nella chiesa di santa maria in campitelli presso la chiesa ......madrigali, canti popolari, musica...

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27 P AOLA RONCHETTI Canto polifonico e mo1 e1o solistico a Roma, tra Seicento e Se1 ecento, nella chiesa di Santa Maria in Campitelli Presso la Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli di Roma, situata in Piazza Campitelli, tra il Campidoglio, il Teatro di Marcello, il Ghe?o ebraico e Piazza Venezia, officiata dalla Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio, fondata da San Giovanni Leonardi alla fine del XVI secolo, è collocato l’importante Archivio storico dell’Ordine della Madre di Dio, OMD, assegnatario della Chiesa. 1 Il patrimonio documentario 1 Per un approfondimento sulla figura e l’opera di San Giovanni Leonardi (1541‑1609), il fondatore dell’Ordine della Madre di Dio (OMD), Cofondatore di Propaganda Fide e Patrono dei Farmacisti, vedi: VITTORIO P ASCUCCI, La riforma ca1olica in S. Giovanni Leonardi, Lucca, Edizioni S. Marco Litotipo, 2004; San Giovanni Leonardi amico dei Santi. Personaggi, movimenti e modelli nell’esperienza spirituale e pastorale del santo lucchese, a cura di Davide Carbonaro, Ci?à del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2016. Per quanto riguarda l’opera di Giovanni Leonardi si veda: VITTORIO P ASCUCCI, Giovanni Leonardi. Una scelta radicale per il Vangelo, Lucca, Edizioni S. Marco Litotipo, 1992; GIOVANNI LEONARDI, Sermoni, a cura di Vi?orio Pascucci, Lucca, Edizioni S. Marco Litotipo, 2003. Per notizie sulla Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli e l’icona della Romanae Portus Securitatis si veda: CARLO ANTONIO ERRA, Storia dell’imagine, e chiesa di Santa Maria in Portico di Campitelli, Roma, Komarek, 1750; LUIGI P ASQUALI, Memorie insigni di S. Maria in Portico in Campitelli, Roma, Tipografia Campitelli, 1923; La Madre di Dio: un portico sullʹavvenire del mondo: fede ecclesiale, iconografia, pietà popolare, A? i del 5. Colloquio internazionale di mariologia (Roma, Santa Maria in Portico in Campitelli, 18‑20 novembre 1999), a cura di Maria Marcellina Pedico e Davide Carbonaro, Roma, Edizioni Monfortane, 2001. Si desidera ringraziare il prof. Nicolò Maccavino e il Dire?ore del Conservatorio “F. Cilea” di Reggio

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PAOLA RONCHETTI

Canto polifonico e mo e o solistico a Roma, tra Seicento e Se ecento, nella chiesa di Santa Maria in Campitelli

Presso  la  Chiesa  di  Santa Maria  in  Portico  in  Campitelli  di Roma, situata in Piazza Campitelli, tra il Campidoglio, il Teatro di  Marcello,  il  Ghe o  ebraico  e  Piazza  Venezia,  officiata  dalla Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio, fondata da San Giovanni Leonardi alla fine del   XVI  secolo,  è  collocato l’importante  Archivio  storico  dell’Ordine  della  Madre  di  Dio, OMD,  assegnatario  della  Chiesa.1  Il  patrimonio  documentario 

1 Per un approfondimento sulla figura e l’opera di San Giovanni Leonardi 

(1541‑1609), il fondatore dell’Ordine della Madre di Dio (OMD), Cofondatore 

di  Propaganda  Fide  e  Patrono  dei  Farmacisti,  vedi:  VITTORIO  PASCUCCI,  La 

riforma  ca olica  in  S.  Giovanni  Leonardi,  Lucca,  Edizioni  S.  Marco  Litotipo, 

2004;  San  Giovanni  Leonardi  amico  dei  Santi.  Personaggi,  movimenti  e  modelli 

nell’esperienza  spirituale  e  pastorale  del  santo  lucchese,  a  cura  di  Davide 

Carbonaro,  Ci à  del  Vaticano,  Libreria  Editrice  Vaticana,  2016.  Per  quanto 

riguarda  l’opera  di Giovanni  Leonardi  si  veda: VITTORIO  PASCUCCI, Giovanni 

Leonardi. Una  scelta  radicale  per  il Vangelo,  Lucca, Edizioni  S. Marco Litotipo, 

1992; GIOVANNI LEONARDI, Sermoni, a cura di Vi orio Pascucci, Lucca, Edizioni 

S. Marco Litotipo, 2003. Per notizie sulla Chiesa di Santa Maria in Portico in 

Campitelli e  l’icona della Romanae Portus Securitatis  si veda: CARLO ANTONIO 

ERRA, Storia dell’imagine, e chiesa di Santa Maria in Portico di Campitelli, Roma, 

Komarek,  1750;  LUIGI  PASQUALI,  Memorie  insigni  di  S.  Maria  in  Portico  in 

Campitelli,  Roma,  Tipografia  Campitelli,  1923;  La  Madre  di  Dio:  un  portico 

sullʹavvenire  del  mondo:  fede  ecclesiale,  iconografia,  pietà  popolare,  A i  del  5. 

Colloquio  internazionale  di  mariologia  (Roma,  Santa  Maria  in  Portico  in 

Campitelli, 18‑20 novembre 1999), a cura di Maria Marcellina Pedico e Davide 

Carbonaro, Roma, Edizioni Monfortane, 2001. Si desidera ringraziare il prof. 

Nicolò  Maccavino  e  il  Dire ore  del  Conservatorio  “F.  Cilea”  di  Reggio 

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dell’archivio  è  di  grande  valore  culturale  e  storico,  oltre  che religioso  e  teologico:  basti  citare  i manoscri i  delle  traduzioni, dal’arabo al latino, del Corano, e della Bibbia in arabo, realizzate da padre Ludovico Marracci (1612‑1700) OMD, che nel 1656 ven‑ne nominato le ore ufficiale per il Papa della lingua araba.2  

L’Archivio OMD comprende al suo interno il Fondo musicale OMD,  da  ricollegare  in  gran  parte  alle  a ività  della  Cappella Musicale della Chiesa di Santa Maria in Campitelli, svolta dalla 

Calabria, M.o Francesco Barillà, per l’invito a partecipare al Convegno; il M.o 

di  Cappella  della  chiesa  di  Santa Maria  in  Portico  in  Campitelli  di  Roma, 

Vincenzo  Di  Be a,  che  mi  ha  informato  dell’esistenza  del  Fondo  musicale 

OMD  chiedendomi  di  riordinarlo  per  una  catalogazione,  per  lo  studio  e  la 

diffusione del patrimonio musicale della Chiesa, da far rivivere e rieseguire 

durante  la  liturgia  e  i  concerti  organizzati  dall’Associazione  La  Cantoria; 

