orizzonti 03

22
F e d e r a z i o n e I t a l i a n a B i o t e c n o l o g i FIBio Magazine INTERVISTA A LUIGI NICOLAIS Aperiodico di informazione, Numero 3 ECOLOGIA ED AMBIENTE BIOCARBURANTI: UNA SCOMMESSA VINCENTE VITE PER LA SCIENZA: RITA LEVI MONTALCINI SCIENCE PHOTO LIBRARY

Upload: fibio-federazione-italiana-biotecnologi

Post on 25-Mar-2016

255 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

magazine aperiodico di informazione della Federazione Italina Biotecnoloi

TRANSCRIPT

Page 1: Orizzonti 03

F e d e r a z i o n e I t a l i a n a B i o t e c n o l o g i

FIBioMagazine

INTERVISTA ALUIGI NICOLAIS

Aperiodico

diinformazione,N

umero3

ECOLOGIA ED AMBIENTEBIOCARBURANTI:

UNA SCOMMESSA VINCENTEVITE PER LA SCIENZA:RITA LEVI MONTALCINI

SCIENCEPHOTO

LIBRARY

Page 2: Orizzonti 03

DIRETTOREEDITORIALEFederazione Ita-liana Biotecno-

logi, sede ammin.:via Gianbattista

Ruoppolo n°105,scala C, 80128 Napoli;

sede legale: viaLeonardo Bianchi n°10,

80131 Napoli

REDATTORE CAPOStefania Cocco

REDAZIONESansone M.(DISCOVERY), Crifò I.

(FIBIO-WORK IN PROGRESS), CostaR. (INTERVISTA), Severino M.(VITE PER

LA SCIENZA), Netti F. (BIOTECHEVENTS), Ferraris R.

(LA VOCE DEGLI STUDENTI,MISCELLANEA)

IMPAGINAZIONE E GRAFICAAntonio Massa

DISEGNI E VIGNETTEMarianna Amenta

[email protected]

Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative CommonsAttribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia.

Per leggere una copia della licenza visita il sito webhttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/ o spedisci una lettera a

Creative Commons, 559 Nathan Abbott Way, Stanford, California 94305, USA.

Sviluppo ecosostenibileLa vignetta:

Page 3: Orizzonti 03

L’EDITORIALEdi Stefania Cocco p. 4

DISCOVERYa cura di Stefania CoccoRIFIUTI ZERO?. . . p.5

ÉPOSSIBILEUNOSVILUPPOSOSTENIBILE p. 8

BIOCARBURANTI:UNASCOMMESSAVINCENTE p. 11

FIBIO-WORK INPROGRESSa cura di Gianluca RuotoloL’AGOGNATAEQUIPOLLENZACONLALAUREAINBIOLOGIA p. 12

BIOTECHEVENTSa cura di Oriana Catapano

EUROSCIENCEOPENFORUM2010:PASSIONFORSCIENCE p. 14

MILANO:UNIVERSITÀE IMPRESA ACONFRONTOPERILFUTURODEIGIOVANIBIOTECH p.15

L’INTERVISTAa cura di Ida CrifòINTERVISTAALUIGINICOLAIS:UNOSCIENZIATOPRESTATOALLAPOLITICA p. 16

VITEPERLASCIENZAa cura di Gianluca Ruotolo

RITALEVIMONTALCINIELASCOPERTADELNERVEGROWTHFACTOR p. 18

LAVOCEDEGLISTUDENTIa cura di Roberta Ferraris

CAMBIAMENTINELMONDOACCADEMICO p. 20

MISCELLANEAa cura di Roberta Ferraris p. 21

SOMMARIO

Page 4: Orizzonti 03

L’editoriale

Sapete cosa sono i PCB? … Leggendo queste parole, i miei colleghi ed amici sorrideranno perchésono circa sei anni che li ‘’stresso’’ parlando degli effetti tossici per la salute di tali sostanze. Mamai come questa volta è necessario ricordarlo. I PCB, o meglio, i Policlorobifenili sono delle mi-

scele di idrocarburi aromatici clorurati. Queste sostanze sono state prodotte ampiamente dall’industriachimica, perché avevano diverse applicazioni industriali importanti, fino al 1985, anno della messa albando del loro utilizzo. Perché? Perché in seguito a due grossi incidenti di contaminazioni della po-polazione generale da parte dei PCB, (malattia di Yusho, Giappone, 1984, e malattia di Yu Cheng, Tai-wan, 1979) diversi studi dimostrarono che l’esposizione a tali sostanze causava l’aumento di incidenzadi malattie quali: differenti forme di cancro del sistema linfatico, ematopoietico e del tratto gastroin-testinale, disturbi del sistema endocrino e della riproduzione, alterazioni dermatologiche e del sistemanervoso. Ebbene, da un referto della Provincia di Napoli, Area Ambiente, Tutela del suolo e GestioneRifiuti, datato 22 luglio 2010, firmato dal dott. Geol. Salvatore Capasso e dal dirigente ing. Maria Te-resa Celano, emerge che dai diversi campionamenti effettuati nelle falde acquifere del territorio vesu-viano che circondano la discarica di Cava Sari a Terzigno, nel periodo ottobre 2009-maggio 2010, sonostati trovati metalli pesanti e PCB diossino-simile con concentrazioni superiori al consentito. Inoltre,i firmatari del referto chiedono al sindaco di Terzigno e all’agenzia ASIA s.p.a di porre in essere dellemisure di prevenzione e sicurezza per la riduzione dei parametri indicati. Chiaramente, queste misurenon solo non sono state adottate, ma in seguito ai problemi relativi all’emergenza rifiuti degli ultimimesi, si è pensato, dapprima, di aprire un’altra discarica (Cava Vitiello), sempre nel territorio di Ter-zigno, in pieno Parco Nazionale del Vesuvio, e poi di riaprire la discarica Cava Sari già completamentesatura di rifiuti. Potete capire adesso la rabbia dei cittadini dei comuni vesuviani, che da una parte ve-dono i propri familiari morire di tumore, e dall’altro lato vedono i loro Sindaci scendere a compromessicon uno Stato corrotto e strafottente della salute del suo popolo. Durante questo mese i paesi vesuvianisono scesi in campo per rivendicare un diritto inalienabile, il diritto alla VITA! Per dire NO alle di-scariche e agli inceneritori, per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali auto-organizzate,per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta, per il riciclo, il riuso e il compostaggio, perun piano straordinario di bonifica delle aree inquinate, per un piano verso RIFIUTI ZERO! Sabato, 30Ottobre 2010, oltre 10.000 persone, divise tra diversi comitati cittadini, hanno manifestato pacifica-mente. Dentro quella folla si respirava finalmente un clima di estrema solidarietà da parte di tutti i co-mitati e movimenti non solo di tutta la Campania, ma anche della Puglia e di Torino. C’era una realepresa di coscienza da parte del popolo che ha finalmente capito lo scempio cui sono state sottopostele loro ‘’terre’’ durante tutti questi anni e adesso conosce gli strumenti affinché questi luoghi non ven-gano più abusati. Ha capito che Democrazia vuol dire non lasciare che altri decidano per te ma vuoldire prendere in mano il problema e risolverlo, a modo tuo e in maniera pulita! Terzigno lotta, e lottanon solo per il Vesuvio, lotta per tutta l’Italia e noi abbiamo l’obbligo civile e morale di lottare insiemea lui!Ringrazio tutta la commissione della F.I.Bio. che mi ha dato la possibilità di iniziare questa nuova espe-rienza. Ringrazio tutti i colleghi che fanno parte della Redazione di ‘’Orizzonti Biotecnologi’’. Infineringrazio l’ex-caporedattore, Maria Vinciguerra, sperando che possa fare, anche io, bene come ha fattolei in questi anni.

