numero 3 - ottobre 2013

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  • 7/22/2019 Numero 3 - Ottobre 2013

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    TRIMESTRALE#3

    IL MAGAZINE MANPOWERGROUP DI ECONOMIA E CULTURA DEL LAVORO

    CHIil LAVORO

    SE LO CREA

    da S

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    Non possiamo

    pretendereche le cose cambino,se continuiamo

    a fare le stesse cose.(A. Einstein)

    | www.emporioadv.it |

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    di Francesco Maria GalloDirettore Responsabile di LinC

    [email protected]

    M a g a z i n e

    LItalia, come e pi di altri Paesi del

    mondo occidentale, attraversa una

    fase di trasformazione economico-

    finanziaria che sta ridefinendo tuttigli asset della societ.

    La crisi, nella sua eccezionalit,

    prima o poi passer, ma il Paese

    che ne uscir non potr mai

    essere pi lo stesso. Alcune

    attivit saranno out per

    sempre, ma nasceranno nuove

    aree di studio, nuove opportunit

    di sviluppo, nuove chance imprenditoriali: lItalia dovr affrontare

    la partita del riposizionamento economico e industriale. Una

    partita che spinger il Bel Paese a utilizzare al meglio le risorseche non solo lo rendono competitivo, ma che lo vedono leader nel

    panorama mondiale.

    Nellattuale scenario economico, il legame identitario col territorio

    rappresenta per le nostre imprese e per le start up che nascono

    e nasceranno un valore unico al mondo: il vero asset strategico

    dellItalia su scala globale.

    Limpegno mostrato da una fascia sempre pi ampia del

    tessuto produttivo italiano nel rafforzamento dellidentit e della

    riconoscibilit dellofferta di beni e servizi come fattore competitivo

    testimonia un graduale ma sempre pi evidente cambio diparadigma nello sviluppo che porter leconomia del Paese ad un

    nuovo rinascimento.

    Al centro di tale trasformazione vi un modello imprenditoriale

    fondato sulla qualit, sulla creativit, sul giusto connubio tra

    innovazione e valorizzazione dei fattori dei saperi e sapori locali,

    sul rispetto e sulla riconoscibilit produttiva ed economica dei

    luoghi di origine, sulla salvaguardia dei beni culturali e ambientali.

    Sono questi gli elementi fondanti

    di quel capitale immenso

    formato dalle diversit strutturali

    dei nostri luoghi, dalle identitculturali e umane, in grado oggi

    di dare una risposta emergente

    alle nuove aspettative e sogni

    di una clientela/mercato

    soprattutto straniera, e non solo

    dei Paesi avanzati ma anche

    dei nuovi ricchi che chiede

    personalit, storia e tradizione

    nei prodotti comprati e da

    consumare, per rivivere unesperienza sempre unica e irripetibile.

    Le connessioni tra economia e cultura hanno peraltro semprecaratterizzato lofferta del nostro Paese, dove lenorme

    patrimonio di saperi, sapori, visioni e creativit ha fatto s che

    molte produzioni e servizi a partire da quelle caratteristiche

    del made in Italy di successo siano considerate esempi di

    qualit non solo intrinseca ma sempre pi anche percepita e

    gustata, grazie al contenuto di design che incorporano, alla forza

    del marchio con cui sidentificano, alla capacit dimostrata nel

    comunicare e diffondere valori e significati propri della societ,

    del modo di vivere e delleconomia italiana e dei suoi luoghi

    cos unici agli occhi del mondo per la loro ricca e straordinaria

    diversit eterogenea.

    Il punto uno solo: riconoscere e coltivare in maniera sostenibile

    ci che da sempre ci stato donato. Per la nostra posizione

    geografica, per la nostra cultura dei tempi e nei tempi, per la

    nostra modernit storica, per il nostro esclusivo fattore umano,

    sociale e creativo che mai nessuno potr rinnegarci e che tutti

    vorranno comprare.

    Come sempre, buona lettura!

    IL LEGAME IDENTITARIO COL TERRITORIO

    RAPPRESENTA PER LE NOSTRE IMPRESE E PERLE START UP UN VALORE UNICO AL MONDO: IL

    VERO ASSET STRATEGICO DELLITALIA SU SCALA

    GLOBALE. UN CAPITALE IMMENSO FORMATO DALLE

    DIVERSIT STRUTTURALI DEI NOSTRI LUOGHI,

    DALLE IDENTIT CULTURALI E UMANE, IN GRADO

    OGGI DI DARE UNA RISPOSTA EMERGENTE.

    LITALIAVA DESTA!

    PREFAZIONE

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    PARLIAMO DI:

    PREFAZIONE

    LITALIA VA DESTA! di Francesco Maria Gallo

    EDITORIALE

    RIPARTIRE DALLE IMPRESE, DAI TERRITORI E DAI GIOVANI. NECESSARIO PER RINASCERE di Stefano Scabbio

    CONTROEDITORIALE

    QUALE RIPRESA ECONOMICA? UNO STATO A DIETA CON TERRITORI IN FORMA di Luigi Tivelli

    CONTRAPPUNTI

    ITALIA, SEI TU LA PI COLTA DEL REAME? di Eric Lapadula

    DA CENERENTOLA A REGINA: LEVOLUZIONE DELLA GRAPPA di Angelo Frattini

    SE IL TERRITORIO LASSET PI IMPORTANTE di Gianluca Capitanio

    TRA PASSATO E FUTURO DEI BORGHI DA RIQUALIFICARE

    di Chiara Silvani

    LINVESTIMENTO GIUSTO? SERVIZI ALLA CULTURA di Rocco Marinoni

    TECNOLOGIA E IDEE LINSEGNAMENTO PI EFFICACE di Massimo Frediani

    HR ALLO SPECCHIO

    LEZIONI PRIVATE DI INNOVAZIONE di Flora Nascimbeni

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    SOCIET E TERRITORI

    ECONOMIA E CULTURA, IL FUTURO SI COSTRUISCE INSIEME di Laura Schellino

    INFOGRAFICA

    METEO LAVORO 4 TRIMESTRE 2013 PREVISIONI MANPOWER SULLOCCUPAZIONE IN ITALIA

    SOCIET E TERRITORI

    LA RISCOPERTA DEL GENIUS LOCI di Claudia Guenzani

    LIMPEGNO DEL PRIVATO SOCIALE PER LO SVILUPPO DEL MEZZOGIORNO di Elena Bellistracci

