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Solo in abbonamento Direttore Franco Mondini NUMERO DUE Periodico gargnanese di informazione, attualità e cultura AUTUNNO 1994 Edito da: ASSOCIAZIONE CULTURALE “ULISSE 93” Autorizzazione Tribunale di Brescia n. 9 - 1994 del 18/4/94 - Stampato da Tipografia GIOVANELLI - Toscolano (Bs) SIG. SINDACO! SI DICE CHE PER RENDERE PIÙ EFFICIENTE IL PERSONALE DEL CO- MUNE ADOTTERETE PROVVEDIMENTI PIÙ SEVERI: QUALI PER ESEMPIO? In merito alla vertenza tra dipendenti e l’Amministrazione abbiamo rivolto al- cune domande ai diretti interessati. Dai dipendenti abbiamo avuto le risposte di seguito riportate, mentre l’Amministra- zione Comunale, interpellata ripetuta- mente, non ha ritenuto opportuno darci il suo contributo. E’ giustificata secondo voi l’esigenza di modificare la preesistente organizzazione dei servizi comunali e i rapporti con i di- pendenti? “Non si è mai messo in discussione il fatto che sia necessario, e quindi giustificato, riorganizzare e migliorare i servizi, non- ché regolamentare le attività e i rapporti con i dipendenti, ma, per raggiungere tali obiettivi è fondamentale che l’Ammini- strazione prenda coscienza e conoscenza dei problemi attraverso il dialogo con il personale e-o vivendo quotidianamente a contatto con gli uffici e non certo basan- dosi esclusivamente su quanto riportato da persone esterne”. Perchè avete indetto lo sciopero e quali sono i punti qualificanti della lotta sinda- cale? “Abbiamo indetto gli scioperi - affermano gli impiegati comunali di Gargnano - per- chè non c’è stato alcun serio confronto. Gli amministratori ci hanno inizialmente invitato a esprimere delle proposte che hanno poi completamente ignorato proce- dendo unilateralmente e rigidamente nei loro intenti. Hanno altresì incentrato il problema sull’orario di lavoro evitando così che l’at- tenzione si catalizzasse sul grosso proble- ma del loro modo di trattare”. Che cosa rimproverate all’Amministra- zione? “Agli Amministratori si rimprovera la mancanza di dialogo, di un serio, pacato e continuo confronto rifiutando il quale danno la sensazione di voler soddisfare l’attualissimo bisogno popolare di epura- zione, di trovare il capro espiatorio, di ab- battere indiscriminatamente l’esistente senza la seria verifica di cosa c’è di positi- vo e perchè c’è il negativo. Si ha l’impressione di essere considerati nullità, addiritura parassiti, che godono di chissà quali terrificanti privilegi, che tra- mano chissà quali intrighi. Per non parlare della sfiducia nelle nostre capacità professionali, nella nostra onestà e impegno. Dopo l’iniziale e unica richiesta di propo- ste, sono passati alla rigida attuazione dei loro propositi con l’aggiunta, attraverso le numerose interviste sui quotidiani e in TV, di tre alternative: o trattare con proposte serie (non si capisce bene di che genere), o chiedere la mobilità esterna, o licenziar- si. Ebbene, a seguito delle alternative propo- ste dal sindaco, tre dipendenti (un vigile e due impiegati) hanno presentato doman- da di mobilità esterna (uno presso il co- mune di Nuvolera, paese dove si è già tra- sferito) e due presso il comune di Tosco- lano Maderno. I due impiegati sono in at- tesa di risposta dal 17 giugno”. Secondo voi c’è spazio per migliorare la funzionalità dei servizi? Avete proposte alternative? “Nelle condizioni attuali non c’è spazio per migliorare la funzionalità dei servizi poiché il personale di alcuni uffici non è sufficiente per smaltire la mole di lavoro. La logica dell’efficienza suggerisce di pro- porre nuove assunzioni o diminuire le mansioni in modo che l’offerta soddisfi la domanda. Altrimenti si continuerà sulla strada dell’accumulo di pratiche e di critiche. Come intendete procedere in futuro? “Il futuro dipende dalla riunione di otto- bre dalla quale, con la disponibilità delle parti, dovrebbe scaturire l’accordo defini- tivo”. “DOPO L’ABULISIÙ DE LA CACIA” sione costante, le cose sono cambiate. Ora il silenzio è rotto solo dallo sfrecciare di qualche motorino. Nelle giornate di vento i rintocchi delle sartie su alberi di imbarca- zioni dimenticate sembrano la- mentare l’ ingiustizia per tanto ab- bandono. Il grandioso panorama appare in- gabbiato tra reticoli di carrelli e pali zincati. Desolante la vista del vecchio e tradizionale ritrovo, ora quasi sprangato. Eppure tutti sembrano inconsa- pevoli, indifferenti o rassegnati. S pesso, attraversando la piazza, mi assale un senso di tristezza e abbandono. Ghiusi i già rari negozi di un tem- po, deserto l’ unico bar, desolan- te la vista della piazza ridotta a de- posito di velleitarie imbarcazioni. Alzando gli occhi, pochissime le finestre aperte. Incerte e quasi di- stratte le figure dei rari passanti. A Bogliaco la piazza non è mai stata vissuta appieno, nel senso proprio del termine come ad esempio nella vicina Villa. Troppo vasta e dispersiva, non invitava al- la familiarizzazione. Conservava però un senso di grandiosità che affascinava, ed era piacevole pas- seggiare attratti dalla dignità dei suoi edifici e dalla vastità del pae- saggio o ritagliarsi un poco di in- timità in qualche angolo riparato. Anche se sparsi a formare piccoli capannelli o semplicemente in compagnia di sè stessi, ci si sen- tiva ugualmente a proprio agio, sentendo in lontananza il vivace rincorrersi dei bambini o i richiami delle mamme, mentre in sot- tofondo la musica del juke box al bar sull’angolo accompagnava gradevolmente lo spettacolo mu- tevole offerto dal lago. Poi, lentamente ma con progres- Forse il mio è solo un generico rimpianto per il passato? Ho pensato così fosse giusto raccogliere dei dati oggettivi, per avere un quadro attendibile e non condizionato da sentimenta- lismi. I risultati fanno rabbrividire. Come è potuto accadere ? Per- chè questo avviene e si aggrava senza che nessuno si preoccupi o cerchi dei rimedi? E, altro in- terrogativo, Bogliaco è forse l’emblema di quello che si ripe- terà anche negli altri nostri paesi se chi ha il compito di program- mare per il futuro non ne terrà conto? I l nostro giornale, come annunciato nell’articolo di presentazione, è nato con la finalità di fornire ad ogni cittadino la possibilità di far sen- tire le proprie opinioni, in modo che la comunità gargnanese cresca at- traverso la conoscenza ed il confronto. Non siamo il portavoce di nessun partito e di alcuna forza politica. Que- sto non significa però che non si vogliano affrontare temi scottanti o che ci si esima dall’esprimere critiche che servano da pungolo per fare di più e meglio. Siamo disponibili a dar voce a tutte le componenti politiche presenti sul territorio, in quanto riteniamo che offrire una informazione corretta ser- va come presupposto per giungere a scelte ponderate e responsabili, ba- sate su fatti reali e non su slogans. Coerenti con questi principi abbiamo ripetutamente invitato a esporre le loro opinioni sia il rappresentante del P.P.I., Guido Piacenza, che l’in- dipendente Angelo Bertasio e, riguardo alla recente vertenza tra ammi- nistratori e dipendenti comunali, abbiamo chiesto un’intervista al Sin- daco e ai suoi diretti collaboratori. Purtroppo non abbiamo ottenuto da loro la sperata collaborazione. Non ci resta che prendere atto della loro indifferenza. Ce ne dispiace per il nostro giornale, ma soprattutto per i nostri circa mille lettori. Forse an- che questi sono da trascurare? Prendiamo atto di questo atteggiamento. L’unica speranza è che, leg- gendo questo numero al quale hanno negato il loro apporto, non giudi- chino poi la nostra informazione di parte o incompleta. Franco Ghitti Bogliaco, cronaca di una morte annunciata? Lo sciopero in Comune

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Solo in abbonamento Direttore Franco Mondini

NUMERO DUE Periodico gargnanese di informazione, attualità e cultura AUTUNNO 1994

Edito da: ASSOCIAZIONE CULTURALE “ULISSE 93”

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SIG. SINDACO! SI DICE CHE PER RENDEREPIÙ EFFICIENTE IL PERSONALE DEL CO-

MUNE ADOTTERETEPROVVEDIMENTI

PIÙ SEVERI: QUALIPER ESEMPIO?

In merito alla vertenza tra dipendenti el’Amministrazione abbiamo rivolto al-cune domande ai diretti interessati. Daidipendenti abbiamo avuto le risposte diseguito riportate, mentre l’Amministra-zione Comunale, interpellata ripetuta-mente, non ha ritenuto opportuno darciil suo contributo.

E’ giustificata secondo voi l’esigenza dimodificare la preesistente organizzazionedei servizi comunali e i rapporti con i di-pendenti?“Non si è mai messo in discussione il fattoche sia necessario, e quindi giustificato,riorganizzare e migliorare i servizi, non-ché regolamentare le attività e i rapporticon i dipendenti, ma, per raggiungere taliobiettivi è fondamentale che l’Ammini-strazione prenda coscienza e conoscenzadei problemi attraverso il dialogo con ilpersonale e-o vivendo quotidianamente acontatto con gli uffici e non certo basan-dosi esclusivamente su quanto riportato dapersone esterne”.

Perchè avete indetto lo sciopero e qualisono i punti qualificanti della lotta sinda-cale?“Abbiamo indetto gli scioperi - affermanogli impiegati comunali di Gargnano - per-chè non c’è stato alcun serio confronto.Gli amministratori ci hanno inizialmenteinvitato a esprimere delle proposte chehanno poi completamente ignorato proce-dendo unilateralmente e rigidamente neiloro intenti.Hanno altresì incentrato il problemasull’orario di lavoro evitando così che l’at-tenzione si catalizzasse sul grosso proble-ma del loro modo di trattare”.

