nostro tempo settimanale diocesano modena nonantola

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SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA - CONTIENE I.R. Domenica 19 maggio 2013 Anno LVII n° 19 • euro 1.20 GIORNALE LOCALE Il Punto FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it 30 anni di ragionevole follia Solidarietà Il Ceis di Modena venerdì 17 ricorda questo anniversario A PAGINA 2 2814 km di fede e fatica L’ncredibile viaggio di Domenico e Concetta A PAGINA 20 La storia Iniziative L’incontro con fratel Enzo Biemmi in Seminario A PAGINA 17 Una fede umana Il terremoto che a maggio dello scorso anno ha colpito la Bassa modenese ha indotto profondi cambiamenti nella vita delle nostre comunità. Il punto della situazione e il cammino che resta da compiere. Intanto la diocesi si ritrova a San Felice per la Veglia di Pentecoste Da pagina 5 a 14 Per nuovi passi di comunione e di solidarietà E ’ trascorso un anno dai tragici eventi sismici che ci han- no colpiti; ancora visibili sono le tracce in tanti mo- numenti devastati, che attendono di essere ricostruiti, e meno visibili, ma non meno laceranti, sono ancora presenti le ferite prodotte nel cuore di tante persone. Alle popolazioni colpite rinnoviamo la nostra vicinanza e la no- stra solidarietà. Nello stesso tempo vorrei invitare a ringraziare il Signore per i segni di speranza e per i semi di carità germinati dal cuore buono di tante persone, i cui frutti stanno davanti a noi come invito a proseguire, con speranza, sul cammino della ricostruzione mate- riale, sociale e spirituale. Dalle macerie del terremoto sono nati e nascono ogni giorno ger- mogli di vita nuova, di un modo più relazionale e solidale di vivere la comunione a livello civile ed ecclesiale. Sono segni che incoraggiano a proseguire con fiducia il nostro cammino quotidiano. Per esprimere la nostra vicinanza alle popolazioni che ancora soffrono, per ringraziare insieme il Signore per il cammino di ri- costruzione fatto questo anno, per rendere concreta e visibile la comunione di destino che ci lega, per continuare ad aprirci con speranza e fiducia al futuro, con la luce e la forza dello Spirito Santo, invito caldamente a partecipare alla Veglia di Pentecoste di sabato sera, 18 maggio, a San Felice sul Panaro, con inizio alle ore 21; inoltre ricordo la Colletta Diocesana, fissata per domenica 26 maggio, in ogni parrocchia, a favore delle popolazioni colpite dal sisma. La Beata Vergine Maria, nostra Madre, che incessantemente ab- biamo invocato in questo anno e che non ci ha lasciato mancare il suo conforto e la sua protezione, sostenga il nostro cammino. Modena 13 maggio, festa della Madonna di Fatima + Antonio Lanfranchi Arcivescovo Avanti, con fiducia D opo le prime scosse del 20 maggio, lo scorso anno, scri - vevamo su queste pagine della volontà forte di sentirci tutti “cittadini della Bassa”. Per offrire, ognuno secondo le proprie capacità e possibilità aiuto, solidarietà e vicinanza, parole delle quali solo in certi, difficili momenti si apprezza in pieno il significato. Poi la terra ha tremato ancora il 29, questa volta non solo abbattendo muri e scuotendo gli animi, ma portando anche morte nel modenese, dove si sarebbero contate 17 vittime. “Sarà dura, ma cer- tamente ce la faremo, grazie anche alla solidarietà, grandissima, che si è messa in moto in queste giornate e che stiamo sperimentando concretamente, ogni giorno. Verrà il tempo di rimettere i mattoni uno • Nostro tempo sull’altro: la forza e la tenacia aiuteranno e sosterranno gli animi”: era- no queste le parole che usavamo un anno fa per parlare del “nostro” terremoto. Un evento a seguito del quale, come ebbe a dire l’arcivesco- vo mons. Lanfranchi durante la Veglia di Pentecoste a Finale Emilia, “non abbiamo vergogna a confessare il nostro bisogno reciproco di consolazione, di conforto, di speranza”. Già, il conforto e la speranza: a un anno di distanza segnato da un intenso e continuo lavoro, possia- mo dire che quel conforto e quella speranza, quel bisogno di essere e sentirci comunità unita li abbiamo davvero sperimentati. Ce lo aveva ricordato anche papa Benedetto, giungendo a farci visita a Rovereto. Durante questi dodici mesi abbiamo sempre cercato di tenere alta l’at- tenzione sulle nostre “comunità che ripartono”, proprio grazie a quella solidarietà e a quella speranza. Oggi, in questo numero che coincide con l’anniversario esatto del sisma, presentiamo nelle pagine interne un ampio resoconto sul cammino compiuto e cosa ha concretamente significato per tanti, da Modena come da ogni parte d’Italia, “essere prossimi” a questa nostra terra. E, per parte nostra, cosa ha voluto dire sperimentare una vicinanza che va oltre il dato puramente umano e diventa qualcosa di più; diventa comunione. Permane la consapevo- lezza che il percorso sarà ancora lungo, che le ferite non sono ancora rimarginate e che la solidarietà dovrà continuare a rendersi manifesta, nelle forme più varie. Rimane però, al tempo stesso, la certezza che la speranza, resa concreta in tante azioni, volti e storie che s’intrecciano, è quella salda virtù che ci consente di guardare al futuro con una sguardo non rassegnato ma, piuttosto, orientato ad una fiducia che non viene a mancare nemmeno nei momenti di prova più difficili.

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Nostro Tempo settimanale diocesano Modena Nonantola - numero 19 del 19 maggio 2013

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Page 1: Nostro Tempo settimanale diocesano Modena Nonantola

FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.itSETTIMANALE CATTOLICO MODENESE

POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA - CONTIENE I.R.

Domenica 19 maggio 2013 Anno LVII n° 19 • euro 1.20

GIOR

NALE

LOCA

LE

Il Punto

FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it

30 anni diragionevole follia

Solidarietà

Il Ceis di Modena venerdì 17ricorda questo anniversario A PAGINA 2

2814 km di fedee faticaL’ncredibile viaggiodi Domenico e Concetta A PAGINA 20

La storiaIniziative

L’incontro con fratel EnzoBiemmi in Seminario A PAGINA 17

Una fedeumana

Il terremoto che a maggio dello scorso anno ha colpito la Bassa

modenese ha indotto profondi

cambiamenti nella vita delle nostre

comunità.Il punto della situazione e il

cammino che resta da compiere.

Intanto la diocesi si ritrova a San

Felice per la Veglia di Pentecoste

Da pagina 5 a 14

Per nuovi passi di comunione e di solidarietà

E’ trascorso un anno dai tragici eventi sismici che ci han-no colpiti; ancora visibili sono le tracce in tanti mo-numenti devastati, che attendono di essere ricostruiti, e meno visibili, ma non meno laceranti, sono ancora

presenti le ferite prodotte nel cuore di tante persone.Alle popolazioni colpite rinnoviamo la nostra vicinanza e la no-stra solidarietà.Nello stesso tempo vorrei invitare a ringraziare il Signore per i segni di speranza e per i semi di carità germinati dal cuore buono di tante persone, i cui frutti stanno davanti a noi come invito a proseguire, con speranza, sul cammino della ricostruzione mate-riale, sociale e spirituale.Dalle macerie del terremoto sono nati e nascono ogni giorno ger-mogli di vita nuova, di un modo più relazionale e solidale di vivere la comunione a livello civile ed ecclesiale.Sono segni che incoraggiano a proseguire con fiducia il nostro cammino quotidiano.Per esprimere la nostra vicinanza alle popolazioni che ancora soffrono, per ringraziare insieme il Signore per il cammino di ri-costruzione fatto questo anno, per rendere concreta e visibile la comunione di destino che ci lega, per continuare ad aprirci con speranza e fiducia al futuro, con la luce e la forza dello Spirito Santo, invito caldamente a partecipare alla Veglia di Pentecoste di sabato sera, 18 maggio, a San Felice sul Panaro, con inizio alle ore 21; inoltre ricordo la Colletta Diocesana, fissata per domenica 26 maggio, in ogni parrocchia, a favore delle popolazioni colpite dal sisma.La Beata Vergine Maria, nostra Madre, che incessantemente ab-biamo invocato in questo anno e che non ci ha lasciato mancare il suo conforto e la sua protezione, sostenga il nostro cammino.

Modena 13 maggio, festa della Madonna di Fatima+ Antonio Lanfranchi

Arcivescovo

Avanti, con fiducia

Dopo le prime scosse del 20 maggio, lo scorso anno, scri-vevamo su queste pagine della volontà forte di sentirci tutti “cittadini della Bassa”. Per offrire, ognuno secondo le proprie capacità e possibilità aiuto, solidarietà e vicinanza,

parole delle quali solo in certi, difficili momenti si apprezza in pieno il significato. Poi la terra ha tremato ancora il 29, questa volta non solo abbattendo muri e scuotendo gli animi, ma portando anche morte nel modenese, dove si sarebbero contate 17 vittime. “Sarà dura, ma cer-tamente ce la faremo, grazie anche alla solidarietà, grandissima, che si è messa in moto in queste giornate e che stiamo sperimentando concretamente, ogni giorno. Verrà il tempo di rimettere i mattoni uno

• Nostro tempo sull’altro: la forza e la tenacia aiuteranno e sosterranno gli animi”: era-no queste le parole che usavamo un anno fa per parlare del “nostro” terremoto. Un evento a seguito del quale, come ebbe a dire l’arcivesco-vo mons. Lanfranchi durante la Veglia di Pentecoste a Finale Emilia, “non abbiamo vergogna a confessare il nostro bisogno reciproco di consolazione, di conforto, di speranza”. Già, il conforto e la speranza: a un anno di distanza segnato da un intenso e continuo lavoro, possia-mo dire che quel conforto e quella speranza, quel bisogno di essere e sentirci comunità unita li abbiamo davvero sperimentati. Ce lo aveva ricordato anche papa Benedetto, giungendo a farci visita a Rovereto. Durante questi dodici mesi abbiamo sempre cercato di tenere alta l’at-tenzione sulle nostre “comunità che ripartono”, proprio grazie a quella solidarietà e a quella speranza. Oggi, in questo numero che coincide

con l’anniversario esatto del sisma, presentiamo nelle pagine interne un ampio resoconto sul cammino compiuto e cosa ha concretamente significato per tanti, da Modena come da ogni parte d’Italia, “essere prossimi” a questa nostra terra. E, per parte nostra, cosa ha voluto dire sperimentare una vicinanza che va oltre il dato puramente umano e diventa qualcosa di più; diventa comunione. Permane la consapevo-lezza che il percorso sarà ancora lungo, che le ferite non sono ancora rimarginate e che la solidarietà dovrà continuare a rendersi manifesta, nelle forme più varie. Rimane però, al tempo stesso, la certezza che la speranza, resa concreta in tante azioni, volti e storie che s’intrecciano, è quella salda virtù che ci consente di guardare al futuro con una sguardo non rassegnato ma, piuttosto, orientato ad una fiducia che non viene a mancare nemmeno nei momenti di prova più difficili.

Page 2: Nostro Tempo settimanale diocesano Modena Nonantola

2 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Solidarietà

Il Ceis di Modena spegne trenta candeline, venerdì 17 al centro Famiglia di Nazareth una giornata per ricordarlo

30 anni di ragionevole follia: un titolo de-cisamente anomalo per un anniversario

importante. Il Ceis, Centro Italiano di Solidarietà, sof-fia sulle trenta candeline e festeggia, per così dire, con un convegno che venerdì 17 maggio porta a Mode-na esperti del settore delle dipendenze, come pure di assistenza, prevenzione e minori, i quattro ambiti di interventi del Gruppo. Si comincia alle 9 con i saluti delle autorità, a partire da quello di mons. Antonio Lanfranchi, passando per il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, dal vice presidente della Provincia, Mario Galli e da Mariella Martini, diret-tore generale Ausl di Mode-na.Il primo intervento previsto è quello del presidente del-la Fondazione Ceis, padre

30 anni di ragionevole follia

Il Ceis, Centro di Solidarietà, nato a Modena nel 1982, ha raggruppato associazioni, cooperative ed enti che si occupano di progettare, sviluppare e gestire servizi socioeducativi e socioassistenziali negli ambiti delle dipendenze, dei minori e dell’universo dell’assistenza. Nell’ottobre 2008 nasce così

il consorzio Gruppo Ceis, allo scopo di riunire sotto la stessa forma giuridica enti differenti che con-dividono la medesima mission, ma anche per fornire agli enti stessi uno strumento capace di rispettare le proprie autonomie nell’offrire servizi diversificati sul territorio, condividendo i valori e l’approccio di base.Gli enti che oggi costituiscono il consorzio Gruppo Ceis sono: Ceis Centro di Solidarietà, associazione Marta e Maria, Centro di Solidarietà l’Orizzonte onlus, cooperativa sociale Sole, cooperativa Sociale Elios, cooperativa sociale Ulisse, cooperativa Sociale Ceis Formazione, Villaggio del Fanciullo coopera-tiva sociale, cooperativa sociale Il Pettirosso, cooperativa sociale CooperiA.Ma. La mission del Gruppo Ceis è operare nel campo del disagio in tutte le sue forme, in particolare ado-lescenziale e giovanile, ma non solo. Gli enti appartenenti al gruppo si occupano di fenomeni quali le dipendenze, la malattia mentale, le malattie sessualmente trasmissibili, l’immigrazione e il disagio minorile. Il Gruppo si propone di diffondere ed estendere la cultura dell’accoglienza e del prendersi cura, favorendo il superamento dei pregiudizi e dell’eccessiva semplificazione o banalizzazione dei fe-nomeni legati al disagio, con l’obiettivo di promuoverne una corretta conoscenza e con essa il benessere complessivo della persona. Nel farlo, il Gruppo mira a costruire una rete permanente di collaborazioni tra le diverse agenzie educative quali la scuola, la famiglia e le istituzioni che gestiscono il tempo libero. L’approccio applicato è quello del “lavoro di comunità”, che si compone di diversi elementi, a partire dall’auto-mutuo aiuto e dal superamento dello schema medico paziente. Si vogliono così attivare le potenzialità degli utenti, visti come persone portatrici di risorse più che di problemi. Le dinamiche relazionali della vita comunitaria e quelle di gruppo vengono utilizzate per arricchire il trattamento, al termine del quale gli utenti vengono accompagnati in un percorso di reinserimento sociale. Partico-lare attenzione viene posta nell’attivazione della rete sociale degli utenti e nella realizzazione di realtà comunitarie capaci di interscambio con il territorio. Fondamentale è anche la costruzione di équipe nelle quali l’apporto dei professionisti venga integrato in modo strutturale, abbinata allo sviluppo di un sistema integrato di servizi pubblico-privato sociale.

La storia e gli obiettivi

Un convegno per ricordare mons. Giovanni Nervo, fondatore e primo presidente di Caritas italiana

A poche settimane dalla sua scom-parsa (lo scorso 21 marzo), si è tenu-

to a Padova una giornata di studio e di approfondimento sulla figura di mons. Giovan-ni Nervo.L’iniziativa promossa dalla Fondazione Emanuela Zan-can, è stata realizzata con la collaborazione di Caritas Ita-liana, la diocesi di Padova, il Comune di Padova e l’Uni-versità degli Studi di Padova, presso il culturale Altinate San Gaetano.Il ricordo di mons.Nervo ha fatto convenire nella città patavina moltissime persone che a diverso titolo hanno conosciuto don Giovanni od hanno collaborato in una del-

Testimone di carità e giustizia

• GiorGio BoNiNi*

le mille iniziative da lui pro-mosse.Il convegno è stato introdot-to da mons.Giuseppe Benve-gnù-Pasini, presidente della Fondazione Zancan, il quale ha dato la parola al vescovo di Padova che ha ricordato l’impegno pastorale di don Giovanni; sono seguiti gli interventi di don Francesco Soddu direttore di Caritas Italiana, dell’assessore ai ser-vizi sociali del Comune di Padova e del Rettore dell’U-niversità di Padova, Giuseppe Zaccaria.Racchiudere l’esperienza di mons.Nervo in una unica dimensione è praticamen-te impossibile. La scelta dei promotori è stata quella di offrire il ricordo della figu-ra di mons.Nervo attraver-so quattro sfaccettature che hanno rappresentato altret-tante aree di impegno e di testimonianza.Una prima area di impegno è quella della giustizia e della pace. Sono intervenuti il prof.Emanuele Rossi, docente di diritto costituzionale presso la Scuola superiore S.Anna di

Pisa e Diego Cipriani di Ca-ritas Italiana.Una seconda area era quella della Solidarietà e del vo-lontariato, con gli interventi di Franco Piacentini, Auser Veneto e di Felice Scalvini Vicepresidente International Co-operative Alliance.Lotta alle diseguaglianza è la terza area su cui hanno porta-to la riflessione Salvatore No-cera, vicepresidente nazionale della Fish e Paolo De Stefani docente di diritto internazio-nale all’Università di Padova.Infine la quarta area è quel-la dei servizi alla persona con gli interventi di Milena Diomede Canevini, esperta di storia ed etica del servizio sociale e Livio Frattin esperto in programmazione di servizi socio-sanitari.Il pomeriggio è stato quasi interamente dedicato alle te-stimonianze di persone che hanno conosciuto o hanno lavorato con mons. Ner-vo. Sono state almeno 30 le persone che sono interve-nute, offrendo ricordi e te-stimonianze, anche molto particolari, attraverso le quali

trapelava sempre la grandissi-ma umanità di don Giovanni. Dai parrocchiani di S.Sofia, la comunità dove mons.Ner-vo fu parroco nel periodo post-conciliare; alle assistenti sociali che ebbero la fortuna di averlo come maestro e do-cente nella scuola di servizio sociale. Abbiamo poi avuto la testimonianza di uno dei primi obiettori di coscienza, Alberto Trevisan, che fu mol-to sostenuto nella sua scelta da don Giovanni. Agli amici di Caritas Italiana, don Elvio Damoli, già direttore di Ca-ritas Italiana, a don Antonio Cecconi, già vice direttore, a don Virginio Colmegna già direttore della Caritas Am-brosiana. Non sono mancate le testimonianza di ammini-stratori locali ed esponenti delle istituzioni, a dimostra-zione della capacità di mons.nervo di dialogare ai diversi livelli, portando sempre il punto di vista dei poveri. Il convegno è stato concluso dalla riflessione di Tiziano Vecchiato attuale direttore della Fondazione Zancan.

* Porta Aperta-Modena

AcliSostieni la ricostruzione dell’Emilia

C’è un modo per sostenere la ricostruzione che non ti costa nulla: il 5 per mille della dichiarazione dei redditi alle Acli. Con il tuo contributo nel 2012 le Acli hanno restituito le scuole e il lavoro alle città dell’Emilia col-

pite dal sisma. Cosa abbiamo fatto con il tuo 5x1000: 10mila euro alla scuola materna di Sorbara; 50mila euro al polo scolastico di Campo-santo; 25mila euro per l’acquisto di Parmigiano terremotato; 8 tensostrutture pari a 40mq per il centro estivo e l’inizio dell’anno scolastico a San Felice.A chi andrà il tuo aiuto: al polo scolastico di Camposanto, obiet-tivo 100mila euro alla scuola materna di Sorbara alla diocesi di Carpi, per l’oratorio Eden e le scuole dell’istituto Sacro Cuore. Ba-sta un piccolo gesto per continuare a ricostruire: la tua firma e il nostro codice fiscale.

Saranno famosi, estate 2013

MuMo, la Musical Arts Acedemy di Modena asso-ciata Unasp Acli, in collaborazione con D&bact Group, propone il primo campus estivo dedicato esclusivamente allo spettacolo. Magia, mimo, ven-

triloquia, giocoleria, clownerie, musica, canto, danza, i professioni-sti dello spettacolo di MuMo si mettono in gioco per far conoscere ai vostri fili alcune delle discipline di questo fantastico mondo. Il campus è destinato a bambini e ragazzi dai 6 agli 11 anni che parteciperanno a tre diversi corsi giornalieri presso la sede di Mu-Mo in via Emilia Est 798, per complessive 20 ore settimanali, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.Il periodo di svolgimento è previsto dal 10 giugno al 9 agosto e dal 26 agosto al 13 settembre. Le iscrizioni sono aperte fino ad esau-rimento posti disponibili. Non perdere tempo, i posti sono limitati!Per info e iscrizioni: tel. 059/340309, [email protected].

Giuliano Stenico, interver-ranno poi l’assessore al Co-mune di Modena, Francesca Maletti, il professor An-drea Canevaro e il profes-sor Luigi Guerra, entrambi dell’Università di Bologna, il professor Paolo Curci dell’a-teneo di Modena e Reggio e altri esperti dell’Ausl, ol-

tre a volontari del Ceis. Nel pomeriggio ancora alcuni interventi, a seguire una se-rie di gruppi, suddivisi per esperienze: dall’area del-le dipendenze patologiche (‘Nuove dipendenze: con-tinuità ed evoluzione nel-la rete dei servizi’) a quella socio riabilitativa (‘I limiti

e le opportunità’); dall’area minori (‘Il fenomeno plurale e la molteplicità delle rispo-ste’) a quella del centro studi e prevenzione (‘I contesti di apprendimento: comunità virtuale e reale’). A conclu-sione dei lavori, nel tardo pomeriggio, una plenaria e la discussione finale.

Page 3: Nostro Tempo settimanale diocesano Modena Nonantola

3Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

Primo Piano

Siamo alla celebrazione conclusiva del mistero pasquale: la Pentecoste, il dono dello Spirito dà compimento alla Passione, Morte, Risurrezione, Ascensione di Gesù, il Figlio di Dio.

Gli apostoli e chi era con loro ricevono il dono più grande, pro-messo da Gesù: “il Padre vi darà un altro Paraclito, perché ri-manga con voi per sempre”.Già il Cristo dalla Croce aveva alitato su di loro donando lo Spirito e, quando li incontra la sera di Pasqua, “alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo”.Gesù richiama anche il ruolo dello Spirito: rimanendo con loro per sempre, insegnerà ogni cosa e “vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”. Ma è dal brano degli Atti degli Apostoli che ci viene narrato l’evento, la sera del giorno di Pentecoste.I credenti erano riuniti, stavano insieme, forse con qualche pre-occupazione.Vengono investiti da segni ben percepibili: il fragore, il vento impetuoso, lingue come di fuoco… così “tutti furono colmati di Spirito Santo”.Conseguenza immediata: cominciano a parlare in lingue diverse dalla loro. E’ lo Spirito che li fa capaci di farsi comprendere da gente la più diverse, proveniente da tante regioni del Mediterra-neo e del Medio Oriente.Non si tratta di parole qualsiasi, ma vengono annunciate e com-prese le “grandi opere di Dio”. Ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. E’ lo Spiriti Santo a fondare e rendere possibile così l’unità tra diversi, la comunione tra credenti, la comprensio-ne reciproca, il dialogo. In ultima analisi il volersi bene, l’amore.Proprio il contrario di quanto avvenne - così racconta il Libro della Genesi - agli uomini accaniti a superare Dio con la costru-zione della Torre di Babele: lì ebbero inizio le divisioni, non si fu più capaci di pensare, di vivere insieme…I credenti, così afferma Paolo nella Lettera ai Romani, sono abi-tati dallo Spirito. E’ questa presenza che dona una vita nuova, la condizione straordinaria di Figli di Dio. Non più schiavi, ma figli adottivi, resi capaci di rivolgersi a Dio come ad un Padre, tanto da chiamarlo “Abbà!”, papà.

“Lo Spirito Santo che il Padre manderà” (Gv 14,26)

Riflessionisulla Parola

G.G.

Il popolo della vitaUna voce modenese alla Marcia per la vita che domenica scorsa ha portato a Roma oltre 30 mila persone

Avanti popolo del-la vita”. Questo il coro che domeni-ca 12 maggio, ha

animato i partecipanti della terza edizione della Marcia per la vita che a Roma ha sfi-lato dal Colosseo fino a Castel Sant’Angelo, per poi porta-re il saluto a papa Francesco. Associazioni cattoliche e non, famiglie e giovani provenienti da tutte le parti d’Italia, e del mondo, hanno marciato per le vie di Roma per “difendere i diritti di chi non ha voce”. Tra loro anche una delegazione modenese, della quale faceva parte Andrea Mazzi, dell’as-sociazione Comunità Papa Giovanni XXIII, da sempre impegnato sul fronte della difesa della vita e contro l’a-borto.Andrea, quali impressioni hai riportato dalla Marcia?La Marcia è stata una gran-de festa di popolo. Ci siamo trovati in 30mila, tanta gente comune, donne, giovani, bam-

bini, a manifestare pacifica-mente con bandiere, slogan e cartelli a favore della vita e di denuncia della grande violen-za della società odierna verso i bambini non nati, violenza che ha portato all’uccisione di diversi milioni di bambini, di cui più di 5 milioni quel-li ‘a norma di legge’ permessi dall’ingiusta legge 194. Tante erano le associazioni e i movi-menti cattolici presenti, tante

anche le delegazioni straniere.La Marcia è terminata in San Pietro, dove papa Francesco ci ha salutato calorosamente, invitando tutti a “mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del ri-spetto per la vita umana sin dal momento del suo conce-pimento”. Perché le gente è scesa in piazza?Un grandissimo numero di italiani non ha mai condiviso la legalizzazione dell’aborto, e la sua banalizzazione, il fatto che l’embrione sia trattato co-me una cosa e non come uno di noi. Tanti sentono profon-damente l’ingiustizia di 320 giovani vite spezzate dall’a-borto tutti i giorni. Ma era difficile manifestare pubbli-camente questo: per la cultu-ra dominante, infatti, la legge 194 è una buona legge e chi pensa che l’aborto sia un’in-giustizia viene additato come persona retrograda, bigotta, nemica delle donne.La novità è che ora le persone hanno capito che un cambia-mento a questo stato di cose non può venire che da noi stessi, dal dire pubblicamente che noi non accettiamo tutto questo. Se i diritti dei bambi-ni non nati sono calpestati, se tantissime donne soffrono per un aborto, è perché nessuno dice niente, per l’indifferenza e la paura di schierarsi. Dice-va Edmund Burke: “Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male, è che gli uomini di bene non facciano nulla”, e questo è molto vero in questo caso! Il cambiamento non può venire dai politici o dagli opi-nion maker a cui la voce dei più deboli non arriva. Il popolo pro life, che fino ad oggi ha sempre manifestato un certa ritrosia a compiere dei gesti forti, ha capito che occorre scendere in piazza e metterci la faccia.Ha visto che negli anni scorsi sono nate marce per la vita in tante capitali mondiali: Wa-shington, Parigi, Bruxelles, Madrid… a cui partecipano centinaia di migliaia di per-sone, ma mancava ancora un

evento si-mile a Ro-ma.Tutte que-ste cose sono ora venute a m a t u r a -zione, e hanno fat-to sì che un’ inizia-tiva pro-mossa da due pic-cole asso-c i a z i o n i (Famiglia Domani e Movimen-

to europeo per la difesa della vita) abbia avuto un’adesione così forte e in crescita anno dopo anno.

