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Feder. S.P. e V. - Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove ORGANO DI INFORMAZIONE DEL SINDACATO DEI PENSIONATI SANITARI N° 3 - SPECIALE 2018 • ANNO XXXV MEDICI - VETERINARI - FARMACISTI Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale – 70%ROMA-C/RM/31/20 13 “NON SOLI, MA SOLIDALI” SPECIALE 55° CONGRESSO ROMA, 14-18 APRILE 2018

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Feder. S.P. e V. - Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove ORGANO DI INFORMAZIONE DEL SINDACATO DEI PENSIONATI SANITARI

N 3 - SPECIALE 2018 ANNO XXXVMEDICI - VETERINARI - FARMACISTI

Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale 70%ROMA-C/RM/31/20 13

NON SOLI, MA SOLIDALI

SPECIALE55 CONGRESSO

ROMA, 14-18 APRILE 2018

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In questo numeroNoi guardiamo avaNti. 03Per un Paese pi giusto e solidale

Premessa 03 Il futuro previdenziale dei giovani 05 Pensioni e assistenza 06 Separazione Assistenza - Previdenza 07 Perequazione 09 Proposte di Riforma dellart. 38 della Costituzione 10 Perequazione pensioni In essere: minimi aumenti nel 2018 1 1 Pensione di reversibilit 1 1 Ultime novit dal Fondo Monetario Internazionale (FMI)

e dallEuropa 13 Divario di genere donne: salari e pensioni pi bassi del 23% 14 Sanit: non uguale per tutti 14 Italia Paese di anziani ma non per anziani 16 Ltc Enpam 17 Conclusioni 18

a cura di michele PoerioNel guardare avanti per un Paese pi giusto e solidalepossiamo sperare in un futuro da cittadini?a cura di Filippo m. Boscia 19Sofrologia

Obiettivi della sofrologiaa cura di amilcare manna 25allarme addio al nostro Servizio Sanitario Nazionale?Cerchiamo di non perdere un tesoroa cura di marco Perelli Ercolini 28La diverticolosi del colon 31

Eziopatogenesi della diverticolosi del colon 32 Complicanze della diverticolosi 33 Diverticolite 33 Emorragia 34 Terapia medica della malattia diverticolare 34

a cura di Natale SaccElisir 35

Le cellule 37 Lo scambio di sangue 38 Farsi suicidare 42 Lo zucchero 43 Le proteine 43 Le calorie 43 Centenari in salsa giapponese 44 Lamore 45 Elisir a costo zero 46 I limiti 47 Kloto: la proteina renale anti-invecchiamento 48 Kloto statunitense 49 Clonazione: tocca alluomo? 49 Vantaggi 51 Lelisir sardo 51 Le disuguaglianze 52 I pensionati 53 La cronicit 54 Un secondo in pi 55 I pi felici 55 Belle? Anche negli anta e forse pi 56 Il cervello 56 I consigli 56 Il cuore: 37.324.800 battiti in pi 57 A come affettuosit - S come sesso 58 La terapia delle idee 61 Le suore ed i frati 62

a cura di Nicola Simonettiinvecchiamento attivo: una convinzione, uno stile di vita,un comportamento solidalea cura di Natale Sacc 64EmPatia E mEdiciNa SLoWsecondo i princpi della Scuola medica Salernitanaa cura di Paola capone 67iNtErvENti dELLE autorit 69PrEmi LEttErari 72iNtErvENti 7355 congresso FEdEr.S.P.ev.: coerenza e continuita cura di carlo Sizia 84mozione finale del 55 congresso FEdEr.S.P.ev. 86

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Noi guardiamo avantiPer un Paesepi giusto e solidaleRelazione del Presidente Nazionale

PREMESSA

Autorit, gentili ospiti, care colleghe, caricolleghi, il Congresso nazionale, in quantoevento rituale, rappresenta la sintesi col-lettiva dove vengono stabilite le prospettive e iprogrammi di medio-lungo termine con la parte-cipazione attiva di tutti i delegati. Il Congresso, ol-tre che il nostro incontro per i programmi futuri, anche una festa per noi tutti e tra di noi.Ma prima di affrontare le tematiche congres-suali, permettetemi di ricordare tutti i nostri as-sociati che ci hanno lasciato chiedendovi un mo-mento di raccoglimento.Consentitemi di ringraziare tutti i collaboratoriche mi hanno supportato nella gestione dellanostra Federazione (Esecutivo, Direttivo nazio-nale e Consiglio nazionale) e nellorganizzazionedi questa manifestazione curata dallimpareg-giabile Dott.ssa Naria Colosi con la collabora-zione di Caterina e Lucilla, inoltre, un particolareringraziamento alla Dott.ssa Concetta Laurettaper la sua consulenza informatica e alla Prof.ssaPaola Capone, presidente FEDER.S.P.eV. dellasezione di Salerno e presidente del Congresso.E veniamo a noi. davvero finita la crisi?Il presidente del Consiglio Gentiloni si era ralle-grato per avere avuto nel 2017 una crescita mai

cos alta dal 2010, trascurando, per, il fatto cheil PIL fosse ancora inferiore del 5,7% rispetto ailivelli pre crisi: il che significa che siamo menoricchi rispetto a dieci anni fa. Perfino la Spagna riuscita a superare i massimidal 2008, mentre noi restiamo in compagniadella Grecia, di Cipro e Portogallo. Lultima crescita rispetto ai 3 mesi precedenti stata dello 0,3% a fronte dello 0,6% dellaFrancia, Germania e Stati Uniti e ci si chiede sela ripresa sia ciclica o strutturale. Fatto stache, anche fosse strutturale, si tratta di unacrescita dello zero virgola e che lEuropa cirammenta continuamente che dal 2015 ab-biamo potuto contare su una flessibilit pari a30 mld e che chiunque avr larduo compito digovernare avr come primo problema evitareuna ulteriore manovra finanziaria che Bruxellessta chiedendo, sia pure in maniera soft, dalloscorso ottobre.La XVIII legislatura sta per partire dopo una cam-pagna elettorale tra le pi modeste e fuorviantidegli ultimi decenni, improntata, cio, a puromarketing piglia-tutto, in realt disinteressata aformulare proposte concrete, realizzabili, eco-nomicamente sostenibili.I programmi elettorali dei vari movimenti, partitio coalizioni sono stati caratterizzati dalla generi-

a cura di micHELE PoErioPresidente nazionale FEDER.S.P.eV.

cit, dal costo elevato e dalla mancanza di co-perture finanziarie certe.Anche in questa circostanza abbiamo assistitoalla ennesima interferenza dellEuropa a partiredal presidente Juncker, e non poteva mancare LeMonde che si limitato a scrivere a caratteri cu-bitali in prima pagina cataclisma elettorale in Ita-lia Cosa voglio dire? Che anche i giornalonivari, lEuropa e organismi internazionali devonocercare di essere pi obiettivi, senza fare canti econtro canti, schierandosi e facendo il tifo. Intutto questo una legge elettorale a dir poco ver-gognosa: lelettore ti boccia e io me ne fregoperch ti ripesco lo stesso. uno sfott neiconfronti di chi ha pensato di votare cancellandoalcune figure che hanno avuto poteri molto fortinel nostro Paese a partire da ministri, presidentidella Camera, presidenti del Senato che invecedi fare un passo, anzi due indietro, diranno alPaese, facendo il classico gesto dellombrello,caro elettore, ti ho fregato ancora una volta.Con ci voglio dire che tutti i film della legislaturaprecedente li abbiamo gi visti e non vorremmoun replay con moviola che li ingrandisca.In materia previdenziale c chi pensa ad unapensione di garanzia per i giovani, chi promettedi superare o cancellare la legge Fornero, maquasi tutti, senza dirlo espressamente, pensanoanche ad una riduzione permanente delle cosid-dette pensioni doro oltre che a procrastinarenel tempo la deindicizzazione delle pensioni ingodimento che dura ininterrottamente dal 2012(ipotesi che la FEDER.S.P.eV. contrasterebbe inogni modo). Bisogna, per, per onest intellet-tuale, riconoscere che Salvini a Porta a Portadel 27 marzo u.s. ha finalmente riconosciutoche la previdenza vera in attivo (il programmaprevidenziale della Lega era stato curato dal Prof.Brambilla).Come gi previsto, subito dopo le elezioni, lEu-ropa ha suonato la campanella del fine ricreazione:

la Commissione europea per il coordinamentodelle politiche economiche e di bilancio dei paesimembri ha indicato lItalia, lUngheria e Ciprocome i tre con squilibri macro economici ec-cessivi. Il Commissario UE per gli affari econo-mici il francese Pierre Moscovici ha esortato anon sottovalutare la bassa crescita italiana che sotto la media europea. La sostenibilit deiconti pubblici nel lungo termine si starebbe de-teriorando a causa della spesa pensionistica(quando lISTAT trasmetter ad EUROSTAT i datiche dimostrano che la spesa pensionistica inattivo?).Lelevatissima evasione fiscale e tasse ecces-sive per i contribuenti onesti costituiscono un al-tro notevole squilibrio.Laumento della povert, inoltre, viene affron-tato in modo frammentario e non efficace.Miglioramenti sono individuati nella lotta alla cor-ruzione, lasciando per indietro lItalia rispetto adaltri paesi UE: lItalia e gli altri stati membri do-vranno poi presentare i loro programmi di bilan-cio entro aprile, ma il Commissario ha ricordatoche viene concesso pi tempo quando non c unGoverno stabile. Il documento di Economia e Fi-nanza (DEF) pu attendere: un gesto di fiduciaper lItalia ma anche uno stop al Governo Genti-loni che potr compilare il quadro tendenziale,ma non quello programmatico. In altre parole, nelDEF ci saranno le previsioni su conti e crescita,ma non eventuali misure da adottare. Compitoche spetta ad un Governo con pieni poteri.Lascensore sociale, comunque, si fermato e lacrisi ha scavato un fosso fra i redditi delle variegenerazioni e i giovani sono sempre pi poveri acausa della scarsa crescita del Paese. I sociologi identificano tre generazioni separatenon solo dalla data di nascita ma da mondi edesperienze diversissime tra di loro: I baby boomers: nati fra il dopoguerra e la fine

degli anni 60;

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pea. E ci soprattutto perch la spesa pubblica inistruzione significativamente pi bassa da noi chenella media dei paesi OCSE e non sincrona ri-spetto allera digitale che viviamo: negli ultimi 20anni il 33% di chi ha concluso gli studi ha fre-quentato facolt umanistiche a fronte del 20% deipaesi OCSE, il 26% in meno di laureati in materiescientifiche, il 21% in meno di esperti in informa-tica, il 21% in meno di persone con competenze in-formatiche di base rispetto alla media europea.Basta tutto ci per essere pessimisti sul futurodei nostri millenials? indispensabile, pertanto, chiedere alla politicaed al nuovo Governo una inversione ad U so-prattutto nei riguardi della formazione e del la-voro perch se vero che sono aumentati i po-sti di lavoro, si tratta prevalentemente di lavori atempo determinato e quindi precari. Il che com-porta notevoli problemi di natura previdenzialeper i nostri giovani.

IL FUTURO PREVIDENZIALEDEI GIOVANI

In questo contesto generale vediamo alquantonero il futuro previdenziale dei nostri giovanise non si realizzer unurgente revisione deimeccanismi di rivalutazione, se non si realizzeruna vera previdenza integrativa, che ad oggi nelpubblico impiego non ancora realmente partitae, soprattutto, se non si realizzer una adeguatalotta al precariato. necessario, quindi, risolvere la piaga della di-soccupazione giovanile e il problema connessodella precariet: un precario non pu progettare il proprio fu-

turo; non pu mettere su famiglia; non pu accendere mutui; rischia una pensione da fame.

