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Autore: Luca Giannelli - www.visionepostura.it Gruppo facebook interdisciplinare per professionisti in posturologia: Clinica visuo - posturale pag. 1 di 13 Note su: Il recettore oculare nel contesto posturale e i test visuo-posturali A cura di Luca Giannelli Introduzione Negli ultimi anni l’attenzione verso l’aspetto visuo-posturale ed il suo equilibrio statico e dinamico è stato preso sempre più in considerazione da diversi specialistici che con un apprezzabile approccio integrativo, hanno favorito un’analisi interdisciplinare dell’Utente. Comprendere le possibili correlazioni tra visione e postura statica e dinamica, tra visione ed evidenze odontoiatriche, logopediche, tra visione ed evidenze fisioterapiche, chinesiologiche, chiropratiche, osteopatiche, podologiche e fattori nutrizionali, psicologici ecc, consente di sviluppare una migliore consapevolezza del problema ed ottimizzare il servizio all’Utente anche in collaborazione con figure professionali competenti. Il lavoro d’equipe ha messo in evidenza la stretta relazione tra i principali sistemi di afferenza recettoriale e regolamentazione posturale dove la disfunzione di un distretto è in grado di alterare gli altri distretti i quali, in modo assolutamente automatico, cercheranno di adattarsi al nuovo pattern posturale. L’assetto posturale, oltre che rispondere ad automatismi neuromotori, esprime anche delle compensazioni necessarie all’organismo per svolgere funzioni che altrimenti non potrebbero avere luogo oppure verrebbero effettuate in modo gravoso. Una modificazione nell’integrazione di queste afferenze può produrre alterazioni di tipo parafunzionale con conseguente coinvolgimento prima disfunzionale poi patologico dei distretti anche distali dall’afferenza interessata. Si pensi ad esempio alle posizioni anomale del capo necessarie a compensare una visione binoculare compromessa con la testa in ortoposizione soggettiva che coinvolgono il distretto cranio-cervico-mandibolare, oppure alle asimmetrie del tronco assunte per evitare un dolore ricorrente che inducono adattamenti nei distretti distali come la posizione del cingolo scapolare, i rapporti dell’articolazione temporomandibolare, il feedback dell’apparato vestibolare, il carico sull’appoggio podalico e il sistema visivo inducendo nuova organizzazione dei meccanismi tonico- fusionali degli occhi. In una visione più allargata rispetto a quella di una singola area scientifica, che non si limiti all’apparato che, provocando dolore, ha richiamato l’attenzione dell’Utente, la valutazione, la diagnosi e il trattamento vanno definiti dai diversi clinici , all’interno delle proprie competenze, che appartengono all’area posturale. Risulta quindi indispensabile giungere ad un approccio comune e ad una analisi delle funzioni (prove semeiologiche) che possano orientare il clinico nell’identificare la presenza di una possibile disfunzione degli apparati correlati a quello di propria competenza, così da suggerire l’invio allo specialista di riferimento. L’approccio richiede di conoscere come funzionano gli altri apparati e di come essi si legano gli uni agli altri tramite il Sistema Nervoso Centrale (SNC). Le prove semeiologiche, in questo caso divise in un approccio anamnestico mirato ed una sequenza di test visuo-posturali, hanno lo scopo di

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Autore: Luca Giannelli - www.visionepostura.it Gruppo facebook interdisciplinare per professionisti in posturologia: Clinica visuo - posturale

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Note su:

