numero speciale ordinazione don andrea

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Numero speciale di - Periodico della comunità parrocchiale di Villa d’Adda (Bg) - N. 241 - Maggio/Giugno 2012 Bergamo, 26 maggio 2012 Villa d’Adda, 27 maggio 2012 ORDINAZIONE PRESBITERALE DON ANDREA PRESSIANI dial gare Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (Mt 10,8)

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Page 1: Numero speciale   ordinazione don andrea

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Bergamo, 26 maggio 2012

Villa d’Adda, 27 maggio 2012

ORDINAZIONE PRESBITERALE

DON ANDREA PRESSIANI

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gare

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Gratuitamenteavete ricevuto,gratuitamente

date.(Mt 10,8)

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2Ordinazione presbiterale don andrea

Dirett ore editoriale: don Diego nodari

a cura della redazione

Stampa: Tipografi a dell’Isola s.n.c. Tel. 035 4940845 -Terno d’Isola (Bg)

Le figure di Davide Casari sono un lavoro paziente,

amorevole, paterno,che ha saldato infiniti

brandelli di ferro eha dato loro una forma.

Figure costruite, assemblate, che fanno intuire la fatica e la passione. Non sono frutto di

un’illuminazione estemporanea, di uno scatto

artistico, ma nascono da giorni, mesi di lavoro appassionato e attento.

Non nascondono lo sforzo, ma anche la cura di una progettualità

che ha richiesto un esercizio quotidiano.

Ogni progresso è evidente, ogni frammento ne regge un

altro, formando un’ossatura robusta, non pesante.

E’ così che prende forma ogni uomo e la propria vocazione: eliche di dna

che si abbracciano, battiti di cuore che riempiono di forza.

Crescere: cellula dopo cellula, come chiodo su chiodo,

in continua evoluzione tra le mani di Dio.

Un corpo ancora aperto, in attesa di essere riempito nell’ascolto della Parola.

In attesa di un compimento, di un’unità, di una completezza, che

sarà nel domani e con Lui.

Oggi invece spirituale e materiale si intrecciano, nel

furore e il disincanto di quell’universo

a forma di persona.

“Le tue mani mi hanno fatto e plasmato;

fammi capire e imparerò i tuoi comandi” (Salmo 118,73)

In copertina e sopra: �� R������, opera di Davide Casari

Numero speciale di dial garedial garePeriodico della

comunità parrocchiale diVilla d’Adda (Bg) - N. 241

Maggio/Giugno 2012

Page 3: Numero speciale   ordinazione don andrea

3 26 maggio 2012

E’ tutto qui“Scrivi un articolo per il dialogare, su te, sul fatto che diventi prete, e che sia per la tua comunità di Villa d’Adda”. Compito fantastico ed eccezionalmente difficile: la partenza è possibile perché c’è un luogo che, fisicamente, segna l’inizio di un viaggio e, nella mia storia, questo luogo ha una geografia precisa.Non so bene perché ma girano in testa queste parole: “è tutto qui”. Le prendo in prestito da una canzone. Soprattutto mi diverte l’ambivalenza che offre questa piccola espressione. Ciò che in prima battuta dice lo stupore di fronte al fatto che il tutto si dà in un piccolo spazio che ha i contorni del qui, passa poi al disincanto per l’esilità dei tratti di questo tutto che pare così fragile e così ordinario. È come se un bimbo potesse prendere al volo tra le sue mani una stella cadente, ma poi, dischiuse le dita, si ritrovasse tra i palmi nient’altro che una pietra annerita dal fumo.Ecco, mi piace pensare che di fronte a questa cosa grande che accade nella mia storia, che determina la forma di tutta una vita, si possa reagire in due modalità così diverse avendo sulla bocca le stesse parole: “è tutto qui”.... la pretesa di dire il tutto di una vita, passato, presente e futuro, in un eccomi...... la sorprendente fragilità di un Dio che si fida incessantemente di noi uomini...... la bellezza di una Chiesa che si dà dentro un fazzoletto di terra e che per me si gioca in questo tempo, su queste strade, con questi uomini e queste donne...... l’essere raccolti e sostenuti da un pane e una Parola così scandalosamente umani eppure assunti a segno e presenza di Dio da Dio stesso...... il mettere la propria fede al servizio della fede degli altri e insieme incamminarsi ogni giorno dietro il Signore Gesù...Sì, è proprio tutto qui! E proprio perché è così che la fede regala la libertà di essere accolta e scelta, di potersi assumere il rischio di giocare la propria vita in nome suo.Il ministero del prete è diventato per me la modalità concreta con cui vivere la mia fede: la risposta alla chiamata che Dio ha rivolto e rivolge dentro le pieghe della storia. È qualcosa che intreccia e annoda la memoria con la Promessa. “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere” (Dt 8,2): e qui risuonano parole come casa, legami, comunità, oratorio, seminario. Lì il Signore si è fatto compagno di strada fedele e discreto, paziente ed esigente.C’è un passaggio nel vangelo di Matteo

Bergamo, Chiesa Ipogea del Seminario, 31 ottobre 2011: don Andrea Pressiani

è ordinato diacono dal vescovo Francesco Beschi

“Risuonano parole come casa, legami, comunita, oratorio,

seminario. Li il Signore si e fatto compagno di strada fedele e

discreto, paziente ed esigente”

’’

Page 4: Numero speciale   ordinazione don andrea

4Ordinazione presbiterale don Andrea

che raccoglie un po’ tutte queste cose e che ho scelto per l’ordinazione: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Lì c’è la densità che ha assunto negli anni quel gratuitamente: un semplice avverbio che dice molto circa il modo di quel ricevere e quel dare. Qualcosa che ha a che fare con il gratis, con la grazia. Gratuità e gratitudine. Che bella la gratuità: non ama il calcolo, il baratto o il pareggio dei conti, ma la sproporzione, la dismisura, addirittura lo spreco. Gratuità: questione di sguardo, questione di cuore.Provo, allora, a dare forma di parola al tanto (anzi troppo) ricevuto.E ci metto innanzitutto casa: lì due giovani, 33 anni fa, mi hanno regalato la vita, creando uno spazio perché potessi venire al mondo e stare dentro legami accoglienti e premurosi. Gesti e parole che però non hanno mancato di dichiarare il fatto che, seppure il dono fosse così grande, la mia famiglia non aveva la pretesa di essere ed esaurire il tutto della vita. Insomma, il senso era dentro tutte quelle cose così quotidiane ma tutti si era in cammino sulle orme del Maestro, con la Promessa che la strada la si sarebbe percorsa insieme.Ancora ci metto comunità, che fin dalle prime battute ha significato oratorio. Lì ho scoperto la bellezza del costruire relazioni durature e importanti. Lì degli adulti, dei giovani, un don, una suora, mi han preso per mano e, quando la stagione è diventata matura, si sono addirittura presi il rischio di fidarsi anche di me: uno che è consegnato, affidato alla vita e alla storia, cui viene chiesto di consegnarsi ad altri e riscoprirsi affidabile. Esagerato! E sono anni splendidi di cammini con gli adolescenti, di gruppo educatori, di campi estivi, di chitarra alla Messa dei ragazzi. Ma anche quelle cose in cui provare a vivere secondo lo stile affascinante di Gesù di Nazaret, seppure belle e grandi, non esaurivano il tutto. C’era sempre qualcuno a dirti che al centro c’è il fare incessantemente memoria del Signore Gesù attraverso un pane spezzato e una Parola annunciata. E tu che un po’ ascolti e un po’ scantoni, ma intuisci che quella cosa lì è importante, anzi decisiva.E poi ci metto tutte le altre esperienze decisive: il lavoro, l’università, la pallavolo, il servizio civile, il gruppo di

animatori che collaborano con l’Upee, l’esperienza come consigliere comunale, i campi di animazione in Romania. Tutto diventa per me motivo di gratitudine perché lì dentro, in modi diversissimi tra loro, mi sono trovato a fare i conti con il Signore, giocandomi per quello che sono, facendo i conti con me stesso, appassionandomi a uno stile di gratuità e di impegno che arriva a chiederti non delle prestazioni, ma che ti comprometta, implicandoti dentro le storie e le vite degli altri, permettendo al mondo di farsi spazio dentro di te.Un grazie enorme al seminario, la casa degli ultimi anni. Luogo in cui prendere confidenza filiale con il Signore e con il suo modo di essere servo degli uomini. Luogo in cui la fraternità è la bellezza e la fatica di ogni giorno. Luogo di scoperta: perché la riconciliazione con la propria storia è qualcosa di liberante! Luogo che ha la pretesa di crescere, con franchezza e paternità, uomini che abitino la storia in tonalità umili. Luogo di ascolto, di crescita, di studio, di accoglienza, di premura, di educazione, di condivisione. Grazie! Il Seminario mi ha anche fatto il regalo grande di poter conoscere le parrocchie di Orio al Serio, in seconda teologia, e del Sacro Cuore in città, negli ultimi due anni: esperienze importanti per appassionarsi alla vita delle comunità, per condividere i cammini delle tante persone che ho potuto incontrare, per stare a fianco di altri preti e imparare da loro la quotidianità del servizio al Signore e alla Chiesa.Infine, grazie a Dio Padre che mi ama comunque. Gratuitamente. Grazie a Dio che ci ha fatto il dono grande di suo Figlio, uomo come noi, che ha dato la vita per noi. Grazie a Dio che non si è stancato della mia ricerca, e si è fatto pazientemente spazio nella mia storia attraverso parole e gesti di uomini e donne che hanno, gratuitamente, ricondotto a cercare la risposta nel Signore Gesù. Grazie alla Chiesa che tutto questo accoglie e che mi permette di spendere la mia vita a testimoniare la bellezza di un Dio che non smette di fidarsi degli uomini e che continua a tracciare percorsi in cui lasciarsi trovare aprendo cammini che hanno il profumo della libertà.

don Andrea

“Gratuita:questione di

sguardo, questione di

cuore”

Page 5: Numero speciale   ordinazione don andrea

5 26 maggio 2012

La famiglia di don Andrea:papà giovanni,

mamma Fiorangela e la sorella Chiara

Raggiungi il cuore di tutti e di ognuno

Cosa si può augurare a un figlio che diventa prete? Ogni bene è troppo scontato, dice tutto e niente. L’augurio più bello che

possiamo farti è l’umiltà. Il rendersi sempre conto che siamo piccole cose (strumenti, persone) di fronte all’immensità di Dio. Sappiamo amare perché

Lui ci ama per primo. Non puntare solo a obiettivi da raggiungere, ma raggiungi le persone una ad una. Questi giorni saranno carichi di emozioni,

di gioia grande; tienile nel cuore, ma fa’ che ogni giorno possa essere il migliore della tua vita, e ogni giorno aggiunga qualcosa nel tuo cuore.

