non c'è da meravigliarsi
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Una Alice nel mondo delle meraviglieTRANSCRIPT
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NON C DA MERAVIGLIARSI
Le luci sono spente, il silenzio regna nella stanza. Alice chiude gli occhi, stata una giornata
faticosa, triste e scoraggiante, ma tranquilla, sa che adesso viene il bello, sa che fra poco potr
rilassarsi e tornare nel suo mondo.
Alice ormai ha trenta anni ed una ragazza molto coraggiosa, molto vitale. Ha una vita intensa,
sempre un gran da fare. Vuole essere una brava grande, come sempre ha voluto essere una
bambina educata e per bene. Le frangetta lunga le casca ancora sugli occhi e i capelli castani le
incorniciano un viso giovane e spensierato, giovane ma stanco.
Alice attende impaziente di vedere il bianconiglio. Lo aspetta seduta sul letto. Ogni sera, al termine
dei suoi doveri, sa che seguendolo ritrover la sua terra. La terra delle meraviglie, ingenua e
fantastica, assurda e spensierata. Le piace tornare l di tanto in tanto, nonostante gli screzi con la
regina rossa, nonostante gli strambi amici e alcuni dei loro modi. Ormai ha imparato a conoscere
le loro abitudini, ha capito di stare alla larga dal pepe e dalla foresta senza nome. Non ha voglia di
smarrirsi in quella terra, ma ha sempre voglia di una buona partita a scacchi o qualche morale
della sua quasi amica contessa.
Alice attende, ma attende in vano. E da parecchie notti che il coniglio non viene pi e Alice sente
nostalgia della sua terra. La terra delle meraviglie le sembra sempre pi lontana. Ogni giorno che
passa le sembra di perdere qualcosa. I miei amici, pensa triste. Si ricorderanno di me? Sono cos
strani.
Pi passa il tempo pi Alice si inquieta e la memoria sbiadisce. Mano a mano che dimentico un
mio amico, perdo una parte di me. Alice triste e non pu condividere con nessuno la sua
tristezza, a nessuno pu parlare del suo mondo, nessuno le crederebbe. Alice si sente incompleta,
Alice incompleta senza la sua dose di meraviglie.
Perch il coniglio non c? Perch non venuto a prendermi? Mentre lo pensa lo stomaco le si
stringe e due grosse lacrime le ricoprono gli occhi. Alice ha un presagio, qualcosa di brutto. Sente
che non pu starsene con le mani in mano. Sente che deve andare e ricorda lo specchio. Vede la
sua immagine riflessa e vede laltra Alice dalla parte opposta.
Ti prego amica mia, lasciami attraversare! Laltra non risponde. Ghigna soddisfatta. Ti prego
Alice dello specchio! Continua imperterrita la ragazza.
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La sua immagine sembra ignorarla. Alice insiste, una notte, due notti, finalmente il suo alterego la
degna di considerazione: Non essere sciocca Alice le dice con voce accondiscendente. Tu non
vuoi venire da questa parte, tu non vuoi sapere.
Spetta a me deciderlo risponde Alice risentita.
Allora prego, risponde il suo riflesso malinconico. La mano di Alice tocca lo specchio, lo specchio
da freddo e duro diventa morbido ed elastico.
Ricordati che lo hai voluto tu! Le dice il riflesso trascinandola in un nuovo abisso.
Colori, confusione, oggetti deformati in altezza, forma e dimensione. La stanza di Alice sembra la
stessa, ma, allo stesso tempo, non lo . Oggetti innocenti, cartacce e ninnoli, sono grotteschi e
minacciosi agli occhi della ragazza. Alice sente qualcosa di strano, qualcosa cambiato.
Come di solito un grosso gatto le si materializza davanti. Finalmente ti abbiamo trovata. Dice il
gatto del Cheshire con il suo ghigno. Alice non ha mai capito se le sia gradita o meno. Il gatto ha
sempre un modo di fare ambiguo, sinistro, ma anche buffo e ipnotizzante, non pu fare a meno di
starlo a sentire. La ragazza abituata allindefinizione, nel paese delle meraviglie non esiste male o
bene, non esiste la logica o un senso esiste solo ingenuit e spontaneit, quella la bellezza delle
sue creature.
Il gatto del Cheschire la porta in un castello, ad Alice sembra famigliare, quello della regina
bianca, ma qualcosa non va. Un senso di tristezza e di pesantezza vela latmosfera, come se tutto
piangesse, il cielo, le pareti, le guardie, gli uccelli e anche la Mock Turtle piange. Una novit!
pensa Alice appena la vede.