Che cosa rimproverate all’Amministra-zione?“Agli Amministratori si rimprovera lamancanza di dialogo, di un serio, pacato econtinuo confronto rifiutando il qualedanno la sensazione di voler soddisfare

l’attualissimo bisogno popolare di epura-zione, di trovare il capro espiatorio, di ab-battere indiscriminatamente l’esistentesenza la seria verifica di cosa c’è di positi-vo e perchè c’è il negativo.Si ha l’impressione di essere consideratinullità, addiritura parassiti, che godono dichissà quali terrificanti privilegi, che tra-mano chissà quali intrighi.Per non parlare della sfiducia nelle nostrecapacità professionali, nella nostra onestàe impegno.Dopo l’iniziale e unica richiesta di propo-ste, sono passati alla rigida attuazione deiloro propositi con l’aggiunta, attraverso lenumerose interviste sui quotidiani e in TV,di tre alternative: o trattare con proposteserie (non si capisce bene di che genere),o chiedere la mobilità esterna, o licenziar-si.Ebbene, a seguito delle alternative propo-ste dal sindaco, tre dipendenti (un vigile edue impiegati) hanno presentato doman-da di mobilità esterna (uno presso il co-mune di Nuvolera, paese dove si è già tra-sferito) e due presso il comune di Tosco-lano Maderno. I due impiegati sono in at-tesa di risposta dal 17 giugno”.

Secondo voi c’è spazio per migliorare lafunzionalità dei servizi? Avete propostealternative?“Nelle condizioni attuali non c’è spazioper migliorare la funzionalità dei servizipoiché il personale di alcuni uffici non èsufficiente per smaltire la mole di lavoro.La logica dell’efficienza suggerisce di pro-porre nuove assunzioni o diminuire lemansioni in modo che l’offerta soddisfi ladomanda.Altrimenti si continuerà sulla stradadell’accumulo di pratiche e di critiche.

Come intendete procedere in futuro?“Il futuro dipende dalla riunione di otto-bre dalla quale, con la disponibilità delleparti, dovrebbe scaturire l’accordo defini-tivo”.

““DDOOPPOO LL’’AABBUULLIISSIIÙÙ DDEE LLAA CCAACCIIAA””

sione costante, le cose sonocambiate. Ora il silenzio è rottosolo dallo sfrecciare di qualchemotorino.Nelle giornate di vento i rintocchidelle sartie su alberi di imbarca-zioni dimenticate sembrano la-mentare l’ ingiustizia per tanto ab-bandono.Il grandioso panorama appare in-gabbiato tra reticoli di carrelli e palizincati.Desolante la vista del vecchio etradizionale ritrovo, ora quasisprangato.Eppure tutti sembrano inconsa-pevoli, indifferenti o rassegnati.

Spesso, attraversando lapiazza, mi assale un sensodi tristezza e abbandono.

Ghiusi i già rari negozi di un tem-po, deserto l’ unico bar, desolan-te la vista della piazza ridotta a de-posito di velleitarie imbarcazioni.Alzando gli occhi, pochissime lefinestre aperte. Incerte e quasi di-stratte le figure dei rari passanti.A Bogliaco la piazza non è maistata vissuta appieno, nel sensoproprio del termine come adesempio nella vicina Villa. Troppovasta e dispersiva, non invitava al-la familiarizzazione. Conservavaperò un senso di grandiosità cheaffascinava, ed era piacevole pas-seggiare attratti dalla dignità deisuoi edifici e dalla vastità del pae-saggio o ritagliarsi un poco di in-timità in qualche angolo riparato.Anche se sparsi a formare piccolicapannelli o semplicemente incompagnia di sè stessi, ci si sen-tiva ugualmente a proprio agio,sentendo in lontananza il vivacerincorrersi dei bambini o i richiamidelle mamme, mentre in sot-tofondo la musica del juke box albar sull’angolo accompagnavagradevolmente lo spettacolo mu-tevole offerto dal lago.Poi, lentamente ma con progres-

Forse il mio è solo un genericorimpianto per il passato?Ho pensato così fosse giustoraccogliere dei dati oggettivi, peravere un quadro attendibile enon condizionato da sentimenta-lismi. I risultati fanno rabbrividire.Come è potuto accadere ? Per-chè questo avviene e si aggravasenza che nessuno si preoccupio cerchi dei rimedi? E, altro in-terrogativo, Bogliaco è forsel’emblema di quello che si ripe-terà anche negli altri nostri paesise chi ha il compito di program-mare per il futuro non ne terràconto?

I l nostro giornale, come annunciato nell’articolo di presentazione, ènato con la finalità di fornire ad ogni cittadino la possibilità di far sen-

tire le proprie opinioni, in modo che la comunità gargnanese cresca at-traverso la conoscenza ed il confronto.Non siamo il portavoce di nessun partito e di alcuna forza politica. Que-sto non significa però che non si vogliano affrontare temi scottanti o checi si esima dall’esprimere critiche che servano da pungolo per fare di piùe meglio. Siamo disponibili a dar voce a tutte le componenti politiche presenti sulterritorio, in quanto riteniamo che offrire una informazione corretta ser-va come presupposto per giungere a scelte ponderate e responsabili, ba-sate su fatti reali e non su slogans.Coerenti con questi principi abbiamo ripetutamente invitato a esporre leloro opinioni sia il rappresentante del P.P.I., Guido Piacenza, che l’in-dipendente Angelo Bertasio e, riguardo alla recente vertenza tra ammi-nistratori e dipendenti comunali, abbiamo chiesto un’intervista al Sin-daco e ai suoi diretti collaboratori.Purtroppo non abbiamo ottenuto da loro la sperata collaborazione.Non ci resta che prendere atto della loro indifferenza. Ce ne dispiace peril nostro giornale, ma soprattutto per i nostri circa mille lettori. Forse an-che questi sono da trascurare?Prendiamo atto di questo atteggiamento. L’unica speranza è che, leg-gendo questo numero al quale hanno negato il loro apporto, non giudi-chino poi la nostra informazione di parte o incompleta.

Franco Ghitti

Bogliaco, cronaca di unamorte annunciata?

Lo sciopero in Comune

Ecco il risultato del cen-simento riguardante leabitazioni e le attività

del centro storico di Bogliaco( per ovvi motivi sono statiesclusi il palazzo Bettoni e laCasa di Riposo ).L’analisi delle condizioni incui versa il paese fa risaltare ilproblema in tutta la sua gra-vità, ma il mio lavoro non vuo-le essere la “cronaca di unamorte annunciata”. Spero an-zi che aiuti a cogliere la gra-vità della situazione e serva dastimolo per invertire questadrammatica tendenza.Nei prossimi numeri cercheròdi individuare le cause e di faremergere le possibili soluzio-ni accogliendo i suggerimentidi chi, come me, sente il dove-re di reagire.

Bogliaco ha a disposizioneuna superficie lorda abitabiledi ben 30.500 mq. (ossia unasuperficie pari a 305 apparta-menti di 100 mq. l’uno). Tuttoquesto per una popolazione di190 abitanti! Secondo la leg-ge del “pollo a testa “ ciò si-gnificherebbe che ognuno diessi ha a disposizione un co-modo appartamento con an-nessi “garçonniere” o saloneda ballo, secondo le diverseesigenze. Sappiamo tutti chela realtà è ben diversa e alloracerchiamo di addentrarci me-glio nelle cifre.I nuclei familiari residenti, 87,occupano meno di 1/3 delle279 effettive unità immobilia-ri disponibili, con l’aggravan-te che le famiglie giovani configli devono nella maggiorparte dei casi vivere accampa-te in pochi mq., e che caseenormi di 10 stanze e più sonoutilizzate da una sola persona.2/3 delle rimanenti risultanoessere chiuse o occupate sal-tuariamente da non residenti.

Appare chiaro che qualcosanon funziona.Se poi analizziamo l’età me-dia scopriamo che i giovanicon meno di 15 anni sono po-co più di una dozzina e che in-vece gli anziani in età da pen-sione sono più di 60.Anche questo è un dato che fariflettere in quanto rivela unachiara tendenza allo spopola-mento.Beh, si dirà, questo è il prezzoda pagare per un paese turi-stico. Almeno gli affari an-dranno a gonfie vele!Purtroppo non ci è stato pos-sibile conoscere il redditoprocurato dalle attività pre-senti ( anche gli amici più inti-mi in questo campo sono mol-to evasivi). Limitandoci per-ciò a censirne il numero, sco-priamo che, delle 27 attivitàcommerciali o professionalipresenti, 9 sono avviate da po-

co; gli esercizi però chiusi enon più riconvertiti negli ulti-mi vent’anni sono stati unaquindicina: sommandoli aquelli nuovi a disposizione ( 3)e non ancora occupati, o aquelli in procinto di chiudere,ci si può fare un’idea dei bi-lanci non entusiasmanti.Ma torniamo ai nostri resi-denti. Va bene, non guada-gnano molto, ma vuoi mette-re lo spettacolo del sorgeredel sole al mattino, che, riflet-tendosi nell’acqua, disegnaondeggianti figure sul soffittodelle camere ? Vuoi metterela vista del defilè in prima filai giorni della Centomiglia ?A parte il fatto che dalla piaz-za ormai il lago lo vedono so-lo ai piani alti, schermatocom’ è da attrezzi, imbarca-zioni, cartelli, manufatti diogni genere che farebberoinorridire un esperto in arre-

do urbano, i pochi fortunatiresidenti che si affacciano conle finestre sulla piazza o sullungolago risultano essereuna ventina, gli altri si devo-no accontentare di vicoli bui oammirare il traffico della sta-tale. E pensare che gli edificiche sorgono sul fronte a lagopotrebbero ospitare più di 200persone ! Il rapporto occupa-to/non occupato, qui diventadi 1 a 10. Siamo allo scanda-lo.In breve, tralasciando altri da-ti curiosi (la Cà del Garda, exalbergo, ha ad esempio 47 ap-partamenti e solo 2 personeresidenti - la media di fre-quentazione degli alloggi perle vacanze non supera i 30/40giorni all’anno...)risulta inoltre che:- a Bogliaco potrebbero co-modamente vivere più di 900persone ( gli abitanti di tutto

il comune di Gargnano sonocirca 3250 ) e che la tendenzaè invece verso un ulteriorespopolamento;- il 50 % dei residenti vive inaffitto, con la prospettiva diessere messa in condizione disloggiare e di confrontarsi poicon un mercato che privilegiala locazione stagionale ;- i residenti hanno la proprietàsolamente di 1/3 della superfi-cie abitabile, ciò significa cheil nostro paese non è dei gar-gnanesi ! - l’andamento del mercato im-mobiliare, condizionato dallarichiesta delle seconde case,mette fuori gioco il residenteche intende acquistarsi l’abi-tazione ( e pensare che sonoben quaranta le famiglie chehanno manifestato l’esigenzadi acquistare una casa ade-guata !);- le abitazioni commerciali enon, salvo poche eccezioni, vi-vacchiano e con ogni probabi-lità proseguiranno nell’attua-le andamento negativo;- le possibilità di lavoro a Gar-gnano, soprattutto per i gio-vani, diventano ogni anno piùscarse.Ce n’è più che a sufficienzaper essere preoccupati !