Perché, poi, puoi trasmettere solo la gioia che hai dentro. Il bello del viaggio della vita è che si ricomincia sempre.

Mamma e papà

Non è facile mettere insieme tutte le emozioni che si sono susseguite in questi anni e che in questo ultimo periodo in particolare si affacciano e combattono.Pensare che siamo in dirittura d’arrivo mi sembra quasi impossibile, ne è volato di tempo da quel fatidico giorno in cui Andrea mi mise al corrente della strada che intendeva intraprendere, nel luogo destinato alle nostre confessioni, chiedendomi di mantenere il massimo riserbo per qualche giorno… Che fatica.Eppure eccoci già qua, pronti a festeggiare la tua partenza, con tanta gioia e sicuramente un po’ di lacrime, con emozione e condivisione.Sono sicura che saprai sempre quale sarà la via giusta da percorrere in tutte le situazioni che ti troverai ad affrontare. Certo, dovrai rifletterci per il tempo necessario e trovare le parole giuste, come hai dovuto fare fin dall’inizio di questo cammino, ma hai scelto di affidarti totalmente a una guida non da poco, che, come ben sai, sarà sempre con te.Ti lasciamo in ottime mani, ma saremo sempre con te con il cuore, come sappiamo di essere tutti nel tuo, in buona compagnia. Ci faremo piccoli perché in tanti ancora dovranno entrarci!Buon viaggio don Andrea!

Chiara

Page 6: Numero speciale   ordinazione don andrea

6Ordinazione presbiterale don Andrea

In una sera di metà aprile, fresca e uggiosa, andiamo a trovare la signora Pina, nonna di Andrea, per raccogliere ricordi ed emozioni sul nipote in prossimità dell’ordinazione sacerdotale.Entriamo in casa accompagnati da Chiara, sorella di Andrea: la nonna Pina ci attende seduta sul divano davanti alla stufa accesa.Prima di parlare di Andrea, le chiediamo di raccontarsi e lei subito dice che la sua vita e la sua famiglia sono normali, come ce ne sono tante a Villa d’Adda.Abitava prima in via Caderico e poi in Cadestore, ma quella casa la dovettero lasciare perché serviva ai proprietari e fu così che Giuseppe, marito di Pina, andò a chiedere a chi abitava in località Rossera dove potessero andare a vivere. Gli furono indicate le case del Mazzo, da poco disabitate, e lì si trasferirono anche se i parenti non erano molto contenti di vedere Pina e Giuseppe così “lontani” e fuori dal paese, ma questa rimane tutt’oggi una scelta felice. La famiglia è numerosa ed è composta da 8 figli e 11 nipoti e l’unico rammarico di Pina è quello di aver perso il marito presto; se fosse qui oggi sarebbe felice come lei o forse anche di più.Già, anche di più, perché Pina ci svela che il nonno Giuseppe da giovane voleva entrare in seminario, ma il parroco di allora glielo sconsigliò perché era povero e la parrocchia, che avrebbe dovuto coprire le spese, aveva già i suoi problemi finanziari. Per Pina è un po’ come se Andrea oggi stesse realizzando quello che il nonno voleva fare da giovane.Ora le chiediamo di dirci qualcosa sull’infanzia di Andrea e le uniche parole emozionate e fiere sono: «Era bravo! Tanto bravo!». Insistiamo e, dopo averci pensato un attimo, ci racconta col sorriso che giocava spesso con la brace, facendo scaldare un piccolo bastoncino fino a farlo diventare rovente e poi lo usava per fare disegni di fumo nell’aria.A questo punto torniamo agli episodi recenti per chiedere a Pina se si ricorda di aver

fatto partire lei l’applauso al diaconato dello scorso anno. Pina sorride un po’ orgogliosa del suo gesto, poi si fa seria e dice che è giusto applaudire e stare vicini a questi ragazzi, perché ci sono pochi preti e si prega poco (lo fanno solo le nonne). Quando era giovane si pregava tutti insieme, a seconda di chi tra i figli era a casa, recitando il rosario al mattino, di pomeriggio e di sera. Ricorda che, una sera, due figli facevano gli stupidi e ridevano mentre si pregava e il marito Giuseppe, innervosito da questo poco rispetto, tirò ai figli la ciabatta ma, mancandoli, ruppe un vetro. Il mattino seguente andò al lavoro con la finestra sotto braccio per farla riparare e naturalmente i soldi della riparazione furono recuperati dalle paghette dei due figli.Siamo in conclusione e allora chiedo a Pina se si era mai immaginata che Andrea sarebbe diventato prete e lei mi stupisce ancora una volta: «Lo sapevo! Quando lo guardavo vedevo che pregava in maniera diversa, aveva una devozione che incantava! Un esempio per tutti noi!».A questo punto ho la certezza che la nonna ha un debole per Andrea e le chiedo, col sorriso, se Andrea ha dei difetti e lei mi sorride di rimando e dice: «Quando si vuole bene si vede solo il bello!».

a cura di Davide C.

La nonna Pina

Page 7: Numero speciale   ordinazione don andrea

7 26 maggio 2012

Ci sono donne d’altri tempi che riesci a immaginartele con precisione, nonostante si intravedano appena in una vecchia fotografia.I capelli lunghi raccolti in strette pettinature, i vestiti composti dai colori scuri e i grembiuli legati ai fianchi nelle giornate di lavoro. Maria e Adele, due sorelle.Sai, don Andrea, erano sorelle di una tua bisnonna.Ma tra di loro molto di più, gemelle. Le inseparabili “Pucène”, venivano chiamate in dialetto bergamasco, soprannome che significa “coloro che puliscono il piatto”. Essenziali, rigorose, coscienziose.L’essere sorelle era anche condividere l’impegno silenzioso nelle filande e quello di ambulanti, vendendo il cotone, il cioccolato e le caramelle che non avrebbero forse mai concesso a loro stesse.Un giorno però hanno deciso di impiegare del denaro per una spesa non prevista, coi cuori sospinti da un desiderio più intenso di ogni altra razionalità. Entusiasmo, purezza, l’infinito.Donne che da sempre camminavano attraverso il sacrificio, hanno mostrato che la strada della Fede era profondamente incondizionata.Ecco quindi un Crocifisso, acquistato a Merate, che sarebbe diventato un giorno un regalo prezioso per qualcuno della famiglia che avesse speso la vita intera per il Signore.Maria e Adele si sono fermate, aprendo i sensi e la mente, su un percorso di umanità sacra.Con questo gesto davano vita a una speranza, a una grande possibilità che non era stata nella loro vita concretizzabile.Di fronte al volto di Cristo la preghiera quotidiana, in attesa di un giovane che avrebbe tenuto nelle mani un frutto della loro storia.Il tempo ha poi accompagnato Mariuccia, moglie fedele di un nipote di Adele e Maria, nella cura di entrambe ormai non più in giovane età.Con loro nella condivisione delle difficoltà di giorni faticosi, ma anche nella carezza a quel Cristo in croce.Oggi un panno morbido ha tolto ogni granello di polvere, perché questo dono sia pronto a essere consegnato.La zia Mariuccia, desiderato don, ti attende presto per consegnartelo.

a cura di Sara M.

Storia diun Crocifisso

“Non si può cercareun negozio di antiquariatoin via del CorsoOgni acquisto ha ilsuo luogo giusto e non tutte le strade sono unpercorso

Raro è trovare una cosa specialenelle vetrine di una stradacentralePer ogni cosa c’è un postoma quello della meraviglia è solo un po’ più nascostoIl tesoro è alla finedell’arcobalenoche trovarlo vicinonel proprio lettopiace molto di meno

...

