nº 9 l'eco dal santa caterina

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1 In questo numero : 1. Redazionale. 2. Per la festa della mamma 3. Lavorare stanca … 4. La Scuola dell’Infanzia e gli animali esotici 5. Progetto “Belvedere” della Primaria 6. “Viaggio di Istruzione a Roma” 7. Storie dell’altro mondo 8. Premio di giornalismo a LA NAZIONE9. L’uomo e l’etica : quali valori (resoconto di un’esperienza – 3^ parte) 10.La giornata della solidarietà 11.Cronaca di una gita a Barcellona (parte 2^) Istituto Arcivescovile Paritario Santa Caterina 56127 Pisa, Piazza S.Caterina n. 4. tel. 050.55.30.39 e_mail : [email protected] ; http//www.scaterina-pisa.it Redazionale Siamo giunti alla fine dell’anno scolastico e anche il nostro mensile va a riposo. Non aggiungiamo niente a ciò che abbiamo detto nei numeri precedenti, riportiamo solo le statistiche di questo anno scolastico, che ci fanno esprimere piena soddisfazione per quanto abbiamo fatto. Arrivederci al prossimo settembre. Per la festa della mamma By Nily

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Periodico di informazione dell'istituto paritario arcivescovile "Santa Caterina" di Pisa

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Page 1: Nº 9 L'Eco dal Santa Caterina

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In questo numero :

1. Redazionale.

2. Per la festa della mamma 3. Lavorare stanca …

4. La Scuola dell’Infanzia e gli animali esotici 5. Progetto “Belvedere” della Primaria

6. “Viaggio di Istruzione a Roma” 7. Storie dell’altro mondo

8. Premio di giornalismo a “LA NAZIONE”

9. L’uomo e l’etica : quali valori (resoconto di un’esperienza – 3^ parte)

10. La giornata della solidarietà 11. Cronaca di una gita a Barcellona (parte 2^)

Istituto Arcivescovile Paritario Santa Caterina 56127 – Pisa, Piazza S.Caterina n. 4. tel. 050.55.30.39

e_mail : [email protected]; http//www.scaterina-pisa.it

Redazionale

Siamo giunti alla fine dell’anno scolastico e anche il nostro mensile va a riposo.

Non aggiungiamo niente a ciò che abbiamo detto nei numeri precedenti, riportiamo solo le statistiche di questo anno scolastico, che ci fanno esprimere piena soddisfazione per quanto abbiamo fatto.

Arrivederci al prossimo settembre.

Per la festa della mamma

L’ecologia vista dall’Infanzia

By Nily

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Qui Scuola dell’Infanzia

Il Progetto di Madrelingua Inglese è giunto a termine e i

nostri bambini hanno salutato la loro insegnante con un bel “Ci vediamo ad ottobre!!!”

Per i bambini di 5 anni, si è concluso anche il Progetto di Continuità con la Primaria, che ha portato i nostri piccoli alunni alla conoscenza degli ambienti e dell’insegnante che troveranno il prossimo anno, quando inizieranno a frequentare la Primaria. Attualmente proseguono con la loro insegnante, il percorso didattico di avviamento alla Primaria, continuando a dedicarsi con impegno alla pre-scrittura ed al pre-calcolo.

Rimane ancora in corso, per i bambini di 4 e di 5 anni, il Laboratorio di Disegno; la conoscenza degli animali tipici dei diversi continenti ha iniziato a dare i suoi pittorici frutti, come possiamo notare dai disegni qui riprodotti.

EVENTI IN PROGRAMMA ALL’INFANZIA…

- USCITA DIDATTICA al Museo Archeologico di Calci,

giovedì 23 maggio; i bambini saranno impegnati in laboratori specifici organizzati per fasce di età.

- FESTA DI FINE ANNO prevista venerdì 7 giugno ed aperta anche ai nuovi iscritti all’anno scolastico 2013-2014.

Elena Marroni

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Classe

Approccio

Assunto teorico

Manufatto espositivo

I

Osservare

-Idea pregressa del mostro spazzatura attraverso il disegno; -idee creative per miglioramento ambientale a partire dalla propria classe.

Cartellone del mostro spazzatura; ideazione scopa pulisci classe o bidone mangia spazzatura.

II

Sentire

-Confronto tra il degrado urbano e la bellezza della natura attraverso selezione di foto; -analisi percorso della discarica e sezione terreno per rifiuti.