La generation X: nati negli anni 70; I Millenials: nati fra gli anni 80 e la fine degli

anni 90.Il confronto tra queste generazioni tuttaltro cheequilibrato soprattutto fra i baby boomers ed imillenials. I primi hanno ricevuto il testimone dailoro genitori protagonisti e artefici del boom eco-nomico e hanno consolidato e migliorato in ter-mini economici la loro posizione, mentre i mille-nials sono arrivati quando la festa stava finendoincontrando sul loro cammino una grande crisieconomico-finanziaria, pi grave ancora di quelladel 1929. Il risultato , come scrivono gli econo-misti, che lascensore sociale si bloccato, e nonsolo i figli non sono pi destinati a diventare piricchi dei padri, ma la direzione di marcia si ad-dirittura invertita. Secondo lufficio studi di Confindustria dal 2007ad oggi i redditi di chi ha meno di 35 anni si sonoridotti del 20%, fra i 35 e i 44 anni del 12% e frai pensionandi solo del 7%.Tutti, salvo gli under 35, con la piccola ripresa incorso, hanno incominciato a recuperare qual-cosa. Non comunque un problema solo italianonel senso che negli ultimi 20 anni, in tutte le na-zioni sviluppate, la variazione del reddito dei gio-vani under 30 stata negativa rispetto alla me-dia nazionale e causata dallaumento delladisoccupazione giovanile.LItalia, per, ci ha messo del suo nel senso chele politiche di austerit hanno interessato mag-giormente le voci che pi coinvolgono i giovanicome listruzione o la spesa per le famiglie. E pro-prio listruzione una delle chiavi per capire laspecificit del nostro Paese.LItalia, infatti, guida la classifica ben poco invidia-bile dei cosiddetti neet: i giovani fra i 15 e i 29 anniche non lavorano e non seguono alcuna attivit diformazione. Dal 2007 al 2016 sono cresciuti di 6punti percentuali e sono tre volte maggiori dellaGermania e due volte maggiori della media euro-

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Si tratta di un gravissimo problema che dovr es-sere risolto a livello politico e non depredando lenostre pensioni, ma dando maggiore stabilit almercato del lavoro, stabilit che avrebbe dovutorisolversi con il Jobs Act che effettivamente hadeterminato un aumento dei posti di lavoro maprevalentemente a tempo determinato.Il che evidenzia lassoluta necessit di una pen-sione integrativa per i nostri giovani. Ma la delega alla riforma della previden-za complementare della legge Maroni (243/2004) stata attuata solo per i lavoratori privati (D.Lgs.255/2005) delega che non fu emanata per i di-pendenti pubblici, anche se vi era un preciso ob-bligo legislativo in tal senso.La conseguenza sul piano giuridico che al di-pendente pubblico non si applicata la norma-tiva fiscale di vantaggio prevista per i privati percui in Italia, nel mondo del lavoro, erano incredi-bilmente vigenti due regimi fiscali in tema di pre-videnza integrativa,almeno fino ad oggi perch ilcomma 156 della legge di stabilit 2018 ha fi-nalmente equiparato i due regimi fiscali.Ci sono voluti 12 anni per scrivere questocomma. Ci auguriamo che non ne passino altri 12per essere recepito negli statuti dei vari fondi aisensi del comma 157. Ma non basta, mentre al-lestero incentivano i fondi pensione, in Italia,con la finanziaria 2015: hanno quasi raddoppiato la tassazione dall11,5

al 20% sul netto maturato dai fondi delle pen-sioni integrative;

hanno ridotto le esenzioni fiscali di cui gode-vano le polizze vita private e no profit;

hanno colpito le casse previdenziali private lacui tassazione sui redditi di natura finanziariapassa dal 20 al 26%;

hanno aumentato limposta sostitutiva sulle ri-valutazioni dei fondi TFR dall11 al 17%.

Tutto ci rischia di distruggere la previdenza in-tegrativa, quella che doveva consentire alle gio-

vani generazioni di crearsi un secondo pilastroprevidenziale. Chiediamo perci il ritiro di questiprovvedimenti. Invece di scagliarsi contro i pen-sionati doro a 2-3.000 euro lordi mensili, la po-litica farebbe meglio a: diminuire i suoi esorbitanti costi; favorire la piena occupazione; rivalutare i montanti contributivi; lottare contro le false pensioni di invalidit,

contro le pensioni e i vitalizi frutto di privilegie pluri incarichi, contro levasione contribu-tiva, contro la spaventosa evasione-elusione fi-scale (120-130 mld anno) e contro la corru-zione (60 mld anno). Dati Corte dei Conti.

questo il Pozzo di San Patrizio cui la politica deveattingere per risolvere tutti i problemi del nostroBel Paese, abbattendo quello spaventoso debitopubblico che ci soffoca e che lievita ogni anno.

PENSIONI E ASSISTENZA

Sono stati gli argomenti principe della cam-pagna elettorale interessando un bacinodi circa 40 milioni di cittadini (compresi ifamiliari) molto appetibile per la politica. I pen-sionati, infatti, sono circa 16,1 milioni di cui 8,2milioni assistiti parzialmente o totalmente dalloStato, pi qualche altro milione di aspiranti allaquiescenza.Si scatenata, quindi, una vera e propria gara perintrodurre varie forme di sostegno per le famigliein stato di indigenza: chi propone il REI (reddito diinserimento) gi in funzione dal 1 gennaio 2018;chi il reddito di cittadinanza; chi il reddito di di-gnit con spesa che varia dai 7 ai 30 mld anno.E le coperture? Molto vaghe ed in buona parte acarico dei redditi pi alti derivanti da grande im-pegno e duro lavoro.Negli ultimi 20 anni svariati sono stati i tentatividi introduzione di forme di sostegno al reddito, sia

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SEPARAZIONE ASSISTENZA -PREVIDENZA

Da quanto su esposto si evince lassolutanecessit di una netta separazione tra lavera previdenza sostenuta dai contri-buti dei lavoratori e dei datori di lavoro e lassi-stenza che deve essere completamente a ca-rico della fiscalit generale, separazione, peraltro,prevista dallart. 37 della legge 88/1989.Posizione, questa, emersa gi da tempo anchedagli studi del centro di ricerca Itinerari Previ-denziali presieduto dal Prof. Alberto Brambillache considero uno dei maggiori esperti previ-denziali. Ne cito alcuni dati.Il Prof. Brambilla, nel rapporto sul bilancio del si-stema previdenziale del 2014, presentato al Go-verno ed alle Commissioni parlamentari, eviden-ziava che la spesa previdenziale ammontava a216,107 mld ma su tale cifra era stata effettuatauna trattenuta IRPEF di 42,900 mld, con unaspesa effettiva di 173,207 mld (162,713 mld sesi deducono le integrazioni al minimo) a fronte dientrate effettive di 172,647 mld e quindi con unsostanziale pareggio o addirittura con un saldoattivo di 9,943 mld, senza le integrazioni al mi-nimo.La spesa previdenziale pura sul PIL era, quindi,del 10% circa (ampiamente nella media OCSE)mentre lISTAT aveva comunicato ad EUROSTATche la spesa previdenziale era del 19% del PILcomprendendo anche lassistenza. Si tratta di una vera e propria manipolazione deidati nei confronti della quale abbiamo presentatonumerosi esposti-denunce in tutte le sedi giuri-sdizionali possibili. Nel 2015 la situazione analoga anche se conqualche variazione di cifre: una spesa pensioni-stica vera di 168,5 mld al netto delle tasse afronte di entrate contributive di 172,2 mld con unsaldo attivo di circa 4 mld.

a livello regionale (Friuli Venezia Giulia, Veneto, La-zio, Campania, Basilicata e Sicilia) che a livello na-zionale: il reddito minimo di inclusione (RMI) in-trodotto dallallora ministra alla Solidariet socialeLivia Turco, sostituito nel 2002 dal reddito di ul-tima istanza (RUI) anchesso cancellato.Per il 2016 la spesa pubblica totale stata di 830mld e per pensioni, sanit ed assistenza ne sonostati spesi 452, il 54,4%.Per lassistenza nel 2017 sono stati spesi oltre107 mld, cifra destinata ad aumentare per il so-pracitato reddito di inserimento (REI). I beneficiari, solo nel comparto pensionistico,sono 8,2 mln su 16,1 mln: oltre le pensioni diguerra (ne paghiamo ancora 190 mila per unaspesa di 1,3 mld a 70 anni dalla fine del conflitto),integrazioni al minimo, 14 mensilit, social card,ecc.Inoltre bisogna precisare che per disporre di unapensione minima sarebbero sufficienti 15 anni dicontributi che il 51% dei nostri pensionati in 66anni di vita non riuscito a pagare. un dato pa-radossale accettabile per paesi in via di sviluppoma non per la settima potenza industriale mon-diale (c da chiedersi come abbiano fatto a so-pravvivere).La spesa pensionistica per il 2016 pari a 200,7mld al lordo delle imposte, mentre le entratecontributive sono state 181,2 mld ma, detratte letasse, le uscite nette per lo Stato sono state di150 mld e quindi con un saldo attivo di oltre30 mld. Altri proclami demagogici sono stati il taglio deivitalizi con validit retroattiva e il taglio delle co-siddette pensioni doro che qualcuno pone a3.000 e mese e altri a 5.000 e senza precisarese lordi o netti e senza considerare che, soprat-tutto le pensioni pi elevate, se venissero rical-colate con il sistema contributivo, ci guadagne-rebbero perch il retributivo gi prevedevadecurtazioni nei coefficienti anche di oltre il 50%.

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Dal rapporto che il Prof. Brambilla ha presentatoalla Camera dei Deputati il 21 febbraio scorsoemerge che nel 2016 il numero degli occupati ri-spetto al 2015 aumentato di 294mila unit,purtroppo in larga parte a tempo determinato,(passando da 22.464.735 a 22.757.838) e cheloccupazione femminile aumentata dal 47,1%del 2007 al 49,1% del 2017. Per contro il numerodei pensionati si ridotto di 114.869 unit toc-cando quota 16.064.508, il dato pi basso dal1997, con un rapporto di 1,5 attivi per pensio-nato. Un dato, questo, non esaltante per un sistema aripartizione come il nostro, ma cominciamo adavere un sistema pi sostenibile. Infine importante rilevare che la spesa pensio-nistica pura dal 2015 al 2016 aumentata so-lamente dello 0,2% mentre la spesa per assi-stenza, cito testualmente, cresce ad un ritmospaventoso e non sostenibile del 5,9% anno,senza che nessuno si preoccupi di ci.Pertanto assolutamente immotivato lallarme-pensioni lanciato recentemente dalla Banca dIta-lia, dalla Corte dei Conti, da molti tecnici opseudo tali, e da molti giornalisti e proprio per cichiediamo a gran voce la netta separazione dellaprevidenza dalla assistenza. Ci sarebbe da chiedersi perch nessuno vuolequesta separazione. Non nel mio genoma fare dietrologia: non sarforse perch, anche con la scusa del richiamo diorganismi internazionali (vedi ultima lettera dellaCommissione europea) che dicono spendetetroppo per le pensioni, i vari governi possonousare la scusa del deficit INPS per poter strizzaresempre pi i pensionati senza dover tagliaresprechi e rami secchi che, per, elettoralmenterendono? Diceva uno dei politici pi rappresentativi dellaPrima Repubblica, Giulio Andreotti: a pensarmale si fa peccato, ma spesso ci si azzecca!