Non si può entrare in un negozioe poi lamentarsiche tutto abbia un prezzose la vita è un’asta sempre apertaanche i pensieri sarannoin offerta

Ma le più lunghe passeggiatele più bianche nevicatee le parole che ti scrivonon so dove l’ho compratedi sicuro le ho cercatesenza nessuna frettaperché l’argento sai si bevema l’oro si aspetta”

Il negozio di antiquariato,Niccolò Fabi

Mariuccia Bonfanti e il crocifisso per don andrea

Maria e adele, sorelle di una bisnonna di don andrea

Page 8: Numero speciale   ordinazione don andrea

8Ordinazione presbiterale don Andrea

in questi giorni se ti guardi attorno vedi i volti di tante persone. Sono coloro che hai incontrato sulla strada della tua vita e che condividono la tua gioia. Sono tante queste persone, anche perché tu sei un tipo così, che “una ne fa e una ne inventa”… Tanto silenzioso nel tuo modo di fare, ma tanto desideroso di superare ogni traguardo che raggiungi e di incontrare realtà nuove in cui metterti in gioco. Tante esperienze che ti hanno portato anche un po’ lontano dalla tua “casa nel bosco”, aprendoti un po’ alla volta al mondo.

La prima cosa che vorrei dirti è di non vivere con disagio questo essere al centro dell’attenzione per qualche giorno. Un po’, ti dà fastidio, lo so… Vivi piuttosto con gratitudine al Signore questo dono, insieme con questo mondo di persone che ti vuole bene. Vivi questi momenti sapendo che una comunità cristiana non festeggia qualcuno per metterlo sul piedistallo, ma come il frutto di una pianta che affonda le sue radici nella fede condivisa in Gesù; radici capaci ancora di nutrire e dare vita.Da tutti hai ricevuto qualcosa, e per questo tutti vedono in te il senso di una fatica fatta, il compimento di un percorso anche proprio… Dietro la risposta al Signore, che evidentemente è tua, ci sono tanti “sì” a Lui, che ti hanno messo in condizione di fare la tua scelta; sono i “sì” della tua famiglia, dei tuoi amici, della tua comunità di Villa d’Adda, delle esperienze caritative che hai fatto, dei testimoni che hai incontrato, delle parrocchie dove hai prestato servizio, del seminario e della diocesi che ti hanno seguito in questi ultimi anni…E poi, lo sai benissimo che non solo vieni dalla fede di altri, ma anche che sei donato alla Chiesa e all’umanità per la fede degli altri. Non si diventa preti per sé stessi… Vivi questi giorni e sempre il tuo ministero, consapevole che il sacramento che hai ricevuto non è un premio, né è merito tuo…

La seconda cosa riguarda la disponibilità a lasciarti formare dal ministero nel quale stai per entrare.Se è vero che fino a oggi ti sei preparato a essere prete, è altrettanto vero che sarà da oggi che ti verrà chiesto di cominciare a esserlo. Vivi questo tempo non come chi “sa già tutto”, come chi deve “solo” applicare nella realtà le cose che ha imparato. Come a volare si impara buttandosi, così a fare il prete: lasciati plasmare e formare dai gesti che compirai, dai sacramenti che celebrerai, dalla Parola di Dio che annuncerai, dalle persone che incontrerai…

È nella libertà che è maturata la tua scelta ed è nella libertà delle persone che ti saranno affidate che vedrai maturare i frutti più belli. Ci vuole tanta pazienza e la capacità di attendere i tempi di Dio, che non sempre sono i nostri. Entrare e vedere ciò che Dio fa nella coscienza delle persone è un regalo grandissimo, e non solo perché agli altri non è dato, ma perché si riceve tanto. Essere spettatori delle grandi cose che il Signore compie nel cuore delle persone è come leggere il Vangelo: ti auguro di non abituarti mai e di guardare tutto ciò sempre con occhi pieni di meraviglia.

Un’ultima cosa. Tranne un po’ il primo giorno…, non incontrerai un mondo che ti aspetta! Troverai un mondo però inquieto che si sente orfano, anche di Dio; un mondo in cui convivono la nostalgia di Lui e il sollievo per essersene liberati… Troverai famiglie con tanta fede e famiglie povere di umanità e di speranza. Tutti ti chiederanno di fare; forse anche a te verrà spontaneo “fare” tante cose…Tieni presente che a te la Chiesa chiede di parlare di Dio e di essere testimone della presenza di Gesù Risorto... Non preoccuparti se non ti senti adeguato. Fallo così come riesci. Fallo parlando della tua vita e con la tua vita, senza nasconderti dietro le frasi fatte dei libri di teologia. Se prima di esser prete, non sarai anche uomo fino in fondo, la tua vita non servirà né a te, né a Dio, né alle persone che incontrerai.

Auguri ancora don Andrea e buon cammino.

don Diego

Una lettera aperta, più che un articolo. Questo il senso di questa pagina che rivolgo a don Andrea

anche a nome di tutta la comunità parrocchiale di Villa d’Adda

Caro don Andrea,

Page 9: Numero speciale   ordinazione don andrea

9 26 maggio 2012

Festa in borgo, 2002

L’augurio dell’Amministrazione comunale

Ho conosciuto Andrea nell’anno 2002 quan-do partecipavamo alle riunioni per le ele-zioni comunali del 2003, tranquillo ragazzo dell’Oratorio visto da fuori, ma dentro un vulcano di idee.Dopo le elezioni ci siamo trovati a lavorare insieme per il nostro paese con un’attenzio-ne particolare ai giovani e agli adolescenti, cosa che lui faceva già da diverso tempo in Oratorio; nel frattempo in lui maturò la Vo-cazione e quando lo rese pubblico non mi stupii più di tanto, anzi, pensai che sareb-

bero state fortunate le tante persone che in futuro lui avrebbe incontrato sul suo cam-mino.Andrea era un ragazzo che trasmetteva se-renità anche solo con lo sguardo; ora don Andrea dovrà continuare a lavorare per la sua gente con tanto amore che non potrà che essergli ricambiato!Auguri di cuore don Andrea!

Il sindacoAdelvalda Carsaniga

La vocazione di Andrea, per me, ha rappresentato nient’altro che la conferma del suo vivere quotidiano. Quando Andrea fu eletto consigliere comunale nell’Am-ministrazione di Villa d’Adda, ho avuto la fortuna, come sindaco, di avvalermi della sua collaborazione e di co-noscere più a fondo i valori della sua personalità: notai subito la generosa disponibilità per i giovani, l’attenzio-ne alle problematiche del nostro paese e del territorio bergamasco. Capii che il suo agire, per certi aspetti, andava oltre la dimensione di un amministratore, e che il suo rapportarsi con gli altri poteva avere ulteriori sbocchi.Era un sabato mattina quando Andrea mi informava di aver maturato la scelta di entrare in seminario, per poter sviluppare un percorso che lo avrebbe portato a servire la sua gente nel nome della fede in cui credeva.La confidenza, che quasi mi aspettavo, fu anche motivo di un certo rammarico perché perdevo un valido colla-

boratore nell’Amministrazione comunale, un consigliere che qualche volta avevo anche immaginato... come futu-ro sindaco; mi confortava tuttavia il fatto che la comunità cristiana si sarebbe potuta arricchire di un nuovo pastore del quale conoscevo le singolari qualità.La vocazione nasce da quello che uno è nelle sue doti di natura e di grazia, da quello che uno vive nell’ambiente familiare e sociale: la famiglia Pressiani con il suo impe-gno nel volontariato, nella politica e nella vita cristiana è stata il terreno fertile per la nascita di una decisione tan-to impegnativa, ma questa scelta di vita nasce anche dai valori più sani che la nostra gente ancora coltiva e vuole difendere. Ora, don Andrea è sacerdote, a lui i miei auguri più senti-ti. Un grande percorso di lavoro lo attende, ma sono con-vinto che nel suo credo raccoglierà grandi soddisfazioni e sarà un bene per tutti.

Serafino Carissimi

Page 10: Numero speciale   ordinazione don andrea

10Ordinazione presbiterale don Andrea

Quando lo vedi sul presbiterio della cattedrale di Bergamo insieme ai suoi compagni, lo noti subito: testa bassa, passo corto… sembra un adolescente in perenne disagio con se stesso e il mondo.Da vicino ti appare un volto con la barba lunga, un po’ pallido e smagrito e ti viene spontanea la domanda: «Ma quel figliolo mangia abbastanza?».Le signore che alternano il loro servizio tra la Chiesa e l’Oratorio, quando l’hanno visto “tirarsi su” le maniche e mettersi al lavandino a pulire le pentole, l’hanno subito adottato: «Questo è bravo, si dà da fare e ha voglia di lavorare!».Gli adolescenti più irrequieti, quelli che spesso stanno sulla soglia dell’Oratorio e che “ogni tanto” escono con “parole improprie”, hanno imparato ad ascoltare la sua voce quando è cordiale e ammiccante, ma anche quando è decisa e forte e comporta il lavoro di ramazza negli ambienti meno nobili durante i campi scuola.Anche i bambini che si stanno preparando alla Prima Comunione, ieri al ritiro, mi dicevano: «Se lui non viene a farci giocare a bandierina “ruspa”, noi andiamo a dire al vescovo di non farlo “diventare” prete!».Sono solo alcune considerazioni sul seminarista e oggi diacono, don Andrea Pressiani, che dall’ottobre 2010 svolge il suo servizio, generoso e competente, nella Parrocchia del Sacro Cuore in città, quartiere Carnovali.Don Andrea assomiglia alla sua terra e al suo paese, Villa d’Adda, si è formato assumendo le caratteristiche della zona dove è nato e cresciuto: la strada è stretta e in salita, per arrivare a casa bisogna far fatica, devi guadagnarti ogni metro di strada che fai con il sudore della fronte; se stai fermo, non vai avanti e non arrivi da nessuna parte; intorno c’è tanto verde, al contrario di qui in città, e puoi respirare a pieni polmoni; nel bosco e all’ombra degli alberi ti sembra di sentire sul volto e nelle narici il “sussurro della brezza leggera” con la quale Dio si è manifestato a Elia sul monte Carmelo; se poi guardi in alto vedi sempre il cielo, a volte sereno e limpido altre volte rabbuiato e nuvoloso, però lo puoi sempre vedere e il cuore si apre alla speranza, perché c’è sempre un arcobaleno.Quel pezzo di terra di Villa d’Adda è stato per don Andrea un invito a cogliere “l’essenziale, che è invisibile agli occhi”, una chiamata a seguire il Signore, in modo