Bisogna reagire. Non possia-mo lasciar morire così i nostripaesi.E il problema richiede l’im-pegno di tutti, di coloro cherisiedono ma anche di chi vie-ne a Gargnano solo per rilas-sarsi, perchè un paese spentoe abbandonato non è piace-vole, nemmeno se frequenta-to solo durante il fine setti-mana. E, se non si provvederàper tempo, questa sarà la sor-te di tutte le nostre frazioni,ambite dai forestieri ma pro-prio per questo minacciate diestinzione.

La “sanceta”, la strada sterrata,un nucleo storico integro.

Sono elementi caratterizzanti ilnostro territorio. Sono ricchezze

da salvare per il turista e per noistessi.

IL PAESE DEI FANTASMIFranco Ghitti

La Gargnano da salvareMusaga-Sant de le Laff

Gargnano da cambiareCi sono frigoriferi, cuscini,cartelloni, cartelli, striscioni,manifesti, insegne... cosamanca?Una cosa sola: il rispetto, peril prossimo, per il propriopaese, per sè stessi infine.Sarà possibile vedere ungiorno questo angolo di pae-se (vicino alle scuole ele-mentari di Gargnano, strada

per il Monte) un po’ ordina-to?Ad ogni buon conto deside-riamo ricordare che “entàt”,presso l’ex caserma Magnoli-ni (statale per Bogliaco), cisono a disposizione i conte-nitori per i rifiuti ingom-branti e per le sterpaglie, edal 1° settembre si è aggiun-to anche quello per la carta.

COME ABBIAMOVOTATO

RISCOPRIAMO IL DIALETTO

“Quan che no ghe n’è deter, no ne ve gnà föra”.

Il dialetto ci ricorda l’infanzia, la gioventù, iltempo passato.Non dimentichiamolo, “el gargnanes”.Per aiutarvi ecco alcune curiosità:

CONOSCI IL TUO DIALETTO?

EL PROVERBIO

Cosa significa:

el süghèt: un caratteristico sughetto a base di aole,pomodoro, olio e grana grattuggiato?

el molèta: l’addetto alla macina nei vecchi mulini?la breta: la cassapanca dove le spose riponevano

la dote?el grandol: (da “grand pol”) grande contenitore in

pelle “de pol” per conservare le olive?la sìcia: la siccità molto prolungarta che si verifi-

ca di solito in luglio-agosto?I pilèss: le cataste di legno di leccio tagliato “sö le

ravere” (abbreviazione da “pile deèless”)?

Ecco il significato:el süghèt:il cordino (tipico quello per legare

“le scali” agli ulivi);el molèta:l’arrotino;la breta:il mastello;el grandol:il nòcciolo;la sìcia:il secchio;i pilèss:le pulci.

AD USO DEI “FORESTI”Un piatto tipico gargnanese era ‘la löganega co lapulenta’. Di tradizione veneta e diffuso anche inquella parte di Lombardia che fu sotto dominio del-la Serenissima, si tratta di una salsiccetta molto sa-porita accompagnata dall’immancabile polenta. Iltutto veniva condito con un sughetto caldo a based’olio, pomodoro e aromi.Sembra che il termine ‘löganega’ provenga da ‘lu-canica’ (della Lucania) antica terra d’origine diquesto salamino saporito e invitante.

I SOPRANNOMI (detti anche scotöm)El Düro: Faustino Magri (ogni riferimento ad attri-buti ora ...leghisti non era puramente casuale).

“ENDUINA...” la parola misteriosaNel precedente numero la parola da indovinare era “ledue” ovvero le doghe che sono le assi di legno (di so-lito rovere) allungate e parallele che rappresentanol’elemento basilare delle botti. Da qui anche il detto:“ghe piazea tat el vì che el le sisaa aca föra dale due”.Hanno “enduinà” i signori:Domenico Bardini, Eugenio Bazoli, Angelo Bommar-tini, Tullio Chimini, Fabrizio Galvagni, Giacomo e Ste-fano Zecchini.

Questa volta tocca a “el zuf”.Attendiamo le vostre risposte con il significato e ilcorrispondente nome italiano. Potete scrivere a “EnPiasa” casella postale 27 - Gargnano.

Nino Rizzi

REDAZIONE

LE VIGNETTE SONO DI:

Silvana COLOSIOMauro GARNELLIFranco GHITTICesare LIEVIEzio PICCININino RIZZI

Lino MACERI

Alla sua terza uscita, “EnPiasa” si trova per la terza

volta a riepilogare risultatielettorali. Dopo Comunali ePolitiche, eccoci alle Europeedel 12/06/94.Il fatto che queste elezioni sisiano tenute con il sistema pro-

porzionale e che quindi le va-rie forze politiche siano scesein campo singolarmente, ciporta a poter confrontare i ri-sultati con quelli della parteproporzionale della Cameradello scorso 27/28 marzo.Riferendoci ovviamente sem-

pre al nostro ambito e non toc-cando quindi il discorso dei ri-sultati su più vasta scala, ripor-tiamo qui gli esiti del voto perle varie liste, sperando che lanostra prossima uscita non civeda un’altra volta alle presecon questo compito.

FORZAITALIA

0

100

200

300

400

500

600

700

EUR. 12/6/94: voti validi 1.977POL. 27e28/3/94: voti validi 2.301

LEGANORD

PPI PDS ALLEANZANAZION.

VERDI LISTAPANNELLA

ALTRIRIFOND.COMUN.

Da notare anche che se ai1.977 voti validi delle Europeesi aggiungono le 97 schedebianche o nulle, arriviamo a un

totale di 2.074 votanti, mentrealle Politiche, con lo stessoprocedimento, si raggiungeva-no i 2.409 votanti, con una dif-

ferenza quindi di ben 335unità.

Mauro Garnelli

Franco Mondini

MA LA NOTTE, NO!

E’ l’una di notte di una qual-siasi sera d’estate. In sot-tofondo le voci di chi sta

scambiando le ultime chiacchiereper strada e si avvia verso casacon poca voglia. Il quasi silenzio èinfranto dal rombo di due maxi-moto. Cinque minuti dopo altrimotorini. Il conducente di un Ciaosi diverte a pigiare sul clacson. Chiera a letto ormai è sveglio comeun grillo e spera di riaddormen-tarsi subito dovendo alzarsi pre-sto al mattino.Passano altri minuti e un’autosfreccia velocissima per il paese.L’autoradio è a tutto volume. Nesegue un’altra con la radio un po’più bassa. Alcuni ragazzini si rin-corrono, gridando a piena voce.Ore una e trenta. Un gruppo dipersone esce dal locale dove hatrascorso parte della serata. I ra-gazzi gridano, ridono, forse non sirendono conto che il tono di voceè alto. Un ragazzotto si stacca da-gli amici, si avvicina al muro e fapipì. Sul muro! Poi tutti si avvici-nano alle auto parcheggiate in di-vieto di sosta da almeno un’ora efacendo stridere le gomme e suo-nando il clacson lasciano Gar-gnano.Alle due si ripete l’identica scena

con due varianti. Fortunatamenteniente più pipì sul muro e nienteclacson, ma la loro partenza si fasentire da chi abita in paese. Altrepersone si svegliano. Qualcuno siaffaccia alla finestra imprecandosenza riuscire a prendere il nume-ro di targa.Questa scena si è ripetuta più vol-te, la scorsa estate, senza chenessuno intervenisse (anchequando, in via don Adami, unaRenault 5 bianca ha divelto un al-loro o quando, la vigilia delle Cen-tomiglia, una panchina, posta da-vanti al vecchio comune, è statadistrutta e gettata a lago), nono-stante le ripetute richieste a vigilie carabinieri di chi abita nelle ca-se che si affacciano lungo la viaprincipale di Gargnano.Perchè questo è possibile, ci sidomanda? Sino a qualche annofa moto e ciclomotori non pote-vano transitare in paese di notte.Perchè i controlli sono rari e per-chè i divieti sono stati tolti?Di giorno i vigili, giustamente,mettono mano ai taccuini per lemulte. In estate di notte, non se

ne vedono, se non per le feste inpiazza. Motivi di organico, si èsentito dire. Ma allora, turisti e re-sidenti che hanno scelto Gargna-no per riposare, perchè devonoessere vittime di chi non rispettala legge (leggasi anche codicedella strada)? Non sarebbe statoil caso, e la domanda la rivolgia-mo all’Amministrazione di Gar-gnano, di utilizzare in diverso mo-

do i vigili, impiegandoli anche dinotte, come avviene in tutti i cen-tri turistici? Il sonno di chi vive aGargnano, non va forse tutelato?E i carabinieri? E la polizia?I carabinieri di Salò, come la pol-strada, ogni notte devono con-trollare un territorio vastissimoche va da Limone sino quasi a De-senzano. Quindi saltuariamentetransitano da Gargnano. Spettaalle stazioni intervenire per i con-trolli, ma anche in questo caso,per motivi di organico, non tutte lesere le pattuglie sono in servizioper le vie di Gargnano. Perchè al-lora il comune di Gargnano non hadeciso di intervenire come auspi-cato da molti turisti e non? Appa-re assurdo usare il pugno di ferrodi giorno, al fine di elargire a de-

stra e a manca le multe (portanofior di milioni nelle casse comuna-li), quando poi di notte nessunocontrolla, se non di rado, chi fre-quenta e purtroppo anche dan-neggia e sporca il paese. E’ ovvioche molto dipende anchedall’educazione della gente...L’estate è passata e, finendo il tu-rismo, in paese è sostanzialmen-te tornata la tranquillità, anche seGargnano continua a rimanere unpaese rumoroso.Ci auguriamo che per la prossimastagione estiva le cose cambino,in meglio. Che le leggi venganofatte rispettare anche di notte per-chè chi vuole riposare riposi comeè nei suoi diritti.