Il recettore oculare nel contesto posturale e i test visuo-posturali

A cura di Luca Giannelli

Introduzione Negli ultimi anni l’attenzione verso l’aspetto visuo-posturale ed il suo equilibrio statico e dinamico è stato preso sempre più in considerazione da diversi specialistici che con un apprezzabile approccio integrativo, hanno favorito un’analisi interdisciplinare dell’Utente. Comprendere le possibili correlazioni tra visione e postura statica e dinamica, tra visione ed evidenze odontoiatriche, logopediche, tra visione ed evidenze fisioterapiche, chinesiologiche, chiropratiche, osteopatiche, podologiche e fattori nutrizionali, psicologici ecc, consente di sviluppare una migliore consapevolezza del problema ed ottimizzare il servizio all’Utente anche in collaborazione con figure professionali competenti. Il lavoro d’equipe ha messo in evidenza la stretta relazione tra i principali sistemi di afferenza recettoriale e regolamentazione posturale dove la disfunzione di un distretto è in grado di alterare gli altri distretti i quali, in modo assolutamente automatico, cercheranno di adattarsi al nuovo pattern posturale. L’assetto posturale, oltre che rispondere ad automatismi neuromotori, esprime anche delle compensazioni necessarie all’organismo per svolgere funzioni che altrimenti non potrebbero avere luogo oppure verrebbero effettuate in modo gravoso. Una modificazione nell’integrazione di queste afferenze può produrre alterazioni di tipo parafunzionale con conseguente coinvolgimento prima disfunzionale poi patologico dei distretti anche distali dall’afferenza interessata. Si pensi ad esempio alle posizioni anomale del capo necessarie a compensare una visione binoculare compromessa con la testa in ortoposizione soggettiva che coinvolgono il distretto cranio-cervico-mandibolare, oppure alle asimmetrie del tronco assunte per evitare un dolore ricorrente che inducono adattamenti nei distretti distali come la posizione del cingolo scapolare, i rapporti dell’articolazione temporomandibolare, il feedback dell’apparato vestibolare, il carico sull’appoggio podalico e il sistema visivo inducendo nuova organizzazione dei meccanismi tonico-fusionali degli occhi. In una visione più allargata rispetto a quella di una singola area scientifica, che non si limiti all’apparato che, provocando dolore, ha richiamato l’attenzione dell’Utente, la valutazione, la diagnosi e il trattamento vanno definiti dai diversi clinici, all’interno delle proprie competenze, che appartengono all’area posturale. Risulta quindi indispensabile giungere ad un approccio comune e ad una analisi delle funzioni (prove semeiologiche) che possano orientare il clinico nell’identificare la presenza di una possibile disfunzione degli apparati correlati a quello di propria competenza, così da suggerire l’invio allo specialista di riferimento. L’approccio richiede di conoscere come funzionano gli altri apparati e di come essi si legano gli uni agli altri tramite il Sistema Nervoso Centrale (SNC). Le prove semeiologiche, in questo caso divise in un approccio anamnestico mirato ed una sequenza di test visuo-posturali, hanno lo scopo di

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fornire indicazioni sull’eventuale interessamento di altri apparati e di poter parlare un linguaggio comune con i diversi specialisti che si occupano dell’organizzazione del sistema posturale stesso. Di seguito sono sinteticamente descritte le componenti che il sistema visivo ha in relazione nel contesto posturale e le possibili noxae (perturbazioni) foriere di disfunzione visuo-posturale. Il recettore oculare nel contesto posturale Nel sistema posturale l’occhio ha una duplice funzione recettoriale: esterocettiva propriocettiva.

La funzione esterocettiva riguarda le informazioni che arrivano dall’ambiente esterno e, a livello oculare, la percezione è di competenza retinica attraverso i suoi recettori: i coni e bastoncelli e loro integrazione con le cellule ganglionari, amacrine, orizzontali e loro integrazione con il Sistema Nervoso Centrale (SNC) [6]. La retina come esocettore La retina fornisce informazioni sulla posizione del proprio corpo rispetto all'ambiente circostante perché prende dall’esterno le informazioni sulla posizione e sulla dimensione degli oggetti esterni. Proprio per questa caratteristica è possibile intuire che qualsiasi nuova correzione indotta modificando la dimensione, la distanza apparente ed orientamento gli oggetti, sia in grado di modificare il rapporto del sé con tutto ciò che si percepisce. Si pensi per esempio ai soggetti con il

difetto refrattivo dell'astigmatismo (1) non corretto (soprattutto per astigmatismi inferiori la diottria) o parzialmente corretto con asse vicino ai meridiani orizzontale e verticale che si presentano con il capo lievemente inclinato su una spalla per vedere meglio sull’asse di astigmatismo e/o per orientalizzare meglio la percezione del mondo che è costruito da linee verticali e orizzontali (ved. fig. 1) . Una volta corretti adeguatamente ovvero con una prescrizione visiva che non si limiti alla compensazione del difetto visivo e della collaborazione dei due occhi, bensì si estenda ad una attenzione posturale, per esempio dell’atteggiamento viziato della testa, i soggetti che manifestano cervicalgia spesso riferiscono un miglioramento della sintomatologia e/o della tensione muscolare. Il perché va ricercato nella nuova prescrizione visuo-posturale che libera la posizione adattativa del collo per utilizzo visivo (Fig. 2,3,4). Una volta eliminato

l'adattamento viziato del capo indotto dalla funzione visiva è possibile trattare con maggior facilità e migliorando il tempo di ripristino alla fisiologia attraverso l'intervento di riequilibrio posturale.

