’ambiente.Sul tema della responsabilità d’impresa, Fil-mop risponde ai requisiti Brc – Global Stan-dard Consumer Products, un sistema di ge-stione per il controllo igienico e la sicurez-za dei prodotti; inoltre, l’azienda ha scelto di aderire alla normativa europea Reach, acqui-stando solo materia prima di qualità, non in-quinante e proveniente da fornitori controllati e qualificati. Infine, per meglio rispondere alle esigenze di particolari settori di mercato co-me l’Ho.re.ca., chi sceglie Filmop può trovare nella sua gamma prodotti anche delle soluzio-ni idonee al contatto con sostanze alimentari in accordo con la Direttiva CE 1935/2004 e il Regolamento CE Nr. 10/2011, ovvero le nor-mative europee sul Food Contact.

[www.f ilmop.com]

Filmop: un’eccellenza italiana garantita e certificata

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ATTUALITÀ

Industria alimentare, punti vendita, GDO: la so-luzione per una pulizia perfetta ha la forma di un “cubo”. Anzi, di un “cubo che lavora”. Così viene chiamata, in casa Idroeletrika, la gamma “Idroelectric system” una famiglia di “ecopu-litori decontaminatori” ad acqua calda in alta pressione e bassa portata, ecologica e rispetto-sa dell’ambiente e della salute.

Una tecnologia innovativa“Si tratta di una tecnologia innovativa, che ope-ra una profonda detersione delle superfici trat-tate, abbinando, grazie all’effetto mirato della pressione, la rimozione dei residui organici ed inorganici incrostati, ad un’efficace sanificazio-ne termica”, spiega Jeffrey Shelley dall’azien-da di Arbizzano (Verona). “Tra i nostri clienti abbiamo tante aziende alimentari e importanti gruppi di distribuzione come Rossetto Group, che si dichiarano molto soddisfatti dei risultati raggiunti con il nostro sistema”, dice.

Il sistema Ika CubeIn particolare sono molto apprezzati i prodotti Ika Cube, a riscaldamento elettrico, che azzera l’impiego del gasolio e non emette fumi in at-mosfera. A ciò si aggiungono i ridotti costi ope-rativi e, cosa assai importante in GDO e nell’in-dustria, la comodità di impiego dovuta alla pos-sibilità di utilizzare l’attrezzatura con una sola mano, con il minimo impatto su braccia, spalle e schiena (non ha nemmeno l’effetto “rinculo” tipico di molte macchine usate a questo scopo).

Come funzionaIdroelectric system è un brevetto unico, che in funzione delle alte temperature (da 70 a 90° C continui) ed al potente effetto disperdente mec-canico (pressione da 70 a 150 bar), combinato con le basse portate (da 2,5 a 10 l/min), consen-te di rimuovere residui organici, salini, misti ed anche carboniosi, non altrimenti rimovibili. Ol-tre a questo, l’effetto termico dell’azione di la-vaggio è in grado di abbattere la carica batterica e la microflora presente sulle superfici.

Eccezionali risultati, con la semplice acqua caldaRisultati eccezionali ottenuti con l’uso esclusivo di acqua calda in pressione. Quindi è possibile contenere al massimo, se non escludere, l’uso di detergenti alcalini o monoprodotti e sanifi-canti. Oltre ciò, grazie alla ridotta portata d’ac-qua ed alla precisione d’ emissione del getto, è possibile ottenere efficaci interventi detergenti senza produrre ingestibili masse di acqua ca-scante o dispersa in forma di aerosol. Per que-sto Idroelectric system è in grado di operare in punti difficili e sopra superfici delicate, oppu-re dislocate in vicinanza di apparati elettronici ed elettrici non trattabili con i sistemi tradizio-nali. Grazie al sistema di riscaldamento brevet-tato ad alimentazione elettrica (400V/50HZ), Idroelectric system è impiegabile in tutte le aree chiuse, non attingendo per l’effetto termico, a caldaie combustibili.

I vantaggi“Ricapitoliamo”, dice Shelley: “Nessuna emis-sione di fumi e zero CO2 in atmosfera. Infine, proprio per le basse portate, consente un mini-mo sforzo per l’operatore che potrà concentrarsi sulla precisione, anche in punti elevati da terra o rischiosi con mezzi destabilizzanti. Applica-zioni: sono semplicemente infinite: dai piani di lavoro, di porzionatura, di cernita, ai nastri tra-

sportatori, ai dissolutori, tritacarne, affettatrici, impastatrici, riempitrici, dosatori e multi teste, teglie di cottura e forni, vasi vinari, serbatoi, po-livalenti e scambiatori termici. Cucine, friggitri-ci, formatrici, vasche di conservazione e frigori-feri, presse, filtri, imbottigliatrici, tappatrici, eti-chettatrici, palletizzatori. Accessori smontabili, componentistica, ed utensileria.”

Numerosi gli accessoriInoltre grazie ai numerosi accessori quali spaz-zole rotanti, sonde flessibili, lava-barrique ecc. consente di intervenire in situazioni e punti in cui difficilmente si è mai potuto programmare efficaci interventi di controllo microbiologico. Per questo Idroelectric system si è dimostrata una tecnologia vincente nella gestione dei pro-tocolli Haccp.

[www.idroeletrika.it]

Dall’industria alimentare alla Grande distribuzione: Idroeletrika presenta le “ecopulitrici”

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PUBBLIREDAZIONALE

Un’esigenza sempre più crescente della gran-de distribuzione è quella di poter eseguire la pulizia in orario diurno, durante l’apertura. Per le grandi catene di negozi, i centri com-merciali ed i supermercati, dato l’alto traffi-co a cui sono sottoposti, non è più pensabile relegare la pulizia alla fine della giornata. È fondamentale per tali esercizi far percepire al cliente un’immediata sensazione di benesse-re, l’idea di entrare in un luogo pulito ed ac-cogliente. La necessità di oggi è quella di ga-rantire lo stesso standard di igiene per tutto il giorno. Viene da sé che per lavorare mentre la clientela si aggira per le corsie, una lava-sciuga pavimenti deve soddisfare alcuni re-quisiti fondamentali.

Più valore alla tua attivitàLa nuova MMg di Fimap propone alla grande distribuzione soluzioni tecnologiche d’avan-

guardia, ideali per questo settore. Al pas-saggio di una lavasciuga pavimenti dal de-sign curato e piacevole, il cliente non vedrà un elemento di disturbo, ma la prova della professionalità del punto vendita. In MMg ogni dettaglio è stato studiato per esaltare affidabilità e sicurezza in una forma armo-nica ed espressiva. Nessuna parte è sco-

perta, ogni componente è completamente avvolto dal corpo macchina, trasmettendo l’immagine di un oggetto in grado di inte-grarsi perfettamente nell’ambiente. A ciò si aggiunge la silenziosità, garantita dai dispo-sitivi Eco Mode ed FNC, e l’efficacia del potente motore di aspirazione, che rende il pavimento subito asciutto e calpestabile.

MMg, la lavasciuga pavimenti che riduce il costo del pulito

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PUBBLIREDAZIONALE

Le tecnologie che riducono i costiAumentare l’efficienza e ridurre i costi genera un notevole risparmio economico. FFM – Fimap Fleet Management ha l’o-biettivo di migliorare la gestione della mac-china acquistata, anche più di una se si trat-ta di una flotta. Con FFM è possibile visua-lizzare in qualsiasi momento e con qualsiasi dispositivo lo stato della macchina e sapere, ad esempio, dove si trova, se viene utilizzata come stabilito, se ci sono malfunzionamenti e quando è previsto il prossimo intervento di manutenzione. Lavorare sulla manutenzione preventiva e verificare direttamente le condi-zioni d’uso, evita spiacevoli imprevisti o spe-se inaspettate, riducendo i costi di gestione.MMg porta diversi vantaggi anche dal punto di vista operativo. I costi vengono ulterior-mente ridotti grazie alla possibilità di eser-citare un maggiore controllo sui consumi. Con i sistemi di dosaggio, come l’FSS – Fi-map Solution Saver, si possono adeguare il flusso di acqua e di chimico alle reali condi-zioni di sporco, aumentandoli solo se neces-sario e risparmiando quando è possibile. Si può anche richiedere il sistema FLR – Fimap Long Range, che ricicla la soluzione deter-gente, aumentando l’autonomia di lavoro: per lavare più m² impiegando meno risorse. Con FLR si può ridurre fino al 66% il consumo di acqua e detergente per intervento.La versione Plus di MMg offre in più la tec-nologia dell’iD – intelligent Drive, che ri-voluziona il metodo tradizionale, mettendo nelle mani dell’operatore un display touch. Tutto ciò che serve è sotto i nostri occhi e per

attivarlo basta sfiorare lo schermo: risparmio di risorse con Eco Mode, più potenza con Power Mode e addirittura video tutorial per fugare ogni dubbio. Aiutare l’operatore nel suo lavoro comporta il sicuro vantaggio di ottenere risultati migliori, perché più un si-stema risulta facile ed intuitivo, più si è por-tati ad utilizzarlo al meglio.

Più sicurezza per darti più produttività Oltre alla gestione tramite touchscreen, MMg dispone di numerose soluzioni per facilitare tutte le attività dell’utilizzatore. Dalla seduta comoda e spaziosa alla posizione ergonomi-ca del volante, dall’accessibilità da entrambi i

lati alla pedana ribassata, ogni dettaglio è stu-diato per mettere l’operatore a proprio agio. La completa visibilità e la praticità nell’atti-vazione delle funzioni aumentano il livello di controllo sulla macchina. Alcuni dispositivi contribuiscono ad aumentare ulteriormente la sicurezza, per l’utilizzatore e per l’ambiente dove sta lavorando. Grazie alla telecamera posteriore è possibile vedere sul display sia le prestazioni di lavaggio e asciugatura, sia eventuali ostacoli durante la retromarcia, sen-za voltarsi. Il sistema anti collisione avvisa invece acusticamente per un controllo totale in fase di manovra. I fari a LED, oltre ad il-luminare in caso di penombra, ad esempio du-rante la pulizia di un parcheggio sotterraneo, rendono la macchina nel complesso più visi-bile anche in zone ben illuminate. MMg Plus è una lavasciuga pavimenti to-talmente diversa dalle tradizionali. Fimap ha realizzato una macchina che, grazie alla tecnologia, è in grado di prevenire qualsiasi inconveniente e mette il cliente in condizio-ne di essere sempre operativo ed efficien-te. MMg riduce il costo per metro quadro pulito, consentendo l’utilizzo diurno, ren-dendo l’operatore sempre perfettamente in grado di compiere il proprio lavoro al me-glio, senza incertezze, proteggendo la mac-china dagli imprevisti e favorendo una ge-stione consapevole delle risorse.

[www.f imap.com]

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DICEMBRE2016

ATTUALITÀ

Un altro anno con il segno più. Anche que-sto 2016 sta per finire ed è come da tradizio-ne tempo di bilanci, che sono di nuovo po-sitivi. Siamo in casa LavorHyper, il brand di Lavorwash Group che offre agli specialisti del cleaning prodotti dedicati, altamente profes-sionali. Contraddistinto dal colore rosso (che trasmette allo stesso tempo il senso della pas-sione, del dinamismo e della competenza tec-nica), il brand LavorHyper presenta soluzioni studiate ad hoc per le esigenze di un settore estremamente specializzato e mette a frutto

l’esperienza e il know-how maturati in oltre quarant’anni di attività dall’azienda mantova-na. E ce n’è anche per l’industria alimentare e la Gdo, come vedremo, nel segno del vapore e di una lavasciuga innovativa. A risponderci è il responsabile Marketing Dante Rossetti.

Come sta andando il mercato?“Siamo soddisfatti, chiudiamo in 2016 con segno positivo e un trend di crescita ormai da diversi anni.”

Quali sono le più importanti novità in casa LavorHyper?“Il prossimo anno lanceremo una nuova lava-sciuga uomo a terra, Dynamic: una macchina completa, molto pratica da utilizzare, ideale per l’industria e per la GDO. Inoltre stiamo sviluppando alcuni sistemi di pulizia a vapo-re per la sanificazione di ambienti dell’indu-stria alimentare o, più in generale, laboratori di trasformazione, come nel caso della GDO.”

Cosa avete da offrire al settore dell’industria e della GDO? “Offriamo un prodotto attento e studiato per risolvere i loro problemi e le loro esigenze, sostituendoci al cliente e affiancandolo nella progettazione del prodotto e delle sue carat-teristiche tecniche. Ma più che un prodotto, molte volte offriamo la soluzione ad un pro-blema di pulizia.”

Perché scegliere i prodotti LavorHyper?“Sono prodotti affidabili, di alta qualità, pra-tici da usare che permettono un notevole ri-sparmio di tempo nelle operazioni di pulizia giornaliera e anche per le pulizie di fondo. Of-friamo assistenza sia prima dell’acquisto, con un prodotto fatto ad hoc per i clienti, sia assi-stenza post vendita, collaborando con Centri di Assistenza in tutta Italia.”

Ci descriverebbe un modello a cui tenete particolarmente?“Con la nuova lavasciuga pavimenti compatta Dynamic, Lavorwash propone uno strumento robusto, affidabile, molto agile e accessibile che offre massima efficacia nel mantenere il pavimento pulito e asciutto. Solo un pulsan-te e si è pronti a lavorare, senza leve, com-plicazioni o regolazioni di cui preoccuparsi: scorrevolezza, manovrabilità in aree conge-stionate e pulizia con entrambi i bordi della spazzola anche in angoli difficili da raggiun-gere. Riduzione di fermi macchina improdut-tivi grazie all’interruzione automatica dell’e-rogazione soluzione, arresto spazzola e auto stop riempimento acqua.”

Progetti e anticipazioni per il futuro. Come finisce il 2016, e come inizierà il 2017?“Il 2016, come ho sottolineato prima, si con-clude in modo positivo, e anche il 2017 ci sta dando i dei segnali positivi. Il trend di crescita del nostro marchio LavorHyper, dedicato agli specialisti del pulito, sta continuando ormai da diversi anni: stiamo a piccoli passi conqui-stando quote di mercato e, grazie al rapporto qualità/prezzo dei nostri prodotti, tanti clienti che iniziano a collaborare con noi.”

[it.lavorhyper.com]

LavorHyper: “Più che prodotti, soluzioni a problemi”

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DICEMBRE 2016

TERZA PAGINA17

GESTIONE26

SCENARI34

TECNOLOGIE44

industria/gdo 4.0legge antisprecotoilette di eataly

licenziamentoosservatorio assocasa

etichettaturaagenzia europea del farmaco

packaging 4.0pest control alimentare

sacchetti plastica

pulizia utensili

INSERTOi l g i o r n a l e d e i s e r v i z i a m b i e n t a l i

INDUSTRIE GDO&

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DICEMBRE2016Immaginiamo un mondo in cui le mac-

chine che lavorano i cibi destinati ad arrivare sulla nostra tavola conosca-no alla perfezione i nostri gusti, le no-stre preferenze, ma anche eventuali al-lergie e intolleranze. E, ormai capaci

di imparare da sole, si comportino di conseguenza, anche perché le informa-zioni su di noi le arrivano direttamente dal supermercato dove faccio la spesa ogni settimana.

Ecco il futuro…Senza nessuna mediazione umana, tut-to in automatico. Oppure un mondo in cui, all’avvicinarsi della scadenza, l’imballo dei cibi è predisposto per rilasciare un conservante ad hoc per prolungare la shelf life dell’alimento. Con la macchina che, a seconda de-gli alimenti, programma il packaging da utilizzare. O ancora: un ambiente produttivo, e distributivo, completa-mente autonomo, in grado di prende-re decisioni, con l’uomo che svolge

solo funzioni di controllo e manuten-zione. Sembra uno scenario alla Ray Bradbury, o meglio ancora alla Asi-mov, eppure potrebbe essere più vici-no di quanto pensiamo.

