numero 3 - ottobre 2013
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TRIMESTRALE#3
IL MAGAZINE MANPOWERGROUP DI ECONOMIA E CULTURA DEL LAVORO
CHIil LAVORO
SE LO CREA
da S
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Non possiamo
pretendereche le cose cambino,se continuiamo
a fare le stesse cose.(A. Einstein)
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di Francesco Maria GalloDirettore Responsabile di LinC
M a g a z i n e
LItalia, come e pi di altri Paesi del
mondo occidentale, attraversa una
fase di trasformazione economico-
finanziaria che sta ridefinendo tuttigli asset della societ.
La crisi, nella sua eccezionalit,
prima o poi passer, ma il Paese
che ne uscir non potr mai
essere pi lo stesso. Alcune
attivit saranno out per
sempre, ma nasceranno nuove
aree di studio, nuove opportunit
di sviluppo, nuove chance imprenditoriali: lItalia dovr affrontare
la partita del riposizionamento economico e industriale. Una
partita che spinger il Bel Paese a utilizzare al meglio le risorseche non solo lo rendono competitivo, ma che lo vedono leader nel
panorama mondiale.
Nellattuale scenario economico, il legame identitario col territorio
rappresenta per le nostre imprese e per le start up che nascono
e nasceranno un valore unico al mondo: il vero asset strategico
dellItalia su scala globale.
Limpegno mostrato da una fascia sempre pi ampia del
tessuto produttivo italiano nel rafforzamento dellidentit e della
riconoscibilit dellofferta di beni e servizi come fattore competitivo
testimonia un graduale ma sempre pi evidente cambio diparadigma nello sviluppo che porter leconomia del Paese ad un
nuovo rinascimento.
Al centro di tale trasformazione vi un modello imprenditoriale
fondato sulla qualit, sulla creativit, sul giusto connubio tra
innovazione e valorizzazione dei fattori dei saperi e sapori locali,
sul rispetto e sulla riconoscibilit produttiva ed economica dei
luoghi di origine, sulla salvaguardia dei beni culturali e ambientali.
Sono questi gli elementi fondanti
di quel capitale immenso
formato dalle diversit strutturali
dei nostri luoghi, dalle identitculturali e umane, in grado oggi
di dare una risposta emergente
alle nuove aspettative e sogni
di una clientela/mercato
soprattutto straniera, e non solo
dei Paesi avanzati ma anche
dei nuovi ricchi che chiede
personalit, storia e tradizione
nei prodotti comprati e da
consumare, per rivivere unesperienza sempre unica e irripetibile.
Le connessioni tra economia e cultura hanno peraltro semprecaratterizzato lofferta del nostro Paese, dove lenorme
patrimonio di saperi, sapori, visioni e creativit ha fatto s che
molte produzioni e servizi a partire da quelle caratteristiche
del made in Italy di successo siano considerate esempi di
qualit non solo intrinseca ma sempre pi anche percepita e
gustata, grazie al contenuto di design che incorporano, alla forza
del marchio con cui sidentificano, alla capacit dimostrata nel
comunicare e diffondere valori e significati propri della societ,
del modo di vivere e delleconomia italiana e dei suoi luoghi
cos unici agli occhi del mondo per la loro ricca e straordinaria
diversit eterogenea.
Il punto uno solo: riconoscere e coltivare in maniera sostenibile
ci che da sempre ci stato donato. Per la nostra posizione
geografica, per la nostra cultura dei tempi e nei tempi, per la
nostra modernit storica, per il nostro esclusivo fattore umano,
sociale e creativo che mai nessuno potr rinnegarci e che tutti
vorranno comprare.
Come sempre, buona lettura!
IL LEGAME IDENTITARIO COL TERRITORIO
RAPPRESENTA PER LE NOSTRE IMPRESE E PERLE START UP UN VALORE UNICO AL MONDO: IL
VERO ASSET STRATEGICO DELLITALIA SU SCALA
GLOBALE. UN CAPITALE IMMENSO FORMATO DALLE
DIVERSIT STRUTTURALI DEI NOSTRI LUOGHI,
DALLE IDENTIT CULTURALI E UMANE, IN GRADO
OGGI DI DARE UNA RISPOSTA EMERGENTE.
LITALIAVA DESTA!
PREFAZIONE
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PARLIAMO DI:
PREFAZIONE
LITALIA VA DESTA! di Francesco Maria Gallo
EDITORIALE
RIPARTIRE DALLE IMPRESE, DAI TERRITORI E DAI GIOVANI. NECESSARIO PER RINASCERE di Stefano Scabbio
CONTROEDITORIALE
QUALE RIPRESA ECONOMICA? UNO STATO A DIETA CON TERRITORI IN FORMA di Luigi Tivelli
CONTRAPPUNTI
ITALIA, SEI TU LA PI COLTA DEL REAME? di Eric Lapadula
DA CENERENTOLA A REGINA: LEVOLUZIONE DELLA GRAPPA di Angelo Frattini
SE IL TERRITORIO LASSET PI IMPORTANTE di Gianluca Capitanio
TRA PASSATO E FUTURO DEI BORGHI DA RIQUALIFICARE
di Chiara Silvani
LINVESTIMENTO GIUSTO? SERVIZI ALLA CULTURA di Rocco Marinoni
TECNOLOGIA E IDEE LINSEGNAMENTO PI EFFICACE di Massimo Frediani
HR ALLO SPECCHIO
LEZIONI PRIVATE DI INNOVAZIONE di Flora Nascimbeni
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SOCIET E TERRITORI
ECONOMIA E CULTURA, IL FUTURO SI COSTRUISCE INSIEME di Laura Schellino
INFOGRAFICA
METEO LAVORO 4 TRIMESTRE 2013 PREVISIONI MANPOWER SULLOCCUPAZIONE IN ITALIA
SOCIET E TERRITORI
LA RISCOPERTA DEL GENIUS LOCI di Claudia Guenzani
LIMPEGNO DEL PRIVATO SOCIALE PER LO SVILUPPO DEL MEZZOGIORNO di Elena Bellistracci
CONTROTENDENZE
BENVENUTI IN ITALIA di Teresa Pecoraro
CONSULENZA, SOSTEGNO, FIDUCIA: IL PREMIO MARZOTTO LANCIA GIOVANI IMPRENDITORI di Stefano Glenzer
WORKSHOP OPINION LEADER
VI SPIEGO PERCH LA CULTURA IL VALORE DELLITALIA di Stefano Scansani
CHI IL LAVORO SE LO CREA di Charlotte Rossignol
ALTRO CHE SILICON VALLEY
di Ada Del Castello
IMPRESE IN AZIONE
IN PASSERELLA LA TRANSIZIONE DEL SISTEMA ITALIA di Serena Scarpello
LETTURE, ASCOLTI & VISIONI
AMORE AI TEMPI DELLO STAGEa cura della Redazione di Libreriamo
POSTFAZIONE
LA SOVRANIT AI TERRITORI PER UN NUOVO RINASCIMENTO
di Luigi Chiarello
Presidente
Stefano Scabbio
Direttore Responsabile
Francesco Maria Gallo
Comitato Tecnico Scientifico
Raffaele De Luca Tamajo,
Gabriele Galateri di Genola,
Beniamino Quintieri, Enrico Sassoon,
Giulio Sapelli, Luigi Tivelli
Caporedattore
Elena Bellistracci
Hanno collaborato a questo numeroGianluca Capitanio, Ada Del Castello, Luigi Chiarello,
Adriano Ireneo, Angelo Frattini, Massimo Frediani,
Stefano Glenzer, Claudia Guenzani, Eric Lapadula,
Rocco Marinoni, Flora Nascimbeni, Teresa Pecoraro,
Charlotte Rossignol, Stefano Scansani, Serena Scarpello,
Laura Schellino, Chiara Silvani, Luigi Tivelli
Segreteria di Redazione
Claudia Guenzani
Progetto grafico, copertina e impaginazione
Emporio Adv srl
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Fotografieshutterstock.com
DistribuzioneDistribuito in tutte le edicole italiane in allegato a
Italia Oggi - Class Editori
ManpowerGroup
Via Rossini 6/8
20122 Milano
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Tutti i diritti riservati.
