neoplasie occupazionali

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Neoplasie Occupazionali Cattedra di Medicina del Lavoro Prof.Andrea Magrini Dott. Anna Neri

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Neoplasie Occupazionali. Cattedra di Medicina del Lavoro Prof.Andrea Magrini Dott. Anna Neri. MALATTIE PROFESSIONALI. D.P.R. 30 giugno 1965 n°1124 (T.U.delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali) - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Cattedra di Medicina del Lavoro

Prof.Andrea Magrini

Dott. Anna Neri

Page 2: Neoplasie Occupazionali

MALATTIE PROFESSIONALI

• D.P.R. 30 giugno 1965 n°1124 (T.U.delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro

gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali)• Malattia causata esclusivamente o prevalentemente da

sostanze nocive o da determinati lavori nell’esercizio dell’attività professionale.

• E’ conseguenza di un ambiente di lavoro nocivo.• E’ provocata da meccanismi lesivi diluiti nel tempo.• Per la prova del nesso causale, si utilizzano gli elenchi delle

malattie professionali contenute nelle tabelle allegate al D.P.R. 1124/1965, al D.P.R. 336/1994.

Per le malattie diverse da quelle tabellate, spetta al lavoratore dimostrare “la causa di lavoro”.

Page 3: Neoplasie Occupazionali

Neoplasia dal greco “neo, nuovo”, “plasia, formazione”

“è una massa anomala di tessuto,la cui crescita è eccessiva ed incoordinata rispetto a quella del tessuto normale e persiste nella sua eccessività anche dopo la cessazione degli stimoli che hanno evocato l’alterazione” Stanley L.Robbins

Tumore dal latino “tumeo-rem” tumefazione descrivel’aspetto macroscopico di lesioni che occupano uno spazio e che possono anche non essere neoplastiche

Neoplasie Occupazionali

Definizioni

Page 4: Neoplasie Occupazionali

Le neoplasie possono essere benigne o maligne.

La distinzione è relativa alla possibile crescita metastatica.

METASTASIcrescita secondaria di cellule dalla neoplasia primaria

Neoplasie Occupazionali

Definizioni

Page 5: Neoplasie Occupazionali

Caratteristiche Tumori benigni Tumori maligni

Struttura

Il tessuto neoplastico:

presenta cellule simili a quelle del tessuto di origine;

conserva in gran parte le caratteristiche morfologiche e funzionali del tessuto di origine;

è localizzato e facilmente individuabile.

Il tessuto neoplastico:

presenta cellule molto diverse da quelle del tessuto di origine;

perde ogni caratteristica morfologica e funzionale del tessuto di origine;

è distribuito e difficile da individuare.

Crescita

Espansiva: il tumore cresce lentamente, è ben delimitato e spesso contenuto in un feltro di fibre reticolari e collagene; si espande comprimendo i tessuti circostanti ma non si infiltra in essi.

Infiltrativa/Espansiva: il tumore non ha confini netti, e oltre a crescere di volume si infiltra nei tessuti circostanti, invadendoli.

Velocità di crescita Solitamente lenta. Solitamente veloce.

Recidiva in loco (dopo intervento chirurgico)

Raramente. Spesso.

Metastasi a distanza

No. Spesso.

Danni all'organismo

Il tumore provoca:

ingombro; comprime i tessuti circostanti; la funzionalità dell'organo colpito viene

incrementata (iperfunzione) nella maggior parte dei casi.

Il tumore provoca:

ingombro; Diffusione di metastasi

attraverso il sangue o la linfa; infiltrazione di organi e tessuti

vicini e loro progressiva distruzione.

La funzionalità dell'organo viene a mancare (ipofunzione) nella maggior parte dei casi.

cachessia neoplastica: grave debilitazione generale.

Prognosi Normalmente fausta. Normalmente infausta

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Page 6: Neoplasie Occupazionali

NOMENCLATURA

benigni suffisso -oma

maligni suffisso -sarcoma

La neoplasia maligna che deriva da tessuti di origine ectodermica o epidermica (epiteli) è chiamata carcinoma, con la descrizione del tessuto (e.g. epatocarcinoma, adenocarcinoma gastrico)

Neoplasie Occupazionali

Definizioni

Page 7: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Tessuti di derivazione Tumori benigni Tumori maligni

Tessuti mesenchimali non linfo-emopoietici

Fibroma Lipoma Condroma Angioma Leiomioma

Fibrosarcoma Liposarcoma Condrosarcoma Osteosarcoma Angiosarcoma

Tessuti mesenchimali linfo-emopoietici

1. Tessuto linfoide 2. Tessuto mieloide

Mieloma Malattia di Hodgkin Linfoma non Hodgkin Leucemia linfatica Leucemia mieloide

Tessuti epiteliali

Papilloma Adenoma

Carcinoma papillare Carcinoma spinocellulare Carcinoma

squamocellulare Carcinoma basocellulare Adenocarcinoma Carcinoma indifferenziato

Tessuti nervosi

Glioma Neurinoma

Glioblastoma Neuroblastoma Retinoblastoma

Tessuto produttore di melanina Nevo melanocitico Melanoma

Tessuto epiteliale coriale Corionepitelioma

Tessuti embrionali Teratoma Carcinoma emb

Page 8: Neoplasie Occupazionali

Definizioni

Si definiscono “occupazionali" le neoplasie nella cui genesi ha agito, come causa o concausa, l'attività lavorativa, con esposizione ad agenti cancerogeni.

Il rapporto causale è sostenuto dall’evidenza epidemiologica di un chiaro eccesso di casi di cancro in un determinato gruppo di lavoratori rispetto ai casi attesi.

Neoplasie Occupazionali

Page 9: Neoplasie Occupazionali

DefinizioniAgente Cancerogeno

Un cancerogeno è, in genere, un agente di natura chimica fisica o biologica che causa o induce neoplasia o, più appropriatamente:

E’ un agente che somministrato ad animali precedentemente non trattati porta ad un aumento statisticamente significativo dell’incidenza di neoplasie di uno o piu’ tipi istogenetici, comparata con l’incidenza in appropriati animali non trattati.