Il gatto la conduce, sparendo e riapparendo qualche metro pi avanti. Il castello bianco e regna
la luce. Stanze ordinate, pulite e basiche si possono vedere lungo il corridoio. E come se qualcosa
mancasse, come se il nulla avanzasse, ma Alice non capisce.
Pochi passi pi avanti la ragazza si trova a una tavola imbandita e numerosi convitati, tutti
conosciuti. Prendi il posto! Le dice il gatto in tono perentorio. Qualcosa cambiato anche in lui,
si fatto pi serio, pi deciso, meno evanescente e meno volatile. Qualcosa diverso in lui, Alice
lo sente, come capisce che qualcosa cambiato in quel mondo.
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Il gatto si mette a capo tavola, o per lo meno il suo ghigno, mentre lentamente il suo corpo si
compone. Alice trova lunico buco vuoto. Si siede. Al di l di quei cambiamenti ha una gran fame.
Non fa nemmeno in tempo ad accomodarsi che la contessa col suo grosso naso subito la imbecca
A destra lamico si chiede, a sinistra chi nemico si crede.
Caso strano a sinistra di Alice sta proprio la regina di cuori, sempre altezzosa e bisbetica come se la
ricordava. A destra cera la contessa, non proprio amica di Alice, ma sempre pi gradita della
prima. E una tavolata piuttosto ricca: una farfalla col narghil le si parava davanti. Gli altri posti
sono occupati da ospiti di riguardo: Humpti dumpty e le sue toppe, gli uomini del re pronti a
incollarlo, il ghiro, il cappellaio; la lepre marzolina, i due gemelli twidledoom e tweedleDee. La
tavolata lunga e infinta, ma Alice pu scorgere altri personaggi: una mosca, piccole ostriche, un
tricheco e un carpentiere. Seduti uno vicino allaltro poi ci sono il leone e lunicorno, stranamente
tranquilli, forse paghi della loro eterna lotta.
Un brusio di voci si alza dalla tavolata. Finalmente qui! Qualcuno disse con disappunto. Per
fortuna qui! echeggia invece qualche voce amichevole. La ragazza sa di non poter essere
simpatica a tutti, ma deve rassegarsi e prepararsi per le loro assurdit. In vano cerca di scorgere il
coniglio bianco, il suo psicopompo personale, ma da nessuna parte si scorgono le sue orecchie, n
il suo panciotto. Dove finito quel coniglietto tanto strano e prezioso.
Il brusio cala alle parole del gatto, che risuonarono nella stanza come provenienti da ogni lato. Il
tono sornione, beffardo, ma allo stesso tempo solenne. I commensali tacciono religiosamente.
Probabilmente sapete perch vi ho convocati qui? Chiede il Micio non pi svanito.
Dobbiamo dividerci la torta! Grida convinto lunicorno.
Dobbiamo salvare fanciulle in pericolo! Dice il cavalier cascone, che nel frattempo cade dalla
sedia. Nonostante tutto non rinuncia a fare locchiolino ad Alice.
Il gatto pare irritato: No ragazzi! Dobbiamo parlare di un nostro amico scomparso, il coniglio
bianco!
Lo sgomento assale tutti e anche il panico. Nessuno di loro si accorto della sua assenza, prima
che il gatto lo facesse notare, lo avevano presagito, ma mai intuito. Le parole del presunto e
improvvisato capo li fanno riflettere e spaventare.
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Beata lincoscienza! Dice una cuoca. Sembra riferirsi ai suoi compagni di banchetto, alla loro
inconsapevolezza, in realt lunica di cui le importa che nei piatti e nelle vivande c davvero
pochissimo pepe. Cerca di ingolosire le pietanze riversando quella polverina nera nel piatto di
tutti. Alice Starnutisce e la contessa non perde loccasione per parlare. Salute, che se ne va!
Perch non fare un processo? Grida la regina di cuori. A me piacciono i processi! Dice
soddisfatta.
A te piace la carneficina, anche se non sei lunica! Dice con tono di rimprovero la regina banca,
che guarda in cagnesco la regina di cuori. Per questo ho scelto il gatto, come giudice e legislatore.
E lui ha risolto il mistero. Vero?
Tu non hai scelto nessuno! Dice il gatto beffardo. Piuttosto io ho scelto voi!
Come sapete il nostro amico coniglio sparito e io ho buoni motivi di pensare che sia stato
ucciso!
Io non cero! E se cero dormivo! Sbotta il ghiro terrorizzato.
Gallina che canta ha fatto luovo. Grida eccitata la contessa.
Chi stato lultimo a vederlo? chiede Alice con gli occhi sbarrati dal terrore. Non pu credere a
quello che sente.
Io sono stato dice tweedledoom! Sa che non vero ma vuole indispettire Tweedledee.
