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Giovanni Polin
NOTE SU ALCUNE NUOVE FONTI DELLʹORATORIO S. ANTONIO DA PADOVA
DI FRANCESCO DURANTE
Secondo vari studiosi che finora si sono occupati di Durante in differenti occasioni, la prima dellʹoratorio S. Antonio da Padova av‑venne nel 1753, secondo Die 1 a Napoli, per Carrer e Capasso a Venezia.2 In effe i del lavoro si conoscevano solo tre libre i, so‑stanzialmente concordi, a estanti esecuzioni avvenute a Venezia nel 1753 e 1763 e a Bologna nel 1755, sempre presso oratori gestiti dai padri Filippini e due partiture complete conservate in I‑Vnm3 e I‑Vsmc. Questʹultima, relata anche ad un set di parti staccate rea‑lizzate in loco, reca nel frontespizio privo di indicazioni cronolo‑giche lʹintitolazione «S. Antonio da Padova componimento sacro del signor abbate Gregorio Terribilino romano da cantarsi nellʹo‑ratorio dei reverendi padri della congregazione del oratorio di Napoli. Musica di don Francesco Durante», motivo per il quale molto probabilmente Die colloca a Napoli il luogo della prima.
Il recente e noto ritrovamento4 di un libre o del lavoro in que‑
1 Si trova alla segnatura cod. It. cl. IV 1870 = 11420.1. Cfr. HANS BERTHOLD DIETZ, s.v. «Durante, Francesco» in The New Grove Dictionary of Music and Musicians, Lon‑don, Macmillan , 2001, VII, pp. 739‑745.
2 Cfr. PINUCCIA CARRER, Francesco Durante maestro di musica (1684‑1755), Genova, Edizione S. Marco dei Giustiniani, 2002, p. 43; SOSIO CAPASSO, Mag‑nificat. Vita e opere di Francesco Durante, Fra amaggiore, Istituto di Studi Atel‑lani, 2005.
3 Per brevità biblioteche e archivi si indicano secondo le consuete sigle RISM. 4 Da qualche anno nellʹOPAC SBN è disponibile il riferimento ad un edi‑
zione del lavoro in questione conservata in E‑Su segnalata tramite www.
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stione presso la Biblioteca Universitaria di Salamanca in Spagna, nazione ove si recò lʹautore dei versi, Gregorio Terribilini, come segretario del nunzio apostolico monsignor Enriquez tra il 1750 ed il 1754,5 e di un nuovo set di parti staccate provenienti da I‑Nf, ignote al catalogo dei ms. musicali di questa istituzione realizzato nella prima metà dello scorso secolo da Di Giacomo,6 e fortunosa‑mente visibili in riproduzione grazie ad un microfilm delle stesse realizzato per il Centro Studi Antoniani presso la Basilica del San‑to di Padova, arricchiscono non poco il quadro dei testimoni del lavoro correggendo innanzitu o la datazione della prima.
Il libre o conservato in Spagna venne difa i impresso a Na‑poli presso Giuseppe Raimondi nel 1750 (con imprimatur in data 3 dicembre), in occasione di una esecuzione da tenersi «nellʹora‑torio della congregazione dei reverendi padri della congrega‑zione dellʹoratorio di Napoli» con lʹusuale indicazione «si conce‑de licenza di stamparsi e cantarsi il presente oratorio ma non in chiesa né dove sta esposto il santissimo sacramento e per le 24 ore sia il tu o già terminato». In effe i S. Antonio non fa che percorrere una via già sondata da un precedente oratorio a quat‑tro voci di Durante come Abigaile, dato nelle sedi della congre‑gazione dei Filippini nel 1736 a Napoli e poi a Roma, indi a Genova nel 1737 e a Bologna nel 1740.7
rebiun.crue.org, priva di dati sul musicista e datata Napoli, 1750. Nella scheda dellʹOPAC iberico manca qualsiasi riferimento a Durante che emerge invece, inequivocabilmente, dalla compulsazione dire a del libre o. Posteriormente alla comunicazione avvenuta in questo simposio della cosa ha dato notizia anche Stefano Quaresima con una relazione (Per una corre a datazione dell’ora‑torio S. Antonio da Padova di Francesco Durante) tenuta al XIX congresso annuale della Società Italiana di Musicologia (Milano, 19‑21 o obre 2012).
5 Cfr. CHRISTIAN HÜLSEN, Le Chiese di Roma nel Medio Evo: cataloghi ed appunti, Firenze, Olschki, 1926, (rist. Roma, Quasar, 2000) pp. LIV‑LV.