[Stefania Cocco]

Orizzonti biotecnologici 4

Page 5: Orizzonti 03

Adessoviraccontolastoriadella“monnezza”.Certononèunabella storia, (d'altronde il titolononpro-mette nulla di buono), ma è una storia vera! Una

storiadisoprusiediveleni incuiafarci lapelleèancoraunavolta ilpopolo, inormalicittadini, illusie raggiratidaunsi-stemapoliticochelihacomprati innomedifalsepromesse.L’emergenza rifiuti inizianel1994acausadell’emergenzaambientale che si eravenuta acreare in seguito alla satura-zionedialcunediscariche.Aquestopunto lagestionedellarisoluzionedi taleproblemavieneaffidataalprefettodiNa-poli. Successivamente, nel 1996, al capo della Regione incarica,AntonioRastrelli, viene affidato l’incarico di costi-tuire un piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti. Ra-strelli indice, quindi, nel 1998, una gara di appalto tradiverseaziendechesioccupavanodismaltimentodi rifiuti.L’azienda vincitrice avrebbe dovuto realizzare due termo-valorizzatoriesette impiantidiproduzionediCdr, impiantiche differenziavano i rifiuti dando origine a unCdr (com-bustibilederivatodarifiuti), chepotessepoiesserebruciatonei termovalorizzatori producendoenergia, e allaFos (fra-zioneorganicastabilizzata), cheavrebbedovutoessereuti-lizzatanelleattivitàdibonificaambientale.Questosistemaavrebbe risoltodefinitivamente il problema rifiuti inCam-pania.Avincere la gara di appalto, nel 2000, sotto la guidaregionalediAntonioBassolino,è l’associazionedi impreseFibecontrollatadalgruppo Impregilo. Il valore tecnicodelprogettoFibe era stato giudicato con4,2 punti,menodellametà dell’impresa concorrente che aveva ottenuto il pun-

teggio di 8,6punti. No-nostanteciò,l’impresa siaggiudical’appaltoof-frendo un

prezzoinferioreper losmaltimentoeunamessa ineserciziopiùve-loce. La Fibe, inoltre, pro-mette di consegnare iltermovalorizzatoreentro il31 dicembre 2001. In re-altà, entroquelladata,nonsolo non viene costruito iltermovalorizzatore ma nonsi arriva neancheadottenere leautorizzazioni alla costruzione edile.Inoltre, il termovalorizzatore proposto è tecnologicamentearretrato, come si evince dal diverso punteggio acquisito,nonoffregaranziedalpuntodivistaambientaleedalpuntodi vista di una buona realizzazione di energia. A questopunto, la FIBE continua nei suoi impianti a produrre eco-ballechenonpossonoesserebruciate, siaperassenzadiuntermovalorizzatore, sia perché troppoumide, per cui 6mi-lioni di rifiuti non smaltibili vengono stoccati in giro per laregione.E’così chenel2001si ripresentaun’ulteriore crisiche viene in parte risolta riaprendodiscariche comequelladi Serre e Castelvolturno, e inviando i rifiuti in Toscana,Umbria, Emilia Romagna e addirittura in Germania. Nel2007, durante il governo Prodi, si verifica una più impor-tante crisi dei rifiuti, dovuta alla saturazione di tutte le di-scariche Campane. Prodi nomina commissario perl’emergenza, il capodella polizia di StatoGianniDeGen-naro che si propone di risolvere il problema entro 4mesi,progettandolacostruzionedi3 inceneritori, riaprendoi tra-sferimenti di rifiuti in Germania (spendendo 215 euro pertonnellata rispetto ai 290 euro necessari per smaltirli inCampania!) e adibendonuoveareeper l’aperturadi disca-richecomequelladiChiaianoePianura, scatenandocosi leprotestedapartedeicittadini.LasituazionenonèpernienterisoltaquandoalgovernoProdisubentra, semprenel2008,

RIFIUTI ZERO?. . .L’Unione Europea condanna l’ Italia per non avereadottato le misure necessarie allo smaltimento deirifiuti in Campania e congela i finanziamenti.

Discovery

SE�TE�ZA DELLA CORTE (Quarta Sezione) 4 marzo 2010:�ella causa C 297/08, avente ad oggetto il ricorso per inadempimento proposto il 3 luglio 2008dalla Commissione europea contro Repubblica italiana ex art. 226 CE, la Corte di giustizia (IV Se-zione) ha statuito che “la Repubblica italiana, non avendo adottato, per la regione Campania, tuttele misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la sa-lute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente e, in particolare, non avendo creato una reteadeguata ed integrata di impianti di smaltimento, è venuta meno agli obblighi ad essa incombentiin forza degli artt. 4 e 5 della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 5 aprile 2006,2006/12/CE, relativa ai rifiuti”.