Quali erano, in ultima ana-lisi, gli obiettivi dell’inizia-tiva?Scopo della Marcia era quel-lo di manifestare “l’esistenza

di un popolo che non si ar-rende e vuole far prevalere i diritti di chi non ha voce sulla logica dell’utilitarismo e dell’individualismo esaspe-rato, sulla legge del più forte” e che chiede di affermare la sacralità della vita umana e perciò la sua assoluta intan-gibilità dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, alcuna condizione, alcun compromesso, Inoltre, di combattere contro qualsiasi atto volto a sopprimere la vita umana innocente o ledere la sua dignità incondizionata e inalienabile.”Come si lega la Marcia con la campagna europea “Uno di noi” per garantirte la tutela giuridica dell’embrione che sta vedendo la mobilitazione di tante persone in numerose

parrocchie anche della no-stra città e provincia?La raccolta firme ‘Uno di Noi’, che sta proseguendo fi-no a novembre 2013, è un’al-

tra importante iniziativa dal basso per chiedere alle istitu-zioni europee, che in diverse occasioni si sono distinte per l’impegno per i cosiddetti “di-ritti riproduttivi”, a scapito di quelli del bambino nel grem-bo, di cambiare rotta.Se si raggiungerà il milione di firme richiesto, in base ai regolamenti Ue la Commis-sione Europea dovrà ascolta-re in audizione i promotori dell’iniziativa e il Parlamento Europeo dovrà discutere la proposta di legge.La scienza lo ha accertato da tempo che un embrione è un essere umano, ogni genito-re lo sa, lo capisce anche un bambino. Eppure sono ancora in tanti, legislazioni e i tribu-nali, nazionali e internazio-nali, che si arrampicano sugli

specchi per negare l’evidenza. Iniziative come la marcia e la raccolta di firme vogliono accelerare questo riconosci-mento.

Page 4: Nostro Tempo settimanale diocesano Modena Nonantola

4 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Diocesi

Diaconi

Rinnovo del Consiglio Diaconale e dei responsabiliAlla scadenza statu-

taria (quattro anni) del Consiglio Dia-

conale Mons. Lanfranchi ha, con suo decreto in data 1 maggio 2013, nominato il nuovo Consiglio che ri-sulta, secondo statuto, così composto: quattro mem-bri, eletti dai diaconi stessi, sono i diaconi Marcello Barbieri, Bruno Chiara-baglio, Andrea Frascaro-li, Marcello Gemma; due membri, i diaconi Paolo Buldrini e Giancarlo Cer-

La trasmissione della fede oggi

Si svolgerà dal 3 al 5 giugno al centro Fa-miglia di Nazareth la tre giorni pastorale sul

tema “La trasmissione della fe-de oggi - Vi ho trasmesso ciò che ho ricevuto. Quali le prio-rità spirituali e pastorali per la nuova evangelizzazione?”.Come è oramai tradizione nel-la nostra Diocesi, rivolgiamo a tutti i sacerdoti, i diaconi, i reli-giosi, i laici impegnati nelle no-stre parrocchie e nella vita della Chiesa, i rappresentanti delle associazioni e dei movimenti, l’invito a partecipare alla tre giorni di programmazione per il prossimo anno. Due sono le coordinate alle quali vorremmo ispirarci per il prossimo bien-nio pastorale: - Ci avviamo al termine dell’anno dedicato alla Fede; alla luce del Sinodo dei Vescovi

Tre giorni pastorale: dal 3 al 5 giugno si progetta il cammino diocesano per l’anno 2012-2013

dell’anno scorso, al centro della vita della Chiesa è stata posta l’urgenza per una nuova evan-gelizzazione. - Nel decennio dedicato dalla Chiesa Italiana all’educazione, seguendo i cinque ambiti che il Convegno Nazionale di Vero-na ha suggerito come prioritari nel cammino pastorale, vor-remmo occuparci dell’ambito della trasmissione della fede, dopo il primo biennio dedica-to all’ambito del lavoro e della festa. L’obiettivo che ci diamo nella tre giorni è il seguente: ad un’a-nalisi dell’attuale contesto ec-clesiale sulla condizione della fede delle nostre comunità cri-stiane, individuare dei percorsi spirituali e quindi pastorali per riscoprire la vocazione/missio-ne della Chiesa di educare alla fede.Durante l’anno pastorale ver-rà dato rilievo al processo di beatificazione di Rolando Ri-vi, che sarà celebrato sabato 5

ottobre con attenzione al tema vocazionale, e all’indizione del-

la Visita Pastorale dell’Arcive-scovo.

L’inizio di ogni giornata sarà alle 9.30, puntuali, presso l’au-ditorium del Centro Famiglia di Nazareth, con la preghiera dell’Ora Media e la riflessione biblica guidata dal nostro Ar-civescovo.Lunedì 3 giugno la Relazione di apertura della tre giorni sarà tenuta da S.E. Mons. Nikola Eterovich, Segretario dell’ul-timo Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione. La mattinata del secondo gior-no sarà dedicata interamente ai lavori di gruppo . Il terzo giorno sarà dedicato alla sintesi dei lavori di grup-po, con possibilità di alcuni interventi in aula e, alla con-clusione, il nostro Arcivesco-vo traccerà alcune linee di programmazione in merito al nuovo anno pastorale. Sarà possibile, al termine di tutte e tre le mattinate, concludere in-sieme con il pranzo comunita-rio presso il Centro Famiglia di Nazareth.

Catechisti

Per il pellegrinaggio a Roma

In occasione dell’Anno della fede, il Pontificio Consiglio per la nuova

evangelizzazione, ha or-ganizzato la giornata dei catechisti, che si svolgerà a Roma il 28-29 settembre 2013. Per le diocesi italiane è sta-to stabilito, in accordo con il Pontificio Consiglio, che l’iscrizione dei partecipan-ti passi attraverso gli Uffi-ci Catechistici Diocesani (UCD) e da questi all’Uffi-cio Catechistico Nazionale (UCN). Pertanto, è stato approntato un modulo di iscrizione (la scheda è sta-ta inviata via mail a parro-ci e parrocchie insieme al

• doN Luca paLazzi

ri, di nomina vescovile; i diaconi Claudio Barbari e Mimmo Ferrari, membri di diritto; segretario il dia-cono Pierluigi Maselli.Il Consiglio Diaconale, costituito in diocesi già dal gennaio 2001, ha un signi-ficato analogo al Consiglio Presbiterale per i preti. Auspicato dal Direttorio della Congregazione per il clero del 1998, ha lo scopo di programmare, coordi-nare, verificare il ministero diaconale (discernimen-

to, formazione, esercizio del ministero) e favorire la fraternità sacramentale tra i diaconi. Nell’occa-sione, Mons. Arcivescovo, venendo incontro al desi-derio di alcuni interessati che svolgevano il servizio da tempo, ha deciso il rin-novo degli incarichi dei responsabili e insieme al suo Consiglio Episcopa-le ha nominato respon-sabile della formazione permanente dei diaconi e moderatore del Consiglio

diaconale il diacono Clau-dio Barbari; responsabile per la formazione degli aspiranti e dei candidati diaconi una équipe for-mata dai diaconi Mimmo Ferrari, Egidio Iotti, Fran-cesco Melandri; respon-sabile per la formazione degli accoliti diacono Luca Malmusi; responsabile per la formazione dei letto-ri diacono Carlo Cantini; responsabile per la forma-zione dei Ministri Straor-dinari della distribuzione

della Comunione diacono Massimo Greco.Don Paolo Losavio, Vica-rio episcopale per il diaco-nato e i ministeri, dando tale comunicazione, ha augurato a tutti un buon lavoro a servizio della preziosa promozione mi-nisteriale della Chiesa mo-denese, invocando per essa la benedizione del Signore.

programma completo del viaggio). Chi, come parrocchia o vicariato, è intenziona-to a partecipare a questo evento, è invitato a com-pilarlo e a consegnarlo o inviarlo per posta elet-tronica all’Ufficio Cate-chistico Diocesano (V. S. Eufemia 13 a Modena, [email protected]) che si incaricherà di inoltrar-lo all’Ufficio Catechistico Nazionale. Tutte le iscri-zioni devono essere inviate all’UCN entro e non oltre il 15 giugno 2013. Sarà cura dell’UCN fornire per tempo le informazioni uti-li per quanto riguarda pass di entrata, dislocazione dei gruppi partecipanti, luoghi di parcheggio dei pullman.

Per quanto riguarda il pernottamento dei grup-pi partecipanti, l’Ufficio Catechistico Nazionale non ha predisposto nessu-na iniziativa né proposta per alloggiare a Roma nei giorni del pellegrinaggio.L’iniziativa è lasciata alle parrocchie o alle Diocesi che desiderano partecipa-re. L’Ufficio Catechistico di Modena in collaborazione con l’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi sta predispo-nendo un pacchetto per 50 partecipanti (un pullman) comprensivo di viaggio e pernottamento presso ca-sa per ferie e pass per gli eventi legati al pellegri-naggio.Ricordiamo pertanto, an-

cora una volta, che chiun-que desideri iscriversi al pellegrinaggio, a prescin-dere dalla modalità attra-verso la quale si organizza il viaggio, deve necessaria-mente iscriversi attraverso la scheda allegata e da fare pervenire all’Ufficio Cate-chistico Diocesano ([email protected]) entro il 13 giugno.Per ulteriori informazioni potete contattare l’Ufficio Catechistico Diocesano: 059/2133850 (lunedì-ve-nerdì, dalle 9 alle 12) op-pure consultare il sito del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione: www.annusfidei.va, o quel-lo dell’Ufficio Catechistico Nazionale: www.chiesa-cattolica.it/ucn.

VescovoAgenda del

Domenica 19 maggioore 11 in Cattedraleore 17 a CorloCelebrazione dellaCresima

Dal 20 al 24 maggioa RomaAssemblea dei Vescovi

Sabato 25 maggioore 9 a FioranoCelebrazione eucaristica per le Religiose della diocesiore 20.30 al Santuario della SassolaCelebrazione eucaristica e processione

Domenica 26 maggioore 11 a MagretaCelebrazione dellaCresima

DiocesiAgenda della

Martedì 21 maggioore 18 al CFNCredo la Vita eternaore 21 alla CDRDa quel giorno rimasero con luiFormazione per giovani over 18

Domenica 26 maggioa MontegibbioSulla misura del cuoredel Signore

Ufficio Famiglia

Credo la Vita Eterna

Volgere il pensiero a Maria, stare un po’ con lei, spalanca

orizzonti di bellezza “al-tra”, di purezza e bontà che portano in alto lo sguardo. Al ricordo dei suoi sì il cuore si colma di gratitu-dine e di amore. Diventa più facile allora, percepire il suo sguardo materno che veglia ed accompagna i no-stri passi nei sentieri spes-so impervi della vita. Chi meglio di lei può capire un evento incomprensibile e drammatico come la scom-parsa di un figlio? Lei che ha sentito l’alito gelido della morte farsi vicino, lei che impotente si è vista ghermire crudelmente chi più amava! Maria nostro porto sicuro, pioniera di umiltà e di fidu-cia in Dio, faro di fortezza

• GiovaNNie m. pia rompiaNesi

e perseveranza, messaggera di speranza, Maria la cui povertà e privazione si mu-ta in gioia e gloria eterna.Nelle struggenti nostalgie, nelle dolorose solitudini che il lutto semina negli animi e nelle famiglie, lei è presente, vicina. Nelle incolmabili perdite, nella paura che tutto sia fini-to e perduto, è al nostro fianco! Vogliamo pregar-la, contemplarla e lasciarci condurre alla Risurrezio-ne, nel Rosario Meditato di martedì 21 maggio alle 18 al Centro Famiglia di Nazareth, arricchito dalla preziosa testimonianza di una coppia che sta vivendo l’esperienza della morte del proprio figlio. Sarà inoltre possibile con-fessarsi. Seguirà l’Euca-ristia celebrata da Mons. Sergio Casini durante la quale i presenti potranno ricordare i propri cari de-funti .

Page 5: Nostro Tempo settimanale diocesano Modena Nonantola

5Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

Sabato 18 maggio, alle ore 21, la solenne veglia diocesana di Pentecoste a San Felice, animata da associazioni e movimenti

Un nuovo inizio

Sabato 18 maggio al-le ore 21, a un anno dal sisma, i luoghi della distruzione del

terremoto tornano ad esse-re i luoghi della comunione. Rispondendo all’invito del vescovo mons. Antonio Lan-franchi, la comunità diocesana si riunirà in preghiera a San Felice per invocare una nuova Pentecoste sulla nostra città. Il punto di partenza della veglia itinerante, animata da asso-ciazioni e movimenti, sarà la

• doN stefaNo vioLi

Terremoto, un anno dopo

piazza della Rocca. Attraverso quattro stazioni della via lucis, ripercorreremo i sentieri della

resurrezione attraverso le stra-de del centro storico di San Felice. La processione, ani-mata dal Rinnovamento nello Spirito, si snoderà in quattro stazione. Nella prima risuonerà, at-

traverso la voce degli scout dell’Agesci, il racconto delle donne al sepolcro. Le pietre

crollate, illuminate dalla fede, diventano pietre rotolate dai nostri sepolcri. C’è una vi-ta nuova che deve rinascere dalle doglie delle nostre tra-gedie… Nella seconda stazione i ra-

Sisma: un anno dopoDomenica 26 maggio una colletta diocesana per le comunità più colpite

E’ passato un anno dal terremoto che ha sconvolto l’Emi-lia Romagna, che

ha messo a dura prova i paesi della Bassa, le nostre comu-nità cristiane, le famiglie, gli imprenditori, i posti di lavoro già precari. E’ passato un an-no. Un anno di solidarietà, di vicinanza, di sostegno, di scelte

La tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza”: ti preghiamo, Signore per le comunità della Bassa colpite dal terremoto. Ad un anno di distanza da quell’evento che ci ha messo duramente alla prova ti chiediamo di riversare nei nostri cuori il tuo

amore di Padre per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato, perché aumenti la fede di ciascuno, ravvivi la speranza, accresca la carità, preghiamo.Guida, Signore, i cuori e le menti di coloro che hanno responsabilità amministrative e di governo, perché possano essere illuminati dalla tua Sapienza per scegliere, a favore dei territori colpiti dal terremoto, po-litiche adatte ed efficaci di ricostruzione e rinascita e perché in tutti sia vivo il senso di responsabilità per il bene comune, la pace e l’aiuto reciproco, preghiamo.Tu conosci, Signore, che non siamo capaci di portare il peso di molte cose; mandaci il tuo Spirito di verità, perché ci guidi a tutta la verità e ci introduca nel tuo mistero di amore, preghiamo.

Preghiere dei fedeliper domenica 26 maggio

Ricordiamo tutti i conti correnti presso cui è possibile effettuare donazioni:1) Banco Popolare Società Cooperativa srl - Sede Modenac/c intestato: ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA - CARITAS DIOCESANA

CORSO DUOMO 34 - 41121 MODENAIBAN: IT 25 X 05034 12900 0000000046822) Unicredit Banca - Sede Modenac/c intestato: ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA Corso Duomo 34 41121 Modena IBAN: IT 35 Z 02008 12930 0000031062193) Banca Popolare dell’Emilia Romagna - Sede Modenac/c intestato: ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA - CARITAS DIOCESANACorso Duomo 34 41121 ModenaIBAN: IT 89 B 05387 12900 0000000304364) Banca Etica - Filiale di Bolognac/c intestato: ARCIDIOCESI DI MODENA-NONANTOLA - CARITAS DIOCESANACorso Duomo 34 41121 ModenaIBAN: IT 72 X 05018 02400 0000005030605) BancoPostaC/C N.17329418 intestato: CURIA ARCIVESCOVILE MODENACorso Duomo 34 41121 ModenaIBAN: IT 61 M 07601 12900 000017329418La seguente causale è obbligatoria: colletta “Sisma: un anno dopo”.Per qualsiasi informazione è possibile rivolgersi a Caritas Diocesana nei numeri: 059/2133847; 059/2133846; 3386561854, o scrivere a: [email protected].

Dove offrire

di “presa in carico”, di voglia di ricostruire, di non arrendersi, di testimoniare che credere è anche far nascere e custodire le relazioni, valorizzare i gemel-laggi, sognare insieme perché la carità si faccia inventiva. Un

La bellezza diseguire il SignoreUn libretto, allegato a questo numero di Nostro Tempo, presenta 11 profili di modenesi che hanno testimoniato la fede

I l titolo è “La bellezza di seguire il Signore Gesù” ed è un libretto che, in una ventina di pagine, presenta 11 profili di modenesi, uomini e donne di tutte le età che, “per fede, nel corso dei secoli - recita sempre l’intestazio-

ne dell’opuscoletto – hanno confessato la bellezza di seguire il Signore”. Don Luigi Lenzini, parroco di Crocette ucciso a guerra terminata il 21 luglio del 1945; don Guido Vigarani, responsabile dell’archivio capitolare del Duomo di Modena; l’insegnante elementare Maria Alessandra Medici; lo studente Emer Mezzanotte, la beata suor Maria Rosa di Gesù, fran-cescana missionaria di Cristo,; Giovanna Zanelli, presidente dell’Unitalsi; il seminarista Luigi Berselli; il giornalista e di-rettore di Nostro Tempo Nelio Bertazzoni; Marco Pasini, pro-gettista di automazioni industriali; il giovane ingegnere Giulia Barbi e don Sergio Ronchetti, per anni penitenziere in Duomo a Modena. Sono questi i nomi che l’opuscolo presenta offrendo testimonianza del loro essere cristiani nella professione, nella vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e dei ministeri ai quali furono chiamati. L’opuscolo, allegato a questo numero di No-stro Tempo, è disponibile anche presso le principali parrocchie in città e presso il monastero di Baggiovara, oltre che in occa-sione della celebrazione della Veglia diocesana di Pentecoste a S.Felice sabato 18 maggio.

Ufficio Famiglia

Credo la Vita Eterna

gazzi del Csi ci faranno ri-flettere sulla corsa di Pietro e Giovanni al sepolcro. Proprio attraverso la corsa si possono dischiudere inediti orizzonti di vita e di fede! Nella terza stazione, attraverso la spiri-tualità dei Focolarini, seguen-do i passi della Maddalena, usciremo dalla solitudine del sepolcro verso l’unità: “Vai a dire ai miei fratelli”. La nuova struttura del Comu-ne, come il Cenacolo, racco-glierà la processione intorno al Vangelo della Pentecoste commentato dal vescovo An-tonio. Il momento conclusivo ci orienterà verso la missione: accompagneremo insieme il vescovo sul luogo della nuova chiesa di San Felice per la be-nedizione della prima pietra, segno di un nuovo inizio di comunione e missione. Siamo poi tutti invitati al momento di convivialità preparato dal-la parrocchia di San Felice. Vi aspettiamo tutti, in attesa della Pentecoste!

po’ i riflettori si sono spenti, ma non è venuta meno l’attenzio-ne di tante persone e comu-nità e gruppi che in silenzio continuano a farsi prossimo, continuano a testimoniare che Dio è accanto all’uomo nella sua storia, nel suo quotidia-no, come lo è stato un anno fa, come continua ad esserci giorno per giorno. Quel pane spezzato che si offre a noi e continua ad offrirsi a noi ogni domenica nell’Eucarestia ci chiede di spezzare lo stesso pa-ne con i fratelli: pane del cam-

mino, pane della condivisione, dell’accoglienza, della gioia, della fede, della consolazione, dell’amicizia, della solidarietà, del perdono. A un anno dal sisma, scegliamo di ripropor-re, in tutte le parrocchie della nostra diocesi, una colletta per le nostre comunità colpite più gravemente dal sisma: domeni-ca 26 maggio 2013.E’ un modo per far sentire che ci siamo e non le abbando-niamo. E’ un modo, insieme a tanti altri che la carità cristiana ci suggerisce. Vorremmo unirci

a voi in preghiera, in partico-lare nella domenica della festa della Santissima Trinità , ricor-dando le parole dell’Apostolo che ascolteremo nella Litur-gia: “Ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5,3-5).

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6 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Terremoto, un anno dopo

Caritas diocesana:un anno di aiuti in 11 mosse

A seguito della prima scossa di terremoto del 20 maggio 2012, la Caritas diocesana

è stata immediatamente chia-mata a essere presente in loco, sostenuta dalla Caritas italiana e dalla Delegazione regionale Caritas.Pur nell’incertezza e nella con-fusione ingenerata da un even-to così drammatico, la Caritas diocesana si è attivata propo-nendo alle parrocchie/Caritas parrocchiali di ritrovarsi con un appuntamento settimana-le da tenersi in loco. Questo gruppo, nato informalmente e a cui hanno partecipato abi-tualmente circa 20 persone, ha riunito gli operatori delle Ca-ritas parrocchiali operative in zona, ovvero quelle di Finale Emilia, Massa Finalese, San Felice sul Panaro, Camposan-to, Medolla e Cavezzo. Questo appuntamento è stato dedicato a- confrontarsi sull’evolversi della situazione nelle comu-nità, cercando di far luce sui bisogni emergenti di volta in volta;- condividere buone prassi, idee, progetti comuni, favo-rendo scambi tra le persone sia dal punto di vista teorico che pratico;- mettere in comune risorse e opportunità;- conoscersi tra realtà vicine dello stesso vicariato;- coordinarsi tra Caritas par-rocchiali e Caritas diocesana;- promuovere momenti for-mativi.Questo luogo si è informal-mente denominato Coor-dinamento diocesano per il terremoto e gli operatori si sono incontrati, anche con la rappresentanza dei parroci, da maggio a ottobre ogni merco-ledì pomeriggio per lo più a San Felice e Medolla (si è os-servata solo una pausa estiva di due settimane). Le attività delle Caritas par-rocchiali in questo periodo hanno riguardato:● distribuzione di generi ali-mentari e generi di prima necessità (compreso tende e materiali da campeggio);● aiuti economici per famiglie in difficoltà;● visite a domicilio di anziani, malati, disabili, famiglie isola-te...● ascolto● promozione attività di ani-mazione.Complementare a questa at-

Le azioni promosse dalla Caritas modenese a sostegno delle comunità della bassa colpite dal sisma nel maggio 2012

1. Il coordinamento diocesano presso le zone terremotate

tività di incontro di gruppo, nei mesi estivi sono state svol-te periodicamente visite alle singole parrocchie per appro-fondire meglio le situazioni e i bisogni espressi.A ottobre l’incontro setti-manale è stato sospeso per consentire agli operatori delle Caritas parrocchiali di frequentare un corso di for-mazione organizzato tra ot-tobre e novembre, su richiesta delle stesse parrocchie (si veda più avanti).Dopo il corso di formazione svoltosi a ottobre, le Caritas parrocchiali hanno ricevuto mandato di dedicare un con-gruo periodo di riflessione per individuare le piste di lavoro futuro per il proprio gruppo, non più quindi agendo e la-vorando sull’emergenza, ma ponendosi alcuni obiettivi da perseguire nell’anno pastorale in corso.D’accordo con il vicario fora-neo don Roberto Montecchi e i parroci, ci si è nuovamente incontrati il giorno 12 dicem-bre a Rivara, per fare il punto sulle prospettive emerse e da-re seguito ai lavori; in questa sede si è avviato un percorso per la costituzione di un Con-siglio Caritas vicariale; non più quindi un coordinamento nato per affrontare un’emer-genza, ma un luogo stabile ove condividere, riflettere, pregare e lavorare insieme.Per il lavoro futuro delle Ca-ritas parrocchiali del vicariato il vicario ha espresso queste sottolineature:1) stile di vita: promuovere nello stile di vita dei volontari un’attenzione alla preghiera e un ascolto di tipo evangelico, nella consapevolezza che il servizio svolto è inserito nel-la comunità parrocchiale; tali attenzioni potrebbero essere al centro della formazione vi-cariale.2) atteggiamento degli ope-ratori: in qualità di operato-ri essere segni e portatori di speranza, persone gioiose e serene;3) operatività: cercare di non cadere nell’eccesso di profes-sionalizzazione e di organiz-zazione, con l’attenzione che il “fare bene” non sostituisca il “fare con carità”.A queste, la direttrice ha ag-giunto due orientamenti per i lavori del prossimo periodo (inverno/primavera 2013)1) attività di formazione (an-che spirituale): proseguire

l’attività di formazione inizia-ta a ottobre/novembre, soffer-mandosi nei prossimi mesi sul tema della relazione di aiuto.2) analisi dei bisogni e delle risorse nei rapporti tra Cari-tas parrocchiali e Caritas dio-cesana: si propone di sentirsi con una certa continuità per monitorare le esigenze delle Caritas (es. generi alimentari, …) e cercare, quando possibi-le, di reperire le risorse neces-sarie.La Caritas diocesana ha an-che convocato due appunta-menti con un coordinamento allargato, con l’obiettivo di condividere con altre realtà diocesane o vicine alla dio-cesi la situazione delle zone terremotate per condividere progettazioni, avviare rela-zioni, mettere in comune le risorse disponibili. In questi momenti sono stati coinvolti la Pastorale giovanile, il Ban-co alimentare, il Centro spor-tivo italiano, l’incaricato della diocesi per gli aiuti Agea, as-sociazione Animatamente, Agesci, progetto Insieme, Fism; con essi è stato fatto il punto della situazione delle comunità sulla base della rac-colta dei bisogni da parte dei parroci e delle Caritas parroc-chiali della Bassa e si è prova-to a dare risposte attivando i canali offerti da ciascuno.