Vi elenco, ora, le pi recenti bufale previdenzialicomparse sui mass media: politici, alla Di Maio, che vorrebbero recupe-

rare 12mld tagliando le cosiddette pensionidoro, ha poi corretto il tiro ma la pezza peg-giore del buco;

giornalisti alla Federico Fubini, (vice direttoredel Corriere della Sera e non lultimo freelance) secondo cui il deficit previdenziale am-monterebbe a 88 mld anno;

giornalisti alla Gloria Riva (LEspresso) secondocui le pensioni dei manager le pagano operaie precari;

professori di economia finanziaria alla Ugo Ar-rigo secondo cui la met dellassegno dellepensioni pi ricche non deriva dai contributi ef-fettivamente versati;

tecnici alla Stefano Scarpetta (direttore dipar-timento occupazione OCSE) secondo cui laspesa pensionistica media italiana rispetto alPIL doppia rispetto alla media OCSE;

tecnici alla Boeri secondo cui si dovrebbe ef-fettuare il ricalcolo di tutte le pensioni retribu-tive con il metodo contributivo, per recuperaredai 4 ai 5 mld;

politici alla Boldrini secondo cui i dirigentiguadagnano centinaia di volte pi degli operaie pi licenziano e pi guadagnano.

Questi signori invece di lanciare allarmi e bufalesullequilibrio economico della previdenza do-vrebbero chiedersi come mai oltre il 50% deicontribuenti italiani dichiara redditi IRPEF pariallo zero, dato questo da terzo mondo non dasettima potenza industrializzata mondiale. Que-sti signori pensano di chiedere a 46mila pen-sionati un contributo di solidariet (vero espro-prio proletario di sovietica memoria) econtinuano a sostenere la penalizzazione diquel 15% di cittadini (guarda caso tutti quelli acui vorrebbero tagliare le pensioni) che paga ol-tre l80% dellIRPEF e non considerano che

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requazione automatica delle pensioni doveva av-venire solo sulla base delladeguamento al costodella vita e con cadenza annuale (invece che tri-mestrale o semestrale) e non pi agganciata alladinamica salariale dei dipendenti pubblici e privati. Si tratta della riforma Amato: lo stesso perso-naggio che nel luglio 1992 si introdusse nottetempo nei nostri conti bancari derubandoci il 6per mille dei quattrini depositati ed la stessapersona che oggi continua ad imperversarecome giudice della Corte Costituzionale (vi ram-mento che titolare di una pluripensione di circa32mila e mensili ha momentaneamente so-speso la pensione di ex parlamentare da ag-giungere ai 30mila e mensili di stipendio comegiudice della Corte Costituzionale).Ma lultimo vigoroso colpo mortale alla mancataperequazione delle pensioni venuto dalla Con-sulta che con la sentenza 250/2017, squisita-mente politica, ha dichiarato la legittimit dellalegge Renzi-Poletti 109/2015, smentendo cla-morosamente i principi affermati da decine disentenze della stessa Corte e nello specifico lasentenza 70/2015 e defraudando 6 milioni dipensionati di oltre 25 mld. I nostri uffici legali chiaramente stanno esami-nando la possibilit di fare ricorso alla CEDUsperando di trovare un giudice, non pi a Berlinoma a Strasburgo.Questa sentenza ripropone oggi il modo di es-sere della Corte Costituzionale: non pi un or-ganismo super partes che deve esclusivamentegiudicare sulla legittimit costituzionale dellalegge, ma organo ancillare e compiacente neiconfronti del potere politico e legislativo al puntoda disattendere principi e valori della Costitu-zione vigente sconfessando decenni di sentenzecoerenti in materia previdenziale e interpretandoaddirittura la nostra Carta alla luce di quellache non ancora legge, ma semplicemente di-segno di legge costituzionale di modifica dellart.

senza di loro gran parte del welfare non esiste-rebbe. Non considerano, inoltre, che i pensionati italianipagano le tasse come i lavoratori attivi, diversa-mente da quanto succede nei pi importantipaesi europei come Spagna, Gran Bretagna,Francia e Germania. Tanto per fare un esempio: una pensione di20.000 lordi annui (certamente non doro)versa in Italia 4.000 e di imposta, 2.000 in Spa-gna, 1.000 in Gran Bretagna, 500 in Francia e 39in Germania. Ed infine rammento a questi signori che i pen-sionati rappresentano oggi il pi importante am-mortizzatore sociale italiano nei confronti di figlie nipoti disoccupati o sottoccupati, calcolato dalCENSIS in oltre 6 mld anno.

PEREQUAZIONE

La perequazione automatica delle pensioniin godimento al centro dei nostri pen-sieri. Negli ultimi 11 anni e per 8 anni lin-dicizzazione delle pensioni stata del tutto az-zerata nel 2008 oltre 8 volte il minimo INPS, nel2012-2013 oltre le 3 volte il minimo INPS e va-riamente abbattuta con la finanziaria Letta neglianni 2014-2015-2016-2017-2018.Come conseguenza di tale accanimento lasse-gno di questa categoria di pensionati ha personon meno del 15-20% del suo valore reale, ed invia definitiva e crescente ad oggi da circa 500 a1.000 e netti mese, a seconda della misuradella pensione di diritto in godimento. Mi piace, per, ricordarvi che nellultimo quarto disecolo sono state applicate con specifiche leggivarie penalizzazioni che hanno determinato unabbattimento di oltre il 35% del potere di acquistodelle pensioni, a partire dal D.Lgs. 503/92. Tale decreto stabiliva che, a partire dal 1994, la pe-

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38 (del deputato Mazziotti e altri) che vorrebbedettare criteri, modalit, limiti attraverso i qualirealizzare o contingentare ladeguamento dellepensioni. Questo ddl non ha avuto la giusta risonanzaquando, invece, si tratta di un tentativo di scar-dinare il sistema previdenziale vero: quello cioche determina le pensioni sulla base dei contri-buti versati, con il risultato che i cittadini non sifideranno di uno Stato che cambia in peius leleggi in corso dopera non applicando la regolaaurea del pro rata secondo cui se si intervienelegislativamente in materia previdenziale mentreil lavoratore ancora in attivit, le nuove regolevalgono solo in riferimento al residuo periodo la-vorativo, facendo salvi i periodi precedenti comediritti acquisiti.Diritti acquisiti che oggi sono continuamentemessi in discussione ad iniziare dal presidenteINPS Tito Boeri. E arrivo a dire che il Ddl sul ri-calcolo contributivo dei vitalizi degli ex parla-mentari chiaramente incostituzionale e rap-presenta palesemente un grimaldello perrivedere in peius le nostre pensioni.In occasione del suo settantesimo anno di na-scita stato affermato che la Costituzione laprima e pi elevata fonte del diritto e la ministraFedeli ha annunciato che verr distribuita in tuttele scuole dItalia di ogni ordine e grado. Forse sarebbe bene inviarla anche a quei giudicidella Consulta che, facendo strame della Costi-tuzione, hanno avallato il furto di oltre 25 mld a6 milioni di cittadini. Mi riferisco soprattutto alleultime new entry, i professori Barbera e Prospe-retti, che in tempi non sospetti si erano pronun-ciati apertamente contro la sentenza 70/2015.Sar stata una scelta casuale del Parlamento lanomina di questi due giuristi alla Consulta a po-chi mesi dalla decisione in merito ai nostri ricorsicontro il bonus Poletti? un dubbio pi che legittimo.

Tanto per darvi qualche cifra, con i numeri ci in-tendiamo meglio, vi illustro i danni permanenti su-biti dalle nostre pensioni al 2016 per la mancataperequazione 2012/13: per una pensione di 2.000-2.500 e lordi si

calcola da 6.000 a 7.500 e ca; per una pensione di 5.000 e lordi ca 18.000

e lordi.Perdite che chiaramente si ripercuotono sullareversibilit. Con lattuale perequazione allo 0,45% e inflazioneal 2% in 15 anni una pensione di 2.000-2.500 eurolordi subirebbe una perdita dai 60 agli 80.000euro; una pensione di circa 5.000 e lordi po-trebbe subire una perdita fino a 120.000 euro ca.

PROPOSTE DI RIFORMADELLART. 38 DELLA cOSTITUZIONE

Nella prima met dello scorso anno allaCommissione Affari Costituzionali dellaCamera sono emerse due proposte dilegge costituzionali miranti a modificare lart. 38della Costituzione che stabilisce ai lavoratorisiano assicurati mezzi adeguati alle loro esigenzedi vita in caso di infortunio, invalidit e vecchiaia,disoccupazione involontaria.Queste proposte, successivamente accorpate,sono state sostenute dai deputati Mazziotti diCelso e Preziosi del PD (ci meravigliamo poi deirisultati elettorali?) e dispongono in buona so-stanza che il sistema previdenziale debba es-sere improntato ad assicurare ladeguatezza deitrattamenti, la solidariet e lequit tra le gene-razioni, nonch la sostenibilit finanziaria manellambito del sistema previdenziale. evidente che verrebbero avvantaggiati tuttiquei soggetti la cui contribuzione, per consi-stenza e durata d o dar luogo a trattamenti dimodesta entit, destinatari di interventi di natura

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201810

Il trattamento minimo INPS passa da 501,89 emese a 507,41 e mese;

lassegno sociale da 448,07 a 452,99 e mese; la pensione sociale da 369,26 a 373,32 e

mese.La finanziaria Letta (L. 147/2013) a valere per iltriennio 2014-2016 poi prorogato a tutto il 2018determiner i seguenti aumenti:

1) pensioni lorde fino a 3 volte il minimo INPS: rivalutazione piena al 100% = +1,1%: +16,56 e;

2) pensioni lorde tra 3 e 4 volte il minimo INPS: rivalutazione limitata al 95% = +1,045%:

+20,98 e;

3) pensioni lorde tra 4 e 5 volte il minimo INPS: rivalutazione limitata al 75% = +0,825%:

+20,70 e;

4) pensioni lorde tra 5 e 6 volte il minimo INPS: rivalutazione limitata al 50% = +0,55%:

+16,56 e;

5) pensioni lorde oltre 6 volte il minimo INPS: rivalutazione limitata al 45% = +0,495%:

+14,96 e.Tale criterio nettamente peggiorativo rispetto almeccanismo precedente (legge 338/2000) per-ch porta da 3 a 5 le fasce economiche interessatealla rivalutazione e perch lincremento interessalintero importo della pensione, anzich di diversefasce di importo, per cui le pensioni superiori a 6volte il minimo INPS da un recupero complessivotra l80 e 85% (legge 338/2000) passano ad un re-cupero dellinflazione accertata del 45%.

PENSIONE DI REVERSIBILIT

Non mi soffermo sulle pensioni di reversi-bilit, non perch intenda trascurare ilproblema, ma perch non ho nulla dinuovo da aggiungere a quanto gi esposto nellemie precedenti relazioni, se escludiamo le recenti

assistenziale, il cui onere deve competere alla fi-scalit generale e non ai pensionati cosiddettiricchi che hanno lavorato una vita intera ver-sando contributi doro a valore reale. Non specificato quali pensioni dovrebbero essere pe-nalizzate per recuperare le risorse necessarie.Su questo tema diversi politici si sono esercitatiin esternazioni mediatiche e una delle pi re-centi quella del Commissario alla spending re-view Yoram Gutgeld che individua, in una inter-vista sul Corriere della Sera del 17 giugno 2017,il limite di 2.000 e lordi mensili (circa 1.500 enetti) come valore al di sopra del quale effettuarequesti prelievi a scopo solidaristico.La platea, quindi, dei pensionati candidati ai ta-gli di oltre 2,5 milioni ai quali verrebbe a man-care per il futuro ogni certezza del proprio redditopensionistico. Vengono contemporaneamenteesclusi da ogni partecipazione ai pretesi principidi solidariet tutte le altre categorie di reddito (li-beri professionisti, pensionati non pubblici edaltre) in totale spregio degli articoli 3 e 53 dellaCostituzione. Ci si propone di modificare il con-cetto stesso di pensione e la sua percezione so-ciale, trasformandola da assicurazione per lavecchiaia a mera erogazione di un beneficio eco-nomico, comunque dovuto in caso di vecchiaia,indipendentemente dal versamento di contributi.