    CONTROTENDENZE

    BENVENUTI IN ITALIA di Teresa Pecoraro

    CONSULENZA, SOSTEGNO, FIDUCIA: IL PREMIO MARZOTTO LANCIA GIOVANI IMPRENDITORI di Stefano Glenzer

    WORKSHOP OPINION LEADER

    VI SPIEGO PERCH LA CULTURA IL VALORE DELLITALIA di Stefano Scansani

    CHI IL LAVORO SE LO CREA di Charlotte Rossignol

    ALTRO CHE SILICON VALLEY

    di Ada Del Castello

    IMPRESE IN AZIONE

    IN PASSERELLA LA TRANSIZIONE DEL SISTEMA ITALIA di Serena Scarpello

    LETTURE, ASCOLTI & VISIONI

    AMORE AI TEMPI DELLO STAGEa cura della Redazione di Libreriamo

    POSTFAZIONE

    LA SOVRANIT AI TERRITORI PER UN NUOVO RINASCIMENTO

    di Luigi Chiarello

    Presidente

    Stefano Scabbio

    Direttore Responsabile

    Francesco Maria Gallo

    [email protected]

    Comitato Tecnico Scientifico

    Raffaele De Luca Tamajo,

    Gabriele Galateri di Genola,

    Beniamino Quintieri, Enrico Sassoon,

    Giulio Sapelli, Luigi Tivelli

    Caporedattore

    Elena Bellistracci

    Hanno collaborato a questo numeroGianluca Capitanio, Ada Del Castello, Luigi Chiarello,

    Adriano Ireneo, Angelo Frattini, Massimo Frediani,

    Stefano Glenzer, Claudia Guenzani, Eric Lapadula,

    Rocco Marinoni, Flora Nascimbeni, Teresa Pecoraro,

    Charlotte Rossignol, Stefano Scansani, Serena Scarpello,

    Laura Schellino, Chiara Silvani, Luigi Tivelli

    Segreteria di Redazione

    Claudia Guenzani

    [email protected]

    Progetto grafico, copertina e impaginazione

    Emporio Adv srl

    www.emporioadv.it

    Fotografieshutterstock.com

    DistribuzioneDistribuito in tutte le edicole italiane in allegato a

    Italia Oggi - Class Editori

    ManpowerGroup

    Via Rossini 6/8

    20122 Milano

    www.manpowergroup.it

    Tutti i diritti riservati.

    Nessuna parte di questo periodico pu essere riprodotta

    con mezzi grafici e meccanici, quali la fotoriproduzione

    e la registrazione. Manoscritti e fotografie, su qualsiasi supporto

    veicolati, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.

    TRIMESTRALE# 3

    IL MAGAZINE MANPOWERGROUP DI ECONOMIA E CULTURA DEL LAVORO

    Registrazione Tribunale di Milano n. 620 del 16/10/2008

    n. 3, Anno VI, Settembre 2013

    TRIMESTRALE#3

    IL MAGAZINE MANPOWERGROUP DI ECONOMIA E CULTURA DEL LAVORO

    CHIil LAVORO

    SE LO CREA

    da S

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    EDITORIALE

    RIPARTIRE DALLE IMPRESE,DAI TERRITORI E DAI GIOVANI.

    NECESSARIOPER RINASCEREdi Stefano ScabbioPresidente ManpowerGroup Italia e Iberia

    Come noto nella lingua cinese dei segni il medesimo simbolo sta ad indicare sia il termine crisi

    che il termine opportunit. Ed vero che da ogni crisi, soprattutto se i decisori e gli operatori

    sanno assumere comportamenti adeguati, possono nascere nuove opportunit. E certamente nel

    substrato economico del Paese che sono andate nascendo qua e l, in questi durissimi sei anni a

    partire dalla crisi iniziata nel 2007, nuove opportunit imprenditoriali.

    Per lItalia per la trasformazione della crisi in opportunit pi com-plessa che per altri Paesi, come emerge da ultimo dal fatto che risulta

    essere lultimo dei Paesi Ocse ancora in recessione. Infatti per noi la

    crisi non cominciata nel 2007, ma dura

    da almeno ventanni. Nellultimo ventennio

    la crescita media del Pil del Paese dello sti-

    vale stata la pi bassa tra i Paesi Ocse,

    collocandosi al di sotto dell1%, e ci siamo

    trovati dunque ad affrontare la grande crisi

    di questi sei anni gi appesantiti da un gra-

    ve fardello che bloccava la nostra crescita.

    Ci nonostante molte imprese hanno sapu-

    to in questi anni reagire alla crisi, soprattuttoorientandosi ancor pi verso le esportazioni

    e ricercando al proprio interno nuovi fattori

    di competitivit, rivelando una flessibilit del

    nostro settore manifatturiero ancora perfet-

    tamente vitale, e pi che mai cruciale per

    noi che siamo il secondo Paese manifat-

    turiero dEuropa. su fattori di questo genere che dobbiamo far leva

    per puntare su un nuovo risorgimento, di cui il Paese ha pi che mai

    bisogno. Anzi, direi, su un nuovo rinascimento, perch, come fu per il

    Rinascimento, abbiamo bisogno di far leva su quella miscela di raffinatecapacit artigianali e di integrazione fra impresa e cultura, utilizzando

    quella grande risorsa che sono le nostre citt, soprattutto quelle di me-

    dia dimensione, e i nostri territori.

    noto che il sistema industriale italiano si

    caratterizza per la presenza di tante piccole

    e piccolissime imprese, ma stata fatta un

    po troppa poesia, e anche un po di facile

    mitologia, sul piccolo bello. La vera for-

    za del sistema produttivo italiano sta per un

    verso nella progressiva evoluzione di tante

    imprese dalla piccola alla media dimen-

    sione, in modo tale che possano reggeremeglio la sfida della competitivit e quella

    dei mercati internazionali, per altro verso

    lintegrazione tra le piccole imprese in seno

    ai distretti industriali, vuoi in quanto promos-

    si da organismi di governo territoriale, vuoi

    in quanto sorti spontaneamente. in seno

    a questi distretti che matura lo scambio di esperienze, la sinergia di

    funzioni tra piccole imprese, come ad esempio il marketing o lexport

    o la ricerca, e in definitiva il fatto che loperare di tante piccole imprese

    IL FORTE LEGAME DELLE NOSTRE

    IMPRESE CON LA CULTURA, LA

    STORIA E LE TRADIZIONI DEI

    TERRITORI LOCALI IL VALORE

    AGGIUNTO PER TANTE NOSTRE

    PRODUZIONI MADE IN ITALY. SU

    QUESTE RISORSE E SU QUESTI

    SAPERI CHE DOBBIAMO FAR LEVA

    NEL PUNTARE AD UNA RINASCITA.

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    in sinergia si caratterizza come se si trovasse ad operare in ununicasolida media impresa, col di pi della flessibilit e della attivit chele piccole imprese garantiscono. Il forte legame di queste impresecon la cultura e la storia, con i saperi e i sapori dei territori localiha generato la diffusione a tappeto di quel senso del made in Italy

    che il valore aggiunto per tante nostre produzioni, dalla liquiriziadella Calabria al cachemire dellUmbria, allolio della Toscana, allameccanica fine dellEmilia, alla grappa del Friuli. Produzioni legatealla storia e alle tradizioni dei borghi locali ma ben riconosciute an-che a Manhattan. su queste risorse, su questi saperi e su questisapori che dobbiamo far leva nel puntare ad un nuovo rinascimento.