Nessuna parte di questo periodico pu essere riprodotta
con mezzi grafici e meccanici, quali la fotoriproduzione
e la registrazione. Manoscritti e fotografie, su qualsiasi supporto
veicolati, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.
TRIMESTRALE# 3
IL MAGAZINE MANPOWERGROUP DI ECONOMIA E CULTURA DEL LAVORO
Registrazione Tribunale di Milano n. 620 del 16/10/2008
n. 3, Anno VI, Settembre 2013
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EDITORIALE
RIPARTIRE DALLE IMPRESE,DAI TERRITORI E DAI GIOVANI.
NECESSARIOPER RINASCEREdi Stefano ScabbioPresidente ManpowerGroup Italia e Iberia
Come noto nella lingua cinese dei segni il medesimo simbolo sta ad indicare sia il termine crisi
che il termine opportunit. Ed vero che da ogni crisi, soprattutto se i decisori e gli operatori
sanno assumere comportamenti adeguati, possono nascere nuove opportunit. E certamente nel
substrato economico del Paese che sono andate nascendo qua e l, in questi durissimi sei anni a
partire dalla crisi iniziata nel 2007, nuove opportunit imprenditoriali.
Per lItalia per la trasformazione della crisi in opportunit pi com-plessa che per altri Paesi, come emerge da ultimo dal fatto che risulta
essere lultimo dei Paesi Ocse ancora in recessione. Infatti per noi la
crisi non cominciata nel 2007, ma dura
da almeno ventanni. Nellultimo ventennio
la crescita media del Pil del Paese dello sti-
vale stata la pi bassa tra i Paesi Ocse,
collocandosi al di sotto dell1%, e ci siamo
trovati dunque ad affrontare la grande crisi
di questi sei anni gi appesantiti da un gra-
ve fardello che bloccava la nostra crescita.
Ci nonostante molte imprese hanno sapu-
to in questi anni reagire alla crisi, soprattuttoorientandosi ancor pi verso le esportazioni
e ricercando al proprio interno nuovi fattori
di competitivit, rivelando una flessibilit del
nostro settore manifatturiero ancora perfet-
tamente vitale, e pi che mai cruciale per
noi che siamo il secondo Paese manifat-
turiero dEuropa. su fattori di questo genere che dobbiamo far leva
per puntare su un nuovo risorgimento, di cui il Paese ha pi che mai
bisogno. Anzi, direi, su un nuovo rinascimento, perch, come fu per il
Rinascimento, abbiamo bisogno di far leva su quella miscela di raffinatecapacit artigianali e di integrazione fra impresa e cultura, utilizzando
quella grande risorsa che sono le nostre citt, soprattutto quelle di me-
dia dimensione, e i nostri territori.
noto che il sistema industriale italiano si
caratterizza per la presenza di tante piccole
e piccolissime imprese, ma stata fatta un
po troppa poesia, e anche un po di facile
mitologia, sul piccolo bello. La vera for-
za del sistema produttivo italiano sta per un
verso nella progressiva evoluzione di tante
imprese dalla piccola alla media dimen-
sione, in modo tale che possano reggeremeglio la sfida della competitivit e quella
dei mercati internazionali, per altro verso
lintegrazione tra le piccole imprese in seno
ai distretti industriali, vuoi in quanto promos-
si da organismi di governo territoriale, vuoi
in quanto sorti spontaneamente. in seno
a questi distretti che matura lo scambio di esperienze, la sinergia di
funzioni tra piccole imprese, come ad esempio il marketing o lexport
o la ricerca, e in definitiva il fatto che loperare di tante piccole imprese
IL FORTE LEGAME DELLE NOSTRE
IMPRESE CON LA CULTURA, LA
STORIA E LE TRADIZIONI DEI
TERRITORI LOCALI IL VALORE
AGGIUNTO PER TANTE NOSTRE
PRODUZIONI MADE IN ITALY. SU
QUESTE RISORSE E SU QUESTI
SAPERI CHE DOBBIAMO FAR LEVA
NEL PUNTARE AD UNA RINASCITA.
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in sinergia si caratterizza come se si trovasse ad operare in ununicasolida media impresa, col di pi della flessibilit e della attivit chele piccole imprese garantiscono. Il forte legame di queste impresecon la cultura e la storia, con i saperi e i sapori dei territori localiha generato la diffusione a tappeto di quel senso del made in Italy
che il valore aggiunto per tante nostre produzioni, dalla liquiriziadella Calabria al cachemire dellUmbria, allolio della Toscana, allameccanica fine dellEmilia, alla grappa del Friuli. Produzioni legatealla storia e alle tradizioni dei borghi locali ma ben riconosciute an-che a Manhattan. su queste risorse, su questi saperi e su questisapori che dobbiamo far leva nel puntare ad un nuovo rinascimento.
