né ministro né viceministro né sottosegretario. e nep ... filesuperbi ossimori della letteratura...

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Né ministro né viceministro né sottosegretario. E nep- pure presidente di una delle tante commissioni parla- mentari. Stiamo discorrendo del subcomandante Marco, esploratore di fondi marini, che meritava alto onore e greche per aver sfidato e superato tutti i più superbi ossimori della letteratura occidentale, inven- tando la guerra umanitaria, ben degna del Kosovo. Si decade, tuttavia. Ora dell'antico splendore gli rimane soltanto la scorta contro la reazione che è sempre in agguato e la mafia che a giusta ragione lo considera un suo nemico mortale. ,

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Page 1: Né ministro né viceministro né sottosegretario. E nep ... filesuperbi ossimori della letteratura occidentale, inven-tando la guerra umanitaria, ben degna del Kosovo. Si decade,

Né ministro né viceministro né sottosegretario. E nep-pure presidente di una delle tante commissioni parla-mentari. Stiamo discorrendo del subcomandanteMarco, esploratore di fondi marini, che meritava altoonore e greche per aver sfidato e superato tutti i piùsuperbi ossimori della letteratura occidentale, inven-tando la guerra umanitaria, ben degna del Kosovo. Sidecade, tuttavia. Ora dell'antico splendore gli rimanesoltanto la scorta contro la reazione che è sempre inagguato e la mafia che a giusta ragione lo considera unsuo nemico mortale.

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DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 02

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Parlandodi...

DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 03

CONTROCOPERTINA

L’intervista

EMANUELA ALVARO

Comunicazioni difficili, tanto quanto lareperibilità dei materiali, e, se nonbastasse, i giovani che, piuttosto che

provare a rimanere, decidono di trasferirsi inaltre regioni se non addirittura in altri Stati.

Con Eufemia Valeri,imprenditrice di

Marinad i

Gioiosa Ionica, si è parlato di quello che signi-fica lavorare in un territorio in cui i risultatiarrivano se a trainare tutto c’è la voglia di pro-varci.L’azienda paterna, nella quale ha iniziato alavorare dopo il diploma, è stata avviata nel1983, quando il padre ha deciso di tornare daTorino e investire nel suo paese di origine, sioccupa della produzione e distribuzionenazionale ed internazionale di abiti per glisposi e da cerimonia. A questa attivitàEufemia ha aggiunto, nel 2008, l’organizzazio-ne di eventi, principalmente matrimoni, fon-dando con le socie, Stefania e Chiara, un’a-genzia di wedding planner. «La difficoltà prin-cipale, riferendomi all’azienda di mio padre, è

l’approvvigionamento della materie prime.Tutte le aziende di questo settore si trova-

no da Roma in su, quindi le difficoltàsono tante! Negli anni con internet lasituazione è migliorata e adesso riu-sciamo a contenere i costi. In Calabriale poche aziende che ci sono non rie-scono a rispettare i tempi stabiliti perla consegna del materiale e spessoaccade che tutto diventa approssima-

tivo. Mentre per l’orga-nizzazione di even-

ti, già di pers e

un’attività non molto facile, cercare di svilup-parla in un territorio un po’ più lento a recepi-re le novità è un lavoro ancora più complica-to». E poi ce il problema dei collegamenti con ilresto di Italia e del Mondo. «Per arrivare aRoma o in un’altra città, soprattutto noi dellaLocride, dobbiamo prevedere un’ora in piùper raggiungere una stazione o un aeroporto.In termini di costi e di tempo questo ci pena-lizza molto». Confessa che con la famiglia alcune volte si èpensato di andare via da qui, ma a prevaleresulla scelta finale è stata la voglia di rimettersiin gioco. Per l’imprenditrice una dinamica che proprionon ha un senso è quella che porta i giovani,che si formano in università di altre regioni ita-liane, a voler rimanere lontano dalla propriaterra investendo, magari, altrove. «Pur nellaconsapevolezza delle tante difficoltà nel rima-nere qui a lavorare, credo comunque che nevalga la pena. Mi sento di dire che se fossimoin tanti le difficoltà diminuirebbero. I fondi cisono, ovviamente utilizzabili per il lavoro,non certo per destinarli ad altro». In questa situazione di crisi globale inevi-tabile soffermarsi sul rapporto con lebanche, rapporto che, anche perEufemia, è cambiato. «Ho avuto sem-pre la fiducia degli istituti bancari, ma

ora cerco di uti-lizzarli

i lmeno pos-

sibile, proprioperché c’è meno ela-

sticità. Negli ultimianni tutto è statoridimensionato edanche l’accesso al

credito non avviene più negli stessi termini.Credo che, con maggiore oculatezza, le ban-che dovrebbero essere dei canali in grado diagevolare lo sviluppo delle “idee buone”,facendo crescere il territorio, dando una chan-ce soprattutto alle persone oneste, che sono lamaggior parte». Idee buone, idee di sviluppo che, in un territo-rio come questo, dovrebbero essere sicura-mente maggiori. Molti sono i settori su cuiinvestire ma che, in tanti anni, non hanno inve-ce ottenuto la giusta espansione. «Tra tutti ilturismo che qui di fatto non c’è. Abbiamosolo, permettetemi il termine, il “turismo dellasoppressata”! Persone originarie del territorioche abitano altrove, le quali, in estate, vengo-no ospitate dai parenti, senza quindi nellasostanza apportare nulla di buono alla zona».Un turismo che, per l’imprenditrice potrebbeessere tanto altro, valorizzando il patrimoniostorico-culturale. Obiettivo ancora non rag-giunto nonostante le scuole che potrebberopreparare i ragazzi a questo lavoro. «Ed è proprio ai ragazzi che forse manca lavoglia anche di inventarselo un lavoro, misembra che sia più di moda attendere il “piat-to pronto”, piuttosto che impegnarsi in qual-cosa. Dopo diplomata ho superato l’esame diammissione all’istituto di moda Marangoni,poi parlando con mio padre abbiamo deciso dirimanere qui. Lavoro da quando ho dicianno-ve anni, ne ho quasi quaranta e non mi sonomai pentita della scelta che ho fatto. Siamostati anche fortunati ottenendo dei finanzia-menti tanti anni fa. Finanziamenti che nonabbiamo avuto per l’apertura dell’agenzia,perché il progetto non ha convinto. Ma abbia-mo proceduto lo stesso e, con le mie socie,abbiamo avviato l’attività, per la quale ancoratanto si deve fare». Un lavoro da incrementa-re per il quale il vero blocco sono i fornitoriche spesso non capiscono il senso stesso dell’a-genzia. Una “lotta” che accomuna molti setto-ri nuovi. A prevalere è ancora l’incomprensio-ne verso le idee che vanno oltre il solito.L’individualismo la fa da padrone “uccidendo”ogni tentativo di fare rete. «Ci guardano comeun ulteriore ostacolo alla riuscita di un evento.I nostri clienti tipo sono sposi di origine cala-brese che vivono altrove, ma che si sposano inzona. La gente di qui non ci contatta, perchéforse non si è capito bene il valore aggiuntoche possiamo dare».

Nella Locride a “trainare”tutto la voglia di provarci!L’imprenditrice confessa che con la famiglia alcune volte si è pensato di andare via, ma a prevalere sulla scelta finale è stata la voglia di rimettersi in gioco

Una “lotta” per far comprendere molti settori nuovi dato che a prevalere è ancora l’incomprensione verso le idee che vanno oltre il solito.L’individualismo la fa da padrone “uccidendo” ogni tentativo di fare rete.

con Eufemia Valeri

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DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 04

Parlandodi...

LA SETTIMANA

SANITÀ LOCRIDEA

Appello di Vumbaca perché 28 milioni non vadano persiMettere in campo tutto l’impegno pos-sibile per raggiungere l’obiettivo, far sìche i fondi destinati alla sanità dellaLocride, circa 28 milioni di euro, nonvengano persi, ma al contrario investitiper realizzare i progetti in campo edare, quindi, nuovo volto al Presidioospedaliero di Locri e all’ex strutturaospedaliera di Siderno che dovrebbediventare, come in previsione, Casadella salute. Argomento sul quale siritorna a discutere, prima di tutto permantenere alta l’attenzione e pressareaffinché si arrivi a qualcosa di concreto,con Michele Vumbaca, componente delDirettivo nazionale dell’Associazione“Fare Salute”, con il quale alcune setti-mane fa, si è posto l’accento sul perchénon si spendano questi fondi cherischiano, di fatto, di andare persi. Sembra che i progetti per le due struttu-re sanitarie, in passato non a norma,dopo anche le sollecitazioni dell’artico-lo precedente, siano stati ripresentati e,a giorni, il Dipartimento della saluteregionale dovrebbe procedere con l’ap-provazione. Progetti che, se approvati,daranno una boccata d’ossigeno perstrutture che devono dare risposte sani-tarie e circa 172 mila abitanti dei qua-rantadue comuni della Locride. «Sono francamente rimasto sorpresodel fatto che i vari sindaci del compren-sorio, le associazioni con differenti fina-

lità e i partiti politici non si siano espres-si in alcun modo sollecitando e collabo-rando in sinergia affinché questi 28milioni di euro vengano finalmentespesi». La preoccupazione di Vumbaca è che,se le istituzioni a qualsiasi livello coin-volte, non si daranno da fare nel brevis-simo periodo, il rischio concreto è diperdere questi soldi. «Invito le autoritàterritoriali e locali a non sottovalutare

la questione, non ce lo possiamo piùpermettere di perdere fondi con la leg-gerezza del passato. Mi chiedo comealtrimenti si potranno attivare i varireparti previsti per la prevenzione, finoa raggiungere l’obiettivo, a Siderno,della Casa della salute e dell’Hospice». Quindi maggiore interesse per quelloche sarà il futuro di queste strutturesanitarie del comprensorio. «Interesseper la sanità della Locride che sta dimo-

strando Antonino Orlando, Direttoregenerale del Dipartimento della Sanitàdella Regione Calabria. In qualità dicomponente del Direttivo nazionaledell’Associazione “Fare Salute” stomonitorando la questione e Orlando hadi fatto visitato le strutture prendendoatto delle inefficienze. Per questo e perquello che farà non posso che ringra-ziarlo pubblicamente». Da una preoc-cupazione alle altre, tutto quello cheporta la Locride in uno stato di degra-do. La lista di quello che non va è facileda stilare. «Prima di tutto la gravesituazione ambientale, per non dimenti-care che la Locride non può contare suinfrastrutture, investimenti e attual-mente non può contare neanche su pre-sidi ospedalieri che possano fornire ser-vizi validi. A questo degrado si è giuntiperché nessun politico regionale dimaggioranza o d’opposizione è del ter-ritorio e ne curi gli interessi. Un grossoproblema per tutti noi. La crisi è palpa-bile, ma la comunità sana della Locridedeve svegliarsi, la primavera è già arri-vata! Ho ancora tanta speranza nelleistituzioni, ma ancora di più nei giovanipropositivi, negli operatori dei vari set-tori e nelle persone sane che quantoprima si sveglieranno e proporrannodemocraticamente una nuova fase perquesto territorio da cui la cultura ènata». (Em. Al)

Elettrici ed elettori di Gioiosa Ionica, sono l’ing. Loccisano,già Sindaco dal 1999 al 2004, ora candidato nelle prossimeelezioni amministrative del 26 e 27 maggio per la lista“PATTO CITTADINO”.Viviamo un momento di grave crisi, sia economica chesociale, e tutti ci aspettiamo una crescita e un cambiamen-to per Gioiosa. Vorrei dire a tutti voi di non sciupare il voto,andiamo a votare per cambiare pagina e votiamo per unprogetto innovativo e dinamico, per un progetto al passocon i tempi.Il nostro progetto si prefigge di raggiungere due grandiobiettivi: massima qualità dei servizi, massima riduzionedei tributi. Altri programmi si prefiggono addirittura di indi-viduare nuove entrate che i cittadini dovranno sopportare.Avvieremo subito a soluzione i due problemi più dolenti:spazzatura e acqua. Sarà avviato il sistema di raccolta diffe-renziata porta a porta, sarà istituita un’isola ecologica per lostoccaggio dei rifiuti differenziati, non vedremo più casso-netti per le strade, si verranno a creare di certo 15/20 posti

di lavoro e vendendo i prodotti riciclati avremo la possibi-lità di abbassare il costo del servizio. Per quanto riguardal’acqua puntiamo anche qui ad una migliore qualità e ad unminor costo. Intendiamo realizzare una nuova fonte diapprovvigionamento attraverso il progetto di una condottache faccia giungere l’acqua dalle montagne di Gioiosadirettamente nei rubinetti delle case. Il costo dell’acqua saràlimitato a quello di manutenzione della rete idrica.Elettrici ed elettori, interverremo, subito, sul Cimiterocomunale e sul Mercato domenicale, sulla copertura delGallizzi, saranno avviati a soluzione tanti altri problemi.Un’attenzione particolare sarà rivolta al Centro Storico.Vorrei dire agli elettori del borgo antico: “Avete subìtomolte ingiustizie, il centro storico è stato abbandonatomentre invece deve essere e sarà un polo di attrazione turi-stica insieme alla Villa Romana del Naniglio”.E vorrei anche dire agli elettori del mondo dell’edilizia:“L’azione amministrativa sarà decisa nel sostenere questosettore trainante dell’economia gioiosana, si darà un forte

impulso sia ai lavori privati che ai lavori pubblici. Da setteanni non si ha a Gioiosa il Piano Strutturale previsto dallalegge, farò di tutto per dotare la nostra cittadina di un PianoStrutturale adeguato per un armonico sviluppo urbanisticonel pieno rispetto delle norme vigenti.”Vorrei dire infine a tutti gli elettori : “Abbiate fiducia nelnostro progetto, esso è l’unico che prevede la piena traspa-renza amministrativa con la partecipazione diretta dei citta-dini. Abbiamo fatto un patto con voi, un patto che ha datoil nome alla nostra lista, PATTO CITTADINO, votiamoquindi per chi intende difendere gli interessi di GioiosaIonica, gli interessi dei lavoratori; votiamo per chi s’impe-gna ad attuare nuove strategie, legali ed intelligenti, strate-gie che tendono a fornire servizi validi e di qualità, strategieche tendono, soprattutto, ad alleggerire i tributi. Noi voglia-mo pagare i tributi ma dobbiamo pagare tutti, pagare il giu-sto e, soprattutto, vogliamo vedere il risultato”.Cari elettrici ed elettori di Gioiosa Ionica, grazie per lavostra attenzione e buon voto a tutti.

“Il Direttore generale del Dipartimento della Sanità della Regione Calabria sta dimostrando interesse per la sanità della Locride ha di fattovisitato le strutture prendendo atto delle inefficienze. Per questo e per quello che farà non posso che ringraziarlo pubblicamente”.

Dopo essere stati ripresentatiperché non a norma, sembrache a giorni, i progetti per le

due strutture sanitarie di Locrie di Siderno, dovrebbero

essere approvati dalDipartimento della salute

regionale.

GIOIOSA IONICA

L’appello di DomenicoLoccisano

Antonino OrlandoMichele Vumbaca

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DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 05

la Riviera

3) SANTUARIO DELLA MADONNA DELLO SCO-GLIO. TUTTO PRONTO PER 11 MAGGIO

1) SIDERNO, AIUTATE LOREDANA

2) IERI A CONDOFURI, OGGI A PALIZZI. IL DRAMMADEI SUICIDI

5) SS. JONIO-TIRRENO: DAL 6 MAG-GIO SENSO UNICO ALTERNATO

6) INCENDIATO AUTOBUS SOCIETÀFEDERICO

8) OPERAZIONE EL DORADO, SEQUE-STRATI 20 MILIONI DI EURO AI 22PRESUNTI AFFILIATI

Dati Google.com

Le notizie più lettedella settimana sularivieraonline.com

4) SIDERNO, È ALLARME TOPI

IL DIAVOLO NERO

Calabria e Campania sononel sacro cuore di EnricoLetta. Tutte e due questeregioni sono afflitte dalla cri-minalità organizzata e nongià dalla povertà, che subli-ma e rende operativo lo spi-rito di carità cristiana. E, per-ciò, interpellato dall'annuen-te Fabio Fazio a “Che tempoche fa” sul dolente tasto hadichiarato: «La lotta allamafia è un tema che mi stamolto a cuore. Ho intenzio-ne di intervenire soprattuttosull'articolo 416-ter, quelloche si occupa del tema delloscambio tra politici e mafio-si. Chiederò a RaffaeleCantone e a Nicola Gratteridi aiutare la presidenza delConsiglio per l’elaborazionecomplessiva di questi temi».

Cantone è napoletano,Gratteri calabrese. Né l’unoné l’altro sono giuristi. Maquesto non vuol dire che nonpossano essere dei dottrinariin grado d'escogitare unalegge che acchiappi gli scam-bisti. Enrico Letta è pisano, eDante gli dovrebbe esserefamiliare, se non altro ilDante che rimbrotta: “Leleggi son, ma chi pon manoad esse?” Non so Cantone, ma so cheGratteri considera inade-guate tutte le innumeri leggipromulgate per combattere- e non vincere - la mafia. E trovo stupefacente cheEnrico Letta si disponga adaffrontare la questionemafiosa come questione

legislativa. Il che null'altrovuol dire se non che la que-stione calabrese e la questio-ne napoletana sono una

questione criminale. Letta esottoscritta da RaffaeleCantone e Nicola Gratteri.

7) LOTTA ALLA CRIMINALITÀ:LETTA CHIEDE AIUTO A GRATTE-RI E CANTONE

CCARARTOLINE MERIDIONALI TOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò

Costa Jonica a MaggioTempo di Falchi Pecchiaioli, alti incielo librati su correnti d'aria,attenti ai solchi e agli anfratti diquesta Calabria arzigogolata eantica e rugosa e possente, enascondiglio per il sole di anime edi prede. Tempo di rapaci, perquesta Calabria in eterno perico-lo, tra monti rabbiosi e mare dilapislazzuli fusi e fiumare caro-gne. Tempo di Falchi autentici,belli come giovani innamoratinella loro cruda e selvaggia corsa.E tempo di predoni rapaci, prontia sottomettere la nostra terra ailoro letamai, siano di carbone, odi gas, o di altre mortali vendette.Difendiamola, e difendiamo i fal-chi, quelli veri.

Letta e sottoscritta da Cantone e Gratteri

Il dr. Alessandro Manganaro ha presenta-to, qualche giorno fa, a PalazzoCampanella, il congruo bilancio dell’atti-vità del Corecom, da lui presieduto conimparziale visione. Rimandiamo ad altrotempo il nostro giudizio sull’efficacia delCorecom, a prescindere dalle lodevoli ebuone azioni del suo Presidente. Quel cheinteressa adesso - ed è un tuono a ciel sere-no - è l’accenno del Presidente FrancoTalarico, a conclusione della Conferenzastampa, alla necessità di dotare la Calabriad’una legge sull’editoria, che giocoforzadefiniamo minore. E che, nel quadro dellavita regionale, è la leva maggiore per sot-trarre media ed editori dall’abbracciomortale delle forze al governo e persinodelle forze all’opposizione. Senza una legge sull’editoria che dia a cia-scuno il suo secondo norme e regole, gior-nali quotidiani, settimanali, editori locali –e cerchiamo di non essere ipocriti – oinstaurano un rapporto di genuflessionetrasformistica con i governanti o rimango-no a bocca asciutta e nella pubblicità istitu-zionale e nell’acquisto di libri, i quali ulti-mi con carità cristiana sono destinati acibare i topi. De serva stampa. IlPresidente Franco Talarico con la sua pro-posta enuncia un principio di emancipa-zione dei media e degli editori dal trasfor-mismo e dall’opportunismo. Non è cosa dapoco. È una battaglia epocale che s’avviaad affrontare. Al tempo della giuntaChiaravalloti Saverio Zavettieri, che èstato il migliore tra tutti gli assessori regio-nali alla cultura, s’era mosso in questa dire-zione. Aveva elaborato, non solitariamen-te, un progetto di legge sull’editoria mino-re. Ma non riuscì a portarlo a realizzazio-ne. Da lì bisognerebbe ripartire. E tantiauguri al Presidente Talarico che entranella gabbia dei leoni dove i conti non lideve fare solo con i suoi alleati, ma anchecon gli editori e i direttori che hanno piùmuscoli.

Talarico è uomo di parolaROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

DE LIBERA STAMPA

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DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 06

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DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 07

COPERTINA

PASQUINO CRUPI

Se andate su Internet e cliccate alla voceMarina di Gioiosa Jonica o, che fa un po’campanilisticamente diverso, GioiosaMarina, potete leggere : “Marina di GioiosaIonica (‘a Marina in calabrese) è un comu-ne italiano di 6.548 abitanti in provincia diReggio Calabria. È situata nel territoriodella Locride, sulla costa del Mar Jonio,detta costa dei gelsomini, a sinistra dellafoce del Fiume Torbido […]. Ha un’econo-mia prevalentemente commerciale e risultaun’apprezzata località turistica estiva, per ilsuo mare cristallino e la sua spiaggia ampiae sabbiosa (Bandiera Blu dal 1999 al 2004, eancora dal 2008 al 2012) […].Le sue originirisalgono alle colonizzazioni greche del VIsecolo a.C. della Magna Grecia”. Baciatadalla natura e glorificata dalla civiltà greca,questa è la deduzione che ognuno può facil-mente dedurre. Qui a Gioiosa fu confina-to negli anni cinquanta Michele Navarra.Ma non sembra che abbia avuto voglia dicondizionare, inquinare, infiltrarel’Amministrazione locale.Dopo la caduta del fascismo, la liquidazio-ne dei podestà, il ritorno alla democrazia, lavita amministrativa a Gioiosa Marina scor-re placida con la sola tempesta assicuratadalla dialettica dei Partiti, che stanno algoverno del paese e dei partiti che stannoall’opposizione. Dal 1949 al 1954 le ammi-nistrazioni durano non più d’un anno percontrati intestini. Poi, dal 1954 al 1988 leconsiliature si concludono normalmente.Cioè, durano cinque anni. Nel 1967 gliamministratori dotano la cittadina di PianoRegolatore Generale redatto dal grandeurbanista Leonardo Benevolo. Nel 1992cade l’Amministrazione comunale, capeg-giata da Francesco Stirparo, e s’insedia inquello stesso anno il commissario prefetti-zio , dott.ssa Luisa Latella, viceprefettoaggiunto- ancora splendente per il suo equi-librio-, che nell’anno successivo lascia lacura del Comune al dr. Paolo Morisani,consigliere di Prefettura. Altro scioglimentosi ha nel 1999 , e arriva come commissario ildr. Attilio Battaglia, spirito franco e libero.

