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PAOLA RONCHETTI
Canto polifonico e mo e o solistico a Roma, tra Seicento e Se ecento, nella chiesa di Santa Maria in Campitelli
Presso la Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli di Roma, situata in Piazza Campitelli, tra il Campidoglio, il Teatro di Marcello, il Ghe o ebraico e Piazza Venezia, officiata dalla Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio, fondata da San Giovanni Leonardi alla fine del XVI secolo, è collocato l’importante Archivio storico dell’Ordine della Madre di Dio, OMD, assegnatario della Chiesa.1 Il patrimonio documentario
1 Per un approfondimento sulla figura e l’opera di San Giovanni Leonardi
(1541‑1609), il fondatore dell’Ordine della Madre di Dio (OMD), Cofondatore
di Propaganda Fide e Patrono dei Farmacisti, vedi: VITTORIO PASCUCCI, La
riforma ca olica in S. Giovanni Leonardi, Lucca, Edizioni S. Marco Litotipo,
2004; San Giovanni Leonardi amico dei Santi. Personaggi, movimenti e modelli
nell’esperienza spirituale e pastorale del santo lucchese, a cura di Davide
Carbonaro, Ci à del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2016. Per quanto
riguarda l’opera di Giovanni Leonardi si veda: VITTORIO PASCUCCI, Giovanni
Leonardi. Una scelta radicale per il Vangelo, Lucca, Edizioni S. Marco Litotipo,
1992; GIOVANNI LEONARDI, Sermoni, a cura di Vi orio Pascucci, Lucca, Edizioni
S. Marco Litotipo, 2003. Per notizie sulla Chiesa di Santa Maria in Portico in
Campitelli e l’icona della Romanae Portus Securitatis si veda: CARLO ANTONIO
ERRA, Storia dell’imagine, e chiesa di Santa Maria in Portico di Campitelli, Roma,
Komarek, 1750; LUIGI PASQUALI, Memorie insigni di S. Maria in Portico in
Campitelli, Roma, Tipografia Campitelli, 1923; La Madre di Dio: un portico
sullʹavvenire del mondo: fede ecclesiale, iconografia, pietà popolare, A i del 5.
Colloquio internazionale di mariologia (Roma, Santa Maria in Portico in
Campitelli, 18‑20 novembre 1999), a cura di Maria Marcellina Pedico e Davide
Carbonaro, Roma, Edizioni Monfortane, 2001. Si desidera ringraziare il prof.
Nicolò Maccavino e il Dire ore del Conservatorio “F. Cilea” di Reggio
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dell’archivio è di grande valore culturale e storico, oltre che religioso e teologico: basti citare i manoscri i delle traduzioni, dal’arabo al latino, del Corano, e della Bibbia in arabo, realizzate da padre Ludovico Marracci (1612‑1700) OMD, che nel 1656 ven‑ne nominato le ore ufficiale per il Papa della lingua araba.2
L’Archivio OMD comprende al suo interno il Fondo musicale OMD, da ricollegare in gran parte alle a ività della Cappella Musicale della Chiesa di Santa Maria in Campitelli, svolta dalla
Calabria, M.o Francesco Barillà, per l’invito a partecipare al Convegno; il M.o
di Cappella della chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli di Roma,
Vincenzo Di Be a, che mi ha informato dell’esistenza del Fondo musicale
OMD chiedendomi di riordinarlo per una catalogazione, per lo studio e la
diffusione del patrimonio musicale della Chiesa, da far rivivere e rieseguire
durante la liturgia e i concerti organizzati dall’Associazione La Cantoria;
Padre Davide Carbonaro, Archivista OMD, che mi ha dato la possibilità di
effe uare la catalogazione del fondo, in fieri, e svolgere le ricerche storico
documentarie; il Re ore Generale Padre Francesco Petrillo per il permesso
concesso.2 Archivio OMD, Ms. B 133, LEONARDI P. FRANCESCO, 1609‑1661,
Diario della Nostra Congregazione. Frontespizio c. 1r. Diario della Casa N[ost]ra
del P. Franc.o Leonardi, c. 106r: «1656, A dì 3 Giugno il P. Lodovico Marracci,
dichiarato per volontà speciale Le ore di N.S. Papa Alessandro 7 le ore di
lingua Arabica nella Sapienza humana prese il possesso con recitare
un’oratione molto erudita do a e in lode di de a lingua Arabica.» Sulla
figura e l’opera di P. Ludovico Marracci si veda: LUDOVICO MARRACCI, Alco‑
rani textus universus ex correctioribus Arabum exemplaribus summa fide, atque
pulcherrimis characteribus descriptus, eademque fide, ac pari diligentia ex Arabico
idiomate in Latinum translatus; appositis unicuique capiti notis, atque refutatione:
his omnibus praemissus est Prodromus totum priorem tomum implens, in quo
contenta indicantur pagina seguenti, auctore Ludovico Marraccio, Patavii, ex
Typographia Seminarii, 1698; Biblia sacra Arabica Sacrae Congregationis de
Propaganda Fide iussu edita ad vsum ecclesiarum orientalium: additis è regione
bibliis Latinis vulgatis. Tomus primus[‑tertius], a cura di Ludovico Marracci,
Romae, Typis eiusdem Sacrae Congregat. de Propaganda Fide, 1671; Il
Corano. Traduzioni, tradu ori e le ori in Italia, a cura di Giuliano Za i, Milano,
CADR, 2000; Il Corano e il Pontefice. Ludovico Marracci fra cultura islamica e
Curia papale, a cura di Gian Luca D’Errico, Roma, Carocci, 2015.