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Page 10: Neoplasie Occupazionali

DefinizioniAgente Cancerogeno

Occorre distinguere i cancerogeni propriamente detti (mutageni, genotossici) da quei composti che agiscono con meccanismo epigenetico (promotori).Solamente i primi agiscono determinando un danno agli acidi nucleici con conseguente mutazione genetica (trasmissibile alle cellule figlie).

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Page 11: Neoplasie Occupazionali

Cancerogeno: un agente capace di aumentare l’incidenza di tumori maligni (IARC)GenotossicoAgisce nello stadio della iniziazione, inducendo una alterazione, ereditabile, in genere irreversibile, nel materiale genetico. Non hanno dose soglia anche se l’incremento di iniziazione e del rischio di cancro è proporzionale alla dose

EpigeneticoAgisce come promotore, non causando un danno diretto del materiale genetico. Hanno teoricamente una dose soglia, causano alterazioni biochimico-funzionali e immunologiche anche reversibili che però possono condizionare l’abnorme proliferazione di cellule “iniziate”

Neoplasie Occupazionali

Page 12: Neoplasie Occupazionali

Definizione: Cancerogenesi

Processo innescato da cancerogeni che conduce alla trasformazione della cellula normale, in cellula neoplastica.

Si tratta di uno sviluppo complesso (multi- step), all’interno del quale intervengono numerosi fattori contemporaneamente e per il quale è difficile identificare una “causa” prima.

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Page 13: Neoplasie Occupazionali

CANCEROGENO GENOTOSSICOAttivazione di geni oncogèni (fattori di crescita e di

trascrizione e loro recettori, proteine-segnale intracellulari)

Inattivazione di geni oncosoppressori (controllo di proliferazione e ciclo cellulare)

CANCEROGENO EPIGENETICO

inibizione apoptosi, induzione di stress

ossidativo,espansione clonale,

azione sulla replicazione del

DNA

Trasformazione neoplastica

Tumore

Iniziazione

Progressione

Neoplasie Occupaziona

li

Meccanismi dicancerogenesi

Page 14: Neoplasie Occupazionali

Eziopatogenesi

Neoplasie Occupazionali

Il cancro: malattia

multifattoriale

Page 15: Neoplasie Occupazionali

Fattori di rischio per neoplasie....Neoplasie

Occupazionali

STILI DI VITAFumo attivo e fumo passivoAlcoolAttività fisicaDietaBMI

INFEZIONIEpatite B e CHIV EBVHPV

RISCHIO OCCUPAZIONALE Amianto Aflatossine Benzene Ammine aromatiche

RISCHIO AMBIENTALEInquinamento ambientaleInquinamento elettromagneticoRadon

Operatori sanitari

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Prime osservazione di

tumori professionali

P.Pott 1775 fuliggine ca. scroto spazzacamini

F.H.Haerting 1789 miniera ca. polmone minatoriW.Hesse (radon)

L. Rehn 1895 coloranti ca. vescica produzione, (a.a.) uso tinte

Autore Anno Esposizione Rischio Categoria professionale

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CANCEROGENESIIN AMBITO OCCUPAZIONALE

1° Segnalazione 1775: Neoplasia dello scroto negli spazzacamini

2° Segnalazione 1885: Incidenza di cancro nella vescica fra i lavoratori di industrie di vernici.

E' noto da tempo che l'ambiente di lavoro può essere sede di agenti e situazioni di rischio cancerogeno.

Attualmente, stime in gran parte condivise, attribuiscono all'esposizione professionale la responsabilità del 10% di tutti i tumori.

Ciò vuol dire che, essendo in Italia i decessi per tumore circa 150.000 all'anno, oltre 15.000 l’anno

potrebbero essere dovuti ad esposizioni contratte durante l'attività lavorativa: una percentuale due volte maggiore rispetto a quella dovuta a decessi

per infortuni sul lavoro.

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Page 18: Neoplasie Occupazionali

Le dimensioni del fenomeno

Numero di lavoratori esposti in Italia: 4,2 milioni (1/4 occupati)

Numero di esposizioni professionali in Italia: 5,5 milioni

Fonte: Studio Europeo CAREX, periodo 1990-1993

Esposizioni più comuni: a fumo passivo (770.000 esposti), a radiazione solare (550.000), a fumi di scarico diesel (550.000), ad asbesto (350.000), a polveri di legno (300.000), a silice cristallina (260.000), a piombo e composti inorganici (220.000), a benzene (180.000), a cromo esavalente e composti (130.000) e a IPA (130.000).

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Le dimensioni del fenomeno

Neoplasie Occupazionali

In Italia esiste un grande divario fra i tumorioccupazionali attesi e quelli segnalati:nel 2001 in Lombardia sono stati segnalatisolamente 187 casi di neoplasia professionale0,3% del totale dei tumori);

in tutta la nazione ci si attenderebbero dai 6.000 ai 24.000 casi/anno (2-8% del totale dei tumori), ma negli ultimi 5 anni l’INAIL ha indennizzato solamente 300-400 casi/anno, a fronte di 700-1000 segnalazioni/anno ricevute.

Sottostima dei tumori professionali

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Le dimensioni del fenomeno

Neoplasie Occupazionali

• Stime epidemiologiche errate rispetto allareale occorrenza dei tumori professionali• Estrapolazione arbitraria dei dati di incidenzae di rischio relativo da aree e tempi ad altorischio ad aree e tempi a rischio minore• Incapacità dei medici di riconoscere i tumoriprofessionali• Mancata denuncia dei casi sospetti

Ipotesi

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Esistono diverse Agenzie che valutano la cancerogenicità di sostanze, processi (lavorazioni):

IARC (International Agency for Research on Cancer)

CEE (Comunità Economica Europea)

CCTN (Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale)

EPA (Environmental Protection Agency)

NTP (National Toxicology Program)

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Page 22: Neoplasie Occupazionali

La Classificazione IARC degli agenti,delle misture e delle esposizioni (www.iarc.fr)

Gruppo 1

Cancerogeno accertato per l’uomo: vi è sufficiente evidenza di cancerogenicità nell’uomo in studi epidemiologici adeguati.

Gruppo 2

2A probabile cancerogeno per l’uomo, sulla base di evidenza limitata nell’uomo ed evidenza sufficiente negli animali da esperimento. 

