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1 PERIODICO QUADRIMESTRALE DELLA SEZIONE A.N.A. DI BRESCIA Fondato nel 1961 - Copie stampate 14.000 • In omaggio ai Soci • Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/2/2004 n° 46) art.1, comma 2, DCB Brescia ANNO 51 - N. 2 LUGLIO 2011 Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia gli alpini bresciani hanno dato vita ad una magnifica adunata sezionale

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PERIODICO QUADRIMESTRALE DELLA SEZIONE A.N.A. DI BRESCIAFondato nel 1961 - Copie stampate 14.000 • In omaggio ai Soci •

Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/2/2004 n° 46) art.1, comma 2, DCB Brescia

ANNO 51 - N. 2LUGLIO 2011

Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia gli alpini brescianihanno dato vita ad una magnifica adunata sezionale

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINISezione di Brescia

e-mail: [email protected]

Direttore Editoriale: Davide ForlaniDirettore Responsabile: Massimo Cortesi

Comitato di Redazione:Domenico Castelnovo, Franco Richiedei, Giuseppe Lamberti,

Gianpaolo Cazzago, Andrea Poisa

Autorizzazione provvisoria (Autorizzazione precedente)Tribunale di Brescia n. 25/1969 dell’1/10/69

Stampa: Centro Stampa QuotidianiVia dell’Industria 52 - 25030 Erbusco (BS)

Tel. 0307725511Abbonamento: 10,00 euro all’anno - contattare

la segreteria sezionale allo 030 2003976

SEGRETERIAProssimi appuntamenti sezionali

SETTEMBRE:4, Mazzano: 85° di Fondazione8, sede sezionale: Consiglio direttivo11, Monte Guglielmo: Alpinata in Gölem12, Coccaglio: Inizio Trofeo Cocchetti, gara

sezionale di bocce18, Clusane: 50° di Fondazione24, Coccaglio: finali Trofeo Cocchetti25, Molinetto: 75° di Fondazione

OTTOBRE2, Timoline: inaugurazione nova sede9, Vill. Sereno: inaugurazione nova sede13, sede sezionale: Consiglio direttivo15-16, PALAZZOLO S. OGLIO:

RADUNO DEL II RAGGRUPPAMENTO

NOVEMBRE10, sede sezionale: Consiglio direttivo19 Serata finale attività sportiva

DICEMBRE4 Pranzo auguri Prot. Civ.8, Ospitaletto: Memorial Marilena8, Sarezzo: 80° di Fondazione20, Sede sezionale: serata degli auguri di Natale

Prossimi appuntamenti nazionali

SETTEMBRE4: Pellegrinaggio solenne al Monte Pasubio4: Pellegrinaggio al Monte Bernadia (UD)18: Campionato Nazionale di tiro a segno a Vittorio

Veneto

OTTOBRE2: Pellegrinaggio al Sacrario dei Caduti d’oltremare a

Bari2: Campionato nazionale di corsa a staffetta a

Pederobba (TV)9: Madonna del Don a Mestre (VE)23: Riunione dei Presidenti delle Sezioni italiane a

Milano

NOVEMBRE26: Colletta alimentare

DICEMBRE11: S. Messa solenne di Natale in Duomo a Milano

Quando i Gruppi organizzano eventi culturali e/osportivi, è facile che gli sponsor versino loro somme incontanti o per bonifico bancario.

Non essendo attività commerciali e non avendopartita IVA, i Gruppi non possono emettere una fattura ouna ricevuta fiscale, finendo per dover rinunciare allasponsorizzazione e all’eventuale progetto. La Tesoreria dell’A.N.A. Nazionale, interpellata ciha risposto quanto segue: Se a fronte della donazione non viene chiesto nullain cambio (es. un servizio), potrà essere rilasciata una sem-plice ricevuta a favore del donante che servirà però esclu-sivamente a giustificare l’uscita della somma dalla suacassa.Per gli sponsor dedurre queste somme è abbastanza com-plicato, perché la legge pone dei limiti ben precisi e moltostretti, sia riguardo alla cifra che alla sua destinazione. Inogni caso questo è un problema che interessa esclusiva-mente lo sponsor.

Se invece la sponsorizzazione prevede da parte delGruppo una contropartita, che può essere anche la affis-sione di cartellone pubblicitario, occorre la Partita IVA edevono essere fatti tutti gli adempimenti autorizzativi etributari, tra i quali, il pagamento delle relative tasse.

Le stesse regole valgono se fa da tramite la Sezio-ne. Una volta espletati e rispettati tutti gli adempimentiprevisti, questa potrà consegnare al Gruppo parte del con-tributo o l’intera somma. Quest’ultima non può, però, es-sere assolutamente superiore ai 5.000 euro, limite previ-sto dalle norme antiriciclaggio in vigore. Il suggerimento che vi diamo è questo: rivolgeteviprima ad un commercialista locale; se è anche alpino (nondovrebbe essere difficile trovarne uno con questo requisi-to), potrete farlo anche a costi contenuti.In Segreteria è disponibile un promemoria che a suo tem-po (2 marzo 2010) era stato predisposto dalla sede nazio-nale e successivamente aggiornato.

Fausto Cazzanelli

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Una splendida adunata... made in Val TrompiaSolitamente una auto made in germany è sinonimo

di affidabilità e robustezza; un orologio made in suisse èsicuro che sia preciso; una macchina fotografica deve es-sere made in japan; da quest’anno possiamo dire che unaadunata di alpini dovrebbe essere made in Val Trompia.Si perché gli alpini di Pezzaze si sono superati nell’orga-nizzare questa adunata (che dovrebbe essere la n. 75 stan-do ai bollettini ufficiali e ai verbali del Consiglio).

La domenica che ha concluso la maratona alpinainiziata giovedì 2 giugno ha visto all’ammassamento piùdi 2.500 alpini, 150 gagliardetti della nostra Sezione, 16provenienti da altre sezioni, 11 vessilli sezionali (oltre alnostro erano presenti quelli di Bergamo, Valle Camonica,Monte Suello, Verona, Vicenza, Milano, Monza, Mode-na, Parma, Luino e Como).

Un successo sotto tutti i punti di vista, dagli splen-didi passaggi attraverso le frazioni medioevali di Pezzaze,sotto la torre di Mondaro, attraverso le gole fresche e umidesotto Stravignino, costeggiando il torrente Morina, finoalla maestosa Chiesa Parrochiale di S. Apollonio dove ilparroco don Giancarlo Pasotti ha celebrato la S. Messacon una omelia che ha richiamato le gesta e i sacrificidegli alpini lungo tutta la loro storia.

Questo grandioso avvenimento è iniziato alcunigiorni prima, con la S. Messa in suffragio degli alpini delGruppo andati avanti, poi la camminata al rifugio

Cascinelle, antica malga d’alpeggio rimasta per molto tem-po diroccata e ristrutturata dalle penne nere pezzazesi, finoalle mostre negli uffici della miniera, a ricordare che lagente della Val Trompia ha saputo trarre sostentamentodalla montagna, sia sulla superficie che nelle sue profon-dità, ovunque con sacrificio, lavoro e un forte senso deldovere.

Il sabato pomeriggio si è tenuta in paese l’inaugu-razione del monumento (ovviamente in ferro!) rappresen-tante un gruppo di alpini che cantano, “l’eterno canto” iltitolo della composizione, a ricordare che la musicalità èuna dimensione fondante dell’alpinità come il ricordo dichi è andato avanti, di chi è Caduto sui fronti di guerra, ilforte senso di appartenenza alla Patria tramite la simbiosicon le Truppe Alpine, degnamente rappresentate durantetutto il corso dell’adunata. Nel tardo pomeriggio si è svoltoil consueto incontro in comune con le autorità cittadine.Al termine dei saluti Angiolino Salvalai ha fatto dono allamunicipalità di una antica stadera, la bilancia a braccio,accolto con gioia se pensiamo che sul gonfalone del co-mune di Pezzaze ne è rappresentata una; forse anche ilnome Pezzaze ricorda il termine “Pesate” riferita proba-

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bilmente alla pesatura del minerale di ferro estratto dallaminiera, atavica presenza in questa comunità.

La sfilata della domenica si è conclusa nella chiesaparrocchiale, dove al termine della celebrazione eucaristicail Presidente Davide Forlani ha fatto notare con malcelatasoddisfazione come gli alpini siano sempre presenti nu-merosi a tutte le manifestazioni, anche quando si rendanecessario attraversare laghi, recarsi in città caotiche oinerpicarsi sui monti.

Dopo brevi indirizzi di saluto resi dal parroco, dairappresentanti del Comune e della Provincia, l’adunata èproseguita sotto la gigantesca tensostruttura che ha ospi-tato oltre 1200 persone convenute per il rancio a base dispiedo e di altre gustosissime specialità locali; tante le

autorità intervenute dal col. Garatti del Centro Documen-tale di Brescia, al cappellano capo delle Truppe Alpinedon Lorenzo Cottali, al Col. Bernardelli, alpino pezzazesedoc.

Nemmeno la pioggia pomeridiana (che la mattinaaveva risparmiato la sfilata, svoltasi sotto un bel sole) harovinato la bella manifestazione che gli alpini pezzazesihanno preparato con cura, prestando attenzione ad ogniparticolare, compreso l’efficientissimo servizio bus na-vetta che dalla strada provinciale ha portato le centinaiadi alpini fino in paese e che alla fine della giornata sottoun torrenziale diluvio hanno riaccompagnato agli abbon-danti e ben disposti parcheggi.

Tutto bene dunque, questa adunata vienedefinitivamente consegnata alla storia (quella alpina, na-turalmente); complimenti a tutti gli alpini di Pezzaze,capeggiati dal nostro Marziano Bregoli per questa me-morabile adunata. Una vera adunata made in Val Trompia!

L’augurio è che il successo di questa adunata possaessere ripetuto anche l’anno prossimo a Mairano, ai cuialpini va l’augurio di buon lavoro.

Franco Richiedei

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Sabato 4 giugno sono state inaugurate le due mo-stre che hanno fatto da cornicie e da supporto culturaleall’evento dell’adunata. Nei locali degli uffici della Mi-niera (purtroppo chiusa durante i giorni dell’adunata acausa di problemi legati alla gestione del parco minera-rio) hanno trovato degna collocazione i reperti e i cimeliprestati al Gruppo dal Museo storico della Sezione di Bre-scia, arricchita con alcuni gioielli messi gentilmente a di-sposizione dal Maggiore Guido Fulvio Aviani, veroappasionato e intenditore della Campagna di Grecia e Al-bania, alla quale la mostra era dedicata.

Il prof. Aviani (in effetti non è un professore, comeha precisato lui stesso, ma la sua preparazione e la passio-ne con la quale partecipa a questi eventi lo rendono pro-fessore di fatto, anche se non di nome) ha prestato al grup-po un manichino con una uniforme di un fante greco, pez-zo unico al mondo, che aveva suscitato persino l’interes-se del museo storico di Atene.

Al primo piano la mostra dedicata all’indimenticatoVittorio Piotti con l’esposizione di numerose sculture in

La cornice culturale dell’adunata di Pezzaze:le mostre storiche e fotografiche

Quando la pioggia dà una tregua:la sfilata e l’ammainabandiera

La Val Trompia, si sa, è soprannominata il “vasino” degliangeli (per la verità il termine esatto è un altro, ma siamo

un giornale se-rio, quindi ci li-mitiamo a farpassare il concet-to), per via delleabbondanti piog-ge, che per tuttol’anno quasiquotidianamenteannaffiano le suemontagne e isuoi borghi; pro-babilmente gliangeli sono in-continenti, macertamente han-no assistito al-l ’ a d u n a t a ,perchè hannofatto piovere pra-

ferro, diverse fotografie a lui dedicate e scattate mentraera intento a lavorare il metallo che ha reso famosa la ValTrompia in tutto il mondo.

Al ferro è dedicata anche la mostra permanente neilocali attigui; è infatti possibile vedere gli attrezzi che sonostati utilizzati per l’estrazione dei minerali di ferro, alcu-ne rocce e minerali, e una interessantissima serie di pan-nelli che raccontano la storia di Pezzaze e della sua mi-niera, intrecciandosi con la storia della gente, delle fami-glie che al ferro hanno dedicato le loro vite per intere ge-nerazioni.

Nel fabbricato di fronte a quello degli uffici è statainvece allestita una mostra fotografica dedicata alla Pro-tezione civile; un centinaio di pannelli che mostrano lefasi degli interventi del nostro nucleo di intervento duran-te gli eventi calamitosi che purtroppo nel corso degli annisi sono verificati: dal Friuli, all’alluvione in Piemonte,dal terremoto in Irpinia a quello in Abruzzo, passando pergli intervento di bonifica, di pulizia degli alvei fluviali ealle esercitazioni e interventi di ancincendio boschivo.

ticamente per tutto il sabato, e buona parte della domeni-ca, ma hanno concesso un bel sole durante la sfilata edurante la “mesta” cerimonia dell’ammainabandiera. Fi-niti questi momenti le cateratte del cielo si sono riapertecon buona pace degli alpini che dovevano raggiungere leauto a valle, bagnandosi “leggermente” il cappello.

L’ammainabandiera si è svolto sotto un cielo colorpiombo, ma i famosi “angeli” erano forse intenti ad altro,la pioggia è cessata per qualche attimo permettendo dichiudere inb e l l e z z aquesta me-m o r a b i l eadunata e dipassare lec o n s e g n eagli alpini diMairano.

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ALPINI, siete tutti ladri: ci avete rubato il cuore!Carissimi ALPINI, innanzitutto GRAZIE.

il nostro carissimo San Giovanni Bosco era andato ungiorno a trovare i ragazzi del collegio salesiano di Lanzo Tori-nese. Gli avevano organizzato una festa così bella che al ritor-no prende carta e penna e scrive una bellissima lettera con que-ste parole: “Carissimi ragazzi siete tutti ladri...sì,lo ripeto, sietetutti ladri perchè a questo povero prete restava una cosa sola,ilsuo cuore, e voi con la vostra allegria contagiosa gli avete ru-bato il cuore!” Mi viene da ripetere a voi le stesse

parole:”Alpini, siete tutti ladri, perchè con la vostra allegria,con i vostri canti, con le vostre musiche,con i vostribicchierini..soprattutto con la vostra simpatia avete contagiatotutti, ci avete rubato il cuore

Il giorno dopo l’adunata nazionale degli Alpini a Torinosento proprio il dovere di dire un grande e riconoscente graziea tutti gli Alpini...ma soprattutto a quei gruppi che il 1° Orato-rio don Bosco di Valdocco ha ospitato, cioè i gruppi diMedeuzza, di Cividate Camuno, di Buttrio,di Villanova (UD), di Percoto, di Trivignano, di Brescia-Bottonaga, di San Vito al Tagliamento, di Savorgnano, diTreviso.

A margine dell’adunata nazionale di TorinoL’adunata di Torino, che molti alpini hanno vissuto trachiari e scuri, con alcune scelte quanto meno discutibiliche tuttavia sono da valuatre in altra sede (e speriamo chegli addetti se ne occupino) ha provocato in molti torinesisensi di ammirazione e di affetto nei confronti degli alpi-ni, nati dall’aver ospitato alcuni nostri gruppi durante legiornate torinesi. Sono pervenute nei giorni seguenti l’adu-nata alcune lettere che riassumono bene lo spirito natoduante quelle giornate; ne pubblichiamo alcune che rap-presentano tutte le altre che non hanno trovato posto suigiornali, ma solo nel cuore e nella mente di chi la ha scrit-te e di chi le ha ricevute.

Buongiorno,questa mia e-mail ha oltre allo scopo di ringraziarvi per la gioiache avete portato nella mia città anche per avere un informa-zione per me molto importante.

Ho tre figli, una di queste Daniela, capelli rossi, 15 anni,frequenta la seconda superiore all’istituto A. AALto Sella diTorino in Via Montecuccoli. Nella sua scuola è stato ospitatoper tre giorni il gruppo di alpini di Chiesanuova.

Daniela, come tutte le adolescenti, ama le discoteche(ma le permetto di andare pochissimo), la musica l’allegria e lapresenza di questo gruppo di alpini nel cortile della sua scuolaè stato veramente utile ed importante. Sin dal primo giorno si èaffezionata a queste persone. Il venerdì mattino mi ha mandatoquesto sms: “mamma sono arrivata a scuola alle 8.00 e saic’era già un bel profumino, sono arrivati gli alpini, stavanomangiando e suonavano. Che bello!!” cosi sabato pomeriggioha deciso di andare a fare un giro nel centro di Torino ma èpassata prima dalla sua scuola per vedere se i suoi alpini eranoancora lì, ed allora altro sms: “mami sono passata a vedere imiei alpini, mi hanno chiesto se volevo una fetta di salame, ioho detto di no ma mi ha fatto piacere. Erano tutti allegri”

La sera di sabato, come non accadeva da mesi, con tuttala mia famiglia (oltre a Daniela ho altri due figli 12 e 18 anni)siamo usciti insieme, I miei figli e credo tanti giovani hannoimparato da voi che divertirsi non vuol dire impasticciarsi mavi è una sana allegria, una gioia di vivere, di condividere congli altri i momenti di festa e di questo vi ringrazio di cuore.

Ieri mattina ultimo sms di Daniela riguardante gli alpi-ni: “sono arrivata di corsa a scuola, erano andati via tutti,forse c’erano solo più i capi che ho visto andar via su delleauto militari. Mamma che tristezza!”

Avevo piacere di dirvi GRAZIE, perché la vostra pre-senza ha sicuramente lasciato il segno non solo nel cuore ditutti i torinesi ma anche e soprattutto in quello dei nostri figliche ci auguriamo possano crescere con sani valori e sentimentidi amore, amicizia. solidarietà e spirito di sacrificio.Aspetto una vostra risposta per capire se è possibile rintraccia-re questo gruppo anche solo per avere un loro piccolo ricordomagari una foto che Daniela non ha osato scattare.

GrazieUna mamma

TORINO 2011

GRAZIE perchè avete smentito i pregiudizi di coloroche temono sempre di accogliere esterni, avete lasciato tuttoordinato e pulito... e avete donato anche una buona offerta cheservirà a finanziare la partecipazione dei giovani dell’Oratorioalla Giornata Mondiale della Gioventu’ quest’Estate a Madridcon il Papa. Ancora GRAZIE e ancora scusa per qualche disagio chec’è stato. Mi auguro che abbiate fatto tutti un buon viaggio diritorno e mantenete, diffondete sempre più questi valori positi-vi di cui avete dato testimonianza in questi giorni.Buona giornata a tutti.A nome di tutto l’oratorio Valdocco

don Gianni Moriondo

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La risposta del Gruppo di Chiesanuova

Cara Daniela,ci ha fatto molto piacere aver ricevuto l’e mail di tua madre,nella quale si evidenziano le tue emozioni ed i tuoi sentimentiverso noi alpini. Infatti l’alpino è proprio come lo hai descrit-to: allegro, bonario, amante della musica, dei canti e dellabuona compagnia ed ha un grande cuore!

La caratteristica propria dell’alpino è il suo cuore chesoffre se il prossimo soffre, è felice se il prossimo è felice, èsempre a disposizione per aiutare chi ha bisogno, come ci han-no nsegnato i nostri Padri e seguendo l’insegnamento di ungrandissimo Alpino, il Beato Don Carlo Gnocchi, che ha sa-crificato la sua vita, (prima, durante e dopo la guerra) peraiutare più bisognosi, i sofferenti, i più sfortunati.

Nonostante la tua giovane età, dimostri una buona ma-turità e siamo certi che nella tua vita saprai mettere in praticaanche tu questi buoni insegnamenti seguendo il nostro esem-pio, aiutando sempre i deboli, solo così potrai essere fiera edappagata e sentirti ALPINA. Chissà che nel tuo futuro non cipossa essere un’esperienza (seppur temporanea), nel corpodegli alpini, siamo sicuri che sarebbe come coronare un so-gno!

Per esserti più vicini, ti inviamo alcune foto del nostrogruppo scattate a Torino, affinché possano servirti ad allevia-re la tristezza ed il vuoto che abbiamo lasciato quando siamotornati alle nostre attività.

Se un giorno verrai o passerai da Brescia, saremo ono-rati di ospitarti nella nostra sede per passare qualche ora innostra compagnia e magari gustare anche quella fetta di sala-me, da noi offerta e da te non accettata per pudore o perché tivergognavi!

Auguriamo a te e famiglia tanta serenità e ti inviamo uncaloroso e forte abbraccio alpino.

Gruppo Alpini ChiesanuovaSezione di Brescia

Basterebbero loro, i cinquecentomila che stanno ar-rivando a Torino, per farci sentire l’orgoglio di essere ita-liani. Al di là degli anniversari, delle celebrazioni, dellenotti tricolori, delle bandiere che dai balconi e dalle fine-stre sventolano impavide nel cielo di Torino. Gli alpinisono la storia d’Italia. I protagonisti silenziosi e umili ditante battaglie e di tante tragedie. Loro ci sono semprestati. E ci saranno sempre. Per difenderci e per aiutarci.Lo dicono i libri di storia che ne hanno celebrato le gestae l’eroismo, lo sa la gente comune che se li è trovati afianco nei momenti di dolore e di tragedia, con le manisporche di fango, a scavare tra le macerie, ad arginare ifiumi, a cercare vite sepolte. Il barlume della vita nelladesolazione della morte. Gli alpini sono l’incarnazione diquesto paese di cui andiamo fieri.

Ebbene, gli alpini li abbiamo qui. Sono già qui. E liriconosci anche senza il cappello con la penna, per quelmodo di essere che l’arma, la consuetudine, l’educazionee il rispetto hanno impresso nei loro cuori. La carica deicinquecentomila unisce meglio di ogni parola la nostrapatria, dalle montagne del nord, all’Appennino, fin giù alfondo dello stivale. E la sfilata che tocca tutti i luoghi

TORINO 2011storici di Torino rinsalda il legameche questa città ha sempre avuto conle gesta dei propri militari.

E così domenica, mentre risuonerà il rombo di unmilione di piedi calzati nelle nostre strade, ci saranno ide-almente anche loro, gli eroi caduti. Con le bandiere deireggimenti coperti di medaglie, al suono delle fanfare edei tamburi, tra i canti che rievocano antichi sacrifici. Lacittà li abbraccia insieme a tutto il Paese. L’Italia è qui,davvero unita, in questi volti giovani e vecchi con tantestorie dietro i loro occhi e un orgoglio immutato. A lorova il nostro saluto e la nostra riconoscenza. Viva gli alpi-ni. E grazie di cuore.Don Benito Rugolino, parroco della Chiesa del SS. Nomedi Maria - Torino-

Ciao a tutti i miei adorati Alpini di Brescia.dopo parecchi giorni dalla festa di Torino finalmente in-vio alcune foto di quei meravigliosi giorni passati insie-me.

Andrea, i miei genitori ed io Vi ringraziamo perl’affetto che ci avete regalato, per la simpatia che ci avetedimostrato e per tutte le prelibatezze che ci avete offerto!!!!!! La nostra pancia ringrazia tanto!!!!

Non ricordo i nomi di tutti, potrei citare Pacio, Pa-olo, Beppe, Lambro, Jonathan con il suo simpaticissimopapà, ma malgrado io non ricordi il nome di tutti vi possoassicurare che porto tutti nel cuore!!!!Un caro abbraccio,

Paola

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... a proposito dell’adunata nazionale...PERISSINOTTO che fa rima con……….

Alessandro Perissinotto è del ’64 e, se l’ha fatto, ilmilitare l’ha fatto a Torino. Più probabilmente ancora s’èguardato bene dal farlo, sostituendolo, magari con fugacitoccate e fughe in qualche biblioteca comunale, non certoa cambiare pannoloni in una RSA.

E a noi? – chiedete voi, legittimamente. Vi spiego:questo signore, che è un semiologo – absit iniuria verbo -ha preso carta e penna ed ha cercato di interpretare, a modosuo, quello che ha creduto di intravvedere, quello che ha

creduto di sentire quello, che ha creduto di vedere, duran-te l’adunata nella sua città.

Riporto le sue parole, perché, a tratti, risultano strutturatesolo a lui:Ho visto un re. - Sa l’ha vist cus’è? - Ha visto un re? - Ah,beh; sì, beh». Ma no, non ho visto un re, ho visto un rave.Sa l’ha vist cus’è? Ho visto un rave, che si scrive «rave»come le rape, ma che se vuoi fare il figo (e se hai visto unrave non puoi che fare il figo) lo pronunci all’inglese«reiv». Ho visto un rave, una di quelle feste organizzatein un posto all’aperto, dove convergono migliaia e mi-gliaia di persone e poi cantano, ballano, bevono, si ubria-cano. Ho visto un rave, a Torino, con decine di personegià ubriache il mattino presto. Ho visto un rave, a Torino,che è durato giorni e giorni. Ho visto due dei partecipan-ti a quel rave bloccare il traffico in corso Vittoriozigzagando con la Vespa, senza casco. Ho sentito i parte-cipanti a quel rave apostrofare le ragazze in strada e farecommenti che credevo dimenticati. Ho visto i partecipan-ti a quel rave (non tutti per fortuna, ché altrimenti ci sa-rebbe stata un’inondazione) orinare in fila in un passo

carraio dalle parti di piazza Sabotino, ed erano le quat-tro del pomeriggio, ed era sabato e la via non era esatta-mente un deserto. Ho visto drappelli di questo popolo delrave girare su mezzi motorizzati privi di targa e dimenti-chi delle più elementari norme di sicurezza. Ho visto ilpopolo del rave accampato in ogni parco, in ogni aiuola,là dove c’erano schiere di wc chimici all’uopo predispo-sti e anche là dove non c’era proprio nulla.Ho visto un rave… Come dite? Non era un rave? Comedite? Mi chiedete se non ho notato che tutti i partecipan-ti, sobri o ubriachi che fossero, portavano un cappellocon una lunga penna nera che a loro serve da bandiera,su pei monti, su pei monti a guerreggiar? Come dite? Nonera un rave ma l’adunata degli Alpini? Oh signore chesvarione! Ma come ho fatto a confondermi? D’altro can-to, avrei dovuto capirlo in fretta: se fosse stato un rave ipolitici avrebbero fatto interventi e interpellanze per bloc-care, scongiurare, punire, avrebbero gridato allo scan-dalo, alla degenerazione, avrebbero detto che «i giovanid’oggi…».

E che non era un rave si è capito dopo, perché, contraria-mente al popolo della techno all’aria aperta, «gli Alpinipuliscono tutto». Basta questo? Diciamo che è già qual-cosa, diciamo che le damigiane di vino sono meglio deibanchetti con ecstasy, ketamina, Lsd, crack, che una sbor-nia non ti brucia il cervello come le pasticche (anche sealla lunga…). Però, la prossima volta che stigmatizziamoi giovani, ricordiamoci che se avessero la penna nera intesta li guarderemmo con occhi diversi.”