1 L’astigmatismo promuove maggiormente un adattamento del capo di origine visiva, proprio perché la visione dell’astigmatico ha una differente

nitidezza nei diversi piani dello spazio ossia vi è un piano di maggior visione e quello perpendicolare di peggiore percezione. Questo porta spesso il soggetto ha sostenere un atteggiamento adattivo del capo per migliorare la qualità della visione sul piano (chiamato in ottica: meridiano) di minor ametropia. I deboli astigmatismi, generalmente inferiori la diottria, ad asse vicino ai meridiani orizzontale e verticale non o parzialmente

compensati, spesso promuovono un compenso posturale con il capo lievemente inclinato su una spalla per vedere meglio sull’asse di astigmatismo e/o per orientalizzare meglio la percezione del mondo che è costruito da linee verticali e orizzontali (fig 2,3,4).

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Muscoli extraoculari come informatori propriocettivi La funzione propriocettiva riguarda le informazioni che provengono dal corpo ed in questo contesto è relativa ad informazioni che sono collegate all’attività tonico muscolare extraoculare e alle vie dell’oculocefalogira che si riflettono sui muscoli del collo e delle spalle fino ai piedi

Fig 2-3-4. Astigmatismo e prescrizione Durante l'esame della vista con attenzione visuo-posturale

bisogna portare attenzione all'atteggiamento spontaneo

del capo dell'utente a visita. Per esempio, i deboli

astigmatismi non corretti o parzialmente compensati ad

asse vicino ai meridiani principali, spesso promuovono un

compenso posturale della testa che, se mantenuta

inclinata durante l’esame della vista perché in

atteggiamento spontaneo (fig 2), altera l’asse finale di

prescrizione favorendone l’atteggiamento viziato del capo.

Una volta accertato che la natura della posizione anomala

del capo è di origine visiva, l’esame va effettuato con il

capo e occhialino dritti e con i centri ottici delle lenti

coassiali ai riflessi pupillari (fig. 3). In presenza di un

atteggiamento del capo di origine multifattoriale, è il

lavoro interdisciplinare l'unico modus operandi per il

corretto trattamento e ripristino, quando possibile, della

fisiologia posturale dell'individuo.

Fig. 2 Fig. 3

Fig 4

Soggetto inclinato su spalla

destra di 20°. Vi è una

differenza di 20° tra la linea di

esplorazione visiva e il piano

orizzontale degli occhi, piano

dove avviene l’osservazione.

Fig. 1. Astigmatismo e posizione viziata del capo Secondo l’orientamento posturologico sono le piccole perturbazioni sul sistema

posturale ad essere in grado di provocare i maggiori adattamenti in distress per

il sistema tonico posturale

I deboli astigmatismi non corretti o parzialmente compensati ad asse vicino ai

meridiani principali, spesso promuovono un compenso posturale della testa

per vedere meglio sull’asse di astigmatismo e/o per orientalizzare meglio la

percezione del mondo che è costruito da linee verticali e orizzontali.

Fig. A in alto: soggetto con asse bipupillare parallelo all'orizzonte. Sulla sinistra

è mostrata la percezione al test della raggiera dell'astigmatismo contenuto nel

test VAD (ved. sezione test) dove il soggetto percepisce maggiormente nitide le

linee oblique corrispondenti ai numeri dell'orologio 10-4.

Fig. B in basso: l'inclinazione del capo su una spalla (in questo caso sulla spalla

destra), il soggetto può percepire maggiormente nitide le linee della raggiera

sull'asse orizzontale corrispondenti ai numeri dell’orologio 9-3.

La presenza di astigmatismo è in grado di promuovere un adattamento del

capo in Posizione Anomala del Capo (PAC).

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attraverso le vie autonome oculo-spinali, cervico-spinali, vestibolo-spinali ecc. Il Sistema Tonico Posturale prende quindi le informazioni dai muscoli estrinseci dell’occhio (MOE) che, possedendo particolari recettori (Fusi neuromuscolari, cilindri mio-tendinei), sono in grado di stabilire la loro posizione rispetto la testa e il collo, il vestibolo, l’apparato stomatognatico, il tronco e l’appoggio podalico [1,2,4,6]. La sensibilità propriocettiva della MOE è in grado quindi di informare il STP sulla posizione degli occhi rispetto ai vari distretti corporei e questo serve al sistema per capire se gli occhi stanno guardando dritto in avanti piuttosto che ruotati in altra direzione rispetto all’asse del corpo, come ad esempio ruotati a sinistra per osservare una macchina mentre la testa volge altrove. Sono inoltre una informazione a feedback sullo stato tonico della sostanza reticolare, centro di

afferenza sensoriale e propriocettiva che, tra le diverse competenze, partecipa alla modulazione dei motoneuroni gamma dei muscoli del corpo [2,3,4,5,6].