Indi, la vita democratica riprende il suocorso regolare con le elezioni amministrati-ve del 2000, vinte dall’avv. Francesco Macrìche succedette a Rocco Romeo. Nel 2005le urne sbalzano a sindaco GiulioCommisso, e nel 2008 il prof Rocco Femia.Nel 2011 il Consiglio comunale viene sciol-to per mafia, e Rocco Femia con altri

amministratori finisce in carcere, doveancora giace.Prima di procedere, giudico necessario unaconsiderazione. Se dal dopoguerra al 2008,ovvero in 55 anni di storia amministrativa,interviene per la prima volta, una sola volta,lo scioglimento per mafia, ciò vuole dire-parafrasando una nota affermazione diBenedetto Croce – che il rimproverato eaddossato malaffare mafioso-politico rap-presenta una parentesi, una sorta di forun-colo su un corpo sano. Non è possibile faredi Gioiosa Marina il resuscitato corpo delmalato di cui diceva Dante. Talmente piaga-to quel corpo, che dovunque si volgesse nelletto, non riceveva pace. Non invano hannoamministrato questo Comune, dove adessotace il “sì” e tace il “no”, i Rodinò, iMalgeri, i Bombardieri, i Macrì, che tuttihanno avuto un’idea alta delle democrazia.Non invano c’è in questo Comune – perdirlo con Antonio Gramsci- una organizza-zione media di intellettuali: i preti, gli inse-gnanti elementari, i docenti delle scuolemede, i medici umanisti, gli avvocati, e daloro, staccandosi come una cometa, qui dif-fuse il suo magistero morale, il più probodegli intellettuali calabresi, Gaetano

Briguglio che, nei primi anni 2000, fuPredente della Pro Loco. Ci sono studenti-studiosi. Lavoratori del braccio, che ricava-no i mezzi di vita esclusivamente dal sudoredella loro fronte. Ci sono ristoratori, comei proprietari del Gambero rosso, che hannofatto trionfare in tutta Italia la loro periziagastronomica, per ora prima alla meta. Cisono associazioni culturali il cui nomesplende, come i “Presidi del libro” ed effer-vescenti Comitati giovanili pluralisti come“Ostrakon” . E ci sono pure i mafiosi, che loStato deve debellare e non limitarsi a farefotografare quando irrompe qualcheinchiesta giudiziaria. Ma che ci siano i mafiosi, questo significache sono tutti mafiosi, che tutti reclinano ilcapo, che la domenica, andando alla messa,sapendo di poter godere del perdono di Dioche tutto perdona, uomini, donne, bambinisi segnano non nel nome del Padre, delFiglio, dello Spirito Santo, ma nel nome diOsso, Mastrosso e Carcagnosso?Tale è la sconfortante conclusione che mipare di potere trarre dalla lettura della sen-tenza stesa dal giudice TommasinaCotroneo – il cui compianto padre alle ele-zioni regionali del 1990 alla Marina fu il più

votato della lista socialista con ben 494 votidi preferenza - ove vengono motivati i 50anni di carcere comminati agli imputati delprocesso “Circolo formato”, concluso daquindici condanne e tre assoluzioni. Hannoil loro destino anche i processi. Per ilmomento, siamo al primo grado. Né io hovoglia di fare il processo al processo. Il miospaesamento nasce dalla visione delladott.ssa Tommasina Cotroneo, che pure soessere nutrita di grande dottrina giuridica edi grande serenità di giudizio, mai vincola-to a preconcetti.Ella, dunque, sostiene che a GioiosaMarina ci sono due cosche occupanti: IMazzaferro e gli Aquino. Queste duecosche, che non vogliono mollare l’osso,sono in lotta tra loro per il primato e hannoscelto come terreno per la supremazia losviluppo controllato dei partiti e dell’ammi-nistrazione locale. Per cui se gli Aquino simettono a disposizione della lista A, iMazzaferro allietano la loro protezionealla lista B. E viceversa. Un viceversa chenon lascia scampo. Con il 2008- e perchénon anche prima, data l’antichità delle duestirpi ndranghetiste? - non c’è centimetroquadrato di spazio politico-amministrativoche non sia controllato dall’uno e dall’altrolocale di mafia con i suoi referenti. Uno deiquali, fresco nel tempo, il sindaco disciolto,arrestato e non ancora giudicato, RoccoFemia. Che, secondo me, ha commesso ilrovinoso errore di non proclamarsi, all’attodell’insediamento, sindaco antimafia, e nonsbandierando l’immediata adesione allaSUAP, la costante costituzione di parte civi-le in tutti i processi penali nei quali ilComune di Marina era parte offesa, nonpubblicizzando l’aver denunciato allaProcura della Repubblica presso ilTribunale di Locri comportamenti pocochiari tenuti da funzionari comunali e l’ave-re espresso piena solidarietà a tutte le vitti-me del malaffare ‘ndranghetistico-mafioso-camorrista. Antidoti efficaci contro sospetti,rinvii a giudizio, condanne, come lo era,negli anni del secondo dopoguerra, il DDTamericano contro le mosche. Compresequelle cocchiere dell’Antimafia.

IN EVIDENZA

Rocco Femia ha commesso ilrovinoso errore di nonproclamarsi sindaco antimafiae di non sbandierare lacostituzione di parte civile neiprocessi di mafia. Due antidotiefficaci contro sospetti, rinviigiudizi, condanne come lo fu ilddt americano contro lemosche. Comprese quellecocchiere dell'antimafia.

Giulio Commisso Francesco Macrì Rocco Romeo

Gioiosa Marina?

Rocco Femia

Tutto è mafiaSe dal dopoguerra al 2008, ovvero in 55 anni di storia amministrativa, per la prima volta, una solavolta, interviene lo scioglimento per mafia, ciò vuol dire che il rimproverato e addossato malaffaremafioso-politico rappresenta una sorta di foruncolo su un corpo sano

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DOMENIICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 08

COPERTINA

ELEONORA ARAGONA

40 tour operator russi in Calabria. Turismo in quantità/Sogno di civiltà/Turisti avolontà/Sviluppo e onestà*.Queste le frasi che si susseguono dopo l'annun-cio dell'arrivo dei bolscevichi. Toni entusiasticiche da qualche settimana sono divenuti un tor-mentone ancor più assillante di quello che annifa echeggiava con giapponesi, tedeschi e ingle-si. Il messia ortodosso, che negli ultimi anni hamiracolato Emilia Romagna, Puglia eSardegna, vorrebbe incensare di gasdollarianche la Locride? Krugg d'annata stappati daesperti somelier attorno ai mosaici romanidella Villa di Casignana? Piramidi di cavialeservite da schiere di camerieri sulla bellavista diGerace?A sentire politici e faccendieri, dopo quasivent'anni di post comunismo i figli della nuovafinanza russa, del gas, del petrolio, gli eredidegli oligarchi moscoviti, centinaia di nuoviDimitrij Karamazov capaci di scialacquare inuna sola sera cifre spropositate, chiedono ilmito. Sognano di solcare lo Jonio delle veleachee con yacht da un milione di cavalli; voglio-no rivisitare Pitagora con un 21 al blackjack.No, i conti non tornano. Ai nuovi russi piaceaffacciarsi, quando il sole scompare, sulla nottedella Locride, alla ricerca di quello che amano

veramente e che probabilmente qui da noi nontroveranno mai: una festa mobile che contengain un unico interminabile party, Dolce Vita,Movida post-Franchista, Shangay di MarleneDietricht, Parigi di Hemingway. Vogliono eva-sione.No, i conti non tornano veramente. Qui da noi il piatto forte è il modello Scopellitiche è riuscito, nel periodo di maggior ispirazio-ne, a regalare i Duran Duran a Reggio eFiorella Mannoia a Locri. Non dimenticando il contorno a base di sagre:Gemelli Diversi dopo le melanzane ripiene.Solo Mimmo Cavallaro potrebbe attrarre que-sti russi danarosi, tra i 30 e 40 anni, in abitoscuro che magari farebbero qualche passo ditarantella, che sa un minimo di Balalaika. Lungo le chicanes pericolose della ss 106, traEpizhefiri e Kaulon, questo è quello che sioffre. Che importa se poi manca tutto il resto.Gli alberghi, i depuratori, i locali notturni, cen-tri benessere. La Puglia e la Sardegna hannocapito che questi giovani rampanti, spendono espandono. Voglio sun, fun and beach, masseriee casolari da trasformare in agriturismi e spaesclusivi. E investono su di loro, costruisconocampi da golf, mentre qui si pensa alle dueruote.L'Emilia Romagna, che è la loro meta preferi-ta nazionale, finora ha risposto bene. Del resto

Rimini se non fosse stato per Fellini non avevaneppure il mare. Quel popolo sa sempre comesorprendere. Ogni anno prima dell'inizio dellastagione balneare fanno la loro magia ed eccoche la spiaggia, d'inverno sparita, ricompare.Noi invece come dovremmo competere?Perché le agenzie di viaggio russe dovrebberoproporre a questi facoltosi vacanzieri la Rivieradei Gelsomini con i suoi depuratori patacca,senza strutture, e con al massimo solo la vec-chie stroboscopiche del Rebus di Copanello? La Locride per attrarre i capitali del popolo,dopo quello cinese, con più miliardari deveaffrontare una ricostruzione. Radere al suolopre-concetti e retorica. C'è bisogno di una sortadi Perestroika dovrà premettere sempre le veleachee allo Yacht, Pitagora alle Rolls Royce. Senza un strategia di sviluppo turistico, senzauna scelta politica della regione, senza un inve-stimento che faccia capire che la risorsa piùimportante per la Calabria è il turismo, tuttodiventa inutile. C’è da costruire un sistema effi-ciente. Non si può pensare che una magnaterussa venga e risollevi le sorti di una costa soloper ammirare un mito sbiadito. Bisogna offrir-gli qualcosa, altrimenti addio Costa deiGelsomini e benvenuta Costa Smeralda.

Dopo quasi vent'anni di post comunismo i figli della nuova finanza russa, del gas, delpetrolio, gli eredi degli oligarchi moscoviti, centinaia di nuovi Dimitrij Karamazov capaci discialacquare in una sola sera cifre spropositate, chiedono il mito. Sognano di solcare loJonio delle vele achee con yacht da un milione di cavalli; vogliono rivisitare Pitagora conun 21 al blackjack. No, i conti non tornano.

Turismo russo

IMMAGINI

nella Locride

Perestroika o

A fianco a sinistraPeppe Voltarelli, cantautorecalabrese. *Turismo in qunatitàè un suo brano del 2007.In alto e di lato a destra,vedute da sogno dei luoghi piùfrequentati dai nuvoi ricchirussi. Al centro,tre squarci dellaLocride.

Balalaika?

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DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 09

Daniela Mangiola

Arrivano i Russi. Dagli estremi e freddi confini del nostro continente arrivano dei touroperators ad esplorare le bellezze della nostra terra. Verranno anche nella Locride. Èfatta. Con le bellezze naturali e le ricchezze storiche che ci ritroviamo siamo a posto.Saremo invasi da orde di turisti. I nostri amministratori ad ogni livello sono giustamen-te fieri. Hanno lavorato tanto e queste sono soddisfazioni. Accoglieranno a bracciaaperte questi esploratori. Mi viene in mente Aspettando i barbari di Costantino Kavafis

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?Oggi arrivano i barbari.

Perché mai tanta inerzia nel Senato?E perché i senatori siedono e non fan leggi?

Oggi arrivano i barbari.Che leggi devon fare i senatori?

Quando verranno le faranno i barbari.Perché l’imperatore s’è levato

così per tempo e sta, solenne, in trono,alla porta maggiore, incoronato?

Oggi arrivano i barbariL’imperatore aspetta di ricevere

il loro capo. E anzi ha già dispostol’offerta d’una pergamena. E là

gli ha scritto molti titoli ed epiteti.Bella, la nostra terra. Forse un tantino sprovvista di servizi adeguati, strutture funzio-nanti. È che questi russi cercano un turismo di alto livello. Quanti alberghi a quattro ecinque stelle ci sono sulla costa jonica? Non si possono contare. E con i collegamenticome siamo messi? Piuttosto bene, mi pare. Dalle nostre parti è ancora possibile spo-starsi facendo autostop, qualcuno si ferma. E comunque andare a piedi fa bene. E sealle pro loco non troviamo mappe almeno la gente è disponibile a dare indicazioni.Conoscono tutti almeno un paio di dialetti, oltre l’italiano. Beh, certo, il russo è unalingua difficile. Per l’inglese e il francese ci stiamo attrezzando.

Perché d’un tratto questo smarrimentoansioso? (I volti come si son fatti serii)Perché rapidamente le strade e piazze

si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.

Taluni sono giunti dai confini,han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?Era una soluzione, quella gente.

(Tratto da Poesie, Oscar Mondadori editori, Milano, 1961. A cura di Filippo MariaPantani.)

Arrivano i russi

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DOMENIICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 10

“LA VERITÀ STA ALLA DEMOCRAZIA COME LA MENZOGNA STA ALLA SUA ASSENZA...”

ILARIO AMMENDOLIA

Zero Zero Zero con questo ultimo lavo-ro la penna di Saviano s’è trasformatain una punta acuminata che scolpisce iprepotenti muscoli della ndranghetainnervati da un diffuso consenso dimassa che coinvolge tutta la Calabriaed in particolare il comprensorioAspromontano.“La verità sta alla democrazia come lamenzogna alla sua assenza”. Così scri-ve Luciano Violante nella suo ultimolibro Politica e menzogna.Un Terra che accetta rassegnata lemenzogne altrui non ha speranza.Ho ricordato queste parole di Violantementre leggevo il libro di RobertoSaviano. Non ho alcun titolo per criti-care l’opera del giovane autore diGomorra che, tra l’altro, apprezzocome scrittore e stimo come uomo.Zero Zero Zero viene pubblicato con-temporaneamente in diciotto paesi,tradotto in tantissime lingue, conmilioni di lettoriQuesto significa che attraversoSaviano tantissime persone, in ogniparte del pianeta, “conosceranno” laCalabria e la zona che si stringe intor-no all’Aspromonte.Riporto testualmente le parole che

Saviano dedica alla Calabria ed in par-ticolare al nostro comprensorio “sinasconde anche così la ndranghetache in Calabria raggiunge circa il 30%di affiliati con punte più che doppienei paesi dell’Aspromonte”.Saviano costruisce il suo libro su duepilastri: ndrangheta e cocaina.Descrive la violenza che circonda iltraffico di coca, parla di mani mozzate,di corpi decapitati, di massacri di inno-centi, di stragi. Si sofferma sui cartellicolombiani o messicani, descrive laviolenza cieca dei trafficanti delGuatemala, gli uffici eleganti dei traffi-canti olandesi, i mercanti dell’Asia odell’Australia.In nessun posto però esiste intorno aitrafficanti un sostegno che va dal 30%al 60% della popolazione. Solo laCalabria, secondo Saviano, ha questoprivilegio.L’impostura ha vinto la sua battaglia .Un falso storico diventa verità.La cifra è lievitata. Non siamo più il27% di ndranghetisti ma il 30%.In molti dei nostri Paesi la cifra è dop-pia. Significa che al netto di vecchidecrepiti e bambini siamo tutti ndran-ghetisti.“Sono semplicemente troppi” diceSaviano. Infatti se le cifre fossero real-

Ai nostri figli viene rubato l’orgoglio per la Terra in cui sono nati e il loro onoreUn Terra che accetta rassegnata le menzogne altrui non ha speranza

Nel periodo che stiamo vivendo leaziende devono saper interpreta-re i cambiamenti del mondo perguardare con ottimismo al futuro.Un concetto semplice e al tempostesso impegnativo è il motivo difondo del seminario di studi daltitolo “La tua impresa nel futuro”,organizzato da ConfindustriaReggio Calabria in collaborazionecon l'Ucid Calabria e l'universitàMediterranea.L'evento ha registrato una grandepartecipazione di professionisti,imprenditori e politici, che hannoascoltato la relazione sul tema di

uno dei massimi esperti presentiin Italia: Oscar di Montigny,amministratore delegato diMediolanum CorporateUniversity e direttore Marketing eComunicazione di BancaMediolanum.Andrea Cuzzocrea, presidente diConfindustria Reggio Calabria,ha sottolineato come il convegnosintetizzi il progetto che l'associa-zione di via Torrione sta portandoavanti, ovvero la costruzione diuna “rete dei saperi” che possafornire le coordinate giuste peraffrontare il “mare in tempesta”

Roberto Saviano

Il seminario di Oscar di Montigny in Confindustria:

«Comunicazionesegreto per il successo»

Attraverso Saviano tantissime persone, in ogni parte del pianeta, “conosceranno” la Calabriae la zona che si stringe intorno all’Aspromonte. “si nasconde anche così la ndrangheta chein Calabria raggiunge circa il 30% di affiliati con punte più che doppie nei paesidell’Aspromonte”.L’impostura ha vinto la sua battaglia ! Un falso storico diventa verità.

Quando i Calabresi si batteranno per la verità?

parla della Calabria

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mente queste bisognerebbe riflettere enon poco. In questo caso in Calabrianon si sta combattendo contro unaminoranza ndranghetista bensì unaguerra civile. Quando in una zona una percentualealtissima dei cittadini non riconosce loStato sino al punto da organizzarsi conle armi non si tratta più di criminalitàma di lotta armata.La ndrangheta, secondo queste cifre,sarebbe di gran lunga il primo partitoma si tratterebbe di un partito armato.Per fortuna credo che non sia così!

So che Saviano non è né un impostore,né un bugiardo. Forse i “professionistidell’antimafia” che gli hanno fornitoquesti dati non hanno la stesa buona-fede. So altrettanto bene che noi nonsiamo ndranghetisti. So per certo che ilpopolo calabrese non è ndranghetista.Non ho bisogno di leggere le statiche.Mi guardo intorno e vedo tanta bravis-sima gente. Lo è il parroco e il farma-cista, il disoccupato o il medico, il rac-coglitore di arance e l’insegnante. Losono gli iscritti al Pd e gli esponenti delPDL, quelli che hanno votato Grillo edi tanti che non sono andati a votare. Icattolici, gli evangelici e gli atei.Quindi, la ndrangheta non c’è?Certo che c’è! Anzi, secondo me, vacrescendo per mille motivi che abbia-mo ripetutamente detto e scritto. Stavincendo perché dove vince la menzo-gna trionfa la ndrangheta.So che ci sono calabresi che trafficanoin coca e fanno anche cose peggiori enon bisogna accordare nessuna indul-genza alla conterraneità! So altrettan-to bene che il 99% dei calabresi chevivono in Calabria o che l’hanno lascia-ta in cerca di lavoro non ha mai tocca-to un grammo di coca e nulla ha a chefare con qualsiasi forma di criminalitàdi singoli o organizzata.Mi mortifica il fatto che nessuno reagi-sca. Mi verrebbe da dire alle tante per-sone che incontro: che senso ha lascia-re ai vostri figli patrimoni ragguarde-voli quando viene rubato loro l’orgo-glio per la Terra in cui sono nati e illoro onore ancor prima di diventareuomini?Onore ed orgoglio che ci vengonorubati in primo luogo dalla ndranghetaContemporaneamente ogni giorno c’èchi utilizza questa oscura setta perdistruggere la nostra terra tanto nelsuo presente che nel sua avvenire.È possibile che tra tanti intellettualipreparati, tanti politici loquaci, avvo-cati di grido, magistrati impegnati,giornalisti, associazioni di varia natura,non sentano il dovere di battersi perristabilire la verità?Mi ritornano in mente le parole diAlvaro: «la disperazione più grave chepossa impadronirsi di una società è ildubbio che vivere onestamente sia inu-tile».Forse non solo “vivere onestamente”ma anche pensare con la propria testaed esprimersi liberamente può diven-tare non solo inutile ma anche perico-loso.

Un grande albero in Trentino o sui ColliEuganei solitamente ci dà una sensa-zione di frescura e di pace.Un castagno in Aspromonte riportaalla memoria di Roberto Saviano l’albe-ro della ndrangheta. che “copre ilmondo intero”È un albero cavo che lo scrittore cam-pano immagina come antico rifugio dianimali e di pastori, di antichi briganti edi moderni ndranghetisti. Metaforicamente è un albero secolareperché, secondo Saviano, sarebbe statopiantato oltre cento anni fa, e “da tempiancora più remoti” raffigura la ndran-gheta dalla ndrina singola all’onoratasocietà”.Così questo albero è cresciuto, hamesso radici ovunque, ha esteso i ramicome braccia assassine in tutto ilmondo, ed allargato la chioma comeuna testa che elabora una strategia cri-minale su scala planetaria.Saviano entra fisicamente nella cavitàdell’albero, vuole provare il brio di uncontatto fisico con il mondo criminaleche quel castagno gli richiama allamemoria e non ha alcun dubbio di tro-varsi tra un popolo incline alla crimina-lità. Infatti, trasportato dalla brezza che sof-fia in Aspromonte, raggiunge la certez-za che tra questi monti “si nasconde landrangheta: ..... Dove sono e cosa fanno?La struttura del’albero è coperta da rigo-glio del fogliame che cresce intorno a unaramificazione troppo sottile ed intricata”“le regole d’Aspromonte, le regole di san-gue e di terra, continuano ad essere lecoordinate morali, la guida nell’azione “

degli uomini che nel mondo controllanoil mercato della coca“.Puoi operare “nel centro di Wall Streetma non abbandonare le regole del tuopaese. Regole antiche che aiutano a starenel mondo moderno senza perdersi”.Sdegnarsi non serve! Gridare che non èvero è inutile! Vorresti esclamare: «MioDio!» ma ti manca la voce. Tutti i mortiammazzati dallla mafia erano mafiosinche loro? Le persone sequestrate? Ilmugnaio comunista Rocco Gatto?L’operaio Vincenzo Scuteri che votavaMSI? Il sindaco democristianoDemaio, l’ex sindaco comunistaMichele Prestia? E centinaia di perso-ne, senza scorta, senza alcuna protezio-ne che il loro coraggio e che ogni gior-no sanno dire no alla ndrangheta tenen-do la testa alta e la schiena dritta sonomafiosi? Unici non mafiosi in “manipo-lo di eroi” che opera in una terra ostile

e tra gente nemica?Saviano non ha bisogno di adulazione.Egli è costretto a vivere sotto scorta.Non conosce la gente che abita i nostripaesi se non attraverso gli “esperti” cheLui ringrazia a conclusione del suolavoro. Così una bugia autorevolmente ripetu-ta dieci, cento, mille volte diventa laverità! Nel secondo capitolo di “ZeroZero Zero” Saviano riporta la registra-zione di un vecchio capo ndranghetache espone la sua filosofia di vita inpoche parole: al mondo non esiste giu-stizia, né amicizia, né leggi, né solida-rietà e neppure la famiglia. Ovunque èlotta per il potere. Tutti vogliono il pote-re. Se hai il potere ti puoi accoppiarecon belle donne, sei rispettato, vivi nel-l’agiatezza e nel lusso. Senza potere seinessuno! L’organizzazione ndrangheti-sta non ti insegna principi morali. Nonti insegna la lealtà né la verità Non esi-stono! In questa lotta ognuno è solo. Almondo tutto è menzogna, tutto è falsità.La ndrangheta ti insegna a comandare!Quindi scatenatevi!Così parlò il vecchio capo bastone. Enon ha detto il vero!La ndrangheta si fonda sulla dissimula-zione e sulla menzogna, la cultura sullaverità! A noi la scelta!Tollerare la menzogna significa accetta-re i codici di ndrangheta. Oggi è in pericolo l’onore e lo stessofuturo del popolo calabrese domani, lasconfitta della verità, potrebbe metterein serio pericolo la Democrazia italiana.