Dal mio osservatorio di presidente di unAgenzia per il lavoro, sentoche i giovani di questa generazione sono tornati ad un legame fortecon questo tipo di identit culturali e produttive, e che sarebberopronti ad esserne parte attiva e fattore vitale. Il problema che nonmi sembra altrettanto pronta la scuola. Certo, ci sono le best practi-ce di alcuni istituti tecnici o professionali collegati in qualche modoalle imprese del proprio territorio. Ma si tratta un po di fiori nel de-serto, che andrebbero coltivati ed allargati. Soprattutto c il vero eproprio colabrodo della formazione professionale delegata alle Regio-
ni, che non assolutamente in grado di formare unofferta di lavoroadeguata alla domanda che proviene dalle aziende. E la funzionedi supplenza che di fatto ci troviamo a svolgere come agenzie peril lavoro non pu essere certo sufficiente, salvo che il settore delli-struzione pubblica o della formazione regionale ritenga finalmente di
avvalersi delle esperienze che provengono dal mondo privato, in unasana logica di sussidiariet.
Un nuovo rinascimento significa unintegrazione e una sinergiavirtuosa tra impresa, cultura, istruzione, ambiente, artigianato,tra saper essere, sapere e saper fare. Sono le risorse su cui si sempre basato, nelle sue diverse fasi, il modello del made in Italy.Sono le risorse per le quali il brand Italia ancora vincente nel mondo.Dipende da noi tutti avviare davvero questo nuovo rinascimento.
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A questo punto la ricetta per favorire la libe-
razione delle energie imprenditoriali migliori
nei territori e nei distretti (che in questo casovale in parte anche per le grandi imprese)
per certi versi pronta. Meno spesa pubbli-
ca, e quindi meno tassazione e, ultimo ma
non meno importante, forte semplificazione
burocratica. Ma questo di per s non pu
bastare. Il territorio italiano non vede solo i
distretti e una fittissima costellazione di ot-
tomila comuni, compresi comunelli di 300
o 400 anime. Accanto a tale costellazione ci
sono pi o meno altrettante municipalizzate
o enti pubblici che non brillano certo per ef-
ficienza e qualit del servizio.
Ebbene, di tanto in tanto viene proposta dal
Governo, o addirittura passa in Parlamento,
una legge che prevede la liberalizzazione o
la privatizzazione dei cosiddetti servizi pub-
blici locali, ma poi, per qualche cavillo, tutto
si blocca. E decine di migliaia di lottizzati ri-
mangono impancati nelle poltroncine dei Con-
sigli di Amministrazione di questi enti, spesso
inutili, e fonti di sprechi e di inefficienze.
Eppure, nella nostra Costituzione scolpito il
concetto di sussidiariet orizzontale, che signi-
fica che il settore pubblico deve fare solo quel-le cose che i privati non possono fare meglio
e a costi minori.
Ebbene, tornando allItalia dei territori e dei
distretti, restituire ai privati, alle cooperative,
allassociazionismo, attivit ora svolte da enti
pubblici o municipalizzate, genererebbe un
nuovo ossigeno imprenditoriale, favorirebbe
soprattutto loccupazione giovanile e femminile
e permetterebbe a tali nuove imprese di inte-
grarsi nel tessuto produttivo esistente, aprireb-
be opportunit interessanti di nuovo sviluppo
imprenditoriale come la cultura e lambiente.
Perch, ad esempio, il piccolo museo di una
cittadina toscana di antiche tradizioni deve
essere gestito burocraticamente dal Comune
con un Presidente e un Consiglio di Ammini-
strazione, 15 dipendenti, e non affidato ad una
cooperativa di giovani qualificati che ne fareb-
bero una gestione molto pi viva e dinamica?
LItalia si trova davanti ad un bivio fondamen-
tale della sua storia. come un paziente molto
obeso per il fatto di avere ingerito troppe pillole
di settore pubblico. E di troppo Stato i paesi
possono anche morire, perch troppo Stato
significa troppa spesa pubblica, troppe tasse,
troppo deficit, troppo debito pubblico, ecc..
Pertanto ripartire dai territori, dalla cultura dei
territori, ricostruire nuove filiere produttive,
puntare alla valorizzazione dei beni ambien-
tali e culturali, ricercare il recupero di com-
petitivit e il rafforzamento dellorientamento
allesportazione, la via giusta. Ma una via
che pu funzionare solo se contemporanea-
mente, si opera sia al centro che negli stes-
si territori, si mette a severa dieta il settore
pubblico, e si spostano man mano pezzi del
confuso mosaico del settore pubblico verso il
privato. Si configurerebbero cos nuove forme
di integrazione e collaborazione fra pubblico
e privato e nuove opportunit imprenditoriali
soprattutto, ma non solo, per i soggetti insie-
me pi deboli e pi vitali della societ italiana,
i giovani e le donne.
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ITALIA,
SEI TU LA PI COLTADEL REAME?DIALOGO CON ERMETE REALACCI
di Eric Lapadula
Mi piace immaginare lItalia come Anteo, il gigante figlio di Poseidonee di Gea che sfid Ercole. Anteo era considerato invincibile perch
quando cadeva dopo uno scontro entrava in contatto con la Terra, sua
madre, e riacquistava forza. Ercole, dopo il consiglio di sua madre
Alcmena, riusc a batterlo sollevandolo da terra e soffocandolo.
CONTRAPPUNTI
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HR ALLO SPECCHIO
LEZIONI PRIVATE
DI INNOVAZIONEdi Flora NascimbeniLinnovazione appena sbarcata sui banchi di scuola
con il consueto ritardo allitaliana. Per fortuna
nel frattempo ci sono aziende che la formazione la
mettono al primo posto della loro personalissima
classifica dei compiti da fare a casa.
E investono nel futuro e nella crescita.
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BUILDING A BETTER WORKING
WORLD: QUESTA LA MISSION
DI EY, AFFERMA IACOVONE.
ATTRAVERSO UN PROCESSODINTEGRAZIONE A LIVELLO
MONDIALE CREIAMO TEAM
DI LAVORO ALTAMENTE
INCLUSIVI, CON FORTE IMPATTO
INTERNAZIONALE. TEAM
DIVERSIFICATI REGISTRANO
PERFORMANCE MIGLIORI,
SVILUPPANO SEMPRE MAGGIORE
CREATIVIT E RISULTANO
PI APERTI A NUOVE IDEE EPROGETTI PER I NOSTRI CLIENTI.
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Una di queste Ernst & Young. Come miracconta Donato Iacovone, AmministratoreDelegato per lItalia e Managing Partner peril Sud Europa, al fine di evidenziare le azio-ni prioritarie e sinergiche da parte del mon-do pubblico e del mondo privato volte allaricrescita, EY ha condotto in occasione delG20 Entrepreneurship Barometer 2013,una Survey che ha coinvolto 1.500 impren-ditori operanti nei Paesi del G20 di cui 55italiani. Emerge chiaramente continuaIacovone quanto il tema dellinnovazione
sia cruciale soprattutto in termini di ricerca esviluppo non solo di nuove tecnologie, ma dimetodi di lavoro innovativi, capaci di attrarree far crescere i talenti. Dalla Survey risul-ta infatti che solo il 27% degli imprenditorisostiene che esista in Italia una cultura chesupporti il mondo imprenditoriale, sottoline-ando alcuni elementi quali la mancanza di
sinergie tra pubblico e privato e la scarsit diinvestimenti in ricerca e sviluppo. Solo attra-verso un vero dialogo tra pubblico e privatosi ritrover lo slancio necessario al Paese peruna reale ricrescita.