Così, a botta calda, m’è andato il sangue a cervello,e non solo a me, ma poi, il tempo di rileggere e trovaredue notizie sull’illustre sconosciuto e mi sono detto…..vabbé, questo bel tomo deve avere problemi alla vista,nell’ipotesi per lui più felice, o al cervello, in quella piùinfausta. Se di tutto quello che è accaduto a Torino è riu-scito a vedere solo gente che urinava e che beveva, saràmeglio che vada o da un oculista oppure da uno psichia-tra, ma di quelli bravi, però.

Questo mi fa anche pensare che possa essere unconsumatore accanito di un collirio particolare che si chia-ma “ideologia”, quindi archiviamolo per quello che è: unpirlotto che cerca di fare una bella tirata d’acqua al muli-no dei suoi amici sballati e impasticcati con la scusa che “gli alpini fanno ben’altro!”. La malattia si chiama “Benaltrismo”.

A lui chiedo solo, dopo aver letto l’ultima frase:“Caro il mio Perissinotto e perché mai ti spingerebbero aguardarli con occhi diversi, i ragazzi, se avessero la pen-na nera in testa?” Temo che non risponderebbe e allora lolascio al suo destino.

TORINO 2011

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Questo non ci esime però di fare una riflessionepacata:Chi di noi se la sentirebbe di giurare che non c’erano ubria-chi in cerca di un modo per concludere la giornata o lanottata beverina? Credo nessuno. Di gente che scaricavala vescica traboccante ne ho vista tanta anch’io; sono ri-

suscitati anche i carrettini, dopo un periodo felice, duratotroppo poco, purtroppo.

Ma vivaddio, gli alpini sono soprattutto altro, e hodetto gli alpini, anzi, meglio ancora, gli iscritti all’ANA.Perché, da qualche tempo a questa parte, chi non conoscela realtà della nostra Associazione, potrebbe sentirsi auto-rizzato anche a dircelo sul muso che forse il tipo il cuicognome finisce per … otto, tutti i torti non li ha.

Qualche tempo fa – un paio d’anni, credo, - mi sonopreso la briga di andare a curiosare nel web su cosa nepensasse la gente delle nostre adunate. Sorpresa delle sor-prese! Ho trovato gente, soprattutto giovani e soprattutto

dell’area che “il giornalaio” in questione, chiamerebbe consussiego “alternativa” o “ antagonista”, si scambiavanocommenti entusiastici e appuntamenti per l’anno seguen-te, alla “festa degli Alpini”. Quest’anno, un tale ha giu-rato che al suo paese alcuni ragazzi hanno organizzatoaddirittura un pullman per Torino; piccolo particolare:nessuno di loro è alpino ma, in compenso avevano pro-

grammato un anno prima la baldoria [chiamia-mola così, per misericordia] col salvacondottodella festa alpina nella quale la polizia non met-te il naso.

A Milano questo lo sanno e non da ieri, epotrebbe essere una spiegazione ottima al fattoche, a chi si azzarda a dire: “non può fermarli lapolizia?” dalla stessa si sente immancabilmenterispondere: “ E’ un problema vostro, e doveterisolverlo voi; se interveniamo noi sono guai!Non fate più adunate.”Questa è la strada sulla quale siamo avviati.

I rimedi ci sarebbero: dal microchip sparatonel padiglione auricolare di tutti gli iscritti aduna grande X sulla schiena con tintafosforescente, un po’ come si fa con le pecore,

le mucche, i cavalli, le capre.Bando alla mia fervida fantasia malata! Bisogna fare

qualcosa:Nel mio piccolo posso suggerirvi alcuni comporta-

menti, per così dire virtuosi. A volte sono difficili da met-tere in atto ma la posta in gioco è molto alta.

Quando si parte da casa, almeno noi, evitiamo diportarci al seguito i giovanotti che “indulgono” all’etilico;sarà un po’ più dura imporsi a quelli che tra loro sonoiscritti , ma se insieme a questi portiamo tutta la compa-gnia non alpina….

Quando incontriamo qualcuno che è già ab-bondantemente oltre le righe, facciamoglielopresente dicendoglielo sul muso, facendogli pre-sente che sta sbagliando e facendogli almenopercepire di essere “ isolato”.

L’alternativa che si prospetta e che è di faci-lissima attuazione, è quella alla quale presto sa-remo costretti a ricorrere: l’adunata sopra i 2500metri, così vi si recheranno solo coloro per iquali il gioco vale la candela. Infatti: quantiubriachi avete visto, se non di stanchezza, ai Pel-legrinaggi in Adamello?

Ragazzi…. Abbiamo fatto cose cento voltepiù grandi di noi e non siamo capaci diemarginare le teste calde? Suvvìa!!!

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...da Brescia a Torino, passando per Parigie attraversando la Normandia

TORINO 2011

Per gli Alpini bresciani raggiungere Torino per l’84ªAdunata Nazionale era troppo semplice, la strada troppo“lineare”, il viaggio troppo breve: così alcuni hanno deci-so di fare una “piccola” deviazione fino in Francia, pervisitare Parigi, i luoghi dello sbarco in Normandia e lecoste della Manica.

Dopo aver caricato i bagagli sul pullman presso lasede del Gruppo Alpini di Poncarale, alle 22 del 30 aprileil viaggio è cominciato ed il pomeriggio di domenica 1°maggio abbiamo raggiunto Parigi, iniziando il tour dellacittà dalla Tour Eiffel (dove gli Alpini bresciani sono statiper qualche minuto uno spettacolo nello spettacolo per imolti turisti presenti) inaugurata nel 1889 per l’Esposi-zione Universale, per passare poi all’Ecole Militaire (fon-data nel 1750 da LuigiXV come accademia perla formazione di ufficialidell’esercito provenientidai ceti meno abbienti edaperta nel 1760), a LesInvalides (luogo di assi-stenza per i soldati inva-lidi ed anziani costruitotra il 1671 ed il 1677, dal15 dicembre 1840 laChiesa ospita la tomba diNapoleone, che non si èpotuta ammirare causachiusura dovuta alla fe-stività), Place del la Con-

corde, Champs Elysees (voluti da Maria de’ Medici nel1616), Arco di Trionfo (innalzato da Napoleone nel 1806,dal 1920 accoglie le spoglie del Milite Ignoto) e giungereinfine al Bois de Boulogne (grandioso parco di 846 ettarial limite occidentale della città), dove abbiamo cenato epernottato all’hotel “Multistelle” (e ce n’erano davverotante!).

Lunedì la visita è proseguita al Louvre, poi allaCattedrale di Notre Dame (la cui costruzione è iniziatanel 1163 ed è continuata con successivi ampliamenti finoalla realizzazione della guglia nella seconda metà dell’Ot-

tocento, stile goticocon grandi vetrate co-lorate) ed in giro perla città fino alla par-tenza per Mont SaintMichel, oggetto di unprimo approccio convisita alle mura realiz-zate durante la Guer-ra dei Cent’anni, allaGrande Rue che saleal santuario girandointorno alla roccia edal villaggio sorto aipiedi dell’abbazia perdare accoglienza aipellegrini. Abbiamo

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TORINO 2011poi aspettato la marea che, con la sua eccezio-nale ampiezza (circa 14 metri di dislivello), rappresentaanch’essa un attrazione. In serata, dopo aver trovato uncamping per passare la notte, abbiamo cenato al ristoran-

te alpino “Vista su Mont Saint Michel”, allestendo la cu-cina in un parcheggio con un’ottima vista del monte.

La mattina successiva l’abbiamo passata visitandol’interno dell’abbazia benedettina, fondata nel 966 su duepreesistenti oratori, diventata nel 1791, durante la Rivo-luzione francese, una prigione attiva fino al 1863. L’ab-bazia, edificata a partire dal X secolo, si compone di di-verse parti sovrapposte le une alle altre con una mesco-lanza di stili che vanno dal carolingio al romanico fino algotico fiammeggiante. Al ‘200 risalgono la costruzione

della Sala de-gli Ospiti, delR e f e t t o r i o ,della Sala deiCavalieri e delChiostro che,insieme, costi-tuiscono ilc o m p l e s s odetto laMerveille (laMeraviglia).Nel 1896 so-pra la chiesavenne costrui-ta una gugliadi 170 metrid’altezza sullivello delmare. Subitodopo partenzaverso la Nor-

mandia, dove abbiamo visitato il cimitero tedesco di LaCambe, che custodisce le salme di 21.000 Caduti, la zona

dello sbarco del 2° Battaglione Rangera Point du Hoc (sito fortificato con bat-terie d’artiglieria pesante posto in cimaad una scogliera che ancor oggi portai segni del tremendo bombardamentoaereo e navale cui fu sottoposta durantelo sbarco) ed il cimitero americano diColleville (quello del film “Salvate ilsoldato Ryan” per intenderci) con isuoi oltre 9.000 Caduti. Quindi di nuo-vo in marcia verso Etretat, già villag-gio di pescatori ed ora cittadina turi-stica sulla Manica famosa per le suespiagge ghiaiose e le falesie naturalidi gesso a strapiombo sul mare cheformano anche un famoso arco natu-rale: qui, dopo aver assistito ad un in-fuocato tramonto, ci siamo sistematiper la notte all’hotel P.T.U.C.D.Stelle

(* vedere nota a fondo pagina).Mercoledì mattina visita al museo dello sbarco di

Bayeux ed al contiguo cimitero inglese, dove sono sepol-ti oltre 4.500 soldati di Sua Maestà Britannica, e poi par-

tenza per l’Italia con altra sosta notturna al P.T.C.U.D.Stelle(* come sopra).

Il nostro girovagare si è concluso nella mattinata digiovedì con l’arrivo a Torino per l’84ª Adunata Naziona-le.

* Per Tetto un Cielo di StelleGiuseppe Lamberti

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COMMISSIONECULTURA

Edito da Walmar, Editrice bresciana specializzatain pubblicazioni di storia alpina, è apparso recentementeun volumetto dal titolo “Il Vecio Alpino racconta” curatodal Gruppo Alpini di Caslino d’Erba cui va il merito d’averraccolto i ricordi riferiti alla Prima guerra mondiale delloro Socio Fonda-tore: Sergentemaggiore France-sco Porro, classe1891, 5° Reggi-mento Alpini,Battaglione Vald’Intelvi, decora-to con Croce diGuerra e Distinti-vo della campa-gna Italo – au-striaca con trestellette, Cavalie-re di VittorioVeneto.

Il Gruppo,fondato nel 1922,ha raccolto e pub-blicato in questolibro le testimo-nianze del loro Fondatore riguardanti gli eventi vissuti inprima persona nel corso della Guerra Biancasull’Adamello. I fatti che si leggono assomigliano a moltialtri perché raccontano le sofferenze umane, le tragediedei singoli e di molti, piuttosto che atti bellici veri e pro-pri.

Lo scenario è quello dell’Adamello in cui gli Alpi-ni combatterono le loro battaglie soprattutto contro l’am-biente naturale, il freddo atroce, il pericolo delle valan-ghe, l’isolamento totale su posizioni difficili da raggiun-gere e mantenere, la costante minaccia del congelamentoo dell’assideramento.

Il libro di 135 pag., con numerose e belle fotogra-fie, arricchisce ancor più il vasto repertorio della diaristicasulla Guerra bianca in Adamello; pubblicato in numerolimitato è disponibile in Sezione.

Flaviano Codignola

“Il Vecio Alpino racconta”curato dal Gruppo Alpini

di Caslino d’Erba

Vittorio Trentini, presidente nazionale dell’ANA dal1981 al 1984, Ha festeggiato i suoi 99 anni pubblicando,nei mesi scorsi, la sua eccezionale testimonianza riferitaalle tragiche vicende della Campagna di Russia.

Ufficiale della Divisione Alpina Julia,sottocomandante della 36°^batteria del Gruppo “ValPiave”, con sorprendente memoria descrive i drammaticiavvenimenti vissuti nel corso della ritirata di Russia: E’un racconto breve e penetrante che, senza nulla concede-re alla retorica guerresca, esalta l’indomito valore deglialpini nella immane lotta nella ghiacciata steppa russa.

L’autore, al termine dell’intenso racconto, pone ilgiusto rilievo al grande senso di umanità della popolazio-ne ucraina in possesso delle stesse doti e virtù dei nostrialpini.

Il volumetto è reperibile presso la Fureria dellaSezione.

Flaviano Codignola

Vittorio Trentini“L’allucinante avanzata degli alpini

verso ovest nel gelo e nel fuoco”

Editore Lombar KeyPagg. 37 + 15 fotografie dell’autore

Nuovi arrivi in biblioteca

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LA PROTEZIONE CIVILE

Aspettando il Raduno del 2° Raggruppamento che si terrànei giorni 15 e 16 ottobre, una sessantina di volontari sonostati impegnati, sabato 18 giugno, in una esercitazione,proprio nella città nella quale si terrà il prossimo: Palazzolosull’Oglio.Tutto si è svolto nel migliore dei modi e senza particolariintoppi anche se, purtroppo, nonostante la buona volontàdei “ragazzi”, non è stato possibile terminare il lavoroassegnato: lo hanno portato a termine i volontari diPalazzolo sabato 25 giugno.Come sappiamo bene tutti, i componenti la nostra Unitàdi Protezione Civile lavorano senza mai nulla chiederema, se qualcuno si ricorda ogni tanto di loro, sono moltocontenti. E’ accaduto proprio quel sabato sera, quando aPalazzolo si è esibito il Coro ANA di Milano. Il SindacoSala, nell’intervallo, ha fatto i complimenti alla nostraUnità e li ha ripetuti anche la domenica mattina aCastrezzato.A noi, come detto, non può fare che piacere: è questa lanostra busta paga.

Aspettando il raduno del II Rgpt.a Palazzolo s. Oglio

La protezione Civile A.N.A della Sezione, cercaVolontari per le seguenti mansioni:ANTINCENDIO BOSCHIVOERGOTECNICISANITARISUBACQUEI

Se sei Alpino iscritto all’A.N.A contattaci allo030 2003976.

PROTEZIONE CIVILE A.N.AL’UNICA PROTEZIONE CIVILE CON IL

CAPPELLO ALPINO

Sabato 28 maggio una trentina di volontari della nostraSezione, in compagnia di quelli di Salò, responsabili del-l’evento, hanno partecipato all’esercitazione provincialea Toscolano Maderno 2011 e, come sovente accade, ilnostro compito è stato quello di operare la prevenzionesul territorio, quindi abbiamo tagliato piante e abbiamofatto pulizia nell’alveo del torrente, estirpando arbusti erovi.Di solito “chi si loda s’imbroda”, ma abbiamo lavoratotanto e bene. Unica nota dolente: si è avuta l’impressioneche gli Alpini a Toscolano Maderno fossero totalmenteassenti all’esercitazione.

Il Coordinatore del nucleo P.C.Battista Ravelli

Esercitazione aToscolano Maderno

Come abbiamo avuto modo di vedere, anche le pro-vince, hanno capito il senso delle esercitazioni; ecco allo-ra che anche loro hanno cominciato a fare esercitazionicome le nostre.

Sabato 16 aprile, 68 Volontari erano presenti al-l’esercitazione denominata Fiumi Puliti 2011, sul fiumeMella tra Ponte Crotte e quello di Via Risorgimento. An-che qui si è fatto un buon lavoro ed anche in questa eser-citazione qualcuno ci ha tenuto una mano sulla testa: nes-suno ha avuto bisogno dell’infermeria.Da queste righe un grazie a tutti.

Battista Ravelli

Operazione “fiumi puliti”

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TROFEO " PIOTTI VITTORIO "GARA SEZIONALE DI TIRO AL PIATTELLO

CAMPO "BETTOLINO " DI TRENZANO 2011

CLASSIFICA LIBERI1 MARELLI FABRIZIO COLLEB. 172 FERRARI MARIO BORGOSAT. 163 VALOTTI NARCISO RODENGO S. 164 TREBESCHI GIULIO RODENGO S. 155 FRANCHI MARCO GUSSAGO 156 ABENI MAURO PROVEZZE 147 CONTENTI SERGIO LUMEZZ. P. 148 ZUBANI COSIMO BORGOSAT. 149 ANTONINI ANDREA MOMPIANO 13

CLASSIFICA MASTER1 FERRARI GIUSEPPE PROVEZZE2 ROSA FEDERICO BOVEZZO3 TIMPINI GIULIO GARDONE V.T.4 GUALTIERI RENATO MARCHENO5 AMADINI MASSIMO MARCHENO

CLASSIFICA SQUADRE1 BORGOSATOLLO A 492 GUSSAGO B 403 RODENGO S. A 404 MARCHENO A 375 GUSSAGO A 296 CHIESANUOVA B 287 LUMEZZANE P. A 22

CLASSIFICA GRUPPI1 GUSSAGO 952 BOTTICINO M. 743 BORGOSAT. 594 CHIESANUOVA 565 RODENGO S. 486 SAN COLOMB. 447 MARCHENO 378 PROVEZZE 339 PEZZAZE 2510 OME 24

GARA SEZIONALE DI MOUNTAIN BIKEMOLINETTO, 2 GIUGNO 2011

NOME GRUPPO TEMPO1 Ivan Maiolini Ome 36' 58'’2 Silvio Ghidini Lumezzane Pieve 37' 41'’3 Giuseppe Peli Ome 37' 41'’4 Roberto Elli Pedrocca 37' 43'’5 Paolo Zanetti Mazzano 37' 51'’6 Niki Mazzoldi Gombio 38' 59'’7 Stefano Bresciano Rezzato 38' 59'’8 Claudio Savoldi Gottolengo 39' 16'’9 Andrea Marchina Marone 39' 54'’10 Alessandro Belleri Sarezzo 39' 56'’11 Daniele Mattei Nuvolento 40' 19'’12 Claudio Manenti Concesio 40' 21'’13 Alberto Piva Rodengo Saiano 40' 22'14 Roberto Borghetti Rovato 40' 24'’15 Graziano Galeazzi Chiesanuova 40' 43'’16 Stefano Zanoni Verolanuova 40' 44'’

TROFEO " FERRUCCIO PANAZZA "GARA SEZIONALE DI CORSA IN MONTAGNA

MARONE, 18 GIUGNO 2011

Classifica individualeFracassi Dario Collio V.T.Cottali Ivan ConcesioMorandini Riccardo Botticino SeraBottarelli Giorgio SarezzoRambaldini Insen San ColombanoScuri Stefano MarchenoUberti Simone SulzanoPezzola Michele MompianoArrighini Marco BovezzoBotti Mauro Marcheno

Classifica categoria 1Fracassi Dario Collio V.T.Cotali Ivan ConcesioMorandini Riccardo Botticino SeraRambaldini Insen San ColombanoScuri Stefano MarchenoUberti Simone SulzanoPezzola Michele MompianoArrighini Marco BovezzoBotti Mauro MarchenoTavelli Michele San Colombano

Classifica categoria 2Bottarelli Giorgio SarezzoBiava Giancarlo MaroneSedaboni Giorgio Tavernole CimmoZanardelli Carlo RezzatoAguscio Angelo BorgosatolloFerrari Mario BorgosatolloTonghini Sergio Botticino MattinaPeveroni GianPaolo Mazzano

Classifica categoria 3Bettoni Pierangelo SulzanoVezzoli Guido AdroAlessandrini G.franco RoncadelleSerra Pietro GhediBenetti Antonio Botticino M.

Classifica gruppi1 San Colombano2 Sarezzo3 Botticino Mattina4 Marcheno5 Sulzano6 Collio7 Marone8 Concesio9 Borgosatollo10 Rezzato

TROFEO "FEDERICO LANTIERI"GARA SEZIONALE DI TIRO A SEGNO

GARDONE V.T, 25 GIUGNO 2011Classifica individuale1 Apostoli Paolo Botticino M.2 Zacchi Giulio Botticino S.3 Alghisi Giovanni Chiesanuova4 Zubani Cosimo Borgosatollo5 Bozza Mauro Ome6 Galbiati Mauro Bottonaga7 Ghibelli Danilo Gardone V.T.8 Cremini Renato Marcheno9 Vezzola Cesare Padenghe10 Ferrari Mario Borgosatollo11 Spranzi Narciso Borgosatollo12 Quecchia Andrea Botticino M.13 Balduchelli Giuseppe Pezzaze14 Gadaldi Mario Ghedi15 Bertulli Massimo Botticino M.16 Marchetti Roberto Botticino M.17 Marelli Fabrizio Collebeato18 Zanetti Mario Lumezzane P.19 Manessi Giorgio Ome20 Zuliani Albino Padenghe

Classifica a squadresq. gruppo punti

1 b Borgosatollo 2542 a Ome 2493 a Borgosatollo 2474 a Chiesanuova 2415 a Mazzano 2286 a Gussago 2257 a Padenghe 2238 a Marcheno 2229 c Chiesanuova 219

Classifica Gruppi1 Botticino Mattina 13572 Padenghe 9563 Chiesanuova 9104 Gussago 8315 Borgosatollo 6466 Pezzaze 5047 Ome 4978 Mazzano 4729 Gardone VT 33310 Rodengo Saiano 286

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Siamo arrivati esattamente a meta’ strada di questo2011 un po’ sotto tono (sportivamente parlando) e, anchese mancano ancora due manifestazioni importanti come iltrofeo Gentilini (marciae biathlon) e il trofeoCocchetti (bocce), pos-siamo gia’ fare un pri-mo bilancio dell’at-tivita’ del nostro setto-re.

E’ innegabile cheallo sforzo organiz-zativo messo in campoper l’allestimento dellegare disputate fino adoggi, non ha corrispostoun risultato soddisfa-cente in termini nume-rici di concorrenti.

Sapevamo gia’dall’inizio che, conl’imposizione dei certi-ficati medici di idoneita’fisica, il numero dei par-tecipanti si sarebbedrasticamente ridimen-sionato.

E’ stata comun-que una scelta obbliga-ta, in ottemperanza al D.M. Sanita 18/02/1982che per tanto tempo ab-biamo sottovalutato ,ma che oggi, con la at-tribuzione di respon-sabilita’ in ogni campo,non possiamo piu’ ignorare.La decisione, discussa piu’ volte in assemblea dai diri-genti sportivi dei Gruppi e preannunciata da tempo, haprovocato la reazione di molti concorrenti e Capigruppo(probabilmente poco o per nulla informati dai loro respon-sabili sportivi) che non hanno saputo cogliere questa di-sposizione come un’opportunita’ per monitorare (a prezziassai contenuti) il proprio fisico, gli uni, o come tuteladelle proprie responsabilita’, gli altri.

E, se e’ comprensibile una contenuta e civile disap-provazione, non e’ assolutamente accettabile la forma diboicottaggio messa in atto da alcuni Gruppi.

Anche perche’, a fronte di critiche poco ponderatee a nostre richieste di suggerimenti e/o soluzioni alterna-tive, non e’ arrivata alcuna proposta concreta, nemmeno

dagli organi superiori ai quali ci siamo rivolti per averedisposizioni in materia che ci potessero supportare.Ora ci giunge voce che ci sia un interessamento da parte

della CommissioneSportiva Nazionale,a livello di Ministe-ro della Sanita’ e diFederazione MediciSportivi, per trovareuna strada che ciconsenta, almeno inparte, di superarel’obbligatorieta’ delcertificato medicoagonistico per tuttele nostre disciplinesportive.

In attesa di ulte-riori sviluppi, faccia-mo appello allasportivita’, ma so-prattutto all’alpinita’dei Capigruppoaffinche’, con la loroproverbiale pazienzae il loro riconosciu-to “savoir-fair”, siimpegnino a riporta-re il numero dei con-correnti vicino ai li-velli raggiunti neglianni precedenti.

Un confronto tra idati del 2010 e quel-li dell’anno in corsorende bene il senso

della nostra motivata delusione:

2010 2011

Fondo 42 (15) 24 (11)Slalom 272 (26) 94 (25)Tiro a volo 573 (59) 130 (30)Tiro a segno 692 (57) 136 (28)Mountain – bike 76 (34) 50 (30)Corsa in montagna 75 (28) 54 (24)Calcio (36) (32)

( ) Tra parentesi i gruppi

Gianbattista Turrini

Sport: la nota dolente dei certificati medici

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VISTI DA VIC

INO

DI MASSIMO CORTES

I

Questa volta giungiamo nelle sedi degli amici alpini acavallo della seconda metà di giugno, tra acquazzoni che rin-frescano l’aria e tramonti resi limpidi dagli acquazzoni stessi.Con noi l’amico di sempre, Giancarlo Buizza, accolto ovunquecon grandi manifestazioni di affetto e simpatia e l’infaticabileFranco Richiedei, assemblatore instancabile di questo giornaleil cui entusiasmo è paragonabile all’amore per la buona tavola.

Il “pellegrinaggio” ormai ventennale ci ha porta-to questa volta in alta Val Trompia, a Brozzo di Marcheno,e nei “ciossi” a pochi km dalla città, a Castegnato.

BROZZO – C’è davvero un bel freschino, qui, in riva alMella (che da queste parti ha delle acque ancoraguardabili). Anche se alle spalle ci sono gli insediamentiartigianali, il verde che circonda la casetta in legno dellasede del Gruppo di Brozzo è una piccola delizia, a cui siaffianca un piccolo ma attrezzato parco giochi.

Siamo in via Canossi, antica zona agricola delpaese, che dal 1999 ospita la sede degli alpini: il terreno,comunale, è stato sapientemente utilizzato per realizzarel’edificio ricavato da un prefabbricato di quelli utilizzatiper il terremoto del Friuli. “Era depositato smontato alForcellino di Pezzoro in un magazzino della Pintinox –racconta il Capogruppo, Maurizio Sanzogni - molte partierano ovviamente un po’ deteriorate, ma grazie a duefalegnami bravissimi (mio suocero e mio zio) siamo riusciti autilizzare le parti migliori e ad assemblare la sede”.

Sanzogni è probabilmente il Capogruppo più di lungocorso della Sezione (e mi sa anche tra i primi in Italia): è infattiin carica da 31 anni e, anche perché, comunque, è ancora piut-tosto in gamba (ha solo 54 anni), i suoi alpini non hanno alcunaintenzione di sostituirlo presto. La costruzione della sede harisolto una situazione oggettivamente non proprio comoda per

il sodalizio alpino che, fondato nel 1954, sino ad allora, siriuniva prima in una stanzetta 3x3 in una trattoria (dotata diuna ben misera lampadina), poi al bar dell’Oratorio. Adesso le

cose sono davvero messe bene, perché la sede dispone anchedi servizi, cambusa, cucina al coperto ed all’aperto, griglia edeposito legna.