personale e unico, tanto da diventare “icona di Gesù, povero e crocifisso”, servo di una Parola che gli è stata donata per diventare “vangelo”, buona notizia per i fratelli e le sorelle che Lui gli farà incontrare, prete - fornaio di quel Pane che nessuno meglio di Lui sa impastare e cuocere al punto giusto, che non si trova in nessun negozio così buono e fragrante, ma che Lui con un amore grande continua a “moltiplicare” e “distribuire” gratuitamente a tutti gli affamati del mondo.Noi del Sacro Cuore ringraziamo la Comunità di Villa d’Adda per averci “regalato” la testimonianza giovane e lieta di questo “ragazzo”, noi l’abbiamo accolto con entusiasmo e gli abbiamo consegnato le chiavi della nostra amicizia e il ritmo del nostro camminare insieme sui passi di Gesù.Ora diventa prete e lo accompagniamo con la preghiera e con tutto il nostro affetto perché sia “prete” fino in fondo, nello stile del Maestro, nella semplicità del Nazzareno, nella santità del Crocifisso e nella forza del Risorto.Tanti auguri don Andrea, rimani sempre così, vedrai che chi ti incontrerà, e avrà la grazia di godere del tuo servizio sacerdotale, dietro l’andatura dimessa e la testa bassa, sotto la barba lunga e sul viso smagrito e pallido troverà sempre un sorriso largo e pulito e saprà cogliere l’essenziale: “Un cuore appassionato per Cristo, che non si tira indietro e che si spende senza misura per i fratelli”.

don Cesare

Due anni al “Sacro Cuore”

in citta’

Page 11: Numero speciale   ordinazione don andrea

11 26 maggio 2012

«Non è che la tua strada è quella del sacerdozio?» domandai una volta a bruciapelo ad Andrea. Ero a Villa d’Adda da qualche tempo e, nei brevi contatti che avevo avuto con lui, avevo potuto conoscere e anche apprezzare la sua disponibilità, soprattutto nel campo dell’informatica, e la sua attenzione alla liturgia, nell’accompagnare i canti con la chitarra alla Messa domenicale delle 10.30.«No… non penso proprio…» fu la sua risposta asciutta e impacciata alla mia richiesta!«Va bene - continuai - era solo un’idea che mi era venuta e mi pareva potesse interessarti!». Mi incontrai altre volte con Andrea. Bastava una difficoltà nel gestire il computer e per me, un po’ “imbranato” in alcuni passaggi informatici, era facile ricorrere alla competenza di Andrea.Volutamente però non toccai più l’argomento “vocazione”, rispettando la risposta ricevuta.Dentro di me lo affidai al Signore press’a poco con queste parole: Signore, a me sembra che Andrea potrebbe diventare sacerdote, mi sembra che abbia le qualità per farlo! Tocca a Te adesso chiamarlo!Passarono mesi, e forse qualche anno. A un certo momento venni a sapere che Andrea aveva iniziato a frequentare la scuola diocesana delle vocazioni giovanili. Fu una notizia che non mi sorprese, anche se l’interessato non mi aveva detto niente e taceva

Che la gente vedendoti dica:Quanto e buono il Signore!’

sull’argomento. Capivo che ciò faceva parte di quello che oggi con una parola inglese chiamiamo “privacy”, cioè l’angolo segreto e personale delle proprie scelte e della propria coscienza. E lo rispettai.Solo mi misi d’accordo con nonna Pina, la quale in quel tempo non mancava mai alla Messa feriale dell’Istituto: ogni giorno, di buon mattino, scendeva con passo snello dal Mazzo per partecipare alla Messa delle 7, estate e inverno.Concordai con lei di intensificare la preghiera, perché tutto si svolgesse secondo i piani di Dio.«La sarès ona grazia tròp granda» mi rispose, quando le proposi di pregare intensamente per la vocazione al sacerdozio del nipote Andrea.Andrea entrò poi in seminario frequentando l’anno di preparazione e poi la teologia. I nostri colloqui divennero rari, ma amichevoli e sinceri: erano legati a un fatto casuale, nella breve presenza in parrocchia durante le vacanze.Ora Andrea, sei arrivato. Sono contento di aver collaborato al nascere della tua vocazione, anche se penso che gran parte di “responsabilità” l’abbia la corona del rosario della tua nonna.Mi piace concludere queste sobrie righe con un augurio che ricevetti anch’io da una persona semplice e piena di fede, quando fui ordinato sacerdote: «Che la gente, vedendoti, dica: Quanto è buono il Signore!». Non che io creda di averlo realizzato! Ci ho provato e ci provo ogni giorno, nella fatica. Il risultato è visibile: c’è spazio per crescere! E tanto!Provaci anche tu. Non scoraggiarti se ti occorrerà del tempo!Ciao,

don Renato

Page 12: Numero speciale   ordinazione don andrea

12Ordinazione presbiterale don Andrea

Campo adolescenti a Les Menuires, 2004

Nulla mi e piu caro di Gesu Cristo

’ ’’

“La grande maggioranza dei membri del concilio si trovava sul palco, ivi compresa quasi tutta la gerarchia

dell’Oriente e dell’Occidente. In basso erano rimasti soltanto tre gruppi di uomini che si erano avvicinati gli

uni agli altri e che si stringevano accanto allo starets Giovanni, al papa Pietro e al professor Pauli.

Con accento di tristezza, l’imperatore si rivolse a loro dicendo:

«Che cosa posso fare ancora per voi? Strani uomini! Che volete da me? Io non lo so. Ditemelo dunque voi

stessi, o cristiani [...] che cosa avete di più caro nel cristianesimo?».

Allora simile a un cero candido si alzò in piedi lo starets Giovanni e rispose con dolcezza:

«Grande sovrano! Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui Stesso e tutto ciò

che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della

Divinità»”.

Vladimir Soloviev, Il racconto dell’Anticristo

Ciò che desidero per me, che rimanga sempre, e che sempre possa emergere dal mio volto, dalle mie parole, dai miei gesti… insomma da tutta la mia vita, è proprio questo: “Nulla mi è più caro di Gesù Cristo”.Non ho nessuna pretesa di essere perfetto, di essere testimone trasparente, di essere maestro infallibile: anzi, desidero che i miei difetti siano ben evidenti, perché risalti ancora più grande e miracolosa l’opera di Cristo.Solo chi è stato visitato dal Signore può intuire quanto sia vero questo: ogni uomo è il miglior narratore della propria storia, e di come Cristo abbia conquistato il suo cuore.Niente pensieri strambi quindi…Tutto questo è la mia preghiera per te, don Andrea, affinché tu sia ogni istante e in ogni millimetro e milligrammo del tuo essere, amico appassionato e innamorato del Signore.Con profondo affetto.

don Matteo

Page 13: Numero speciale   ordinazione don andrea

13 26 maggio 2012

Accolgo volentieri l’invito a formulare dalle pagine di questa speciale pubblicazione il mio personale augurio a don Andrea. Nel far questo mi affido a un ricordo per-sonale legato alla settimana di immediata vigilia della mia ordinazione sacerdotale, ovvero ai giorni di Esercizi spirituali svolti presso la casa di ritiri di Botta di Sedri-na. In quel clima di particolare raccoglimento, con sem-pre maggior forza si fece strada nel cuore di tutti i miei compagni uno speciale desiderio: la possibilità di sentire particolarmente vicino a noi un caro compagno di studi che, non più tardi di tre anni prima, una crudele malattia aveva sottratto alla vita e al comune cammino verso il sacerdozio. Il Vescovo Roberto, che dettava quegli Esercizi, comprese quel nostro profondo sentimento e in via del tutto ecce-zionale acconsentì alla richiesta di una breve sospensio-ne del ritiro per poterci consentire la visita a Vittorio e il saluto alla sua mamma. Fu una serata la cui dolcezza e forza ancora oggi conservo nel cuore. Le luci del tra-monto ci regalarono la possibilità di una preghiera silen-ziosa e potente attorno alla tomba dell’amico, cui seguì la visita a sorpresa alla mamma che ricambiò con una commossa accoglienza e con parole di grande sapienza e incoraggiamento nei nostri confronti.Nel fare ritorno alla Casa di Spiritualità, proprio mentre ciascuno, in silenzio, gustava la testimonianza ricevuta dalla fede, robusta poiché provata, che abita e anima le case e le famiglie della nostra terra, l’autista inavvertita-mente percorse le vie di alcuni paesi che proprio l’indo-mani avrebbero accolto i giovani e novelli sacerdoti. Ben-ché fosse buio e l’ora ormai tarda, la gente di quei paesi era ancora per via, gioiosamente schiamazzante e tutta indaffarata a ultimare gli addobbi e l’apparato necessa-rio per la buona riuscita della festa. Come non rimanere colpiti da quella intensa partecipazione, dall’entusiasmo che accompagnava quella laboriosità? Un clima di gran-de attesa avvolgeva quei preparativi. Per parte mia, mentre transitando, osservavo dal fine-strino tutto quel gran darsi da fare, a fronte della mani-festazione di così grande attesa e onore, pensai istinti-vamente al mio paese di Carenno e provai da principio non poco timore e senso di inadeguatezza. A questo pri-mo sentimento, ispirata dagli eventi di quella particola-re sera, fece seguito di lì a poco una considerazione più profonda e consolante: lo spettacolo offerto da quella vivace esteriorità era di fatto una nuova testimonianza. La testimonianza della fede di un intero paese che sente e vede nell’ordinazione di un suo giovane al sacerdozio,

