ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di napoli e

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di Napoli e provincia di Napoli e provincia www.ordinemedicinapoli.it PERIODICO FONDATO NEL 1913 Anno 90 (XC) - Numero 4 Ottobre-Novembre 2020 ORDINE DEI MEDICI DEI MEDICI CHIRURGHI CHIRURGHI E ODONTOIATRI E ODONTOIATRI Ordine: elezioni rinviate Per un eventuale svolgimento telematico del voto solo la FNOMCeO può validare una procedura che possa garantire il regolare adempimento Seconda ondata Medici allo stremo Solo uniti si vince

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Page 1: ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI di Napoli e

di Napoli e provinciadi Napoli e provinciawww.ordinemedicinapoli.it PERIODICO FONDATO NEL 1913

Anno 90 (XC) - Numero 4 Ottobre-Novembre 2020

ORDINE DEI MEDICIDEI MEDICICHIRURGHICHIRURGHIE ODONTOIATRIE ODONTOIATRI

Ordine: elezioni rinviate

Per un eventuale svolgimento

telematico del voto solo

la FNOMCeO può validare

una procedura che possa garantire

il regolare adempimento

Seconda ondata Medici allo stremoSolo uniti si vince

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Anno 90 - numero 4Ottobre-Novembre - 2020

EditorialeLa Pandemia in Campania Solo uniti si vince 4

Le elezioniSospensione decisa a Roma 5

Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020SOMMARIOSOMMARIO: in questo numero

FIRMA DIGITALE LE CONVENZIONI A DISPOSIZIONE DEI MEDICI? CONSULTA IL SITO DELL’ORDiNE

Info sul sito dell’Ordine

www.ordinemedicinapoli.it

Bollettino Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatridi Napoli e Provincia

Pubblicazione autorizzata dalla Cancelleria del Tribunale di Napoli

n° 99/1948

DirettoreSilvestro Scotti

Direttore responsabileAntonio Di Bellucci

Coordinamento redazionaleResponsabile del Comitato di garanzia Fausto Piccolo

Comitato di redazione

Domenico AdinolfiMario DelfinoAntonio De RosaAntonio De FalcoPierino Di SilverioLuigi Di MarinoSandra FrojoGiuseppe GalanoClara ImperatoreMario IovaneSanto MonastraAndrea MontellaGaetano PiccinocchiLuca RamagliaRossella SantoroVincenzo SchiavoLuigi SodanoMaria TriassiGiannamaria VallefuocoGennaro VolpeBruno Zuccarelli

***Progetto grafico e consulenza editorialeAlbatros News

StampaPoligrafica Industriale SrlVia Argine, 1150 -80147 Napoli

AmministrazioneVia Riviera di Chiaia, 9 C80122 - NapoliTel. 081/660517 - 660544 Email: [email protected]: [email protected]

Periodico fondato nel 1913Anno 90

n. 4 - Ottobre-Novembre 2020

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Di fronte a Sars-Cov-2, un nemico subdolo e invisibile di portata epocale, mina per la sa-lute, il lavoro, le sicurezze scientifiche, il modello sociale e per lo sviluppo economicodella comunità umana nel mondo; dinanzi a una malattia come Covid-19, che porta al li-

mite la tenuta di tutti i i servizi sanitari del pianeta e anche per un Paese come l’Italia che nellasua Costituzione colloca la tutela della Salute al centro dei bisogni fondamentali dell’individuo;di fronte a un nemico che scompagina l’assetto della nostra sanità, paralizza i servizi, chiamaa sforzi mai visti prima ogni singolo collega che indossa il camice bianco investendo anche laresponsabilità e la chiamata alle armi di quelli che ancora non hanno concluso la specializza-zione; dinanzi a un microbo nuovo e pandemico che fa dei numeri la testimonianza tangibiledella banalità del male; dinanzi a chi mette in ginocchio passioni e motivazioni professionali.Di fronte a tutto questo e anche altro ci si risolleva solo richiamando nella mente e nelle brac-cia ogni stilla di energia che proviene dal giuramento che ci fa discepoli di Ippocrate. In questomomento in cui tutto sembra sgretolarsi la forza della nostra categoria può esprimersi conun’unica risorsa immateriale che si chiama: UNITA’. Che fa rima con intelligenza e capacità.Di visione professionale e politica. Di azione e pensiero, di analisi ed espressione capaci di al-zarsi dal livello di vociante e informe protesta per farsi proposta, resilienza e prospettiva. Ai medici oggi serve solo questo ingrediente per ritrovarsi dalla stessa parte. Chi indossa uncamice bianco, ha studiato sui banchi dell’Università le stesse materie e lavora oggi gomito agomito nelle corsie degli ospedali, nelle trincee delle aree di urgenza o sul fronte della medici-na territoriale, in questo momento di spaesamento, di difficoltà, di svolta rispetto a quanto fi-nora si credeva consolidato, davanti a un’ondata di malati, di terapie intensive, di decessi chenon hanno eguali nella storia recente del nostro Paese e di ogni angolo del globo, dinanzi al-l’evidente sproporzione tra carichi di lavoro e ostilità generale, aggiungere il danno del fuocoamico rappresenta l’insostenibile pesantezza dell’autolesionismo. Il richiamo all’unità delle va-rie anime della medicina non è uno sterile esercizio di retorica ma lo sforzo ultimo per recupe-rare lucidità e forza. E’ tempo di superare le battaglie regressive e populiste, di scarico delle responsabilità e dicaccia al colpevole su contesti assistenziali diversi dal proprio. Solo uniti si vince contro il Co-ronavirus ma anche nella professione, nell’esercizio della propria disciplina e ruolo. Solo unitisi torna ad essere medici nel senso deontologico delle scelte anche dei livelli rappresentativipiù prettamente sindacali e di richiamo alla politica per quello che a quest’ultima compete nel-le scelte e nelle azioni di programmazione e nelle responsabilità di creare scenari attrattivi peri giovani e per tutti i professionisti. Tra i medici, anche in Campania e a Napoli, bisogna unire, ricucire i tanti strappi che ci sonostati. Serve una squadra forte e coesa che metta insieme le energie migliori in maniera tra-sversale. Di questo ha bisogno la nostra categoria per risollevarsi e ritrovare ruolo e funzioninella Sanità messa in ginocchio dal Coronavirus, per parlare con autorevolezza alla politica eper rispondere ai bisogni della gente. Per ritrovarsi medici e dalla stessa parte. •••

Covid-19: i malati,i medici e i decessi Solo uniti si vince

Silvestro ScottiPRESIDENTE

Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 20204 I fatti e le parole

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5Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020 I fatti e le parole

Elezioni Ordine. 1Sospensione del voto decisa a Roma

Sulla scorta delle pressanti ri-chieste provenute dall’Ordine deiMedici di Napoli, partite dal 23

ottobre, e già in coincidenza con ledichiarazioni di necessità dilockdown espresse pubblica-mente dal Presidente dellaRegione Vincenzo De Lucain pari data, richieste reiteratepiù volte sia alla Federazioneche al Ministero della Salute, lostesso ministero della Saluteha sospeso i procedimenti e-lettorali per il rinnovo degli or-gani direttivi degli Ordini professionali. «Una scelta che conferma i nostri dub-bi - commenta il presidente SilvestroScotti - e che ribadisce quanto da noimesso in evidenza sin dal primo mo-mento: solo il Ministero della Salute po-teva dare indicazioni in merito ad unasospensione delle elezioni e alla valuta-zione delle condizioni di rischio di unvoto in presenza come oltretutto confer-ma anche l’’ultimo Dpcm, nel quale è ilMinistero della Salute che può assume-re - all’aggravarsi della situazione epi-demiologica - ulteriori limitazioni. Nientedi tutto questo era ed è nella potestà diun singolo Ordine».

QUADRO NORMATIVO È ora determinante che a livello di Mini-stero della Salute e Federazione Nazio-nale degli Ordini dei Medici e nell’ambito della Consulta delle Pro-fessioni sanitarie venga al più prestodefinito un quadro normativo di riferi-mento. Ricordando che la nota si riferi-sce alle Federazioni dei Medici, Chimi-ci, Fisici, Veterinari, Farmacisti, Profes-sioni Ostetriche, Infermieri, ProfessioniTecnici sanitari di Radiologia medica eProfessioni Sanitarie Tecniche, dellaRiabilitazione e della Prevenzione. È importante rammentare nuovamentequanto già avvenuto nel Decreto “Risto-ri” ovvero, per gli Ordini professionali vi-gilati dal ministero di Grazia e Giustiziasulla base di quanto stabilito il 28 otto-bre scorso al comma 3 dell'articolo 31del Dl 28/10/2020 n.137. «Il terzo comma - spiega Scotti - stabili-

sce che “il Consiglio nazionale può di-sporre il differimento della data previstaper lo svolgimento dell'edizione (…)

non superiore a 90 giorni, ovegià fissata alla data di entratain vigore del presente decre-to”.

IL MINISTERO È opportuno che il Ministrodella Salute Roberto Spe-ranza si attivi per la definizio-ne del quadro normativo al

quale gli Ordini vigilati dal ministero del-la Salute si debbano attenere». Per l’e-ventuale svolgimento delle elezioni inmodalità telematica si continua ad evi-denziare quanto previsto dalla normati-va, ovvero che solo la FNOMCeO puòvalidare una procedura che possa ga-rantire il regolare adempimento di tuttele procedure necessarie e la relativa si-curezza. Ad oggi, tuttavia, anche dopo “un arti-colato procedimento istruttorio”, su pro-cedure di voto telematico, non è statopossibile per la Federazione validare al-cuna piattaforma, perché le stesse so-no risultate insufficienti rispetto alle “ga-ranzie giuridiche ed operative per la tu-tela dell’esercizio sicuro, libero e demo-cratico del diritto di voto in un ente Pub-blico”, come si legge nella nota inviataal Ministro della Salute e a tutti i presi-denti degli Ordini Provinciali dei MediciChirurghi e Odontoiatri e ai Presidentidelle Commissioni per gli iscritti all’Albodegli Odontoiatri». Il Consiglio dell’Ordine dei Medici, riuni-to in convocazione straordinaria, so-sterrà tutte le azioni della Federazioneche favoriscano la soluzione di questaimpasse, sottolineando che si opporràin tutte le sedi ad ipotesi di commissa-riamento che umilierebbero i medici na-poletani, ma anche gli altri coinvolti dal-la stessa situazione indipendente dallavolontà dei singoli e dell’Istituzione chesi onora di rappresentare.E in effetti il 9 novembre è stato pun-tualmente approvato l’articolo 25 del Dl149 del 2020 “Ristori Bis” (Vedi articoloa lato). •••

Elezioni Ordine. 2

Subito iscritti circa 200 giovani medici Formalizzata la so-spensione delle e-lezioni per il rin-novo degli organidell’Ordine deimecici: iscritti icirca 100 mediciche ne avevano fat-to richiesta. Sil-vestro Scotti:«Esistono deipassaggi che vanno rispettati, ogni polemi-ca è stata solo strumentale alla competizio-ne elettorale».Riunitosi cavallo della metà del mese dinovembre il Consiglio direttivo dell’Ordinedei Medici di Napoli e provincia ha forma-lizzato la sospensione delle elezioni per ilrinnovo delle cariche elettive. In concomi-tanza ha provveduto ad iscrivere i circa180 medici (e circa 20 ordontoiatri) che anorma di regolamento non potevano, perlegge, essere finora iscritti in concomitanzacon le elezioni. «Come abbiamo sempre sostenuto - dice ilpresidente dell’Ordine dei Medici di NapoliSilvestro Scotti - era nostro dovere convo-care le elezioni, un atto dovuto per evitareche l’Ordine fosse esposto al rischio di uncommissariamento. L’intervento del mini-stero della Salute, da noi più volte solleci-tato e in seguito un decreto legge, era il so-lo modo di definire modi e tempi del differi-mento delle elezioni. Così come è stato no-stro impegno procedere all’immediata iscri-zione dei colleghi medici non appena è ve-nuta meno ogni ragione ostativa. Questa èla dimostrazione che ogni polemica natanelle ultime settimane è stata dettata da u-na foga elettorale più che da altre ragioni».È in particolare l’articolo 25 del decreto Ri-stori Bis a definire le “misure urgenti in ma-teria di elezioni degli Organi territoriali enazionali degli Ordini professionali”. Defi-nendo al comma 3 che “Il Consiglio nazio-nale dell'Ordine o del Collegio stabilisce,con proprio regolamento da adottarsi, se-condo le norme previste dai rispettivi ordi-namenti, entro 60 giorni dalla data di entra-ta in vigore del presente decreto, le moda-lità di espressione del voto a distanza e leprocedure di insediamento degli organi”.Per un eventuale svolgimento telematicodel voto, solo la FNOMCeO, ha chiarito ilpresidente Filippo Anelli, può validare unaprocedura che possa garantire il regolareadempimento e la relativa sicurezza. •••

Filippo Anelli

Roberto Speranza

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Tamponi, contagi, positivi al virus, ingressi inospedale, ricoveri in terapia intensiva, deces-si. A volerla raccontare così, la pandemia, inumeri raccontano una realtà dell'epidemiamolto diversa da quella percepita con la len-te deformante dell'emotività. In pratica inCampania di Coronavirus si muore menoche in tutte le altre regioni d'Italia. Il dato e-merge dal tasso di decessi per mille conta-giati: sono 6,4 in Campania che sta in codaalla classifica delle regioni con il miglior datocontro i 26,5 in Valle D'Aosta, il peggiore. In mezzo tutte le altre regioni per una medianazionale di 11,8 morti per mille contagiati.Così la Campania, seconda solo alla Lom-bardia, in questa seconda ondata, per nume-ro di persone attualmente positive, registra lapiù bassa percentuale di decessi del Paese nonostante l'ìimpennata di decessi subita dal

18 ottobre quando evidentemente si sonopagati gli alti numeri di contagi di inizio otto-bre. Non un macabro esercizio, quello dellaconta dei morti, ma un valido strumento percapire cosa accade nelle regioni dove la feb-bre del virus è più alta.