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fondazione3 dell’Ordine religioso al XX secolo, e arricchito da collezioni provenienti da accessioni verificatesi nel corso dei secoli, che lo rendono eterogeneo e vario per generi e tipologia delle musiche che vi sono conservate.4
Il patrimonio musicale è divisibile in un fondo di manoscri i, databili dalla fine del XVII secolo a tu o il XX secolo5 e stampe di vari generi musicali. Quest’ultime comprendono volumi di musica sacra liturgica, musica religiosa, musica profana vocale e strumentale, metodi di studio e volumi di esercizi.6 Di partico‑lare rilevanza una collezione di arie e arie e francesi se ecen‑tesche.7
Tra i manoscri i si segnalano le musiche di Padre Francesco Giovannini, OMD, Prefe o della Musica a metà del Se ecento, tra le quali due Passioni, una secondo Giovanni e una secondo
3 Giovanni Leonardi a se embre del 1574 diede inizio alla compagnia di
ʺpreti riformatiʺ ed egli stesso redasse la prima regola di vita nel 1584:
Constitutioni e Regole della Compagnia dei sacerdoti e Chierici Secolari della
Gloriosa Vergine Maria Habitanti a Lucca in la Chiesa della Santissima Maria
CortʹOrlandini, approvate da papa Clemente VIII, al secolo Ippolito Aldo‑
brandini, nel 1604.4 Le a ività della Cappella musicale di Santa Maria in Portico in Campi‑
telli sono riprese nel 2010, con la nomina a maestro di Cappella di Vincenzo
Di Be a, che ha ricostituito la cappella musicale per accompagnare con il
canto le funzioni liturgiche, e creato un Festival Barocco all’interno del quale
vengono eseguiti brani inediti dell’archivio e del repertorio secentesco.
L’a ività di ricerca all’interno dell’Archivio è molteplice: riordino e
catalogazione del Fondo Musicale OMD, ricostruzione della Storia della
Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli, trascrizione in notazione
moderna delle musiche manoscri e inedite e loro esecuzione. La catalo‑
gazione avverrà, tramite l’IBIMUS Istituto di Bibliografia Musicale, sul sito
on line del RISM, Répertoire Internationale des Sources Musicales. Di rilievo la
figura di Francesco Giovannini, un Padre dell’Ordine della Madre di Dio che
fu Prefe o della Musica a metà del Se ecento. 5 Circa seicento esemplari, più numerose particine del XX secolo.6 Per un totale di circa duemilaqua rocento stampe musicali.7 Circa se ecentose anta unità.
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Ma eo. Si conservano copie di musiche di Giuseppe Jannacconi (1741‑1816), Domenico Cimarosa (1749–1801), Saverio Merca‑dante (1795–1870), Gaetano Capocci (1811‑1898), Salvatore Me‑luzzi (1813‑1897). Imponente il numero di opere di Giuseppe Perosi (1842‑1908) e di Tommaso Gardella (prima metà del XX sec.), del quale si conserva un fondo specifico dei manoscri i con le stampe relative, e di Licinio Refice (1883‑1954). È conser‑vata una raccolta di arie da salo o della seconda metà del XIX e numerose parti e particine dei cantori, utili per la ricostruzione dell’a ività e del repertorio della Cappella musicale della chiesa. Nel fondo musicale si trova anche una raccolta di miscellanee manoscri e, contenenti regole per la composizione, esercizi e brani, sia di musica sacra che profana.
Il fondo comprende inoltre musica a stampa, sacra e profana. Alle numerose opere di importanti autori del XIX e del XX secolo, come Giuseppe Perosi e Tommaso Gardella, si aggiun‑gono edizioni rare o ocentesche delle opere più importanti del repertorio lirico italiano: Giuseppe Verdi, Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Saverio Mercadante, Gaetano Donize i. Si conservano: edizioni a stampa di musica per banda e strumen‑tale; volumi miscellanei di arie e arie e di stampatori ed editori francesi, sopra u o parigini, della fine del XVIII secolo. Di pregio numerosi volumi miscellanei di Arie es d’opéra, Airs d’opéra avec accompagnement de Gui are, contenenti anche vaude‑villes.8 Nel fondo musicale sono inoltre presenti stampe di vari generi: musica a cara ere civile e sociale, inni, opere e, opera buffa, macchie e, scherzi, canti educativi scolastici, canti per scouts d’Italia, canti ricreativi, canzoni, romanze, no urni, madrigali, canti popolari, musica religiosa, musica strumentale, musica per banda, riviste musicali e metodi.
Per contestualizzare la produzione e l’a ività musicale nella Chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli è necessario ripercor‑
8 Le stampe francesi provengono dalla Casa di S. Carlo, Principato di
Monaco, oggi soppressa. Il materiale fu trasportato a Roma nella sede della
Curia OMD.
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rere brevemente la sua storia. La costruzione della Chiesa risale ad un episodio avvenuto il 17 luglio del 524 a Roma: nel portico della famiglia patrizia dei Simmachi, come di consueto, vengono accolti dodici poveri, secondo l’insegnamento del Vangelo, ai quali la giovane vedova Galla serve il pasto, quando nella parete del portico della casa appare l’immagine della Vergine Maria. Il fa o viene interpretato come un’approvazione celeste all’opera di carità di Galla e il papa Giovanni I (523‑526) propone di co‑struire un luogo di culto adeguato al prodigio. Verrà dunque costruita la Chiesa di S. Maria in Portico, dal portico della casa di Galla.9 L’immagine diviene ogge o di un culto speciale e il popolo romano riconosce nella piccola icona la sua difesa dalle grandi calamità: la peste, il terremoto, le inondazioni. Quando non c’è più speranza, il popolo ricorre a Santa Maria in Portico.10
Nel 1656 si verifica un’epidemia di peste che da Napoli si dif‑fonde a Roma. A maggio arrivano le prime notizie del contagio da Napoli, dove i Chierici della Madre di Dio avevano ed hanno tu ora una Casa. Il 15 maggio la peste si manifestò anche a Roma, nel rione di Trastevere, dove venne ricoverato un napole‑tano che morì. Dopo una se imana il rione contaminato venne serrato e il 16 giugno papa Alessandro VII «prohibi che non si facessero le processioni per il SS.mo nell’O ava per levar i com‑merci per li timori di peste».11 Le notizie relative alla pestilenza di quell’anno a Roma vengono riportate nel Diario della Nostra Congregazione scri o da padre Francesco Leonardi, dal 1656 al 1661, anno della sua morte, il cui manoscri o è conservato presso l’Archivio OMD.12
In occasione della solennità del 17 luglio del 1656 i festeggia‑menti si tennero a porte chiuse, senza musiche:
9 L’antica Chiesa di Santa Maria in Portico sorgeva dove ora si trova il
Palazzo dell’Anagrafe di Roma a Via Petroselli.10 DAVIDE CARBONARO, Santa Maria in Portico, Roma, Edizioni S. Paolo,