Il bel parco giochi è manutenuto dalle penne nere (comeil Cimitero ed il campo sportivo) e rende ancora più piacevolela vista dalle finestre; uno stand sempre montato all’inizio delparco offre poi anche riparo da improvvisi acquazzoni. La po-

sizione lontana dalle abitazioni, poi, permette anche di cantarein allegria anche sino a tarda ora.

Ad affiancare Sanzogni nella gestione dei 35 iscritti delGruppo (ricordiamo che Brozzo è frazione di Marcheno, cheha ovviamente il suo bel Gruppo) c’è il vice Pierluigi Lorenzi,mentre l’alfiere è Italo Zappa. Segretario è Daniele Zappa etesoriere Mario Gianelli. Altra figura “centrale” nella vita delGruppo è poi Martino Ceresoli, infaticabile tuttofare e grande

cuoco, sempre in prima fila, amico di tutti e da tutti benvoluto.Il Gruppo è naturalmente ben inserito nella vita della

comunità di Brozzo ed è presente in gran parte delle attivitàche in esso si svolgono. Un appuntamento che da tempo ri-scuote grande successo è la Festa “Tutti insieme” che si tieneil primo Maggio e che riunisce i gruppi di Brozzo, Cesovo eMarcheno. Quest’anno, ad esempio, gli alpini di Brozzo han-no dato vita alla Gara di marcia in montagna, mentre, ognianno, non manca il loro apporto con l’immancabile brulé perNatale ed il Giovedì grasso.

Notevole poi anche la partecipazione alle attività dellaSezione di Brescia ed, in primo luogo, con una notevole seriedi lavori alla Casa di Irma. In queste settimane, poi, i “brozzesi”(ma si chiameranno così?) hanno anche fornito un eccellenteservizio di catering ai Campionati di tiro per disabili al Poli-gono di Gardone Valtrompia. Continua poi, come accennato,la convenzione col Comune per la manutenzione di Parco gio-chi, Cimitero e Campo sportivo. Semmai, uno dei rimpianti èquello che manchino rincalzi più giovani (del resto gli abitan-ti di Brozzo non sono poi molti): ma da queste parti gli alpini

sono piuttosto coriacei e siamo certi che “terranno duro” anco-ra a lungo.

Dal fresco e dai monti della Val Trompiacon gli alpini di Brozzo...

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Prossime visite:Bornato e Capriano del Colle

VISTI DA VICINO

DI MASSIMO CORTESI

CASTEGNATO – Qui fa un po’ meno freschino, anche perchénel frattempo è iniziata l’estate e dai campi sale l’umidità dellasera che tende ad appiccicarti i vestiti addosso. Ma Castegnatooffre ai nostri occhi una realtà alpina di prima categoria, unGruppo di quelli che incidono profondamente nella realtà incui vivono. Innanzi tutto siamo di fronte ad uno di quelli pro-prio “veci”, fondato nel 1923 e con un bel numero di iscritti, adoggi 132. Il Gruppo ha una sua sede fissa già dal 1988, in viaPace, in un’ex casa colonica (sino ad allora le riunioni si tene-vano in un circolo all’interno di un bar di proprietà di un alpi-no).

Alla guida del sodalizio, dal 2001, c’è Silvio GirolamoBertoglio; il vice è Giuseppe Inverardi, il segretario LivioBonzio, l’alfiere Lorenzo Magatelli.

Il “patrimonio” alpino di Castegnato non si ferma qui:ai margini del paese, infatti, verso Ovest, c’è il Parco degli Al-pini, con una coreografica cappella realizzata nel 2003 per l’80°del sodalizio: nella cappella i quadri che raffigurano padreMarcolini e don Gnocchi. A lato, tra il verde, la bella statua inbronzo a grandezza quasi naturale della Madonna realizzatadallo scultore Nazareno Panzeri. In centro al paese c’è inveceil monumento all’Alpino, realizzato nel 1973, per il Cinquan-tesimo, composto da menhir in granito rosa fronteggiati da unagrande penna nera in ferro battuto. All’estremità Est dell’abita-to, invece, c’è la Trecentesca Cappella della Madonnina delBuon Viaggio, restaurata tra l’88 ed il ’96 e nella quale un pre-gevole dipinto di Dino Decca ha rimpiazzato l’antico dipintodell’800 che era stato rubato.

Ma i progetti delle penne nere di Castegnato non si fer-mano qui: c’è molta carne al fuoco; il tempo, la fortuna e l’im-pegno diranno dove si potrà arrivare: le idee, comunque, sonodi prima qualità e l’entusiasmo non manca.

La sede è sempre aperta il sabato sera (tranne che inagosto), ma l’attività del Gruppo non si ferma mai (un po’ comela parlantina del suo capo): difficile mettere assieme tutto quantofrulla nella testa di Bertoglio e dei suoi. Adesso, per esempio,si sta pensando ad una tre giorni di festa in settembre per racco-gliere fondi per realizzare una Casa per lo studente in Kenya,dove operano le Suore del Sacro Cuore di Gesù (con casa ma-dre a Puebla, in Messico) di cui fa parte la sorella di Bertoglio.“Sono ragazzi – racconta Silvio – che ogni giorno devono fare

50 km a piedi per andare e tornare da scuola e là le strade sonopericolose. Vogliamo fornire loro un alloggio per garantirgli ildiritto allo studio”. La festa prenderà il nome di Amicizia soli-dale alpina e siamo sicuri che la partecipazione della gente nonmancherà.

Durante tutto l’arco dell’anno (per 260 giorni!) , poi, glialpini provvedono, fornendo gli autisti, al servizio di trasportodi ammalati e disabili ed alla consegna dei pasti a domicilio. Esiccome alla difesa dei nostri valori qui ci tengono alla grande,nel 2010, con le penne nere di Breno (e usando anche un elicot-tero, perché il carico era di cinque quintali) hanno installato sulM o n t eTrabucco, a2300 metri,sopra laBazena, unagrande crocein legno cheera stata im-piegata nellar a s s e g n aCrucifixus:dopo soliquattro gior-ni un fulmi-ne l’ha col-pita ma lepenne nerel’hanno ripristinata ed isolata con caparbietà e adesso svetta là,a sicura testimonianza della fede e delle tradizioni delle nostreradici, culmine del “Sentiero Irene” tracciato con il Gec (Grup-po escursionisti Castegnato).

Da diciannove, poi, anni non manca la partecipazionedelle penne nere di Castegnato al torneo sezionale di calcio(che pure hanno organizzato direttamente nel 2008), “ma – ri-corda il Capo gruppo – voglio che tutti giochino, non mi im-porta il risultato”. Da sempre, poi, l’8 dicembre si tiene (conl’immancabile spiedo) la Festa del tesseramento.

Se avrete pazienza sino al 2021, infine, potrete ammira-re un’altra delle manifestazioni a cui gli alpini di Castegnatotengono di più, ovvero la processione con la salma di San Vita-le (gelosamente custodita dalla chiesa del paese): le penne nerehanno infatti l’onore di portare il prezioso sarcofago ligneo.L’evento, che si verifica solo ogni 25 anni, è molto sentito datutta la popolazione e c’è un grande concorso di fedeli anchedalle valli. L’unica piccola “disdetta” è che coincide semprecon la seconda domenica di maggio, come l’Adunata naziona-le: ma, in fin dei conti, ogni 25 anni, un Santo val bene un’Adu-nata.

...al calore e all’entusiasmo della Franciacortacon quelli di Castegnato

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Siamo a Torino in piena 84ª Adunata nazionale. E’sabato sette maggio. Sto uscendo con mia moglie, un amicoe sua moglie dopo aver visitato Palazzo Reale. Gli altrisono fuori ad aspettarci. Un alpino del mio gruppo mi faosservare che su una panchina, da circa un ora, c’è uncappello alpino abbandonato.

Volevamo lasciarlo li, ma poi, visto che parecchil’avevano già puntato, l’ho raccolto e preso in consegnacome capogruppo. Dopo una breve ricognizione nei din-torni chiedendo ad alta voce se a qualcuno mancasse ilcappello, la cosa è finita lì.

Il lunedì seguente, una volta a casa, ho messo l’an-nuncio sul sito dell’ANA: non si sa mai! Nel caso poi chele ricerche si fossero rivelate infruttuose, l’avremmo te-nuto noi del Gruppo.

Invece, dopo due giorni, ricevo una telefonata daun alpino che sosteneva di aver riconosciuto il cappellodalla descrizione che avevo fatto: la descrizione esatta dellecaratteristiche del cappello mi ha convinto che ne avevotrovato il proprietario.

Non vi dico la sua felicità ma anche la mia, perchémi sembrava quasi impossibile che, tra le centinaia di mi-gliaia di persone che erano a Torino, saltasse fuori il pro-prietario del cappello, e, per di più, il tutto via internet.

Il problema ora era di farglielo avere. L’alpinoMario Carbogno abita a Padola Comelico Superiore, inalto Cadore in provincia di Belluno. Veloce consultazio-ne della cartina ...ci sono la bellezza di 337 km da Bre-scia: “Beh, glielo spedisco e buonanotte”, mi son detto.Ne parlo con Claudio, l’altro alpino presente al ritrova-mento, e ci balena un’idea: “Portiamoglielo noi, e ci fac-ciamo anche una gita!”

Detto, fatto! Il Mario di Padola era talmente entu-siasta dell’idea che voleva ci trattenessimo due giorni,ospiti da lui, ma purtroppo, per problemi famigliari, que-sto non era possibile.

Sabato 11 giugno alle ore 6,00 partenza per l’ope-razione “consegna cappello”.

Io, Claudio Martini, sua moglie Marisa, e ValentinoBellini, colui che aveva “raccolto” il cappello orfano delsuo proprietario, siamo partiti per Padola. Vien giù acqua,ma l’animo è felice lo stesso, abbiamo deciso di fare unavisita anche a Longarone e alla diga del Vajont, visto checi si passava proprio sui piedi: ancora oggi dopo 48 annila vista del disastro è impressionante: la diga è lì ancora,intatta, ma circa 2300 persone non ci sono più.

Proseguiamo per Padola rinfrancati da un buon caffèpreso a Erto, uno dei paesi fantasma dopo la tragedia.

Che dire dell’accoglienza: baci abbracci e... il cap-pello? Acc.. l’abbiamo dimenticato a Brescia!!!

Operazione riconsegna cappello alpinoSingolare avventura degli alpini del Gruppo del Villaggio Prealpino

Mario Carbogno di Padola è sbiancato... ma era solo unoscherzo!! Un pochino di pegno doveva pur pagalo: non sidimentica un cappello alpino!

Il Mario è resuscitato istantaneamente... La moglieAlbina, ha fatto comparire sul tavolo polenta, luganega,fagioli, formaggio e vino a volontà. Era presente ancheun ospite illustre, un loro nipote che è Vice Presidente

della Provincia di Belluno, così, tramite lui ed un giorna-lista, la cosa è finita sul giornale “Il Corriere delle Alpi”di Belluno, con uno splendido articolo, pubblicato dome-nica 12 giugno, dal titolo eloquente quanto veritiero: “Ave-va perso il cappello, è nata un’amicizia”.

Il pomeriggio via a vedere posti stupendi: lachiesetta costruita dagli alpini di Padola e dedicata ai Ca-duti di Cima Vallona, poi il Rifugio Lunelli (Dolomiti -Popera) e, come buon finale, la locale sede degli alpinidove ci siamo scambiati i Gagliardetti con il CapogruppoMarco Rosi, il quale ci ha anche fatto dono di libri e gadgetdel posto. Una bella merenda a base di ottimo speck e delbuon vino ha preceduto di qualche ora un’ottima cena,preparata dalla signora Albina e poi via per il ritorno acasa.

Il ritorno, per la verità, ci è parso più corto dell’an-data, ma forse perché avevamo ancora negli occhi, nellamente, (e in pancia) ancora il ricordo di una splendidagiornata vissuta in un posto stupendo dopo aver trovatodei nuovi splendidi amici. 674 Km in un giorno per con-segnare un cappello alpino, non sono male, direi! Ma noialpini siamo fatti cosi: solo al vedere Mario felice con ilsuo cappello era già valsa la pena anzi, per noi era statoun onore.

E se dovesse, per un gioco del destino, capitareun’altra volta, si riparte. Noi alpini siamo fatti così.

Luigi Angelo Lorenzini

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La data rimembra anche ai più smemoratil’eroiche gesta dei nostri antenati,soldati e civili che han dato la vitaper il grande motto: “ …che l’Italia sia Unita!”.

Da Trieste a Palermo passando per Roma,sui balconi echeggia: “…le porga la chioma”e garrisce orgogliosa la nostra bandierache tutti ci unisce o…almeno si spera.

Qualcun, contestando, la vuol di un colore,ma il popolo italico la vuol tricolore,“l’union fa la forza” è il grande messaggio,seguiamolo tutti con forza e coraggio.

All’Inno che scrisse il Mameli ventenneNovaro ne rese il suono solenne,con voce tonante e in ogni occasione

cantiamolo fieri alla nostra Nazione.

Rosso è il colore del sangue versato,Bianco il colore del monte innevato,Verde speranza dei bei prati in fiore,si uniscono insieme nel bel Tricolore.

17 marzo 2011Diversi dialetti noi tutti parliamouna lingua ci unisce ed è l’italiano,teniamola viva ed è abbastanza paleseche a scuola sia prima e dopo l’inglese.

Centocinquanta, son gli anni passatifra guerre, fatiche e periodi sbiaditi.La vita di oggi non sempre ci onora,ma è pur sempre migliore di quella di allora.

Or siam attorniati da nuovi fratelliarrivan da noi con barche e battelli,il colore e la lingua non sono però ugualitrattiamoli bene, non sono animali.

Italia mia Patria e mio grande valoresoltanto se unita puoi farti onore,allontana con sdegno chi ti vuol spezzettaree sostegni con forza chi ti vuol rispettare.

Viva l’Italia!!!Giancarlo Marino

L’ éra la fi dè Avril, ai vintisèt.A bunùra, del Castèl partia strése dè mitràgliae per le strade j-éra dré a ambiàsle òlteme aziù d’öna gran batàglia.

Regòrde chè deànti al purtù dè la Cazèrmaa ‘n-aèreo chè ‘l vignìa zò ‘n pichiàda èl ghé sparàa còn dèlmitra ön mìlit èn divìzaculùr dè la nòt e töta trazandàda.

Cón Aldo, mé fradèl, salte fò dè cae sa còr a la Cazèrma èn mata baraónda:töcc i vuza, i pucia, i ròba: töt vé sbatitzó pèr la strada cón gran ràbia e dè ónda.

Lü ‘l cór dè sura e ‘l salva la Bandéra;‘I la mèt a la fenèstra: la sömèa cóme fiurìdae la faciàda la deènta sübet bèla ........Suna le campàne, la guèra l’è finìda !

La mama la tira fò ‘l disnà: la sòlita pagnòtachè la spaca i dèncc, staladésa e scüra- l’è fiöla dè la tèsera anonària -sformàda e düra, fada dè segadüra.

Ma ‘n chèl dé là, dòpo sic agn dè guèra,chèl segnàcol d’öna ita dè pasiùe dè la nòsa fam enfinida‘I-è adès deentàt chèl dè la liberasiù !

Pa dè guèraEra la fine di Aprile, il ventisette.A buonora, dal Castello partivano strisce di mitragliae per le strade stavano per incominciarele ultime azioni d’una gran battaglia.

Ricordo che davanti al portone della Casermaa un aereo che veniva giù in picchiatasparava col mitra un milite in divisacolor della notte e tutta trasandata.

Con Aldo, mio fratello, salto fuori di casae si corre alla Caserma in pazza baraonda:tutti gridano, spingono, rubano: tutto viene buttatogiù per la strada con gran rabbia e di onda.

Lui corre di sopra e salva la Bandiera;la mette alla finestra: sembra come fioritae la facciata diventa subito bella............Suonano le campane, la guerra è finita

La mamma tira fuori il pranzo: la solita pagnottache spacca i denti, rafferma e scura- è figlia della tessera annonaria –sformata e dura, fatta di segatura.

Ma in quel giorno là, dopo cinque anni di guerra,quel simbolo di una vita di passionee della nostra fame infinitaè or diventato quello della liberazione

Pane di guerra

L’angolo del

poeta

Enzo Franzoni Enzo Franzoni

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Cortina, il Sacrario del Pocol e Passo Falzarego:sono state queste le tappe del pellegrinaggio organizzatodalla Commissione Giovani della Sezione per domenica12 giugno. Continua così il cammino intrapreso lo scorsoanno sull’Ortigara dedicato alla riscoperta dei luoghi sim-bolo dell’epopea alpina nella Grande Guerra ed al ricordodi tutti i Caduti.

All’alba di domenica, quindi, i partecipanti si sonoritrovati al casello di Brescia Centro diretti verso Cortina,cittadina austriaca dal 1511 al 1915, che si è avuto mododi visitare nonostante l’insistente pioggerellina ed i gros-si nuvoloni che impedivano di scorgere le montagne cir-costanti. Montagne sorvegliate dal Monumento al Gene-rale Antonio Cantore che, dal 1921, scruta le montagneteatro delle gesta dei suoi alpini.

Si è poi raggiunto il Sacrario del Pocol, realizzatonel 1935, che raccoglie i resti di quasi 10.000 Caduti (piùdi metà ignoti) provenienti dai cimiteri di guerra delCadore e dell’Ampezzano. La struttura è caratterizzata dauna torre quadrata alta 48 metri con un basamento a duepiani che costituisce il vero e proprio sacrario nella cuiCripta, in un monumento di marmo bianco raffigurante ilFante Morto, sono sistemate le tombe del Generale Can-tore, caduto sulle Tofane nel 1915, e del Capitano France-sco Barbieri, ucciso presso Costabella, entrambi decoratidi Medaglia d’Oro al Valor Militare. Ad accoglierci al-l’ingresso dell’area sacra è stata la chiesetta costruita da-gli alpini del 5° Gruppo nel 1916 come cappella del cimi-tero di guerra realizzato durante il conflitto: vicino ad essaabbiamo spiegato il Vessillo sezionale ed i gagliardetti e,dopo una piccola sfilata lungo la scala scavata nella roc-cia che porta al Sacrario, abbiamo deposto sulla tombadel Generale una corona a ricordo di tutti i Caduti dellaGrande Guerra.

Il pellegrinaggio della Commissione Giovania Cortina d’Ampezzo e al Falzarego

Ripresa la salita siamo giunti a Passo Falzaregodove, a causa del maltempo imperversante, non è statopossibile visitare le posizioni di prima linea realizzate daisoldati italiani ed austriaci sul Lagazuoi e le gallerie co-struite lassù durante il Primo Conflitto Mondiale, sia peril ricovero degli uomini che per portare avanti la diffici-lissima guerra di mine tipica del settore che ha addiritturacambiato l’aspetto della montagna. Si è perciò deciso divisitare il forte austriaco “Tre Sassi” in Valparola, costru-ito tra il 1897 ed il 1901 quale baluardo contro un’even-tuale avanzata dell’esercito italiano proveniente da Corti-na o dalla Val Cordevole verso le valli Badia e Pusteria. Il5 luglio 1915, tuttavia, l’artiglieria italiana dislocata alle5 Torri colpì ripetutamente il forte, causandone diversicedimenti e l’abbandono, un abbandono protrattosi finoalle soglie del 2000. Oggi, infatti, all’interno del forte sitrova il museo della Grande Guerra, aperto al pubblicodal 2003, che raccoglie in gran numero non solo armi edequipaggiamenti utilizzati dai soldati, ma anche alcunioggetti di uso comune sul fronte dolomitico.

Infine, prima di prendere la strada del ritorno, unapiccola visita a Brunico, dove alcuni degli Alpini presentiavevano svolto il servizio militare, ed al suo tantobistrattato Monumento all’Alpino, realizzato nel 1938 peronorare gli alpini della 5ª Divisione Alpina Pusteria cadu-ti in Africa Orientale ed abbattuto dopo l’armistizio dell’8

settembre 1943. Ricostruito nel 1951, una carica di tritololo distrusse nuovamente il 2 dicembre 1966, nuovamentevenne ripristinato a cura della Sezione ANA di Bolzanoed ancora una volta fu fatto saltare in aria con un attentatonel 1979. Del monumento si salvò alla fine solo una partedel busto dell’ Alpino, ora posta su un basamento di ele-menti di porfido.

Giunti in serata a Brescia, si è subito cominciato apensare alla prossima tappa del nostro viaggio, una tappache ci vedrà ancora percorrere trincee e camminamentisulle orme dei Padri e nel ricordo dei Caduti della GrandeGuerra.

Giuseppe Lamberti

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OSSIGENOOFFERTE PER LA SCUOLANIKOLAJEWKA

(pervenute da 01/03/11 fino al 31/05/2011)

ricevute direttamente alla scuolagruppi alpiniISORELLA 350PASSIRANO 100CORTINE DI NAVEraccolta ulivi 500MOMPIANOulivi 2.875SALO’ 165ALPINO N.N. 25.000

ricevute in Sede sezionalegruppi alpiniAZZANO MELLA 100BORGONATO 200BRIONE 120CASTENEDOLO 1.300CHIARI 500COCCAGLIO 500COGOZZO 120FLERO 1.500MONTIRONE 600MONTISOLA 200PADENGHE 300PASSIRANO 1.000PONTEVICO 340REMEDELLO 1.000S.PAOLO 250TAVERNOLE-CIMMO 815TRENZANO 200VISANO 500

privatiCREMINI RENATO 120FACCHETTI L. 50FACCHI FAM. 100N.1 LIBRO VISTU’ 12

Nella Domenica delle Palme i volon-tari dei Gruppi alpini di Brescia Cen-tro , Clusane, Mompiano, Cortine diNave, Sulzano, S.Polo, S. Zeno, Flerohanno distribuito gli ulivi all'ingressodi alcune chiese cittadine e all'Ospe-dale Civile, raccogliendo offerte a fa-vore della Scuola Nikolajewka per unammontare complesiivo di circa euro10.600.

OFFERTE PER ATTIVITA’DELLA SEZIONE

(pervenute da01/03/11fino al 31/05/2011)

PER ATTIVITA’ DIVERSEFLERO 500COGOZZO 100COCCAGLIO 500PROVAGLIO D’ISEO 150TRENZANO 200SIG.RA MATIOTTI 25

PER CASA DI IRMARONCADELLE 6.500RODENGO SAIANO 250

PER PROTEZIONE CIVILEFLERO 500COGOZZO 100TRENZANO 200COM.BRESCIA 1.000PROV. BRESCIA 30.000

Le offerte ci vengono comunicatedirettamente dalla segreteria della scuola o

dalla segreteria della sezione

Questa è una storia tremenda, ma di grande confor-to per il cuore, quando si guarda questa foto di JohnGebhardt scattata in Afghanistan dove è inviato in mis-sione di pace.

La moglie di John Gebhardt, Mindy, racconta chel'intera famiglia di questa bimba è stata sterminata. I ri-belli volevano uccidere pure lei, sparandole alla testa...mafortunatamente hanno sbagliato la mira è la bimba si èsalvata. E' stata curata nell'ospedale di John, è in via diguarigione, ma continua a piangere e a lamentarsi.

Le infermiere raccontano che John è l'unico che rie-sce a calmarla; egli ha qiondi trascorso le ultime 4 nottitenendola in braccio e hanno entrambi dormito su questasedia. La piccola recupera piano piano.John è un vero eroe di guerra.

Purtroppo non vedremo mai una notizia delgenere nei notiziari ufficiali alle televisioni o riferite dal-le radio, perchè si fa più bella figura a parlare solo di mortee distruzione.

Storie di “guerra”

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Sulle orme della Div. Julia in Grecia e AlbaniaNel mese di marzo, a cavallo della S. Pasqua, un

gruppo di alpini provenienti da varie sezioni italiane sisono recati in Albania e Grecia per percorrere unpellerinaggio “sulle orme della Julia”

Vi hanno partecipato anche alpini delle se-zioni di Brescia,Vicenza,Treviso,Trieste, tutti acco-munati dall’unico interesse di poter in qualche modorendere omaggio alle vite spezzate di quei soldati.unitamente ai generali Silvio Mazzaroli e BrunoPetti, comandanti noti, amati e stimati dagli alpini:Stefano Pellarin, Pierangelo Bortolussi (Sez.Pordenone), Davide Mazzoldi, Sergio Contenti,Amerigo Zani, Mario Zanetti (tutti della sezione diBrescia) Grotto Manuel (Sez.Vicenza) Gentili Ivano(Sez. di Treviso)

E cosi, particolarmente convinti e motivati,dopo tre ore di salita raggiungiamo i luoghi che bendescrive padre Generoso nei suoi diari: il versantenord-est del massiccio del Golico che si affaccia suVojussa, Dragoti, Scindeli, Trebescine.

Lasciato un grande prato verde ci inerpichiamo perun crinale che ci conduce all’interno di una zona boschiva.E qui, accade l’imprevisto quanto mai pietoso ritrovamento

di ossa umane appartenenticon molta probabilità a solda-ti italiani. La compagnia è pre-sa da angoscia e stupore: col-ta nei sentimenti più intimi eprofondi procede ad una piùampia ricognizione e alrecupero di altri resti affiorantie disseminati per il bosco. Po-veri giovani, povere ossa spar-pagliate sbiancate da set-tant’anni di sole cocente! Set-tant’anni sono trascorsi daquel 23 marzo in cuisono cessate le ostilità,settant’anni senza unfiore, senza una pre-ghiera!Raccolte e sepolte in

una piccola cengia possono ora riposare in pace: uncumulo di pietre ben disposte ed una croce le pro-teggono.

Più avanti un elmo italiano appena affiorantedalla terra scura e quanto con esso rinvenuto ci con-ferma la presenza di spoglie di soldati meritevoliquanto meno di una sepoltura dignitosa e onorevo-le, se non in patria, lì dove sori caduti.Quante madri, padri, spose, figli non hanno avutomodo di versare una lacrima né deporre un fioresulla tomba del loro congiunto!

Sulla sommità del Golico un altro casuale ritrova-mento: la piastrina di riconoscimento del soldato Romando

Del Ros, da Pontebba, classe 1914. Questo permetterà l’ac-certamento della data del decesso e il dono di un ricordoper i suoi parenti.

Un cucchiaio lasciato sul campo di battaglia ripor-ta invece le iniziali C.E. un dato che sebbene esiguo nonimpedirà agli alpini la ricerca di chi lo ha usato. Si ag-giunge una ulteriore sopresa nel ricevere dalle mani dialcuni locali due gavettini che riportano i nomi di Viscon-ti M.D. e Zollet Angelo.