PRIMA E SECONDA ONDATA Nella tabella che pubblichiamo elaborata suinumeri dei bollettino quotidiano della prote-zione civile i dati sono raggruppati dal 1 otto-bre al 18 novembre. Nella prima colonna c’èil numero di morti ogni mille contagi, nella se-conda i decessi ogni centomila abitanti. An-che rispetto a un dato spurio e meno specifi-co relativo alla densità di popolazione resi-dente la Campania con 12,1 decessi percentomila abitanti è ben sotto le media na-zionale di 18,8 e solo un gradino più in alto di

Marche, Calabria e Sardegna, lontanissimadalle altre regioni. La Campania ha di granlunga il minor numero di morti ogni 1000contagi, mentre anche rispetto agli abitanti ilnumero di morti è basso, pur avendo avutotantissimi contagi per abitante. La Campaniasi era già distinta nella prima ondata per i po-chi morti ma poteva essere una fluttuazionestatistica. Ora abbiamo accumulato quasi700 decessi dal inizio ottobre mentre in pri-mavera erano stati 400. E soprattutto oggi ilnumero dei contagiati è elevatissimo. In que-sto momento la Campania è al secondo po-sto in Italia per numero di contagiati e qui cisono in totale 697 decessi e in Lombardia2.900. L'Emilia con pochi contagi ha già lostesso numero si morti della Campania". An-che le terapie intensive sono, a sabato scor-so, le meno occupate d'Italia: la media nazio-nale è di 0,49% dei contagiati in Campanialo 0,22%, il dato più basso d'Italia mentre ilvalore più alto lo hanno Sicilia (0,75%) e Pu-glia (71%)". I 75 morti di ieri in Campania?"Un numero anomalo - conclude Fusco - do-vuto a conteggi arretrati ma ad oggi la mediai questa settimana è di 38 al giorno contro i29 della precedente, erano 21 due settimanefa, 15 tre settimane fa e solo 3,1 quattro set-timane fa ma il tasso di decessi cresce di po-co ed è circa dell'1%, la metà del dato nazio-nale.Ora rispetto alla prima ondata è diverso. Ilsovraccarico degli ospedali è un dato ogget-tivo e raccontato da tutti. Ciononostante inCampania di Covid si muore molto. Un datosingolare, che qualcuno ha provato a spie-gare con la minore età media della popola-zione ma oggi il virus oggi imperversa anchenelle Rsa e la stratificazione per fasce d'etànon conforta questa spiegazione e spesso igiovani vivono in casa con i nonni. Il misteroresta: qualcuno ha azzardato ragioni geneti-che ma esperti del Ceinge dicono che inLombardia ci sono più ceppi pugliesi che au-toctoni. Anche questa spiegazione si sbricio-la. Resta la capacità dei medici ma questa èuna storia utta da raccontare.

L’ITALIA MALE IN EUROPA Intanto in Italia cade l'ultimo mito: che la se-conda ondata sia meno letale. Gli 853 mortifatti registrare ieri in Italia sono il terzo valorepiù alto in assoluto dopo le 919 vittime di Co-vid registrate il 27 marzo e le 889 del 28marzo. La prima ondata ha fatto in quattromesi quasi 35mila morti mentre la secondapoco più di 16mila ed è ancora lontana dal-l'esaurirsi.Sui numeri della pandemia, però, non ci sipuò mai limitare a leggere le cifre. A febbraio,marzo e aprile - infatti - si facevano molti me-no tamponi e tante persone sono morte di §Covid senza alcuna diagnosi. Oggi presumi

Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 20206 Primo Piano

Nella prima e nella seconda ondata la Campania detiene di gran lunga il più basso indice di letalità in Italia e anche la mortalità per popolazione è bassa

Letalità del virusIn Campaniaè la più bassa

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bilmente il fenomeno è più contenuto. Inoltreè sempre aperto il tema di quante personedecedute con diagnosi di Covid siano inrealtà vittime di altre patologie e il coronavi-rus rappresenti soltanto una concausa. Unmodo diretto per verificare cosa sta acca-dendo è confrontare i numeri di tutti i deces-si, per qualsiasi causa, tra il 2020 e un analo-go periodo del 2019. In Italia come nel restod'Europa.

LE STATISTICHEEurostat sta cercando di attrezzarsi in questadirezione ma al momento con dati assoluta-mente parziali. Dal 2009 però c'è un consor-zio dal nome Euromomo. Nato per fronteggiare le influenze, tiene d'oc-chio eventuali picchi di letalità (momo sta per«monitoraggio mortalità») e la situazione at-tuale, aggiornata alla settimana numero 45(cioè 2-8 novembre) vede l'Italia nella peg-giore condizione d'Europa con un aumentodi decessi del 15% rispetto allo standard. L'unica definita «extremely high excess», l'al-larme massimo su una scala di cinque. Nelmomento peggiore della pandemia e cioè lasettimana 14 (30 marzo-5 aprile) in Italia imorti erano aumentati del 17% rispetto allamedia di quel periodo. Tutto lascia credere che i dati delle settimanesuccessive (quella in corso è la 48) porteran-no un ulteriore peggioramento del trend in I-talia. L'aumento di morti registrato da Euro-momo è un eccellente indicatore dell'anda-mento non soltanto dei picchi di pandemiama anche della tenuta del sistema sanitario.Secondo l'Istat e l'Istituto superiore di sanità,infatti, il fortissimo incremento di vittime in Ita-lia nel periodo marzo-aprile era dovuto sia a-gli effetti letali del Covid sia alla saturazionedel sistema sanitario, soprattutto in Lombar-dia, con una insufficiente capacità di risposta

di fronte al sorgere di altre patologie nella po-polazione.I dati Euromomo sono definitivi per la primaondata mentre hanno ancora un carattereprovvisorio per l'ondata in corso. L'Italia, alcontrario di quanto si possa credere, non èstata affatto la più colpita durante la primaondata. Il 17% di aumento di morti nella setti-mana 14, infatti, si confronta con il 42% dellaSpagna e il 36% dell'Inghilterra (con il picconella settimana 15) ed è meno grave anchedel 24% della Francia, del 21% dell'Olanda edel 19% del Belgio. La Svezia, con il suometodo del fidarsi della popolazione, fece re-gistrare comunque un aumento di morti del13% mentre la Svizzera del 12%. L'eccezio-ne positiva in Europa è stata la Germania, laquale però aderisce a Euromomo soltanto inparte e cioè con i länder dell'Assia e di Berli-no, i quali contano 10 milioni di abitanti su83. L'aumento registrato in quei due territoriera coerente con i dati ufficiali comunicati dalsistema sanitario tedesco e cioè poco sopra i2 punti percentuali.L'Italia quindi nel corso della prima ondatanon ha fatto registrare una mortalità partico-larmente elevata e questo si spiega anchecon il fatto che la diffusione del coronavirusera molto concentrata in alcune regioni. Gra-zie a un tempestivo e rigido lockdown, scat-tato il 9 marzo, il virus ha circolato in praticaquasi soltanto al Nord Italia, fenomeno sen-za alcun equivalente in Europa dove invece icontagi sono stati piuttosto omogenei in am-

bito regionale, con una maggiore densitànelle grandi aree metropolitane come Lon-dra, Parigi, Madrid e Barcellona mentre in I-talia durante la prima ondata le città metro-politane di Roma e di Napoli sono apparseimmuni. Merito ovviamente delle chiusurepreventive.E adesso? I dati di Euromomo, va ripetuto,non hanno carattere definitivo tuttavia i valoridella settimana 45 (2-8 novembre) non repli-cano la situazione delle settimane 14-15. LaSpagna - che era stata la peggiore d'Europadurante la prima ondata - sta fronteggiandoun aumento di decessi del 12%, contro il42% di inizio aprile. L'Inghilterra secondo idati più aggiornati è al 6% di maggiore mor-

talità contro il 36% della prima ondata. C'èun solo Paese che ha già superato il picco dimarzo-aprile ed è la Svizzera, che a inizionovembre doveva fronteggiare un rialzo dimortalità di oltre il 13% contro il 12% di mas-simo a inizio aprile. Ma anche il 13% dellaSvizzera è comunque inferiore al 15% dell'I-talia.La seconda ondata è visibile nel trend di de-cessi in Belgio (13%), Francia (10%) e Olan-da (8%) ma sempre per il momento su valorimeno elevati rispetto alla scorsa primavera.Ci sono invece Paesi dove la mortalità a ini-zio novembre appare assolutamente in lineacon quella storica, come la Germania (sem-pre limitatamente al monitoraggio in Assia ea Berlino), Svezia e Irlanda. Ciò non vuol di-re, ovviamente, che non ci siano contagi diCovid-19 in tali territori o che non si pianganovittime, tuttavia questi casi non incidono inmodo sensibile sul totale di vittime per tuttele cause del periodo. Del resto c'è un gruppo di Paesi tra quellimonitorati da Euromomo che non hanno fat-to registrare incrementi sensibili di mortalitàdurante l'intero 2020: sono Cipro, Danimar-ca, Estonia, Finlandia, Grecia, Lussembur-go, Malta, Norvegia, Ungheria. Altri comeAustria, Slovenia e Portogallo non hanno co-nosciuto picchi durante la prima ondatamentre appaiono, sia pure su dati provvisori,sotto l'attacco del coronavirus in questo pe-riodo.Ma è possibile che nonostante il rafforza-

mento del sistema sanitario e l'esperienzafatta la mortalità da Covid-19 in Italia siasempre la stessa? I numeri lo suggerisconoperò bisogna tener conto della maggiore e-stensione territoriale, con il Mezzogiorno sta-volta pienamente coinvolto. A marzo, inoltre, dal momento della diagnosial decesso trascorrevano pochi giorni per cuiil record di contagiati del 21 marzo portò unpicco di vittime il 27, appena sei giorni dopo.Stavolta i tempi sono più diluiti e il massimodi diagnosi del 13 novembre ha portato (fino-ra) un picco a distanza di undici giorni. E aver raddoppiato il tempo è segno di mi-gliore tenuta del sistema sanitario. In attesadel vaccino. •••

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 20208 PRIMO PIANO

Indice di infettività Rt in netta discesa,(da 1,62 a 1,1) e contagi in calo, cheappiattiscono un po’ la curva dei nuovi

positivi che tuttavia continua a cresceresebbene più lentamente mentre gli altri19 (su 21) indicatori di intensità, che mi-surano la febbre del Coronavirus in Cam-pania, restano critici e ancora segnati inrosso nel monitoraggio dell’Istituto supe-riore di Sanità e del ministero della Salutediffuso ieri e nel confronto tra la settimanadal 2 all’8 novembre (che ha dato luogoal lockdown) e quella dal 9 al 15. Mentreandiamo in stampa si decide al ministerose debba esserci una proproga del Lock-down fino al 3 dicemnbre ovvero riclassi-ficare la Campania in zona arancione ogialla.

GLI INDICATORIMa andiamo a verificare nel dettaglio: ilnumero dei nuovi casi per 100 mila abi-tanti, che definisce l’incidenza epidemica,uno dei parametri più significativi da cuidistillare l’impatto assistenziale, in Cam-pania resta a tre cifre e passa da un valo-re di 733 della settimana precedente a824 a fronte di una media italiana di 732contagi per 100 mila abitanti. Dato que-st’ultimo che colloca l’intera Italia, trannealcune regioni, in una fascia epidemicaalta al pari di quello che si osserva nel re-sto dell’Europa. In crescita, in Campania,anche i contagi accumulati nell’arco deisette giorni considerati che infatti passa-no dai 20.567 raggiunti all’8 novembre ai22.595 del 15 novembre in linea con unRt che, come detto, nell’intervallo di tem-po considerato, resta ancorato a un valo-re superiore a 1 (soltanto sotto questo li-vello soglia si assiste a una vera discesadella curva di espanzione dei contagi). Restano stabilmente sopra soglia anche ilnumero di casi sintomatici notificati permese ma in assenza di allarmi sulla resi-lienza dei servizi territoriali che, insieme

alla crescita dei focolai, collocano laCampania stabilmente sopra la sogliadella capacità di monitoraggio e traccia-mento. Nel complesso la valutazione del-la probabilità di progressione esponenzia-le dei contagi è considerata moderata (u-guale a quella della settimana preceden-te).

LA VALUTAZIONE Cruciali per una valutazione complessivasono a questo punto gli indici di occupa-zione dei posti letto: per le terapie intensi-ve di sale al 34 per cento (in rispetto al 31per cento della settimana precedente emolto sopra la soglia limite del 30) mentrel’analogo indicatore dei posti di area me-dica per pazienti Covid-19 è nella setti-mana dal 9 al 15 novembre attestata al47 per cento anche in questo caso stabil-mente superiore al valore soglia del 40per cento ma in leggero calo rispetto al

56 per cento della settimana precedente.Il miglioramento è da attribuire al fattoche la percentuale di terapie intensive im-pegnate fa riferimento all’intera dotazionerianimativa della regione che non è e-spandibile. Per le degenze ordinarie, in-vece, la valutazione viene fatta rispettoalla destinazione a unità Covid di posti at-tinti al più vasto serbatoio regionale checonta 18 mila posti in totale. Aver aggiun-to nelle ultime settimane 1300 posti ordi-nari della rete delle Case di cura ha dun-que alleggerito il peso dei pronto soccor-so, consentito di decongestionare le areedi emergenza degli ospedali e anche fattocalare la percentuale di impegno sebbe-ne il numero totale di pazienti ricoveratisia intanto cresciuto. La proiezione a 30giorni della possibilità che vi sia una crisidell’occupazione dei posti letto risulta co-me in precedenza bassa. Aumenta l’etàmedia dei contagiati che vanno in terapia

Va un po’ meglio neipronto soccorso Covid enon Covid della città: inlieve calo gli accessi dipazienti in urgenza ed è

migliorata anche lagestione nei reparti dipronto soccorso grazie a trasferimenti snelli

Lo scenario epidemiologico

Page 9: ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI di Napoli e

9Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020PRIMO PIANO

intensiva (età media intorno ai 70 anni)con una quota anche tra 50 e 70 anni.Stabile nel tempo l’età media dei decessicollocata come nel resto d’Italia intornoagli 80 anni. Aumentano un po’ i guariti.Cruciale sarà ora per la Campania l’ana-lisi della settimana appena trascorsa.Possiamo anticipare che c'è un ulteriorecalo dell’Rt e anche dell’indice di occu-pazione delle terapie intensive andatosotto la soglia critica ma c’è ancora mol-ta strada da fare per la ripresa dei servi-zio di assistenza ordinaria oggi sostan-zialmente paralizzata.