Padre Davide Carbonaro, Archivista OMD,  che mi  ha dato  la  possibilità  di 

effe uare  la  catalogazione  del  fondo,  in  fieri,  e  svolgere  le  ricerche  storico 

documentarie;  il  Re ore  Generale  Padre  Francesco  Petrillo  per  il  permesso 

concesso.2  Archivio  OMD,  Ms.  B  133,  LEONARDI  P.  FRANCESCO,  1609‑1661, 

Diario della Nostra Congregazione. Frontespizio c.  1r. Diario della Casa N[ost]ra 

del P. Franc.o Leonardi, c. 106r: «1656, A dì 3 Giugno il P. Lodovico Marracci, 

dichiarato per volontà  speciale Le ore di N.S. Papa Alessandro  7  le ore di 

lingua  Arabica  nella  Sapienza  humana  prese  il  possesso  con  recitare 

un’oratione  molto  erudita  do a  e  in  lode  di  de a  lingua Arabica.»  Sulla 

figura e  l’opera di P. Ludovico Marracci si veda: LUDOVICO MARRACCI, Alco‑

rani  textus  universus  ex  correctioribus Arabum  exemplaribus  summa  fide,  atque 

pulcherrimis  characteribus  descriptus,  eademque  fide,  ac  pari  diligentia  ex Arabico 

idiomate  in Latinum translatus;  appositis unicuique capiti notis,  atque  refutatione: 

his  omnibus  praemissus  est  Prodromus  totum  priorem  tomum  implens,  in  quo 

contenta  indicantur  pagina  seguenti,  auctore  Ludovico  Marraccio,  Patavii,  ex 

Typographia  Seminarii,  1698;  Biblia  sacra  Arabica  Sacrae  Congregationis  de 

Propaganda  Fide  iussu  edita  ad  vsum  ecclesiarum  orientalium:  additis  è  regione 

bibliis  Latinis  vulgatis.  Tomus  primus[‑tertius],  a  cura  di  Ludovico  Marracci, 

Romae,  Typis  eiusdem  Sacrae  Congregat.  de  Propaganda  Fide,  1671;  Il 

Corano. Traduzioni, tradu ori e le ori in Italia, a cura di Giuliano Za i, Milano, 

CADR,  2000;  Il  Corano  e  il  Pontefice.  Ludovico  Marracci  fra  cultura  islamica  e 

Curia papale, a cura di Gian Luca D’Errico, Roma, Carocci, 2015.

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fondazione3  dell’Ordine  religioso  al  XX  secolo,  e  arricchito  da collezioni  provenienti  da  accessioni  verificatesi  nel  corso  dei secoli,  che  lo rendono eterogeneo e vario per generi e  tipologia delle musiche che vi sono conservate.4  

Il patrimonio musicale è divisibile in un fondo di manoscri i, databili dalla fine del XVII secolo a tu o il XX secolo5 e stampe di  vari  generi  musicali.  Quest’ultime  comprendono  volumi  di musica sacra liturgica, musica religiosa, musica profana vocale e strumentale, metodi di  studio  e volumi di  esercizi.6 Di partico‑lare  rilevanza  una  collezione  di  arie  e  arie e  francesi  se ecen‑tesche.7  

Tra  i manoscri i  si  segnalano  le musiche di Padre Francesco Giovannini, OMD, Prefe o della Musica  a metà del  Se ecento, tra  le  quali  due Passioni,  una  secondo Giovanni  e  una  secondo 

3 Giovanni Leonardi a se embre del 1574 diede  inizio alla compagnia di 

ʺpreti  riformatiʺ  ed  egli  stesso  redasse  la  prima  regola  di  vita  nel  1584: 

Constitutioni  e  Regole  della  Compagnia  dei  sacerdoti  e  Chierici  Secolari  della 

Gloriosa  Vergine  Maria  Habitanti  a  Lucca  in  la  Chiesa  della  Santissima  Maria 

CortʹOrlandini,  approvate  da  papa  Clemente  VIII,  al  secolo  Ippolito Aldo‑

brandini, nel 1604.4 Le a ività della Cappella musicale di Santa Maria in Portico in Campi‑

telli sono riprese nel 2010, con la nomina a maestro di Cappella di Vincenzo 

Di  Be a,  che  ha  ricostituito  la  cappella  musicale  per  accompagnare  con  il 

canto le funzioni liturgiche, e creato un Festival Barocco all’interno del quale 

vengono  eseguiti  brani  inediti  dell’archivio  e  del  repertorio  secentesco. 

L’a ività  di  ricerca  all’interno  dell’Archivio  è  molteplice:  riordino  e 

catalogazione  del  Fondo  Musicale  OMD,  ricostruzione  della  Storia  della 

Cappella  Musicale  di  Santa  Maria  in  Campitelli,  trascrizione  in  notazione 

moderna  delle  musiche  manoscri e  inedite  e  loro  esecuzione.  La  catalo‑

gazione avverrà,    tramite  l’IBIMUS  Istituto di Bibliografia Musicale,  sul  sito 

on  line del  RISM, Répertoire  Internationale  des  Sources Musicales.  Di  rilievo  la 

figura di Francesco Giovannini, un Padre dell’Ordine della Madre di Dio che 

fu Prefe o della Musica a metà del Se ecento.  5 Circa seicento esemplari, più numerose particine del XX secolo.6 Per un totale di circa duemilaqua rocento stampe musicali.7 Circa se ecentose anta unità.

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Ma eo. Si conservano copie di musiche di Giuseppe Jannacconi (1741‑1816),  Domenico  Cimarosa  (1749–1801),  Saverio  Merca‑dante  (1795–1870), Gaetano Capocci  (1811‑1898),  Salvatore Me‑luzzi  (1813‑1897).  Imponente  il  numero  di  opere  di  Giuseppe Perosi  (1842‑1908)  e di Tommaso Gardella  (prima metà del XX sec.),  del  quale  si  conserva  un  fondo  specifico  dei  manoscri i con le stampe relative, e di Licinio Refice (1883‑1954). È conser‑vata una raccolta di arie da salo o della seconda metà del XIX e numerose parti e particine dei cantori, utili per  la  ricostruzione dell’a ività e del repertorio della Cappella musicale della chiesa. Nel  fondo musicale  si  trova  anche  una  raccolta  di miscellanee manoscri e,  contenenti  regole  per  la  composizione,  esercizi  e brani, sia di musica sacra che profana. 

Il fondo comprende inoltre musica a stampa, sacra e profana. Alle  numerose  opere  di  importanti  autori  del  XIX  e  del  XX secolo,  come Giuseppe  Perosi  e  Tommaso Gardella,  si  aggiun‑gono edizioni  rare o ocentesche delle opere più  importanti del repertorio  lirico  italiano:  Giuseppe  Verdi,  Gioachino  Rossini, Vincenzo  Bellini,  Saverio  Mercadante,  Gaetano  Donize i.  Si conservano: edizioni a  stampa di musica per banda e  strumen‑tale; volumi miscellanei di arie e arie e di  stampatori ed editori francesi,  sopra u o  parigini,  della  fine  del  XVIII  secolo.  Di pregio  numerosi  volumi  miscellanei  di  Arie es  d’opéra,  Airs d’opéra  avec  accompagnement  de Gui are,  contenenti  anche vaude‑villes.8 Nel fondo musicale sono inoltre presenti stampe  di vari generi: musica  a  cara ere  civile  e  sociale,  inni,  opere e,  opera buffa,  macchie e,  scherzi,  canti  educativi  scolastici,  canti  per scouts  d’Italia,  canti  ricreativi,  canzoni,  romanze,  no urni, madrigali, canti popolari, musica religiosa, musica strumentale, musica per banda, riviste musicali e metodi. 