Cartellone degrado cfr bellezza; teca con sezione di terreno e cartellone discarica Peccioli.

III A

Riciclare

-Da cosa nasce cosa: dal rifiuto alla risorsa; -riciclaggio della carta.

Cartellone riepilogativo del percorso; strumenti grezzi per riciclaggio carta.

III B

Agire

-Analisi ed approfondimento 4 leggi sull’ecologia.

Cartellone illustrato con le 4 leggi dell’ecologia.

IV

Conoscere

-Conoscere l’ecosistema e le misure di salvaguardia ambientale.

Manufatto: plastico dei pozzi verticali della discarica.

V

Pensare

-Conoscere e riconoscere i simboli relativi alla

raccolta differenziata.

Sketch di sensibilizzazione (L1 e

L2) stile pubblicità pregresso.

Qui Scuola Primaria

PROGETTO BELVEDERE Le classi della scuola primaria del nostro istituto, insieme a quelle di tutti gli altri ordini, sono state coinvolte in un percorso didattico di educazione ambientale nato dalla collaborazione con il comune di Peccioli. La concretizzazione di questa esperienza si esprime sia nella formazione di cittadini attivi il cui comportamento riflette la conoscenza, la sensibilità e il rispetto verso il prossimo e ciò che ci circonda, che nell'allestimento della mostra dove sono stati presentati i lavori dei nostri alunni. Questo progetto, programmato in verticale, è stato così strutturato e realizzato:

PROSSIMI APPUNTAMENTI

FESTA DI FINE ANNO SCUOLA PRIMARIA : 7 giugno dalle ore 16.30 alle ore 19.30, SAGGIO “DANZA EDUCATIVA” (PROGETTO) : 21 GIUGNO ORE 21.00 PRESSO Teatro “Verdi” _ Pisa.

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Qui Scuola Primaria

“Viaggio di istruzione a Roma” A volte le immagini sono più significative delle parole…

Le classi V Primaria e III sez. A e B della Secondaria di I grado hanno vissuto un’esperienza entusiasmante ! Durante la gita di Istruzione di due giorni a Roma hanno potuto visitare il Foro Romano, i Musei Vaticani e la Cappella Sistina.

Inoltre, unendosi alla Diocesi di Pisa hanno incontrato il Papa per un momento di preghiera e hanno assistito alla Santa messa all’interno della Cattedrale Vaticana.

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La storia del mare. C’era una volta un gigante enorme, tanto enorme da non poter stare su nessun pianeta: viveva girovagando nello spazio. Un giorno il poveretto si ammalò. Era tanto malato, però non aveva medicine a disposizione quindi, per calmarsi, decise di prepararsi un bel bicchiere di acqua e zucchero; ma dove trovare l’acqua? Lo zucchero ce l’aveva, ne portava sempre una bustina con sé (era un gigante molto goloso), ma l’acqua? Il gigante aveva la risposta davanti ai suoi occhi: la Terra! Prese la sua bustina di zucchero e la mise nell’acqua del pianeta, ne bevve un po’ ma poi si ricordò di una cosa che doveva fare, e se ne andò. Mentre era fuori, il gigante non sapeva che il suo acerrimo nemico aveva progettato uno scherzo per lui: andò vicino alla Terra, scambiò lo zucchero con il sale e se ne andò. Quando tornò, il gigante voleva finire di bere la sua acqua, ma la sputò al primo sorso, perche lo scherzo del suo nemico l’aveva fatta diventare salata; la lasciò là, e continuò a camminare per lo spazio in cerca di acqua.

Qui Scuola Secondaria di 1° grado

Il mondo è una grande palestra.

Molta gente si domanda il perché di molti fenomeni che sembrano

inspiegabili. Io sto per dare le risposte ai loro interrogativi. Ad esempio, da cosa è provocata la pioggia? Bene, io ho la risposta. Le nuvole fanno ogni giorno il tour of the world: qualche volta si fermano in una parte del mondo e iniziano a sudare tantissimo. Perché gira il nostro pianeta? Domanda difficile, ma non inspiegabile. Un omino, ventiquattr’ore su ventiquattro, corre sulla Terra come se fosse un gigantesco tapis roulant. Un'altra domanda: perché ci sono i terremoti? Semplice, qualche volta dei giganti che abitano nello spazio fanno una partita di basket e la Terra è il pallone: si muove in su e in giù, quando i giocatori palleggiano.