6 Cfr. SALVATORE DI GIACOMO, Catalogo generale delle opere musicali, teoriche o pratiche, manoscri e o stampate di autori vissuti sino ai primi decenni del 19. sec., esistenti nelle biblioteche e negli archivi dʹItalia. Ci à di Napoli ‑ Archivio dellʹoratorio dei Filippini, Parma, Freshing, 1918.
7 Cfr. CLAUDIO SARTORI, I libre i italiani a stampa dalle origini al 1800. Catalogo analitico con 16 indici, Cuneo, Bertola & Locatelli, 1994, I, pp. 4‑5 ai numeri 49, 50,
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Il fa o anticipa la collocazione cronologica dellʹopera di tre anni e ge a una nuova luce sulla fonte in I‑Vsmc, consentendo di ipotizzarne con maggior peso il riferimento alla performance del 1750 e il successivo invio a Venezia. Che il testimone fosse di origine partenopea oltre al citato frontespizio a dirlo era soprat‑tu o il fa o che era stato vergato su carta napoletana8 senza alcun dubbio da un professionista, anchʹesso napoletano, ben noto,9 re‑sponsabile fin dagli anni ʹ30 della realizzazione di copie di una serie di ms. di drammi e commedie per musica di Pergolesi e Sarro (come si può chiaramente vedere dagli esempi alle Tavole 1‑4) ma anche di brani sacri di Fago, Sarro e Pergolesi ora in D‑Dl, F‑Pn e I‑Nc come documentato da Bacciagaluppi.10 Il codice, opera di una sola mano e di fascicolazione regolare (17 duerni nel primo tomo e 13 duerni e una doppia carta nel secondo volume), appare dun‑que, in assenza dellʹautografo, come una copia da esportazione preparata a Napoli, che doveva servire a fornire un titolo che co‑prisse presso la sede veneziana della congregazione dei Filippini il tema devozionale di S. Antonio, come ben noto, uno dei santi più venerati nella Serenissima per più che ovvi motivi.
Le parti fortunosamente emerse in riproduzione da I‑Nf, furo‑no scri e senza nessun dubbio dalla stessa mano partenopea cui è a ribuibile la partitura in I‑Vsmc, come appare dalla Tavola 5, e si presentano come un set quasi completo (manca il fascicolo rela‑tivo alla prima tromba) del materiale impiegato nel 175011 rilegato
51 e 57 e SAVERIO FRANCHI, Drammaturgia romana II 1701‑1750. Annali dei testi drammatici e libre i per musica pubblicati a Roma e nel Lazio dal 1701 al 1750 con introduzione sui teatri romani del Se ecento e commento storico critico sullʹa ività teatrale e musicale romana dal 1701 al 1750, Roma, Edizioni di Storia e Le eratura, 1997, p. 289.
8 La filigrana della carta palesa il tipico giglio entro cerchio vicino alle le ere G C B.
9 Cfr. GIOVANNI POLIN, Verso un nuovo catalogo pergolesiano: temi, problemi e pro‑poste, «Studi Pergolesiani ‑ Pergolesi Studies» 6, 2011, pp. 1‑21 in part. p. 10.
10 Cfr. CLAUDIO BACCIAGALUPPI, Su alcuni copisti di Pergolesi. Un contributo alla filologia e alla diffusione delle opere sacre, in «Studi pergolesiani / Pergolesi Stu‑dies» cit., pp. 23‑39, in part. p. 36.
11 Per una puntuale descrizione del contenuto del ms. I‑Nf cfr. la Tabella 1.
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in un unico tomo. Se da un lato tali fonti accreditano ancor di più lʹimportanza del testimone di S. Maria della Fava, vista la loro pro‑venienza dal luogo dellʹormai acclarata prima del componimento sacro di Durante (essendo risaputo che I‑Nf conserva lʹarchivio musicale della sede napoletana della congregazione dei Filippini), esse sono alquanto interessanti se paragonate a quelle prodo e per le performance veneziane possedute in I‑Vsmc. Come pare chiaro dalla Tabella 2 a Venezia furono impiegati fiati che a Napoli erano assenti, anche se solo per dare un impasto timbrico più ricco (gli oboi si limitano al raddoppio dei violini), con lʹuso di un fa‑go o al posto del «controbasso» adoperato anche per accompa‑gnare i recitativi. Queste indicazioni pongono senzʹaltro in secon‑do piano lʹaltro testimone completo dellʹopera ossia il codice, proveniente dalla collezione Canal, ora in I‑Vnm.12 Esso è sicu‑