PLASMA IPERIMMUNEIntanto in Campania con l’arrivo della se-conda ondata epidemica, e dinanzi alladrammatica crescita dei malati ricoveratiin condizioni critiche in Terapia sub inten-siva e in Rianimazione, torna in primopiano il tema degli anticorpi dei guariti u-sati come cura contro il virus. A Napoli,all’azienda dei Colli (Monaldi, Cotugno eCto), il protocollo specifico, avviato amarzo scorso, si chiama “Tsunami” ed èstato riavviato all’uso. “Abbiamo raccoltofinora 11 unità di plasma iperimmune nonancora utilizzate - avverte Bruno Zucca-relli primario di Immunoematologia eServizio Trasfusionale dell’azienda deicolli e vicepresidente dell’Ordine dei me-dici di Napoli e provincia - il protocollo “T-sunami” è stato recepito da Aifa ma ulte-riormente modificato con criteri stringentidi selezione dei donatori. L’indicazionenon è per i pazienti intubati in rianimazio-ne ma ricoverati in terapia semintensiva.Ora siano ripartiti nel riselezionare nuovicandidati ma il protocollo è molto più se-vero. Il donatore deve avere sviluppatonon solo immunità contro il virus ma an-che una titolazione di anticorpi molto al-ta. A ciò bisogna aggiungere tutte le pro-cedure di ricerca di altri virus, tra cui an-che epatite A ed epatite E, che affianca-no il processo di trattamento del plasmaper inattivare i microrganismi. Ora il Co-

tugno è ripartito e sono già state richie-ste le prime unità dai primari delle variedivisioni del Polo infettivologico”. Al protocollo sperimentale nazionale “T-sunami”, approvato da Aifa, aderisconocinque centri campani e il Cotugno è ca-pofila.

IL PERSONALE CHE MANCAIntanto nel d-Day, lanciato su scala na-zionale dall’Anaao Assomed, giornata dimobilitazione declinata anche in chiavecampana, sono stati messi a fuoco i pun-ti deboli della rete assistenziale. “In unmomento di grande tensione, dovuto allaseconda ondata di Covid - avverte unani-me il sindacato - in cui sono emersi i de-ficit organizzativi di una sanità in ginoc-chio senza nulla concordare con le partisociali e con chi lavora sul campo, siamostati privati di ogni possibilità di confrontosulle scelte”. Soldati chiamati al frontecostretti ad obbedire senza diritto di pa-rola? I medici non ci stanno: “Ogni colle-ga che sia stato destinatario di un ordinedi servizio per prestare assistenza in a-ree specialistiche in conflitto con le pro-prie competenze e titoli - avverte il segre-tario regionale del sindacato VincenzoBencivenga - ha la possibilità di inviareuna diffida sulla base delle indicazionidel nostro ufficio legale. Una estrema ri-sposta ai continui comportamenti antide-mocratici e al limite della sostenibilitàdelle Aziende e al silenzio istituzionale”.Accade in Campania come in altre realtàdel Paese: la mobilitazione è infatti na-zionale.

IL PROTOCOLLO SUL TERRITORIOSul fronte delle cure domiciliari tutte le A-sl si sono dotate delle Usca, quelle depu-tate ai tamponi e altre con funzioni dipresa in carico a domicilio. A Napoli ungruppo di coordinamento guidato da An-tonio Maddalena dal 26 ottobre ha reclu-tato già 400 pazienti con una decina dinuovi arruolamenti al giorno su segnala-zione dei medici di famiglia. Lo stessoaccade a Napoli 3 sud. A Napoli nordhanno riaperto i termini di reclutamentoper allargare il servizio. Sullo sfondo èstato adottato un protocollo aggiornatoche ora si traduce in una delibera digiunta vincolante che prevede anche l’u-so di ecografie e apparecchi radiologici adomicilio. La Fimmg e Intesa sindacalefirmatari a Roma hanno infine chiuso unaccordo con la Regione che prevede chei medici di famiglia nell’ambito delle Aft esulla scorta della individuazione di spaziadeguati, eseguano i tamponi rapidi anti-genici. Serviranno tra l’altro per una dia-gnosi differenziale tra Covid e influenza eper i tamponi di fine quarantena. In Cam-pania sono infine in dirittura di arrivo lezone carenti della medicina generale del2019 e del 2020. •••

Nelle ultime due settimane a fronte

dell’aumento dei tam-poni la percentualedei positivi al test è incalo e la quota deiguariti aumenta

Stabili i decessi cherisentono del piccoepidemico di ottobre

La pandemiaAppello all’Unità

Come a voi noto in questo drammaticomomento legato a unapandemia che torna

a colpire in tutta la suadrammaticità il nostropaese, tutta la classemedica viene presad'assalto dai pazienti,dai responsabili dellacomunicazionemediatica, per ildisorientamento e leenormi criticità che lapandemia ha messoin luce nella Sanità campana.É evidente che scontiamo mesi ed anni didisattenzione, per non dire disinteresse, versol'organizzazione sanitaria ed i suoi principaliattori: i medici.Ovviamente al Consiglio dell'Ordine ed a noiConsiglieri arrivano ancor più amplificate molteistanze e molte richieste di aiuto.Riteniamo che la migliore risposta chepossiamo dare come classe medica è chiedereche non si mandino i medici allo sbaraglio(pensionati richiamati in servizio, giovani mediciimmessi senza adeguata preparazione,specialisti di disciplina non affini, impiegati infunzioni specialistiche improprie...) e che non siabbandonino di fatto ad attese non accettabili ipazienti gravi ed urgenti o acuti, non Covid, mabisognosi di prestazioni sanitarie tempestive.Perché ciò sia possibile, è necessario che noitutti, in maniera unita, chiediamo (con una solavoce) che si mettano a disposizione delle retisanitarie personale medico e non medico conprevisioni contrattuali pertinenti ed adeguate allespecifiche mansioni richieste.Si tratta di recuperare con urgenza il gap dimancato turnover di tutto il personale sanitario,e non, accumulatosi negli ultimi anni.Mi auguro che ciascuno personalmente, oattraverso le proprie organizzazioni mediche(Ordine, sindacati medici, Società e associazioniscientifiche...), faccia sentire la propria voce edottenga ad horas dalle Direzioni sanitarie, dalleDirezioni generali e da tutte le IstituzioniSanitarie regionali, almeno l'avvio dellasoluzione del problema.

Mario Delfino

Mario Delfino

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 202010 Attualità

Maria Triassi è il nuovo Presidentedella Scuola di Medicina eChirurgia della Federico II di

Napoli. Triassi (direttore delDipartimento di Sanità Pubblica,Farmacoutilizzazione e Dermatologiadella Federico II di Napoli e prima donnaa ricoprire l’incarico di Presidente)succede al professor Luigi Califano, chegrande impegno ha dedicato allacrescita della Scuola, avendo assolto alcompito arduo di avviare latrasformazione da Facoltà a Scuola. «Unlavoro encomiabile - sottolinea Triassi -nel solco del quale intendiamo portareavanti il nostro mondato. Nei prossimianni ci attende un lavoro difficile eintenso per governare la Scuola in uncontesto reso molto più arduo dallapandemia, ma sono certa che riusciremoad andare avanti bene e nel segno dellacontinuità». Diversi gli obiettivi cheTriassi si pone per il suo mandato,mantenendo l’autonomia che ha semprecontraddistinto il proprio operato, macon una grande apertura nell’accoglierequalunque idea o proposta migliorativanell’interesse della Scuola. «Indispensabile - dice Triassi -l’ottimizzazione dei rapporti istituzionalicon l’Ateneo e con la Direzionestrategica dell’Azienda, con l’obiettivo dicolmare le carenze di organico e dirisorse con le quali quotidianamentefacciamo i conti. Ritengo siaassolutamente necessario, di concertocon gli Organi accademici, tentare unaridefinizione della integrazione traDipartimenti universitari e Azienda perl’acquisizione di risorse. In questo modo sarà possibile evitare che le carenzeassistenziali vadano a sacrificare anche l’attività scientifica che negli anni a venireva invece fortemente potenziata. Ritengo che la mia formazione accademicanell’area dell’Igiene e del Management sanitario possa aiutare in questo delicatocompito». Grande attenzione viene posta poi al rafforzamento di una sinergia con lagovernance dell’Ateneo, tesa ad ottenere ogni aiuto per il miglioramento dellenecessità didattiche, strutturali, strumentali e di personale della Scuola di Medicina.Per la neo eletta presidentessa la nuova Scuola dovrà anche «impegnarsi nelrichiedere risorse straordinarie al Ministero dell’Università e ricerca o attraversofondi europei per interventi straordinari di ristrutturazione, ammodernamentotecnologico e ridefinizione di percorsi: sarà difficile ma ci dobbiamo provare». Ma il punto più importante e delicato resta quello della didattica, visto che in questomomento storico i grandi Atenei pubblici sono impegnati in un notevole sforzoemergenziale per garantire la didattica pur nel corso della pandemia. «Quando questo momento emergenziale sarà finito, faremo i conti con laconcorrenza tra Atenei stessi e con le Università telematiche. È necessario un forte ammodernamento della didattica, anche con l’uso di nuovetecnologie di cui in parte la scuola di Medicina si è già dotata (manichini,simulazioni, laboratori) ma soprattutto valorizzando, durante le lezioni, le interattivitàcon gli studenti e valorizzando tirocini e attività pratiche. Sarà necessario anche mettere a punto strumenti di valutazione dell’efficacia dellaformazione: i professionisti che formiamo devono essere veramente in grado diessere eccellenti e pronti per il lavoro». •••

Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II: Maria Triassi è il nuovoPresidenteTra gli obiettivila rivalutazione delle strutture, il rafforzamento del personale e l’ammodernamento della didattica

Triassi presidente della ScuolaUniversità Federico II Sumai Assoprof

Rinnovato il ConsiglioIl 5 ottobre scorso, presso la sede di Via Silvati

32 della sezione Sumai/Assoprof della provinciadi Napoli, si è tenuta l’Assemblea elettiva per ilrinnovo per il quadriennio 2020/2024 delConsiglio provinciale e del Collegio dei revisoridei Conti che ha visto un importante numero diassociati venire a votare direttamente oattraverso la delega. E’ stato fondamentalmente confermato ancheper il prossimo quadriennio gran parte delConsiglio provinciale uscente, con alcuni nuoviinserimenti a sostituzione dei colleghi andati, o inprocinto di andare, in pensione a cui sono andatii ringraziamenti della Sezione per il superbolavoro svolto in questi anni che hanno portato ilSumai Napoli ad essere tra i più rappresentativisindacati medici a tutela e difesa delle categorierappresentate e, più in generale, dellaprofessione tutta.Per il Consiglio Provinciale sono stati eletti dagliiscritti appartenenti ai vari settori rappresentatidal Sindacato i colleghi: Gaetano Amorico,Tommaso Celardo, Luigi Cerasuolo, AntonioChiacchio, Alberto Citro, Michele Cutolo,Francesca D’Anna, Giuseppina De Simone,Vincenzo Ferrigno, Ilaria Giglio, MariaTeresa Ielpo, Clara Imperatore, AndreaMontella, Gabriele Peperoni, GiovanniSaggiomo, Salvatore Savino, MassimoScialoja, Luigi Sodano.Delegato provinciale area Sasn Giovanni DeRosaCoordinatore delegato provincialepsicologi/psicoterapeuti Filippo CantoneCoordinatore delegato provinciale biologi PaoloBassanoPer il Collegio dei Revisori dei Conti sono statielett:Pasquale Busiello, Daniela Manzella,Francesca Cimmino, Maria Teresa LaietaIl nuovo Consiglio provinciale, convocato dalConsigliere anziano per il giorno 7 ottobre 2020,ha confermato alla Segreteria provincialeGabriele Peperoni, come vice-segretario LuigiCerasuolo, come Tesoriere Luigi Sodano.Sono stati quindi confermati quali Segretariorganizzativi di settore: per i medici specialisti edodontoiatriAndrea Montella, per i medici eprofessionalità con rapporto di dipendenzaAntonio Chiacchio, per i medici operanti pressol’Inail Alberto Citro. Su proposta del segretarioprovinciale sono stati eletti come Coordinatoriaziendali per la Asl Napoli 1 centro ClaudioUssano, per la Asl Napoli 2 nord Ciro Schiano,per la Asl Napoli 3 sud Alessandro Cei, per laAzienda Universitaria Federico II VincenzoTammaro, per la Azienda Universitaria VanvitellLuigi Lavorgna, per l’Azienda dei Colli StefanoDomizio, per la Azienda Santobono-PausilliponCarlo Barbati, questi parteciperanno di diritto ailavori del Consiglio provinciale. I componenti ilCollegio dei Revisori dei Conti hanno elettoquale Presidente del Collegio PasqualeBusiello. •••

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11Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020Attualità

Vaccino anticovid, pronto il Piano campano

Vaccino anticovid: le prime dosi messea punto dalla statunitense Pfitzer arri-veranno in Italia a fine gennaio. Le Re-

gioni hanno avuto pochi giorni per stilare laprima bozza di un piano vaccinale trasmes-so a stretto giro, il 23 novembre, al commis-sario straordinario per l’emergenza Corona-virus Domenico Arcuri. A usufruire per primidel vaccino saranno il personale e gli ospitidelle Residenze per gli anziani (Rsa), i gran-di vecchi non deambulanti e i camici bianchidegli ospedali, ossia le categorie e i luoghiche, nel corso della pandemia, hanno rap-presentato il principale incubatore e vettoredel contagio e maggiormente esposti agli e-siti dell'infezione. In Unità di crisi, in Campa-nia si sono tenuti i primi vertici su questo te-ma. Fari puntati sulle strutture da individuareper ciascuna provincia ai fini della sommini-strazione, sugli ospedali, sul personale dasottoporre a profilassi, sui congelatori dispo-nibili, sul numero e ubicazione delle Rsa,personale e ospiti delle strutture residenziali.

I NUMERISi parte dunque dai numeri: dei 3,4 milioni didosi che arriveranno dagli Usa in Italia circail 10 per cento spetteranno alla Campania,340 mila dunque. Il vaccino dovrà esseresomministrato in doppia dose, a un mese didistanza tra una somministrazione e l’altra.L’assegnazione di fiale sarà sufficiente per170mila persone. Questa è una prima stimadel riparto delle dosi. Entrando più nel detta-glio delle priorità e del fabbisogno dellaCampania, si è messo insieme il numero deisanitari dipendenti delle strutture pubbliche(Asl e ospedali) che ammontano a circa 44mila a cui va aggiunto il personale conven-zionato per circa ulteriori 15 mila unità, quin-di il personale in convenzione (specialistiambulatoriali, medici di famiglia, di continuitàassistenziale, 118, i dipendenti delle strutture

sanitarie completa-mente private) chedanno una stimaprudenziale di 70-80mila altri candidati alvaccino. Per le Rsa inumeri sono netta-mente inferiori: ieri inunità di crisi la stimaè stata stilata una sti-ma andando a verifi-care una a una leschede di accredita-mento. Si oscilla tra i1.300 e i 1.500 tra o-spiti e personale. C'èpoi il privato sociale e si arriva a 5 mila. In to-tale siamo a 130 mila vaccini necessari inquesta prima fase che calcolati per eccessopotrebbero raggiungere i 150 mila, cifra mol-to vicina al riparto standard dei 170 calcolatoa monte per entità della popolazione che ve-de la Campania destinataria appunto del 10delle assegnazioni procapite tra le regioni.

