noale / stazione bus - maerne, sp 38 (fermata presso mulino … · 2013-06-10 · una abitazione ha...

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Marzenego 3 Marzenego 3 Noale / Stazione bus - Maerne, SP 38 (fermata presso mulino Benvegnù) Distanza lungo il fiume: km. 11,8 Distanza compresi gli avvicinamenti: km. 12,2 Esplorazione fatta nel febbraio 2013 Vedi (e scarica) le cartine di questo tratto § § § La tratta 3 dell’itinerario del fiume Marzenego comincia a Noale dal ponte di via della Fonda che scavalca il Marzenego e immette nella Strada Provinciale Mestrina. Per arrivare al ponte partiamo dalla stazione degli autobus di Noale, che si trova nella stessa via della Fonda a circa 150 m. più a Nord (oppure dalla stazione ferroviaria che si trova 700 m. più lontana, seguendo via Matteotti e poi via della Fonda). Ci troviamo in un quartiere di scuole materne ed elementari, un complesso ordinato ed allegro; lo attraversiamo (verso Sud) per via della Fonda, che termina appunto sul ponte sul Marzenego. L’incontro con il Marzenego è scenografico e molto pittoresco, così come tutto l’attraversamento della cittadina. Il fiume entra nell’abitato da Nord Ovest in un alveo rettificato alberato di circa 400 metri. Subito dopo il ponte (il primo) che abbiamo attraversato riceve da sinistra il contributo di un canale interno (che dopo un anello si riverserà ancora sul Marzenego), e subito sottopassa la via Mestrina dirigendosi verso Sud (a destra), per poi virare a Est (a sinistra) dopo un centinaio di metri. Siamo in una zona di passeggio molto curata, con il percorso lastricato con mattoni gradevole alla vista, e un ponticello di legno. A sin.: La zona pedonale lastricata con mattoni e il ponticello. Il fiume gira a destra e si affianca sulla destra al fossato che circonda il castello diroccato. Un ponticello (il secondo) ci permette di passare sull’argine sinistro (km. 0,25). E’ questo un andito molto ben tenuto, con prati verdissimi e ampi spazi di gioco e riposo; la strada sterrata che divide il fiume dal fossato è considerata parco pubblico il cui ingresso è segnato da un cancello. E’ alberata sui due lati, e offre sulla sinistra suggestivi scorci della Rocca dei Tempesta. A sin.: Il fossato con sulla destra il Marzenego. L’acqua del fiume non è profonda: circa 50 centimetri, e gli argini sono molto bassi. Le rive sono curate, anche con paline di legno, e le case sulla riva (km 0.45) - non temono inondazioni: evidentemente le misure protettive dalle piene sono state attuate a monte e sono efficienti. Una abitazione ha approntato anche un piccolo ponte levatoio, azionato dall’interno con una carrucola. A sin.: Le case sono direttamente sulla riva e senza particolari protezioni. Siamo arrivati alla fine della passeggiata della Rocca (km 0,7). Ce ne accorgiamo per via del robusto cancello, difeso da due cannoncini (cimeli non meno frequenti che ridicoli: i tradizionali leoncini in pietra avrebbero svolto la stessa funzione decorativa, ma almeno non hanno sbranato nessuno). La Pagina 1 di 5

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Marzenego 3

Marzenego 3Noale / Stazione bus - Maerne, SP 38 (fermata presso mulino Benvegnù)Distanza lungo il fiume: km. 11,8Distanza compresi gli avvicinamenti: km. 12,2Esplorazione fatta nel febbraio 2013

Vedi (e scarica) le cartine di questo tratto

§ § §

La tratta 3 dell’itinerario del fiume Marzenego comincia a Noale dal ponte di via della Fonda che scavalca il Marzenego e immette nella Strada Provinciale Mestrina.

Per arrivare al ponte partiamo dalla stazione degli autobus di Noale, che si trova nella stessa via della Fonda a circa 150 m. più a Nord (oppure dalla stazione ferroviaria che si trova 700 m. più lontana, seguendo via Matteotti e poi via della Fonda).

Ci troviamo in un quartiere di scuole materne ed elementari, un complesso ordinato ed allegro; lo attraversiamo (verso Sud) per via della Fonda, che termina appunto sul ponte sul Marzenego.