1999.11 Archivio OMD, Ms. B 133, F. LEONARDI, Diario della Casa cit., c. 107v.12 Ibid.
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94. Notisi che quest’anno in Roma per queste cause della Peste
alli 17 luglio si celebra la festa di S.ta M.a in Portico privatamente
però con gran devotione del popolo senza para la Chiesa, senza
musiche, ma noi cantammo il primo e secondo vespro e la Messa.13
Nonostante la chiusura del santuario le persone si recavano sempre più numerose presso la piccola chiesa di Santa Maria in Campitelli, per chiedere la grazia all’immagine santa della Ma‑donna e implorare la fine della pestilenza. A dicembre, in occa‑sione della festa dell’Immacolata Concezione, il “Popolo Roma‑no”14 fece voto di costruire un tempio più grande, dedicato alla SS.ma Vergine, dove conservare la sacra immagine della Madon‑na, qualora fosse cessato il contagio.
Al termine della pestilenza, con un avviso a stampa che venne affisso per le vie di Roma,15 papa Alessandro VII16 ordinò una processione, che dalla chiesa di Santa Maria in Aracoeli doveva arrivare fino a Santa Maria in Campitelli, dove sarebbe stata venerata con una funzione solenne l’icona che aveva liberato la ci à dalla peste.
Si trascrive l’Avviso (v. Fig. 1):
13 Ivi, c. 113r.14 Ivi, c. 120r: «164 Il Popolo Romano ha havuto il rescri o di fare il voto a
S.a Maria in Portico, il Sig. per i meriti della SS.ma Vergine li esaudisca, la
vigilia della Conce ione immacolata mandorno a dire ai Padri che il Senatore
con i Conservatori Priore del Popolo volevano venire la ma ina della Con‑
ce ione in chiesa per riconoscere il luogo.»; ibid.: «165 Addì 8 [dicembre] d.o
il Popolo Romano e a nome loro i Conservatori Senatore e Priore andorno a
S.ta M.a in Portico con solennità dove sentita la messa fecero voto alla SS.ma
Vergine per la liberazione di Roma dalla peste fu accompagnata l’a ione con
suoni di trombe campane e per li segni della Consolat.e si scoprirono la S.ta
Imagine».15 Una copia dell’Avviso è inserita in Archivio OMD, F. LEONARDI, Diario
della Casa cit., c. 172r. Vedi Fig. 1.16 Al secolo Fabio Chigi, senese, fu Papa dal 1655 al 1667.
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MARTIVS Miseratione Divina Episcopus Albanen. S.R.E. Cardinalis Gine us, | S. D. N. Papæ Vicarius Generalis, Roma‑næque Curiæ, eiusque districuts | Iudex ordinarius Etc.
La Santità di N.S. Papa ALESSANDRO VII. concede Indulgenza
plenaria, e remissione de peccati à tu i li fedeli Christiani dell’Vno,
e l’altro sesso, li quali veramente pentiti, confessati, e comunicati
interuerranno alla Solenne Processione, che si farà Domenica
prossima di Quinquagesima tre di Marzo ad hore 20. con
l’interuento della Santità Sua, de Capitoli delle Basiliche, Col‑
legiate, e Clero Secolare, e Regolare dalla Chiesa di S. Maria
d’Araceli à quella di S. Maria in Portico, ò vero visitaranno in de o
giorno le de e Chiese, & iui ringratiaranno Sua Diuina Maestà
della Sanità già perfe amente conceduta alla Ci à di Roma, e tu o
lo Stato Ecclesiastico, pregando conforme la santa mente di Sua
Beati‑tudine. In Roma li 28. di Febraro 1658.
M.A. Episc. Hierapolitanus Vicesg. […]
IN ROMA, Nella Stamparia della Reu. Camera Apostolica. 1658.
Francesco Leonardi riporta l’avvenimento:
Martius 1658. D’ordine espresso della S.tà di N. S. si comandava
a tu i li sig.ri Canonici delle Patriarchali, Collegiate, Curati
Secolari, et Regolari, frati, et altri del Clero romano soliti a venire
alla Processione di S. Marco, che Domenica prossima 3 di Marzo,
debbono ritrovarsi a hore 20 con le solite musiche, nella chiesa di S.