PEREQUAZIONE PENSIONI IN ESSERE:MINIMI AUMENTI NEL 2018

Dopo il blocco totale del biennio 2016/17a causa di un indice di svalutazione pariallo 0% dal 2018 le pensioni riprende-ranno ad aumentare sia pure molto leggermente.Infatti sulla base dei dati ISTAT per il 2017 la per-centuale di variazione per il calcolo della pere-quazione delle pensioni determinata in misurapari a +1,1% dal 2018 salvo conguaglio.

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201811

cervellotiche e fasulle dichiarazioni del FMI edella Commissione europea secondo cui la no-stra previdenza in genere e le pensioni di rever-sibilit andrebbero profondamente ridimensio-nate. Di ci parleremo in un apposito capitolo. Riporto comunque, per vostra comodit, quantogi pubblicato.Nel 2016 la reversibilit ha corso due gravi peri-coli: secondo la circolare INPS n 195 del novem-

bre 2015, queste pensioni avrebbero dovutosubire nellottobre 2016 una forte decurta-zione.

Le nostre violenti proteste hanno costretto lINPSa precisare scusate c stato un errore. Cave-vano provato? Ma non detto che non ci ripro-vino! La reversibilit ha rischiato di subire un altro pigrave taglio. Infatti nellambito delle misure contro la povertproposte dal Governo Renzi con il Ddl 28 gennaio2016 si prevedeva un loro finanziamento anchecon la razionalizzazione delle prestazioni di na-tura assistenziale e previdenziale come ad esem-pio assegni sociali e pensioni di reversibilit.Che la politica non abbia mai amato le pensioni direversibilit un dato di fatto, a cominciare daRenzi che in una delle sue prime uscite da Premiernel novembre 2013, in uno studio televisivo, avevaritenuto elevata la pensione di 3.000 e lordimensili di sua nonna Maria, una simpatica vec-china ultranovantenne, immediatamente appog-giato dal suo consulente economico Yoram Gut-geld e attuale commissario alla spending reviewil quale ha affermato la reversibilit in Italia molto alta, circa il 30,40% in pi del resto dEu-ropa, dimenticandosi di precisare per che in Ita-lia i contributi sono molto, ma molto pi elevati.Addirittura da unattenta lettura del Ddl e della re-lazione di accompagnamento si evinceva chia-ramente che le pensioni di reversibilit venivano

intese come prestazioni assistenziali e noncome corrispettivo di contributi versati (i pi altial mondo, ricordo allOn. Gutgeld).La pensione sarebbe stata calcolata in base al-lISEE (indicatore situazione economica equiva-lente. Il vecchio riccometro per intenderci) per ilquale conta il reddito familiare e non quello indi-viduale.Reazioni violentissime a questa proposta inde-cente e richiesta di cancellare dallart.1 del Ddlogni riferimento alla previdenza, cancellazioneche, dopo quattro mesi di proteste, abbiamo ot-tenuta con un emendamento del sottosegretarioal lavoro Luigi Bobba. Addirittura Cesare Damiano, presidente dellaCommissione lavoro della Camera (che non unliberista e tantomeno un capitalista) ha fatto lastessa richiesta al governo rendendosi conto deldanno che si sarebbe potuto creare. Consapevolezza che pareva non avere un giovanecollaboratore del presidente del Consiglio che ve-deva la progressiva abolizione delle pensioni di re-versibilit come una panacea anche per spingerele donne a lavorare (come se gli impieghi fosserodisponibili a go go e come se la cura della fa-miglia non fosse un bene sociale da tutelare).Da precisare, infine, che il furto legalizzato a ca-rico dei superstiti inizia con la legge Dini 335/95che prevede sostanziali abbattimenti in rapportoal reddito del superstite, il che rappresenta unvero e proprio tradimento del patto siglato con loStato allepoca dellattivit lavorativa.Pi vantaggioso, invece, sopravvivere ad unparlamentare: parafrasando George Orwell pos-siamo dire che tutti i cittadini sono uguali, ma al-cuni sono pi uguali degli altri. I figli dei cittadini normali, infatti, ricevono las-segno solo se studiano e comunque al massimofino a 26 anni. I figli dei parlamentari anche senon studiano. Il figlio del parlamentare ha matu-rato il diritto allignoranza pagata.

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201812

ULTIME NOVIT DAL FONDOMONETARIO INTERNAZIONALE(FMI) E DALLEUROPA

Nello scorso mese di marzo lFMI in un la-voro intitolato Italia: verso una riformafiscale improntata alla crescita (il teamdi economisti che si occupa del nostro Paese guidato dallex commissario alla spending reviewCarlo Cottarelli) ritiene che nessuna misuraespansiva possibile senza una riduzione dellaspesa pensionistica.La ricetta del Fondo prevede: eliminazione totale della 14 (per i redditi pi

bassi) e parziale riduzione della 13 per i pen-sionati con il sistema retributivo e con il si-stema misto retributivo-contributivo;

fissazione di un limite di et per i coniugi e diforti restrizioni per gli eredi per la pensione direversibilit;

ricalcolo su base contributiva delle pensioniretributive;

aggiornamento rapido dei coefficienti di tra-sformazione e delle rivalutazioni;

aggiornamento dei contributi previdenziali av-vicinando le aliquote (ora al 33% per i dipen-denti, al 24% per i professionisti e al 16% pergli autonomi).

Secondo il FMI la spesa pensionistica in Italia la pi alta, dopo quella greca, e si attesta intornoal 16% del PIL. Dato, questo, come gi dimo-strato da Brambilla, assolutamente errato perchla spesa pensionistica vera sul PIL in Italia nel2016 stata del 13,5% a fronte di una spesa me-dia europea del 15%.Si tratta di un falso ideologico ha dichiarato Ce-sare Damiano gi presidente della Commissionelavoro della Camera, riferendosi al dato del FMI.Ma quello che pi grave che tale dato fasullosia stato gi vagliato e accettato dalla Ragione-ria generale dello Stato.

Anche i genitori dei parlamentari sono pi uguali:la reversibilit normalmente spetta a padri e madria carico senza pensione e con pi di 65 anni. Peri genitori dellonorevole basta che siano a carico.Da considerare, infine, le conseguenze cheavranno le unioni civili sulla previdenza e sul wel-fare in genere. Le unioni civili, infatti, potrebbero rappresentareuna bomba ad orologeria per il welfare italianoche potrebbe andare in crisi a causa dellesten-sione delle detrazioni per il compagno/a a ca-rico, degli assegni familiari e delle pensioni di re-versibilit. La relazione tecnica del ministero delleconomiaha quantificato questi oneri in 3,7 milioni perlanno 2016, in 6,7 milioni per il 2017 crescendoprogressivamente fino a 22 milioni nel 2020.Cifre accettabili che non determinerebbero scon-quassi finanziari. necessario, per, precisare due punti: le stime sulla reversibilit si riferiscono solo alle

coppie gay; se poi venisse estesa la reversibilit alle cop-

pie eterosessuali conviventi laggravio sarebbenotevole.

Ma anche limitando il calcolo alle coppie gay, es-sendoci in Italia secondo lISTAT tra 1 e 3 milionidi omosessuali, secondo pi realistiche proiezionii costi della sola reversibilit potrebbero nel 2025aumentare fra 300 e 800 milioni, di varie centi-naia di milioni secondo Boeri.Non vorrei per essere frainteso: anche se le unionifra persone dello stesso sesso non si possonosemplicisticamente equiparare al matrimonio, sonoassolutamente favorevole alle unioni civili, vogliosolo ricordare al Governo e allon. Cirinn che le ri-forme vanno finanziate adeguatamente.Senza considerare gli abusi perch se oggi ci sisposa per ottenere la pensione di reversibilit, fi-guriamoci con un istituto pi attenuato rispettoal matrimonio.

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201813

Per la Commissione Europea la spesa pensioni-stica italiana una bomba ad orologeria cheesploder entro il 2020 se non si interverr suicosti.Questo scritto nel rapporto di primavera AgingReport 2018 in cui viene richiesta una corre-zione di rotta chiaramente in peius, gi nellaprossima legge finanziaria a causa di uno svi-luppo economico non brillante, delleffetto de-mografico negativo (denatalit) e soprattutto perle otto salvaguardie degli esodati, (merito esclu-sivo dellex ministra Fornero) che ci sono co-state oltre 12 mld e in misura minore per lau-mento ed estensione della 14. Ma ribadisco che la spesa pensionistica veranon solo sotto controllo, ma addirittura in at-tivo, come gi abbiamo ampiamente dimostrato. la spesa per lassistenza che incontrollabileed in continuo aumento.

DIVARIO DI GENERE DONNE:SALARI E PENSIONI PI BASSIDEL 23%

il pi grande furto della storia la dif-ferenza fra le pensioni e il salario me-dio degli uomini e quello delle donne. A livello mondiale secondo lONU il gap del 23%e secondo Eurostat nellUE del 16%.In Italia del 5% il pi basso in Europa, in Ger-mania del 15,7% e in Gran Bretagna del 17,1%. Le donne guadagnano meno perch sono rele-gate nelle professioni meno redditizie, accedonopi difficilmente alle posizioni di vertice, hannocarriere discontinue. E non inganni il buon datoitaliano: non considera i mancati guadagni delledonne che non lavorano. Molte nel nostro Paese: oltre il 50%.Infatti, nonostante laumento del tasso di occu-pazione femminile passato dal 47,2% del 2010 al

49,3% del 2017, il divario di genere rimane al20%, tra i pi alti nellUE. Lindice che misura lo scarto tra uomini e donnepone lItalia all82 posto su 144 Paesi a di-stanza enorme, non solo da Paesi scandinavinotoriamente al vertice delle graduatorie sullepari opportunit, ma anche dalla Germania (11posto) e dalla Francia (12 posto).Loccupazione femminile rappresenta uno deifattori di maggiore debolezza strutturale del mer-cato del lavoro italiano. necessario, quindi, che si inneschi un processoa sostegno del lavoro delle donne, non solo per-ch, secondo la Banca dItalia, la parit di generein termini di occupazione determinerebbe un in-cremento del PIL di circa il 7%, ma anche perchdove le donne lavorano di pi nascono pi bam-bini e non il contrario.Recentemente il presidente Mattarella ha di-chiarato che inaccettabile la pretesa di con-siderare le donne in condizioni di inferiorit. Que-sta distorta concezione presente in tanti ambitidella societ insopportabile per persone libereche concepiscono la parit come premessa irri-nunciabile di ogni comunit umana.