DiscoveryACURADI S.COCCO

Discovery

ACURADI S.COCCO

Page 6: Orizzonti 03

il Governo Berlusconi che emana il decreto legge n°123del 14 luglio 2008. Il piano del Governo, gestito dal capodella protezioneCivileGuidoBertolaso, prevede: 1) l’al-lestimento di discariche e la costruzione di termovaloriz-zatori 2) l’impiego dell’esercito a tutela delle aree allestiteper gli impianti 3) l’obbligo perComuni e Province di se-guire tabelle precise dimarcia per la raccolta differenziata.Il tutto ha come termine ultimo il 31 dicembre 2009. Du-rante i lavori per lamessa in funzione del termovalorizza-torediAcerra, nel febbraio enel giugnodel 2009vengonoaperte, rispettivamente, le discariche di Chiaiano, il cuiesaurimentoèprevistoper il2011,ediTerzigno,CavaSari.Il 31 dicembre 2009 si è concluso il mandato del sottose-gretariodistatoper l’emergenzarifiuti inCampania ilqualeha dichiarato: “erano 35 mila le tonnellate di rifiuti perstradal’11giugno2008,almomentodell’iniziodell’attivitàdella strutturaper l’emergenzarifiuti inCampania. Ilpianodigoverno,chehavarato il23maggioildecreto leggen°90poiconvertitonellaLeggen°123,hapermessodisuperarela fase più acuta di una crisi ormai decennale, liberando lestrade dai rifiuti. Ora si punta ad attivare un ciclo virtuosodi smaltimentodei rifiuti attraversodiscariche, termovalo-rizzatori, raccolta differenziata e consorzio unico di Ba-cino”.Dunque sembra tutto risolto, ilGovernoBerlusconiha fatto il “miracolo dellaMonnezza”, gli elettori del PDLsonocontenti, in televisionevengono trasmessedelle sim-patiche “pubblicità progresso” in cui una procace donnanapoletanavienesalvatadacumulidi immondiziagrazieal-l’intervento della “mano” del governo. Ma allora perchéogginell’ottobre2010siamodinuovoinemergenzarifiuti,perchéil4marzo2010lacortedigiustiziaeuropeadelLus-semburgo condanna l’Italia, sul caso dei rifiuti in Campa-nia, per inadempienza alle direttive del 2006? Perché si ècostretti ad aprire un’ulteriore discarica a Terzigno, inun’area protetta all’interno del Parco Nazionale delVesu-vio? La prefettura e le indagini della magistratura dimo-

stranochiaramentecheagestire tutti ipassaggidelciclo ri-fiuti in Campania sono le imprese riconducibili diretta-mente o indirettamente alla camorra. Sono loro a deciderecomeequandoriversare i rifiuti in discarichepiuttostocheper lestrade.Esonosempre loroaindurre lostatodiemer-genza che rappresenta una situazione economicamentevantaggiosa per la criminalità organizzata campana, laquale, con la gestione illecita dei rifiuti raccoglie profittimaggiori rispettoaquelliderivatidal trafficodidroga. Inol-tre, dietro l’imprenditoria legale si cela spesso la camorracheapprofittadellosmaltimentoillegaleperabbattere icostiemettersiacapodellagestionedellacrisi.Nonacasoiver-tici di Fibe-Impregilo (la Fibe-Impregilo è la stessamulti-nazionale che nel 2005 si accaparrò l’appalto dellacostruzionedel ponte sullo stretto diMessina) e l’expresi-dente della Regione Campania Bassolino sono sotto pro-cessoper truffaaggravataeper truffa inforniturepubbliche.La “monnezza” allora, può esseremolto utile e remunera-tiva,qualcunoosa dicendoanchepossaesserestato lostru-mentoper lavittoriadelleelezionidapartedelcentrodestranel 2008. Ma dove sono finiti allora quei rifiuti, conside-rando anche che il tanto osannato inceneritore di Acerrafunziona a scartamento ridotto, una linea su quattro, e lemontagne di “ecoballe” non possono essere portate adAcerra perchéall’internodel termovalorizzatorenonsipuòbuttare il “tal-quale indifferenziato”? (gli esperti lo defini-scono infatti un inceneritore, perché non avrebbe affatto lecapacità di termovalorizzarema si limiterebbe a bruciare irifiuti, avrebbeunabassa capacità di produrre energia e unaltovolumediemissioniatmosferiche).Nessunodei“Bas-solino” di turno ha mai fornito notizie certe in merito. Dicerto si sa che sono stati “nascosti” un po’ in giro per laCampania e non solo. Nei territori dei casalesi nelle pro-vince diCaserta eCasal di Principe, su un territorio confi-scatoalbossFrancescoSchiavone, sonostati stoccati circaunmilionedimetri cubidi rifiuti solidi urbaninonselezio-

nati e che non possono essere smaltiti innessunmodo.Si parla anchedi unaccordotra i casalesi ed alcuni privati di nazionalitàrumenaperesportare l’immondizianeiBal-cani.Ma a noi che non siamo ne camorristi nepolitici, a noi che paghiamo la tassa d’im-mondizia più alta d’ Italia, a noi che fac-ciamo la raccolta differenziata, anoi….questespeculazionieconomiche,sin-ceramente, non interessano! Noi esigiamoche i rifiuti vengano raccolti e differenziatiper trarneenergia, chenonvengano inseritiin discariche più o meno abusive gestitedallacamorrache,purdiabbassare icostidigestione, se ne frega di costruirle a normae/o impermeabilizzate. Non vogliamo gliinceneritori che non solo eludono il pro-