Bianco + nero= grigio

Questa è la storia di come si formò il colore grigio… Tutto cominciò dalla dura guerra tra nero e bianco: bombe di colori scuri e chiari volavano nel cielo, i soldati stavano in guardia con il viso rivolto verso l’alto, pronti a schivare i colpi degli avversari e a sparare. La lotta fu all’ultimo sangue, gocce di colore cadevano a terra come un pennello troppo bagnato che colava. Qualcuno non ce la fece, ma la maggior parte restò in piedi e continuò a lottare fino alla fine. I soldati erano esausti, dopo tanti anni di lotte: i neri innalzarono la bandiera bianca in segno di pace, i guerrieri smisero di lottare e tutti si abbracciarono forte. Quell’abbraccio fu così forte e caldo che i colori si sciolsero e, mischiati insieme, formarono il colore grigio.

Benedetta C. I-A

Una scuola un po’ stramba… In questa scuola tutti sono un po’ fuori dalle righe! Con il professor Olio e la maestra Mais ci si diverte un sacco, Sale è il più imbranato di tutti gli studenti, mentre Pepe è il più bravo; e dovreste vedere Cetriolo, il più simpatico di tutti! Il più acido invece è Aceto, che non vuole mai giocare con nessuno; ce n’è anche uno più socievole, il suo nome è Ravanello, strano, vero?! Il signor Tonno è il vice preside, ed ha sempre al suo fianco Formaggio, il suo migliore amico; sapete invece come si chiama la preside? Insalata mista!!!

Anche questo anno scolastico un riconoscimento all’impegno e alla costanza dei ragazzi della I/A dell’Istituto che hanno partecipato all’iniziativa della LA NAZIONE “Il quotidiano in classe”. Bravi !!!

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L’UOMO E L’ETICA : QUALI VALORI ? (indagine conoscitiva anonima a scopo di programmazione didattica)

Qui Liceo Scientifico

(parte 3^)

1.1. PER RIFLETTERE … UN’ETICA VALE L’ALTRA?

Come abbiamo visto le proposte etiche sono tante. Questo però non significa che tutte le etiche (o regole comportamentali) siano ugualmente valide. Il discorso è certamente complesso, ma non possiamo nasconderci dietro il principio che “un’etica vale l’altra”: tutti noi constatiamo nella vita (e anche in classe?) come i principi morali siano fondamentali nel nostro rapporto con gli altri. L’etica si preoccupa di come sia possibile vivere insieme “umanamente”, ma la difficoltà sta proprio in questo avverbio; afferma infatti il cardinale Ersilio Tonini “…Non è facile. L’etica è anzitutto la molla a prendersi cura di sé, non egoisticamente, a fare di sé un bene grande per poi inserirsi e comunicare agli altri il meglio che si è conquistato. Dopo di che l’etica si rivela come arte finissima, come dominio di sé per amore”. Non dobbiamo dimenticare che dietro le varie filosofie, religioni ed etiche ci sono differenze radicali nella concezione della persona e dei diritti umani. Non tutte le culture hanno lo stesso rispetto dell’uomo e dei suoi diritti, e non tutte le etiche pongono l’uomo al centro. 1.1.1. ETICHE APPLICATE L’esistenza di problemi morali urgenti (come aborto, disobbedienza civile, industrie occidentali che spostano le produzioni in Paesi dove la mano d’opera costa poco,come rifiuti tossici smaltiti in Paesi poveri …) ha spostato l’attenzione dalla riflessione teorica all’analisi di questioni morali particolari. L’etica applicata presuppone l’etica “teorica”, anzi opera cercando di applicare i principi generali a casi particolari difficili e complessi. Per questo motivo ci sono diverse etiche applicate tra le quali: 1.1.2. Bioetica Il potere conferito all’uomo dal progresso scientifico e tecnologico, le cui applicazioni sono particolarmente problematiche in campo medico, ha imposto la necessità di una riflessione sui limiti da porre all’agire umano, sulla base dei principi di responsabilità e di rispetto ella vita umana. 1.1.3. Etica ambientale Il degrado ambientale e le conseguenze gravi di cui tutti