Un cambiamento radicalePensando all’industria, qualcuno pro-fetizza un cambiamento radicale nel-la gestione degli impianti, che sosti-tuirà la gestione centralizzata con una più autonoma, con macchine e mate-rie prime in grado di comunicare tra di loro come in un social network, or-ganizzando la produzione e, appunto, superando i confini dell’azienda. La fabbrica del futuro sarà intelligente e collegata in rete anche ai centri di di-stribuzione, il che permetterà, come

dall’industria alla gdo: la rivoluzione 4.0corre sul filo… della rete

Le nuove frontiere del “dialogo fra le cose” aprono scenari impensa-bili fino a pochi anni fa. Dall’in-dustria alimentare ai supermercati del futuro, eccone alcuni, tra fan-tascienza e realtà, mentre sta arri-vando una nuova sigla: l’IIOT, In-dustrial Internet of Things. Che, in poche parole, significa creare mac-chine che imparano.

di Simone Finotti

INDUSTRIA/GDO 4.0 TERZA PAGINA

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TERZA PAGINA INDUSTRIA/GDO 4.0

dicevamo, di ottimizzare la produzio-ne, ridurre gli sprechi e personalizzare il prodotto finito a livelli oggi ancora inimmaginabili.

Alla base di tutto, un protocolloUna rivoluzione che parte dal proto-collo Internet IPv6, che ha consentito a qualsiasi oggetto di avere un proprio indirizzo IP. La sfida, adesso, è quel-la di far crescere in modo organico e programmato la sinergia fra i vari pro-cessi industriali e, su scala più ampia, l’interazione a tutti i livelli della filie-

ra. di produzione e aziendale, sincro-nizzazione dei processi industriali e, appunto, autonomia delle macchine.

Macchine che decidono autonomamenteUno degli obiettivi a medio termine potrebbe essere quello di realizzare macchine in grado di prendere auto-nomamente decisioni in tempo reale. E perché non pensare a un’interazio-ne che non si limiti alla filiera e al co-re business, ma si estenda alle facili-ties come, per esempio, la pulizia e

la manutenzione delle macchine, che potremmo immaginare, ad esempio, capaci di dialogare con i sistemi e le macchine per la pulizia professionale, in una rete che comprenda anche la ge-stione ottimale delle facilities?

Fantascienza ma non troppo: arriva l’IIOT (Industrial Internet of Things)Fantascienza? Sogni futuristici ad oc-chi aperti? Forse ancora sì, ma fino a un certo punto. Di industria 4.0 or-mai si parla da tempo, così come di Internet of things. Anzi, a dire il vero non si è fatto ancora in tempo a capire che cos’è l’internet delle cose che già si profila all’orizzonte l’IioT, che sta per Industrial Internet of Things, che comprende appunto quello che diceva-mo prima: la facoltà di apprendimen-to delle macchine e la gestione dei big data. Insomma, dai sensori M2M alle macchine intelligenti in grado di ap-prendere buone prassi produttive e di sostenibilità. Ma cosa si intende dav-vero per Industria 4.0? E cosa c’è sta-to prima? Se seguiamo velocemente la storia dell’industrializzazione risa-lendo ai secoli precedenti vediamo che l’1.0 ha segnato l’avvento stesso della meccanizzazione e l’uso dell’acqua e del vapore, tra fine XVIII e XIX seco-lo. Un passaggio decisivo, nel primo Novecento, si è avuto con l’avvento della produzione seriale, con il fordi-smo e il taylorismo. E qui siamo a quo-ta 2.0. In tempi molto più recenti si è iniziato a parlare di 3.0, un’espressio-ne relativamente poco usata perché su-bito scavalcata dal gradino successivo.

Ed ecco il 4.0A proposito: il termine Industria 4.0 non arriva da oltreoceano, ma da mol-to più vicino a noi, e precisamente dal cuore della vecchia Europa. Infatti è stato utilizzato per la prima volta nel 2006 in Germania, con il piano stra-tegico articolato in 10 punti sulle hi-gh-tech. Il passo successivo si è avu-to quattro anni dopo, nel 2010, quando

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INDUSTRIA/GDO 4.0 TERZA PAGINA

sempre in Germania è stata varata la high – tech strategy 2020, che ha co-me punti focali ricerca e innovazione. L’obiettivo è quello di creare un lega-me più stretto tra conoscenza e appli-cazione, e per questo è stato creato un apposito gruppo di lavoro che, nelle sue Raccomandazioni, suggerisce fra l’altro di sfruttare le nuove potenziali-tà dell’Internet delle cose: entro i pros-simi anni si prevedono nel mondo al-meno 50 miliardi di collegamenti in-telligenti fra oggetti, ma c’è da credere che la stima sia da rivedere al rialzo.

Verso un sistema olistico e adattivoLa rivoluzione in ambito industria-le consiste nel fatto che, quando que-sto processo sarà a regime, l’ambien-te-industria sarà in sostanza un sistema “olistico” (e adattivo) costituito da re-ti totalmente interconnesse che gover-neranno l’intero ciclo progettuale, pro-duttivo e non solo: infatti le connessio-ni possono riguardare macchine, ma anche sistemi di archiviazione, databa-se, marketing, ordini, logistica in en-trata e in uscita e servizi tra cui le facili-ties. L’obiettivo insomma sarebbe quel-lo di un ecosistema di produzione snel-lo, efficiente e flessibile che comprende l’intero life cycle: dall’iniziale idea allo sviluppo, produzione, uso, manutenzio-ne e recupero/riciclo, come raccoman-dano i principi dell’economia circolare. In tal modo, l’ecosistema può utilizza-re i desideri e/o le esigenze dei consu-matori. Molto importante, ad esempio, la possibilità di avere informazioni in tempo reale in ogni momento del ciclo. Potenza dell’IoT, o dell’IioT.

Anche nella GDOMa non di sola industria si parla. Infat-ti anche di supermercati e di punti ven-dita retail. Giusto ai primi di dicembre Coop ha inaugurato a Milano, all’in-terno del centro commerciale Bicoc-ca Village, il supermercato del futuro, che era stato presentato a Expo Mila-no e occupa circa 1000 mq e i prodotti

sono esposti su ampi tavoli interattivi che “dialogano” con il consumatore a colpi di touchscreen. Il semplice sfio-rarli con la mano permette infatti al visitatore di ottenere informazioni au-mentate sui prodotti, che sono poi tutte quelle informazioni che oggi sono di-sponibili in rete ma che non riusciamo a far stare in un’etichetta tradizionale. Attraverso queste “etichette aumenta-te” il prodotto è in grado di raccontare se stesso, le sue proprietà, la sua sto-ria, il suo tragitto dalle origini all’uten-te finale. Si tratta di un’opportunità in-teressante anche alla luce delle norme sempre più evolute sull’etichettatura.

Informazioni chiare e subito disponibiliPrendiamo l’esempio degli allergeni: la presenza/assenza di sostanze aller-geniche è una delle prime informa-zioni a comparire in modo chiaro e inequivocabile sui display antistanti i diversi prodotti, per la massima si-curezza dell’acquirente. Il supermer-cato, infatti, è stato pensato e costru-ito non più a misura di prodotto, ma a misura d’uomo. C’è l’uomo, non la merce, al centro delle attenzioni del-

la distribuzione che verrà. C’è molta tecnologia, certo, a partire dai robot-tini YuMi, gioiellini Abb in grado di confezionare qualsiasi tipo di prodot-to e interagire con il cliente. In pratica scegli di acquistare una mela e il robot te la confeziona in una scatola di car-toncino tipo quella dei popcorn al ci-nema, o delle frites nei fast food. Ma gli strumenti offerti dal mondo digi-tale vengono utilizzati soprattutto per far “scomparire” le barriere, rendere più fluida e confortevole l’esperienza del visitatore e soprattutto, come di-cevamo, permettergli l’accesso a in-formazioni importanti che altrimen-ti sarebbero irrecuperabili. Come nel caso della tracciabilità di prodotto: da che parte del mondo arriva questa me-la? Quali prodotti sono stati impiega-ti durante la sua coltivazione? Qual è la sua impronta ecologica? Quali so-no i suoi principi nutritivi? Informa-zioni preziose, difficilmente reperibili in un supermercato “normale”, ma che possono influire in modo determinan-te nella scelta d’acquisto. La tecnolo-gia, insomma, è rivista in chiave 4.0: mai invadente ma sempre di supporto, utile e silenziosa.

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TERZA PAGINA LEGGE ANTISPRECO

Tecnicamente si chiamano “Disposi-zioni concernenti la donazione e la di-stribuzione di prodotti alimentari e far-maceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”. Ma più in sintesi la legge 19 agosto 2016, n. 166, uscita sulla Gazzetta Ufficiale n. 202 del 30 agosto scorso ed entrata in vigore il 14 settembre, è già stata ri-battezzata “legge sugli sprechi alimen-tari”. Una nuova normativa che giunge in un momento quanto mai opportuno: infatti, numeri alla mano, nel mondo si spreca tanto, troppo cibo che per molte persone, in diversi angoli del pianeta, potrebbe significare la vita.

Un “mondo di sprechi”Secondo un recente rapporto della Fao (l’interessante e articolato studio Food Wastage Footprint: Impacts on Natural Resources), ogni anno alme-no 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate nel mondo: il che significa, in altre parole, che un ter-zo della produzione alimentare mon-diale finisce direttamente nella spaz-zatura, con una perdita economica di circa 2mila miliardi di euro. Deci-samente troppo. L’Italia non è cer-to priva di responsabilità, anzi: nel Bel Paese – tra sprechi ed ecceden-ze – vengono buttati via, ogni an-no, alimenti per un valore di circa 12,6 miliardi di euro, sprigionando nell’ambiente 24,5 milioni di tonnel-late di CO2. L’Italia, tuttavia, è ca-pofila – almeno nel Vecchio conti-nente – nel cercare di porre rimedio al problema. Infatti è il primo paese dell’Unione europea ad essersi do-tato di una legge per combattere lo spreco trasformandolo in solidarietà, dando quindi sostegno all’economia circolare e del dono.

La legge “antispreco” e il progetto “Life – Food. Waste. Stand Up”E qui entrano in scena due elementi, fra loro correlati. Il primo, cui accen-navamo sopra, è la legge 166/16 “an-tispreco alimentare”. Il secondo è il progetto di sensibilizzazione “Life – Food. Waste. StandUp”, partito ancor prima della legge ma entrato a regime a novembre su iniziativa di Federali-mentare, Federdistribuzione, Fonda-zione Banco Alimentare Onlus e Unio-ne Nazionale Consumatori.

La nuova legge: più semplici le cessioni gratuiteMa andiamo con ordine: la legge 166 è un intervento legislativo mirato a fa-vorire, a fini di solidarietà sociale, il recupero e la donazione di beni ali-mentari, farmaceutici ed altri pro-dotti in favore di soggetti che opera-no senza scopo di lucro. Innanzitutto si prevede una semplificazione buro-cratica per la donazione, fermo quan-to già previsto nella Legge di stabi-lità per il 2016 che ha innalzato da 5mila a 15mila euro il limite di co-sto per l’esonero della comunicazio-ne preventiva delle cessioni gratuite.

Le nuove definizioniViene rivisto anche il quadro definito-rio. In particolare, la nuova legge de-finisce come “spreco alimentare” l’in-sieme dei prodotti scartati dalla cate-na agroalimentare ancora consuma-bili, pertanto destinabili al consumo e che sarebbero destinati a essere smal-titi come rifiuti, e come “eccedenze alimentari” i prodotti alimentari che, fermo restando il mantenimento dei re-quisiti di igiene e sicurezza, rimango-no invenduti per varie cause (motivi commerciali/estetici, prodotti aventi

i primi positivi effetti della legge antisprecoIn vigore dal 14 settembre, la Legge sugli sprechi alimentari (166/2016) sta già producendo i suoi primi, positivi effetti anche grazie alle sinergie tra industria, Grande Distribuzione Organiz-zata e consumatori, uniti nel pro-getto “Life-Food”, ora potenzia-to e integrato con la normativa. E non mancano esempi da seguire, come il caso di Carrefour.

di Umberto Marchi

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LEGGE ANTISPRECO TERZA PAGINA

scadenza ravvicinata, etc). Per limi-tare lo spreco alimentare, la legge di-stingue il termine minimo di conser-vazione – inteso come la data fino alla quale un prodotto conserva le sue pro-prietà specifiche – dalla data di sca-denza – oltre la quale gli alimenti sono considerati a rischio. A questo propo-sito, la cessione gratuita di eccedenze alimentari viene consentita anche ol-tre il termine minimo di conservazio-ne, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio ed idonee condizio-ni di conservazione. Insomma, si pos-sono cedere alimenti anche oltre sca-denza a patto che ne vengano garan-titi – sia da coloro che donano il pro-dotto, sia dalle organizzazioni che lo distribuiscono – un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito ed utilizzo.

Si prevedono Linee-guida ministerialiLa legge prevede anche le diverse de-stinazioni del cibo donato: infatti le cessioni gratuite di eccedenze alimen-tari da parte degli operatori del setto-re alimentare devono essere destinate in via prioritaria al consumo degli in-digenti, mentre le eccedenze non più

idonee al consumo possono essere ce-dute per il sostegno vitale di animali e per altre destinazioni, come il compo-staggio. La cessione riguarda anche la panificazione, i cui prodotti finiti pos-sono essere donati a soggetti che poi li distribuiscono agli indigenti entro le ventiquattro ore successive alla produ-zione. La legge inoltre, segnala che il Ministero della Salute potrà emanare linee guida per gli enti gestori di men-se scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di preve-nire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti.

Previsti benefici fiscaliSono infine previsti benefici fiscali per chi cede a titolo gratuito prodotti ali-mentari ad indigenti. Infatti per incen-tivare chi dona agli indigenti i Comuni possono applicare una riduzione del-la TARI proporzionata alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita ed og-getto della donazione. Il Legislatore italiano ha dunque disciplinato la ma-teria della lotta allo spreco alimenta-re in funzione solidaristica attraverso incentivi e semplificazione burocrati-ca, privando la normativa in commen-to di qualsiasi apparato sanzionatorio. In questo senso l’Italia ha scelto una strada in parte diversa da quella di al-tri Stati che, coma ad esempio la Fran-cia, hanno optato per la linea dura nei confronti di chi non cede gratuitamen-te le proprie eccedenze (al di là delle Alpi si rischiano fino a 75mila euro di sanzioni e fino a 2 anni di reclusione).

Un progetto, tante importanti sinergieMa non è tutto: nel frattempo, infatti, è entrato a regime, integrandosi con le disposizioni di legge, il progetto Li-fe-Food.Waste.Stand Up, che mira al-la sensibilizzazione in materia di pre-venzione degli sprechi alimentari e ge-stione delle eccedenze lungo la filiera, al fine di aumentare il loro recupero e incrementare le donazioni. Il proget-

to prevede innanzitutto, a partire dal prossimo gennaio, una intensa campa-gna di sensibilizzazione e informazio-ne diffusa su tutto il territorio nazio-nale tagliata sui tre target individuati (imprese agro alimentari, della distri-buzione e consumatori) e supportata dall’esperienza della Fondazione Ban-co Alimentare Onlus.