    Dal mio osservatorio di presidente di unAgenzia per il lavoro, sentoche i giovani di questa generazione sono tornati ad un legame fortecon questo tipo di identit culturali e produttive, e che sarebberopronti ad esserne parte attiva e fattore vitale. Il problema che nonmi sembra altrettanto pronta la scuola. Certo, ci sono le best practi-ce di alcuni istituti tecnici o professionali collegati in qualche modoalle imprese del proprio territorio. Ma si tratta un po di fiori nel de-serto, che andrebbero coltivati ed allargati. Soprattutto c il vero eproprio colabrodo della formazione professionale delegata alle Regio-

    ni, che non assolutamente in grado di formare unofferta di lavoroadeguata alla domanda che proviene dalle aziende. E la funzionedi supplenza che di fatto ci troviamo a svolgere come agenzie peril lavoro non pu essere certo sufficiente, salvo che il settore delli-struzione pubblica o della formazione regionale ritenga finalmente di

    avvalersi delle esperienze che provengono dal mondo privato, in unasana logica di sussidiariet.

    Un nuovo rinascimento significa unintegrazione e una sinergiavirtuosa tra impresa, cultura, istruzione, ambiente, artigianato,tra saper essere, sapere e saper fare. Sono le risorse su cui si sempre basato, nelle sue diverse fasi, il modello del made in Italy.Sono le risorse per le quali il brand Italia ancora vincente nel mondo.Dipende da noi tutti avviare davvero questo nuovo rinascimento.

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    A questo punto la ricetta per favorire la libe-

    razione delle energie imprenditoriali migliori

    nei territori e nei distretti (che in questo casovale in parte anche per le grandi imprese)

    per certi versi pronta. Meno spesa pubbli-

    ca, e quindi meno tassazione e, ultimo ma

    non meno importante, forte semplificazione

    burocratica. Ma questo di per s non pu

    bastare. Il territorio italiano non vede solo i

    distretti e una fittissima costellazione di ot-

    tomila comuni, compresi comunelli di 300

    o 400 anime. Accanto a tale costellazione ci

    sono pi o meno altrettante municipalizzate

    o enti pubblici che non brillano certo per ef-

    ficienza e qualit del servizio.

    Ebbene, di tanto in tanto viene proposta dal

    Governo, o addirittura passa in Parlamento,

    una legge che prevede la liberalizzazione o

    la privatizzazione dei cosiddetti servizi pub-

    blici locali, ma poi, per qualche cavillo, tutto

    si blocca. E decine di migliaia di lottizzati ri-

    mangono impancati nelle poltroncine dei Con-

    sigli di Amministrazione di questi enti, spesso

    inutili, e fonti di sprechi e di inefficienze.

    Eppure, nella nostra Costituzione scolpito il

    concetto di sussidiariet orizzontale, che signi-

    fica che il settore pubblico deve fare solo quel-le cose che i privati non possono fare meglio

    e a costi minori.

    Ebbene, tornando allItalia dei territori e dei

    distretti, restituire ai privati, alle cooperative,

    allassociazionismo, attivit ora svolte da enti

    pubblici o municipalizzate, genererebbe un

    nuovo ossigeno imprenditoriale, favorirebbe

    soprattutto loccupazione giovanile e femminile

    e permetterebbe a tali nuove imprese di inte-

    grarsi nel tessuto produttivo esistente, aprireb-

    be opportunit interessanti di nuovo sviluppo

    imprenditoriale come la cultura e lambiente.

    Perch, ad esempio, il piccolo museo di una

    cittadina toscana di antiche tradizioni deve

    essere gestito burocraticamente dal Comune

    con un Presidente e un Consiglio di Ammini-

    strazione, 15 dipendenti, e non affidato ad una

    cooperativa di giovani qualificati che ne fareb-

    bero una gestione molto pi viva e dinamica?

    LItalia si trova davanti ad un bivio fondamen-

    tale della sua storia. come un paziente molto

    obeso per il fatto di avere ingerito troppe pillole

    di settore pubblico. E di troppo Stato i paesi

    possono anche morire, perch troppo Stato

    significa troppa spesa pubblica, troppe tasse,

    troppo deficit, troppo debito pubblico, ecc..

    Pertanto ripartire dai territori, dalla cultura dei

    territori, ricostruire nuove filiere produttive,

    puntare alla valorizzazione dei beni ambien-

    tali e culturali, ricercare il recupero di com-

    petitivit e il rafforzamento dellorientamento

    allesportazione, la via giusta. Ma una via

    che pu funzionare solo se contemporanea-

    mente, si opera sia al centro che negli stes-

    si territori, si mette a severa dieta il settore

    pubblico, e si spostano man mano pezzi del

    confuso mosaico del settore pubblico verso il

    privato. Si configurerebbero cos nuove forme

    di integrazione e collaborazione fra pubblico

    e privato e nuove opportunit imprenditoriali

    soprattutto, ma non solo, per i soggetti insie-

    me pi deboli e pi vitali della societ italiana,

    i giovani e le donne.

    M a g a z i n e

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    ITALIA,

    SEI TU LA PI COLTADEL REAME?DIALOGO CON ERMETE REALACCI

    di Eric Lapadula

    Mi piace immaginare lItalia come Anteo, il gigante figlio di Poseidonee di Gea che sfid Ercole. Anteo era considerato invincibile perch

    quando cadeva dopo uno scontro entrava in contatto con la Terra, sua

    madre, e riacquistava forza. Ercole, dopo il consiglio di sua madre

    Alcmena, riusc a batterlo sollevandolo da terra e soffocandolo.

    CONTRAPPUNTI

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    HR ALLO SPECCHIO

    LEZIONI PRIVATE

    DI INNOVAZIONEdi Flora NascimbeniLinnovazione appena sbarcata sui banchi di scuola

    con il consueto ritardo allitaliana. Per fortuna

    nel frattempo ci sono aziende che la formazione la

    mettono al primo posto della loro personalissima

    classifica dei compiti da fare a casa.

    E investono nel futuro e nella crescita.

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    BUILDING A BETTER WORKING

    WORLD: QUESTA LA MISSION

    DI EY, AFFERMA IACOVONE.

    ATTRAVERSO UN PROCESSODINTEGRAZIONE A LIVELLO

    MONDIALE CREIAMO TEAM

    DI LAVORO ALTAMENTE

    INCLUSIVI, CON FORTE IMPATTO

    INTERNAZIONALE. TEAM

    DIVERSIFICATI REGISTRANO

    PERFORMANCE MIGLIORI,

    SVILUPPANO SEMPRE MAGGIORE

    CREATIVIT E RISULTANO

    PI APERTI A NUOVE IDEE EPROGETTI PER I NOSTRI CLIENTI.