2B possibile cancerogeno per l’uomo, sulla base di evidenza limitata nell’uomo e evidenza non del tutto sufficiente negli animali da esperimento oppure di evidenza sufficiente negli animali ed evidenza inadeguata nell’uomo.

Gruppo 3

non classificati per cancerogenicità sull’uomo (tutto ciò che non rientra nei gruppi precedenti, viene posto in questo gruppo).

Gruppo 4

probabilmente non cancerogeno per l’uomo: assenza di cancerogenicità nell’uomo e negli animali da esperimento; in presenza di un ampio numero di dati sperimentali

Neoplasie Occupazionali

Page 23: Neoplasie Occupazionali

Principali agenti cancerogeni Neoplasie Occupazionali

• Organici– Idrocarburi policiclici aromatici– Alchilanti diretti– Nitrosocomposti– Azocomposti– Ammine aromatiche– Altri

• Inorganici– Composti del cromo esavalente– Nichel– Cadmio– Asbesto ( Amianto)

Cancerogeni chimici

Cancerogeni fisici

• Radiazioni ionizzanti• Raggi alfa, Raggi gamma• Gas Radon• Campi elettromagnetici ?

Cancerogeni biologici

• HBV, HCV• Papilloma virus• EBV• HIV• Helicobacter pylori• Schistosoma Haematobium

Page 24: Neoplasie Occupazionali

Colpiscono la popolazione esposta a causa del proprio lavoro e sono causati da un ampio spettro di agenti cancerogeni

Organi bersaglio

I tumori professionali insorgono nelle sedi di contatto con il cancerogeno attivo.

Cancerogeni diretti vie di ingresso (cute e polmone)

Cancerogeni indiretti vie di ingresso sedi di metabolismo, sedi di accumulo di eliminazione dei metaboliti attivi.

Diversità tra uomo e animale dovute a differenze in metabolismo…..

CARATTERI GENERALI

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Page 25: Neoplasie Occupazionali

Tipo istologicoNon esiste differenza rispetto alle neoplasie spontanee delle stesse sedi. Per poche sostanze specificità (CV; BCME)

CARATTERI GENERALI

Periodo di latenzaPeriodo di tempo che intercorre tra l'inizio dell'esposizione al cancerogeno e la manifestazione clinica del tumore.

Relazioni dose-rispostaProblema delle basse dosi.

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CARATTERI GENERALI

Neoplasie Occupazionali

Le difficoltà nel riconoscere i cancerogeni professionaliderivano da:• complessità dei meccanismi di cancerogenesi;• scarse conoscenze sugli effetti di esposizioni multiple;• possibili interazioni tra esposizioni professionali, ambientali ed abitudini di vita (fattori di confondimento);• difficoltà nel ricostruire le reali esposizioni (sia qualitativamente che quantitativamente);• lunghi periodi di latenza tra l’esposizione e l’insorgenza delle neoplasie;• impossibilità di distinguere istologicamente una neoplasia professionale da una sporadica.

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Principali sedi di neoplasia

• Mesoteli (membrane seriose)• Cavità nasali e paranasali• Fegato• Cute• Polmoni• Apparato emopoietico• Vie urinarie

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Sede del Tumore

Mesentere e peritoneo

Fegato e dotti biliari intraepatici

Laringe

Polmone

Seni nasali, pleura e altri respiratori

Ossa

Cute (escluso melanoma)

Prostata

Vescica

Leucemie

Maschi

15

4

2

15

25

4

10

1

10

10

Femmine

5

1

1

5

5

1

2

-

5

5

da Doll e Peto, 1981

Principali sedi di neoplasia

Neoplasie Occupazionali

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Neoplasie Occupazionali

Mansione / industria Agente

cancerogeno Tipo di Neoplasia

a) Produzione e manutenzione di forni per panificazione

b) Produzione e manutenzione di caldaie

c) Conduttore di caldaie

d) Produzione e utilizzo di cemento amianto (eternit) in edilizia: lastre per tetti, tubature

e) Addetto alla coibentazione in edilizia, fonderia, termoidraulica e altre industrie

f) Riparazione e montaggio freni e frizioni per autoveicoli

g) Produzione e manutenzione di locomotori e carrozze ferroviarie

h) Produzione e utilizzo corde, tessuti e cartoni in amianto

i) Industria del vetro

j) Costruzioni e riparazioni navali e aeronautiche

k) Macchinista (ferroviere, navale, aeronautico)

l) Utilizzo di talco (profumeria, concia pelli)

Amianto

CANCRO DEL POLMONE

MESOTELIOMA (PLEURICO,PERITONEALE O

PERICARDICO)

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Neoplasie

Occupazionali

Mansione / industria Agente

cancerogeno Tipo di Neoplasia

a) Addetto laminatoio (siderurgia)

b) Operatori macchine utensili (tornitore, fresatore, trapanista, lubrificatore, meccanico, ecc.) con impiego di oli minerali e fluidi lubrorefrigeranti.

c) Produzione teli bituminosi

d) Asfaltista

e) Addetto bitumatura in edilizia

f) Lavorazione del coke e produzione di gas illuminante

g) Manutenzione e pulizia camini e caldaie

h) Fonderia ferro/acciaio

i) Produzione e ricostruzione pneumatici e altri impieghi del nerofumo

j) Produzione alluminio per elettrolisi

Idrocarburi policiclici aromatici

k) Produzione leghe contenenti cadmio

l) Fabbricazione pile NiCd

m) Industria recupero del cadmio

n) Fabbricazione pigmenti contenti cadmio

o) Verniciatura a spruzzo con vernici contenenti cadmio

p) Utilizzo leghe contenenti cadmio (saldo-brasatura, utensili diamantati, oreficeria)