20mila imprese, 12mila punti vendita e 500mila consumatoriSi punta al coinvolgimento di circa 20mila imprese italiane agroalimen-tari, 12mila punti vendita (diretti e in franchising) e 500mila consumatori nella campagna di sensibilizzazione anti-spreco alimentare per: diffondere informazioni e modelli per la gestione eccedenze alimentari a circa 200mila imprese alimentari europee; formare almeno 200 aziende agroalimentari e 65 aziende della GDO sulle procedu-re di donazione e gestione delle ecce-denze. Inoltre saranno attivati 59 info-point “antispreco” per i consumatori in altrettante città di 15 regioni italiane. Per il Ministro delle politiche agrico-le Maurizio Martina, “il nostro Paese si riconferma protagonista nella lotta allo spreco alimentare e alla guida di un progetto sperimentale virtuoso che dà concretezza all’eredità che abbia-mo raccolto da Expo”. L’obiettivo di riuscire a recuperare 1 milione di ton-nellate di cibo e distribuirle a chi ne ha bisogno è sempre più possibile, con-siderando anche che “la legge inter-viene a valle, cercando di intercettare le eccedenze alimentari prima che di-ventino spreco per destinarle alla so-lidarietà sociale”, ha precisato l’on. Maria Chiara Gadda, relatrice del-la legge 166/2016, che ha sottolineato l’importanza di costruire una rete fra i protagonisti della filiera. “A monte – ha ricordato – bisogna agire sul fron-te della prevenzione e questo proget-to centra l’obiettivo, seguendo i prin-cipi della corretta economia circolare”. Il presidente di Federalimentare, Lui-gi Scordamaglia, ha messo l’accento

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TERZA PAGINA LEGGE ANTISPRECO

sul tema dello snellimento e della sem-plificazione: “Il principale merito del-la legge è quello di aver semplificato e reso conveniente per le imprese do-nare”, e aggiunge che la battaglia allo

spreco alimentare non si può vincere combattendo da soli: “Questa straordi-naria iniziativa di filiera, per la prima volta, riunisce gli attori chiave della catena in un progetto di altissimo valo-

re sociale ed ambientale”. Pienamen-te in linea anche il segretario genera-le di Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, per il quale “solo con una grande alleanza tra chi produ-ce, vende e consuma è possibile vin-cere la sfida agli sprechi alimentari”.

La case history virtuosa di CarrefourIntanto c’è già chi ha recepito il mes-saggio, e sta mettendo in atto iniziati-ve virtuose volte proprio a ridurre gli sprechi. E’ il caso di una grande cate-na come Carrefour, che si impegna or-mai da anni mettendo in atto una serie di iniziative per ridurre l’impatto del-le proprie attività sull’ambiente natu-rale. Gli ambiti di intervento riguar-dano gestione dei rifiuti e la preven-zione e riduzione degli sprechi, unito all’efficienza energetica e la riduzione di CO2. Per la prevenzione e riduzione dello spreco alimentare, dal 2014 Car-refour ha creato un team, il Comitato Anti Demarque Carrefour Italia, com-pletamente dedicato alla revisione e al miglioramento dei flussi aziendali per combattere lo spreco del cibo, ottenen-do ottimi risultati che hanno portato a una riduzione progressiva degli spre-chi. In ambito di risultati, durante il primo semestre 2016 rispetto a quello del 2015, il recupero in quantità, nel solo settore dei prodotti freschi, è sta-to di oltre 180 tonnellate. Fra le inizia-tive (vedi box), oltre a collaborazioni e miglioramento del processo di rior-dino, ne troviamo diverse legate alla formazione degli addetti, alla revisio-ne degli spazi espositivi, buone prati-che di gestione e conservazione dei ci-bi, controlli rigorosi.

Le iniziative antispreco

Ecco alcune delle iniziative antispreco messe in atto da Carrefour: storica colla-borazione con il Banco alimentare per la donazione. Nel 2015 sono stati donati da Carrefour in Italia più 660 tonnellate di cibo; revisione dei processi di riordi-no, introduzione di tecnologie per riordino automatico e revisione dei tempi che intercorrono tra l’ordine e la consegna a punto di vendita per consentire di effet-tuare gli ordini sulla base di quanto effettivamente venduto; controllo rigoroso dello stock di deposito e di punto di vendita e dei dati di invenduto; revisione de-gli spazi espositivi e degli assortimenti e, in collaborazione con i fornitori, degli imballi e delle pezzature dei prodotti esposti per ridurre gli sprechi sia a livello di punto di vendita che presso i consumatori finali.

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OCCHIELLO TESTATINA

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TERZA PAGINA TOILETTE DI EATALY

“Chi avrebbe il coraggio di mettere il proprio nome sulla porta del bagno? Occorre una buona dose di sicurezza. Bisogna avere la certezza, insomma, che quello che si sta offrendo all’o-spite, o, come in questo caso, al clien-te, è davvero un servizio all’altezza. Pulito, efficiente, sicuro. E soprattut-to mantenuto costantemente in ottime condizioni. Altrimenti si rischia il flop, con conseguente, immediato, crollo di immagine. Anche perché ormai il tam tam in rete è velocissimo, e impieto-so.” A parlare è Luigi Rubinelli, di-rettore di RetailWatch, un periodico online che da 5 anni si occupa, a 360°, del mondo retail. E che stavolta è an-dato letteralmente a mettere il “dito nella piaga”, indagando un ambiente che storicamente rappresenta un tal-lone d’Achille per la GDO: il bagno”.

Eataly ci ha messo la facciaSiamo a Milano, e più precisamen-te nella nuova Milano. Nella città dell’Expo, di piazza Aulenti, dell’U-nicredit tower, di Citylife. Nella Mi-lano in cui anche un teatro storico, co-

me lo Smeraldo di piazza XXV Aprile, da qualche anno ha una sua seconda vita. E che vita. Come è noto, infatti, è stato trasformato in uno dei luoghi più trendy e ricercati del food nostra-no, Eataly, un “contenitore” delle ec-cellenze del mangiare e bere italiano in grado di attirare qualcosa come 3 milioni di visitatori/anno.

La difficoltà di gestire i “bagni ad alta frequentazione”Che, e scusate la “caduta di tono”, a un certo punto devono pur andare a fare i loro bisogni. E qui inizia il problema, perché toilette a così alta frequenta-zione, come scriviamo da tempo, non sono certo facili da gestire. Rubinel-li, con l’aiuto di una sua collaboratri-ce con il ruolo di “mistery client”, ha scoperto che non solo si tratta di toi-lette perfettamente pulite, ma che ad-dirittura sono state brandizzate. “In-fatti vi si legge “Toilette di Eataly”, spiega. “Una scelta davvero non faci-le, a cui corrisponde, effettivamente, una cura che non sempre si incontra in contesti di questo tipo. Tenendo con-to che molto spesso la toilette non c’è nemmeno laddove non è previsto un espresso obbligo di legge.”

Un vero “tallone d’Achille”Rubinelli prosegue confermando ciò che noi diciamo da tempo. E cioè che il bagno, in effetti, è uno dei punti cri-tici di negozi, punti vendita, strutture della Grande Distribuzione: “Guardi, le dico che il nostro mistery client ha visitato in questi 5 anni di vita di Re-tailWatch, decine e decine di negozi, guardando o chiedendo sempre della toilette, questo è stato l’input del di-

rettore. E molto spesso ha visto di tut-to: bagni sporchi, non curati, intasati, con dispositivi rotti o obsoleti, oppure risposte evasive, quando non scortesi: ”La toilette non c’è, chieda al bar qui a fianco, C’è la toilette di noi dipenden-ti, se si accontenta…”, o cose simili. A volte la toilette era ingombra di scatole e scatolette, era sporca, aveva la porta di ingresso che non si chiudeva e al-tre amenità del genere”. Nei negozi e nei punti vendita della distribuzione organizzata, insomma, la toilette può essere un vero incubo. “La giornali-sta Elisabetta Galdabini lo scorso anno ha scritto un lungo reportage sulle toi-lette dei negozi di New York, toilette di department store, di monomarca di grandi brand internazionali, mica ne-gozietti da sottoscala: beh, il risultato delle visite non è stato poi tanto dis-simile dalle visite registrate dalla mi-stery shopper in Italia.”

toilette brandizzate: il coraggio di metterci la facciaIl direttore di RetailWatch Lui-gi Rubinelli commenta il caso di Eataly, che da qualche tempo ha “brandizzato” le sue toilette. “Una scelta importante e coraggiosa, un impegno trasparente e costante verso i clienti. Sul bagno si deve investire, è lo specchio della cura nei confronti di chi ti sceglie. C’è poco da scherzare, ne va dell’im-magine del brand”.

di Simone Finotti

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TOILETTE DI EATTALY TERZA PAGINA

La toilette, importante biglietto da visitaMa il direttore di RetailWatch si spinge addirittura oltre, ragionando sull’impor-tanza di quello che, solo apparentemen-te, potrebbe essere considerato un sem-plice dettaglio: “A ben guardare la toi-lette è una cartina di tornasole dell’atten-zione che un negozio dedica alla propria clientela. In fondo un negozio si vede anche dalla sua toilette, è il suo più chia-ro angolo speculare, se la toilette non c’è, è sporca o trascurata, vuol dire che l’attenzione al cliente è davvero minima, o nulla in alcuni casi. E non parlo di ne-gozi, mi vengono in mente anche molte catene, anche importanti, di Grande Di-stribuzione Organizzata”.

Identikit del perfetto bagno in GDOMa come dovrebbero essere le toilette in GDO, tenuto conto che non è certo

la cosa più semplice del mondo gestire bagni con quei numeri, con clienti di-sparati con abitudini igieniche tanto di-verse? “L’idea che mi sono fatto è che debbano essere il più possibile no-tou-ch per il cliente, e facili da igienizza-re sul lato gestore. E qui entra in scena l’aspetto progettuale, da cui parte tut-to. Ecco, sotto quest’ultimo aspetto ri-cordo un semplice particolare che può essere decisivo, e che io ho trovato so-lo in una catena di GDO italiana: l’in-tero ambiente-bagno circondato da uno zoccolino dolce, dal profilo convesso, che risulta più facile da pulire e dove lo sporco non si annida.Poi ci sono al-tri dettagli, come i sistemi no-touch, o azionabili con il piede, per far defluire l’acqua, o i dispenser che si toccano il meno possibile. Ebbene, anche in que-sto caso voglio fare il nome, e il luogo ben preciso: si tratta di Esselunga: ab-biamo notato che il retail di Limito di

Pioltello costruisce il pavimento delle toilette con il bordo concavo (più costo-so) per mettere una miglior pulizia dei pavimenti. Usa il pedale per far andare lo sciacquone e non far usare le mani ai clienti, ha il copriwater per chi vuo-le sedersi. E’ chiaro che tutto questo ha un costo, in termini di gestione e manu-tenzione. I dispositivi non si devono in-tasare, non devono essere manomessi, forzati, danneggiati, rotti. Insomma, la qualità e l’attenzione al cliente non so-no gratuite, e nemmeno a poco prezzo. Inutile nasconderselo, sulla toilette bi-sogna investire, specie se ci vuoi “met-tere la faccia”.

Sul bagno non si scherzaCome ha fatto Eataly: “Già. In questo caso, al di là dei pareri discordanti che si sentono in giro su Oscar Farinetti e sulla sua iniziativa, senza dubbio sot-to questo aspetto, a mio parere, si rive-la un retailer attento ai clienti. A dirlo è proprio la toilette, brandizzata Eataly. Nessun retailer al mondo l’ha mai fat-to. Lui sì. Perché l’insegna ci mette la faccia, è un impegno quotidiano e con-tinuo, è un servizio obbligato al clien-te, al di là della legge. D’altra parte la scritta “La toilette di Eataly”, se da un lato rafforza la brand image del retai-ler e il suo posizionamento, dall’altro può facilmente trasformarsi nel peggio-re dei boomerang. Infatti è chiaro che se la toilette non è in ordine o è spor-ca, il brand ne risente subito.” Morale, sul bagno non si scherza. Lo diciamo da tempo, e ora ne abbiamo un’ulterio-re, importante testimonianza.

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GESTIONE LICENZIAMENTO

Sono “appena” tre litri di carburan-te, fatti due conti nemmeno cinque euro. Eppure bastano, per il giudice, a giustificare un licenziamento. Per-ché, come abbiamo scritto anche in altri numeri di questa rivista, è defi-nitivamente tramontato, sia a livello normativo sia giurisprudenziale (so-

no diverse ormai le sentenze in que-sto senso) il tempo della “proporzio-nalità” del comportamento scorretto dei dipendenti.

Anche il furto minimo compromette il rapporto di fiduciaStando al tribunale di Bari (giudi-ce Procoli), nella recente sentenza n. 689/2016, anche un furto minimo compromette in modo irreversibile il rapporto fiduciario che intercorre tra il dipendente e il lavoratore, metten-do in dubbio la correttezza dei futuri adempimenti.

“Per un pugno di litri…”Il fatto è semplice, e si riferisce al ca-so di un autista sorpreso mentre sot-traeva tre litri di carburante a un mez-

zo aziendale. Si tratta di un altro set-tore, ma di casi analoghi se ne verifi-cano diversi anche in GDO. Nel caso in oggetto il dipendente, a seguito del furto, veniva denunciato dall’azienda, condannato penalmente e successiva-mente licenziato. Lo stesso conducen-te, però, ritenendo il licenziamento in-giusto, poiché a suo dire esagerato ri-spetto al danno subito dall’azienda, ri-correva prima al giudice del lavoro e poi al tribunale di Bari per opporsi al licenziamento e richiedere il reintegro.

Non conta la proporzionalitàLa richiesta del dipendente è stata pri-ma respinta dal giudice del lavoro e poi dal giudice del tribunale di Bari con la seguente motivazione: “Il fur-to, anche se di piccole entità ha com-promesso irreversibilmente il rappor-

per il licenziamento basta anche un furto lieve

di Giuseppe Fusto

Quello che conta è che la condot-ta del dipendente lede il rappor-to fiduciario fra datore e lavora-tore. Lo ha stabilito il Tribunale di Bari nella recente sentenza 689 del 2016, confermando il licenzia-mento di un dipendente colpevole di furto ai danni dell’azienda. Ri-badito il principio della Cassazio-ne, sentenza 13168/2015.

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OCChIELLO GESTIONE

to di fiducia tra il dipendente e il suo datore di lavoro”. Insomma il licen-ziamento in esame non è collegato al-la proporzionalità del danno provocato all’azienda cioè al furto di 3 litri circa di carburante ma alla compromissio-ne del rapporto tra le parti.

Attenti anche al furto… di mele!Di casi così purtroppo ne succedono moltissimi anche in GDO, dove acca-de che non siano solo i clienti a.. ru-bacchiare, ma anche gli stessi dipen-

denti. Interessante il fatto che il Giudi-ce faccia riferimento al principio sta-bilito dalla Cassazione nella sentenza 13168/2015, su una dipendente licen-ziata per avere omesso di registrare al-cuni ticket ed alcuni prodotti consumati presso la mensa ed essersi appropriata

dei rispettivi importi, sentenza secon-do la quale non importa la tenuità del danno patrimoniale quanto le ripercus-sioni del fatto. Insomma, attenzione: anche il classico furto… di una mela può costare molto ma molto caro al dipendente.

E negli Stati Uniti?Negli Stati Uniti i dipendenti rubano ai propri datori di lavoro con una per-centuale significativamente superio-re rispetto ai lavoratori di altri pae-si. È quanto sostiene il Global Retail Theft Barometer, pubblicato dalla Checkpoint System. Nello specifico, i furti perpetrati dai dipendenti corri-spondono al 45% (contro il 43% del 2014) del totale delle perdite negli Sta-ti Uniti, contro al 36% di perdite det-tate dai furti nei punti vendita. Se agli esperti del The Global Retail Theft Ba-rometer non è chiaro il motivo per cui il numero dei furti effettuati dai dipen-denti sia così alto negli Stati Uniti, al-meno comparato agli altri paesi, essi conoscono il modo in cui gli impiega-ti rubano ai propri datori di lavoro. Il grosso dei furti avviene durante il pa-gamento,quando un collaboratore ma-nipola appositamente la transazione a beneficio di se stesso o di qualcun altro. Un esempio di ciò che avviene lo su può vedere quando un impiegato effettua un rimborso, uno sconto o una cancel-lazione della transazione anche se non dovrebbe, oppure modifica i prezzi o afferma che qualcuno abbia utilizzato un coupon anche se non è stato usato. I furti eseguiti dai dipendenti sono più probabili in certe tipologie di negozio. I grandi magazzini, ad esempio, regi-strano un’altissima incidenza dei furti compiuti dai dipendenti sul totale del-le perdite.

© Britaly Post

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GESTIONE OSSERVATORIO ASSOCASA

Si è svolto il 13 ottobre scorso l’Os-servatorio Assocasa del mercato dei detergenti e dei prodotti per la casa, appuntamento ormai tradizionale e giunto quest’anno alla sua ventesima edizione.