L’azione della Caritas diocesana è stata so-stenuta e si è coordi-nata sia con la Caritas

Italiana, presente fin dai primi giorni dopo le scosse, che con la Delegazione Caritas dell’Emi-lia-Romagna.Caritas italiana, infatti, in col-laborazione con la Caritas ER, ha da subito fissato un punto di riferimento stabile, dap-prima a Finale Emilia poi a Mirandola(dove è stata posta una struttura atta a ospitare un Centro di coordinamento), all’interno del quale sono stati presenti stabilmente per alcuni mesi due operatori di Caritas italiana e due operatori della Caritas regionale. Dal mese di settembre gli ope-ratori sono rimasti due, uno per Caritas italiana, Mario Attac-capà, deputato a seguire i lavori dei centri di comunità, e uno per la Caritas regionale, Luca Manfredini, deputato a seguire i progetti di Caritas ER.Sono stati svolti diversi incontri di coordinamento tra le Caritas coinvolte e Caritas italiana, che si è recata nei luoghi del sisma attraverso la presenza del di-rettore don Francesco Soddu e sotto il coordinamento di don Andrea La Regina, presente spesso sul territorio assieme ai tecnici Marcello Pietrobon, Piero Rinaldi, Mario Attacca-

2. Rapporti con Caritas italianae Delegazione Caritas Emilia Romagna

pà. In particolare ricordiamo i seguenti appuntamenti:● 22 maggio: incontro a Finale Emilia con direttori e operatori delle Caritas Emiliano-Roma-gnole;● 6 giugno: incontro a Carpi con i direttori delle Caritas col-pite;● 28 giugno: incontro a Bolo-gna con i vescovi e i direttori con a tema la collocazione dei centri di comunità;● 4 settembre: incontro a Bolo-gna con a tema il prestito della speranza;● 5 ottobre: incontro a Mode-na con i vescovi, i direttori e gli operatori delle Caritas colpite.Gli incontri sono stati dedicati a fare il punto della situazione dei bisogni e delle necessità del-le Diocesi colpite cercando di mettere in luce progettazioni e interventi realizzabili.La Caritas italiana, alla luce delle esperienze passate, ha pro-posto la costruzione di Centri di comunità, strutture multi-funzionali a servizio della vita parrocchiale e della comunità, che possono ospitare le cele-brazioni, le attività parrocchiali, diverse forme di ritrovo. Sono sette i centri di comunità in via di realizzazione, almeno uno per ogni unità pastorale a cui si aggiunge quello di Stuf-fione per l’unità pastorale di Ravarino.

La Caritas regionale ha cerca-to di farsi prossima alle dioce-si colpite, non solo mettendo a disposizione operatori, ma confrontandosi all’interno della Delegazione per progettare at-tività condivise a servizio delle comunità terremotate. Sono stati svolti due incontri nell’e-state ed è stato dedicata una mezza giornata di lavoro nella Due giorni di programmazione di Imola, il 25 e 26 settembre 2012. A fianco degli operato-ri di Caritas italiana sono stati affiancati dapprima due opera-tori (fino a fine agosto), poi un operatore che in loco svolge un sostegno alle parrocchie terre-motate, gestisce un magazzino interdiocesano e il Centro di coordinamento della Caritas italiana ed è a supporto delle Caritas diocesane colpite.Allo stesso tempo, la Caritas Regionale ha promosso un gruppo di lavoro tra operatori delle diverse Caritas diocesane per un confronto stabile sui pia-ni di intervento. Tale gruppo si è incontrato nelle seguenti da-te: 1 agosto 2012, 10 settembre 2012, 3 dicembre 2012, 14 gen-naio 2013, 1 marzo 2013.Per la Caritas diocesana di Modena partecipano, oltre al-la direttrice, Paolo Rabboni e Serena Muracchini (ha parte-cipato anche Nicole Bedetti nei mesi estivi/autunnali).

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7Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

Terremoto, un anno dopo

Uno dei primi bisogni emergenti ha riguardato il reperi-mento di strutture temporanee che potessero sostituire le sedi abituali di celebrazioni, ritrovi e opere parrocchiali, rese inagibili dal sisma.

Pertanto l’ufficio, nelle prime fasi, si è occupato di recuperare, attra-verso donazioni o attraverso noleggi e acquisti, strutture con cui far

3. Il reperimento ditensostrutture, tende e container

Parrocchia Uso Ente fornitore Costi per DiocesiCAMPOSANTO (1) parroco (sagrestia 6x2mt) comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)CAVEZZO (4) parroco (sagrestia 6x2mt) comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)

Caritas parrocchiale (ufficio 9x3mt) offerto da azienda Pan Urania di Firenze(tramite ass. “Il mondo una famiglia” di Savignano)

euro 1100 per trasporto

Caritas parrocchiale (magazzino 6x2mt) Phoenix International srl (segnalata da Rock No War) euro 1573 per acquisto + 302,50 per trasportoCaritas parrocchiale (magazzino 6x2mt) Phoenix International srl (segnalata da Rock No War) euro 1573 per acquisto

FINALE EMILIA (2) parroco (sagrestia 6x2mt) comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)scuola materna (ufficio 6x2mt) comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)

MASSA FINALESE (3) parroco (ufficio 6x2mt) comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)Caritas parrocchiale (magazzino 6x2mt) comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)Caritas parrocchiale (magazzino 9x3mt) offerto da azienda Pan Urania di Firenze (tramite ass. “Il

mondo una famiglia” di Savignano)MEDOLLA (4) Caritas parrocchiale (ufficio 6x2mt) comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)

Caritas parrocchiale (magazzino 6x2mt) comune Alta Badia (paga noleggio fino a giugno 2013)Caritas parrocchiale (magazzino 12x2mt per famiglia) Phoenix International srl (segnalata da Rock No War) euro 2783 per acquisto + 423,50 per trasportoCaritas parrocchiale (magazzino 6x2mt per famiglia) Phoenix International srl (segnalata da Rock No War) euro 1573 per acquisto + 302,50 per trasporto

SAN FELICE (5) Centro Don Bosco (magazzino) offerto da Saima Avanderoparroco (ufficio) offerto da Saima AvanderoCaritas parrocchiale S. Biagio(magazzino) offerto da Saima AvanderoCaritas parrocchiale S. Biagio(magazzino) offerto da Saima AvanderoCaritas parrocchiale (ufficio 6x2mt) Box&Box (segnalata da Ufficio Tecnico Curia) euro 3.084,29 per acquisto e trasporto

CONTAINER

fronte a quanto sopra, quali tensostrutture, container, tendoni, ecc.. Con tali strutture si è potuto provvedere:- alla celebrazione eucaristica per i mesi estivi (e in alcuni casi non solo per l’estate);- ad avere sedi per riunioni, ritrovi, appoggi per i centri estivi, attività sociali e ricreative;

- a necessità di ricevere e immagazzinare materiali, beni di prima necessità, ...;- a fissare punti di ascolto delle persone da parte del parroco e della Caritas parrocchiale.Di seguito l’elenco dei container e delle tensostrutture giunte alle parrocchie tramite la Caritas Diocesana:

Il Comune di San Felice ha donato alla parrocchia un container per la sagrestia di Rivara. Totale spese a carico della diocesi: 13.714,79 euro.

TENSOSTRUTTURE Parrocchia Uso Ente fornitore Riferimento CostiCAVEZZO (1) chiesa/centro estivo parrocchia Cles (tramite parr. Vignola) don Gaetano Popoli offertaFINALE EMILIA (1) chiesa don Roberto Montecchi prestito per alcuni mesiMASSA FINALESE (2) chiesa ditta Pagode Cristina Cavani

centro estivo ditta Bresciani don Marco Mori diocesi Brescia

prestito

MEDOLLA (1) chiesa Villafranca ditta Bresciani don Marco Mori diocesi Brescia

prestito

SAN FELICE (3) chiesa San Felice ditta Eurotend Mantova prestitochiesa Rivara parrocchia Magreta prestitochiesa San Biagio ditta Rasero Asti prestito

SAN PROSPERO (1) centro estivo ditta Bresciani don Marco Mori diocesi Brescia

prestito

RAVARINO Stuffione

4. Incrocio disponibilità e richieste: ospitalità, generi di prima necessità, volontariato

Sempre in coincidenza con l’evento e nei mesi immediatamente suc-cessivi, all’Ufficio della

Caritas Diocesana sono giunte una grande quantità di offer-te di aiuto di varia tipologia; possiamo affermare di essere stati testimoni dell’attenzione e della generosità di tantissime persone singole, di associazioni, di molti gruppi e di enti di di-versa appartenenza, che si sono rivolti alla Caritas diocesana per poter, in diverso modo, mettere a disposizione qualcosa, sia in termini di beni materiali che di risorse di volontariato.Tali attenzioni hanno quasi messo in difficoltà gli operatori dell’ufficio che hanno faticato a gestire una tale imponente mole di offerte.Nel periodo estivo (dal 20 mag-gio a fine agosto) abbiamo regi-strato più di 230 offerte, di vario

genere, che si possono macro-scopicamente suddividere nelle seguenti tipologie:- offerte di beni materiali, so-prattutto tende e generi di pri-ma necessità;- offerte di ospitalità sia presso abitazioni sfitte della restante parte della provincia di Mode-na, sia in altre province/regioni d’Italia;- offerte in denaro da devolvere a progetti specifici o più in ge-nerale per la colletta diocesana a favore delle comunità colpite;- disponibilità ad attività di volontariato nei mesi estivi per centri estivi, animazione bam-bini, doposcuola, campi, lavori manuali, sostegno alle Caritas parrocchiali.Oltre a queste quattro grandi aree, le disponibilità che ci sono giunte hanno oltrepassato l’im-maginario.Rispetto a questa area di lavoro,

l’Ufficio della Caritas Diocesa-na si è occupato di:- incrociare domanda e offerta laddove possibile;- mettere in contatto chi ha svolto raccolte alimentari con il magazzino interdiocesano a Fi-nale Emilia per garantire il flus-so di alimenti e generi di prima necessità presso le parrocchie;- orientare i donatori;- fare proposte di volontariato sulla base dei bisogni emergenti e nelle attività proposte dalle Caritas parrocchiali e dal Ta-volo per l’Animazione estiva (si veda a pagina 8).Si sottolineano alcune espe-rienze significative:- la costituzione di un grup-po di 8 volontari per lo più di Modena o della Pedemontana che durante l’estate si è re-so disponibile per un’attività di supporto ai volontari della Caritas di Cavezzo nella di-

stribuzione alle famiglie. Do-po un incontro di conoscenza e di informazione, i volontari hanno costituito delle coppie che, a turno, accompagnavano i volontari della parrocchia a far visita alle persone/famiglie nei diversi quartieri di Cavez-

zo e nelle campagne, per un momento di ascolto/socializ-zazione e per portare un aiuto materiale. Questa attività si è protratta per tutta l’estate per concludersi con un momento di ritrovo insieme a settembre.- Il coinvolgimento di gruppi parrocchiali o appartenenti a associazioni/movimenti nell’a-nimazione dei centri estivi; so-no stati organizzate turnazioni settimanali che prevedevano l’apporto per un’intera setti-mana di gruppi coordinati da personale del luogo. Per questa iniziativa si è dovuto dare pri-orità a chi proveniva dalla pro-vincia o da luoghi abbastanza vicini, vista l’impossibilità di offrire ospitalità a persone pro-venienti da lontano. Questo li-mite ci ha purtroppo costretti a rimandare o non poter accettare le offerte di chi chiamava da lontano.

- A fianco di esperienze spot di raccolte e donazioni, alcune esperienze hanno prodotto un rapporto più continuativo (ad esempio, il gruppo di Frassino-ro per la Via Crucis, la Pallavolo Modena, ecc…). La presenza del magazzino promosso dalla Caritas Regionale a Finale ha consentito di avere un punto di raccolta, anche se temporaneo, ove inviare le offerte pervenute. In tal senso è stato anche cre-ato un contatto tra le Caritas parrocchiali della Pedemontana Ovest che ha rifornito settima-nalmente le parrocchie della Bassa attraverso il magazzino, contatto periodico che è sfocia-to nell’autunno, ad inizio anno pastorale, in un gemellaggio tra la parrocchia di Castelnuo-vo Rangone e la parrocchia di Massa Finalese, oltre a svilup-pare relazioni significative an-che tra le altre parrocchie.

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8 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Terremoto, un anno dopo5. Tavolo per l’animazione

Una delle prime ne-cessità che subito sono emerse dall’e-mergenza, anche

per la chiusura anticipata delle scuole, ha riguardato l’a-nimazione dei bambini. Per rispondere immediatamente a questa problematica, la Ca-ritas diocesana ha convocato un Tavolo di lavoro tematico coinvolgendo soggetti dio-cesani e non, operanti con minori e giovani: Pastorale Giovanile, Centro sporti-vo italiano, Agesci, Azione

cattolica, associazione Ani-matamente, Ridere per vi-vere, Padri Gesuiti, Coni, Comunione e Liberazione. Il Tavolo ha avuto il compi-to di progettare, organizzare e realizzare i centri estivi per bambini suddivisi per fasce di età, delle comunità di Cam-posanto, Cavezzo, San Felice, Massa Finalese, San Prospe-ro, Medolla, e Novi e Miran-dola (realtà che, anche se non afferenti al territorio della Diocesi di Modena, erano in contatto con il Csi).Per il coordinamento dei cen-

6. Contatti con istituzionie altri soggetti del territorio

Durante i mesi esti-vi, si è cercato, an-che se con fatica per le condizioni

di concentrazione di lavoro, di stress e di emergenza, di avviare rapporti stabili prima con la Protezione Civile –at-traverso contatti con l’assesso-re provinciale e con il Centro Unificato di Protezione Civi-le di Marzaglia– Provincia di Modena- poi con i C.O.C. (Centri di Coordinamento Comunale deputati a gestire l’emergenza), con l’obiettivo di condividere azioni e risor-se. I contatti sono stati fram-mentari, ma in alcuni casi ci hanno consentito di orientare meglio le risorse disponibili; ad esempio in occasione della chiusura dei campi, la Caritas è stata contattata per lo usu-fruire delle eccedenze alimen-tari, rimaste.Oltre a numerosi contatti te-lefonici, in particolare sono stati incontrati i C.O.C. nei seguenti appuntamenti:● 19 luglio: San Felice● 26 luglio: Finale Emilia● 31 luglio: Medolla● 31 luglio: Cavezzo● 1° agosto: CamposantoSono stati svolti incontri con i servizi sociali dei comuni, per rinnovare e in alcuni casi co-stituire una relazione di scam-bio e confronto rispetto alle situazione di difficoltà seguite dai servizi e dalle parrocchie.Ci sono stati frequenti contatti con il Centro servizi volonta-riato di Modena, con l’obiet-tivo di orientare al meglio le offerte di volontariato che in quei mesi giungevano sia in Caritas che presso il Centro servizi. Ad esempio, grazie a questa collaborazione, sono stati inviati volontari in aiuto al collega della Caritas regio-nale Luca Manfredini presso il magazzino di Finale Emilia.

tri estivi sono state individua-te figure giovani del luogo, coadiuvate di settimana in settimana da tante presen-ze di gruppi, provenienti da Modena ma soprattutto da province limitrofe.L’attività si è protratta da giu-gno a settembre fino alla ria-pertura delle scuole.La Caritas diocesana per il coordinamento del Tavolo ha espresso una figura apposita, Nicole Bedetti, che si è oc-cupata di gestire per tutto il periodo le attività del tavolo;

a rendicontazione di questa attività è stato predisposto un testo specifico.Rileviamo qui come il movi-mento nato in questa occa-sione, ha creato le condizioni perché si potesse proseguire un lavoro più stabile per la nascita di oratori e attività per minori, anche grazie alla valorizzazione delle risorse locali per il coordinamento dei centri estivi; questa scelta del tavolo per l’animazione si è rilevata vincente anche per il periodo successivo.

7. Interventi caritativi pernuclei famigliari in difficoltà

A partire dalla fine dell’estate, le Ca-ritas parrocchia-li hanno potuto

considerare meglio le situa-zioni delle persone assistite e hanno individuato quelle situazioni di maggiore gravità o disagio, per cui fosse neces-sario un aiuto aggiuntivo e un accompagnamento sistemati-co. Si tratta di situazioni di famiglie con grossi danni al-le abitazioni o senza la casa, situazioni di famiglie in cui i portatori di reddito hanno perso il lavoro o si trovano in cassa integrazione, situazioni di persone disabili o anziani in grosse difficoltà, ecc..Le Caritas parrocchiali, dopo una condivisione all’interno del coordinamento diocesano,

8. Affiancamento e accompagnamento formativo delle Caritas parrocchiali

Dopo i primi me-si dell’emergenza, coincidenti con l’estate, passata la

prima attivazione per far fronte alle emergenze, le Caritas par-rocchiali hanno rallentato gli in-contri settimanali periodici per dedicare un tempo alla riflessio-ne e alla formazione.All’interno del coordinamento diocesano più volte è emersa la richiesta di momenti formativi, sia per ritrovare il senso dell’agi-re proprio delle Caritas parroc-chiali –in un momento in cui era anche facile alimentare messaggi confusi sui ruoli e le finalità- e per alimentare la motivazione, in considerazione anche dei tanti nuovi volontari che l’esperienza del terremoto aveva avvicinato alla Caritas.E’ stato proposto un percorso

hanno pertanto proposto di concentrare alcuni aiuti per queste situazioni, con il sup-porto della Caritas diocesana. In particolare sono stati de-stinati piccoli fondi per inter-venti caritativi e per la Caritas parrocchiale, a partire da una richiesta formale del parroco e dalla descrizione della si-tuazione (con l’accordo di una rendicontazione finale):- San Felice: contributo per affitti, caparre da fornire per affitti di nuove abitazioni, lavori di manutenzione per l’agibilità;- Medolla: contributo per consentire ai cresimandi di svolgere l’annuale ritiro in preparazione del Sacramento della Confermazione, contri-buti economici per interven-

ti edili, affitti, bollette, libri scolastici, medicine a fami-glie in difficoltà, contributo per il basamento da realizzare per la posa della casetta of-ferta dal Piemonte come sede della Caritas parrocchiale.- Finale: contributo per l’ac-quisto di testi scolastici, aiuto a una famiglia disabile, soste-gno per le spese del campeg-gio già previsto per i bambini- Camposanto: contributo per affitti, pagamento di bol-lette, spesa a famiglie in con-dizione di disagio.Questo sostegno alle Caritas parrocchiali rimane in essere anche ora e potrà proseguire a fronte di una valutazione delle richieste e delle dispo-nibilità della Caritas dioce-sana.

base di formazione rivolto agli animatori Caritas del vicariato della Bassa, che è stato realizza-to grazie anche alla disponibili-tà di formatori provenienti da comunità gemellate (diocesi di Forlì con l’unità pastorale di San Felice sul Panaro e Delegazione regionale Caritas del Piemonte con l’unità pastorale di Medolla). Il percorso si è articolato in 4 incontri di due ore e mezzo cia-scuno svoltisi per quattro sabati consecutivi presso la parrocchia di Rivara, con i seguenti conte-nuti:1. In ascolto della Caritas, iden-tità e finalità della Caritas nella PastoraleSauro Bandi – direttore della Caritas di Forlì2. In ascolto della comunità lo-cale. Dopo il terremoto: la casa, il lavoro, le relazioni

Andrea Casagrande, presidente Acer ModenaAlessandro Monzani, Confoco-operative ModenaLuigi Tagliabue, psichiatra3. In ascolto delle vecchie e nuo-ve povertà, metodi e strumenti della Caritas parrocchialeClaudio Mezzavilla – direttore della Caritas di Cuneo4. In ascolto della Parola di Dio per lasciarsi guidare e sostenere nel servizio di animazione Ca-ritasPierluigi Dovis – delegato re-gionale Caritas Piemonte-Valle d’Aosta. Il percorso ha visto la partecipazione di 45 volontari (di cui abbiamo registrato le pre-senze, cui si aggiunge un numero di almeno 4/5 persone che non hanno lasciato il nominativo), provenienti da tutte e 6 le unità pastorali della Bassa.

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9Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

Terremoto, un anno dopo9. Bando straordinario servizio civile per zone colpite dal sisma

Durante i mesi estivi è arrivata da parte della regione Emi-lia Romagna, in

accordo con il Governo, la pro-posta di pubblicare un bando straordinario di Servizio civile volontario per le zone terremo-tate per un totale di 500 posti.

Si è pensato ad un unico pro-getto, coordinato dal Comu-ne di Modena, che vedesse la partecipazione di tutti gli enti di Servizio civile del territorio, comprese le Caritas diocesane di Carpi, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Nei mesi autunnali è quindi ini-

ziata una collaborazione, che ha visto coinvolta anche la Caritas diocesana modenese, per pre-parare un progetto di Servizio civile che prevedesse il coinvol-gimento di giovani in attività a favore delle popolazioni colpite. Il progetto è stato presentato a fine 2012 e successivamente

approvato dal governo; dal 15 al 30 gennaio è stato aperto il ban-do che consentiva ai giovani di candidarsi al progetto “Per Da-niele: Straordinario Come Voi” che prevede 350 posti per gio-vani italiani e 100 per giovani stranieri nel settore “assistenza ed educazione” (successivamen-

te è uscito un ulteriore bando per il progetto nell’area “recu-pero beni culturali”).La Caritas diocesana ha coin-volto nel progetto 6 parrocchie del Vicariato della Bassa ed il Movimento per la Vita di Fi-nale Emilia per un totale di 17 posti disponibili (13 per giovani

italiani + 4 per giovani stranie-ri). Il progetto prevede il coinvolgi-mento dei volontari in Servizio civile nel sostegno ai servizi at-tivati dalle Caritas parrocchiali e nelle attività per i minori pro-posti dalla parrocchia (oratorio, doposcuola, …).