Io invece sono stato ultimissimo lo rimbecca il gemello.
Io lultimississississimo ribatte il fratello deformando pi che pu il superlativo.
Chi dice che morto? magari ha mangiato un fungo! Propone uno strano personaggio. Il suo
abito elegante ma il suo muso un grugno di maiale. Alice lo riconosce, il beb maialino,
adesso cresciuto. Ora sicuramente far lavvocato o qualche mestiere facoltoso.
Il fungo lo pu aver fatto diventare infinitamente piccolo! Afferma la farfalla col narghil
sbuffando fumo in cerchi concentrici sempre pi minuscoli.
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O infinitamente grande! dice una zanzara nelle orecchie di Alice. Questo mondo potrebbe
essere lo spazio delle sue dita o lo spazio della sua mente. Nessuno le presta ascolto, solo Alice la
pu sentire, perch si trova proprio dentro alla sua orecchia.
E diventato invisibile! Ha scoperto il trucco del gatto! Sbotta la regina rossa. Fino a quel
momento silenziosa, ma vigile e attenta.
Niente di questo. dice la regina bianca con dolcezza. Purtroppo il vostro amico non pi fra
noi.
limportante che sia fra qualcun altro! Risponde il cappellaio. Cercando in vano il the sulla
tavola.
Silenzio ! Urla di nuovo il gatto. E ora di desinare!Penseremo poi!
Il pasto va avanti in quasi silenzio. Alice non mangia tanto volentieri, perch pensa allamico
scomparso, ma riempiendosi lo stomaco si sente meglio, passandole la fame le passano la
stanchezza e il conforto, come se le tornasse la speranza.
I commensali sembrano pensarla come lei. Si dilettano nella compagnia reciproca e conversavano.
Ognuno mantiene il proprio carattere. Caricature di loro stessi, sono buffi e inquietanti allo stesso
tempo. Il tricheco imbonisce le ostriche con i suoi discorsi e il carpentiere di tanto in tanto allunga
il braccio per farle finire nel suo piatto e nella sua bocca.
Il cappellaio e la lepre sono malinconici: Mi ricordo i suoi ultimi momenti di vita, poverino! Lo
ricordo bene come se fosse ieri! Erano le cinque e noi bevevamo il the.
io non mi ricordo nulla, a mala pena il mio nome dice la cerva che Alice conobbe nella foresta del
silenzio.
Ora cari miei! interrompe Il gatto. E giunto il momento di dirvi la verit, uno, s uno di voi ha
ucciso il coniglio.
Alice rimane sbalordita, senza fiato. Non solo il dolore di aver perso un amico, ma anche il dolore
che un altro ne sia lartefice. Spera che il gatto stia mentendo, spera che scherzi, ma lo sguardo
serio e il silenzio troppo solenne.
La rabbia si impossessa dei commensali:
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Dillo che sei stato tu?! lunicorno urla al leone. No tu li grida lavversario, per un po di torta
saresti disposto a tutto. Non guardate me dice il Charlestone. non mi piace la carne di coniglio,
preferisco quella di creature strane o immaginarie!
La regina di cuori! Dice la regina rossa. E perch non tu stessa? risponde laltra.
E stata laquila dicono in coro Tweedledum e Tweedledee. Pronti a scaricare la colpa sulla loro
avversaria.
Il caos padrone. Alice si tappa le orecchie e gli occhi. Urla accuse volano da un commensale
allatro. Volano cappelli, pezzi di fungo, melassa e teiere. Piume peli, che si staccano nella zuffa,
pezzi di ostriche e pepe!
Quel luogo tanto sacro, pericoloso forse, ma magico si trasformato in un putiferio, una cagnara. I
gi poco umani convitati perdono la loro umanit, si smarriscono in volti feroci. Gli animali prima
parlanti sembrano tornare al loro stato ferino. Alice grida Basta, Basta! Nessuno la ascolta. La
sua parola vale meno di niente in mezzo a loro. Nel paese delle meraviglie non sembrano esserci
regole, regna lanarchia nonostante le numerose regine.
Non vi scannate commensali! Dice il gatto tranquillo. Non urla non sbraita, parla quasi con un fil
di voce come se stesse sussurrando. Io so chi stato a compiere il misfatto.
La tavola si ammutolisce, tutti hanno paura del gatto del Cheshire, non sanno di cosa capace e
sanno che pi potente e imprevedibile di loro.
Lentropia nelluniverso aumenta. Dice la contessa, soddisfatta di avere riempito quel silenzio
con una frase.
La regina bianca guarda verso la regina di cuori. E stata lei ! e le punta il dito contro in tono
accusatorio. I commensali si stupiscono in coro. Esatto! urla il gatto.