SANIT: NON UGUALE PER TUTTI

Dal punto di vista etico sociale ed econo-mico inaccettabile che il diritto costi-tuzionale alla tutela della salute sia con-dizionato da politiche sanitarie regionali edecisioni locali che generano diseguaglianze neiservizi e prestazioni sanitarie che alimentanosprechi ed inefficienze ed influenzano negativa-mente la salute dei cittadini.Ci testimonia come luniversalismo del dirittoalla salute, fondamento del nostro SSN, si stia di-sgregando e sia ormai legato al CAP di residenzada cui dipendono anche forti differenze nei pre-

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201814

Ad accertare tali disuguaglianze lOsservatoriosulla salute nelle regioni italiane dellUniversitCattolica del Sacro Cuore, secondo cui la prioritper attenuare queste diseguaglianze di incideresui comportamenti dando spazio adeguato nellescuole ai temi della salute e degli stili di vita, lot-tando contro la povert e la deprivazione vista lastretta relazione fra la condizione economica e lasalute. indispensabile, inoltre, una suddivisione delfondo sanitario pi coerente con i bisogni di sa-lute della popolazione. Non plausibile, infatti, che regioni come la Ca-labria e la Campania ricevano percentualmenteminori finanziamenti avendo condizioni di salutepeggiori di altre regioni.Il che strettamente collegato alla sostenibiliteconomica delle cure per la quale si parla sem-pre pi spesso di fondi sanitari privati e di welfareaziendale che, a mio parere, non possono e nondevono essere sostitutivi ma complementari, in-tegrando tutte quelle prestazioni sanitarie noncomprese nei LEA. vero che le modifiche demografiche della po-polazione italiana, laumento della longevit,levoluzione tecnologica ed i nuovi farmaci met-tono a rischio la sostenibilit del sistema sanita-rio del nostro Paese sia dal punto di vista finan-ziario sia in termini di capacit assistenziale.Proporre per lintroduzione di un secondo pila-stro sanitario con lo scopo di intermediare i 40mld circa di spesa privata e, soprattutto, sosti-tuire almeno in parte, una quota di quella che at-tualmente a carico della fiscalit generale, po-trebbe determinare effetti collaterali spiacevoli:premi elevati per i cittadini pi a rischio, esclu-sione dalla copertura assicurativa di anziani emalati gravi, effetti collaterali che potrebberoaccentuare le diseguaglianze sociali di cui gi sof-fre il settore.Il nodo, comunque, sempre politico.

lievi dalle tasche dei cittadini, come ticket eaddizionale IRPEF.Un neonato di Caserta, complice il degrado am-bientale, ha una speranza di vita pi breve di ol-tre tre anni rispetto ad un piccolo fiorentino. Chipossiede una laurea vive cinque anni in pi ri-spetto a chi ha un basso livello di istruzione. Nelle regioni del Nord Est si vive pi a lungo (lasperanza di vita per gli uomini di 81,2 anni e perle donne di 85,6) mentre nel Sud si ha unaspet-tativa di 79,8 per gli uomini e di 84,1 per ledonne. In Liguria unambulanza interviene mediamentedopo 13 minuti, in Basilicata dopo 27 minuti, afronte di un tempo standard di 18 minuti per unintervento efficiente in emergenza. Tali variazioni non riguardano per solo le emer-genze ma anche le cure e lassistenza.Ad esempio in Molise si contano 19,15 struttureoncologiche per milione di abitanti e solo 4,65 inPuglia, 7,79 strutture di radioterapia per milionedi abitanti in Valle DAosta e 1,71 in Campania ePuglia. I centri per lautismo variano dai 6 dellaPuglia ai 309 del Veneto, quelli per la riabilita-zione dall1 del Molise ai 109 del Veneto. Si tratta di pochi esempi delle disuguaglianzesanitarie in Italia.Non meravigliamoci, quindi, del turismo sanitarioe del fatto che laspettativa di vita sia inferiore diqualche anno al Sud rispetto al Nord.Ma la salute uguale per tutti, dice la Costitu-zione, per cui indispensabile una modifica del-lart. 117 laddove parla di tutela della salute e ag-giungendo nel rispetto dei diritti dellindividuo ein coerenza con larticolo 118 che fa riferimentoal principio di sussidiariet prevedendo, quindi,lobbligatoriet dellintervento dellEnte superiore(lo Stato) quando quello inferiore (la Regione) nonfunziona.Divario che fra il 2005 e il 2016 non miglioratoma addirittura peggiorato.

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201815

A contrapporsi sono la sostenibilit economicadellassistenza sanitaria e il principio di solida-riet ed universalit che ispira il nostro welfare.Contrapposizione che potrebbe essere evitata ri-vedendo da una parte i criteri di esenzione dallacompartecipazione alla spesa sanitaria e dallal-tra combattendo energicamente lenorme elu-sione-evasione fiscale che mina la sostenibilitdellintero sistema di welfare state.Ma invece di attuare lart. 32 della Costituzionee cercare di eliminare queste intollerabili dise-guaglianze, il Governo crea le premesse persmantellare luniversalismo e lequit di accessoalle cure volute dalla legge 833/78, attraversolaccordo firmato in febbraio sulla cosiddetta au-tonomia differenziata con le regioni Lombardia,Veneto ed Emilia Romagna ed in fase avanzata diconclusione con il Piemonte, la Liguria, la Cam-pania e la Puglia.Personalmente auspico che il nuovo Parlamentovoglia rifiutarsi di avallare questo nuovo attaccoalla Costituzione ed alla stessa unit del Paese.Apprezziamo liniziativa della FNOMCeO ai finidella modifica radicale del titolo V della Costitu-zione per riportare in capo allo Stato la garanziadei diritti fondamentali, esigibili allo stesso modoper tutti i cittadini indipendentemente da resi-denza e reddito.Lascia per molto perplessi, liniziativa del Go-verno di limare le spese della cosiddetta mobilitsanitaria interregionale (negare, ad esempio, allaLombardia 30 mln di rimborsi), ma ancor pi ne-gativa la posizione delle regioni del Sud che, in-vece di cercare di migliorare la qualit delle loroprestazioni sanitarie, pensano di ostacolare conblocchi e divieti il turismo sanitario in una Europache ha sancito gi da tempo la libera circolazionedelle persone e il diritto di farsi curare dove sipu avere una risposta migliore per far valere ildiritto alla salute sancito dalla nostra Costitu-zione.

Quindi, sarebbe molto pi serio, economica-mente sostenibile ed eticamente corretto che,anzich innalzare barriere, la Conferenza Stato-Regioni prendesse provvedimenti finalizzati a mi-gliorare la qualit delle cure, lasciando la libertai malati di farsi curare dove le competenze sonopi elevate.

ITALIA PAESE DI ANZIANIMA NON PER ANZIANI

Che lItalia sia un Paese di anziani, il pivecchio al mondo dopo il Giappone noto a tutti. Forse meno noto chesiamo diciassettesimi in Europa per scarso ac-cesso ai servizi sociali e la promozione di misureper linvecchiamento attivo.In un Paese con oltre 13 milioni di over 65 in-dispensabile garantire non solo una maggioresicurezza sanitaria, ma anche sociale, ambientalee domestica.Lo evidenzia la Societ italiana di Gerontologia eGeriatria in occasione del convegno Invecchia-mento attivo e autodeterminazione per il fine vita:strategie di tutela dellanziano tenutosi a Romanello scorso febbraio organizzato dallOsservato-rio nazionale sulla salute della donna (OND).Sono stati messi a confronto 28 Paesi europeinellarco di 4 anni, dal 2008 al 2011 tenendoconto di fattori come le politiche per favorire lin-vecchiamento attivo o il coinvolgimento socialedegli anziani e lItalia risultata quindicesima permisure come laccesso ai servizi e luso di tec-nologie che aiutino la quotidianit, e diciassette-sima per livello di indipendenza degli over 65. stato evidenziato, altres, che i servizi per lan-ziano sono spesso carenti e disomogenei sul ter-ritorio nazionale. La disponibilit di specialisti ingeriatria, per esempio, insufficiente in rapportoal fabbisogno n vi sono prospettive di migliora-

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201816

Partiva subito una protesta civile ma decisa, percui il presidente ENPAM, Dott. Alberto Oliveti,con grande sensibilit, apriva con FEDER.S.P.eV.un tavolo di confronto serio e documentato. Dopo numerosi incontri si arrivati ad una primaconclusione: linserimento nella polizza anchedei pensionati non attivi infra 70enni al 1 agosto2016. Sono circa 12.000 i pensionati a cui si estesa tale tutela. Si ottenuto, inoltre, lam-pliamento della tutela assistenziale ai medici ul-tra settantenni che non possono usufruire mo-mentaneamente della copertura LTC.Ripartiamo da qui. Ci auguriamo che nel prossimo biennio tutte leparti in causa (ENPAM, FNOMCeO, FEDER.S.P.eV.)lavorino in sinergia per riuscire ad ottenere quellemodifiche regolamentari che sono necessarie perlampliamento dellassistenza ENPAM e quindidella LTC a tutti gli iscritti indipendentemente dal-let.La FEDER.S.P.eV., pur apprezzando gli sforzi fattidallENPAM, assolutamente impegnata nel fareestendere la tutela anche agli over 70 e per que-sto motivo continuer a produrre proposte perarrivare ad una soluzione definitiva di questo pro-blema molto sentito dalla categoria che rappre-senta.Anche perch il rapporto demografico dellISTATci dice che nel 2017 sono nati il 2% in meno dibambini rispetto al 2016: 464mila neonati con unsaldo negativo della popolazione di quasi 200mila unit, a fronte di 647 decessi (il 5,1% in pirispetto al 2016).Di conseguenza viviamo in un paese sempre pivecchio dove un abitante su quattro ultrases-santacinquenne. da almeno 30 anni che le na-scite continuano a calare, senza considerare cheil vero ultimo baby boom del 1964. Sono, per-tanto, indispensabili, politiche mirate ad aiutaresia quella parte di popolazione che pu fare pifigli, sia la popolazione anziana.

mento. Infatti il numero di specializzandi previstoper geriatria nellultimo concorso di appena164 a fronte dei 396 specializzandi in pediatria.Addirittura la visita geriatrica non inclusa tra iLEA (Livelli Essenziali di Assistenza) ma tra le pre-stazioni generiche. Peraltro indispensabile in-tegrare il sostegno sanitario con il supporto so-ciale per prevenire linsorgere di problemi disalute: si invecchia male in una struttura di solivecchi opportuno avere intorno anche i giovani.Prendersi cura dei nipoti, per esempio, fa benealla salute dei nonni che cos vedono ridursi del40% il rischio di andare in depressione e rischicorrelati quali demenza e disabilit.In buona sostanza necessario garantire unamaggiore sicurezza sanitaria, sociale, ambien-tale e domestica e questa strada passa dallatecnologia e soprattutto da politiche di sostegnoalla famiglia.

LTc ENPAM

La tutela per le cure di lungo periodo (LTC)scatta quando un soggetto si trovi ad averbisogno di unaltra persona per aiutarlonello svolgimento di almeno 3 su 6 delle attivitordinarie della vita quotidiana: lavarsi, vestirsi esvestirsi, nutrirsi, andare in bagno, muoversi,spostarsi.Dal 1 agosto 2016 lENPAM ha attivato una LTCper i propri iscritti.La FEDER.S.P.eV. aveva immediatamente espres-so la propria soddisfazione perch da molto tem-po, fin dalla gestione Parodi, aveva chiesto che imedici, essendo una categoria professionale adalta usura psico-fisica, potessero avere un sup-porto assistenziale in caso di non autosufficienza.Subito dopo per abbiamo realizzato che la LTCENPAM era fonte di ingiustizia perch escludevai medici (pensionati e attivi) over 70.

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201817

cONcLUSIONI

Mi avvio alla conclusione, care colleghee cari colleghi.Stiamo celebrando il nostro annuale55 Congresso nazionale e 55 anni, cari amici,rappresentano numericamente oltre due gene-razioni; gli ultimi 55 anni rappresentano due anniluce, tanti sono stati i rivolgimenti politico-sociali,tanto cambiato il modo di vivere e di pensare.Poche realt e poche organizzazioni hanno resi-stito a questa radicale rivoluzione copernicana. Possiamo tranquillamente affermare con orgoglioche oggi, dopo 55 anni, i nostri valori e i nostriprincipi sono ancora vivi e forti.A noi interessa il futuro con cui vogliamo misu-rarci e rinnovarci costruendo idee, progetti, pro-grammi nuovi allaltezza delle sfide che lattualerealt ci pone.Certamente dobbiamo continuare a sostenere lanostra linea sindacale esercitando ogni pres-sione possibile su tutte le forze politiche: per il riconoscimento di una adeguata pere-

quazione su tutte le pensioni; per la difesa delle pensioni di reversibilit; per una netta separazione dellassistenza dalla

previdenza; per leliminazione di qualsiasi tipo di contri-

buto di solidariet solamente a carico dei pen-sionati e non anche degli attivi;

per la riduzione delle aliquote fiscali sulle pen-sioni in rapporto allet;

per la revisione della legge Fornero secondocriteri di maggiore gradualit e flessibilit;

per la difesa del futuro previdenziale dei nostrigiovani;

per un paniere ISTAT specifico per i pensionati; per una difesa strenua della sanit pubblica il

cui finanziamento perennemente sottosti-mato non tutelando, fra laltro, efficacementela non autosufficienza.