I.A.

La cifra è lievitata. Non siamo più il 27 % di ndranghetisti ma il 30%. Se le cifre fossero realmentequeste bisognerebbe riflettere e non poco. So che Saviano non è né un impostore, né un bugiardo.So altrettanto bene che noi non siamo ndranghetisti. Mi mortifica il fatto che nessuno reagisca. Èpossibile che tra tanti calabresi, solo in pochissimi senta il dovere di battersi per ristabilire la verità?

in cui sta navigando l'attuale siste-ma economico. «Come istituzio-ne - ha affermato - vogliamo for-nire a tutte le imprese del territo-rio le informazioni necessarie percontinuare a credere in un futuropiù florido. Sono convinto cheunire esperti di varie branchepossa creare un unicum spendibi-le in ogni settore». AntonellaFreno, segretario generale dell'Ucid Calabria, ha dichiarato«utile - per raccogliere idee emetodologie capaci di dar vita aduna nuova economia.Quest'ultima deve rispondere alle

esigenze delle persone che oggiappaiono mutate a causa dellacrisi. Unire esperti di vari settori emetterli a confronto è lo spiritocon cui abbiamo organizzatoquesto seminario».«La nostra regione - ha dichiara-to Francesco Manganaro, coordi-natore del corso di LaureaMagistrale in Giurisprudenzadell'università Mediterranea- puòesprimere intelligenze, professio-nalità e competenze. È necessa-rio puntare sulla ricerca e sulladidattica e, in questa direzione, lanostra collaborazione Oscar di

Montigny continuerà con l'accor-do mirato che vedrà protagonisteil nostro ateneo e MediolanumCorporate University».Un vibrante invito all'ottimismo,indispensabile per uscire dalladepressione economica e socialeche stiamo vivendo, ha rappre-sentato il fulcro dell'intervento diOscar di Montigny. «Oggi nonbasta più essere una buona azien-da per superare la crisi - ha esor-dito l'amministratore delegato diMCU -. Le imprese devono aspi-rare all'eccellenza, cercando diesprimere qualcosa di utile per la

società. Come? Iniziando a vede-re il mondo da un'altra prospetti-va. Tutto è relazione - ha conti-nuato di Montigny - e quindi ènecessario curare la capacità dicomunicare in ogni contesto. Sepensiamo alle idee che hanno tra-sformato il mondo, capiamo chequelle realmente rivoluzionariesono state tre: la ruota, il fuoco eil web» ha poi aggiunto«L'intelligenza si misura dallacapacità di comunicare.L'impresa deve sapersi proporrealla clientela, tenendo in mentel’opinione pubblica.

ESSENZIALE

È un albero cavo chelo scrittore campanoimmagina comeantico rifugio dianimali e di pastori, diantichi briganti e dimodernindranghetisti.

Il castagno della‘ndrangheta che copreil mondo intero

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DOMENICA 12 MAGGIO 2013 12

Dare voce alla maggioranza silenziosa dei cittadini onesti

INTERVISTA A FRANCESCO TARRICONE / PRESIDENTE DELLA TRIADE COMMISSARIALE DI SIDERNO

Due pesi e due misure. Ora basta!SIDERNO

ARISTIDE BAVA

E' una città dove è necessario dare voce allamaggioranza silenziosa di cittadini onesti chehanno lasciato troppo spazo ad una minoran-za vociante. Francesco Tarricone, presidentedella triade commissariale che dovrà gestireSiderno per 18 mesi dopo lo scioglimento delconsiglio comunale per infiltrazioni mafiosein questa intervista rilasciata a qualche setti-mana dal suo insediamento, con gli altri duecommissari Eugenio Pitaro e MariaCacciola, da buon conoscitore di cose e per-sone grazie anche alle sue precedenti espe-rienze come commissario di altri comuni, delnostro Paese, dimostra di avere già le ideechiare sulla città e sui suoi cittadini. “Credo dipoter dire - dice ancora stimolato adesprimere le suae prime impressioni dopol'arrivo a Siderno - che c'è molta voglia diriscossa per cancellare quanto è accaduto efar emergere le forze sane”. Ma quale differenza puo' evidenziare tra lasituazione di Siderno e quella degli altriComuni in cui è stato commissario prefet-tizio. “Non credo - risponde Francesco Tarriconeche ricopre l'incarico di vice prefetto vicario aViterbo - che ci sino grandi differenze. Loscioglimento di un consiglio comunale siache avvenga per fatti di ordinaria amminis-trazione sia che avvenga per motivi legati allacriminalità è una conseguenza di vicende nel

primo caso derivanti da dimissioni, decaden-za o decessi del sindaco e nel secondo casofrutto delle conseguenze di una relazione,come è avvenuto a Siderno, della commis-sione d'accesso le cui risultanze sono verifi-cate negativamente, a torto o a ragione, dallegerarchie superiori, ma, poi, nella sostanza illavoro di noi commissari non cambia. Forsela differenza sta nel fatto ce lo scioglimentoper infiltrazione mafiosa provoca una ges-tione maggiormente collegiale con la nominadi tre commissari mentre nell'altro caso ilcommissario prefettizio nominato agisce da

solo e, quindi, ha maggiore autonomia”. Questo è un fatto positivo o negativo ? Non credo si possano dare risposte general-izzate. Ogni caso si porta appresso note pos-itive e note negative. Sia per il tipo di lavoroche il commissario deve fare quando agisceda solo, sia per la necessità di tener contodella volontà operativa degli altri, quandodeve essere una triade a gestire la cosa pub-blica del comune interessato. Anche perchèbisogna rispettare attitudini e visione comp-lessiva delle cose degl altri. Nel caso diSiderno mi pare di poter subito dire che la“terna” è abbastanza ben amalgamata. Con icolleghi Eugenio Pitaro e Maria Cacciolaabbiamo da subito trovato una intesa perfet-ta e penso che si possa fare un buon lavoroper rendere giustizia ad una città di cui abbi-amo avuto, tutti insieme, un primo impattomolto positivo, sia per l'accoglienza che abbi-amo registrato, sia per la collaborazione chestiamo trovando nella gente e nelle associ-azioni locali”. Tra le sue precedenti esperienze cè è stata lagestione di qualche altro comune sciolto permafia e se si, quale la differenza con Siderno? Ho fatto parte della triade che è stata nomi-nata a Marcianise, comune anch'esso scioltoper mafia. Non ho registrato una grande dif-ferenza fatto salvo il fatto che qui a Sidernoho potuto subito notare una maggiore aper-tura della cittadinanza e un'accoglienza sin

dall'inizio piu' favorevole rispetto aMarcianise. Ma, ripeto, le differenze sonopoche perchè alla fine i problemi sono similiin tutte le città. Anche a Marcianise alla fineho vissuto una esperienza positiva al paridegli altri comuni in cui sono stato. D'altraparte io sono napoletano e conosco bene lenecessità della gente meridionale. La spaz-zatura esiste a Siderno ma esiste anche intanti altri comuni della Calabria, dellaCampania e di molte altre regioni del nostroPaese. Le difficoltà economiche e la disoccu-pazione sono temi simili. La necessità e larichiesta di servizi migliori è una costante pertutti i comuni del Sud. Si tratta alla fine diriuscire a dare quanto piu' possibile rispostepositive”. Ha parlato di Comuni del Sud, ma lei operaa Viterbo ed ha operato anche in comuni delNord. In questo caso ci sono differenze ? Rispetto ai problemi, certamente no. Ormaisono simili. Quanto ai servizi il discorso èdiverso. Al nord si viaggia con qualche mar-cia in piu'. Ma questo non ci deve con-dizionare. I meridionali hanno certamente,grandi capacità e soprattutto quella che aNapoli chiamiamo l'arte di arrangiarsi.Quindi credo di poter dire che quando c'è lavolonta e la capacità le distanze si accor-ciano”. Pensa di poter dare delle risposte positivealla città di Siderno ? “Ritengo di si. Le ripeto, l'impatto, con la

città e con i suoi cittadini, è stato positivo e lacomunione di intenti con gli altri miei duecolleghi mi porta a pensare che riusciremo afare anche qualcosa di importante per ques-ta città. D'altra parte diciotto mesi non sonopochi e certamente non ci limiteremo allanormale amministrazione. Sappiamo che lenecessità di Siderno sono molte e sappiamoanche che è una città alla quale guardano conattenzione tutti gli altri comuni della Locride.Ci siamo già mossi per affronatre i problemipiu' attuali del momento come questogravoso della spazzatura e quello della depu-razione. Ma abbiamo già pensato anche acome far fronte alla precarietà economica e acome migliorare i servizi piu' impellenti e lesituazioni maggiomernte precarie. Superatal'emergenza penseremo anche a programmisostanziosi a medio e lungo termine”. Per concludere ? “un invito alla cittadinanza di esserci vicina edi collaborare per contribuire a migliorare lasituazione. Abbiamo registrato , soprattuttonei continui contatti con la Consulta comu-nale la grande volontà di riscossa che esistetra i vari componenti delle associazioni locali.Sappiamo che ci sono a Siderno grandirisorse sane che possono e devono essere val-orizzate. Muoviamoci tutti in questadirezione”.

nella foto - Francesco Tarricone con la fas-cia tricolore del Comune di Siderno

Agli abitanti di Contrada San Leo di Siderno era stato garan-tito che l'impianto di separazione dei rifiuti non avrebbeprovocato nessun tipo di problema ambientale . Si è sempredetto che anche città come Amsterdam o Londra ospitanodegli impianti similari a non più di qualche centinaio di metridal “centro storico” e che gli stessi non abbiano mai dato nes-sun tipo di fastidio ambientale. Falso. La “puzza” c'è e si sente pure. Non c'è dubbio che conl'aumento della temperatura climatica, la situazione nonpotrà che peggiorare E così, al “danno” della presenza di unimpianto di separazione di alto profilo tecnologico cheemana odori “inebrianti” ci si ritrova la “beffa” di dover

vedere ammassate a non più di cinquecento metri dal-l'impianto ( come si vede nella foto) tonnellate e tonnellatedi rifiuti senza che nessuno, da più di due mesi, senta il“dovere” di rimuoverle anche solo come una forma di“ringraziamento morale” verso quelle famiglie che congrande senso di responsabilità si sono fatte carico di un prob-lema comprensoriale. Per la verità dovremmo occuparcianche delle pietose condizioni in cui versa la strada che con-duce in questa popolosa frazione di Siderno ma ci riserviamodi farlo, documentandolo fotograficamente, nei prossiminumeri.

Antonio Tassone

Metto a conoscenza dei lettori quanto segue:1) Al Comune di Siderno C.A Commissario Straordinario Dott. Luca Rotondi e.p.c 2) Responsabile Area Istruzione e Cultura Dott.. Chiara Stalteri 3) Presidente Consulta delle Associazioni

Oggetto: rinuncia adesione Consulta delleAssociazioni Comune di Siderno La presente per informarvi che, dalla data odierna,l'Associazione culturale in epigrafe non intendepiù far parte della “ CONSULTA DELLE ASSO-CIAZIONI” istituita da codesto Ente. Alla basedella decisione dei soci, il fatto che, nonostante sisapesse con largo anticipo della programmatamanifestazione relativa alla presentazione dellibro “Dire e non dire” del magistrato NicolaGratteri e del giornalista Antonio Nicaso svoltasicon grande successo lo scorso sabato 17/11/2012, èstata organizzata, alla stessa ora del medesimogiorno e finanche promozionata e diffusa dacodesta Consulta , un'altra manifestazione orga-

nizzata da altra associazione facente parte dellaConsulta (AMMI) . Pertanto, mancando il neces-sario raccordo organizzativo e venendo a mancarei necessari requisiti fiduciari posti alla base dellaserietà che, ogni organismo collegiale rappresenta-tivo di ogni comunità, dovrebbe avere, con la pre-sente, vi preghiamo di voler prendere atto delladecisione di rinunciare a far parte di codestoorganismo.

Siderno 22-11-2012 Il Presidente Antonio Tassone

Presso Municipio,via Cesare Battisti Bivio, contrada SanLeo ASSOCIAZIONE CULTURALE L’ECO DI SIDERNO

Rinuncia adesione “Consulta delle Associazioni” Comune di Siderno

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PROVINCIA

FRANCO PLUTINO

I costi del fare sono ancora i soli a essere iscrittinelle voci di bilancio, da quello privato agli entipubblici, Stato compreso. Quelli del non fare,invece, si occupano dell’impatto economico esociale delle infrastrutture ritenute necessarie,ma non realizzate. Chi si sofferma sull’analisi deiflussi finanziari pubblici in Calabria scopre undato incontrovertibile: siamo esportatori di ener-gia elettrica e discutiamo se accettare investi-menti privati in centrali a carbone (vedi SalineJoniche), in controtendenza rispetto al pianoenergetico regionale, mentre il grosso dei finan-ziamenti, di dodici anni di Por Calabria, eradestinato ad un maggior bilanciamento, confonti alternative di energia rinnovabile. Però,prima di avere l’energia prodotta dall’eolico e dalfotovoltaico, dovremo attendere i risultati delleinchieste giudiziarie. Così, anche l’ammoderna-mento delle grandi infrastrutture. La ss. 106,tanto per citare la più eclatante opera ancoraincompiuta, o il Porto di Gioia Tauro, ricordatocome snodo del narcotraffico e delle armi. SulPonte dello Stretto è meglio stendere un velopietoso. C’era una volta la ferrovia, ma non vieneancora smantellata anche materialmente perragioni militari. Dai Comuni, con in testa i sinda-ci in fascia tricolore, si grida allo scandalo. Seandiamo, però, a guardare la capacità di pro-grammazione e di realizzazione delle operefinanziate si rimane perplessi di fronte allo sper-pero delle risorse, che vanno a gonfiare il faldo-ne del cimitero delle opere pubbliche. Piccolerealtà demografiche, come quella del comune diPalizzi, con meno di 2.400 residenti, sono statedestinatarie di quasi 10 milioni di euro, negli ulti-mi dieci anni. Il risultato finale si può sintetizza-re con la parola fallimento. La mancanza di unaseria programmazione degli interventi e la pessi-ma gestione in fase di realizzazione delle operehanno lasciato una ferita nel tessuto sociale, unaumento della conflittualità politica, una calcifi-cazione dei vizi della burocrazia comunale, un’e-sposizione finanziaria insopportabile per lemagre risorse dell’Ente e un senso di sfiducianelle istituzioni, che non riescono a monitorare,controllare e sanzionare, se necessario, le macro-scopiche inadempienze. A Palizzi Marina si ècercato di recuperare l’immobile dell’ex macellocon un primo intervento abbozzato, costatoqualche centinaio di migliaia di euro, e lasciatoincompleto a marcire sotto le intemperie. Si uti-lizzano anni dopo risorse finanziarie dellaProvincia per il completamento finalizzato amuseo del mare, ma nessuno riesce a spiegare ilperché, a distanza di qualche anno, non ci sonotracce dell’attuazione, manco come sede del pro-getto TartaNet. Proseguendo sulla stessa lineaorizzontale ideale, perché la strada che dovevacollegare l’isolato allo spazio costiero fino all’ar-gine sinistro della foce della fiumara di Palizzi èstata chiusa dai privati, possessori delle villettecostruite a ridosso della spiaggia, troviamo l’ope-ra pubblica identificata come “anfiteatro”. Postasotto sequestro dall’autorità giudiziaria per lamancanza dei requisiti di sicurezza, ancoraaspetta una strada di accesso, la costruzione dei

servizi igienici, l’area ideata come parcheggio, lapista ciclabile e il parco giochi per bambini. Alcosto iniziale di circa 300mila euro, oggi, ci vor-rebbero altri 600mila euro per costruire un sotto-passo d’accesso, a ridosso della stazione ferrovia-ria. Superando la fiumara, troviamo la progetta-zione di una pista ciclabile, non finanziata daiPisl, e arriviamo al centro storico di Murrotto.Altri 600mila euro per riqualificare il centro sto-rico, ma spesi per asfaltare le strade, costruirepiccoli marciapiedi e, anche qui, gradoni dicemento a semicerchio, che dovrebbero attirareil turista per l’avvenieristica intuizione architetto-nica. Intanto, il centro storico è stato lasciato talee quale, qualche bitumazione stradale, unaspruzzata di cemento, per coprire le buche.Sempre a Murrotto c’è lo stabile adibito, unavolta, a poliambulatorio. Chiuso dai Nas permotivi igienici, dopo anni è in uno stato di totaleabbandono. Qualche metro dopo, di fronte c’èl’edificio scolastico che raggruppa il plesso scola-stico palizzese. Un altro quarto di milione in pan-nelli fotovoltaici, mai entrati in funzione e rego-larmente pagati, parcelle dei tecnici comprese.La palestra a fianco, altra opera concepita peraffiancare l’impianto sportivo, dopo anni di tira emolla, con le immancabili varianti in corso d’o-pera, ci si accorge che non ci sono né spazi né l’al-tezza di norma. La sicurezza dell’impianto hacreato molti problemi all’istituzione scolastica,ancora non risolti. Il piccolo parco giochi perbambini è costato circa 70mila euro di spesa epiù di quattro anni di tribolazioni burocratiche,per piccoli contenziosi e, alla fine, da meno di unmese è stato aperto al pubblico. Però, in unostato di manutenzione al limite della accettazio-ne. Delle opere realizzate a Palizzi Superiore,destinatario di molti milioni di euro di investi-menti pubblici, che fanno tremare i polsi agliamministratori, alla burocrazia, ai tecnici e agliappaltatori, scriveremo in seguito.

Un viaggio trale incompiute

PALIZZI

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Il 3 e 4 maggio a Locri il gastroentero-logo Rinaldo Nicita ha riunito le eccel-lenze italiane del settore per discuteredi gastroenterologia ed epatologia,organizzando il Congresso Regionaledella Società Italiana Di EndoscopiaDigestiva (SIED). Di solito questi eventi societari vengonocelebrati nei centri sedi di Provincia,come mai questa variazione?Vorrei ringraziare la SIED regionalenella persona del presidente Cardona edel consiglio direttivo che hanno volutoconcedere alla mia persona, una cosìampia fiducia da considerarmi, unpunto fermo regionale della gastroen-terologia ed endoscopia digestiva.

Perché ha scelto di dedicare una sessio-ne esclusivamente agli infermieri? Questa figura ha assunto negli anniun’importanza preponderante nell’am-

bito delle risorse umane in sanità.Ancora alle nostre latitudini vi sono deiretaggi che li considerano delle figure disecondo piano. Sono contento di come

La Locride scientifica batte un “sonoro” colpo

ELEONORA ARAGONA

In che direzione dovrà orientar-si lo sviluppo della Calabria? Noi del Movimento 5 Stellesiamo convinti che l’unico svi-luppo possibile sia quello legatoal turismo e all’agricoltura.Dovremmo sfruttare le risorsenaturali presenti sul nostro terri-torio e creare occupazione econseguentemente crescitasociale. Si dovrebbe agiremigliorando i servizi agli utenti,in particolare quelli dei traspor-ti. Noi siamo contrari allacostruzione del rigassificatore di

Gioia Tauro e alla centrale a car-bone di Saline e riteniamo chequeste opere non soltanto noncontribuiscano a creare svilup-po, al contrario riteniamo chesiano dannose per la salute deicittadini e, essendo costruiti inzone sismiche, creano numerosirischi per la popolazione. Pertali ragioni abbiamo già presen-tato due interrogazioni parla-mentari, incontreremo presto ilMinistro delle AttivitàProduttive e continueremo aporre in essere tutte quelle azio-ni parlamentari che riterremoutili al fine di impedirne la

costruzione.Quali sono le misure più urgen-ti da portare avanti inParlamento?In Parlamento ci stiamo giàoccupando di tematiche legateal lavoro quali il reddito di citta-dinanza; stiamo cercando didare ossigeno alle piccole emedie imprese con proposte didetassazione che consentanoloro di poter investire e creareoccupazione. Abbiamo presen-tato diverse proposte di leggeche vanno nella direzione dellosviluppo dell’agricoltura.Qual è stato il più grande erro-

A colloquio con Federica Dieni, deputata del Movimento 5 Stelle

«Punteremo su agricoltura e turismo»

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la Riviera

Come ben sappiamo, la situazione in Italiasotto il profilo socio-economico è moltocomplessa. Il peggioramento della pro-spettiva di crescita economica, le tasse al52%, la disoccupazione reale al 34% e idue mesi di paralisi o di stallo politicohanno influenzato negativamente la fidu-cia delle famiglie e delle imprese.Il peggioramento delle disponibilità di pre-stiti bancari è una conseguenza di fatto,per non dire una scelta naturale di strettacreditizia: credit crunch. Questa fragilità però porta oltre 250.000mila imprese nel 2013 a rischio chiusura.Eppure l’offerta monetaria e le promessedi liquidità che di continuo sentiamo arri-vare dall’Europa crescono in modo esage-rato. Sarà perché siamo alla fine modera-to, ma crescono.In questi giorni il tasso d’interesse di riferi-mento scende al minimo storico inEuropa.La Banca Centrale Europea ha tagliato di25 punti base, dallo 0,75 allo 0,50% e si

tratta del quarto taglio consecutivo. Si trat-ta della più importante offerta monetariadella storia europea, come se si volessedire alle banche abbiate coraggio, interve-nite, assumetevi le responsabilità. Manonostante ciò i prestiti a imprese e fami-glie continuano a mostrarsi deboli.