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    Una di queste Ernst & Young. Come miracconta Donato Iacovone, AmministratoreDelegato per lItalia e Managing Partner peril Sud Europa, al fine di evidenziare le azio-ni prioritarie e sinergiche da parte del mon-do pubblico e del mondo privato volte allaricrescita, EY ha condotto in occasione delG20 Entrepreneurship Barometer 2013,una Survey che ha coinvolto 1.500 impren-ditori operanti nei Paesi del G20 di cui 55italiani. Emerge chiaramente continuaIacovone quanto il tema dellinnovazione

    sia cruciale soprattutto in termini di ricerca esviluppo non solo di nuove tecnologie, ma dimetodi di lavoro innovativi, capaci di attrarree far crescere i talenti. Dalla Survey risul-ta infatti che solo il 27% degli imprenditorisostiene che esista in Italia una cultura chesupporti il mondo imprenditoriale, sottoline-ando alcuni elementi quali la mancanza di

    sinergie tra pubblico e privato e la scarsit diinvestimenti in ricerca e sviluppo. Solo attra-verso un vero dialogo tra pubblico e privatosi ritrover lo slancio necessario al Paese peruna reale ricrescita.

    Le aziende private, ed in particolare le gran-di imprese globali, hanno, per il ruolo chegiocano nella societ, un livello di respon-sabilit elevato, perch, come sottolineaStefano Venturi, Amministratore Delegato diHewlett Packard, rappresentano il motoredellinnovazione, un fattore centrale per latrasformazione e crescita del Paese. LIn-formation Technology un elemento impre-scindibile di tale processo e pu contribuirea semplificare la vita quotidiana di consuma-tori ed aziende, in uno scenario in cui alcunitrend cloud, big data, it consumerization stanno cambiando il modo in cui la tecno-logia viene fruita e quindi gestita, definendoun nuovo stile dellIT e a volte abilitandonuovi modelli di business.

    Il nostro obiettivo continua Venturi quello di contribuire allo sviluppo e alla tra-sformazione innovativa nel Paese, favorendoda un lato la competitivit delle piccole emedie imprese, dallaltro valorizzare le com-

    petenze e le esperienze per colmare il gapdigitale dellItalia, accelerando il percorsodi innovazione rispetto ad altri Paesi euro-pei. Questi elementi sono centrali per unosviluppo nel medio e lungo periodo e per lacompetitivit.

    Non sempre per risulta facile mediare lacultura dimpresa con il territorio, special-mente a livello globale per societ come EYche molto radicata sul territorio.

    Abbiamo 16 sedi in Italia e 140 al mondoafferma Iacovone. La nostra presenza capil-lare sul territorio e la nostra integrazione alivello globale attraverso team di lavoro in-ternazionali, ci consentono una conoscenzaapprofondita del territorio e una proficuainterazione e scambio che favoriscono lac-crescere di sempre maggiori competenze elo sviluppo di servizi sempre pi innovativie rispondenti alle esigenze dei nostri Clienti.Building a better working world: questala mission di EY. Attraverso un processodintegrazione a livello mondiale creiamo

    team di lavoro altamente inclusivi, con forteimpatto internazionale e offriamo ai nostriprofessionisti possibilit di fare esperienzeallestero e arricchire il proprio bagaglio dicompetenze. Team diversificati registranoperformance migliori, sviluppano sempremaggiore creativit e risultano pi aperti anuove idee e progetti per i nostri Clienti.

    Secondo Venturi linterazione con il territo-rio fondamentale per unimpresa che operain nazioni diverse per cultura e struttura eco-nomica. HP una realt Glocal, cio con

    una radice globale, ma con una forte presen-za sul territorio, sia diretta per la presenzadi migliaia di dipendenti, sia indiretta, graziealla capillare rete di partner e rivenditori.HP ha una visione che si propone di inte-grare un modello globale nella realt di ognisingolo paese, cercando di sviluppare unastrategia di lungo periodo che accompagnae supporta la crescita della nazione in cuiopera a livello economico e sociale.

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    SOCIET E TERRITORI

    ECONOMIA E CULTURA,IL FUTURO SI COSTRUISCE INSIEMEdi Laura Schellino

    "Non la pi forte della specie che sopravvive, n la pi intelligente, ma quella pi reattiva ai cambiamenti".

    Laforisma di Charles Darwin rispecchia in pieno la necessit del tessuto culturale italiano, che deve aggiornarsi

    e adattarsi ai cambiamenti imposti da agenti esterni, come avviene con lhabitat per gli animali.

    Le risorse e la sostanza gi ci sono, basta guardare a quanti percorsi storici, pae-

    saggistici e gastronomici abbiamo nel nostro Paese, ma per consentire allindustria

    culturale di crescere ed essere competitiva a livello globale necessario allevare

    una nuova specie: In Italia manca la figura del manager culturale, che pu dare pi

    slancio ad efficienza e produttivit. Ne convinto Beniamino Quintieri, Preside e

    Professore di Economia Internazionale nella Facolt di Economia dellUniversit de-

    gli Studi di Roma Tor Vergata e capolista alla Camera in Calabria per Scelta Civica.

    Cultura e impresa, fatturato e conoscenza. Di rado questi mondi apparentementecos lontani si sono sostentati lun laltro, anzi, non sembrano in grado nemmenodi parlare la stessa lingua.Sbagliato. Avvicinare imprese e cultura una necessit perch, se sfruttata nel

    modo giusto, diventa un fattore potenziale di crescita e occupazione aggiuntiva. Lacultura uno dei pi importanti asset che abbiamo, insieme al turismo che comunque

    influenzato da essa. Il problema grave che non abbiamo saputo sfruttare questo

    patrimonio artistico unico al mondo per densit e qualit. La legislazione frutto di

    unostilit di fondo verso il mercato e verso le imprese, nei periodi di vacche grasse

    arrivavano i fondi alla cultura e non ci si preoccupava di andare a cercare n di valo-

    rizzare i vari poli come musei e siti, figuriamoci se ci si preoccupava di come venivano

    spese le risorse. Ora per tutto diverso. Oggi abbiamo un capitale umano di grande

    qualit per quanto riguarda la conoscenza della storia, dellarte, dellItalia in senso

    ampio, per la preparazione economica in campo culturale abbastanza scarsa.

    Unire le competenze di due aree cos diverse sarebbe molto utile, ma siamo sicuriche si possa fare?Ci che fondamentale il capitale umano: nel 2000 ho fondato presso lUniversi-

    t di Roma Tor Vergata il Master in Economia dei Beni Culturali partendo dallidea

    che servisse un master con unofferta formativa per indirizzare i giovani laureati in

    questo settore. In poco tempo si allargato anche ai burocrati pubblici di livello na-

    zionale e regionale che, un po per interesse e un po per mancanza di unadeguata

    strumentazione economica, non hanno mai valutato con attenzione i vari progetti,

    privilegiando gli investimenti a pioggia di stampo clientelare. Lo ripeto, perch que-

    sto il perno intorno al quale dobbiamo costruire qualcosa di importante: in Italia

    abbiamo esperti e sovrintendenti con ottime conoscenze culturali, ma che sono

    digiuni di economia. Garantire loro unadeguata istruzione nel campo economico

    AVVICINARE IMPRESE E CULTURA DIVENTA

    UN FATTORE POTENZIALE DI CRESCITA E

    OCCUPAZIONE AGGIUNTIVA. LA FORMAZIONE

    DEL MANAGEMENT FONDAMENTALE PER

    FARE DIVENTARE LINDUSTRIA CULTURALE

    COMPETITIVA A LIVELLO GLOBALE.