Sedi d’attuazione Nominativo OLP(operatore locale di progetto)

Posti SCN italiani

Domande ricevute

Giovani selezionati

Posti SCR stranieri

Domande ricevute

Giovani selezionati

Posti Totali Scn/scr

PARROCCHIA CAMPOSANTO SERGIO MONELLI 2 3 2 0 2PARROCCHIA CAVEZZO RAFFAELLA BERTONI 2 5 2 0 2PARROCCHIA FINALE EMILIA MIRELLA GROSSI 2 3 2 1 1 1 3PARROCCHIA MASSA FINALESE

CARLA MUSAZZI 2 3 2 0 2

PARROCCHIA MEDOLLA FILOMENA BASILE 2 3 2 1 1 1 3PARROCCHIA SAN FELICE S/P ELEONORA NOVI 2 3 2 1 1 0 3MOVIMENTO PER LA VITA (COORDINAMENTO CENTRI AIUTO ALLA VITA DEL VICARIATO)

ANTONELLA DIEGOLI 1 2 1 1 1 1 2

13 22 13 4 4 3 17

10. Contatti con donatori

Un’altra attività che ha riguardato e tut-tora prosegue spo-radicamente è stato

il mantenimento dei rapporti con i donatori, sia per offerte in denaro di una certa consi-

stenza, sia per beni materiali oppure per adozione di pro-getti specifici sul territorio. A titolo esemplificativo si ripor-tano alcuni dei contatti intrat-tenuti:- Royal Photographic Society,

Ente organizzatore di un’asta di beneficienza i cui proventi sono stati devoluti alla Caritas Diocesane a sostegno di fami-glie in difficoltà.- Azienda di abbigliamento di San Vendemiano (Trevi-

11. Gemellaggi pastorali

Il gemellaggio pastorale in occasione di stati emer-genziali o eventi calami-tosi, viene promosso da

Caritas italiana, per sostenere le comunità nell’affrontare sia il periodo di crisi che il periodo post-emergenza con lo sviluppo di progetti che si articolano su tempi medio-lunghi. L’ufficio della Caritas diocesana ha provveduto a diffondere l’ini-ziativa attraverso un documento predisposto ad hoc, la presen-tazione della proposta ad inizio anno pastorale (anche in occa-sione della Due giorni del clero) e in incontri predisposti (coordi-namento diocesano allargato, in-contro di formazione nella zona pedemontana ovest, ...). Da esso si estrapola il senso di questa proposta:La Caritas italiana, dall’espe-rienza del terremoto del Friuli, incoraggia e promuove queste relazioni invitando a conside-rarle dei progetti di prossimità, espressione della fraternità e del-la comunione tra Chiese sorelle nei diversi livelli di articolazioni territoriali.La prossimità è il cuore del ge-mellaggio che si manifesta in varie espressioni, tutte ispirate e guidate dalla comunione eccle-siale e dalla conversione spiritua-le che coinvolge in modo uguale e paritario chi aiuta e chi è nel bisogno, quali ad esempio: il do-no di beni e materiali, l’offerta di denaro, la presenza di volontari,

la collaborazione Ministeriale, visite, ospitalità, condivisione di

esperienza pastorali.Ogni gemellaggio dà vi-ta alla propria storia di co-munità nell’insieme delle esperienze significative prima tra tutte la celebrazione eucaristica e poi l’incontro tra i rispettivi consigli pastorali, la formazio-ne degli animatori pastorali, la realizzazione di opere e attività individuate.Anche in occasione del terre-moto in Emilia, la Caritas Ita-liana ha proposto la forma del gemellaggio, come strumento

di aiuto alle comunità colpite, distribuendo le diverse Delega-

zioni regionale su tutto il terri-torio affinché nessuna comunità rischiasse di essere trascurata o dimenticata nelle diverse forme di aiuto.Sono 5 le delegazioni regionali gemellate con le Unità pastorali della nostra diocesi:- delegazione Triveneto con le Unità Pastorali di San Felice e di Camposanto;- delegazione del Piemonte-Valdaosta con l’Unità pastorale di Medolla;- delegazioni delle Marche e

dell’Umbria con le Unità Pasto-rali di Cavezzo e di San Prospe-

ro;- delegazione del Lazio con l’U-nità pastorale di Finale Emilia.A seguito della ripartizione dei gemellaggi, tra luglio e set-tembre, tutte e 5 le delegazioni

regionali hanno fatto visita al vescovo, ai vicari e alle comunità parrocchiali gemellate:- 4 luglio 2012: incontro con de-legazione del Triveneto- 12 luglio 2012: incontro con delegazione del Lazio - 13 luglio 2012 e 1° ottobre 2012: incontro con delegazione del Piemonte/Valdaosta- 18 luglio 2012 e 14 settembre 2012: incontro con delegazioni dell’Umbria e delle Marche.Nei primi mesi di conoscenza e collaborazione i gemellaggi si sono sviluppati in modo diverso a seconda delle realtà coinvolte e delle esigenze emerse. Si riporta una sintesi dei con-tatti e delle azioni realizzate all’interno dei gemellaggi con le delegazioni regionali Caritas:- delegazione Triveneto e Uni-tà Pastorali di San Felice e di Camposanto Il Triveneto, a seguito dei primi incontri conoscitivi delle due comunità, sotto il coordinamen-to del direttore della Caritas Diocesana di Trento Roberto Calzà ha sostenuto le seguenti iniziative:- ristrutturazione della scuola

materna “Caduti per la patria” e la messa in opera di due pre-fabbricati in affitto della ditta Niederstetter da adibire a dor-mitorio/aula per i bambini, cui si è aggiunto un modulo abita-tivo per le suore;- noleggio per otto mesi di 6 moduli abitativi da destinare a famiglie particolarmente in difficoltà delle due unità pa-storali: 3 sono state collocate a San Felice rispettivamente per 3 famiglie, 2 sono stati collo-cati a Camposanto, rispettiva-mente per due famiglie e 1 è stato collocato presso la casa di accoglienza dell’associazione Il Porto a San Biagio di San Fe-lice per accoglienze temporanee degli ospiti dell’associazione. L’individuazione delle famiglie beneficiarie è stata vagliata dalle Caritas parrocchiali assieme al parroco e condivisa con la Cari-tas diocesana.- progetto a cura di un giovane grafico di Bolzano per la realiz-zazione di magliette per la sen-sibilizzazione alla ricostruzione.E’ stato presentato nei mesi scorsi un progetto di sostegno per l’anno 2013, che comprende:

a) Sostegno alle famiglia in difficoltà per mancanza di reddito da lavorob) Sostegno alle famiglie con scarsa capacità finanziaria ed economica:c) Raccolte generi alimentari e di prima necessitàd) Formazione e sostegno ai volontarie) Progetto di affido famiglie in difficoltà per il posto di lavoro.

so), per un’offerta a un servizio scolastico per minori (presen-tate le situazioni delle scuole materne di Medolla e Cavez-zo).- General Electric, che è stata orientata alla Cooperativa La

Lucciola.- Orizzonte SN, che si è in-teressata al sostegno di un’a-zienda in difficoltà.- Caritas Antoniana, che ha promosso il sostegno alla scuola materna di Cavezzo at-

traverso la sua rete di contatti.- Donazione di vaccini antin-fluenzale per tutto il distretto dell’Area nord da parte della Ditta Abbott, attraverso una convenzione apposita con Azienda Ausl.

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10 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Terremoto, un anno dopo- Delegazione Piemonte-Valdaosta e Unità Pastorale di MedollaAnche la delegazione del Pie-monte si è attivata dopo le visite dell’estate per rispondere alle prime esigenze emerse, parten-do dal fornire una sede alla Ca-ritas parrocchiale, una casetta di legno donata da un’azienda pie-montese espressamente per le zone terremotate, e dall’inviare disponibilità di volontariato per l’animazione.Successivamente la delegazione Piemonte è stata coinvolta nel percorso di formazione dell’au-tunno, partecipando con tre formatori negli incontri del 27 ottobre e del 3 novembre.Si sono inoltre susseguiti diver-si scambi e visite sia a Medolla, dove in occasione degli eventi principali legati non solo alla liturgia ma anche alla ricostru-zione la delegazione ha par-tecipato con ardore, ma anche in Piemonte dove il parroco e alcuni referenti della Caritas parrocchiale hanno partecipato a incontri della delegazione.A Natale, inoltre, un piccolo nucleo di seminaristi di Asti ha fatto visita alla comunità, impegnandosi in attività di ani-mazione con i bambini dell’o-ratorio e del catechismo (con l’organizzazione di una festa per l’Epifania), nell’aiuto al cen-tro di ascolto e nelle visite alle famiglie. L’esperienza è stata tanto apprezzata da entram-be le parti e si è ripetuta nella settimana successiva a Pasqua, coinvolgendo tutti i gruppi del

catechismo.Anche la parrocchia di Medol-la, a seguito di fruttuosi incontri con la delegazione Piemonte, ha fatto alcune ipotesi di pro-getti da portare avanti con l’a-iuto delle comunità gemellate.- Delegazioni delle Marche e dell’Umbria e Unità Pastorali di Cavezzo e di San ProsperoDopo un paio di visite in esta-te e a settembre, il gemellaggio con le delegazioni delle Mar-che e dell’Umbria si è avviato più lentamente, dapprima con l’adesione da parte delle par-rocchie delle Marche alle ini-ziative di raccolte fondi per la comunità di Cavezzo (iniziativa di vendita dei calendari), in un secondo momento attraverso l’organizzazione di una visi-ta da parte di una parrocchia della diocesi di Macerata. Ta-le visita si è concretizzata il 5 gennaio scorso a Cavezzo; un nutrito gruppo della Caritas parrocchiale di Montelupone ha incontrato il parroco don Giancarlo e alcuni componen-ti della Caritas parrocchiale. E’ stato un momento significativo per tutti, nella condivisione sia delle attività delle due Caritas, sia di un momento liturgico; si sta già programmando un se-condo incontro nelle Marche a marzo.- Delegazione del Lazio e Uni-tà Pastorale di Finale EmiliaCome per le delegazioni dell’Umbria e delle Marche, anche il gemellaggio con il La-zio ha avuto un avvio delicato e rispettoso. Nel momento in

cui le comunità del Lazio sono state interpellate, c’è stata una risposta pronta e accogliente. Si stanno conducendo alcune ini-ziative in fase di realizzazione:● invio di beni materiali offerti da donatori del Lazio a Finale Emilia; sono giunti a Finale mobili da arredamento da desti-nare a un esercizio commerciale del territorio o alle parrocchie. Ad essi si aggiungeranno altri beni di prima necessità, grazie a un contatto del collega della Caritas regionale Luca Man-fredini.● Visita scolastica a Roma: una classe di quinta elementare (bambini, genitori e insegnan-ti) delle scuole di Finale è stata ospitata a Roma per una gita scolastica● Volontariato: un gruppo scout del Lazio si è reso disponibile per svolgere un campo di servi-zio presso le parrocchie di Massa Finalese e Finale. L’iniziativa è in fase organizzativa.Le offerte raccolte da queste de-legazioni regionali in occasione della Colletta nazionale sono state tutte versate a Caritas Ita-liana e saranno utilizzate per la realizzazione dei Centri di Co-munità e per i progetti di soste-gno alle Caritas diocesane e alle parrocchie coinvolte.Contestualmente ai gemellaggi delle delegazioni regionali Ca-ritas, sono nati spontaneamente altre iniziative di gemellaggio tra le diocesi della nostra regione e le parrocchie della diocesi non coinvolte dal terremoto, secondo lo schema sottostante.

GEMELLAGGI IN CORSO

Unità pastorale Parroco Gemellaggio in corso Tipologia di gemellaggio

SAN PROSPEROS. PIETRO IN ELDAS. LORENZO DELLA PIOPPASTAGGIA

don AldoPellacani

Umbria/Marche

parrocchia di Staggia (Siena)

parrocchia di Spilamberto

delegazione Caritas Regionale

tra parrocchie

tra parrocchie

SAN FELICE RIVARASAN BIAGIO

don Giorgio Palmieri

Triveneto

Forlì

Parma

parrocchia di Sant’Agostino

delegazione Caritas Regionale

tra Diocesi

tra Diocesi

tra parrocchie

FINALE RENO

don Ettore Rovatti e don Roberto Montecchi

Lazio

Piacenza

delegazione Caritas Regionale

tra Diocesi

MASSAFINALESE

don Jean Jacques Meyong

Castelnuovo Rangonecon Massa Finalese

tra parrocchie

CAMPOSANTOCA’ DE COPPISOLARA

don Walter Tardini

Triveneto

parrocchia di Serramazzoni

delegazione Caritas Regionale

tra parrocchie

CAVEZZODISVETROMOTTA SUL-LA SECCHIA

don Giancarlo Dallari

Umbria/Marche

Caritas Antonianadiocesi di Alba

delegazione Caritas Regionale

diocesi

MEDOLLAVILLAFRANCACAMURANA

don Davide Sighinolfi

Piemonte/Valdaosta

San Cesario

delegazione Caritas Regionale

tra parrocchie

Noi abbiamo vissuto il terremoto. Il rombo, lo squarcio, il tremare delle pareti di casa, il correre fuori all’impazzata ci sono rimasti nella mente e negli occhi e non ci abbandonano. La paura si attenua, si rarefà, ma a rinnovarla

restano brandelli di muri che via via crollano, vuoti dove prima sorgevano palazzi, cumuli di macerie e un campanile tagliato a metà ed abbandonato in un prato.E dopo? Ci si ritrova diversi: increduli, spaesati, sommersi dal terrore che il fenomeno si ripeta. A poco a poco, però, si sente forte l’esigenza di fare qualcosa, di collaborare, di aiutare chi è più in difficoltà di noi.Il terremoto esiste, ci ha colpiti, ma bisogna andare avanti. Si avverte più chiara, a quel punto, la voce di Dio, si prega sempre a fior di labbra, nel cuore, ci si affida e, pur nella tensione, si comincia a reagire.Noi, Caritas di Medolla, siamo stati “abbracciati” dagli operatori della Ca-ritas diocesana modenese. Sono arrivati subito, sono tornati ogni mercoledì per mesi e mesi, hanno guida-to riunioni che si tenevano all’aperto perché pochi luoghi erano rimasti agi-bili. A volte a San Felice, a volte a Cavezzo, spesso a Medolla si sono ritrovati gli operatori delle Caritas della Bassa. Sotto le ten-de si riferivano le nostre situazioni, si scambiavano esperienze, ci si conosceva e si riceveva tanto conforto dalla certezza di non essere soli ed abbandonati. Prima degli aiuti economici, più che mai indispensabili, sono arrivati viveri, indumenti, possibilità di soggiorni-vacanza, piccole somme di danaro a fronte di progetti urgenti, suggerimenti per pratiche burocratiche…Grazie alla Caritas diocesana, si sono stretti preziosi gemellaggi. Medolla è tutt’ora gemellata con il paese di San Cesario e con la regione Piemonte. La collaborazione è continua e si esprime in comunione di preghiera e concreta solidarietà.Oggi, ad un anno dal sisma, ci aspetta ancora tanto lavoro da fare, ma ci sentiamo più forti, abbiamo fede e siamo decisi a non arrenderci.Abbiamo sperimentato che “passare dall’Io al Noi” ha un prezzo molto alto. Non vogliamo sprecare nulla e, con l’aiuto di Dio, siamo pronti a camminare nella speranza.

Medolla, da “io” a “noi”

Queste pagine con i dati riferiti alla Caritas sono state curate da Serena Muracchini.

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11Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

Terremoto, un anno dopo

Gli uffici dell’economo diocesano illustrano quanto realizzato dal 20 maggio scorso

Come sono state utilizzate le offerte pervenute

Ad un anno dalle devastanti scosse telluriche del mag-gio 2012, la dio-

cesi ritiene suo preciso dovere rendere conto in modo detta-gliato (compatibilmente con lo spazio a disposizione) delle somme generosamente offerte da tante persone per aiuti nelle zone colpite dal terremoto.E’ doveroso anche un sentito ringraziamento a tutti gli of-ferenti, per il loro encomiabile gesto di solidarietà e per la fi-ducia dimostrata nei confronti della diocesi.Ripensando ai giorni imme-diatamente susseguenti al-

le scosse, vengono ancora in mente incancellabili scene di distruzione: edifici abbattuti, chiese diroccate o gravemen-te lesionate, campanili crollati o pericolanti, case in rovina, famiglie sfollate e senza tetto, macerie ovunque…La diocesi si è subito mobili-tata per i primi e più urgen-ti soccorsi. Naturalmente gli interventi hanno avuto, come punti di riferimento, le par-rocchie, a partire dalle Caritas locali per gli aiuti alle persone

bisognose e dagli edifici par-rocchiali (chiese, canoniche, campanili, ecc...) per gli inter-venti di maggiore urgenza. In alcuni casi, grazie ai fondi raccolti, la diocesi ha finanzia-to per intero gli interventi di “messa in sicurezza” degli edifi-ci, in altri casi ha fornito mate-riali occorrenti per le opere che sono state eseguite dai Vigili del fuoco (ai quali va un gran-de, rinnovato ringraziamento).E’ opportuno chiarire che ”messa in sicurezza” non vuol dire ripristino o restauro, non significa rendere nuovamen-te agibili gli edifici lesionati o crollati, ma vuol dire più semplicemente: interventi per consolidare l’esistente (nelle condizioni risultanti dopo le scosse), per evitare ulteriori crolli e danni.Sempre nello stesso periodo immediatamente successivo al terremoto, si è cominciato a pensare, caso per caso, ai modi migliori per assicurare ad ogni parrocchia il minimo necessa-rio per continuare in qualche modo l’attività. Anche grazie ai fondi raccolti, in alcuni casi sono stati sistemati e adegua-ti locali in edifici che avevano subito danni limitati; in altri posti si è fatto ricorso a tenso-strutture (per alcune di queste, la diocesi si è fatta carico delle

spese per l’installazione e per il noleggio); in altri ci si è orien-tati verso strutture prefabbrica-te in temporanea sostituzione di chiese e di opere parrocchia-li distrutte o inagibili.Ogni parrocchia aveva situa-zioni ed esigenze diverse e particolari. La diocesi, utiliz-zando le offerte ricevute, ha dato contributi più o meno importanti per la soluzione di

tanti problemi praticamente in tutte le parrocchie colpite dal terremoto. Oltre ad effettuare interventi “diretti”, la diocesi si è attiva-ta in molti modi per ottenere aiuti e finanziamenti a favore delle realtà più bisognose. Tra l’altro, sono stati promossi e curati i “gemellaggi” con altre diocesi e regioni ecclesiasti-che.

Per ciò che riguarda le citate strutture prefabbricate, la situazione è la seguente.A Medolla la chiesa prefabbricata sarà inaugurata il 29 maggio, ad un anno esatto dal terre-moto.

A Villafranca è stata da tempo inaugurata la chiesa prefabbricata donata dal Banco S.Geminiano e S. Prospero.A San Felice sono state avviate le opere per la costruzione della chiesa prefabbricata offerta in gran parte dalla associazione delle Banche Popolari italiane.A Camurana la diocesi ha provveduto a collocare un prefabbricato che serve sia per le funzioni reli-giose e le attività parrocchiali, sia come abitazione del sacerdote lì residente.A Finale Emilia è stato appena inaugurata la nuova sede della scuola materna (un edificio prefab-bricato per quasi 200 bambini, donato dalla associazione che riunisce i costruttori di strutture pre-

fabbricate in legno).Sempre a proposito di prefabbricati, una menzio-ne particola-re meritano i cosiddetti “Centri di c o m u n i t à ” offerti dalla Caritas na-zionale. So-no strutture prefabbricate di varie di-m e n s i o n i ,

fino a 300 metri quadri, utilizzabili per attività liturgiche, sociali e ricreative tese a riaggregare e rafforzare il tessuto sociale. I “centri” destinati alle parrocchie della nostra diocesi sono sette. Cinque sono già stati completati e inaugurati a Stuffione, a Medolla, a Cavezzo, a San Prospero, a Solara. Per le strutture di Finale e di San Felice, sono in corso i lavori.A proposito di questi cosiddetti “centri di comunità”, c’è da aggiungere che una di queste strutture è stata offerta dalla diocesi di Pescia (provincia di Pistoia) che l’aveva ricevuta dalla Caritas una decina di anni fa e ne aveva esaurito l’utilizzo. La diocesi ha organizzato e pagato (sempre con i fondi rac-colti) lo smontaggio, il trasporto a Massa Finalese e il rimontaggio. Dopo alcuni adeguamenti, ora costituisce la sede temporanea della scuola materna. Il vecchio edificio della scuola, lesionato dal ter-remoto, verrà presto sistemato, grazie a un altro contributo della Caritas nazionale. Lo stesso edificio avrà anche, al piano superiore, ambienti per ragazzi e per altre attività parrocchiali.Ancora a Massa Finalese, con un contributo della Cei, nella chiesa parrocchiale è stato avviato un intervento per la messa in sicurezza e per un primo lotto di lavori di ripristino. Per quanto riguarda i finanziamenti pubblici, un’ordinanza regionale del dicembre scorso ha asse-gnato alla diocesi di Modena, per minimi interventi di riparazione e ripristino di chiese dichiarate inagibili, una somma complessiva di 3.179.000 euro. Le chiese interessate sono nove, e precisamente: le chiese parrocchiali di Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Cavezzo, Nonantola, Ravarino, Rivara, Soliera e la chiesa della Confraternita della buona morte di Finale.Gli importi previsti per le singole chiese appaiono molto limitati e appena sufficienti per la riapertura, ma non certo per restauri completi. Nelle nove parrocchie interessate, da dicembre è iniziata una atte-sa accompagnata da una certa impazienza. Comprensibilmente, i parrocchiani hanno fretta di riavere la loro chiesa, ma i tempi sono lunghi e, in pratica, non c’è modo di abbreviarli. I progetti devono infatti essere approvati sia dalla Regione, sia dalla Soprintendenza ai Beni Archi-tettonici. Entrambi gli enti hanno da esaminare in maniera approfondita un gran numero di progetti.Occorre anche aggiungere che, per questi interventi, i lavori non potranno iniziare subito dopo l’ap-provazione del progetto, in quanto, poiché si tratta di fondi pubblici, devono essere osservate tutte le complesse regole stabilite per i lavori gestiti da enti pubblici.Successivamente alla citata ordinanza, ce n’è stata un’altra che ha previsto ulteriori stanziamenti per complessivi 856.000 euro per interventi di “messa in sicurezza” a Motta di Cavezzo, a Finale e a Reno Finalese. Sono invece già iniziati, grazie a un contributo stanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, i lavori per riaprire il santuario di San Clemente (parrocchia di Bastiglia).A Finale, con fondi pervenuti come offerte, è stata resa nuovamente agibile la chiesa del Seminario, che ora viene utilizzata come chiesa parrocchiale, dopo che il terremoto ha messo fuori uso le altre chiese esistenti, che erano state restaurate da poco tempo.

Nella Bassa

La situazione di Nonantola merita un cenno. Nonostante Nonantola sia fuori dal cosiddetto “cratere”, sono state lesionate e dichiarate inagibili sia l’Abbazia sia la chiesa della Pieve.Per l’Abbazia, è stato confermato che, date anche la complessità e le difficoltà dell’intervento, i lavori

di sistemazione e riapertura comportano un costo complessivo di un milione e mezzo di euro. Per ora si può contare solo su un contributo di 500.000 euro, messo a disposizione dal Comune di Nonan-tola. Si spera che possano presto arrivare altri fondi.Migliore è la situazione per quanto riguarda la Pieve, l’altra chiesa di Nonantola. Qui i lavori, in parte finanziati dalla diocesi con i fondi raccolti, sono iniziati già da tempo e hanno consentito, dopo una breve apertura in occasione del Natale, una parziale riapertura a partire dalla Pasqua scorsa.

A Nonantola

Va segnalato che la regione Emilia Romagna sta predisponendo un piano triennale per la ricostruzio-ne e ha chiesto alle diocesi interessate di segnalare le priorità per futuri interventi sulle chiese e le case canoniche vincolate. C’è quindi una concreta speranza che finanziamenti pubblici arriveranno

alle nostre parrocchie anche nei prossimi anni.Per alcune delle chiese più gravemente danneggiate, un intervento di ricostruzione appare alquanto impro-babile. Problemi grandi e irrisolti ce ne sono ancora molti. Forse, dopo un anno, si può dire conclusa la fase dell’e-mergenza, ma la strada da percorrere è ancora molto lunga e richiederà molto tempo, molta pazienza e molta determinazione.Resta da dire che, come figura nei prospetti di seguito riportati, i fondi pervenuti alla diocesi in relazione al terremoto ammontano a circa 2.300.000 euro. Un nuovo, sentito ringraziamento va rivolto a tutti coloro che con sensibilità e generosità hanno contribuito a formare questa somma, rendendo possibile la realizzazione di interventi importanti, di grande utilità per le nostre parrocchie. Tra coloro che hanno dato offerte – tutti meritevoli di menzione – non possiamo non citare diversi istituti di credito e in modo particolare le banche maggiormente presenti sul territorio modenese.Dei fondi raccolti, circa la metà è già stata erogata, quasi tutta l’altra metà è stata impegnata per opere in corso, non ancora completate.Non tutti i fondi sono stati destinati ad interventi su edifici. Soprattutto nell’estate scorsa, nell’immediato post-terremoto, la Caritas diocesana ha svolto, nelle zone della Bassa, una vasta attività per interventi di emergenza, per assistenza a bisognosi, per sostegno alle Caritas parrocchiali, ecc... Tra l’altro, con gli stessi fondi è stato anche allestito, presso una parrocchia di Modena, un deposito per le opere d’arte e gli oggetti di valore provenienti dalle zone terremotate.A questo proposito, va segnalata la mostra “L’arte nell’epicentro”, in corso presso il Museo diocesano di No-nantola, nella quale sono esposte alcune delle opere salvate nelle chiese delle zone più colpite dal terremoto.

Guardando al futuro

Nella pagina seguente le tabelle sull’utilizzo dei fondi pervenuti alla diocesi.