Davanti a queste amare realtà non è scaturito alcunsentimento di rabbia o di rimprevero verso l’inadempien-za delle istituzioni ma una profonda pietà e il desiderio diriunirci in preghiera a rendere gli onori a questi giovani,unito alla volontà di non lasciare intentata alcuna azioneche renda possibile il riposo in patria a fianco dei lorocompagni.

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LA ZONA L/M HA FATTO…… 13

Ancora una volta gli Alpini della Zona L/M (Gruppidi Bedizzole, Botticino Mattina, Botticino Sera, Caionvico,Calcinatello, Calcinato, Ciliverghe, Lonato, Mazzano,Molinetto, Nuvolento, Nuvolera, Padenghe, Paitone,Rezzato, Serle e Virle Treponti) sono stati insostituibilicollaboratori nella 13° edizione dell’IWAS - WheelchairFencing World Cup (prova paraolimpica di coppa delmondo di scherma in carrozzella), svoltasi a Lonato delGarda il 20,21 e 22 maggio 2011.

Questa manifestazione, forse non adeguatamentecompresa, oltre ad avere un intrinseco elevato valore spor-tivo ed agonistico, rappresenta, prescindendo da un’otti-ca di mera solidarietà, un’autentica opportunità di vera esincera integrazione per tanti atleti diversamente abili pro-venienti da varie nazioni.

Questa edizione, in particolare, è stata definita congrande soddisfazione dagli organizzatori “strabiliante”:sono stati battuti, infatti, tutti i record precedenti, sia pernumero di partecipanti che per nazioni presenti.138 gli atleti in gara, oltre a circa 130 addetti, tra staff edaccompagnatori, in rappresentanza di 19 nazioni: Austria,Bielorussia, Canada, Cina, Francia, Germania, GranBretagna, Grecia, Hong Kong, India, Iraq, Italia, Libano,Polonia, Russia, Spagna, Ucraina, Ungheria e Stati Uniti.Appagati, ovviamente, e soddisfatti in pieno gli organiz-zatori; un po’ meno gli Alpini, chiamati ad un maggiorimpegno - in parte imprevisto - nel non facile lavoro diassistenza alle pedane di gara. Ma anche stavolta, rim-boccatisi ancor più le maniche, gli Alpini hanno portato atermine, e nel migliore dei modi, il loro impegno..

Nel pomeriggio del 19 è stato predisposto il campodi gara. Nei giorni di venerdì, sabato e domenica, dalleore 8,30 ininterrottamente fino alle 18,00, sono stati sem-pre presenti e pronti ad accompagnare gli atleti (uomini edonne) alle postazioni di gara, al posizionamento, fissag-gio, legatura delle carrozzelle sulle pedane per permette-

re agli schermidori di gareggiare con la dovuta sicurezzae regolarità.

Ha scritto testualmente la presidente della WorldCup “ sono a ringraziare tutti gli Alpini che con il lorosolito impegno sono riusciti a far concludere in bellez-za anche la 13ª edizione…”. Questo ringraziamento, in-sieme a quelli arrivati dalle varie autorità e delegazioniintervenute, deve essere esteso a tutti gli alpini intervenu-ti, in particolare al Capogruppo di Lonato Giuseppe Gal-lina.

Sono certo che nei circa 80 alpini che hanno pre-stato, a turno, la loro opera, una volta dimenticata la fati-ca, è rimasta la soddisfazione di aver donato gratuitamen-te un po’del loro tempo a persone fisicamente meno for-tunate, offrendo loro una concreta opportunità di pratica-

re, con tanta passione e grande spirito agonistico, il lorosport preferito.

Diversi episodi simpatici ci hanno coinvolto, duesu tutti: il capo delegazione della squadra dell’Iraq ha in-sistito per farsi fotografare con gli Alpini: forse il nostrocappello gli ricordava qualcosa, ... o qualcuno? Ci siamoprestati volentieri come segno di caldo augurio di paceche è stato molto gradito.

Una cosa, però, mi ha particolarmente colpito edinorgoglito: all’inizio del torneo ci chiamavano “assisten-ti”, ma, col passare dei giorni, prima qualcuno, poi sem-pre di più e, alla fine, tutti ci chiamavano con il nostrovero nome “Alpini”.

Con i ringraziamenti è stata richiesta ancora unavolta la nostra “insostituibile e preziosa collaborazione”.Sapremo, più numerosi ed entusiasti, fare anche …14 daveri Alpini?

Valter Lorandi

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“Nel 150° dell’unità d’Italia riflettiamo sui valori dellasolidarietà e della linea associativa”: questi sono stati itemi attorno a cui si è discusso durante il 15° ConvegnoItinerante della Stampa Alpina, svoltosi il 2 e 3 aprile scorsia Casale Monferrato, nei locali dell’hotel Candiani, conla presenza di oltre centocinquanta partecipanti in rappre-sentanza di 59 testate di Sezione ed 11 di Gruppo.

A dare il via ai lavori il Presidente NazionaleCorrado Perona, che ha sottolineato il grande svilupporegistrato dai giornali sezionali e di Gruppo, diventati or-gani di informazione importanti per gli Alpini. “L’ANA –ha continuato Perona – deve proseguire lungo la stradatracciata dai Padri: per questo noi non improvvisiamo unafesta per il 150° dell’unità d’Italia, perché l’Associazioneporta sempre ben in vista il Tricolore e non altre bandie-

re”.S u b i t o

dopo hapreso la pa-rola DinoBridda, di-rettore delpe r iod i co“In Marcia”della Sezio-ne diB e l l u n o ,che ha tenu-to la relazio-

ne introduttiva del Convegno. “La parola valori – haesordito – è una delle più usate ed abusate al giorno d’og-gi. Nel 1919 l’Italia, uscita dalla Grande Guerra, si è tro-vata senza principi e valori ed oggi siamo nella stessa si-tuazione: così, se allora i valori hanno caratterizzato l’azio-ne di Andreoletti, quegli stessi valori devono caratteriz-zare la nostra azione oggi”.

Vittorio Brunello, direttore de L’Alpino, ha prose-guito sulla stessa linea ricordando che il valore deve ave-re un significato alpino. “Bisogna far emergere sui nostrigiornali – ha spiegato – la solidarietà mettendone in risal-to la gratuità, quella gratuità che ci contraddistingue comealpini e ci conferma di camminare nel solco della tradi-zione. Il valore primo è l’uomo che sta sotto il cappello, esolo allora anche il cappello ha valore”.

Il dibattito è poi proseguito con l’intervento delGenerale di Divisione Gianfranco Rossi, vicecomandantedelle Truppe Alpine, che ha sottolineato come l’ANA siauno dei cardini della società, come l’esercito. “Le TruppeAlpine – ha detto – godono oggi di un’alta considerazio-ne sia in Italia che all’estero, considerazione che si ri-scontra anche nel costante interesse dimostrato dalla stam-

pa alpina verso i reparti in armi”. Rossi ha poi ricordatocon riconoscenza l’impegno dell’ANA per il sostegno allefamiglie dei Caduti e dei feriti, anche dove non vi sonoreparti alpini.

Alla fine della prima giornata di lavori i convegnistihanno scortato Vessilli sezionali e gagliardetti fino ai giar-dini comunali, dove si è svolta la cerimonia della deposi-zione delle corone ai monumenti all’Alpino ed ai Cadutidella Grande Guerra, seguita dall’ammainabandiera.

Dopo la Messa e l’alzabandiera nel cortile dell’ho-tel Candiani domenica mattina i lavori sono ripresi conl’intervento di Cesare Lavizzari, coordinatore della Com-missione Servizi Informatici e Comunicazione. “Valoricome lealtà, semplicità, umanità ed amicizia – ha spiega-to - devono essere sottolineati come i più importanti, per-ché su questi si basa il nostro rapporto associativo. Ladisciplina associativa non è dirigismo stretto, ma le Se-zioni devono allinearsi alle decisioni della Sede Naziona-le, perché se si fa qualcosa tutti insieme ha un peso, semanca qualcuno ne ha un altro”.

Proseguendo nel dibattito la parola è poi passata alGenerale di Corpo d’Armata Alberto Primicerj, coman-

15° Convegno Itinerante della Stampa AlpinaCasale Monferrato, 2-3 aprile

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Sabato 2 aprile, in concomitanza con Il 15° Conve-gno Itinerante della Stampa Alpina (CISA) svoltosi aCasale Monferrato, si è tenuta la riunione annuale deireferenti sezionali del Centro Studi ANA ( nella salaGonzaga dell’hotel Candiani) .

Al tavolo dei lavori la Commissione presieduta daGiuliano Luigi Chiofalo con il Vicepresidente nazionaleOrnello Capannolo e i consiglieri nazionali Luigi Bertinoe Adriano Crugnola.

Presenti il presidente nazionale Corrado Perona, ilvicario Marco Valditara e il vice comandante delle Trup-pe alpine, gen. Gianfranco Rossi.Erano 48 le sezioni partecipanti.

La nostra sezione era ben rappresenta con ben 6alpini della commissione Culturale:- Daniele Barbieri: vice presidente- Filippo Martinazzi: responsabile comm. Culturale- Ferrata : referente Centro studi ANA- Raffaele Stramacchia: Responsabile Museo.

Dobbiamo nostro malgrado ricordare che questoavvenimento è stato l’ultimo a cui ha potuto partecipareRaffaele Stramacchia prima del suo ricovero per la ma-lattia che lo portato alla prematura dipartita.- Giuseppe Vezzoli: responsabile Biblioteca- Flaviano Codignola: responsabile della nostra ban-carella del libro.

Adriano Crugnola ha aperto i lavori e ha focalizzatol’attenzione sull’importanza di una rete che consenta alCentro Studi di diventare una struttura che promuova sìiniziative, ma anche che raccolga le più meritevoli e lemetta a disposizione di sezioni e gruppi. Chiofalo ha sot-tolineato il ruolo fondamentale della comunicazione e del-l’indispensabile interazione tra Centro Studi e sezioni;

15° Convegno Itinerante della Stampa Alpina (CISA)Riunione dei referenti sezionali del Centro Studi ANA

Luigi Bertino ha presentato i dati del Libro Verde, giuntoquest’anno alla decima edizione.

Mauro Depetroni, componente esterno della Com-missione e referente per le realtà museali, è intervenutopresentando “Guida ai musei dell’ANA” realizzata dalCentro Studi, che raccoglie tredici piccole e grandi realtàmuseali in tutt’Italia (compreseo il museo della Sezionedi Brescia), gestite dalle Sezioni e Gruppi della nostra As-sociazione. L’opera è stata curata e presentata da MauroDepetroni con la collaborazione dei referenti che hannofornito informazioni e materiale fotografico.

Di agile consultazione (per ora è pubblicata solo laversione elettronica, in formato PDF), potrà essere utiledurante la visita ai musei, ma soprattutto per poterli me-glio conoscere in modo da stimolare l’interesse per lanostra storia patria.

Infine Gianluca Marchesi, responsabile del proget-to scuole e componente esterno della Commissione, haintrattenuto la platea sull’importanza del ruolo che puòavere l’ANA all’interno degli istituti scolastici. Ha pre-

dante delle Truppe Alpine, che ha rimarcato come la visi-bilità degli Alpini in armi sia cresciuta enormemente nel-la stampa negli ultimi anni, ma l’attenzione di quella alpi-na sia sempre positiva mentre quella nazionale metta inevidenza il più delle volte pochi fatti negativi tralascian-do i molti positivi. “Gli Alpini in armi – ha proseguito –sono stati attaccati, anche da alcuni prelati, ma l’ANA ciha sempre difeso. Con il rientro dei reparti alpinidall’Afghanistan l’attenzione dei media calerà sicuramen-te, ciò non deve però accadere sulla nostra stampa”.

A chiudere i lavori l’intervento del PresidentePerona che ha ribadito come gli Alpini non siano isolatidalla società, ma ne siano parte attiva, criticandola quan-do necessario. “E’ l’uomo alpino – ha sottolineato – che

dovrà condurre il futuro associativo: ma non tutti posso-no entrare nell’ANA, perciò dobbiamo preparare coloroche cammineranno con noi e difendere la nostra identità.Difendiamo le stellette, che ci appartengono soprattuttomoralmente: Truppe Alpine ed ANA vanno sullo stessobinario perché i valori sono gli stessi. Si dovrà semprecollaborare con le Truppe Alpine e per i nuovi Alpini, chesono all’altezza dei veci grazie anche a veri comandantialpini legati alle tradizioni del Corpo, è giunto il tempo diiscriversi all’Associazione, dato che si è visto che preferi-scono iscriversi non nelle loro Sezioni ma in quelle doveprestano il servizio militare e dove sono a più diretto con-tatto con gli Alpini in congedo”.

Giuseppe Lamberti

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sentato, inoltre, un dvd rivolto alle scuole ele-mentari sugli alpini e sull’Associazione: un dvd che hariscosso, da subito, un grande interesse.

Per il Libro Verde della solidarietà la nostra sezio-ne, va ricordato, è fra quelle che arrivano sempre in af-fanno od in ritardo (il Lavizzari ha evitato di fare nomidelle sezioni ritardatarie od inadempienti).

Dagli interventi dei rappresentanti delle varie se-zioni, si è potuto dedurre che la figura del referente delCentro Studi nelle sezioni non è ancora definita, ma so-prattutto compresa e sostenuta dai presidenti di sezione.

In sostanza in talune sezione non è ancora operati-va, perché non si è capito l’importanza di questa figura,per questo le sezioni non rispondono con tempestività onon rispondono affatto. La scelta del referente è intesacome un ulteriore aggravio per le sezioni che si trovanoad attribuire in modo forzato questa incombenza.

Nel suo intervento, il Vicepresidente Barbieri, havoluto sottolineare come la figura del referente debba es-sere intesa come l’espressione dell’impegno della sezio-ne in ambito culturale. I valori che la nostra associazionedeve e vuole trasmettere sono l’essenza del nostro spiritoassociativo, se si comprende questo si comprende ancheil significato della figura del referente che è, e deve essereil naturale connubio fra la Sezione ed il centro studi ANA,per la conservazione del nostro patrimonio culturale (coni musei le biblioteche) e dei nostri valori. Ruolo che, siain ambito sezionale (con la commissione cultura seziona-le), che in ambito nazionale (con il centro studi), con ilvenir meno dei Reduci (essendo essi stessi in prima per-sona i testimoni di valori) è destinato a diventare semprepiù rilevate, dovendo raccogliere il loro “testimone” econtinuarne la memoria, le tradizioni ed i valori che cihanno indicato. C’è bisogno in sostanza, di un salto di qualità affin-ché il Centro Studi diventi, oltre che l’archivio dell’Asso-ciazione, anche il catalizzatore del pensiero alpino, sia

per la vita interna dell’associazione sia per lacomunicazione con l’esterno, attraverso il contributo del-le sezioni.

Sono stati sollecitati dai presenti maggiori contatti,anche con incontri di Raggruppamento, se necessario, tracommissione e referenti.

Per questo riteniamo che le riunioni di raggruppa-mento, potrebbero risultare meno dispersive di quelle delCISA, ma soprattutto necessarie per cercare di far crescenelle sezioni una maggiore consapevolezza del ruolo del-la nostra associazione in ambito culturale (e della figuradel referente) , per la continuazione delle nostre tradizio-ni, dei nostri valori e la conservazione del patrimonio storico, attraverso attività che non si debbono ritenereslegate fra di loro. Il riferimento è alle attività dei musei,delle biblioteche che nella attività divulgativa ( nelle scuo-le ed ai gruppi in particolare) rappresentano essi stessi glistrumenti ed i supporti necessari per svolgere questa atti-vità.

A chiusura dei lavori del mattino è intervenuto ilPresidente Nazionale che si è detto molto compiaciutodalla qualità degli interventi, dalla presenza numerosa direferenti qualificati sia per esperienza associativa sia peresperienze professionali. “Il Centro Studi - ha affermatoCorrado Perona - rappresenta certamente una parte im-portante del futuro dell’Associazione, è per questo cheoccorre investire nella sua crescita”.

Nel pomeriggio si sono svolte due riunioni presie-dute da Gianluca Marchesi e da Mauro Depetroni, l’unasul “Progetto scuole” e l’altra sulle “Realtà museali” nel-le quali, in due commissioni distinte, musei e scuole, lesezioni a nostro avviso sono risultate impreparate ad af-

frontare i molteplici impegni proposti in commissionidiversificate e soprattutto concomitanti, se si considerache spesso il referente è uno solo e non è accompagnatodai responsabili delle varie attività.

Solo la nostra sezione era presente con tre alpiniper ogni commissione. Va comunque rimarcato che la sud-divisione in commissioni è importante per meglio foca-lizzare le problematiche per ogni settore e per potersimeglio scambiare le esperienze.

Daniele Barbieri

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Caro Raffaele,non avrei mai immaginato di doverti porgere quest’oggil’ultimo saluto oltre che personale anche a nome del no-stro gruppo anzi del TUO gruppo cui eri tanto legato e ditanti amici. E’ un compito che mi riescedifficile capire per quale imperscrutabi-le motivo qualcuno ha voluto che tu cilasciassi così presto.

Tanti anni vissuti assieme orgo-gliosi di aver portato il nostro gruppo adessere una bella realtà stimata ed apprez-zata non solo nella nostra comunità maanche nella nostra sezione. Quando unamico ci lascia riesce difficile esternarecon le parole i sentimenti che sgorganodal profondo del cuore.

GRAZIE caro Raffaele, per quan-to hai fatto per tutti noi,grazie per quel-l’amicizia che mi hai saputodare,amicizia nata sotto l’insegna diquella penna nera che hai portato contanto orgoglio.

GRAZIE perché su di te ho sem-pre potuto contare,non posso dimenticarequanto mi sei stato vicino in questi anni. Con semplicitàed altrettanta umiltà hai saputo dare concreta testimonianza

Raffaele Stramacchia è andato avanti

Troppo in fretta, troppo presto.Troppo in fretta, troppo presto hai allungato il passo.Ti sei allontanato da noi, con il tuo fardello di sofferenzasulle spalle.In silenzio, con il tuo amabile sorriso gioviale, in puntadi piedi sei andato avanti …Così come hai sempre vissuto, discretamente senza appa-rire, te ne sei andato.Non abbiamo avuto il tempo di renderci conto del tuodistacco, ci hai lasciato attoniti e sconcertati.Avevamo ancora bisogno della tua amicizia e della tuafattibile opera di alpino, ti aspettavamo.“Salutatemi tutti quelli che mi conoscono! Non vi site di-menticati di me?” Cosi dicevi quando venivamo a trovar-ti.Hai lasciato un segno indelebile come uomo e come alpi-no.Il nostro museo, le mostre che hai seguito e curato nelnostro 90°, parlano ancora di te, come il nostro libro del90°, dove ti si vede ritratto, attorno al tavolo, con gli ami-ci della commissione cultura della nostra Sezione.

di quei valori e di quegli ideali di cui noi alpini andiamofieri.

GRAZIE per quell’impegno di volontariato dona-to alla nostra scuola Nikolajewka a favore di quei “Gnari”

cui madre natura è stata avara. Anche tuhai fatto parte di quella schiera di “AN-GELI CUSTODI CON LA PENNANERA” come quei gnari hanno volutosimpaticamente definirci.

GRAZIE per quell’impegno in Sezio-ne come membro della CommissioneCulturale. Con competenza e passione haifatto conoscere agli alunni delle scuole ealla nostra gente la lunga storia degli al-pini in tempo di guerra e ora in tempo dipace.

GRAZIE per aver vissuto assieme inAbruzzo. Fra quelle tende abbiamo con-diviso la sofferenza di quella gente. Lag-giù si sono create anche amicizie: sonorimasti ammutoliti i nostri amiciAnnamaria e Carlo quando ho dato lorola triste notizia.

Ora caro Raffaele che ci guardi da las-sù in quel Paradiso di Cantore dove riposano le pennenere, proteggi i tuoi cari, quanti ti hanno amato e volutobene e i tuoi amati Alpini.

Giancarlo Buizza

La redazione di “Ocio a la pena” ricorda commossaRaffaele, la sua simpatia, il suo fare impetuoso, pronto, maiinvadente; lo ricorderemo sempre quando entrava sornione nelnostro ufficio e ci pizzicava la pelle del collo, con un “ciaogiornalai!!”, e quando ci accompagnava durante le visite per larubrica “Visti da vicino”, insieme a Massimo Cortesi ed aGiancarlo Buizza.Quando anche noi saremo nel Paradiso di Cantore, saraisicuramente una delle prime persone che vorremo salutare eriabbracciare. Ciao Raffaele.

Giuseppe LambertiDomenico Castelnovo

Franco Richiedei

Non ti abbiamo dimenticato, sarai sempre con noi, nellenostre riunioni, tutti uniti attorno al tavolo nella nostrabiblioteca.Ciao RaffaeleDaniele Barbieri

Il ricordo della Commissione Cultura

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In ricordo di chi ci ha lasciatoGiacomo Pedrali

Le penne nere di Palazzolo sull’Oglio si sono stretteidealmente attorno alla bara di Giacomo Pedrali,Artigliere Alpino, classe 1921, reduce di Russianella cerimonia dei suoi funerali che si sono svoltinella chiesa parrocchiale di Palazzolo il 30 aprileu.s. A porgere l’ultimo saluto ad una delle piùnote figure dei reduci alpini palazzolesi, c’eranooltre 20 gagliardetti di molti gruppi alpinibresciani e bergamaschi.

I suoi racconti delle vicende belliche chel’hanno visto protagonista prima alla frontieracon la Francia, poi in Russia e infine in prigioniain Germania, hanno dell’incredibile: sono citatida scrittori celebri come Panazza e Bedeschi, ederano talmente ricchi di particolari che sono statioggetto di pubblicazione sia in un bel libro delGruppo ANA di Rivoli dove sono ricordati gliAlpini della Tridentina in partenza da Venaria Reale (To) per laRussia: “Il 5° Alpini è ancora tra noi” che nel recente libro diLuciano Demasi “Alpini di Palazzolo”; unitamente ad alcuni altri,il racconto dell’Artigliere Giacomo Pedrali assume unparticolarmente rilievo.

I momenti di cui si sentiva più fiero sono stati il soccorso

del suo tenente Carlo Tossi che gli ha consentito di tornare a“baita” vivo, e il suo salvataggio avvenuto a operadi Gianni Piantoni e poi il ricordo di tutti i suoicompagni morti, la prigionia inGermania,l’incontro casuale con la madonna diMariazell, cui riconosceva la grazia del suo ritornoe, finalmente, l’arrivo a Palazzolo.

Anche negli ultimi anni, quando rievocavale sue vicende di guerra, non riusciva a trattenerele lacrime e trasmetteva anche a chi lo ascoltavauna intensa commozione.

E’ stato membro attivo del Gruppo diPalazzolo fin dagli anni del dopoguerra e ha vissutoin prima persona le vicende legate allarealizzazione del monumento all’Alpino, inauguratonel marzo 1955 alla presenza di don Carlo Gnocchie non è più mancato, almeno fino a quando la salute

glielo ha permesso, alle ricorrenze di Nikolajewka che si sonoannualmente celebrate a Brescia.

Gli alpini palazzolesi, riconoscenti per la sua testimonianzadi alpino e di cittadino esemplare lo ricordano con affetto e sisentano particolarmente vicini alla famiglia del defunto.

Caro Ferruccio,in occasione del tuo ultimo compleanno, il tuo 94° compleanno, loscorso ottobre, ci eravamo promessi di portarti a Marone ilprossimo 19 giugno per l’inaugurazione del nostro Monumentodedicato soprattutto a VOI Reduci che tanto avete dato per la nostraPatria.… purtroppo non ce l’hai fatta ma siamosicuri che tu, con tutti i nostri Alpini“andati avanti”, sarai/sarete idealmentein mezzo a noi in quella particolareoccasione.

Nel tuo caso poi, a maggiorragione, l’occasione sarebbe stataspeciale perché quel Gruppo Alpini cheal termine del secondo conflitto mondialehai tenacemente contribuito a ricostituiree nel cui Consiglio, con ruoli diversi, haimilitato per quasi 50 anni, festeggerà gli80anni di vita!

Ferruccio Tosoni, classe 1916,Sergente Maggiore della 54° CompagniaFucilieri del Battaglione Vestone, 6°alpini (lo stesso dello scrittore MarioRigoni Stern), reduce della terribilebattaglia di Nikolajewka, cinquemedaglie, tre al merito e due al valore,per gli atti di eroismo compiuti duranteil secondo conflitto mondiale. … questoscrive il suo foglio matricolare!Secondo conflitto mondiale in cui

Ferruccio “non si è fatto mancare nulla”: nel giugno del 1940 fuinviato a combattere sul Monte Bianco e in Val d’Isere contro laFrancia; tra l’ottobre del 1940 e l’aprile del 1941, fu la volta dellaguerra contro la Grecia, poi nel 1942, la partenza improvvisa perla campagna di Russia ed infine persino l’orrore del campo diconcentramento.Dicevamo sopra delle 5 medaglie: di un paio abbiamo trovato la

motivazione sui bollettini del periodo.La prima: <<Comandante di Plotone incritica situazione, con pochi superstiti,coraggiosamente e tenacemente affrontavae conteneva alcuni contr’assalti nemici,esponendosi dove maggiore era il pericoloper animare i suoi alpini e per megliodirigere l’azione delle armi>>-Monte KogKimit (Albania), 21 novembre 1940.E la Seconda: <<Sebbene ammalato,restava al suo posto e guidava il proprioreparto all’assalto di una munita posizionenemica concorrendo con la propria azionealla brillante risoluzione delcombattimento>>-Monte Pupatit(Albania), 22 dicembre 1940.

Questi sono i nostri Reduci, questoè il nostro Reduce, cui noi alpini siamoparticolarmente grati.

Ciao Ferruccio, a nome di tutta latua famiglia alpina ma anche a nome deituoi dieci amici Reduci dell’AssociazioneCombattenti e Reduci di Marone.

Ferruccio Tosoni

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In ricordo di chi ci ha lasciatoGiuseppe NulliPer noi del Consiglio, per i suoi amici, era Beppe.Per gli alpini, per gli addetti allo sport, era BeppeNulli.Per Carlino (Arnaboldi), per Franco (Pezzi), perl’ing. Mario (Rizzi), era la persona di fiducia pereccellenza.

A lui ci si poteva rivolgere per chiedergliqualsiasi servizio, il piu’ semplice, il piu’impegnativo, quello che richiedeva maggiorsacrificio.Sembrava scontroso, ma era di animo buono,sempre disponibile.