Orizzonti biotecnologici 6

Discovery

Page 7: Orizzonti 03

blemama lo peggiorano visto che i prodotti della combu-stionerichiedonodellespeseenormiper losmaltimentoedin fine devono, anch’essi, essere riversati nelle discariche.Questo significa che chi gestisce gli impianti di smalti-mento,piùomenolegalmente,nonhaalcun interesseeco-nomicoasmaltire tali rifiuti“estremamente tossici”(stiamoparlando di diossine, PCB emetalli pesanti). Questi, oltread essere trasportati nell’aria anche per lunghe distanze,vengonopoisversati indiscarichea lorovoltanonanorma,e finiscono per inquinare terre che hanno fatto della colti-vazione edella viticoltura le principali risorse economichedella zona.Studi epidemiologici su larga scalahanno inol-tre dimostrato che presso gli inceneritori di rifiuti urbani ele discariche ci sono tassi più elevati di cancro negli adultieneibambinioltrechedifettiallanascita.Per talimotivi,at-tualmente gli inceneritori contravvengono ai diritti umanibasilari, comeenunciatodallaCommissionedelleNazioniUniteper iDirittiUmani,nellaConvenzionediStoccolmae nella Legge di ProtezioneAmbientale del 1990. Aque-stopunto,perchéalmomentodell’emergenza rifiuti nonsiè creato dei centri di riciclo come quelli di Vedelago? Stoparlando di un impianto di stoccaggio e selezionemecca-nicadi rifiuti ai finidel recuperodimateriali, situato inpro-vincia di Treviso, che riesce a riciclare e quindi atrasformare inaltrimateriali riutilizzabilipiùdel90%deiri-fiuti che vi pervengono, lasciando solo una piccolissimaparte di rifiuti non trasformabili e che quindi vengono de-stinati agli inceneritori e alle discariche. Erano queste lecondizioni, inesistenti in Campania, che si sarebbero do-vute creare nei lunghi anni della gestione dell’emergenza.Eppure inCampaniaera statoprevistounpianodi raccoltadifferenziata. Nel 1993 con una legge regionale venivanoistituiti 18 Consorzi di Bacino a cui affidare l’attuazionedella raccolta differenziata.Con lapolitica dell’emergenzai finanziamenti e i pianidi indirizzovennerocentralizzati ecompresi nel bilancio del commissariato straordinario.Dovesonofinitialloraquesti finanziamenti?Nel2000ven-gono assunti per la raccolta differenziata circa 2.300 lavo-ratorichevengonodistribuitinei18consorzi.Conunbandoregionale del 2001 essi vengono stabilizzati. Sono entrati,attraversounacorsia preferenziale, gli iscritti alle coopera-tive dei disoccupati, dei Lavoratori Socialmente Utili. Diqueste assunzioni si sono occupati esclusivamente i com-missari straordinari. Questi nuovi assunti erano di varieestrazionipolitiche:appartenevanoacomitatidisinistraedidestra. Secondo le indagini della Magistratura, questi ul-timiavevanolegamiconlacriminalitàorganizzata laqualeinducevagliaderentialcomitatoa pagareunaquotacheva-riavadai 5milioni di lire ai 30milioni di lire, per essere in-seriti nella graduatoria regionale per ottenere un lavoro atempo indeterminato.Dei2300assuntine lavoravanosolo200, come afferma l’ex commissario Catenacci. La spesaper questi “lavoratori” era di 60milioni di euro l’anno chegravanosui fondidellagestionecommissariale.Oltreai la-

voratori sonostati affidati ai consorzigli automezziperge-stirematerialmente la raccolta.AffermasempreCatenacci:“…sonostati comprati automezzipercentinaiadimilioni”e risulta “che alcuni di questi siano inoperosi ed altri sianodati in uso a strane società, pubbliche o private…”Eccolarispostaquindi!Assodato,grazieall’interventodellacomunità europea, che l’utilizzo di sistemi quali inceneri-tori ediscariche sonometodicheobsolete e chenon rispet-tano i parametri ambientali di inquinamento, la soluzionesarebbe la raccoltadifferenziataaccompagnatadacentri ri-ciclo e/o Termovalorizzatori, ma con la Tmaiuscola, cioèquelli che servonoaconvertire i rifiuti in energia, enon in-ceneritori che bruciano tutto indistintamente e vengono“spacciati” dal governo in carica per termovalorizzatori.Però i “termovalorizzatori” devono essere costruiti perchél’azienda deve vincere l’appalto, le discariche devono es-sere fatteperché lacamorradeve“vendersi” i territoridovelei stessa e i suoi figli vivono, equellamezzavolta in cui sicerca di fare la raccolta differenziata?… i finanziamentiscompaiono divisi da una parte tra stato, provincia e co-muni e dall’altro dalla camorra…che poi alla fine scopriche sono la stessa cosa. La questione è più semplice diquantosembri: se io sonounamultinazionaleC,chehadi-verse attività, e tra le tante attività quella che frutta mag-giormente in termini economici è il monopolio dellavendita di scarpe di un paese, perché chiaramente tutti gliabitanti di quel paese necessitano di comprare scarpe pertutta la vita e necessariamente dame. Inoltre, forte delmiomonopolio, non avrò interesse a produrre delle scarpe diqualità, anzi, produrrò delle scarpe con dei costi minimi eli rivenderòalprezzochedecido io.Eseaquestoaggiungoche io, che sono a capo di questa multinazionale, sonoanche una persona, diciamo… non proprio “perbene”…secondo voi potrò mai permettere che qualcunaltro intervenga sullamia attività, si prenda ilmonopolio epoigestiscaquestaaziendaproducendodellescarpediqua-litàvendendoloaduncostonormale?Chiaramenteno,nonlo permetterò, tutt’al più se questa multinazionale S è al-trettanto forteeha lapossibilitànonsolodiampliare lamiaattività commerciale ma anche di “coprire” eventuali mieinefficienze, posso, almassimoarrivare adunaccordoconessachesiaproficuoperentrambeleaziende.Attualmente,questarisultaessere lasituazione“GestioneRifiuti inCam-pania”.Quindi, riflettendo…potremmomai“salvarci”dallamonnezza? Io, sinceramente, e con estrema amarezza, houn’unica speranza…che a salvarci sia l’Europa!