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12 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Terremoto, un anno dopo

RACCOLTA FONDI TERREMOTO EMILIAMag. 2012/2013 TOTALIOfferte dal Santo Padre Papa Benedetto XVI e da altri per Suo tramite € 160.578,00

Offerte da parrocchie dell’arcidiocesi Modena-Nonantola € 130.591,35Offerte da parrocchie extra-diocesi, congregazioni, monasteri, missioni estere, comuni, ecc… € 203.452,71Offerte dalla diocesi di Teramo in memoria di mons. Abele Conigli € 50.000,00Offerte da banche e gruppi bancari € 225.000,00Offerte da associazioni sportive, culturali, cral, circoli e onlus diverse € 106.701,88Privati da tutta Italia; scuole e istituti diversi e aziende e attività commerciali € 551.932,71TOTALE FONDI RACCOLTI DIOCESI MODENA-NONANTOLA € 1.428.256,65

Arcidiocesi di Modena-Nonantola Caritas diocesana - Ramo Onlus

Interventi effettuati alla data odiernaContributi a parrocchie interventi di prima emergenza € 241.534,79

Contributi a famiglie bisognoseInterventi caritativi a famiglie bisognose e con bambini

€ 27.617,25

Spese per interventi su edifici parrocchiali e strutture di culto, aggregazione e so-cializzazione

€ 25.978,24

Messa in sicurezza e ripristino parziale chiese ed edifici parrocchiali € 535.188,86Noleggio e installazioni tensostrutture parrocchiali € 16.403,20 Spese per salvataggio delle opere d’arte € 7.513,00Spese organizz. e oneri bancari € 2.062,04Totale € 830.319,14

Impegni di spesa per interventi programmatiContributi a parrocchie € 159.181,54 Contributi a famiglie bisognose € 14.523,10Spese per interventi su edifici parrocchiali e strutture di culto, aggregazione e socializzazione Spese organizz. e oneri bancari € 1.224,28 Noleggio e installazioni tensostrutture parrocchiali € 10.000,00 Messa in sicurezza e ripristino parziale chiese ed edifici parrocchiali € 413.008,59 Totale € 597.937,51 Totale a pareggio entrate e uscite € 1.428.256,65

Rendiconto utilizzo fondi da raccolta diocesana

RENDICONTO VOCI DI SPESAENTRATE USCITE€ 700.000,00

Interventi di prima messa in sicurezza Messa in sicurezza chieseed edifici parrocchiali

€ 196.410,68

Strutture per culto, aggregazione e socializz. Strutture prefabbricate per chiese provviso-rie e attività parrocchiali e comunità

€ 253.796,38

Strutture per culto, aggregazione e socializz. Noleggio tensostrutture e allestimenti/chiese provvisorie e attività parrocchiali

€ 52.468,70

Interventi per scuole Interventi su edifici adibiti a scuole materne € 100.000,00Servizi per le comunità Spese per centri estivi e centri d’ascolto

Caritas parrocchiali€ 84.811,92

Spese operatori e gestione organizzativa Rimborso spese viaggi, materiali e diversi € 9.450,59Interventi per famiglie bisognose terremotate Contributi a famiglie bisognose

terremotate per alloggio€ 3.577,24

Oneri bancari e gestione finanziaria Oneri e interessi banc. attivi - saldo attivo € 515,51TOTALE a pareggio € 700.515,51 € 700.515,51

Contributo ricevuto da Caritas italiana Roma - totale € 700.000,00

Offerte con destinazioni particolari pervenute all’arcidiocesi di Modena-Nonantola e girate ai destinatari indicati dagli offerenti

€ 325.873,87

I giovani che stanno prestando Servizio civile nelle zone terremotate

Ripartire da pietre vive

In servizio per le comunità della Bassa, di cui la mag-gior parte di loro fa parte. Spinti certo dalla ricerca

del lavoro, ma soprattutto di un significato da dare alla loro vita. Le scosse infatti hanno demo-lito alcune false certezze, oltre alle case e ai campanili. E allora hanno sentito il bisogno di fare qualcosa di concreto, attinente ai propri studi, o anche distan-te, purchè fatto di impegno e concretezza: ecco l’istantanea dei giovani (vedi foto sotto) che sono al lavoro nelle parrocchie della Bassa con il bando straor-dinario del Servizio Civile. In totale sono 500, selezionati tra gli oltre 2 mila e 800 che hanno partecipato al bando straordina-rio per il servizio civile a favore delle popolazioni terremotate.Oltre alle 38 ore di formazione di base e al percorso specifico di altre 35 ore relativo al progetto, i volontari seguono anche il corso base di protezione civile: dalle lezioni teoriche sul rischio si-smico alle esercitazioni pratiche. Nel frattempo sono state com-pletate le selezioni (c’erano due posti da assegnare ancora): al Cav. di Finale entra in servizio Giuditta Frassoldati e alla Cari-tas di Medolla Micaela Clinca.Incontriamo i 17 volontari del-la Caritas diocesana insieme ad altri giovani del Comune di Mi-randola in uno dei momenti di formazione di base, a San Felice. Tra i giovani in servizio con la Caritas diocesana, due sono le mamme, due quelli che non sono ancora rientrati nella loro casa, 5 sono gli stranieri; la loro età va da 19 a 26 anni.Silvia, finalese di 25 anni, ha studiato alle Belle Arti, ma ha scelto di impegnarsi con le per-sone e non con le opere d’arte; Beatrice, 25 anni che ha stu-diato scienze della formazione primaria, è a Massa Finalese, impegnata sia alla materna che alla Caritas “con la speranza di ravvivarla un po’ ...”. A Massa c’è anche Giorgia, 24 anni, il cui desiderio principale è quello di mettersi alla prova. Ilaria, 21 anni, è di Modena, fa servizio a Cavezzo: “studio per diven-tare assistente sociale, qui posso mettermi alla prova e vedere se il lavoro nel sociale fa per me”. Federica, 23 anni, dietista, ha perso il lavoro con il terremo-to: “e ho visto il servizio come un’opportunità per crescere e per restituire tutto l’aiuto che, nel terremoto avevo ricevuto dalla comunità”.Fabrice, camerunense, 24 anni, e ha già esperienza di volonta-riato, con l’Avo, è impegnato ora

• mariapia cavaNi a Medolla. Alessandra, 27 anni, la più grande del gruppo, di San Felice, ha studiato scienze mo-torie: “senza lavoro, avevo biso-gno di sentirmi comunque utile: è davvero una brutta sensazione quella di sapersi inutili e questa esperienza mi permette di su-perarla”.Paolo, modenese di 22 anni, al lavoro a Camposanto, è al-la ricerca di concretezza “per conciliare l’aspetto della for-mazione personale e insieme fare qualcosa, nella direzione della cittadinanza attiva, per chi ha subito il sisma”. Micaela, 19 anni, che ancora non è tornata nella sua casa, aveva iniziato la sua esperienza di volontariato a Medolla, il suo paese, nel centro estivo dopo il terremoto: “avevo voglia di rendermi utile, per re-stituire l’aiuto ricevuto” Qui è impeganta anche Cinzia, che si sente vicina in particolar modo ai bimbi. Sentimento condiviso da Claudia, di Cavezzo, che nel servizio cerca anche una for-mazione personale, per il suo futuro. Sara, mirandolese di 25 anni, è in servizio a Cavezzo, in particolare con gli anziani “ che in questa fase sono ancora più fragili degli altri”. Accordata con la voce dei compagni an-che Michela, 26 anni, di Finale, che porta nel servizio civile la sua esperienza di volontariato e la sua ricerca di rendersi uti-le. Mattia e Lisa operano con i servizi Sociali del Comune di Mirandola. “dopo la distruzione delle certezze, in una città che si sgretola – ci dice Lisa – ho vo-glia di riprendere quello che si è perso, di cambiare direzione, di fare. Emanuele, modenese, 24 anni, fin dalle prime scosse si è chiesto come era possibile aiutare seriamente, nella Bassa ed ora eccolo qui. “per non di-menticare quello che è accaduto – precisa – perché se parli con chi non vive qui, sembra tutto a posto”.Mettersi a disposizione degli altri come antidoto al disorien-tamento: ce lo dice Elena, di Camposanto, 22 anni: “per le case ci vorrà tempo, ricostruire le relazioni, rimodellare la comu-nità è molto più urgente. Sono crollate molto e sovrastrutture, possiamo ripartire solo essendo pietre vive, e i giovani hanno vo-glia di mettersi in gioco”.Giuditta e Sylvarlyn, nigeriana, sono le due mamme del gruppo, impegnate nel Centro Aiuto al-la Vita, a cui erano legate prima e che sosterranno anche dopo la fine del servizio.John, dalla Nigeria e Kalilow, senegalese, sono di poche paro-le, ma molto concreti nell’inten-zione di dare una mano. Buon servizio a tutti!

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13Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

Lavori in corso e in attesaper le chiese della città

Non solo la Bassa: in via di approvazione il Piano regionale di destinazione dei fondi per gli interventi sui beni tutelati

Arriverà nei prossimi giorni, proprio allo scoccare della ricor-renza del primo an-

no dal terremoto, il programma regionale degli interventi sulle opere pubbliche e i beni tute-lati. Il totale dei beni culturali danneggiati in Emilia ammon-ta a quota 1.600, di cui una fa-scia rilevante costituita da beni ecclesiastici, per la maggior parte ancora in attesa di proget-ti e finanziamenti. Nel cratere e nelle aree limitrofe le chie-se danneggiate sono 532, solo nel Comune di Modena se ne contano 18, ognuna con danni e avanzamento lavori differenti. Qui gli edifici religiosi che hanno riscontrato i danni più ingenti sono sicuramente quelli del centro storico, ma anche al-tri immobili fuori dalla cerchia delle mura cittadine rimangono tuttora chiusi per inagibilità o parzialmente danneggiati.A fare il punto sulla situazione in città sono il geometra Mario Guglielmo Ferrari, responsa-bile dell’Ufficio Tecnico della Curia di Modena, e l’architetto Rossella Cadignani, dirigente del Servizio di Edilizia Storica del Comune di Modena. Come noto infatti gli edifici adibiti

• eLeNa cristoNi

Terremoto, un anno dopo

alle celebrazioni del centro so-no in parte di proprietà eccle-siastica, in parte comunale, e ai diversi enti compete l’iter ne-cessario alla messa in sicurezza e ricostruzione.L’elenco delle chiese di proprietà ecclesiastica parte con la catte-drale. “La necessità di restituire alla città la propria cattedrale resa inagibile dalla scosse dello scorso maggio è stata conside-rata prioritaria, gli interventi sono quindi partiti immediata-mente e si sono svolti in tempi rapidi. Il Duomo attualmente è aperto per le celebrazioni e le visite, rimangono però an-cora ulteriori opere da portare a termine per il recupero delle condizioni originarie”, spiega il geometra Ferrari. Il censimento prosegue con il santuario del-la Madonna del Murazzo e la chiesa (non parrocchiale) di S. Giovanni Battista, tuttora chiu-se in attesa di verifiche. Aperte, seppur con lievi danni struttu-rali, S.Giorgio e S. Domenico, anch’esse non chiese parroc-chiali. Agibili solo parzialmen-te S. Francesco, con una zona transennata ad accesso vietato, e S. Pietro, con soltanto la na-vata centrale accessibile grazie ad interventi consistenti sulla volta. Anche fuori dal centro storico persistono alcune situa-zioni di difficoltà: in quella di San Pio X sono stati riscontra-

ti tagli nei travi sopra la porta d’ingresso e sopra il presbiterio. Inoltre le verifiche sismiche hanno dato un risultato pari al 30% del sisma di progetto. I lavori, a spese della parrocchia, sono quasi ultimati e la chiesa riaprirà a inizio giugno. S. Mat-teo sul Canaletto è sottoposta a interventi di messa in sicurezza,

ma ancora inagibile, S. Maria di Mugnano e S. Martino di Mugnano, sulla nuova Estense, sono entrambe aperte, la prima dopo alcune opere di ripristino, la seconda nonostante qualche danno persistente. S. Pancra-zio sulla Nazionale per Carpi, le parrocchie di Cittanova e di Marzaglia sono aperte nono-stante qualche leggero danno, mentre S. Giorgio Martire di Ganaceto rimane chiusa, pur con il progetto di ristruttura-zione approvato, in attesa di contributi. Le chiese di pro-

prietà comunale inagibili sono quattro: S. Biagio, il Tempio e la Chiesa del Voto (quest’ul-tima non è parrocchia), con progetti in corso di redazione, e S. Agostino con progetto già redatto e autorizzato dalla So-vrintendenza all’interno del più ampio piano di recupero del complesso dell’ex ospedale.

S. Barnaba e la Pomposa invece sono rimaste aperte: “Una curiosità quella relativa al campanile di S. Barnaba che versava in cattive condi-zioni già pre-cedentemente al sisma e per questo usu-

fruiva di un finanziamento regionale i cui lavori – spiega l’architetto Cadignani - sareb-bero dovuti iniziare proprio a fi-ne maggio 2012. A fronte degli ulteriori danni subiti durante le scosse il finanziamento è rima-sto in essere ed è stato adattato alle nuove esigenze: il campa-nile è stato così inizialmente fasciato e successivamente con-solidato con un’apposita strut-tura interna”.Passati 12 mesi insomma la situazione degli edifici di culto resta difficile, a parlare sono i

numeri, non solo in termini di chiese rimaste inagibili, ma anche di cifre necessarie al-la ricostruzione. Le stime sui danni stilate dalle squadre del Ministero per i Beni e le At-tività Culturali si esprimono in diversi milioni di euro, nello specifico: 1 milione e 500 mila euro necessari per i lavori del Duomo, 1 milione e 900 mila per la chiesa di S. Pietro e 2 mi-lioni per l’annesso monastero, 500 mila euro per la chiesa di Ganaceto e gli edifici attigui, 475 mila per S. Giorgio, 468 mila per S. Francesco, 300 mila per S. Maria di Mugnano, 400 mila per S. Domenico, 562 mila per il Seminario arcivescovile e dai 50 mila ai 200 mila per tutte le altre chiese. Tutti i progetti sono in lista per i finanziamenti, ma i tempi non sono ancora quantificabili: sono ancora allo stato di richie-ste infatti le proposte di emen-damento al decreto n. 43 (che proroga lo stato di emergenza al 31 dicembre 2014) avanzate nel corso della recente riunione del Comitato istituzionale per la gestione della ricostruzione post sisma composto dai sinda-ci e dai presidenti di Provincia delle zone colpite dal terremo-to, mentre il decreto n. 43 inizia questa settimana il proprio iter parlamentare per la conversio-ne in legge.

“Vista l’estensione del territorio colpito e l’entità dei danni se-gnalati ci aspettiamo che i tem-pi non siano brevi – commenta Mario Guglielmo Ferrari -. Ci auguriamo però che i contributi accordati corrisponderanno al-le valutazioni delle squadre del Ministero affinchè sia possibile portare a termine tutti gli inter-venti necessari alla riapertura e totale messa in sicurezza degli edifici di culto”. “Su tutti gli immobili del ter-ritorio che necessitano di in-tervento la regione ha richiesto all’arcidiocesi di Modena – No-nantola, così come agli altri enti coinvolti, una graduatoria di priorità di intervento che è sta-ta stilata, tramite un tavolo co-mune di discussione, sulla base delle diverse esigenze pastorali legate alla comunità e al terri-torio – conclude il responsabile dell’Ufficio tecnico della Curia -. La regione ha inoltre prete-so che l’ente attuatore, l’Arci-diocesi quindi nel nostro caso, si faccia direttamente carico di tutti i rapporti: la presentazione dei progetti, le gare d’appalto, i pagamenti e la rendicontazione. Un iter obbligato dunque per il riconoscimento dei contributi”.Una volta a conoscenza della destinazione delle quote del piano regionale si darà il via alle gare d’appalto per iniziare i lavori.

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14 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

L’arte in Diocesi un anno dopo

A seguito dei tragici eventi sismici del 2012, una partico-lare attenzione è

stata riservata al grande patri-monio di opere d’arte mobili che era collocato nelle chiese crollate o duramente provate dalle scosse. Fin dalle prime ore dopo la scossa notturna del 20 maggio, l’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali si è attiva-to per monitorare la situazione in stretto collegamento con i parroci; in collaborazione con la Soprintendenza di Mode-na e la direzione regionale, ha messo a disposizione le schede dell’inventario diocesano dei beni mobili e ha stilato elen-chi dettagliati dei danni al pa-trimonio artistico diocesano, cercando il più possibile di mantenerli aggiornati e di for-nirli a tutti gli enti interessati. Ha seguito da vicino tutte le operazioni di recupero e messa in sicurezza delle opere con-servate nelle chiese terremo-tate, partecipando attivamente al recupero delle opere dalle chiese terremotate, insieme ai funzionari della Soprinten-denza di Modena e in accordo

Il recupero del patrimonio artistico nelle parrocchie e la mostra in corso a Nonantola

• Jacopo ferrarie simoNa roversi

Rivara: note solidali sotto il campanile

Le sue campane, il mattino del 29 maggio 2012 hanno suonato a distesa,

Nel primo anniversario del terremoto

• paoLo BuLdriNi

Terremoto, un anno dopo

con i Vigili del Fuoco e con lo staff del Coordinamento per il recupero dei beni mobili post-sisma 2012 della Direzione regionale. In questa prima fa-se di emergenza, durata fino a inizio autunno, fondamentale è stato il contributo dei volon-tari del Museo diocesano, che in alcuni casi hanno curato il trasporto verso luoghi sicuri. E’ stato attrezzato un deposi-to, capiente ed antisismico, nei pressi della parrocchia di Gesù Redentore a Modena, in cui sono state raccolte opere di minor pregio storico-artistico ed alcuni archivi parrocchiali.Il centro di raccolta principale è stato il deposito del Museo diocesano di Nonantola, allar-mato ed appositamente attrez-zato per ospitare e custodire in sicurezza un cospicuo numero di opere. Alcune sono state trasportate dai volontari del Museo su incarico dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali, altre – i dipinti di grande valo-re artistico di Stuffione ed altre opere di Medolla e Villafran-ca – sono state portate a No-nantola spontaneamente dai parroci coi loro parrocchiani, sottraendole in autonomia dai crolli e da eventuali ulterio-ri pericoli. A Nonantola sono giunte circa 60 opere, tra cui grandi dipinti e pale d’altare, vasi sacri, reliquari e sculture. Le opere danneggiate dal si-sma – circa 200 per la sola arci-diocesi di Modena-Nonantola – sono ricoverate al Centro di raccolta e primo intervento

allestito dal Ministero Beni Culturali al palazzo Ducale di Sassuolo.Le operazioni di recupero delle opere mobili hanno comporta-to notevoli sforzi e diversi me-si di lavoro: si è trattato di un

lavoro svolto in sinergia tra più soggetti, Ufficio Diocesano per i Beni Culturali e parrocchie in primis, direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggisti-ci e Soprintendenze, Vigili del Fuoco, Museo diocesano, Pro-tezione Civile e Carabinieri del nucleo tutela del patrimo-nio culturale.Terminata la prima fase di emergenza, Ufficio e Museo hanno elaborato un progetto di valorizzazione dello straor-dinario patrimonio salvato, an-che in funzione di una logica di fruizione del patrimonio da

parte delle sfortunate parroc-chie. Ha preso così forma la mostra “L’arte nell’epicentro. Da Guercino a Malatesta. Opere salvate nell’Emilia fe-rita dal terremoto”, inaugurata lo scorso 16 marzo, aperta fi-

no al marzo 2014 e già visitata da circa 5.000 visitatori in due mesi. La mostra è stata orga-nizzata in collaborazione con la Fondazione “Ora et Labo-ra”, il Comune di Nonantola e l’associazione culturale Ar-cheoNonantola ed è stata resa possibile grazie ai contributi di Fondazione Cassa di Rispar-mio di Modena, Banco San Geminiano e San Prospero, Associazione Decorati Ponti-fici di Modena, Gavioli Canti-nieri dal 1794, Borsari Group, Omci Axles and Winches e Carpilock.

La mostra propone una sele-zione di opere recuperate dalle chiese della Bassa modenese: vi si alternano capolavori di Guercino, Scarsellino, Giu-seppe Maria Crespi, Simone Cantarini, Sigismondo Caula

e Adeodato Malatesta, accanto ad antiche sculture lignee e in terracotta, reliquiari, argenti e scagliole dal XV al XIX secolo. Il percorso guida il visitatore dalla periferia del cratere si-smico – ossia dalle porte della città di Modena – attraverso le opere salvate dalle chiese di Bastiglia, Bomporto, Sorbara e Stuffione fino a giungere a Ca-vezzo, Medolla, San Felice sul Panaro e Finale Emilia, luoghi martoriati dell’epicentro dove i crolli e la distruzione sono sta-ti pressoché totali. Un nucleo di opere proviene dal Museo

diocesano di Carpi, ospitato a Nonantola in segno di ami-cizia e vicinanza dopo che le scosse ne hanno reso inagibile la sua sede presso la chiesa di Sant’Ignazio a Carpi.Accanto all’esposizione del-le opere è stato realizzato un libro (in vendita al bookshop del museo) che vuole essere una memoria storica di quanto successo. Nella prima parte, la cronaca e la sezione fotografi-ca mostrano le ferite purtrop-po ancora aperte, ma anche gli aspetti positivi che quegli eventi hanno portato: l’ampia solidarietà che ha mobilitato tante persone in gesti gran-di e piccoli, l’impegno delle istituzioni e degli enti che a vario titolo hanno dato il loro contributo, la forza d’animo e la dignità di una popolazione in ginocchio ma che non si arrende. La seconda parte rac-chiude una descrizione storica delle chiese colpite dal terre-moto, mostrandone scatti sia precedenti che successivi, a cui seguono le schede di catalogo delle opere esposte.Le parrocchie sono invitate ad organizzarsi per venire in visita guidata alla scoperta del patrimonio artistico diocesano salvato: l’arte ci parla di Dio in modo privilegiato. Sono previ-ste gratuità per le parrocchie del cratere sismico ed agevola-zioni per tutte le altre. I parroci posso accordarsi direttamente col museo chiamando il num. 059-549025 o scrivendo a [email protected].

E sempre la parrocchia di Santa Maria di Rivara domenica 26 maggio alle ore 21 ospita il “ Concerto di primavera”durante il quale verranno eseguiranno i più bei valzer europei fra ‘800

e ‘900, brani tra i più significativi del repertorio musicale argentino come omaggio a papa Francesco e brani mariani in onore di Santa Maria titolare della chiesa di Rivara. Partecipano Valeria D’Astoli, soprano, Ursula Schaa, violino e Matteo Matteuzzi, pianoforte. Il concerto si terrà nella tensostruttura adibita a chiesa. L’ingresso è ad offerta libera e il ricavato sarà devoluto per il restauro dell’organo della chiesa di Rivara. Dopo il concerto rinfresco con gli artisti.

Concerto di primavera

non azionate da mano d’uo-mo ma scosse dall’onda d’urto del violentissimo sisma e…. suonano ancora, chiamando i fedeli a raccolta per le sacre celebrazioni nella tenda adi-bita a chiesa distante poche decine di metri. Sono le campane che si tro-vano sull’unico campanile agibile che si è salvato nel raggio di settanta chilome-tri: il campanile di Rivara,

sapientemente ristrutturato a metà degli anni 80 a cura del parroco don Giuseppe Para-disi, scomparso tre anni fa, ha tenuto botta…Ebbene, sotto questo campa-nile, nella piazzetta a fianco della chiesa parrocchiale di Rivara, sabato 25 maggio, una data esattamente a me-tà fra i due disastrosi eventi sismici del 2012, la corale polifonica “Agàpe” della bas-

sa modenese, unitamente alla corale “Ermenegildo Cappetti” di San Giovanni Valdarno (AR), per non di-menticare, terrà un concerto benefico vocale e strumentale il cui ricavato sarà devoluto alla “Segreteria per la rico-struzione”, un organismo in-terparrocchiale della nostra Unità pastorale istituito nei mesi scorsi.E’ passato ormai un anno da

quei drammatici giorni che hanno messo a durissima prova gli abitanti delle nostre comunità, sia sotto il profilo psicologico che fisico; molto è stato fatto e tanto resta an-cora da fare soprattutto per la ricostruzione di abitazioni, edifici pubblici, immobili in-dustriali e chiese.La paura e lo stress emotivo vanno esorcizzati anche at-traverso attività culturali e di aggregazione; si è sempre cercato di tenerle vive in que-sto lungo anno con tantissimi appuntamenti che hanno fa-vorito la presenza e l’incontro dei cittadini.

Questi disastrosi eventi sono stati occasione per rafforzare la nostra identità e attiva-re gemellaggi con comunità anche molto distanti da san Felice le quali, generosa-mente, hanno condiviso con noi la voglia di ricominciare, inviando personale, aiuti in denaro e materiali per la ri-costruzione.Siamo consapevoli che la strada sarà ancora lunga ma siamo fiduciosi sulla capacità di ripresa della nostra gen-te. Una bella ostinazione, da coltivare nel tempo, con de-dizione.www.ricostruzionesisma2012.it.

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15Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

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16 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Anno della Fede. Dal Credo ai Comandamenti, prosegue l’approfondimento dell’Ufficio Catechistico diocesano

Un decalogo da valorizzareAnno della fede

Dopo aver offerto uno sguardo pa-noramico sul de-calogo così come

ci è offerto dal Catechismo della Chiesa Cattolica, è il momento di riflettere su come valorizzarlo in un percorso ca-techistico. Si tratta cioè di co-gliere quali passi compiere per progettare un itinerario che permetta ad adulti e fanciulli di entrare e assaporare la ric-chezza di questo fondamenta-le della catechesi.Il primo passo da compiere è definire l’obiettivo di un per-corso attorno al decalogo. Se intendiamo mettere al centro il tema della esperienza mora-le non possiamo fare a meno di due prospettive: la prospettiva biblica, che legge il decalogo

• doN Luca paLazzi

50 anni fa il ConcilioSi avvia alla conclusione il ciclo ‘Uomini del Concilio’ proposto dal Ferrini: nel penultimo incontro la lezione su Giovanni XXIII di don Massimo Nardello

Papa Roncalli e la carità di Cristo

Riprendendo un pro-prio studio, pub-blicato sul sito vivailconcilio.it, don

Massimo Nardello ha riper-corso il tema dell’ecumenismo in Roncalli. Il futuro pontefice crebbe con una visione semplice e drammatica dei non-cattolici, in particolare dei protestanti. Così scriveva nel 1904, nel suo Diario dell’anima: “L’ottimo padre direttore mi ha pregato che, durante le ore del passeg-gio, tenga compagnia ad un giovane protestante che fu ac-colto per prepararlo all’abiura. Povero giovane, quanto mi fa pena!”. Egli aveva una precom-prensione errata della teologia protestante, ad esempio rite-neva fosse permissiva verso le passioni umane in nome della salvezza che viene dalla fede. Roncalli fu uomo del suo tem-po, per cui chi non era cattolico era considerato in condizio-ne di non-salvezza. In questo atteggiamento però conservò l’onestà di fondo di osservare la storia della Chiesa senza omet-terne le negligenze. Unionismo di avanguardia. Un secondo momento della sua vita iniziò nel 1925, quan-do divenne nunzio in Bulgaria.