Le aziende private, ed in particolare le gran-di imprese globali, hanno, per il ruolo chegiocano nella societ, un livello di respon-sabilit elevato, perch, come sottolineaStefano Venturi, Amministratore Delegato diHewlett Packard, rappresentano il motoredellinnovazione, un fattore centrale per latrasformazione e crescita del Paese. LIn-formation Technology un elemento impre-scindibile di tale processo e pu contribuirea semplificare la vita quotidiana di consuma-tori ed aziende, in uno scenario in cui alcunitrend cloud, big data, it consumerization stanno cambiando il modo in cui la tecno-logia viene fruita e quindi gestita, definendoun nuovo stile dellIT e a volte abilitandonuovi modelli di business.
Il nostro obiettivo continua Venturi quello di contribuire allo sviluppo e alla tra-sformazione innovativa nel Paese, favorendoda un lato la competitivit delle piccole emedie imprese, dallaltro valorizzare le com-
petenze e le esperienze per colmare il gapdigitale dellItalia, accelerando il percorsodi innovazione rispetto ad altri Paesi euro-pei. Questi elementi sono centrali per unosviluppo nel medio e lungo periodo e per lacompetitivit.
Non sempre per risulta facile mediare lacultura dimpresa con il territorio, special-mente a livello globale per societ come EYche molto radicata sul territorio.
Abbiamo 16 sedi in Italia e 140 al mondoafferma Iacovone. La nostra presenza capil-lare sul territorio e la nostra integrazione alivello globale attraverso team di lavoro in-ternazionali, ci consentono una conoscenzaapprofondita del territorio e una proficuainterazione e scambio che favoriscono lac-crescere di sempre maggiori competenze elo sviluppo di servizi sempre pi innovativie rispondenti alle esigenze dei nostri Clienti.Building a better working world: questala mission di EY. Attraverso un processodintegrazione a livello mondiale creiamo
team di lavoro altamente inclusivi, con forteimpatto internazionale e offriamo ai nostriprofessionisti possibilit di fare esperienzeallestero e arricchire il proprio bagaglio dicompetenze. Team diversificati registranoperformance migliori, sviluppano sempremaggiore creativit e risultano pi aperti anuove idee e progetti per i nostri Clienti.
Secondo Venturi linterazione con il territo-rio fondamentale per unimpresa che operain nazioni diverse per cultura e struttura eco-nomica. HP una realt Glocal, cio con
una radice globale, ma con una forte presen-za sul territorio, sia diretta per la presenzadi migliaia di dipendenti, sia indiretta, graziealla capillare rete di partner e rivenditori.HP ha una visione che si propone di inte-grare un modello globale nella realt di ognisingolo paese, cercando di sviluppare unastrategia di lungo periodo che accompagnae supporta la crescita della nazione in cuiopera a livello economico e sociale.
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SOCIET E TERRITORI
ECONOMIA E CULTURA,IL FUTURO SI COSTRUISCE INSIEMEdi Laura Schellino
"Non la pi forte della specie che sopravvive, n la pi intelligente, ma quella pi reattiva ai cambiamenti".
Laforisma di Charles Darwin rispecchia in pieno la necessit del tessuto culturale italiano, che deve aggiornarsi
e adattarsi ai cambiamenti imposti da agenti esterni, come avviene con lhabitat per gli animali.
Le risorse e la sostanza gi ci sono, basta guardare a quanti percorsi storici, pae-
saggistici e gastronomici abbiamo nel nostro Paese, ma per consentire allindustria
culturale di crescere ed essere competitiva a livello globale necessario allevare
una nuova specie: In Italia manca la figura del manager culturale, che pu dare pi
slancio ad efficienza e produttivit. Ne convinto Beniamino Quintieri, Preside e
Professore di Economia Internazionale nella Facolt di Economia dellUniversit de-
gli Studi di Roma Tor Vergata e capolista alla Camera in Calabria per Scelta Civica.
Cultura e impresa, fatturato e conoscenza. Di rado questi mondi apparentementecos lontani si sono sostentati lun laltro, anzi, non sembrano in grado nemmenodi parlare la stessa lingua.Sbagliato. Avvicinare imprese e cultura una necessit perch, se sfruttata nel
modo giusto, diventa un fattore potenziale di crescita e occupazione aggiuntiva. Lacultura uno dei pi importanti asset che abbiamo, insieme al turismo che comunque
influenzato da essa. Il problema grave che non abbiamo saputo sfruttare questo
patrimonio artistico unico al mondo per densit e qualit. La legislazione frutto di
unostilit di fondo verso il mercato e verso le imprese, nei periodi di vacche grasse
arrivavano i fondi alla cultura e non ci si preoccupava di andare a cercare n di valo-
rizzare i vari poli come musei e siti, figuriamoci se ci si preoccupava di come venivano
spese le risorse. Ora per tutto diverso. Oggi abbiamo un capitale umano di grande
qualit per quanto riguarda la conoscenza della storia, dellarte, dellItalia in senso
ampio, per la preparazione economica in campo culturale abbastanza scarsa.
Unire le competenze di due aree cos diverse sarebbe molto utile, ma siamo sicuriche si possa fare?Ci che fondamentale il capitale umano: nel 2000 ho fondato presso lUniversi-
t di Roma Tor Vergata il Master in Economia dei Beni Culturali partendo dallidea
che servisse un master con unofferta formativa per indirizzare i giovani laureati in
questo settore. In poco tempo si allargato anche ai burocrati pubblici di livello na-
zionale e regionale che, un po per interesse e un po per mancanza di unadeguata
strumentazione economica, non hanno mai valutato con attenzione i vari progetti,
privilegiando gli investimenti a pioggia di stampo clientelare. Lo ripeto, perch que-
sto il perno intorno al quale dobbiamo costruire qualcosa di importante: in Italia
abbiamo esperti e sovrintendenti con ottime conoscenze culturali, ma che sono
digiuni di economia. Garantire loro unadeguata istruzione nel campo economico
AVVICINARE IMPRESE E CULTURA DIVENTA
UN FATTORE POTENZIALE DI CRESCITA E
OCCUPAZIONE AGGIUNTIVA. LA FORMAZIONE
DEL MANAGEMENT FONDAMENTALE PER
FARE DIVENTARE LINDUSTRIA CULTURALE
COMPETITIVA A LIVELLO GLOBALE.