[Stefania Cocco]

Orizzonti biotecnologici 7

Discovery

Wikipedia.ithttp://www.emergenzarifiuticampania.it/erc/

ERC-ERC_Layout_locale-1199880667264_Home.htm

Camillo Piazza “La vera storia dei rifiutiCampani”

http://www.cortedicassazione.it/Documenti/NotiziarioUE_2010_nu03.pdf

Page 8: Orizzonti 03

Discovery

Lo sviluppo sostenibileper definizione è unaforma di accrescimento

(sinonimo di sviluppo) chenon pregiudica la possibilitàdi preservare la qualità e laquantità delle risorse. La pro-posta allude alla possibilità diorganizzarsi, globalmente, persvilupparsi senza de-teriorare il livellodi civiltà raggiun-to, restando comun-que in equi l ibr iocon l’ambiente. Ilconcetto nasce conla creazione dellaWCED (WorldCommission on En-vironment and De-velopmen t ) , essastessa nata per laprofonda preoccu-pazione del rapidodeterioramento del-le risorse, dell’am-biente e della vitaumana da un puntodi vista economico,politico e sociale.Insomma non è unabella iniziativa, maun’es igenza pr i -mordiale onde evi-tare che la natura sirivolti brutalmente contro isuoi stessi abitanti. Siamooggi nell’obbligo di abbas-sare i consumi: il nostro li-vello di sviluppo con un’autoper famiglia, se non due, mi-gliaia di voli l’ora, termosi-

foni accesi 12 ore al giornod’ inverno, condiz ionator id’estate, deforestazione, in-quinamento e buco dell’ozo-no. Perché non cambiamo, omeglio, perché non su largascala? Principalmente perchéla nostra collettività è malatae difficile da guarire, e parlo

sia delle pecore che dei pa-stori. Succube dei consumimateriali, la società attuale hacompletamente perso la ca-pacità di misurare la qualità divita. I nostri figli, manipola-ti dai media del marketing,

vogliono diventare veline ecavalieri, avere sempre di più,per poter comprare oggetti diplastica inutili che funziona-no al nucleare, al gas o al pe-trolio e che quando smettonodi funzionare gettano nel-l’ambiente.E il riciclaggio? Per riciclaredobbiamo usare prodotti rici-clabili. Purtroppo le buste, ipiatti di plastica e i conteni-tori di tutte le schifezze checompriamo spesso non losono. Forse bisognerebbe ob-bligare i produttori ad evita-re i superimpacchettamenti,tanti altri bisognerebbe eli-minarli (parlo dei produttori).E anche se la società X, equae solidale, vendesse il saponenaturale al litro ad una socie-tà evoluta Y che porta il pro-prio contenitore (non di pla-stica), ci sarebbe sempre qual-cuno a venderlo a prezzo in-feriore, non riciclabile e bio-logico. Attenzione alla men-zogna del biologico! Una so-cietà che sostiene il suo stes-so ecosistema è una societàdiversa, è la società dei biso-gni primari, dove tra i bisogni, oggi primari, includo inter-net e gli ospedali. Alcune mi-noranze, soprattutto nei pae-si scandinavi e in Australia,vivono in maniera più o menosostenibile. Uno degli esempipiù eclatanti di struttura eco èla “King University of Scien-ce and Technology” in Arabia

È POSSIBILE UNO SVILUPPO SOSTENIBILE?Lo sviluppo di qualunque forma di vita che si basi sull’uso dirisorse non rinnovabili è insostenibile per un pianeta finito:o SVILUPPO o SOSTENIBILE

I nostr i f ig l i , manipo lat ida i media de l

market ing, vogl ionodiventare ve l ine e

cava l ier i , avere sempredi p iù , per poter

comprare oggett i d ip last ica inut i l i che

funz ionano al nuc leare ,a l gas o a l petro l io e

che quando smettono difunz ionare gettano

nel l ’ambiente

Page 9: Orizzonti 03

Saudita, con una fabbrica didesalinizzazione, centro direcupero delle acque sporche,macchine elettriche, due tor-ri solari che soffiano corren-te d’aria fresca nelle variecostruzioni…un messaggiosimbolico estremamente si-gnificativo dal paese dell’oronero che si prepara all’erapost-petrolio! Altro progettodegno di citazione é quello diRichard Register e del suogruppo di Ecocity builders. Sitratta di una azienda di co-struzione di città ecososteni-bili. Una ecocity progettatacon profonda coscienza del-l’ambiente e strategicamentedisegnata tenendo conto del-le potenzialità di ogni terri-torio in modo da ottimizzarel’uso del suolo, del sole edell’acqua, con sistemi di ri-ciclaggio e conversione dei ri-fiuti in energia. Vivere in ma-niera ecosostenibile è dun-que possibile. Decidiamo tut-ti insieme di cambiare il no-stro stile di vita e di raziona-lizzare consumi e forme dienergia. Rifiutiamo buste diplastica non riciclabili e tuttociò che è inquinante. Ridu-ciamo i voli e investiamo lenostre risorse esauribili per ri-costruire un mondo che simantenga su risorse rinnova-bili quali pale eoliche, pan-nelli solari e centrali idroe-lettriche. Certo oggi è com-plicato fare funzionare un’au-to con una risorsa rinnovabi-le, ma riscaldare è piuttostosemplice! Quindi il calore si,la macchina no! Eccessivo?Probabilmente. E allora usia-mo la macchina con modera-zione, quando è indispensa-

bile, e la bici o le gambeper spostamenti fattibili.Io lo so, la gente pensa:“Se sono andat i sul laluna, ovviamente trove-ranno una soluzione, pri-ma o poi arriverà il genioche cambierà le cose,che farà camminare lemacchine con l’acqua,che riempirà il mondodi risorse rinnovabili e cirisolverà il problema” -intanto noi continuia-mo a far finta di niente e,bendati, proseguiamo lanostra corsa, accumu-lando più cose e soldiposs ib i l i - “ tanto se equando ci sarà una crisiterribile per assenza dirisorse, sarà tra moltotempo e noi, comunque,non ci saremo”. A dirlatutta non è così impor-tante quanto tempo ci resti, ilpunto fondamentale è checomunque questo tempo Xesiste, visto che tutte le ri-

sorse non sono infinite! Giu-sto per chiarire il concetto, ilnostro cibo non cresce piùsotto il sole ma è chiuso den-