RETE DI STOCCAGGIOL’altro nodo affrontato ieri è quello dell’identificazione delle strutture ospedaliere distoccaggio e mantenimento, a - 80 gradi,delle fiale. E’ emerso che solo alcune struttu-re (Istituto zooprofilattivo e Battipaglia) han-no attualmente disponibili frigoriferi tarati pertali temperature. Anche i centri di oncoema-tologia per il trapianto di midollo potrebberosoddifare le caratteristiche necessarie. E’stata intanto allertata la “Soresa” società re-gionale centrale di acquisto per le aziendesanitarie, per acquistare frigoriferi di tali ca-pacità. Ve ne sono sul mercato anche di a-ziende campane e le dimensioni, contraria-mente a ciò che si credeva, sono molto agili,comprese tra 1,5 metri per 2 in cui è possibi-le stipare fino a 10 mila fiale. Pertanto saran-

no distribuite in maniera molto capillare nonsolo per provincia ma anche per singolocentro ospedaliero. L'organizzazione orga-nizzazione sarà Hub e spoke. Le dimensioniridotte dei frigoriferi hanno sciolto il primo no-do relativo allo stoccaggio e alla sommini-strazione. Più complessa la questione dellasomministrazione nelle Rsa che presupponeun trasporto. É previsto un lasso di tempoche si consuma nell’arco di alcune ore, in cuiil vaccino è trasportabile rispettando la cate-na del freddo ma a temperature inferiori. L’i-potesi a cui si lavora dovrebbe soddisfare,senza particolari affanni, la distribuzione ca-pillare delle fiale sull’intero territorio campanocon una geolocalizzazione in cui gli hub cor-rispondono ai centri di vaccinazione degli o-spedali e gli spoke alle unità vaccinali perife-riche deputate a raggiungere i luoghi più sfa-voriti in cui risiedono le categorie più fragili ea mobilità ridotta. Si ipotizzano unità viag-gianti coordinate da un medico e un infer-miere per i casi in cui è necessario raggiun-gere l’utente partendo da una zona spoke distoccaggio.

LA PIATTAFORMAPrevisto anche l'allestimento di una piattafor-ma vaccinale Covid dedicata che si sovrap-porrà a quella già attiva (Geva) per la gestio-ne degli altri vaccini. Uno strumento con cuimonitorare in maniera precisa e puntuale leanagrafi. Quella progettata è un’azione vac-cinale straordinaria che per ora si configurasu base volontaria, fortemente consigliatama non obbligatoria. C’è da attendersi chel’adesione sarà sicuramente massiccia. Ulti-mo nodo ancora da sciogliere riguarda la lo-gistica della somministrazione. Si dovrannoinfatti assolutamente evitare assembramentiipotizzabili però soprattutto per per la vacci-nazione di massa che progressivamentesuccessivamente coprire, per gradiente difasce di popolazione a rischio, tutti i cittadinicampani. •••

Stato e Regioni

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020 Rubriche12

Inail e Covid-19: si tratta di infortunio sul lavoroSportello Medico Legale

In questo numero del bollettino ho preferi-to affrontare brevemente le modalità dicertificazione previste dall'Inail per i sog-

getti risultati positivi al test SarsCov-2, se-condo la nota del 17 marzo 2020, protocol-lo n. 3.675. In detta nota si chiarisce che icontagi da Covid-19 di medici, infermieri edi altri operatori di strutture sanitarie in ge-nere, dipendenti del Servizio sanitario na-zionale e, in generale, di qualsiasi altraStruttura sanitaria pubblica o privata assicu-rata con l’Istituto, che siano avvenuti nel-l’ambiente di lavoro oppure per causa de-terminata dallo svolgimento dell’attività la-vorativa, sono inquadrati nella categoriadegli infortuni sul lavoro. L’Aziendasanitaria locale o la struttura o-spedaliera o struttura sanitariaprivata di appartenenza delpersonale infortunato, in qua-lità di datori di lavoro pubblicoo privato, devono assolvereall’obbligo di effettuare, come pergli altri casi di infortunio, la denun-cia e comunicazione d’infortu-nio. Per i datori di lavoro assi-curati all’Inail, l’obbligo della co-municazione d’infortunio, ai fini statistici einformativi, si considera comunque assoltocon la denuncia o comunicazione d’infortu-nio.

L'Inail dispone che, nei casi accertati diinfezione da coronavirus (Sars-CoV-2)in occasione di lavoro il medico certifi-

catore redige il consueto certificato di infor-tunio e lo invia telematicamente all’Inail cheassicura, ai sensi delle vigenti disposizioni,la relativa tutela dell’infortunato. Le presta-zioni Inail nei casi accertati di infezioni dacoronavirus in occasione di lavoro sono e-rogate anche per il periodo di quarantena odi permanenza domiciliare fiduciaria del-l’infortunato con la conseguente astensionedal lavoro. Il termine decorre dal primo gior-no di completa astensione dal lavoro e, perquelle che non determinano astensione, dalmomento in cui, secondo criteri di normaleconoscibilità, il lavoratore abbia avuto co-gnizione di essere affetto da malattia di pro-babile origine professionale con danno in-dennizzabile ai sensi dell’articolo 135 deldecreto del Presidente della Repubblica 30giugno 1965, n. 1124, che sancisce la de-correnza per le malattie professionali. Il cer-tificato medico dovrà essere redatto secon-do i criteri di cui all’articolo 53 del decretodel Presidente della Repubblica 30 giugno1965, n. 1.124 e successive modifiche, equindi riportare i dati anagrafici completi dellavoratore, quelli del datore di lavoro, la da-ta dell’evento o contagio, la data di asten-

sione dal lavoro per inabilità tempo-ranea assoluta conseguente alcontagio da virus, ovvero la datadi astensione dal lavoro perquarantena o permanenza do-miciliare fiduciaria del lavorato-

re, sempre legata all’accerta-mento dell’avvenuto contagio e, in

particolare, per le fattispecie per lequali non opera la presunzionesemplice dell’avvenuto contagioin relazione al rischio professio-

nale specifico, le cause e circostanze, lanatura della lesione e il rapporto con le cau-se denunciate.

Ai fini della certificazione dell’avvenutocontagio si ritiene valida qualsiasi do-cumentazione clinico-strumentale in

grado di attestare, in base alle conoscenzescientifiche, il contagio. Resta fermo, inoltrel’obbligo da parte del medico certificatore ditrasmettere telematicamente all’Istituto il

certificato medico di infortunio. Particolareattenzione dovrà essere posta nella compi-lazione della denuncia di infortunio perquanto riguarda la valorizzazione dei campirelativi alla data evento, alla data abbando-no lavoro e alla data di conoscenza dei rife-rimenti della certificazione medica attestan-te l’avvenuto contagio, ciò è ai dati neces-sari per assolvere l’adempimento dell’obbli-go correlato al predetto articolo 53. In meri-to alla decorrenza della tutela Inail, si preci-sa che il termine iniziale decorre dal primogiorno di astensione dal lavoro attestato dacertificazione medica per avvenuto conta-gio, ovvero dal primo giorno di astensionedal lavoro coincidente con l’inizio della qua-rantena, sempre per contagio da nuovo co-ronavirus (contagio che può essere accer-tato anche successivamente all’inizio dellaquarantena), computando da tali date i gior-ni di franchigia ai fini del calcolo della pre-stazione economica per inabilità tempora-nea assoluta al lavoro.

Per quanto riguarda la disciplina del-l’infortunio in itinere, l’articolo 12 de-creto legislativo 23 febbraio 2000, n.

38 , sancisce che l’assicurazione infortuni-stica opera nell’ipotesi di infortunio occorsoa lavoratore assicurato durante il normalepercorso di andata e ritorno dal luogo di a-

bitazione a quello di lavoro. Posto che in ta-le fattispecie non so no catalogati soltantogli incidenti da circolazione stradale, anchegli eventi di contagio da nuovo coronavirusaccaduti durante tale percorso sono confi-gurabili come infortunio in itinere .

Almerico Gino Farese

Almerico G. Farese

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13Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020Rubriche

La scadenza delmio mandatodi presiden-

za della Com-missione Albo o-dontoiatri mi of-fre l’occasione diformulare certonon un bilancio,ma qualche con-siderazione sultriennio appenatrascorso.

LA MISSIONIn questi anni la Commissione Albo Odon-toiatri si è impegnata nel condividere valori,prospettive, progetti con tutta la nostra co-munità e con la nostra città.Abbiamo sentito forte l’esigenza di sentirci edi riconoscerci come una collettività capacedi comunicare e partecipare uniti nei valoridella nostra professione. Abbiamo lavorato per il prestigio e l’immagi-ne dell’Odontoiatria presso le Istituzioni enell’opinione pubblica, abbiamo migliorato lacomunicazione, rinforzato il contrasto allapubblicità ingannevole, incoraggiato unabuona informazione e progettato un sistemaformativo più efficiente ed efficace.

I NODI DA SCIOGLIEREMolte sono le questioni ancora da risolvere.Riformulare un nomenclatore delle presta-zioni odontoiatriche e proporre un tariffariominimo, definire l’equo compenso ai liberiprofessionisti e/o ai dipendenti delle struttu-re, con particolare riguardo alla tutela deigiovani collaboratori. Ottenere una migliore assistenza per il den-tista libero-professionista in caso di infortu-nio o malattia, tramite la Fondazione En-pam, continuare l’impegno affinché nellespecializzazioni odontoiatriche siano previ-ste borse di studio, proseguire e rinforzare ilcontrasto alla pubblicità ingannevole senzadimenticare la costante lotta contro l’abusivi-smo. Dobbiamo, tutti insieme, aver fiducia in uncammino positivo. Soltanto il lavoro tenace, coerente, lungimi-rante produce risultati concreti. Ho conosciuto in questi anni tanti colleghiche si sono dedicati con ingegno e compe-tenza. In tantissimi hanno partecipato e sostenutola Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordinedi Napoli. Desidero ringraziarli affettuosa-mente, perché ciascuno di noi è protagoni-sta del futuro della nostra professione.

Ecco il mio mandato in pillole Odontoiatria. 1

Sandra Frojo

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 202014 Rubriche

In tutti i tempi la paura ha accompagnatol’uomo. Per incidens: come tutti sanno lapaura non solo è fisiologica ma è utile.

Se non avessimo paura di attraversare sa-remmo prima o poi investiti. Come al solito,il benessere è solo questione quantitativa.È vero ciò che gli Antichi ci hanno traman-dato: Ottima è la misura (Cleobulo), Nulla ditroppo”(Solone) etc.La paura alla quale mi riferisco riguarda lasensazione di pericolo, la sensazione diprecarietà della vita. Senza risalire ai tempipiù remoti, la spada di Damocle della miagenerazione è stata la guerra fredda, e poila crisi economica nella quale viviamo davarii decenni. Ora la pandemia. Moliere ha scritto un ritratto straordinariodell’ipocondria. La paura di ammalarsi èben nota a tutti i medici. Anzi, a volte pro-prio noi, che sappiamo troppo bene quantemalattie esistano, siamo spesso sollecitatiad allarmarci anche per sintomi che poi sidimostrano insignificanti.Nelle situazioni di allarme generale come lepandemie questo fenomeno si presenta informa esasperata. Credo che tutti noi ab-biamo dovuto soccorrere persone che già sivedevano intubate per un inizio di raffreddo-re. E credo anche che a tutti noi sia capitatoche, appena una persona si rivolgeva a noiper un qualsiasi sintomo, il primo sospettoclinico fosse un’infezione da Covid19.C’è un punto che credo importante: tutti noiabbiamo il sacrosanto diritto di rivendicarecome assolutamente legittima la nostrapaura. Da che eravamo sotto il fuoco delle quoti-diane accuse di malasanità, siamo improv-visamente diventati eroi. Perdonatemi, ionon credo che siamo eroi. Né abbiamo al-cun dovere di esserlo. Noi esercitiamo unaprofessione antica e nobile ed il nostro do-vere è quello di essere quanto più bravipossibile. Nel 2012 l’Ordine di Napoli ha dato allestampe una bella pubblicazione per il suocentenario. Lì sono accostati due grandi cli-nici: Cardarelli e Moscati. Moscati era un grande clinico ed è stato an-che fatto santo. Ma nessuno metterebbe insecondo piano il valore di Cardarelli. L’eroi-smo e la santità non sono qualità del medi-co ma dell’uomo. Si può essere degli eccel-lenti clinici (che fan bene all’Umanità) anchesenza essere né eroi né santi. Fra’ Cristofo-ro morì di peste per soccorrere gli appesta-ti. Merita grandissimo rispetto. Ma non eraun medico, era un uomo spinto dalla suagrande Fede. E poi: qualcuno può credereche egli non avesse paura? Attenzione: l’essere qualificati oggi come e-

roi può rappresentare una sorta di ricatto:se non fai l’eroe sei uno che fa malasanità.Da sempre sostengo la pericolosità socialedi quelle accuse. Oggi aggiungo che anchel’attributo di eroismo è pericoloso. In questomodo possono subdolamente venire richie-ste prestazioni rischiose. Subdolamentepassa il concetto che i medici, per esserebravi, non debbono avere paura. Ma solo

gli incoscienti non hanno paura. E i medici,come dicevo prima, sono più coscienti deglialtri dei pericoli per la salute.Noi abbiamo diritto alla paura. È importan-te. Perché solo se ce lo riconosceremo, po-tremo alzare la voce contro chi voglia farcilavorare in condizioni di pericolo. Comequalsiasi altro lavoratore, noi abbiamo dirit-to a lavorare in condizioni di sicurezza. Èimportante perfino per ribellarci quando cisentiamo rivolgere, come un’accusa, l’ope-rare una medicina difensiva. A tutti noi può

capitare di prescrivere un accertamentoche ci sembra inutile. E perché? Perché ab-biamo paura. Paura di essere accusati dinegligenza. Noi non siamo supercittadini.Ma non siamo neppure cittadini di serie D.Abbiamo gli stessi diritti di tutti gli altri uomi-ni. E tra i diritti dell’uomo c’è anche il dirittoad aver paura. Solo se al medico viene assicurata la possi-bilità di lavorare in modo tranquillo, egli puòcontenere la propria ipocondria ed affronta-re con equilibrio l’ipocondria sociale di que-sti tempi pandemici. Se è vero che il medico è già di per sé me-dicina (come ho affermato altre volte), eglipotrà esserlo se lo si lascerà lavorare conserenità. Altrimenti si corre davvero il rischiodella malasanità. Ma questa malasanitànon dipenderebbe dai medici. Dipendereb-be dalle condizioni di lavoro che vengonoimposte loro.