Nino Rizzi

ATTIVITÀ SPORTIVE

Nasce dieci anni fa, nel 1984, conlo scopo di dare la possibilità

alle ragazze di Gargnano di pratica-re uno sport di squadra, partendodal presupposto che proprio nel set-tore femminile bisognava operarein quanto privo di qualsiasi iniziati-va.“ I nostri sforzi si sono così indiriz-zati verso la promozione della Pal-lavolo, attraverso corsi di avvia-mento per le scuole elementari emedie “ ricordano Silvana Frassinee Paolo Silvestri, artefici della for-mazione e tuttora responsabili delGruppo, legati non solo dall’amoreper questo bellissimo sport.Dall’86 il Gruppo è affiliato al CO-NI-FEDERAZIONE ITALIANAPALLAVOLO e partecipa ogni an-no ai campionati di categoria giova-nili, dove nell’anno 91/92 ha vinto ilCampionato Provinciale categoria“allieve”.

Nella scorsa stagione agonistica lasocietà contava circa 60 atlete dellequali 43 tesserate (5 di queste in pre-stito ad altra società) e i programmi

per la prossima stagione prevedonola partecipazione ai campionati pro-vinciali di 3° Divisione, a quelli dicategoria “Juniores”(under 18),

“Allieve”(under 14) ed al circuitoprovinciale di “Minivolley” (dalla3°elementare alla 1° media).“Come si può notare”, fanno pre-

sente Silvana e Paolo, “da quest’an-no i nostri sforzi non punterannopiù solo al settore giovanile (9-18anni), che comunque resta prima-rio, ma anche al campionato “Se-niores” di 3° Divisione, con concre-te ambizioni di promozione”.Un impegno agonistico e organizza-tivo encomiabile, che da metà otto-bre a metà aprile (e fino a giugnoper il Minivolley) vede le atlete del-le varie categorie impegnate setti-manalmente, oltre a quadrangolarie tornei locali.Per i genitori interessati ad avvici-nare i propri figli a questo sport ri-cordiamo che il Gruppo SportivoPallavolo cura inoltre corsi prope-deutici per i bambini delle elemen-tari: i corsi (due giorni alla settima-na) inizieranno ai primi di novem-bre.

Ezio Piccini

C’ERA UNA VOLTA...

Chiunque tra l’inizio delsecolo e la fine degli an-ni Settanta abbia passa-

to la propria infanzia a Gar-gnano, non può non averla co-nosciuta.La suor Basilia lavoravaall’asilo: anzi, si poteva pen-sare che fosse nata e semprevissuta all’asilo, tale era lasua simbiosi con questo.All’asilo s’andava sapendoche c’era lei. Era una garan-zia, una sicurezza. Lo era sta-ta per i nostri genitori, lo eraper noi. La sua mansione uffi-ciale era cucinare. Ma eramolto di più di una semplicesuora-cuoca. Era la consola-trice nelle piccole, grandi tra-gedie dell’infanzia; era il rifu-gio sicuro per gli sconfitti nel-

le dispute tra bambini.I modi e il linguaggio non era-no sempre quelli che uno si sa-rebbe aspettato da una suora(nel caso ti mandava anche “afarte cia..”), ma erano since-ri, umani, da nonna contadi-na, burbera, ma dal cuoregrande. Aveva una parola, ungesto buono per tutti, grandi epiccoli, e tutti l’ascoltavano:“l’ha detto la suor Basilia,chiedilo alla suor Basilia” ecosì via... Talvolta suonavaanche l’armonium in chiesa etutti gli anni alla festa di Tut-ti i Santi, immancabilmente,al cimitero spettava a leil’onore di intonare per primal’inno funebre.C’era un armadietto a vetrinella sala principale dell’asi-

lo. Dentro si vedevano giochi,pupazzi, era un’attrattivacontinua per noi bambini. Manon si poteva giocare con queigiocattoli. Qualcuno, in alto,l’aveva vietato. “Guardare enon toccare è una cosa da im-parare” ci ripeteva quando lechiedevamo insistentemente,come solo i bambini sanno fa-re, di averli (ma non sarebbestato necessario, le bastavaguardare i nostri occhi per ca-pire quanto li desideravamo,quei giocattoli). Lei ce liavrebbe dati, anche se sapevache presto o tardi li avremmodistrutti, ne sono sicuro. Main alto ed allora con il suo ada-gio “guardare ...” cercava diconsolarci, ma forse cercavadi consolare soprattutto sèstessa della necessità di doverproibire quel pinocchietto dilegno, quel trenino di latta aquei quattro marmocchi im-ploranti che le giravano attor-no come pulcini con la chioc-cia.Vendeva anche i “disoccupa-ti” (piccoli omini di liquiri-zia), dieci lire, dieci. Ma a chinon le aveva, le dieci lire,qualche “disoccupato” lo re-galava.Ora non è più tra noi. Ma sec’è un lassù, cosa di cui lei nonaveva dubbi, mi piace imma-ginarla là, con la sua cuffiabianca e il grembiule grigio,ancora intenta ad ascoltare icapricci e la disperazione diqualche moccioso piagnuco-lante, ancora pronta a dare“ön escopasù” oppure “önacaresa” secondo necessità.

Nino Rizzi

Note spicciole. Di suor Basi-lia il paese si è forse dimenti-cato? Non una lapide, non unviottolo intestato a questasuora. Non starebbe forse be-ne una targa ricordo al “suoasilo” anche dopo tanti annidi silenzio?

La redazione

suor Basilia

SSettembre 1922. Nel gelidomare di Norvegia, tocca laprima volta l’acqua un affu-

solato yacht a vela: “SINDBAD”,classe 40mq SCHAERENKREU-ZER, maestro di velocità.Settembre 1970-78. Le mitichesfide di ARGO V e XENOPHON,gemelli di Sindbad, accendono glientusiasmi nel pubblico dellaCentomiglia, attirato dall’elegan-za e dal prorompente fascino diqueste “Signore”.Settembre 1980. GRIFO, FARR-NETICANTE “due mostri” giun-ti dalla torrida Australia, cattu-rano l’attenzione del grande pub-blico, costringendo le belle “Si-gnore” al prepensionamento...Settembre 1993. Un po’ per no-stalgia, un po’ per passione, so-prattutto per la voglia di recupe-rare un po’ della sua storia di ve-liero, Sindbad emerge dal letar-go. Con ritrovate energie chiamaa raccolta altre barche, tutte or-gogliosamente passate alla “terzaetà”e, con il coraggio infusole daun approfondito restauro, tocca,questa volta, le dolci, le tiepideacque del Garda.Era nato a Gargnano il primo

Vela (ha sede in via Libertà 61, aGargnano Tel. 0365-71240), si èavvalsa della collaborazione diparecchi ed appassionati perso-naggi della vela, non solo locali, edel supporto di alcuni sponsortecnici.Al richiamo hanno risposto entu-siaste ben altre 12 imbarcazioni:sono presenti STAR, 5,50 S.I.,CROCIERA, REQUIN, 20, 30 e40mq., JOLLEN e SCHAE-RENKREUZER. Si fanno nota-re, se non altro per le dimensionie l’importanza storica della loroattività sul lago, due Brigantinida carico (MAROLA, ex GENO-VA e SAN NICCOLO’).Nel corso della sfilata davanti aBogliaco, Villa e Gargnano e poitutte insieme raccolte nel porto“Feltrinelli”, queste belle, anzia-ne Signore, pur sotto una leggerapioggia, che però rende lucidi i lo-ro mantelli di legno pregiato, fan-no bella mostra di sè, dando di-mostrazione di classe ed elegan-za. Ancora una volta, finalmentedegnate degli sguardi di ammira-zione e rispetto che loro competo-no.Una festa senz’altro ben riuscita.

Raduno Internazionale per im-barcazioni d’epoca e classiche avela, denominato un po’ per gio-co, ma più per affetto, “NONNEIN VELA 1993”.L’organizzazione, curata da ungiovanissimo gruppo sportivo diGargnano, l’A.G.V.-Alto Garda

Al termine, inevitabile, il darsiappuntamento per l’anno succes-sivo!Così, l’1 e il 2 ottobre Gargnanoospita di nuovo questo raduno,giunto alla seconda edizione che èricca di equipaggi e, perchè no, diemozioni.

Nonne in velaA.G.V. - Alto Garda Vela.

Foto Alido Cavazzoni

TelesoccorsoNella seduta del Consiglio Comunale te-nutasi il 30/05, il punto più interessanteall’ordine del giorno (approvato all’una-nimità) è stato quello relativo all’istitu-zione del servizio di telesoccorso; si trat-terebbe di collegare alcuni utenti a unacentrale operativa del gruppo Volontaridel Garda, che gestiscono tale servizio inbase a una convenzione con l’USSL 40.Attualmente sono collegati un centinaiocirca di utenti, distribuiti tra Salò, Desen-zano, Tremosine, Toscolano, Moniga, Be-dizzole e Padenghe.Trattandosi di un servizio oneroso, inquesta fase di impostazione la Giunta ri-tiene di dover seguire i seguenti criteri:dovrebbe essere destinato a persone di ol-tre 65 anni purchè vivano sole, siano “a ri-schio” dal punto di vista medico (la pato-logia deve ovviamente essere certificata)e abitino lontano dai centri di assistenza esoccorso.Inizialmente a Gargnano sono previste 4utenze solamente, sia per motivi di dispo-nibilità economiche, sia per una opportu-na fase di rodaggio: l’anno prossimo il nu-mero è modificabile.Il costo degli apparecchi (a carico del Co-mune) si aggira sulle 830.000 lire cadau-no, mentre i costi di gestione sono distri-buiti parte sull’utente (10.000 lire fisse co-me canone mensile + 65.000 lire da ripa-rametrare in base al reddito) e parte sulComune.L’unica obiezione da parte delle Mino-ranze è venuta da Fuga, secondo cui il li-mite dei 65 anni non dovrebbe essere ca-tegorico ma solo preferenziale.