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LA RISCOPERTA DEL
GENIUS LOCIDIALOGO CON ANDREA BARTOLI, FONDATORE DI FARM CULTURAL PARKdi Claudia Guenzani
Luogo. Partiamo da una parola chiave, ma anche dalla sua stessa fisicit rappresentata dalla geografia che gli
propria e che per molto tempo non ci pi appartenuta. Oggi punto di partenza e spunto per ripartire, meta da
ritrovare e in cui esprimersi, attraverso percorsi innovativi.
Cos successo per la parte pi antica del Centro Storico di Favara, paese sici-
liano a 6 km dalla Valle dei Templi di Agrigento, in cui si insediato e sviluppato
Farm Cultural Park, che suole definirsi Centro Culturale e Turistico Contempora-
neo Diffuso.
I Sette Cortili al centro di Favara e fulcro della rivalutazione architettonica, una
sorta di Kasba Siciliana, dal 2010 sono diventati il cuore pulsante delle attivit
culturali: arte per tutti e non solo per gli addetti ai lavori, a tutte le ore del giorno
e della notte, in mezzo alla strada e tra la gente comune. Una programmazione
culturale dirompente che gli ha fatto guadagnare nel 2011 il Premio Cultura di
Gestione di Federculture. E il progetto ambizioso di creare un identit nuova adun territorio, partendo dalla geografia umana che considera i luoghi come spazi
emotivamente vissuti, riprendendo lesistente, dandogli nuova luce e nuova vita.
Farm Cultural Park nasce da Florinda ed Andrea, una giovane coppia di profes-
sionisti che ha deciso di non trasferirsi allestero e di diventare protagonisti di
un piccolo ma significativo cambiamento. I Sette Cortili si sono rivelati il punto
di partenza strategico. La sostenibilit del progetto prevedeva sin dallinizio che
lattivit di produzione culturale fosse affiancata ad una serie di servizi ricettivo-
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In che modo attirate i talenti? Comesviluppate le qualit manageriali?Crediamo che i giovani siano gli attori
principali per lo sviluppo di idee chiave che
possano contribuire al rilancio delleconomia.
Per questo in UNA li consideriamo un vero eproprio asset strategico da valorizzare durante
tutto il loro percorso di carriera, dando loro la
possibilit di arricchire le proprie competenze
ed esperienze. Investiamo nella loro crescita
attraverso formazione e progetti speciali
come il Talent Sharing di AICEO, che prevede
un meccanismo di job rotation interaziendale
allinterno delle aziende associate sulla base
di un prestito temporaneo con una durata
variabile dai tre ai sei mesi. Si rivolge a figure
junior con alto potenziale, non ancora inserite
in posizioni chiave dellazienda, che attraverso
questa esperienza potranno acquisire nuove
competenze sfruttando il valore della diversit.
In che modo identificate le importantipotenzialit di business offerte dal mercatoalberghiero italiano, caratterizzato da unaforte frammentazione dellofferta?Le identifichiamo nel fatto che con un livello
ancora cos alto di frammentazione esiste
potenzialmente un'altrettanto alta opportunit
di aggregazione e concentrazione. questa a
mio avviso lunica strada che pu ridisegnare
gli equilibri del comparto contribuendo a dargli
impulso. Ci sono moltissime ottime strutture
indipendenti che nel complesso momento
che viviamo necessitano del supporto di
realt strutturate come le catene.
Le formule di affiliazione, in management
o in franchising, possono permettere a tutti
(indipendenti e catene) di dar vita ad attori di
mercato pi solidi e importanti, in grado di far
sentire la propria voce anche alle Istituzioni,
contribuendo a definire le necessarie e pi chemai urgenti politiche di sviluppo del sistema
turistico italiano. Una Hotels & Resorts, tra le
poche catene alberghiere italiane, sempre
stata in prima linea nelladozione e sviluppo di
formule di affiliazione.
Lei anche Presidente di AICEO,lAssociazione Italiana dei CEO che a finesettembre si riunir per lannuale GrowthSummit Italia. Titolo: Competitivit delsistema Italia dopo la crisi. Quale lamission?Lobiettivo quello di incentivare lo sviluppo
della competitivit nel mercato italiano,
attraverso idee e azioni concrete che possano
ispirare manovre o riforme. Con questo
progetto si intende valorizzare il lavoro di
eminenti accademici che, coordinando tavoli
di lavoro a cui partecipano le prime linee
delle aziende associate, CFO, CIO, HR ecc.,
possano recuperare i contributi concreti che
chi lavora in azienda pu fornire sulla base
della propria esperienza. In particolare, i
7 tavoli che verranno presentati al Growth
Summit 2013 verteranno su questi temi:innovazione, pubblica amministrazione,
sistema fiscale, gestione del rischio, risorse
umane, infrastrutture e trasporti, ruolo del
CFO per la crescita e competitivit aziendale.
Quale la chiave per uscire dalla crisi? Cosachiederebbe al governo Letta?Chiedo di riportare al centro dellattenzione il
tema turismo e farne un business nazionale,
investendo sulle potenzialit e specificit
del Paese. Un obiettivo raggiungibile solo
attraverso una politica coerente e unitaria che
possa limitare la piaga della frammentazionedelle decisioni. Ci vogliono poi una vision
precisa, capacit di organizzazione e una
mentalit orientata allazione e al risultato.
Farraginosit delle leggi, lungaggini
burocratiche, costi e rigidit del mercato
del lavoro sono vizi del nostro sistema sui
quali il governo dovrebbe intervenire il prima
possibile. In sostanza chiedo impegno,
concretezza e rapidit dazione.
INNOVARE NEL SETTORE
TURISTICO, OGGI QUASI
PARADOSSALMENTE SIGNIFICA
RECUPERARE LA TRADIZIONE
DELLOSPITALIT MADE IN
ITALY CONIUGANDOLA CON
LA CAPACIT DI OFFRIRE
SERVIZI INDISPENSABILI PER IL
VIAGGIATORE MODERNO.
M a g a z i n e
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CONTROTENDENZE
Per farlo, lAssociazione Progetto Marzotto ha creato premi diversi per ognuna delle cate-
gorie iscritte, che in totale consistono in un montepremi di 800 mila euro. Ma la vera sfida
non si ferma qui, Noi sosteniamo attivamente i vincitori con formazione continua e gli
assicuriamo il tutoring e il mentoring di altri grandi imprenditori. Spiega Matteo Marzotto,
Presidente di Associazione Progetto Marzotto dallottobre dello scorso anno. I grandi im-
prenditori che abbiamo coinvolto hanno un ruolo fondamentale perch, oltre a giudicare i
progetti, condividono e suggeriscono le decisioni da prendere lungo il cammino.