Per  contestualizzare  la  produzione  e  l’a ività musicale  nella Chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli è necessario ripercor‑

8  Le  stampe  francesi  provengono  dalla  Casa  di  S.  Carlo,  Principato  di 

Monaco, oggi soppressa.  Il materiale  fu  trasportato a Roma nella sede della 

Curia OMD.

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rere brevemente la sua storia. La costruzione della Chiesa risale ad un episodio avvenuto il 17 luglio del 524 a Roma: nel portico della famiglia patrizia dei Simmachi, come di consueto, vengono accolti  dodici  poveri,  secondo  l’insegnamento  del  Vangelo,  ai quali la giovane vedova Galla serve il pasto, quando nella parete del portico della casa appare l’immagine della Vergine Maria. Il fa o  viene  interpretato  come  un’approvazione  celeste  all’opera di  carità di Galla e  il papa Giovanni  I  (523‑526) propone di  co‑struire  un  luogo  di  culto  adeguato  al  prodigio.  Verrà  dunque costruita  la Chiesa di S. Maria  in Portico, dal portico della casa di Galla.9  L’immagine  diviene  ogge o  di  un  culto  speciale  e  il popolo romano riconosce nella piccola  icona  la sua difesa dalle grandi  calamità:  la  peste,  il  terremoto,  le  inondazioni. Quando non c’è più speranza, il popolo ricorre a Santa Maria in Portico.10

Nel 1656 si verifica un’epidemia di peste che da Napoli si dif‑fonde a Roma. A maggio arrivano le prime notizie del contagio da Napoli, dove i Chierici della Madre di Dio avevano ed hanno tu ora  una  Casa.  Il  15  maggio  la  peste  si  manifestò  anche  a Roma, nel rione di Trastevere, dove venne ricoverato un napole‑tano che morì. Dopo una se imana il rione contaminato  venne serrato e  il   16 giugno papa Alessandro VII «prohibi che non si facessero le processioni per il SS.mo nell’O ava per levar i com‑merci per li timori di peste».11 Le notizie relative alla pestilenza di  quell’anno  a  Roma  vengono  riportate  nel Diario  della  Nostra Congregazione  scri o  da  padre  Francesco  Leonardi,  dal  1656  al 1661,  anno  della  sua  morte,  il  cui  manoscri o  è  conservato presso l’Archivio OMD.12  

In occasione della solennità del 17 luglio del 1656 i festeggia‑menti si tennero a porte chiuse, senza musiche:

  9  L’antica  Chiesa  di  Santa Maria  in  Portico  sorgeva  dove  ora  si  trova  il 

Palazzo dell’Anagrafe di Roma a Via Petroselli.10  DAVIDE  CARBONARO,  Santa  Maria  in  Portico,  Roma,  Edizioni  S.  Paolo, 

1999.11 Archivio OMD, Ms. B 133, F. LEONARDI, Diario della Casa cit., c. 107v.12 Ibid.

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94. Notisi  che quest’anno  in Roma per queste  cause della Peste 

alli 17  luglio si celebra  la  festa di S.ta M.a  in Portico privatamente 

però  con  gran  devotione  del  popolo  senza  para  la  Chiesa,  senza 

musiche, ma noi cantammo il primo e secondo vespro e la Messa.13 

Nonostante  la  chiusura  del  santuario  le  persone  si  recavano sempre più numerose presso la piccola chiesa di Santa Maria in Campitelli, per  chiedere  la grazia all’immagine santa della Ma‑donna e implorare la fine della pestilenza. A dicembre,  in occa‑sione della festa dell’Immacolata Concezione,  il “Popolo Roma‑no”14 fece voto di costruire un tempio più grande, dedicato alla SS.ma Vergine, dove conservare la sacra immagine della Madon‑na, qualora fosse cessato il contagio.

Al termine della pestilenza, con un avviso a stampa che venne affisso  per  le  vie  di  Roma,15  papa Alessandro VII16  ordinò  una processione, che dalla chiesa di Santa Maria in Aracoeli doveva arrivare  fino  a  Santa  Maria  in  Campitelli,  dove  sarebbe  stata venerata con una funzione solenne  l’icona che aveva  liberato  la ci à dalla peste.

Si trascrive l’Avviso (v. Fig. 1):

13 Ivi, c. 113r.14 Ivi, c. 120r: «164 Il Popolo Romano ha havuto il rescri o di fare il voto a 

S.a Maria  in Portico,  il  Sig.  per  i meriti  della  SS.ma Vergine  li  esaudisca,  la 

vigilia della Conce ione immacolata mandorno a dire ai Padri che il Senatore 

con i Conservatori  Priore del  Popolo volevano venire la ma ina della Con‑

ce ione in chiesa per riconoscere il luogo.»; ibid.: «165 Addì 8 [dicembre] d.o 

il Popolo Romano e a nome loro i Conservatori Senatore e Priore andorno a 

S.ta M.a in Portico con solennità dove sentita la messa fecero voto alla SS.ma 

Vergine per la liberazione di Roma dalla peste fu accompagnata l’a ione con 

suoni di trombe campane e per li segni della Consolat.e si scoprirono la S.ta 

Imagine».15 Una copia dell’Avviso è  inserita  in Archivio OMD, F. LEONARDI, Diario 

della Casa cit., c. 172r. Vedi Fig. 1.16 Al secolo Fabio Chigi, senese, fu Papa dal 1655 al 1667.

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Fig. 1 – Avviso a stampa (Archivio OMD).

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MARTIVS  Miseratione  Divina  Episcopus  Albanen.  S.R.E. Cardinalis  Gine us,  |  S.  D.  N.  Papæ  Vicarius  Generalis,  Roma‑næque Curiæ, eiusque districuts | Iudex ordinarius Etc.

La Santità di N.S. Papa ALESSANDRO VII. concede Indulgenza 

plenaria, e remissione de peccati à tu i li fedeli Christiani dell’Vno, 

e  l’altro  sesso,  li  quali  veramente  pentiti,  confessati,  e  comunicati 

interuerranno  alla  Solenne  Processione,  che  si  farà  Domenica 

prossima  di  Quinquagesima  tre  di  Marzo  ad  hore  20.  con 

l’interuento  della  Santità  Sua,  de  Capitoli  delle  Basiliche,  Col‑

legiate,  e  Clero  Secolare,  e  Regolare  dalla  Chiesa  di  S.  Maria 

d’Araceli à quella di S. Maria in Portico, ò vero visitaranno in de o 

giorno  le  de e  Chiese,  &  iui  ringratiaranno  Sua  Diuina  Maestà 

della Sanità già perfe amente conceduta alla Ci à di Roma, e tu o 

lo  Stato  Ecclesiastico,  pregando  conforme  la  santa  mente  di  Sua 

Beati‑tudine. In Roma li 28. di Febraro 1658.