I disturbi del sistema visivo I disturbi del recettore visivo che possono perturbare il sistema posturale sono principalmente: - Da esterocezione (retina) derivanti da: alterazioni dell’organo occhio (retinopatie, glaucoma, chertocono ecc), difetti della refrazione e loro adeguata correzione, anomalie della funzione accomodativa (della messa a fuoco), da condizioni refrattive particolari come l’anisometropia (differenza di potere nei due occhi), dalla qualità delle lenti di correzione e dalla qualità della funzione binoculare nella sua componente sensoriale (per es. la soppressione di un occhio), da alterazioni organiche, dalla tipologia della montatura (curvatura e campo visivo), ecc. - Da propriocezione (muscolare extraoculare) le anomalie della visione binoculare: gli strabismi, i deficit di convergenza, insufficienza di divergenza, eteroforie e disparità di fissazione orizzontale / verticale (con delle particolari caratteristiche quindi non tutte le ipoconvergenze, le eteroforie o le disparità di fissazione sono disfunzionali), i deficit della oculomotricità, geometrie di lenti non

La visione come entrata per il SNC

La funzione visiva deve possedere dei requisiti

essenziali per poter rimanere integrata e in coerenza

con il Sistema Tonico Posturale, così da permettere,

da un punto di vista motorio, un movimento prassico

e con il miglior dispendio energetico.

Compito della specialista della visione con attenzione

visuo-posturale è quello di approfondire le differenti

funzioni visive, compito del professionista che si

occupa di posturologia è quello di valutare,

attraverso la propria esperienza clinica e i test visuo-

posturali standardizzati, se il soggetto che è venuto

alla Sua attenzione, ha un sistema visivo integrato,

ovvero necessita di un inquadramento

interdisciplinare.

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adeguate al contesto visivo occupazionale del soggetto o in rapporto con adattamenti posturali preesistenti, da occhiali non correttamente centrati, dalla geometria delle lenti, prismi ecc. Le terminazioni nervose sensoriali retiniche, le propriocettive oculari muscolari attraverso i fusi neuromuscolari e le palisade Endings, assicurano quindi afferenze specifiche sulla percezione e sulla posizione dei globi oculari nelle orbite, per mezzo di vie riflesse sensorio-propriocettive-posturali. La pratica quotidiana suggerisce che le due categorie si fondono una nell’altra dato che in un problema visivo risultano più o meno interessate le diverse componenti del sistema, compresi i rapporti tra accomodazione (messa a fuoco) e convergenza. Le figure di seguito descrivono sommariamente le noxae e i quadri clinici in grado di produrre un

adattamento in distress ovvero disfunzionale.

Occhio posturale

Sono elencate le principali

condizioni cliniche e cause in grado

di produrre un adattamento in

distress (disfunzionale) sia pe la

componente di esocezione sia di

propriocezione.

Solo una adeguata valutazione

della funzione visiva che si integri

con le conoscenze del sistema

posturale, è in grado di orientare il

clinico verso un trattamento

integrato con la funzione

posturale.

Occhio posturale

L’occhio posturale nelle sue due

componenti: esocettiva e

propriocettiva.

Le modifiche della percezione

visiva come la variazione

dell'acutezza visiva e occhiale

richiedono un adattamento della

componente esocettoriale

dell’occhio, mentre le variazioni

indotte della muscolatura

extraoculare come le forie, le

ipoconvergenze, disturbi nella

collaborazione binoculare (dei due

occhi) le richiedono per la

componente propriocettiva.

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L’esterocezione e la propriocezione si collocano quindi nello spazio-tempo circostante; le strutture nervose modulano, a partire da queste informazioni, gli adattamenti posturali in tempo reale. Il SNC utilizza le informazioni dei recettori per rilevare le perturbazioni e variazioni nel movimento e gesto motorio e mettere in atto, prima dell'inizio del movimento, specifiche strategie basate sull'integrazione dei riflessi primitivi e sull'esperienza pregressa. Gli aggiustamenti posturali vengono compiuti per mezzo di due principali tipi di meccanismi: i movimenti anticipatori chiamati feedforward e i movimenti di retroazione dal nome feedback.