CONSULENZA, SOSTEGNO, FIDUCIA:
IL PREMIO MARZOTTO LANCIAGIOVANI IMPRENDITORIdi Stefano Glenzer
Cerchiamo i costruttori di futuro, gli imprenditori di domani che
siano in grado di far convivere impresa, societ e cultura. La frase di
presentazione del Premio Gaetano Marzotto, arrivato alla terza edizione,
ne riassume perfettamente lessenza e fa intravedere un progetto dipi ampio respiro: apparecchiare una piattaforma di innovazione per
spingere lItalia e gli imprenditori italiani con pi forza.
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M a g a z i n eM a g a z i n e
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I FINALISTIDELLA TERZA EDIZIONE di Adriano Ireneo
I premi della terza edizione vengono assegnati a novembre a Vicenza.
Questanno sono stati presentati 921 progetti, ma solo quaranta sono stati selezionati per le finali.
I CINQUE FINALISTI PER IL PREMIO IMPRESA DEL FUTURO SONO:
BILISTICK:Un nuovo sistema portatile per diagnosticare littero neonatale negli infanti, accurato come i test di laboratorio eutilizzabile anche fuori dagli ospedali.
GREENRAIL:Una traversa ferroviaria innovativa ed ecosostenibile, ricavata in parte da plastica e pneumatici riciclati, stataprogettata per essere utilizzata anche per le linee di alta velocit.
INNOVATIVE PRODUCTS OF CHEMOTHERAPEUTIC DRUG FOR INHALATION ADMINISTRATION:Questo progettopermette di ridurre le particelle di un farmaco in polvere da inalare. Lobiettivo aumentare la qualit di medicinale che si
deposita direttamente sui polmoni.
NEURON GUARD: Si tratta di una soluzione per ridurre i danni cerebrali, che dopo otto minuti diventano permanenti. applicabile gi sul luogo dellevento, permette di migliorare la condizione del paziente e abbatte i costi sanitari.
WEARABLE LIGHT EXOSKELETON: Creato dal laboratorio PERCRO della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, un esoscheletroutilizzabile per supportare nel movimento soggetti disabili e anziani, oppure nello spostamento manuale dei materiali.
I CINQUE FINALISTI PER IL PREMIO PER UNA NUOVA IMPRESA SOCIALE SONO:
B10MOUSE: Sistema di interazione per persone disabili: un sistema che permette di interagire con computer, tv, impiantihi tech attraverso movimenti della testa, uso della voce e battito degli occhi.
CHARITYSTARS: una piattaforma di fundraising per le non-profit che organizza aste di beneficenza mettendo in venditaoggetti e incontri con personaggi famosi.
ENVITA (ENERGIA NUOVA DA DISCARICHE A FINE VITA): Una tecnologia pensata per sfrut tare tutto il biogas prodottodalla combustione dei motori delle discariche. Un passo avanti per lindipendenza energetica del nostro Paese.
EPINOVA BIOTECH: Lo scopo di questa spin-off dellUniversit del Piemonte orientale lo sviluppo di substrati polimericiper sostituti epiteliali ad uso sanitario. I suoi scopi sono lo sviluppo e la differenziazione in vitro e in vivo di tessuti.
GIPSTECH: Sistema che consente la localizzazione in ambienti chiusi simile al Gps. utilizzabile per turismo, servizi culturalie servizi ai disabili.
Il primo BOOX, incubatore privato che collabora con oltre dieci startup. Collabora con societ giavviate e finanzia i progetti pi interessanti. Per il Premio Gaetano Marzotto propone uno spazio di
lavoro per due mesi, mentorship e affiancamento su customer acquisition, sviluppo del modello di
business e business planning e infine introduzione a investitori professionali.
Il Secondo LUISS ENLABS, fabbrica delle startup nata a Roma dalla joint venture tra lUniversite lacceleratore di impresa, in collaborazione con Wind. Intende fornire agli studenti le migliori
opportunit e trasformare le migliori idee in business di successo. Per il Premio Gaetano Marzotto
offre uno spazio di lavoro all inclusive per tre mesi, laffiancamento dei mentor LUISS ENLAB, la
partecipazione allInvestor Day e ad altri eventi di networking. Al termine della collaborazione verr
valutato un ulteriore investimento.
Per il terzo premio, Dallidea allimpresa, presentiamo due dei dieci incubatori di startup che voteranno i vincitori tra
i trenta candidati rimanenti e successivamente metteranno a loro disposizione la propria rete e il proprio know-how.
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WORKSHOP OPINION LEADER
E lo spiega nellintervista rilasciata alla Nuova
Ferrara proprio nel giorno in cui stato ospite
della citt degli Estensi, la quale ha deciso
di investire denari nel patrimonio darte e
del sapere nonostante la crisi economica,
le ferite del terremoto del 2012, laltalena
politica mortale nazionale di questi giorni e
di quelli passati (troppi). ll Ministro dei Beni
Culturali sostiene la formula tutta contraria a
quella che parecchio troglodita proclama
che con la cultura non si mangia. Bray sta
nellaltro cantone: Si deve lavorare per far
ripartire leconomia. Con il turismo possiamo
creare posti di lavoro sia grazie ai beni culturali
ma anche attraverso percorsi innovativi ed
ecocompatibili. []
Ministro, lei una persona molto
operativa. Dalle cronache al mondo ditwitter vengono ogni giorno documentati isuoi viaggi, le impressioni, le imprese. CheItalia della cultura ha visto, sino ad oggi?Ho incontrato e ascoltato un numero
importante di cittadini che non vogliono
rinunciare alla cultura. Il nostro un Paese
vivo, interessato, sicuramente migliore
di chi lo ha governato dallalto e senza
coinvolgerlo nelle politiche culturali e del
turismo. S fatta molta, moltissima retorica,
fino a ieri: cultura, monumenti paesaggio
sono il petrolio dItalia, ma con la cultura
non si mangia; saremo colonizzati, ma la
cultura non ce la porter mai via nessuno,
nostra.
Lei, personalmente, come la vede?A me non piace la parola petrolio n il
concetto di sfruttamento. I nostri beni
devono essere tutelati e lo Stato deve avere
sempre di pi un ruolo fondamentale in
questazione. Si deve lavorare per far ripartire
leconomia. Con il turismo possiamo creare
posti di lavoro sia grazie ai beni culturali
ma anche attraverso percorsi innovativi ed
ecocompatibili, come la pista per cicloturisti
Vento, che collegher Torino a Venezia.