L’incontro con il Marzenego è scenografico e molto pittoresco, così come tutto l’attraversamento della cittadina.Il fiume entra nell’abitato da Nord Ovest in un alveo rettificato alberato di circa 400 metri. Subito dopo il ponte (il primo) che abbiamo attraversato riceve da sinistra il contributo di un canale interno (che dopo un anello si riverserà ancora sul Marzenego), e subito sottopassa la via Mestrina dirigendosi verso Sud (a destra), per poi virare a Est (a sinistra) dopo un centinaio di metri.

Siamo in una zona di passeggio molto curata, con il percorso lastricato con mattoni gradevole alla vista, e un ponticello di legno.

A sin.: La zona pedonale lastricata con mattoni e il ponticello.

Il fiume gira a destra e si affianca sulla destra al fossato che circonda il castello diroccato. Un ponticello (il secondo) ci permette di passare sull’argine sinistro (km. 0,25).

E’ questo un andito molto ben tenuto, con prati verdissimi e ampi spazi di gioco e riposo; la strada sterrata che divide il fiume dal fossato è considerata parco pubblico il cui ingresso è segnato da un cancello. E’ alberata sui due lati, e offre sulla sinistra suggestivi scorci della Rocca dei Tempesta.

A sin.: Il fossato con sulla destra il Marzenego.

L’acqua del fiume non è profonda: circa 50 centimetri, e gli argini sono molto bassi. Le rive sono curate, anche con paline di legno, e le case sulla riva (km 0.45) - non temono inondazioni: evidentemente le misure protettive dalle piene sono state attuate a monte e sono efficienti. Una abitazione ha approntato anche un piccolo ponte levatoio, azionato dall’interno con una carrucola.

A sin.: Le case sono direttamente sulla riva e senza particolari protezioni.

Siamo arrivati alla fine della passeggiata della Rocca (km 0,7).

Ce ne accorgiamo per via del robusto cancello, difeso da due cannoncini (cimeli non meno frequenti che ridicoli: i tradizionali leoncini in pietra avrebbero svolto la stessa funzione decorativa, ma almeno non hanno sbranato nessuno). La

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passeggiata è chiamata “Viale della Rimembranza”: in realtà i cimeli così come i monumenti ai caduti fanno piuttosto dimenticare la realtà della guerra.

A sin.: Una entrata del “Viale della Rimembranza” con i cannoni spianati.

Il fiume riprende ora il suo andamento molto sinuoso (perciò naturale) verso Sud Est, passando sotto alla via Roma (o SP 515; terzo ponte) e poi sotto ad un lastricato che riserva una sorpresa, preannunciata dal rumore di uno scroscio d’acqua, che ormai riconosciamo facilmente come il salto d’acqua dei mulini. (km 0,75)

E in effetti sul fondo di una piazzetta, detta del Grano, tra una quinta di abitazioni ed un fabbricato che ospita ora una banca, l’alveo si restringe e, regolata da una saracinesca, l’acqua scivola giù nel gorgo. E’ stata mantenuta in loco la lapide consorziale, che contiene cioè le informazioni diciamo così burocratiche usate dall’autorità (il consorzio Dese) responsabile della regolamentazione dei fiumi. Si tratta dell’ex mulino Picchini.

A sin.: Lo spazio ristretto tra gli edifici ospitava la ruota del mulino e il salto d’acqua necessario.

Da qui il Marzenego cambia aspetto: gli argini sono molto più alti che in città, e la sezione a V è più ripida; il corso riprende la abituale sinuosità, e le case cominciano a diradarsi.

Dopo pochi metri gli argini non sono più percorribili, quindi è necessario fare una prima deviazione per raggiungere la riva destra. Per fortuna questa si rivela abbastanza breve: si rientra per qualche metro e si aggirano delle case a schiera:

in prossimità di un piccolo parcheggio si può riaccostarsi all’argine e seguirlo.

A sin.: Gli argini subito dopo il mulino.

Sull’altra sponda, svettano alte betulle o pioppi, e si aprono ampi spazi dedicati ad attività sportive.

Non molto più avanti (km 1,3) ci si imbatte in un’altra interruzione (ben più grave per la deviazione che impone fino al ponte Casino (quarto ponte):

E’ un peccato perché non si può attraversare il fiume e rientrare nel paese (nemmeno l’argine sinistro, dalla parte dell’abitato, si sarebbe potuto prendere:

in questo caso si sarebbe raggiunto subito il ponte Casino sulla via Polanzani (o SP 35), la più vicina opportunità per ripartire, come abbiamo scelto di fare, lungo l’argine).