A.M.

L’ipocondria e i tempi in cui viviamoMoliere ha scritto unritratto straordinario dell’ipocondria. Il timoredi ammalarsi è ben noto a tutti i medici e le solle-citazioni per chi conosce la malattie sono più forti

Medicina psicosomatica. 1

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15Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020Rubriche

Due confidenze: la paura, le pudenda e la meraviglia

Nella smorfia napoletana la paura fa90. Oltre la paura non c’è al-tro. La paura è la più ance-

strale risposta difensiva(!) che laNatura ha dato agli organismisuperiori. Viviamo, evidente-mente, una fase storica in cui lapaura è elevatissima. Tanto ele-vata che alcuni la negano, au-mentando la confusione generale.Fiumi d’inchiostro, milioni di lavo-ri hanno riguardato la paura e lesue varie manifestazioni. Manon ricordo di aver mai trovato scritto nientesulla relazione tra la paura e lo sfintere ana-le. Certo, non è un argomento elegante! Unpo' di pudore dovrebbe spingermi ad evitar-lo. Ma troppo pudore, credo, spinge a trala-sciare. Dunque, a costo di difettare di eleganza, vor-rei segnalare all'attenzione dei colleghi qual-cosa che cogliamo immediatamente se soloandiamo a sentire il nostro corpo.La prima manifestazione somatica dellapaura è il serramento anale. §Qual è la prima cosa che accade nel nostrocorpo per una frenata brusca, per un urlo,per un tonfo alle nostre spalle? La prima ri-sposta, anche se pochi ne sono consapevo-li, è un fulmineo serramento anale. Accom-pagnato da innalzamento del pavimento pel-vico, contrattura della parete anteriore del-l'addome, irrigidimento della muscolaturalombare e da momentaneo blocco del dia-framma. Tra tutti questi ultimi eventi, quello più signifi-cativo è il serramento del piccolo sfintere a-nale (piccolo rispetto alle altre strutture, mol-to più notevoli). Fin qui nessun problema. Una contratturamomentanea non crea sofferenza. Ma neigiorni scorsi mi è capitato di visitare una gio-vane donna che vive da tempo in uno stato

protratto di paura.Nel raccon-

tare di séha fattoun pas-saggiorapidosulle in-

dagini ri-petute ed in-

vasivecui si erasottopo-

sta per una sofferen-za, come lei ha detto,"bassa" che anch'es-sa s'inseriva, in quanto non risolta, nel com-plesso dei malesseri per i quali era venuta aconsulto. Certo se lei avesse spiegato ai me-dici che viveva uno stato protratto di tensio-ne emotiva, si sarebbe risparmiata tante fa-stidiose quanto infruttuose indagini. È evidente, infatti, che il dolore anale, la con-trattura del pavimento pelvico ed il tenesmosarebbero stati riconosciuti come parte di unquadro clinico più ampio se il pudore, il suo eforse anche quello dei Colleghi, non l'aves-sero impedito.

Seconda confidenza: la meraviglia.Tutti, dall’inizio del lockdown, avevano im-maginato che noi psicoterapeuti avremmolavorato ancora di più. E così è stato. La miameraviglia però sta nel fatto che molte per-sone sono venute da me non per l’angosciadello stare forzatamente a casa, ma per ilmotivo opposto! Il problema, per molti, è sta-to il ritorno alla routine.Molte persone, non solo quelle che svolgonoruoli dirigenziali, avevano provato per la pri-ma volta il piacere di fermarsi, di stare coi fi-gli, di percepire quanto i figli avessero biso-gno della loro presenza e, infine, di quanta

gioia essi stessi avessero provato nel viverefinalmente una vita a dimensione umana. Un dirigente mi ha detto: “dottore, per tantianni ho preso tre aerei al giorno, ho vissutoin un trip nel quale non mi rendevo contoche ero una macchina al servizio della miaazienda. Ho creduto di essere importante e ora mi so-no reso conto che ho sprecato tanti anni del-la mia vita in cui non ho vissuto per me, maper lasciarmi stritolare dagli interessi dellamia azienda. E oggi, che sono in crisi perchémi rendo conto di averle dedicato la mia vita,essa è pronta a buttarmi via come uno strac-cio inutile”. Non so a quanti di voi sia capitatoma escludo che solo da me siano venutetante persone a chiedermi se fossero pazzea desiderare un demansionamento (nellasperanza di non essere, per tale richiesta, li-cenziati dopo una vita donata al datore di la-voro). Di una cosa sono certo: questa pan-demia, oltre a produrre enormi danni di tutti itipi, stia però anche rimescolando le cartenelle coscienze delle persone. Ed un’altra cosa credo: anche a noi medicistia balzando evidente quanto abbiamo la-sciato che accadesse al di sopra delle nostreteste. La riduzione dei laureati in medicinal’abbiamo accettata come misura protezioni-stica, corporativistica. E ora ci troviamo con ospedali chiusi, con ri-duzione degli organici, spostati improvvisa-mente da un lavoro all’altro, con carichi di la-voro che s’incrementano quotidianamente,con farraginosità burocratiche che intralcianodrammaticamente il nostro lavoro e che ci e-spongono a rischi e a colpe professionali ditutti i tipi.È solo mia la meraviglia? Non meraviglia an-che voi l’enorme numero di persone che nonambisce altro che al pensionamento? Nonpensate anche voi che abbiamo contribuitoa costruire un mondo del lavoro che non hapiù nessuna dimensione umana?

Alberto Martone

Medicina psicosomatica. 2

Alberto Martone

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 202016 Rubriche

Maria Caravelli

Piccolo vademecum di resilienza per l’emergenza

Un’emergenza come quella che stia-mo vivendo è una prova cheporta alla massima criticità

persone e sistemi. Noi che sia-mo coinvolti in vario modo ed invaria misura da questa batta-glia, non possiamo evitare unapproccio psicologico a quantoaccade. La psicologia è figlia dellamedicina, e, come ben noto ai nostrimaestri, ci accompagna sempre.Fa parte del nostro lavoro e ne èdi fatto indistinguibile.• L’errore più comune di chi presta aiuto èconcentrarsi solo sul paziente: il motto evan-gelico medice, cura te ipsum ci verrà in aiutoquando ci accorgeremo che stiamo togliendol’attenzione da noi stessi. Capita quando di-mentichiamo di essere noi lo strumento tera-peutico. Un medico che non sta bene, non inequilibrio, malato o peggio morto non puòaiutare nessuno o lo può aiutare sicuramen-te peggio di un medico sano. La sicurezzadegli operatori è un valore sacro che va ri-spettato (ed anche difeso) con fermezza adogni livello.• Attorno a voi ci potrà essere confusione,procedure irregolari, perdita di raziocinio. Latentazione è di spiegare, “far capire” agli altri.Questo già è difficile in condizioni normali,

specie quando non si padroneggia una co-municazione efficace. In una situazione simi-le crea inutili conflitti, rabbia, serve a poco epuò creare situazioni di pericolo. La cosa mi-gliore da fare è restare centrati su sé stessi esui propri compiti, evitando di farsi trascinarein dinamiche disfunzionali di gruppo. A volteanche isolarsi pochi secondi, chiudendo gliocchi, respirando consapevolmente, metten-do l’attenzione su quello che proviamo fisica-mente ed emotivamente, ci può riportare alcentro.

•Attenzione a ce-dere alle lu-

singhedell’eroi-smo.L’eroi-smo nonè sempre

un atto digeneroso al-

truismo.Spessoinvece ri-

flette un umanissimobisogno di riconosci-mento che tutti noiabbiamo e che ha profonde radici nella no-stra educazione. Un riconoscimento che avolte viene anche offerto per manipolarci. Fa-cilmente trascende in comportamenti irrazio-nali che possono mettere in pericolo la sicu-rezza anche dei nostri pazienti. Quando cisentiamo spinti a comportamenti “eroici”chiediamoci, intimamente, quale è il nostropiù intimo vantaggio. • Ben diverso dall’eroismo è quella sensazio-ne di pienezza che si chiama Flow. Avvienequando sappiamo che stiamo facendo qual-cosa di anche molto difficile, ma sappiamoche abbiamo le competenze per riuscirci.

Un equilibrio magico quin-di tra difficoltà e capacitàpercepita. La nostra abilitàsarà comprendere quandoquello che ci viene chiestoè superiore alle nostre ca-pacità: se questo limiteviene sistematicamenteviolato potremmo otteneresolo stress e pericolo.• Siamo abituati a metterecostantemente l’attenzionesul futuro. Cerchiamo diprevederlo, gestirlo, con-trollarlo. La tendenza alcontrollo, e l’impossibilità diriuscirci, creano angoscia.Il rimedio è rinunciarci, pro-

vando a spostare il nostro orizzonte al pre-sente o poco più. Stare nel presente certonon è abitudine di molti. Ma la navigazione avista diventa l’unica strategia utile. Non è co-sì difficile, è solo una questione di allena-mento.• Qualcuno ha detto che “Non è la specie piùforte o la più intelligente a sopravvivere, maquella che si adatta meglio al cambiamento”.La capacità di adattamento infatti è quellache rende efficace il chirurgo quando si trovadavanti una situazione imprevista. È la no-

stra capacità di poter dare delle risposte aiproblemi al momento in cui si presentano, enon prima. Si basa su presenza, fiducia in séstessi, preparazione, creatività. Tutte doti chepossiamo coltivare e sviluppare soprattutto inquesto momento. Molto più utile che tentaredi stabilire un controllo sul futuro, analizzan-do, rimuginando ed azzardando previsioniimprobabili. •Avere fiducia nel futuro e nella vita non èsolo un atto di fede. È anche un processo ra-zionale. Guardiamo al nostro passato. Sia-mo riusciti a prevedere o determinare le svol-te più importanti della nostra vita? AffermavaJohn Lennon “La vita è qualcosa che capitamentre siamo impegnati a fare progetti”. Co-sa ci ha più aiutato nei momenti critici? Più lenostre analisi o la nostra capacità di improv-visazione? Non è necessario prevedere unproblema per risolverlo al meglio. Meglio pre-pararci migliorando la nostra autostima, a-vendo fiducia che al momento opportuno cela sapremo cavare, qualsiasi cosa possa ca-pitare.• Preferiamo tutti evitare la consapevolezzadi quanto siamo fragili. Siamo esposti conti-nuamente ad ogni genere di pericolo per lanostra vita e la nostra salute. La scienza, latecnologia, la ragione, la prudenza possonoalleviare questa percezione, ma non potran-no mai cancellarla. Non c’è nulla di peggioche toccare il limite della nostra impotenza.Anche se è una condizione universale, checi riguarda senza distinzioni. Per evitare que-sta sensazione si fa di tutto. La evitiamo conla rabbia, la sfida, l’ossessione, oppure ce laprendiamo con noi stessi. Anche il senso dicolpa è un modo per non sentirla. Compren-dendo questo possiamo maturare, al postodel giudizio, un diverso atteggiamento digentilezza, verso noi stessi e quindi verso glialtri.

Vincenzo AndreoliMedico chirurgo psicoterapeuta

Psicologia & psichiatria

Vincenzo Andreoli

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17Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020Rubriche

Chirurgia

Le mani del chirurgo primo «attrezzo» del mestiere

Le mani del chirurgo: La mano del-l’uomo, che possiede in esclu-siva la caratteristica del polli-

ce opponibile, rappresenta il pro-dotto di una lunghissima evolu-zione che ha dotato l’homo sa-piens della capacità di usufruiredi attrezzi, quindi di agevolare lasua azione e di migliorarla “mate-rializzando” il suo pensiero; questameravigliosa appendice del cor-po umano ha sempre rivestitoun ruolo fondamentale nel lavorodel Chirurgo. La manualità costituisce la rea-lizzazione pratica delle innate capacità, delpensiero e dell’esperienza del chirurgo al pa-ri di quanto avviene per gli autori delle arti fi-gurative, dei musicisti e degli artigiani. Giovaricordare come la parola “Chirurgia” proven-ga direttamente dal lemma greco: “χειρουρ-για” che nasce dalla agglutinazione di “χει-ρος” – mano - e “εργος” – opera -. “Ahi, le preziose mani rubate alla vanga” di-ceva, come tutti quelli che hanno studiato sulsuo magnifico testo ricorderanno, Luigi Gal-lone (1910 – 1993) a proposito dei chirurghimaldestri; e d’altro canto è senz’altro veroche le mani, già negli antichi trattati di Chirur-gia, indiani, greci e romani tra gli altri, veniva-no indicate come prerequisito essenziale del-l’Arte chirurgica. “Gli Strumenti chirurgici so-no più di cento; tra di essi le mani sono i piùimportanti in quanto nessunodi essi può essere maneggiatosenza. “Inoltre ogni interventochirurgico richiede preminente-mente la collaborazione di es-se” sostiene Sushruta , padredella Chirurgia Indù, per noiforse anche in maniera un po’lapalissiana, nel VI sec. A.C.

Nel “Corpus Hippocrati-cum” viene riportatoche: ”Gli strumenti chi-

rurgici si devono adattare allemani dell’operatore le quali de-vono agire con manualità abileed elegante. Le unghie devo-no essere né più corte né piùlunghe dei polpastrelli e il Chi-rurgo deve lavorare con le estremità delle di-ta, l’indice opposto al pollice, la mano pronae con le mani contrapposte”. Così Lanfranco da Milano: “ Un chirurgo de-ve possedere mani ben conformate, dita af-fusolate, &c ...”. Halsted e l’invenzione deiguanti chirurgici. Ma questo “formidabile attrezzo” andava pro-tetto dalla aggressione degli elementi con iquali veniva a contatto; l’introduzione dei

guanti in chirurgia trae origine da una del-le tante storie – omnia vincit Amor -

che nascono nelle sale operatoriecosì come nei laboratori scientifi-ci. Pierre Curie (Parigi 1895-1906) si dichiarò timidamente aMaria Sklodowska (Varsavia1867 – Passy 1934), divenuta di

seguito sua moglie, attraverso l’al-fabeto morse. Ebbene William

Stewart Halsted (New York 1852- Baltimora 1922), celebre allievostatunitense di Theodor Billroth (

Bergen auf Rugen 1829 – Abbazia, Croazia,1894) si impietosì nel vedere le mani di Ca-roline Hampton (1861 –1922), sua caposalae di seguito sua moglie, rovinate dall’usocontinuo del sublimato corrosivo (Biclorurodi Mercurio) al quale, all’epoca, ricorreva ilpersonale chirurgico ospedaliero per la disin-fezione delle mani. Così nel racconto dellostesso Halsted: “Nell’inverno tra il 1889 ed il1890 – non ricordo il mese – l’infermiera re-sponsabile della mia sala operatoria (Caroli-ne Hampton) lamentò che le soluzioni delcloruro di mercurio le producevano una for-ma di dermatite alle braccia ed alle mani. Dalmomento che lei era una donna insolitamen-te efficiente, cercai di occuparmi del proble-ma ed un giorno a New York richiesi alla Goodyear Rubber Company di produrrecome esperimento due paia di guanti sottili in

gomma. Nei trial questi prodotti si dimostra-rono così soddisfacenti che vennero ordinatialtri guanti. In autunno, al mio ritorno in città,un assistente che passava gli strumenti edintroduceva i fili negli aghi venne dotato an-che lui di guanti di gomma da indossare nelleoperazioni. All’inizio l’operatore li indossavasolo dopo che erano state effettuate le inci-sioni esplorative nelle articolazioni. Succes-sivamente, gli assistenti divennero così abi-

tuati a lavorare con i guanti che li indossava-no anche durante le operazioni e sembrava-no essere meno esperti a mani nude che con le mani coperte dai guanti.” Dieci annidopo, nel 1899 Joseph Colt Bloodgood(Milwaukee 1867 – Baltimora 1935), chirurgopresso il Johns Hopkins Hospital di Baltimo-ra e allievo di Halsted, pubblicò i dati che di-mostravano in maniera sorprendente che l’u-so dei guanti chirurgici riduceva l’incidenzadelle infezioni post operatorie dal 17 percento a meno del 2 per cento; Bloodgood fuil primo chirurgo a pretendere che tutti gli ele-menti della équipe chirurgica facessero usodei guanti di gomma. Da quel momento,giovandosi anche della evoluzione della tec-nologia dei materiali, il guanto non ha mai piùabbandonato le mani del chirurgo.