LItalia del sapere e del bello pu essereun giacimento occupazionale per i giovani.Il primo passo il Decreto Valore Cultura.Spieghi come e perch.Come dicevo prima, valorizzando un bene,
intorno pu nascere un indotto importante. Il
turismo di qualit pu essere aiutato sia conil rilancio di Pompei che con il risanamento
delle Fondazioni lirico sinfoniche. Poi ci sono
i tirocini per 500 ragazzi, gli spazi demaniali
che verranno affidati ai giovani artisti, tax
credit per chi promuover il cinema italiano e
i musicisti emergenti.
VI SPIEGO PERCH
LA CULTURA IL VALORE DELLITALIAdi Stefano ScansaniDirettore de La Nuova Ferrara
Non un tagliatore di nastri. Gira in lungo e in largo per lItalia, vede e interviene, autore del decreto Valore
Cultura. insieme Ministro, esploratore, ciclista, comunicatore via twitter. Ma c dellaltro: Massimo Bray ha la
pretesa di elevare, finalmente, la cultura a valore dItalia.
INTERVISTA AL MINISTRO DEI
BENI CULTURALI MASSIMO BRAY
CHE HA APERTO LA MOSTRA
SU ZURBARN A FERRARA:
UNA RIFORMA DELLO STATO
NECESSARIA SE SI VUOLE
AFFRONTARE LA SFIDA DI FAR
CRESCERE IL NOSTRO PAESE.
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ALTRO CHE
SILICONVALLEYINTERVISTA A MARCO GAY
di Ada Del Castello
Una Silicon Valley italiana cos importante? Inizia cos
la riflessione di Marco Gay, Presidente dei Giovani di
Confindustria Piemonte sul tema dellinnovazione quale
motore principale della crescita economica.
Quindi non esister mai una Silicon Valley italiana?La Silicon Valley un ecosistema nato in condizioni e tempi ormai passati
in Italia, ci sono sicuramente territori di eccellenza che favoriscono la na-scita e lo sviluppo di start up innovative e per il mercato tradizionale, ma
manca ancora quellecosistema che permetterebbe il naturale insedia-
mento non solo di nuove aziende italiane ma anche estere.Non sarebbe
pi importante che lItalia si doti di una Digitalizzazione allaltezza dei
tempi e delle idee e che permetta alle molte eccellenze, ormai distribuite
sul Territorio, di competere nel mercato globale? Io opterei per questa via.
La start up palermitana Wib in 48 ore riuscita a raccogliere finanzia-menti per oltre 1 milione e mezzo di euro. A suo parere, qual la chiavedi questo successo?Il progetto sicuramente molto interessante, racchiude innovazione e
tradizione in una sola idea imprenditoriale, dimostrando che fare start up soprattutto innovazione di prodotto, processo e pensiero. Al fianco di
investitori istituzionali hanno partecipato anche investitori privati; sicu-
ramente un bel segno di come anche in Italia, finalmente, la cultura di
investire con capitale di rischio sia riconosciuta come opportunit anche
grazie allinformazione ed al dibattito che esiste attorno a questi argo-
menti; sicuramente un cambiamento culturale in atto. Inoltre bisogna
sottolineare che se esiste unidea imprenditoriale innovativa e questa
accompagnata dalla validit di un business plan valido, abbiamo la con-
ferma che esistono ancora investitori che credono nelle potenzialit del
genio italiano.
PER ECOSISTEMA DELLINNOVAZIONE,
DRIVER FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO
DEL PAESE E PER AGGANCIARE LA RIPRESA,
SI INTENDE UN INSIEME PROATTIVO CHEOPERA IN SINERGIA, IN CUI OGNUNO DEVE
FARE LA SUA PARTE GUARDANDO ALLO
SVILUPPO ED AL FUTURO: LE IMPRESE,
LE ISTITUZIONI, LE UNIVERSIT, GLI
INCUBATORI, GLI INVESTITORI.
Un risultato che conferma limportanza, al fine dellosviluppo di nuove aziende, di un adeguato ecosistemadellinnovazione. Cosa si intende con questo termine?Voglio partire dal concetto che linnovazione vitaleper le nostre Imprese, e noi Giovani Imprenditori siamoconvinti che sia un driver fondamentale per lo svilup-po del Paese e per agganciare la ripresa, che speriamoinizi presto. Rendere pi competitivi i nostri prodottied il nostro sistema paese sar un ulteriore modo divalorizzare il nostro know-how nel mondo. Fino a non
molti anni fa linnovazione era sviluppata dai laboratoridi ricerca e sviluppo di grandi gruppi industriali. Oggi,seguendo il percorso delle start up tecnologiche negliStati Uniti si parte dal basso. Piccoli gruppi di perso-ne elaborano, sviluppano e collaudano nuovi prodotti eservizi. Di supporto trovano le universit, gli incubatori,finanziatori e imprese. Anche le Pmi e le grandi aziendecredono in questo processo e favoriscono la nascita dispin-off su singoli progetti. Spesso sia start up che spin-off sono composte da team di giovani, portatori sani dientusiasmo ed innovazioni ed inoltre preparati e capaci.Per ecosistema si intende questo insieme che opera in
sinergia con le istituzioni favorendo questa nuova via difare innovazione, ognuno deve fare la sua parte guar-dando allo sviluppo ed al futuro.
Matteo Sulis ha appena lanciato online sardiniastar-tup.com, la mappa del sistema dellinnovazione del-la Sardegna. Quanto sar utile a suo parere per fareun salto nel percorso dellinnovazione?Questi progetti che aiutano lo sviluppo delle start upsono certamente utili alla loro espansione. La speran-za che, come avviene da anni negli Stati Uniti e nei
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IMPRESE IN AZIONE
IN PASSERELLALA TRANSIZIONE DELSISTEMA ITALIA
INTERVISTA A MARIO BOSELLI,PRESIDENTE CAMERA DELLA MODA
di Serena ScarpelloGiornalista, Class CNBC
Sono ancora i grandi nomi del made in
Italy i migliori ambasciatori del nostro
Paese. A dirlo il regista indiscusso della
trasformazione della Camera della Moda,
Mario Boselli, da cinque anni a capo
dellIstituto italiano.
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LETTURE ASCOLTI & VISIONI
AMORE AI TEMPI
DELLO STAGEUNO SQUARCIO DELLA REALT SENTIMENTALE DEI GIOVANI 2.0a cura della Redazione di Libreriamo
Pubblichiamo la recensione di Vincenzo di Siena per l'entusiasmo
con cui ci consiglia questo libro "scritto con il cuore e con l'anima".
Chiariamo subito una cosa! Amore ai tempi dello stage, autrice le-
sordiente Alessia Bottone, non il classico libro sullamore, non
la storia struggente di un amore impossibile simil soap opera, o lin-
contro tra unumana ed un vampiro, o cose del genere. Il libro della
Bottone , invece, uno squarcio del presente, uno spaccato di una
realt vera, vissuta tutti i giorni dai giovani 2.0.