Maria di Araceli per intervenire alla solenne processione, che si farà
con l’intervento di S. S.tà dalla d.ta chiesa a quella di S.ta Maria in
Portico, et inviarsi la processione doi soprani di Ciaschd.o Cap[i‑
tu]li, e doi Regolari di ciasched.a Religione intoneranno l’hinno Te
Deum Laudamus avanti l’altar maggiore di Araceli continuando il
canto con dovuta pausa per la strada da significarseli in voce sino a
d.a Chiesa di S.ta Maria in Portico, nella quale entreranno per la p.a
Porticella e fa a la genuflessione all’Altar maggiore usciranno
immediatamente senza fermarsi dall’altra porticella, […] in Roma li
28 Febraro 1658.17
17 Archivio OMD, Ms. B 133, F. LEONARDI, Diario della Casa cit., c. 171r.
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La processione si tenne e venne riportata da Padre Francesco Leonardi nel suo Diario della Casa; del resoconto ne venne fa a una copia a stampa intitolata Liberatione della ci a di Roma dalla peste per l’intercessione della B.ma Vergine De a Communemente S. Maria in Portico, In Roma, Per Francesco Moneta, MDCLVIII (v. Fig. 2).
Il Papa venne accompagnato dai cantori sistini che arricchi‑rono con il canto la funzione liturgica.
[…] tu i entrando cantavano il Te Deum, giunto il Papa con i
Cardinali e genuflessi questi di qua e di là il Papa si fermò in fondo
alla Chiesa sopra un tapeto et un cuscino quindi benedisse l’in‑
censo e preso l’aspersorio asperse se e tu i di Chiesa et esso fu
incensato dal Cardinal Francesco e in benedire l’incenso il Cardinal
Francesco Vice Re […] teneva il turibolo, e il Cardinale Colonna p.o
de preti la navicella, poi andò al suo genuflessero avanti la SS.ma
Imagine, et i musici stando da una parte del Presbiterio a cornu
epistola cominciorno il Te Deum e questo finito disse l’Orazione e
poi impose con le sue mani la SS.ma Imagine e poi dissero i musici
l’Antifona Sub tuum presidium […].18
Iniziarono subito i lavori per costruire il nuovo tempio da dedicare a Santa Maria in Portico, il proge o venne affidato all’archite o Carlo Rainaldi, che era tra l’altro musicista. Come scrive Arnaldo Morelli alla fine del suo saggio su Carlo Rainaldi musicista e gentiluomo: «la pratica musicale per Rainaldi non fu confinata in una sfera dile antistica privata, ma rappresentò un “ornamento”, ovvero una delle “virtù” che gli consentirono di elevarsi dalla condizione di semplice professionista a quella di gentiluomo di corte, “amato e tenuto in grande stima da ’prin‑cipi”».19
18 Ivi, c. 171v.19 ARNALDO MORELLI, Carlo Rainaldi musicista gentiluomo: una riconsidera‑
zione e qualche novità, in La Festa delle Arti. Scri i in onore di Marcello Fagiolo per
cinquant’anni di studi, a cura di Vincenzo Cazzato, Sebastiano Roberto, Mario
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Fig. 2 – Liberatione della ci a di Roma dalla peste per l’intercessione
della B.ma Vergine De a Communemente S. Maria in Portico, In Roma,
Per Francesco Moneta, MDCLVIII: frontespizio (Archivio OMD).
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Il 29 se embre del 1662 venne inaugurato il nuovo tempio e lo stesso anno avvenne la traslazione della sacra immagine dalla vecchia chiesa alla nuova, in Piazza Campitelli, officiata dall’or‑dine dei Chierici della Madre di Dio, custode dell’immagine di Santa Maria in Portico dal 1601, con un dono ratificato dal Breve di Clemente VIII Apud Sanctum Marcum, quando ancora l’icona si trovava nell’antica chiesa, ere a vicino al luogo dell’appari‑zione.20 Dopo la costruzione del nuovo tempio, ordinato nel 1658, la vecchia chiesa venne dedicata a Santa Galla ed oggi non esiste più in quanto demolita prima della Seconda guerra mondiale, per far spazio alla costruzione del palazzo dell’anagrafe comunale.21
Il fondatore dell’ordine, San Giovanni Leonardi (1541‑1609), scrisse la storia dell’immagine sacra e dei miracoli a lei a ri‑buiti22 e ha dato vita ad una serie di studi storico religiosi che continuano ancora oggi con il Centro Studi OMD.23
Bevilacqua, Roma, Gangemi Editore, 2014, I, pp. 454‑457; vedi anche: HANS
JOACHIM MARX, Carlo Rainaldi “archite o del popolo romano” come compositore,
«Rivista Italiana di Musicologia», IV, 1968, pp. 48‑76; Archite ure di Carlo
Rainaldi nel quarto centenario della nascita, a cura di Simona Benede i, Roma,
Gangemi Editore, 2012; MARIA PEDROLI BERTONI, Santa Maria in Campitelli,
Roma, Fratelli Palombi Editori, 1987, pp. 15‑31. Le composizioni di Carlo
Rainaldi sono prevalentemente arie e cantate per voce e basso continuo, vedi
A. MORELLI, Carlo Rainaldi musicista gentiluomo cit.20 DAVIDE CARBONARO, Con coraggiosa speranza verso il futuro, «Notiziario
OMD», n. 128, lug.‑se . 2001, pp. 13‑15.21 Vedi CARMELO GRECO, Conseguenze giuridiche della distruzione e la riedifica‑
zione dell’opera di Santa Galla in Roma, Roma, Pontificia Università Latera‑
nense, 1995.22 SAN GIOVANNI LEONARDI, Narratione della miracolosa imagine della beatissi‑
ma Vergine, posta nella chiesa di santa Maria in Portico di Roma: ... Estra a da varij
autori, & antichi manuscri i. / Giovanni Leonardi!. Con alcune cose della vita, e
morte di s. Galla, tolte da i Dialogi di s. Gregorio papa, Stampata ad istanza de i
padri della soprade a chiesa, In Roma, appresso Stefano Paolini, 1605. Il testo
è pubblicato in S. GIOVANNI LEONARDI, Narrazione della miracolosa immagine di
Santa Maria in Portico, Velletri, Edizioni per il IV Centenario, 2005, pp. 17‑29.23 Per le pubblicazioni OMD vedi il sito: h p://www.ordinedellamadre
didio.org.