cominciano ad accorgersi, hanno sollevato la questione dei diritti della natura: l’uomo non ha il diritto di trattare la natura come mezzo da sfruttare a proprio piacimento. La natura ha dei diritti, primo fra tutti quello di essere rispettata. 1.1.4. Etica economica L’economia del profitto ad ogni costo si è costruita sull’inganno nei confronti dei consumatori e sullo sfruttamento di risorse materiali e umane. L’economia globale non ha fatto che accrescere i fenomeni di ingiustizia ai danni soprattutto dei Paesi più poveri. Occorre subordinare l’utile e i guadagni al rispetto, alla giustizia e all’onestà, avendo come scopo non il proprio benessere, ma quello dell’umanità intera. 1.1.5. Etica politica Il crescente discredito che colpisce la politica suggerisce la necessità di riscoprire dei principi etici come la giustizia, la libertà, il rispetto dei diritti, l’impegno, in grado di ispirare sia chi riveste una carica pubblica, sia i cittadini che partecipano alla vita

democratica. (Vedi poi etica familiare, etica sessuale…..).

1.2. PER UN’ETICA MONDIALE Dopo le nostre riflessioni possiamo concludere che probabilmente c’è bisogno di un nuovo impegno nella definizione di valori capaci di guidare la nostra pratica (morale). 1.2.1. Principi di un’etica mondiale Ora possiamo aggiungere che questi principi, per essere efficaci, devono essere condivisi dal maggior numero di persone possibile. Ma se, come abbiamo visto, i principi etici sono molti, e numerosi sono anche gli orientamenti etici a cui danno origine, è possibile individuare un’etica comune a tutti gli uomini? Se consideriamo che ormai viviamo in un mondo globale, dove il contatto tra razze e culture differenti si fa sempre più frequente e massiccio, e l’incontro rischia di trasformarsi quotidianamente in uno scontro; dove la globalizzazione dell’economia, della tecnologia, della comunicazione comporta anche la globalizzazione dei problemi, non solo è auspicabile, ma è necessario dare appello a un consenso sociale, un richiamo alla condivisione di valori, atteggiamenti di fondo e criteri. Si tratta di fondare un elementare consenso su alcuni valori universali, criteri irrevocabili e vincolanti e atteggiamenti di fondo che sono comuni a tutte le tradizioni etiche e religiose

dell’umanità. Nel discorso tenuto il 27 aprile 2001 alla Pontificia Accademia delle scienze sociali papa Giovanni Paolo II affermava: “L’umanità nell’intraprendere il processo di globalizzazione non può più fare a meno di un codice etico comune. Con ciò non si intende un unico sistema socio-economico dominante o un’unica cultura che imporrebbero i propri valori e criteri dell’etica. E’ nell’uomo in sé, nell’umanità universale scaturita dalla mano di Dio, che bisogna cercare le norme della vita sociale. Questa ricerca è indispensabile affinché la globalizzazione non sia solo un altro nome della relativizzazione assoluta dei valori e dell’omogeneizzazione degli stili di vita e delle culture. In tutte le varie forme culturali esistono valori umani universali che devono essere espressi e sottolineati quale forza d’orientamento dello sviluppo del progresso”.

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IL PROBLEMA DELLA

SCE

LTA

Qui Liceo Scientifico

Proviamo a vedere quali sono questi valori universali che consentirebbero alla formulazione di un’etica definita “mondiale”. 1.2.2. La reciprocità La base per un’etica condivisa da tutti gli uomini, è il principio dell’umanità, per cui si può dire che ogni uomo, maschio o femmina, giovane o vecchio, bianco o nero, deve essere trattato umanamente. Questo concetto è espresso chiaramente nella regola d’oro della reciprocità: “Quello che non vuoi che sia fatto a te, non farlo ad altri”. 1.2.3. La cura La capacità di prendersi cura appartiene all’essenza dell’essere umano e si esprime in una relazione di attenzione e di partecipazione verso l’altro. Quello di aver cura è un atteggiamento etico fondamentale, capace di salvaguardare la Terra, proteggere la vita, garantire i diritti degli esseri umani e di tutte le creature, la convivenza nella solidarietà, nella comprensione, nella tolleranza e nel rispetto. 1.2.4. La responsabilità L’uomo è responsabile delle conseguenze del suo operare sul destino dell’umanità e del mondo. La sua responsabilità riguarda le azioni passate di cui deve farsi carico, le conseguenze immediatamente prevedibili del suo agire nel mondo circostante e la sopravvivenza dell’umanità futura che dipende dalla sua capacità di preservare il mondo. 1.2.5. La solidarietà La solidarietà è un concetto che prende forza dalla percezione dell’ interdipendenza di tutti gli esseri viventi, e dalla consapevolezza che ci sono un’origine e un destino comuni, che patiamo le stesse sofferenze e che coltiviamo speranze comuni. Tutto ciò esprime che c’è una condizione connaturata a