• doN Luca BaLuGaNi

nell’orizzonte storico salvifico, e una maggiore attenzione a come oggi si presenta la do-manda morale e il senso che essa assume oggi nella società contemporanea.Queste due dimensioni so-no la bussola per progettare un percorso catechistico. Se nell’articolo precedente ab-biamo affrontato il primo di questi due aspetti, vorrei qui soffermarmi brevemente sul secondo.In un contesto sempre più ca-ratterizzato dalla ragione tec-nica e da una organizzazione sociale “liquida” sembra essere venuta meno la prospettiva fi-nalista, che consentiva un tem-po di pensare l’agire orientato alla realizzazione di un fine buono. Si può dire, cioè, che siamo passati da una società dell’ordine e della disciplina, dove il conflitto è tra regola e trasgressione tra pulsione e divieto, a una società dell’ef-ficienza e della performance spinta, per cui il disagio non è più determinato dal conflitto

tra il permesso e il proibito, ma da un senso di inadeguatezza, di insufficienza, quando non di fallimento nella capacità di spingere a tutto gas il possibile fino al limite dell’impossibile. E quando l’orizzonte di riferi-mento non è più in ordine a ciò che è permesso, ma in ordine a ciò che è possibile, cambia ne-cessariamente la domanda alla base dell’esperienza morale. Non più: “ho il diritto di com-piere questa azione?” o “dove mi porta questa azione”?, ma “Sono in grado di compiere questa azione?”. Per questo oggi assistiamo a una liceità di costumi che era impensabi-le fino a cinquant’anni fa. La ragione di ciò non va cercata nel fatto che si sono allentate le regole morali, ma che è su-bentrata una legge che sembra più forte della legge morale, perché fondata non sul senso di colpa, ma sul senso di esclu-sione. Se non si è all’altezza della professionalità, dell’effi-cienza, della produttività, si è esclusi dall’apparato tecnico e

quindi marginalizzati a livello sociale.Quel che è saltato nella nostra società è il concetto di limi-te. E in assenza di un limite il vissuto soggettivo non può che essere di inadeguatezza, quando non di ansia, e infi-ne di inibizione. Tratti questi che entrano in collisione con l’immagine che la società ri-chiede a ciascuno di noi. È per questo che i giovani non guardano più al futuro come a una promessa, ma come a una minaccia.Se si prende sul serio que-sta considerazione del pre-sente si comprende perché l’istanza morale va pensata oggi non tanto come codice che regola con sanzioni un comportamento esterno, ma piuttosto come istruzione per mantenersi umani, per trovare il senso buono del limite che ci consente di riconoscere il profilo della nostra identità e consente di mantenere aperto il cammino che porta a rico-noscere e custodire il carattere

promettente della vita. A que-sto sembra condurre, appunto, una lettura attenta del deca-logo, recuperato nel suo oriz-zonte biblico. A partire dalla prospettiva attraverso cui rileggere il de-calogo offerta nell’articolo precedente vediamo alcune attenzioni da tenere vive nella formulazione di un percorso di catechesi.Un primo passaggio esige di aiutare le persone a prendere coscienza delle idee o pre-comprensioni che si sono for-mate a proposito del decalogo. Sappiamo come per lungo tempo siamo stati formati ad una idea molto rigida e precet-tistica dei comandamenti. E’ necessario esserne consapevoli e accompagnare le persone ad esprimere il proprio punto di vista, le tensioni e le fatiche che ne sono scaturite.Recuperare ampiamente la prospettiva biblica per collo-care il decalogo nel più ampio orizzonte della storia della salvezza e della relazione con

Dio.Non spezzettare i coman-damenti - le dieci parole - come preferiamo definirle, approfondendole una per una; questo è possibile solo in un momento successivo. Solo dopo, cioè, aver offerto uno sguardo generale e sottoli-neato il legame tra i diversi enunciati; come essi cioè sono strettamente legati tra loro, la progressione che indicano.Da ultimo: fare emergere la dimensione liberante e pro-mettente del decalogo. In que-sto passaggio si deve favorire una rilettura dell’agire morale che scaturisce dal decalogo se-condo le istanze e le doman-de poste dalla cultura odierna e dal vissuto personale defli adulti o dei ragazzi.Per un recupero più pieno e personale del percorso è sem-pre preferibile proporre un momento di condivisione o un momento liturgico che offra l’occasione di una rivisitazione evocativa dei contenuti propo-sti.

Trovandosi in un paese a forte minoranza cattolica, Roncal-li fece emergere uno spicca-

to senso pastorale. Rifiutò ad esempio un cospicuo sostegno economico francese alle mis-sioni cattoliche, che sarebbe stato concesso in cambio di una rilevanza politica della Francia. Consacrando un vescovo bulga-ro, sottolineò che la nomina era un segno di pace tra cattolici e ortodossi. Costruiva ponti con l’ortodossia e non solo con sin-goli, grazie al suo stile bonario. Non tutto però andò bene: l’eri-gendo seminario da lui iniziato gli venne tolto e affidato ai ge-

suiti. Nel 1927 mandò un mes-saggio di auguri ad un Sinodo bulgaro, riconoscendone l’im-

portanza per l’affermazione del Regno di Cristo. La ca-rità economica che esercitava non conosce-va distinzioni confessionali. Non fu esen-te da gaffe, ad esempio il matrimonio di Re Boris con Elisabetta di Savoia, avve-nuto secondo il rito cattoli-co e dunque a condizione che i figli fossero cresciuti se-condo il nostro rito cattolico: in occasione della seguente

benedizione a Sofia, simile ad un secondo matrimonio, e del battesimo ortodosso della pri-mogenita, il Pontefice si con-vinse che Roncalli non fosse abbastanza di polso.Il valore della carità. Nel de-cennio successivo al 1935, fu inviato in Turchia e poi in Grecia. Si prese a cuore i pochi cattolici di quelle terre, senten-dosi il loro pastore. Li invitava a guardare con serenità alle altre confessioni, non chiamandoli più poveretti, ma “degni come

noi e più di noi di godere dei frutti della redenzione di Gesù, e che da secoli, divisioni nefaste tengono da noi separati”. Poi-ché identificava la Chiesa con la carità, si mosse sempre su quel piano; non cercò il dialo-go teologico, ma ritenne che la carità doveva essere l’orizzonte ultimo. Ne ricavò la fama di pessimo politico.Nunzio di serie B? Venne quindi mandato a Parigi, even-to sorprendente, essendo quella una sede rinomata. Forse il fat-to fu dovuto ai pessimi rapporti con De Gaulle, cui il Pontefice voleva inviare un Nunzio che egli riteneva di non particolare valore. E invece Roncalli risolse subito una delicata grana. Ad Algeri poi pronunciò una frase ecumenicamente sorprendente e insolita per quei tempi: “Il mio pensiero e il mio cuore si volgono non soltanto verso i nostri fratelli cattolici, ma pure verso tutti i cristiani delle diver-se confessioni che partecipano più o meno al testamento del Signore”. Non era ammissibile affermare una cosa del genere di cristiani ritenuti esclusi dalla salvezza… Ivi entrò a contat-to con Maritain e la Nouvelle Théologie, ma rimase partico-larmente segnato da Congar e il suo testo Vera e falsa riforma della Chiesa.Gesti sorprendenti a Vene-zia… Richiamato in Italia, gli venne affidato un non facile compito: mai era stato pastore e 30 anni era stato fuori dall’Ita-

lia. Diventò Patriarca a Venezia, quello che immaginava sareb-be stata l’ultima sua missione. Compì gesti di particolare for-za, ad esempio l’indizione di una settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani. Straordi-narie alcune sue frasi: affermò che la Chiesa doveva somigliare ad un giardino non ad un mu-seo; e ancora: “La responsabilità è tutta dei nostri fratelli separa-ti? È in parte loro: ma in gran parte è nostra”.… e a Roma. Più che da di-scorsi, il pontificato di Gio-vanni XXIII fu segnato da gesti ecumenici. Al card. Bea concesse che il neonato Segre-tariato per l’Unità dei Cristiani restasse attivo anche durante il Concilio (contrariamente agli altri dicasteri), con facoltà di proporre contributi, che furo-no importanti soprattutto per la redazione di Dei Verbum. Ebbe poi incontri ufficiali con una cinquantina di personalità di altre confessioni, mantenen-dosi comunque sempre molto prudente.Il Magistero di Giovanni XXIII può essere sintetizzato in alcuni punti: il fondamento dell’unità ecclesiale. La Chiesa è il luogo nel quale tutti pos-sono sperimentare quell’amore che è segno e frutto della sal-vezza. Se l’umanità non torna, è la Chiesa cattolica che deve cambiare e avvicinarsi a ciò che deve essere. La visita ai carce-rati non è un gesto di carità privata: è testimonianza di cosa

è la Chiesa. C’è un limite teo-logico in questo fondamento: egli diversamente dal Conci-lio non parte dalla storia della salvezza, ma da Gv. 17 e strut-tura soprattutto una ‘teologia dell’amore’, nella quale la fede occupa un posto marginale; fa risalire la motivazione delle divisioni al peccato, ma l’unità non è mai andata perduta, per-ché continua ad esistere nella Chiesa cattolica; i non cattolici appartengono a Cristo in virtù del Battesimo, ma le loro chiese non sembrano avere un valore ecclesiale, anche se in qualche discorso sembra più possibili-sta. Ad esempio in occasione della beatificazione di Elisa-betta Anna Bayley Seton, dove parla della chiesa episcopaliana come di “non completo fulgore” riconoscendone implicitamente un valore; vie ecumeniche non furono mai per lui i dialoghi di natura teologica, ma quello che definiva “aggiornamento” della Chiesa. La collisione tra Chiesa e società è generata non dal-la società, ma dalla Chiesa, che deve rinnovarsi: allora le perso-ne accoglieranno il Vangelo. Se-conda via è lo stile di carità, che non è la sola bonarietà. Il movi-mento ecumenico per Roncalli non ha molto valore, proprio perché troppo concentrato sulle questioni teologiche; al centro pone la conversione della Chie-sa e l’aiuto che i non-cattolici le possono dare: di qui la decisione di invitare osservatori di altre confessioni al Concilio.

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17Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

Il Buon Pastore ‘entra’ in carcereCatechesi al “S.Anna” 2013: il terzo incontro con suor Elena Bosetti che ha utilizzato la tecnica del ‘bibliodramma’

Mercoledì 17 apri-le Suor Elena Bosetti entra nella Cappella

del Carcere per l’incontro di Catechesi e viene accolta con un “Bartimeo!” ad alta voce. Tutti i presenti e soprattutto gli ‘attori’ del ‘bibliodramma’ che si erano prestati, nell’ot-tobre dello scorso anno, a in-terpretare i personaggi del brano di Marco 10, 46-52 (XXX dom ord. B) si ricorda-vano della guarigione del cieco Bartimeo e del suo mettersi al seguito di Gesù.E’ molto bello il clima che si è creato negli incontri di cate-chesi del mercoledì pomerig-gio. L’alternanza degli “oratori” con i loro propri “stili di guida” si sta dimostrando una vera ricchezza per noi e per i no-stri “ragazzi” puntualmente presenti a questa “scuola della Parola”. Il “bibliodramma” è ricono-sciuto un metodo molto effica-ce per far incontrare la Parola di Dio con l’esperienza di vita

Iniziative

• aNdrea scarameLLi

di chi partecipa. E anche oggi con solo 4 versetti del Vange-lo secondo Giovanni della IV Domenica di Pasqua/C (Gv. 10, 27-30) abbiamo “naviga-to” per più di un’ora dal Nuo-vo all’Antico Testamento per capire meglio questo Capitolo 10 dedicato alla figura del Pa-store.Subito una precisazione cu-riosa: in questo brano Gesù dice “Le mie pecore ascoltano la mia voce…“, ben diversa la situazione, per esempio, in Australia dove il pastore, oggi, guida le pecore con l’elicottero. Qui è improbabile che le pe-core possano ascoltare la voce del pastore e questo ci fa capi-re la differenza: con Gesù che cammina col suo gregge siamo in un contesto in cui pastore e pecore sono in relazione, c’è una conoscenza.Tutti ricordiamo quando Ge-sù entrò in Gerusalemme: “La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: Osan-na al figlio di Davide! (Mt 21, 9). Dio aveva stabilito che Gesù, il Messia, doveva essere discendente di Davide, e sco-priremo presto il perché! Ma chi è questo Davide? Sì è proprio quel giovinetto, anche lui nato a Betlemme che face-va il pastore, e che ha ucciso il gigante Golia. Ma allora se Gesù è figlio di Davide non possiamo non conoscere la storia di Davide. Vediamo co-me si svolgono i fatti, come è scritto nel 1° Libro di Samue-le dal cap.15, 10 al cap.17, 58:

siccome “il Signore si era pen-tito di aver fatto regnare Saul su Israele” perché aveva disob-bedito ai suoi comandi decide di mandare il profeta Samuele a Betlemme da Iesse per “un-

gere” tra i suoi figli colui che il Signore si è scelto come re. E qui i ragazzi interpretano i personaggi del racconto: un padre, un profeta, sette can-didati e la voce di Dio che

Una fede umanaL’incontro con fratel Enzo Biemmi in Seminario

Adesso vi spiegherò una volta per tut-te il mistero della santissima Trinità”:

così cominciò l’omelia un vec-chio canonico di una catte-drale francese. Ma davvero la trasmissione della fede è spie-gare un oscuro mistero in mo-do chiaro e distinto “una volta per tutte”?Da questa provocazione è par-tita la riflessione di fratel Enzo Biemmi, presso l’aula magna del Seminario martedì 7 mag-gio 2013, nell’ambito delle conferenze promosse in questi mesi dal Consiglio delle Chie-se di Modena.No, ha risposto fratel Enzo, la fede non è un incomprensibile mistero (logico) da spiegare, ma “un mistero (salvifico) che si può solo narrare” (R. Guar-dini): infatti si tratta della sto-ria di una relazione in corso, il cammino che Dio ha crea-to con il suo popolo entrando nella storia, specialmente con l’incarnazione del suo Figlio amato; si tratta di una storia

• paoLo moNzaNi

molto antica (come tutti i mi-gliori racconti) che appartie-ne alla vita di tante uomini e donne che ci hanno preceduto nei secoli e ce lo hanno testi-moniato nella tradizione della Chiesa.Perché anche oggi siamo chia-mati a fare memoria di questi straordinari eventi del passato?Perché la storia che Dio ha co-minciato a raccontare quando in principio parlò mentre il suo spirito aleggiava sulle ac-que e che “una volta per tutte” ha rivelato in Gesù di Naza-ret continua anche oggi: non si è spento il suo desiderio di rendere l’uomo più umano, sul modello della divina umanità di Gesù.Questa verità è nell’intimo della nostra fede come pro-messa del Dio fedele e si concretizza nella vocazione comune a tutti gli uomini: af-fidarsi a Dio, con un salto che è proprio dell’amore ma non è privo di un’onesta riflessione e che si concretizza in un radi-cale cambiamento di tutta la nostra vita.Credo che fratel Enzo ci abbia

consegnato una serie di indi-cazioni preziose e provocanti per il nostro modo di essere Chiesa.Innanzitutto siamo chiama-ti a permettere allo Spirito di scrivere la sua storia di sal-vezza nella nostra vita: que-sto racconto sarà veramente il racconto di Dio solo se sarà veramente anche il racconto dell’uomo, portato avanti da uomini e donne coraggiose che sanno intuire come il raccon-to si stia costruendo attorno a loro per collaborare alla sua scrittura come veri autori.Ciò significa vivere in una Chiesa che autorizza (rende autore) l’uomo, ne valorizza i doni e lo aiuta a esprimere la sua unicità irrepetibile secondo le intime movenze dello Spiri-to Santo effuso su tutti noi.A questo è collegato un atteg-giamento che, spesso, è diffici-le da vivere: comprendere che, se siamo autorizzati a scrivere con Dio questa storia, allora siamo anche autorizzati a por-re dei dubbi. Sì, non è possibile essere veri autori se si scrive sotto dettatura: il vero autore

pensa, riflette, cambia idea, in una parola dubita; lo Spirito Santo infatti non ci impone una rappresentazione di Dio statica (questi sono gli idoli che ci costruiamo noi), ma ci guida con un tocco leggero per cercare in modo sempre nuovo il volto di un Dio che non si la-scia mai pienamente afferrare: se non dubitiamo mai di nulla possiamo essere certi che il no-stro Dio si è pietrificato in un idolo.Pensare (anche dubitando) ed esseri veri autori della nostra storia sono caratteristiche di un uomo veramente umano; questo non significa opporsi all’azione dello Spirito Santo, ma collaborare ad essa: Dio ci chiama infatti proprio ad esse-re uomini più umani, più liberi. Naturalmente questo non deve diventare arbitrario relativismo, ma realizzarsi come sequela di Cristo, uomo perfetto che ci chiama a diventare come Lui (come a Sua divina immagine fummo creati).Questo discorso ci dà un grande ammonimento: dove l’uomo è privato della sua libertà e creati-

vità, lì non vi è lo Spirito Santo; la Chiesa stessa, come l’antico popolo di Israele, tradisce il Suo Sposo quando schiaccia l’uomo e lo opprime sotto precetti che si rivelano essere soltanto uma-ni (o, meglio, disumani).Come Chiesa siamo invece chiamati a testimoniare cosa siamo diventati per la grazia di Dio, dialogando con gli altri “con dolcezza e rispetto” (1Pt 3,16): solo così trasmetteremo la fede di Gesù secondo lo stile che Lui stesso ha assunto nella Sua vita terrena.Occorre rispetto perché Dio è già all’opera, misteriosamente, in ogni uomo; sarà lo Spirito a portare una persona alla fede, e per questo occorre dolcezza: noi siamo chiamati a collabora-re a questa nascosta nascita col-tivando con delicatezza i germi che Egli ha già piantati, nasco-sti, nel cuore della persona; in-fatti il Vangelo di Gesù ha una forza straordinaria e intercetta la vita di ogni uomo nella sua esistenza quotidiana.Ascoltando queste parole sulla mia fede, sento sempre rina-scere in me una nuova fiducia

di fronte alle sfide del nostro tempo, un incoraggiamento a non temere il dialogo con mon-di che spesso ci appaiono lon-tani, come il mondo giovanile, gli adulti lontani dalla pratica religiosa, la società civile, in cui però già opera lo Spirito Santo: il Signore era già qui e io non lo sapevo!

precisa “io non guardo ciò che guarda l’uomo, l’uomo guarda l’apparenza, il Si-gnore guarda il cuore!” (1 Sam 16, 7) e così nessuno supera la prova. I conti non tornano: Samuele chiede a Iesse “sono tut-ti qui i giovani?”. “No, risponde, ri-mane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il greg-ge!”.Il più piccolo non conta in una fa-miglia numerosa, ma sarà proprio lui che Samuele dovrà ungere, lui, Davide, occhi az-zurri e capelli ros-sicci, un suonatore di cetra che poteva fare il cantastorie, ma mai il guer-riero come i suoi fratelli! Ma non è poi così facile fare il pastore: di giorno si guida il gregge, di notte si veglia, perché può sempre arrivare il leone o l’orso a

portarsi via una pecora!E se Davide ha sempre cu-stodito il gregge di suo padre fino al punto di lottare contro il leone o l’orso per strappare la preda dalla loro bocca e se

Dio lo ha sempre liberato dal-le unghie del leone e dell’orso, ancor di più lo libererà dalle mani del suo nemico Golia (1 Sam 17, 32-37). Sappiamo tutti come va a finire!Nella Bibbia questo tipo di pastore non è soltanto un romantico ma deve essere anche pronto a difendere le sue pecore: e la forza ti viene ancora di più se sai che quel-lo che devi difendere è la tua famiglia e qui fa la differenza fra il mercenario (vede il lu-po e scappa) e il vero pastore (non molla mai le sue pecore). Davide ha fatto veramente il pastore di pecore, uomo ca-pace di fare il suo mestiere ed è per questo che il Signore lo prende e lo consacra pastore e quindi Re del suo popolo. Nel brano evangelico Gesù si presenta come uno che veglia sulle sue pecore, le chiama per nome (relazione amorevole) e le pecore lo conoscono e ascoltano la sua voce. Il cre-dente è chiamato soprattutto ad ascoltare, specialmente og-gi in cui si tende a dare più importanza all’immagine e al vedere. Il nostro Dio si pre-senta come pastore perché ci ama! Noi siamo il dono pre-zioso del Padre a Gesù, siamo la cosa più preziosa che ha Gesù… e per noi sono prezio-se le persone che il Signore ci ha affidato?L’immagine del Buon Pasto-re che accompagna il testo è opera di Francesco M. “ospi-te” della Casa Circondariale.

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18 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Nelle parole del sindaco Pighi la positiva valutazione sul servizio delle materne paritarie

Scuole paritarie essenziali per il servizio

Togliere il finanzia-mento alle scuole d’infanzia paritarie della Fism oggi a

Modena significherebbe to-gliere le scuole d’infanzia ai modenesi. Le scuole Fism rispondono infatti al 37 per cento della richiesta di servi-zio: il loro apporto è quindi essenziale”. Lo ha detto il sin-daco di Modena Giorgio Pi-ghi, nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 6 maggio, rispondendo all’interrogazione di Federico Ricci (Sel) sul fi-nanziamento delle scuole ma-terne paritarie private e sulla “futura ipotesi di referendum

Città

comunale”. Il consigliere ha chiesto qual è la condizione attuale della scuola d’infanzia

modenese nella fascia d’età 3-6 anni; quanti sono i bambini esclusi dalle scuole dell’infan-zia comunali o statali; quali rette vengono applicate nelle strutture private; a quanto am-monta il finanziamento annuo del Comune di Modena alle scuole materne paritarie pri-vate. Inoltre Ricci ha chiesto

al sindaco “se ritiene legittimo proporre a Modena un quesito referendario comunale nello

spirito di quanto in corso nella vicina Bologna e se tale ipotesi referendaria non troverà osta-coli da parte dell’Amministra-zione comunale”. “Il contesto in cui si è mosso il Comune di Modena – ha spiegato Pighi – è molto dif-ferente da quello che ha por-tato il referendum a Bologna.

Qui abbiamo deciso di lascia-re ai genitori la scelta della scuola facendo indicare una serie di preferenze e stilando una graduatoria. Le rette in queste scuole non sono diffe-renti e il costo a bambino per l’Amministrazione è estrema-mente contenuto rispetto a quello delle scuole comunali: se si mettessero in discussio-ne le risorse che si danno al privato a favore di un servizio pubblico – ha detto ancora – non si riuscirebbe a mantenere lo stesso numero di posti e si creerebbe squilibrio in un si-stema che consente a Modena di essere una delle poche città medie che risponde al 100 % delle richieste di scolarizzazio-ne dai 3 ai 6 anni”. Il sindaco ha poi riportato che le scuole

Centocinquanta persone all’ultimo incontro dell’anno pastorale della comunità in Gesù Redentore

Credo nell’incontro

Domenica 12 mag-gio nella Parrocchia Gesù Redentore c’è stato l’ultimo in-

contro dell’anno pastorale della comunità, al quale hanno par-tecipato circa 150 persone, fra bambini, giovani e adulti. Il tito-lo “Benché fossero tanti, la rete non si squarciò” evocava il tema delle relazioni interpersonali e delle relazioni via web, ambe-due modalità di vivere in “rete”. A introdurre un primo pensiero spirituale don Marco, che ha ri-cordato la relazione fra gli apo-stoli e Gesù dopo la risurrezione e ha suggerito che nella chiesa siamo tanti e siamo orientati ad accogliere l’altro creativamente se al primo posto c’è Gesù. E’ poi intervenuto Krystof Szadejko, psicopedagogista del Gruppo Ceis che ha raccontato subito gli aspetti positivi delle tecno-logie: utilità, immediatezza delle informazioni e della comunica-zione. Passando a raccontare il frutto di molti anni di ricerca sociale e di dialoghi con minori e genitori, il professore ha ricor-dato dati molto preoccupanti, quelli relativi alla frequentazione di siti per adulti e dell’uso e abu-so di videogiochi violenti anche da parte di molti bambini. Que-ste esperienze incidono molto in chi non è ancora capace di

• matiLde BerGamiNi, doNateLLa aGazzaNi e rosseLLa muratori

riflettere sulle proprie emozioni e tende a imitare. Vuoto, senso di rischio, aggressività e diverse forme di violenza si addensano nella vita molto più di quanto comunemente pensiamo. Per esempio sono diffusi gli incubi e l’aggressività verbale.Il prof. Szadejko ha esortato a conoscere la bellezza delle relazioni interpersonali. Solo vivendo queste si può vivere positivamente la connessione tecnologica o informativa. Sen-

sibilizzarci gli uni gli altri alla relazione autentica permette di trarre molte cose buone dai so-cial network, altrimenti essi ci rendono soli, soprattutto se ci lasciamo condizionare dal bi-sogno di presentarci al meglio fino a farlo in modo illusorio e illudente, dinamica che ci fa co-noscere in modo distorto anche a noi stessi. L’esperienza chiave è la relazio-nalità, che è un bisogno prima-rio innato al pari dell’autonomia e della competenza. Per com-prendere questo bisogno occorre rifarsi alla relazione madre-figlio dei primi mesi, che contiene

moltissimo del futuro di una vita. Essa aiuta per sempre la persona perché è esperienza di accoglienza incondizionata. Non basta però averla vissuta da bambini, occorre riviverla molte volte lungo la vita. Della rela-zionalità si colora la relazione di coppia, nella quale è centrale, e la crescita dei bambini, degli adolescenti e dei giovani i quali, attraverso la relazione educativa con genitori ed educatori, rice-vono molto e molto possono

dare. Un suggerimento prezioso che dal pomeriggio del 12 maggio resta è anche quello relativo al-la comunicazione della Chiesa, che può ricavare più relazione di quanto accada normalmente dalla propria offerta web. L’espe-rienza del Ceis insegna che un sito può essere attivo, dialogico, permettere la confidenza con esperti, dare risposte a chi ha domande ma non ha ancora la capacità di frequentare i nostri ambienti. Naturalmente il me-glio è offrire tante relazioni nelle diverse attività e nelle tante oc-casioni di dialogo.

statali, pur essendo gratuite, prevedono il costo della men-sa, e le altre hanno un costo di circa 200 euro al mese, “mol-to simile a quello delle scuole Fism, la cui retta media è di 195 euro”. Le scuole materne paritarie private, che nel 2011-2012 contavano 73 sezioni, hanno ricevuto un contributo a sezione di 16 mila euro e oltre 500 mila euro per contributi legati all’handicap e ad altro, per un totale di 1 milione 668 mila euro. “Per richiedere un referendum c’è un regolamen-to ben chiaro: chiunque può raccogliere le firme e chiedere il giudizio di ammissibilità, e in questo caso non credo che il quesito potrebbe essere ritenu-to inammissibile. La mia posi-zione però è di contrarietà”, ha

Staminali, speranze, carte bollate: dov’è la verità?