Le mani “assassine” Ma le stesse celebrate mani del Chirurgo, inun’ epoca precedente a quella di Halsted, fu-rono inconsapevoli protagoniste della mortedi molte giovani donne, subito dopo il parto,a causa della febbre puerperale. Ignác FülöpSemmelweis (Buda 1818, Döbling 1865)contemporaneo dell’inglese Joseph Lister(Upton 1827 Walmer 1912)), medico unghe-rese quasi , padre dell’antisepsi, si rese con-to che la causa di questa particolare sepsi,andava riconosciuta nella pratica dei nediciche, financo se provenienti dalle sale setto-rie, non erano affatto adusi all’igiene dellemani prima di assistere al parto; fu adattatoda allora un lavaggio antisettico delle mani ecosì la micidiale infezione delle puerpere fudebellata. Grandezze, tante, e miserie, po-che, delle mani benedette.ì

Renato Jungano Ufficio storico della Società italiana di Urologia

Renato Jungano

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 202018 SpecialeNome e Cognome

Storie di copertina

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19Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020Speciale

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Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 202020 Speciale

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Speciale26 Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020

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27Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020CULTURA

Scaffale. 1La cucina durante il Regno delle due SicilieRaffaello FranzAssisi, per gliamici Lello,endoscopistadigestivo difama eprimarioospedalieroall’Ospedaledelle Grazie diPozzuoli, èstato sempreunbuongustaio appassionato di cucina(celebri, a detta dell’amico e collegaArturo Ruta che fu il suo secondo in unviaggio di ben ottomesi nell’America delsud nel lontano 1964, i suoi manicaretticucinati a bordo della Michelangelo).Non poteva pertanto mancare questomanualetto davvero prezioso ( R.F.Assisi-S. Rosiello: “La Cucina durante ilRegno delle due Sicilie”, pagg. 64,edizione fuori commercio senza prezzo)in cui si parla dell’evoluzione dellacucina napoletana divisa in tre periodiche l’avrebbero fatta diventare la dietamediterranea nell’immediatodopoguerra:” 1° periodo – detto anchedel vicereame borbonico - caratterizzatodalla locanda del Cerriglio con il suoragù classico napoletano; 2° periodoquando in piazza Dante l’apertura dellatrattoria Dante e Beatrice consentì allaborghesia napoletana (studenti e medicidel policlinico) di gustare autenticheleccornie come la frittata di maccheroni,le tracchiolelle e la carne cotta conditacon sale e limone. Il Terzo periodo che vafino all’Unità d’Italia coincide di nuovocon la taverna del Cerriglio in piazza delGesù con tutti i piatti tipici della cucinanostrana.La cucina nella storia di Napoli hasempre denotato la sua origine dallaMagna Grecia e ai Roma fino al medioevoed alla dominazione degli angioini e deiBorbone. Si trattava per lo più di pranzinobiliari (consistenti in 20-30 portatecopiose e ricercate) che però venivanoquasi sempre superati dalla gustosacucina popolare, ricca di sapori semplicie naturali che man mano andarono asoppiantare la cucina dei ricchi. Lasvolta avvenne con la scopertadell’America con la quale giunsero sullemense napoletane pomodori, patate ecaffè, oltre numerose spezie dalle isole

orientali.Alla fine, Assisi e il suocoworker ci avvertono che la cucinanapoletana è consigliata in tutte lepatologie e, se assunte in dosi adeguate,anche nelle diete ipocaloriche.Ovviamente, l’importante è adoperareolio extra vergine di oliva ed evitare isuperalcolici. Per stuzzicare l’appetitodei lettori citiamo solo alcune ricetteelencate nel “saporoso” volumetto:genovese, minestra maritata, frittata dicipolle, arancini di riso e le varie pastealle vongole e ai frutti di mare. Buonappetito! (Francesco Iodice)

Scaffale. 2

La poesia perenne di Antonio SpagnuoloAll’interno di unasplendida rivistadi poesia dedicataa Emily Dickinson(morii per labellezza), splendel’Incontro con ilnostro superpoeta(INCONTRI:AntonioSpagnuolo, “Ilsarto di Ulm”,anno I, n.2, marzo-aprile 2020, pagg. 10-15, Macabor edizioni,euro 8.00) . Spagnuolo, classe 1931, ormai è ildecano della poesia partenopea e italiana; èsulla scena, pensate un po’, da quasi unsettantennio! Da Ore del tempo perduto aPolveri nell’ombra (recensito in questonumero) ci ha regalato una trentina e più dilibri di poesia, e almeno quattro testi dinarrativa e un volume di teatro. Nel 1983precisò la triade fondamentale uomo-parola-mondo, dove la razionalità assume maggiorpeso rispetto al lirismo, recuperato negliultimi anni assieme ad una maggiore affabilitàdiscorsiva.La memoria è grande protagonista, insiemealla sposa perduta che essa vuole conservaree custodire: ”Non immaginavo chel’amore/avesse il potere di sopravvivereanche dopo,/dopo che il suo profiloabbandona le forme/nella nebbia ormai grigiadell’ignoto”. Come nella dimensioneatemporale del sogno, la memoria eternatricerecupera l’amore, non perduto ma semprepresente. Infatti, abbiamo un canzoniere dellaassenza/presenza, quella presenza che lapoesia, freudianamente recupera come unsogno a occhi aperti e in un estremoappagamento di desiderio. Ma tutta l’opera diAntonio – specie l’ininterrotto canzonieredell’assenza – è come una poesia perenneche nello snodarsi dei libri, e all’interno diciascuno di essi, si espande e si addensa,lievitando su se stessa e sul tema dellaperdita e ricerca. (Francesco Iodice).

Libri in pillole Covid e dintorniIl girotondo dei vacciniMitridate VI (132 a.C.- 63 a.C.) re del Ponto era untipetto che diede un gran filo da torcere ai romani:una quarantina d'anni di guerre con Silla, Pompeo eLucullo, rispetto ai quattro che Roma impiegò pertravolgere Pirro e ai quattordici per battere Annibale.Imprese belliche a parte, fu uno straordinariopoliglotta. Si narra parlasse una ventina di lingue,ossia quelle degli stati che dominava. Ma la sua verafama è legata – come tutti sanno - al mitridatismo:assumeva con regolarità piccole dosi di veleno, perdiventare immune a quelli che avrebbero potutoucciderlo. Roba da Alessandro Borgia and family.Anche Belzebù pensa con buone ragioni di esserelui il vero precursore del vaccino, che ora si vacercando per il Covid-19. Dall'etimo "vacca", ilvaccino nasce per intuizione di Edward Jennerverso il 1796, cinque anni dopo la morte di Mozart,anno bisestile in cui Haydn (1732-1809) compose unconcerto per orchestra e tromba solista. Il concertodivenne celebre - dopo quello per due trombe diVivaldi (1678-1741) - anche per l'accenno allamelodia del "Gott! Erhalte Franz den Kaiser", chedivenne nel 1797 inno nazionale austriaco e poitedesco. Ultima composizione orchestrale di "papàHaydn" (così definito da Mozart) prima delle seimesse e dei due oratori, La Creazione e LeStagioni. Il 1796 era però anche l'anno in cuiNapoleone con la Campagna d'Italia conquistava laLombardia, proclamando la RepubblicaTranspadana e nominando nel Municipio sia il Pariniche il Verri. Jenner già prima di allora aveva presopiccoli frammenti dell'ulcera purulenta tolta a unamungitrice ammalata di una forma lieve di vaiolo -epidemia che faceva stragi in tutta Europa - e liaveva iniettati nel braccio di un ragazzino, chesopravvisse e divenne immune. Tre anni dopo LuigiSacco, quello dell'ospedale milanese oggi all'onoredelle cronache, fece la stessa cosa autoiniettandosiil pus di un paio di vacche e dimostrando così ilvalore della scoperta.

Fu l'inizio della saga dei salvavita: difterite e tetano(Adam von Behring, l'immunologo per eccellenza;antrace e rabbia (Louis Pasteur, padre della

microbiologia cui è intitolato il celeberrimo Istitutoparigino. L'antipolio (Jonas Salk e Albert Sabin, eancora antimorbillo, che aveva ucciso 2,5 milioni dibambini, sconfitto dopo il 1980, seguito dal trivalente(parotite, morbillo e rosolia) e dall'epatite A e B. – Ivaccini oggi sconfiggono comunemente varicella,meningite, polmonite e tra un annetto ci sarà il nuovovaccino che abbatterà il regno del virus coronato.Intanto, nel mondo globale, si riscopre il valore deltempo, delle belle letture e della musica d'arte. Laquarantena rinsalda i valori familiari e dissuade igiovani da tanti rimbambimenti, dai rave party apeggior cose. Peccato che convivenze obbligate eprolungate rischino di uccidere l'amor coniugale esopratutto quelli extraconiugali, messi in difficoltà nonpiù solamente dalle feste natalizie, che da semprehanno buttato nella disperazione tante amanti - darivedere Shirley MacLaine ne "L'appartamento"(1960) di Billy Wilder, 5 Oscar, con Jack Lemmon -piombate in crisi di solitudine. Andrebbe oraaggiornata la battuta di Ennio Flaiano (1910-1972)dove è il traffico delle ore di punta a rendereimpossibile l'adulterio. Altro che traffico. Colpa dellaquarantena. (Francesco Iodice)

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CULTURA28 Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020

Dopo dieci anni dalla scompar-sa a Milano della poeta AldaMerini (aveva detto di sé:” So-

no nata il ventuno a primavera manon sapevo che nascere folle, aprirele zolle, potesse scatenar tempe-sta…) si ripresenta l’occasione perun ricordo della sua figura, per unaccostamento alla sua poesia. Fuorida ogni situazione formalizzata, giàuna pura citazione di alcuni titolisuggerisce l’orizzonte della Merininel movimento primario dell’esisten-za, nelle fughe, nei ritorni, nel gestoincondizionato della parola: comepolvere e vento, Clinica dell’abban-dono, Delirio amoroso, Corpo d’amo-re, il carnevale della croce, Magnifi-cat , Testamento.

Piegata al vento della vita, l’ope-ra di Alda Merini, in un flusso i-narginato, si muove dalla nar-

rativa alla poesia, dall’eros al mistico,dall’informe alla forma, dal terrestreal celeste, dal vissuto al sognato. La vita non può essere trattenutanella cifra immobile del simbolo. Lavita è sempre presenza nel rapimen-to, nella fugacità: è come in un mo-mento, al chiaro di luna, «un unicobacio d’amore». In Alda Merini lascrittura arriva a uno stupore caricodi creaturale abbandono, come peresempio, la misteriosa leggerezza diquesto commovente incontro:: «In manicomio incontrai Pierre; eraun uomo buono, un malato muto. Siinnamorò di me e lo capii dai suoi

sguardi dolci…E poi ci guardavamonegli occhi e mai due esseri furonocosì fratelli e si vollero così bene co-me Pierre ed io».

Verso l’opera di Alda Merini c’èun riscontro di testimonianze,di attenzioni variamente e libe-

ramente espresse. Una delle più im-portanti è di monsignor GianfrancoRavasi - grande amico di Alda - chescrisse un commosso ricordo,“Aldasulle ali di Dio”, in cui accenna alle«chilometriche telefonate» della Me-rini. Era stato invitato a scrivere laprefazione al Poema della Croce.Nella lirica “Clinica dell’abbandono”Merini scrive: “Se tu conoscessi/l’aladell’Angelo/ se tu lasci la madre ter-ra/che ti ha così devastato/ora chevedi Dio/riconosci in te stesso/il fioredella sua lingua”. E Ravasi ritieneche la poetessa possa realmenteparlare la lingua di Dio, dopo aver la-sciato quell’umanità che lei tanto o-diava e detestava.

Nel 1947, la poeta incontra "leprime ombre della sua mente"e viene internata per un mese

nella clinica Villa Turro a Milano, do-ve le viene diagnosticato un disturbobipolare. Quando ne esce alcuni a-mici le sono vicini tra cui GiorgioManganelli per il quale ebbe un a-more folle.

La colpa e la grazia, l’inferno e lagloria, la tenebra e la luce, sonostati i poli della ricerca di Alda

Merini, una ricerca attraversata nondi rado, come abbiamo visto, dai ful-mini della follia che lei non temeva dirappresentare, consapevole (comenell’Idiota di Dostoewskij) che esisteuna possibilità di conoscenza chenon è sempre irrazionale. Ma, cometutti i geni, aveva i suoi lati oscuri: e-ra una persona non risolta, non equi-librata che oscillava fra la carnalità ela spiritualità, la realtà e la fantasia,gli incubi e i sogni. Per tutta la vitafece della poesia la sua unica interlo-cutrice alternandola ad amori passio-

La poesia come emozione della Vita

ALDA MERINI: A DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA

Lo scetticismo è un buon cane da guardiase sai quando mettergli e levargli il guinzaglio.