Alienazione immobilidi proprietà comunaleIl 27/6, dopo l’approvazione del ContoConsuntivo ‘93, votato da tutti tranne Fu-ga, coerente con il parere negativo espres-so a suo tempo, si è passati a discuteredell’alienazione di alcuni immobili di pro-prietà comunale, come già preannunciatonel Bilancio Preventivo.Vengono comunicati i prezzi di based’asta ricavati dalla perizia di stima svol-ta dall’architetto Giorgio Fortini: 159 mi-lioni per i locali attualmente in uso al Ri-storante Tortuga (valutati L.1.700.000/mq ), 80 milioni per un rustico aFormaga e 156 milioni per una limonaia aVillavetro. Il primo stabile è attualmenteaffittato, mentre gli altri sono immediata-mente disponibili.Fuga ricorda di avere già espresso parere

contrario in sede di discussione del Bilan-cio di Previsione, e ribadisce che si po-trebbe sostenere una simile scelta in casodi estrema necessità, ma non pare che lasituazione attuale sia tale. Rimarca il fat-to che la documentazione fornita dallaMaggioranza era (come spesso accade)incompleta, e chiede se non sia possibiledal punto di vista legale porre in questeaste dei vincoli o delle priorità a favore deiresidenti, ricevendone parere negativodal Sindaco.Messo ai voti l’argomento, assente Pia-cenza, Andreoli si astiene, mentre Fuga eGandossi votano contro.

SistemazioneScuole Elementari Altro punto di rilievo è il progetto di si-stemazione delle Scuole Elementari delcapoluogo.Si tratta di un intervento ultimativo dellamensa e dell’abbattimento delle barrierearchitettoniche. Bonomini sostiene chesono stati “buttati” 250 milioni per un la-voro indecente, meravigliandosi che nes-suno abbia controllato l’esecuzione dei la-vori. Stavolta a seguirli sarà personal-mente l’Assessore ai Lavori Pubblici,Bontempi. E’ prevista un’ulteriore spesadi 95 milioni, comprensiva delle attrezza-ture per la mensa. Questo punto dell’or-dine del giorno viene approvato da tutti.

Strada delCisterninoAllo stesso modo viene approvato lo stan-ziamento di 200 milioni per la sistemazio-ne della strada del Cisternino, sia purecon alcune discussioni e rimostranze daparte delle Minoranze. I lavori dovrebbe-ro iniziare a Settembre-Ottobre, in mododa avere la strada percorribile già per fi-ne anno. Alcuni punti di contrasto tornano a gallanella seduta successiva dell’11/7, quandosi discute la richiesta di un privato di pa-gare di tasca propria l’allargamento diuna curva (7 milioni) che pone problemidi viabilità e di disturbo (a lui). Viale so-stiene ripetutamente che se a pagare è ilprivato non ci sono problemi da discute-re, mentre Fuga fa notare che, se nel casospecifico può essere vero, è assurdo pren-derlo come metodo di valutazione: biso-gna esaminare caso per caso, non farne uncriterio generale da seguire.

Diritto allo studioAll’ordine del giorno anche una modifica

CRONACHE DAL PALAZZO

FATTI E MISFATTI

del regolamento comunale per l’assisten-za in materia di diritto allo studio; in pre-cedenza, alle scuole materne erano previ-ste tre fasce di reddito: una prima fino a12 milioni riceveva un contributo dal Co-mune del 90%, una da 12 a 24 milioni del60% e da 24 a 36 milioni del 30%.Considerato che la retta mensile è salita a216.000 lire, viene introdotta una quartafascia, da 36 a 48 milioni con un contribu-to del 10%, in aggiunta a una tariffa fissadi 50.000 per tutti. Bonomini prometteinoltre che tutte le dichiarazioni presen-tate per ottenere contributi verrannopubblicizzate.

Parco Alto GardaBrescianoSi arriva poi al punto più importante del-la seduta, e cioè la proposta di abrogazio-ne della Legge Regionale istitutiva delParco Alto Garda Bresciano e di quellodell’Adamello.Il Sindaco ricorda che lo Statuto della Re-gione Lombardia prevede la possibilità diindire referendum per l’abrogazione diuna legge non solo con la raccolta dellefirme, come in questo caso sta già facen-do il CPA, ma anche su richiesta di Con-sigli Comunali che rappresentino almeno25.000 elettori.Secondo Roscia, le leggi istitutive di que-sti due Parchi sono state fatte “in un pe-riodo di imperante ambientalismo inte-gralista “, mentre ora i tempi sono cam-biati e c’è bisogno di nuove normative.Sempre secondo il Sindaco, la posizionedella precedente Amministrazione diGargnano è stata restrittiva e penalizzan-te, come si evince anche dall’andamentodemografico. Ora, in Regione, a frontedell’”integralismo fondamentalista” diqualcuno, si vede un’apertura.Interviene Fuga per chiedere se la Legaintende cambiare radicalmente la norma-tiva o semplicemente abolire il Parco. Ro-scia risponde che si deve tener conto del-le necessità del territorio nei piani di coor-dinamento. Piacenza preannuncia votofavorevole, sostenendo che dove ci sonopiù normative c’è più scempio, e comun-que strumenti di controllo ce ne sono già.Fuga contesta la regolarità formaledell’ordine del giorno, in quanto un’Am-ministrazione Comunale non può votare,come invece recita l’avviso di convoca-zione, sull’ “Abrogazione della Legge Re-gionale istitutiva del Parco”. Roscia re-plica che il Comune ha piena facoltà d’ini-ziativa, e su questo è ovviamente d’accor-do Fuga, che però ribadisce che, proprio

per questo motivo, si doveva parlare di“proposta o iniziativa di abrogazione” enon semplicisticamente di “abrogazio-ne”. Il rappresentante di “Insieme per Gar-gnano” prosegue ricordando come l’annoscorso l’elettorato gargnanese abbia datofiducia alla Lega che si presentava comeforza nuova anche e soprattutto comementalità. La realtà è che in campagnaelettorale la Lega distribuiva volantini incui si diceva testualmente che “la colla-borazione con la Comunità Montana perl’attuazione di una politica di rispetto am-bientale rappresenta lo strumento a cuibisognerà affidarsi per il mantenimento diun bene che va oltre l’interesse del Co-mune”, mentre ora chiede addirittural’abolizione del Parco. Alla faccia della

coerenza!Fuga ricorda inoltre che sono stati valo-rizzati sentieri, malghe, limonaie e il Si-stema Bibliotecario, e che lo stesso Sin-daco ammette l’arrivo di contributi, tral’altro anche per la strada del Cisternino.Fa presente di non essere nè cacciatore,nè contro la caccia, ma ricorda che i Grup-pi Consiliari in Comunità avevano chiestozone cacciabili e una decisione diversa èstata presa a livello nazionale, quindi lacolpa non è del Parco. Si chiede inoltre co-sa guadagnerebbe Gargnano a uscire dalParco, quando la Giunta attuale parla diutilizzo del territorio ma non prevedenemmeno una delega per l’Agricoltura eil Territorio. Secondo “Insieme per Gar-gnano” il Parco si può e anzi si deve di-scutere, modificare se del caso, ma nonabolire. Propone infine di rimandare que-sti punti dell’ordine del giorno e intavola-re un dibattito a livello comunale e inter-

la lista da lui rappresentata, “nata dallealchimie di un partito in decomposizio-ne!”.Prende la parola Bertasio, sostenendoche il Parco si può assimilare al Consor-zio Garda Uno: belle idee, ma dopo annisi scoprono i difetti. Secondo lui, col Par-co si sono creati posti di lavoro la cui con-sistenza e utilità sono da dimostrare,mentre vi sono dei costi certi.Interviene un’ultima volta Fuga, asseren-do che è assurdo discutere a Gargnano se,per esempio, Breno deve uscire dal Par-co dell’Adamello e viceversa discutere aBreno se noi dobbiamo abbandonare ilParco Alto Garda. Roscia risponde che sitratta di una impostazione “solidaristi-ca”, poi mette ai voti: come scontato, con-trari Gandossi e Fuga, favorevoli tutti glialtri, i due punti sono approvati.

Mauro Garnelli

comunale, perchè Gargnano può cresce-re anche e soprattutto nel Parco.Roscia replica dicendo che con l’abolizio-ne del Parco non verrebbero meno le op-portunità di svolgere certi lavori e soste-nendo di essere contrario ai dibattiti, poi-chè a contare sono le posizioni che ven-gono prese negli organismi pubblici.Interviene Gandossi, sottolineando cheabbiamo la fortuna di un ambiente natu-rale bellissimo e al contempo il problemadello spopolamento: l’istituzione del Par-co è stata voluta per dare risposte a que-sti argomenti.Il sindaco ribatte che” la Lega è in mag-gioranza a Gargnano. Si può non essered’accordo, specie quando si è stati sono-ramente battuti”. Porta poi il discorso sulpiano personale, insolentendo Gandossi e

E... “alura”? Il Guinnes dei primati

Vita da ...gatti

Dopo le elezioni amministrativedell’anno scorso, circolavano insi-stentemente (sparse da chi?) due voci,l’una sosteneva che la nuova Ammini-strazione avesse ereditato un passivo

considerevole (nell’ordine delle centi-naia di milioni); l’altra dava per certoche spalancando gli armadi fosse im-minente il ritrovamento di ...scheletri.Alla prima voce ha dato risposta il 27

giugno direttamente il Consiglio Co-munale constatando un ...attivo di 68milioni!E alla seconda? Sono stati spalancatigli armadi? Il Visentini ...attende!