La fede delle nostre case,la fede dei nostri paesi

un segno tangibile della sollecitudine e della paziente tenerezza con la quale il Signore, il Pastore bello delle pecore, continua a prendersi cura delle nostre vite, del-le nostre famiglie e dei nostri cari paesi. Insomma della sua Chiesa. Per questa ragione, di fronte a questo segno, tutti i membri di una comunità lasciano volentieri le loro abitazioni per riversarsi nelle strade per esprimere gioio-samente la loro riconoscenza. Carissimo don Andrea, quale augurio più bello per te se non quello che trae ispirazione da queste manifestazioni dell’unica fede? Non si diventa infatti cristiani da soli: si di-venta cristiani incontrando dei cristiani. La testimonianza semplice e forte della quotidianità della tua casa e del tuo paese di Villa d’Adda ti ha donato di conoscere il Signore Gesù. La tua giovinezza ha cercato nei loro volti, nel loro amore, nella loro passione e dedizione, il segreto della vita, la risposta alla domanda a come sia possibile vivere facendo bene gli uomini. Proprio mentre frugavi la vita e gli occhi degli uomini e delle donne della tua comunità, ti sei imbattuto in ciò che è al centro dei loro cuori, una perla preziosa, talmente bella che per essa vale la pena di vendere tutto: il Signore Gesù. Così e non altrimenti hai iniziato a frequentare il Signore. Alla sua scuola hai accol-to l’invito, la chiamata a metterti a tua volta a servizio del-la fede dei suoi e tuoi fratelli: questa è la tua vocazione. Questo d’altra parte sarà anche il tuo sacerdozio. Ovun-que infatti ti troverai a servire, sempre porterai al centro del tuo cuore il tesoro prezioso della testimonianza della casa e della fede della comunità dove il Signore ha voluto che il tuo essere prete avesse a germogliare. Auguri don Andrea! Con grande affetto.

don Fabrizio

San nicolò, capodanno 2003

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14Ordinazione presbiterale don Andrea

Quando uno arriva dall’oratorio e si ritrova dentro un ufficio, qualche attimo di smarrimento ce l’ha. Abituato al clima del-la parrocchia, gli sembra di perdere il contatto con la realtà: le persone si fanno più lontane, pur essendo sempre il cen-tro dell’attenzione della vita quotidiana.Andrea, quando l’ho conosciuto, faceva parte di un mondo per me nuovo. Un mondo che aveva le sue piccole strutture, compresa quella cosa strana che è un gruppo di giovani vo-lontari che si era dato un “presidente”. Parola impegnativa, per dire di una presenza che non ha veri mandati istituziona-li, ma che conserva - dentro il gruppo degli animatori Upee - la delicatezza di raccogliere gioie, attese e qualche volta malumori. Per essere una specie di “braccio destro”.Niente di che: non è una carriera, non si fanno soldi, semmai c’è da perdere del tempo.

Potrebbe dare persino fastidio, ad Andrea, parlarne. E, in-fatti, il divertimento erano gli animatori dell’oratorio di Villa d’Adda che sfilando all’ingresso dell’Acquasplash la sera del-la festa di luglio, cantavano a squarciagola: “Solo noi, solo noi, il presidente ce l’abbiamo solo noi”. Più che un pizzico di sano orgoglio, era la sottile soddisfazione di vedere dipinto sul suo volto un po’ di imbarazzo.

Se non fosse che sto correndo il rischio di rinnovarlo, questo imbarazzo, vi dovrei raccontare invece di quanto Andrea fos-se capace di vivere con semplicità, ma anche con un grande senso di responsabilità questo compito; della sua capacità di intuire il più piccolo disagio nel cuore di ognuno nel gruppo; di saper stare accanto a un “direttore” con la capacità di so-stenerlo e di riprenderlo a dovere, quando era il caso.Ma, davvero, non sto ricuperando dalla memoria queste cose per tessere un elogio - buono solo per la retorica di ma-niera. Piuttosto, perché penso che anche quel passaggio di vita sia stato importante per lui e per noi che oggi - non sen-za stupore - lo vediamo salire all’altare da prete.

Caro Andrea, ciascuno di noi diventa ciò che è attraverso la sua storia e le sue scelte. Non so qual è il peso della tua espe-rienza di animatore per gli oratori della Diocesi nel tuo deci-derti per il sacerdozio o nel tuo essere prete in futuro: queste sono cose tue. E francamente non ci interessa dirlo, come se fosse importante stabilire una classifica di queste cose.Mi piace ricordarti, però, che sei stato capace di vivere in-tensamente e con spirito di servizio una cosa che in sé non ti stava portando da nessuna parte. Hai sperimentato anche dentro a questo gruppo di matti cosa significa quel famoso adagio di Gesù: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamen-te date”. E ti sei accorto - credo - che nelle piccole cose di ogni giorno possiamo mettere molto di noi stessi, possiamo sco-prire molto degli altri, possiamo renderci conto della gran-

Come un fratello

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15 26 maggio 2012

Ebbene sì! Non aveva ancora messo piede in parrocchia che le voci dei soliti bene informati dicevano: “È bravo; siamo fortunati perché è proprio bravo”. Non che non lo fossero stati i seminaristi/diaconi che lo avevano preceduto ma, nel suo caso, la fama di ragazzo in gamba lo precedeva.E così è stato. Come dirlo, però, in poche righe senza sembrare compiacenti? Forse lo si può sintetizzare con una frase molto semplice: ci ha voluto bene da subito e per quello che eravamo, deciso a testimoniare in mezzo a noi quanto è grande l’amore di Dio per ciascun uomo.E così ha fatto con tutti. Con i bambini e i ragazzi al catechismo, in oratorio, al CRE; con i suoi specialissimi e non sempre facili pre-ado, ado e giovani cercandoli ogni volta personalmente per invogliarli a sperimentare che è bello avere Gesù come Amico. Quanto impegno, voglia di fare e attenzione anche con i catechisti e con il gruppo delle famiglie giovani dove ha legato in fretta con quei papà e quelle mamme che hanno più o meno la sua stessa età. Anche con gli adulti non si è mai tirato indietro. Bello e pieno di rispetto il suo rapporto con il parroco, con gli altri preti della comunità e con le suore.Disponibile, concreto, positivo, rigoroso e severo, quando era necessario, ma sempre pronto a ricominciare da capo superando gli ostacoli le inevitabili diversità di vedute presenti in ogni parrocchia.Insomma abbiamo avuto tanto in dono da lui e ora che sta per concretizzarsi il suo progetto di vita non possiamo che augurargli: “Non cambiare, mantieni intatti questo tuo entusiasmo e voglia di spenderti per gli altri”. Ma è inutile che glielo diciamo noi perché l’ha già scoperto da solo che chi fonda la propria vita in Cristo non resterà mai deluso.E allora… al novello sacerdote don Andrea un grande grazie e l’Augurio sincero di buon cammino.

La comunità del Sacro Cuore

dezza e della bellezza di una vita attraversata dal Signore.Probabilmente in questi giorni proverai anche un po’ di smarrimento e forse ti sembrerà troppo quello che la Chiesa ti sta per affidare. Torna, con la memoria, anche a questo piccolo pezzo di storia; dove il sogno per la vita buona dei ragazzi ha abitato un gruppo di giovani che per questo sogno si sono spesi. Torna, sì, alle fatiche e insieme alle gioie che tutto questo ha saputo produrre. Per trovare il coraggio, la forza, ma anche la creatività della profezia di chi dice al mondo che lo spreco di amore e di cura è l’unica cosa che può medicare le ferite e i dolori dell’uomo di oggi. Pochi hanno voglia di farsene carico, ma forse questa è l’u-nica cosa di cui tutti sentono il bisogno.