Cadmio

q) Produzione del berillio

r) Preparazione e utilizzo leghe e composti contenenti berillio

Berillio

s) Fabbricazione resine a scambio ionico e altri polimeri Bisclorometiletere

t) Estrazione, raffinazione e metallurgia di metalli non ferrosi contenenti arsenico come impurità (sopr. rame, piombo, zinco, cobalto)

u) Produzione e utilizzo di pigmenti contenenti arsenico

v) Concerie

w) Uso erbicidi, insetticidi e rodenticidi in agricoltura

Arsenico

CANCRO DEL POLMONE

Page 31: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Mansione / industria Agente

cancerogeno Tipo di Neoplasia

a) Fonderie

b) Produzione e utilizzo di refrattari

c) Industria ceramica

d) Lavori in miniere e gallerie

Silice cristallina

e) Saldatura acciai speciali

f) Nichelatura galvanica

g) Fabbricazione pile NiCd

Nichel

h) Saldatura acciai speciali

i) Cromatura galvanica

j) Concia delle pelli

k) Produzione e uso di coloranti a base di cromo (compresa verniciatura a spruzzo)

Cromo

l) Produzione di PVC Cloruro di Vinile

Monomero m) Minatori (miniere di uranio, ferro, pirite) Radon

CANCRO DEL POLMONE

Page 32: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Mansione / industria Agente

cancerogeno Tipo di Neoplasia

a) Fabbricazione di mobili e lavorazione del legno. Polvere di legno

b) Saldatura acciai speciali

c) Cromatura galvanica

d) Concia delle pelli

Cromo

e) Produzione e riparazione calzature Polvere di cuoio

f) Saldatura acciai speciali

g) Nichelatura galvanica

h) Fabbricazione pile NiCd

Nichel

CARCINOMA CAVITÀ NASALI E PARANASALI

Mansione / industria Agente

cancerogeno Tipo di Neoplasia

a) Produzione e utilizzo di coloranti

b) Industria della gomma Amine aromatiche

c) Produzione e ricostruzione pneumatici (nero fumo)

d) Asfaltista (catrame)

e) Operatore di macchine utensili (oli minerali)

Idrocarburi policiclici aromatici

Cancro della Vescica

Page 33: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Mansione / industria Agente

cancerogeno Tipo di Neoplasia

a) Produzione e riparazione calzature

b) Industria della gomma

c) Industria chimica e petrolchimica

d) Industria materie plastiche

e) Industria automobilistica

f) Meccanici di autovetture

g) Benzinaio

Benzene

h) Personale sanitario Radiazioni ionizzanti

i) Addetto alla sterilizzazione Ossido di

etilene

LEUCEMIE ACUTE LEUCEMIA MIELOIDE

CRONICA

Mansione / industria Agente

cancerogeno Tipo di Neoplasia

a) Produzione di PVC cloruro di vinile

monomero b) Estrazione, raffinazione e metallurgia di metalli

non ferrosi contenenti arsenico come impurità (rame, piombo, zinco, cobalto)

c) Produzione e utilizzo di pigmenti contenenti arsenico

d) Concerie

e) Uso erbicidi, insetticidi e rodenticidi in agricoltura

Arsenico

f) Personale sanitario

g) Altri lavoratori esposti ad agenti biologici a trasmissione ematica

Virus epatite B e C

CARCINOMA E ANGIOSARCOMA DEL FEGATO

Page 34: Neoplasie Occupazionali

Principali sedi di neoplasia

Neoplasie Occupazionali

Recenti stime epidemiologiche attribuiscono all’ occupazione

• dal 30 all’ 80% dei mesoteliomi (pleurici e peritoneali• dall’ 1 al 40 % dei tumori polmonari• dal 4 al 24 % dei tumori della vescica

Page 35: Neoplasie Occupazionali

La cute

• Raggi UV• Radiazioni ionizzanti• IPA• Arsenico

Neoplasie Occupazionali

Principali esposizioni lavorative che comportano un aumentato rischio di tumore della cute:

Page 36: Neoplasie Occupazionali

I seni paranasali

• Nichel e suoi composti• Produzione alcool isopropilico• Polvere di legni duri• Cromo esavalente• Lavorazione del cuoio • Formaldeide

Neoplasie Occupazionali

Principali esposizioni lavorative che comportano un aumentato rischio di tumore della cute:

Page 37: Neoplasie Occupazionali

Il polmone e le sierose

Neoplasie Occupazionali

• Asbesto• Composti cromo esavalente e del nichel• Arsenico e composti arsenicali• Berillio e suoi composti• Cadmio e suoi composti• Radon• Silice cristallina• Gasificazione del carbone• Attività di verniciatore• Peci, catrami e fuliggini• Diossina

Principali esposizioni lavorative che comportano un aumentato rischio di tumore polmonare:

Page 38: Neoplasie Occupazionali

UTILIZZAZIONE DELL’AMIANTO

• EDILIZIA ( manufatti in cemento amianto, applicazione a spruzzo per intonaci isolanti)

• IND. NAVALE, AERONAUTICA, FERROVIARIA (rivestimenti coibentanti ed antincendio)

• IND. AUTOMOBILITICA (guarnizioni per freni e frizioni, applicazioni coibentanti)

• IND. MATERIE PLASTICHE (additivi, rinforzanti per manufatti vari)

• INDUTRIA CHIMICA (filtri e guarnizioni)

• IND. METALLURGICA (schermi ed indumenti protettivi, coibentazione di forni e caldaie)

• ALTRI (cartoni, vernici, pitture, indumenti)

Neoplasie Occupazionali

Page 39: Neoplasie Occupazionali
Page 40: Neoplasie Occupazionali

PATOLOGIE ASBESTO-CORRELATE

• NON NEOPLASTICHE– Polmonari

• Asbestosi Parenchimale (pneumoconiosi sclerogena)

– Pleuriche• Placche pleuriche• Ispessimenti pleurici diffusi• Versamenti pleurici recidivanti

• NEOPLASTICHE– Carcinoma broncogeno– Mesotelioma (pleurico e peritoneale)– T. di altre sedi (laringe, tratto g-e, etc)

Neoplasie Occupazionali

Page 41: Neoplasie Occupazionali

Peculiarità del tessuto mesoteliale…..

Il mesotelio è un residuo embrionale persistente nell’adulto, derivato dal rivestimento della primitiva cavità celomatica…..

Mantiene caratteristiche di multipotenzialità potendosi differenziare sia in senso epiteliale che connettivale ….

Ne consegue il polimorfismo istologico, la peculiare malignità e la refrattarietà alla terapia…..