Tutti sono zitti, attenti e immobili. Alice vuole rompere il silenzio. E sdegnata, scossa. Come ha
potuto la regina di cuori fare questo?:
Ah, non c da meravigliarsi! Non capisco tutto questo sgomento. Non mi stupisce affatto che
La ragazza si ferma. Sguardi foschi e sanguinari la fulminano.
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Sei tu Alice, tu hai ucciso il coniglio bianco! Ridacchia il gatto come se avesse raccontato una
barzelletta. Alice Sbianca, non capisce, non ricorda una cosa del genere.
La contessa si precipita a spiegare. C una morale in tutto, basta trovarla, Alice. Hai ucciso tu il
bianconiglio. Lo hai fatto anche se non lo ricordi. Lo hai ucciso quando hai deciso di essere come
tutti gli altri. Lo hai fatto quando hai deciso che per essere adattata nel tuo mondo dovevi
uniformarti. Lo hai ucciso quando hai deciso che la tua immaginazione non era importante.
Tutti guardano Alice. Alice non cede. Grosse lacrime le cadono sul petto. mentite, io non avrei
fatto mai questo!
Il coniglio fra tutti quei folli era il suo preferito, il coniglio le aveva aperto la porta per quel mondo,
il coniglio era stata la sua fortuna. Perch avrebbe dovuto ucciderlo.
Ti ho visto, Alice, non lo negare. Ho visto come andata. Dice il gatto, con occhi gialli e di fuoco.
Lo hai preso per le orecchie e gli hai tagliato la gola, ho visto come hai danzato sul suo sangue e
ho visto quando lo hai cucinato per servircelo a questa cena.
Tutti guardano il loro piatto. Durante la cena hanno mangiato parecchio, ma non hanno capito che
si trattava di carne di coniglio, o al meno del loro coniglio.
Oltraggioso! dice la regina di cuori sdegnata. Che crudelt Alice!
E un mostro! Piange il tricheco, nonostante abbia mangiato pi carne di tutti.
Meno male che sono vegetariano. Dice il ghiro, che comunque ha terminato la carne nel suo
piatto.
Ma no! La cena la hai organizzata tu! Protesta Alice. Anche se qualche ricordo della sua crudelt
re iniziava a riaffiorare.
S ormai lo sappiamo e non c da meravigliarsi! Dice la regina bianca, senza rabbia n amore,
atona come se stessa parlando di un teorema scientifico.
Non vero! Continu a insistere Alice. E stato il gatto!
Ma certo! Continua il gatto sornione Sono stato io, perch io sono te. Alice si trova
improvvisamente a capo tavola. Al posto del gatto. Le cose sono diverse viste in quella prospettiva
e i ricordi le affiorano alla mente. Ricorda tutto, ricorda perch ha ucciso il coniglio. Per lei quel
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mondo non era pi un piacere, ma era diventato un peso, una schiavit, qualcosa di segreto e non
condivisibile. Il coniglio doveva pagare, perch era il filo, il filo rosso che la portava in quel mondo.
Decapitatela urla la regina di cuori. Mentre la folla si appressa su La ragazza. Alice non pone
resistenza, quello che si merita. Deve subire la sua pena. La contessa trotterella e pronuncia
parole sagge e amare: Tutti uccidono il loro coniglio bianco, per tutti arriva quel momento, Alice
sei tardiva, ma non traligni affatto. Il sacrifico computo, il sacrificio non fallito, i lagomorfo e
cotto e condito.
Alice legata stretta, non riesce a muoversi, a mala pena respira. Il boia che le sta accanto
brandisce laccetta.
Con i poteri conferitimi da questa assemblea popolare, ti condanno alla pena capitale! grida la
regina bianca.
Non plendeltela, pu capitale! Sghignazza il cappellaio, pensando di avere fatto una battuta
divertente.
Alice tenta di fuggire, ma pi si muove pi la corda stringe. Un sacco nero le copre la testa e insulti
di ogni tipo le inondano le orecchie. Pochi secondi dopo sente la lama fredda colpirle la nuca poi
pi nulla.
Alice si sveglia, il sangue le sgorgava sulle mani e sulla faccia. Pensa di essere morta, ma si rende
conto che prova ancora troppo dolore. Lo specchio davanti a s rotto. Sette anni di guai! le
avrebbe ricordato la contessa, ma ad Alice non importa. Guardava il suo riflesso, il suo riflesso
sparso in mille frantumi. Si moltiplicata, si era rotta, ma viva, forse ancora pi di prima. Si lascia
andare a una risata isterica, finalmente ha capito, ha capito tutto! Ha semplicemente perso la
testa.