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Nella nuova chiesa, inaugurata nel 1662, venne realizzata una grandiosa macchina barocca circondata da raggi dorati, dove è custodita l’immagine della Madonna24 all’interno di un baldac‑chino con colonne tortili, ispirato a quello innalzato da Bernini per la Basilica di San Pietro. Alla base del baldacchino è scri o Romanae portus securitatis, titolo conferito nel 1667, e accompa‑gnato dalla sigla della madre di Dio in greco (ΜΡΘΥ).
Per ricostruire l’a ività musicale nella Chiesa di Santa Maria Campitelli tra Seicento e Se ecento, si fa riferimento a docu‑menti di vario tipo, conservati nell’Archivio OMD: documenti di natura economica (Spartimenti o Ripartimenti di spesa, Bilan‑ce i o Bilanci triennali), le Costituzioni e Regole dell’Ordine OMD, il Diario di padre Francesco Leonardi (1656‑1661),25 fonti documentarie varie d’archivio, e le musiche manoscri e conser‑vate nel Fondo musicale.
I Bilanci, che prendono nomi vari, di Bilanci, Bilance i, Ri‑partimenti di spesa, Spartimenti di spesa, sono utili per conoscere l’entità delle spese di musica, l’utilizzo che se ne fa‑ceva e l’importanza ad essa a ribuita dall’ordine religioso. I Bilanci sono sempre a consuntivo: annuali per la rendiconta‑
24 L’icona di Santa Maria in Portico appartiene al genere dell’immagine
mariana Odigitria, il cui prototipo si venerava a Costantinopoli già dal V
secolo, la quale godeva la fama di essere un ritra o della Madonna realizzato
dal vero dall’evangelista San Luca, e dunque molto riprodo a. È una ma‑
donna con in braccio il bambino che tiene in mano una pergamena che
indicava la strada, la via. L’immagine, nella vecchia chiesa, si trovava sulla
fronte di un ciborio che sovrastava l’altare, re o da qua ro colonne e adorno
di decorazione di tipo cosmatesco. L’immagine è realizzata su una lamina di
metallo dorato e smaltato, secondo la tecnica champlevé realizzata a raverso il
riempimento a smalto di alveoli scavati nel metallo. La lamina è fissata su una
tavola di quercia alla quale è sovrapposta un’ampia cornice d’argento dorato.
Vedi: MICHEL BERGER, Santa Maria in Portico in Campitelli interpretazioni
iconografiche, in La Madre di Dio cit. pp. 53‑68; DAVIDE CARBONARO, L’antica
Oratio per l’ostensione dell’immagine di Santa Maria in Portico, in La Madre di Dio
cit. pp. 69‑95.25 Archivio OMD, Ms. B 133, F. LEONARDI, Diario della Casa cit.
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zione delle spese,26 tra cui figurano le “spese di musica”, e trien‑nali, preparati per la convocazione dei Capitoli generali, dove sono riportate le spese in modo più de agliato.
Si riporta dal bilancio triennale dal 1711 al 1714:27
1714
Spesa di Prov.ti per Servizio di N.ra Chiesa
Gio: Ba a Fabelli Organista a s. 1 il mese per tu o Febbr.o
1714….12….36
Giacomo Alari Organaro a tu o Dicembre 1713….4….12
Spesa di Musica
Per li Vespri di ogni Dom.ca ultima d’ogni mese a rag.e di c.s.
4:55 per dom.ca….54:60….163:80
Per l’Offizio e Messa nella No e di Natale ….10:20…30:60
Per le Messe della 40 hore di Carnevale e Luglio ….24….72
Per la Festa di S. Giuseppe….16….48
Per la Festa dell’Assunta….12….36
Per Le Feste della Purificazione, Annunziata, Natività e Concet‑
tione….12….36
Per la Festa di S. M.ra in Portico….30….90
Totale…. 173:80.…521:40
Il documento consente di ricostruire il calendario delle cele‑brazioni liturgiche e delle festività arricchite dal canto: la Festa di Santa Maria in Portico che emerge come la più solenne e per la quale si affronta la spesa più importante, tu e le feste mariane, le 40 Ore a Carnevale ed a luglio, la Festa di San Giuseppe, la Messa di Natale, e i Vespri dell’ultima domenica di ogni mese. Si evince anche la presenza di un organista stabile, Giovanni Ba ista Fabelli, e di un organaro, Giacomo Alari.
26 L’anno rendicontato andava dal primo marzo di un anno a tu o feb‑
braio dell’anno successivo.27 Archivio OMD, Serie II Le Case, Fascicolo B, Mondo 32, Roma S. Maria
in Portico in Campitelli, Senza data – 1726, Fascicolo 1700‑1726, c. 23: Stato
Generale della Casa, e P.P. di S. Maria in Portico in Campitelli dal P.mo Marzo 1711
a tu o Febb.ro 1714. Accanto ad ogni voce di spesa sono riportate quella
annuale e quella triennale.
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Come già de o, dalle spese sopra riportate (v. Figg. 3‑4) si ricava che la Festa che veniva celebrata con il contributo mu‑sicale maggiore fosse quella della dedicazione della Chiesa, di Santa Maria in Portico, per la quale vennero spesi negli anni sopra indicati 30 scudi all’anno. Seguono le 40 Ore, in due momenti dell’anno, a Carnevale ed a luglio, la festa di San Giuseppe, quella dell’Assunta (Patrona dell’Ordine), La Messa di Natale, le feste mariane, e i Vespri dell’ultima domenica di ogni mese.