È per questo che oggi suona la banda e ti facciamo festa. Perché sappiamo che tu non saprai tradire questa attesa. Basterà che il tuo passo continui a essere lieve e amorevole accanto alle persone che ti verranno affidate. Ti accompa-gniamo con la nostra preghiera. Con tutto l’affetto di cui sia-mo capaci. E la riconoscenza per averti come amico e compagno di viaggio.Ti ho sempre sentito come un fratello. Alla gioia, oggi, aggiungo la commozione di sentire che questa fraternità è ancora più for-te. Ti abbraccio,

don Michele

Cre a Orio al Serio, 2008

Piazzatorre, 2012

Page 16: Numero speciale   ordinazione don andrea

16Ordinazione presbiterale don Andrea

Caro Andrea, è abbastanza difficile condensare in una pagina un pez-zo consistente delle esperienze/avventure/disavventure/scorribande che abbiamo vissuto insieme agli amici della vecchia Upee e del progetto Romania. Ti ricordi come è iniziato tutto?Tra le prime cose che ricordiamo di te è di aver scoperto a 16 anni che esisteva un paese che si chiama Villa d’Ad-da!!! Dove l’oratorio e i don erano altrettanto “mitici” di quelli del nostro quartiere, all’interno del quale noi pen-savamo iniziasse e finisse il mondo! E invece no! Già, nelle prime riunioni noi, nuovi arrivati, cercavamo di capire in punta di piedi dove fossimo finiti, in mezzo a tut-to quel gran da fare! Tu capelli incolti, pantaloni peruviani e chitarra alla mano.Presto superati gli indugi dell’inizio, ci siamo trovate af-fiancate a uno strano soggetto, che in alcune espressioni si diceva assomigliasse a Hugh Grant, per occuparci di ciò che era la parte di accoglienza nelle attività dell’ufficio della pastorale giovanile… Così non furono solo i poveri adolescenti villadaddesi a beneficiare delle tue balzane idee e improbabili proposte! Sono poi trascorsi parecchi anni di corsi centrali, mezzol-di, corsi di formazione, gite fuori porta, veglie e soprat-tutto serissime riunioni serali all´insegna del buon vino e della buona tavola... (beh, perché così si lavora meglio!).Ne è nata un’amicizia profonda, di quelle che partono dalla pancia e poi arrivano anche alla testa, di quelle pure che non hanno mai doppi fini, di quelle che rimangono vive anche dopo molto tempo pur senza una frequenta-zione assidua. Lentamente ne è nato un rapporto intenso, di quelli che spesso non hanno nemmeno bisogno di troppe parole perché sanno leggere dentro un silenzio o incontrarsi in uno sguardo.Nel frattempo gli anni passavano e tutti noi crescevamo…

In uno sguardo Nell’estate del 2003 con un gruppo di amici abbiamo de-ciso di andare a scoprire la Romania e in particolare un progetto che si svolge nel nord del paese, nella città di Baia Mare…Tu non hai fatto parte del gruppo che è anda-to in avanscoperta ma sei tra quelli che più si è fidato ed è rimasto affascinato dall’esperienza, tanto da passarci ben quattro estati (e forse non ti sei ancora stancato!).La condivisione dell’idea che l’ingiustizia sociale sia una “malattia” che dobbiamo cercare di combattere con la nostra intelligenza e la voglia di fare, ci ha portati a per-severare nel mantenere viva l’esperienza di scambio tra Italia e Romania e nel proporla ogni estate a gruppi di giovani bergamaschi che si vogliono sperimentare e vo-gliono guardare il mondo con occhi diversi. Questa idea non è nata in un ambiente ecclesiale, ma da alcuni giovani che hanno iniziato a sperimentare che oc-cuparsi di qualcuno più sfortunato era qualcosa che dava valore al loro tempo libero e che creava legami di amicizia sinceri, permettendo di condividere in un modo nuovo gli stessi valori di sempre, anche nella differenza delle strade che imparavamo a percorrere.Sei stato, e tuttora sei, parte di questo gruppo, nonostan-te tu ora abbia uno “status speciale”: la scelta di vita che stai compiendo non è usuale né comune… è una scelta di un coraggio che sembra quasi incosciente o incomprensi-bile agli occhi di noi altri giovani abituati a una società in cui tutto si cambia e ormai niente è per sempre. Quando ci hai confidato che tu invece ci credevi, credevi che questa fosse davvero la tua strada e che ti saresti affi-dato nelle mani di Qualcuno più grande di noi che avreb-be saputo guidarti, ci hai spiazzato, hai messo sottosopra il nostro piccolo mondo… è servito del tempo perché im-parassimo a comprendere attraverso i tuoi gesti e il tuo sguardo brillante che questa scelta è la tua felicità. Ci hai pazientemente regalato la possibilità di scoprire cosa volesse dire ascoltare ciò che si ha davvero nel cuo-re, togliendo i rumori di fondo e il conformismo richiesto dalla società. Di fronte a un desiderio così profondo e ir-refrenabile, non possiamo che ringraziarti e condividerne la bellezza.E hai anche dimostrato che rimarrai sempre l’Andri,

l´Andre, il Pressia… quello sempre attento a coloro che fanno più fatica, quello com-puterizzato e ipertecnologizzato che crea segnalibri solidali come nessun altro, quel-lo che ascolta sempre tutti, quello che non si scompone di fronte a una moltitudine di bambini urlanti, quello sempre contento della vita e con il sorriso stampato sul viso…Siamo certi che la Chiesa ha bisogno di per-sone come te. Per questo siamo orgogliosi della tua scelta e ti auguriamo buon cam-mino e buon inizio di questa splendida av-ventura umana…

Un abbraccio forte da Livia e Greta

Baia Mare in Romania, agosto 2011

Page 17: Numero speciale   ordinazione don andrea

A te don Andrea...

Barbara e Marco M.

Page 18: Numero speciale   ordinazione don andrea

C’è il panico di non saper bene cosa scrivere: forse perché sbaglio l’idea iniziale. Questo non è un addio, caro Pres-sia, anche se verrebbe da pensarlo... è che ci siamo incon-trati troppe volte nel Signore per dire che non succederà ancora, e questo mi basta per provare grande serenità. Dal 26 maggio non avrò un confratello in più, perché ci sei già e da molto tempo: fratello, amico, aiuto. Mi hai fatto il dono di un’amicizia che spesso mi ha aiutato a re-spirare. Abbiamo condiviso tanto, e il debito d’affetto è grande... piccole sono invece queste parole, sicuramente sproporzionate rispetto a quanto sarai chiamato a essere tra poco. Solo pochi indizi per rimanere ancorato al Signo-re al quale ti stai consegnando: prega spesso, raccontati, ascolta e perdonati per quello che non riuscirai a fare. Perdona me per queste righe, che sono il frutto di pensieri sparsi rincorsi dai ricordi. Ci siamo già detti molto e molto non è nemmeno da dire: i fratelli intui-scono qualcosa dell’altro, non è necessario che si spieghino. Di fondo l’augurio più sincero: abbi ogni giorno il coraggio di consegnarti con sincerità al Padre e a chi, sulla tua strada, ti parlerà di Lui.E, vivaddio, queste sono lacrime di gioia…

dRenzo Q.

Rifugio rino-Olmo, 2009

Finalmente ce l’hai fatta! Anno dopo anno, passo dopo passo, sei arrivato al tra-guardo di questo cammino. Un traguardo che non è un arrivo, un traguardo che si trasforma in una nuova partenza. Una ri-partenza che non è semplicemente un riprendere il cammino, una ri-partenza che ha il sapore della propria debolezza e della fiducia di Colui che ti ha cercato e desiderato.Bellissima è l’espressione usata da Biagio Antonacci nella canzone “Ti dedico tut-to”, una frase che racchiude in sé sia la nostra situazione di uomini e preti, sia l’augurio che mi permetto di lasciarti: “Siamo naufraghi vivi in un mare d’amore”. Il naufrago è colui che è in mezzo al mare, travolto dalle onde, che non può contare solo sulle sue forze, ma è in attesa di qualcuno. Così è un po’ il prete: in mezzo a un sacco di gente, travolto da varie attività e impegni da svolgere, che non può contare solo sulle sue semplici mani, ma deve essere capace di farsi aiutare. E in mezzo a questa burrasca, proprio quando ti sembra di affogare e di non sentire più l’aria nei polmoni, scopri che sei in un mare d’amore, ti accorgi che stai affo-

gando proprio nell’amore di Colui che ti ha voluto e chiamato, nell’amore di Dio. Allora caro Pressia, o meglio, caro don Andrea, non aver paura di essere “un naufrago vivo in un mare d’amore”.

Cipo

Grande, l’Andre! Un grazie è di dovere - niente di reto-rico - per tutto quello che negli ultimi sei anni abbiamo condiviso, mischiandoci i sogni, le idee e la vita. L’au-gurio più bello lo ritaglio da un pezzo di quel mitico concerto del Jova, dello scorso dicembre: “… Conside-rando che l’amore non ha prezzo, lo pagherò offrendo tutto l’amore, tutto l’amore che ho…”. Il tuo fare, il tuo dire e il tuo essere possano davvero essere racchiusi tutti qui dentro: in quel travaso eterno e inesauribile di amore donato perché ricevuto, dove la meraviglia della gratitudine rende possibile distil-lare perle visibili di gratuità. Permetti ancora che chi ti incontra possa lasciarsi toccare dalla tua passione sferzante, che è capace di aggrapparsi con tenacia alle tracce invisibili del passaggio di Dio, nelle pieghe delle opere e dei giorni degli uomini. Sia questo l’essere te-stimone della gioia che ti ha incontrato. Anche per me. Insomma – in tre parole – ecco il “mio” augurio, che si fa stile di vita e di Chiesa: essere visibili perché invisi-bili, perché in visibilio… Buon cammino, e tanta vita!don Mattia Magoni

Caro don Andrea,

ti rivolgo i migliori auguri per il cammino di sacerdozio

che hai intrapreso. Il Signore ti guidi sempre sulla via del

Vangelo di cui sei diventato testimone.

Ti ringrazio inoltre del tuo impegno a farmi conoscere il

Seminario attraverso gli incontri vocazionali.