Un seminario venerdì 17 maggio al Policlinico

Le società scientifiche preposte, le riviste scientifiche più autorevoli, il premio Nobel Shinya Yamana-ka scopritore delle staminali pluripotenti indotte, l’Agenzia italiana del farmaco, hanno unanime-mente condannato il metodo “Stamina Foundation” applicato negli Spedali di Brescia, perché non

validato scientificamente e non esente da rischi anche letali. Ciò nonostante alcune Procure, in contrasto con altre, andando ben oltre le proprie competenze e trovando eco su certa stampa e in alcuni famosi per-sonaggi dello spettacolo, hanno autorizzato diversi pazienti a sottoporsi a tali terapie “compassionevoli”: in tal modo si fomentano infondate illusioni di guarigione e si consentono spregiudicati e lucrosi interessi economici. Spinti dall’esigenza di fare chiarezza in questo campo, l’Associazione Medici Cattolici e il Centro di Bioetica Moscati hanno organizzato per venerdì 17 maggio alle ore 17 nell’aula T03 del Centro Servizi didattici del Policlinico di Modena un seminario su “Le cellule staminali tra ricerca, applicazioni cliniche e istanze bioetiche”.Saranno relatori il prof. Massimo Dominici, ricercatore dell’Università di Modena, membro della Com-missione ristretta di esperti sull’uso delle staminali presso il Ministero della Salute e il dott. don Gabriele Semprebon, bioeticista, professore a contratto nel Dipartimento di Biologia della Temple University di Philadelphia, Usa. L’incontro è aperto a tutti: in particolare agli operatori sanitari e agli studenti di Medi-cina e Biologia.

Il coraggio di educareIncontro con Giuseppe Savagnone, il 26 maggio alle Ferraris

A conclusione del ciclo di conferenze sul tema dell’educazione e dell’adolescenza il comitato genitori della scuola media Ferraris invita tutti i genitori e i docenti a partecipareall’incontro con il prof. Giuseppe Savagnone: giovedì 16 maggio alle 20.45

Sempre più spesso, ormai, si sente parlare di “emergenza educativa” per individuare il principale problema che investe la scuola e le famiglie (in quanto istituzioni tradizionalmente deputate al compito di educare) ed il futuro stesso del nostro Paese. La reazione più diffusa è quella di riversare la responsabilità sulle nuove generazioni. Eppure, in un convegno di qualche anno fa, un illustre filosofo ha aperto la sua relazione con una classica litania sui giovani che “non hanno più rispetto per gli adulti, non hanno più voglia di lavorare sodo, non hanno voglia di studiare e, in definitiva, non hanno più valori”; ad un certo punto, improvvi-samente fermatosi, ha svelato che stava leggendo un testo dell’Antico Egitto!. Il prof. Savagnone muove dalla convinzione che il problema più grave non sia costituito dai giovani, ma dalla difficoltà degli adulti ad assolvere il loro compito educativo. Non sono i ragazzi ad essere irrecuperabili, ma è venuto meno il co-raggio di educare in genitori che hanno ormai perso anche le più elementari coordinate, indispensabili per una educazione degna di questo nome. Senza alcuna pretesa di suggerire una “ricetta perfetta” (che non esiste), il professore indica, in positivo, alcuni essenziali punti di riferimento per affrontare la crisi in atto e riannodare il dialogo tra le generazioni. E’ dunque agli educatori che si rivolge, non certo nell’illusione di poter risolvere i loro problemi, ma per aiutarli ad orientarsi meglio nell’affrontarli.

Messa in memoria delle vittime del terremoto

Confraternita di San Geminiano

Nella ricorrenza del primo anniversario delle terribili scosse sismiche che il 20 e 29 maggio del-lo scorso anno provocarono nella nostra terra tanti lutti e gravissimi danni, presso la Chiesa delle Grazie in Modena, Via Sant’Agostino 40, sede della Confraternita di San Geminiano,

giovedì 23 maggio allo 18 la Santa Messa settimanale sarà celebrata in memoria e suffragio delle vittime di quel disastro, e si pregherà affinché il Patrono della città e della Diocesi interceda per inter-rompere il ripetersi delle scosse e per restituire serenità e tranquillità alle coscienze dei sopravvissuti.

aggiunto il sindaco.“Si è arrivati al risultato attuale - ha proseguito il sindaco Pi-ghi - dopo una storia tutta mo-denese: quando il Consiglio approvò la costituzione delle scuole d’infanzia comunali, una parte dell’opinione pub-blica di area cattolica espresse contrarietà sul fatto che il Co-mune si occupasse dell’infan-zia. Posizione che, all’inizio degli anni ‘60, fu duramente stigmatizzata dall’allora arci-vescovo Giuseppe Amici, per il quale tutti gli interventi erano ben accetti quando si trattava di occuparsi di infanzia. L’ar-civescovo evidenziò infatti che andavano utilizzati tutti gli strumenti a disposizione per rispondere alle esigenze dei bambini”.

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19Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

Tutto pronto per la notte dei museiIn programma visite guidate alle opere salvate dal sisma, riunite al Museo Benedettino e Diocesano di Nonantola

Ad un anno dal si-sma che ha colpito l’Emilia, il Museo Benedettino e Dio-

cesano d’Arte Sacra propone per la serata di sabato 18 mag-gio due visite guidate gratuite alle parti visitabili dell’Abbazia di San Silvestro I Papa ed alla mostra “L’arte nell’epicentro.

Come stanno i cittadini colpiti dal sisma?

Ormai è passato un an-no da quelle terribi-li scosse del 20 e 29

maggio 2012 e sorge sponta-nea una domanda: come stan-no i cittadini del cratere?Il consumo di tranquillanti e antidepressivi è alle stelle. L’esperienza di L’Aquila può essere un esempio, ancorchè nessun terremoto è uguale all’altro, per fare, come han-no fatto nella città abruzzese,

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Pianura

Da Guercino a Malatesta. Ope-re salvate nell’Emilia ferita dal terremoto” oltre alla suggestiva sezione del Tesoro Abbaziale, ai Codici medievali ed alle ce-lebri pergamene di Imperatori e Papi (tra cui quella di Carlo Magno, Matilde di Canossa e Federico Barbarossa).In particolare quelle della mo-stra sono opere che parlano dritto al cuore. Per apprezzarla, le emozioni contano più dello sguardo: queste tele, sculture o reliquiari non sono soltanto straordinarie opere d’arte, ma rappresentano il patrimonio di comunità ferite che in una sola notte hanno visto crollare tanti punti di riferimento. Sono esposte al Museo Diocesano di Nonantola circa ottanta opere miracolosamente salvate dalle

chiese della Bassa modenese devastate dal terremoto. Ca-

polavori di maestri della scuola emiliana, che ornavano altari e

cappelle della Bassa modene-se: ora hanno creato un’inedita

pinacoteca. Resteranno esposti a Nonantola fino al 16 marzo 2014.Il percorso si snoda idealmente attraverso le chiese colpite dal sisma, in un itinerario geogra-fico che parte dalle porte della città di Modena, margine me-ridionale del cratere sismico, attraversando Bastiglia, Bom-porto, Sorbara e Stuffione, per spingersi verso nord e arrivare fino a Finale Emilia, l’epicentro geografico ed artistico del ter-remoto. Ci sono preziosissime opere come la “Madonna di Monserrato e santi” di Simo-

ne Cantarini, che frequentò la scuola di Guido Reni (1630),

il “Transito di San Giuseppe” di Giuseppe Maria Crespi, prove-nienti dal santuario di Stuffione di Ravarino, l’“Adorazione dei Ma-gi” dello stesso Crespi (1730) recuperata dal Duomo di Finale Emi-lia, e il bellissimo dipinto del Guercino raffiguran-te la “Madonna, Gesù Bambino e San Loren-zo” (1624), dalla chiesa del Seminario, sempre di Finale. In segno di co-munione tra diocesi, una sala è dedicata ad un nu-cleo di opere del Museo

diocesano di Carpi, inagibile dopo le scosse del 20 e 29 mag-gio 2012, con l’“Annunciazio-ne” dello Scarsellino (fine ’500).«Queste opere sono segni identitari per le comunità par-rocchiali – ricorda monsignor Antonio Lanfranchi, Arcive-scovo di Modena-Nonantola – e mi verrebbe da dire che soffrono nell’anelito di ritor-nare ‘a casa’, ma nel frattempo non si rifiutano di continuare a comunicare il loro messaggio ai visitatori». «Nelle terre emi-liane sia le pietre degli edifici, sia i capolavori della pittura

• NuNzio BoreLLi una ricerca scientifica, con-dotta con metodo e rigore sullo stato di salute dei cit-tadini.Nel capoluogo aquilano ad esempio vi è stato un aumen-to del 41% di patologie del-la tiroide (tiroiditi e gozzi), aumento dei casi di iperten-sione, obesità e ipercolestero-lemia, nei giovani adolescenti si è registrato un raddoppio dell’uso di alcool confron-tando i dati del pre sisma con quelli del post sisma .I medici di famiglia dell’A-

rea Nord (si ricorda che la percentuale nei container è passata dall’80% al 25% che verrà raggiunto con l’apertura del primo stralcio della casa della salute di Finale Emilia) aprono ogni giorno oltre 4 mila cartelle, sono in pole po-sition nella valutazione delle patologie sopra riportate e, attraverso protocolli condi-visi e validati, non faranno mancare la loro collaborazio-ne per le ricerche che possano fotografare la salute dei citta-dini del cratere sismico.

Riaperta la Pieve di San Giorgio

A settant’anni dall’ingres-so di don Ivo Rubbiani, la storica pieve romani-

ca di San Giorgio in Ganaceto è stata riaperta al culto. Quasi per miracolo, alla vigilia della festa patronale dal più remoto Medioevo, don Mario Zaras ha potuto celebrare nella prestigiosa

Ganaceto

• fraNco maNtovi chiesa dopo la forzata parentesi imposta dal terremoto del mag-gio di un anno fa. Anche la scuo-la materna, tenacemente voluta da don Ivo, ha rioccupato spazi e strutture, ammodernate ed attrezzate. Là, nel dopoguerra, don Ivo aveva reso funzionan-te il teatro (e in seguito il cine-ma) parrocchiale, con a fianco il campo sportivo. Per quasi ses-

sant’anni, don Ivo lavorò in mo-do infaticabile, gestendo i fondi del beneficio anche per l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, servizio per il quale si recava più volte la settimana in Curia. Amato e rispettato da tutti, dopo un breve soggiorno presso la Casa del clero a Co-gnento, don Ivo se ne andò per sempre una decina d’anni fa.

Holy Noise in concerto per i terremotati

In occasione del primo anniversario del sisma, il centro di terapia integrata per l’infanzia “La Lucciola” propone un concerto per domenica 19 maggio dal titolo Holy Noise Live Gospel. L’associazione musicale coro gospel “The Spirit Inside” si esibirà alle ore 16.30 in un concerto

live ad ingresso libero, per informazioni: tel. 059/903295, mail [email protected].

Stuffione di Ravarino

Alla conquista di Roma

Si è conclusa con successo la visita alla capitale della classe quinta D della scuola primaria Ca-stelfranchi. Ventitre ragazzini accompagnati dalle insegnanti Antonella Diegoli e Rita Go-voni, insieme ad alcune famiglie, hanno trascorso indimenticabili e intense giornate a Roma,

grazie a un progetto sostenuto dalle Caritas del Lazio, gemellate con la parrocchia di Finale Emilia. Dai fori imperiali al Colosseo, da Montecitorio al Quirinale, da piazza Colonna alla fontana di Trevi, per finire con piazza San Pietro (“Maestra, ma non possiamo andare dal Papa?”) e una foto ricordo dalle terrazze del Campidoglio, con tanto di gonfalone della città, affidato dal sindaco che ha detto loro di conquistare la città Caput Mundi. I ragazzi hanno vissuto momenti ed emozioni uniche, anche grazie alla solidarietà spicciola di tante persone incontrate sul loro cammino.

Finale Emilia

portano ora impressi i segni della passione, attraverso la fir-ma inquietante del terremoto», scrive il cardinale Gianfranco Ravasi, Prefetto del Pontificio Consiglio della Cultura, intro-ducendo il catalogo, un volume che vuole essere una memoria storica dei tragici eventi vissu-ti dagli abitanti della Pianu-ra Emiliana nella primavera 2012, con fotografie raffigu-ranti le chiese devastate prima e dopo il sisma e le opere d’arte che sono state messe in salvo dai Vigili dei Fuoco e da tanti volontari.Le visite guidate di sabato 18 maggio cominceranno alle 19.30 ed alle 21.30, con ritrovo presso la biglietteria del Mu-seo (in via Marconi 3 a No-nantola, a fianco dell’Abbazia). Al termine della visita guidata ai partecipanti sarà offerta una dolce sorpresa: un assaggio del “Belsòn” tipico dolce nonan-tolano ed il “Dolce di Carlo Magno”, accompagnati da una selezione di vini. È gradita la prenotazione telefonica al nu-mero 059/549025 o tramite mail a [email protected]. Il Museo e le parti agibili dell’Abbazia saranno aperte, con ingresso gratuito per tutta la serata, anche per visite libere dalle 19.30 alle 23.

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20 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Il viaggio di Domenico e Concetta da Formigine a Fatima, passando per Lourdes e Santiago

2814 km di fede e fatica

2814 km, 6 chili persi, 24 giorni, una coppia, due ruote e un’auto. Questa in numeri l’avventura di

‘Ciccio e Cetta’, al secolo Do-menico Caluzzi e sua moglie Concetta di Formigine, che lo scorso 1 aprile si sono messi in viaggio, uno in sella alla sua bici mtb e l’altra seguendolo sulla loro Fiat Multipla, con destinazione Fatima. Poco me-no di 3.000 km e 36779 metri di dislivello a cavallo tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo passando per i luoghi più cari ai pellegrini di tutto il mondo: Lourdes, Santiago di Compo-stela e Fatima. Un’esperienza di sudore, fatica, complicità, condivisione e incontri ma so-prattutto un’intensa esperien-za di fede che Ciccio e Cetta hanno vissuto accompagnati a distanza dai tanti amici che da casa li hanno seguiti e incorag-giati soprattutto nei momenti di difficoltà e stanchezza e per i quali si sono fatti portavoce di messaggi, preghiere e inten-zioni. “Siamo partiti il lunedì di Pasqua – raccontano – dopo la messa delle 7. Don Giuliano (Gazzetti, parroco di Formi-gine ndr) ha benedetto noi e i nostri mezzi, poi abbiamo sa-lutato parenti e amici e siamo partiti. A salutarci c’era anche

• marceLLa caLuzzi

Comunità in festa per santa Rita

Vignola

Quattro giorni di iniziative tutte legate alla devozione per santa Rita da Cascia che coinvolgeranno la comunità pa-storale di Vignola. Il convento dei Frati Cappuccini di

Vignola ospiterà infatti una serie di iniziative legate al culto della monaca agostiniana proclamata santa da Leone XIII nel 1900, che prenderà il via domenica 19 maggio alle 18. Ha inizio domenica, infatti, il triduo di preparazione: domenica e lunedì si terrà una messa cui seguirà una preghiera a santa Rita mentre lunedì dopo la celebrazione avrà luogo il ‘transito di santa Rita’. In programma per domenica alle 12.30 il pranzo comunitario di santa Rita presso il salone di Casa Frate Leone (prenotazioni al 340/9307456) il cui ricavato andrà a sostegno delle attività del convento. Mercoledì 22 maggio, giorno della morte della santa, il culmine dei festeg-giamenti con il seguente programma: alle 7 e alle 10 santa messa presso la chiesa dei Frati Cappuccini di via Plessi 261, quest’ultima dedicata, in particolare, alle associazioni e ai gruppi di volontariato che porteranno i loro simboli e stendardi e a fine celebrazione ve-dranno la benedizione dei loro mezzi e attrezzature. La messa delle 16.30 sarà invece dedicata alle famiglie, alle mamme, ai bimbi e alle donne in dolce attesa; al termine si terrà infatti la benedizione dei bambini. Seguirà alle 17.30, davanti alla chiesa dei frati cappucci-ni (in caso di maltempo presso il teatro di Casa Frate Leone) lo spettacolo di magia di padre Gianfranco Priori, il frate mago. L’ul-tima messa della giornata è in programma per le 20.30 cui seguirà una fiaccolata che si svilupperà lungo via Plessi, via Libertà, via Matteotti, via per Sassuolo e via della Resistenza, per fare ritorno al Convento cappuccino. Durante tutta la giornata avrà luogo la tradizionale benedizione delle rose e delle auto mentre per tutto il pomeriggio e nel corso della sera saranno attivi il punto ristoro con crescentine e borlenghi a cura del Gruppo Alpini Vignola-Marano e altri stand e bancarelle. Dal 18 al 22 maggio sarà infine aperto il tradizionale ‘Laboratorio di santa Rita’ a cura dell’Ordine francescano secolare.

Nostro Tempo - Settimanale cattolico modeneseRedazione via Formigina, 319 Modenatel. e fax. 059/344885 - [email protected]: tel. 059/2133866 - fax. 059/347326 - 059/2133805

Realizzazione e impaginazione: MediaMo

Direttore responsabile: Stefano Malagoli

Coordinatore di redazione: Paolo Seghedoni

In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella Caluzzi, Andrea Cavallini, Mariapia Cavani, Elena Cristoni, don Gianni Gherardi, Simone Lazzaretti, don Massimo Nardello

Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, mons. Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti

Hanno collaborato: Donatella Agazzani, don Luca Balugani, Matilde Bergamini, Giorgio Bonini, Nunzio Borelli, Paolo Buldrini, Jacopo Ferrari, Franco Mantovi, Rossella Muratori, don Luca Palazzi, Giovanni e Maria Pia Rompianesi, Simona Roversi, don Stefano Violi

Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito, Dante Farricella

Stampa: Società Editrice Lombarda (Cremona)stampato in n° 2057 copie

Amministrazione:Curia Arcivescovile via s. Eufemia,13 - ModenaRegistrazione Tribunale di Modena n.333 del 19-9-57Iscritto all’Albo Nazionale della Stampa n.00736 vol.8 Settimanale aderente alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

AbbonamentoRinnovo abbonamento per il 2013: 45 €Modalità di pagamento:- Conto corrente bancario aperto presso la Sede di Modena del Banco Popolare (ex BSGSP) - IT 78 A 05034 12900 000000043394 intestato a Nostro Tempo Arcidiocesi Modena-Nonantola corso Duomo 34, 41121 Modena- Conto corrente postale n. 14614416 intestato a “Nostro Tempo settimanale cattolico modenese ” Corso Duomo 34, 41121 Modena- Presso gli uffici pastorali della Diocesi, in via Sant’Eufemia 13 a Modena- Presso la Galleria Incontro Dehoniana, in corso Canalchiaro 159 a ModenaPer informazioni: tel. 059 2133867 il lunedì e il giovedì ore [email protected]àContattare MediaMo tel 059/350269 - [email protected]

Pedemontana

• m.c.

Giorgio Amadessi, presidente di Rock No War, associazione di cui facciamo parte e della quale durante il nostro cammi-no abbiamo voluto promuovere e diffondere le varie iniziative di solidarietà, tra cui la realiz-zazione della scuola di Medol-la”. E così la bici di Ciccio, con la bandiera di Rock No War sventolante sul retro, è parti-ta da Formigine e, nonostante qualche foratura e un problema al cambio, il 24 aprile è arrivata a Fatima. Poi il meritato riposo e il ritorno a casa in auto. Cic-cio e Cetta non sono nuovi ad avventure di questo tipo: “Due anni fa – raccontano - abbia-mo percorso il cammino di Santiago, sempre da Formigi-ne con auto e bici, viaggio che ci è rimasto nel cuore, mentre lo scorso ottobre abbiamo fat-to la via Francigena”. Questa volta i due hanno però deciso di spingersi al di là dei confini spagnoli: “Io lancio le sfide – ride Ciccio – e lei… non dice no! Le ho proposto di andare a Fatima partendo da Formigine e passando per Lourdes e San-tiago… una follia… ma lei ha detto sì e in 15 giorni ci siamo preparati e siamo partiti!”. Il cammino di Ciccio e Cetta fi-no a Lourdes ha seguito strade secondarie, individuate dai due per restare al di fuori del traffico mentre dalla località francese in poi la bici di Ciccio si è inerpi-cata sui percorsi tradizionali di pellegrinaggio fino a Santiago. Il cammino fino a Fatima inve-

ce è stato un po’ più difficolto-so per via della segnaletica che i due hanno dovuto seguire al contrario, basandosi sulle se-gnalazioni che da Lisbona por-tano a Santiago passando per Fatima. Un’avventura di venti-quattro giorni che ha favorito incontri e scambi di esperienze e storie, personali e di fede. “In primo luogo – spiegano - lun-go tutto il cammino siamo stati accompagnati da una ‘Presenza’ che ha fatto in modo che tutto andasse bene, senza problemi e che ad ogni difficoltà si riuscis-se a trovare una soluzione. Gli amici da casa non ci hanno mai fatto sentire soli e abbandonati ed è anche per loro che siamo

andati avanti, per portare le lo-ro preghiere, consegnare il loro messaggio. Arrivati alla ‘Cruz de hierro’, uno dei luoghi più signi-ficativi e il più alto del cammino di Santiago, abbiamo lasciato anche noi una pietra della nostra terra come fanno i pellegrini (in segno di liberazione dai propri peccati mediante il sacrificio del cammino), in più abbiamo an-che deposto lungo il tronco del-la croce una spiga. Spiga che ci aveva consegnato alla partenza don Paolo Boschini, per ricor-dare una ragazza molto cara alla parrocchia della Beata Vergine Addolorata, morta giovanissima alcuni anni fa. L’abbiamo anche seminata ai piedi della croce…

torneremo a vedere se è germo-gliata!”. Molti anche gli incontri tra pellegrini e viandanti: “Su un sentiero – racconta Ciccio – ho incontrato un anziano cieco che suonava la fisarmonica. Lui mi ha raccontato la sua storia e mi ha fatto un regalo, io gli ho par-lato di me, di mio papà morto investito e di mia mamma che amava suonare la fisarmonica. In un’altra occasione abbiamo fatto la conoscenza di un giovane con una protesi: si era reinventato accompagnatore dei pellegrini per alcuni tratti del cammino con l’obiettivo di raccogliere, con le offerte dei viandanti, fondi per aiutare le famiglie dei bambini con menomazioni”. “A Santo

Domingo de la Calzada – gli fa eco Concetta - abbiamo incon-trato per caso anche un gruppo di pellegrini della parrocchia di Quartirolo di Carpi. Eravamo alla ricerca della messa e loro ci hanno invitato a celebrare con loro, che stavano compiendo il cammino di Santiago in pul-lman”. Chiedo loro di fare un bilancio della loro avventura, se la fatica è stata ricompensata. “Nonostante io sia abbastanza allenato a viaggiare in mountain bike è stata durissima, soprattut-to lungo i sentieri sterrati. A vol-te ho pensato di mollare ma alla fine ho tenuto duro e... la fatica è stata ampiamente ricompensa-ta… una volta arrivato a Fatima mi si è arricciata la pelle per l’e-mozione! E’ stata un’esperienza indimenticabile!”. “E’ stata dura – conclude Concetta – io ho viaggiato sola per tanto tempo e ho passato il tempo a cercare Ciccio, nessuna pausa per relax o turismo! E a volte ci siamo persi e i cellulari non prendeva-no... È stato difficile ritrovarsi! Qualcuno ci ha assistiti e ci ha accompagnati in tutto questo tempo. Siamo tornati a casa da questo cammino con la consa-pevolezza di cosa veramente conti nella vita e di cosa invece sia superfluo, come ciò che si possiede. E’ stata un’esperienza di fede fortissima”. Ma Ciccio e Cetta non si fermano qui… Stanno già pensando alla pros-sima avventura a due e quattro ruote da vivere insieme!