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    SOCIET E TERRITORI

    LA RISCOPERTA DEL

    GENIUS LOCIDIALOGO CON ANDREA BARTOLI, FONDATORE DI FARM CULTURAL PARKdi Claudia Guenzani

    Luogo. Partiamo da una parola chiave, ma anche dalla sua stessa fisicit rappresentata dalla geografia che gli

    propria e che per molto tempo non ci pi appartenuta. Oggi punto di partenza e spunto per ripartire, meta da

    ritrovare e in cui esprimersi, attraverso percorsi innovativi.

    Cos successo per la parte pi antica del Centro Storico di Favara, paese sici-

    liano a 6 km dalla Valle dei Templi di Agrigento, in cui si insediato e sviluppato

    Farm Cultural Park, che suole definirsi Centro Culturale e Turistico Contempora-

    neo Diffuso.

    I Sette Cortili al centro di Favara e fulcro della rivalutazione architettonica, una

    sorta di Kasba Siciliana, dal 2010 sono diventati il cuore pulsante delle attivit

    culturali: arte per tutti e non solo per gli addetti ai lavori, a tutte le ore del giorno

    e della notte, in mezzo alla strada e tra la gente comune. Una programmazione

    culturale dirompente che gli ha fatto guadagnare nel 2011 il Premio Cultura di

    Gestione di Federculture. E il progetto ambizioso di creare un identit nuova adun territorio, partendo dalla geografia umana che considera i luoghi come spazi

    emotivamente vissuti, riprendendo lesistente, dandogli nuova luce e nuova vita.

    Farm Cultural Park nasce da Florinda ed Andrea, una giovane coppia di profes-

    sionisti che ha deciso di non trasferirsi allestero e di diventare protagonisti di

    un piccolo ma significativo cambiamento. I Sette Cortili si sono rivelati il punto

    di partenza strategico. La sostenibilit del progetto prevedeva sin dallinizio che

    lattivit di produzione culturale fosse affiancata ad una serie di servizi ricettivo-

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    In che modo attirate i talenti? Comesviluppate le qualit manageriali?Crediamo che i giovani siano gli attori

    principali per lo sviluppo di idee chiave che

    possano contribuire al rilancio delleconomia.

    Per questo in UNA li consideriamo un vero eproprio asset strategico da valorizzare durante

    tutto il loro percorso di carriera, dando loro la

    possibilit di arricchire le proprie competenze

    ed esperienze. Investiamo nella loro crescita

    attraverso formazione e progetti speciali

    come il Talent Sharing di AICEO, che prevede

    un meccanismo di job rotation interaziendale

    allinterno delle aziende associate sulla base

    di un prestito temporaneo con una durata

    variabile dai tre ai sei mesi. Si rivolge a figure

    junior con alto potenziale, non ancora inserite

    in posizioni chiave dellazienda, che attraverso

    questa esperienza potranno acquisire nuove

    competenze sfruttando il valore della diversit.

    In che modo identificate le importantipotenzialit di business offerte dal mercatoalberghiero italiano, caratterizzato da unaforte frammentazione dellofferta?Le identifichiamo nel fatto che con un livello

    ancora cos alto di frammentazione esiste

    potenzialmente un'altrettanto alta opportunit

    di aggregazione e concentrazione. questa a

    mio avviso lunica strada che pu ridisegnare

    gli equilibri del comparto contribuendo a dargli

    impulso. Ci sono moltissime ottime strutture

    indipendenti che nel complesso momento

    che viviamo necessitano del supporto di

    realt strutturate come le catene.

    Le formule di affiliazione, in management

    o in franchising, possono permettere a tutti

    (indipendenti e catene) di dar vita ad attori di

    mercato pi solidi e importanti, in grado di far

    sentire la propria voce anche alle Istituzioni,

    contribuendo a definire le necessarie e pi chemai urgenti politiche di sviluppo del sistema

    turistico italiano. Una Hotels & Resorts, tra le

    poche catene alberghiere italiane, sempre

    stata in prima linea nelladozione e sviluppo di

    formule di affiliazione.

    Lei anche Presidente di AICEO,lAssociazione Italiana dei CEO che a finesettembre si riunir per lannuale GrowthSummit Italia. Titolo: Competitivit delsistema Italia dopo la crisi. Quale lamission?Lobiettivo quello di incentivare lo sviluppo

    della competitivit nel mercato italiano,

    attraverso idee e azioni concrete che possano

    ispirare manovre o riforme. Con questo

    progetto si intende valorizzare il lavoro di

    eminenti accademici che, coordinando tavoli

    di lavoro a cui partecipano le prime linee

    delle aziende associate, CFO, CIO, HR ecc.,

    possano recuperare i contributi concreti che

    chi lavora in azienda pu fornire sulla base

    della propria esperienza. In particolare, i

    7 tavoli che verranno presentati al Growth

    Summit 2013 verteranno su questi temi:innovazione, pubblica amministrazione,

    sistema fiscale, gestione del rischio, risorse

    umane, infrastrutture e trasporti, ruolo del

    CFO per la crescita e competitivit aziendale.

    Quale la chiave per uscire dalla crisi? Cosachiederebbe al governo Letta?Chiedo di riportare al centro dellattenzione il

    tema turismo e farne un business nazionale,

    investendo sulle potenzialit e specificit

    del Paese. Un obiettivo raggiungibile solo

    attraverso una politica coerente e unitaria che

    possa limitare la piaga della frammentazionedelle decisioni. Ci vogliono poi una vision

    precisa, capacit di organizzazione e una

    mentalit orientata allazione e al risultato.

    Farraginosit delle leggi, lungaggini

    burocratiche, costi e rigidit del mercato

    del lavoro sono vizi del nostro sistema sui

    quali il governo dovrebbe intervenire il prima

    possibile. In sostanza chiedo impegno,

    concretezza e rapidit dazione.

    INNOVARE NEL SETTORE

    TURISTICO, OGGI QUASI

    PARADOSSALMENTE SIGNIFICA

    RECUPERARE LA TRADIZIONE

    DELLOSPITALIT MADE IN

    ITALY CONIUGANDOLA CON

    LA CAPACIT DI OFFRIRE

    SERVIZI INDISPENSABILI PER IL

    VIAGGIATORE MODERNO.