Page 42: Neoplasie Occupazionali

Mesotelioma pleurico

Neoplasie Occupazionali

Tipi istologici:

1. Epitelioide2. Sarcomatoide3. Bifasica o mista

Il mesotelioma pleurico malignoorigina dalle cellule mesoteliali di rivestimento della pleura

Page 43: Neoplasie Occupazionali

Mesotelioma pleurico

Neoplasie Occupazionali

Attività lavorativa ( esposizione a fibre di amianto)

Insorgenza di Mesotelioma pleurico maligno nel 50-80 % dei casi

• Il mesotelioma (pleurico > peritoneale) è più frequente

(RR: 5-20) nei lavoratori esposti ad amianto

• Il mesotelioma è più frequente negli esposti a crocidolite rispetto agli esposti a crisotilo (impiego precedente al 1986)

• L’asbesto agisce sia come induttore che promotore del mesotelioma pleurico

Page 44: Neoplasie Occupazionali

“Particella allungata che abbia un rapporto lunghezza/diametro > 3:1.”* importanti dal punto di vista patogenetico: lunghezza >5µm e diametro <3 µm

Neoplasie Occupazionali

Naturali (asbesto):

• Più importanti dal punto di vista patogenetico

• Suddivisione in fasci longitudinalmente

• Incremento della frazione respirabile

Artificiali (lana di vetro, di scoria, di roccia):

• Suddivisione trasversale dei fasci fibrosi

• Eliminazione rapida dei frammenti fibrosi

• Progressiva riduzione della frazione respirabile

Fibra

Page 45: Neoplasie Occupazionali

INCORPORAZIONE DELL’ASBESTO

“ Solo le fibre d’asbesto che si depositano nel polmone profondo

possono innescare i meccanismi biocellulari che conducono alla

reazione fibrotica e neoplastica interstiziale “

La deposizione tipica è l’intercettazione, e dipende soprattutto dalla loro lunghezza:

• fibre tra 2 e 2.5 µm sono interamente inglobate dai MA CA (corpuscoli d’asbesto);

• fibre > di 5 µm non possono essere completamente fagocitate e rimangono nell’interstizio FIBROSI

Neoplasie Occupazionali

Page 46: Neoplasie Occupazionali

Le fibre ultrafini sono visibili solo in microscopia elettronica (TEM o SEM) !!

E sono filtrabili solo con filtri ad alta efficienza HEPA e maschere P3!!!

INUTILI LE INDAGINI AMBIENTALI E I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE USATI FINO ALLA META’ DEGLI ANNI 80!!

Page 47: Neoplasie Occupazionali

IMMAGINI IN SEM(microscopia elettronica a scansione)

AMIANTO DI SERPENTINO- CRISOTILO

AMIANTO DI ANFIBOLO

Neoplasie Occupazionali

Page 48: Neoplasie Occupazionali

Può essere considerata un

“indicatore benigno” del passaggio di fibre “ultrafini”

(diametro <<1 µm e lunghezza << 5 µm) nello spazio pleurico

Mesotelioma

Page 49: Neoplasie Occupazionali

Peculiarità anatomo funzionali della pleura…..

• Normalmente tutte le particelle inalate, comprese le fibre di amianto, contenute negli alveoli più periferici penetrano nel connettivo sottopleurico, vengono rimosse per fagocitosi e trasportate dal flusso linfatico verso l’ilo polmonare…..

Le fibre ultrafini di amianto e specialmente quelle anfiboliche, possono superare la barriera polmone pleura ……..

Page 50: Neoplasie Occupazionali

Peculiarità anatomo funzionali della pleura…..• Nei soggetti esposti le fibre ultrafini

costituiscono la percentuale numericamente più elevata del carico alveolare totale …… (85% vs 15%)

La tenuta della barriera polmone pleura risulta efficace ma non assoluta (le silice libera cristallina è riscontrata solo nel polmone mentre particelle carboniose sono riscontrate nelle pleure di minatori)

Page 51: Neoplasie Occupazionali

Peculiarità anatomo funzionali della pleura…..• Le particelle penetrate nel cavo pleurico

si concentrano in punti focali (black spots) corrispondenti agli stomi di riassorbimento linfatico……..

Considerando che il mesotelioma si sviluppa sempre dalla pleura parietale ….

Il problema della dose…. Gli stomi sono costituiti da poche cellule mesoteliali e in queste vengono concentrate tutte le fibre ultrafini giunte nel cavo pleurico…..

Page 52: Neoplasie Occupazionali

La polverosità che l’amianto genera è costituita da percentuali molto variabili di fibre grandi, medie e

ultrafine.

Dosaggio con microscopia ottica

Solo fibre grandi e medie!

Page 53: Neoplasie Occupazionali

Inoltre….• Mentre le fibre grandi e medie sedimentano piuttosto velocemente la quota delle fibre ultrafini può rimanere aerodispersa per lungo tempo coprendo distanze notevoli!

• Le fibre più grandi possono essere sfaldate a formare fibre ultrafini (processi di filtrazione o pulitura non efficaci)

Non più solo aspetto occupazionale ma anche

ambientale!

Page 54: Neoplasie Occupazionali

Una neoplasia che fa eccezione:

come e perchè

Fibre ultrafini

Fibre medie

Fibre grandi

Am

bie

nte

Microscopia ottica

Microscopia elettronica

Page 55: Neoplasie Occupazionali

Patogenesi del mesotelioma

1. Le fibre ultrafini passano la barriera polmone-pleura

2. Seguono il flusso linfatico fino agli stomi di assorbimento della pleura parietale

3. Difficoltosa eliminazione (concentramento nella zona degli stomi)

4. Persistenza per lunghissimi tempo in situ (soprattutto per gli amianti anfibolici)

5. Azione non genotossica (irritazione meccanica, promozione) azione genotossica (danni molecole informazionali)

6. Sviluppo neoplasia in presenza di ipersuscettibilità individuale

Page 56: Neoplasie Occupazionali

Quadro Clinico

• Asintomatiche• Dolore toracico• Dispnea da sforzo• Perdita di peso• Febbre

“Le placche pleuriche non alterano la funzionalità respiratoria, specialmente se è

presente una fibrosi parenchimale radiologicamente evidente”

Neoplasie Occupazionali

Page 57: Neoplasie Occupazionali

DIAGNOSI

1) Anamnesi lavorativa2) Semeiotica medica3) Diagnostica strumentale non invasiva• Rx torace (versamento pleurico, ispessimento o noduli pleurici,

massa pleurica, pneumotorace, nella fase tardiva incarceramento polmonare con depiazzamento mediastinico)

• TC torace (HRCT) piccoli ispessimenti o piccole masse , diagnosi differenziale tra ispessimenti e versamento pleurico. Segni di diffusione della neoplasia.