La consuetudine di celebrare i Vespri cantati ogni ultima domenica del mese si deve ad un benefa ore della Congre‑gazione e della Chiesa, il sacerdote Giuseppe Benede i. Nativo della Ci à di Lucca, godeva di grande reputazione come uomo di singolare virtù, profondamente devoto alla Madonna e a San Giuseppe. Deceduto il 19 se embre del 1659, nel suo testamento lasciò duemila scudi affinché:
in perpetuo ogni ultima domenica del mese si esponga per tre
hore il SS.mo Sacramento della nostra chiesa di S.ta Maria in
Fig. 4 – Spese musicali (Archivio OMD).
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Campitelli con cantarci vespero in musica, e farso da noi un sermone e tu a questa devotione per l’anime le quali si trovano in
peccato mortale accioche S. D. Nta si compiaccia liberarle.28
[…]
Poi si fece stampare un foglie o (v. Fig. 5) di questo tenore:
Invito
Nella Chiesa di S. Maria in Campitelli ogni ultima Domenica del
Mese si farà musiche, e si esporrà al Vespro il Santissimo Sacra‑
mento: facendosi oratione per quelli che stanno in peccato mortale.
E si principierà adi 26 O obre 1659.29
28 Archivio OMD, Ms. B 133, F. LEONARDI, Diario della Casa cit., c. 243v e
seguenti, contiene un ʺRistre o della vita del Sig. Giuseppe Benede iʺ.29 Il biglie o di invito è inserito in ID., Diario della Casa cit., tra le carte 254‑
255.
Fig. 5 – Invito a stampa, Roma 1659 (Archivio OMD).
43
Il foglie o venne affisso in più luoghi di Roma. Al Vespro ci fu grande affluenza di popolo. Si fece musica strumentale e vocale:
Sopra la porta della Chiesa vi era una tavola dipinta in cui
appariva il SS.mo e so o q.e parole hoggi si prega per quello che
stanno in peccato mortale. Dunque l’Altar si parò tu a la tribuna
de nostri taffetà rossi, si fece un nuovo Baldacchino di broccato per
servizio del SS.mo e della S.ta Imagine della B.ma Vergine, si
adornò l’altare con argenterie e vi ardevano trenta lumi di cera […]
Si fece una sonata di Organo. Poi uscì il Sermone. Dopo il Sermone
fecesi una Sinfonia da musici […]. Si principiò il vespro secondo il
rito Romano. Lo cantorno i musici con o ima musica e si spese sei
scudi. S’incensò al Magnificat, e si terminò il Vespro secondo il rito
della chiesa […]. Dopoi il vespro essendosi finito con la Salve
Regina cantata dai Musici, s’intonò il Tantum ergo Sacramentum
seguendo i Musici.30
Da queste testimonianze si desume che la Chiesa dovesse avere dei cantori regolari, probabilmente una vera e propria Cappella Musicale. Le spese di musica erano presenti in ogni bilancio annuale e sono piu osto cospicue.31 Nelle Costituzioni della Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio32
30 Ivi, c. 254v.31 Si riportano le spese dal 1668 al 1713. 1668 musiche di chiesa 330.45;
1669 musiche di chiesa 306.90; 1684 per musica 62.85; 1687 musica 327.34;
1693 musica 443.55; 1694 musica 269.50; 1695 per musica 265.45; 1699 da
musica di nostra chiesa 204.13; 1700 a spese di musica 296.571701 a spese di
musica 279.80; 1703 a spese di musica 257.90; 1705 a spesa di musica 151.65;
1706 a spesa di musica 118.70; 1711 a spese di musica 185.40; 1712 50.50 +
157.80; 1713 a spese di musica 182.80.32 Pubblicate a Roma, Tipografia di Alessandro Vitali, 1851, nonostante dal
1629 la Congregazione avesse decretato che fossero pubblicate. Le Regole,
scri e da P. Giovanni Leonardi, vennero le e dal Cardinale Baronio, appro‑
vate da papa Clemente VIII, vidimate da papa Paolo V, e infine da Gregorio
XV. Vedi: ROSARIO PIAZZOLLA, Le Costituzioni dei Chierici Regolari della Madre di
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scri e dal fondatore P. Giovanni Leonardi, sono contenute informazioni relative all’utilizzo ed alla funzione della musica nella liturgia.
Nelle Costituzioni del 1601, approvate da papa Clemente VIII, nel Capitolo quarto Sull’impegno della preghiera e della devozione, si stabilisce che i sacerdoti: «Partecipino ai Divini Uffici che sono cantati nel nostro tempio, a meno che qualcuno non ne sia legi imamente impedito».33
Dalle Costituzioni del 1629, emerge la convinzione che la musica al servizio del culto divino dovesse essere svolta con devozione e serietà, preparata con cura, dal Prefe o e dai cantori. Nella sezione Regole degli Uffici minori che sono conferiti ai Padri, sono inserite le Regole del Prefe o del Coro, figura deputata, che di per sé so olinea l’esistenza di un Coro stabile nella chiesa.
Il Prefe o doveva aver cura di tenere scri i presso di sé l’elenco dei giorni festivi e quelli in cui era previsto il canto, per potersi preparare. Si accenna più volte all’istruzione dei cantori ed alla preparazione dei padri che dovranno intonare i canti:34
3) Se imana per se imana i cantori e coloro che prepareranno i
libri delle Antifone e dei Salmi, prima che il compito debba essere
intrapreso, in un foglie o li scriveranno, almeno ogni mese, secon‑
do l’intenzione del Superiore.
5) I Padri che debbono intonare le prede e Antifone se le guar‑
deranno prima in anticipo e si preoccuperanno di intonarle a suo
tempo con la dovuta modulazione della voce e la dovuta gravità.