Orizzonti biotecnologici 9

Discovery

Uno degl i esempi p iùec latant i d i s t rut tura

eco è la King Univers i tyof Sc ience and Techno-logy in Arabia Saudi ta ,con una fabbr ica d i de-

sa l in izzaz ione, centro d irecupero del le acquesporche, macchine

e let t r iche , due torr iso lar i che sof f iano

corrente d ’ar ia f rescanel le var ie costruz ion i

Page 10: Orizzonti 03

Discovery

tro industrie con macchine alpetrolio, luce al nucleare econcimi . In questo cl imal’unico sviluppo possibile èuna decrescita, un passo in-dietro. Se ripercorriamo un at-timo la nostra storia ci ren-diamo conto di quanto stiamoabusando delle risorse am-bientali. A partire dal 1950 lapopolazione ha iniziato unacrescita esponenziale senzaprecedenti (vedigrafico) e la pro-duzione mondialee il consumo dipetrolio (di cui lametà serve per itrasporti) si sonomoltiplicati per 7.La pesca per 5così come la pro-duzione di carne.La r ichies ta dienergia e le emis-sioni di biossidodi carbonio, prin-cipale gas ad ef-fetto serra, per 4. Dal 1900 ilconsumo di acqua dolce, prin-c ipalmente ut i l izzata perl’agricoltura, per 6. Quelloche è più assurdo è che nono-stante ciò il 20 % della popo-lazione mondiale non ha ac-qua potabile, il 40 % non haservizi sanitari né elettricità e842 milioni di uomini sonosottoalimentati. Il 50% dell’intera umanità vive con menodi 2 dollari al giorno. Solo 1/5della popolazione vive in pae-si industrializzati, seguendoun modo di produzione e con-sumazione eccessivo e inqui-nante. Il risultato è un dete-r ioramento cont inuo del-l’Ecosistema Terra che ci stamostrando tutti i suoi limiti:

acqua dolce, oceani, foreste,terre coltivabili, spazi liberi.Se tutti gli abitanti della Ter-ra volessero vivere come glioccidentali ci vorrebbe unpianeta supplementare persoddisfare i loro bisogni …ecco perché li lasciamo mori-re o li buttiamo fuori dai no-stri paesi privilegiati. Bisognaagire! Noi dobbiamo agire!Abbiamo l’obbligo di pro-

muovere e sviluppare delletecnologie meno inquinanti epiù economiche in termini diacqua ed energia, in modo damigliorare le condizioni ditutti i cittadini e di preser-varne l ’avvenire . Adesso.Dobbiamo cambiare il nostromodo di vivere e capire qua-li sono le vere ricchezze: lasalute degli essere viventi edella natura ed il valore del-l’uguaglianza. Dobbiamo im-parare a dare senza pretende-re qualcosa in cambio, adascoltare il buio, ad assapo-rare un po’ di freddo e di cal-do. A preservare la salute fi-sica e mentale, a ballare dipiù, a contemplare la natura,a lavorare meno e lavorare

tutti. I diamanti lasciamoli inAfrica! E voi, bambini... gio-cate a calcio ed inventatevi iruoli! Queste sono forme diricchezza, reali. Oggi, lo svi-luppo mater iale , calcolatoesclusivamente secondo indi-ci monetari, danneggia le vereforme di ricchezza rendendo-ci nemici del nostro stessoecosistema. Perdonaci Signo-re, ma non siamo a tua im-

magine e somi-glianza. L’ostiala prendiamo, ilvino è un busi-ness che vabene. L’acqua,più che dar laagli assetati pre-fer iamo usar laper il bagno cal-do, ed il fruttodel nostro ope-rato lo misuria-mo con il pro-dotto interno lor-do. Noi s iamo

così, e in fin dei conti del-l’ambiente e del prossimo nonabbiamo neanche il tempo dioccuparcene. Tu ci hai creatisuperiori, Darwin ci ha spie-gato come ci siamo selezio-nati. Ora il Sistema ci ipno-tizza e ci programma alla pro-duzione.

[Diana Molino]

Aritmetic, population and energy, Al-bert Barlett

Home, Yann Arthus BertrandEcocities: Building Cities in Balance

with Nature, Richard RegisterSubUtiles, youtube playlist

Wikipedia: fig. 1 e fig. 2

Page 11: Orizzonti 03

Lo sfruttamento delle risorsepetrolifere per produrre car-buranti dovrà necessaria-

mente essere sostituito dallaproduzione su larga scaladei combu-stibili liquidi prodotti dalle parti noncommestibili dalle piante, ancheper-ché oltre ad essere dannosa per l’am-biente, la dipendenza dal greggiorappresenta un serio pericolo per lasicurezza e l’economia degli StatiUniti e dell’intero pianeta. Questo èilmessaggiopropostodagli autori checi guidano nella scoperta dei pro-gressi nelmondo dei biocarburanti.Attualmente si distinguono i carbu-ranti di primae secondagenerazione.I biocarburanti di prima generazioneoriginano da biomasse commestibilicomemais, soia ecannadazucchero.Il lato negativo di questi carburanti èche non c’è abbastanza terreno colti-vabile per soddisfare più del 10%delfabbisogno di carburanti liquidi neipaesi sviluppati. Inoltre se si consi-dera tutto il processo produttivo que-sti carburanti sono poco convenientisia economicamente che per l’am-biente.I biocarburanti di seconda genera-zionevengonodefiniti grassoline (dagrass, erba e gasoline, benzina) e de-rivano da materiale cellulosico dipiante non coltivate su terreni usatiper l’agricoltura. Le biomasse cellu-losiche vengono convertite in ognitipo di combustibile: etanolo, ben-zina, gasolio. Per ottenere biofuels disecondagenerazioneènecessariaunastrategia a basso costo che distruggala struttura molecolare rigida dellacellulosa; il primo passo è la destrut-turazione a diverse temperature dellabiomassa solida inmolecole più pic-cole e poi la loro raffinazione per ot-

tenere i combustibili.Esistonodiversimetodi di destrutturazione a secondadella temperatura. Dalle destruttura-zioni abasse temperature tra50e200gradi Celsius si ottengono zuccheriche fermentandoproducono etanolo.Il risultato di una destrutturazione trai 400 e 600 °C è un biopetrolio cheraffinato dà benzina e gasolio. Se siusano temperature oltre i 700 °C siproducono gas che diventano com-bustibili liquidi. Le diverse tempera-