• RM ( infiltrazione di diaframma e fascia endotoracica)• PET ( evidenza di linfonodi mediastinici)

4) Diagnostica strumentale invasiva• Toracoscopia e biopsia• Agobiopsia pleurica transtoracica (TC guidata)• Esame citologico del versamento pleurico

5) Marcatore biologico ( mesotelina SMRP)

Neoplasie Occupazionali

Page 58: Neoplasie Occupazionali

Mesotelioma: PrognosiInfausta nella maggioranza dei casi:

(sopravvivenza media alla diagnosi circa 12 mesi)

Possibili approcci terapeutici : • Chirurgico• Chemioterapico• RadioterapicoLo stato di avanzamento della patologia al

momento della diagnosi consente in genere solo un trattamento palliativo (drenaggio, pleurodesi, etc).

Page 59: Neoplasie Occupazionali

Previsione del numero di morti per anno

per mesotelioma pleurico in Italia

Peto et al. 1998

Page 60: Neoplasie Occupazionali

Immagine di un caso di mesotelioma studiato con CT e PET, A destra si evidenzia l’area occupata dal tessuto neoplastico.

L’area in giallo indica una zona di maggiore captazione del glucosio (mesotelioma); in rosso è indicato tessuto con captazione normale.

Page 61: Neoplasie Occupazionali

Mesotelioma

Neoplasia del tutto peculiare….• Lunghissima latenza (oltre i 20 anni)• Nessun rapporto tra durata della

esposizione e latenza• Possibile sviluppo a bassissime dosi• Scarsa relazione tra aumento esposizione

ed aumento dei casi• Ruolo fondamentale della suscettibilità

individuale (studi su consanguinei)• Scarsa sinergia con il tabagismo

Neoplasie Occupazionali

Page 62: Neoplasie Occupazionali

Aspetti medico legali alla luce delle nuove acquisizioni scientifiche

• Esposizione occupazionale alle fibre ultrafini sconosciuta prima degli anni 80

• Sviluppo di mesotelioma possibile anche a dosi bassissime di fibre ultrafini

• Persistenza delle fibre nei siti stomali “a vita”, pertanto latenza potenzialmente indefinita

• Ruolo dell’inquinamento ambientale da fibre ultrafini ancora non definito

Page 63: Neoplasie Occupazionali

D.Lgs 81/08

Page 64: Neoplasie Occupazionali

D.Lgs 81/08

Page 65: Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Polmonare

Neoplasie Occupazionali

Tipi istologici:1. Squamoso epidermoidale

(31%)2. Adenocarcinoma (29%)3. A grandi cellule (11%)4. A piccole cellule

( microcitoma) (17%)

Il carcinoma polmonare è il tumore malignoche origina dall’ epitelio superficiale delle vie aeree e degli alveoli polmonari.

Definizione

Page 66: Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Polmonare

Neoplasie Occupazionali

• Tosse• Dispnea• Febbre• Emoftoe• Astenia• Dolore toracico

Quadro clinicoNeoplasia a localizzazione bronchiale

Page 67: Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Polmonare

Neoplasie Occupazionali

• Reperto occasionale

• Generalmente asintomatico

• Sintomi dovuti a localizzazioni metastatiche

Quadro clinicoNeoplasia a localizzazione bronchiolo alveolare

Page 68: Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Polmonare

Neoplasie Occupazionali

• Rx torace• Esame

broncoscopico e prelievi bioptici bronchiali

• TC (LDCT)• Toracoscopia• PET

Diagnosi

Page 69: Neoplasie Occupazionali

Differenze del mesotelioma con il carcinoma polmonare

• La pleura risulta più sensibile e meno resistente agli stimoli meccanici offerti dall’amianto (non sono necessari sinergismi)

• Nel polmone sono necessarie dosi maggiori di amianto, il sinergismo con altre concause (es. fumo di sigaretta)

Neoplasie Occupazionali

Page 70: Neoplasie Occupazionali

• Si verifica per esposizioni non specifiche, in cui l’abitudine al fumo è elemento determinante per l’effetto sinergico.

• Nei non fumatori esposti ad asbesto il RR è risultato circa 5 volte superiore alla popolazione generale

• Mentre è 50 volte superiore nei fumatori esposti ad asbesto (Rischio Moltiplicativo).

• Il tumore presenta una latenza 15-20 anni dal momento dell’esposizione all’asbesto.

• L’esposizione può aver avuto una durata anche molto breve (<6 mesi) o carattere non professionale (es. mogli di lavoratori esposti).

Carcinoma Polmonare

Page 71: Neoplasie Occupazionali

Neoplasia vie urinarie

Neoplasie Occupazionali

• Industria chimica• Industria della gomma• Industria del cuoio• Industria metallurgica• Industria del gas• Produzione di coloranti

azoici• IPA• Amine aromatiche (2 naftilamina ,benzidina 4

aminodifenile)

Settori o lavorazioni a rischio per le neoplasie delle vie

urinarie:

Page 72: Neoplasie Occupazionali

Neoplasia vie urinarie

Neoplasie Occupazionali

Definizione:Le neoplasie delle vie urinarie (Uroteliomi), originano dall’epitelio di rivestimento della via escretrice che si estende dai calici renali all’uretra.Il 90% dei turmori uroteliali si sviluppa a carico della vescica.Rapporto M/F 3:1Età media 65 aaTasso mortalità da 6,6 a 9,2/100.000negli ultimi 20aa

Page 73: Neoplasie Occupazionali

Neoplasia Vie Urinarie

Tumori a cellule di transizione (uroteliomi) vescica (trigono)