M.A. Episc. Hierapolitanus Vicesg. […]

IN ROMA, Nella Stamparia della Reu. Camera Apostolica. 1658.

Francesco Leonardi riporta l’avvenimento:

Martius 1658. D’ordine espresso della S.tà di N. S. si comandava 

a  tu i  li  sig.ri  Canonici  delle  Patriarchali,  Collegiate,  Curati 

Secolari,  et Regolari,  frati,  et  altri del Clero  romano soliti  a venire 

alla Processione di  S. Marco,  che Domenica prossima 3 di Marzo, 

debbono ritrovarsi a hore 20 con le solite musiche, nella chiesa di S. 

Maria di Araceli per intervenire alla solenne processione, che si farà 

con l’intervento di S. S.tà dalla d.ta chiesa a quella di S.ta Maria in 

Portico,  et  inviarsi  la  processione  doi  soprani  di  Ciaschd.o Cap[i‑

tu]li, e doi Regolari di ciasched.a Religione intoneranno l’hinno Te 

Deum Laudamus avanti  l’altar maggiore di Araceli  continuando  il 

canto con dovuta pausa per la strada da significarseli in voce sino a 

d.a Chiesa di S.ta Maria in Portico, nella quale entreranno per la p.a 

Porticella  e  fa a  la  genuflessione  all’Altar  maggiore  usciranno 

immediatamente senza fermarsi dall’altra porticella, […] in Roma li 

28 Febraro 1658.17 

17 Archivio OMD, Ms. B 133, F. LEONARDI, Diario della Casa cit., c. 171r. 

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La processione si tenne e venne riportata da Padre Francesco Leonardi nel suo Diario della Casa;   del resoconto ne venne fa a una copia a  stampa  intitolata  Liberatione della  ci a  di Roma dalla peste per l’intercessione  della B.ma Vergine De a Communemente S. Maria  in Portico,  In Roma, Per Francesco Moneta, MDCLVIII  (v. Fig. 2). 

Il  Papa  venne  accompagnato  dai  cantori  sistini  che  arricchi‑rono con il canto la funzione liturgica. 

[…]  tu i  entrando  cantavano  il  Te Deum,  giunto  il  Papa  con  i 

Cardinali e genuflessi questi di qua e di là il Papa si fermò in fondo 

alla  Chiesa  sopra  un  tapeto  et  un  cuscino  quindi  benedisse  l’in‑

censo  e  preso  l’aspersorio  asperse  se  e  tu i  di  Chiesa  et  esso  fu 

incensato dal Cardinal Francesco e in benedire l’incenso il Cardinal 

Francesco Vice Re […] teneva il turibolo, e il Cardinale Colonna p.o 

de preti  la navicella, poi andò al  suo genuflessero avanti  la SS.ma 

Imagine,  et  i  musici  stando  da  una  parte  del  Presbiterio  a  cornu 

epistola cominciorno il Te Deum  e questo finito disse l’Orazione  e 

poi impose con le sue mani la SS.ma Imagine e poi dissero i musici 

l’Antifona Sub tuum presidium […].18 

Iniziarono  subito  i  lavori  per  costruire  il  nuovo  tempio  da dedicare  a  Santa  Maria  in  Portico,  il  proge o  venne  affidato all’archite o Carlo Rainaldi,  che  era  tra  l’altro musicista. Come scrive Arnaldo Morelli alla fine del suo saggio su Carlo Rainaldi musicista e gentiluomo: «la pratica musicale per Rainaldi non fu confinata in una sfera dile antistica privata, ma rappresentò un “ornamento”,  ovvero  una  delle  “virtù”  che  gli  consentirono  di elevarsi  dalla  condizione di  semplice  professionista  a  quella  di gentiluomo di  corte,  “amato e  tenuto  in grande stima da  ’prin‑cipi”».19

18 Ivi, c. 171v.19  ARNALDO  MORELLI,  Carlo  Rainaldi  musicista  gentiluomo:  una  riconsidera‑

zione e qualche novità, in La Festa delle Arti. Scri i in onore di Marcello Fagiolo per 

cinquant’anni di studi, a cura di Vincenzo Cazzato, Sebastiano Roberto, Mario 

36

Fig. 2 – Liberatione della ci a di Roma dalla peste per l’intercessione  

della B.ma Vergine De a Communemente S. Maria in Portico, In Roma, 

Per Francesco Moneta, MDCLVIII: frontespizio (Archivio OMD).

37

Il 29 se embre del 1662 venne  inaugurato  il nuovo  tempio e lo stesso anno avvenne la traslazione della sacra immagine dalla vecchia chiesa alla nuova, in Piazza Campitelli, officiata dall’or‑dine dei Chierici della Madre di Dio,  custode dell’immagine di Santa Maria in Portico dal 1601, con un dono ratificato dal Breve di Clemente VIII Apud Sanctum Marcum, quando ancora  l’icona si  trovava  nell’antica  chiesa,  ere a  vicino  al  luogo  dell’appari‑zione.20 Dopo la costruzione del nuovo tempio, ordinato nel 1658, la vecchia chiesa venne dedicata a Santa Galla ed oggi non esiste più  in  quanto  demolita  prima  della  Seconda  guerra mondiale, per far spazio alla costruzione del palazzo dell’anagrafe comunale.21

Il  fondatore  dell’ordine,  San Giovanni  Leonardi  (1541‑1609), scrisse  la  storia  dell’immagine  sacra  e  dei  miracoli  a  lei  a ri‑buiti22  e  ha dato  vita  ad una  serie  di  studi  storico  religiosi  che continuano ancora oggi con il Centro Studi OMD.23 

Bevilacqua, Roma, Gangemi  Editore,  2014,  I,  pp.  454‑457;  vedi  anche: HANS 

JOACHIM MARX, Carlo  Rainaldi  “archite o  del  popolo  romano”  come  compositore, 

«Rivista  Italiana  di  Musicologia»,  IV,  1968,  pp.  48‑76;  Archite ure  di  Carlo 

Rainaldi nel quarto  centenario  della nascita,  a  cura di Simona Benede i, Roma, 

Gangemi  Editore,  2012;  MARIA  PEDROLI  BERTONI,  Santa  Maria  in  Campitelli, 

Roma,  Fratelli  Palombi  Editori,  1987,  pp.  15‑31.  Le  composizioni  di  Carlo 

Rainaldi sono prevalentemente arie e cantate per voce e basso continuo, vedi 

A. MORELLI, Carlo Rainaldi musicista gentiluomo cit.20  DAVIDE  CARBONARO, Con  coraggiosa  speranza  verso  il  futuro,  «Notiziario 