Auguri ancora, Mattia

In questi giorni, mentre preparavo un ritiro, mi è capitato di vedere un video di Giovanni Paolo II

alla GmG celebrata a Roma nel 2000.In un passaggio, salutando le migliaia di persone presenti il Papa, esclama di sentirsi “giovane tra i

giovani”. Non so perché, ma subito ho pensato a te.So che alla tua età non sarà facile essere prete e ancor

più difficile sarà lavorare con tanti adolescenti che, quando sentiranno parlare di anni settanta, ti

guarderanno con fare dispiaciuto e penseranno “che povero vecchietto...”.

Ti auguro, nonostante l’età, di cercare di mostrarti sempre giovane. Ovviamente ma nello spirito, perché

mostrarlo nel fisico sarà impossibile.Ti auguro di saper portare, nelle parrocchie che ti

accoglieranno e nelle comunità che ti verranno affidate quella freschezza che in questi anni hai

mostrato nelle esperienze che abbiamo potuto condividere.Ti auguro, nonostante l’età, di poterti sentire

“giovane tra i giovani” così come ti abbiamo fatto sentire in questi anni in seminario…

Auguri Reverendo.Paolo

Page 19: Numero speciale   ordinazione don andrea

Trabucchello, 2005

Bergamo, 2012

Mett ersi in cammino versouna meta sconosciuta esige fi ducia.

Anche noi come gli israeliti naufraghi in camminosicuri che chi ci guida, il Signore,

sa qual è la nostra meta. (RODENGO 2006)

Caro Pressia…, cioè don Andrea,grazie perché mi hai mostrato la bellezza della

condivisione, del vivere la comunità(o forse l’oratorio o le varie esperienze)

nella gioia, nella collaborazione e nel dialogo.Ti saluto augurandoti di saperti spezzare

per il prossimo perché il Signoreè in mezzo a noi come Colui che serve.

Questo sia vero sempre anche per la tua vita

ovunque il Signore ti condurrà.In bocca al lupo per questo nuovo viaggio!

Un abbraccio, nani.Bett y

Laurea in informatica, Febbraio 2007

Terlago, 1996

Ricordo l’agitazione, il ti more e ancheun po’ di paura che trasparivanodai suoi grandi occhi espressiviin quel bel visett o paff uto...Era il primo ostacolo della sua vita:l’esame di ammissione allaseconda elementare.Devo dire sostenuto brillantemente! Forza Andrea, vai avanti cosìe supererai sempre bene i vari esamiche incontreraisul tuo percorso di sacerdote!

Anna Luppi (sua insegnante alle elementari)

Un ragazzo che si spende unicamente

per gli altri è come un miracolo che

accade sott o ai nostri occhi

e la tua scelta, più di ogni parola,

dice tutt o di te e di Lui.

Ogni vocazione, ogni scelta,

se la si segue fedelmente,

non penso sia mai facile!

Ma tu hai dalla tua il miglior compagno

di viaggio che ci possa essere...

Dal canto mio pregherò,

magari anche perché, att raverso te,

la Chiesa accorci la distanza che a volte

manti ene con la quoti dianità e

perché cerchi di senti rsi un po’ più

solidale “con quella porzione di mondo

che dalla parrocchia ci passa di striscio,

amandola non giudicandola”

come diceva don Tonino Bello.

Forse chissà... sarai chiamato a

condurre la tua buona batt aglia anche

là dove il mondo ti aspett a

con tanta ansia.

Con aff ett o. Vanna Teli

“Ciò che conta è lo stupore”.Caro Andrea,ti saluto con una frase che,pur nella sua semplicità, ha perme un signifi cato profondoe prezioso e oggi rappresentaproprio l’augurio chevoglio farti ,cioè quello di viveresempre la tua vitacon sguardo e spiritodi meraviglia, di stuporedi fronte ai doni, alle gioie,ai compiti e alle sfi de cheil Signore d’ora in avanti mett erà sul tuo cammino.

Con aff ett o. Stefania C.

“Ama e fa’ ciò che vuoi.”

(Sant’Agosti no)

Ti auguro di ricevere

tutt o l’amore che, ne sono

certa, saprai donare.

In bocca al lupo!Giusi

“E giorno dopo giornoè silenziosamente

costruire…”(Nicolò Fabi)

A chi si è semprepreso cura di me...

GRAZIE!Auguri don Andrea.

Vero

Page 20: Numero speciale   ordinazione don andrea

Fontanella 2006

Nel mezzo c’è tutt o il resto etutt o il resto è giorno dopo giornoe giorno dopo giorno è silenziosamente costruiree costruire è sapere e potererinunciare alla perfezione.Non dimenti cartelo!! Buona strada!Un sorriso. Sara P.

Corrida, 1999

Sesto San Giovanni , Settembre 2011

Beh, che dire? Ci siamo conosciuti che io avevo tredici annie tu già mi ripetevi che dovevo andare nei villaggi...Io ti rispondevo: «Ma piantala! La mia vita è a Villa d’Adda...».E invece ora sono a Marsa Alame da cinque anni a questa parte sto girando il mondo.Ogni tanto ci senti amo, e mi dai ancora consigli...Sai, è bello vedere che stai arrivando a quello che vuoi fare…Ti auguro tutt o il bene possibile.Andrea R.

Caro don Andrea,quanti bei ricordi mi hai regalato!Sono tanti ssimi, ma in parti colarene ho uno che custodisco gelosamente.Questo ricordo è riferito alle domeniche diAvvento e Quaresima che assieme adon Fabrizio animavamo in chiesina,tu con la Bott ega della Musicae io con il laboratorio liturgico.Era uno dei momenti più belli della domenica; ammiravo molto come, con il tuo carisma, riuscivi a coinvolgere tutti a seguirti nei canti .Eravamo tutti catt urati dalla tua gioia che inondava tutt a la chiesa, mi ricordo in parti colare che una domenica, mentre stavi facendo provare i canti per la Messa,hai fatt o strimpellare la tua chitarraad alcuni bambini che sedevano davanti a te.Nei loro occhi ho visto una forte ammirazioneper te, senti mento che tanti tra noi ragazzi proviamo nei tuoi confronti .In parti colare la mia sti ma è per tutt o il percorsoche hai fatt o per arrivare dove sei,hai senti to la Sua chiamata e con pazienzae tanta devozione hai camminato suquella strada che ti ha portato a dire “Eccomi”.Ora, caro don Andrea eccoti qua: per tutti saraidon Andrea, ma per noi, che ti conosciamoda sempre, sei e sarai “il Pressia”.Da tutti e tre un augurio speciale perchétu possa portare sempre con tequella gioia di fare che ci hai regalatoper tanto tempo e perché tu possa donarla a chiincontrerai durante questo tuo nuovo percorso!Auguri per tutt o!Monica, Stefano e il piccolo Gabriele

Ciao don Andrea,con queste poche righe ti voglio ringraziare

per il grande dono che ci fai, quello della tua vita per gli altri,proprio come Gesù ha fatt o.

Tu sei stato mio educatore in oratorio e ricordo quandocon gioia ed entusiasmo ci parlavi dell’Amore,

quello con la A maiuscola, e della libertà. Tutt o questo ora l’hai tradott o nella tua vita per mezzo della tua vocazione

e così conti nui a educarci:niente è meglio

del buon esempio!Ti auguro che tu possa

vivere sempre con la stessapassione la tua nuova vita,

così che tutti possanointravedere grazie a te

il volto di Gesù e possanoconoscere e assaporare

la grazia della Parola.Buon cammino.

Marta

Ciao Pressia...Che dirti ? Solo una parola: GRAZIE.

Ti ringrazio per tutt o: per l’amicerchio, per avercondiviso un pezzo di pane per pulire le padelle,

per Trabuchello 2005... per Mezzoldo (presidente),per essere stato il mio educatore,

grazie per aver condiviso un pezzo del tuopercorso con me e sopratt utt o grazie per i consigliche mi hai dato, uno in parti colare che mi ha fatt o

rifl ett ere e cambiare.E adesso che sei don Andrea, sono sicuro

che puoi condividere con molte altre personela tua simpati a e la tua fede.

Conti nua così come hai sempre fatt o!Un abbraccio.

Massi

Page 21: Numero speciale   ordinazione don andrea

Giornata Mondiale della Giovent�, 2000

Les Deu� alpes, 2001

Les Menuires, 2003Val Cavargna, 1997

La prima volta che ho incontrato Andreafaceva il bagnino alla Colonia esti va sul fi ume. Da lì poi i momenti di incontrosono diventati tanti ssimi:oratorio, campi esti vi e invernali,scorpacciate di buon gelatoalla Gelateria dell’Isola e infi ne l’Upee(presidente Pressia). La strada è stata tanta e l’Andre è cambiato davveromolto: all’inizio molto chiusoin se stesso e poi via via sempre piùaperto e disponibile verso gli altri.Un cambiamento radicale chenascondeva un disegno bellissimo:da pescatore di bambinia pescatore di uomini. Un grandein bocca al lupo, caro don Andrea.Adri

Ciao Andrea, ops ho sbagliato, don Andrea!Da ora in poi ti senti rai chiamaresempre così. Che strano eff ett o!Il Signore ti ha chiamato a viverecome guida per i suoi discepolisulla terra e tu sei statosubito pronto a risponderea quello che Lui ha pensato per te.Ti faccio, quindi, tanti auguriper la tua vita e per il camminoche hai intrapreso, con la certezzache il Signore, la tua famiglia egli amici ti saranno vicini neimomenti felici e in quelli di bisogno.Con aff ett o,Laura S.

Dove c’è Dio c’è futuro. Sempre fede, speranza ecarità. Un carissimo augurio in quest’ordine.