    M a g a z i n e

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    CONTROTENDENZE

    Per farlo, lAssociazione Progetto Marzotto ha creato premi diversi per ognuna delle cate-

    gorie iscritte, che in totale consistono in un montepremi di 800 mila euro. Ma la vera sfida

    non si ferma qui, Noi sosteniamo attivamente i vincitori con formazione continua e gli

    assicuriamo il tutoring e il mentoring di altri grandi imprenditori. Spiega Matteo Marzotto,

    Presidente di Associazione Progetto Marzotto dallottobre dello scorso anno. I grandi im-

    prenditori che abbiamo coinvolto hanno un ruolo fondamentale perch, oltre a giudicare i

    progetti, condividono e suggeriscono le decisioni da prendere lungo il cammino.

    CONSULENZA, SOSTEGNO, FIDUCIA:

    IL PREMIO MARZOTTO LANCIAGIOVANI IMPRENDITORIdi Stefano Glenzer

    Cerchiamo i costruttori di futuro, gli imprenditori di domani che

    siano in grado di far convivere impresa, societ e cultura. La frase di

    presentazione del Premio Gaetano Marzotto, arrivato alla terza edizione,

    ne riassume perfettamente lessenza e fa intravedere un progetto dipi ampio respiro: apparecchiare una piattaforma di innovazione per

    spingere lItalia e gli imprenditori italiani con pi forza.

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    M a g a z i n eM a g a z i n e

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    I FINALISTIDELLA TERZA EDIZIONE di Adriano Ireneo

    I premi della terza edizione vengono assegnati a novembre a Vicenza.

    Questanno sono stati presentati 921 progetti, ma solo quaranta sono stati selezionati per le finali.

    I CINQUE FINALISTI PER IL PREMIO IMPRESA DEL FUTURO SONO:

    BILISTICK:Un nuovo sistema portatile per diagnosticare littero neonatale negli infanti, accurato come i test di laboratorio eutilizzabile anche fuori dagli ospedali.

    GREENRAIL:Una traversa ferroviaria innovativa ed ecosostenibile, ricavata in parte da plastica e pneumatici riciclati, stataprogettata per essere utilizzata anche per le linee di alta velocit.

    INNOVATIVE PRODUCTS OF CHEMOTHERAPEUTIC DRUG FOR INHALATION ADMINISTRATION:Questo progettopermette di ridurre le particelle di un farmaco in polvere da inalare. Lobiettivo aumentare la qualit di medicinale che si

    deposita direttamente sui polmoni.

    NEURON GUARD: Si tratta di una soluzione per ridurre i danni cerebrali, che dopo otto minuti diventano permanenti. applicabile gi sul luogo dellevento, permette di migliorare la condizione del paziente e abbatte i costi sanitari.

    WEARABLE LIGHT EXOSKELETON: Creato dal laboratorio PERCRO della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, un esoscheletroutilizzabile per supportare nel movimento soggetti disabili e anziani, oppure nello spostamento manuale dei materiali.

    I CINQUE FINALISTI PER IL PREMIO PER UNA NUOVA IMPRESA SOCIALE SONO:

    B10MOUSE: Sistema di interazione per persone disabili: un sistema che permette di interagire con computer, tv, impiantihi tech attraverso movimenti della testa, uso della voce e battito degli occhi.

    CHARITYSTARS: una piattaforma di fundraising per le non-profit che organizza aste di beneficenza mettendo in venditaoggetti e incontri con personaggi famosi.

    ENVITA (ENERGIA NUOVA DA DISCARICHE A FINE VITA): Una tecnologia pensata per sfrut tare tutto il biogas prodottodalla combustione dei motori delle discariche. Un passo avanti per lindipendenza energetica del nostro Paese.

    EPINOVA BIOTECH: Lo scopo di questa spin-off dellUniversit del Piemonte orientale lo sviluppo di substrati polimericiper sostituti epiteliali ad uso sanitario. I suoi scopi sono lo sviluppo e la differenziazione in vitro e in vivo di tessuti.

    GIPSTECH: Sistema che consente la localizzazione in ambienti chiusi simile al Gps. utilizzabile per turismo, servizi culturalie servizi ai disabili.

    Il primo BOOX, incubatore privato che collabora con oltre dieci startup. Collabora con societ giavviate e finanzia i progetti pi interessanti. Per il Premio Gaetano Marzotto propone uno spazio di

    lavoro per due mesi, mentorship e affiancamento su customer acquisition, sviluppo del modello di

    business e business planning e infine introduzione a investitori professionali.

    Il Secondo LUISS ENLABS, fabbrica delle startup nata a Roma dalla joint venture tra lUniversite lacceleratore di impresa, in collaborazione con Wind. Intende fornire agli studenti le migliori

    opportunit e trasformare le migliori idee in business di successo. Per il Premio Gaetano Marzotto

    offre uno spazio di lavoro all inclusive per tre mesi, laffiancamento dei mentor LUISS ENLAB, la

    partecipazione allInvestor Day e ad altri eventi di networking. Al termine della collaborazione verr

    valutato un ulteriore investimento.

    Per il terzo premio, Dallidea allimpresa, presentiamo due dei dieci incubatori di startup che voteranno i vincitori tra

    i trenta candidati rimanenti e successivamente metteranno a loro disposizione la propria rete e il proprio know-how.

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    WORKSHOP OPINION LEADER

    E lo spiega nellintervista rilasciata alla Nuova

    Ferrara proprio nel giorno in cui stato ospite

    della citt degli Estensi, la quale ha deciso

    di investire denari nel patrimonio darte e

    del sapere nonostante la crisi economica,

    le ferite del terremoto del 2012, laltalena

    politica mortale nazionale di questi giorni e

    di quelli passati (troppi). ll Ministro dei Beni

    Culturali sostiene la formula tutta contraria a

    quella che parecchio troglodita proclama

    che con la cultura non si mangia. Bray sta

    nellaltro cantone: Si deve lavorare per far

    ripartire leconomia. Con il turismo possiamo

    creare posti di lavoro sia grazie ai beni culturali

    ma anche attraverso percorsi innovativi ed

    ecocompatibili. []

    Ministro, lei una persona molto

    operativa. Dalle cronache al mondo ditwitter vengono ogni giorno documentati isuoi viaggi, le impressioni, le imprese. CheItalia della cultura ha visto, sino ad oggi?Ho incontrato e ascoltato un numero

    importante di cittadini che non vogliono

    rinunciare alla cultura. Il nostro un Paese

    vivo, interessato, sicuramente migliore

    di chi lo ha governato dallalto e senza

    coinvolgerlo nelle politiche culturali e del

    turismo. S fatta molta, moltissima retorica,

    fino a ieri: cultura, monumenti paesaggio

    sono il petrolio dItalia, ma con la cultura

    non si mangia; saremo colonizzati, ma la

    cultura non ce la porter mai via nessuno,

    nostra.