OMD», n. 128, lug.‑se . 2001, pp. 13‑15.21 Vedi CARMELO GRECO, Conseguenze giuridiche della distruzione e la riedifica‑

zione  dell’opera  di  Santa  Galla  in  Roma,  Roma,  Pontificia  Università  Latera‑

nense, 1995.22 SAN GIOVANNI LEONARDI, Narratione della miracolosa  imagine della beatissi‑

ma Vergine, posta nella chiesa di santa Maria in Portico di Roma: ... Estra a da varij 

autori,  &  antichi  manuscri i.  /  Giovanni  Leonardi!.  Con  alcune  cose  della  vita,  e 

morte di s. Galla,  tolte da  i Dialogi di s. Gregorio papa, Stampata ad istanza de i 

padri della soprade a chiesa, In Roma, appresso Stefano Paolini, 1605. Il testo 

è pubblicato  in S. GIOVANNI LEONARDI, Narrazione della miracolosa  immagine di 

Santa Maria in Portico, Velletri, Edizioni per il IV Centenario, 2005, pp. 17‑29.23  Per  le  pubblicazioni  OMD  vedi  il  sito:  h p://www.ordinedellamadre 

didio.org.

38

Nella nuova chiesa, inaugurata nel 1662, venne realizzata una grandiosa macchina barocca  circondata da  raggi dorati,  dove  è custodita  l’immagine della Madonna24  all’interno di un baldac‑chino  con colonne  tortili,  ispirato a quello  innalzato da Bernini per  la Basilica di San Pietro. Alla base del baldacchino è  scri o Romanae  portus  securitatis,  titolo  conferito  nel  1667,  e  accompa‑gnato dalla sigla della madre di Dio in greco (ΜΡΘΥ).

Per  ricostruire  l’a ività musicale nella Chiesa di Santa Maria Campitelli  tra  Seicento  e  Se ecento,  si  fa  riferimento  a  docu‑menti di vario tipo, conservati nell’Archivio OMD: documenti di natura  economica  (Spartimenti  o  Ripartimenti  di  spesa,  Bilan‑ce i  o  Bilanci  triennali),  le  Costituzioni  e  Regole  dell’Ordine OMD,  il Diario di padre Francesco Leonardi  (1656‑1661),25  fonti documentarie varie d’archivio, e  le musiche manoscri e conser‑vate nel Fondo musicale. 

I  Bilanci,  che  prendono  nomi  vari,  di  Bilanci,  Bilance i,  Ri‑partimenti  di  spesa,  Spartimenti  di  spesa,  sono  utili  per conoscere  l’entità  delle  spese  di musica,  l’utilizzo  che  se  ne  fa‑ceva  e  l’importanza  ad  essa  a ribuita  dall’ordine  religioso.  I Bilanci  sono  sempre  a  consuntivo:  annuali  per  la  rendiconta‑

24  L’icona  di  Santa Maria  in  Portico  appartiene  al  genere  dell’immagine 

mariana  Odigitria,  il  cui  prototipo  si  venerava  a  Costantinopoli  già  dal  V 

secolo, la quale godeva la fama di essere un ritra o della Madonna realizzato 

dal  vero  dall’evangelista  San  Luca,  e  dunque  molto  riprodo a.  È  una  ma‑

donna  con  in  braccio  il  bambino  che  tiene  in  mano  una  pergamena  che 

indicava  la  strada,  la  via.  L’immagine,  nella  vecchia  chiesa,  si  trovava  sulla 

fronte di un ciborio che sovrastava l’altare, re o da qua ro colonne e adorno 

di decorazione di tipo cosmatesco. L’immagine è realizzata su una lamina di 

metallo dorato e smaltato, secondo la tecnica champlevé realizzata a raverso il 

riempimento a smalto di alveoli scavati nel metallo. La lamina è fissata su una 

tavola di quercia alla quale è sovrapposta un’ampia cornice d’argento dorato. 

Vedi:  MICHEL  BERGER,  Santa  Maria  in  Portico  in  Campitelli  interpretazioni 

iconografiche,  in  La  Madre  di  Dio  cit.  pp.  53‑68;  DAVIDE  CARBONARO,  L’antica 

Oratio per l’ostensione dell’immagine di Santa Maria in Portico, in La Madre di Dio 

cit. pp. 69‑95.25 Archivio OMD, Ms. B 133, F. LEONARDI, Diario della Casa cit.

39

zione delle spese,26 tra cui figurano le “spese di musica”, e trien‑nali,  preparati  per  la  convocazione  dei  Capitoli  generali,  dove sono riportate le spese in modo più de agliato.

Si riporta dal bilancio triennale dal 1711 al 1714:27  

1714

Spesa di Prov.ti per Servizio di N.ra Chiesa

Gio:  Ba a  Fabelli  Organista  a  s.  1  il  mese  per  tu o  Febbr.o 

1714….12….36

Giacomo Alari Organaro a tu o Dicembre 1713….4….12

Spesa di Musica 

Per  li Vespri di  ogni Dom.ca ultima d’ogni mese  a  rag.e di  c.s. 

4:55 per dom.ca….54:60….163:80

Per l’Offizio e Messa nella No e di Natale ….10:20…30:60

Per le Messe della 40 hore di Carnevale e Luglio ….24….72

Per la Festa di S. Giuseppe….16….48

Per la Festa dell’Assunta….12….36

Per Le Feste della Purificazione, Annunziata, Natività e Concet‑

tione….12….36

Per la Festa di S. M.ra in Portico….30….90

Totale…. 173:80.…521:40

Il  documento  consente  di  ricostruire  il  calendario delle  cele‑brazioni  liturgiche e delle  festività arricchite dal  canto:  la Festa di Santa Maria in Portico che emerge come la più solenne e per la  quale  si  affronta  la  spesa  più  importante,  tu e  le  feste mariane,  le  40  Ore  a  Carnevale  ed  a  luglio,  la  Festa  di  San Giuseppe, la Messa di Natale, e i Vespri dell’ultima domenica di ogni mese.  Si  evince  anche  la  presenza di  un  organista  stabile, Giovanni Ba ista Fabelli,  e di un organaro, Giacomo Alari. 

26  L’anno  rendicontato  andava  dal  primo marzo  di  un  anno  a  tu o  feb‑

braio dell’anno successivo.27 Archivio OMD, Serie II Le Case, Fascicolo B, Mondo 32, Roma S. Maria 

in  Portico  in Campitelli,  Senza  data  –  1726,  Fascicolo  1700‑1726,  c.  23: Stato 

Generale della Casa, e P.P. di S. Maria in Portico in Campitelli dal P.mo Marzo 1711 

a  tu o  Febb.ro  1714.  Accanto  ad  ogni  voce  di  spesa  sono  riportate  quella 

annuale e quella triennale.

40

Fig. 3 – Ripartimenti di spesa 1711‑1712 (Archivio OMD).