Se le banche avessero più coraggio a visita-re le aziende, creare start-up o almenoincoraggiare i giovani e in particolare ledonne a nuove iniziative o a puntare allaformazione diretta a Bruxelles dei piùbravi neo-laureati e alle eccellenze che ilnostro territorio esprime ed è fiero diavere le cose potrebbero cambiare, Fare ciò, creerebbe freschezza di idee ecoesione tra le aree. Sostegno ad impresealle famiglie e di conseguenza rimette inmovimento il lavoro e i lavoratori. È attra-verso questo spiraglio, si vedranno benefi-ci utili per cambiare il “passo” e far ripren-dere la buona economia reale in una visio-ne del resto condivisa.Del resto, anche il presidente Draghi chie-de alle banche “coraggio di investire contassi ragionevoli”. In senso generale, le ban-che non possono esistere solo per altafinanza o per gli affari economici e finan-ziari devono essere il polmone sicuro del-l’impresa e questo oggi si rende necessario.In questo quadro economico difficile, un

ruolo importante e strategico potrebbesvolgerlo la BCC di Cittanova che si rita-glia uno spazio ben definito con le sue 8filiali. Essendo l’unica banca mutualistica equindi a favore dello sviluppo sociale eco-nomico e morale della comunità in cuiopera, diventa di fatto, la più importanterisorsa, il più importante punto di riferi-mento.Può sembrare paradossale, ma per la pro-porzione degli interventi e per il territorioche rappresenta, se così posso dire, la BCCdi Cittanova fa più dello Stato. È un con-cetto molto forte, ma credo che va ribadi-to a chiare lettere sia alla Banca d’Italiache al ministro dello sviluppo economico.Del resto, se aiutare le imprese è crucialeper l’intero Paese, per il nostro territoriodiventa vitale.Vedremo cosa succederà il25 maggio nell’importante tavolo di lavorotra banche imprese ed istituzioni, per ilnostro territorio.

Marcello Attisano - Responsabile attività produttive Corsecom

Sostenere imprese efamiglie per crescere

CRISI

hanno esposto le varie relazioni assegnatiglie sono felice di aver spinto a farle, anche apersone che non avevano mai calcato ilpodio di un congresso. Nel discorso preliminare di questa sessione,ha elogiato, spronato, ma anche sferzato gliinfermieri; per quale motivo?Dal momento in cui si è saputo che stavoper organizzare una sessione tutta infermie-ristica, cosa molto rara in un convegnomedico da Roma in giù, sono stato sommer-so dalle domande di iscrizioni anche dafuori provincia. La cosa che mi ha ferito èstata la richiesta spasmodica, non già degliargomenti o delle professionalità scientifi-che presenti, quanto il numero di crediti for-mativi e se ce ne fossero ancora disponibili.Atteggiamento che denota una scarsa pro-fessionalità, ponendoli fuori dai circuiti dicrescita professionale.Il presidente della SIED Italia, Emilio DiGiulio, ha definito questo evento di portataNazione. Quale l’impegno per raggiungerequesto importante obiettivo?Il riconoscimento assegnato alla mia perso-na da parte della SIED Calabria è frutto dicirca 18 anni di lavoro sul territorio, partitocon la fondazione di una struttura privata

non convenzionata, Gastrostudio GNR,censita dalla SIED tra le strutture di endo-scopia in Calabria, nata con l’intento di for-nire dei servizi medici di prevenzione che,crescendo negli anni, ha cercato di reinvesti-re gli utili in strumentazioni all’avanguardiae sulla formazione del personale medico eparamedico. Tutto questo lavoro effettuatocon serietà ha portato ad riconoscimentosfociato nella richiesta da parte dalla mag-giore società che si occupa di gastroentero-logia ed endoscopia a livello nazionale del-l’organizzazione di un congresso.Nel suo discorso di apertura lavori ha trac-ciato alcune linee programmatiche da pro-porre alla SIED ed ha manifestato la suavolontà su cosa le piacerebbe che rimanes-se da questa esperienza per Lei e per laLocride. Dopo aver ringraziato le autorità nelle per-sone e nelle istituzioni che esse rappresen-tano, ho sottolineato che, un congressocome altre manifestazioni in cui si prevedeanche un cerimoniale, può rappresentareuna bella vetrina che purtroppo spessorischia di rimanere vuota. Ho cercato e volu-to fortemente, per questo, che essa fosseriempita di contenuti e di messaggi, quali:

spronare i nostri amministratori e colleghialla restaurazione della cultura dei maestri.Secondo me, il vero maestro è colui che èstato discepolo di un grande maestro e cheforma a sua volta discepoli che saranno ifuturi maestri. Lo studio e la formazione sulcampo fa il buon discepolo. Investire sullerisorse umane, incentivando professionalitàesterne a venire a far scuola in Calabria o farsi che, professionisti disposti a spostarsi perottimizzare la loro formazione, possano fre-quentare per periodi medio - lunghi realtàdi eccellenza. Investire sugli screening e cer-

care di spiegare ai vari tavoli regionali che aloro volta insistano su quelli romani, che lasanità calabrese per potersi risollevare habisogno di investire e verificare nel medio -lungo termine.Quali gli argomenti scientifici analizzati neidue giorni di congresso?Il tema è stato l’appropriatezza in epato-gastroenterologia. Ci si è confrontati sulmodo di approcciarsi e trattare le variepatologie in questo campo. Uniformare lenostre linee-guida con quelle di centri dieccellenza quali il Policlinico Universitario

Sant’Andrea di Roma, l’Istituto ClinicoHumanitas di Milano, il PoliclinicoUniversitario di Ancona, il Centro Trapiantidi Fegato dell’Ospedale Riuniti diBergamo, il Policlinico Universitario TorVergata di Roma, il Policlinico Umberto I diRoma.Tanti i complimenti ricevuti per quello cheè stato definito un congresso nazionale dialto valore scientifico, attraverso il qualeche tipo di messaggio si è voluto trasmette-re?Oggi il paziente non può accontentarsi, solperché si trova nel sud del paese, di effettua-re degli esami endoscopici che rispondano ascarsi criteri di qualità. Un esame non puòessere considerato buono solo se il pazienteha percepito poco o molto fastidio, perchégli esami diagnostici devono rispondereanche a dei parametri di qualità precisi,come l’appropriata preparazione, sedazio-ne, diagnosi, gli appropriati strumenti chepermettano una visione più accurata delleeventuali lesioni, l’appropriata refertazioneche permetta, dovunque esso si trovi o sirivolga nel mondo, per un supplemento didiagnosi o trattamento, di poter dare l’esat-ta diagnosi al medico a cui si è rivolto.

CACIO CAVALLOQuest’anno il I Concorso GastronomicoNazionale ha visto protagonista il Comune diCiminà con la presentazione di due prodotti tipicidel paese: il Caciocavallo e il Buccularo. Il con-corso è stato organizzato dallo stesso Comune incollaborazione Con l’Istituto Alberghiero di Locri,l’Associazione Provinciale “Cuochi Reggini”,l’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte el’Assessorato all’Agricoltura dalla prov. di ReggioCalabria. A partecipare sono stati dodici allievidegli Istituti Alberghieri Calabria, Sicilia eCampania.

re fatto finora nell’amministra-zione della Regione e come inten-dete risolverlo?Purtroppo di errori in passato nesono stati fatti tanti ma quello cheè più rilevante è che non sonostati fatti investimenti su trasportie infrastrutture e ciò ha compor-tato che la Calabria non ha potu-to sfruttare le sue potenzialità nelturismo, non potendo fareapprezzare le sue bellezze. Ilnostro obbiettivo è quello di inve-stire sul turismo e sfruttare lerisorse naturali e artistiche chesono presenti nel nostro territo-rio; vorremmo inoltre intensifica-re i trasporti locali soprattuttoquelli su rotaia. Il sistema ferroviario calabrese èlo stesso dagli anni ‘70 e spostarsida Reggio Calabria in treno versoun’altra località calabrese è diffi-coltoso. Bisogna ripensare a unsistema di trasporti efficiente, rin-novare la linea ferroviaria ionicaed intensificare i collegamentinazionali che in questi anni sonostati ridotti notevolmente.Quale sarà la battaglia che i par-

lamentari e i senatori calabresinon potranno perdere per ilnostro futuro?Noi parlamentari del movimento5 stelle siamo espressione del ter-ritorio e come tali non possiamoche lottare per lo sviluppo dellanostra terra.Lo faremo attraverso azioni con-

crete per dare un fututo ai giovanicalabresi e sfruttare al meglio leloro intelligenze. Ci batteremoper creare occupazione dandorisposte a coloro che purtroppoin questi anni sono stati costrettiad abbandonare il nostro Paese,lasciando gli affetti più cari perrealizzarsi professionalmente.

Si discute didisabilità visiva

Domenica 26 maggio si terrà, nel Convegno dei Minimi di Roccella Jonica, Disabilità visiva Io nonvedo, ma tu mi vedi. Si parlerà con esperti dei problemi che i non vedenti si trovano ogni giorno adover fronteggiare. Particolare attenzione sarà riservata al rapporto tra scuola e disabilità visivecercando di capire insieme agli operatori quali possono essere gli strumenti da dottare per facil-itare l’apprendimento degli alunni con handicap visivi. è previsto anche l’intervento di unamamma al fine di aiutare altri genitori ad affrontare le difficoltà legate a questo delicato proble-ma.

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE 26-27 MAGGIO 2013

KATIA CANDIDO

Le tre liste civiche hanno proposto di coin-volgere i cittadini nelle attività del comune.Abbiamo chiesto ad un candidato per ognilista come intendono realizzare questo pro-getto. I tre candidati intervistati sono statiRocco Mazzaferro, ragioniere, candidatonella lista Civica “Patto Cittadino”; ErikaDemartino, avvocato, candidata nella ListaCivica “Progetto Grande Gioiosa”;Maurizio Zavaglia, giornalista, candidatonella lista Civica “Gioiosa Bene Comune”.Mazzaferro nell’affrontare le problemati-che della vita politica a Gioiosa Ionica sisofferma sulla crisi economica e più chealtro sul “solco divisorio” venutosi a crearenegli anni tra i cittadini e la vita politicastessa. Egli critica in prima istanza i “solitirituali della politica”. E per una risoluzioneal problema, allunga lo sguardo oltreocea-no, agli Stati Uniti d’America e ad un siste-ma che renda sempre più partecipi i cittadi-ni ovvero l’inclusione di quattro organismiche costituiranno il vero supporto dellafutura azione amministrativa. Il Town-Meeting; i Vigilantes; le Commissioni e leSquadre di Mutuo Soccorso. Ha parlatoanche di una assemblea popolare, che trat-ti i problemi più spinosi della vita politica, edella divisione in quartieri. E ancora le figu-re dei “Vigilantes” che possono essere defi-niti come una sorta di delegati a segnalare iproblemi vari della cittadinanza e riportarliall’attenzione della stessa Assemblea.

Seguono le “Commissioni” ci spiega, cheanalizzi i singoli problemi per poi porli alvaglio degli Amministratori. A questopunto, riporta un esempio: la costruzionedel parco gioco per bambini da parte dellaPro Loco, le attrezzature che vengonoacquistate con delle donazioni e la manod’opera offerta come volontariato dagliartigiani del posto, ecco le squadre diMutuo Soccorso. L’obiettivo finale è quellodi coinvolgere da vicino i cittadini per nonassistere più a consigli comunali senza lapresenza di un solo cittadino che partecipi .Maurizio Zavaglia, apre il suo discorso con

due concetti centrali alla sua politica:«inclusione e partecipazione» dove si vadaa ricercare la fiducia dei cittadini controuna crisi che si fonda sul collasso economi-co e su dinamiche politiche inidonee.L’obiettivo principe è quindi “ricostruire ilsenso di appartenenza” conferendo più enuovi stimoli, conferendo stabilità a un tes-suto sociale ormai alla deriva. Uno stru-mento essenziale è, a suo parere, il rilanciodella consulta delle associazioni. Perché lacittadinanza ha mostrato di avere sete diassociazionismo. Altro punto focale è lacapacità di propagandare l’informazione,affinché aumenta la consapevolezza equindi l’interesse del cittadino. Ben venga-no nella vita politica le formule moderne dicomunicazione sociale: streaming, web,ecc. Un’altra necessità è quella di garantirequalità dei servizi, senza gravare sulle tassedei cittadini e senza renderli troppo impli-cati, ragion per cui spiega il potenziamentodell’interattività con il portale del comune.Così da rendere più diretta la comunicazio-ne tra cittadino e PubblicaAmministrazione. Egli è fiducioso sulleassemblee di quartiere, sul rapporto con lascuola mediante il consiglio di istituito lediverse assemblee sul territorio. Pone poil’accento sulla necessità di lavorare su punticoncreti, praticabili e reali. Ecco perchéfare consigli comunali all’aperto o inambiente diverso dalla sede comunale.Erika Demartino, ci parla invece di unaproposta di democrazia diretta. Una forma

sperimentale, in alternativa alla presentedemocrazia rappresentativa. Per un comu-ne come Gioiosa, la dottoressa spiegacome sia possibile un intervento attivo delcittadino. Come nel caso del bilancio sipotrebbe auspicare una forma “partecipati-va” dove i cittadini possano decidere, attra-verso varie assemblee, sul bilancio comuna-le. Un altro punto è il maggior potere alleassociazioni, come nel caso della consultagiovanile, che andrebbe potenziata e coin-volta. L’obiettivo è di creare un albo e unaconsulta delle associazioni. Anche gli stra-nieri del nostro paese avrebbero più voce incapitolo mediante due organi: consultamigranti e consiglieri comunali aggiunti. Incampo operativo si propone una Bancacomunale del tempo, per creare una nuovaforma di solidarietà basata sulle conoscen-ze e le abilità. I “correntisti” infatti si scam-bierebbero le loro prestazioni e i loro sape-ri in una sorta di baratto, senza l’uso deldenaro. Sul campo dell’informazione vienedato un potere maggiore alle forme,moderne, di trasmissione delle informazio-ni. La conoscenza di ciò che avviene in comu-ne sarebbe garantita dalla trasmissione instreaming dei consigli comunali, andrebbe-ro poi pubblicate on line le delibere comu-nali. In ultimo si andrebbe a instaurare unrete WiFi che consenta ovunque e semprel’accesso alla rete in modo tale da potersempre essere informati sulla vita delcomune.

I criteri sui quali si fonda la CampagnaElettorale del candidato a SindacoGiuseppe Trimboli della Lista Civica“Lavoro Sviluppo Ecologia” sono rap-presentati dalle sette spighe le qualiesplicitano le tematiche specifiche rea-lizzate in collaborazione con gli altriesponenti del gruppo mediante l'analisidella realtà locale. Essi sono:il Lavoro;la scuola; le strade; la gestione dei rifiu-ti; la sostenibilità ambientale; la gestio-ne attenta del denaro pubblico; la tra-sparenza dell'azione amministrativa.L'occupazione è oggi il problema piùrilevante che investe non solo la nostracomunità ma tutta Europa.L'amministrazione comunale si attiverà

per realizzare azioni di politiche attivedel lavoro con l'obiettivo di incrementa-re il numero degli occupati attraversol'incentivazione dei settori produttividel territorio seguendo un percorso chefavorisca non solo la stabilizzazione deiprecari esistenti ma anche l'occupazio-ne giovanile e femminile, la creazione dinuovi posti di lavoro e nuove figure pro-fessionali, attraverso la ristrutturazionedella gestione dell'energia e dei rifiuti, larealizzazione di una zona industrialesenza trascurare l'artigianato.Cercheremo di salvaguardare l'ambien-te. L'azione politica della nostra lista èorientata al miglioramento di moltidegli indici che misurano la qualità della

vita e dell'ambiente. L' intenzione èquella di potenziare gli interventi miratialla tutela del territorio e valorizzare learee verdi del comune dando prioritàalla creazione di spazi ludico-ricreativiall'aperto dedicati ai bambini. Inoltre,vorremmo eseguire una serie di azionidi sensibilizzazione e educazioneambientale nelle scuole per esaltare ilvalore di un corretto comportamentonei confronti della natura e del territo-rio, favorire la raccolta differenziata edei rifiuti domestici porta a porta, inten-sificare il contrasto verso i comporta-menti contrari alla pulizia ed al decorocon particolare attenzione al fenomenodelle discariche abusive, bonificare le

fiumare; realizzare utilizzando fonti rin-novabili, un piano per la riconversioneenergetica degli edifici e dell'illumina-zione pubblica ottenendo così un note-vole risparmio in termini economici ed'impatto ambientale. La nostra convin-zione è che sia necessario un impulsoche ci conduca verso una città a piùattenta all'ambiente ed alla qualità dellavita dei suoi abitanti.La gestione del denaro pubblico deveavvenire utilizzando criteri oggettivi, dimerito e pari opportunità; l'obiettivodegli amministratori nelle decisioni dicarattere economico deve essere orien-tato verso il massimo vantaggio colletti-vo e non personale o di appartenenza

partitica. L'amministrazione comunalenon deve quindi finanziare progetti nonnecessari, pianificando in anticipo lefuture esigenze, dando maggior peso aipareri dei cittadini. Le proposte sonoridurre le consulenze e le esternalizza-zioni clientelari che gravano sul bilan-cio; valorizzare le risorse umane interneaumentandone la produttività con per-corsi di formazione dedicati e processidi riorganizzazione informativa interna,coinvolgere anche consiglieri comunalie/o comitati disponibili presenti nelcomune che hanno competenze specifi-che e utili, utilizzare il patrimonioimmobiliare inutilizzato, razionalizzarele risorse. (K.C.)

Daremo un volto nuovo a San Luca

Proposte di inclusione e partecipazione

Riflessioni sulle proposte perGioiosa JonicaALESSANDRA BUTTIGLIERI

Democrazia è una di quelle paroleche vengono da lontano, diretta-mente dall’antica Grecia, presup-pone, per chi l’avesse dimenticato,l’unione tra governo e popolo, oanche meglio, un governo fatto dalpopolo stesso, come materia viva enon come voce passiva e dimenti-cata?La lista che se ne fa odiernoportavoce è quella del “ProgettoGrande Gioiosa”, che appare pre-gna di ambizione, e perché mai cri-ticarla tale ambiziosità, se serve damotore immobile per il cambia-mento, per uscire dall’atroce stati-cità della quale sembriamo schia-vi?Nell’accurato programma, chetocca ogni aspetto della vita socia-le e culturale con mirabile atten-zione, si specifica che non si è lìper fare miracoli, proprio perchéprometterne apparirebbe falso esoprattutto demagogico, se voglia-mo proprio sceglier bene i terminida utilizzare? Il già citato pro-gramma, spazia dall’interesse alproblema ecologico e bonifica deiterritori su suolo storico lasciatiall’abbandono, al risanamentodelle aree scolastiche, alla creazio-ne di nuovi stimoli per i giovaniche spesso non trovano nulla disoddisfacente con cui spendere ilproprio tempo fuori casa: dal tea-tro, al cinema, alle passeggiatesolidali, all’educazione stradale esoprattutto civica, per vivere anco-ra gli spazi del nostro paese, perabbattere barriere architettonichema anche e soprattutto mentali,oltre le discriminazioni sessuali,oltre il polveroso falso impegnostantio degli scorsi mandati, perriprendere possesso reale di luo-ghi, terre, zone che ci appartengo-no, che esistono per essere assapo-rate e forse (cosa ancora più dram-matica) ancora scoperte, come sefossimo all’oscuro di quanto bruli-cante sia la nostra storia paesana,di quanto abbia da offrir(ci), deimiti, i culti, le leggende, gli anti-chissimi fermenti e perché no,anche i sapori, i mercati domenica-li, i resti di Ville Romane agli altrisconosciuti.

LE PROPOSTE DEL MOVIMENTO LAVORO SVILUPPO ECOLOGIA

Parlando con tre candidati delle tre liste

IN EVIDENZA

I candidati al colloquio sono:Mazzaferro Rocco Giuseppe,ragioniere, candidato nellalista Civica “Patto Cittadino”;Erika Demartino, avvocato,candidata nella Lista Civica”Progetto Grande Gioiosa”;Zavaglia Maurizio, giornali-sta, candidato nella listaCivica “Gioiosa BeneComune”.

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Continuare l’opera di risanamentoEMANUELA ALVARO

Una candidatura allo scranno piùimportante, quello da sindaco, perAntonio Cavo ha sicuramente unavalenza differente rispetto a quella del-l’altro candidato. Questo perché, inevi-tabilmente, è accompagnata da unadomanda che, se non tutti, buona partedei cittadini si sono posti. Perché ripro-varci dopo aver deciso di dimettersi?«La decisione di candidarmi nasce dalvoler proseguire un percorso politico ini-ziato e che non poteva essere interrotto.Con gli altri amici che avevano parteci-pato alla precedente competizione ave-vamo pensato di non farlo, ma alla fine èprevalsa la linea di mantenere questaintenzione solo per chi aveva assunto unruolo di governo. Il mio è stato un ruoloistituzionale e da qui mi sono convinto acandidarmi, soprattutto per continuarel’opera di risanamento della finanzacomunale iniziata con l’amministrazioneLombardo e proseguita con il commissa-rio prefettizio Francesca Crea». Cavo sintetizza quello che ha portatol’amministrazione, nella quale lui haricoperto il ruolo di presidente delConsiglio Comunale, a dimettersi ecome la situazione sia cambiata pocodopo. «Nel documento politico che ha accom-pagnato le nostre dimissioni sono statichiariti alcuni punti. Intanto il problemaimminente di approvare il bilancio. Allavigilia della scadenza per l’approvazio-ne, il 30 ottobre, dal responsabile deiservizi finanziari del comune era statocertificato uno squilibrio di 1 milione e200 mila euro, con l’esclusione del fondoper la svalutazione crediti riguardante lagaranzia dei residui antichi. Non appro-vare il bilancio in equilibrio significava ole dimissioni, o lo scioglimento da partedel Prefetto, o la dichiarazione di disse-sto. Eravamo consapevoli del fatto chedichiarando il dissesto non ci sarebberostati all’interno dell’Ente professionalitànecessarie per farvi fronte. Sono statescelte le dimissioni perché così facendo

il commissario prefettizio avrebbe tra-ghettato l’amministrazione alla prossimeelezioni, avvalendosi di professionalitàche noi non avremmo potuto avere».Cavo ricorda anche che il Comune nonpoteva e non può assumere, neanche perun giorno, nessun tipo di figura profes-sionale, facendo l’esempio dell’unicoelettricista, il quale, in caso di assenzadal lavoro, non potrà essere sostituito. «Mi piace fare questo esempio perchécosì la gente capisce meglio. Quindi non si sarebbe potuto assumerenessuno esperto in finanza locale e tri-buti, perché il bilancio non lo consentiva.In più il decreto legge che ha permesso aComuni come Locri di fare richiesta peraccedere al Fondo di rotazione è del 7dicembre 2012, mentre il 2 novembre,giorno in cui abbiamo rassegnato ledimissioni, questa possibilità non c’era. Icittadini non devono dimenticare che ladifficoltà della situazione è testimoniatadal necessario innalzamento delle tariffedi tutti i tributi. Le difficoltà continuano e infatti i dipen-denti non sono stati pagati regolarmentee sembra che dovrà essere rimodulata lapianta organica, si parla di un esubero diventi unità.