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21Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

La contrattazionesocio-sanitaria a livello localeNoi anziani siamo restii a interessarci a

questo genere di argomenti, un po’ per scaramanzia, un po’ perché impegnati negli altri mille impegni della nostra

condizione (ma chi ha mai detto che gli anziani si annoiano?). Poi l’età ci porta, prima o poi, in prima persona o per conto di qualche famigliare, a scontrarci con i problemi dell’assistenza sociosanitaria, indispensabile quando vien meno l’autosufficienza. Allora scopriamo di muoverci in un universo fatto di uffici, nomi e sigle di cui non riusciamo a capire non solo il significato, ma nemmeno il senso: Asl, Urp, Uvg, Uvar, Sad… Allora il disorientamento diventa totale. Da soli siamo disarmati e impotenti. La Fnp-Cisl è allora pronta a prendere per mano chi ha bisogno e a sostenere le ragioni degli anziani di fronte alle istituzioni. Soprattutto ora che le risorse scarseggiano e che è a rischio la qualità dei servizi erogati sul nostro territorio. Per questo motivo la nostra organizzazione Fnp-Cisl di Vignola ha promosso la stesura di una piattaforma sui servizi sociosanitari, che ora coinvolge anche le altre principali organizzazioni sindacali dei

A cura di

Federazione Nazionale PensionatiSindacato Territoriale di Modena41124 Modena - via Emilia Ovest, 101Tel. 059/890846 Fax 059/828456

pensionati, per far fronte comune a tutela degli anziani e delle loro famiglie. Da dove nasce questa iniziativa? Dalla scoperta che quando in casa improvvisamente scopriamo di avere un famigliare non più autosufficiente, mentre fino al giorno prima era un sicuro punto di riferimento, siamo incapaci di reagire razionalmente: cosa fare? A chi rivolgersi? Quali procedure attivare per assistere chi ha bisogno e supplire all’aiuto che prima era stato in grado di assicurarci? Senza riprendere tutti i punti della piattaforma che noi sindacati vogliamo discutere con le istituzioni, proviamo a individuare qualche dettaglio utile: innanzitutto è opportuno contattare lo Sportello Sociale, presente presso ogni municipio del Distretto, voluto dal sindacato per orientare i cittadini in difficoltà per tante cause (economiche, sociosanitarie, ecc.). La sua funzione dovrebbe essere appunto quella di indicare ai cittadini in difficoltà il percorso più appropriato per trovare una risposta ai suoi bisogni. Ma non sempre riesce a rispondere nei tempi e nei modi dovuti. Se poi il nostro medico di famiglia ci prescrive una visita specialistica o un’indagine strumentale, scopriamo talvolta che le

liste di attesa sono lunghissime o addirittura chiuse per eccesso di richieste: anche su questo punto siamo impegnati per chiedere che i tempi di attesa vengano ridotti e che venga messa fine alla pratica di chiudere le liste, costringendo i cittadini a ripresentarsi agli sportelli. Chiediamo poi che i posti letto nelle case di residenza convenzionate siano sufficienti per tutti coloro che possono averne bisogno, che le dimissioni protette vengano disposte creando effettivamente le condizioni per cui chi è dimesso possa essere assistito al domicilio. Chiediamo inoltre che la distinzione fra servizi sociali e servizi sanitari, incomprensibile per la maggior parte della popolazione, venga definitivamente superata, perché i cittadini non debbano più subire i disagi determinati dalla incompleta integrazione fra le diverse strutture… e tanti altri interventi che, anche senza grossi investimenti, potrebbero alleggerire i disagi delle famiglie e restituire al nostro sistema sociosanitario quel prestigio che lo ha distinto fino ad ora, ma che potrebbe essere messo in discussione dalle politiche dei tagli alla spesa pubblica.

Vincenzo Vandelli

Premio Montecuccolial disegnatore Guido De Maria

La consegna venerdì scorso a Pavullo, dall’autore di Nick Carter donati 3mila euro in beneficenza

Lo scorso venerdì 10 maggio presso l’hotel ristorante Vandelli di Pavullo è stato asse-

gnato al disegnatore Guido De Maria il Premio Bienna-le “Terre dei Montecuccoli”, istituito congiuntamente dal Lions Club Pavullo e del Fri-gnano e dal Rotary Club Fri-gnano.

Guido De Maria ha iniziato la sua lunga carriera come di-segnatore umoristico per poi passare alla pubblicità, realiz-zando centinaia di caroselli con spot di grande successo, tra i quali si ricordano quelli riguardanti l’Amarena Fab-bri (Salomone), Cera Grey (I Brutos), la Camicia coi baffi (Costanzo), Nelsen Piatti, Lo-acker (i nanetti).De Maria si è dedicato poi ai fumetti, assieme all’amico Bonvi, creando il personaggio Nick Carter per il program-ma televisivo della Rai “Gulp,

Appennino

i fumetti in TV” e successiva-mente compone il 45 giri di “Giumbolo”, sigla finale per il programma “Supergulp”, del quale ne ha venduto oltre 100 mila copie.Dopo aver realizzato oltre 1200 spot pubblicitari, ed aver compiuto recentemente il tra-guardo degli 80 anni, prose-gue la sua attività per la casa

di produzione Diaviva, di-videndosi tra Reggio Emi-lia e Milano. Ultimo lavoro in ordine di tempo, a fine 2012, il volu-me “Nick Car-ter – 40 anni sulla scena del crimine”.Il Premio

“Terre dei Montecuccoli”, giunto alla sua quinta edizione, viene attribuito ad un cittadino residente e/o di origini frigna-nesi, vivente, che si sia parti-colarmente distinto in uno dei settori di interesse della col-lettività e della società civile, quali l’arte, la cultura, l’econo-mia, la scienza, la solidarietà, lo spettacolo o lo sport. Nelle prime due edizioni il riconoscimento fu attribui-to all’imprenditore pavullese Giovanni Venturelli e al cal-ciatore campione del mondo Luca Toni, nativo di Serramaz-

Pavullo (più) Pulita: raccolti 25 quintali di rifiuti

Fiomi Puliti

Si è rivelata un successo la giornata ecologica “Pavullo Puli-ta”, evento che si collocava nell’ambito dell’iniziativa nazio-nale “Fiumi Puliti”. La giornata ha visto la partecipazione

di 63 iscritti, suddivisi su sei cantieri, individuati nel capoluogo e nelle frazioni. In particolare i gruppi di cacciatori, muniti di ver-ricello e di apposita attrezzatura, hanno reso possibile il recupero di ingombranti dalle scarpate stradali. Nelle aree bonificate, nelle quali è stato apposto un cartello con la data della pulizia, sono stati raccolti complessivamente 25 quintali di rifiuti. L’iniziativa è stata organizzata dal Circolo Enalcaccia di Pavullo e dal Comune di Pavullo, con la collaborazione delle associazione della Casa del volontariato, coordinate dall’Associazione “Insieme per gli altri”, e Avap e con la partecipazione delle Associazioni pescatori e del-le Guardie ecologiche volontarie.

Dall’Appennino a Villanova: storia del postino Americo

Riolunato

Nel primo dopoguerra c’era miseria in abbondanza, special-mente sul nostro Appennino. Fu allora che Americo Ori, classe 1904, terzogenito dell’oste di Serpiano, che provve-

deva pure al recapito postale nella zona alpestre, nel 1927 pensò di emigrare. Non oltre Oceano, come era riuscito a fare il fananese Felix Pedro, scopritore d’oro nella gelida Alaska, ma in pianura. Da ragazzo Americo aveva fatto pratica come garzone da mura-tore, ma poi a causa di una grossa polmonite dovette rinunciare. Si dedicò quindi al mestiere di postino, dopo il concorso pubblico, con l’assegnazione del nuovo ufficio postale di Villanova-San Pan-crazio. Americo, armato di entusiasmo, lasciò il paese del Frignano e trovò alloggio a Villanova, grazie all’amicizia con l’oste -tabac-caio Giovanni Setti. Si sistemò a Casa Vellani, dove vivevano in tre prima della Grande Guerra che lasciò sole le due sorelle. Là, trentenne, Americo Ori si sistemò come dozzinante; poi quattro anni dopo convolò a nozze con la più giovane delle Vellani, dalla quale ebbe i due figli Giorgio e Beppino. Così, grazie all’assegna-zione avvenuta presso le regie poste, Americo Ori riuscì ad evitare l’emigrazione fuori della Patria, scendendo in pianura; poi, poco più che sessantenne, se ne andò per sempre prima di poter vedere l’alba di una intera tribù di nipotini.

• fraNco maNtovi

zoni. Nel 2009 il Premio venne assegnato a Guidalberto Gui-di, lamese, nella sua qualità di Presidente e Amministratore delegato della Ducati Energia di Bologna e per gli impor-tanti incarichi da lui rivestiti all’interno di Confindustria. Nel 2011 il riconoscimento fu attribuito al pavullese Grazia-

no Verdi, Amministratore de-legato della Graniti Fiandre di Castellarano e del Gruppo Iris Ceramiche di Fiorano.De Maria ha ricevuto il Pre-mio consistente in un bassori-lievo in terracotta del Castello di Montecuccolo e nella som-ma di 3.000 euro, che ha dona-to in beneficenza.

Page 22: Nostro Tempo settimanale diocesano Modena Nonantola

22 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Per due mesi una spiaggia in città per giocare e divertirsi

Arriva Modena Beach Arena by Novi ParkSport, Csi e sociale

Modena Beach Arena by Novi Park è la grande novità dell’estate

modenese 2013.Una vera e propria spiaggia nel cuore della città, al fianco del tempio del volley, il Palasport Giuseppe Panini Casa Mo-dena in Via Divisione Acqui. Un’arena per giocare e diver-tirsi, fare sport in compagnia e trascorrere momenti di svago. Tre splendidi campi di sabbia, tribune per gli spettatori, bar sempre aperto, servizi e spo-gliatoi all’interno del palazzo.Modena Beach Arena nasce da Pallavolo Modena in col-laborazione con il Csi, Centro Sportivo Italiano di Modena

Parrocchia Luogo A chi si rivolge Periodo Tempo pieno o spezz.

E-mail

B. V. Addolorata Modena - via Rangoni, 26 locali parrocchiali e campi sportiviinfo: 059/242124

dalla prima elem.alla seconda media

dal10/06 al 05/07 Tempo pieno [email protected] Titrovi: 340/7015955Paola Andreoli: 331/4992315Chiara Cavazza: 349/3256457

B.V. Mediatrice(Madonnina)

Modena - via Alvarado, 19 locali parrocc., palestra, campi sportivi.info: 059/332538

dalla seconda elem.alla seconda media

dal 10/06 al 21/06 Tempo pieno [email protected] Mattia: 331/8925283

Città dei Ragazzi(Oratorio)

Modena - via Tamburini, 96 loc.parrocc.,palestra, campi sportivi.info: 059/302402

dalla prima elem.alla terza media

dal 10/06 al 19/07 Tempo pieno [email protected] Federico Pigoni: 059/302400

Cittanova Modena - via Pomposiana, 13/3 locali parrocchiali e campi sportiviinfo: 059/848184

Dai 6 ai 12 anni dal 10/06 per quattro settimane

Tempo pieno [email protected] Filippo Guaraldi: 348/8443800

Gesù Redentore Modena - via L. da Vinci, 270 locali parrocchiali e campi sportiviinfo: 059/2928147

dalla prima elem.alla terza media

dal 10/06 al 13/09(anche Agostose + di 10 iscritti)

Tempo pieno [email protected] Pedrazzi: 347/8851375Daniele Macchitelli: 334/3792342

e grazie alla professionalità di Roberto Reggiani, numero uno al mondo quando si trat-ta di beach volley e di ricreare l’atmosfera della sabbia nelle città. L’iniziativa, che gode del patrocinio dell’assessorato allo sport del Comune di Modena ed è inserita tra le manifesta-zioni più importanti di Mode-na Città Europea dello Sport 2013, porta il nome “Novi Park” grazie alla partnership con Modena Parcheggi spa, la società che gestisce il parcheg-gio del Parco Novi Sad e la so-sta a pagamento in città. Dal 17 maggio al 26 luglio, quin-di, sarà possibile praticare gli sport più belli dell’estate: beach volley, beach tennis, beach soc-cer, foot volley e beach rugby.Il calendario di eventi di Mo-dena Beach Arena arricchirà la vostra estate, fino a fine luglio,

a partire dal week end del 17-18-19 maggio, con il Torneo Fipav “Modena Beach Arena”, campionato italiano di beach volley open maschile al quale partecipano i migliori speciali-sti italiani del beach volley.Mercoledì 22 maggio vanno in scena i Giochi Sportivi Stu-denteschi di beach volley dalle ore 8.30, mentre domenica 26 maggio, dalle 16.30, è la volta di Bper Mini Volley Beach, il Torneo “Isola Modena Beach Arena”.Durante i due mesi sarà sem-pre possibile prenotare con i propri amici le ore di gioco in questo splendido impianto: basterà collegarsi al sito www.modenabeacharena.it oppu-re telefonare al numero 059 4821911 (dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 23, sabato e do-menica dalle 10 alle 23) per

scegliere la propria ora di gio-co. Sarà possibile giocare an-che di sera, poichè l’impianto sarà dotato di illuminazione.Per tutti coloro che invece vorranno essere semplici spet-

Centri estivi in cittàIl Csi di Modena come ogni anno segnala tutti i centri estivi parrocchiali presenti sulla provincia. Partiamo con una prima parte di quelli attivati nel Vicariato Cittadino, sui prossimi numeri del giornali pubblicheremo tutti gli altri. Nel caso voleste segnalare centri estivi non presenti nel censimento contattate il Csi all’indirizzo email: [email protected]

Allena... mente, lo sport da un’altra prospettivaIl Csi e Il Castello di Carta portano i libri sportivi nelle scuole modenesi: racconti d’autore per vivere lo sport in un’altra dimensione

Seconda edizione per “Allena..mente”, la rassegna di incontri per bambini e ragaz-

zi con scrittori e illustratori per leggere e amare lo sport. L’iniziativa, curata dal Csi di Modena e dalla libreria Il Castello di Carta di Mi-lena Minelli e Sara Tarabusi

col patrocinio dell’assesso-rato allo sport del Comune di Modena è inserita nel ca-lendario delle iniziative di Modena Città Europea dello Sport 2013 con la volontà di promuovere quel binomio tra sport e cultura che ha con-tribuito all’assegnazione del prestigioso riconoscimento al nostro comune.“Allena...mente” porta nelle società sportive autori di libri per ragazzi che abbiano scrit-to di sport e ha un significato molto semplice: dedicare una delle ore alla settimana di al-lenamento dei nostri ragazzi, in diverse discipline, ad atti-vità non praticate sul cam-po ma piuttosto guardare lo sport da un’altra prospettiva

e ascoltare il racconto di un autore anzichè tirare calci ad un pallone. Il prossimo appuntamen-to è venerdì 24 maggio alle 17 presso la scuola di danza “La Capriola” (via Zandonai 17, a Modena) con Aurora Marsotto, autrice di “Scuola di danza” (Edizioni Piemme). Ultimo appuntamento il 28 maggio alle 17 con “Tre ami-che sul ghiaccio” (Edizioni Piemme), scritto da Mathilde Bonetti che andrà a far visita al Roller Modena nella sede del Palaroller di via Paltrinie-ri a Modena.Tutti gli eventi sono gratuiti e aperti a ragazzi, genitori e allenatori.Per info: tel. 059 769731.

Nessun Dorma, quellanotte si sta in movimento!In piazza con danza e scherma il 18 maggio per la notte bianca modenese

Arriveranno in mi-gliaia da tutta la provincia e non solo e riempiranno le vie

del centro storico, il Csi anche quest’anno è pronto, non può mancare alla notte bianca di Modena.Per l’edizione 2013 di Nessun Dorma le attività Csi occupe-ranno due piazze nevralgiche del centro cittadino e della festa: in Piazza Grande “Scherma in Piazza” e in piazza XX Settem-bre la rassegna di danza orga-

nizzata in collaborazione con il Comune di Modena e Uisp. La rassegna di danza inizierà alle 21, preceduta da alcune ore di baby dance animate dalle scuo-le stesse con inizio alle 19.30, e avrà un taglio accademico: le migliori scuole della provin-cia infatti porteranno sul palco coreografie che si alterneranno dallo stile calssico, al moderno e contemporaneo, con qualche richiamo alla street dance. Tra queste in particolare ne segna-liamo due che non manche-ranno di puntare i riflettori sui disagi causati dal terremoto che ha scosso la nostra terra proprio in occasione della notte bianca dello scorso anno: Danzarte di Concordia e Surya di Carpi.Parteciperanno inoltre: La Ca-

priola, Coreutica, Ars Movendi studio, Corlo asd, La Fenice, Armonia, Geesink, Officina Danza Studio e Sted.Per gli appassionati e i curiosi invece l’appuntamento con la scherma è in Piazza Grande a partite dalle 9 di mattina: per tutta la mattina si terrà la fase finale del progetto “A scuola di scherma” che ha visto la promo-zione dell’attività schermistica nelle scuole elementari. Dalle 16 alle 19 prova di scherma aperta a tutti i bambini e ra-gazzi, alle 18.30 aperitivo con le medaglie olimpiche di Londra 2012. Infine, a partire dalle 20, maratona schermistica con 250 atleti in pedana tra cui anche autorità cittadine, giornalisti, forze dell’ordine e non solo.

Happy Camp raggiunge anche Cavezzo: dal 15 al 31 luglio e dal 2 al 13 settembre gli operatori del Csi attiveranno Happy Young per i ragazzi dai 13 ai 16 anni. Ricordiamo che i cen-

tri estivi a marchio Csi saranno inoltre a Finale Emilia, San Prospero, Camposanto, Montale Rangone, Portile, all’Invicta e all’Oplà. Per informazioni dettagliate sugli orari, le attività e sui costi dei centri estivi visitate il sito web dedicato www.happycampcsi.it. Dal portale è possibile iscriversi al Camp scelto direttamente online.

Happy Camp arriva a CavezzoTutti i centri estivi Csi sul sito web dedicato

Si chiude il 18 maggio con un convegno sulla disablità il progetto che a partire da marzo ha portato la danza nelle scuole della Bassa grazie alla collaborazione tra il Csi di Modena e la Fondazione

Nazionale della Danza. L’ultima tappa di Abc Danza sancisce la fine di un percorso portato avanti presso l’Istituto Comprensivo Sergio Neri di Concordia, in collaborazione con la scuola di danza locale Danzarte. Per info e iscrizioni alla mattinata di lavori ed esibizioni: tel. 051 6441211, [email protected]’ possibile iscriversi online sul sito www.societadolce.it.

CreAttivitàSabato 18 maggio a Concordia

tatori alcune informazioni: ampio parcheggio libero, ser-vizio bar sempre disponibile, eventi gratuiti e aperti al pub-blico.Per continuare a seguire tutti

gli eventi della Modena Beach Arena è possibile cliccare sul sito oppure seguire la pagina Facebook e il profilo Twitter (mail:[email protected]).

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23Domenica 19 maggio 2013NostroTempo

Cultura

Notte dei musei e della festaNessun Dorma il 18 maggio a Modena torna la notte bianca

Sabato 18 maggio, dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata, tor-na nel centro storico

di Modena “Nessun dorma”, che quest’anno vedrà la festa di chiusura in piazza Roma con il concerto della marching band “P-Funking”. La “notte bianca”, in contemporanea con la Notte europea dei musei e il passaggio della Mille miglia (accompa-gnato da iniziative al Mef che

Inchiostro al femminileIl 24 e 25 maggio nel chiostro del Seminario Arcivescovile di Modena

Saranno le donne le pro-tagoniste della nuova edizione di Inchiostro, manifestazione orga-

nizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘Beato Contar-do Ferrini’ con la collaborazione della Biblioteca Diocesana Ferrini&Muratori. Nelle serate di venerdì 24 e sa-bato 25 maggio prossimi nel chiostro del Seminario Arcivescovile di Modena, Corso Canalchiaro 149, ‘Se permettete parliamo di donne’, titolo del film di Ettore Scola del 1964, proporrà quindi, una rifles-sione sul mondo femminile, sull’impegno delle donne nella società e nella Chie-sa del Novecento, attraverso il linguaggio delle arti visive, della storia, della letteratura, del cine-ma, del teatro e della musica.Per tutta la durata della manife-stazione sarà visitabile la mostra ‘Nel nome del Padre’, introdot-ta da Marco Nardini (Galleria Mies): le tavole in grafite di Da-niela Alfarano, artista modenese, classe 1976, dialogheranno con i toni neutri dell’Ex Sagrestia e con la luminosità dello scalone monumentale, in un progetto espositivo concepito come spa-zio meditativo, dove ‘il silenzio prende il sopravvento su ogni altra cosa’ e dove nel volo di co-lombe s’incarna ‘l’ascesa della purezza e della Fede’.Cosa c’entra il Concilio Vati-cano II con le donne? A que-sto risponderà Adriana Valerio (Università Federico 2. di Na-poli ; Fondazione Valerio per la storia della donne), autrice di ‘Madri del Concilio: ventitre donne al Vaticano II.” (Carocci, 2012), documentazione inedita e appassionante sulle donne che, invitate da Paolo VI, presero parte ad alcune sessioni conci-liari e, pur rispettando l’ordine di tacere nelle assemblee gene-rali, seppero trovare le occasioni giuste per pronunciare parole

efficaci.Sarà poi la volta della vita di una donna come tante, di una donna che ripercorre la sua vita, con un amore che finisce, un altro che nasce, con un bambino investito dal male. Questa la storia nar-rata da Mariapia Veladiano nel suo ultimo romanzo ‘Il Tempo è un Dio breve’ (Einaudi 2012) e con l’autrice dialogherà Bru-netto Salvarani, teologo, diret-tore rivista Cem mondialità di Brescia e docente presso l’Issr Ferrini del corso ‘Percorsi teo-logici nella letteratura’. La pre-sentazione sarà animata da una

drammatizzazione delle parole del romanzo curata dagli stu-denti del corso.Dal dolore della madre al dolo-re di tutti, dalla dimensione del singolo a quella di una comu-nità che si interroga sul per-chè di certe tragedie. Proprio a Modena, la cui provincia è stata intensamente colpita dal terremoto dello scorso anno, la prima presentazione del volu-me ‘La fragilità di Dio’ (EDB, 2013) curato da Brunetto Sal-varani e da Mariapia Cavani, che raccoglie ‘Contrappunti teologici sul terremoto’ di va-ri autori ed autrici di diverse estrazioni e confessioni. Le parole saranno accompagnate dalla testimonianza visiva, dal-le immagini di quella fragilità,

dai suoni prodotti dalle scosse sulle case, sulle cose. Questo, infatti, il file rouge del video di Marcella Menozzi (produzione New editing), ispirato al volu-me ‘Magnitudo Emilia’ di An-nalisa Vandelli e Luigi Ottani (Artestampa, 2012) e accompa-gnato dalle musiche del gruppo modenese La Metralli.A chiudere la manifestazione un vero viaggio al femminile nel tempo e nelle arti. ‘Undice-simo comandamento?’ porterà sulla scena la riflessione di Elisa Salerno sul ruolo della Don-na nella società e nella Chiesa

cattolica d’inizio Novecento. Rida-rà voce alla pun-gente saggezza di colei che è definita teologa ante litte-ram l’attrice Ales-sandra Carloni e il coraggio, l’ironia, la modernità di quelle parole sa-ranno sottolineate dal flauto di Cle-mentina Antonaci

che eseguirà musiche originali di Virginia Guastella e trove-ranno eco nelle voci del Coro Luigi Gazzotti, che, diretto da Giulia Manicardi, eseguirà mu-siche di Bach, Kodály, Poulenc, Rachmaninoff.A corredo della manifestazione, il filo di Arianna per non per-dersi nel luogo: l’associazione culturale Arianna, infatti, pro-porrà per la giornata di sabato 25 maggio alle 10 la visita gui-data al Seminario arcivescovile, agli spazi e alle opere del grande palazzo, che fu Convento fran-cescano, ma anche Sede della Croce Rossa, e che oggi è casa di formazione del Clero delle Diocesi di Modena-Nonantola e Carpi e sede del Museo didat-tico di Fisica e Scienze naturali.

Si terrà sabato 25 maggio alle 15.30 presso la chiesa di San Pietro l’XI edizione del concerto del Coro Folk di San Lazzaro “Rosa Mistica - una rosa per la chiesa di San Pietro”. La corale si esibirà

diretta da don Ezio Nicioli e Veronica Zampieri con il maestro Simone Guaitoli al pianoforte. Insieme a loro anche la Comoagnia Musicale Modenese, gruppo di strumenti a plettro, con Filomena De Martino, voce solista, Angela Bonfiglioli, mandolinista, Sara Costanzo e Frnaca Lovino, voce recitante.

Rosa MisticaIl Coro Folk San Lazzaro a San Pietro

resta aperto fino alle 22.30), proporrà arte, musica, parole, teatro e danza, artisti di strada e iniziative culturali. E i modenesi potranno trovare aperti biblio-teche, chiese e negozi, musei e gallerie fino alle 24 con le mo-stre in programma e animazioni. Si potrà fare musica fino alle 2 del mattino e si potranno servire cibi e bevande fino alle 3 nelle aree interessate dagli eventi.I Musei del Duomo di Mode-na saranno aperti dalle 19 alle 24 con ingresso gratuito. Le guide dei Musei illustreranno ai visitatori le opere che testi-moniano la storia e l’evoluzio-ne della Cattedrale modenese. Il percorso comprende antiche testimonianze scultoree, codi-ci miniati, ori e argenti, quali il prezioso altarolo portatile di San Geminiano del XII secolo, le metope originali provenienti dal Duomo, i cinquecenteschi arazzi fiamminghi e la Relatio, codice miniato del XII secolo che testimonia la fondazione della Cattedrale modenese e la traslazione del corpo del patro-no.Il programma completo delle tantissime iniziative previste si trova sul sito del Comune di Modena.

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24 Domenica 19 maggio 2013 NostroTempo

Più di quello che vedi

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