Gli occhi guidano il corpo La visione è la principale sorgente della sensazione cinestesica e dà il contributo maggiore nella pianificazione del movimento. Per esempio, la visione può compensare la mancanza di

informazioni propriocettive attraverso i meccanismi di feedforward e feedback. Se un soggetto è in grado di vedere prima il braccio prima di compiere il movimento, si ha una notevole riduzione degli errori di direzione e ampiezza del movimento, anche quando il soggetto non ha la possibilità di osservare l’arto

durante la sua esecuzione (Kandel E. et Al 1994). Di contro, i deficit di regolazione a feedback e feedforward alterano la capacità di utilizzare correttamente la visione anche nel caso del controllo dei movimenti lenti degli arti (Ibidem).

Solo una adeguata valutazione della funzione visiva che si integri con le conoscenze del sistema posturale, è in grado di orientare il clinico verso un trattamento integrato con la funzione posturale. Avere poi un linguaggio comune con gli altri professionisti che si occupano di posturologia, offre la possibilità semplice e concreta di vero lavoro interdisciplinare. I test visuo-posturali sono il mezzo per comunicare in modo preciso, efficace e standardizzato.

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Nota sulla relazione: movimento oculare, muscoli del capo e apparato vestibolare

La postura influenza la visione Se si assume che il sistema visivo è uno dei principali informatori del cervello per l’aggiustamento posturale e che qualsiasi variazione dell’entrata visiva (problema di convergenza oculare, eteroforie posturalmente significative, problematiche di messa a fuoco, variazione del difetto visivo, nuovo occhiale ecc.) può influenzare l’assetto posturale in termini di distribuzione del peso, della posizione della colonna vertebrale, quindi di una modifica tonica muscolare in tutto il corpo, si può anche affermare che un atteggiamento posturale, dovuto a diversi fattori, che influenza, per esempio, la posizione della testa e la mobilità del collo, è in grado di modificare la posizione degli occhi rispetto al cranio e, quindi, l’equilibrio tonico e percettivo degli occhi con riduzione delle performance visuo-cognitive e visuo-motorie.

Occhi e movimento del capo Il legame neurofisiologico che lega gli occhi ai movimenti del capo si esplica attraverso diversi riflessi. Il riflesso cervico-oculare (COR) coopera alla stabilizzazione dello sguardo durante i movimenti di rotazione del collo, producendo una deviazione compensatoria degli occhi uguale a di segno contrario alla rotazione del collo. In questa circostanza, il COR ha una funzione sinergica con il riflesso vestibolo-oculomotorio VOR, ma con un guadagno decisamente più basso. I riflessi cervicali sono maggiormente implicati nella stabilizzazione dello sguardo durante i movimenti coordinati della testa e del collo controllando la muscolatura cervicale e la postura più che la posizione degli occhi. Il Fascicolo Longitudinale Mediale (FLM) è la via di connessione tra i nuclei motori dei muscoli oculari (3,4,6 nc), il nervo vestibolare (8n.c.) e il nucleo motore del nervo accessorio (11 nc) che innerva lo sternocleidomastoideo e il trapezio, principali attori del movimento del capo. Le relazioni neurologiche sono omesse.

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Funzione dei test visivi in campo posturale [6]

Nella clinica posturale si è evidenziato che problemi posturali, stati muscolari-tensivi anomali e/o asimmetrici possono comparire a distanza rispetto al disturbo visivo che li ha provocati, come ad esempio il torcicollo di origine oculare se protratto nel tempo provoca un’asimmetria tensiogena con ripercussioni su tutto il sistema posturale e, più frequentemente sull’equilibrio rachideo la cui evoluzione può determinare un processo disfunzionale che si cronicizza nel tempo.

Diventa quindi necessario avere una batteria di test visivi con attenzione posturale sia per valutare eventuali interrelazioni tra i due sistemi sia per poter comunicare in modo idoneo con i professionisti del settore posturale.

Test visuo-posturali I test Visuo-posturali identificano come il sistema visivo, nelle sue due componenti esocettoriale e propriocettivo, è integrato nel sistema Tonico Posturale ovvero se è disturbante per la funzione posturale e stomatognatica. Sono una sequenza standardizzata che disciplinano la terminologia descrittiva e la nomenclatura utili a scrivere i risultati dei test, sviluppando in tal modo l’adozione di un linguaggio posturale interdisciplinare comune.