Le fondamenta di questo libro sono rappresentate dallamore, certo,
ma un amore non idealizzato o immaginato, bens un amore rea-
le, concreto, ed infatti, chi vi scrive ne sicuro, chi avr la fortuna
di leggerlo avr la sensazione di trovarsi di fronte ad uno specchio.
Prima o poi, sfogliando le pagine di questo piacevolissimo libro, ci siriconoscer in uno dei personaggi-archetipi che lautrice ha messo in
scena. Ed proprio questa la forza che far di Amore ai tempi dello
stage un lavoro di sicuro successo!
Questo libro, che si legge facilmente e scorrevolmente, lideale per
chi ama leggere nel tempo libero senza la paura di trovarsi tra le
mani un mattone. Ha tutti gli ingredienti del successo: attenta os-
servazione della realt, ironia, dolcezza, amarezza, rassegnazione,
speranza. Il tutto mixato e miscelato con una maestria da veterana
da biblioteca dalla brava Alessia, la quale non sembra affatto una
principiante, una alle prime armi.
Evidentemente lautrice ha scritto con il cuore e con lanima, stes-se cose che servono per leggerlo e capirlo. Perch per un lettore
superficiale questinsieme di fogli non rappresenter nientaltro che
lennesimo libro su un tema frivolo, un libro buono per le adolescenti
ai primi amori. Ma ad una lettura pi attenta, ad una lettura con la-
nima appunto, esso apparir per quel che : un capolavoro di sintesi
della realt, una realt che investe dimpatto i giovani doggi, costretti
al precariato, a non sentire in s la possibilit di costruirsi un futuro,
perch senza lavoro non ci sono soldi e senza soldi non si program-
ma nemmeno una partita a bocce, giovani che poi, magari inconscia-
mente, trasferiscono questo senso di precariet anche nei rapporti
amorosi, uninstabilit sociale che investe tutti i campi.
Tra una risata ed una riflessione amara, il lettore avr la sensazione di
immedesimarsi in uno spirito che dallalto guarda il mondo, con le sue
contraddizioni, e lagire degli attori principali, in questo caso i giovani.
Un libro consigliato per gli under dunque, ma anche per gli anta
che tanto spesso non riescono a comprendere le dinamiche della
giovent di oggi, perch afflitta da problemi di spread, di PIL e di
tanti altre paroline di questo tipo. Insomma, un libro da leggere, che
non pu mancare nelle nostre librerie e, soprattutto, un contenuto
che non pu non toccarci lanima.
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POSTFAZIONE
di Luigi ChiarelloCuratore pagine Diritto e Impresa di Italia Oggi
Bisogna iniettare nel sistemadosi massicce di sussidiariet.Vanno liberati i talenti, capacidi generare economia e oggifrenati da burocrazia e clientele.E va restituita sovranit ai decisoripolitici pi vicini al cittadino, il cuipotere stato espropriato dallospread e da una Unione Europeaancora carente di legittimazione.
Partiamo dai numeri: nel 2011 il sistema produttivo culturale hagenerato un volume daffari per quasi 76 mld di euro, pari al 5,4%delleconomia del Paese, dando lavoro a 1 milione e 390 mila persone,con una proiezione allestero tale da portare, nello stesso anno, aesportare beni per oltre 38 mld. Nello stesso anno, il settore alimentarefatturava 246 mld: il 15% del PIL nazionale. Mentre lexport alimentaretoccava quota 30 mld.
Due anni dopo, settembre 2013, secondo il World Economic Forum,che ha censito 148 economie del mondo, lItalia 49 per competitivit,mentre lIstat denuncia oltre 3 mln di disoccupati (+13,7% sul 2012).A fronte di ci, nel primo trimestre di questanno il primario lunicosettore a far segnare un aumento del valore aggiunto in terminicongiunturali (+4,7%). Al contrario, lindustria cala del 4,1%, i servizidell1,4% e il PIL complessivamente del 2,4%.
Dunque, evidente come londa lunga della globalizzazione stiatrasformando il Paese. Ci che il mercato mondiale chiede allItalianon manifattura a basso costo, ma bellezza, natura, gusto, design,genuinit, stile di vita, qualit. In pratica, la sua cultura coniugata asoluzioni innovative. Nonostante ci, il sistema Paese non sembraaccorgersene. Nel 2012 il numero complessivo di visitatori dei museistatali italiani stato di 10 mln di persone (in calo sul 2011); la stessacifra di ingressi che ha messo a segno il Louvre di Parigi, da solo. Selinteresse globale per la cultura aumenta di pari passo con la crescitadelle economie emergenti, lItalia non riesce a catturarlo. come sebeni culturali, territoriali e alimentari non avessero cittadinanza nelle
priorit politiche. A evidenziarlo undato che la dice lunga nella patriadi Machiavelli: il peso politico. Nellalogica di spartizione dei partiti,allatto della formazione dei governi,i ministeri che contano meno sonoTurismo (che non esiste pi), Beniculturali, Ambiente e Politichealimentari. Esattamente quellidei settori che possono dare vieduscita dalla crisi. Che fare?
La risposta arriva dalla storia: se c un periodo in cui lItalia stataluce per il mondo, il Rinascimento. I territori in competizione tra lorohanno portato i comuni a eccellere in arti e mestieri. Ci che oggi visto come debolezza sistemica dello Stivale, la frammentazione, haprodotto il suo periodo pi fertile. Una ricchezza diffusa che trovainconsapevole espressione nella tendenza tutta italiana a fare piccolaimpresa. Dunque, il modello va rafforzato con un fisco agevolato chespinga le Pmi a federarsi e a far rete. E il talento a esportare. Va ribaltatoil tavolo (diceva Neruda), recuperando efficienza ai conti pubblici einiettando sussidiariet in un sistema che vede la sovranit dei corpiintermedi e delle rappresentanze politiche territoriali espropriata.
Asciugata per un verso dalla pressione dei mercati finanziari (di fattoextraterritoriali) e, per laltro, dalla progressiva devoluzione di poteri versounUnione Europea che accusa troppi deficit di legittimazione. Soloridando fiato alluomo motore di economia, i Leonardo del III millennio,gli Steve Jobs di casa nostra, usciranno dai garage in cui sono costrettida burocrazia e clientele, come i Prigioni di Michelangelo.
CI CHE IL MERCATO MONDIALE CHIEDE
ALLITALIA BELLEZZA, NATURA, GUSTO, DESIGN,
GENUINIT, STILE DI VITA, QUALIT. IN PRATICA,
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