Questo è un grosso problema ma è latestimonianza dello stato di gravissimadifficoltà dell’ente. Continuano a direche noi, o meglio il sindaco Lombardo,abbia suggerito al commissario di rimo-dulare la dotazione organica per farfuori dei dipendenti. Queste sonodichiarazioni assurde, perché forse chinon si è avvicinato al commissario perfar presente qualche situazione, siamostati proprio noi». Una candidatura quella di Cavo suppor-tata da una lista composta da rappresen-tanti di Locrinasce, dall’ala renziana delPartito democratico e da GenerazioneLocri, tentando, senza riuscirci, di costi-tuirne una con il Pd cittadino compatto.«Abbiamo tentato fino quasi alla fine distimolare il circolo, rinunciando ad ognitipo di pretesa che, noi di Locrinasce,non abbiamo mai avuto. Tanto cheabbiamo espresso la nostra soddisfazio-ne per quel documento che manifestaval’apparente, a questo punto, unità delpartito intorno al progetto politico. Lasegreteria cittadina ha deciso di percor-rere una strada che allargasse indistinta-mente a qualunque forza politica la pos-sibilità di comporre una lista, noi nonsiamo stati d’accordo su questo e quindila trattativa poi è fallita. Anche perchéabbiamo posto come principio fondantedi questa coalizione la condivisione diquello che era stato il percorso di risana-mento, portato avanti dall’amministra-zione precedente, e quindi ci è sembratonon fosse tanto coerente ricomprenderenella coalizione chi aveva partecipatoalle amministrazioni precedenti e nonaveva dato segno di rinnegare quello cheera stato l’operato che, secondo noi, hadeterminato la grave situazione dei conticomunali». Il programma che la lista “Impegno etrasparenza” propone punta più che alrigore, alla tutela delle casse comunali,finché la situazione finanziaria non verràrisanata. «Noi non siamo contrari, come tantivogliono far credere a festeggiamenti edopere che possono cambiare il voltodella città. Pensiamo che qualsiasi inizia-

tiva, finché il bilancio del comune nonsarà risanato, non dovrà gravare sullecasse. Siamo alla ricerca di progetti acosto zero e siamo convinti di poterliportare avanti. Due le opere che verranno realizzate incittà, nate grazie all’impegno dell’ammi-nistrazione Lombardo, il centro diaggregazione giovanile che sorgerà inpiazza De Gasperi e l’ostello per la gio-ventù che si realizzerà in un immobileconfiscato in via Garibaldi, finanziatecon il Pon sicurezza. In merito alle operefaraoniche promesse dalla controparte,sicuramente apprezzabili e alle quali noinon siamo contrari, non possiamo nonrilevare che, per esempio, il porto turisti-co anche se importante per Locri, ogginon ha un finanziamento certo, non sap-piamo se l’opera verrà realizzata, ma ilComune è già gravato da un decretoingiuntivo per circa 20 mila euro daparte di una società che ha effettuatosondaggi nei fondali marini e che deveessere pagata».Cavo rimarca il fatto che questo tipo di

progetti non possono essere sopportatidalle casse dell’Ente. Inevitabile un accenno alla terza listache, per motivi ancora da chiarire, noncompeterà alle prossime amministrative.Il candidato a sindaco esprimendo ildispiacere per l’accaduto si è detto con-vinto che la presenza di più persone chevogliono impegnarsi per Locri non puòche essere considerato un fatto positivo.E alla richiesta di ciò che dirà ai cittadi-ni per farsi votare, lui ha risposto: «credoche, per convincere i cittadini, più che leparole mie o dell’altro candidato, conta-no i documenti. Ancora oggi sento dire che questa città èridotta male, che in diciassette mesi nonè stato fatto nulla e che prima era tuttorose e fiori. In realtà alla gente dico di leggere gliatti, perché li si trovano tutte le rispostealle domande. Ognuno può dare la propria versione,ma solo i documenti parlano chiaro, evi-denziando che Locri è sull’orlo del bara-tro».

A COLLOQUIO con Antonio Cavo

IN EVIDENZA

“Alla gente dico dileggere gli atti, perchésolo li si trovano tutte lerisposte alle domande.Ognuno può dare lapropria versione, masolo i documentiparlano chiaro,evidenziando che Locriè sull’orlo del baratro”

“Dichiarando il dissesto non ci sarebbero stati all’interno dell’Ente professionalitànecessarie per farvi fronte. Con le nostre dimissioni il commissario prefettizio ha potutotraghettare l’amministrazione fino alle elezioni”

Commissiario provinciale per l'MSIdella città dello stretto, unico candidatoa Sindaco, il reggino GiuseppeMinnella, nella giornata di sabato 4Maggio, alla presenza di alcuni membridella sua lista, ha risposto alle nostredomande, in attesa dell'assemblea pub-blica che si terrà sabato, 11 maggio, nel-l'anfiteatro sottostante PiazzaSgrò.1)Nei mesi scorsi ha scoperto ilpaese di Roccaforte del Greco: cosa hadeterminato la sua scelta di candidarsi asindaco?«Roccaforte del Greco rappre-senta l'emblema dei borghi di Calabria,borghi bellissimi che potrebbero attrar-re moltissima gente invece sono total-mente abbandonati:sicuramente lacolpa è da imputare alla politica e allacattiva amministrazione».2)Comepensa di risolvere concretamente lesorti del paese che sempre più si spopo-

la, e che come tutti i centri montani èsempre più isolato? «Innanzitutto ascol-tando la popolazione […]. Dire che cosanoi abbiamo in mente adesso non te loposso dire perché dobbiamo sentirequello di cui ha realmentebisogno».3)Quali sono i punti forti e ipunti critici di Roccaforte del Greco?«Per i punti forti basta guardarsi ingiro[…] portare i turisti a Roccafortenon è impossibile».4)Con quali puntidel suo programma inizierà una voltavinte le elezioni? «E' chiaro che il comu-ne di Roccaforte rientra all'interno delParco Nazionale dell'Aspromonte quin-di la prima cosa è innanzitutto dialoga-re con questa istituzione;[…]sarà tuttoun programma indivenire[…]».5)Secondo lei il suo idealepolitico, il partito da cui provienepotrebbero influire sull'esito dell'elezio-

ne? Lei saprà sicuramente chi è statoper Roccaforte Marco “Pietro”Perpiglia: vorremmo capire come leipossa essere il direttore de “il Duce.Net” e l'amministratore di un comunefamoso anche perché ha dato i natali adun antifascista. «In questo momento cipresentiamo a prescindere dall'idealepolitico, ci presentiamo con le nostrefacce pulite, con la nostra onestà, con lenostre capacità; quando si parla diamministrazione, l'ideologia centra benpoco. Se guardiamo alle passate ammi-nistrazioni di Roccaforte del Greco nonmi pare che siano entrate nella storiaper aver amministrato bene il paese etutto ciò è sotto gli occhi di tutti quanti.Credo sinceramente che questi sianostati dei pretesti sollevati da chi aRoccaforte non c'è venuto, di chi diRoccaforte se n'è fregato. Per me è un

vanto non appartenere l'ideologia diqueste persone che fanno soltanto del-l'interesse il solo scopo di far politi-ca».6)Lei vive e lavora a Napoli: diven-tare sindaco significherebbe rientraredefinitivamente in Calabria; si trasferi-rebbe a Roccaforte del Greco?«Si, iovivo e lavoro a Napoli per 5 giorni allasettimana però ho concluso il mio perio-do di istanza nel capoluogo partenopeoe a giugno mi sposerò e quindi avrò iltrasferimento qui in Calabria; prenderòresidenza a Roccaforte[…]».7)Cosapensa del fatto che la sua sia l'unicalista? «Mi dispiace sicuramente, sonorimasto trasecolato».8)Perché sidovrebbe votare la sua lista? «Perché èuna lista di persone perbene, una listache ascolterà la gente».

M. Valentina Attinà

Intervista al candidato a sindaco Giuseppe MinnellaROCCAFORTE DEL GRECO

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DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 20

LaGerenza...

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

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Loqui e sproloqui di Filomena CataldoMessagi nel tempo di Daniela Ferraro

COLLABORATORIAnna Laura Tringali, Mara Rechichi,Franco Crinò, Nicodemo Barillaro,Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo,Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello,Franco Blefari,

Direttore responsabile: PASQUINO CRUPIIn redazione: ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIA AMMENDOLIA, MASSIMO PETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI.Editorialista: ILARIO AMMENDOLIAResponsabile sport: ANTONIO TASSONEArt Director: PAOLA D’ORSA

Grafica: EUGENIO FIMOGNARI

Domenico Angiletta

La nascita dello Stato modernocomporta, come abbiamo visto,l’accentramento amministrativoe la creazione di un esercito per-manente che ne assicuri la suaintegrità territoriale.Ovviamente la prima operazio-ne che un monarca deve attuareè la creazione di una burocraziala cui formazione è affidata alla

scuola pubblica e la cui selezio-ne avviene attraverso un mecca-nismo impersonale meritocrati-co. Le leve di comando dell’e-sercito permanente invece sonofornite dalla vecchia aristocra-zia. L’esempio prussiano èemblematico dal momento chela vecchia aristocrazia fondiaria,i Junkers, ha fatto la fortunadegli Hohenzollern fornendogli,per l’appunto, una classe diri-

gente di primordine e degli uffi-ciali dell’esercito che non hannoavuto eguali nella storia. Daquanto si può notare questavolta la nobiltà piuttosto chericevere feudi per le sue presta-zioni militari riceve incarichinella macchina dello stato. Agrandi linee questo è il processoche si riscontra in tutte le realtàeuropee ed ovviamente anche inItalia meridionale. In tutte le

contrade d’Europa è la nobiltàche offre prevalentemente alnuovo stato burocrazia ed eser-cito. Va da sé a questo punto chela politica sia quasi monopolio diquesta classe sociale oppure delnuovo ceto borghese che siaffaccia alla sua conquista. Se aquesto punto andiamo ad ana-lizzare la storia notiamo come iprotagonisti che troviamo coin-volti nell’agone politico in tutta

la storia europea ed italianadell’Ottocento provengono pre-valentemente da questi stratisociali e si può dire senza ombradi esagerazione che molti sonovissuti per la politica..La nostrastoria nazionale è ricca di esem-pi. Il conte FedericoConfalonieri (1785–1846),Santorre di Santarosa (1785-1821) e Silvio Pellico nell’arealombardo- veneta provenienti

tutti da ambienti sociali elevatihanno pagato di persona conlunghe prigionie il loro impegnipolitico che ha tradotto nei fattii loro ideali. Altri esempi moltosimili si riscontrano nel nostroMeridione. Michele Morelli eGiuseppe Salvati sono dueautentici protagonisti della rivol-ta di Nola che unitamente aGuglielmo Pepe (Squillace1783-1855) oppure i fratelli

Qualche esempio estrapolato dalla nostra storia nazionale

NOTE E SCHERMAGLIE

VIVERE PER LA POLITICA

Risponde il direttore

Due repliche all’articolo di Orfeo su “Gerace libroAperto”Caro Orfeo, neanche io credo che mio padre sia così gio-vane. L'anagrafe conta 67 primavere, nonsono poche. Ma la sua pelle non è rugosa, ilsuo cuore si nutre di passione, coraggio esperanza. Si commuove, pensa un po', se unadelle sue figlie gli dedica per telefono unacanzone. Il suo sangue è più rosso di prima.Definirlo una salma mi pare un po' eccessi-vo. Anche mia madre se l'è presa, ci tiene aprecisare che non dorme al fianco di uncadavere. Tu, come tutti sappiamo, sei un assiduo fre-quentatore del regno degli Inferi. E' altret-tanto vero, però, che da quelle parti ti seiperso Euridice. Forse, da quel momento,vedi zombie ovunque? Non si sta girando unvideoclip di Michael Jackson. Prova a staretranquillo, la tua amata è persa e non tor-nerà più, non ti ossessionare. Puoi aggiungere una “M” al tuo nome e faretanti bei sogni. Dormire profondamenteaiuta il cervello a rigenerarsi (a patto che losi usi, il cervello). Il Capolavoro di mio padre siamo io e mia

sorella. Sia ben chiaro. Ma da piccola,Federica, rientrando a casa dopo una giorna-ta trascorsa insieme a papà in libreria, erasolita salutare affettuosamente i “fratellini”.Perché nostro padre ha sempre avuto solodue figlie femmine ma un numero conside-revole di maschietti: i libri, le sue creazioni. Acui ha dedicato infinite gocce di sudore, inte-re giornate sospese tra stampanti e taglieri-ne, due operazioni agli occhi perché, instan-cabilmente, siede di fronte al pc anche 10 o12 ore di seguito. Quando i testi sono estre-mamente datati deve emulare il lavoro degliamanuensi e, tramite Photoshop, ricostruireogni singola lettera. A lui, chiunque, riconosce il merito di averriportato alla luce opere che il tempo e,soprattutto, l'incuria umana, avevano rico-perto di una patina difficile da eliminare: la“trascuranza”. Autori dimenticati, testi anti-chi anche 600 anni. Ha dato spazio a giovani e promettenti auto-ri (senza chiedere oboli in cambio, come tuimpropriamente affermi) che se non fossestato per la FPE forse, difficilmente, sareb-bero riusciti a vedere le loro parole impressenero su bianco (anzi, su giallo tenue, è il colo-

re della carta che utilizziamo). Non perdemerito degli scrittori, sia chiaro, ma per-ché il mercato impone delle regole alle qualimio padre ha deciso di non piegarsi.

Parli di “onanismo letterario” e di scritturainfeconda, sappi che ho sempre trovato il tuoperiodare un esercizio di stile fine a se stesso.Ostenti una cultura che, magari, neppurepossiedi. Perché non fa la differenza ciò chehai letto, ma cosa hai capito. Ti ha annoiatoil racconto che l'Avv. Pellegrino fa della vitadi Zaleuco? Hai sbadigliato sfogliando lepagine del Dott. Papandrea che raccontanodei Bronzi di Riace o del RisorgimentoItaliano? E i miti e leggende dell'anticaGrecia e della Magna Grecia narrati dalProf. Guidace? L'elenco potrebbe continuare a lungo. Mapreferisco porti una domanda. Pensi davve-ro che l'opera di mio padre, e di tutti i più omeno piccoli editori, non dia lustro allaCalabria? Trovi che faccia cultura solo chiutilizza termini come “vizio solipsistico”?Pensi che sia un gesto da “salotto borghese”

puntare il dito contro tutti e tutto, criticareper il solo di gusto di assaporare sulla puntadella lingua un po' di livore? Ma fatti un goc-cio di liquore! Meglio un caffè? Meglio dino, con la tua filippica (Demostene mi per-donerà per l'accostamento improprio) ne hairifiutato uno prima ancora che ti venisseofferto. Credi sia semplice resistere, nonabbassare la serranda nonostante la crisi eco-nomica che, di certo, si abbatte ferocementenei confronti di ogni attività imprenditoriale,ma lo fa con maggiore violenza nei confron-ti di chi produce gioia e felicità, ergo saperee civiltà? Mio padre non hai mai “questuato” di fron-te alla mutua, ha rivendicato la proprialibertà con orgoglio e dignità, nonostanteun'alluvione, tre incendi e un numero cospi-cuo di commesse (pubbliche e private) maipagate. Io, mia sorella e mia madre siamo, da sem-pre, fiere di lui, perché ha dato forma al suopensiero, ai suoi principi, giorno dopo gior-no. Ti lascio con alcuni tra i suoi versi più belli

(perché scrive, pure) tratti dal libro nel qualeracconta la storia di Locri (a proposito, aquando il tuo su Siderno? Così poi li mettia-mo a confronto). “Come tutte le cose forti e pure, Locri (e laCalabria tutta) ha bisogno di spiriti profondiper essere governata e amata. Terra di medi-tazione, si apre tutta con i suoi bagliori e lesue cupe ombre ai visitatori silenziosi e pen-sosi della bellezza. Il suo fascino è lento eduraturo. E' come quei profumi che sembradebbano subito svanire eppure resistono altempo e penetrano di sé ogni cosa.”

Sappi che più d' uno (non io) queste parolele ha appese al muro. Mentre io, tra qualche giorno, utilizzerò lapag. 28 della Riviera per incartare piatti ebicchieri in vista dell'imminente trasloco.

P.S.: ora, finalmente, te lo posso dire. Non misei mai stato molto simpatico; quando eropiccola e non era ancora andata in fiamme lalibreria, tu ti presentavi (puntualmente) alle19.30 per chiacchierare con mio padre

(come si cambia). L'orario della chiusura,così come quello della cena, veniva postici-pato, e io mi perdevo il “Fatto” di EnzoBiagi. Non te lo perdonerò mai. Anche sesono stata ristorata del danno subito nelmomento in cui, lo stesso Enzo Biagi, hadeciso di dedicarmi diverse pagine nel suolibro “Quello che non si doveva dire”. Ancora un appunto, abbi il coraggio di fir-mare i tuoi pezzi.

Anna Maria Pancallo

Che rispondere ad una figliola che mostratanta passione nel difendere il lavoro di unpadre del resto mai citato da Orfeo (ma chiincontrava in libreria?) e tanta inverecondiasconfinando nell’insulto? Che usi la carta veli-na per imballare le stoviglie. (Biagi dedicòdiverse pagine anche alle ciprie). Ma è poi pos-sibile che la giovane ragazza, già portabandieradell’antimafia locale, ignori che gli pseudonimisono il lievito satirico di tutti i giornali?

UN CAPPIOATTORNO A “GERACELIBRO APERTO”Non c’è dramma peggiore di quello che vive un fascistacolto. Si macera nell’astio e in un rancoroso livore, maledi-cendo la mala sorte che l’ha voluto acculturato in mezzo auna genìa di ignoranti. Come un Cappio, il desiderio diessere diverso lo stringe alla gola e reagisce belluinamentequando si trova al cospetto di iniziative culturali provenien-ti da uomini liberi e consapevoli. Sto parlando di Orfeo (lopseudonimo, francamente poco originale, che utilizza unnoto intellettuale fascista sidernese, che sapevo decadentema oggi scopro frustrato) il quale, dalle pagine de “LaRiviera”, non trova niente di meglio da fare che gettarefango su una delle manifestazioni culturali più libere e pure(nel senso più ampio del termine) che si siano mai viste aqueste latitudini. Il nostro Orfeo in un, peraltro dotto, cor-sivetto di 20 righe, infarcisce il suo discorso (e questo la dice

lunga sul suo stato d’animo) di termini a dir poco crepusco-lari, tra i quali la parola “salme” ricorre addirittura tre volte.Ora, che il nostro buon Orfeo risulti contrariato per nonessere mai riuscito a trovare un editore disposto a pubblicar-lo, lo posso anche capire; sulla Rete risulta infatti un unicolibro a suo nome, ma è pateticamente “autopubblicato” (aproposito di onanismo letterario). Quello che non capisco ècome Orfeo, a cui non ho difficoltà ad accreditare una gran-de levatura culturale, possa aver fatto, in una visita duratapochi minuti (tra i quali ha anche trovato il tempo di grati-ficarmi di un bacio che ora, e solo col senno di poi, devodefinire giudesco), a stabilire che tutti gli editori (ben 12)presenti a “Gerace Libro Aperto” fossero in realtà “stam-patori a spese degli autori” e produttori di “operette arran-giate” , nei cui cataloghi non ci sarebbe traccia di “testi por-tatori di alcuna evoluzione del linguaggio, senza spunti nar-rativi o saggistici innovativi”. Francamente tutto questonon fa onore alla sua intelligenza, avrebbe fatto meglio adaccostarsi all’evento con l’umiltà e la feconda curiosità, chesono l’humus sul quale dovrebbe rigogliosamente vegetareil vero intellettuale; avrebbe così scoperto che in quei giornia Gerace (e per il secondo anno consecutivo) si era riunitoil fior fiore della cultura calabrese. Una moltitudine di arti-

sti e intellettuali di ogni età i quali, nel segno della totale gra-tuità, hanno tentato di dimostrare che la Calabria non è soloquell’inferno (che Orfeo è abituato a frequentare) descrittodai media nazionali, diventato anche terreno di coltura perguastatori e disfattisti di ogni tipo, ma una fucina di intellet-tuali progressisti e resistenti che non hanno paura a metter-si in gioco in ogni istante della propria vita. Capisco, caroOrfeo, che tutto ciò finisca con l’apparirti un po’ troppo “diSinistra”, ma sarebbe forse ora che cominciassi a renderticonto di quanto sia scorretto addossare agli altri le colpedelle tue, evidentemente, sbagliate scelte ideologiche. Saisicuramente, caro Orfeo, come è finito il personaggio cheincautamente emuli, voglio sperare per te che le direttriciartistiche di “Gerace Libro Aperto”, Maria TeresaD’Agostino e Margherita Catanzariti, non abbiano a lorovolta il desiderio di emulare le Baccanti, che già una volta tihanno straziato.

Franco Arcidiaco

Orfeo è uno spirito mordace e sagace. Spirito bizzarro econtrocorrente. A Maria Teresa D’Agostino e aMargherita Catanzariti noi vogliamo bene. E questodovrebbe bastare.