, inoltre, indispensabile preservare, utilizzan-dolo adeguatamente, limmenso patrimonio di

esperienze e conoscenze degli anziani, coscome indispensabile smentire quel modelloculturale, purtroppo ancora oggi imperante, se-condo cui lanziano socialmente scomodo, co-stoso e consumisticamente inutile.Noi pensionati veniamo descritti come paras-siti, sanguisughe della societ, privilegiati chedivorano le risorse del Paese e privano i giovanidel loro futuro. Accuse infamanti, false e pre-testuose tese a scaricare su altri le gravi re-sponsabilit di una classe politica litigiosa e in-capace di realizzare politiche di sviluppo.Eppure tutti sanno che in questi lunghi anni dicrisi, dalla quale non siamo ancora usciti, senon ci fossero state le pensioni dei nonni e deipadri che hanno sostenuto figli e nipoti disoc-cupati o sottoccupati il Paese avrebbe corso ilrischio di una drammatica rottura sociale. Nonchiediamo medaglie, ma quantomeno il rispettodella verit. il nostro peso politico che deve crescere, lanostra capacit di incidere sulle scelte delle isti-tuzioni e della politica che deve cambiare.La costituzione del Forum dei pensionati e lacostituzione del Patto federativo a tutela degli an-ziani, rappresentativi di oltre 2 milioni di iscritti,pu sicuramente aiutarci a riconquistare il con-senso dellopinione pubblica, a migliorare la no-stra immagine, a meglio smentire gli attacchi in-teressati e servili dei media e dei boiardi di stato.Tutti concordi e determinati contro di noi perpotere avere le mani libere e ridurre ulterior-mente il welfare, i diritti e i servizi.Cari amici, trasmetto quindi la mia gioia di poterciriunire insieme anche questanno. Ognuno di noi un valore aggiunto, tutti insiemesiamo una cosa sola. Avanti FEDER.S.P.eV., avanti Forum, avanti Pattofederativo a tutela degli anziani, non piangia-moci addosso: parafrasando un famoso can-tante che piace ai nostri nipoti, teniamo a menteche non c montagna pi alta di quella che nonscaleremo.

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201818

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Abbiamo ben coltivato o mal coltivato lanostra societ? Siamo stati solleciti ad agire in sensoetico in unepoca di dominio economicistico col-legato e connesso inscindibilmentea realt sempre pi assoggettate aimercati e ai mercanti? Dov finitalattenzione alla vita, alla persona ealle sue fragilit? Siamo forse vit-time inconsapevoli di leggi econo-miche finanziarie e di un welfare im-perfetto? Occorre che ci si soffermi a riflet-tere sullaccelerata evoluzione deicostumi, sullinvoluzione culturaledi gran parte della societ, ma anche sul disin-volto gioco delle parti, che cos apertamentenella nostra epoca si svolge tra politici, potentatieconomici e forze sociali. Mi soffermo in questo gradito nostro incontro sualcune considerazioni sulla evoluzione sociale eculturale in cui siamo immersi nel mondo at-tuale: Politici e forze sociali attuano un non esal-tante gioco, mentre i potentati economici domi-nano tutti quei vertici chiamati a determinarecon decisioni sovrane il nostro futuro e condi-zionare le cose che contano. Cos di destra, cos di sinistra? cantava Gior-gio Gaber. Destra e sinistra sono soltanto ban-diere che hanno perso il loro colore; lideologia,

i valori e i progetti sono ridotti a piccoli optionals:Le politiche sociali sono proprio come i blue je-ans! Hanno un tessuto uguale per tutti.Governo Nazionale e Governo Regionale nonsono pi ambiti particolari nei quali discutere dipolitiche sociali e scelte culturali. In epoca di globalizzazione conta il solo denaro

che non ha pi n nazione, n cul-tura, n religione, n riferimentipartitici, n riferimenti valoriali.Riconoscerete tutti che oggi legrandi finanze sono state final-mente affrancate e liberate da vin-coli etici, sottratte a qualunquetipo di controllo.Le sovranit effettive rivendicatedagli Stati appaiono fortementeorientate solo al potere da gestire.

Al popolo resta ben poco! Certamente miseria efame per molti, ricchezza solo per pochi. Il libe-rismo economico attuale ha stritolato la granparte del popolo, ha fornito oppio per addor-mentare le molte coscienze. Emergono ricatti epercorsi di cattiva politica e di welfare imperfetto.I grandi potentati economici sono cresciuti de-clamando la convenienza di un liberismo sino amonopolizzare vantaggi e interessi.Lidolo del denaro, come lo chiama Papa Fran-cesco, sta colonizzando la nuova cultura, ha lasua sorgente di valori nel mercato.La nuova estetica codifica le leggi del bello; lanuova etica etichetta le leggi del possibile, delbuono, del conveniente. Le leggi dello spirito, vi-

Nel guardare avanti per un Paesepi giusto e solidale possiamosperare in un futuro da cittadini?

a cura di Filippo m. Boscia

ceversa, sono livellate e omologate, la nuova spi-ritualit globalizzata e tutto si esprime solo infunzione del mercato.Abbiamo creato nuove milizie di consenso, nuovimonopoli dei mass media, capovolti molti valoridi vita; abbiamo sostenuto nuovi costumi cosid-detti performanti, proposti da filosofie innovativetutte basate sul nuovo idolo che lautodeter-minazione assoluta, assunta a strategico sistemadi cambio di idee e costumi.Va costruendosi una nuova etica che fa leva sul-lassoluta libert individuale, tanto assoluta dagiungere a negare ogni possibile identit: daquella sessuale a quella relazionale, sociale, re-ligiosa, familiare, ecc.Intravedo scelte ibride che non riguardano pisoltanto il mondo delle energie, ma riguardano lavita e i comportamenti umani. Gli uomini assaporano senza gustarla una libertassolutamente egocentrica, assolutamente po-vera, priva di ideali e di positivi progetti.Altro che democrazia! Luomo in balia del piforte e finisce in una drammatica solitudine,cos con saggezza ebbe a dire Benedetto XVI!La creazione di uomini e di masse umane, fa-cilmente manipolabili, prive di storia e di identitpersonale e sociale, lodierno obiettivo del to-talitarismo imperante che si serve delle leggi dimercato, per imporre quella dittatura del relati-vismo, definita da Papa Francesco la dittaturadel pensiero unico, pensiero che uccide sia lalibert dei popoli, sia la libert della gente, sia lalibert delle coscienze. Si cerca di creare un uomo progettato, resettato,possibilmente neutro, privo di punti di riferimentoe di sostegno senza storia, senza cultura, senzala famiglia, senza la religione, senza buone agen-zie educative, penalizzando scuole, universit epercorsi formativiLobiettivo di questa strategia la creazione di unminestrone multietnico, il cui risultato favorire

la rimozione delle identit personali nazionali,sovranazionali e religiose. Lunico importante traguardo la riaffermazionedel primato delleconomia sulletica. Fine ultimo di questa umana nuova creazione quello di creare nuovi generi umani, uomini edonne senza qualit, massa di consumatori for-temente dipendenti da inique leggi di mercato.Finora non vedo opposizioni convinte a questo tri-ste progetto. Oggi per noi siamo chiamati a riflettere e, perquanto possibile, a contestare ogni strumenta-lizzazione: Non possiamo e non dobbiamo di-ventare massa informe, n burattini nelle mani diquei nuovi potentati.I benefattori dei giovani si chiamano Internet,google, facebook, ecc. Tali mezzi sono gli idoli incontrollati ed intratta-bili, veri e propri nuovi sistemi del nuovo impe-rialismo.Chi li utilizza deve prendere coscienza del profittoche a loro connesso! Le leggi di mercato che li regolano non rispette-ranno mai la dignit della persona umana!Che fare? Resistiamo, contrastiamo o acco-gliamo queste ideologie?Purtroppo noi non siamo in grado da soli di pro-muovere il superamento dellideologia dominanteche quella di offrire le esperienze pi affasci-nanti della vita, non come la natura le presenta. Riunirsi per discutere di un welfare imperfetto un obbligo morale, cosa indispensabile, so-prattutto oggi. Sono molte le famiglie che frui-scono del welfare dei pensionati! Se non ci fos-sero i nonni vi sarebbero pochi sostegni a frontedi molte aspettative per le tante famiglie dif-fuse.Le politiche disposte per le famiglie non sonooggi politiche a tutto campo, sono solo miserosostegno per chi ha tante responsabilit e vivenel rispetto dei piccoli e dei pi fragili.

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Molti gli alibi per non fare nulla. Freni sociali rendono impossibile oggi riformarein modo significativo lesistente.Alcune misure categoriali escludono oggi sempredi pi i poveri. Poi anche da ultimo, lintroduzionedel bonus beb stata un fallimento, unocca-sione persa per la riorganizzazione dellinterosettore Famiglia. Trasferimenti temporanei a pioggia non servonoa nulla quando mancano politiche di concilia-zione tra lavoro remunerato e famiglia. Paradossalmente, lunica vera politica della fa-miglia che stata attuata in questi anni, a livellonazionale, stata la regolarizzazione dei migrantie la sistemazione in categoria delle badanti:questa viene considerata uneccezione buonaperch ha consentito di regolarizzare questo set-tore con maggiore facilit e ovviamente senza al-cun onere per lo Stato. Le badanti assolvono alla domanda di fornirecure per una popolazione sempre pi anziana,quale ad es. quella dei nonni, che tra laltro quella meno soggetta a politiche pubbliche, in-sieme a quella che riguarda i bambini e per iquali mancano asili nido, assistenze domiciliari,contrasto alla dispersione scolastica, curriculaeducativi. sotto gli occhi di tutti che nessuna politica na-zionale stata positivamente attuata per lassi-stenza globale domiciliare per i fragili e i disabili:non sono nemmeno stati previsti voucher perlacquisto di servizi (certificati e monitorati). Manca una solida base nazionale di politiche disostegno alle responsabilit familiari.Individui e famiglie del tutto simili per bisogni econdizioni si trovano ad avere risorse e diritti an-che molto diversi fra loro penalizzando chi vive inuna regione, piuttosto che in unaltra.Lincertezza sul fronte delloccupazione costringea rimandare luscita dalla famiglia di origine. Po-chi sono i progetti di formazione di nuove fami-

Oggi ad esempio sono quasi del tutto impedititrasferimenti monetari liberali ai figli: bisognagiustificarli come contributi di sopravvivenza.Non vi sono detrazioni fiscali per familiari a ca-rico.Difficilmente fruibili sono i congedi genitorialiper la cura dei gravemente disabili, n quelli perle necessit familiari. Del tutto carenti i servizi per linfanzia, per le per-sone non autosufficienti, per i ragazzi in et sco-lare o in percorsi formativi. Secondo lIstat, la riduzione della fecondit, lele-vata incidenza della povert tra le famiglie co-siddette numerose (con tre o pi figli), laumentoeffettivo ed auspicato dei tassi di disoccupa-zione delle madri e dei capi famiglia, linvecchia-mento della popolazione sempre pi ammalata,sollecitano richieste, riflessioni e reali propostedi intervento sui redditi e sui servizi.Demograficamente la famiglia non esiste pi. Lefamiglie sono incerte e poco consolidate, mi-nate alla radice anche da restrizioni di bilancio supensioni e sanit. Le politiche sembrano continuare a fare riferi-mento ad un modello economico di famiglia delpassato, ma oggi saltato e radicalmente mutatoil rapporto numerico tra i gruppi di et! Le generazioni organizzativamente non esistonopi! Molte donne, mogli, figlie, nuore, madri, de-siderano imporsi nel mercato del lavoro e nonsono pi disponibili ad un full time domestico cheeroghi ogni gratuita care.I cittadini pi abbisognevoli sono abbandonati daorganizzazioni aziendali stabili che altro nonaspettano che includerli fra gli scarti umani. Spezzato il valore e il sentire del matrimonio/pa-trimonio.Oggi il dibattito diventato ideologico: La que-stione delle politiche di sostegno delle tante fa-miglie si persa nello sterile dibattito su qualefamiglia andasse prioritariamente sostenuta.

