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NARRARE DI TE, DI ME, DI NOI.FARE EDUCAZIONE CIVILEStorie per costruire cambiamento
Chieti
22, 23 Febbraio 2018
Rete di scuole – Itinerari di educazione civile e responsabile
LA MEMORIA E L’IMPEGNO:LE CHIAVI DELL’EDUCAZIONE CIVILE
La costruzione della memoria come progetto di educazione civile:
dalla responsabilità all’impegno
Michele Gagliardo
ESSERE RETE DI SCUOLE
• PATTI EDUCATIVI LOCALI
• Formare una comunità educante
Principi
Orizzonti
Azioni Regole
Snodi educativi
Responsabilità
«Non c’è un posto sbagliato, non c’è un momento sbagliato, semplicemente perché non esiste un luogo sbagliato per una vittima
innocente. Al posto sbagliato, al momento sbagliato ci sono sempre e comunque gli assassini, i mafiosi, i criminali.»
Francesca Anastasio, Giovanni Gabriele
Genitori di Domenico Gabriele, Dodò
Colpito da una pallottola su un campo di calcetto a Crotone il 25 Giugno 2009
Morto il 20 Settembre 2009
Aveva 10 anni
Sono 947 le persone vittime innocenti delle mafie inserite nell’elenco curato da Libera. Di cui 101 minori (74 m. e 27 f.)
• Una didattica della violenza
Pratica del «Vincolo a ciò che è lecito»
Regole e tutele valgono solo per chi è all’interno del sistema mafioso.
Ciò che accade fuori dal sistema mafia non interessa.
La trasgressione non è prevista: qualora accada viene punita in modo violento ed esemplare.
• Comunità arcaica, nessun valore per la soggettività
• Dogmatismo, contenuti dell’educare predefiniti
• Comunità totalitaria
• Esclusione dell’educando
• Perversione del dono
Abbiamo due strade da poter percorrere
1. La ricerca della verità e della giustizia – Oltre il 70% degli omicidi di mafia sono ancora impuniti
2. Fare memoria viva, coerente e responsabile
• Memoria e impegno sono i pilastri fondanti la storia di LIBERA
• Saveria Antiochia, mamma di Roberto Antiochia, assassinato a 23 anni con Ninni Cassarà, 6 Agosto 1985
(Elenco - dare un volto come
gesto rivoluzionario)
• Carmela, mamma di Antonio Montinaro, assassinato a 30 anni a Capaci 23 Maggio 1992
Memoria e responsabilità
• Hanno ciascuna un enorme valore
• Sono indissolubilmente legate
• Non si può immaginare una responsabilità che non prenda origine dalla memoria
• Non vi può essere rispetto e valorizzazione della memoria se non attraverso un continuo impegno per la giustizia – per evitare che accada nuovamente ciò che accadde in passato
Nella memoria e nella responsabilità si trovano gli elementi essenziali della nostra soggettività
«Noi siamo la memoria che abbiamo
E la responsabilità che ci assumiamo
Senza memoria non esistiamo
E senza responsabilità, forse, non meritiamo di esistere»
Josè Saramago
«Perdere il passato, significa perdere il futuro»
• La nostra vita è un percorso nelle 3 dimensioni del tempo
• Noi siamo anche in virtù di un tempo precedente alla nostra vita e ad accadimenti oltre alla nostra vita stessa
• Smarrire le proprie origini rende difficoltoso riconoscersi nell’oggi e nel domani
• I percorsi di cura della memoria aiutano a ritrovare sé stessi, singolarmente e collettivamente
«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche la nostra» Primo Levi
La relazione con gli altri
Aiuta a vivere una condizione di appartenenza profonda, così come veniva descritta da Giorgio Gaber:
«Appartenere è sentire l’altro presso di sé»
La relazione con la memoria
La responsabilità trova senso motivazione nel rapporto con la memoria
Conoscere aiuta ciascuno ad impegnarsi, legarsi agli altri e lavorare su sé stessi
La relazione con il mondo interno
La memoria ci mette in contatto con i nostri sentimenti civili
Condividere sentimenti civili permette di attivare il desiderio di cambiamento
CURA DEI SENTIMENTI CIVILI
• Giustizia Indignazione
Bene e male – orientamento etico sentire l’ingiustizia
• Compassione Pietà
Sentire l’altro che soffre accettare gli altri e le loro differenze