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COPERTINE

DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 21

Bandiera (Attilio ed Emlio) pre-parano la grande stagione delnostro Risorgimento. Non affa-to fuori luogo infatti ricordareche gli ultimi due, catturati a SanGiovanni in Fiore vennero fuci-lati a Cosenza nel 1844(25luglio) insieme con altri settecompagni: Giovanni Venerucci,Anacardi Nardi, NicolaRicciotti, Giacomo Rocca,Domenico Lupatelli DomenicoMoro, Francesco Berti. Ed inquesto contesto come non ricor-dare i martiri di Gerace(Michele Bello, Pietro Mazzone,Gaetano Ruffo, Salvadori ed ifratelli Verduci che per i loroideali liberali , sacrificarono laloro vita. Ed ancora: i fratelli

Palermo (Nicola e Nicodemo) diGrotteria passarono diversi anninelle galere napoletane peraffermare quegli ideali di libertàed eguaglianza che dalla Franciaavevano conquistato tutte leprovince del vecchio continente.Infine Carlo Pisacane trucidatodai contadini lucani nella infeli-ce spedizione di Sapri qualcheanno prima di quella garibaldi-na. Le altre realtà politiche dellanostra Penisola ci offrono ulte-riori esempi e noi solo per eco-nomia non li riportiamo perchéaltrimenti la nostra trattazionediverrebbe molto lunga. Tuttaviaprima chiudere questo nostropiccolo excursus è doverosomenzionare altri due grandi pro-

tagonisti del nostroRisorgimento: G. Mazzini eCarlo Cattaneo, che meritereb-bero una trattazione a parte. Iltratto comunque che accomunatutti questi personaggi è che essiprovengono da classi sociali ele-vate e per loro la politica ha rap-presentato la “scelta” della lorovita e che questa scelta è statacondotta in fondo con coerenzaed i risultati sono stati o l’esiliooppure la morte. Certo sto par-lando di eroi, di personalità chela mia generazione ha emulato eche sovente sono sconosciuti aimolti. Ci assale spesso il dubbio:non è stato sacrificio inutile ?

(segue).

PALIZZI/ CADE PEZZO A PEZZO LA GIUNTA

BENESTARE / UN FATTO DEL PASSATO VISSUTO

ANDREOTTI

È stato un uomo di Stato. Il giudizio sulla sua atti-vità politica e di governo lo darà la storia.In questi giorni di Andreotti hanno parlato i giornalipiù autorevoli del Paese .Non avrei niente da aggiungere se non avanzare undubbio. Andreotti è stato accusato, tra tanti crimini,di essere stato un uomo di mafia, di aver ordinatol’assassinio del giornalista Pecorelli e di altri gravissi-mi reati . Oggi abbiamo il dovere di considerarlo noncolpevole in alcuni casi, innocente in altri.Andreotti è stato l’uomo più potente d’Italia. Haavuto rapporti stretti con uomini di stato, ministri,presidente della Repubblica, generali, responsabilidei servizi segreti, magistrati, cardinali, ambasciatori,banchieri.. Nessuno come Lui avrebbe potuto inqui-nare le prove ! Eppure per reati gravissimi , tra cui l’omicidio e l’as-sociazione a delinquere di stampo mafioso, mai nes-suna procura della Repubblica ha chiesto l’emissionedi un mandato di cattura e neanche gli arresti domi-ciliari. Se dovessi dare un modesto parere direi chehanno fatto bene! Hanno rispettato la Costituzionecosì Andreotti si è difeso nel processo ed è statoassolto. Non saprei dire invece se una persona nor-male sarebbe uscita indenne da una tempesta di

accuse di tale portata. Probabilmente se l’imputatonon si fosse chiamato Giulio Andreotti altre sarebbe-ro state le conseguenzeLa domanda : la legge è uguale per tutti?Quante sono le persone che pur non essendo maistate coinvolte in episodi di violenza, si trovano in car-cere da tre o quattro anni.C’è un vecchio adagio calabrese che dice “ a leggi èuguali ppe tutti ma u potenti si nda futti…”I vecchi proverbi spesso sono sbagliati, ma qualchevolta aiutano a riflettere!

La crisi economica dell’anno 1929, che si prolungòper diversi anni trenta, fu terribile. Allora non esi-stevano pensioni.L’attuale crisi, paragonata a quella, è poca cosaanche se la recessione è stata più alta. Ora stiamoperdendo quel tenore di vita agiata a cui eravamoabituati da diversi anni.Allora il tenore di vita era già basso e con la crisi,per la gran parte degli Italiani, si arrivò nell’orlodella morte per mancanza di cibo.Beati coloro che avevano un pezzo di terra per col-tivarla!Si andava nei campi a raccogliere erbetta che sicucinava e si mangiava spesso scondita. Di quelperiodo mi è rimasta impresso nella memoria unpover’uomo il quale, per guadagnarsi da vivere,

andava per le strade di campagna a raccogliere losterco di animali. Lo vendeva agli agricoltori e lobarattava con generi alimentari.Lo sterco che allora abbondava nelle strade eraquello di asini i quali a quei tempi erano unicomezzo di trasporto in uso nelle campagne.Il raccoglitore di sterco si chiamava Vincenzo.Sembrava vecchio a causa degli stracci con cui sivestiva, ma non lo era.Si fermava dove c’era qualche casa abitata e ripete-va : «Con l’erba, la vita si perde, con frittole e ovala vita rinnova».Era felice se gli si regalava qualcosa da mangiare.Se ne andava a completare, riempiendo il sacco, ilsuo umile lavoro.Ergo

Antonio Scopacasa

ETIMO VERO

Gli assessori Lello Nocera, che era anche vicesin-daco, Ettore Ferrara, Angelo Nucera, insommatutta la giunta- e in aggiunta il capogruppo NinoD’Aguì- prendono congedo dal sindacoAutolitano, l’intellettuale di tipo nuovo, che avevapromesso Umanesimo Umiltà Umorismo. Perstrada, l’Umanesimo, che è così vasto da nonentrare in una una piccola testa, s’è perso, l’Umiltàha preso la piega della superbia, e l’Umorismo èdiventato una smorfia di dolore.Le dimissioni dell’Autolitano, Mister Tre U, sononei fatti, ma non nelle sue intenzioni. Infatti, le vociche circolano nel piccolo ambiente politico diPalizzi è che il sindaco, lo psicologo SandroAutolitano, non intende dimettersi, non è capacedi mettere mano e di proporre una soluzione aiproblemi sollevati da tutta la sua maggioranza ( eda molto tempo dall’opposizione). Non ha i nume-ri per ripristinare l’equilibrio politico interno, e hadovuto prendere atto che, aldilà delle dichiarazio-ni di facciata, è rimasto solo a decidere comesopravvivere, con il solito Ettore Ferraro, un esem-pio da manuale di come nello straordinario labora-torio politico di Palizzi i funghi non nascono sottogli alberi, ma sono gli alberi- ovviamente nani- anascere dai funghi. Ma questo è il paese del vino e,tra fantasie e allucinazioni, un Gulliver è sempreall’orizzonte. Per giustificare l’innaturale alleanza tra gli ammini-stratori dell’ultimo decennio, ovvero il “matrimo-nio sociale” con centro destra e centro sinistra, si èfatto ricorso alla risciacquatura della trippa napole-tana del “Vogliamoci bene”, e sbarrare il passo allo“straniero” diventava il compito supremo dellapatriottica compagnia, che, come ogni patriotticacompagnia, recuperava i veterani, come FrancoLucianò, e arruolava all’arduo combattimento gio-vani reclute. Nel caso in specie bisognava fermare

alle porte di Palizzi, democratica e proletaria, ,Walter Scerbo e le sue truppe cammellate. Ma sono i tempi che non coincidono. L’attualealleanza è nata prima della discesa in campo diWalter Scerbo ed è stata concepita, nei fatti, controla riproposizione all’amministrazione di GiovanniNocera, sindaco uscente, che si è accorto, suo mal-grado, di non avere più argomenti da spendere insua difesa. Il suo vice, Ettore Ferraro, i suoi asses-sori e consiglieri, si erano dati armi e bagagli, allanuova “santa alleanza”, arditamente costruita dal-l’avvocato Nino Palermiti.La “voglia di sinistra”, intesa come riscatto di un

quindicennio di sindaci di estrazione democristia-na, ha saldato sole le ripicche interne agli schiera-menti classici. Nessuno, oggi, è in condizione dispiegare su quale piattaforma programmaticaavrebbero potuto convivere ex missini, poiAlleanza Nazionale di Fini, nuovi pretoriani berlu-sconiani, ex comunisti e le terze file dei democri-stiani confluiti nei Popolari e nella successivaMargherita. Dei socialisti è meglio non parlare. La candidatura di Sandro Autolitano è stata solo ilcappello messo sulla testa di chi aveva un contopolitico da regolare o una storia da dimenticare. Qualunque sia il finale di questa storia, fatta didisastri finanziari per il bilancio del Comune, diconflitti sociali innescati da una concezione delpotere come riscatto sociale e dispregio delle rego-le anche giuridiche, oltre che politiche, che sonoculminate nell’attacco alla diligenza del “benecomune”, rimarrà scolpita nella storia come il falli-mento dei “figli del popolo”. Come nel Faust diGoethe, la classe operaia e contadina, artigianale epiccola imprenditoria autonoma, è rimasta vittimadei figli che ha generato. Ci si può sempre consola-re. L’impettito Sandro Autolitano, ora che tutti gliassessori si sono dimessi, s’è trasformato in un fraGinepro che va alla cerca. Un sindaco elemosinan-te Palizzi non l’aveva mai avuto. .

Peggio che la lebbraL’impettito Sandro Autolitano, ora che tutti gli assessori si sonodimessi, s’è trasformato in un fra Ginepro che va alla cerca. Unsindaco elemosinante Palizzi non l’aveva mai avuto.

Raccoglitore di sterco

L’ANGOLO DI PARRELLO

La maestra Giuseppina Malafarina,dopo breve malattia, ha lasciato lavita terrena. Ha insegnato nelle scuo-le di Siderno con impegno e serietà,conseguendo eccellenti risultati datutti riconosciuti. Alla famiglia e aiparenti va il nostro pensiero. La ban-diera della scuola si è abbassata,ricordandola con amore e rimpianto.

Franco Parrello

Pace all’anima sua

La maestra GiuseppinaMalafarina non c’è più

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SPORT

DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 23

Tra domenica scorsa e mercoledì (complice il turno infrasetti-manale), il Campionato ha emesso alcuni verdetti, tutti più omeno prevedibili, non tanto nella tempistica, quanto nellasostanza. Juventus campione d'Italia, Pescara in serie B e quasicertamente anche Siena e Palermo - le lacrime di Miccoli dopola partita persa in casa contro l'Udinese sono più di un'ammis-sione - Inter fuori dall' Europa dopo quattordici anni. Su que-st'ultimo verdetto poi, i giudizi sono abbastanza contrastanti: c'èchi lo reputa positivo non avere “fastidi” settimanali e concen-trare sforzi psicofisici solo alla domenica, c'è chi invece conside-ra un'onta non avere un palcoscenico europeo sui cui confron-tarsi. Per quanto possa valere il mio giudizio, propendo per la secon-da versione. A proposito d'Europa, Napoli sicuro al secondoposto e quindi niente preliminari Champions, mentre il Milanche ha blindato il terzo posto a discapito della Fiorentina, vedepremiata la sua rincorsa. L' Europa league resta quindi un affare aperto ai Viola,all'Udinese che anno dopo anno non smette di stupire, e alledue romane. Restano ancora centottanta minuti che servonoper delineare la classifica definitiva e vedere effettivamente chigiocherà la prossima Europa league. Il calendario non sorridealla Roma che gioca a San Siro oggi contro il Milan e poi chiu-de in casa contro il Napoli. È vero, la classifica non è un assillo

per rossoneri e partenopei, ma l'onore forse vale più di un piaz-zamento. La penultima giornata si apre con tre anticipi, Fiorentina -Palermo, Chievo - Torino e Genoa - Inter. Tutte e tre le partitegiocheranno in contemporanea alle 12:30 in modo tale da assi-curare regolarità alla lotta salvezza. Il Genoa cerca il punto della matematica salvezza e vista lasituazione grottesca in cui si trovano i nerazzurri (altri dueinfortunati, Ranocchia e Jonathan) non dovrebbe essereimpresa proibitiva. Se aggiungiamo poi la squalifica di JuanJesus e Pereira, sarà un vero rebus per Stramaccioni schierar-ne undici. Genoa invece col collaudato 3-5-1-1 con Borriellounica punta, anche se Ballardini potrebbe optare per il duoBorriello - Floro Flores. L'unica speranza del Palermo si chiama miracolo, vincere leultime due partite rimaste e sperare che il Genoa le perdaentrambe. Sfida al limite dell'impossibile quella di oggi, doveappunto il Palermo va di scena a Firenze. Il Napoli col secon-do posto assicurato dopo il tre a zero di mercoledì a Bologna,saluta il proprio pubblico ospitando il Siena. Potrebbe ricorre-re al turnover Mazzarri, decidendo di schierare titolare Insignee far accomodare almeno inizialmente in panchina Pandev. E'l'ultima partita al San Paolo con la maglia azzurra di Cavani? Le sirene milionarie degli sceicchi di Manchester sono assor-

danti così come il richiamo della camiseta blanca. Una cosa ècerta, se El Matador non chiarisce il suo futuro a fine campio-nato, ci porteremo dietro il tormentone Cavani fino al prossi-mo 31 agosto. La Lazio, che con la vittoria sull'Inter ha fatto un bel passo inavanti nella rincorsa all'Europa, ha il calendario dalla propriaparte, oggi in casa contro la Sampdoria che ormai non ha piùnulla da chiedere a questo campionato, e domenica prossima aCagliari, contro un'altra formazione che non ha particolariassilli. Analogo discorso per l'Udinese che in casa si congeda dal“Friuli” contro l'Atalanta. Detto di Milan - Roma che è il posti-cipo delle 20:45, la giornata si chiude con derby emiliano traParma e Bologna. Stimoli doppi per i felsinei: vincere il derby,e riscattare i nove gol subiti nelle ultime due uscite senza farneuno. Potrebbe essere, complici alcuni risultati, l'ultima veragiornata della stagione 2012/2013. È un torneo dove forse sonostate più le sorprese negative (Palermo e Inter ) che quelle posi-tive, dalla serie “tutto come previsto” Voto ampiamente soprala sufficienza per Udinese, Fiorentina e Catania, le altre hannofatto quello che era nelle loro corde. Altri centottanta minuti epoi ci si ferma fino a fine agosto

Massimo Petrungaro

SERIE AUltimi verdettiGioie e dolori

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Parlandodi...

SPORT

Le giovani ginnaste della ritmica Restarthanno partecipato con grande successoalla gara di Sincrogym e al Trofeo giova-ni, svoltosi a Catanzaro presso la PalestraConi (17/03/2013). Ventisei atlete, suddi-vise in 4 categorie, si sono succedute inpedana, alternando esercizi in collettivo aesecuzioni in coppia, con e senza l'ausiliodei piccoli attrezzi della ritmica. Per ilTrofeo giovani, le giovanissimeBevilacqua Noemi, Giglio Ilaria,Iamonte

Maria Teresa, Laganà Paola Andrea,Meduri Valeria, Megale Noemi, MinnitiGreta,Ventura Samantha,hanno conse-guito un ottimo tempo nell'esecuzionedei percorsi motori, rivelando un eccel-lente preparazione atletica soprattutto intermini di velocità e di coordinazione.Anche nella gara del Sincrogym, la squa-dra della Restart con grinta e determina-zione ha conquistato i 3 primi posti intutte le tre fasce di età. Le giovani atlete

"Gentile direttore, scrivo questa let-tera solo con l'obiettivo di mettere aconoscenza dell'opinione pubblica,quanto è accaduto domenica scorsain occasione della partita play-offdel campionato di Promozione,Gallicese- Gioiosa Jonica. Chi dicompetenza dovrebbe sapere cosa èaccaduto anche perchè ci sono per-sone che oltre a seguire personal-mente la squadra ci mettono ancheil loro capitale, ci sono i calciatori elo staff tecnico che mettono al servi-zio della società di calcio tutta la loropreparazione e la loro dedizione,(con allenamenti costanti) ed avereun pubblico numeroso al seguitocome quello del Gioiosa Jonica èuno dei pochi “ritorni” che si posso-

no avere in queste categorie.Quanto accaduto a Gallico, dome-nica scorsa, con i continui e ripetutierrori arbitrali mi hanno sfiduciatoe come me è rimasta sfiduciata tuttala tifoseria gioiosana. Ma vado neidettagli. Come i giornali riportano leespulsioni sono state numerose e inparte ingiustificate, soprattutto laprima; vi dico solo che durante itempi supplementari il guardalineeha alzato la bandierina per un fuorigioco e l'arbitro ha dato una punizio-ne dal limite dell'area. Questo èstato uno degli episodi più sconcer-tanti di tutta la partita. Un direttoredi gara che richiamava continua-mente mister Silvano a stare entro lalinea tratteggiata mentre il mister

della Gallicese ripetutamente entra-va in campo e non veniva mai invi-tato a fare lo stesso, persone diGallico presenti in campo comestaff, ma non si è capito a che titolostavano lì. Più di due minuti di segui-to non si riusciva a giocare, il prota-gonista in assoluto è stato il diretto-re di gara. Inevitabile ciò che si èverificato in tribuna che con il calcioe la sportività non hanno niente ache fare, perchè è bastata una paro-la di troppo, data dalla persecuzionedel direttore di gara verso i giocato-ri del Gioiosa, per provocare unarissa tra tifosi con momenti, vigarantisco, di panico vista la presen-za anche di bambini. Al designatorearbitrale sig. Archinà era stato chie-

sto pubblicamente da parte di undirigente del US Gioiosa un diretto-re di gara preparato a dirigere unagara importante come quella di ieri.Chi gestisce i corsi per gli arbitridovrebbe rivedere gli esami da faree valutare meglio chi è effettivamen-te preparato non solo per la cono-scenza del regolamento, ma anche esoprattutto valutare chi ha abba-stanza carattere e competenza pergestire incontri di calcio delicati.Alla società Gallicese, al mister ed aisuoi dirigenti l'invito per il futuro adessere maggiormente sportivi e pos-sibilmente vincere denotando iltanto "invocato" ma sempre pocoapplicato "fair-play".

lettera firmata

E' tempo di bilanci in casa giallorossadopo la fine del campionato di promozio-ne. Il dirigente storico Carmelo Carboneparla a nome dell'intera società, lanciandosegnali di grande ottimismo per il futurodel Marina di gioiosa. Il dirigente Carbonecoglie l'occasione per ringraziare tutto lostaff tecnico e i calciatori per l'ottimo piaz-zamento raggiunto in campionato e aquanti si sono spesi per aiutare il Marinacalcio dai sponsor ai tanti tifosi che sonostati sempre molto vicini alla squadra inquesta stagione. La compagine cara al pre-sidente Vincenzo Tavernese vuole riparti-re di slancio riconfermando gran partedella squadra per la prossima stagione. Traqualche giorno il sodalizio si riunirà perfare il punto della situazione. IntantoCarmelo Carbone si sofferma i nostri tac-cuini affermando “ Tra qualche giorno ciritroveremo con tutta la società per inco-minciare a gettare le basi per il futuro. E'stato un campionato molto positivo per lanostra squadra per cui non vogliamodisperdere l'ottimo lavoro fatto da tutti inquesto campionato molto difficile , cer-cando di migliorare ulteriormente la pros-sima stagione . Intanto il nostro obbiettivorimane quello di allargare ulteriormente lasocietà per potere affrontare meglio uncampionato di promozione che è moltodispendioso dal punto di vista economico.Nella stagione appena conclusasi con gran-

de soddisfazione (abbiamo puntato esiamo una delle poche squadre ad averlofatto ) sui numerosi giocatori e under delposto oltre dieci undicesimi , che comun-que hanno ben figurato e che per il futurocostituiranno un vero patrimonio dellanostra società. Volevo ricordare che inquesto campionato dove abbiamo sfiorarato per un soffio i play off tranne qualchesquadra, nessuna ci ha messo in difficoltà;infatti, numerosi punti, soprattutto in casa,li abbiamo persi quando siamo stati incom-pleti e senza Matteo Carbone. Siamo riu-sciti a battere formazioni blasonate chehanno raggiunto i play off la nostra forza èstato il gruppo Come società punteremo

anche a riorganizzare meglio il settore gio-vanile, continuando così a fare crescere ilcalcio e a rappresentare nel modo più posi-tivo la città di Marina di Gioiosa nei varipaesi della Calabria. Del resto parleremopiù approfonditamente tra qualche setti-mana: credo che ci siano tutti i presuppostiper riconfermare gran parte dei calciatoristaff tecnico compreso ”. Nel frattempo incasa Marina si susseguono le voci sulle pos-sibili partenze di Pasquale Patrizio eMatteo Carbone che risultano in cima aidesideri del nuovo Siderno che punta alpronto ritorno in Eccellenza.

Nicodemo Barillaro

Le ginnaste della Restartconquistano il podio nellagara del Sincrogym e nelTrofeo giovani

PROMOZIONE

Il Roccella, reduce dalla roboante vittoria di Guardavalle, si accinge adaffrontare la delicata trasferta di Rende per cercare di entrare nelle fasifinali nazionali play-off che potrebbero consentire l’accesso al campionatodi serie D, vero obiettivo stagionale della compagine di Achille Giannitti.A Guardavalle, domenica scorsa, si è vista una squadra molto determina-ta che, soprattutto nel secondo tempo, è scesa in campo con grande carat-tere chiudendo la sfida in appena sei minuti con le marcature di Saffioti edel giovane Marco Sorgiovanni. Un 5-2 finale per gli amaranto che nonlascio spazio ad ulteriori commenti. Oggi, al “Marco Lorenzon”di Rende,il Roccella sarà seguito dai suoi fedelissimi tifosi che ormai credono nellepossibilità che gli amaranto possano superare la fase regionale. Del resto,il Rende è stato già battuto nella finale regionale di Coppa Italia in quel diVibo Valentia lo scorso 6 gennaio e la storia potrebbe ripetersi nuova-mente oggi. Il Rende, dal canto suo, avrà il vantaggio di giocare la sfida incasa e con il vantaggio di due risultati a favore voli su tre. In caso di parità,alla fine dei 120 minuti di gioco, il team di mister De Angelis passerebbealla fase successiva essendosi classificata al secondo posto in campionato.

Poco fair-play a Gallico

Roccella: assalto al Rendeper le finali nazionali

Marina di Gioiosa: tempo di bilanci

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la Rivieradi...