41

Come  già  de o,  dalle  spese  sopra  riportate  (v.  Figg.  3‑4)  si ricava  che  la  Festa  che  veniva  celebrata  con  il  contributo  mu‑sicale maggiore  fosse  quella  della  dedicazione  della  Chiesa,  di Santa  Maria  in  Portico,  per  la  quale  vennero  spesi  negli  anni sopra  indicati  30  scudi  all’anno.  Seguono  le  40  Ore,  in  due momenti  dell’anno,  a  Carnevale  ed  a  luglio,  la  festa  di  San Giuseppe,  quella  dell’Assunta  (Patrona  dell’Ordine),  La Messa di  Natale,  le  feste mariane,  e  i  Vespri  dell’ultima  domenica  di ogni mese.

La  consuetudine  di  celebrare  i  Vespri  cantati  ogni  ultima domenica  del  mese  si  deve  ad  un  benefa ore  della  Congre‑gazione e della Chiesa,  il  sacerdote Giuseppe Benede i. Nativo della Ci à di Lucca, godeva di grande reputazione come uomo di singolare virtù, profondamente devoto alla Madonna e a San Giuseppe. Deceduto il 19 se embre del 1659, nel suo testamento lasciò  duemila scudi affinché: 

in perpetuo ogni ultima domenica del mese  si  esponga per  tre 

hore  il  SS.mo  Sacramento  della  nostra  chiesa  di  S.ta  Maria  in 

Fig. 4 – Spese musicali (Archivio OMD).

42

Campitelli  con  cantarci  vespero  in  musica,  e  farso  da  noi  un sermone e tu a questa devotione per l’anime le quali si trovano in 

peccato mortale accioche S. D. Nta si compiaccia liberarle.28 

[…]

Poi si fece stampare un foglie o (v. Fig. 5) di questo tenore:

Invito

Nella Chiesa di S. Maria in Campitelli ogni ultima Domenica del 

Mese  si  farà musiche,  e  si  esporrà  al  Vespro  il  Santissimo  Sacra‑

mento: facendosi oratione per quelli che stanno in peccato mortale. 

E si principierà  adi 26 O obre 1659.29 

28 Archivio OMD, Ms.  B  133,  F.  LEONARDI, Diario  della  Casa  cit.,  c.  243v  e 

seguenti, contiene un ʺRistre o della vita del Sig. Giuseppe Benede iʺ.29 Il biglie o di invito è inserito in  ID., Diario della Casa cit., tra le carte 254‑

255.

Fig. 5 – Invito a stampa, Roma 1659 (Archivio OMD).

43

Il  foglie o venne affisso  in più  luoghi di Roma. Al Vespro ci fu  grande  affluenza  di  popolo.  Si  fece  musica  strumentale  e vocale:

Sopra  la  porta  della  Chiesa  vi  era  una  tavola  dipinta  in  cui 

appariva  il  SS.mo e  so o q.e parole hoggi  si prega per quello  che 

stanno  in peccato mortale. Dunque  l’Altar  si  parò  tu a  la  tribuna 

de nostri taffetà rossi, si fece un nuovo Baldacchino di broccato per 

servizio  del  SS.mo  e  della  S.ta  Imagine  della  B.ma  Vergine,  si 

adornò l’altare con argenterie e vi ardevano trenta lumi di cera […] 

Si fece una sonata di Organo. Poi uscì il Sermone. Dopo il Sermone 

fecesi una Sinfonia da musici […]. Si principiò il vespro secondo il 

rito Romano. Lo cantorno i musici con o ima musica e si spese sei 

scudi. S’incensò al Magnificat, e si terminò il Vespro secondo il rito 

della  chiesa  […].  Dopoi  il  vespro  essendosi  finito  con  la  Salve 

Regina  cantata  dai Musici,  s’intonò  il  Tantum  ergo  Sacramentum 

seguendo i Musici.30  

Da  queste  testimonianze  si  desume  che  la  Chiesa  dovesse avere  dei  cantori  regolari,  probabilmente  una  vera  e  propria Cappella  Musicale.  Le  spese  di  musica  erano  presenti  in  ogni bilancio annuale e  sono piu osto cospicue.31 Nelle Costituzioni della Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio32  

30 Ivi, c. 254v.31  Si  riportano  le  spese  dal  1668  al  1713.  1668 musiche  di  chiesa  330.45; 

1669  musiche  di  chiesa  306.90;  1684  per  musica  62.85;  1687  musica  327.34; 

1693  musica  443.55;  1694  musica  269.50;  1695  per  musica  265.45;  1699  da 

musica di nostra chiesa 204.13; 1700 a spese di musica 296.571701 a spese di 

musica 279.80; 1703 a spese di musica 257.90; 1705 a spesa di musica 151.65; 

1706  a  spesa  di musica  118.70;  1711  a  spese  di musica  185.40;  1712  50.50  + 

157.80; 1713 a spese di musica 182.80.32 Pubblicate a Roma, Tipografia di Alessandro Vitali, 1851, nonostante dal 

1629  la  Congregazione  avesse  decretato  che  fossero  pubblicate.  Le  Regole, 

scri e da P. Giovanni Leonardi, vennero  le e dal Cardinale Baronio, appro‑

vate da papa Clemente VIII, vidimate da papa Paolo V, e infine da Gregorio 

XV. Vedi: ROSARIO PIAZZOLLA, Le Costituzioni dei Chierici Regolari della Madre di 

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scri e  dal  fondatore  P.  Giovanni  Leonardi,  sono  contenute informazioni  relative  all’utilizzo  ed  alla  funzione  della  musica nella liturgia. 

Nelle Costituzioni del 1601, approvate da papa Clemente VIII, nel Capitolo quarto Sull’impegno della preghiera e della devozione, si stabilisce  che  i  sacerdoti:  «Partecipino  ai Divini Uffici  che  sono cantati  nel  nostro  tempio,  a  meno  che  qualcuno  non  ne  sia legi imamente impedito».33  

Dalle  Costituzioni  del  1629,  emerge  la  convinzione  che  la musica  al  servizio  del  culto  divino  dovesse  essere  svolta  con devozione  e  serietà,  preparata  con  cura,  dal  Prefe o  e  dai cantori. Nella sezione Regole degli Uffici minori che sono conferiti ai Padri, sono inserite le Regole del Prefe o del Coro, figura deputata, che di per sé so olinea l’esistenza di un Coro stabile nella chiesa.

Il  Prefe o  doveva  aver  cura  di  tenere  scri i  presso  di  sé l’elenco dei giorni festivi e quelli in cui era previsto il canto, per potersi preparare. Si accenna più volte all’istruzione dei cantori ed alla preparazione dei padri che dovranno intonare i canti:34 

3) Se imana per se imana i cantori e coloro che prepareranno i 

libri delle Antifone e dei Salmi, prima che il compito debba essere 

intrapreso, in un foglie o li scriveranno, almeno ogni mese, secon‑

do l’intenzione del Superiore.