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Protocollo di test visuo-posturali Che cos’è Il protocollo dei test visuo-posturali (VP) identifica come il sistema visivo, nelle sue due componenti esocettoriale (a partenza retinica) e propriocettivo (a partenza muscolare oculare), è integrato nel sistema Tonico Posturale ovvero se è disturbante per la funzione posturale e stomatognatica [6]. I test VP sono una sequenza standardizzata, veloci e di semplice esecuzione che disciplinano la terminologia descrittiva e la nomenclatura utili a scrivere i risultati dei test, sviluppando in tal modo l’adozione di un linguaggio posturale multidisciplinare comune. Ogni test è corredato da un

manuale completo che chiarisce come eseguire il test, come interpretare i dati e cosa fare.

Cosa serve Utilizzare i test visuo-posturali consente di avere uno strumento d’indagine per valutare il grado di relazione tra il sistema visivo, quello posturale e stomatognatico. Il confronto dei valori prima e dopo aver inserito una variabile (per esempio in reset position occlusale Vs. posizione di massima intercuspidazione, prima e dopo un trattamento riabilitativo, prima e dopo un bite, con e senza appoggio podalico, ecc), è interpretabile come riduzione o aumento, equilibrio o disorganizzazione dello stato tonico neuro-visuo-posturale e/o percettivo, indici che danno stabilità al snc. I dati di confronto sono necessari e da prendere in considerazione nella fase diagnostica e come orientamento al trattamento ovvero indicazione di intervento

interdisciplinare. I test valutano l’impatto del trattamento sulla funzione visiva. Per ogni test è presente una scheda di compilazione per l’inserimento veloce dei dati utile a confrontarli dopo aver inserito la variabile scelta. Test VAD Il test Visual Acuity Difference (VAD) è stato creato per determinare se l’eventuale differenza di qualità visiva tra i due occhi favorisce l’adattamento del capo in una posizione viziata, in grado quindi di modificare l’equilibrio mio-tonico posturale (come per l’ipoacusico monolaterale che

presenta un adattamento del capo verso l’orecchio normoacusico). Confronta inoltre la percezione monoculare (di un occhio) Vs. binoculare (di entrambi gli occhi contemporaneamente) per determinare se il soggetto ha un possibile problema di

collaborazione binoculare meritevole di approfondimento specialistico; ed è un test che

Test VAD - Visual Acuity Difference and Mono Vs. Bino

Perception

Funzioni del test VAD:

1. Identificare se la componente esocettoriale della funzione visiva non è correttamente integrata nel Sistema Tonico Posturale ovvero è potenzialmente disfunzionale

2. Identificare la presenza del vizio refrattivo di astigmatismo e una differenza significativa di acutezza visiva tra i due occhi. Tali fattori, se presenti, favoriscono una Posizione Anomala del Capo (PAC) in grado di modificare l’equilibrio mio-fasciale.

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identifica la presenza di astigmatismo e la relazione che esso ha con la Posizione Anomala del Capo (PAC). Il test VAD è un test visuo-posturale che non valuta i decimi di visus, bensì indaga come la componente esocettoriale del sistema visivo è integrata con il sistema tonico posturale.

Test della convergenza oculare Visuo-Posturale

Valuta e quantifica la capacità volontaria di convergenza oculare e consente di verificare se la postura abitualmente assunta dal soggetto è foriera di problemi di binocularità e di riduzione del rendimento cognitivo. Nella pratica clinica posturologica è regolarmente utilizzato per la rilevazione e

monitoraggio di variazioni conseguenti a modificazioni dell’assetto posturale e/o ortodontico. Il movimento della convergenza è attivato da più centri cerebrali per cui non esiste il centro della convergenza bensì una loro

integrazione, in funzione del movimento da compiere, che coinvolge: la corteccia, il talamo, i nuclei della base, il cervelletto, il sistema trigeminale, e la sostanza reticolare, quest'ultima regolatrice del tono dei muscoli extraoculari.

In ambito visuo-posturale la valutazione del test della convergenza V-P rappresenta un importante dato clinico che descrive l’eventuale asimmetria di tono dei muscoli oculari dovuta ad una perturbazione centrale (SNC). Risulta utile confrontare i risultati clinici del test in

rapporto all’occhio dominante, alla posizione dei cingoli

Mira del test di convergenza visuo-posturale VPTC

Presenza di astigmatismo e PAC Esempio di risposta positiva al test VAD – orologio astigmatico: presenza di astigmatismo non compensato Con il capo in PAC abituale, nell’esempio con inclinazione su spalla dx (flessione laterale dx), il soggetto percepisce più nitide le linee del quadrante orizzontale, nella direzione 9-3, mentre in ortoposizione il soggetto percepisce più nitide le linee del quadrante nella direzione 4-10. Se vi è una variazione di percezione delle linee, la PAC è anche legata al sistema visivo.