tutti gli esseri viventi, quella di una sorte comune; di qui l’esigenza di un impegno attivo e personale di condivisione e di cura reciproche, per garantire parità e pari opportunità. 1.2.6. Il dialogo e la giustizia Le norme, sia morali che giuridiche, devono nascere all’interno del dialogo, della comunicazione, unica condizione in cui esse possono ottenere un consenso condiviso e dare origine ad azioni concrete volte alla realizzazione del bene comune. Di qui la conseguenza che tutti devono poter partecipare alla comunicazione, poter parlare ed essere ascoltati. 1.3. FONTI DELL’ETICA MONDIALE La creazione di un’etica mondiale dovrebbe essere ispirata dal patrimonio culturale, dalla memoria storica e dagli orientamenti spirituali delle persone. Nonostante le differenze culturali ci sono delle costanti in tutte le tradizioni

che, come abbiamo detto, possono diventare le basi per un’etica mondiale. Abbiamo citato all’inizio la “regola d’oro”, patrimonio comune a tutte le tradizioni religiose; questo è già un principio sul quale sono concordi molte religioni differenti, ma anche molti laici, e che sarebbe uno dei principi fondamentali per un’etica mondiale. Questo esempio ci consente anche di sottolineare l’importanza di utilizzare gli incomparabili patrimoni delle religioni nella costruzione di un’etica globale. Infatti nel corso dei millenni le religioni hanno dimostrato la loro efficacia nell’orientare l’esistenza personale e sociale (per esempio Gesù, Buddha, Francesco d’Assisi, Gandhi, Martin Luther King, Madre Teresa di Calcutta … sono stati capaci di mobilitare la gente con la pratica coerente della virtù).

1.4. CONVERGENZE FRA VALORI LAICI E VALORI RELIGIOSI

In una prospettiva religiosa i valori etici hanno un’origine divina. Gli uomini riconoscono che un’azione è giusta o ingiusta sulla base di ciò che Dio ha detto. L’etica laica, invece, individua l’origine dei valori nella razionalità umana; gli uomini scoprono dentro di sé i principi che permettono loro di distinguere il bene dal male e di avere una condotta morale. Nonostante i punti di partenza così diversi, bisogna rilevare che molti valori fondamentali delle etiche religiose sono gli stessi espressi dall’etica laica. Cerchiamo allora, nel rispetto reciproco, di sottolineare queste

convergenze, fondamentali nella costruzione di un sistema etico mondiale. 1.5. CONVERGENZE FRA LE RELIGIONI Nonostante i diversi patrimoni spirituali e le differenze dottrinali, le religioni concordano su alcuni punti che risultano decisivi per una costruzione di un’etica mondiale. 1.5.1. Il valore della vita Tutte le religioni riconoscono la vita (tutte le forme di vita) come un bene assoluto che va rispettato e difeso. 1.5.2. Il valore della morale Tutte le religioni riconoscono degli imperativi etici elementari: non uccidere, non mentire, non rubare, non commettere violenza, rispetta i genitori, ama i figli. Questi principi favoriscono una cultura del rispetto e della pace. 1.5.3. La giusta misura Tutte le religioni individuano una via di mezzo, fra l’ascesi e l’edonismo, la realizzazione di una vita buona. 1.5.4. L’amore Tutte le religioni predicano l’assolutezza dell’amore, e fanno dell’ amore verso il prossimo il comandamento per eccellenza (vedi la regola d’oro). 1.5.5. Definizione del senso della vita Tutte le religioni cercano di spiegare il senso dell’universo e dell’esistenza umana. La vita ha sempre la meglio sulla morte, e il destino dell’umanità è una vita eterna e felice. 1.9 LA FORZA DELL’ETICA RELIGIOSA Tutti questi principi profondamente umani sono stati elaborati all’interno delle religioni e delle tradizioni spirituali. Sono innanzitutto norme etiche pratiche, che promuovono il diritto alla vita, alla libertà, all’uguaglianza per tutti gli esseri viventi, nel rispetto e nella solidarietà reciproci, e come tali sono condivisibili anche da un’etica laica. Nello stesso tempo sono norme che traggono la loro forza dal fatto che la loro base non è solo razionale ma anche spirituale. La ragione svolge un ruolo fondamentale nella vita morale; è certo fondamentale conoscere il principio che sta alla base della norma, ma anche il suo effettivo valore. E’ importante che io non uccida un uomo, non perché è un divieto, ma perché conosco e considero il valore della vita. Vi è quindi la necessità di un fondamento spirituale, che porti a una comprensione più profonda di quella razionale, in grado di motivare e giustificare l’impegno morale. Grazie dell’attenzione.