SPORT

MAMMOLA

L'annuncio della mancata iscrizione dellaTonno Callipo Vibo Valentia al prossimocampionato di A1 di volley preoccupa ilpresidente del CONI Calabria. Appresala decisione del commendatore Callipo diporre fine all'esperienza della sua societànella massima categoria professionistica,Mimmo Praticò interviene per rinnovareinnanzitutto la stima che lo lega ad unodegli imprenditori calabresi più operosi elungimiranti. Il massimo dirigente dellosport regionale ha avuto un cordiale col-loquio telefonico con Callipo, a cui haespresso la vicinanza del CONI, auspi-cando anche "un intervento da parte dipossibili sponsor, anche istituzionali, chepossano eventualmente imprimere unasvolta alla vicenda e consentire alla diri-genza vibonese di assumere una decisio-ne diversa". "La situazione della squadradi pallavolo di Vibo - sostiene Praticò -deve indurci a riflettere. Innanzitutto,ritengo che ci troviamo di fronte a unasconfitta per l'intero mondo sportivo cala-brese e non certo per il gruppo Callipo,che tanto ha dato nel corso di questi anniper far sì che la Calabria fosse rappresen-tata ai massimi livelli; e, in secondo luogo,voglio sottolineare il grande merito cheva ascritto a un presidente che ha deciso,comunque, di non disperdere il patrimo-nio sportivo e sociale rappresentato dalsuo club: così va interpretata la suavolontà di mantenere in vita il settore gio-

vanile e la prima squadra in serie B2.Decisione che tante altre società nonhanno voluto o, più spesso, potuto assu-mere a causa delle difficoltà finanziarie estrutturali". Tutto questo induce il presi-dente del CONI Calabria a compiere unavalutazione più ampia, a 360 gradi, eapprofondita, in merito alla più generalecondizione dello sport "nella nostra regio-ne e nel Meridione d'Italia". Una valuta-

zione che, per Mimmo Praticò, "è inevita-bilmente intrisa di amarezza non solo enon tanto per quanto avviene nelle realtàprofessionistiche, ma anche e direisoprattutto a livello di sport giovanile e dibase".In particolare, afferma il massimo rap-presentante del Comitato olimpico regio-nale, "sono tantissimi gli esempi di societàsportive, un tempo anche floride e sicura-

mente prestigiose dal punto di vista ago-nistico, che hanno conosciuto una para-bola drammaticamente negativa. Clubche, sulle ali della passione, dell'entusia-smo, della generosità dei loro dirigenti,avevano portato la Calabria a eccellere,ottenendo straordinari risultati nel corsodi campionati trionfali coronati da pro-mozioni spesso anche di portata storica.Eppure, alle volte, quelle stesse squadre

non hanno potuto neanche cominciarli, icampionati, dopo il salto di categoria, perla mancanza di fondi o per l'assenza degliimpianti, per l'inadeguatezza delle strut-ture esistenti o per i bilanci inevitabilmen-te in profondo rosso pur a fronte digestioni virtuose e ammirevoli". Ecco per-ché Mimmo Praticò è indotto a lanciareun grido d'allarme che, al tempo stesso,potrebbe essere una delle ultime chiama-te per salvare quanto di buono c'è nelnostro territorio: "Lo sport, al Sud esoprattutto in Calabria, sta morendo.Mancano le risorse economiche indi-spensabili per far fronte ai gravosi impe-gni dei campionati, manca un tessuto diimpiantistica adeguato e dignitoso,manca un rapporto sinergico con le istitu-zioni che pure stanno attraversando unagrave crisi economica, manca soprattuttola visione di fondo dell'importanza fonda-mentale dello sport nella vita sociale delPaese. Oggi è da quest'ultimo aspetto chepossiamo e dobbiamo ripartire. E, in que-sta direzione, ci conforta l'attenzione che,nel suo programma di governo, il presi-dente Letta ha voluto riservare allo sport.Nei momenti di difficoltà, proprio losport ha aiutato l'Italia a risollevarsi e acrescere. Dobbiamo far sì che, operandotutti insieme, anche questa volta esso diaun contributo importante per fare uscirela nostra Nazione dalle secche della crisiin cui ha finito per arenarsi".(lr)

della I fascia (8-10 anni), VotanoVanessa,Capria Francesca,DalmazioJoanna,De GirolamoChiara,Maccarone Chiara,MalaraAlice,Meduri Sara, hanno infatti tota-lizzato il punteggio di 58,400 eseguen-do brillantemente diversi esercizi congli attrezzi. Nella Seconda fascia senzaattrezzi, D'Amico Sara, GuidaMartina,Meduri MariaRosaria,Moragas Debora, Scopelliti

Evelina, hanno conquistato il podiocon un punteggio totale di 69,300. Perla Terza e Quarta fascia senza attrezzi,le ginnaste Ambrogio Sara, CirilloCecilia, Crupi Noemi, D'Aguì Claudia,Nava Maria Pia,Sinicropi Maria,hannoregalato alla Restart una strepitosamedaglia d'oro, grazie ad un punteggiodi 72,300.Nella fase regionale di Catanzaro, tuttele giovani atlete della Restart hanno

dato prova di un ottima preparazioneatletica supportata da determinazione,grinta, tenacia e soprattutto grandepassione per la ginnastica ritmica. Unsomma di risultati positivi e di grandisoddisfazioni conquistati duramente“sul campo di gara”, che premiano l'im-pegno e il sacrificio quotidiano dellagrande famiglia Restart e in particolaredella sua allenatrice MarilenaD'Arrigo. (lr)

Dopo aver concluso la stagionecalcistica da qualche settimanain questi giorni la società guidatadal presidente Pino Neve sta sti-lando un bilancio consuntivosulla locale compagine che hada poco concluso il campionatodi Seconda Categoria ottenendouna meritata salvezza evitando iplay aut . Prima di fare un riepi-logo dell'intera annata calcisticaè doveroso fare una premessa:la dirigenza presieduta dal sinda-calista Pino Neve lo scorso mesedi agosto ha scongiurato la defi-nitiva scomparsa del calcio inquanto la dirigenza precedenteaveva consegnato la squadra alSindaco di Mammola, poichénon più intenzionata ha gestirla( molti sportivi se pur dimostran-do interesse non hanno concre-tamente dimostrato di volerlarilevare), da qui Pino Neve èsoci si sono impegnati con sacri-fici sia economici che personaliad intraprendere una nuova fasedel calcio mammolese. Nelprimo scorcio di campionato la

squadra è stata gestita dall'esper-to allenatore Totò Logozzo chefino ai primi di dicembre è statol'allenatore ( si è dimesso) ed alsuo posto è subentrato un tecni-co preparato Enrico Etna, i

quali hanno guidato l'organicodella compagine della Liminadurante l'intera stagione.L'ambizione della dirigenza violaera quella di poter fare ritornosubito in Prima Categoria, ma

durante la stagione una serieinnumerevole di situazioni venu-tesi a creare con diversi giocato-ri , hanno creato parecchi pro-blemi nei confronti della squa-dra , tant'è che in più occasionialcuni remavano in maniera pla-teale contro l'attuale dirigenzache comunque tra tante diffi-coltà ha saputo gestire e tergi-versare coloro i quali miravanoallo sfascio di tutto l'ambiente cal-cistico", quindi nonostante ilclima ostile si è riusciti ( ribaden-do che l'ambizione era quellodel salto in Prima Categoria)almeno ha rimanere nel campio-nato di Seconda Categoriafacendo prevalere un immaginepositiva del calcio mammoleseall'insegna della trasparenza ,della legalità e dello sport nellapiù nobile concezione del termi-ne. Un particolare elogio va fattoalla società locale gestita da PinoNeve è composta da : SalvatoreBruzzese, Nicodemo Agostino,Francesco Agostini, DomenicoSità, Salvatore Ceretto, Don

Alfredo Valenti i quali hannovoluto ringraziare tutti gli spon-sor ed i tifosi che con il lorocontributo hanno collaboratoaffinché non morisse il calcio aMammola , i giocatori ( tutti indi-stintamente anche coloro i qualihanno abbandonato il gruppo)ed infine i due allenatori cheanch'egli tra tante difficoltàhanno collaborato alla perma-nenza in Seconda Categoria. Perquanto riguarda la prossima sta-gione calcistica è prematuro ini-ziare a fare delle prospettiveanche se non si esclude qualcheuscita di scena e il ritorno diqualche imprenditore locale chein passato ha già ricoperto ruolinella società Viola regalandograndi ambizioni è sfiorandoaddirittura il salto nel campiona-to di Promozione . Sicuramentegià dai primi mesi di giugno siconosceranno coloro che guide-ranno la squadra locale nel pros-simo campionato cercando dimantenere sempre in vita il calcioa Mammola. N. B.

Si programma il futuro

Coni Calabria, Praticò: "Salviamo lo sport dalla crisi"

Conosciuto il responso del voto on-line ed in attesa di quello della giuriadi qualità, la redazione di StadioRadioha ufficializzato la location in cui siterrà il nuovo appuntamento con ilPremio StadioRadio. Sarà infatti ilComune di Bovalino ad ospitare lamanifestazione che premia i miglioridel campionato di Eccellenza, unritorno tra “le mura amiche” dopo ledue edizione di successo a GioiosaJonica, e Sersale lo scorso anno. Lamanifestazione che segna la sua quin-ta edizione, si terrà Sabato 15 Giugnoa partire dalle ore 21:00 in PiazzaCamillo Costanzo e vedrà il Patrociniodella Provincia di Reggio Calabria,dell'Amministrazione Comunale diBovalino oltre chiaramente che dellaLega Nazionale Dilettanti - ComitatoRegionale Calabria. Inoltre laredazione ha inteso dedicare questaquinta edizione al compianto EugenioCuzzocrea, Assistente capo presso ilCommissariato di P.S. di Bovalinooltre che Commissario di Campo dellaFIGC, scomparso prematuramente asoli 46 anni lo 17 Febbraio.

lr

Stadio Radio: i“migliori”

dell’Eccellenza verran-no premiati a Bovalino

in Piazza Costanzo

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BIBLIOTECA MERIDIONALISTA

SAN LEO, un santo irregolare

BRUNO GEMELLI

UN PAMPHLET DELLO SFERICO PASQUINO CRUPI

Durante il mio lungo soggiornonella Locride ho sentito spessoripetere il seguente calembour:«Eu, fratima Leu, fratima Micu eio cchi tu di dicu». Traduzione:«Io, mio fratello Leo, mio fratel-lo Domenico e io che te lo dico».Il significato? Non l'ho maisaputo. Forse si vuole lanciareuna sorta di “armiamoci e par-tite”. Insomma, un qualcosa chetrasmette un senso di solitudine ed'impotenza. Per dire - azzardoancora - che si è sempre in pochiad affrontare un'impresa. Comenelle viscere del libro, che storecensendo.

Nello scioglilingua compaionodue nomi di battesimo molto dif-fusi da quelle parte.Specialmente Leo nella fasciache va da Africo a Melito PortoSalvo, entroterra compreso,dove è custodito il fuoco delladevozione. San Leo è il santoprotettore di Bova, cittadina dicultura grecanica, ed è povero (ilsan Leo ricco è co-protettoredella Repubblica di San Marinoinsieme, appunto, a San Marino).E poiché trattasi di un santopovero l'aureola ha attirato l'at-tenzione di Pasquino Crupi cheha licenziato in questi giorni unpamphlet dal titolo che non las-cia dubbi: “SAN LEO un santooperaio” (Ed. Città del Sole,Reggio Calabria). Pasquino Crupi, a differenza diGiuliano Ferrara che si definisceun “ateo devoto”, declina il suostatus spirituale chiamandosi“cristiano senza chiesa”. I suoirapporti con la fede e, quindi,con la pietà popolare sono statimediati dall'affetto per suamadre che, a sua volta, eradevota alla Madonna dellaMontagna, la Regina di Polsi. E con questo argomento l'Autoreha preso confidenza, intesa comeapprofondimento e conoscenzaumana al di là degli archetipi,con il superiore del Santuario diPolsi, don Giosafatte Trimboli al

quale lo stesso Crupi ha dedica-to il bellissimo libro, LaMadonna di Polsi (ReggioCalabria 1996). Dunque, San Leo, per dirla conun linguaggio contempoaraneo, èun santo di serie C. Così come loè tutta la Bovesia, secondo alcuniparametri sbrigativi. Che fa direall'autore “Al di fuori dellaChiesa non v'è salvezza, e non c'èneppure santità. Non c'è santità senza investiturapapale. Per questo spesso le ger-archie ecclesiastiche hanno inter-posto i loro buoni uffici a favoredella canonizzazione dei Santi,venuti dal popolo, come, infatti,monsignor Dalmazio D'Andrea,vescovo di Bova dal 1856 al 1870,che rivolge supplica al papa PioIX perché sia data «rituale can-onizzazione» a San Leo di Bova:«Genuflesso ai piedi di Vostra

Santità mi do a implorare la par-ticolare grazia di una specialeBolla per supplire a quanto l'an-damento dei tempi non ha potu-to constare e solennemente sta-tuire sul riguardo del prode S.Leone»”. C'è anche da ricordareche la Chiesa, cioè la Santa Sede,nella Locride ha mandato quasisempre monaci e frati a gov-ernare le anime. Da Perantoni aTortora a Fiorini Morosini, senzacitare i precedenti presuli. Forseperché il saio è il vestito piùappropriato per portare pazien-za. E rassegnazione.In fondo, tornando al libro, è unaquestione di cuore. Sicchél'Autore disegna un profilobiografico così concepito: “Nullalasciò di scritto il monaco basil-iano Leo e nulla di quel che dissee praticò fu tramandato attraver-so la parola scritta.

Il suo nome passò di casolare incasolare, di tugurio in tugurio, dicapanna in capanna, nella for-nace ardente dell'emigrazione,nelle processioni di dolore, cheogni anno fanno tornare unito ilpopolo di Bova, il popolo diformiche, che la storia avversadisperse per le vie d'Italia,dell'Europa, del mondo. E vive perenne sulla bocca ditutti i diseredati, gli sventurati, glisciagurati, gli infelici, i poveri, iquali, non sapendo che è loro ilRegno dei Cieli, ne sognano ilraggiungimento, mettendosidietro il Santo operaio”.La genesi, per Pasqino Crupi,studioso sferico e gregoriano, èquesta: “San Leo tra i santi italo-greci è l'unico a non avere il priv-ilegio di un Bios. Il che ne rendedifficile una collocazione docu-mentata e precisa nella storia

del basilianesimo. E gli storicistentano a raccontare San Leo. L'agiografia non è fedele, comela storiografia, del resto. C'è,dunque, chi vuole che San Leofosse vissuto nel V secolo, chi nelcorso del secolo X, chi nel corsodel secolo XI. Questione inestri-cabile. Nacque dalla famiglia deiRosaniti, boscaioli, in un villag-gio sulle cime dei montidell'Aspromonte orientale, situa-to sulla destra del torrenteAposcipo che prende inizio daipicchi di Montalto e si riversa avalle con il nome La Verde, sfo-ciando nel mare Jonio nelle vici-nanze di Africo Nuovo lungo lastatale 106. La sua vita, per come emerge daun manoscritto settecentesco del1774, sfuggente ad ogni ricog-nizione scientifica,Compenduium gloriosae et san-tissimae vitae, et mortis sanctiLeonis civis et patroni civitatisBovae , si squaderna secondo loschema tipico delle vite dei santi:i segni premonitori della santitàfin dall'infanzia; l'isolamentonella preghiera e nell' estasi mist-ica; il disvelamento dellavocazione; il desiderio di farsimonaco e di seguire Gesù; lalotta contro il Diavolo; le autop-unizioni corporali; i miracoli”.Naturalmente non c'è unanimitàsu tutto, altrimenti che calabresisaremmo? San Leo, che- questolo ho già detto- è patrono diBova e compatrono dell'arcidio-cesi di Reggio, che ora com-prende anche Bova, viene cele-brato il 5 maggio dai bovesi, magli africesi (africoti), per dis-tinguersi dai bovesi, amanosolennizzarla dopo sette giorni, il12 maggio. Guerra di San Leonon c'è. Dopo tutto, anche se èun Santo immagino che si com-piaccia, unico al mondo, d'esserefesteggiato due volte. E anche ibovesi e gli africesi dovrebberoandarne fieri.

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CULTURA E SOCIETÀ

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Anticipiamo, per gentile concessione, l’intro-duzione del giornalista e scrittore GiovanniLugaresi al saggio di Francesco D. Caridi Lachiarezza della parola come supremo scopo–Prezzolini in un carteggio inedito (sarà editoquest’anno da una nota casa fiorentina), cheracconta da una singolare visuale, grazie aduna estesa documentazione originale consul-tata dall’autore in due anni di lavoro, lastraordinaria avventura novecentesca diGiuseppe Prezzolini, il mitico fondatore deLa Voce e poi professore alla ColumbiaUniversity di New York morto a cento anninel 1982 a Lugano, che si fece mallevadoredei migliori ingegni del suo tempo (da Crocea Gobetti, da Papini a Giovanni Amendola,ed altri che fecero con lui la storia culturaledella Nazione), attraversando il XX secolo, diqua e di là dell’Oceano, con una vasta produ-zione giornalistica e saggistica e lunghe rela-zioni epistolari con celebri intellettuali, a cuila storiografia conferisce ancora una grandeimportanza (l’archivio di Prezzolini è custodi-to alla Biblioteca cantonale di Lugano, i suoivari carteggi sono pubblicati dalle romaneEdizioni di Storia e Letteratura).

Giovanni Lugaresi, ravennate, risiede inVeneto, giornalista professionista e saggista,per un trentennio nella redazione de IlGazzettino, collaboratore di varie testate, trale quali L’Osservatore Romano, RadioVaticana, Gazzetta di Parma, Giornale diBrescia. Presidente onorario del “Club dei 23di Roncole Verdi”, l’associazione culturaleche si occupa della diffusione dell’opera diGiovannino Guareschi, ha pubblicato perRizzoli Le lampade e la luce. Guareschi: fede eumanità. Amico di celebri figure della culturadel 900, tra i quali il poeta Marino Moretti(del quale ha curato la pubblicazione di liri-che inedite nell’Almanacco dello Specchio,Mondadori) e lo scrittore GiuseppePrezzolini (da lui ricordato ne La lezione diPrezzolini, Neri Pozza); memorialista (Lettereruggenti di Marinetti a Francesco BalillaPratella, Osservatore Politico Letterario;Anarchico il pensier..., Neri Pozza).

«Una prosa essenziale e limpidissima»La chiarezza della parola deriva dalla chiarez-za delle idee, cioè di quel che si pensa e sivuole poi esprimere. Quella chiarezza che fuuno degli elementi caratterizzanti la vita, l’o-pera di Giuseppe Prezzolini, la troviamo oraprecisa, puntuale, tempestiva in questo saggiodi Francesco D. Caridi, il quale va ben al di làdi quanto il sottotitolo del libro possa far pre-sagire.Ha attinto sì all’archivio del Borghese per let-tere (inedite) del fondatore e direttore dellaVoce; ha del pari attinto però a una vasta earticolata gamma di pubblicazioni: articoli digiornale, saggi critici, pagine di memorialisti-ca varia, nonché a testimonianze dirette dipersonaggi vari, per imbastire un discorso chedal tempo della Voce fino alla morte diPrezzolini si presenta di vivissimo interesse.Un contributo a conoscere (e a capire), oltreal protagonista, uomini, idee, eventi dellanostra storia nazionale.Per cui, ne è uscito un libro che è un vero eproprio viaggio nella lunga esistenza dell’ul-tracentenario scrittore (e nella storia): libro disintesi, ma esaustivo e perciò godibilissimoper il lettore-viaggiatore accompagnato daCaridi. Il quale, poi, sa ricreare momenti,atmosfere, e approfondire psicologie, operareopportuni accostamenti fra personalità affat-to diverse. Si legga al proposito il passo ine-rente la fede in cui a Giuseppe Prezzoliniviene accostata Oriana Fallaci: passo di acutaosservazione e di toccante constatazione,

forte e delicato, in virtù anche di una prosasempre tesa all’essenziale, e limpidissima nelsuo scorrevole dipanarsi.Il lettore disinformato, ma non per questodisinteressato, resterà assai sorpreso nell’ap-prendere dei rapporti fra Prezzolini e uominidi cultura, pensatori, letterati, storici, artisti,politici, sì del suo tempo, ma anche della suc-cessive generazioni. Scontati i nomi di Croce,Gentile, Gramsci, Salvemini, del liberaleAmendola (Giovanni); meno scontato quello,per esempio, dell’altro Amendola, Giorgio,comunista, ma, come il padre, non privo diquella intelligenza che prevale sulle passionidella militanza, di quell’umanità che sa preva-lere (superare) sull’ideologia.Naturalmente non mancano i personaggi piùdirettamente legati al Borghese, come ClaudioQuarantotto, per esempio, o Gianna Preda;naturalmente, Indro Montanelli, il fondatoreLeo Longanesi e il suo successore alla guidadel settimanale della destra italiana, MarioTedeschi. Che, abituati a leggerlo a livello diinterventi politici, forse si resterà meravigliatida quel caldo senso di affetto emergente inpiù di una sua lettera al collaboratore numerouno della rivista, cioè Prezzolini; non di meno,dall’umiltà dimostrata, sempre al suo corri-spondente, per talune scelte compiute ritenu-te in seguito sbagliate.Ad emergere, da ultimo (ma non ultima),nella sua interezza così chiara, e priva di equi-voci, è la dirittura di Prezzolini, cioè una“schiena dritta”, una fedeltà alla coscienza,uno spirito di libertà e di indipendenza che loavrebbero portato inevitabilmente alla solitu-dine, vissuta, sofferta, certamente, ma nellaconsapevolezza che nulla ci è dato gratuita-mente (soltanto la grazia divina è un donogratuito, nella concezione prezzoliniana).Ed essere liberi, sempre, comunque, dovun-que, costa un alto prezzo. Quel prezzo diincomprensioni, avversioni, denigrazioni, daparte di tanti, che Prezzolini non esitò a paga-re. È questo, alla fin fine, che resta impressonel lettore non prevenuto, non ideologica-mente contaminato.Perché, se si può non concordare con le anali-si, i giudizi, le opinioni dello scrittore fiorenti-no, si deve però riconoscergli, oltre a una spic-cata intelligenza, una capacità di cogliere ifatti, i fenomeni della storia, nonché del pre-sente, con un senso critico raro, ed una origi-nalità di riflessione straordinaria.Veramente, in lui, la chiarezza della parolaera espressione della chiarezza delle idee.Come si evince, una volta girata l’ultima pagi-na del testo di Caridi.