7) Due volte almeno nella se imana [il Prefe o] convocherà i
Giovani ed i Novizi, che con l’assistenza del Maestro, o del Prefe o,
Dio so oscri e dal Cardinale Cesare Baronio e approvate da papa Clemente VIII,
«L’Osservatore Romano», 16 maggio 2007, p. 5.33 Le Costituzioni del 1601 sono state le e da una trascrizione e traduzione
fornita dal Padre Archivista Davide Carbonaro.34 I numeri sono riferibili al numero della Regola.
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per un’ora circa istruirà, da sé o per mezzo di un altro che dovrà
essere designato dal Superiore, circa il modo di cantare come si
deve e secondo i canoni nel nostro coro con il canto gregoriano;
dovranno avvicinarsi alla le ura di un canto anche di tale genere
per opera dei Padri che il Re ore giudicherà di utilizzare per avvi‑
cinarveli meglio.
Da questa regola si desume la possibilità che a istruire i cantori fosse non il Prefe o ma un Maestro, designato dal Superiore.
Il Prefe o aveva inoltre cura degli strumenti musicali:
13) Sarà anche suo compito avvertire il Re ore quando o
l’organo o qualche altro strumento relativo alla sua a ività avrà
bisogno di riparazione.
e dei testi delle musiche, sia manoscri e che a stampa:
12) Avrà un libro nel quale raccoglierà tu i i testi, tanto
stampati, quanto manoscri i predisposti per i canti del coro, e li
custodirà chiusi a chiave e senza il consenso del Re ore non li darà
nelle mani degli estranei ed anche se ciò accadrà li annoterà in
qualche libro per poterli ritrovare a suo tempo.
E poi osservazioni squisitamente musicali, che testimoniano la prassi esecutiva all’interno della chiesa:
4) Istituirà due cantori, con il permesso del Superiore, che
insieme diano inizio ed intonino i Salmi; alternativamente distri‑
buirà le Antifone ai Padri in ordine e le ripeteranno in mezzo al
coro con voce alta ed intelligibile, mentre suona l’organo ed altre
allo stesso modo che alternativamente con l’organo il coro debba
intonare; in verità mentre cominciano i Salmi, essi stessi soli recite‑
ranno il primo verse o.
6) Stabilirà di intonare col canto gregoriano o figurato Salmi ed
Antifone e quant’altro; talvolta anche con qualche falso bardo o,
come lo chiamano, soltanto con le voci, o almeno con una sola o
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con un’altra voce con la melodia dell’organo, a meno che non
sembri opportuno al Re ore qualcos’altro.
Da queste due regole si evince che nella Chiesa veniva praticato il canto gregoriano e figurato, la prassi dell’altenatim e del falso bordone, con utilizzo dell’organo o delle voci sole.
Per poter conoscere il repertorio e la tipologia di musiche che venivano eseguite nella chiesa di S. Maria in Campitelli all’epoca di Alessandro Scarla i, vengono presentati due manoscri i mu‑sicali, che hanno una datazione precisa e sono rappresentativi della prassi esecutiva dell’epoca. Un brano del 1682 specifica‑tamente di appartenenza della chiesa: Christus factus est, per 4 voci e organo,35 e un Benedictus a 4 voci e organo del 1690.36
I due brani sono rappresentativi del passaggio da una prassi compositiva polifonica per 4 voci, al mo e o per voce solistica, molto presente nel fondo musicale OMD a metà del Se ecento.
Il primo brano, Christus factus est, è un graduale, cantato prima della le ura del Vangelo durante il periodo di Quaresima (v. Fig 6). Il testo è tra o dalla le era di San Paolo ai Filippesi.37
Graduale. Philip. 2. Christus factus est pro nobis obédiens usque
ad mortem, mortem autem crucis. V. Propter quod & Deus exaltávit
illum, & dedit illi nomen, quod est super omne nomen.
Il Graduale veniva solitamente cantato il giovedì santo. La particolarità della composizione musicale consiste nel fa o che il
35 Sul frontespizio dell’esemplare conservato nel Fondo Musicale OMD, è
riportato: «Christus factus est pro nobis / obediens / A’ 4 / Di S. Maria in
Portico in / Campitelli 1682. / Graduale per il Giovedì Santo».36 Archivio OMD, Fondo Musicale. 37 Il testo del graduale è tra o dal Missale Romanum Decretum Sacro‑sancti
Concilii Tridentini restitutum S. PII V. Pontificis Maximi jussu editum Clementis
VIII & Urbani VIII auctoritate recognitum. In quo omnia accurate suis locis
disposita sunt, & Missae novissimae Sanctorum adiectae, Neapoli MDCCXCIII, ex
Typographia Simoniana, Superiorum facultate, ac privilegium, p. 121 (copia
presso la Biblioteca Storica Giandomenico Passavanti).
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testo è diviso in tre parti e veniva cantato ogni giorno, a partire dal mercoledì, per finire il venerdì, aggiungendo ogni giorno una parte del testo. Tale prassi si evince chiaramente dalle parti musicali separate. Le voci sono probabilmente solistiche. La scri ura è ancora prevalentemente polifonica, anche se con un andamento di tipo imitativo.
Dal Breviarium Romanum possiamo ricavare la pratica litur‑gica:38
Feria V. in Coena Domini
Ad Laudes
[…]
Vs. Christus factus est pro nobis obediens usque ad mortem.
Secunda nocte additur: Mortem autem crucis.
Tertia nocte additur: Propte quod et Deus exaltavit illum, et
dedit illi nomen, quod est super omne nomen.
Et sic dicitur etiam per omnes Horas diei.
Cum incipitur Vs, Christus factus est, omnes genuflectunt: et eo
finite, dicitur Pater Noster totum sub silentio
La composizione musicale rispecchia fedelmente la prassi liturgica. Nella parte di Cantus, sulla destra ad ogni verse o è riportato: «1.a sera, 2.a sera. 3.a sera»; nella parte di Organo troviamo i nomi dei giorni della Se imana santa corrispondenti: «Mercordì, Giovedì, Vennerdì [sic]» (v. Figg. 7‑8).