Ipoconvergenza e adattamento del capo L’ipoconvergenza oculare è foriera di un adattamento posturale del capo (PAC) la cui posizione sarà in funzione della disponibilità tonico-mio-artro-fasciale del sistema e non seguendo schemi lineari di adattamento. I test sono eseguiti con una mira morfoscopica codificata per un linguaggio posturale multidisciplinare comune.

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scapolari e pelvico, ai piedi, alle interferenze stomatognatiche, ovvero alle alterazioni occlusali e all’articolazione temporo-mandibolare (ATM) o alla posizione dello sportivo che assume durante l’attività, per esempio mentre tira a canestro, mentre colpisce la palla ecc.. Il test della convergenza V-P valuta la componente propriocettiva del sistema visivo.

Test della foria visuo-posturale

La foria VP è un test che interrompe il riflesso di fusione quindi dissocia la visione binoculare portando un occhio nella posizione di riposo tonico neuro-muscolare che viene denominata: eteroforia.

In ambito posturale la foria è definita come organizzazione

funzionale del sistema visivo e fornisce informazioni su come l’individuo ha organizzato la propria relazione con l’ambiente che percepisce. In ambito posturale la foria è quindi vista come la descrizione dell’allineamento dell’intero corpo in relazione all’oggetto osservato, con ciò che vede. Valutarla serve ad identificare come il corpo risponde alla percezione visiva dell’ambiente, dato fondamentale perché ci muoviamo nell’ambiente e ci adattiamo ad esso attraverso la visione!

In clinica visuo-posturale la valutazione della foria da

lontano dà inoltre indicazioni sullo stato ed equilibrio tonico della funzione visiva che è il precursore dell’organizzazione del movimento. Eventuali variazioni pre e post trattamento, sono interpretabili come riduzione o aumento dello stato tonico neuro-visivo-posturale per cui da prendere in considerazione come orientamento al successivo trattamento ovvero indicazione di intervento interdisciplinare. Il test è specifico in campo posturologico e identifica la presenza, direzione e valore di eteroforia orizzontale, verticale e torsionale. Valuta la posizione di riposo neuro-muscolare dei muscoli dell’occhio ossia il tono che il snc manifesta sui muscoli oculari in assenza di fissazione binoculare

senza e con l’introduzione di variabili posturali.

Risposte al test della foria verticale.

Immagine contenuta nel manuale che chiarisce come eseguire il test, come

interpretare i dati e cosa fare.

Quantifica le variazioni di tono dei

muscoli oculari. Tempo di esecuzione: meno di un minuto mantenendo una

ottima affidabilità.

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Autore: Luca Giannelli - www.visionepostura.it Gruppo facebook interdisciplinare per professionisti in posturologia: Clinica visuo - posturale

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Test di Allineamento Oculocefalogiro

Cosa valuta il TAO test Il TAO test ha una doppia valenza, serve a: 1. Valutare il grado di integrazione tra i sistemi funzionali: visione, gravicettori vestibolari e propriocettori muscolari del rachide cervicale. Se vi è coerenza tra le diverse afferenze recettoriali, si ha maggiore prevedibilità di organizzazione e di risposta in eustress verso il trattamento (visivo, posturale, odontoiatrico ecc) che il clinico ha deciso di intraprendere; mentre in caso di incongruenza, in funzione del contesto

ambientale che richiede una primarietà di informazione di un sistema sugli altri, si potrà avere una riduzione della performance visiva se essa sarà compensatrice, ovvero un aumento della

probabilità di tensione, dolore cervicale o senso di instabilità qualora fossero questi ultimi ad adattarsi ad una richiesta visiva

primaria. In ogni caso si assiste ad una riduzione del range di tolleranza biologico. 2. Valutare l’occhio preferenziale di sguardo come dominanza oculare di fissazione. Valutare la dominanza oculare di fissazione è un utile dato visuo-posturale perché la dominanza oculare dirige lo sguardo sul bersaglio di

interesse adattando testa e collo per cui contestualizza l'atteggiamento posturale valutato durante gli altri test, per esempio sullo scoliosometro. Inoltre rapportare l'occhio dominante con i risultati ottenuti attraverso il test di percezione VAD e il test propriocettivo della convergenza oculare visuo-posturale, precisa il “peso” del sistema visivo sulla causa che promuove l’atteggiamento del capo anomalo. Per esempio, quando l’occhio dominante di fissazione vede meno del subdominante, o in presenza di dominanza crociata tra occhio e mano (per es. occhio destro dominante, mano sinistra dominante), si hanno maggiori probabilità che il soggetto si adatti in torsione.