Un evento all’insegna del brioCome sempre, la presentazione si è te-nuta a Milano, nel pomeriggio, presso la sede di Assocasa-Federchimica di via Giovanni da Procida. “Oggi puli-

sco a modo mio! Nuovi modi di vive-re la casa”, il simpatico slogan dell’e-vento, accompagnato da un’immagine che, per l’occasione, ha rispolverato un look retro da bella casalinga “anni ’50”. E c’è stata anche un’altra bella novità per festeggiare nel migliore dei modi questo 20° compleanno: la gior-nata è stata condotta, con verve e brio, dalla giornalista Rai Maria Concetta Mattei, volto noto del Tg2.

Ma ancora un segno menoI lavori di presentazione dei dati dell’Osservatorio sono stati introdot-ti dal presidente di Assocasa, Gior-gio Dal Prato, che ha sottolineato il trend in lieve calo. Nell’anno termi-nante ad agosto 2016, infatti, le ven-dite del “cura casa” (detergenti e pro-dotti per la manutenzione), esclusi i “disposable” segnano complessiva-mente – 2,0% rispetto al – 0,6% re-gistrato nel 2015. Su tale dato, però, pesa l’andamento negativo del com-parto dei disinfestanti, che registra un’importante flessione (-14,5%) se si confronta con la stagione molto po-sitiva dell’anno precedente, dove, a giocare un ruolo fondamentale, so-no state anche le condizioni clima-tiche e la vivacità dal punto di vista dell’innovazione di prodotto. Tut-to questo lascia insomma ben spera-re in una rapida e decisa ripresa. An-che per questo, cioè per capire dove si sta andando, è stata molto seguita la relazione “Scenario di domanda e di offerta per il mondo della detergen-za”, a cura del sempre acuto Vittorio Maglia – Direzione Centrale Analisi Economiche Internazionalizzazione di Federchimica.

Di nuovo forte la promozionalitàDai dati del Market monitor Assoca-sa, presentato da Alessandra Coletta, Commercial Director di Nielsen, emer-ge anche che la forte promozionalità del settore della detergenza (44,9%), si conferma decisamente al di sopra della media Grocery (32,2%), crescendo di un punto percentuale rispetto all’anno precedente. Anche questa non è una no-vità, ma un trend cui ormai siamo abi-tuati. In lieve crescita anche la marca privata sul totale Grocery. A livello di store format, nell’anno terminante ad agosto 2016 crescono solo i Drug Spe-cialist (+5%), segno che molti consu-matori ricercano l’ampio assortimento e la qualità abbinate a buone opportu-nità di risparmio, e i Discount (+0,6%). Rimangono in flessione le superfici più piccole, gli Iper e iSuper.

Alcuni segnali positiviDopo una fase di sofferenza generaliz-zata, si confermano i segnali positivi che erano emersi a dicembre in alcu-ni segmenti. Nell’anno terminante ad agosto 2016 si segnalano in positivo i detersivi liquidi, incluse le monodosi (+0,8%), i detersivi per lavastoviglie (+3,2%) e quelli per i vetri (+2,3%). Dinamiche positive anche per i decal-cificanti lavatrice (+9%) e i cura lava-stoviglie (+2%). A livello di sottocom-parti, nell’anno terminante ad agosto 2016, quello dei detergenti registra un

assocasa, confermato il trend in lieve caloVentesima edizione per l’ormai tra-dizionale “Osservatorio Assocasa”, presentato a Milano presso la sede dell’Associazione aderente a Feder-chimica all’insegna del claim “Oggi pulisco a modo mio!”. I dati, com-mentati nel corso dell’evento, mo-strano un trend in lieve calo, con un – 2% complessivo su cui pesano i disinfestanti.

di Carlo Ortega

Pulizia… vuol dire felicitàPuliti&Felici è il magazine di Assocasa interamente dedica-to ai consumatori che offre consigli, idee e spunti per la pu-lizia della casa. L’obiettivo è migliorare la routine quotidia-na di chi cura la casa in modo da ottenere ottimi risultati di pulizia e igiene, senza trascurare l’uso sicuro e corretto dei prodotti. Un ruolo importante è quello di “Linda” l’assisten-te virtuale che, insieme all’Esperto, è collegata agli hashtag #chiedialinda e #facciobene, per permettere all’utente di ri-chiedere consulenza “real time” su dubbi o problematiche varie. All’interno del magazine, attraverso la finestra “Chie-di a Linda”, è possibile interagire direttamente con Linda e l’Esperto che grazie alla conoscenza approfondita dei pro-dotti per l’igiene, forniscono conoscenze pratiche, mirate e di immediata applicazione.

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OSSERVATORIO ASSOCASA GESTIONE

– 0,9%. Oltre alla già citata crescita dei detersivi liquidi e dei detersivi per lavastoviglie, mostrano un segno posi-tivo i detergenti per wc (+0,7%), men-tre calano ancora i detersivi in polvere (-6,8%) e il bucato a mano (-14,6%).

Dai coadiuvanti alla manutenzioneIl comparto dei coadiuvanti del lavag-gio risulta ancora in leggera flessione (-1,7%). Sull’andamento pesa soprat-tutto il trend negativo delle candeggi-ne (-2,0%) e degli additivi (-3%). Ri-sultano in crescita, oltre agli smacchia-tori (+2,4%), i brillantanti (+3,0%) e la soda caustica (+5,2%). In lieve calo è invece il settore degli ammorbidenti (-1,1%). I prodotti per la manutenzio-ne(deodoranti per ambienti, pulitori per vetri, mobili, metalli etc.) registrano un – 0,5% in miglioramento rispetto al – 2,5% di marzo. Il segmento dei deodo-ranti è complessivamente in calo, con l’eccezione dei deodoranti per ambienti specifici (+6,3%) e dei deodoranti wc (+8,0%). Importanti segnali positivi ar-rivano dai profuma biancheria (+5,9%) e dai curalavastoviglie (+2,0%).

La ricerca continuaIn questo contesto l’industria della de-tergenza guarda sempre con molta at-tenzione alla soddisfazione dei biso-gni delle famiglie in termini di igiene e pulizia della casa e continua la ricerca di innovazione del prodotto, per com-

battere sprechi e promuovere la soste-nibilità, la convenienza e la praticità d’uso. È fondamentale che ogni con-sumatore sia ben informato e consape-vole nell’utilizzo dei prodotti della de-tergenza, dato il suo ruolo fondamen-tale nel risparmio, attraverso il giusto dosaggio e le corrette abitudini d’uso durante le operazioni di pulizia e ma-nutenzione della casa.

“Puliti e felici”Dopo la presentazione dei dati, è sta-ta la volta del loro commento. Pro-prio per questo, nella seconda parte, è stato dato spazio a una tavola roton-da che ha visto dialogare Giuseppe Minoia, presidente onorario di GfK Eurisko, Chiara Magelli – commer-cial leader consumer insights di Niel-sen, e Giorgio Santambrogio, Presi-dente ADM, oltre al presidente di As-socasa Dal Prato: “In questa edizio-ne dell’Osservatorio abbiamo avuto la possibilità di fare una precisa fotogra-fia dei cambiamenti che hanno riguar-dato le famiglie italiane negli ultimi dieci anni. Il nostro settore ha cercato di adattarsi sempre a tali cambiamen-ti grazie all’impegno delle aziende nel

soddisfare le nuove esigenze dei con-sumatori, anche rispetto alla sosteni-bilità dei prodotti. Per questo è fonda-mentale che la nostra Associazione si impegni sempre di più nel fornire nuo-vi strumenti di dialogo e confronto tra le aziende e le associazioni di catego-ria assieme ad azioni concrete di sen-sibilizzazione e informazione, rivolte direttamente ai consumatori anche at-traverso il nostro webmagazine www.pulitiefelici.it”, un portale che sta ri-scuotendo sempre più successo grazie alla semplicità di consultazione unita all’accuratezza e alla precisione dei te-mi trattati e dei suggerimenti forniti”.

Un’associazione per il “cura casa”L’Associazione Nazionale detergenti e specialità per l’indu-stria e per la casa Assocasa, costituita nel 1984 nell’ambito di Federchimica, rappresenta le imprese di prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambienti non solo per la casa, ma anche per le comunità e l’industria: detersi-vi, saponi da bucato, coadiuvanti di lavaggio, presidi medi-co-chirurgici (disinfettanti e disinfestanti ambientali), cere, prodotti per la cura delle auto, deodoranti ambientali. Riu-nisce circa 100 imprese nazionali e multinazionali operanti in Italia, con un fatturato globale che supera i 3 miliardi di euro, pari alla quasi totalità del mercato, e circa 6000 addetti.

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GESTIONE ETIChETTATURA

Come si ricorderà, il 13 dicembre è scattato per tutti gli alimenti l’obbli-go di avere l’etichetta completa di in-formazioni e indicazioni nutrizionali.

Dal 13 dicembre, il nuovo RegolamentoE’ entrata dunque a pieno regime l’ap-plicazione del nuovo Regolamento (UE) n. 1169/2011, che prevede l’eti-chettatura nutrizionale obbligatoria e istruisce i produttori alimentari a for-nire informazioni sul valore energetico e su 6 nutrienti; grassi, saturati, carboi-drati, zuccheri, proteine e sale, espres-si per 100 g o per 100 ml di prodotto. Tali informazioni dovrebbero essere presentate in una tabella nutriziona-le nello stesso campo visivo e in ag-giunta possono essere espresse su ogni porzione. Ulteriori nutrienti possono essere inclusi volontariamente. E’ im-portante riconoscere che il regolamen-to obbliga l’etichettatura nutrizionale solo nello stesso campo visivo, di so-lito sul ‘retro della confezione’; l’eti-chettatura nel principale campo visivo rimane un atto volontario.

Un efficace strumento di trasparenzaSi tratta di un passo in avanti impor-tante in fatto di trasparenza a vantag-gio del consumatore: infatti, come di-mostra una recente indagine Censis, l’etichettatura rimane lo strumento più efficace per arrivare ai consuma-tori, il 56,4% dei quali la legge con molta attenzione, mentre il 71,4% è sensibile al tema. Proprio per questo il legislatore comunitario ha voluto offrire al consumatore finale le infor-mazioni relative alla trasparenza del mercato e alle garanzie sulla sicurez-za degli alimenti, disciplinando le re-gole sull’identità degli alimenti e l’o-rigine degli ingredienti, sulla prote-zione della salute dei consumatori e sulle caratteristiche nutrizionali. Se ne è parlato a Bologna, lo scorso 29 novembre, nel convegno “Alimenti e salute, è anche una questione di eti-chetta” organizzato dagli assessorati regionali alle Politiche per la salute e all’Agricoltura tenutosi nella sede della Regione davanti a oltre 300 per-sone. Diversi gli aspetti trattati: ori-gine in etichetta, etichettatura nutri-zionale, responsabilità dei produttori, competenze degli organi di vigilanza. Obiettivo era quello di analizzare una materia complessa come l’etichetta-tura degli alimenti anche con appro-fondimenti sulle competenze asse-gnate alle varie Autorità di controllo e sulle responsabilità.

Il nuovo sito “Alimenti&Salute”Per questo si è trattato di una giornata molto intensa e articolata. Dopo la re-lazione introduttiva di Adriana Gian-nini, del Servizio Prevenzione Collet-

tiva e Sanità Pubblica della Regione Emilia Romagna, è stata la volta di Antonio Lauriola, dell’Usl di Mode-na, che ha presentato il sito “Alimenti & Salute”, il sito web istituzionale del-la Regione Emilia Romagna in mate-ria di sicurezza alimentare e nutrizione con 38mila utenti/ anno, 7mila visite al mese e 8mila iscritti alla newsletter. Il sito c’è dal 2010 ma adesso si è rinno-vato, con nuove funzioni e un appeal unico: funzionalità (mobile first), mul-timedia, organizzazione tematica dei contenuti, sicurezza alimentare, dieta sana, allergie, intolleranze e celiachia ed etichettatura alimentare. Auriola si è poi concentrato sul gruppo di lavoro e sulla sezione Etichettatura, che con-tiene riferimenti normativi, opuscoli informativi, linee guida, etichettote-ca, notizie e rassegna stampa, corsi di formazione.

Il nuovo Regolamento: i vari punti di vistaA seguire, spazio a una carrellata di punti di vista sul Regolamento 1169: Francesco Giardina, del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha fatto il punto sul Regola-mento e su quanto previsto dalle nuo-ve norme con particolare attenzione al tema dell’origine, mentre Rober-to Copparoni, Ministero della Salu-

gli italiani? super lettori di etichetteE’ entrato a pieno regime, il 13 dicembre, il nuovo Regolamen-to Europeo 1169/2011 sull’obbli-go dell’etichettatura nutrizionale. Un convegno a Bologna ha fatto chiarezza. Dati Censis alla ma-no, l’etichettatura rimane lo stru-mento più efficace per arrivare ai consumatori, il 56,4% dei quali la legge con molta attenzione, men-tre il 71,4% è sensibile al tema.

di Antonio Bagnati

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ETIChETTATURA GESTIONE

te, ha approfondito la questione degli allergeni. A seguire Antonio Iadero-sa, ICQRF – Ministero delle Politi-che Agricole Alimentari e Forestali, ha presentato le “Attività di control-lo dell’ICQRF in materia di etichet-tatura degli alimenti”. Si è parlato di mercato italiano e internazionale (con un aumento dell’e-commerce anche nel settore alimentare), casi critici, di frodi alimentari e di Carta di Milano, che ci ricorda fra l’altro di “Avere cu-ra e consapevolezza della natura del cibo di cui ci nutriamo, informandoci riguardo ai suoi ingredienti, alla loro origine e al come e dove è prodotto, al fine di compiere scelte responsabili”.

Molti italiani attentissimi all’etichettaSempre per ciò che riguarda gli in-terventi programmati, a metà mattina Dennis Calanca, di Coldiretti Emilia Romagna, ha parlato di “Dichiarazio-ne nutrizionale e origine”, ricordan-do fra l’altro i dati del Censis sopra riportati. E svelandoci anche un pri-mato italiano di cui andare orgoglio-si: “L’Italia – ha detto – ha il primato per food safety: solo 0,4% dei prodot-ti con residui; 3,5 volte in meno della media UE (1,4% dei residui); 20 vol-te in meno rispetto ai Paesi extra UE (7,9% dei residui).

L’impegno di Coop in GdoMolto preziosa la testimonianza di-retta della Gdo. Renata Pascarelli, di Coop Italia, ha ricordato che non ci sono solo indicazioni obbligatorie: “La trasparenza nelle informazioni so-no fin dagli anni ’80 elementi distin-tivi della nostra politica”. Coop ade-risce al programma “Guadagnare sa-lute”, un programma che prevede 4 filoni d’intervento relativi alla sensi-bilizzazione del consumatore: diffu-sione del programma medesimo; mag-gior consumo di frutta e verdura; ri-durre l’abuso di alcol; ridurre il con-sumo di sale. Per le conclusioni della prima parte ha preso la parola Simona Caselli, Assessore Agricoltura Regio-ne Emilia-Romagna, che ha definito la riforma un “Cambiamento radicale per quel che riguarda l’atteggiamento con cui si pone il legislatore rispetto alle norme a cui l’operatore alimen-tare deve sempre attenersi nel forni-re informazioni sull’identità, la com-posizione, e le proprietà dell’alimento stesso”. In sintesi meno divieti e più responsabilizzazione.