Gargnano era già nota per alcuni sin-golari primati: il campanile più altodella riviera, la passerella di legno piùlunga sul lago, il maggior numero di li-ste in rapporto ai votanti, il sindacomeno conosciuto e più veloce (novelloCesare, venne, vide, vinse e ...partìper Roma).Ma si sentiva che qualcosa di impor-tante mancava ancora, qualcosa che

adesso c’é: lo sciopero dei dipendenticomunali.Ora che abbiamo aggiunto agli altrianche questo, riusciremo, primato do-po primato, ad entrare nel famoso li-bro “Il Guinness dei primati” ?Qualche “foresto” che crede di avernotato nei gargnanesi una certa qualeindole all’originalità, ne è sicuro.Ma sarà vero? Chi vivrà, vedrà...

Forse che all’ombra dell’alto campa-nile e dei secolari olivi, la vita dei gat-ti è men dura? Domanda non vananotato lo strano proliferare negli ul-timi anni di questi simpatici felini.Una volta si sapeva di chi erano i gat-ti: c’era “el gat de la Mira”, rosso dipelo e gran cacciatore di frodo, e “lagata de la Bat” perennemente incin-ta, ad esempio.Ma ora di chi sono tutti questi gattiche impuniti e impudici rovistano e“spendono acqua” dappertutto?Una volta i gatti erano utili perché ci

liberavano dall’invadenza dei topi.Ma ora chi ci libererà dall’invaden-za dei gatti?Basteranno le “benemerite associa-te” che sembra abbiano assunto qua-le imprescindibile missione l’assi-stenza ai piccoli felini? Basteranno isoldi messi a disposizione dal comu-ne e i potenti mezzi tecnologicidell’Ussl o non saranno invece i gat-ti, eterni sornioni, a leccarsi alla finei baffi in barba alle “pie donne”, ainostri soldi e alla moderna tecnolo-gia?

LE NOSTRE TRADIZIONI

Enrico Lievi

In un pomeriggio di una dome-nica di questa afosa estate,sfuggiamo il caldo e la solita

spiaggia cercando un pò di refri-gerio in barca.Invece di puntare, come altre vol-te, verso il basso lago, costeggia-mo la sponda bresciana versoNord.Ed ecco, dove la montagna si fapiù ripida, appare la Gardesana,quella che, appena inaugurata, fuconsiderata da una rivista ameri-cana di viaggi la strada più belladel mondo.Certo di tempo ne è passato pa-recchio: frane, smottamenti e,scusate la malignità, forse qual-che tangente, l’hanno letteral-mente violentata.Fatto sta, che risalendo il lago,mostriamo ai figli come la stradasi insinuasse fra le rocce scavatedall’uomo. Il risultato era a dir po-co formidabile: un gioco di luce-ombra-luce che continuava all’in-finito. E che dire poi delle galleriedove la roccia era a vista e non li-

scio cemento: sembrava quasi divedere i segni lasciati dai picconi.L’asfalto zigzagava, evitando icontrafforti della montagna. Quae là, dove lo spazio lo permette-va, si aprivano a picco sull’acquadei piccoli spiazzi spesso incorni-ciati dagli oleandri. Di qui lo sguar-do spaziava su un lago che offri-va scorci e squarci veramente pit-toreschi.Quasi tutte queste terrazze eranooccupate dalle bancarelle chevendevano le “picarele”. Imman-cabile la domanda dei bambini:“........le che?”Le picarele. Erano arance amaree limoni legati per i piccioli da uncordino. Qualcuna era anche ab-bellita da qualche rametto di allo-ro. Venivano poi appese a sem-plici trespoli di legno.I turisti tedeschi, ricordando il ver-so di Goethe: “......kennst Du dasLand, wo die Zitronen bluhn...”(conosci il paese dove fioriscono ilimoni), si fermavano ad acquista-re questi scampoli di Mediterra-

neo, prima di riprendere il viaggioverso il Nord.Le prime picarele venivano ven-dute agli imbarcaderi, quindi era-no precedenti alla costruzionedella Gardesana. Le mogli arro-tondavano i magri introiti dei ma-riti pescatori offrendo ai turisti deibattelli questi rustici mazzolini.Poi la costruzione dello “strado-ne” e il traffico che aumentavaconvinsero alcuni a trasferirsi su-gli slarghi della statale per vende-re le picarele.Sulla Gardesana la loro venditaera a quasi esclusivo appannag-gio di gente di Tignale, che damattina a sera, a volte sotto unsole battente, aspettavano i clien-ti.Ma era un commercio destinato adesaurirsi presto: le limonaie anda-vano lentamente in disuso; la Gar-desana subiva modifiche su modi-fiche. Agli slarghi pittoreschi si so-stituivano interminabili gallerie.Era un’altra strada; era un altrolago.

UN’ALTRA STRADAUN ALTRO LAGO

Silvana Colosio

UNA“GARGNANESE”

SPECIALEForse non tutti sanno, e an-

ch’io, pur avendola cono-sciuta, devo confessare di

averlo scoperto casualmente,che la prima donna al mondo ascendere alla profondità di quasi4.000 metri sotto il livello del ma-re è stata un’italiana, milanese dinascita e gargnanese d’adozione:si tratta della Dottoressa MariaBianca Cita, geologo di famamondiale.Ai tempi dell’università iniziò a fre-quentare il nostro paese, e pro-prio qui sviluppò la sua tesi di lau-rea, dopo la quale intraprese lacarriera accademica nella natiaMilano, specializzandosi in micro-paleontologia, cioè lo studio deifossili di antichi microscopici or-ganismi, una branca allora nuovaper l’Italia.Dopo aver lavorato, tra gli altri,con Ardito Desio, noto al grandepubblico soprattutto come coor-dinatore della spedizione italianache conquistò il K2, la dottoressaCita produsse numerose pubbli-

cazioni che destarono interesseanche oltreoceano, al punto chevenne chiamata dai responsabilidi un gruppo di laboratori ocea-nografici americani, riunitisi peruno studio approfondito dei fon-dali marini. Per un decennio seguìquesta campagna e, negli anni 77e 78, ebbe l’occasione di scen-dere, prima donna al mondo, finoa quasi 4000 metri.In seguito, Maria Bianca Cita haorganizzato per conto del Consi-glio Nazionale delle Ricerche unacampagna di studi sul Mediterra-neo, che ha dato importanti risul-tati.Chi volesse farsi un’idea, sia purmolto approssimativa, di quelloche è l’oggetto dello studio diquesta nostra “concittadina” puòleggere un suo articolo apparsosul numero 160 della nota rivista“Airone”, dove compare ancheuna sua breve biografia da cui hotratto queste principali notizie.

MMaauurroo GGaarrnneellllii

LA CHIESA DI S. ROCCO TRA RICOR-DO

Chi ricorda la vecchia chie-sa di S. Rocco a Gargna-no? Sicuramente chi non è

più giovanissimo. L’edificio, chesorgeva a fianco dell’attuale“bottega del formaggio” o excooperativa, fu infatti demolitonel 1943.Si trattò di un vero e propriosventramento urbano poichél’operazione coinvolse, oltre allachiesa, non poche abitazioni si-tuate a ridosso della stessa in latonord che erano state interessate,alcuni anni prima, da un violentoincendio; così erano rimaste sen-za casa alcune famiglie quali iBommartini, i Toselli, i Bertanzae gli Andreoli.L’intervento modificò radical-mente l’assetto del quartiere e lasua viabilità (la chiesa era rac-chiusa tra due stretti vicoli) can-cellando il tessuto urbano e so-ciale di una zona tra le più vecchiedel paese.Sulle ragioni che determinaronoquesta grossa operazione abbia-mo raccolto la versione di duegargnanesi DOC: l’ing. AngeloBontempi ed il sig. Stefano Ina-ma. Il primo ritiene che l’inter-vento sia stato imposto dalla au-torità militare al fine di aprireuna via di uscita ad eventualimezzi pesanti al seguito della Re-pubblica sociale e delle forze ger-maniche. Questa ipotesi, perquanto suggestiva, non trova og-gettivi riscontri storici poiché sidovrebbe dimostrare che la scel-ta di Gargnano, quale sede delgoverno, fu decisa con largo anti-cipo rispetto all’arrivo di Musso-lini che avvenne solo nell’ottobredel ‘43. Più verosimile la tesi diInama in quanto i lavori di de-molizione vennero eseguiti

nell’estate dello stesso anno; eglisostiene che l’intervento fu volu-to dalle autorità politiche localiper ragioni di semplice viabilitàed, al riguardo, ricorda il ramma-rico del parroco del tempo DonGiovanni Gottardi che diceva:“lasciatemi partire da Gargnanoprima che io veda questo scem-pio” e Don Gottardi lasciò la par-rocchia per quella di Ghedinell’estate del ‘43.Eretta in onore dei santi Seba-stiano e Rocco nel 1485, la chiesafu voluta dai Gargnanesi comevoto dopo il cessare di una pesti-lenza; completamente ristruttu-rata nel 1748 fu abbellita constucchi e decorazioni di cui oggi,purtroppo, non resta documenta-zione.Il Conforti, nella sua interessante“Storia della Parrocchia di Gar-gnano” (Devoti, Salò 1898) nedescrive sommariamente l’inter-no ma noi abbiamo raccolto altree credibili testimonianze verbalida Giacomo Zecchini, terzo di-scendente di una famiglia di sa-crestani a Gargnano, che, inte-grando e modificando la versionedel Conforti, ci fornisce la se-guente descrizione dell’interno:in lato sinistro, nicchia con statualignea di S. Rocco sotto vetro, al-tare della Madonna vestita, alta-re di S. Alberto. In lato destro,nicchia con statua lignea di S. Se-bastiano, altare con Crocefissosotto vetro, altare di S. Gaetano.L’altare principale in pietra eracinto e sormontato da gessi raffi-guranti immagini di santi e dietroil presbiterio trovava spazio la sa-grestia e la stanza della fabbrice-ria.Poiché l’edificio sorgeva suun’area in pendenza, vi si accede-

va attraverso una serie di gradini.Il campanile portava due piccolecampane che nel giorno della de-molizione furono suonate perl’ultima volta da due operaidell’impresa Fiorini, esattamenteFerruccio Bommartini e Dome-nico Tonoli, meglio noti come il

Furbo e il Menech. Poi il picconesi abbattè su tutto, nel nome delmodernismo e della funzionalità,lasciando di S. Rocco un ricordosbiadito e le seguenti poche testi-monianze: il grande Crocefisso(oggi in S. Martino), le vesti del-la Madonna, le due statue lignee,

due tele (una in S. Martino al bat-tistero, l’altra in S. Francesco so-pra la sagrestia) e le due piccolecampane di cui una trovasiall’oratorio e l’altra nel magazzi-no di S. Martino.Dopo la costruzione della impo-nente parrocchiale (1823), S.Rocco perse d’importanza; du-rante la 1° guerra mondiale fuadibita a magazzino militare. Ne-gli ultimi tempi veniva aperta so-lo nella ricorrenza del Santo e neivenerdì di quaresima; durante lapresenza di Don Bacca fu luogodi incontro e di conferenze per igiovani di quel tempo.Con la demolizione di S. Roccoscompare una pagina della nostravecchia storia.Quando ci troviamo a passare daquelle parti, proviamo ad immagi-nare la vecchia chiesa e gli ultimirintocchi delle sue campane suo-nate, come per un disperato ri-chiamo, dal Furbo e dal Menech.