Il Test di Allineamento Oculocefalogiro (TAO) è uno dei test visuo-posturali inserito nel libro: “Esame visuo-posturale”: procedure, interpretazione e standardizzazione per un una clinica e linguaggio condivisi. Contiene inoltre un protocollo e una scheda di inserimento unificata. In fase di stampa.

Riepilogo sequenza base test TAO Il manuale di istruzioni descrive ogni passaggio e dettaglia le differenti risposte ottenute al test TAO

La dominanza oculare di fissazione dirige lo sguardo sul bersaglio di interesse adattando testa e collo

La figura di sinistra evidenzia un adattamento posturale con il capo ruotato verso l’occhio dominante con posizione dell’occhio in abduzione (verso l’esterno), la figura di destra mostra una rotazione del capo verso l’occhio dominante ma in adduzione (vero il naso) In funzione quindi della dominanza oculare di fissazione, il capo si adatta per offrire il miglior angolo visuale durante il compito visivo. Le strutture collegate al rachide cervicale e al cingolo scapolare, si adatteranno di conseguenza.

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Conclusione La funzione visiva, rappresentando uno dei principali recettori per la strategia di assetto posturale, è anch’essa soggetta a regolare l’engramma posturale quindi a far adattare altri sistemi ad essa correlata. Ogni qualvolta vi sia una variazione percettiva di come si vede, una adozione o modifica della prescrizione di lenti, cambio di occhiale in termini di modifica della forma dell'occhiale, geometria lenti e modalità di centratura o di variazioni dell’equilibrio binoculare è utile indagare le eventuali modifiche nella strategia di assetto posturale e relativo equilibrio e coerenza con gli altri sistemi recettoriali. Come sistema integrato anche una disfunzione posturale è altresì in grado di influenzare l’equilibrio percettivo e tonico della visione; l’approccio interdisciplinare rappresenta quindi il presente dell’attività clinica e i test visuo-posturali sono il

mezzo di comunicazione tra le diverse discipline che si occupano dell’assetto posturale.

informazioni: www.visionepostura.it

Bibliografia 1. Lazzari E.: La postura – i fondamenti. Edizioni Martina. Bologna 2006 5: 64-73. 2. Kandel E., Schwartz J., Jessell T.: “Principi di neuroscienze”. CEA, 1988 – 2a ed. 1994 3. Guyton A.: “Trattato di fisiologia medica”. Piccin, 1987 4. Baldissera F.: “Fisiologia e Biofisica Medica” III ed. Poletto (2005). 5. Saraux H.; Biais B.: Manuale di fisiologia oculare. Masson Italia Edizioni. Milano 1986 6. Giannelli L.: “Esame visuo-posturale”. Procedure, interpretazione e standardizzazione per un una clinica e linguaggio condivisi.

In fase di stampa.

L’autore

Dr. Luca Giannelli

Dottore in Ortottica, perito ottico, Ottico Optometrista, Massoterapista mcb Direttore della prima scuola italiana di Clinica Neuro - Visuo -Posturale - Milano Clinica ortottica, optometrica e visuo-posturale presso il Polispecialistico Euromedica - Milano Clinica visuo-posturale presso il Polispecialistico Take care. - Milano Docente al corso di perfezionamento: Posturologia Clinica integrata in età evolutiva - Università degli studi di Brescia (per medici e odontoiatri) Docente al Master in Posturologia clinica - Università degli Studi di Napoli Federico II Docente al corso di perfezionamento: Occlusione e Postura – Seconda Università degli studi di Napoli – Scuola di specializzazione in ortognatodonzia Docente al Master in Posturologia clinica - Università degli Studi di Genova Docente per la scuola di Osteopatia TCIO - Milano Coordinatore dell’Equipe di Ergoftalmologia - Medicina del Lavoro di Istituto Scientifico Intervision Coautore del libro: “La consegna delle lenti progressive ed esercizi di adattamento” Fabiano Ed. 2009 Coautore del Libro Coautore del libro: “L’esame visivo efficace” Medical Books 2012. Scrive per le riviste del settore. Facebook: amministratore del gruppo: clinica visuo - posturale Riferimenti: www.visionepostura.it

Clinica presso il poliambulatorio: Euromedica – via Lomazzo, 5. 20154 Milano 02.34.51.464

Centro Sant'Angelo: Via Partigiani, 5 - 26866 Sant'Angelo Lodigiano (MI) tel. 0371.21.16.90

Take Care: Viale Sarca, 333 - 20126 Milano tel. 02.97.37.74.99

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