La luce che brillava nel suo sguardoazzurro, lo aveva abbandonato solo quando perseil figlio Alessandro e la moglie Enrica.Gli si era attenuato negli ultimi tempi.

Quando lo andavamo a trovare a Iseo,avvertivamo che il suo pensiero era lassu’: con i

ragazzi della colonia di Irma, mentre Beppe eraal “controllo” del Monte Ario, dove passavanole squadre della gara di marcia intitolata aiCaduti Alpini. Ma era lassu’ anche quando sitratto’ di progettare, di costruire e di inaugurareil bivacco intitolato ad un altro grande amicodella Sezione: Ceco Baroni.Cosi’ lassu’ era con Giuliano d’Ercole, insiemecon i ragazzi della Cooperativa Nikolajewka.

In montagna amava essere unsolitario. Era, comunque, un Alpino vero.Corretto, non parlava mai a sproposito e, semanifestava il suo dissenso, lo faceva condecisione, certo, ma con estrema prudenza.

E’ stato un prezioso collaboratoredella Sezione ed, ora, ha raggiunto tanti amiciche lo hanno accolto, tesi ad intraprendere unanuova avventura per una “penna” sempre viva.

A. Rossi

Narciso Elesponti

Narciso Elesponti, nato il17 settembre del 1922,Lonatese D.O.C. di cui ilgruppo Alpini di Lonatodel Garda, è statoOnorato di avere comeSocio, ma soprattuttocome Amico.

Difficile per luicancellare i ricordi chel’hanno segnato duranteil periodo della guerra,forti e radicati a tal punto,che raramente si vedevacon indosso il suocappello, perché in luifaceva riaffiorare ildolore e la sofferenzadella sua gioventù, ma

comunque orgoglioso di essere un Alpino.Il coraggio, la forza, e la grinta, sono qualità che gli sono

servite per affrontare ogni giorno, il periodo della guerra. Onoratoper esser stato nei ranghi della divisione alpina tridentina durantela campagna di Russia ( luglio 1942 – marzo 1943 ).

Passato dalla Russia alla Germania che gli costòl’internamento in un campo di concentramento per due lunghissimianni ai lavori forzati, riconosciuto per questo con una croce almerito di guerra. All’età di 88 anni, il 12 novembre del 2010 “ èandato avanti “, raggiungendo così i suoi fedeli compagni Alpiniche lo aspettavano da qualche tempo.

Forte è la mancanza che sentiamo, ricompensata solo daibei ricordi che rivivono in noi quando ti pensiamo.Viva gli Alpini !

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Il pellegrinaggio in Russia del nostro Presidente

Devo ammettere che quando mia moglie ed i mieifigli mi hanno messo davanti al fatto compiuto, ho prova-to un momento di smarrimento, dando loro degli inco-scienti, anche se è ovvio la cosa mi ha commosso.

Un viaggio in Russia, in particolare nella zona dioperazioni del Corpo d’Armata Alpino, era fino ad allorarimasto il classico sogno nel cassetto: ora per festeggiareil giro di boa dei 50 anni, grazie all’intraprendenza di miamoglie e alla complicità dei figli e di alcuni amici mi ve-niva offerta l’opportunità di realizzarlo.Tralasciando i particolari dei preparativi, abbastanza pe-santi dal punto di vista burocratico, man mano che passa-vano i giorni cresceva in me l’attesa per questa esperien-za piena di aspettative.

Aspettative che al termine del viaggio posso direcon tranquillità che non sono andate deluse.

E’ stata davvero un’esperienza entusiasmante, in-dimenticabile, a tratti commovente: dove i sentimenti pro-vati sono andati dalla meraviglia di fronte alle caratteri-stiche di quell’immenso paese, alla forte emozione nelvedere i luoghi tante volte letti sui libri, al fatto di averritrovato una persona straordinaria come VladimirMedvekov, che nonostante la lontananza è rimasto unamico con la A maiuscola.

Mosca è davvero una metropoli straordinaria, daiforti contrasti, dall’immensità che stravolge il nostro sen-so di misura. Ricca di monumenti, musei, chiese, scorciche meriterebbero ben più dei 3 / 4 giorni che sono riusci-to a dedicarle.

Ma il cuore mi chiamava sul Don e già il mattinoche sono sceso dal treno a Valuikj è iniziata la lunga seriedei groppi in gola di quei giorni: qui si era consumato il

destino dei resti della Julia, della Cuneense, della Vicenza,accerchiati , fatti prigionieri ed avviati nell’interno con letragiche marce del davaj o sulle mortali tradotte.Ad Arnautowo mi si presentano alla memoria FerruccioPanazza gravemente ferito, Luigi Grossi che nel suo“Avanti il Valchiese” ha descritto dettagliatamente quel-l’interminabile notte di feroci combattimenti.

Poi la strada che sale e raggiunge un vasto pianoro:è qui che la mattina del 26 gennaio l’interminabile colon-na si è ammassata, facile bersaglio per i due caccia chel’hanno mitragliata più volte, in attesa della fine dei com-battimenti; poi all’improvviso il piano si interrompe edinizia la discesa: è un tuffo al cuore, eccola è lei, èNikolajewka, la chiesa, il terrapieno, la ferrovia, final-mente vedo quei luoghi letti centinaia di volte sui libri,divorati spesso di notte!

Ma improvvisamente deviamo sulla sinistra per rag-giungere il nuovo impianto di produzione di mangimi co-struito da una società a capitale tedesco-olandese, che dàlavoro ad un centinaio di abitanti di Livenka; perché èormai arcinoto essere l’esatto nome di questo borgo dicirca 5000 anime, disseminate nelle varie frazioni tra cuiappunto Nikolajewka .

Qui abbiamo il primo saggio della straordinariosenso di ospitalità della gente russa; dopo aver visitatol’impianto il direttore ci porta sul tetto per avere una pa-noramica a 360° gradi della cittadina e dei suoi dintorni:la discesa è la davanti, mi sembra interminabile, immagi-no lo sforzo di chi l’ha percorsa sotto il tiro dei cannoni edelle mitragliatrici. Scendiamo per raggiungere la salapranzo dove il direttore ci offre l’opportunità di gustarealcuni piatti tipici della zona e dove avviene il primo scam-bio di omaggi.

Prima di entrare in Livenka i miei ospiti, a cui nelfrattempo si sono aggiunti alcuni notabili del paese, mi

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sulle orme dell’ARMIR dal Don a Nikolajewka

portano a vedere il famoso sottopassaggio, il cui aspetto èperò cambiato rispetto alle descrizioni dei reduci.

Alle mie osservazioni in merito, dove qualcuno deinostri metteva in dubbio essere quello l’originale, un te-stimone oculare, a quel tempo bambino, mi smentisce emi assicura essere quello l’originale. Infatti addentrando-ci in mezzo al fango, vediamo comparire il volto a sestoacuto di mattoni, a cui è stato “appoggiato” il manufattoin cemento al tempo dell’ampliamento della linea ferro-viaria. Allora è proprio qui che si sono ammucchiati i mortifalciati dal tiro incrociato delle mitragliatrici durante gliassalti del mattino, ed è da qui che è transitata buona partedella colonna al momento dell’entrata nel tardo pomerig-gio.

Nell’avviarci al municipio, rendiamo onore al mo-numento che ricorda l’impressionante numero di cittadinidi Livenka Caduti sui vari fronti e ad una croce che midicono essere stata posta sul luogo dove esisteva la famo-sa chiesa in cui sono stati raccolti i nostri feriti, andata poidistrutta.

Terminata la cerimonia di benvenuto in un munici-pio dall’aria dimessa, visitiamo il piccolo museo locale,dove troviamo con non poca sorpresa una copia dell’edi-zione del giornale di Brescia del 1993 che parla del 50° diNikolajewka e il relativo manifesto in cirillico operadell’indimenticato Giuliano Prati.

La visita alla balka dei morti è un altro momentoprofondamente toccante: lo sentono anche gli amici russiche insieme a me rendono onore al cippo posto pochi annior sono sul luogo, deponendo un mazzo di rose.

La giornata termina a Biruch, il capoluogo dellaprovincia, dove si ripetono le cerimonie di benvenuto e divisita ai luoghi significativi della cittadina.

La mattina successiva partenza di buon mattino perRossosch, ma visto che il nostro tragitto correrà paralleloe ovviamente in senso a quello della ritirata a una ventinadi Km a nord, io chiedo di fare una deviazione per tornaread Arnautowo: il nostro autista (come tanti visti in queigiorni armato di una smagliante dentiera d’oro),dapprimaè titubante, visto l’inevitabile ritardo nella tabella di mar-cia, poi acconsente e anzi tramite le traduzioni di Vladimir,racconta i fatti successi in quei luoghi settant’anni or sonoovviamente a sua volta appresi dai vecchi: insiste parec-chio sul diverso comportamento degli italiani rispetto aglialleati tedeschi ed ungheresi (anzi afferma che questi ulti-mi a volte siano stati più crudeli dei primi): a testimo-nianza di ciò ci porta a vedere i ruderi di una chiesa inlegno dove afferma essere stata rinchiusa la popolazionedi Arnautowo (ovviamente composta da donne vecchi ebambini) e che i tedeschi hanno tentato di incendiare, for-tunatamente senza riuscirvi.

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Font monospazio
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Uno sguardo al villaggio dal singolare sviluppomolto allungato e al passo dove salì la colonna la mattinadel 26 gennaio e poi via verso Rossosch dove veniamoaccolti con la ormai consueta fastosità dalle autorità loca-li, anzi qui troviamo addirittura una troupe televisiva contanto di giornalisti e fotografi, mettendoci in imbarazzo,ma il calore dei russi ci fa superare anche questo ostacoloinaspettato. Un gradito incontro è stato quello con il Prof.Morozov, che mi ha fatto da guida per tutta la giornata;infatti inizia subito con il farci vedere il centro, della cit-tadina, dove lui, giovane quattordicenne ebbe modo diconoscere a fondo questi strani occupanti, che non face-vano fatica a correlarsi con i locali, e che più volte gliconsentirono di sfamarsi. Ci mostra alcuni edifici che sonorimasti stranamente uguali ad allora: l’ospedale militareitaliano e quello tedesco, la sede del mitico “M. Cervino”la mensa sottufficiali, la sede dell’uff. postale. Poi l’omag-gio ai Caduti: Nostri al cippo sorto su alcune fosse comu-ni poco fuori la città e Loro ad un imponente monumentoancora ricoperto dei fiori deposti nell’ambito della ceri-monia per commemorare il 70° dell’inizio della guerrapatriottica, tenutosi il giorno prima.

La mattinata si completa visitando l’Asilo costrui-to dagli alpini sui ruderi del Comando del Corpo d’arma-ta alpino: Ho trovato una realtà di prim’ordine, una ma-gnifica costruzione gestita impeccabilmente da personalemotivato ed entusiasta del proprio lavoro; una strutturache vive, che sa esprimere gioia, serenità e ha certamenteinfluenza nella formazione dei piccoli ospiti, la prova ditutto questo è che i genitori fanno a gara per poterveliiscrivere. Lo spettacolo è completato dal museo curatodal Prof. Morozov e che trova spazio nel piano seminter-rato dell’Asilo. Tre locali dove il nostro amico ha raccol-to materiale che parla della storia della sua città.

Dopo il pranzo offerto con la consueta signorilitàdal Sindaco, Morozov ci accompagna nella zona dei com-battimenti sul Don e qui è un altro susseguirsi di emozio-ni. Raggiungiamo il villaggio di Nowo Kalitwa per salireinsieme al Sindaco locale, a “quota Pisello” dove sorgein’altro imponente monumento ai Caduti Russi e dovecompiamo il consueto rito di omaggio.

Da qui si gode di una straordinaria veduta a 360°gradi sul territorio circostante, ed è facile per il nostro

accompagnatore fare un dettagliato inquadramentotopografico: di fronte a noi “quota Cividale” le anse delfiume, la zona dove si schierò la Julia, Selenj Yar, l’ansadi Verchi Mamon con la zona dello sfondamento di metàdicembre.A nord è ben visibile l’alta sponda destra del fiume doveerano schierate la Cuneense e la Tridentina, lassù tra quellemacchie biancastre di gesso, i nostri del Vestone e delValchiese costruirono comodi e sicuri rifugi che abban-donarono invitti solo il 17 gennaio.

Il sindaco ci guida poi su una collina dove tra i ciuffid’erba si vedono ancora i camminamenti e le postazionidella Cosseria, che qui vennero travolti dall’uragano diferro e fuoco che si scatenò a metà dicembre ’42.

Il tempo intanto scorre veloce e visto che il trenoper Mosca non aspetta non riesco a toccare l’acqua delDon pur essendo arrivato a pochi metri di distanza; pocomale, è un ulteriore motivo per poter tornare presto inpellegrinaggio in questi luoghi che hanno segnato per sem-pre la storia degli alpini.

Nel correre a Rossosch, abbiamo il tempo di vede-re e fotografare in corsa alcuni esemplari di isbe ancora

con il tetto di paglia, cosa ormai rara, e di farci indicare daMorozov la strada di campagna imboccata dal 2° dellaCuneense all’inizio della ritirata per evitare Rossosch or-mai occupata dai russi.

Il tempo di salutare gli amici e di dare loro appun-tamento a Brescia per il 70° di Nikolajewka e via sul tre-no che ci riporta a Mosca per altre 3 giornate di incompa-rabili bellezze da visitare.

Non sono mai stato in Africa, perciò non so cosasia il famoso male che prende chi la visita, ma deve esseresuccesso qualcosa di simile anche in Russia, perché ineffetti sotto entrambi gli aspetti, quello turistico e quellostorico-alpino è un’esperienza che spero di ripetere pre-sto.

Davide Forlani

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basta parlare di guerra!!!

Sono nato esattamente 1 anno dopo la fine della prima guerramondiale. Dopo la Marcia su Roma del’22,nel 1924 l’Italia sitrovò a precipitare nel pieno della dittatura fascista per più di20 anni! Fino alla data del 25 aprile 1945 quando l’Italia venneliberata dal nazifascismo. A ciò va aggiunto la partecipazionedel duce alla seconda guerra mondiale...ed è il racconto che miriguarda di più, perchè quando l’Italia entrò in guerra nel giu-gno del 1940 a fianco degli eserciti dell’asse berlino-tokio, mitrovai mio malgrado coinvolto.Avevo da poco compiuto 20 anni (21 anni nell’agosto 1940):purtroppo giunse in ritardo la cartolina di chiamata alle armi equando mi presentai il maresciallo della caserma mi diede unalavata di capodicendo che rischiavo non solo il carcere per diserzione,ma conil codice militare di guerra anche la fucilazione. Non so comefeci ad essere così convincente mostrando il timbro postale dellacartolina di chiamata alle armi in ritardo per colpa delle posteitaliane del tempo. Partii per la Francia poi fui spedito in Alba-nia-Grecia nel 1941. Ero arruolato col reggimento alpini, e ave-vo fatto un corso di radiotelegrafista. Oltre allo zaino persona-le, ne avevo uno supplementare dal peso di 30 kg con le batte-rie e dovevo tenere i contatti con il resto delle truppe italianecol radio telegrafo militare.In Albania non mostravo alcun tipo di atteggiamento razzistaverso la popolazione locale (anche se l’Italia faceva parte deglieserciti invasori) eppure già allora gli uomini di quella popola-zione erano molto scansafatiche: le donne facevano tutto; dallavoro nei campi, all’allevare i figli ed educarli! Gli uominierano piuttosto perditempo in un paese prettamente agricolo.Al ritorno in Italia trovai una situazione molto grave non solo alivello civile (l’autarchia del governo e la guerra pesavano for-temente sulla popolazione; poco cibo e non per tutti!!).Mussolini spinto dalle manie di grandezza di voler stare al paridel suo compare Adolf Hitler in Germania, accettò l’idea diguardare ad est dell’Europa (cosa c’era di ancora libero da con-quistare visto che buona parte era in mano ai nazisti?). Cosìpartii di nuovo,con la paura dei miei di non ritornare vivo acasa!Mussolini stava preparando l’esercito da mandare ad invaderel’URSS, insieme ai tedeschi già militarmente pronti. L’entusia-smo propagandato dai fascisti in Italia, si sarebbe poi rivelatoun ecatombe sul fronte russo, nonché i miei amici commilitoni,rimpatriati in Italia più tardi con sintomi e segni di congelamentoe perdita di arti, organi ecc. Ma di questo ne parlerò più avanti.Quel che è certo che riuscii’ tra i pochi a portare a casa la pellefino al giorno del 8 settembre 1943. Altri persero la vita sulfronte russo...eravamo partiti in molti... tornammo in pochi!appunto nel 1941 la decisione di partecipare all’invasione del-l’Unione Sovietica divenne operativa. Il governo fascista alle-stì l’esercito chiamato c.s.i.r.-a.r.m.i.r. formato da: DivisionePasubio, Divisione Torino, Divisione Celere, Raggruppamen-to c.c.n.n. 3 gennaio, Raggruppamento Cavalleria (inclusi imuli), raggruppamento c.c.n.n. 23 marzo,Divisione Sforzesca,Divisione Ravenna, Divisione Vicenza, Divisione Cosseria,

Ricordi dell’alpino Reduce Egidio Arrighi (classe 1919) -ex capogruppo alpini villaggio Prealpino

Divisione Cuneense, Divisione Tridentina, Divisione Julia, ar-tiglieria di corpo d’armata, reparti d’armata, aviazione, marinamilitare. Tra questi pure i vari battaglioni e reggimenti alpini(facevo parte del 6° reggimento alpini). Partimmo nell’estatedel 1941 tramite la ferrovia fino ad una stazione posta più adest nell’Ungheria (come si dice un bel viaggetto...non dipiacere).Da qui’ solo la Divisione Pasubio prosegui’ tramitecamion. Gli altri in marcia a piedi,coi muli o a cavallo...alcunicon motociclette militari come i fanti e bersaglieri.Una distanza di circa 300-500 km raggiunta nell’agosto dellostesso anno poi un girovagare nella steppa dove il generaleCavallero al comando della divisione Pasubio, Divisione Ce-lere e Raggrupp. c.c.n.n. 3 gennaio apriranno la strada ad unsuccesso temporaneo(una vittoria di Pirro) sui russi, i quali moltivennero catturati e spediti in Germania nei lager(c’erano puretedeschi con noi, ma molto più a nord rispetto alle nostre lineemilitari). Ma allo stesso i Russi mentre si ritiravano tendevanotranelli alle armate degli invasori. Ci furono aspre battaglie nellasteppa fino ad arrivare al dicembre 1942.Gia’ la resistenza dei russi si era vista con la battaglia diStalingrado...(al Volga non si arriva, resiste stalingrado). Co-munque sia l’esercito italiano non aveva in mente cosa avreb-bero scatenato i russi dall’inverno del 1942 (soprattutto il ge-nerale Gariboldi) inizialmente contro le divisioni Ravenna eCosseria tra l’altro le nostre linee militari erano poco consi-stenti. Appunto i generali sovietici lanciarono un controffensivache si sarebbe rivelata come un rullo compressore (scusate manon trovo altro modo per descrivere), pronto a scatenare uninferno nella steppa a cui nessuno avrebbe potutoresistere(eppure sono qui a raccontarvelo)! 2 armate composteda 10 divisioni,125 battaglioni, appoggiati da 2500 pezzi d’ar-tiglieria leggera e pesante (di cui cannoni, lanciarazzi,controcarro, lanciarazzi parabellum, katiusce,700 carri armati).atutto ciò si aggiunsero 3 divisioni di fanteria per ciascuna divi-sione che componeva i 2 corpi d’armata. Per fare un esempio ilanciarazzi parabellum sparavano 100 colpi al minuto. Altriancora come le katiusce quando colpivano i muli od il terreno asecondo dei casi provocavano crateri nel terreno, e c’erano pezzidi carne di animale sparsi dappertutto oltre che erano visibilicome bengala nella notte! I russi inoltre disponevano di divisemimetiche chiuse ed imbottite che trattenevano il calore delcorpo senza disperderlo, cosi come gli stivali di feltro...in uninverno glaciale(- 35°-40° sotto zero).Le truppe italiane disponevano del famoso moschetto 91 capa-ce di sparare 7-8 colpi al minuto; scarponcini chiodati che di-sperdevano il calore; cappotti e mantelline di “lana autartica”chenon proteggevano a sufficienza dal freddo polare; senzaautomezzi(benzina finita o bloccati dal gelo o fango nellasteppa); senza munizioni;solo con muli o cavalli;con l’inson-nia cronica;affamati; infreddoliti; gelati(in molti dei casi),a scap-pare in ritirata dalla steppa russa in direzione Ucraina-Unghe-ria per evitare l’accerchiamento dei sovietici! Sbattuti sul tre-no di ritorno in Italia (un viaggio di 3000-5000 km) in pochisopravvissuti,coi feriti e congelati,come dopo la battaglia diNikolajevka

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sul Don...dove molti ricordano il sacrificio deglialpini italiani, anche da parte russa.Tornai in Italia tra mille peripezie...dio sa solo cosa mi sarebbetoccato dopo. Gli italiani anziche’ aiutarci quando arrivammoin stazione (non a Brescia) a causa delle divise militarilogore,qualcuno con gli stracci al posto degli scarponcinichiodati o addirittura scatoloni di cartone; ci urlarono“straccioni!!!” fummo mandati nei vari ospedali militari sparsinella penisola a fare la quarantena, a guarire da malattie variedate da malnutrizione, pidocchi, piattole, pulci,ecc,!La situazione in Italia però stava volgendo verso un finale po-litico allucinante(per noi e per la popolazione):dopo il 25 lu-glio 1943 Mussolini fu’ destituito, arrestato poi dal re e manda-to sul gransasso. Il paese era allo sbando completo. Cosi’ come i supersti-ti dell’esercito dato in mano al generale Badoglio che dopo 1mese e mezzo esattamente l’8 luglio 1943 firmo’l’armistizio...un’arma a doppio taglio. Cesso’ una guerra necominicio’ un’altra.!!!La popolazione era sfiduciata da 3 anni di guerre:la sparata delduce di “2 milioni di baionette” piu’ nessuno ci credeva:traditopure dai suoi compari gerarchi e ministri(tra cui il cognatoGaleazzo Ciano, processato piu’ tardi a Verona dal tribunalemilitare della r.s.i. e fucilato con gli altri gerarchi).Appunto con l’armistizio i tedeschi ci consideraronoitaliani”traditori badogliani”(farflucx).dopo essere stato al-l’ospedale militare fui’ spedito alla scuola di addestramentoreclute per radio telegrafisti del 4° genio a Bolzano...La popolazione del posto,vicina all’Austria ed a i tedeschi sicomportò come “carogne e vili “indicando ai nazisti localipresenti,militari italiani all’interno della caserma!a poche oredalla firma dell’armistizio la caserma fu’ circondata e tutti ipresenti all’interno vennero catturati tra cui io!Fui sbattuto dai tedeschi,con altri commilitoni su carri mercipiombati(54 persone per carro, senza cibo, acqua,senza serviziigienici come bestie da condurre al macello)per un viaggio di 2giorni in territorio austriaco sotto la giurisdizione germanica diBerlino (l’Austria dal 1939 era annessa al territorio tedesco), efummo trasferiti allo stalag17a (era un campo di concentra-mento indicato col numero 17a, secondo la cartina mappaleaustriaca dell’epoca) non distante dalla capitale Vienna (ricor-do bene che si trattasse di questa città e nel campo c’erano pre-senti anche prigionieri russi e francesi ).Lo stalag 17a era un campo di concentramento cinto da retico-lati 2 metri di altezza con filo spinato (e credo anche correnteelettrica ad alta tensione), con torrette ogni 40 metri,guardienaziste pronte a sparare ad ogni minimo avvicinamento.Ogni 3 -4- ore c’era l’appello nominale da parte dei sottufficialitedeschi e delle guardie che non perdevano l’occasione di in-sultarci chiamandoci “traditori badogliani”(in tedesco natural-mente) e con molti altri titoli ingiuriosi.Con la prima perquisizione fummo spogliati di tutto:rapinati dioggetti personali e di corredo;lasciata solo la divisa militaresenza ricambio.Piastrina di prigioniero di guerra 141193.per cibo brodaglia conmiglio e pezzi di pane nero fatto con crusca e paglia macinata.2mesi dopo fummo interrogati dalle SS (c’erano anche gli inter-preti) e dagli italiani aderenti alla neonata repubblica sociale diSalò (i repubblichini che tramite i tedeschi avevano liberato ilduce sul gran sasso d’Italia, fucilato i gerarchi traditori del fa-scismo ed istituito un governo italiano provvisorio a Salo’ inprovincia di Brescia.):cercarono in tutti i modi di convincere

me ed altri commilitoni prigionieri ad aderire ecombattere coi repubblichini fascisti di Salo’! Rifiutai natu-ralmente (come molti altri) nonostante le minacce contro me ela mia famiglia in Italia (non ero sposato ma avevo fratelli esorelle. Oltre ai genitori) avevo alle spalle le campagne di guerrain Francia, Albania, Grecia, Russia e ne avevo avuto abbastan-za dei fascisti! il premio fù esemplare al rifiuto: 4 giorni aldigiuno chiusi in una baracca....come antipasto! il resto fù untrattamento inumano compiuto dalle ss con: soprusi, percosse,perquisizioni persecutorie, ogni giorno! A ciò s’aggiunseropunizioni per presunte mancanze: insubordinazione, piccolifurti,e l’ordine di star zitti per non venire percossi coi manicidei mitra e fucili. dopo 3 mesi dell’arrivo in terra austriaca fuiinviato con altri al lavoro coatto presso la fabbrica warta batte-rie, nella zona Wiener Neustadt cioè zona orientale dell’Au-stria. Lavoravamo 8 ore al giorno fresando a macchina elementidi piombo che andavano poi nelle batterie,utilizzando solo unamascherina. Niente salario, scortati da guardie severissime delles.s.! Per il resto nel lager dopo la giornata lavorativa,le condi-zioni di vita erano miserabili: vitto pessimo e scarso e pocaacqua da bere. Per combattere cimici e pidocchi in mancanzadi sapone si facevano bollire le divise (una in 2 anni), rapati azero e praticata una doccia! condotti in baracche maleodorantinon riscaldate,100 persone ciascuna stipati in tavole di legnoper dormire,a castello, con pagliericci infestati da parassiti eduna coperta a testa. Il 1944 era da poco iniziato e tra marzo-aprile fummo trasferiti, io ed un altro, presso la fabrich kapsradiotelefoni (ero stato radio telegrafista in passato): 8 ore allefrese per produrre condensatori variabili)! la paga pochi “mar-chi da campo” per acquistare lamette da barba e non per cibo oaltro.in pochi mesi persi 20 kg per fame,paura, brutalita’, umiliazio-ni, maltrattamenti, violenze fisiche e psicologiche,annullamentodella dignita’, continue minacce di morte (Buchenwald era adun tiro di schiocco di dita da parte delle s.s.in un campo disterminio).L’infermeria del campo era quasi del tutto sprovvista di medi-cinali per cui la mortalità era molto alta, anche per il freddo epochi ricoverati ne usciranno vivi.I servizi igienici ,1 per 50 persone,consistevano in una bucafuori la baracca con 2 assi sopra da usare di giorno soltantoperche’ di notte le ss sguinzagliavano i cani! percalzature,consumati gli scarponi,ci lasciarono gli zoccoli di le-gno olandesi senza calze;la corrispondenza coi familiari si esau-riva ad 1 lettera al mese controllata circa il contenuto dello scrittosulle condizioni di vita nel lager, spesso censurata, sequestratae distrutta!La domenica anziche’ riposare fummo spediti a tagliare consegacci a mano fusti di alberi di un metro circa di circonferenzaper formare un metro cubo di legname. Paga zero! Nel novem-bre 1944 con altri compagni fummo portati sul confine austro-ungherese a lavorare per 10-12 ore con piccone e badile perriattare i binari ferroviari bombardati. Lavoro pesante non re-tribuito, neppure con altra razione di cibo,sempre piu’ scarso escadente nonostante le nostre condizioni di vita miserabili.Nel febbraio 1945 causa massicci bombardamenti deglialleati(anglo-americani)contro gli stati sotto il dominio dell’asse,

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A pochi mesi dalla sua morte pubblichiamo uno scritto au-tografo di Alessandro Allievi, Reduce di Nikolajewka e so-cio del Gruppo di Adro. Si tratta di uno scritto a mano, concalligrafia resa incerta dagli anni che Allievi ha lasciato:lo riportiamo tal quale, quale testamento spirituale suo maanche di tutti i Reduci di tutte le guerre affinchè il loro ri-cordo non venga mai a smarrirsi.