Valutare ingiusta la sua sofferenza Fare spazio gli altri nella nostra vita
• Gratitudine Speranza
Accettare le vita pur nella fragilità Andare verso – rendere possibile
Desideri e attese
• I desideri e le attese non si nutrono solo di futuro
• Si alimentano del passato, delle cose che non sono state, delle cose che non sono ancora
• Si incontra il passato, che si fa presente (San Agostino)
• Si sente il desiderio di trasformarlo contribuendo a costruire un futuro differente
Fare memoria apre il cuore e la mente
Nostalgie
Nostalgia dal greco - Nostos e algos – Ritorno al dolore
Fare memoria riporta ciascuno in contatto con le proprie nostalgie dolorose
Ci sono nostalgie infinite che ci accompagnano per tutta la vita
Non c’è alcuna nostalgia che non viva «nel» e «del» passato e non sia aperta alla speranza – che è «memoria del futuro»
Attese e speranze
Non si può vivere senza attese e speranze
Non si può vivere senza nostalgie
Se non si ripercorrono i sentieri che ci conducono al passato, che ci fanno incontrare i pensieri e gli accadimenti che hanno dato senso alla nostra vita – non si può vivere
Le emozioni dicono della nostra interiorità
Le emozioni sono forme di conoscenza
Incontrare altri
Incontrare la nostra nostalgia e le emozioni che essa muove, ci permette di incontrare e riconoscere le emozioni degli altri
di essere di aiuto nella comunione e nella solidarietà
Tentando di dimenticare o ignorare le nostalgie, si rischia di perdere un pezzo di sé
La nostalgia fa parte della vita, come la memoria, dalla quale essa nasce
Il lavoro con le emozioni
• Transitare per le cose importanti (rendere visibili i principi)
• Intercettare l’interesse dei ragazzi ai principi civili (costruire una coscienza condivisa del sentimento civile)
• Intercettare il lavoro dei ragazzi su uno tra i principi civili
• Coinvolgere in una esperienza
• Attenzione ad esibire i sentimenti civili
• Restituire cura alla coerenza (allestire spazi di riflessione ed elaborazione)
Memoria e testimonianza educano
Si possono vedere i segni nelle persone che incontrano la testimonianza
«La memoria altrui ha senso solo se elaborata sulle proprie domande»
Vittorio Foà
Ogni testimonianza è un incontro che ci parla, toccando le nostre domande, entrando in contatto con un pezzo della nostra storia.
«Non esisterebbe azione umanase non esistesse realtà oggettiva capace di provocare una risposta;così come non ci sarebbe azione umanase l’uomo non fosse un «progetto»
Paulo Freire, «La pedagogia degli oppressi»
«Le nuove generazioni, insomma, sono alla ricerca non tanto di un padre eroico, quanto di un padre testimone.Di un padre cioè capace di mostrare, nella propria esperienza vissuta, le possibilità concrete di tenere saldi Legge e Desiderio»
«Il complesso di Telemaco»Massimo Recalcati
I ragazzi chiedono che qualcuno racconti loro storie che ha senso ascoltare, degne di essere vissute
I giovani come Telemaco
• Oggi mancano le grandi narrazioni, le grandi storie
• I ragazzi sono sulla spiaggia e attendono l’arrivo di un padre reale o simbolico, che sia in grado di essere testimone, di ritorno da un viaggio, una esperienza
• Attendono un padre che non sia eroe o padrone
• Attendono un adulto che con la propria vita e le proprie scelte faccia intravedere che esiste un senso e una Legge, una verità possibile
• Che vi è un legame tra Legge e Desiderio (felicità)
Perché i ragazzi hanno necessità delle testimonianze?
• In ogni testimonianza che si incontra c’è sempre una parte di fiducia nell’avvenire, una finestra aperta sul futuro
• Oltre al contenuto conta l’amore per il contenuto che i ragazzi percepiscono nel testimone, in ciò che dice e fa
• Nella scuola si entra in contatto con i ragazzi trasmettendo l’amore per la disciplina, così si trasmette il desiderio di sapere
• Nell’esperienza della memoria, così come nell’incontro con i testimoni, accade la stessa cosa.