    Lei, personalmente, come la vede?A me non piace la parola petrolio n il

    concetto di sfruttamento. I nostri beni

    devono essere tutelati e lo Stato deve avere

    sempre di pi un ruolo fondamentale in

    questazione. Si deve lavorare per far ripartire

    leconomia. Con il turismo possiamo creare

    posti di lavoro sia grazie ai beni culturali

    ma anche attraverso percorsi innovativi ed

    ecocompatibili, come la pista per cicloturisti

    Vento, che collegher Torino a Venezia.

    LItalia del sapere e del bello pu essereun giacimento occupazionale per i giovani.Il primo passo il Decreto Valore Cultura.Spieghi come e perch.Come dicevo prima, valorizzando un bene,

    intorno pu nascere un indotto importante. Il

    turismo di qualit pu essere aiutato sia conil rilancio di Pompei che con il risanamento

    delle Fondazioni lirico sinfoniche. Poi ci sono

    i tirocini per 500 ragazzi, gli spazi demaniali

    che verranno affidati ai giovani artisti, tax

    credit per chi promuover il cinema italiano e

    i musicisti emergenti.

    VI SPIEGO PERCH

    LA CULTURA IL VALORE DELLITALIAdi Stefano ScansaniDirettore de La Nuova Ferrara

    Non un tagliatore di nastri. Gira in lungo e in largo per lItalia, vede e interviene, autore del decreto Valore

    Cultura. insieme Ministro, esploratore, ciclista, comunicatore via twitter. Ma c dellaltro: Massimo Bray ha la

    pretesa di elevare, finalmente, la cultura a valore dItalia.

    INTERVISTA AL MINISTRO DEI

    BENI CULTURALI MASSIMO BRAY

    CHE HA APERTO LA MOSTRA

    SU ZURBARN A FERRARA:

    UNA RIFORMA DELLO STATO

    NECESSARIA SE SI VUOLE

    AFFRONTARE LA SFIDA DI FAR

    CRESCERE IL NOSTRO PAESE.

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    ALTRO CHE

    SILICONVALLEYINTERVISTA A MARCO GAY

    di Ada Del Castello

    Una Silicon Valley italiana cos importante? Inizia cos

    la riflessione di Marco Gay, Presidente dei Giovani di

    Confindustria Piemonte sul tema dellinnovazione quale

    motore principale della crescita economica.

    Quindi non esister mai una Silicon Valley italiana?La Silicon Valley un ecosistema nato in condizioni e tempi ormai passati

    in Italia, ci sono sicuramente territori di eccellenza che favoriscono la na-scita e lo sviluppo di start up innovative e per il mercato tradizionale, ma

    manca ancora quellecosistema che permetterebbe il naturale insedia-

    mento non solo di nuove aziende italiane ma anche estere.Non sarebbe

    pi importante che lItalia si doti di una Digitalizzazione allaltezza dei

    tempi e delle idee e che permetta alle molte eccellenze, ormai distribuite

    sul Territorio, di competere nel mercato globale? Io opterei per questa via.

    La start up palermitana Wib in 48 ore riuscita a raccogliere finanzia-menti per oltre 1 milione e mezzo di euro. A suo parere, qual la chiavedi questo successo?Il progetto sicuramente molto interessante, racchiude innovazione e

    tradizione in una sola idea imprenditoriale, dimostrando che fare start up soprattutto innovazione di prodotto, processo e pensiero. Al fianco di

    investitori istituzionali hanno partecipato anche investitori privati; sicu-

    ramente un bel segno di come anche in Italia, finalmente, la cultura di

    investire con capitale di rischio sia riconosciuta come opportunit anche

    grazie allinformazione ed al dibattito che esiste attorno a questi argo-

    menti; sicuramente un cambiamento culturale in atto. Inoltre bisogna

    sottolineare che se esiste unidea imprenditoriale innovativa e questa

    accompagnata dalla validit di un business plan valido, abbiamo la con-

    ferma che esistono ancora investitori che credono nelle potenzialit del

    genio italiano.

    PER ECOSISTEMA DELLINNOVAZIONE,

    DRIVER FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO

    DEL PAESE E PER AGGANCIARE LA RIPRESA,

    SI INTENDE UN INSIEME PROATTIVO CHEOPERA IN SINERGIA, IN CUI OGNUNO DEVE

    FARE LA SUA PARTE GUARDANDO ALLO

    SVILUPPO ED AL FUTURO: LE IMPRESE,

    LE ISTITUZIONI, LE UNIVERSIT, GLI

    INCUBATORI, GLI INVESTITORI.

    Un risultato che conferma limportanza, al fine dellosviluppo di nuove aziende, di un adeguato ecosistemadellinnovazione. Cosa si intende con questo termine?Voglio partire dal concetto che linnovazione vitaleper le nostre Imprese, e noi Giovani Imprenditori siamoconvinti che sia un driver fondamentale per lo svilup-po del Paese e per agganciare la ripresa, che speriamoinizi presto. Rendere pi competitivi i nostri prodottied il nostro sistema paese sar un ulteriore modo divalorizzare il nostro know-how nel mondo. Fino a non

    molti anni fa linnovazione era sviluppata dai laboratoridi ricerca e sviluppo di grandi gruppi industriali. Oggi,seguendo il percorso delle start up tecnologiche negliStati Uniti si parte dal basso. Piccoli gruppi di perso-ne elaborano, sviluppano e collaudano nuovi prodotti eservizi. Di supporto trovano le universit, gli incubatori,finanziatori e imprese. Anche le Pmi e le grandi aziendecredono in questo processo e favoriscono la nascita dispin-off su singoli progetti. Spesso sia start up che spin-off sono composte da team di giovani, portatori sani dientusiasmo ed innovazioni ed inoltre preparati e capaci.Per ecosistema si intende questo insieme che opera in

    sinergia con le istituzioni favorendo questa nuova via difare innovazione, ognuno deve fare la sua parte guar-dando allo sviluppo ed al futuro.

    Matteo Sulis ha appena lanciato online sardiniastar-tup.com, la mappa del sistema dellinnovazione del-la Sardegna. Quanto sar utile a suo parere per fareun salto nel percorso dellinnovazione?Questi progetti che aiutano lo sviluppo delle start upsono certamente utili alla loro espansione. La speran-za che, come avviene da anni negli Stati Uniti e nei

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    IMPRESE IN AZIONE

    IN PASSERELLALA TRANSIZIONE DELSISTEMA ITALIA

    INTERVISTA A MARIO BOSELLI,PRESIDENTE CAMERA DELLA MODA

    di Serena ScarpelloGiornalista, Class CNBC

    Sono ancora i grandi nomi del made in

    Italy i migliori ambasciatori del nostro

    Paese. A dirlo il regista indiscusso della

    trasformazione della Camera della Moda,

    Mario Boselli, da cinque anni a capo

    dellIstituto italiano.

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    LETTURE ASCOLTI & VISIONI

    AMORE AI TEMPI

    DELLO STAGEUNO SQUARCIO DELLA REALT SENTIMENTALE DEI GIOVANI 2.0a cura della Redazione di Libreriamo

    Pubblichiamo la recensione di Vincenzo di Siena per l'entusiasmo

    con cui ci consiglia questo libro "scritto con il cuore e con l'anima".