12 Si trova alla segnatura cod. It. cl. IV 1870 = 11420.
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ramente veneziano per filigrana della carta (tre mezze lune stem‑ma e contromarca AS) e copista e nel contenuto deriva sostan‑zialmente dalla copia napoletana in I‑Vsmc, di cui segue il testo pur con le piccole differenze del caso. Si tra a sostanzialmente di una bella copia poi corre a per motivi dʹuso, originariamente con‑cepita in due tomi (come a estato dalle due serie indipendenti di numeri di fascicolazione) e poi rilegata in un unico volume. Nellʹex primo volume sono compresi qua ro sesterni, nel secondo due sesterni, una quaternione, un ternione con carta sciolta a 10 pentagrammi inserita dopo la terza carta per emendare una pa‑gina vergata scorre amente. Lʹunico intervento che si registra è nellʹaria «Sì voi smarrite agnelle»: dopo la sedicesima ba uta da inizio del canto sono tagliate con biffatura prima qua ro ba ute di vocalizzo e, più avanti, altre nove ba ute. Si tra a di piccole mo‑difiche legate probabilmente mutate a esigenze esecutive.
Il testo verbale tràdito da libre i e partiture sembra apparen‑
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temente lo stesso in tu e le fonti, in realtà i versi di Terribilini erano ben di più di quelli musicati dal maestro di Fra amaggiore: le virgole ature riscontrabili concordemente in tu i e qua ro i testimoni a stampa del testo verbale (Napoli 1750, Venezia 1753 e 1763, Bologna 1755) non lasciano adito a dubbi. Non vi sono però, allo stato a uale delle ricerche, ragioni per ritenere che la prima del lavoro di Durante sia avvenuta ancor prima di quanto sco‑perto, anche forse per motivi di cara ere stilistico. Non voglio en‑trare nel merito di una de agliata analisi dellʹopera durantiana ma mi limito semplicemente a constatare alcuni dati che emergo‑no con evidenza anche da una prima le ura della partitura, supportabile anche da una registrazione condo a oramai oltre trentʹanni fa da Claudio Scimone e, seppur fuori commercio, in qualche modo fruibile a raverso i canali del web. La musica di questo componimento sacro mostra bene come avrebbe potuto es‑sere Durante quale compositore di drammi per musica del 1750, essendo perfe amente calato nella temperie stilistica del suo tem‑po. In poche parole i suoi accorgimenti compositivi sono ben in linea con quelli ado ati dai suoi colleghi coevi di maggior succes‑so. Lʹuso ben calibrato e frequente dei recitativi accompagnati di‑mostra una profonda sensibilità a quel far la musica secondo le parole considerata ancora una notevole qualità allʹepoca. Arie co‑me, ad esempio, «Vedrò confusa e vinta» potrebbero tranquilla‑mente ben figurare in qualche dramma per musica coevo.
Vʹè però la possibilità che i versi di Terribilini fossero stati in precedenza adoperati altrove, con note di un altro maestro e che il libre o sia dunque stato riusato, visto anche che allʹepoca della prima dellʹoratorio durantiano il poeta si trovava in Spagna. Ulte‑riori indagini e ritrovamenti potranno forse avvalorare tale ipo‑tesi, magari quando sarà finalmente possibile accedere ai preziosi documenti conservati in I‑Nf.13
13 Del S. Antonio da Padova di Francesco Durante, a cura di Nicolò Maccavino, è in preparazione l’edizione critica della partitura che sarà pubblicata nella col‑lana «Napoli e l’Europa. La Scuola Napoletana dal XVII al XIX secolo» della Ut Orpheus di Bologna.
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Tavole
Tavola 1 ‑ FRANCESCO DURANTE, S. Antonio da Padova, I‑Vsmc 31, c. 2r
Tavola 2 ‑ DOMENICO SARRO, Berenice, I‑Nc 31.3.11, c. 1v
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Tavola 3 ‑ GIOVANNI BATTISTA PERGOLESI, Il prigionier superbo, I‑Nc 7.6.7, c. 1v
Tavola 4 ‑ GIOVANNI BATTISTA PERGOLESI, Il Flaminio, I‑Nc Rari 7.5.25, c. 3v
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Tavola 5 ‑ FRANCESCO DURANTE, S. Antonio da Padova, I‑Nf Archivio Musicale 680 ‑11, c. 2r