Partii il 15 Marzo 1940 per Trevilio e fui destinato al 6°Alpini Val Chiese. Siamo andati a Desensano del Garda doveci an vestiti e siamo partiti per Vipiteno per fare il giura-mento e tattiche per la guerra per 40 giorni.Dopo siamo andati a Paesana a raggiungereil Battaglione e il 10 Giugno siamo partiti peril campo a Pian del Re.La sera stesa è stata dichiarata guerra allaFrancia e stabiliti al Colle delle Traversetteal fianco del Monte Viso. In 4 giorni la guer-ra con la Francia fu vinta e noi ci anno man-dati a fare la strada sulle alture dell’Albicoc-ca per andare in Francia e li siamo stati pertre mesi fino che il 10 Settembre venne laneve, lo partii per Alessandria per il corso in-fermiere, per un mese. In quel frattempo annosiolto il VaI Chiese e ci anno mandati al 6°Vestone. Ritornato dal corso fui mandato aDesensano. Ne fra tempo il BattaglioneVestone partì per l’Albania e io restai li coltenente medico per le visite dei richiamati perandare a completare i Battaglioni i Albania. Fu cosi che par-timmo col treno fino a Foggia, che con lareo, ci portarono aTirana, e la cerano pronti i cambius che ci portarono al fron-te che dopo due notti di cammino arrivammo alle trinceesulle alture a fianco del Guri Topi.Abbiamo montato le tende scavando la neve e cosi eravamoriparati dal freddo e li siamo stati fino a Pasqua del 1941. Almattino presto inisiammo lattacco e non ci siamo più fer-mati fino che siamo incontrati coi Tedeschi. Dopo qualchetempo, marciando sempre a piedi tutti i giorni siamo arriva-ti a Durasso, che poi con la nave cian portati a Bari in con-tumacia. Li tutti i giorni ci preparavano per la sfilata per lavisita del Duce e Itler. Partimmo poi per Casteletto Ticinoper poi venire a casa in licensa per un mese. Nel rientro iBattaglioni erano stabiliti ai pressi del Sestrire e al forteSiaberton. Li restammo un po, poi tutti i giorni si faceva lamarcia e siamo arrivati a Torino e ci an stansiati nei capan-noni della Itala e li siam stati fino alla partenza per la Rus-sia, era il 26.07.1942.Siamo stati caricati sulla tradotta militare a gruppi di 40 ognivagone e cominciò il calvario per tutti. Appena arrivati tuttii giorni a piedi si camminava verso il fronte e così il primoattacco ci mandarono a rinforsare la cavalleria che avevaripiegato e li fu i primi morti. Appena ripreso le nostre lineeci anno mandati sul Don, cosi tutta la Tridentina si univa colcorpo d’armata Alpino. Tutti i giorni nevicava e di notte

facevamo i camminamenti e tutti eravamo sotto terra comele formiche. Tutte le notti si sentivano gli autoparlanti Russiche ci dicevano di arrendersi a loro e cosi durò fino a Natale1942. Non arrivava più la posta e i viveri e munisioni, cosifino al 10 Gennaio.Al mattino presto incominciarono i bombardamenti e poisono venuti avanti. Ma nel arrivare alle rive del Don le no-stre artiglierie spararono a fuoco interrotto sul giaccio delfiume e noi dalle nostre postazioni sparavamo e cosi lattaccoè fallito e per 4 lunghi giorni abbiamo resistito. Poi dal co-mando, arrivò lordine di ritirarsi lasiando una scuadra a te-

nere il fronte e tutti gli altri partimmo perPodgonoie. Cosi incomincia la sacca delfronte russo che per 11 giorni durò. Biso-gnava combattere con le armi, con il freddo,la fame, noi del 6° eravamo i primi, diceva-mo “morire di una fucilata è meglio chemorire di fame” e cosi si camminava finoalla sera, chi si levava le scarpe per il freddoera perduto perche la morte lo bloccava. Permangiare bisognava arrangiarsi, patate, gal-line, farina, e tutto quello che si trovava en-trando nelle isbe. La notte si dormiva in pie-di uno contro laltro. Quelli che riusivano aentrare nelle isbe, e quelli che restavano fuoriaccendevano il fuoco perche il freddo era40 gradi sotto zero. Alle prime luci del mat-tino si partiva e tutti giorni si perdeva qual-che amico, perche la notte i partigiani e uni-

ti ai paracadutisti che la notte venivano lanciati dai aerei,tutti i giorni taliavano la colonna e restavano prigionieri.Non bisognava inpresionarci a vedere i morti dove passavala colonna, un 0 di quelli feriti, un po dei morti del freddo edi fame, ma bisognava andare avanti perche chi si fermavaera perduto. Cosi fino a Nicolaiesca. Al mattino presto sia-mo andati giù fino alla ferrovia, ma di li non si poteva anda-re avanti e cosi per fino il pomeriggio. Intanto il generaleReverberi su un carro armato tedesco incomincio ad avan-zare e chiamava tutti a seguirlo facendo diventare una co-lonna immensa di soldati muli slitte, tedeschi romeni un-gheresi di tutti i corpi, e venendo avanti una cosi forte co-lonna i Russi si sono intimorito. Allora noi siamo andatiavanti allattacco e li abbiamo messi alla fuga e cosi siamoriusiti a rompere il cerchio della sacca, e cosi fu la libertàdei pochi scampati.Ma non fu la fine perche per altri giorni non si combattevapiù ma la fame cera ancora, fino al giorno che incontrammoi tedeschi che andavano a tenere il fronte e cosi ci siam fer-mati a mangiare e dormire per qualche giorno fino a quandoabbiamo preso la tradotta che ci portavano in Italia. Arrivatia Tarvisio siamo andati a Quneo per la contumacia. Erava-mo tutti sporchi pieni di pidocchi e li cian messo a nuovocoi vestiti e la fame e 40 giorni di pace fino alla licensa unmese.

Alessandro Allievi

Appunti di vita militare di Alessandro Allievi,Reduce di Nikolajewka

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fummo mobilitati a recuperare cadaveri tra le ma-cerie. Eravamo come i monattinel romanzo del Manzoni. colpito l’acquedotto che serviva lacitta’, L’acqua inondo’ i rifugi anti-aerei sotterranei dove i ci-vili si nascosero e fu’ una strage: ripescammo centinaia di cor-pi di annegati galleggianti(uomini, donne e bambini) e costret-ti a caricarli di peso in cima ad automezzi(camions),tutti ammassati. L’acqua si era riversata dappertutto,oltre chele bombe d’aereo che avevano distrutto edifici e rifugi sotterra-nei! le ore non si contavano, cosi’ come la paga. Le nostredivise erano lacerate,con un freddo insopportabile. E non po-tevamo lasciare il posto durante i bombardamenti perche’ ri-schiavamo di restare fucilati sul posto dalle ss. In italia mentrela liberazione venne a compiersi definitivamente il 25 aprile1945,dopo quasi 2 anni di guerra sulle montagne ad opera dei

partigiani;io invece in austrIa fui costretto ad at-tendere l’arrivo dei russi,nell’agosto 1945 a Viennache mi rimpatriarono.Alla fine di agosto compii 26 anni:e avevo alle spalle 5 anni diguerra, prigionia, lavoro coatto pur di non servire militarmenterepubblichini e nazisti. e pensai di aver vissuto un secolo dellamia vita e non 5-6 anni, subendo angherie di ogni tipo,la mortein faccia,perso molti compagni sul campo e non solo!.Tra le altre cose mentre ero prigioniero in Austria- Germaniapersi mio padre (lo seppi al ritorno in italia)e mi trovai solo conmia madre, fratelli e sorelle ,ma la cosa piu’ importante erotornato a casa vivo...e nel 1946 mi sposai!Questi sono i miei ricordi tragici e curiosi al tempo stesso, perchi c’era e per chi non ha visto o provato quello che passai io!Spero che nessuno di voi non tocchi mai provare di personacio’ che ho subito io!

Egidio Arrighi

Rinnovo dei Consigli di Gruppo

CalcinatoCapogruppo: Umberto CamossiVice Capogruppo: Luigi LecchiSegretario: Arrigo ValentiniCassiere: Gianfranco MartinelliRevisore dei Conti: Luigi BocchioResponsabile Sport: Claudio PapaVice Responsabile Sport: Alessandro AgostiResponsabile Sito Internet: Maurizio GoffiAiuto Responsabile Internet: Simone BertiniConsiglieri: Ottorino Abate, Erido Cima, Severo Cima eGianfermo DurantiAlfieri: Riccardo Oldofredi e Pierino Marenda

S. PoloCapogruppo: Emilio LombardiVice Capigruppo: Giuseppe Bacca e Fabio ZaniProtezione Civile: Attilio BettoniConsulente Sport: Angiolino BettenzoliConsiglieri: Franco Ballerini, Giulio Bandera, AdrianoBerardi, Simone Bramè, Enrico Buraschi, Sergio Panada,Luigi Rocco e Federico ZaniAlfiere: Attilio Pasinetti

S. EufemiaCapogruppo: Agostino RossiVice Capigruppo: Angelo Beduzzi ed Angelo BragaSegretario: Domenico BonettiTesoriere: Mario MeneghiniRevisori dei Conti: E. Bettinali, R. Groppelli e B. VenturelliResponsabili Sede: Bruno Becchetti, Bruno Feltre e Giu-seppe PozzaniAttività Sportive: Angelo BeduzziAlfiere: Maurizio Erba

Capogruppo: Nicolini DanieleVicecapogruppo: Gemma GiovanniSegretario: Panelli RenatoTesoriere: Bonomelli Massimo1°alfiere: Peli PierluigiAlfieri riserva: Nicolini Daniele, Gemma GiovanniConsiglieri: Guerini Gianfranco, Guerini Fabio, BrunettiGiuseppe,Allocco AlfredoResp.Sportivo: Gemma Giovanni, Guerini Fabio, NicoliniDanieleResp rapporti Comune: Panelli RenatoResp. rapporti parrocchia: Peli PierluigiResp. rapporti sede sezionale: Nicolini Daniele

Ponte Zanano

Capogruppo: Giovanni CasaliVice Capigruppo: Fernando Quecchia e GiuseppeTregambeSegretario-Cassiere: Battista BenettiResponsabili Sport: Antonio Benetti, Andrea Quecchia,Paolo Apostoli e Stefano MoreschiConsiglieri: Pierino Castegnati, Francesco Sanca, MauroTonolini, Cristian Casali, Mario Porta, Fausto Castegnati,Marco Rossi, Eugenio Albini, Giuseppe Rivetta, LucaSquassina, Paolo Liberini ed Angelo TolottiAlfieri: Silvio Squassina, Brunone Casali ed Emidio Lonati

Botticino Mattina

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BadiaCapogruppo: Luciano ForleoVice Capogruppo: Alfredo MontiniTesoriere: Sandro FerriniRevisore dei Conti: Serafino FrassiConsiglieri: Alessandro Maestrello, Alessandro Grossi,Pietro Ferrari e Luciano CanditoAlfiere: Clemente Ragni

Rinnovo dei Consigli di Gruppo

DelloCapogruppo: Marco CoffinardiCapogruppo Onorario: Giovanni TintiVice Capigruppo: Valerio Ferrari e Massimiliano BaruelliSegretario: Patrizio RoccaRevisore dei Conti: Alberto MagoniResponsabile Sede: Angelo CristiniAiutanti Responsabile Sede: Bernardo Anni e MartinoFacchiResponsabile Impianti Sede: Alberto MarchioniResponsabili Lavori di Volontariato: Giuseppe Renica eRoberto TaglianiAttività Culturale: Gabriele GaleazziOrganizzazione Cucina: Giuseppe CoffinardiConsiglieri: Alessandro Marchioni e Filippo MonfardiniAlfieri: Alfredo Quattrini, Secondo Cavalli, Mirko Belottie Raffaele Maio

Capogruppo: Luigi PalettiVice Capogruppo: Luciano MassettiSegretario: Emanuele CazzagoVice Segretario: Mauro LibrettiCassiere: Lorenzo FacchettiConsiglieri: Domenico Canossi, Battista Bonacquisti,Natale Cazzago e Maurizio SignoriniAlfieri: Luigi Bosio e Mario Trainini

Coccaglio

Collio V.T.Capogruppo: Michele ComettiVice Capogruppo: Gianbattista FerraglioSegretario: Fabrizio MensiResponsabile Sportivo: Ivan MazzoldiRevisori dei Conti: Manolo Spranzi ed Andrea RuzzenentiConsiglieri: Fabio Lazzari, Mauro Bruni, Doriano Lazzari,Emanuele Spranzi, Marco Lazzari, Roberto Ronchini,Meschino Carossini ed Enrico LazzariAlfieri: Pietro Lazzari ed Agostino Zanardini

Torbole CasagliaCapogruppo: Osvaldo BianchettiVice Capigruppo: Emilio Poli e Roberto BonettaSegretari: Roberto Raccagni e Giuseppe MussioCassieri: Franco Valzelli e Giuseppe ColossiAttività Sportive: Renzo Bruni ed Alessandro TonoliRevisore dei Conti: Elio SolaConsiglieri: Giuseppe Bruni, Pietro Ponzoni, Enrico CiviniAlfieri: Vittorio Lancini e Massimo Ghidini

SarezzoCapogruppo: Vincenzo BelleriCapogruppo Onorario: Ottorino ZanardelliVice Capigruppo: Luca Mondini ed Ilario PedriniSegretario: Lorenzo BelleriResponsabile Segretaria: Federico BelleriCassiere: Giovanni PelizzariResponsabile Sport: Silvano MarinelliAiuti Sport: Giorgio Bottarelli e Claudio OttelliResponsabile Sede: Giorgio PintossiResponsabili Tende: Vincenzo Belleri, Luca Mondini eFranco RonchiRevisore dei Conti: Pierluigi AntoniniConsigliere: Bruno FerroniAlfieri: Aristide Salvinelli, Daniel Taboni e GianluigiRizzinelli

Quinzano d’OglioCapogruppo: Giuliano SanzeniPresidente Onorario: Guido SoregaroliVice Capigruppo: Massimo Torri e Fausto PerdettiSegretario: Francesco AresiRespons. sport: Giovanni Martorana e Giuseppe SabainiResponsabili Sede: Gianbattista Quaranta, Pietro Merigoe Cesare BaronchelliRevisori dei Conti: Domenico Delpero e Marco ScalvenziConsiglieri: Osvaldo Ferrari, Graziano Massini, MauroFustinoni, Faustino Pietta, Manrico Olivari, GianfrancoSaleri, Francesco Pedretti, Renato Fappani e SergioBrocchiAlfieri: Roberto Alloisio e Francesco Boldrini

Villaggio SerenoCapogruppo: Antonio ManentiVicecapogruppo: Andrea GervasiSegretario: Fabio CongiuCassiere; Angelo RiveraRevisore dei conti: Severino Piovanelli e Fabio CongiuAddetti all’organizzazione: Carlo Piceni, Luciano Greci,

Luigi Bertassi e Cesare AlberiAddetto alle manifestazioni esterne: Michele NicoliniResponsabile sportivo: Umberto NicoliniAlfiere: Angelo Beduschi

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CollebeatoI 25 anni della festa alpina

Correvano gli anni ottanta, quando con felice in-tuizione Giuliano Bonomi Capogruppo in quei anni, ideòla “Festa Alpina”. Prima nello spiazzo antistante il vec-chio ENAL, poi nel cortile dell’ospedale fino all’ormai“storico” centro civico comunale, per ben 25 anni gli Al-pini di Collebeato hanno proposto tre giornate improntateallo svago, con musica, buona cucina, sport e sopratutto

tanta solidarietà’. Quest’anno, le previsioni meteo nonsono delle più rassicuranti, siamo preoccupati, ma tra unoscroscio e l’altro riusciamo a preparare tutto come da pro-gramma. Venerdì, dopo gli ultimi ritocchi, il colpo d’oc-chio non è male, fotografie, locandine, striscioni vari esventolanti tricolori, abbelliscono l’ormai vecchio Cen-tro Civico.

Anche lo stand gastronomico, asso portante di tut-ta la manifestazione, è pronto, alle 18 in punto,tutti i partecipanti indossano la sgargiante ma-glietta del 25° e si preparano per la prima serata.con il gradito spettacolo dei “Gnari de Cobiàt”,che capitanati dal nostro Roberto Frassine, coin-volgono il numeroso pubblico presente.

Sabato, nel tardo pomeriggio, dopo unviolento acquazzone, una delegazione di Alpinicon il Gagliardetto del Gruppo partecipa al lo-cale Santuario della Madonna della Calvarolaalla Santa Messa celebrata in ricordo di tutti gliAlpini andati avanti e terminata con un improv-visato ma suggestivo “Signore delle cime”.

La sera, dopo aver assistito allaspettacolare esibizione degli Zeuz chiudiamo laserata che è l’una passata. Domenica, verso le

S. VIGILIO DI CONCESIOdopo la annuale assemblea si èfesteggiato l’85° di Fondazione

Con la gradita partecipazione del nostro ParrocoAlpino Don Domenico Castelli si è tenuta il 9 gennaio2011 l’Assemblea annuale dei soci.

Dopo che il responsabile di zona Walter Smussi haportato il saluto del nostro Presidente e del Consiglio Se-zionale è iniziata la trattazione degli argomenti posti al-l’ordine del giorno tra i quali la necessità di intervenire,in accordo con il Comune, per la sistemazione urgentedella Chiesetta di San Velgio non appena la Sovrinten-denza alle Belle Arti ci avrà concesso il necessario nullaosta al progetto presentato.

Altro argomento importante trattato è stata l’orga-nizzazione per la celebrazione dell’85° anniversario difondazione del gruppo in occasione della quale è stato

quattordici, veniamo sorpresi dal consueto acquazzone delpomeriggio, abituati, lo lasciamo sfogare, aspettiamo chetorni il sereno, asciughiamo tavoli e sedie e ci rimettiamoal lavoro in attesa della serata finale.

Anche questa sera la gente di Collebeato e dintornipartecipa numerosa, tanto da metterci in difficoltà nel sod-disfare tutti. Alla fine ce la facciamo, dopo aver ascoltatole coinvolgenti canzoni di “Sonia” festeggiamo tutti dan-doci appuntamento alla prossima...Numeri da record hanno caratterizzato queste tre giornateintense e impegnative, un ringraziamento particolare vaquindi a quanti ( più di 40) a vario titolo hanno collabora-to e contribuito al buon esito della manifestazione. Allafine tutto questo ci permetterà di avere più “disponibilità”per il nostro “Progetto Solidarietà 2011" in via di defini-zione.

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stampato un opuscolo.Questo grande evento si è svolto inuna cornice di grande e partecipata festa gioiosa il 2 e 3luglio 2011.

In verità l’inizio è avvenuto, un po’ in sordina,venerdi 1 luglio nella ex casa Carrara, ora di proprietà delSig. Ernesto Tanghetti dove, alla presenza di varie autori-tà comunali e locali con in testa il Sindaco di Concesiodott. Stefano Retali, il V.Presidente Battista Ravelli conalcuni consiglieri, si è tenuta una breve ma partecipatacerimonia per degnamente ricordare il socio fondatore Ten.Col. Giuseppe Carrara alla presenza del figlio Robertocon la gentile Consorte.

Sabato 2 luglio presso la Chiesa di San Velgio, allapresenza di tanta gente della nostra comunità, si è esibitoil Coro di Preganziol della Sezione ANA di Treviso diret-to dal M.o Riccardo Sartorato. Gli scroscianti applausitributati sono la testimonianza della bontà dell’esecuzio-ne.

La domenica è iniziata con l’ammassamento pres-so il campo sportivo dell’oratorio dove, dopol’alzabandiera, il corteo è sfilato per le vie del paese ac-compagnato dal Civico Corpo Bandistico di Coccagliodiretto dal M.o Marco Paruta. Oltre al nostro Vessillo Se-zionale scortato dal Presidente Davide Forlani, dai VicePresidenti Turrini, Ravelli, Barbieri, dal segretario Fau-sto Cazzanelli e da alcuni Consiglieri, hanno partecipato iVessilli delle Sezioni di Treviso e di Verona, i Gonfalonidei Comuni di Concesio e Trevenzuolo (VR), i gagliardettidi Preganziol, Povegliano Veronese e Roncolevà e bensettantadue gagliardetti in rappresentanza dei gruppi del-la Sezione. Nel corso della sfilata è stata deposta la coro-na di alloro al Monumento ai Caduti. La Santa Messa ce-lebrata dal nostro Parroco-Alpino Don Domenico Castel-li è stata con- decorata dal Coro di Preganziol che, su ri-chiesta del celebrante, ha concluso la funzione liturgica

con la canta “Lunga vita” in lingua russa che è stata parti-colarmente apprezzata.La stampa locale, sui giornali disabato 2 luglio, ha pubblicizzato l’evento. In conclusioneci piace sottolineare che la Chiesetta di San Velgio, affi-

data trentacinque anni fa alle cure de-gli Alpini con in testa il capogruppoNarciso Armanasco per evitarne la ro-vina, continua ad essere curata e cu-stodita con sacro impegno dalle pennenere locali.Da queste colonne indirizziamo il no-stro più vivo ringraziamento all’Am-ministrazione Comunale guidata dalSindaco dott. Stefano Retali, al M.C.Francesco Balducci Comandante laStazione Carabinieri di Concesio, aGiampietro Corti Comandante Stazio-ne C.F.S., al Dott. Rinaldo Donati Di-rigente Istituto Comprensivo diConcesio, agli amici alpini veronesiPaolo Ferlini e Remo Bosco, al Corodi Preganziol con Antonio Zanato, aigruppi confratelli intervenuti e a tutti

quanti, a vario titolo, hanno condiviso con noi momentisignificativi di amicizia e solidarietà.Da queste colonne indirizziamo al capogruppo di DelloTinti ed ai suoi alpini il nostro ringraziamento per averciospitato il 3.12.2010 dove abbiamo consegnato al lorosocio e nostro Parroco Don Domenico il nostro libro “90anni con la penna” storia della Sezione.

Romeo Mainardi

Sono trascorsi due anni dalle Celebrazioni del 90°dell’A.N.A. a cui ha fatto seguito lo scorso anno il 90°della nostra Sezione. Ora è stata la volta del primo Grup-po bresciano a celebrare il 90° di fondazione. Infatti, il 7dicembre 1921 i reduci alpini della Prima Guerra Mon-diale, con alla testa il Maggiore Antonio Belpietro, fon-darono il Gruppo Alpini di Castenedolo.

La ricorrenza è stata festeggiata con un intenso pro-gramma che a visto gli Alpini castenedolesi impegnarsinell’allestimento, nella splendida cornice della Sala deiDisciplini, di una Mostra in cui, oltre ad una numerosaserie di pannelli illustranti la storia degli Alpini attraversogli eventi bellici della Prima e Seconda Guerra Mondiale,ha trovato posto l’esposizione di svariate decine di foto-grafie raffiguranti gli Alpini castenedolesi, dalla nascitadel Gruppo ai tempi più recenti.

L’originalità della Mostra ha riscosso notevole in-teresse da parte dei visitatori, che hanno riscontrato e sco-

CASTENEDOLO90 anni, il mito continua...

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PADERNO F.C.Celebrato l’80° di fondazione

perto le immagini di parentied amici alpini eseguite nelcorso degli ultimi novant’an-

ni.Le serate del 24 e 25 giugno sono state dedicate a

due eventi di sicuro successo: il primo, il Concerto delCoro Alpino “Alte Cime” che ritornava, applauditissimo,a Castenedolo dopo le rappresentazioni del 2006 e 2008 eche, anche quest’anno, ha esaurito il Teatro Ideal. Nel corsodella serata sono stati premiati i due ex Capi Gruppo: Gia-

como Ravelli, per ben 32 anni ala guida del Gruppo eGiovanni Mandonico anch’esso per oltre 12 anni a capodegli Alpini locali. Miglior riconoscente ricordo per laloro attività non poteva essere che il libro della Sezione:“90 anni con la penna” donato loro dall’attuale Capo Grup-po Flaviano Codignola.

Il secondo evento ha avuto luogo all’interno del-l’Oratorio, gentil-mente concessodalla Parrocchia edin cui si è esibito ilCorpo Musicale diCologne. E’ statauna serata magica;i numerosi spetta-tori sono rimasti in-cantati dalla bravu-ra dei concertisti,una cinquantina,dai dodici anni insu, impegnati in unrepertorio sagace-mente scelto e di-retto dal MaestroDanila Bonassi.