Quali responsabilità?Con i lavori del pomeriggio, coordi-nati da Anna Padovani della Regio-ne Emilia-Romagna, si è entrati nel vi-vo dell’etichettatura nutrizionale e della responsabilità degli operatori del setto-re alimentare. Paolo Borghi, dell’Uni-versità degli studi di Ferrara, Diparti-mento di Giurisprudenza, è partito dai precedenti normativi come il 90/496 CEE, attuato in Italia dal 77/93, uno schema complesso con facoltatività ed eccezioni alla facoltatività. Con il nuovo regolamento, invece, l’obbliga-torietà generalizzata diventa la regola, e le esenzioni (come le acque minera-li, ad esempio) hanno discipline a sé stanti. Si tratta di una disciplina onni-comprensiva, che comprende tutte le informazioni, tutte le forme di comu-nicazione (incluso web, app, menu del ristorante), e di una disciplina “oriz-

zontale” (restano possibili prescrizio-ni “verticali”, riferite a specifiche cate-gorie di prodotti). Borghi è poi passato ad analizzare la disciplina nel dettaglio, fra contenuti obbligatori (come le infor-mazioni di cui all’art. 30 del reg. (UE) n. 1169/2011, e cioè: valore energeti-co; quantità di alcuni nutrienti (gras-si, acidi grassi saturi, carboidrati, zuc-cheri, proteine e sale), e facoltativi co-me la quantità di uno o più dei seguenti ulteriori elementi: acidi grassi saturi e polinsaturi, polioli, amido, fibre, non-ché vitamine e sali minerali (se elencati nell’allegato XIII, parte A e presenti in misura significativa), riflettendo anche sulle relative sanzioni.

Dagli obblighi al controlloMolto interessante la relazione di Va-leria Paganizza, dell’Università di Modena e Reggio Emilia sulle “Re-sponsabilità degli operatori del settore alimentare” fra obblighi generali, ob-blighi in tema di tracciabilità e in te-ma di sicurezza e di presentazione (ad esempio è vietato introdurre informa-zioni che traggano in inganno il con-sumatore). Già, ma tutto questo chi lo controlla? Per chiarire questo aspetto ha ripreso la parola Borghi, che ha de-finito “Le competenze degli organi di controllo e vigilanza”.

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GESTIONE AGENZIA EUROPEA DEL fARMACO

Portare in Italia l’Ema, l’Agenzia Eu-ropea del Farmaco che, attualmente di stanza a Londra, è in cerca di una nuova sede per il dopo-Brexit? Se ne parla fin da quando sull’Europa ha iniziato a soffiare il vento del “Le-ave”. Ora la possibilità è concreta, e

lo sta divenendo sempre di più. Tan-to più che l’Italia i numeri li ha tut-ti, specialmente adesso che il Gover-no ha trovato l’accordo con Regio-ne Lombardia e Comune di Milano per proporre la concreta candidatura del capoluogo lombardo a nuova se-de dell’Ema.

Un importante incontroSe ne è parlato proprio sotto la Ma-donnina, in un importantissimo in-contro organizzato il 17 novembre al Palazzo delle Stelline dall’Associa-zione Guido Carli e dalla Fondazio-ne Carlo Erba. Titolo: “Ema – Agen-zia Europea del Farmaco a Milano: le buone ragioni per questa scelta”. Si è trattato del primo appuntamento che ha riunito tutti i soggetti interes-sati: il ministro della Salute Beatri-ce Lorenzin, il governatore della Re-gione Lombardia Roberto Maroni, il consigliere del Comune di Milano Stefano Parisi, l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Open Inno-vation, Luca Del Gobbo, il Vicepre-sidente della Commissione Industria UE Patrizia Toia, il presidente Far-mindustria Massimo Scaccabarozzi, il Senior Policy Advisor Efsa Alberto Spagnolli, il responsabile Pharma & Healthcare per l’Europa di J. P. Mor-gan Camillo Greco, il presidente Dompè Farmaceutici Sergio Dompè e la consigliera Kedrion SpA Maria Lina Marcucci. A introdurre i lavo-ri, presentati da Diana Bracco, pre-sidente e AD del Gruppo Bracco, il presidente dell’Associazione Guido Carli Federico Carli e il presidente della Fondazione Carlo Erba Rober-to Rettani.

La concorrenza di 11 cittàL’Italia, e Milano, non sono certo le uniche a “leccarsi i baffi” per un’op-portunità che appare assai preziosa. La concorrenza è nutrita, con 11 città candidate, tra cui molte capitali, dal-la Scandinavia (la danese Copenha-gen e la svedese Stoccolma) all’Un-gheria (Budapest), dalla Spagna (Ma-drid) all’Irlanda (Dublino) all’Austria (Vienna). L’Italia, però, ha dalla sua il peso che può vantare in questo setto-re: come ha ricordato Del Gobbo, sia-mo il secondo mercato del farmaco in Europa subito dopo la Germania e la Lombardia è la regione più importante con circa 28.000 addetti. La Lombar-dia inoltre ha il miglior sistema italia-no di ricerca e innovazione; le migliori università italiane, ed è stabilmente la prima regione per numero di start up e brevetti. Inoltre il settore farmaceutico vale il 10% del Prodotto Interno Lordo. “A Milano, poi –ha aggiunto Bracco – l’Agenzia potrebbe entrare facilmen-te in sinergia con Human Technopole e con i ricercatori di università e Irccs milanesi e lombardi.” A “certificare” i numeri italiani ci ha pensato Greco, di JP Morgan, che ha ricordato come il

ema in italia, il treno è partito

dalla redazione

L’Italia si candida ad ospitare l’E-ma, Agenzia Europea del Farma-co, nel dopo-Brexit. Milano ha tutte le carte in regola: è quanto emerso in occasione di un incon-tro tenutosi il 17 novembre nel ca-poluogo lombardo, alla presenza del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “Abbiamo ottime car-te da giocarci”. Altre 11 le città “aspiranti”.

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DICEMBRE2016nostro paese sia “medaglia d’argen-

to” europea per capacità produttiva, con 63 mila addetti e 30 miliardi di fatturato. “Inoltre l’esportazione – ha continuato – è cresciuta del 58% nell’ultimo quinquennio.”

Una mossa “win-win”Per Scaccabarozzi l’arrivo in Ita-lia dell’autorità europea del farma-co sarebbe una mossa “win-win”, da cui tutti avrebbero da guada-gnare: a partire dalla manifattura farmaceutica, che è un’eccellen-za italiana e potrebbe vedere cre-scere le sue potenzialità e l’occu-pazione: si può stimare un indotto di almeno mille occupati (anche di più, secondo valutazioni più rosee) e 1,5 miliardi di euro. Non bisogna nemmeno dimenticare che l’Italia ospita già un ente analogo. Si tratta dell’Efsa, Autorità Europea per la sicurezza del cibo, ospitata a Par-ma. A tale proposito Spagnoli (Ef-sa) ha raccontato l’esperienza del-la città emiliana, non nascondendo le comprensibili complessità isti-tuzionali, giuridiche e organizzati-ve, mentre Bracco ha spiegato che

l’arrivo a Milano dell’Ema facili-terebbe il dialogo fra le due agen-zie e il coordinamento di due set-tori che in altre realtà, come quel-la statunitense, ma anche in India e in Cina, sono coordinati dalla stes-sa agenzia. Ema, che attualmente impiega 775 persone, oltre ad altre 5mila unità per riunioni e comitati, ed ha un budget per il 2016 di 325 milioni di euro, in netta crescita ri-spetto al biennio precedente.

Il Governo è pronto, ma la vera partita inizia a marzoIl Governo ha già messo sul piat-to una “fiche” da 56 milioni per la sede, anche se, come ha sottoli-neato Lorenzin, ora siamo ancora a livello di colloqui informali e di “studio” degli “avversari”. A tale proposito l’Esecutivo ha già pron-ta una “task force” per negoziare la cosa a livello politico con l’Euro-pa, portando avanti la proposta ita-liana. Molto soddisfatta e fiduciosa la titolare del dicastero della Salu-te, che ha detto: “Quando si è co-minciato a vedere l’esito di Brexit abbiamo visto subito il potenziale che poteva esserci per l’Italia. Il principale fattore della nostra scel-ta è stata la presenza dell’industria e di un mondo scientifico-culturale vivo; e poi la posizione geografi-ca, perché Milano è interconnessa in modo facile con l’Europa. L’Ita-lia e Milano hanno le carte in rego-la per riuscire ad avere l’Ema. Le chance di poterlo fare sono concre-te, basta giocarsele bene.” Non di-mentichiamo però che la fase cal-da della partita si aprirà in marzo, quando verrà formalizzata l’uscita del Regno Unito dall’Unione Eu-ropea. Per Stefano Parisi “Al di là della coesione su questo tema, ser-ve una certa stabilità nei rapporti con l’Unione europea, non possia-mo solo parlare male dell’unione, altrimenti sarà molto difficile rag-giungere qualsiasi obiettivo”.

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nell’imballo che cambia colore per far sapere ai consumatori se il prodotto è stato scaldato o raffreddato oltre una temperatura critica), si è passati alla creazione di “pellicole” capaci di pro-lungare anche del doppio o del triplo il tempo di conservazione degli alimen-ti. Dalla lavorazione e imballaggio ste-rile si arriva all’impiego di contenito-ri flessibili e riutilizzabili, assorbenti dei gas, comodamente impiegabili nei forni a microonde, con chiusure anti-manomissione e sistemi intelligenti e riciclabili.

Un ruolo determinanteCiò che è certo è che l’imballaggio gioca un ruolo determinante nel pro-teggere e impedire il deterioramento chimico, fisico e biologico degli ali-menti. Anche i sistemi più semplici e tradizionali (come vetro, metallo, pla-stica e carta) possono estendere la du-rata del prodotto, formando una bar-riera fisica tra il prodotto e l’ambiente esterno in grado di proteggere il cibo dall’ “assalto” di microrganismi, vi-rus, umidità, odori esterni, ecc. Inol-

Anche se spesso non ce ne rendiamo conto, è innegabile che una buona per-centuale del peso e del volume (non-ché dei costi) che portiamo a casa do-po aver fatto la spesa alimentare sia ancora costituita dagli imballaggi. Fra scatole e scatolette, buste e bustine, bottiglie e vaschette, si fa presto a ri-empire il carrello. Ma in fondo, quan-to di quello che acquistiamo “se ne va via” in contenitori?

Quanti imballaggi…Ce ne accorgiamo soprattutto dopo il consumo, quando si tratta di fare i con-ti con la crescente produzione di rifiu-ti di tipologie, materiali e taglie sem-

pre diverse: dal cartone alla pellicola, dalla latta all’alluminio, dalla plastica di tutti i tipi al vetro, dalla gomma alla carta, fino ad arrivare a materiali par-ticolari come il sughero. Perché l’im-ballo è anche un problema igienico ed ecologico, e non da poco.

Un problema di sicurezza dei cibiVero è che il packaging ha, nel setto-re alimentare, non solo una funzione estetica e di marketing, ma anche e soprattutto di conservazione dei cibi, e quindi sicurezza di ciò che mangia-mo. Quando si parla di imballaggio dei cibi, dunque, bisogna tenere presenti vari aspetti del problema, e cercare di trovare una soluzione alla proliferazio-ne di rifiuti senza però andare a scapito della qualità dei cibi che arrivano sulle nostre tavole. Ultimamente sono tanti i centri di ricerca aziendali, universita-ri e istituzionali che stanno sviluppan-do soluzioni interessanti ed efficaci.

Filo diretto con le principali novitàProprio per questo, periodicamente, teniamo una sorta di “osservatorio” o, meglio “filo diretto” sulle princi-pali novità su questo versante, testi-moniando l’evoluzione di un settore in costante fermento. E così dal packa-ging attivo e smart, che offre al con-sumatore informazioni sulle caratteri-stiche e lo stato di conservazione de-gli alimenti (ad esempio con indicatori

intelligente, sostenibile e oggi anche commestibile: ecco il packaging 4.0Dai contenitori intelligenti ai packaging commestibili, passan-do per quelli a rilascio controllato di conservanti. Senza dimenticare il potenziale delle nanotecnologie: ecco come sta cambiando, sotto i nostri occhi, il mondo dell’imbal-laggio alimentare.

di Laura Guidi

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tre contrastano anche le sollecitazio-ni meccaniche, proteggendo i cibi da shock, urti, manomissioni, manipola-zioni e contaminazioni in fase di tra-sporto e conservazione.

Novità contro l’ossidazioneSono moltissimi i fattori esterni che possono incidere sullo stato di conser-vazione dei cibi. Prendiamo l’ossigeno e la luce, ad esempio: apparentemen-te elementi innocui, in realtà capaci di giocare un ruolo fondamentale nell’os-sidazione, processo che provoca odori sgradevoli o decolorazione della car-ne, e può anche diminuire la presen-za di vitamina C in bevande come i succhi di frutta. A questo proposito è stata messa a punto, negli ultimi anni, la tecnica di imballaggio in atmosfera modificata (acronimo Map, Modified Atmosphere Packaging), una tecnolo-gia differente dal tradizionale “sotto-vuoto” per il fatto che sostituisce l’a-ria all’interno della confezione con un singolo gas o una miscela di gas che prolungano la durata degli alimenti mantenendone le caratteristiche sen-

soriali, o organolettiche: abbassando il livello di ossigeno presente all’inter-no della confezione, si riesce a rallen-tare la crescita batterica, aumentando la “shelf life” dell’alimento. I gas uti-lizzati sono prevalentemente costituiti da azoto, ossigeno e anidride carboni-ca, cioè gas differenti dall’aria intro-dotti in un contenitore prima, durante o dopo aver posto in tale contenitore un prodotto alimentare. L’atmosfera protettiva contribuisce a prolungare la scadenza del prodotto mantenendone inalterate le proprietà sensoriali gra-zie all’azione inibente e batteriostati-ca dei gas utilizzati. Le virtù nutrizio-nali, l’aspetto e il sapore dell’alimento rimangono quindi inalterati rispetto al pre-confezionamento.

Molto usato in tutto il mondoLe caratteristiche di durabilità del pro-dotto in atmosfera protettiva continua-no anche dopo l’apertura della con-fezione: l’alimento assorbe dalla con-fezione parte dell’anidride carbonica, diminuendo il proprio grado di umidi-tà e la conseguente vulnerabilità agli agenti esterni. In ogni caso, tali van-taggi vanno necessariamente connes-si alla premessa di un prodotto di base fresco e qualitativamente idoneo e si ottengono solo in associazione a ulte-riori tecniche d’igiene e refrigerazio-ne. Sulla base di queste condizioni, la conservazione in atmosfera protettiva presenta dei vantaggi anche in termini economici ed ecologici, poiché com-porta la riduzione di scarti da smaltire e delle relative conseguenze ambien-tali. L’atmosfera protettiva può essere applicata a qualunque tipologia di pro-dotto alimentare. Negli Stati Uniti, ad esempio, viene utilizzata per il lievito; in Giappone per il burro di arachidi e in Germania per le patatine fritte. Sul web c’è addirittura un sito dedicato, www.modifiedatmospherepackaging.com, che illustra caratteristiche e van-taggi di questa nuova tecnica di imbal-lo e conservazione. Ma come dicevamo sono stati diversi,

negli ultimi anni, i passi in avanti in questo senso, in uno scenario che, dal lato produttori, vede una progressiva riduzione del numero di aziende coin-volte. Questo non è un dato seconda-rio, perché ha portato a catene di di-stribuzione alimentare più lunghe, che spesso attraversano più paesi europei. Il che significa necessità di una dura-ta dei prodotti più lunga, in particola-re per la cosiddetta catena del freddo. A ciò si aggiunge il fatto che la Com-missione Europea ha stabilito l’obiet-tivo di ridurre lo scarto alimentare del 50%,3 e di riciclare il 75% degli im-ballaggi entro il 2030: in quest’otti-ca, ecco salire alla ribalta la possibilità di studiare alternative sostenibili agli imballaggi a base di prodotti petrol-chimici (plastica). In questo possono giocare un ruolo importante gli stessi scarti delle lavorazioni alimentari: al-cune innovazioni attuali comprendo-no ad esempio cartoni rivestiti di pa-tate e siero di latte, un sostituto biode-gradabile per il polistirolo ottenuto da materiali di derivazione fungina, e bot-tiglie derivate dalla canna da zucche-ro. Senza contare le ricerche volte al-lo sviluppo di additivi agli imballaggi in grado di controllare o velocizzare il tempo di compostaggio o la biodegra-dazione dei materiali di imballaggio.