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Mario Bruselli

Qui Liceo Scientifico

Tipologia : articolo di giornale Destinatario : il giornalino mensile di Istituto Target : gli alunni di ogni ordine e grado dell’Istituto, genitori, docenti e parrocchie. 23 Aprile 2013, ore 8:00: entriamo a scuola come tutti i giorni, ma oggi non sarà una giornata come le altre, oggi è la Giornata della Solidarietà e il tema trattato è “Il Cammino dei Princìpi Fondamentali”(come è scritto nella circolare che ci ha fornito il Professore).

La Giornata della Solidarietà nasce dalla volontà dell’associazione Nicola Ciardelli Onlus che è stata costituita in nome e in ricordo del Maggiore dei Paracadusti pisano caduto in Iraq, a Nassirya, durante la missione di Pace del nostro Esercito. Inutile dire che, quando ci è stato comunicato, il pensiero di tutti è stato: “oh che bello! non si fa nulla!” Dopo l’appello in classe, dalla nostra scuola ci rechiamo in Piazza Vittorio Emanuele, sede degli Uffici della Provincia. All’inizio, mentre ci incamminiamo al di fuori della Scuola, non ho idea di cosa mi aspetti. Sono un po’ curiosa. Al nostro arrivo, veniamo accolti da una dipendente, giovane e sorridente, che ci mette a nostro agio in un ambiente per noi del tutto nuovo e ci fa accomodare nella Sala Consigliare. Dopo una breve introduzione sul primo articolo della Costituzione e, quindi, sui principi fondamentali della nostra Repubblica, la stessa ragazza ci illustra il funzionamento del Parlamento europeo. Personalmente l’ho trovato interessante, poiché come cittadini italiani tendiamo a considerare questa assemblea come un’entità molto distante da noi, mentre in realtà le decisioni prese all’interno di essa si ripercuotono sulla nostra vita quotidiana. Alla fine della presentazione emergono alcune domande dalla classe, segno che la lezione ha destato interesse tra noi. Una volta usciti abbiamo continuato a scambiare qualche opinione, soprattutto sulle nostre domande e sulle risposte ottenute. In seguito ci siamo spostati in Comune, dove siamo entrati in una stanza per parlare con il Sindaco Marco Filippeschi, che ci ha illustrato lo scopo di questa giornata, con un breve intermezzo su ciò che ha fatto per la nostra città. L’attenzione a questo punto tra di noi inizia un po’ a svanire; quando invece

viene dato spazio alle domande, allora emergono curiosità, ma anche dibattiti. Ciò che mi rimane in testa alla fine è questa considerazione: il Sindaco non ha piena autorità su ciò che accade all’interno della città. A me è risultato del tutto sorprendente che un Sindaco debba essere legato ad altre Istituzioni ed autorità per decidere cose essenziali per la sua Città, quali l’Ospedale e le Scuole. In effetti, il concetto del frazionamento del potere era stato appena affrontato negli Uffici della Provincia. Queste disposizioni sono nate dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la nostra Nazione, uscita da una dittatura, si è data un ordinamento che prevede controlli incrociati, per escludere un eccessivo accentramento di potere. Personalmente, pur capendo le ragioni che hanno guidato i legislatori, ritengo che oggi potremmo rivedere alcune di queste disposizioni, in quanto il controllo democratico è garantito dalla maggiore trasparenza della società, data anche dai nuovi mezzi di informazione e comunicazione.

Successivamente ci siamo recati in una scuola elementare dove abbiamo assistito ad una spiegazione su come si svolgono le votazioni. L’ho apprezzato particolarmente, perché tra non molto dovrò votare anche io. Infine, la mattinata si è conclusa con il lancio dei Paracadutisti sul Ponte di Mezzo, spettacolare e commovente in quanto ci ha fatto ricordare la figura del nostro Concittadino, servitore dello Stato.

A cura di Gaia G. Per chi volesse maggiori informazioni può consultare il link … http://www.nicolaciardellionlus.it/Index.html

Giornata della solidarietà Pisa 23 aprile 2013 Giornata della Solidarietà, un evento organizzato dall'Associazione Nicola Ciardelli Onlus con la collaborazione del Comune di Pisa per ricordare il Maggiore pisano Nicola Ciardelli, caduto in Iraq il 27.04.2006.