Rex Stout, Nero WolfeLa traccia del serpente

***Certo che le donne sono stupide.

Dio onnipotente le ha create per essere uguale agli uomini

George Eliotpsudonimo mascolino di Mary Evan Cross

***Carmina non dant panem, le poesie non danno pane

Massima latina

Alda Merini, Milano le ha dedicato un ponte nel suo posto preferito. Sui Navigli, precisamente all’altezza del Naviglio Grande,vicino alla sua abitazione, in Ripa di Porta Ticinese, angolo via Corsico

FrancescoIodiceGià direttoreUnità operativadi struttura complessadi Pneumologiaospedale A. Cardarelli di Napoli

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nali: la love story con Giorgio Man-ganelli (al tempo lei aveva 15 anni elui era sposato), il matrimonio conEttore Carniti (dal quale nacqueroquattro figlie) e il matrimonio con Mi-chele Pierri, poeta e medico di Ta-ranto, più vecchio di lei di trent’anni.Amare era il suo modo di opporsi al-le contrarietà e alla malattia: unatrentina di ricoveri in manicomio dal1965 al 1978, trascorsi tra i dinieghidei grandi editori mascherati con pa-role di sufficienza. Per vent’anni èstata in silenzio e delle sue pubblica-zioni giovanili quasi s’era persa laconoscenza. Amare le dava modo diesprimere le emozioni che avevadentro: emozioni anche contraddittorie, ma chi scrive ha bisogno di emo-zionarsi per creare. Il suo vissuto in-teriore, aveva bisogno di uno stimo-lo – l’innamoramento - per emergeredal magma che aveva dentro. I fan-tasmi che la tormentavano eranorappresentati da grandi paure noncolte nel momento in cui furono pro-vate e poi amplificate dal primo rico-vero, improvviso e devastante, per-ché nessuno le aveva capite. Ironiadella sorte, gli stessi familiari si rese-ro conto che era una delle voci poetiche più importanti del novecen-to (più volte candidata al Nobel) so-lo dopo la sua scomparsa. Il poetanapoletano Eugenio Lucrezi, coordi-natore-critico de “La Bottega dellaPoesia” su Repubblica, a tal proposi-to ci ha detto:” Alda Merini è statal’ultima tra i poeti italiani ad assurge-re alla popolarità. Smodata e tenera,audace e folle, è parsa al pubblico laperfetta icona della poesia, che vince perdendo”. Per quanto fosse famo-sa, la figlia Emanuela non pensavache avesse raggiunto una popolaritàcosì elevata e che fosse tanto ama-ta, finchè non vide la grande parte-cipazione popolare al momento dellascomparsa.

Achi le chiedeva perché spessola croce era nelle sue liriche,rispondeva che cantare la cro-

ce significava cantare il dolore, ma altempo stesso anche la liberazione.La croce richiama la morte, è vero,ma è pure la base della resurrezio-ne. In fondo ognuno di noi se la por-ta dentro tutta la vita, anche comeforma di vergogna e di derisione. Il virus meriniano ha contagiato anche il social del momento, Insta-gram, in cui una ragazza per allevia-

rele sue pene d’amore, posta una fotocon la seguente scritta: “Alle volte ilsilenzio dice quello che il tuo cuorenon avrebbe mai il coraggio di dire(Alda Merini)”.

Risultato? Quasi 25mila cuorici-ni e 5500 commenti. Se fosseancora viva, Alda Merini sa-

rebbe una influencer, ma userebbela comunicazione moderna e la tec-nologia con maggiore sensibilità, lei che paragonava il manicomio a unlager e che nella sua vita è stata vitti-ma degli hater, quelli che odiano.Quando Ravasi le fece visita nellasua casa sui Navigli a Milano, vollenascondere con una valanga di fioriil terribile stato di abbandono e po-vertà in cui versava la sua casa, se-condo quella generosità che manife-stava sempre e che la rendeva felice quando donava agli altri; aveva con-vocato anche un violinista che l’a-vrebbe accompagnata al pianoforte da lei suonato piuttosto bene. Poco

prima di morire doveva andare il 21novembre 2009 alla Cappella Sistinaper l’incontro col Papa che ricevevagli artisti, ma presagendo che non a-vrebbe potuto recarsi a Roma, disseche gli artisti li avrebbe incontrati su“un’altra strada”.

In una serata trascorsa a Milanocon alcuni amici, Alda Merini dis-se : «Andiamo a cena in un locale

di lusso» per ritrovare forse un mo-mento di evasione. Durante le pausedella cena affidò a fogli tanti pensieridi poesia, commentando: “La poesiaè l’emozione della vita, della parolanel divenire del tempo che scompa-re”. Sul piccolo schermo la Merini si mo-strava senza filtri, con i segni dellamalattia, del manicomio, delle disillu-sioni e delle lotte per vivere di versi,che, come sappiamo, mandano inmiseria. Il fenomeno Merini è finitoanche sulle tazze. Non sapete cosa regalare a Natale oa San Valentino?

Una bella tazza rosa con suscritto: “Sei la finestra a volteverso cui indirizzo parole di

notte, quando mi splende il cuore”.Nata nel primo giorno di primaveradel 1931, Alda Merini morì nella so-lennità di tutti i Santi. Noi qui vorrem-mo ringraziarla applicando a lei i ver-si finali di una poesia inedita chemandò ad un suo amico in occasio-ne del funerale del padre. “Nonscongiurare la morte/di lasciarlo quisulla terra:/ha già sentito il profumodi Dio,/lascialo andare nei suoi giar-dini”. •••

ALDA MERINI

CULTURA Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020

Biglietti di saluto e cordoglio affissi

alla sua abitazione dopo la scomparsa

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30 Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020 RUBRICHE

Il consulente fiscale: vademecum per i camici bianchi

L’Agenzia Dell’Entrate, con due provvedi-menti del 16 ottobre del 2020, riscontra nuo-

vi adempimenti per le spese effettuate nell’an-no fiscale 2020 che saranno detraibili al 19 percento nella prossima dichiarazione dei redditi.Già nella Legge 160 del 2019 – Legge di Bilan-cio 2020, al comma 679, si prevedeva che ledetrazioni dall’imposta lorda, nella misura del19 per cento di alcune spese previste dall’arti-colo 15 del Tuir (interessi passivi mutuo primacasa, spese sanitarie, funebri, scuola/universitàistruzione, assicurazione vita, attività sportiva fi-gli, locazione canoni studenti fuori sede, veteri-narie, abbonamenti trasporto pubblico su gom-ma/rotaia) potessero aver luogo solo se il corri-spettivo fosse stato pagato con mezzo traccia-bile.Con questi provvedimenti si è avuta una re-troattività per queste spese sostenute già dall1° gennaio 2020, fanno eccezione solo ed uni-camente le spese sostenute per l’acquisto dimedicinali in farmacia, vedasi scontrino parlan-te, tutte le prestazioni effettuate nelle strutturepubbliche e in quelle accreditate private con ilSsn.Corre l’obbligo di dotarsi del famoso “Pos” adatare dal 16 ottobre 2020 da parte di:

: Medici che espletano attività privata;

: Medici di medicina generale, Pediatridi Famiglia per solo quelle prestazioni

non coperte finanziariamente dal Ssn.;

: Strutture sanitarie private non accre-ditate con il Ssn.;

: Cliniche veterinarie e veterinari;

: Università e campus;

: Spese servizi funebri;

: Asili nido;

: Palestre/piscine per i figli;

: Enti Terzo Settore (attuali Associazioni - Ets);

Corre l’obbligo di riscontrare che in sede diconversione del Decreto fiscale 124 del

2019 convertito in Legge 157 del 2019 è stato,per fortuna, abrogato l’articolo 23 che prevede-va sanzioni economiche a partire dal 1° lugliodel 2020 a carico del professionista medico, ti-tolare di Partita Iva, che avesse rifiutato il paga-mento con mezzo tracciabile tanto è vero chenel momento in cui il professionista medico i-noltra la parcella/fattura al “appone una flag” supagamento con mezzo tracciabile il fruitore del-la prestazione sanitaria ritroverà la cifra sul mo-dello predisposto dall’Agenzia delle Entrate epotrà portarlo in detrazione al 19 per cento.

Inoltre è di questi giorni una risposta fornitadall’Agenzia delle Entrate e precisamente l’in-

terpello n. 484 del 20/10/2020 con il quale siprecisa che nel caso in cui il pagamento trac-ciabile sia reso da un terzo, diverso dal fruitoredella prestazione sanitaria, sia ugualmente de-traibile, si pensi al pagamento effettuato da unfiglio al genitore o un nipote alla nonna, il pro-fessionista sanitario non è affatto tenuto a veri-ficare chi paga materialmente.

Abreve si daranno riscontri ai pagamenti chesaranno resi dal 1° dicembre del 2020 con

l’operazione “Cashback” incentivi per chi effet-tua transazioni con strumenti digitali (Pos) cosìcircolerà meno contante e banconote.

Francesco Paolo CirilloDottore Commercialista

ContattiIl consulente fiscale dell’Ordine, FrancescoPaolo Cirillo, è a disposizione degli iscrittiper consulenza di natura fiscale e previden-ziale su preventiva prenotazione sul Sitodell’Ordine. •••

Pillolefiscali

FrancescoPaolo Cirillo

Dottore Commercialista

Il Pos obbligatorio per medici, autonomi e privati

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31Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020RUBRICHE

Tumore del colon, un test ti dice chipuò fare la chemioterapia: il Pascaleleader di uno studio internazionale

capace di individuare i pazienti che pos-sono beneficiare della terapia adiuvante.Tra i coautori il direttore scientifico dell’I-stituto dei tumori Gerardo Botti, l’oncolo-go Paolo Ascierto, l’anatomopatologaFabiana Tatangelo, il chirurgo Paolo Del-rio. “Elevatissimo il valore della nostra ricerca”, così il direttore generale AttilioBianchi. I dati pubblicati sul Journal ofClinical oncology.Le terapie, si sa, non hanno effetti ugualisu tutti i pazienti. Individuare coloro cherispondono meglio alla chemioterapia a-diuvante e, quindi, hanno maggiori possi-bilità di sopravvivenza, è l’ultima frontieradi uno studio internazionale di cui il Pa-scale è principale protagonista. Pubblica-to sulla prestigiosa rivista Journal of Clini-cal Oncology, questo studio multicentrico,partito da Napoli nove anni fa, ha un im-patto importantissimo sui pazienti affettida carcinoma del colon in stadio avanza-tissimo.Dimostra, infatti, che la risposta immuni-

taria documentata sul tessuto è in gradodi definire una coorte di pazienti che han-no una prognosi migliore e un’ottima ri-sposta alla chemioterapiaadiuvante.“L’importanza di questo dato –dice il direttore scientificio del Pascale,Gerardo Botti - conferma la significativitàdella risposta immunitaria anche nel defi-nire una più appropriata stadiazione ana-tomopatologica, destinata a definire un

approccio terapeutico più appropriato in questa tipologia di pazienti”. GerardoBotti è coautore dello studio insieme conl’oncologo Paolo Ascierto, l’anatomopato-loga Fabiana Tatangelo, il chirurgo PaoloDelrio. Napoli, dunque, sempre più alvertice della ricerca contro il tumore delcolon. Lo studio è partito proprio da Na-poli nel febbraio 2011 e il Pascale è ilcentro in Italia che ha arruolato il maggiornumero di pazienti, circa 200, su un tota-le di 2.681. Sono stati incluse persone colpite da tu-more del colon in stadio da I a III. Unpunteggio, cioè uno score, alto è statoassociato a una migliore sopravvivenza.In particolare i pazienti con un immuno-score alto presentavano minori possibilitàdi recidiva a 5 anni dalla diagnosi

(che riguardava solo l’8 per cento dellepersone con alto immunoscore rispetto al19 per cento di quelli con un livello medioe al 32 per cento di quelli con livellobas-so). Non solo. Nei pazienti con alto im-munoscore si è registrato un migliora-mento della sopravvivenza globale del 56per cento rispetto ai pazienti con livellibassi. “Il valore aggiunto dell’Istituto deitumori di Napoli – conclude il mnanagerBianchi – è rappresentato dall’elevatissi-mo livello della nostra ricerca, riconosciu-to a livello mondiale. E questo genera va-lore alla nostra attività assistenziale, per-ché i risultati delle varie attività di ricercasono immediatamente disponibili per lapratica clinica, per i pazienti che ognigiorno si affidano alle nostre strutture”.•••

Buona Sanità

Tumore del colon, un test per la chemio

MonaldiDalla Tunisia per salvare una vita

Hanno attraversato il Mediterraneo dalla Tunisia con la speranzadi poter offrire al loro bimbo, di appena 8 mesi e affetto da unamalformazione cardiaca, cure e assistenza adeguate. Dopo

due giorni di viaggio su un barcone insieme ad altre 50 persone, losbarco a Lampedusa e poi il trasferimento presso il centro di primaaccoglienza di Crotone, per il piccolo I. è stato disposto, in un primomomento, il ricovero presso l’ospedale della città calabrese e,successivamente, presso la Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedaleMonaldi di Napoli dove è stato operato, per una tetralogia di Fallot,dall’equipe del dottor Guido Oppido. La mamma, scappata in Tunisia dalla Costa d’Avorio dopo la mortedel padre e per evitare un matrimonio combinato che non voleva, haappena 18 anni e, in Tunisia, ha incontrato il marito, anche luiIvoriano, di 19 anni. Dopo la nascita del piccolo e dopo aver avuto ladiagnosi che il figlio era affetto da una delicata malformazionecardiaca i due hanno deciso di rischiare la sorte su un barcone nellasperanza di garantirgli una aspettativa di vita normale.