Commestibili e… salutariCome accennavamo, recentemente si è assistito allo sviluppo di film edibi-li ricavati da ingredienti come la ca-seina, il siero, le uova o il grano che possono essere applicati direttamen-te ai prodotti alimentari, rimuovendo

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così la necessità di imballaggi. Pro-prio a proposito di caseina, negli Usa il Dipartimento dell’Agricoltura a stel-le e strisce ha messo a punto una sorta di pellicola alimentare derivata dalla proteine del latte, come la caseina, che oltre ad essere naturale e biodegrada-bile è anche perfettamente commesti-bile. Il nuovo materiale, reso partico-larmente resistente dalla pectina, a sua volta estratta dai limoni, permette una migliore conservazione dei cibi e un maggiore apporto di nutrienti. Anche se l’arrivo sul mercato non sarà roba di pochi giorni: infatti si stima che i pri-mi esemplari di pellicola commestibi-le giungano nel giro dei prossimi tre anni. E’ già noto da alcuni anni, inve-ce, il progetto di tre studenti londinesi di sostituire le vecchie bottiglie d’ac-qua con delle piccole membrane che, una volta esaurito il liquido contenu-to, possono essere a loro volta ingeri-

te. Si tratta di “Ohoo”, invenzione che consiste appunto in vere e proprie bol-le igieniche e biodegradabili prodotte tramite cucina molecolare con alghe brune e cloruro di calcio.

Anche in Italia Non manca chi ci sta lavorando an-che qui da noi: si tratta di Riccardo De Leo, laureato in Scienze e Tecno-logie Agrarie e degli Alimenti all’U-niversità degli studi di Modena e Reg-gio Emilia, che ha progettato un mate-riale ecosostenibile e bio-edibile, rea-lizzato con sostanze antimicrobiche, utile ad avvolgere il nostro cibo ma senza pesare sul pianeta. Dalle ricer-che di De Leo emerge che in un bre-ve futuro i film, che avvolgono i cibi, potranno essere bio-edibili al 100%. Commenta De Leo: “È stata eseguita una parte biochimica dove sono sta-ti ricercati plastificanti in grado di in-

crementare le proprietà fisiche del film come: elasticità, trasmittanze e riduzio-ne di permeabilità rispetto ai fluidi. Le pectine mostrano già una lieve attivi-tà antimicrobica che abbiamo poten-ziato con l’uso di antimicrobici natu-rali come il lisozima e l’Arginato Lau-rico. Successivamente sono stati ese-guiti test antimicrobici in vitro dove ne è stata testata la reale funzionalità sui principali patogeni ed alteranti ali-mentari, tra cui batteri, lieviti e muffe. I film fino ad ora ottenuti mostrano una compatibilità completa con l’ambien-te in quanto biodegradabili al 100%. Essendo edibili potrebbero essere ad-dirittura ingeriti contemporaneamen-te all’alimento senza alcun danno per l’organismo, che ne trarrebbe benefi-ci. Le pectine, infatti, possono esse-re incluse nella grande categorie del-le fibre alimentari che, come ben noto da anni, sono un fattore protettivo per molte patologie tumorali”.

Tecnologie “nano” per conservare gli alimentiUltima ma non meno importante vie-ne la nanotecnologia, anch’essa ritenu-ta un’area molto innovativa e promet-tente. I nuovo micromateriali, infatti, spiccano per la loro capacità di resi-stenza, riduzione del peso, per le lo-ro proprietà antimicrobiche e aumen-tata resistenza al calore, ai gas, alle radiazioni Uv e all’umidità. Questa tecnologia potrebbe essere sviluppa-ta, ad esempio, per realizzare sensori in grado di dirci (ad esempio con un cambiamento di tonalità o colore) se vi sono difetti nelle derrate alimenta-ri sottovuoto o in atmosfera modifica-ta, variazioni di temperatura nel tem-po e crescita microbica, come la pre-senza e la crescita di batteri, virus o muffa che possono portare a deterio-ramento degli alimenti. E c’è chi pen-sa a imballaggi intelligenti in grado di programmare il rilascio controllato di conservanti.

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OCCHIELLO TESTATINA

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SCENARI PEST CONTROL ALIMENTARE

Una cinquantina di pagine per spie-gare, punto per punto, le migliori pro-cedure per il “pest control” nel setto-re alimentare. Un ambito in cui, si sa, la presenza di infestanti è decisamen-te inaccettabile, perché ad andarci di mezzo sono la sicurezza e la salute di tutti. La cosa curiosa è che negli ulti-mi 30 anni, mentre l’industria del pest management ha fatto passi avanti con-siderevoli nelle strategie di prevenzio-ne e lotta ai principali agenti infestan-ti, nella filiera alimentare molte prassi sono ancora quelle di tre decenni fa.

Le “guidelines” CIEHPer questo è davvero benvenuto que-sto manualetto del Cieh Chartered In-stitute of Environmental Health (www.cieh.org), l’ente britannico che moni-tora salute e sicurezza pubbliche. Le linee guida in esso contenute, chiare e accompagnate da un nutrito appara-

to iconografico (immagini ma anche grafici, schemi e tabelle), sono state realizzate con il supporto del Npap (National Pest Adivisory Panel) dopo un’approfondita consultazione con tut-ti i soggetti interessati e gli “anelli” della filiera. Che comprendono, natu-ralmente, l’industria alimentare, la di-stribuzione, il retail, ma anche il com-parto del food e catering.

Sicurezza alimentare, quando il pest control è indispensabileLe linee iniziano esplicitando che co-sa si intenda per sicurezza alimentare quando si parla di agenti infestanti: i rischi vanno dalla contaminazione de-gli alimenti a quella dei piani e delle superfici di lavoro, e il danno va natu-ralmente dalla sicurezza di tutti all’im-magine della struttura in cui avviene la contaminazione. Si ricordano anche i Regolamenti europei concernenti il tema della sicurezza alimentare: dal 178/02 all’852/04, fino all’Haccp – Hazard Analysis Critical Control Point e agli standard del pest management nell’industria alimentare. A questo proposito, appare molto interessante la parte dedicata all’indagine prelimi-nare, che include l’osservazione del-le condizioni del sito e non solo: si va dall’attività di potenziali infestanti alla storia del sito stesso, inclusi i passati eventi di contaminazione, dalle vici-nanze dell’area alla presenza di specie

infestanti nel food? non è accettabileLe linee guida del Cieh – Charte-red Institute of Environmental He-alth fanno luce sulle procedure per il controllo degli infestanti nel set-tore alimentare.

di Umberto Marchi

Ispezioni

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PEST CONTROL ALIMENTARE SCENARI

non target (che, ricordiamo, non de-vono subire danni dai trattamenti). Le linee-guida si distinguono poi anche per una grande attenzione a un’ultima frontiera del pest control: quella del benessere animale. E’ consigliato in-fatti di ridurre il più possibile l’impie-go di pesticidi nelle procedure di pest control. Grande importanza riveste la formazione: lo staff dell’impresa dovrà essere opportunamente istruito su tut-ti gli aspetti del lavoro, e dovrà porre molta attenzione anche alla prevenzio-ne. Diversi paragrafi sono poi dedicati al report finale, che dovrà essere stilato dopo ogni intervento: oltre alle infor-mazioni essenziali (chi, dove, quando, eccetera…), nel report dovranno es-sere contenuti dettagli sull’intervento attuato, sui prodotti usati, sulle pre-cauzioni post-trattamento, sulle condi-zioni igieniche del sito, oltre alle rac-comandazioni igienico-sanitarie, alla mappatura completa del sito e delle aree più a rischio, all’Environmental Risk Assessment, al Site Risk Asses-sment, agli Sds (Safety Data Sheets) e a tanti altri particolari per documenta-re gli interventi e offrire un quadro il più possibile completo e leggibile per eventuali azioni future.

Ecco i principali infestanti Dopo la parte introduttiva si entra nel vivo con la classificazione dei princi-pali infestanti. Non si poteva che par-

tire dai roditori, come ratti (rattus nor-vegicus), topi (mus domesticus) e sco-iattoli (sciurus), con un quadro sinte-tico dei comportamenti e dei rischi di cui sono responsabili, come la diffu-sione di malattie, la contaminazione dei prodotti e i danni agli stock. Ricor-diamo che i cosiddetti “roditori com-mensali” (cos’ chiamati perché si ci-bano dei nostri stessi alimenti) portano agenti patogeni come escherichia co-li, salmonella, listeria, leptospira, ec-cetera. Particolarmente preoccupanti sono gli incisivi di questi animali, che continuano a crescere per tutta la vita

e sono in grado di danneggiare, oltre ai cibi, anche le strutture degli edifici: ne sanno qualcosa quelli che – accade di frequente – restano in black out per via dei cavi elettrici rosicchiati.

ScarafaggiNon da meno sono gli scarafaggi, in-setti davvero primordiali se pensiamo che negli ultimi 200 milioni di anni hanno conosciuto cambiamenti appena minimi. Le specie più comuni alle no-stre latitudini sono: la blatta orientalis, o scarafaggio nero comune. La colora-zione è bruna tendente al nero. Questa specie presenta un dimorfismo sessua-le: mentre il maschio ha ali normali, la femmina ha ali anteriori molto bre-vi, ali posteriori atrofiche ed entrambe non sono in grado di volare. La lun-ghezza è compresa tra i 25 e i 33 mm. È caratterizzata dalla forma appiattita e da lunghe antenne filiformi; più pic-cola è la blattella germanica, una pic-cola specie di scarafaggio della fami-glia Blattellidae, dalla forma snella e allungata le cui dimensioni variano da 1,3 cm a 1,6 cm di lunghezza, di colo-re marrone chiaro in alcuni casi ten-dente al rosso. Sempre di dimensioni ridotte è la supella longipalpa, di co-

Blatta

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lore marrone chiaro: le sue dimensioni variano da 1,0 cm a 1,4 cm di lunghez-za. Poi ci sono le Periplanetae: quel-la americana è uno degli insetti infe-stanti più comuni nelle aree urbane di tutto il mondo e la specie di blatta più grande tra quelle che condividono gli ambienti di vita con l’uomo. La blatta americana ha un colore marrone rossa-stro, leggermente giallognolo lungo il margine dello scudo del pronoto, che chiude un’area centrale marrone scu-ro. È un insetto di dimensioni note-voli, variabili da 34 a 53 mm (in me-dia 40 mm). Come in tutte le blatte, la femmina presenta un addome più largo rispetto al maschio. Le ali sono ben sviluppate in entrambi i sessi: nel maschio più lunghe dell’addome, nella femmina di pari lunghezza. L’ooteca ha un colore variabile tra il rosso scu-ro e il marrone scuro, è lunga circa 8 mm e larga 5. Presenta dei solchi di suddivisione che non arrivano a metà larghezza e generalmente può conte-nere fino a 16 uova distribuite metà su ogni lato. Un po’ più piccola è la blatta australiana (periplaneta australasiae),

che può arrivare ai 3,5 cm di lunghez-za e per il resto ha molto in comune con il suo “cugino” americano.

Gli insetti volantiQuanto agli insetti volanti, si parte na-turalmente dalla mosca (musca dome-stica): si tratta di un insetto che tut-ti conosciamo molto bene per la sua estrema diffusione. E’ infatti in gra-do di riprodursi con estrema facilità sia per la capacità di deporre le uova all’interno di qualsiasi materiale di na-tura biologica in decomposizione, sia per la velocità con cui le larve raggiun-gono lo stato di individuo adulto, di-ventando a loro volta capaci di ripro-dursi in circa dieci giorni. La sua vi-ta, in condizioni ottimali di cibo e am-biente, è di 8-10 giorni durante i quali è in grado di deporre fino a 1000 uova (500 alla volta, in gruppi da 150-200 ciascuno, ogni 3-4 giorni). Molto simi-le, ma un po’ più piccola, è la Fannia canicularis, noto agente di miasi, in-fezioni a danno dei mammiferi. Dove c’è carne attenzione alla Sarchophaga carnaria. Ma pericolose sono anche calliphorae, drosophilae, psychodidae e phoridae. Così come gli insetti del-le derrate e, naturalmente, gli uccelli e gli altri vertebrati, una minaccia se possibile ancora più incombente per-ché arriva… dal cielo.

Prevenzione, lotta e contrattiL’ultima parte del volumetto è dedica-ta ai metodi di prevenzione. Anche per-ché, ricordiamolo, il principale obietti-vo di ogni strategia di pest management è mantenere delle condizioni di “pest free”, cioè assenza di contaminanti. Le indicazioni riguardano naturalmente le strutture da trattare, ma anche le loro adiacenze, la gestione dei rifiuti e così via. Per ciò che riguarda la lotta agli in-festanti, la prima parte si concentra sui metodi non chimici, come ad esempio le trappole per i roditori e gli altri ver-tebrati, le installazioni per allontanare i volatili come i colombi urbani o gli storni, le trappole elettriche e adesive

Formica

Mosca

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per gli insetti, il controllo attraverso la temperatura o i sistemi biologici (uso di predatori). La seconda, invece, fa il punto sui sistemi chimici, ricordando però che l’uso dei pesticidi nel food è regolato da una serie di paletti norma-tivi come la Direttiva Biocidi e, ancor prima, il Coshh 2002, Controllo delle Sostanze Rischiose per la Salute. Fra gli insetticidi si segnalano quelli che agiscono sul sistema nervoso e quel-li che agiscono sul sistema endocrino, quelli che inibiscono la crescita della cuticola e quelli che disidratano l’in-setto. Segue poi una classificazione ge-nerale delle formulazioni: dalla polve-re allo spray, fino ad arrivare alle esche insetticide e ad altri sistemi. Una cosa è però molto importante: tutto ciò non de-ve recare danno alla salute dell’uomo e degli animali non target. Stessa cosa per i rodenticidi, che solitamente sono in-geriti dai roditori sotto forma di esche. Molto interessante, ancorché sintetica, la storia degli anticoagulanti di prima e seconda generazione, come il broma-diolone e il brodifacoum, il difenacoum o il difethialone. Prodotti il cui uso de-ve però essere molto controllato e in-dirizzato esclusivamente agli animali obiettivo. Un’ultima parte è dedicata ai contratti di pest control, che anche nel Regno Unito vanno distinti da quel-li di pulizia. Su questi temi, ma anche altri, ci si potrà confrontare a Disinfe-stando Pest Italy 2017, 5° Expo-con-ference della Disinfestazione italiana, che si svolgerà dall’8 al 9 marzo 2017 al Palacongressi di Rimini, organizzata dall’associazione di riferimento Anid.

Disinfestando Pest Italy 2017: i presupposti per un evento di successoDisinfestando Pest Italy 2017, 5° Expo-conference della Disinfestazio-ne italiana, si svolgerà l’8 e il 9 marzo 2017 nella consueta location del Pala-Congressi di Rimini e vedrà la parteci-pazione di imprese e professionisti del settore provenienti non solo dal terri-torio nazionale, ma anche da diversi

paesi europei ed extra continentali. La manifestazione si svilupperà in 3 gran-di ambiti: l’area espositiva nella con-solidata Sala della Piazza che vedrà la presenza di aziende fornitrici, leader a livello nazionale ed internazionale, di prodotti ed attrezzature per il Pest Control e, da quest’anno, nella nuova area, naturale ampliamento della Piaz-za, denominata Domus. Qui troveran-no spazio altri espositori, le riviste ita-liane ed estere del settore, la zona as-sociativa ANID, le rappresentanze del-le maggiori fiere europee del settore quali Parasitec e PestEx e la CEPA.Infine lo spazio Convegni, dove esper-ti del settore si confronteranno e ap-profondiranno le seguenti tematiche:

– Il Disinfestatore profes-sionale: questo sconosciuto– I controlli della Sanità pubblica– I vettori virali– Anticoagulanti in posta-zioni permanenti.La partecipazione come visitatore è gratuita, viene però richiesta la registra-zione all’evento effettua-bile on line sul sito www.disinfestando.com o direttamente al punto accrediti del Palacongressi nel-le 2 giornate della manifestazione.

Linea di produzione

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SCENARI SACChETTI PLASTICA

Grande Distribuzione Organizzata, la guerra ai sacchetti di plastica si avvia verso il suo atto finale. O almeno, così sembrerebbe. Anche perché stavolta è l’Europa a chiedercelo.