Il culmine delle celebrazioni si è avuto domenica26 con la tradizionale sfilata per le inbandieratissime viedel paese: i ben 90 i gagliardetti presenti che, oltre a quel-lo del gemellato Gruppo di Civate (LC) e la folta rappre-sentanza di Alpini provenienti da tutta la provincia, ac-compagnati dalle Bande Musicali di Salò e Borgosatollo,hanno ricevuto il caloroso abbraccio della popolazionesempre vicina ai propri Alpini ed in particolare a questoloro importante traguardo.

Flaviano Codignola

Domenica 22 maggio il Gruppo di PadernoFranciacorta ha inaugurato la nuova sede, il monumentoalpino costruito da un socio reduce di Russia, andato avantinel 2002 e festeggiato l’80esimo del gruppo.

Il gruppo di Paderno Franciacorta compie 80 anniessendo nato il 20 Ottobre 1931 come documentato dagliarchivi della Sezione di Brescia, ma non ne abbiamo im-magine sino al 1938 quando appare nella foto dei gruppibresciani che hanno inaugurato la Casa dell’Alpino di Irmain Val Trompia.

Rifondato dopo la guerra nel 1947, ha visto i suoisoci impegnati, tra l’altro, in aiuto alle popolazioni terre-motate del Friuli, dell’Umbria e da ultimo de L’Aquila.

Le cerimonie svoltesi a Paderno Franciacorta dal14 al 22 Maggio sono state caratterizzate da una forte par-tecipazione della cittadinanza che, soprattutto sabato 21maggio in occasione del Concerto del Coro Alte Cimedella Sezione di Brescia e domenica 22 Maggio nel corsodella cerimonia di inaugurazione della nuova sede delgruppo e del monumento all’alpino (che potete vederenella foto accanto), hanno fatto sentire la loro vicinanzanon solo gruppo ma a tutta la famiglia alpina.

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Il 20 marzo 2011 sono stati chiamati a raccolta tuttii soci del gruppo per il rinnovo delle quote associativealla nostra bella e grande famiglia alpina.

Ogni anno, nel mese di marzo, i soci si ritrovanotutti insieme dapprima con la celebrazione della SantaMessa a suffragio degli alpini “andati avanti” molto par-

tecipata e quindi con il tesseramento. Tale evento è, dasempre, l’occasione di ritrovarsi insieme per discutere,cantare e scambiarsi l’abbraccio fraterno tra coloro chenon si vedono da tempo.

CAINOLa festa del tesseramento Il 2011 è un anno iniziato nel migliore dei modi da

parte del gruppo alpini di Pompiano. Numerose sono leiniziative già portate a termine dalle locali penne nere.La prima, solo dal punto di vista cronologico, è stata lagiornata trascorsa assieme a una quarantina di personediversamente abili accompagnate dai volontaridell’U.N.I.T.A.L.S.I.

Una giornata molto semplice, iniziata con la cele-brazione della Santa Messa alle ore 11.00nella parrocchiale dedicata a Sant’Andreae successivamente terminata con il pran-zo nella sede locale del gruppo Alpini, macapace in alcuni momenti di essere vera-mente commovente. Verso la fine dellacelebrazione eucaristica, alcuni volontarihanno distribuito le candele a tutti i fedelie dopo averle accese, accompagnati dalcanto dell’”Ave Maria di Lourdes”, si ècercato di riproporre l’atmosfera che sivive nel celeberrimo santuario francese.Atmosfera magica nella chiesa rischiara-ta solamente dalla luce delle candele.

La seconda manifestazione, èstata la gita presso il Monte Grappa, lavisita al locale sacrario qui collocato. Lagita molto partecipata e apprezzata, ha

avuto anche un risvolto pedagogico molto importante. Iveri fruitori della visita non sono stati, una volta tanto, lepenne nere o i parenti e i simpatizzanti, ma i ragazzi fre-quentanti la terza media presso la locale scuola e i lorodocenti.

POMPIANOuna giornata con i volontari

dell’U.N.I.T.A.L.S.I.

Alla presenza del Sindaco di PadernoAntonio Vivenzi e del Vicepresidente Sezionale Barbieri,il capogruppo Giuseppe Mafessoni ha inaugurato la nuo-va casa del gruppo e il monumento in ferro battuto che ilreduce di Russia Andrea Ussoli, andato avanti nel 2002,ha lasciato al suo gruppo che l’ha voluto inserire nel belcontesto del Parco comunale degli Alpini, dove PadreOttorino Marcolini, nel 1975, inaugurò la chiesina degliAlpini che si trova accanto alla nuova sede.

Nel nostro piccolo pae-se sono intervenuti il SindacoSimona Bertacchini, il respon-sabile di zona Walter Smussi,il segretario di zona Romeo Mainardi e il nostrocapogruppo Gianfranco Cherubini che ha fatto gli onoridi casa. Numerosi i soci intervenuti tra i quali spiccava ilpiù anziano Pietro Scalmazzi classe 1922. C’erano pure inostri “gemelli” alpini del gruppo di Cortine di Nave conil loro gagliardetto.

Giornata bella ma fredda anche se scaldata dal no-stro particolare calore alpino.

Vorrei fare una bella fotografia al gruppo, ma nonpenso di poterli raggruppare tutti! Questa è la frase che ilnostro fotografo alpino Valerio Damiani ci rivolgeva ditanto in tanto fra una canzone e l’altra.

Al termine l’abbiamo accontentato così tutti la po-tranno ammirare.

Arrigo De Giacomi

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Riscoprire Caporetto è stata la nostra idea per lagita–pellegrinaggio del 9-10 Aprile 2011.

Non è nostra intenzione entrare nel merito di queiterribili e tragici fatti della prima guerra mondiale chehanno fatto di Caporetto un sinonimo di disfatta. Voleva-mo solo pregare in quel luogo santo che racchiude le ossadi 7014 giovani soldati d’Italia.

Riteniamo sia importante visitare questi luoghi,poiché dimenticare non è la cosa migliore da fare quandogli avvenimenti non ci aggradano o non ci vedono vinci-tori. Riteniamo sia giusto di onorare il sacrificio di tantiragazzi strappati alle loro famiglie per servire la Patria inarmi.

DELLOin pellegrinaggio a Caporetto

In questo marzo tricolore il gruppo Alpini diProvaglio d’Iseo ha voluto festeggiare l’85esimo anniver-sario della fondazione del gruppo locale.

Il gruppo è stato quindi promotore di una serie dimanifestazioni che lo hanno portato a celebrare questoimportantissimo traguardo coinvolgendo l’intera comu-nità provagliese.

Queste manifestazioni hanno dato così la possibili-tà di tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpinicondividendole non solo con gli altri Alpini, ma anchecon i bambini e con le famiglie.

Presso una cornice d’eccellenza quale il Monaste-ro di San Pietro in Lamosa, è stata allestita una mostrafotografica che grazie alla documentazione gentilmente

PROVAGLIO D’ISEOfesteggiati gli 85 anni del Gruppo

concessa dall’archivio della Sezione di Bre-scia, ha permesso di commemorare la storia degli alpinidurante le guerre. Per ricordare la battaglia diNikolajewka, il Corpo Musicale di Cologne ha messo inscena “Il bianco all’orizzonte”, racconto musicale trattodal libro “ Ritorno” del reduce Nelson Cenci.

Il Gruppo Alpini di Provaglio d’Iseo ha accompa-gnato i ragazzi di terza media alla sede sezionale di Bre-scia per visitare il museo alpino e la Scuola Nikolajewka,opera che rappresenta il costante impegno sociale deglialpini bresciani.

Domenica 27 marzo è stato il giorno dei grandifesteggiamenti. Il labaro della sezione provinciale e 102gagliardetti oltre a 700 penne nere (tra le quali la rappre-sentanza del gruppo ANA di Castiglione Torinesegemellato con Provaglio d’Iseo) hanno sfilato per le viedel paese accompagnati delle autorità locali e dal presi-dente ed il vicepresidente della sezione dell’ANA di Bre-scia.

Guidate da un grande tricolore portato dai bambinie dagli alpini, vi erano le note della banda dei musicantidi Provaglio d’Iseo e della fanfara di Valle Camonica maanche tantissimi provagliesi che hanno rappresentato ilforte legame che unisce la comunità locale al gruppo Al-pini.

Sotto la guida attenta e appas-sionata di alcune penne nereappartenenti al gruppo diRossano Vicentino, i ragazzi

hanno avuto modo di imparare aneddoti importantissimisconosciuti ai più, riguardanti la Grande Guerra. Alla finedella giornata i partecipanti erano stanchi ma molto sod-disfatti.L’ultima manifestazione, ma per questo non meno signi-ficativa, è stata la ristrutturazione della cappella dedicataalla Madonna di Caravaggio, sempre nel comunebassaiolo. Il risultato è stato veramente pregevole e di ot-tima fattura. Le penne nere locali, si sono avvalse dellequalità professionali di un giovane pompianese. La ceri-monia di fine lavori e conseguente inaugurazione, si è te-nuta il 27 maggio, alla presenza di autorità civili, religio-se, della banda S.Andrea di Pompiano e nonostante il tem-po inclemente, di un nutrito numero di persone. Sicura-mente il proseguo dell’anno riserverà nuove iniziative daparte del Gruppo Alpini di Pompiano.

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MAZZANOL’ottava edizione della “Millepiedi”

Sul monte di Mazzano il 14 maggio 2011 230 studentihanno dato vita all’ottava edizione de “la Millepiedi”,marcia di regolarità in montagna a coppie dedicata aglistudenti di 4ª e 5ª elementare con un percorso di 3325metri.Il clima e la temperatura ottimale, insieme allaverdeggiante vegetazione montana, hanno fatto da sfon-do ad un’edizione da incorniciare.Partendo dalla Casa degli Alpini di Mazzano i ragazzi sonoscesi nell’abitato omonimo e, attraversandolo, si sonodiretti verso l’antica via della “Lizzatura”, strada che inpassato veniva utilizzata per far scendere a valle i blocchidi marmo estratti nelle cave situate sul monte Tartarino.Dopo il primo controllo posto ai piedi del monte ed im-boccata l’antica via, sono saliti verso cava Tartarino, ba-cino estrattivo dismesso che ha fornito in passato il mar-mo per la realizzazione dell’Altare della Patria a Roma,risalente a 100 anni fa ed inaugurato nel giugno 1911 perfesteggiare il 50° dell’Unità d’Italia.Passato il secondo controllo e il ristoro posto alla quotapiù alta del percorso, i ragazzi sono scesi tra le “corne”,rocce di natura calcarea che caratterizzano il paesaggio e

i sentieri, fino alla Chiesetta per poi arrivare al traguardoancora alla Casa degli Alpini.Tantissimi gli alpini ed i genitori che si sono assiepati lungoil percorso per controllare ed incitare i ragazzi. Ottimo illavoro dei cronometristi della FIE, impeccabili come sem-

Il museo di Caporetto ben evidenzia lostrazio della guerra vissuta su quei colli ora ricchi di lapi-di e cippi commemorativi delle 12 battaglie combattutesull’Isonzo.

Il luogo ha ottenuto nel 1993 il riconoscimentoEuropeo per il migliore ed efficace museo di guerra, essoconserva con cura le armi utilizzate in quelle battaglie, si

da trasmettere la crudeltà della guerra, raggiunta soprat-tutto nell’utilizzo delle micidiali bombe a gas.

Sarà nostro compito ringraziare per iscritto i respon-sabili sia del museo che del Sacrario per averci cordial-

mente accolti e che salutandoci dissero: dite alle personedi venire a visitare questo sacrario, troppo spesso dimen-ticato, questi ragazzi erano, sono e saranno sempre i no-stri eroi.

La celebrazione della Santa Messa da parte di DonFrancesco è stato il momento più toccante, vissuto da tut-ti noi con grande emozione.

Alpino G. Galeazzi

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Sabato 26 febbraio 2011 alle ore 9,30, pressol’auditorium comunale “T. Padovani” di Trenzano, gli al-pini del Gruppo locale si sono ritrovati con gli studentidella Scuola Media di Trenzano per la conclusione della2^ edizione del progetto “Alpino: uomo di pace e solida-rietà”.Sono intervenuti alla manifestazione il Presidente DavideForlani, il prof. Filippo Martinazzi per la Commissione

TRENZANOLa seconda edizione del progetto

“Alpino: uomo di pace e solidarietà”.

Cultura della Sezione ANA di Brescia, il Pre-side della Scuola prof. Giovanni Quaresmini, ilVicesindaco Silvia Manenti e l’assessore GianmarioFusardi in rappresentanza dell’Amministrazione comuna-le, nonché il Gruppo Alpini con il capogruppo Carlo Zani.Di fronte ad una platea attenta degli studenti della scuola,il Prof. Magrinello Giuseppe ha presentato un excursusdell’attività svolta durante l’anno: oltre alle letture e ri-cerche effettuate sui testi, si sono organizzate visite allescuole per disabili: Scuola “Nikolajewka” di Brescia e “IlVomere” di Travagliato, monumenti viventi attuati con latenacia e la volontà degli alpini al motto “ricordare i mor-ti aiutando i vivi”.Inoltre i nostri giovani hanno potuto conoscere la storiadelle Truppe alpine ripercorrendo alcune tappe fondamen-tali della prima guerra mondiale, visitando le trincee e ilmuseo alpino a Rovereto.Per quanto riguarda la seconda guerra mondiale, i raccon-ti sulla storia degli alpini approfondita negli aspetti uma-ni e nelle semplici gesta eroiche di chi allora c’era, sonostati rappresentati con visite alla sede del Gruppo, al Mu-seo e Sede Sezionale di Brescia, con l’affiancamento del-l’amico Giovanni Prestini.

E’ stata spiegata ai ragazzi l’importanza della figura del-l’alpino nella storia italiana e il ruolo che attualmente svol-ge l’A.N.A. all’interno della nostra società.Le svariate attività ed uscite didattiche, svoltesi durantel’anno scolastico in corso, hanno riscontrato un notevoleinteresse degli studenti e si sono riassunte nella produ-zione da parte degli alunni di disegni, poesie, racconti,relazioni, che illustrino le attività di pace svolte dagli Al-pini sia in servizio sia in congedo.Sono stati premiati da un’apposita Commissione, compo-sta da membri della Commissione Cultura e rappresen-tanti del Gruppo, i lavori:·Rappresentazione grafica (logo)

ROCCHI DANIELE 3B·Racconto: ZOLDAN ELENA 3C

pre, così come impeccabile èstato il lavoro dei nostri alpinie delle insegnanti che hannocoordinato le varie fasi del-

l’evento.C’è stata grande festa nel dopogara, con le premiazioniprecedute dai rituali saluti delle autorità, ed è stato emo-zionante sentire l’inno nazionale cantato, nella versione

integrale, dagli studenti per ricordare tutt’insieme il 150°compleanno della nostra Nazione.“E’ stato bello veder sfilare tra le vie del paese tantissimibambini che, con i loro cappelli gialli (donati dalla fede-razione ndr), hanno poi vivacizzato il verde del monte...”ed “...è importante far conoscere il monte e il nostro ter-ritorio agli studenti”, affinché lo possano amare e rispet-tare è stato il commento di alcuni spettatori lungo il trac-ciato.L’incontro tra gli Alpini di Molinetto, Ciliverghe eMazzano con la Scuola, il Comune e la Federazione Ita-liana Escursionismo ha reso possibile da 8 anni questamanifestazione sportiva, prima in Italia, che si sta diffon-dendo anche in altre realtà dimostrando, ancora una vol-ta, come la ricerca e la condivisione, non senza problemi,di obiettivi comuni renda possibile ogni cosa.

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CONGRATULAZIONI·Relazione storica: CARRARA ANNA 3B·Poesie: VESCONI PAOLO 3CLe letture di alcuni componimenti piu’ significativi han-no messo in risalto l’impegno, l’attenzione e la partecipa-zione di tutti gli studenti.E’ inoltre emerso dai discorsi delle autorità come la cultu-ra e i valori degli Alpini , attraverso questa iniziativa, sia-no stati riconosciuti come un valido supporto all’insegna-mento scolastico e all’educazione dei ragazzi.Alla fine dei lavori i ragazzi hanno compiuto il gesto sim-bolico “del passaggio della stecca” , in gergo alpino: leclassi terze hanno consegnato un cappello, una picozzaed una biro per suggellare l’impegno a proseguire l’atti-vità anche per il prossimo anno.Un caloroso applauso è stato dedicato agli insegnanti prof.Magrinello Giuseppe, Menni Claudia, Salesi A., BertoliLorella, Bonfiglio, Martini che hanno accompagnato nel-lo studio, nella ricerca e nella produzione degli elaboratigli studenti.A loro un ringraziamento per la preziosa collaborazioneanche da parte del Gruppo Alpini di Trenzano.

Nel mese di giugno di quest’anno gli alunni dellascuola secondaria di 1° grado di Trenzano hanno scrittouna lettea di ringraziamento al Presidente Davide Forlania seguito della visita alla Sede sezionale, al nostro museo,accompagnati dal C.le Magg. Trebeschi. Ne riportiamo ilcontenuto:

Trenzano, 15 Giugno 2011Egregio Sig. Presidente Davide Forlani,siamo gli alunni delle classi seconde della Scuola Secon-daria di 1° grado di Trenzano e vogliamo ringraziarLaper l’ospitalità data il giorno 25 maggio 2011 alla Sededella Sezione Alpini di Brescia.

Quel giorno abbiamo vissu-to un’interessante e affasci-nante esperienza apprenden-do l’odio della guerra e l’im-portanza della Pace.Noi ragazzi abbiamo imparato, attraverso i reperti stori-ci della Prima e della Seconda Guerra mondiale del Vo-stro Museo, quel periodo grottesco in cui l’umanità delmondo si era trasformata in odio verso gli altri popoli,terrore che altre nazioni possano superare la propria pa-tria,... Abbiamo anche partecipato ad una ricca e piace-vole lezione di Educazione Civica attraverso le parole delSig.Caporalmaggiore Trebeschi che, per la seconda vol-ta, è venuto alla Sede per raccontarci delle missioni del-l’Esercito e del Volontariato Italiano in Afghanistan e inaltri paesi che, sfortunatamente, sono ancora colpiti dal-l’orrore della guerra.Ancora una volta, ringraziamo Lei e gli Alpini che hannofatto sì che noi ragazzi imparassimo alcuni, ma impor-tanti, valori della Vita in un modo diverso dal solito edivertente.Cordiali Saluti a Lei e agli Alpini,

Gli alunni delle classi secondedi Trenzano

COLLIO V.T.Visita alla sede sezionale dei bambini

della scuola elementare di Colliointitolata agli “Alpini bresciani”

Il 28 marzo, di mattino, precedute dal vocio alle-gro caratteristico dei bambini in gita scolastica, sono giuntealla nostra sede le classi seconde, terze, quarte e quintedella scuola elementare di Collio intitolata “Agli Alpini

bresciani”, accompagnate da quattro in-segnanti, dal Capogruppo MicheleCometti e dall’alpino Agostino Zanardini.

Nel cortile sono state accolte dalVicepresidente Gianbattista Ravelli e daicomponenti la Commissione Cultura Fi-lippo Martinazzi, Marcello Gallo e Raf-faele Stramacchia (andato avanti pochigiorni prim di chiudere il giornale, n.d.r.).L’alzabandiera, seguita con correttezzadagli scolari, è stato eseguito da due alun-ni e ha dato inizio all’attività della gior-nata.

Riuniti nella sala consiliare, hanno ri-cevuto il benvenuto dal VicepresidenteRavelli a nome del Presidente, che seguecon particolare attenzione queste espres-sioni, e di tutti gli Alpini della Sezione.

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ASSOCIAZIONE BATTAGLIONE ALPINI TIRANOPROGRAMMA DEL III RADUNO

Sabato 3 settembre 2011,Ore 09.00 Alzabandiera nella Caserma

WACKERNELL apertura Ufficiale del RADUNO

Ore 10.00 Deposizione Corona Monumento ai Cadutidi MALLES VENOSTA

Ore 11.00 Deposizione Corona Monumento ai Cadutidi GLORENZA

Ore 12.30 Pranzo riservato agli addettidell’organzzazione

Ore. 15.00 Benedizione Cippo ricordo Caserma Petittidi Roreto GLORENZA

Ore 16.00 Deposizione fiori sulla Lapide del .Serg.Magg. PERILLI - LAUDES

Ore 18.00 Presentazione del Libro “La Storia dei Bat-taglione Tirano” nella Sala del Centro Gio-vanile ( ex palestra Caserma)

III raduno nazionale del Btg. Tirano - “...mai tardi!!!”

Ore 20.00 GLORENZA Esibizione del Gruppo musi-cale “LA BALDORIA”

Ore 20.30 CenaDomenica 4 settembre 2011Ore 08.30 Inizio Ammassamento lungo la Stradà per

PLANOLOre 10.00 Inizio sfilataOre 11:00 Deposizione Corona alla Madonnina del

TiranoOre 11.15 Santa Messa in suffragio di tutti i Caduti del

BattaglioneOre 11.55 Discorsi delle Autorità convenuteOre 12.10 Discorso del Pesidente. della AssociazioneOre 13.00 PranzoOre 1730 Ammainabandiera nella Caserma

WACKERNELLChiusura del RADUNO

Innanzitutto è stata spiega-ta la presenza del Vessillofregiato di sette Medaglied’Oro, attribuite ad Alpininati nella provincia di Bre-

scia o che hanno avuto con la nostra città un rapportoparticolare, due Medaglie al Valor Civile, una al MeritoCivile ed una della Croce Rossa.

E’ stato poi detto il dell’uso della sala: la riunionedel Consiglio della Sezione presieduto dal Presidente, l’ag-giornamento degli iscritti all’Associazione, la disponibi-lità per interventi di manutenzione ed assistenza, la veri-fica dell’attività svolta e la programmazione delleprossime attività.

Nell’attenzione generale sono state poi pro-iettate e commentate immagini della costituzionee della storia degli Alpini in guerra e in pace, lanascita della nostra Associazione e le attività, inmodo particolare, della nostra Sezione, seppure inmodo conciso, quasi elencandole, quali la Casa del’Alpino di Irma, la Scuola “Nikoaljewka”, la no-stra sede, il bivacco in alta montagna “Ceco Baro-ni”, la biblioteca, il museo, il nostro giornale “Ocioa la pena”, la Protezione Civile, la CommissioneSport, il Coro “Alte Cime”, la Fanfara“Tridentina”, il Nucleo Avis-Aido, la Commissio-ne Giovani, le commemorazioni della battaglia diNikolajewka e le due Adunate Nazionali.

A questo punto urgeva un lungo intervallo,prima di visitare le due sale del museo, con uno spuntinopreparato dal Capogruppo Michele Cometti e dal consi-gliere Agostino Zanardini con prodotti locali, qualiformaggella e salame nostrano, gustato non solo dagli alun-ni ma anche dai maestri e dagli Alpini.

Nel museo l’interesse è stato suscitato da tutta laraccolta: materiale da campo e medico, fregi, divise, foto-grafie, corredi per soldati e muli. Stupore, per i piùgrandicelli, la Cappella e le terre portate dai luoghi di bat-taglia della campagna russa.

Alle 11.30, dopo lo scambio di ringraziamenti perla bellissima mattinata trascorsa insieme e le fotografie dirito, la Commissione Cultura ha offerto un omaggio a tut-ti gli alunni presenti, augurando un buon proseguimentodi anno scolastico ed un felice rientro in paese.

Il Gruppo Alpini di Collio ringrazia la scuola ed isuoi maestri, la Commissione Cultura, i Vicepresidenti e

gli Alpini presenti per l’ottima riuscita della visita, orga-nizzata nel giro di poco tempo.

Viva la Scuola Primaria “Agli Alpini bresciani”,viva gli alunni, viva gli Alpini e viva l’Italia!