ture saranno testate a seconda deimateriali di partenza. Gli autori pro-pongono un altro meccanismo perprodurre biocarburanti mimando latrasformazione naturale che le bio-masse hanno subìto ad opera di altetemperature e pressione. Per ripro-durre l’ambiente naturale si usanoimpianti di raffinazione in ambienteprivo di ossigeno a 300-600 °C. labiomassa ècosì trasformata inbiope-trolio e inunsolido simile al carbone.Il vantaggiodiquestometodoè la suaestrema economicità, quindi dimi-nuirebbe il costo del carburante fi-nale.Losvantaggioè l’alta aciditàdelprodotto finale che non èmiscelabilecon i combustibili ottenuti dal petro-lioe il contenutoenergeticoèpari alla

metà della benzina.Attualmente ci si soffermasuuna so-luzione che prevede la liberazionedagli zuccheri dalle piante con me-todi chimici (trattamento con acidi ebasi) e fisici (trattamento adalte tem-peratureoalvapore); inoltre, con tec-niche di ingegneria genetica, èpossibile ottenere microorganismiche degradano la cellulosa. Tuttaviala fase di destrutturazione e pretratta-mento deve essere economicamenteconveniente, ad alta resa energetica ea basso impatto ambientale. Unodegli autori hamessoapuntounpro-tocollo di pretrattamento definitoAFEX (espansione delle fibre me-diante ammoniaca) che prevede il ri-scaldamento della biomassa a 100°Ccon ammoniaca concentrata sottopressione. L’ammoniaca distrugge lastruttura della biomassa separando lacellulosa dalla lignina. L’ammoniacaviene riciclata, mentre cellulosa edemicellulosa sonoscissedaenzimi inzuccheri fermentabili per produrreetanoloaltamenteconcentratoperchénon viene diluito con acqua.In definitiva, i biocarburanti presen-tano alcuni vantaggi come il minorcostodellematerieprime, sonomenodannosi per l’ambiente, e un ultimovantaggio non meno importante èdato dallamaggiore sicurezza nazio-nale che offrono in quanto non si èpiùdipendentidazonecome ilMedioOriente, già teatro di guerre di inte-ressi petroliferi.

[Virginia Brancato]

Orizzonti biotecnologici 11

Discovery

BIOCARBURANTI:UNASCOMMESSAVINCENTE!

Huber G. and Dale B., The Fuel of theFuture Is Grassoline, American

Scientist 9, April 2009

Dalla terra l'energia del futuro: viaggio nel mondo deicarburanti bio

Page 12: Orizzonti 03

F.I.Bio: work in progress

L ’AGOGNATA EQUIPOLLENZACON LA LAUREA IN BIOLOGIAUna risoluzione unica per problemimolteplici

La federazione italianabiotecnologi, in tuttiquesti anni di lotte per il

riconoscimento professionale,ha evidenziato in primis adessa stessa ed ai biotecnologi,poi al mondo accademico e aquello politico istituzionale,una serie di problematiche cheattanagliavano se non addirit-tura bloccavano l’ingresso nelmondo del lavoro dei non lau-reati in biotecnologie.Basta ricordare le numeroselotte condotte sin dalla fonda-

zione di FIBio quali l’inseri-mento della laurea in biotecno-logie tra quelle idonee asvolgere la professione di in-formatori scientifici del far-maco e l’accesso alle scuole dispecializzazione di area sanita-ria, entrambe andate a buonfine con il raggiungimentodegli obiettivi prefissati, fino aquelle più recenti riguardanti illavoro all’interno dei labora-tori di analisi cliniche, conven-zionati o meno con il SistemaSanitario Nazionale (SSN), edalle altre che purtroppo sonoancora in corso.Fu chiaro da subito, appenacominciarono tali lotte, cheuna soluzione, se non a tutti,ma a gran parte dei problemidei biotecnologi (sia quelli giàrisolti che quelli ancora da ri-solvere vedere pagina obiettividi FIBio del sito www.biotec-nologi.it ) era da cercare nel-l’equipollenza ex lege tra lelaure in biotecnologie e quellein biologia. I membri di FIBio

a l l o r acompo-n e n t id e l -l ’ A N B I(associazionebiotecnologi italiani) intuironosubito tale strada risolutiva eproposero di chiedere al Mini-stero dell’Istruzione dell’Uni-versità e della Ricerca (MIUR)l’equipollenza tra le due laureesopra citate.Tale richiesta venne effettuatanel settembre dell’ormai lon-tano 2003, ma il ConsiglioUniversitario Nazionale(CUN) nella seduta dell’ 8 ot-tobre dello stesso anno decisedi non pronunciarsi a favoredella suddetta richiesta di equi-pollenza poiché riteneva “dinon dover rendere alcun parereatteso che trattasi non di equi-pollenza ai fini di uno speci-fico concorso, ma diequipollenza valevole “ergaomnes” e quindi di caratteregenerale.”

Work inprogressACURADIG.RUOTOLO

F.I.Bio:workinprogress

ACURADI G.RUOTOLO

Page 13: Orizzonti 03

Da quell’ottobre del 2003 sonocambiate (soprattutto grazieall’azione di FIBio) moltecose.È infatti stato emanato il de-creto 5 maggio 2004 sostituitopoi dal decreto 9 luglio 2009sulle equiparazioni tra le lau-rea antecedenti al DM 509/99(quelle del così detto vecchioordinamento) e quelle magi-strali e specialistiche. Sonostati formulati ben due pareredall’ordine nazionale dei bio-logi (sempre sotto richiestadella FIBio) in cui l’ordine hachiaramente affermato che :“considerato il riconoscimentodelle competenze professionaliche il DPR 328/01 fa a favoredei biotecnologi e la facoltàdei medesimi di iscriversiall’Albo professionale, previosuperamento dell’esame diStato, non può dubitarsi che ilbiotecnologo possa svolgere lestesse attività professionaliche può svolgere il laureato inbiologia. In breve potrebbedirsi che l’iscrizione all’Alboequipara i professionisti pur seprovenienti da lauree diverse”.Infatti a dare man forte allanostra opera c’era sempre ilDPR 328 del 5 giugno 2001che, se pur incompleto poichénon contempla i laureati delvecchio ordinamento, garan-tiva ai biotecnologi con laureamagistrale e specialistica di af-ferire alla sezione A del’albodei biologi previo supera-mento dell’esame di stato,eqiuiparandoli de facto ai bio-logi nelle funzioni lavorative.Forti di tali risultati, nell’ot-tobre dello scorso anno ab-biamo deciso di ripresentare al