Un bel “giro di vite”Il 9 novembre scorso, infatti, il Con-siglio dei Ministri ha approvato in via preliminare un decreto legislativo di attuazione della direttiva europea 2015/720, in vigore dal 16 settembre scorso, che come ricorderanno i più at-tenti aveva modificato in senso restrit-tivo la precedente direttiva 94/62/CE sulla riduzione dell’uso dei sacchetti in materiale plastico tanto inquinanti e dannosi per l’ambiente.

Se ne vedono ancora troppo in giroIn effetti, anche se lo scenario è drasti-camente mutato rispetto solo a pochi anni, fa, è innegabile che in giro si ve-dano ancora molti sacchetti di plasti-ca non biodegradabili, così come bu-ste e guanti di plastica nei reparti dei freschi (avete presente i sacchetti e i guanti sottili che si usano per sceglie-re la frutta e metterla sulla bilancia?).

L’iterLo schema di decreto legislativo all’esame è stato predisposto ai sen-

si dell’articolo 4 della legge 12 agosto 2016, n. 170, recante delega al Go-verno per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Ita-lia all’Unione europea (Legge euro-pea 2015), al fine di attuare la diretti-va 2015/720/UE del Parlamento Eu-ropeo e del Consiglio, che modifica la direttiva 94/62/CE per quanto ri-guarda la riduzione dell’utilizzo di borse di plastica in materiale legge-ro. La direttiva 94/62/CE, adottata al fine di prevenire o ridurre l’impatto degli imballaggi e dei rifiuti di imbal-laggio sull’ambiente, non prevedeva, infatti, misure specifiche sull’utiliz-zo di borse di plastica, che, ai sen-si della stessa direttiva, costituiscono un imballaggio. Considerato l’eleva-to livello di inquinamento ambienta-le riconducibile ai rifiuti di borse di plastica dispersi in particolare nelle acque, il legislatore europeo ha rite-

nuto di dover prevedere disposizioni specifiche che imponessero agli Stati membri di adottare misure per dimi-nuire in modo significativo l’utilizzo di borse di plastica, in linea con gli obiettivi generali della politica sui ri-fiuti e, in particolare, con l’obiettivo di prevenzione e con la gerarchia dei rifiuti dell’Unione, di cui alla diretti-va 2008/98/CE.

La plastica, ormai un problemaLo schema di decreto legislativo è dunque da considerarsi a tutti gli ef-fetti quale misura necessaria per ot-temperare agli obblighi derivanti dall’appartenenza all’Unione euro-pea. La direttiva 2015/720 ha intro-dotto alcune importanti novità, defi-nendo e distinguendo, ad esempio, le “borse di plastica in materiale legge-ro” e le “borse di plastica in materia-

sacchetti e guanti in gdo: stop alla plastica, ce lo chiede l’europaE’ guerra aperta alla plastica e ai sacchetti non biodegradabili in GDO. Approvato a novembre in CdM un decreto che rappresen-ta un ulteriore, decisivo “giro di vite”, e che recepisce le direttive europee.

dalla redazione

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SACChETTI PLASTICA SCENARI

le ultraleggero” (con spessore rispet-tivamente di 50 e 15 micron). Inoltre per differenziarle dalle biodegradabi-li ha aggiunto la definizione di “borse di plastica oxo-degradabili”, con ri-ferimento a quelle composte da ma-terie plastiche che contengono addi-tivi che catalizzano la scomposizione della materia plastica in micro fram-menti che permangono nell’ambien-te, rappresentando un problema e non una soluzione all’inquinamento.

Un passaggio importanteSi tratta di un passaggio fondamen-tale visto che proprio in questi gior-ni scade il termine per il recepimen-to della Direttiva Europea. Nel decre-to si prevede “il divieto di fornitura a titolo gratuito delle borse di plastica ammesse al commercio e la progres-siva riduzione della commercializza-zione delle borse di plastica, fornite a fini di igiene o come imballaggio pri-mario per alimenti sfusi, diverse da quelle compostabili”. Si punta, dun-que, a vietare di fornire gratis i sac-chetti in plastica leggeri (sono quel-li, come specifica la direttiva europea, con spessore di 50 micron) e a intro-durre le buste biodegradabili e com-postabili al posto di quelle di plasti-ca ultraleggere (ovvero con spessore inferiore ai 15 micron), come quel-le che usiamo normalmente nei su-permercati per la frutta e la verdura.

50% di buste in meno entro il 2017L’Europa prevede una riduzione del 50% delle buste in plastica entro il 2017 e dell’80% entro il 2019. Al-la fine di questo percorso virtuoso, dunque, dovrebbero circolare quasi esclusivamente sacchetti di carta ri-ciclata o buste biodegradabili e com-postabili. Quanto alle misure da adot-tare, la direttiva stabilisce una o due opzioni a carico degli Stati membri: “Definire un consumo annuale mas-simo di 90 borse di plastica in ma-teriale leggero pro capite entro il 31

dicembre 2019 e di 40 entro il 31 di-cembre 2025 e garantire che entro il 31 dicembre 2018 le borse di plastica in materiale leggero non siano forni-te gratuitamente nei punti vendita di merci o prodotti”. Oltre ad attuare e incoraggiare iniziative di sensibiliz-

zazione ed informazione per i consu-matori. E ce n’è anche per le etichet-te: infatti è previsto che entro il 27 maggio 2017 la Commissione euro-pea elabori norme sulle etichette e i marchi per identificare le borse di pla-stica biodegradabili e compostabili.

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Spesso è davvero troppo snobbata, e la cosa più grave è che lo è anche dai tecnici e dagli addetti ai lavori. Nel lavoro di tutti i giorni, infatti, spes-so si dimentica l’igiene degli utensi-li e macchinari che hanno a che fare con la preparazione dei cibi, con con-seguenze a volte catastrofiche. Affet-tatrice, tritacarne, frullatore, mescola-trice planetaria. Tutti potenziali veico-li di contaminazione. E sì che le leggi ci sono, e le guide pure, come la bella pubblicazione “La sicurezza nella ma-nipolazione degli alimenti”, a cura del-la Asl Milano che, inizialmente pen-sata per l’Expo 2015, si rivela anche

a manifestazione finita uno strumen-to utilissimo per orientarsi quotidia-namente in un argomento non sempre immediato che presuppone approfon-dite conoscenze tecniche e normative.

Le attrezzature della GDOConsideriamo nove attrezzature che anche nei reparti alimentari della GDO sono… il pane quotidiano: affettatri-ce, tritacarne, mescolatrice planetaria, frullatore-sbattitore, tagliaverdure, im-pastatrice, pelaverdura, frullatore e la-vastoviglie, in modo da fornire una pa-noramica generale delle macchine. Si tratta di macchine onnipresenti, che vanno tenute sempre perfettamente pulite. Prima però bisogna conoscer-le, e conoscere le normative europee in materia, che ampio spazio dedica-no all’igiene.

L’affettatriceL’affettatrice, ad esempio, che consi-ste di: una base, una lama, un coprila-ma, un anello paralama, un affilatoio, un piano spessimetro, un piatto porta merce, un carrello a movimento alter-nato, un pressa-merce e componenti elettrici di comando. Si distinguono

due tipologie: l’affettatrice verticale, nella quale il prodotto viene spinto orizzontalmente verso la lama, e l’af-fettatrice a gravità nella quale il piat-to porta-merce è inclinato rispetto al piano orizzontale e il prodotto da ta-gliare si muove verso la lama per gra-vità. La norma EN 1974:2009 speci-fica i requisiti di sicurezza e di igiene per la progettazione e la costruzione di macchine affettatrici, trasportabili, con lama tagliente circolare, azionate da motore e con carrello a movimen-to alternato.

Il tritacarneUn altro attrezzo molto presente in GDO è la macchina tritacarne, utiliz-zata per ridurre le dimensioni della carne fresca o congelata, dei prodotti a base di carne e pesce mediante una serie di utensili da taglio. In questo ca-so la norma EN 12331: 2010 specifica i requisiti per la progettazione e la fab-bricazione delle tritacarne utilizzate in una posizione fissa. Questa tipologia di macchina è costituita da una base,

macchine per l’alimentare: e l’igiene?Preparazione cibi: chi pensa all’i-giene delle macchine? Eppure è fondamentale tenere sempre in or-dine e pulite le macchine che ven-gono a contatto con ciò che man-giamo. Affettatrici, coltelli, piani di lavorazione, macchine profes-sionali e utensili presenti in GDO sono potenziali veicoli di agenti patogeni. E se non sono perfetta-mente pulite…

di Antonio Bagnati

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un involucro della coclea, una coclea, un piatto o una tramoggia di alimenta-zione, un convogliatore a vite (oppu-re un miscelatore a vite aggiunto nel-la tramoggia), un gruppo di taglio, un dispositivo di bloccaggio, un disposi-tivo di carico, una trasmissione e, se-condo i tipi di macchina, componenti elettrici, idraulici e pneumatici. Sopra il canale di alimentazione viene instal-lato un vassoio porta merce sul quale viene adagiato il prodotto da lavorare; questo viene convogliato al tubo di ali-mentazione per mezzo di un utensile, il premicarne che ne aiuta la discesa verso la coclea. È possibile trovare an-che macchine, i bi-riduttori, che oltre ad avere funzione di tritacarne hanno anche quella di grattugia. Queste at-trezzature sono provviste di un per-no di traino alle cui estremità vengo-no innestati gli utensili; all’avviamen-to della macchina il perno di traino è messo in funzione consentendo così il contemporaneo utilizzo sia dell’appli-cazione tritacarne che dell’applicazio-ne grattugia.

Frullatori-sbattitoriMolta attenzione igienica deve essere riservata anche ai frullatori-sbattitori, apparecchi il cui utensile viene impie-gato per trattare un prodotto alimen-tare in un contenitore. Sono progettati per schiacciare, mescolare, ridurre in poltiglia, emulsionare dei prodotti ali-mentari come per esempio le verdure nelle zuppe, passate, purè, salse, ma-ionese, creme, prodotti caseari e, più in generale, per trattare tutti i prodot-ti alimentari solidi, liquidi, pastosi o polverosi per ottenere un fluido omo-geneo. Tutte le parti di queste macchi-ne devono essere attentamente pulite.

Mescolatrici planetarieLa norma EN 452:2009, invece, speci-fica i requisiti di sicurezza e di igiene per la progettazione e la fabbricazio-ne delle macchine mescolatrici plane-tarie con vasca fissa, suddivise in tre categorie, con capacità comprese tra 5 e 500 litri, per il trattamento, median-te cicli di durata variabile, di vari in-gredienti quali cacao, farina, zucche-ro, oli e grassi, carne tritata, uova ed altri ingredienti. L’utilizzo previsto ri-guarda l’operazione di carico dei di-versi ingredienti, il loro trattamento in una vasca fissa per mezzo di apposi-ti sbattitori, lo scarico e la pulizia. Il trattamento avviene per cicli di dura-ta variabile, può essere controllato ma-nualmente o automaticamente, in ci-cli singoli o in cicli ripetuti. Talvolta è anche necessario aggiungere gli in-gredienti manualmente senza ferma-re lo sbattitore. Sulle macchine dotate di dispositivo di sollevamento ed ab-bassamento della vasca la posizione di funzionamento è quella in cui lo sbat-titore si trova il più vicino possibile al fondo della vasca.

TagliaverdureLe tagliaverdure hanno funzioni di ta-glio, sminuzzatura, preparazione cu-betti, bastoncini e grattugia di prodot-ti alimentari conformemente alle spe-cifiche del fabbricante qualunque sia

il movimento di taglio. Generalmente contengono: un dispositivo di alimen-tazione del prodotto nella macchina; uno o più utensili: piastre taglienti o lame composte da uno o più bordi ta-glienti fissati ad un telaio; un espulso-re; un’apertura d’evacuazione; dei di-spositivi di comando. Esistono inol-tre diversi tipi di dispositivi di alimen-tazione del prodotto relativi a queste macchine: con tramoggia, in cui il pro-dotto della tramoggia giunge ai coltelli generalmente per gravità e/o mediante dispositivi di alimentazione; con pres-sore, in cui il prodotto in piccole quan-tità è introdotto in un canale di alimen-tazione e accompagnato verso i coltel-li premendo il pressore; con stantuffo, in cui il prodotto viene accompagnato manualmente verso i coltelli, con l’a-iuto di uno stantuffo. Si distinguono tre tipologie di macchine tagliaverdu-re: a coltelli rotanti; a tamburo rotante; a coltelli con movimento alternativo orizzontale. La norma EN 1678:2010 specifica i requisiti di sicurezza e di igiene per la progettazione e la fab-bricazione di macchine tagliaverdure trasportabili e aventi potenza massima nominale minore di 3kW.

Le impastatriciPassiamo ora alle impastatrici. Sono composte da: una struttura che sostie-ne gli organi motore e i dispositivi di comando; una vasca contenente i pro-

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dotti da impastare; la vasca ruota mec-canicamente o grazie all’azione dell’u-tensile sulla pasta; inoltre può essere mobile o basculante; uno o più utensi-li di impasto su un asse fisso verticale o inclinato, o due bracci che miscela-no l’impasto. Talvolta questi disposi-tivi si possono sollevare per consenti-re di togliere la vasca o l’alimento in preparazione. Queste impastatrici so-no utilizzate per lavorare i vari ingre-dienti, come la farina, lo zucchero, i grassi, il sale, l’acqua, ed altri ingre-dienti nell’industria e nei negozi ali-mentari. L’utilizzo comune della mac-china consiste nel versamento dei di-versi ingredienti, impasto dei mede-simi mediante un utensile, scarico e pulizia. Il funzionamento è suddiviso solitamente in cicli di durata variabi-le. Talvolta sono necessarie delle ope-razioni manuali per prelevare campio-ni, raschiare la vasca o aggiungere de-gli ingredienti. La norma En 453:2009 specifica i requisiti di sicurezza e igie-ne per la progettazione e la fabbrica-zione delle macchine impastatrici con vasca rotativa con capacità comprese tra 5 e 500 litri.

Pelaverdure e frullatoriIl pelaverdure è utilizzato per pelare diversi tipi di tuberi e verdure quali patate, carote, salsefica, rape, sedano e cipolle. Un pelaverdure è composto da: una base contenente il sistema di trasmissione e il motore, che sostie-ne la camera di pelatura, struttura ci-lindrica dotata di un alimentatore con tramoggia o coperchio, al cui interno è presente una piastra rotante remo-vibile; la piastra può essere ricoperta con materiale abrasivo come carbu-ro di silice o carborundio, o dotata di una grattugia. Sotto la piastra vi è un vassoio per raccogliere i rifiuti e l’ac-qua di scarto. La norma EN 13208: 2010 specifica i requisiti di sicurez-za e di igiene per la progettazione e la fabbricazione dei pelaverdure uti-lizzati nell’industria della ristorazio-ne collettiva e nei negozi di alimenta-ri. La norma EN 12852:2010, invece, specifica i requisiti di sicurezza e di igiene per la progettazione e la fab-bricazione di macchine per la lavo-razione di alimenti e frullatori aventi un contenitore con volume minore o uguale a 150 litri.

La lavastoviglieVeniamo ora a quella che è la mac-china più complessa, vale a dire la la-vastoviglie, presente in Gdo per lava-re stoviglie e attrezzature professio-nali usate per la preparazione dei cibi (pensiamo solo, ad esempio, al reparto macelleria o pasticceria). Ovviamente una macchina che si usa per lavare non deve essere essa stessa veicolo di spor-co! Una lavastoviglie con convoglia-tore è generalmente composta da: un telaio, sportelli che consentono l’ac-cesso alle zone di pericolo, un nastro motorizzato o convogliatore di cestelli e un dispositivo di riscaldamento e cir-colazione dell’acqua. La lavastoviglie può essere cosi suddivisa in diverse aree di lavoro: area di carico; compar-to di lavaggio; scomparto di risciac-quo; scomparto di asciugatura; dispo-sitivo di scarico del vapore; scompar-ti elettrici e/o elettronici; pannello di controllo; dosatore; area di scarico.