5) I Padri che debbono intonare le prede e Antifone se le guar‑

deranno prima  in  anticipo  e  si  preoccuperanno di  intonarle  a  suo 

tempo con la dovuta modulazione della voce e la dovuta gravità.

7)  Due  volte  almeno  nella  se imana  [il  Prefe o]  convocherà  i 

Giovani ed i Novizi, che con l’assistenza del Maestro, o del Prefe o, 

Dio  so oscri e  dal  Cardinale  Cesare  Baronio  e  approvate  da  papa  Clemente  VIII,   

«L’Osservatore Romano», 16 maggio 2007, p. 5.33 Le Costituzioni del 1601 sono state le e da una trascrizione e traduzione 

fornita dal Padre Archivista Davide Carbonaro.34 I numeri sono riferibili al numero della Regola.

45

per un’ora  circa  istruirà, da  sé o per mezzo di un altro  che dovrà 

essere  designato  dal  Superiore,  circa  il  modo  di  cantare  come  si 

deve  e  secondo  i  canoni  nel  nostro  coro  con  il  canto  gregoriano; 

dovranno avvicinarsi  alla  le ura di un  canto  anche di  tale  genere 

per opera dei Padri che il Re ore giudicherà di utilizzare per avvi‑

cinarveli meglio.

Da  questa  regola  si  desume  la  possibilità  che  a  istruire  i cantori  fosse  non  il  Prefe o  ma  un  Maestro,  designato  dal Superiore. 

Il Prefe o aveva inoltre cura degli strumenti musicali:

13)  Sarà  anche  suo  compito  avvertire  il  Re ore  quando  o 

l’organo  o  qualche  altro  strumento  relativo  alla  sua  a ività  avrà 

bisogno di riparazione.

e dei testi delle  musiche, sia manoscri e che a stampa:

12)  Avrà  un  libro  nel  quale  raccoglierà  tu i  i  testi,  tanto 

stampati,  quanto manoscri i  predisposti  per  i  canti  del  coro,  e  li 

custodirà chiusi a chiave e senza il consenso del Re ore non li darà 

nelle  mani  degli  estranei  ed  anche  se  ciò  accadrà  li  annoterà  in 

qualche libro per poterli ritrovare a suo tempo.

E  poi  osservazioni  squisitamente musicali,  che  testimoniano la prassi esecutiva all’interno della chiesa:

4)  Istituirà  due  cantori,  con  il  permesso  del  Superiore,  che 

insieme  diano  inizio  ed  intonino  i  Salmi;  alternativamente  distri‑

buirà  le Antifone  ai  Padri  in  ordine  e  le  ripeteranno  in mezzo  al 

coro  con voce  alta  ed  intelligibile, mentre  suona  l’organo  ed  altre 

allo  stesso modo  che  alternativamente  con  l’organo  il  coro  debba 

intonare; in verità mentre cominciano i Salmi, essi stessi soli recite‑

ranno il primo verse o.

6) Stabilirà di  intonare col canto gregoriano o figurato Salmi ed 

Antifone  e  quant’altro;  talvolta  anche  con  qualche  falso  bardo o, 

come  lo  chiamano,  soltanto  con  le  voci,  o  almeno  con  una  sola  o 

46

con  un’altra  voce  con  la  melodia  dell’organo,  a  meno  che  non 

sembri opportuno al Re ore qualcos’altro.

Da  queste  due  regole  si  evince  che  nella  Chiesa  veniva praticato il canto gregoriano e figurato, la prassi dell’altenatim e del falso bordone, con utilizzo dell’organo o delle voci sole. 

Per poter conoscere il repertorio e la tipologia di musiche che venivano eseguite nella chiesa di S. Maria in Campitelli all’epoca di Alessandro Scarla i, vengono presentati  due manoscri i mu‑sicali,  che  hanno  una  datazione  precisa  e  sono  rappresentativi della  prassi  esecutiva  dell’epoca.  Un  brano  del  1682  specifica‑tamente  di  appartenenza  della  chiesa: Christus  factus  est,  per  4 voci e organo,35 e un Benedictus a 4 voci e organo del 1690.36 

I due brani sono rappresentativi del passaggio da una prassi compositiva polifonica per 4 voci, al mo e o per voce solistica, molto presente nel fondo musicale OMD a metà del Se ecento.

Il  primo  brano,  Christus  factus  est,  è  un  graduale,  cantato prima della le ura del Vangelo durante il periodo di Quaresima (v. Fig 6). Il testo è tra o dalla le era di San Paolo ai Filippesi.37  

Graduale. Philip. 2. Christus factus est pro nobis obédiens usque 

ad mortem, mortem autem crucis. V. Propter quod & Deus exaltávit 

illum, & dedit illi nomen, quod est super omne nomen. 

Il  Graduale  veniva  solitamente  cantato  il  giovedì  santo.  La particolarità della composizione musicale consiste nel fa o che il 

35  Sul frontespizio dell’esemplare conservato nel Fondo Musicale OMD, è 

riportato:  «Christus  factus  est  pro  nobis  /  obediens  / A’  4  /  Di  S. Maria  in 

Portico in / Campitelli 1682. / Graduale per il Giovedì Santo».36  Archivio OMD, Fondo Musicale. 37 Il  testo del graduale è tra o dal Missale Romanum Decretum Sacro‑sancti 

Concilii Tridentini  restitutum S. PII V. Pontificis Maximi  jussu  editum Clementis 

VIII  &  Urbani  VIII  auctoritate  recognitum.  In  quo  omnia  accurate  suis  locis 

disposita sunt, & Missae novissimae Sanctorum adiectae, Neapoli MDCCXCIII, ex 

Typographia Simoniana, Superiorum  facultate,  ac privilegium, p.  121  (copia 

presso la Biblioteca Storica Giandomenico Passavanti).

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Fig. 6 – Christus factus est: frontespizio della parte di Organo

(Archivio OMD).

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testo è diviso in tre parti e veniva cantato ogni giorno, a partire dal  mercoledì,  per  finire  il  venerdì,  aggiungendo  ogni  giorno una parte del testo. Tale prassi si evince chiaramente dalle parti musicali  separate.  Le  voci  sono  probabilmente  solistiche.  La scri ura  è  ancora  prevalentemente  polifonica,  anche  se  con  un andamento di tipo imitativo. 

Dal  Breviarium  Romanum  possiamo  ricavare  la  pratica  litur‑gica:38  

Feria V. in Coena Domini

Ad Laudes

[…]

Vs. Christus factus est pro nobis obediens usque ad mortem.

Secunda nocte additur: Mortem autem crucis.

Tertia  nocte  additur:  Propte  quod  et  Deus  exaltavit  illum,  et 

dedit illi nomen, quod est super omne nomen.

Et sic dicitur etiam per omnes Horas diei.