• I ragazzi incontrano il desiderio di verità e di giustizia vissuto dai familiari, dai testimoni
• Un desiderio applicabile in altri contesti
• Per questo l’incontro con un testimone è potente anche in contesti dove i fatti raccontati non sono accaduti – perché la domanda di verità e giustizia è ovunque
…E ancora…
L’incontro con una narrazione aiuta a:
• Portare ciò che può apparire smisurato, non comprensibile ad una dimensione accoglibile
• Umanizzare e dare un volto
• Ridurre le distanze
• Attivare un approccio critico e problematizzante – farsi delle domande
…E ancora…
• Nell’incontro con la testimonianza si vive l’esperienza del coinvolgimento emotivo, elemento fondamentale per imparare
• Interrompe il flusso di stimoli nel quale siamo immersi
• Cattura e coinvolge – condizioni fondamentali per percorrere gli altri passi:
• Elaborazione• Studio• Domande
Nella memoria, conoscenze civili
• Reso visibile e vivo un passato che altrimenti andrebbe perso per sempre
• Descritta la storia di quel territorio
• Descritta la storia del nostro Paese
• Messi in evidenza uno o più diritti violati
• Descritto il funzionamento del sistema mafioso
• Indicati gli orizzonti ed i principi civili
• Contenuta la speranza e la motivazione dell’impegno
Narrazione e memoria mafiosa
• «Per me la normalità era la nostra. Gli altri erano i nemici da combattere, come i poliziotti: li vedevo i poliziotti che facevano il loro lavoro, che cercavano di contrastarci. Ed eravamo noi ad essere nel giusto: perché tu cresci convinto di essere il paladino del popolo. L’educazione è quotidiana e non lo sai: avviene tramite gli aneddoti, i racconti delle gesta dei nostri eroi, le commemorazioni dei caduti in battaglia. Tramite la spiegazione di cosa sono la famiglia, il sangue, l’onore, la vendetta»
• Luigi Bonaventura, ex collaboratore di giustizia
Recuperare un approccio narrativo
Scegliere e selezionale le storie
Scegliere i testimoni
Costruire «archivi» delle testimonianze
Curare il setting dell’incontro
Accompagnare l’elaborazione
Predisporre un’esperienza
Le condizioni per una testimonianza educativa
• Riconoscere che ogni testimonianza è un incontro
• Riconoscere che ogni testimonianza è soggettiva
• Riconoscere che in ogni testimonianza c’è un vuoto
• Riconoscere che testimoniare significa avere a cuore la propria storia
• Fare spazio a qualche cosa di bello nella narrazione
• Non ridurre il testimone al solo stato di vittima
Quasi una didattica dell’impegno
Ri - Dislocazione cognitiva
Uscire fuori dal chiuso del proprio mondo
Esiste qualcuno e qualcosa al di fuori di me
Queste persone e queste cose sono particolari, hanno specificità, storie, situazioni, risorse, problemi specifici
Queste persone e cose sono portatrici di risorse.
Ri – Dislocazione affettiva
I problemi che ho conosciuto e che toccano la vita delle altre persone mi interessano e mi riguardano
Mi interessa fare qualcosa per fronteggiarli
Mi interessa fare qualcosa insieme agli altri.
Rielaborazione
Rielaborazione collettiva difficoltà e apprendimenti
Costruzione di gruppi di lavoro attorno al fronteggiamento in situazioni concrete anche al di fuori della scuola
Consolidamento delle competenze trasversali quali – gestione relazioni – gestione conflitti – costruzione di reti cooperative…
Manutenzione dei gruppi
Manutenzione relazioni con gli attori della comunità.
Per concludere…
• Lavorare sulle emozioni alla ricerca degli apprendimenti
• Costruire nessi significativi tra le storie e la vita dei ragazzi
• Rendere le storie vive attraverso le nostre responsabilità
Avviare un percorso per diventare testimoni indiretti:
• Assumerci la responsabilità pubblica della memoria
• La responsabilità della memoria non è solo dei familiari
• Non dimenticare nessuna storia
Alcuni suggerimenti
• Sito web «Vivi» Libera Memoria www.vivi.libera.it
• Daniela Marcone, «Non a caso», La Meridiana, 2017
• D. Chirico e M. Carta, «Under. Giovani Mafie Periferie», Perrone Ed. 2017
• Bruno Palermo, «Al posto sbagliato» Rubettino, 2016
• Luigi Ciotti, «La classe dei banchi vuoti», EGA, 2016
• Angela Iantosca, «Bambini a Metà» Perrone Ed. 2015
• Angela Iantosca, «Onora la madre» Rubettino, 2013
• Lirio Abbate, «Fimmine ribelli» Rizzoli 2013