Giovanni Lugaresi

Verrà posata sabato primo giugno, alle ore15.00, la prima pietra, benedetta da sua santitàil papa Francesco, del santuario della Madonnadello Scoglio, a Santa Domenica di Placanica.L’annuncio è stato dato martedì scorso, dopo lecelebrazioni presiedute dal vescovo della dioce-si di Locri – Gerace, monsignor Morosini, perl’apertura del mese mariano, avvenuta proprioallo Scoglio. L’emozionato Fratel CosimoFragomeni, fondatore dell’opera mariana notain tutto il mondo, ha elevato una preghiera allaBeata Sempre Vergine Maria e ha ricordato cheil santuario «Sarà degno della Madonna e ditutti i suoi devoti». Si da risposta, così, al desi-

derio della Madre di Dio e Madre nostra che,nel lontano 1968, apparendo sullo Scoglio, sirivolse a Fratel Cosimo, e gli disse: «Ti chiedo ilfavore di trasformare questa valle; ßqui deside-ro un grande centro di spiritualità, dove leanime troveranno pace e ristoro. In questoluogo, Dio vuole aprire una finestra verso ilcielo; qui, per la mia mediazione, vuole manife-stare la Sua misericordia!». Lo Scoglio, in que-sti anni, come ha espresso il vescovo Morosini,è divenuto «Un luogo di riconciliazione con ilSignore». Basti, effettivamente, pensare allemigliaia di confessioni che i sacerdoti, ininter-rottamente, compiono, presso il santo luogo,

Ormai da tempo, in provincia di Reggio e non solo, siassiste ad una situazione drammatica sul piano dellarappresentanza politica, dello sviluppo locale, del coin-volgimento sociale e culturale, ma, in un contesto quasiesclusivamente negativo c'è qualche segnale confortan-te che giunge da dove meno te lo aspetti. I centri tra vir-golette minori, quelli interni, spesso etichettati con epi-teti stucchevoli e luoghi comuni di ogni sorta, si stannoinvece dimostrando ultimo baluardo di una civiltà chepare voler scomparire sotto i colpi di una massificazio-ne incolore ed insapore rilegata in una marina ormaisempre più devastata. Uno dei casi più eclatanti diesempio positivo esportato anche oltre i confini regio-nali è, al momento, quello rappresentato da Bova, dacirca un decennio nel Club dei Borghi più Belli d'Italiae dallo scorso Febbraio tra i 21 Gioielli italiani certifica-ti dal Ministero per gli Affari Regionali, il Turismo e loSport. Riconoscimenti a parte, a Bova ormai da circadue anni si sta assistendo ad un massiccio rilancio delcomparto culturale, con un incalzare di iniziative legateal mondo dell'editoria, alla convegnistica ed alla cultu-ra più in generale. Ma nell'attività di rilancio, grandespazio è riservato, e non poteva essere altrimenti, alcomparto turistico che, soprattutto ultimamente hafatto registrare un boom di presenze legate alle uscitescolastiche. L'attenzione riservata ai giovani delle scuo-le fa segnare un importante svolta in un percorso di cre-scita che evidentemente punta sulla comunicazionedell'immenso patrimonio di Bova ai più giovani, coniu-gando l'aspetto turistico a quello della divulgazione deimessaggi positivi all'esterno. Il successo delle iniziativemesse in campo è testimoniato dall'enorme cassa dirisonanza generata a livello non solo regionale, con il

nome di Bova entrato ormai nell'immaginario colletti-vo come sinonimo di cultura, turismo e qualità dei ser-vizi. Attività amministrativa e lungimiranza a parte, cisembrava doveroso evidenziare un dato importante cheva certamente in controtendenza con quanto attual-mente è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. Segnaliconfortanti che da un lato consegnano a Bova il testi-mone di portavoce di un'intera provincia, dall'altropotrebbero, ed è nella speranza di tutti, generare unpositivo effetto emulazione in tante piccole realtà peri-feriche, dalle quali si attende la spinta per un salto diqualità ormai non più rimandabile.

Eleonora Iaria

E il primo giugno verrà posata la primapietra del santuario della Madonna delloScoglio benedetta da papa Francesco

Migliaia i pellegrini aSanta Domenica perl’undici maggio

ANTICIPAZIONI TRA CRISI E SEGNALI POSITIVI

Giovanni Lugaresi introduceun saggio di Francesco D.Caridi su Prezzolini

Uno spiraglio di luce giunge da dove meno te lo aspettiL'esempio di Bova, vademecum per lo sviluppo locale

AL MIO CARO ZIO MIMMODovevamo essere pronti, ma non si è mai preparati per certe cose,e così quando come un angelo in silenzio hai messo le grandi aliper il tuo lungo viaggio ci siamo ritrovati persi, smarriti. Avevi unsolo desiderio, uno solo, trascorrere la tua vita più a lungo insiemealla tua dolce Maria e ai fantastici Carmelo e Stefania ma loSpirito Santo aveva altri progetti per te, progetti a cui non ci sipuò sottrarre. Adesso più che mai ricordo tutti i bei momenti pas-sati insieme e il caloroso affetto con il quale sei stato vicino a tuttinoi, un affetto straordinariamente grande, capace di coinvolgermie farmi sentire davvero un nipote. Con quelle grandi ali sei volatovia leggero come un soffio di vento. Sentirò per sempre la tuamancanza

Giuseppe Linarello

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Mario Nirta. Scrittore, giornalista e com-mentatore politico. Uno scrittore di SanLuca che secondo i critici è uno dei miglio-ri talenti tra quelli dell’ultima generazionedi penne calabresi.Possiede uno stile di scrittura chiaro e spe-dito, non dà troppa importanza agli inse-gnamenti degli autori del passato, ed è pro-prio questa sua peculiarità che lo portaquasi a dialogare con i lettori, anche quelliche lo apprezzano in particolare per l’indi-pendenza intellettuale, lo spirito battaglie-ro e laico. Non si tira mai indietro.Dopo la pubblicazione e il successo ottenu-to dalle sue precedenti opere, ha dato allastampa il suo ultimo lavoro, Su e giù per la

storia. La presentazionedel libro è stata orga-nizzata giorno 18 mag-gio dall’associazioneculturale “NuoviOrizzonti” ad Africopresso il CentroPolifunzionale. Si trattadi una satira pungente,ma che rispecchia larealtà. Il modo in cuitratterà l’argomento èquello «di un uomolibero che non apparte-

nendo a partiti politici, mafie, chiese,camarille e botteghe varie, e non avendoalcun interesse da difendere, propone isuoi personaggi per quello che sono e sidomanda come mai imperatori comeCaligola e Nerone, che furono i più amatidal popolo romano, ci siano stati traman-dati come dei mostri». Naturalmente, il demerito è di quella scuo-la italiana che, infarcita di retorica, s’è pro-posta di annullare le capacità critiche deisuoi alunni, in buonissima parte riuscendo-ci. L’autore descrive i vari personaggi dellastoria, religiosi, letterati e politici. DaCaino e Abele fino a quelli della storiaromana. Non aspettatevi un messaggio tra-dizionale di quelli tramandati dai sussidiariscolastici ma tutto l’opposto. Infatti l’auto-

re sostiene che la storia che ci è stata tra-mandata dai libri è inattendibile perchéscritta da uomini di parte. Vi proponiamoun esempio di questa sua visione atipicadel mondo. Il brevissimo estratto parla della Bibbia edi Caino: «Noi, anche se ne dubitiamo for-temente, non sappiamo se la Bibbia siastata davvero ispirata direttamente daDio… In ogni caso, a leggerla, il meno chese ne deduce è che l’uomo non nacquesotto buoni auspici. Anzi, ne nacque sottopessimi per colpa d’Adamo ed Eva, chemangiarono la fatidica mela, e di Cainoche, tanto per divulgare subito i futuri pro-grammi dell’umanità, uccise il fratello. Echiaramente, con tali presupposti, c’è pocoda meravigliarsi se la Terra è quella che è».Mario Nirta, Caino, in id. Su e giù per la sto-ria, BookSprint edizioni 2013.

nei consueti pomeriggi di preghiera del merco-ledì, del sabato e della domenica ma, anche,nelle ricorrenze particolari e/o speciali, come iprimi sabati i ogni mese, il 10 e 11 febbraio e il10 e 11 maggio. Quest’ultima data, la più spe-ciale e importante dell’anno, allo Scoglio, ricor-rendo l’anniversario della prima apparizionedella Madonna, ha richiamato, mediamente,cinquantamila pellegrini. È iniziato, infatti, e siproseguirà fino ad ottobre, l’incontro giornalie-ro di preghiera con il Santo Rosario. Dalle ore19.00, assieme a Fratel Cosimo, i pellegrini siritrovano di fronte allo Scoglio benedetto, perelevare la preghiera tanto gradita alla

Madonna. Ogni mercoledì, sabato e domenica,inoltre, al termine delle sacre funzioni e, in par-ticolare, dopo la preghiera d’intercessione diFratel Cosimo, ha sempre luogo una breve masuggestiva fiaccolata con la statua dellaMadonna in processione. “Il futuro radioso cheattende quest’opera mariana” – ha dichiaratouno dei tanti sacerdoti provenienti dall’Austriae da altri paesi europei ed extraeuropei – “avrà,quale momento storico, la posa della prima pie-tra del santuario che, sicuramente, rappresen-terà un momento importante di valorizzazioneanche della vostra bella terra di Calabria.”

Giuseppe Cavallo

Mario Nirta ad Africo,con il suo ultimo lavoro“Su e giù per la storia”

RUGGERO BRIZZI

Facebook, come tutti i social network,avrà migliaia di difetti, ma certamentetra gli altrettanti numerosi pregi ha, dallasua, la grande capacità di ridurre ledistanze geografiche ed entrare facil-mente in contatto con importanti espo-nenti della scena pubblica in tutto ilmondo. Letta la notizia che tra i candidati allapoltrona di sindaco di New York, vi fosseun calabrese (di Mammola (RC) per laprecisione) ho cercato e trovato il suoprofilo facebook e ho provato a richie-dergli se fosse stato possibile scambiarequalche battuta sulle sue origini, cercan-do di conoscere meglio la persona di SalAlbanese. Non con poca sorpresa, dopo qualchegiorno l’italoamericano Sal, mi risposeaccettando tutto e dicendomi che erarimasto felicissimo per il contatto ricevu-to dalla sua terra di origine.

Nato a Mammola nel 1949, Sal si trasferìcon la sua famiglia a Gioiosa Ionica,dove abitò fino all’età di 8 anni. Nel 1956il sogno americano si impossessò dellementi, delle braccia e delle capacità dimolti nostri corregionali, compresa la

famiglia Albanese che emigrò verso laGrande Mela. Di seguito riportiamo l’intervista alnostro corregionale, sperando possaraggiungere una delle poltrone piùambite al mondo. Salve Dott. Albanese. Innanzitutto gra-zie per aver accettato la nostra richiestad’intervista.Nella locride una notizia così alimentasempre quel senso di affermazione per-sonale e di “possibilità di farcela” chemolto spesso manca per una sfiducianei mezzi che sta divenendo ormaistrutturale.Lei è partito da Gioiosa a 8 anni, chericordi ha di quei luoghi? Sia Gioiosa Ionica che Mammola ave-vano delle meravigliose colline! Con la

mia famiglia trascorrevamo parte dell’e-state in una piccola villetta a Marina diGioiosa Ionica. Non posso dimenticare ilblu limpido e forte del bellissimo marJonio nè i tanti giochi fatti in riva ad esso.

Ha ancora dei contatti e dei collegamenticon la sua terra d’origine???Sono tornato in Italia diverse volte.Alcuni anni fa ho portato mia madre arivedere i suoi familiari e l’intenzione èquella di visitare nuovamente in futuro lamia terra d’origine. Presta attenzione alla politica italiana esegue le vicende che riguardano laLocride??Sì, faccio molta attenzione alla politicaitaliana e per quanto riguarda la locrideè chiaro che, come per tutta l’Italia meri-dionale, questa fetta di territorio non haricevuto investimenti seri e mirati daparte del governo centrale. La pessimagovernance centrale è certamente unodei motivi principali del declino econo-mico, sia in America che in Italia. Speroche entrambi i paesi riescano a governa-re meglio. La mancanza di investimentiin Calabria si è tradotta in mancanza diopportunità e questo, in poche parole, èstato il ritornello del sud italia per un

tempo molto lungo che purtroppo nonpare essere stato ancora superato.Quale é la tua esperienza politica fino adoggi?Sono stato un insegnante per 11 anni.Dopo sono stato eletto al Comune. Holavorato al comune per 15 anni e sonostato candidato nel 1997. Ho perso. Daallora, ho lavorato privatamente comeavvocato e consulente finanziario. Almomento sto rientrando in politica e micandideró come sindaco.Quale sono gli obiettivi della sua campagnaelettorale?Da immigrato, sono stati i servizi che lacittà di New York ha offerto (scuola, pro-grammi sportivi, biblioteche) ad aiutarela mia famiglia ad elevarsi dalla classeoperaia alla classe media. Voglio diven-tare sindaco per dare queste stesse possi-bilità alle generazioni future e penso diessere il candidato più qualificato permigliorare le scuole e creare nuovi postidi lavoro per i newyorkesi.

INTERVISTA a Sal Albanese, candidato a sindaco di New York

La mia infanzia a Mammola

È nato il circuito CALABRIASONA che è statopresentato ufficialmente alla stampa il giorno 11aprile 2013 presso la sala Calipari del PalazzoCampanella, sede del CONSIGLIOREGIONALE a REGGIO CALABRIA.Il crescente successo della tarantella e della musi-ca popolare calabrese, ha reso possibile la nascitadi CALABRIASONA, movimento culturale ded-icato alla musica popolare che, tra luglio e agosto,attraverserà le principali piazze della Calabria. CALABRIASONA si compone di una serie coor-dinata di eventi e festival. I concerti di musica popolare, nelle varie piazzedella Calabria, saranno supportati da attrazionicollaterali specifiche a seconda del territorio incui si svolgerà il singolo evento. Si passerà quindi dai corsi di ballo e strumenti

tipici all'etno-gastronomia, da convegni tematici amostre fotografiche. Ogni piazza ed ogni eventosaprà caratterizzarsi mettendo a fuoco una speci-fica attitudine e/o tradizione del luogo.Il successo della musica popolare “Made inCalabria”, è un fenomeno che coinvolgere ormail'intera regione e rappresenta la vitalità di unSUD vincente e non subalterno.Nel corso degli ultimi anni la “musica popolarecalabrese” ha conquistato spazi, acquisito credi-bilità, ottenuto consensi tali da trasformarsi in unvero e proprio movimento popolare e culturale.Attraverso la sua “Musica”, la Calabria si è ritagli-ata una importante possibilità di sviluppo eco-nomico e turistico oltre all'opportunità diottenere “concreta e sana visibilità” in ambitonazionale.

Un movimento culturaleper la musica popolare

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The Voiceof Siderno

A spasso sul lungomare

InfiltratiNapoletani

I belli del barHelios

Un saluto agli amici dela Riviera

Parlandodi...

Martone gran cuccagna

Messaggi temponel di Daniela Ferraro

DOMENICA 12 MAGGIO 2013 LA RIVIERA 30

Dalla Calabria fuggonotutti, anche lei ci ha

abbandonatiTris di re

La nostra Daniela Fe alcuni suoi alunni della IV

TIEL del professionale di Locri

OMAGGIO A BOVAUna regina vide,pose i bei fianchi,sul monte Vuasue genti greche e armenti….

Sospira il tempolungo i tuoi pii uliveti,stupisce il guardolussureggianti amplessi.Urto di genti,normanni e saraceni,-dei basiliani indelebile l’orma-resisti grecadentro eterna favellae augusta svetti,nelle pupille il cielo.

Sprazzi di azzurro tra lo stormire lussureggiante delle fronde, turchine esplosioni dove gli alberi diradano metten-do più a nudo la strada che corre, tortuosa, verso l’abbraccio del monte Vua. Ed ecco Bova, cuore pulsante del-l’area grecanica, dove così sottile appare il diaframma tra il sogno e la realtà.

Dentisti Associati

Non riconosco la mia Siderno

La nostra città sotto tutti i punti divista; amministrativo, politico esociale sta decadendo. Tutto vacontrocorrente, tutto peggioraanno dopo anno e nessuno siassume la responsabilità di evitareciò, basterebbero solo un po’d’impegno e amore per la propriacittà.

Divieto di transito

In pieno centro e nell’orario di punta ecco che passa l’ennesimo camiondopo aver scaricato i rifiuti a Casignana. Questi mezzi non potrebberodisturbare con il loro olezzo le passeggiate su Corso della Repubblica egli acquisti della Locride. Invece non curanti di prescrizioni e norma,che gli imporrebbero di transitare la mattina presto, ad ogni ora eccolicomparire. Si sentono a chilometri di distanza e se anche non li vedete,sicuramente ne riconoscerete l’odore.

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la Riviera

La Calabria quando “conta” Buon compleanno al piccoloGiuseppe.

Tanti auguri dai Pino eRosetta e dallo zio Marco

Chiamatemi Marley, Bob Marley!!!

di Filomena Cataldo

Le Anaconde sono i serpenti più grandi delmondo,infatti possono crescere fino a pesarequasi 230 chili. Sono carnivori e la durata mediadella loro vita in libertà è di 10 anni circa.Possono raggiungere una lunghezza variabile daisei ai nove metri ed un peso che si aggira intornoai 230 chili. Durante la riproduzione diversimaschi formano un groviglio intorno alla femmi-na che può durare anche 4 settimane. Appartienealla famiglia dei boa, e l’anaconda verde del SudAmerica è, per categoria di peso,il più grosso rap-presentante della famiglia. Può raggiungere unalunghezza di 10-12 metri, pesare più di 230 chilo-grammi e avere una circonferenza di oltre 40 cm.Le femmine sono notevolmente più grosse deimaschi. Altre specie di anaconda provengonotutte dall’America Latina, sono tutte più piccoledi quella verde, e sono la varietà gialla, la macu-lata e la boliviana. Vive nelle paludi, negli acqui-trini e in lenti corsi d’acqua, principalmente nelleforeste pluviali tropicali dell’Amazzonia edell’Orinoco. Sono pesanti e impacciate sulla ter-raferma,ma furtive ed agili nell’acqua. Hanno gliocchi e le cavità nasali posizionate nella partesuperiore della testa, in modo da poter rimanerequasi completamente sommersi in attesa dellapreda. Si nutrono di maiali selvatici, capibara,cervi,uccelli, tartarughe, caimani e perfino gia-guari.L’anaconda è un rettile costrittore, avvolge leprede con il proprio corpo muscoloso stritolando-le fino all’asfissia. Le mascelle sono tenute insie-me da legamenti elastici che gli permettono di

inghiottire la preda intera, senza curarsi delledimensioni, e dopo un grosso pasto può rimaneresettimane o mesi senza cibo. L’anaconda femminaconserva le uova nel proprio apparato, all’internodel corpo, può dare alla luce 20 o 30 piccoli vivi.Spero di essere stato esaudiente e concludo conquanto scritto dedicando queste informazioni almio amico Sebastiano Pennisi, con l’augurio diamare non solo i serpenti, ma tutta la natura.

AbbraccioAntonio Diano

Tantissimi auguri, cucciolanostra, per il tuo primo com-pleanno, sei la nostra princi-pessa. Dalla mamma, papà,nonni e zii e dalla tua cuginet-ta Gabry ti sta sempre vicino

nostra Daniela Ferrarocuni suoi alunni della IV del professionale di Locri

L’ANGOLO DEGLI ANIMALI

Anaconde, i serpenti più grandi del mondoLoqui e Sproloqui

La legge del pipistrello

DOMENICA 12 MAGGIO LA RIVIERA 31

Dentisti Associati

Armata Terribile

Con la morte di Giulio Andreotti si perdedefinitivamente il capro espiatorio dellanostra giovane e allegra “democraziaimperfetta”. Imperfetta, ormai, da quel lontano 18aprile 1948 quando ebbe inizio l’egemo-nia democristiana come elemento centra-le dell’assetto politico dello Stato, cuiavrebbe fatto riscontro l’egemonia delPartito comunista tra le forze di opposi-zione. Settanta anni di storia italiana incui la legge del pipistrello è stata l’unicalegge capace di far nascere una nazione,di provocarle dei mali e renderla, comun-que, dipendente dal proprio sistema percui mai furono importanti gli occhi quan-to le orecchie. Mai la Repubblica quantolo Stato del Vaticano. In un paese di santilaici, fa ben sperare che il diavolo abbiabevuto l’acqua santa. Nella speranza che si sia redento, intanto,si moltiplicano i minuti di silenzio. E nonper onorare il lutto politico ma perché ilsilenzio è cosa buona e giusta. Se nonmoriremo democristiani, ammettiamo

pure di andarci molto vicino. Ed ammet-tiamo anche che, secondo gli antichi sape-ri, nel mezzo vi è la giusta misura.

I cittadini appaiono menefreghistie alcune volte omertosi ( parolaforse molto grossa).Quest’atteggiamento fa si che lacittà sia non unita, con poca voglia(direi ascendente)di far rinascereun ambiente che è diventato cosìdisastroso, invidiata da tutti la villacomunale e il lungomare ormai

fatiscenti, le ville color grano, unavolta verdi e il “Corso Garibaldi”abbandonato. Non dovremmoessere accomodanti e accettare insilenzio tutto questo. Che peccato! Per non andare alla deriva chequasi lo siamo, ci vorrebbe un’or-ganizzazione più severa! Gli albe-

ri piantati della “Via Amendola”dalla precedenteAmministrazione, sono tutti sec-chi che a vederli mi piange ilcuore! La natura che muore! Carissimo Prefetto oCommissario, so che i suoi impe-gni sono tanti e di varia natura esicuramente non molto semplici

ma la bella stagione è alle porte,ed io vorrei e con me altri cittadi-ni rivivere, respirare, la città comeuna volta ridente, ordinata e puli-ta. Credo non ci voglia molto!Infine una nota rivolta ai giovani:Abbiate rispetto perché la città èsoprattutto vostra!

Giuseppe Belligerante

Page 32: Né ministro né viceministro né sottosegretario. E nep ... filesuperbi ossimori della letteratura occidentale, inven-tando la guerra umanitaria, ben degna del Kosovo. Si decade,