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MARONE80° di fondazione e inaugurazione

del Monumento agli alpini

Da venerdì 10 a domenica 19 giugno il Gruppo Alpini diMarone ha festeggiato l’80esimo anniversario di fonda-zione ed ha inaugurato il MONUMENTO ai suoi alpini.Sono stati 10 giorni impegnativi ma ricchi di “alpinità” incui si è rivisto quello spirito che solo nelle nostre feste siriesce a vedere.Il via - venerdì sera 10 giugno - all’importante ricorrenzalo ha dato il nostro coro sezionale, il Coro Alte Cime, conun concerto nel teatro della Sala della Comunità; il teatro

si è man mano riempito ed i presenti han potuto vivere unescalation di emozioni raggiungendo l’apice nel momen-to di chiusura quando, tutti in piedi, si son cantati in ordi-ne l’<<Inno degli Alpini>> e l’<<Inno Nazionale>>.Il sabato sera era stata organizzata una serata “particola-re”: in accordo con TeleBoario si è trasmessa, sempre dalteatro della sala della Comunità, la DIRETTA de<<L’Osteria de la Cantada>>.Si sono poi succeduti tutta una serie di eventi musicali acorollario dello stand gastronomico rimasto in funzioneper tutte le dieci serate.Giovedì 16 giugno è andato in scena, sempre nel teatrodella Sala della Comunità, l’ Atto Unico per Voci Reci-tanti Coro e Immagini <<L’Ultima Notte degli Alpini>>:una rievocazione storica (tratta dal libro dell’alpino Lu-

ciano De Masi) della cam-pagna russa attraverso lalettura di lettere dal frontedi alpini palazzolesi, il tut-to accompagnato da un sottofondo musicale ad opera delCoro Alpino Palazzolese.E’ stata una serata particolare anche perché prima di dareil via alla “rievocazione storica” è salito sul palco il RE-DUCE del Gruppo, l’alpino Giulio Turelli, classe 1914:per lui il giusto tributo da parte dell’intero teatro!!!Sabato 18 giugno, come se non bastasse quanto già la-sciato alle spalle e quanto in programma l’indomani, ilGruppo di Marone ha voluto ospitare il 6° Trofeo FerruccioPanazza, ovvero il Campionato Sezionale ANA di corsain montagna: due anelli, uno di tre km ed il secondo di 8km, tra lago, montagna e ulivi hanno visto fronteggiarsi54 alpini bresciani (per i dettagli vedere l’articolo nellepagine sportive). Al termine la cerimonia di premiazioneed il trasferimento verso il Cimitero (annullando la sfilatacausa forte maltempo) per la deposizione della Corona alMonumento ai caduti e la Celebrazione della S.ta Messain memoria del Cap. Ferruccio Panazza e degli alpini <<an-dati avanti>>.Siamo così giunti alla tanto attesa giornata finale, dome-nica 19 giugno 2011.La giornata già dal primo mattino si presenta fantasticadal punto di vista meteorologico giusto preludio a quantopoi accadrà sino a sera inoltrata.La sfilata (forse un po’ lunghetta, a detta di qualcuno, maquasi completamente in discesa) parte, dopo il puntualeAlzabandiera alle ore 9.20, dalla Casa dell’Alpino e dopoesser passata tra alcune delle frazioni del paese, ha la suaprima sosta nei pressi del Municipio per la deposizionedella Corona alle Lapidi dei caduti delle due Grandi Guer-re; la seconda sosta, come da programma, avviene al Mo-numento ai caduti in mare con la deposizione del serto difiori.La sfilata prosegue poi verso il campo sportivo, dove èallestita tutta la logistica ivi compreso il palco per la cele-brazione della S.ta Messa fermandosi però circa 50 metriprima per l’inaugurazione del nuovo Monumento agli Al-pini di Marone.Sono momenti, questi, molto particolari per gli alpini diMarone (… ma non solo per loro!) in cui si intreccianosentimenti quali la soddisfazione per aver finalmente co-ronato un sogno, la riconoscenza verso coloro che nelcorso degli 80 anni di storia del Gruppo tanto hanno dato,la memoria verso coloro che purtroppo nel corso dei dueconflitti mondiali hanno dato la loro vita per la nostra Patria… sono momenti che sicuramente resteranno indelebilinel nostro cuore alpino!Cosa vuole “significare” il nostro MONUMENTO? Ades-so che è ultimato (vedi fotografia) immagino appaia piùchiaro a tutti …

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Il nostro alpino Flavio Guerini che lo ha “ide-ato” lo ha immaginato così:<<dal basamento in marmo – con sopra riportate le scrittepiù significative dell’epopea alpina – emergono cinquePENNE in ferro battuto indicanti le <<Brigate Alpine>>(Taurinense, Orobica, Tridentina, Cadore e Julia); die-tro, un muro curvo volutamente “in divenire” – riportan-te le scritte delle principali attività degli alpini in conge-do cui in qualche maniera gli alpini di Marone hannocontribuito; tra le due parti una “mulattiera” ad indica-

re il cammino non sempre facile affrontato dagli alpinidalla nascita (1872) a oggi>>Il Monumento è dedicato a tutti i nostri alpini “andati avan-ti”, dal primo capogruppo (Cristini Giacomo, nel 1931)sino all’ultimo alpino (Ghitti Battista) in ordine cronolo-gico che ci ha preceduto nel <<Paradiso di Cantore>>… tra loro tutti gli alpini maronesi ivi compreso DiegoBenedetti (1985) deceduto durante il servizio di Leva.Al termine della cerimonia d’inaugurazione si sonosucceduti, presentati dallo “speacker Nazionale” France-sco Brighenti, i discorsi: il capogruppo Alberto Giudici, ilSindaco Emilio Tosoni ed il Presidente Sezionale DavideForlani.Poi altri 50 metri prima di arrivare al palco allestito per laSanta Messa dove i due Vessilli Sezionali (Brescia eBergamo), i 61 Gagliardetti dei Gruppi della Sez. di Bre-scia, gli 8 Gagliardetti dei Gruppi della Sez. diVallecamonica e il Gagliardetto di Costavolpino della Sez.

di Bergamo hanno fatto da platea - assieme ai tantissimialpini ed alla popolazione di Marone – alla cerimonia re-ligiosa.Al termine della cerimonia, prima della Preghiera dell’Al-pino, il sacerdote ha impartito la benedizione al nuovoGagliardetto (donato al Gruppo dal Capogruppo in cari-ca per i 10 anni di “servizio” e per l’inaugurazione delMonumento) sorretto dalla neo-Madrina Bruna Gueriniche lo ha poi consegnato al Presidente Sezionale che loha poi affidato al Capogruppo il quale lo ha dato a suavolta all’alfiere Francesco Gigola.Al termine tutti assieme (320 i commensali) sotto lo standper il rancio alpino.Alle 16.30, dopo l’ennesima esibizione della “mai stan-ca” <<Fanfara Alpina di Vallecamonica>> l’ultima sfila-ta verso il Cimitero per l’Ammainabandiera che ha di fat-to sancito la fine della 10 giorni alpina.Chiudo con una considerazione: ho, ma penso la cosa valgaper tutti i miei 120 alpini, avuto l’ennesima dimostrazio-ne che quando gli alpini decidono di fare qualcosa, sequesto qualcosa porta dentro un suo significato, gli alpinirispondono e all’unisono perseguono l’obiettivo trasci-nando con loro praticamente l’intera popolazione!Quindi GRAZIE ai miei alpini, alle nostre donne senza lequali saremmo <<mezzi alpini>> e a tutti quanti ci hannoaiutato a realizzare il nostro sogno!!!

Il capogruppoAlberto Giudici

Cinque anni sono trascorsi da quando abbiamo co-minciato il recupero delle piazzole della Prima GuerraMondiale poste sul monte Palosso a 1158 metri d’altezza,da dove si può controllare la strada per Nave, Lumezzane,Gardone Val Trompia e la città di Brescia.

Erano postazioni di difesa, cosiddette di terza li-nea, da cui non è mai stato sparato un colpo.

La cerimonia per la ricorrenza prevedeval’Alzabandiera, seguito dalla Santa Messa celebrata da donPaolo Svanera che, per l’occasione, è arrivato da Siena inmotocicletta.

Dopo la Santa Messa, conclusa con la Preghieradell’Alpino, il sindaco di Concesio Stefano Retali ed ilVicesindaco di Lumezzane Facchinetti hanno portato ilsaluto delle amministrazioni, elogiando il lavoro svoltodagli Alpini per tenere vivo ed in ordine questo sito.

Non poteva mancare il saluto del nostro PresidenteDavide Forlani, che ha ricordato come è nata l’idea diquest’opera e ha ringraziato quanti hanno lavorato in questi

Comitato Monte PalossoGruppi di Lumezzane S.S., Sarezzo,Cogozzo, San Vigilio e Villa Carcina

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PONTE ZANANOfesteggiato il 20° di fondazione

19 maggio 1991, una data che gli alpini diPonte Zanano portano nel cuore.

Tutto è iniziato 20 anni orsono quando il so-gno di creare un gruppo degli alpini a Ponte Zananoè divenuto realtà.

Una realtà fatta di piccole cose, ma guarnitecon una buona dose di impegno e perseveranza. Siè giunti in questo modo a festeggiare, quest’anno, ilventesimo di fondazione, grazie a persone che conpazienza e impegno hanno portato avanti questo“giovane gruppo” che non vanta radici storiche benpiazzate come altri gruppi fratelli ma che, comun-que, riesce, quando serve, ad attivarsi per chi habisogno, per stare insieme, organizzarsi e ottenerebuoni risultati.La festa preparata per il ventesimo di fondazionene è un esempio palese. Tre giorni organizzati al-l’insegna della semplicità, con attività funzionali adunire alpini e non: calcio, musica, “maià e béèr”.

anni per mettere a disposizione un posto così interessanteper la memoria storica. Un luogo che difficilmente si puòtrovare altrove e che è citato anche nel libro dei siti storicidella Grande Guerra edito dal Centro Studi ANA di Mila-no.

Un ringraziamento è andato anche al comandantedella Forestale di San Vigilio, Corti, che per primo ha svol-to ricerche sui fatti storici del Palosso.

Era presente anche la vedova Franzoni, che ci hadonato il crocifisso messo ai piedi del pennone della ban-

diera.Il Comitato

Monte Palosso,coordinato daRino Torcoli eformato daiGruppi diLumezzane S.S.,S a r e z z o ,Cogozzo, SanVigilio e VillaCarcina, ringra-zia tutti coloroche in un modo onell’altro si sonoadoperati per larea l izzaz ionedell’opera.

Il venerdì sera è stato dato l’inizio alla festa con il trian-golare di calcio dedicato a Aldo Casagrande grande figu-ra alpina, fondatore e primo capogruppo, recentementescomparso, nel quale si sono scontrate tre squadre alpinedella zona: Ponte Zanano unito calcisticamente a Gombioe San Giovanni di Polaveno, Cogozzo e Zanano. Il temponon è stato clemente, una bufera di pioggia e vento si èabbattuta sul campo da calcio che da tale si è trasformatoin una risaia.

Questo sicuramente non ha fermato la trentina digiovani calciatori con sangue alpino; tutto sommato i vecialpini ne hanno passate decisamente di peggio sui campidi battaglia, quindi “qualche goccia d’acqua” non ha spa-ventato i bocia alpini che hanno continuato a giocare, conun briciolo di competizione ma soprattutto per la vogliadi stare insieme.

Nemmeno il folto pubblico si è fatto intimorire daltempo e non ha abbandonato i suoi cari alpini. Forse per-ché con la testa sotto un tetto, il mangiare caldo e il berenon mancava, quindi…..

Alla fine la serata si è conclusa con le premiazioni,ad aggiudicarsi il primo posto il Gruppo di Zanano che haavuto la meglio sulle altre squadre.Sabato sera è stato il turno del “Coro della montagna diInzino” che è stato accolto presso il santuario Santa Ma-dre del Redentore di Ponte Zanano.

I cantori, noti nella nostra valle ma anche al di fuo-ri di essa per la loro bravura, con le loro doti canore han-no attirato una folta schiera di appassionati e di curiosiche il santuario non è riuscito ad accogliere interamente.Tuttavia, i ricordi alpini, resi sapienti melodie da grandiautori, hanno incantato e commosso tutti gli spettatori,chi seduti, chi in piedi e chi sul sagrato del santuario. Te-stimoni dell’evento anche il vice presidente vicario dellaSezione Gianbattista Turrini e il parroco di Ponte ZananoDon Giuseppe Belussi i quali hanno espresso il loro com-piacimento per la bella serata e per l’impegno del gruppo.

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Si è arrivati alla Domenica, punto centrale della festa. Alleore 10.00 per l’alzabandiera erano presenti tanti gruppiamici che si sono gentilmente unti al gruppo di PonteZanano per festeggiarne il “compleanno”; con loro il no-stro presidente Davide Forlani, i vice presidenti e una fol-ta rappresentanza del consiglio sezionale, rappresentantidi diverse associazioni d’arma, civili e sportive della zonae simpatizzanti alpini. Il nutrito gruppo di penne nere hasfilato per le vie del paese, tra tricolori sventolanti, perpoi depositare ai piedi del monumento ai Caduti una co-rona d’alloro. La sfilata si è poi conclusa nella chiesa par-rocchiale di Ponte Zanano dove si è tenuto il discorso del-

le autorità, il Presidente Forlani, fra tutti, ha esortato igiovani del gruppo ha rimanere sulla buona strada, di an-dare avanti con orgoglio non dimenticando i sani principialpini che i predecessori hanno insegnato. È stata poi ce-lebrata la Santa Messa, allietata dal coro di Ponte Zanano.

Finita la messa, si è scesi all’oratorio per consuma-re il “rancio” ben gradito da tutte le 200 persone che sisono unite per l’occasione, sapientemente servite dai gio-vani del paese. A chiudere questi tre giorni di festal’ammainabandiera, al calar del sole.

Il CapogruppoDaniele Nicolini

ZONA FRANCA

Ho letto la circolare del CDN del 23/10/2010; quasi total-mente condivisibile tranne in alcuni punti che personal-mente trovo poco chiari se non ambigui e che andrò enun-ciando:Punto 1) Incarichi di responsabilità agli Amici degli Alpi-ni meritevoli: - cosa vuol dire? Che possono diventare consiglieri emagari capogruppo all’interno dei nostri direttivi di Grup-po o di Sezione? Ho sempre sostenuto che molti Amicisono di molto migliori di tanti Alpini, sotto tutti i punti divista, per cui grande riconoscenza, meriti ed onori a livel-lo associativo e pubblico, ma da qui ad investirli di inca-richi di responsabilità credo significhi voler porre le basiper un futuro Associativo privo di Alpini. Auspico chequesto punto venga chiarito in modo trasparente, senzaambiguità.Punto 2) Cappello Alpino a chi ha fatto la mini-naja:- Già l’abbiamo visto all’Adunata Nazionale. Personal-mente non ho nulla in contrario anche se penso che possaessere una offesa nei confronti di coloro che all’insegnadi quel cappello Alpino hanno perso la Vita oppure sof-ferto in guerra ed in pace durante l’esercizio del proprioDovere. Tre settimane od un mese per essere Alpini misembrano francamente pochi.Punto 3) ) Attenzione alle regole ed alle politiche associa-tive e formazione per incarichi di responsabilità associa-tiva:- Finora gli Alpini hanno sempre dato il meglio di sestessi in assenza di regole o politiche associative che oggitanto sanno di imposizione. Basta guardare quanto fattonelle calamità naturali e nel volontariato locale in assenzadi regole scritte; l’unica regola scritta era lo Statuto Asso-ciativo. Ed in merito alla formazione per incarichi asso-ciativi, sta a dimostrare che evidentemente il CDN nonconosce gli Alpini, i Consiglieri ed i Capogruppo, perchéi ruoli di responsabilità sono sempre delegati a persone

sicuramente all’altezza delle varie situazioni che possonocrearsi. Vale a dire che i capogruppo sono scelti con lun-gimiranza ed oculatezza perché gli Alpini sono restii allebrutte figure. Mi rendo conto benissimo che quanto scritto è una viola-zione delle regole perché è una dimostrazione di contra-sto, che dovrebbe essere chiarito, ma credo che in Demo-crazia ognuno possa esprimere ciò che pensa. Anche al-l’interno della Associazione Nazionale Alpini.Molto si è detto e molto si è parlato del futuro della nostraAssociazione ma credo che a tutt’oggi non sia ancora chia-ra la strada che vorremmo intraprendere. E’ risaputo cheprimo o poi gli Alpini sono destinati a scomparire, delresto tutto ciò sta nella natura delle cose, e quando non cisaranno più Alpini cosa potrà succedere? E’ pensabile unacontinuità dell’ANA senza Alpini? Oppure è pensabiledelegare ad altri quella continuità di Valori ed Ideali incui noi crediamo e di cui siamo promotori? Dare una ri-sposta è sicuramente difficile ma cercherò di fare una breveanalisi obiettiva e, spero, imparziale.L’ANA è sicuramente un patrimonio di Ideali, di Valori,di Tradizioni, di Memoria Storica che non deve esseredisperso quando gli Alpini cesseranno di esserci. Un pa-trimonio che deve avere continuità nel tempo, ma credoche questa continuità non possa essere delegata a chi Al-pino non è. E’ impensabile pensare ad un’ ANA senzaAlpini. E credo che la miglior soluzione sia la costituzio-ne di una Fondazione che sappia dare appunto quella con-tinuità di tutto ciò che noi oggi siamo e rappresentiamo.Questo non significa che noi dobbiamo lasciarci prema-turamente morire per cui è sicuramente normale cercaredi sopravvivere il più lungo possibile come Associazione,anche se ritengo sia sbagliato cercare di farlo in modoforzato ed artificioso. E quando non ci saremo più, proba-bilmente qualcuno dirà “Ah!! C’erano una volta gli Alpi-ni……”. Sicuramente con tanta invidia e nostalgia.

Cazzago Gian Paolo

Quale futuro per l’ANA? ZONA FRANCA

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È una consuetudine!Da ormai sette anni il Coro, prima di

“chiudere per ferie”, si reca a Costalunga presso il Con-vento delle Suore di Clausura della Visitazione, per offri-re loro un concerto.Le “Sorelle” attendono con ansia e gioia questo avveni-mento per trascorrere insieme a noi alpini un piacevolemomento canoro.Quest’anno abbiamo voluto festeggiare insieme a loro il150° dell’Unità d’Italia e, per coinvolgerle maggiormen-te, abbiamo proposto loro di concludere la serata cantan-do insieme l’Inno di Mameli. Sorprendentemente hannoaccettato la nostra proposta: noi del Coro sull’attenti e

loro in piedi, oltre la grata, abbiamo intonato “Fratelli d’Ita-lia”.Veramente un bel momento inatteso: ha sorpreso un po’tutti!Ma non è finita.Al termine abbiamo donato loro la Bandiera Tricolore,che hanno gradito e che ci hanno garantito esporranno inrefettorio fino alla fine dell’anno.Mai avremmo pensato di far cantare l’Inno Nazionale adelle Suore di Clausura e mai avremmo pensato di donareloro il “Tricolore” conl’impegno di esporlo!Grazie “Sorelle”!

Giancarlo Marino

Coro sezionale “Alte cime”:esibizione dalle Suore di clausura

CORO E FANFARA

La Fanfara Tridentina della nostra Sezione durante lamanifestazione del sababto a Torino

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CHI È ANDATO AVANTI

Giovanni Valenticl. 1941

Palazzolo s.O.

Felice Ronchicl. 1936Caino

LucianoCamaninicl. 1932

S. Eufemia

Luigi Tanfogliocl. 1939

Gardone V. T.

Marco Guarniericl. 1971

Brandico

CesareFranceschini

cl. 1939Vill. Sereno

Angelo Tiracl. 1939

S. Francesco di Paolaex Capogruppo

Fulvio Prevedonicl. 1918

Brescia CentroReduce di Grecia e

Albania

Lorenzo Rezzolacl. 1919

Brescia CentroReduce di Grecia e

Albania

GiancarloPelucchicl. 1937

Castenedolo

Aldo Fra Mariocl. 1947S. Polo

Giacomo Chinotticl. 1935

Adro

Alberto Lazzaricl. 1955

Collio V.T.

Stefano Torcolicl. 1939 Calino

Consiglieredel Gruppo

Ermes Brevicl. 1940 CalinoConsigliere del

Gruppo

Domenico Sisticl. 1938

Lograto-Maclodio

Vincenzo Festacl. 1927

Lograto-Maclodio

Giovanni Bracchicl. 1919Bornato

Reduce di Russia

Pietro Archetti, c l. 1920 - Bornato, Reduce

Già lo vedevamo sfilare in testa al Gruppo, sulla camionetta percelebrare l’80° di fondazione e invece quando tutto era ormaipronto il nostro “vecio” pietro Archetti ha fatto zaino a terra.Pietro ea il nostro ultimo Reduce.Ti ricorderemo sempreCiao, Pietro

Samuele Polloninicl. 1936

Paderno F.C.

Renato Rivetticl. 1946

Paderno F.C.

Emilio Zolacl. 1929

Castenedolo

Giovanni Bonusicl. 1929Lodrino

Gabriele Masnericl. 1954

Caionvico

Giuseppe Chiesacl. 1918

NuvolentoReduce di Russia

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CHI È ANDATO AVANTI

Caro Santo,ti scriviamo come sefossi ancora tra noi,perché sappiamo cheove la Provvidenza ti haposto, Tu ci osservi, cisegui e ci ascolti ...Sapessi quante volte,mentre si gioca a carteci appare la tuaimmagine, quante voltedurante le riunioni e leserate in compagnia si

ricordano le tue avventure culinarie che per anni cihai fatto apprezzare. Parlare degnamente di un amicoscomparso non è facile, perché le parole non sonomai all’altezza, né riescono a esprimere pienamenteil sentimento e la commozione interiore.

Eri davvero un uomo pieno di dignità eumiltà: mai hai parlato male di qualcuno,mai sono uscite dalla tua bocca parole diastio nei confronti di chicchessia, anche dichi ti aveva fatto del male.Ma tutti noi sappiamo che per sollevarcidalle nostre miserie dobbiamo imparare dachi più di noi ha sofferto e più di noi hadonato; dobbiamo cercare di conservare neinostri cuori il ricordo di persone come tecon tutta la dedizione al dovere e di impegnocivile che tu hai dimostrato di avere.Grazie della compagnia che ci hai fatto neipiù svariati momenti della vita del Gruppoe non solo; hai fatto in modo di non daremai a vedere la tua sofferenza, portando latua croce più che hai potuto da solo, pernon dar troppo pensiero alla famiglia, che

ti è stata vicina fino all’ultimo condedizione e amore.Hai dedicato la tua vita alla famiglia e tene sei andando nella massimariservatezza, creando solo quel poco di“disturbo” inevitabile.Riposa, Santo, assieme a tutti i tuoi cariscomparsi.Per noi non siete morti, ma andati avanti;indelebilmente presenti nella nostramemoria e nei nostri cuori Purtroppodovremmo sempre ricordarci che gliuomini possono perdonare, ma la vita no,non guarda in faccia nessuno, ci gira lespalle e se ne va. Di ciascuno rimanel’esempio che ha dato. Il tuo è davverogrande.Riposa in pace.

Il Gruppo Alpini Fiero

Santo Navoni, cl. 1951 - Flero

Valerio Albricicl. 1943Cologne

Luciano Galeazzicl. 1951

Torbole Casaglia

Raffaele Metellicl. 1945Zanano

Francesco Vitalicl. 1927

Travagliato

Luigi Rosolacl. 1936

Travagliato

Roberto Orlandicl. 1963

Travagliato

Martino Ceresolicl. 1944Brozzo

Giuseppe Ghedicl. 1909Cogozzo

Antonio Quatticl. 1913

MarmentinoReduce

Fausto Pitozzicl. 1951

Travagliato

CAZZAGO SAN MARTINOGrandiglia Archetti, mamma del socioLuciano CastelliniAngela Orizio, sorella del socio CarloCecilia Gatti, nonna del socio NavoniAndreaPietro Bonetti, fratello del socio MarioPietro Lancini, papà del socio Stefano

CARPENEDOLOAgostino Chiari, cl. 1929, Consigliere delGruppo

COLLIO V.T.Martina Pasini, mamma del socio RenatoOlli, e suocera del Consigliere del GruppoRoberto Ronchini

FORNACIAngela Facchetti, mamma del socioGiuseppe BertoniMaria Baresi, mamma del socio FedericoBotticini

MARCHENOLuigi Scuri, papà del VicecapogruppoStefano

MAZZANOMargherita Amidami, mamma del socioAttilio Rumi, Consigliere del Gruppo

MONTE ISOLAGiovanni Battista Colosio, papà del socioSergio e suocero di Daniele Peli, socio delGruppo di Polaveno e CoordinatoreNazionale dello sport

MONTICELLI BRUSATIIl socio Pierino Franchi, cl. 1938

MONTICHIARIErminia Letizia Volpi, mamma del socioGian Franco Chiarini

OSPITALETTOIl socio Daniele Cordioli, cl. 1936

PEDROCCADomenico Nodari, papà del socio GianlucaMaria Bona, moglie del socio Italo Corsini

QUINZANO D’OGLIOMaria Sora, sorella del socio Cesare eMadrina del Gruppo

RODENGO SAIANOAngelo Schiopetti, papà del socio Mauro

ricordiamo anche:

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Il socio Luigi Orlandi del Gruppodi Travagliato ha festeggiato i 38anni di matrimonio con la signoraPierina; auguri dalle figlieRossella (che ha sposato l’alpinoMario Dallera, socio del Gruppodi Polaveno), Elena e Francesca

Per il 30° anniversario di matrimonio diNapoleone Papa, del Gruppo di Concesio, conla sig.ra Virginia la figlia Francesca mandaquesta dedica: “fino a qui il Signore vi hacondotto; che continui a benedire la vostraunione. Buon anniversario ... vi voglio semprebene, la vostra Francy!”

Gli alpini di Dello festeggiano il matrimonio delconsigliere Patrizio Rocca con la sig.na Giulia

Fiocco azzurro al Gruppo di Provezze: ènato Federico Faustini, figlio del socioSergio e nipote di nonno Gino (nella foto)

Dal gruppo di Lumezzane Pieve: da sinistralo zio Luigi, padrino di Andrea Contrini inbraccio allo zio Marco; nonno Arcangelo,Francesco con il figlio Enrico Verzelletti edEnrico con il figlio Francesco ContriniNel Gruppo di Trenzano è

nato Giancarlo Novara, nellafoto in braccio al nonno AldoTogni

Fiocco azzurro al Gruppo di Cortine diNave: è nato Tommaso Minelli, figlio delsocio Fausto e nipote del Capo GruppoFranco

A Ciliverghe è nato Andrea Sangaletti, figlio delsocio Cristian e di mamma Elena; il piccoloAndrea è anche nipote del socio Giuseppe

Il piccolo Alberto Cargnoni inbraccio al nonno Fiorenzo,socio del gruppo di Ciliverghe

L’alpino Lucio Prandini delGruppo di Caino il 28 maggio siè sposato con Maria Guerra.Nella foto gli sposi con ilConsiglio del Gruppo e la nonnadella sposa, sig.ra Gina, sorelladi un alpino dato per disperso inRussia, che poco tempo fa inveceè stato dichiarato uffcialmeteCaduto sul Fronte Russo.

Guerini Carlo, socio delGruppo di Travagliato con ilnipote Mattia

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L’alpino Mauro Bertasi delGruppo di Gardone V.T. hapartecipato alla 35^ edizione“Marathon de Paris”, tenutasi,appunto, a Parigi il 10 aprile2011

Matrimonio alpino a MonticelliBrusati: la figlia di AngiolinoMaranta, Claudia, si è sposata conGiancarlo Martinelli.

Michele Zanardelli, socio del Gruppo di Rodengo Saiano,si è sposato con la sig.na Francesca Franzoni; nella fotogli sposi con il papà Gigi e il fratello Massimo

CHI E’ NATOCOLLIO V.T.Viola Calzoni, figlia del saocio Mas-simo e di mamma Chiara Barbieri; lapiccola Viola è anche nipote del socioStefano Calzoni

SAREZZOGreta Fontana, figlia del socio Rober-to Fontana e di mamma MonicaMussinelli

CALINOFrancesco Lauri, figlio del socio Mau-rizio e di mamma Maria Ferrari;francesco è anche nipote di Silvano eMaurizio Ferrari

CLUSANEAmbra Archetti, figlia del socio Adria-no e di mamma Alessandra MarziLorenzo Martinelli, figlio del socioLuca e di mamma Sara Finazzi

MOLINETTOMelissa Giacomelli, pronipote del so-cio Mario Moreni

CHI SI E’ SPOSATO

PEDROCCAIl socio Gabriele Buffoli con la sig,naAngela Boni

Pietro Bresciani, socio del Gruppo di Sulzano, si è unito inmatrimonio con la sig.na Elisa Faita; nella foto gli sposicontorniati dal papà Giuseppe, e da tanti bocia del gruppo.

ANNIVERSARI

71 ANNICALCINATELLOFedele Gaibotti con la sig.ra Rosa Maffi,genitori del socio Gianpietro e nonni delsocio Cristian Gaibotti

45 ANNIGUSSAGOIl Consiglieredel gruppoGuido Batta-glia con lasig.ra France-sca Bertini(nella foto)

35 ANNIMOLINETTOGiuliano Tellaroli con la sig.raEmanuela Bonassi

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Questo numero ha chiuso il28 giugno; il prossimo

chiude il 30 novembre 2011

Arrivederci a Mairano!!!