Per arrivare al Ponte Casino, è necessario prendere a destra via Bregolini, che fiancheggia una palestra e poi i grandi capannoni della DICO fino alla via Pacinotti; seguire verso sinistra (Est) la trafficata via fino alla rotonda e infine prendere a sinistra fino al Ponte Casino (km 2,4), sotto il quale scorre il Marzenego. L’intera deviazione è lunga più di Km. 1,0.

A sin.: L’arrivo del Marzenego al ponte Casino . L’argine destro (a sin. nella foto) è chiuso da una rete.

Dopo poche anse, il fiume incontra la strada che avevamo lasciato alla precedente rotonda (km 2,7) e che costituisce una specie di tangenziale per evitare alla città il traffico pesante della zona industriale. Il passaggio della strada è facile (quinto ponte) e la passaggiata può proseguire tranquilla. Siamo sempre sull’argine destro.

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A sin.: Il placido andamento del Marzenego dopo il ponte sulla tangenziale.

Il percorso ora è più agreste e la vegetazione è slanciata e scenograficamente ben disposta. Nelle poche case che si affacciano sulla riva del fiume una cosa non manca mai: il cane. Che ti avvista a distanza e abbaia coscienziosamente, scatenando processi emulativi sugli altri cani della zona.

Qualche proprietario racconta che in alcune zone i cani possono anche essere liberi, magari sfuggiti ai canili comunali. Potrebbero costituire un pericolo non solo per i turisti ma anche per gli abitanti. Anche per questo sarebbero così

frequenti i reticolati che si spingono fin sugli argini, per impedire ai cani di sconfinare nelle altre proprietà.

Ma si possono vedere altri animali più tranquillizzanti: uno stupendo uccellino blu che sfreccia sull’acqua, un airone bianco che si leva in volo, e poi anatre, anatre, anatre... L’acqua torbida poi non permette di osservare la presenza di pesci.

La tangenziale che abbiamo lasciato poco fa, ricorda con la sua imponente massa, che l’atmosfera agreste è solo un’oasi momentanea. La strada scorre sopraelevata per centinaia di metri per scavalcare la ferrovia Mestre - Trento e poi ritornare a confluire sulla strada provinciale Mestrina.

A sin.: L’esagerata imponenza del cavalca ferrovia Venezia - Trento.

Ma la ferrovia deve essere passata anche dal fiume, e questo si traduce molto spesso in una difficoltà se non impossibilità per il viandante. Questa volta invece attraversare i binari è del tutto agevole e non pericoloso perché interessa un lunghissimo tratto rettilineo nei due sensi, che permette una visibilità assoluta.

A sin.:Il sottopasso dei binari dell aferrovia Venezia - Trento

Dopo la ferrovia (km 4,3) il Marzenego costeggia una imponente e rumorosa azienda per il trattamento dei rifiuti industriali, mentre sulla nostra riva si affaccia un piccolo vivavio di palme a ventaglio, un vigneto, e altri piccoli appezzamenti variamente coltivati.

Poco più avanti incontriamo la confluenza del Draganziolo (km 5,1) che coinvolge nel suo andamento rettificato anche un breve tratto del Marzenego.

A sin.: La confluenza del fiume Draganziolo (da sopra) presso Robegano

Breve perché dopo il ponte (il quinto) della via Montegrappa (o SP 37) (dove c’è la vivacemente rossa trattoria Al Ponte da un lato e il ristorante (pesce e paella) al Pioppeto dall’altro) l’argine destro sarebbe percorribile solo per un breve tratto per l’ostruzione di una casa privata. La prima casa di Robegano ci dà così il suo benvenuto (km 5,6). Il fiume qui è tombinato ma riemergerà però poco più avanti.

Al ponte attraversiamo perciò fiume e strada, e sul lato sinistro ci avviamo verso Robegano.

Possiamo fare una sosta nella Piazza del Santuario (km 6,3) - Foto 2838: La chiesa di Robegano, dalle forme neo rinascimentali), che offre soleggiate panchine di pietra, e terminare così questo tratto.

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A sin.: La chiesa di Robegano, dalle forme neo rinascimentali.