La composizione testimonia l’osservanza da parte dei padri dell’Ordine della Madre di Dio, e del Prefe o della musica, delle disposizioni papali circa l’utilizzo dei testi liturgici nelle com‑posizioni musicali dedicate. Le regole volute da papa Alessan‑dro VII, con una bolla del 1657, a uata dall’Edi o sopra le musiche del 1665,39 promulgato dalla congregazione della Sacra Visita Apostolica, insistono sopra u o sul rispe o del testo del
38 Dal Breviarium Romanum, Romae, Ex Typographia Polyglo a, MDCCCXCII.39 GIUSEPPE CRISPINO, La visita pastorale. Tra ato della visita pastorale, Roma,
Domenico Antonio Ercoli, 1695, pp. 396‑397.
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Missale Romano e del Breviario: le parole non potevano essere sostituite o modificate. Nel Christus factus est del 1690 le parole intonate sono identiche a quelle riportate nel Messale del 1793.40
La seconda composizione è un Benedictus, testo tra o dal Vangelo di Luca, un canticum, il canto di Zacaria, padre di Gio‑vanni Ba ista al momento in cui viene dato il nome al figlio, testo molto caro alle comunità cristiane fin dai primi secoli ed in uso nella Liturgia delle ore, nelle Lodi.
Il brano utilizza tecniche compositive ed esecutive differenti: il falso bordone, il cantus planus gregoriano corale, e parti soli‑stiche e virtuosistiche per voce e organo. Le tre tipologie di canto seguono la tecnica dell’alternatim, non solo però tra canto polifo‑nico e canto gregoriano, prassi frequente del pieno Rinasci‑mento, ma anche con il canto solistico e virtuoso, in un’alternanza esecutiva tra solisti, cappella musicale, schola gregoriana.
Tale composizione rappresenta un interessante caso di com‑presenza di tre tecniche compositive ed esecutive differenti, ma anche il passaggio dalla polifonia al mo e o solistico, per una, due o tre voci soliste con accompagnamento di organo, che sarà molto praticato nella chiesa di Santa Maria in Campitelli nella metà del Se ecento.41
Nello schema seguente sono riportati il testo del Benedictus a sinistra e a destra la tecnica compositiva ed esecutiva di riferi‑mento:
40 Le trascrizioni in partitura (in calce al presente studio), e informatizzata
sono state realizzate da Paola Ronche i con il permesso dell’OMD.41 La Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli è cara erizzata dalla
presenza di molteplici cantorie, disseminate per tu a la chiesa. Sul portale è
collocata la cantoria maggiore dove si trova un grande organo o ocentesco,
con due cantorie laterali. Fanno seguito due cantorie più piccole nel transe o,
collocato verso l’uscita, altre qua ro lungo i lati a coppie, sempre più piccole,
fino ad un piccolissimo balconcino so o l’immagine Santa, al centro della
Gloria. Si ipotizza che siano state utilizzate per accogliere gli esecutori dei
diversi ruoli musicali, i solisti, la cappella musicale, la schola gregoriana.
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BENEDICTUS Dominus Deus Israel, |
quia visitavit, et fecit redemptionem plebis
suae:
FALSOBORDONE CON ORGANO
Et erexit cornu salutis nobis | in domo
David pueri sui.
TACET / GREGORIANO / CAPPEL‑
LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO
Sicut locutus est per os sanctorum, |
qui a saeculo sunt, prophetarum eius: CANTO PER VOCE SOLISTA E
ORGANO
CANTO PER VOCE SOLISTA E
ORGANO
Salutem ex inimicis nostris, | et de manu omnium qui oderunt nos:
TACET / GREGORIANO /
CAPPELLA MUSICALE A CAPPELLA
SENZA ORGANO
Ad faciendam misericordiam cum
patribus nostris: | et memorari testamenti
sui sancti:
FALSOBORDONE CON ORGANO
Ius iurandum, quod iuravit ad
Abraham patrem nostrum, daturum se
nobis;
TACET / GREGORIANO / CAPPEL‑
LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO
Ut sine timore, de manu inimicorum
nostrorum liberati, serviamus illi.
CANTO PER VOCE SOLISTA E
ORGANO
In sanctitate et iustitia coram ipso, |
omnibus diebus nostris
TACET / GREGORIANO / CAPPEL‑
LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO
Et tu puer, propheta Altissimi voca‑
beris: | praeibis enim ante faciem Domini parare vias eius:
FALSOBORDONE CON ORGANO
Ad dandam scientiam salutis plebi
eius: | in remissionem peccatorum eorum:
TACET / GREGORIANO / CAPPEL‑
LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO
Per viscera misericordiae Dei nostri: |
in quibus visitabit nos, oriens ex alto:
Illuminare his qui in tenebris et in
umbra mortis sedent: | ad dirigendos
pedes nostros in viam pacis.
TACET / GREGORIANO / CAPPEL‑
LA MUSICALE / A CAPPELLA SENZA ORGANO
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Si riportano le prime due pagine della trascrizione del Benedictus, che mostrano l’alternanza tra i tre tipi di scri ura musicale.
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In conclusione la Chiesa di Santa Maria in Campitelli rap‑presenta un importante luogo di produzione di musica sacra, con destinazione liturgica, a Roma, dall’epoca della fondazione del “nuovo tempio” e ai tempi in cui era a ivo a Roma Alessandro Scarla i. Il patrimonio musicale manoscri o e a stampa dell’Archivio OMD è ogge o di catalogazione e studio, con un proge o di trascrizioni musicali ed esecuzioni, che restituiranno un importante patrimonio culturale musicale.