L'obiettivo di questa Giornata, sostiene la presidente dell'Associazione, Avv. Federica Ciardelli, è quello di ottenere il coinvolgimento delle scuole e dell'intera città, affinchè tutte le diversi componenti in essa presenti possano collaborare in un esempio di solidarietà senza confini.

Per questo motivo, così come lo scorso anno, l'Associazione propone una Giornata che ha come scenario tutta la città e che coinvolge luoghi significativi e diversi tra loro, attraverso percorsi legati ai Principi Fondamentali della Costituzione Italiana. Tema della Giornata è infatti quest'anno “Il Cammino dei Principi Fondamentali”.

Gli alunni e le alunne delle scuole materne, elementari e medie di primo e di secondo grado sceglieranno tra gli itinerari proposti spostandosi tra le varie tappe, rendendo la città una sorta di Costituzione vivente. Sono stati infatti organizzati ben quattordici percorsi, costruiti con la collaborazione delle scuole, che si sono articolati nella visita a luoghi significativi della nostra città rispetto all'itinerario prescelto.

I temi trattati sono i seguenti

1. Democrazie e sovranità; 2. Diritti inviolabili e doveri di solidarietà; 3. Uguaglianza e pari dignità sociale; 4. Libertà di religione; 5. Cultura e ricerca scientifica; 6. Il principio internazionalista; 7. I luoghi dell'identità nazionale.

Potrebbe interessarti:

http://www.pisatoday.it/eventi/giornata-solidarieta-pisa-

23-aprile-2013.html

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Qui Liceo Scientifico

Barcelona: no serà solo un libro de Marquez, nunca màs. (2^ parte) ¿Perdone, me puedes decir…? Effettuato il lancio e catapultati in un clima decisamente più caldo rispetto alla patria amata, ci siamo ritrovati in una città variopinta e squisitamente culturale. Le Ramblas sono lunghi stradoni da attraversare, sgargianti per le luci intermittenti dei neon caratteristici delle grandi metropoli e per gli edifici che conservano con freschezza inaudita il loro fascino atavico. Spiccano in particolare le numerose architetture di Gaudì: curiose, pittoresche e tondeggianti come Casa Battlò, la mia

preferita. E’ l’aria di festa che permea l’atmosfera a scaldarti. E’ un’aria calda, rassicurante. I colori sono vividi, il ciarlare delle persone acceso e squillante. La folla è viva, la città pulsa come una fiamma che scoppietta nel camino e il suo calore penetra nel corpo di chi vi è di fronte. Non c’è quel fascino romantico, ma evanido delle città italiane, e le persone non sono ancorate a vincoli che le tengono nascoste dietro maschere di cordialità. Si lasciano andare, e salutano, interloquiscono, come se fossero sempre freneticamente impegnate a renderti parte di una festa, di un gruppo, di una gioia da condividere. Amano il contatto fisico, e noi, quasi diafani contro quelle pelli olivastre baciate dal sole, siamo stati in soggezione di fronte a tanti baci di benvenuto, e ad un tono di voce così irruente. Giunti all’ostello, abbiamo preso posto nelle camere. Ci siamo dovute dividere i letti a castello, che erano smontabili e occupavano quasi tutta la stanza, sviluppata come un parallelepipedo. Sul pavimento c’era un linoleum bianco sporco, e le lenzuola in dotazione erano chiazzate qua e là. Come si dice, però, “Occhio non vede, cuore non duole” ed esperienze come queste insegnano che il viaggio di lusso è piacevole per tutti, ma le persone davvero curiose e smaniose di acculturarsi scelgono anche strade più impervie, si adattano a tutte le situazioni, si avvinghiano di notte ad un solo piumone e camminano per ore perché devono vedere il più possibile in poco tempo. D’altra parte, ai ragazzi non è andata meglio: la loro stanza era ancora più piccola, e non avevano neppure il bagno in camera, per cui dovevano servirsi di quello che c’era in corridoio. La fantasia della piccola e creativa insegnante, però, doveva ancora mostrare le sue potenzialità. Quella creatura che pare muoversi anche quando sta ferma, i cui muscoli sembrano costantemente in contrazione, dall’andatura rapida e le poche efficaci parole, aveva in serbo per noi attività che ci avrebbero fatto ricordare per sempre una “gita” corta ma intensa. Il secondo giorno ci siamo addentrati nella profusione di colori cangianti che è il mercato di Barcellona, la “Boquerìa” . Sotto tendoni che ci riparavano dalla pioggia scrosciante (un’eccezione in un clima solitamente mite), sfilavano pesci, carne e frutta di ogni tipo. Noi strabuzzavamo gli occhi di fronte alle file di succhi di qualsiasi frutto, perfino di kiwi, di mango e di ciliegia. I costi della frutta erano minimi, e la frutta era sicuramente il prodotto più gettonato, al punto che la maggior parte dei visitatori aveva in mano una macedonia delle più svariate dimensioni, venduta a prezzi che andavano dai 50 centesimi fino ai 3.50 euro, in base alle dimensioni. Erano le confezioni, le più disparate e creative, a meravigliarci. E poi le insegne dei bar, dove la gente assaggiava e si serviva, e sui banconi i pesci ruspanti e transgenici che sembravano guardarti con i loro occhi spalancati. Mi sembrava di essere nel mercato di Riochacha de “L’amore ai tempi del colera”, inebriata dallo stesso fascino esotico di un libro di Marquez.