Lavare bene l’uva, poi staccare tutti gli acini dal grappolo levando interamente il picciuolo.Mettere gliacini in una pentola, non di alluminio, e a lavoro finito porre il recipiente sul fuoco. Mescolando con

un cucchiaio di legno, lasciare bollire l’uva sino a quando tutti i grani si saran-no spaccati. A questo punto passare al setaccio. Misurare il succo che siè ricavato: ad ogni quarto di litro unire due cucchiaiate scarse di farinabianca. Al fine di avere un composto senza grumi è consigliabile se-tacciare la farina e versarvi sopra, poi, il succo rimestando con il cuc-chiaio di legno. Mettere quindi il ricavato nella pentola dove è stata cot-ta l’uva e fare bollire per due o tre minuti: versarlo poi in uno stampo (oin ciotoline).Servire il composto freddo capovolgendo il recipiente sul piatto di por-tata.Avendo a disposizione del mosto appena fatto si semplifica il tut-to passando direttamente alla seconda parte della ricetta.

Silvana & Tullio CHIMINI

LA POSTA DEI LETTORI

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uva nera da vino kg. 2 - Farina bianca - Zucchero facoltativo.

PREPARAZIONE

INGREDIENTI x 4 pers.

BUDINO DI UVA

Non sarebbeora di...finiamola?Ho dovuto notare che nei consiglicomunali il signor Sindaco non sarinunciare al vezzo, ormai ricor-rente, di prendersela o con il pas-sato comunista di Fuga o conquello democristiano di Gandos-si.C’ entra magari come i cavoli amerenda con l’oggetto della di-scussione, ma tant’è.L’ambiente logicamente si surri-scalda e ne conseguono battibec-chi astiosi o sdegnosi silenzi; il cli-ma corretto e costruttivo se ne vaa remengo, e tutto questo non èchiaramente di beneficio alcunoalla comunità.La storia si ripete già, più o menouguale, da diversi consigli comu-nali in quà. Come direbbe Totò :“ Non sarebbe ora di ....finiamo-la? “. Perchè passare il tempo apreoccuparsi tanto del passato diFuga e Gandossi, sul quale hannogià eventualmente giudicato glielettori e che in fondo appartienea loro due, e non ad occuparsi in-vece del presente e del futuro delnostro comune che appartiene anoi?E’ per questo in definitiva che vie-ne scelto un sindaco. O no?.Vorrei comunque non si dimenti-casse che, come non è sufficienteessere “vecchi” per essere “sba-gliati”, così non è sufficiente esse-re “nuovi” per essere “giusti”, eche anche nella stessa compaginedi maggioranza c’è chi propriovergine (politicamente) non è.E tornando ai due signori in cau-sa, seppur avessero commessoqualche errore, questo sarebbeanche dovuto al fatto che solo chinon fa è sicuro di non sbagliare.Andrebbe piuttosto stigmatizzatoil comportamento dei “sempre as-senti”, tutti coloro, e sono tanti,che non partecipano alla vita so-ciale della comunità, si limitano adelegare ( magari a casaccio) e adinteressarsi solo del proprio orti-cello.

Giacomo Forti.

La parte finale di un aforisma ci-nese recita: “......se vuoi essere fe-lice tutta la vita, coltiva il tuo giar-dino”. E a Gargnano, molte per-sone vengono ogni anno per im-parare a ben coltivare il loro“giardino”. E’ il giardino dellamusica e della chitarra in partico-lare.Dal 1976 Gargnano offre ai gio-vani chitarristi di ogni parte delmondo (come dimostrano leiscrizioni) un prestigioso concor-so internazionale (tra i primi inItalia) giunto quest’anno allaXIX^ edizione, inserito negli in-teressanti “Incontri chitarristici”di settembre.Scorrendo la lista dei premiati al-le passate edizioni, si possono ri-conoscere affermati professioni-sti, alcuni di chiara fama interna-zionale.Non stupisce quindi che il primopremio del concorso o anche so-lo un buon piazzamento, costitui-scano un forte richiamo per gio-vani chitarristi di talento di tuttoil mondo (Spagna, Germania,U.S.A.,Grecia, Svizzera,Canada,Islanda,Russia,Italia, ecc.).

Del resto la manifestazione , oltread un concerto e ad una mostradi liuteria chitarristica, compren-de corsi riservati ai musicisti cheintendono affinare le loro capa-cità interpretative sotto la guidadi Oscar Ghiglia, maestro tra i piùgrandi a nobilitare, con la suaopera di concertista e insegnante,il suo strumento, per il quale han-no scritto (forse non tutti lo san-no) anche molti grandi composi-tori. Con il M° Massimo Lonardi, gio-vane ma dalla maturata esperien-za in concerti, sale di incisione edocenze, e il M° Gianluigi Fia,chitarrista di esperienza, docenteal conservatorio di Brescia, giàconcertista e spesso commissarioambìto in importanti concorsichitarristici internazionali (che ditutta la manifestazione è diretto-re artistico ) ogni anno fanno par-te della commissione esaminatri-ce prestigiosi ospiti musicisti, co-me il M° Giancarlo Facchinetti o,in passato, Togni, Margola, Fran-

cesconi, Alirio Diaz, Fisk, Alber-to Ponce.....Ma a Gargnano corre voce che..forse,.. il prossimo anno, permancanza di mezzi e di sensibi-lità (a poche persone quei nomidicono qualcosa), gli “Incontrichitarristici” non si faranno più!Consentitemi di dire che sarebbeun peccato. Perchè sono pochi i Comuni ita-liani, anche più grandi di Gar-gnano, che possono vantare ma-nifestazioni artistiche così impor-tanti e internazionalmente presti-giose.Perchè è senz’altro nobile la fi-nalità che si propongono i soste-nitori degli “Incontri Chitarristi-ci”. Infatti essi non guardano adimmediati o facili guadagni,tutt’altro: essi investono in cultu-ra e fondamentalmente attraversoi giovani, dei quali sentiamo spes-so parlare ma raramente vediamooffrire loro iniziative costruttive econcrete come questa.Perchè durante le esibizioni al

concorso e, soprattutto nelle sera-te finali, si percepiscono emozio-ni, tensione, concentrazione esempre ottima musica.Perchè è indubbio che questa ma-nifestazione ha rappresentato unveicolo di promozione turistica,certo non di massa, ma altrettan-to importante, per il Vostro.....,anzi consentitemi, da neo-re-sidente ...... per il Mio bellissimopaese.Un plauso dunque a tutti coloroche hanno avviato, sostenuto etuttora sostengono questa inizia-tiva, anche in momenti economi-ci non facili (oltre ai Maestri, ilComune di Gargnano, l’Assesso-rato alla Cultura della Provinciadi Brescia, la Cassa Rurale ed Ar-tigiana di Bedizzole Turano Val-vestino) e l’augurio che, con il lo-ro importante contributo, garan-tiscano anche in futuro continua-zione agli “Incontri Chitarristi-ci”, alimentando quella che è or-mai diventata una tradizione cul-turale di alto livello.

Alessandro Calzoni

“Giardinieri” chitarristi

C’era una volta Gargnano ... coi suoi gatti.Quello dei gatti randagi è, anche a Gargnano, un problema serio.Dallo scorso primo settembre è in atto il censimento di cani e gatti.Sanzioni pesanti, anche sei milioni di lire, vengono comminate a chimaltratta o abbandona gli animali. Su questo argomento ci ha scrit-to la signora Paola Zanini Garioni.

Se ripenso alla prima volta che sono arrivata a Gargnano, in vacanza, incasa di amici, a me, cittadina di Milano, questo paese è sembrato quasi farparte di una favola; il suo particolare clima, l’atmosfera creata dal carat-tere dei suoi abitanti, il colore del suo cielo e del suo lago, quel grado diintangibile ed irreale che fanno appunto parte del mondo delle favole, miavevano incantata. Tra le altre cose che mi colpirono, c’erano quei buchialla base di quasi tutte le porte. Alla mia domanda, di cosa si trattasse, misentivo sempre rispondere: ma sono le “gataröle”, come dire la porticinadel gatto di casa, fatta perchè potesse andare e venire a suo agio e piaci-mento per prendere topi, per giocare per le strade con i bambini, per aspet-tare il ritorno delle barche da pesca e quei ghiotti piccoli pesci che ogni pe-scatore lanciava loro nel vuotare le reti.Mai più, allora, avrei pensato che i loro pronipoti, maltrattati, cacciati eaffamati, sarebbero, in un certo senso, diventati anche “miei”.Scomparse le “gataröle”, molti gatti sono stati abbandonati: perchè spor-cano, perchè facendo l’amore fanno rumore, perchè si dice che portinomalattie, perchè i gatti... Come dicevo, quei gatti sono diventati un po’ mieiperchè con il passare del tempo mi sono resa conto che la loro esistenza,in particolare nel centro storico, è diventata un problema. Anche soprat-tutto a causa di coloro che, per liberarsi di un animale, pensano che bastiabbandonarlo per strada e non dargli da mangiare. Così, gli angoli na-scosti, i pochi giardini e le molte case in abbandono, sono a poco a pocodiventate rifugio dei gatti randagi. Per questo ho iniziato ad occuparmi delproblema cercando di realizzare il rifugio per i gatti randagi di Gargnanoper toglierne almeno una parte dal centro storico; cosa questa che dovrebbeessere gradita anche a chi, appunto, non li vuole. Ma non sembra esserecosì: sono state sollevate polemiche e critiche a non finire.