    Chiariamo subito una cosa! Amore ai tempi dello stage, autrice le-

    sordiente Alessia Bottone, non il classico libro sullamore, non

    la storia struggente di un amore impossibile simil soap opera, o lin-

    contro tra unumana ed un vampiro, o cose del genere. Il libro della

    Bottone , invece, uno squarcio del presente, uno spaccato di una

    realt vera, vissuta tutti i giorni dai giovani 2.0.

    Le fondamenta di questo libro sono rappresentate dallamore, certo,

    ma un amore non idealizzato o immaginato, bens un amore rea-

    le, concreto, ed infatti, chi vi scrive ne sicuro, chi avr la fortuna

    di leggerlo avr la sensazione di trovarsi di fronte ad uno specchio.

    Prima o poi, sfogliando le pagine di questo piacevolissimo libro, ci siriconoscer in uno dei personaggi-archetipi che lautrice ha messo in

    scena. Ed proprio questa la forza che far di Amore ai tempi dello

    stage un lavoro di sicuro successo!

    Questo libro, che si legge facilmente e scorrevolmente, lideale per

    chi ama leggere nel tempo libero senza la paura di trovarsi tra le

    mani un mattone. Ha tutti gli ingredienti del successo: attenta os-

    servazione della realt, ironia, dolcezza, amarezza, rassegnazione,

    speranza. Il tutto mixato e miscelato con una maestria da veterana

    da biblioteca dalla brava Alessia, la quale non sembra affatto una

    principiante, una alle prime armi.

    Evidentemente lautrice ha scritto con il cuore e con lanima, stes-se cose che servono per leggerlo e capirlo. Perch per un lettore

    superficiale questinsieme di fogli non rappresenter nientaltro che

    lennesimo libro su un tema frivolo, un libro buono per le adolescenti

    ai primi amori. Ma ad una lettura pi attenta, ad una lettura con la-

    nima appunto, esso apparir per quel che : un capolavoro di sintesi

    della realt, una realt che investe dimpatto i giovani doggi, costretti

    al precariato, a non sentire in s la possibilit di costruirsi un futuro,

    perch senza lavoro non ci sono soldi e senza soldi non si program-

    ma nemmeno una partita a bocce, giovani che poi, magari inconscia-

    mente, trasferiscono questo senso di precariet anche nei rapporti

    amorosi, uninstabilit sociale che investe tutti i campi.

    Tra una risata ed una riflessione amara, il lettore avr la sensazione di

    immedesimarsi in uno spirito che dallalto guarda il mondo, con le sue

    contraddizioni, e lagire degli attori principali, in questo caso i giovani.

    Un libro consigliato per gli under dunque, ma anche per gli anta

    che tanto spesso non riescono a comprendere le dinamiche della

    giovent di oggi, perch afflitta da problemi di spread, di PIL e di

    tanti altre paroline di questo tipo. Insomma, un libro da leggere, che

    non pu mancare nelle nostre librerie e, soprattutto, un contenuto

    che non pu non toccarci lanima.

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    M a g a z i n e

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    POSTFAZIONE

    di Luigi ChiarelloCuratore pagine Diritto e Impresa di Italia Oggi

    Bisogna iniettare nel sistemadosi massicce di sussidiariet.Vanno liberati i talenti, capacidi generare economia e oggifrenati da burocrazia e clientele.E va restituita sovranit ai decisoripolitici pi vicini al cittadino, il cuipotere stato espropriato dallospread e da una Unione Europeaancora carente di legittimazione.

    Partiamo dai numeri: nel 2011 il sistema produttivo culturale hagenerato un volume daffari per quasi 76 mld di euro, pari al 5,4%delleconomia del Paese, dando lavoro a 1 milione e 390 mila persone,con una proiezione allestero tale da portare, nello stesso anno, aesportare beni per oltre 38 mld. Nello stesso anno, il settore alimentarefatturava 246 mld: il 15% del PIL nazionale. Mentre lexport alimentaretoccava quota 30 mld.

    Due anni dopo, settembre 2013, secondo il World Economic Forum,che ha censito 148 economie del mondo, lItalia 49 per competitivit,mentre lIstat denuncia oltre 3 mln di disoccupati (+13,7% sul 2012).A fronte di ci, nel primo trimestre di questanno il primario lunicosettore a far segnare un aumento del valore aggiunto in terminicongiunturali (+4,7%). Al contrario, lindustria cala del 4,1%, i servizidell1,4% e il PIL complessivamente del 2,4%.

    Dunque, evidente come londa lunga della globalizzazione stiatrasformando il Paese. Ci che il mercato mondiale chiede allItalianon manifattura a basso costo, ma bellezza, natura, gusto, design,genuinit, stile di vita, qualit. In pratica, la sua cultura coniugata asoluzioni innovative. Nonostante ci, il sistema Paese non sembraaccorgersene. Nel 2012 il numero complessivo di visitatori dei museistatali italiani stato di 10 mln di persone (in calo sul 2011); la stessacifra di ingressi che ha messo a segno il Louvre di Parigi, da solo. Selinteresse globale per la cultura aumenta di pari passo con la crescitadelle economie emergenti, lItalia non riesce a catturarlo. come sebeni culturali, territoriali e alimentari non avessero cittadinanza nelle

    priorit politiche. A evidenziarlo undato che la dice lunga nella patriadi Machiavelli: il peso politico. Nellalogica di spartizione dei partiti,allatto della formazione dei governi,i ministeri che contano meno sonoTurismo (che non esiste pi), Beniculturali, Ambiente e Politichealimentari. Esattamente quellidei settori che possono dare vieduscita dalla crisi. Che fare?

    La risposta arriva dalla storia: se c un periodo in cui lItalia stataluce per il mondo, il Rinascimento. I territori in competizione tra lorohanno portato i comuni a eccellere in arti e mestieri. Ci che oggi visto come debolezza sistemica dello Stivale, la frammentazione, haprodotto il suo periodo pi fertile. Una ricchezza diffusa che trovainconsapevole espressione nella tendenza tutta italiana a fare piccolaimpresa. Dunque, il modello va rafforzato con un fisco agevolato chespinga le Pmi a federarsi e a far rete. E il talento a esportare. Va ribaltatoil tavolo (diceva Neruda), recuperando efficienza ai conti pubblici einiettando sussidiariet in un sistema che vede la sovranit dei corpiintermedi e delle rappresentanze politiche territoriali espropriata.

    Asciugata per un verso dalla pressione dei mercati finanziari (di fattoextraterritoriali) e, per laltro, dalla progressiva devoluzione di poteri versounUnione Europea che accusa troppi deficit di legittimazione. Soloridando fiato alluomo motore di economia, i Leonardo del III millennio,gli Steve Jobs di casa nostra, usciranno dai garage in cui sono costrettida burocrazia e clientele, come i Prigioni di Michelangelo.

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