In quel momento abbiamo colto l’essenza di una cultura così svagata, poetica e lussureggiante: il mercato ne è l’emblema più concreto. E qui è accaduto. Carmen ci ha disposto in gruppi di tre e ci ha assegnato dei fogli. Quando ho posato gli occhi sul mio, ho visto tre punti, che però inglobavano fra loro tante richieste. Dovevamo andare a chiedere informazioni riguardo a quanto scritto nelle indicazioni ricevute, registrare o fare un video in modo che poi lei potesse verificare il nostro lavoro. Prospettiva interessante e assolutamente innovativa! Sul foglio che condividevo con Irene e Federico (gli altri due ragazzi del mio gruppo) c’era scritto di chiedere informazioni riguardo al jàmon ìberico (un tipo di prosciutto), farmi spiegare che differenza c’è fra questo e gli altri prosciutti, se esistono altri prodotti “ìbericos”, e diverse altre questioni che mi sembravano abbastanza audaci da proporre, anche senza considerare la possibilità di annoiare il venditore, impaziente di racimolare qualcosa piuttosto che dare spiegazioni a tre ragazzini, che per giunta non avrebbero comprato niente. Il secondo quesito ci chiedeva di andare a cercare un bar specifico (“El Pinocho”)

e di chiedere ad un venditore storico (di nome Juanito) che cosa sono e come si preparano “las tapas”. Il terzo invece ci proponeva di cercare tre prodotti che non avevamo mai visto prima, domandando quindi di cosa si trattava e come si preparavano, se erano derivati ecc.. Abbiamo avuto qualche difficoltà a individuare il bar, ma ci hanno aiutato le informazioni date dai venditori a cui ci siamo rivolti. Giunti finalmente nel luogo previsto, un commesso ci ha chiamato Juanito, un vecchietto dalla voce arrochita e impastata che faceva comprendere pochissimo di ciò che diceva. Abbiamo portato la registrazione alla professoressa, ma senza capire davvero cosa fossero (?) le “tapas”. Per lo meno, non in quel momento. Solo dopo ci si è aperto davanti un mondo: sono degli aperitivi che possono avere diversa origine, diversi ingredienti, e che costituiscono il piatto base (insieme alla paella: un riso particolare, asciutto e speziato unito a pesce, o carne o verdura in base ai gusti) della cucina

spagnola. Ben più difficile la storia dei tre prodotti da individuare. Abbiamo chiesto a diversi venditori dalla voce tremula, ma ci hanno risposto esitanti, pronunciando di nuovo il nome del prodotto di cui gli avevamo chiesto leggendo sul cartoncino associato. Pochi sono stati disponibili e pazienti nello spiegarci la natura del prodotto. Fradici di pioggia ed estenuati dal duro duello linguistico, alla fine abbiamo comprato al mercato la carne da cucinare per il pranzo. La brillante idea del giorno è stata quella di cucinare il cervello, che in Spagna viene fatto fritto, e deve rimanere tenero e cedevole al suo interno. Non è stato un gran successo, ma queste sono le inevitabili conseguenze per chi vuole evadere dalle sue abitudini alimentari, per non rimanerne imprigionato, e aprirsi a nuove culture.

Camilla S.