Sulla carta, al momento, tutto bene: l’Ussl ha dato il terreno all’Ammini-strazione Comunale la quale ce ne ha concesso solo una minima parte perrealizzare un ospizio per gatti, oltre ad un contributo, criticato anche quel-lo, anche se è versato ai comuni dallo Stato. Nel ricovero, che poi sarà ineffetti un’area protetta, ci è stata concessa la possibilità di ospitare 20-25animali, la qualcosa è sì un inizio, ma per ora ci tarpa le ali. Perchè quan-do avremo ospitato l’attuale colonia di gatti dell’ex casa di riposo Feltri-nelli, saremo già al completo.Non pensi quindi, chi del proprio animale si vuol disfare, di portarcelo,perchè, con la morte nel cuore, saremmo costretti ad affidarlo al veterina-rio per essere soppresso.Per ora le uniche cose che possiamo fare sono:- ricevere nel rifugio i soggetti sfrattati dai luoghi d’origine.- sterilizzare e rimettere in circolazione, come prevede la legge, il maggiornumero di gatti possibile. Tra l’altro essendo i gatti animali protetti, di pro-prietà dello Stato (Demanio), possono, solo in casi particolari, essere sot-tratti ai luoghi d’origine.- vaccinare e curare i soggetti a rischio, sopprimendo quelli incurabili.- nutrire e curare le colonie di gatti in modo da impedirne le malattie.- fare opera di controllo e sensibilizzazione perchè ci vengano segnalatieventuali abbandoni con conseguente aumento di randagismo.- segnalare inoltre i casi di maltrattamento ed eventuali avvelenamenti pe-ricolosi anche alle persone, soprattutto i bambini che raccolgono tutto ciòche trovano.Contiamo, come associazione (Nuova vita 2000, con sede a Milano in viaSavarè), sull’aiuto dei gargnanesi; infatti oltre alle colonie di gatti esisten-ti i randagi che verranno ospitati nel rifugio dovranno essere poi accuditi.Facciamo sì, tutti insieme, che Gargnano si distingua da molti altri paesiancora una volta per la sua sensibilità. Che torni insomma, almeno in par-te, ad essere quel paese di favola che ho conosciuto anni fa. Facciamo chesan Francesco, con il suo “Cantico delle creature”, non venga messo all’in-dice.

Paola Zanini Garioni

Mauro Garnelli

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Così parlò ...Arciloda Gargnano

Davanti a san Francesco, spo-stato un po’ a destra guar-dando la facciata, c’è un

sarcofago in marmo rosso. Tutti igargnanesi vi sono passati davantialmeno una volta, molti si sarannochiesti di chi è e qualcuno saprà cheè di un certo Arcilo da Gargnano.Ma chi sarà mai stato questo bene-detto Arcilo da Gargnano? Cheavrà mai fatto per meritarsi tantoonore? Chissà! Non ci resta cheimmaginarcelo questo nostro anticocompaesano. Oppure ...sognarcelo!Io l’ho sognato.Mi si è presentato davanti, così,all’improvviso: “Ego sum Arcilusde Gargnà, bù òm”! disse “E ti vo-glio raccontare la mia storia”.“Era verso la fine del 1200, face-vo il pescatore, ero povero e vive-vo in una stamberga a ‘San Gia-com’, vicino al lago. Famiglia nu-merosa, fame tanta, salute poca, mifacevo i fatti miei e non andavo ‘enpiasa’. Ero solito pescare ‘sota idoss’ e mi spingevo sino al ‘Prà dela fam’ quando il tempo era buonoe ‘l’ora’ non troppo forte da osta-colarmi il ritorno.Un giorno che ero più o meno do-ve adesso c’è ‘La terasina’, guar-dando verso Riva, vidi sul lago unamassa enorme di ‘bisse’ che scen-devano a forza di remi e si avvici-navano veloci.Mi ci volle poco a capire che eranole barche dei ‘magna limù’, abitan-ti del villaggio di ‘Citruslimon’acerrimi nemici di noi ‘magna ao-le’ di Gargnano, e che il pericoloera grosso per la nostra piccola co-munità.

I ‘magna limù’, infatti, avevano svi-luppato (sembra a forza di mangia-re limoni, appunto) un ‘gas natura-le’, chiamiamolo così, talmente im-pregnato di acido citrico che, im-bottigliato poi con una loro tecnicaparticolare e lanciato contro i ne-mici, li rendeva piuttosto temibiliin caso di guerra. Era quell’armaqualcosa anche peggio delle famo-se ‘bottiglie molotov’ dei tempi mo-derni. Le aole, purtroppo, non fa-cevano lo stesso effetto e ci trova-vamo un po’ disarmati noi gargna-nesi di fronte a loro, soprattutto seattaccati all’improvviso.Non ci pensai quindi due volte. Mimisi ai remi e, spingendo come unforsennato, mi diressi verso il por-to di Gargnano per dare l’allarme.Al mio gridare accorsero per primii ‘vigiles’ che volevano darmi subi-to due multe, per schiamazzi nonautorizzati e perchè sostavo con labarca vicino al molo senza discoorario; poi arrivarono i ‘curibinie-res’ che non volevano saperne diascoltarmi se prima non avessi mo-strato i ‘dogumenta’ che avevo di-menticato chissà dove ‘sö la bissa’.Alla fine, per fortuna, qualcuno deisoliti quattro ‘pensionantes’ che

pattugliano notte e giorno la piaz-za mi riconobbe, si mise a gridareanche lui ‘...riva i magna limù!’ edall’alto della sua notorietà e rico-nosciuta saggezza convinse tuttiche era il caso di darsi da fare enon perdere altro tempo (infatti co-sì va il mondo...o almeno andavaverso la fine del 1200: se sei pove-ro, non hai carte da mostrare o nonsei conosciuto, e chi ti ascolta!?).Furono prontamente preparate ledifese (rudimentali maschere a gasimpregnate di ‘oio d’urì’) e le offe-se (nodosi ‘bastù de lurì’) e fu cosìche Gargnano si salvò quella voltadall’attacco e i miei compaesani,alla mia morte, nel 1302, mi ono-rarono mettendomi nel sarcofagodavanti a ‘San Fransesch’”.Come si era presentato, all’im-provviso Arcilo sparì. Era l’alba, ilsole sorgeva da dietro il Baldo e ilsogno svanì.

N.B.: Arcilo si è espresso un po’ indialetto e molto in uno strano lati-no. L’italiano, che allora non c’eraancora, è stato usato per renderepiù comprensibile ‘a coi d’anco’ ilracconto.

Nino Rizzi

LE ATTIVITÀ DELLA BIBLIOTECA

Dopo un periodo di tempoin cui l’attività della Bi-

blioteca Comunale ha attra-versato una fase di stasi, dovu-ta a svariate cause, la nuovaCommissione incaricata dellagestione dal Consiglio Comu-nale sembra vi abbia portatonuovo vigore e slancio.Entrata in carica nel mese diMarzo, nel corso di Maggio hapresentato la prima manifesta-zione, denominata “Coloria-mo Insieme”. Si trattava di unconcorso di pittura a tema li-bero riservato agli alunni del-le scuole elementari dei plessidi Gargnano, Montegargnanoe Valvestino.L’idea di una simile manifesta-zione si riallacciava a una pre-cedente analoga esperienza,ripetutamente svoltasi anni facol patrocinio della “Walt Di-sney Italiana”.Dovendo ripartire da zero,contando sulla sola disponibi-

lità dei membri della Com-missione come organizzazionee manodopera, sulla Cassa Ru-rale ed Artigiana di Bedizzolee Turano come sponsor e sulcontributo economico diqualche operatore turistico,l’obiettivo è stato volutamen-te circoscritto al divertimentoe al momento di aggregazioneper bambini, ma anche geni-tori, che normalmente vivonosituazioni diversificate pur vi-vendo in una zona tutto som-mato circoscritta.I risultati della manifestazionesono stati decisamente più cheincoraggianti: oltre 50 i parte-cipanti, che hanno vissutouna mattinata, se non forse dicreatività, sicuramente di sva-go sereno, in una cornice am-bientale che ha spinto alcuniadulti presenti a invidiare igiovani artisti.La giuria, composta tra gli al-tri dal nostro redattore Cesare

Lievi come Presidente, dal Di-rettore Didattico Sig. Lampo-ni, dal Preside dell’Istitutod’Arte prof. Pastori, dal Sin-daco On. Roscia, dal nostrodirettore Franco Mondini co-me inviato di Bresciaoggi e darappresentanti della Bibliote-ca, ha preso il compito moltosul serio, e chi c’era può ga-rantire che le valutazioni sonostate molto ponderate e taloracontroverse. Alla fine sonostati premiati i nominativiche elenchiamo a parte, treper classe, che hanno ricevutodalle mani della Giuria unapregevole targa appositamen-te realizzata.

Ma naturalmente per tutti gliiscritti c’era una medaglietta,anch’essa personalizzata per

l’occasione, all’insegna de “l’importante è partecipare”.Dato il risultato ottenuto conquesta prima esperienza, laCommissione Biblioteca si ègià dichiarata intenzionata aripetere l’anno prossimo lamanifestazione con lo stessoimpegno e , speriamo, conmaggiori contributi economi-ci.

COLORIAMO INSIEME 94 - Premiati:1° classificato 2° classificato 3° classificato

Prima elementare Davide Tavernini Giovanni Franzoni Angelo MartiniSeconda elementare Giovanni Lievi Antonio Battiti Giulia SamuelliTerza elementare Umberto Bertella Bianca Pezzoli Leonardo LarcherQuarta elementare Giovanni A. Botti Andrea Franchini Stefania FranchiniQuinta elementare Valeria Grizzi Simona Tavernini Milena Scarpari

Due delle operepremiate