“Il piccolo, affetto da tetralogia di Fallot, nota anche come morbo bluper la cianosi che sviluppano le persone che ne sono affette,presentava, al momento del ricovero, un ampio difettointraventricolare e un restringimento dell’uscita del ventricolo destro,della valvola cardiaca e del tronco e dell’arteria polmonare e,pertanto, è stato sottoposto a un intervento chirurgico che ha previstola chiusura del foro tra i due ventricoli e l’allargamento dell’uscita delventricolo destro e della valvola e del tronco polmonare in modo taledi consentire al sangue di ossigenarsi adeguatamente” spiega GuidoOppido, direttore della UOC di Cardiochirurgia pediatrica delMonaldi. “Si tratta - aggiunge - di un intervento correttivo definitivo chegarantirà al piccolo una aspettativa di vita normale. Il piccolo, unavolta dimesso, dovrà essere monitorato costantemente pertanto cistiamo muovendo con la Croce Rossa Italiana e con i servizi socialiaffinché la famiglia trovi una adeguata sistemazione a Napoli in mododa potergli garantire il corretto follow up”. “In un momento così complicato abbiamo bisogno di notizie delgenere”, dichiara Maurizio di Mauro, direttore generale dell’AziendaOspedaliera dei Colli. “Voglio ringraziare la Croce Rossa che staseguendo la situazione e che ha consentito anche al padre di venirea Napoli da Crotone e accogliere questa giovane mamma e il suobimbo”. •••

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32 Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020 RUBRICHE Buona Sanità

Affetta da Leucemia, guarita dal Covid

La storia di Carla (nome di fantasia) èdi quelle che riaccendono la speran-za: 62 anni e un quadro clinico

preoccupante a causa di una leucemiamieloide acuta ha iniziato il suo calvario amarzo. Colpita anche dal Covid-19 è sta-ta trasferita al policlinico Federico II diNapoli, ammessa d’urgenza nelreparto appositamente allestitoper il contenimento della tra-smissione e la cura del Co-vid.La donna è stata presa in ca-rico dall’equipe dell’Unità ope-rativa complessa di Ematologiae Trapianti di Midollo direttada Fabrizio Pane docente or-dinario della disciplina e daquella degli specialisti in ma-lattie infettive guidati da IvanGentile. Un approccio multidi-sciplinare per combattere lapolmonite da coronavirus e laleucemia acuta dimostratasirefrattaria al trattamento fattoprecedentemente all’arrivo allaFederico II.«A marzo - spiegano Pane eGentile - non si sapeva quasinulla del decorso dell’infezio-ne da coronavirus Sars-CoV-2, tantome-no nei casi in cui l’infezione interessavapazienti colpiti da una leucemica acutache, già di per sé, può ridurre le difeseimmunitarie. Dovevamo considerare se-riamente, tra i possibili esiti del trattamen-to della paziente, una potenziale riattiva-zione o reinfezione dal virus. Così comepuò accadere per altre infezioni virali co-me quelle da virus di Epstein Barr o daCitomegalovirus».Gli specialisti della Federico II hannopuntato ad un trattamento per la leuce-mia basato almeno in parte su farmacibiologici per limitare il più possibile gli ef-fetti immunosoppressivi di un ulterioretrattamento chemioterapico. La tipizzazione molecolare che viene fat-ta a tutti i pazienti affetti da leucemia in

cura alla Federico II mostra un bersagliomolecolare per un nuovo farmaco biologi-co. Immediato il ricorso alla terapia, allaquale viene associato anche il trattamen-to per l’infezione virale con farmaci antin-fiammatori e antivirali. Riportata la situa-

zione sotto controllo, Carla viene sot-toposta al primo trapianto di mi-

dollo mai realizzato in Europa inun paziente con infezione daCovid-19, trapianto effettuatonel centro trapianti della UOCdi Ematologia della Federico IIcon una tecnica sperimentale.

Ad occuparsi della procedura. Igiorni successivi all’interventodi trapianto del midollo tutto èandato per il meglio.“Una situazione particolar-

mente grave - Aggiunge Pane –il trattamento della leucemia siè basato, almeno in parte, sufarmaci biologici per limitareal massimo gli effetti immuno-soppressivi di un ulteriore trat-

tamento chemioterapico. La ti-pizzazione molecolare che viene

fatta a tutti i pazienti affetti daleucemia in cura alla FedericoII mostra un bersaglio moleco-

lare per un nuovo farmaco biologico. Im-mediato il ricorso alla terapia alla qualeviene associato anche il trattamento perl’infezione virale con farmaci antinfiam-matori e antivirali”. Riportata la situazione sotto controlloCarla viene sottoposta al primo trapiantodi midollo realizzato in Europa in un pa-ziente con infezione da Covid-19, trapian-to effettuato nel centro trapianti della U-nità di Ematologia della Federico II con u-na tecnica sperimentale. Nei giorni successivi all’intervento di tra-pianti di midollo tutto per fortuna è andatoper il meglio. Proprio in queste ore Carlaè stata anche dimessa e dopo sette mesidi dure battaglie durante le quali non si èmai arresa è tornata finalmente all’affettodei suoi cari. •••

Fabrizio Pane

Ivan Gentile

Ospedale di Giugliano

La letteraChiarissimo presidente

Scotti, desiderofarle unasegnalazione cheritengo le siagradita specie inquesta era didisorientamento edisteria collettiva. Lasegnalazionenasce dall’essereio persona espertain materia sanitaria quale già docente universitarioin Medicina e chirurgia e già responsabile di unastruttura sanitaria chirurgica per oltre unventennio. Il fatto: martedì 27 ottobre ho accusato dispnea eaffanno da minimo sforzo fisico. Ho subitoeffettuato un elettrocardiogramma da cui èrisultata una sofferenza cardiaca grave. Venerdìser, ribadisco professionalità. Nel mentre effettuavano , 30 ottobre sempreaffannando al minimo sforzo mi sono recato aGiugliano presso il presidio ospedaliero dellacittadina, Unità operativa di Cardiologia e qui si èaperto il cielo. Sono stato accolto al Prontosoccorso con professionalità. Mentre effettuavano i test rapidi e il tamponeCovid mi veniva controllata la pressione, effettuatoun Ecg, prelevato sangue arterioso e venoso emolto altro. Dopo un tempo ragionevole per ottenere lerisposte Covid risultate negative sono statoaccolto nell’unità coronarica diretta da GiovanniNapolitano e qui si è concretizzata l’allerta conmedici e infermieri perfettamente addestrati adeseguire ogni sorta accertamento, assistenza eterapia. Esami ecocardiografici, Ecg, Angio Tc del toracecon contrasto e doppler artero-venoso. La assiduaassistenza si è protratta continua, ininterrotta eprofessionale nei giorni successivi fino alladimissione avvenuta il 3 novembre con il miorecupero. Ho rilevato con gioia e toccato conmano che nella nostra amata regione Campania“anche all’ombra del Vesuvio” esistono struttureall’avanguardia e professionisti medici di altovalore e professionalità dai volti sconosciutiperché protetti da mascherina ma dall’ingegno eprofessionalità e animati da vero amore dellaprofessione e delle sorti del paziente sofferenteche cerca aiuto, cure e accoglienza.

FERNANDO GOMBOSORDINARIO DI ODONTOSTOMATOLOGIA

DOCENTE IN CLINICA ODONTOSTOMATOLOGICAUNIVERSITÀ VANVITELLI DI NAPOLI

Fernando Gombos

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33Bollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020In memoria di...

Una folla di migliaia di persone, suoipazienti, cittadini comuni, una pro-cessione al Corso Umberto n.7 dal

lato di Piazza Bovio, per rendere omag-gio alla salma di Daniele Cagnacci 64 an-ni medico di famiglia della zona del cen-tro di Napoli stroncato dal Coronavirus.Amatissimo da tutti, soprannominato"l’angelo del Rettifilo" per la grandissimaumanità e disponibilità gratuita prestata inogni giorno dell'anno per gli abitanti dellezone popolari della Rua Catalana. In po-co più di cinque giorni è passato dai primisintomi al ricovero e quindi al decesso.Ennesima vittima del Covid in camicebianco in città. "Sei il mio orgoglio" scrivela figlia Sarah su Facebook, affezionatis-sima al padre di cui ha preso le orme lau-reandosi in medicina. Un rapporto diven-tato simbiotico dopo la morte della mam-ma, anch'ella medico, alcuni anni orsono. "Sono sconvolto - dice Federico Libertinonoto sindacalista della Cgil - Daniele eramio amico il medico di famiglia da sem-pre, il medico di tutti. Lavorava senza o-rari e senza risparmio in ogni giorno del-l'anno. Un esponente di una categoria amio avviso ingiustamente bistrattata dallecronache, in questo caso espressione diuna concezione alta della missione di cu-ra. Il Covid è un assassino che se lo èportato via in pochi giorni. Daniele fino al-l'ultimo ha prestato assistenza nel suostudio prima di ammalarsi. Era ancoragiovane. Vedeva decine e decina di ma-lati al giorno allo studio e a domicilio. Luic'era sempre ogni volta che era necessa-ria la sua presenza. Sempre a prevenire,

a curare, a dare consigli e terapie. Prontoa rispondere al telefono in ogni orario. Lasua non era solo una professione, erapassione, missione, amore verso il pros-simo, disponibilità, accoglienza della sof-ferenza, disponibilità assoluta". Ai tanti detrattori dei medici di base - scri-ve uno dei suoi pazienti su Facebook -vorrei dire di smetterla e chiedere loroscusa". Aveva scoperto di essere stato contagia-

to pochi giorni fa, probabil-mente proprio durante le vi-site ai pazienti, magari qual-che asintomatico, a cui nonsi sottraeva mai, a qualsiasiora del giorno. Poi il rapidopeggioramento, fino allamorte, in soli 5 giorni.Una persona buona, gentiledi grande umanità. Daniele -conclude Libertino - non co-nosceva riposo, il suo impe-gno la cura degli altri. L'ho sentito qualche giornoprima del suo ricovero e gliho parlato di una inchiesta diuna mia amica giornalistasui medici di base ingiusta-mente accusati di scarso im-pegno in questa micidialepandemia e lui ha accettatoper spiegare il suo lavoro.L'ultima volta che si ciano vi-sti? Nel suo studio a metàottobre per la vaccinazione.Non abbiamo perso solo ilnostro medico ma un fratel-

lo. Gli volevamo bene, tutti gliene voleva-no". Un altro camice bianco stroncato dal Co-vid a Napoli dopo il sindaco di Melito, ilmedico Antonio Amente, 69 anni, e l'infer-miere Alfonso Durante, 75 anni, che eratornato dalla pensione per prestare servi-zio sulle ambulanze del 118. Il quartiere si è mobilitato per una petizio-ne in Comune e alla circoscrizione perapporre una targa in sua memoria. •••

Morti sul campo

Addio all’Angelo del Rettifilo

Raffaele De IasioCovid: ci lascia un apprezzato specialista

La specialistica ambulatoriale interna diNapoli piange la scomparsa di RaffaeleDe Iasio. 61 anni, sposato, due figli,

medico legale responsabile sanitario delcarcere di Secondigliano.«In meno di un mese - ricorda con doloreGabriele Peperoni, vicepresidente nazionaledel Sumai - abbiamo perso tre colleghi. Ladimostrazione, qualora ve ne fosse ancorabisogno, che ci troviamo al cospetto di unnemico che non guarda in faccia a nessuno,che sta colpendo tutte le categorie medichee sanitarie indistintamente e subdolamente.

Donne e uominiche nonostanteil pericolocontinuano asvolgere ilpropriodovere, lapropriaprofessione, lapropria missione.Gli specialisti ambulatoriali del Sumai -dicono dal sindacato - onoreranno i propricaduti continuando a lavorare e operarenegli ospedali, nell'università ma soprattuttonelle strutture territoriali e a domicilio deipazienti laddove con malcelata superficialitànon sempre si forniscono dispositivi disicurezza e mezzi all'altezza dei rischiincombenti. Alle famiglie dei colleghi caduti - concludePeperoni - va la più profonda solidarietà evicinanza di tutti gli specialisti, di tutti imedici». •••

Page 34: ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI di Napoli e

Carissimi, a nome del corso di laurea magistralein Odontoiatria e Protesi dentariadell’Università degli studi della Campania Luigi

Vanvitelli è mio personale desiderio esprimereprofondo cordoglio e sincero dolore a tutta la famigliadi Emmanuele Giunta. Laureato da qualche anno inOdontoiatria e protesi dentaria Emmanuele, o Manu,come tutti lo chiamavano, era stato uno studentemodello, apprezzato per i suoi modi estremamentecompiti e cordiali. Durante il suo percorso di studiaveva sempre manifestato impegno e competenza etrasmettendo gioia di vivere e suscitando simpatia indocenti e colleghi. Si potrebbe ancora allungarel’elenco delle doti, ricordando quanto fosseintelligente curioso e sensibile ma anche questo nonservirebbe a colmare in alcun modo il vuoto lasciato. Ci consola pensare di aver avuto il privilegio di averloconosciuto e di aver condiviso con lui un trattoimportante della sua vita. Ci conforta sapere di averpotuto ricambiare appieno l’affetto e la stima cheEmmanuele ha sempre trasmesso a tutti noi. Incircostanze come questa ogni parola appare retoricama quando si spezza in un modo così improvviso einaccettabile la vita di un ragazzo in realtà sispengono anche le nostre speranze di migliorare,attraverso i giovani, la nostra società. Nell’unirci aldolore dei familiari, porgiamo al caro e amato collegail nostro più affettuoso saluto. Buon viaggioEmmanuele.

Il presidente Letizia Perillo

34 FocusBollettino OMCeO Napoli - Ottobre-Novembre 2020

Addio a Emmanuele giovane odontoiatraIn ricordo di...

In ricordo di Emmanuele. 1

Emmanuele Giunta, o Manu, laureato inOdontoiatria e protesi dentaria, è stato uno stu-dente intelligente, particolarmente apprezzato dadocenti e colleghi per la sua simpatia e i modicordiali. Nonostante l’espressione del suo enorme poten-ziale sia stata tragicamente interrotta , lamemoria della sua sensibilità e la sua sete diconoscenza continueranno ad ispirare coloro chehanno avuto il privilegio di conoscerlo.

I suoi ideali “ alti ed altri”, come ricordanoi versi di un suo amico, continueranno a vivereimmortali nell’animo dei suoi amici e conoscenti.Ci uniamo alla famiglia in un sincero e sentitosaluto ad Emmanuele

Dr.ssa prof.Rossella Santoro

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In ricordo di Emmanuele. 2

Troppo intelligente, troppo interessante, troppo profondo per questo mondoUn battito d’alie hai spiccato il voloverso la dimensione che cercaviverso i lidi che volevierano altri e altigli ideali che cercavisterile questo postoper la tua sete di vitail tuo animo un cratere di emozioniintensamente profondoincredibilmente esplosivomascherato dal tuo sereno sguardoe dai modi flemmaticite la prendevi calmanon c’era frettail tuo tempo era preziosohai deciso tu quando impennareper andare viatu ragazzo troppo profondoper questo mondo

tu troppo speciale per un’umanità spersonalizzata ricordo i nostri discorsi lunghisu boxe e vitacome Jack Dempsey hai attaccato il nemicoa viso apertonon so dire se per me sei un eroe o un’ispirazione ma so che per sempre mi sentirò scrutato da quel tuo sguardocos’ meravigliosamente dolce e malinconicomi sentirò toccato nell’animacome se la tua essenza entrerà in mestella cometa d’agostote ne sei andato con un lampoche ha accecato i nostri occhi e colpito le nostre mentiindelebilmente e per sempre Il desiderio di rivederti un giorno E parlare, parlare parlareE cercare di capire perchéIn questo mondo non c’è spazio per i grandi

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Info sul sito dell’Ordine

www.ordinemedicinapoli.it