All’altezza della piazza del Santuario di Robegano, attraversando la SP 38, un bel ponte in mattoni rossi sul Marzenego ci fa sperare di poter riconquistare gli argini, ma subito ci delude. Nessun passaggio è possibile. I tentativi di approcci alternativi si infrangono contro robusti cancelli.

A sin.: Il Ponte di mattoni a Robegano. Gli argini qui non sono percorribili.

Bisogna quindi riprendere la via Mestrina e tentare più avanti.

Sulla via Mestrina un cartello mostra i percorsi ciclo pedonali del comune di Salzano, che conferma l’assenza in questo tratto di un sentiero sull’argine.

Proseguiamo e prendiamo la via sulla destra (km 6,45) che scopriamo portare all’ex Mulino Scabello, ora restaurato e trasformato in una bella abitazione privata. Il passaggio però è vietato a tutti.

A sin.: L’ex mulino Scabello

Il nome del mulino non è certo, sebbene la nostra fonte sia il proprietario. Questi dice che è possibile aggirare la casa per i campi e raggiungere l’argine sinistro, a meno che non ci sia troppa acqua nei fossati intorno. E' questo il caso, per noi.

Tornati sulla Mestrina, ci riavviciniamo al fiume girando a destra in prossimità del Passante di Mestre (km 8,30).

Il passante, imponente e ingombrante - taglia la campagna segnando un confine fisico portatore di squilibrio e offesa per il territorio e i suoi abitanti.

Seguiamo il passante per 700 m. fino ad incontrare il sottopasso del Marzenego (km 9,0). Questa volta - contro ogni previsione - un tunnel, ovviamente decorato da graffiti variopinti, permette di andare all’altro lato e di non abbandonare ancora una volta gli argini del fiume.

A sin.: Il tunnel pedonale che affianca l’alveo del Marzenego sotto il Passante di Mestre.

Già si intravedono sull’argine destro delle abitazioni : sarà quindi meglio avanzare su quello sinistro onde evitare probabili sbarramenti.

A sin.: L’alveo del Marzenego dopo il Passante

Sulla Strada Prov. 36, troviamo subito sull’argine sinistro il mulino Vian (km. 10,0); quindi passiamo sull’argine destro, sempre erboso e molto agevole.

L’ex mulino, molto antico (notizie dal XIV sec.), è ormai un’abitazione restaurata, come la maggior parte (ma non tutte) di queste costruzioni.

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A sin.: Il gorgo del mulino Vian

Poco dopo, un classico ponticello in legno ad arco ribassato ci permette di ripassare sull’argine sinistro.

Qui le case danno quasi direttamente sull’argine, che è basso e raggiungibile con diverse piccole rampe, che contrastano con gli sbarramenti così frequentemente incontrati.

Altri sbarramenti li ritroviamo al ponte su via Rialto a Maerne (km 10,6) (Foto 2849: Il ponte su via Rialto a Maerne: ambedue gli argini a valle sono sbarrati). Non si passa né a destra né a sinistra, quindi dobbiamo fare una deviazione.

A sin.: Il ponte su via Rialto a Maerne: ambedue gli argini a valle sono sbarrati

Prendiamo quindi la via Rialto a sinistra per poi prendere una diramazione a destra in corrispondenza con via Marzenego, sempre in direzione Est.

Di qui si arriva al fiume (km 11,2), dove incontra la via Circonvallazione Est (o SP 38), che attraversiamo per portarci sull’argine destro dato che sull’altro lato è già visibile un robusto cancello, la cui funzione sembra essere quella di impedire l’accesso (“gratuito”) a dei laghetti per la pesca costeggiati dal fiume.

In breve si arriva ad un altro ex-mulino trasformato in casa di abitazione, il mulino Benvegnù (km 11,8) che segna la fine di questo tratto di passeggiata e l’inizio di quello seguente, il tratto 4.

A sin.: Il mulino Benvegnù.

Attualmente il mulino è una casa di abitazione, e si stanno eseguendo dei restauri minori (2/2013). Il sito è bello anche perché è raggiunto da Sud da una strada sterrata e alberata, fiancheggiata da un ampio fossato che si getta a valle del salto d’acqua sul gorgo del mulino. Probabilmente fungeva anche da canale sfioratore.

Il terzo tratto dell’Itinerario del Marzenego è così concluso.

Possiamo tornare sulla provinciale 38 (km. 12,1) per la comoda strada sterrata, e prendere l’autobus per Venezia (km 0.25).

§ § §

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