Alcune indicazioni per l’utilizzoEd ecco le principali indicazioni, an-che igieniche, per l’utilizzo. Quan-do si utilizza la lavastoviglie è utile: asportare preventivamente dalla stes-sa gli avanzi solidi ed eventuali mas-se oleose; fare un ammollo preventi-vo alle posate ad anche ai piatti quan-do vengono lavati dopo lungo tempo dall’utilizzo; sistemare le stoviglie ne-gli appositi cestelli. Durante il lavag-gio è importante seguire alcune av-vertenze: non immergere le mani nu-de nell’acqua con il detersivo e calda delle vasche. Questo potrebbe causa-re scottature ed irritazioni cutanee, ol-tre ad essere un problema igienico. Se ciò accadesse risciacquarle subito ed abbondantemente con acqua corren-te; quando la macchina è in funzione non aprire troppo rapidamente le por-tine di ispezione; utilizzare solo de-tersivi antischiumogeni specifici per lavastoviglie commerciali; disattiva-re l’apparecchiatura in caso di guasto o malfunzionamento; periodicamente fermare la macchina, togliere i filtri

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della vasca e liberarli dai rifiuti che si saranno depositati; controllare che le temperature dell’acqua si mantenga-no nei valori prestabiliti. Al termine delle operazioni di lavaggio: preme-re il pulsante di spegnimento; disat-tivare l’apparecchiatura togliendo la tensione e chiudere il rubinetto di ali-mentazione idrica; svuotare le vasche ed estrarre i filtri per pulirli; lavare le vasche con un getto d’acqua; per mac-chine con condensa vapori togliere il filtro di aspirazione e pulirlo; pulire l’esterno della macchina con una spu-gna umida; rimontare tutti i dispositi-vi nella propria sede; al fine di evitare la formazione di cattivi odori, lascia-re le porte aperte. Per quanto riguarda eventuali manutenzioni, sanificazioni e disincrostazioni, ricordarsi sempre di disinserire la macchina dalla rete di alimentazione. La norma e EN 14957: 2010 specifica i requisiti di sicurezza e igiene per la progettazione e la fab-bricazione delle macchine lavastovi-glie multifunzione con convogliato-re. Queste prevedono il passaggio dei cestelli attraverso nastri motorizzati o convogliatori a carrello. Le macchine trattate dalla norma sono destinate al lavaggio, risciacquo ed eventualmen-te asciugatura delle stoviglie e degli utensili da cucina utilizzati nelle strut-ture di consumo di alimenti come lo-cali di preparazione e somministrazio-ne alimentare.

L’importanza di un’igiene perfettaOra, al di là degli ovvi rischi mecca-nici che l’uso improprio o disattento di queste macchine può comportare, non va dimenticato come anche l’i-giene abbia una parte fondamentale in fatto di sicurezza a trecentosessan-ta gradi. D’altra parte anche le norme europee ribadiscono l’importanza di questo principio, dedicando all’igie-ne ampie parti delle normative di ri-ferimento. Le operazioni consigliate vanno dall’asportazione dei residui grossolani alla lotta contro i micror-

ganismi mediante la disinfezione. Ec-co, in sintesi, i diversi passaggi di una perfetta igienizzazione delle macchi-ne. Si parte con l’asportazione dei re-sidui grossolani, che prevede la rimo-zione mediante scopa, straccio o car-ta monouso. Poi viene la detersione, cioè la rimozione dello sporco dalle superfici; è effettuata tramite l’utiliz-zo di una sostanza chimica (detergen-te), in grado di staccare i residui dalle superfici, prima del definitivo risciac-quo con acqua. Da non dimenticare la disincrostazione, cioè la detersione di sporco inorganico (residui di calcare o ruggine) effettuata tramite l’utiliz-zo di acidi (disincrostanti). Riguarda quelle superfici che vengono in con-tatto prolungato con l’acqua (esem-pio: pentole, cuocipasta, bagnomaria, ecc.). Per lo sporco che non si vede arriva infine la disinfezione, opera-zione finalizzata appunto alla distru-zione della maggior quantità di mi-croorganismi, in particolare di quelli patogeni. Può essere condotta con il calore (umido o secco) o con agenti chimici specifici (ad esempio compo-sti a base di cloro o sali di ammonio quaternari).

Disinfezione: i fattori di efficaciaL’efficacia della disinfezione chimica è determinata da: corretta detersione (assenza di residui che possono inibire l’azione del disinfettante); corretto do-saggio del disinfettante (indicato nella scheda tecnica del prodotto); rispetto dei tempi di contatto indicati nei piani di sanificazione e nella scheda tecnica di prodotti; risciacquo: eliminazione, per mezzo dell’acqua, dei residui chi-mici dei principi attivi usati nelle ope-razioni di detersione, disincrostazione, disinfezione; è vietato utilizzare getti diretti di acqua sulle attrezzature con componenti elettriche o su componen-ti impiantistiche; asciugatura: elimina-zione dell’acqua residua del risciac-quo, con panni tipo microfibra, carta monouso. Il consiglio, comunque, è di assicurare sempre la perfetta igiene delle macchine, in special modo del-le parti che vengono a diretto contat-to con gli alimenti. Non è mai super-fluo ricordare, infatti, che parte degli agenti patogeni che “trovano casa” ne-gli alimenti sono proprio veicolati dal-le macchine e attrezzature impiegate nella loro preparazione.

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TESTATINA OCCHIELLO

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AFFARI E CARRIERE

Unger Stingray eccelle in tutti i campi di applicazioneL’“Innovation Award” ad ISSA/In-terclean North America ha riscontra-to grande partecipazione: 50 imprese operanti nel settore delle pulizie han-no candidato i loro prodotti al concor-so in diverse categorie.Una rinomata giuria specializzata composta da distributori, costruttori ed imprese di pulizia ha giudicato al-la fiera il prodotto con maggior po-tenziale per il futuro. Gli aspetti foca-li considerati non erano solo la forza innovativa, la qualità e la produttività ma anche la redditività e la sicurezza dei prodotti. La giuria ha scelto Unger Stingray nella categoria “Attrezzatu-re” come novità eccezionale. Stingray ha sviluppato una soluzione duratura e di facile applicazione per la pulizia delle superfici vetrate interne, che non richiede una particolare for-mazione e dotato di comandi intuitivi. Il classico e dispendioso lavoro con spray e panno ruba tempo prezioso al-la forza lavoro, lasciando comunque frequenti imperfezioni. Con questo ef-ficiente sistema di pulizia interna del vetro, come risultato dallo “Studio su tempo e consumo nella pulizia inter-na di vetri” di Hygiene Consult HyCo Mück, il lavoro di pulizia diventa per

il 25% più veloce. Non solo nebulizza-zione e pulizia vengono operati in un unico passaggio, ma le finestre e i te-lai vengono puliti con un tripad in mi-crofibra, risparmiando il 39% di pro-dotto detergente.La sua pratica forma triangolare con-sente di raggiungere tutti gli angoli. Un lavoro pressoché perfetto può es-sere eseguito anche ad altezze elevate. Con l’uso di prolunghe è possibile pu-lire superfici fino a 4 metri di altezza.Il meccanismo di nebulizzazione in-corporato nel pad permette di inumi-

dire il pad in modo affidabile con un detergente professionale per vetri ad alto rendimento, 3M ScotchgardTM, e protegge l’utilizzatore dall’inalazione dello spray. Stingray garantisce un la-voro duraturo ed efficiente in tutti gli ambiti, combinando salute, ecologia ed economia.

[www.ungerglobal.com/stingray]

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I rifiuti della disinfestazioneAnid, Associazione Nazionale Imprese Disinfestazione, rende noto di aver pubblicato il Quaderno n. 4, il cui contenuto ri-guarda “I Rifiuti della Disinfestazione”. Come gestire e smal-tire i rifiuti in modo sicuro ed in maniera da evitare impatti ne-gativi sull’ambiente, agendo secondo la legislazione ed i co-dici di condotta locale ed europea applicabili. Si ricorda che l’associazione ha già pubblicato altri 3 quaderni sui temi “Le leggi della disinfestazione, “L’uso dei rodenticidi da parte del professionista della Disinfestazione” e “Il controllo della Sa-nità pubblica sulla sicurezza alimentare”.Tutti i quaderni sono disponibili al prezzo di euro 10,00 cadau-no + spedizione e possono essere ordinati presso la segreteria di Sinergitech: [email protected]

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e la redazione di Linee di Indirizzo e Controllo per la qualifica del Servi-zio di Ristorazione in Sanità, dato lo scenario odierno che denota una mar-cata disomogeneità della gestione del servizio di produzione e distribuzio-ne Pasti in ospedale tra le diverse Re-gioni, e spesso all’interno della stes-sa Regione.Lo scopo è favorire salute, benessere psicofisico, gratificazione e sicurezza del paziente durante il consumo del pasto, rispettando gli standard di servi-zio e di prodotto dichiarati nella “Carta dei Servizi della Ristorazione” che so-no altresì monitorabili attraverso indi-catori concreti percepibili da parte del paziente stesso.Coinvolgendo società scientifiche, or-ganizzazioni a tutela dei diritti dei cit-tadini utenti, imprese del settore e am-ministrazioni sanitarie, l’obiettivo del progetto sarà definire degli standard tecnico-professionali per valorizzare i servizi interni ed esternalizzati in Sa-nità per salvaguardare e tutelare salu-te, sicurezza e benessere del paziente. Il tutto senza trascurare la valorizza-zione del pasto stesso, affinché questo sia adeguato sotto il profilo nutrizio-nale, sensoriale ed igienico sanitario e nel rispetto degli aspetti di sostenibi-lità sociale, economici ed ambientali.

[www.sutterprofessional.it]

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Sutter Professional e il nuovo impegno nell’ambito della ristorazione collettiva SUTTER Professional Srl, con EP Spa e MARKAS Srl, ha deciso di sostene-

re, con la propria esperienza e cono-scenza, la nuova iniziativa per la ri-qualifica del servizio di Ristorazio-ne in Sanità intrapresa da ANMDO in partnership con IQC (ltalian Quality Company S.r.l.).Il progetto promuove la realizzazione

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ORIZZONTI

Lavasciuga pavimenti Versa: la nuova proposta di Comac per supermercati e GDOVersa è una lavasciuga pavimenti uo-mo a terra molto efficiente e produtti-va. Lavora con due spazzole a disco, disponibili con una larghezza lavoro di 55 o 65 cm. Diverse caratteristiche rendono Versa una scelta ideale per l’impiego in supermercati di medie dimensioni. Essendo molto manegge-vole e compatta è facile da utilizzare quando lo spazio è parzialmente in-gombrato. Il potente motore di aspira-zione lascia il pavimento perfettamen-te asciutto e subito calpestabile in tota-le sicurezza. L’impiego di Versa negli orari di apertura non interferisce con la normale attività del supermercato, an-zi mantiene costante per tutta la gior-nata il livello di igiene ed elimina la necessità di relegare la pulizia ai più costosi turni notturni. A richiesta è possibile dotare la mac-

china del nuovo PM – Pressure Moni-toring, un sistema che controlla la po-tenza erogata dai motori sulle spazzo-le, per garantire sempre la massima ef-ficacia su qualsiasi superficie. Versa è fornita di serie dei nuovi pa-raspruzzi autolivellanti che, oltre ad adattarsi automaticamente all’usura della spazzola, trattengono all’inter-no eventuali schizzi d’acqua e bloc-cano all’esterno il passaggio di pic-coli residui solidi o polverosi non so-lubili, che potrebbero compromettere il risultato di pulizia. Per rendere più efficace l’intervento si può richiedere il sistema CDS (Comac Dosing System) per la gestione sepa-rata di detergente e acqua, che con-sente di variare la quantità dell’uno o dell’altra secondo le reali esigenze. In ambienti della grande distribuzione come supermercati, alimentari o ma-gazzini, può accadere che si debbano affrontare sporchi più difficili o ade-renti, ad esempio a seguito del rove-sciamento di qualche prodotto. Con

il CDS è possibile aumentare tempo-raneamente il flusso di soluzione de-tergente, per affrontare la più intensa condizione di sporco, per poi ripristi-narlo quando si torna alla regolare pu-lizia di manutenzione.

[www.comac.it]

Il guanto giusto per ogni alimentoReflexx Sp.A., azienda tra i leader nella produzio-ne e distribuzione di guanti monouso e riutilizzabi-li, presenta la Linea Food Handling appositamente studiata per il settore alimentare, idonea al contatto con ogni tipologia di alimento.Un guanto riutilizzabile per tutti quei lavori dove è richiesta una certa resistenza, Reflexx 95 FH cod. R95FH. Un guanto Monouso per ogni lavoro dove è richiesta una buona protezione, Reflexx 72FH cod. R72FH. Ed un prodotto innovativo ed intelligente per una massima igiene al miglior costo possibile – Reflexx 20 cod. R20. La linea è frutto di una co-stante ricerca e sviluppo sui materiali mirata a svi-luppare prodotti puliti idonei all’utilizzo con varie tipologie di alimento.L’azienda è in grado di fornire non solo la Dichia-razione di Contatto Alimentare, ma anche i test ef-fettuati dai migliori laboratori italiani e la periodi-cità con cui vengono monitorati questi valori. La Nuova Linea è stata di recente approvata dalla Federazione Italia-na Cuochi, che ha riconosciuto nei nuovi prodotti gli sforzi di Reflexx S.p.A. in sintonia con i valori e la professio-nalità dell’Associazione.

[www.ref lexx.com]

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ORIZZONTI

Rivamat: alta efficacia e forza pulente

Kiehl ha deciso di intra-prendere il percorso atto a sviluppare nuovi prodotti a certificato Ecolabel sia per rispondere alle esigenze di mercato, sia per una parti-colare attenzione all’am-biente che ci circonda.Kiehl ad oggi ha sviluppa-to 24 prodotti a certificato Ecolabel, riuscendo a ga-rantire un’ efficace coper-tura delle operazioni di pulizia ordinaria necessa-rie quotidianamente.

Ma sono riusciti in diversi casi ad an-dare oltre e pensare che in un breve futuro si riesca a soddisfare ogni tipo

di esigenza, come nel caso di un ul-timo prodotto sviluppato “Rivamat”.Kiehl Rivamat è un detergente univer-sale privo di tensioattivi ma ad alta ef-ficacia ed levata forza pulente , econo-mico e particolarmente indicato per la pulizia a macchina. La sua efficacia non è dovuta all’uso di enzimi, fosfa-ti o tensioattivi per evitare la forma-zione di sporco (effetto anti-soil) p.es. su superfici tessili. Utilizzabile su tutte le superfici resistenti all’acqua ed agli alcali. Particolarmente adatto per pavi-menti in pietra micro porosi e tappeti in fibra sintetica.Recentemente sono stati svolti diversi test in differenti applicazioni, da am-bienti industriali a civili ed utilizza-ti abbinati ad attrezzature manuali e meccaniche. In ogni situazione la sua risposta è stata sorprendente.

Il servizio tecnico dell’azienda resta a disposizione per effettuare test di valutazione.

[www.kiehl-group.com - www.kiehl-App.com]

Novaltec Group,un anno di successi“Si completa con la fine dell’anno la nuova linea industriale dei generatori di vapore Novaltec, un impegno im-portante che ha visto adoperarsi uf-ficio tecnico e reparto prototipazio-ne per oltre 12 mesi senza risparmio di tempo ed energie. Come sempre, grande attenzione alla qualità e alla semplicità d’uso hanno contraddistin-to le scelte portate avanti in questi mesi, al fine di poter offrire ai no-stri clienti sempre e solo il meglio. Per questi motivi sono orgoglioso di presentare in queste pagine e al Sigep

di Rimini la linea industriale Atlan-tis convinto che un’altro passo verso le esigenze dei nostri clienti sia sta-to fatto. Vorrei che fosse questo an-che un momento per riconoscere a chi ha, come sempre, in questo proget-to messo anima e corpo. A Davide Marchetto responsabile ufficio tecni-co, Aleks Molla responsabile di pro-duzione e Mirco Bonato vanno i miei personali ringraziamenti”.Pierangelo Maren

[www.novaltecgroup.it]

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ORIZZONTI La redazione auguraai propri lettori

Buone Feste

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