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glie: Un figlio in pi pu mettere a rischio la fra-gile economia di questa piccola comunit.Per le donne, poi, ci sono due rischi in pi: il nonvedersi rinnovare un contratto a seguito di unamaternit, ma soprattutto la difficolt di conci-liare cura dei figli con il lavoro remunerato: i ser-vizi per linfanzia sono insufficienti e sempre picostosi, le scuole a tempo pieno in via di ridu-zione e i calendari scolastici totalmente ignari deiproblemi di una positiva organizzazione familiarequando i genitori lavorano. Linsieme di questedifficolt, particolarmente forte nel Mezzogiorno,comprime le nascite, scoraggia la fecondit eogni futuro investimento.Il Rapporto della Fondazione Agnelli pubbli-cato su Avvenire del 13.4.18, parte dai numeridella mancata natalit, per giungere a tracciareil futuro del Sistema Sanitario Nazionale e del Si-stema Nazionale dellIstruzione: Destinate ascomparire 55 mila Cattedre con 37 mila classiperduteMolti rapporti statistici e di ricerca si pongonoogni anno come un bollettino di guerra. LIstat ri-flettendo sulla popolazione, cos si pronuncia:Mai cos basso il numero delle nascite! LItalia a natalit 0! Nel 2016 lItalia dimagrita di 134 mila persone.Abbiamo perso una citt come Salerno! E il di-magrimento continua. La fecondit scesa a 1,34 figli per donna. Nes-sun paese al mondo fa meno figli dellItalia. La di-saffezione a procreare stata definita la pestebianca: In realt nei paesi progrediti dEuropav chi paragona lodierna denatalit alla anticapeste nera che nel 1348 decim la popolazioneeuropea. Forse oggi siamo pi egoisti e meno inclini al sa-crificio! Mettere al mondo un bambino costasia economicamente che moralmente: V chi so-stiene che un figlio sostanzialmente prosciugaenergie materiali e mentali della coppia, pi af-

fascinata da diavolerie tecnologiche, da auto an-che di lusso, da viaggi ecc. Per molti, la crudaconvinzione che un bambino pu spegnere ognivelleit di benessere e ricchezza.Solo un mix di politiche fiscali, di servizi per aiu-tare la conciliazione del lavoro di genitori con laprofessione e per favorire la parit di genere pucreare un ambiente baby e family friendlyPurtroppo nulla di nuovo avvenuto sul fronte de-mografico e anche lorizzonte politico sta-gnante. Vergognosi e inutili sono stati quei timidie transitori bonus beb che ben poco hannofatto di fronte allo scoraggiamento diffuso tra igiovani sul versante del diventare genitori.

Eppure davvero tempo di investire. Senza gio-vani neanche gli anziani possono farcela. Il si-stema non pi sostenibile e lo sar sempre dimeno nel prossimo futuro, soprattutto se la po-litica non ritorna a pensare in termini di tutela ditutte le generazioni.

La precariet nei rapporti di lavoro pone vincolialle scelte per la famiglia e radicalmente riducesolo la disponibilit di reddito e lorizzonte tem-porale dei progetti di vita riproduttiva. Ma il vero problema da discutere oggi quellodegli anziani dimenticati.Molte coppie anziane vivono situazioni dramma-tiche: spesso vivono in condizioni di fragilit fisicae psichica. Queste fragilit devono essere fron-teggiate dallaiuto di un coniuge. Spesso lui o leisono riconosciuti nella loro instabilit mentale,talvolta sono insultati, soprattutto quando fa ca-polino la necessit di maggiore igiene personalein caso di incontinenza! Molte le notti insonni perch laltro/a si lamenta;v chi scambia la notte per il giorno, chi ha paura,chi si sporca e deve essere cambiato, ecc. Stati-sticamente sono pi spesso le donne, le mogli, atrovarsi nella condizione di badare a questi disagi.

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badanti, nella sua ampiezza, tutto italiano. Mariguarda pur sempre una quota ridotta delle per-sone non autosufficienti e ancora pi esigua sesi tratta di tempo pieno. Non tutti possono per-mettersi di acquistarlo, o di acquistarne unaquantit di ore sufficienti, soprattutto la notte. Leresidenze sanitarie poi, oltre a non godere sem-pre di buona fama e ad essere considerate, an-che per motivi culturali, lultima spiaggia di chinon ha familiari disponibili allaccudimento apieno tempo, hanno lunghe liste dattesa.Il risultato di tutto ci che le persone pi vul-nerabili e con meno risorse sono prive di alter-native. Non c da stupirsi se ogni tanto qualcuno non cela fa pi e desidera finirla. Di contro registriamotanti casi di dedizione di tanti coniugi capaci diaccompagnare anche per diversi anni il dolo-roso declino del proprio compagno/a, bilan-ciando con molto coraggio il senso di umilia-zione vissuto quando v non autosufficienzafisica e deterioramento psichico.LItalia di oggi tutta presa a discutere sul costodel bilancio pensionistico e sanitario sugli oneridellinvecchiamento della popolazione, ma di-scute soltanto, mentre pervicacemente conti-nua ad ignorare i bisogni degli anziani, dei grandianziani fragili e soprattutto dei loro familiari. Ep-pure, questo settore sarebbe un grande ambitodi lavoro specializzato, sia a livello tecnologico siadelle relazioni umane, in cui investire in modo in-tegrato e solidaristico risorse pubbliche e private,per evitare che, anche in questa fase delicata edifficile della vita, le disuguaglianze facciano pre-mio su tutto.La povert economica tuttavia si accompagnaanche a tanti altri svantaggi. Le teorie dellinve-stimento sociale devono prendere le mosse daqueste consapevolezze che abbiamo denunciato.Diverse ricerche hanno mostrato limpatto posi-tivo di interventi preventivi.

Ma pu capitare anche a uomini, mariti, che sitrovano cos a fronteggiare bisogni, a dover met-tere in atto pratiche di cura cui non sono mai statiabituati e proprio nelle circostanze pi penose esgradevoli e quando loro stessi avrebbero biso-gno di essere accuditi.Troppi sono i grandi anziani che passano gli ultimianni della loro vita in un groviglio senza fine di bi-sogni, di richieste inevase, di umiliazioni, impri-gionati con il coniuge con il quale spesso sem-pre pi difficile ricordare lamore, la solidariet,lallegria, ci che si fatto insieme, i momentibelli e importanti che ci sono stati. La massacrante routine quotidiana, fatta di bi-sogni minuti e di richieste fisicamente e psicolo-gicamente pesanti, lascia spazio alla dispera-zione che pu trasformarsi in rancore. Laiuto deifigli (pi spesso figlie), quando c, importantee aiuta a tirare avanti. Ma i figli hanno anche unaloro famiglia e talvolta vivono altrove. Non ci sideve neppure attendere che lascino tutto perdedicarsi a tempo pieno alla cura dei genitori fra-gili, pagando prezzi altissimi di breve e lungo pe-riodo sul piano del benessere individuale e dellaloro famiglia, a livello economico ma anche or-ganizzativo e psicologico.Il welfare italiano profuso, sempre pi imper-fetto, incerto e squilibrato, soprattutto verso lapopolazione anziana, cui viene penalizzata lapensione. Nessuno aveva previsto che negli ultimianni ci sarebbe stato un inevitabile aumentodella durata della vita. La grande povert vienetamponata da una pensione sociale o al minimo.Se viene accertata una disabilit e una non au-tosufficienza totale, non sempre c lassegno diaccompagnamento: LAlzheimer e lincontinenzada soli non bastano. Poi nessuno si cura di ve-dere se il beneficiario riceve cure appropriate ese la sua rete familiare materialmente in gradodi fornirle. Chi pu, usa lindennit per pagarequalche ora di cura. Il fenomeno del ricorso alle

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Occasioni di arricchimento delle capacit de-vono essere offerte lungo tutto il percorso divita di tutti e per tutti, non solo per contrastarnela povert nel futuro per valorizzare il capitaleumano, ma per garantire pari opportunit a tuttilungo tutto il percorso di vita.Alla luce di queste riflessioni appare di grande in-teresse e di indubbia utilit lidea maturata daPaola Capone, vera mente geniale, che ripro-pone oggi quanto gi proposto inutilmente nelpassato sullutilizzo sociale dei Seniores e delleMatrones.Urge proporre un promemoria per la legislaturache sta per iniziare: lincipit dellanalisi che letante unit e le tante professionalit che esconoper pensionamento dal comparto dei servizi sa-nitari possono essere riutilizzate a costo zerosul versante del miglioramento della qualit deiservizi, affrontando per es. una priorit, ossia lanecessit di umanizzazione della medicina. Oc-corrono professionalit di supporto nel mondodella sofferenza. V una priorit assoluta che quella dellascolto, della medicina narrativa, della

medicina dellaccompagnamento nelle fasi pigravose della malattia, di una medicina di sup-porto alla famiglia, di una medicina che riscaldila freddezza di una tecnologia dominante o di unaesagerata aziendalizzazione. Noi vogliamo essere orgogliosi di proporre la va-lorizzazione di un patrimonio culturale oggi spre-cato e offrire spazi di solidariet, sussidiariet,aiuto, accompagnamento, azione, conforto, con-vergenze pedagogiche in momenti di dolore earida tristezza.La nostra Federazione FEDER.S.P.eV., in asso-ciazione ad altre realt, come lAMCI che pre-siedo, e che condividono questi nobili progetti eproposte, deve farsi interprete, anche tramite laFNOMCeO presso il mondo politico e le strutturelegislative del nostro Parlamento per portareavanti teorie di investimento sociale e di valoriz-zazione del capitale umano disponibile. Da questo vostro congresso richiedo che vengafuori una richiesta ufficiale, un documento con-clusivo che auspichi questa richiesta per tra-sformarla in legge dello Stato.