Cum incipitur Vs, Christus factus est, omnes genuflectunt: et eo 

finite, dicitur Pater Noster totum sub silentio

La  composizione  musicale  rispecchia  fedelmente  la  prassi liturgica. Nella  parte  di Cantus,  sulla  destra  ad  ogni  verse o  è riportato:  «1.a  sera,  2.a  sera.  3.a  sera»;  nella  parte  di  Organo troviamo i nomi dei giorni della Se imana santa corrispondenti: «Mercordì, Giovedì, Vennerdì [sic]» (v. Figg. 7‑8).

La  composizione  testimonia  l’osservanza da parte dei padri   dell’Ordine della Madre di Dio, e del Prefe o della musica, delle disposizioni  papali  circa  l’utilizzo  dei  testi  liturgici  nelle  com‑posizioni musicali  dedicate.  Le  regole  volute  da  papa Alessan‑dro VII, con una bolla del 1657, a uata dall’Edi o sopra le musiche del  1665,39  promulgato  dalla  congregazione  della  Sacra  Visita Apostolica,  insistono  sopra u o  sul  rispe o  del  testo  del 

38 Dal Breviarium Romanum, Romae, Ex Typographia Polyglo a, MDCCCXCII.39 GIUSEPPE CRISPINO, La visita pastorale. Tra ato della visita pastorale, Roma, 

Domenico Antonio Ercoli, 1695, pp. 396‑397.

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Fig. 7 – Christus factus est: parte di Canto (Archivio OMD).

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Fig. 8 – Christus factus est: parte di Organo (Archivio OMD).

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Missale Romano e del Breviario:  le parole non potevano essere sostituite o modificate. Nel Christus  factus est del 1690  le parole intonate sono identiche a quelle riportate nel Messale del 1793.40

La  seconda  composizione  è  un  Benedictus,  testo  tra o  dal Vangelo di Luca, un canticum,  il canto di Zacaria, padre di Gio‑vanni  Ba ista  al  momento  in  cui  viene  dato  il  nome  al  figlio, testo molto caro alle comunità cristiane fin dai primi secoli ed in uso nella Liturgia delle ore, nelle Lodi.

Il brano utilizza  tecniche compositive ed esecutive differenti: il  falso bordone,  il  cantus  planus  gregoriano  corale,  e parti  soli‑stiche e virtuosistiche per voce e organo. Le tre tipologie di canto seguono la tecnica dell’alternatim, non solo però tra canto polifo‑nico  e  canto  gregoriano,  prassi  frequente  del  pieno  Rinasci‑mento, ma anche con il canto solistico e virtuoso, in un’alternanza esecutiva tra solisti, cappella musicale, schola gregoriana.

Tale  composizione  rappresenta  un  interessante  caso  di  com‑presenza di  tre tecniche compositive ed esecutive differenti, ma anche  il passaggio dalla polifonia al mo e o solistico, per una, due o tre voci soliste con accompagnamento di organo, che sarà molto  praticato  nella  chiesa  di  Santa Maria  in Campitelli  nella metà del Se ecento.41 

Nello schema seguente sono riportati  il  testo del Benedictus a sinistra  e  a  destra  la  tecnica  compositiva  ed  esecutiva di  riferi‑mento:

          

40 Le trascrizioni in partitura (in calce al presente studio), e informatizzata 

sono state realizzate da Paola Ronche i con il permesso dell’OMD.41 La Chiesa di Santa Maria in Portico in  Campitelli è cara erizzata dalla 

presenza di molteplici cantorie, disseminate per tu a la chiesa. Sul portale è 

collocata  la  cantoria maggiore dove si  trova un grande organo o ocentesco, 

con due cantorie laterali. Fanno seguito due cantorie più piccole nel transe o, 

collocato verso l’uscita, altre qua ro lungo i lati a coppie, sempre più piccole, 

fino  ad  un  piccolissimo  balconcino  so o  l’immagine  Santa,  al  centro  della 

Gloria.  Si  ipotizza  che  siano  state  utilizzate  per  accogliere  gli  esecutori  dei 

diversi ruoli musicali, i solisti, la cappella musicale, la schola gregoriana.

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BENEDICTUS Dominus Deus Israel, |  

quia visitavit, et fecit redemptionem plebis 

suae:

FALSOBORDONE CON ORGANO

Et erexit cornu salutis nobis | in domo 

David pueri sui.   

TACET  / GREGORIANO  / CAPPEL‑

LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO 

Sicut  locutus  est  per  os  sanctorum,  | 

qui a saeculo sunt, prophetarum eius:   CANTO  PER  VOCE  SOLISTA  E 

ORGANO 

  CANTO  PER  VOCE  SOLISTA  E 

ORGANO 

Salutem  ex  inimicis  nostris,  |  et  de manu omnium qui oderunt nos:

                              

  TACET  /  GREGORIANO  / 

CAPPELLA  MUSICALE  A  CAPPELLA 

SENZA ORGANO 

Ad  faciendam  misericordiam  cum 

patribus nostris:  |  et memorari  testamenti 

sui sancti:

FALSOBORDONE CON ORGANO

Ius  iurandum,  quod  iuravit  ad 

Abraham  patrem  nostrum,  daturum  se 

nobis; 

TACET  / GREGORIANO  / CAPPEL‑

LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO 

Ut  sine  timore,  de  manu  inimicorum 

nostrorum liberati,  serviamus illi.

CANTO  PER  VOCE  SOLISTA  E 

ORGANO 

In  sanctitate  et  iustitia  coram  ipso,  | 

omnibus diebus nostris

TACET  / GREGORIANO  /  CAPPEL‑

LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO 

Et  tu  puer,  propheta  Altissimi  voca‑

beris:  | praeibis enim ante  faciem Domini parare vias eius:

 FALSOBORDONE CON ORGANO

Ad  dandam  scientiam  salutis  plebi 

eius: | in remissionem peccatorum eorum:

TACET  / GREGORIANO  /  CAPPEL‑

LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO 

Per viscera misericordiae Dei nostri:   | 

in quibus visitabit nos, oriens ex alto:

Illuminare  his  qui  in  tenebris  et  in 

umbra  mortis  sedent:  |  ad  dirigendos 

pedes nostros in viam pacis.

TACET  / GREGORIANO  /  CAPPEL‑

LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO 

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Si  riportano  le  prime  due  pagine  della  trascrizione  del Benedictus,  che  mostrano  l’alternanza  tra  i  tre  tipi  di  scri ura musicale. 

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In  conclusione  la  Chiesa  di  Santa  Maria  in  Campitelli  rap‑presenta  un  importante  luogo  di  produzione  di  musica  sacra, con destinazione  liturgica,  a Roma, dall’epoca della  fondazione del  “nuovo  tempio”  e  ai  tempi  in  cui  era  a ivo  a  Roma Alessandro  Scarla i.  Il  patrimonio  musicale  manoscri o  e  a stampa dell’Archivio OMD è ogge o di catalogazione e studio, con  un  proge o  di  trascrizioni  musicali  ed  esecuzioni,  che restituiranno un importante patrimonio culturale musicale.

 

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