Un abbraccio forteLucia, Davide, Riccardo e Caterina

IN REALTÀ È GESÙ CHE CERCATE QUANDO SOGNATE LA FELICITÀ (GIOVANNI PAOLO II, GMG 2000-Roma)Il tuo viaggio inizia qui, nel verde di questo nostro piccolo paese,in mezzo a tanti volti che, a guardarli, puoi ricordare chi sei.Ora, nella mia mente, c’è un volto amico: il tuo.C’è il rumore di tante risate, che ancora fanno sorridere;

c’è la luce di mille falòche hanno illuminato i nostri volti nelle notti d’estate;ci sono le note di una chitarra e di musiche suonate insieme;c’è il silenzio del dolore sperimentato nella prova;ci sono viaggi, con camminate e strade in salita(e, per fortuna, anche in discesa!);c’è un corti le con il simbolo di un albero,e c’è una grande casa dove abbiamo costruito la nostra fedee dove abbiamo provato a seminarla nel cuore degli altri,come germoglio di felicità.E poi c’è il cielo. E sott o il cielo i nostri sogni.E ciascuno di noi che prende il volo verso il suo orizzonte.E ci sei tu, che hai scelto di puntare dritt o verso il sole.Forse questo ti porterà un po’ lontano da noi,dai nostri luoghi, dalle nostre strade.Ma, così, potremo senti rti sempre un po’ nostro.Sempre vicino, sempre uno di noi. Sempre il nostro amicoPressia. Buon viaggio.

Viola

Page 22: Numero speciale   ordinazione don andrea

Calusco, stagione 2003-2004

Animazione S. Messa all’Istituto, 1998-1999

Cre, 2001

Caro amico ti scrivo, e penso a quanto

è stato bizzarro il Signore a farci incontrare

nel nostro cammino. Io, da sempre att orniato

da religiosi e cresciuto con un’inclinazione

al servizio e al sacerdozio,

ho lasciato il seminario anni fa

per troppa indecisione.

(«Meglio un buon padre che un catti vo

prete», mi disse un giorno mia nonna).

Ora tu, da sempre servizievole e

amico di tutti , non solo diventerai

ministro del Signore,

ma anche testi mone della mia

vocazione matrimoniale. Cosa volere di più?

Grazie infi nite, Signore bizzarro!!! :-))

Un abbraccioda Gianenrico, cioè Giane, ossia IL Gian

Auguro a tutt e le persone cheincontrerai nel tuo cammino di aver la fortuna,

come ho avuto io, di “rubarti ”, anche solo un pizzico,della tua vitalità e della passioneche metti in quello che fai e in quello che credi.

Davide T.

Ciao (don) Andrea!Non voglio correre il rischio di dire troppo

o troppo poco... Uso parole di altri in cuiracchiudere il mio augurio per la tua consacrazione.

Sono parole “regalate” a me ed Emanuelenel giorno del nostro matrimonio...

e che frequentemente mi ritornano in mente,ricordandomi quella splendida sensazione di gioia.

«Avete dato a tutti , specialmente ai ragazzi,una testi monianza vera e forte,

frutt o di quegli anni di “grazia”». Le nostre stradehanno preso direzioni diverse,

ma proprio in questi anni si sono intrecciate.Ti auguro di avere sempre la stessa passione,

nonostante le fati che e le diffi coltà.Avrai (avremo) sempre la Grazia che ci farà forza,

con fede e speranza.Un abbraccio,

Sabrina

… ho preferito iniziare così questa semplice dedica perché,se l’avessi iniziata scrivendo: “Caro don Andrea...”,

mi sarebbe suonato un po’... come dire... strano! Beh, micaposso già iniziare con: “Alla cortese att enzione di Sua Eminenza

Monsignor Pressiani Andrea” no?! Quello tra qualche anno,giusto? Già a voce ti chiamo così e mi dici che sono un creti no,

fi guriamoci se te lo scrivo! Mi suonava un po’ strano anchequando don Diego in chiesa dopo il tuo diaconato ha dett o che

da quel momento sei don Andrea... Per me sarai sempre il Pressia... ok, dai, facciamo don Pressia, me lo concedi?

Mentre scrivo penso ai bellissimi e indimenti cabili momenti passati insieme in oratorio e ai campi... Dall’animazione della

domenica al dj sciacquone (te lo ricordi? Cre 2003 H2ok,ma tanto so che te lo ricordi!), per non parlare dei campi:

da quello di Gais con la nostra camerata (e ti ricordo che alle 23.00eravamo già a nanna come bravi angioletti !!!) a quello con

quella indimenti cabile corsa (e che corsa!) su per le scale(il perché te lo devo scrivere?). E le Messe della domenica

matti na con Pressia vocalist? Wwwooowww!!! Quanti ricordi,uno più bello dell’altro, ed ora eccoci qua pronti a pregare

e festeggiare per il nostro don Andrea ops, don Pressia!Purtroppo tra qualche setti mana in catt edrale non ci sarò

e questo mi spiace davvero tanto, ma sicuramentein quel momento, che è il più importate della tua vita,

ci sarà un pensiero e una preghiera per te.Ti auguro tutt o il bene di questo mondo, e ti auguro

(ma sicuramente sarà così) che il Signore possa sempre esserti vicino in ogni momento positi vo e negati vo in questa tua

coraggiosa scelta di vita. Con tanto aff ett o e tanta amicizia.Un abbraccio,

BombaP.S.: MONSIGNOR ANDREA PRESSIANI SANTO SUBITO!!!

… ho preferito iniziare così questa semplice dedica perché,

Page 23: Numero speciale   ordinazione don andrea

Curò, 2003

Saluto a don Fabrizio, 2003

Carissimo don Andrea,

se dovessi usare un’immagine per ricordarti

prenderei questa cartolina:

sullo sfondo c’è un senti ero che porta in montagna,

in primo piano uno zaino appoggiato al ciglio,

una chitarra con il canzoniere e un bel grembiule.

Sono questi i ricordi più belli dei cammini

percorsi insieme ai campi, quando tu hai iniziato

a prenderti cura dei più piccoli.

Oltre al servizio nei loro confronti

avevi un’att enzione anche per noi:

quando toccava a te fare i servizi, non te ne andavi fi no a

quando tutt o era in ordine,

ed eri sempre att ento ai bisogni di tutti .

Quello che poi non mancava mai

era il tuo sorriso che illuminava le nostre giornate.

Ora che sei arrivato a questo grande traguardo

per la tua vita, ringrazio il Signore per averti conosciuto

e per aver a tratti camminato con te.

Ti auguro di conti nuare ad essere un dono per quanti

incontrerai sul tuo cammino,

con la certezza che il Signore cammina accanto a te.

Grazie per il tuo “SI”, don Andrea,

che ci dà gioia e speranza!

Un abbraccio, Marilena

Carissimo Andrea,in questa prossima “sfi da”,la più importante, spero che la tuaperseveranza, la tua forza d’animo e,perché no, la tua grinta - virtùche ti hanno contraddisti ntonella vita - ti aiuti no nella sequelaa Cristo; anche nei momenti diffi cili,sia Egli luce dei tuoi passi.Cari auguri per la tua Ordinazione,

Antoniett a

Colonia Gmg, 2005Colonia Gmg, 2005

Caro Pressia, mi viene diffi cile non chiamarti così perché quello è il nomecon cui ti ho conosciuto e con il quale ti ho chiamato

e nominato per tanti anni. Ora sei don Andrea,ma penso che conti nuerò a chiamarti e a pensarti come Pressia.

Non prenderla come una mancanza di rispett o,ma come un segno aff ett uoso di amicizia.

Quell’amicizia nata alle fermate del pullman alla scuola di Presezzoe cresciuta e maturata all’ombra del grande albero

che svett ava nel corti le del nostro oratorio. Tanti anni insieme,tante esperienze comuni e tante scelte simili seppur all’apparenza diverse.

La mia passione per la montagna mi porta a pensare alla relazione di amiciziacon te come a una lunga escursione intrapresa insieme,

o comunque, a un certo punto del senti eroci siamo trovati sullo stesso segnavia!

L’abbiamo seguito insieme ad altrie allo stesso tempo guidati da chi ci stava davanti .

Poi qualcuno ha preso altre direzioni,noi stessi insieme ad altri amici

abbiamo dovuto cambiare senti ero, poi anche noi dueabbiamo dovuto prenderne di diversi.Ma, come spesso capita in montagna,

per arrivare a una cima si possono scegliere percorsi diversi.La cima è ancora lontana penso...

Ma le gambe sono buone e il cuore leggero.Quindi, insieme su senti eri diversi, conti nuiamo il cammino.

Auguri caro don Andrea!Tuo

amicoGili

Ci sono giorni in cui l’albatarda ad arrivare.

Eppure, ecco... Li senti ?Sono i giullari di Dio che dichiarano:

“È giorno!” e instancabili ne ripetono l’annuncio, forte,

allegramente scarpinando in mezzo agli uomini.

Procedono a capo scoperto. Sembra che ciò che li tormenta

non sia niente rispett o a ciò che sperano.

Mett o insieme parole di poeti ,mentre i ricordi e le scelte

si compongono in desti no buonoper noi, per tutti .

Grazie don Andrea, di cuore.Guardandoti , qui e altrove,

so che dopo ogni nott e verrà l’alba.Stefania F.

Page 24: Numero speciale   ordinazione don andrea

Buon cammino don Andrea,con affetto

la Comunita di Villa d’Adda’