Papillari ( ca in situ) e non papillari

Età media alla diagnosi inferiore di 10-15 anni alle

neoplasie non professionali

Amine aromatiche

Page 74: Neoplasie Occupazionali

Neoplasia vie urinarie

Neoplasie Occupazionali

• Ematuria• Stranguria• Disuria• Infezioni urinarie• Idronefrosi• Dimigrimento

Quadro Clinico

Sopravvivenza a 5 anni 60% in T1 25% per forme invasive

Page 75: Neoplasie Occupazionali

Neoplasia vie urinarie

Neoplasie Occupazionali

• Ecografia• Citologia urinaria (positiva

70-80%)• Cistoscopia con biopsia• Urografia endovenosa• Ureteropielografia• Ureteroendoscopia • TC• RM• RX torace e Scintigrafia (per stadiazione TNM)

Diagnosi

Page 76: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Page 77: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Angiosarcoma epatico

Definizione:Tumore maligno del fegatocaratterizzato dalla proliferazione di cellule neoplastiche in stroma collageno a formare strutture vascolari capillari e papillari

• Rappresenta un tumore raro • Età media 50-60 aa• Rapporto M/F 3:1• Prognosi infausta• Esposizione CVM 12-34 aa• Genotossicità dovuta a ossido cloroetilene

• CVMCVM• ArsenicoArsenico• ThorotrastThorotrast

Page 78: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Epatocellulare(HC

C)DefinizioneTumore maligno del fegatoche origina degli epatociti.

•Rappresenta il 90% dei tumori epatici maligni•Età media 60aa•Sopravvivenza a 5 aa 0,5 %

HCC su cirrosi

♂ : ♀ = 6 : 1

HCC su fegato sano

♂ : ♀ = 1 : 1

Page 79: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Epatocellulare(HC

C)• CORRELATO ALLA CIRROSI (il 5% dei CORRELATO ALLA CIRROSI (il 5% dei

pazienti con cirrosi sviluppa neoplasia)pazienti con cirrosi sviluppa neoplasia)• IN PARTICOLARE DA EPATITE VIRALE B e C IN PARTICOLARE DA EPATITE VIRALE B e C

e DA ALCOOL (quando l’epatite diventa e DA ALCOOL (quando l’epatite diventa cronica la neoplasia può insorgere dopo cronica la neoplasia può insorgere dopo molti anni)molti anni)

• NODULI SOPRA I 2 CM IN UN PAZIENTE NODULI SOPRA I 2 CM IN UN PAZIENTE CIRROTICO SONO QUASI SICURAMENTE CIRROTICO SONO QUASI SICURAMENTE MALIGNIMALIGNI

• CIRROSI DI VECCHIA DATA (Anziani)CIRROSI DI VECCHIA DATA (Anziani)

Page 80: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Epatocellulare(HC

C)

• Personale sanitarioPersonale sanitario• Produzione di PVCProduzione di PVC• Industrie con produzione di Industrie con produzione di

derivati di arsenico e insetticididerivati di arsenico e insetticidi• Aflatossina (contaminazione da Aflatossina (contaminazione da

muffe)muffe)

Settori o lavorazioni a rischio per il carcinoma epatocellulare

Page 81: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Epatocellulare(HC

C)Aspetto

istologico• SPAZI PORTALI ASSENTISPAZI PORTALI ASSENTI• BEN DIFFERENZIATOBEN DIFFERENZIATO: EPATOCITI : EPATOCITI

CITOLOGICAMENTE POCO DIVERSI CITOLOGICAMENTE POCO DIVERSI DAL NORMALE AGGREGATI IN DAL NORMALE AGGREGATI IN CORDONI MOLTO AMPICORDONI MOLTO AMPI E IN E IN TUBULITUBULI

• POCO DIFFERENZIATOPOCO DIFFERENZIATO: EPATOCITI : EPATOCITI ANAPLASTICIANAPLASTICI AGGREGATI IN MASSE AGGREGATI IN MASSE PRIVE DI STRUTTURAPRIVE DI STRUTTURA

Page 82: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Epatocellulare(HC

C)Quadro Clinico

Se piccolo e unifocale asintomatico In stadio iniziale ( sintomi

sfumati) In stadio avanzato

Calo ponderale Dolore Ittero Ascite Alterazine della coagulazione Ipertensione portale

Page 83: Neoplasie Occupazionali

Neoplasie Occupazionali

Carcinoma Epatocellulare(HC

C)Diagnosi

indici di funzionalità epatica alfa-fetoproteina

Ecografia – Ecocolor-doppler TC e RMN PET Arteriografia selettiva arteria

epatica Biopsia eco/TC guidata Laparoscopia Paracentesi

Page 84: Neoplasie Occupazionali

HCC HCC Diagnosi Diagnosi Strumentale Strumentale

Ecografiaed ecocolor-

doppler

Neoplasie Occupazionali

Page 85: Neoplasie Occupazionali

HCC HCC Diagnosi Diagnosi Strumentale Strumentale

TC senza m.d.c. HCC

VI-VII segmento

Neoplasie Occupazionali

Page 86: Neoplasie Occupazionali

HCC Diagnosi HCC Diagnosi Strumentale Strumentale

TC con m.d.c. HCC

VIII segmento

Neoplasie Occupazionali

Page 87: Neoplasie Occupazionali

AGENTE CANCEROGENO(D.L.vo 81/08 -TITOLO IX)

Page 88: Neoplasie Occupazionali

AGENTE CANCEROGENO(D.L.vo 81/08 -TITOLO IX)

Page 89: Neoplasie Occupazionali

AGENTE CANCEROGENO(D.L.vo 81/08 -TITOLO IX)

Page 90: Neoplasie Occupazionali

AGENTE CANCEROGENO(D.L.vo 81/08 -TITOLO IX)

Page 91: Neoplasie Occupazionali

SOSTANZA LAVORAZIONE POSSIBILI EFFETTI

SULLA SALUTEPREVENZIONE TECNICA

AMIANTO Opere di rimozioneOpere di demolizione

Mesotelioma Pleurico Cancro Polmonare Mesotelioma Peritoneale Asbestosi

Aspirazione e ricambio dell’aria con filtri assoluti Indumenti mono-uso Respiratori personali con casco aerato Locali di decontaminazione