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Non so quanti di voi, nel loro percorsoprofessionale, abbiano sentito parlare diSofrologia. Lo scopo della mia relazione appunto quello di portare alla vostra atten-zione e alla vostra conoscenza que-sta materia, la cui finalit quella distudiare luomo nella sua fenome-nologia esistenziale.La sofrologia nasce nellottobre del1960 a Madrid, quando, nellanticoospedale Santa Isabel, presso il ser-vizio di neuropsichiatria, viene fon-dato il primo Dipartimento di Sofro-logia Clinica. Suo fondatore: AlfonsoCaycedo, neuropsichiatra di originibasche, allievo del Prof. Lopez Ibor, uno deigrandi maestri della psichiatria spagnola. Neglianni immediatamente precedenti, Caycedo avevainiziato a studiare lipnosi tenendosi in contattocon gli eredi della scuola di Nancy, fondata daLibault e Bernheimed opposta, dalla secondamet dellottocento, a quella parigina di Charcot.Ben presto, per, aveva abbandonato tali studi,poich convinto che la disputa attorno ai diversimetodi dinduzione ipnotica fossero secondaririspetto alle modificazioni della coscienza. Eraquesto linizio di un lungo percorso che dovevacondurre il pensiero sofrologico molto pi lon-tano di quanto fosse allora possibile immagi-nare.Svolta decisiva di tale evoluzione fu lincontrocon lo psichiatra fenomenologo Ludwig Binswan-ger, padre della Daseinsanalyse, di cui Caycedo

divenne allievo. Negli anni trascorsi con lui nellaclinica di Kreuzlingen (1963 e 1964) ebbe, in-fatti, modo di approfondire il dibattito attorno al-lapplicazione scientifica della fenomenologia hus-serliana ai fenomeni della coscienza e di aprirsialla dimensione esistenziale. Ci gli consent nonsolo di ampliare gli orizzonti teoretici della Sofro-

logia, impostandoli coerentementecon una metodologia fenomenolo-gica, ma altres di focalizzare lat-tenzione sullessere, ricomponen-done la costitutiva tripolaritsomato psichico esistenziale.Misconosciuta o mutilata dal credonaturalistico oggettivo allora do-minante. Un secondo momento delprogressosofrologico pu esserestroricamenteindividuato nel pe-

riodo passato da Caycedo in oriente (1965 1968). Partito per un viaggio di pochi mesi, si trat-tenne invece quasi tre anni, in un lungo itinerarioche lo port in India, in Tibet ed in Giappone. At-traverso contatti con medici, ricercatori e studiosidelle tradizioni orientali visit monasteri, luoghi diculto e di meditazione ed entr in contatto con gliyogi dellIndia meridionale, con i raja yogi tibetanied i grandi maestri zen, finendo con liniziarsialla meditazione. Dallesperienze vissute in orientericav alcuni metodi per la modulazione dei livellidi coscienza e la mutazione degli stati correlati.Linfluenza delle discipline orientali sulla Sofrolo-gia si situa, infatti, solo a livello metodologico edin un ambito molto ristretto, senza sconfinamentinei loro sistemi filosofico religiosi.Nel 1968, con il secondo congresso della SocietFrancaise de Sophrologie, tenutosi al Palais des

Sofrologia

a cura di amilcare manna

Congrs di Versailles, si chiude quello che vienesolitamente definito il periodo della fondazionedella Sofrologia, in cui si avvia il distacco netto edefinitivo dallipnosi e ci si muove speditamenteverso lattuazione e la sperimentazione di una di-sciplina fenomenologica esistenziale che uti-lizza metodi propri per losservazione e lo studiodella coscienza. Il ventennio tra il 1968 ed il1988 scandito, nellevoluzione storica e scien-tifica della Sofrologia, da alcune tappe fonda-mentali, rappresentate in sintesi dagli eventi con-gressuali.Il primo congresso mondiale del 1970 che riuni-sce pi di mille e quattrocento specialisti, pro-venienti da 42 nazioni, confrontando le tradi-zioni ed i progressi della Sofrologia e dellamedicina occidentale con quella orientale, e chedi fatto rappresenta lultimo evento significativodapprofondimento nel dialogo scientifico con lacultura delloriente; il secondo congresso mon-diale del 1975, dove vengono codificati i princi-pali metodi sofrologici fino ad allora sperimentatie nel quale si apre alla Sofrologia dei grandigruppi, attraverso il training collettivo; il terzocongresso mondiale del 1982 durante il quale,anche a seguito di un significativo contributodella scuola italiana, vengono individuate le prin-cipali deviazioni della Sofrologia, poste in atto inmolte scuole del mondo, e ci si richiama ad unacoerente ed inflessibile applicazione della feno-menologia husserliana. Va inoltre ricordato chedurante il congresso venne approvata la sop-pressione definitiva dellattributo medica, gene-ralmente associato al termine Sofrologia Talesoppressione, lungi dal rappresentare un meroevento linguistico o stilistico, evidenzia la defini-tiva caratterizzazione della Sofrologia nella di-mensione esistenziale, svincolandola cos da unametodologia naturalistico obiettiva verso cui sipone come integrazione.Da questo momento, limpianto sofrologico, sia

a livello teoretico che metodologico, non subirpi significative modifiche. Le sue successiveevoluzioni seguiranno il naturale progresso del di-battito interno ed esterno, scaturito dal con-frontarsi con le discipline affini e con le scienzedi cui incrocia il cammino.Il suo permanere nellambito scientifico a di-stanza di pi di cinquanta anni dalla fondazione,la sua ampia diffusione in tutto il mondo, ilgrande numero di convegni, corsi, richerche,pubblicazioni ad esso dedicati ed il suo ingressonel mondo accademico mostrano quanto il mo-vimento sofrologico sia ormai radicato nella cul-tura occidentale.

OBIETTIVI DELLA SOFROLOGIA

Il termine Sofrologia, gi nella sua lettura etimo-logica, manifesta chiaramente quali sono state lescelte preliminari in relazione agli obiettivi daperseguire. Le radici della parola, derivate dalgreco antico, sono infatti Sos. Ovvero equili-brio, Phren, nel senso di coscienza e Logos,studio. La Sofrologia, dunque, studia la coscienzaumana e ne ricerca lequilibrio. Se poi aggiun-giamo a tale sintetica definizione limpostazionemetodologica di base, che si realizza nellap-proccio fenomenologico, e lapertura verso ladimensione dellesistenza, il quadro dei riferi-menti filosofico scientifici si fa sufficiente-mente chiaro da poter precisare quali obiettivi laSofrologia intenda raggiungere.Il primo di tali obiettivi costituito, a livello ge-nerale, dallo studio della coscienza umana, ov-vero, dei modi in cui essa si orienta e delle mo-dalit in cui i suoi vissuti si formano, sicombinano e si manifestano.Il secondo obiettivo si concreta nellapplicare laSofrologia come integrazione della medicina edella psicologia, offrendo una lettura degli aspetti

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Lutilizzo di metodi propri della Sofrologia nelle di-verse branche della medicina, finalizzati ad esem-pio al controllo del dolore (anestesiologia, oste-tricia, odontoiatria, ecc.), cos come in psicologiaper la gestione dello stress o la remissione dellefobie, pur non rappresentando la reale finalitdella Sofrologia, non prefigurano un valido aiutodi sostegno alle varie discipline mediche.La preparazione al parto con metodi sofrologicirappresenta, ad esempio, una evidente decon-testualizzazione e minimizzazione dellassai pi ri-levante preparazione alla maternit che si attuain Sofrologia e che comprende anche la prepa-razione al parto, ma altres le dinamiche dei vis-suti relativi allattesa ed al rapporto madre figlio.Esistono altre applicazioni della Sofrologia qualiil recupero dalle tossicodipendenze, la prepara-zione allo sport, lapprendimento rapido, ecc.,che non rientrano nei filoni classici dapplica-zione della metodica e la cui gestione deve sem-pre essere molto accorta per non ridurle a merotecnicismo.Lespressione terapia sofrologica pu essereusata solo quando si ha unapplicazione di metodisofrologici, svincolati dal loro contesto di riferi-mento e finalizzati al potenziamento delle terapiemediche o psicologiche in cui vengono inseritistrumentalmente. Quando invece la Sofrologiaviene utilizzata coerentemente con i suoi pre-supposti teoretici si deve parlare di Percorso(conoscitivo) Sofrologico o Training Sofrolo-gico.La verit, diceva Ugo Spirito, il pi grande filosofoche il secolo scorso abbia espresso, ordinario diFilosofia Teoretica presso la Sapienza di Roma, laverit un luminoso caleidoscopio che illuminala coscienza di ciascun individuo. Lo scopo dellaSofrologia appunto quello di scoprire e portarein superficie questa verit attraverso lo studiodella coscienza, per farla risplendere nella suabellezza e in tutta la sua luce.

puramente soggettivi dellessere umano, per po-terlo comprendere nella sua complessit ed in-tervenire pi incisivamente, nel rispetto del suopolimorfismo.Il terzo obiettivo coinvolge infine la dimensioneesistenziale, favorendo lapprovazione delle fi-nalit di ogni esistenza, attraverso una radicaleconoscenza di se stessi ed una pi congrua pro-gettazione esistenziale. Vediamo cos scindersi laSofrologia in tre principali branche: ricerca so-frologica, Sofrologia medica o psicologica e So-frologia esistenziale. Da ci si deduce che la Sofrologia in S non mai terapia. In primo luogo, poich linterventosofrologico non mira ai fenomeni patologici,ma al rapporto che si instaurato tra essi ed ilsoggetto interessato nonch allelaborazioneche hanno subito a livello individuale. In se-condo luogo, Sofrologia medica e psicologicanon possono considerarsi terapie in quanto illoro compitosi sostanzia nel fornire (ad integra-zione della diagnosi e della terapia medica epsicologica) gli aspetti soggettivi della realtumana, lasciando emergere i vissuti e interpre-tandone i significati.Ultimo, fondamentale, motivo: la Sofrologia nonsi orienta verso il mondo reale (il mondo co-mune), ma verso la sua rappresentazione sog-gettiva. Essa, in quanto disciplina scientifica come si visto ha per oggetto la coscienza e la coscienzanon appartiene al reale ma un vissuto e, cometale, appartiene esclusivamente alla soggettivit. Cos il sofrologo diviene un mediatore tra ilmondo particolare e quello generale, tra rappre-sentazione individuale e realt.Non mi dilungo sulle metodiche di applicazionedella Sofrologia, in quanto molto specifiche e le-gate ad una preparazione professionale appro-fondita. Mi limito ad accennare ad alcune suepossibili applicazioni.

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Un gioioso saluto a tutti i presenti. gi trascorso un anno dallultima volta,a Roma e tanti anni dai primi Congressi,ritrovo festoso di amici e luogo per affrontaretante problematiche della catego-ria dei pensionati e delle consortirimaste vedove. Ci eravamo lasciati a Roma con al-cune speranze finalmente leggelannoso problema tanto caro a Mi-scetti della riduzione della tassa diiscrizione annuale allOrdine pro-fessionale ebbene ora legge enon ci sono pi scuse o strane in-terpretazioni preclusive: il Consiglioordinistico nel fissare la tassa annuale pu pre-vedere differenziazioni motivate, pu prevedereuna tassa ridotta ai neo iscritti per i primi 3,5 annie anche per gli anziani dopo il compimento di unacerta et ovviamente per essere operativa ladelibera ordinistica deve poi essere approvatadallAssemblea annuale degli iscritti. Speravamo che la Consulta desse ragione alnuovo ricorso sul blocco delle rivalutazioni dellepensioni, ma nellultima sentenza, smentendoquanto da essa stessa deciso pochi mesi prima,ha detto no, lasciando tutti amareggiati e moltoperplessi: il peso della ragion di stato prevalesul diritto soggettivo del cittadino.Ma le picconate sulle pensioni non sembrano ter-minate e temo ne vedremo delle belle coi

nuovi governi: doro una pensione di 2000-4000 soggetta alla scure fiscale, pagata a fior dicontributi durante tutta la vita lavorativa conquattrini a valore corrente, ma non sono doro glistipendi mensili da parlamentare che mi diconocolle varie voci arrivare ai 20mila e forse di pieuro in buona parte defiscalizzate!

Ma oggi voglio parlare di un altroargomento molto importante: inpericolo la tutela della salute, e in-sieme dobbiamo gridare guai achi tocca il gioiello. Il bene salute un bene di tutti, delricco e del povero, delluomo e delladonna, del rosso, del nero o delgiallo, di quello di destra come diquello di sinistra, diritto costituzio-nalmente tutelato: la Costituzione

italiana riconosce il diritto alla salute definendolocome un diritto f