OLII MINERALI

Disarmo dei casseri (possono contenere IPA, PCB e NITROSAMMINE)

Dermatiti Neoplasie cutanee Neoplasie polmonari

Vietarne l’uso Quando per ragioni di sveltimento del disarmo si devono utilizzare comunque: Vietare l’uso degli olii esausti Usare olii privi di PCB, nitrosammine e a basso contenuto di IPA Maschere con filtro P2 Guanti di gomma

BITUMI E CATRAME

Asfaltatura strade Imperm. coperture

Congiuntiviti Neoplasie Cutanee Neoplasie Polmonari

Respiratori personali con casco aerato Maschere con filtro P2

POLVERI DI LEGNO

Carpenteria in legno Posa pavimenti in legno

Tumori Naso-Sinusali Asma Bronchiale

Sistemi di aspirazione Mascherina antipolvere

Page 92: Neoplasie Occupazionali

SCHEMA OPERATIVO

• sostituire la sostanza cancerogena e/o mutagena con altre sostanze meno pericolose o non pericolose, evitandone e riducendone l’utilizzo;

• realizzare il ciclo chiuso qualora sia impossibile la sostituzione, in modo tale che la produzione e l’uso della sostanza cancerogena e/o mutagena avvenga in condizioni da non esporre i lavoratori;

• ridurre il livello di esposizione dei lavoratori al più basso valore tecnicamente possibile se il sistema chiuso è irrealizzabile.

Prevenzione Neoplasie Occupazionali

Page 93: Neoplasie Occupazionali

esercitare un ruolo attivo nella fase della valutazione del rischio/valutazione dell’esposizione collaborare al processo di individuazione e ottimizzazione delle misure di prevenzione - siano esse tecniche oppure organizzative e procedurali - messe a punto dal datore di lavoro o dal RSPPcontribuire alla scelta dei dispositivi di protezione individuale provvedere alla formazione/informazione dei lavoratorieffettuare la sorveglianza sanitaria predisporre il libretto sanitario da consegnare all’ISPESL alla cessazione dell’attività lavorativaistituire il registro degli esposti

RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE

Il medico competente deve:

Page 94: Neoplasie Occupazionali

La diagnosi di tumore è un’operazioneche rientra nel campo generale della

diagnosi in medicina.

La componente pertinente all’attività del

medico del lavoro è costituitadall’attribuzione dell’eziologia del

tumoreall’esposizione professionale

Neoplasie Occupazionali

Page 95: Neoplasie Occupazionali

I cancerogeni professionali determinano un eccessodi tumori rispetto a quelli spontaneiIl tumore professionale è un evento stocasticoIl tumore professionale non ha caratteristicheistopatologiche diverse da quelle di una neoplasiaspontanea della stessa sedeIl soggetto colpito da neoplasia professionale non puòessere distinto da chi è colpito da neoplasiaspontanea.In un soggetto colpito da tumore a valle di unaesposizione a rischio è dato valutare solo laprobabilità di origine professionale della malattia

Criticità da considerare Neoplasie Occupazionali

Page 96: Neoplasie Occupazionali

Criteri occupazionali:dettagliata anamnesi lavorativaadeguata esposizione e “vie di ingresso” per uncancerogeno certo o probabileconfronto con un elenco di mansioni e/olavorazioni a rischio (evidenza epidemiologica)ricerca di altri casi e di “clusters”valutazione di indicatori biologici di esposizione(BAL, condensato espirato, biopsie)valutazione di indicatori biologici di effetto (es.addotti DNA)

Neoplasie Occupazionali

Criteri che aiutano a distinguere i casi di tumore di origine professionale

Page 97: Neoplasie Occupazionali

Analisi della letteratura:

monografie IARC

revisioni sistematiche della letteratura:

attenzione

al bias di pubblicazione!

Neoplasie Occupazionali

Criteri che aiutano a distinguere i casi di tumore di origine professionale

Page 98: Neoplasie Occupazionali

Domande da porsi:1. Esisteva nell’attività la presenza di sostanze2. L’attività lavorativa ha permesso realmente l’esposizione a cancerogeni?3. Quali sono state la durata ed il grado dell’esposizione?4. Esiste un nesso tra fonte d’esposizione ed organo bersaglio?5. Esiste un adeguato periodo di latenza?6. Esistono altri fattori di rischio che possono averall’insorgenza del cancro?

Neoplasie Occupazionali

Criteri che aiutano a distinguere i casidi tumore di origine professionale

Page 99: Neoplasie Occupazionali

Esposizione documentata ad un cancerogeno

nell’ambiente di lavoroTempo di latenza ragionevole tra l’esposizione e la

comparsa del tumoreSede tumorale tipica (polmone, pleura, vescica,cute,

midollo osseo…)Riscontro di casi analoghi nel gruppo di lavoratori

espostiRarità del tumore nella popolazione generale

Neoplasie Occupazionali

Elementi che depongono a favore dell’origine professionale di un tumore

Page 100: Neoplasie Occupazionali

il rapporto cronologico

il rapporto topografico

il rapporto di adeguatezza

qualitativa e

quantitativa

Neoplasie Occupazionali

Elementi che depongono a favore dell’origine professionale di un tumore

Devono in sintesi essere rispettati:

Page 101: Neoplasie Occupazionali

La diagnosi eziologica si fonda su basi

probabilistiche

Il grado di probabilità è tanto più elevato

quanto maggiore è l’esperienza del Medico

delle componenti del criterio diagnostico

Per le malattie a genesi multifattoriale:la causa non è mai certa

ci “accontentiamo” di una associazione statistica

sufficiente

ci si affida al concetto di ragionevole certezza

fondamentale è il ruolo dell’epidemiologia

Neoplasie OccupazionaliIn Conclusione

Page 102: Neoplasie Occupazionali

“Quando sei di fronte ad un malato

devi chiedergli di che cosa soffre, per

quale motivo, da quanti giorni, se va

di corpo e cosa mangia”

Ippocrate

“a tutte queste domande bisogna

aggiungerne un’altra: che lavoro fa!”

Bernardino Ramazzini nel“De morbis artificum

diatriba”

e un’altra ancora: dove lavora?

Neoplasie OccupazionaliIn Conclusione

Page 103: Neoplasie Occupazionali