MIUR la richiesta di equipol-lenza con la laurea in biologiaindirizzandola in special modoa sostegno delle problematicherelative al lavoro nei laboratoridi analisi di cliniche, all’in-gresso ad altre scuole di spe-cializzazione di area sanitaria(che ancor oggi ingiustamenteci sono precluse) ed ai con-corsi per i ruoli di dirigentinell’SSN.Dopo tale richiesta c’è stato unlavoro paziente e meticolosoeseguito dal sottoscritto conl’aiuto di tutto il direttivo fattodi contatti personali e telefo-nici continui con il MIUR conil Ministero della Salute e conil CUN.Stavolta, quindi, alla nostra ri-chiesta il CUN non ha potutopiù ritenere di non dover darealcun parere, come fatto nel2003, ma bensì ha espresso unparere di presa d’atto in cui haaffermato di concordare sul-l’equiparazione del laureatospecialista o magistrale in bio-tecnologie ed il biologo lau-reato specialistico o magistralein scienze biologiche per quelche riguarda la richiesta dellaspecializzazione per l’eserci-zio della professione di anali-sta e ai fini dellapartecipazione ai concorsipubblici.Adesso mancano gli ultimipassaggi, dei quali siamo infervida attesa. Ossia la rifor-mulazione dei pareri da partedel CUN e la stesura del de-creto di equipollenza ai sensidel decreto ministeriale 270del 2004 da parte del MIURcon ratifica del Ministero dellaPubblica Amministrazione e

dell’Innovazione, ovviamentedopo essere passato al vagliodella corte dei conti.Tale parere aprirà la strada aibiotecnologi per i concorsipubblici e sarà la base per lamodifica del decreto da partedel Ministero della Salute eche darà accesso ai biotecno-logi ai concorsi per i ruoli didirigente nell’SSN.Inoltre tale decreto abbinatoad un altro decreto che è infase di riformulazione sempreda parte del CUN, scaturito dauna richiesta della FIBio, daràil via alla revisione del decretoper l’accesso dei biotecnologialle scuole di specializzazionedi area sanitaria alle quali an-cora oggi ci è negato l’ac-cesso.Non ci resta che aspettare esperare che non si areni l’iterin qualche punto.La FIBio, come sempre, moni-torerà l’iter del provvedimentoe informerà i biotecnologi incaso di esito positivo e si atti-verà mettendo in campo tuttele forze possibili in caso diesito positivo.

[Gianluca Ruotolo]

F.I.Bio: work in progress

Page 14: Orizzonti 03

Dopo Stoccolma, Mona-co di Baviera e Bar-cellona, tocca a Torino

la definizione di “città europeadella scienza”. Dal 2 al 7 lu-glio, infatti, il capoluogo pie-montese ha ospitato la quartaedizione di Euroscience OpenForum-ESOf 2010, evento che,come ogni volta, ha rappre-sentato una grande occasionedi supporto e promozione ai ri-sultati della ricerca scientificaper l’Europa tutta. Attraversouna serie di iniziative partico-larmente dedicate ai giovani,che hanno coinvolto non soloil centro congressima anche musei,strade, piazze eistituti di culturadella città, la ma-nifestazione si èevoluta da con-gresso scientificopuro a un’occa-sione di incontroi n t e r n a z i o n a l emultidisciplinar ,rappresentando dunque un veroe proprio momento di “inte-grazione europea alla luce delsapere”. Il tutto è stato resopossibile grazie all’azionecombinata di enti pubblici eprivati, tra cui Atenei e mondodell’impresa, che da sempresono impegnati per la promo-zione e il sostegno della ricer-ca e dell’innovazione scienti-fica. La kermesse e' stata inau-gurata all'auditorium del Lin-gotto con un videomessaggiodel Capo dello Stato Giorgio

Napolitano, ed ha visto passa-re, in 6 giornate di confronto,oltre tremila visitatori prove-nienti da 80 Paesi, e circa 800scienziati di cui un terzo don-ne per la maggior parte under35. Le sessioni in cui si è ar-ticolata la manifestazione, traseminari e workshop, sonostate circa 200, tutte sviluppa-te intorno a una rosa di temiprincipali: sviluppo sostenibi-le, evoluzione, sviluppo e adat-tamento degli organismi, ilmondo quantico, trovare ri-sposte alle esigenze globali, lenuove frontiere nella ricerca

energetica, scienza e cono-scenza, memoria e apprendi-mento, linguaggi, culture e va-riabilità, comunicazione trascienza ed infine cura dellasalute. Oltre allo Scientificprogramme, come sopramen-zionato, Esof 2010 si è rami-ficato in altri tre filoni: Care-er programme, evento che hadato la possibilità' a giovani ri-cercatori di discutere e dibat-tere i temi dell'attualita' scien-tifica; Science to business pro-gramme, vetrina per l'industria

e gli istitu-ti di ri-c e r c a ;Sc i en -ce int h ecity, ol-tre 80 ap-puntamenti traconferenze sceniche, lectio ma-gistralis, mostre e giochi chehanno portato la scienza per lestrade di Torino. Tra gli even-ti organizzati da evidenziarecertamente è ‘’La notte dei�obel’’,una serata informalemediata da Piergiorgio Odi-

freddi , in cui si èparlato della storia edelle scoperte diquattro uomini stra-ordinari: GeorgeSmoot, Peter Agre,Gerard ‘t Hooft, Ha-rold Kroto. Viverequesta esperienzafrizzante è stato adir poco rigenerante,per me come per tut-

ti i giovani, italiani e non, in-contrati durante il corso dellamanifestazione… un modo ef-ficace per convincersi ancorauna volta che, nonostante tut-te le difficoltà di reperimentofondi e risorse, la ricerca ita-liana è ancora viva e pulsafrenetica ed impaziente sotto ilcumulo di macerie che è oggila “fu” Italia di menti eccelsee straordinari talenti.

[Maria Vinciguerra]

EUROSCIENCE OPEN FORUM 2010:PASSION FOR SCIENCEUn luglio vestito di scienza apre l’estate a Torino

Biotechevents

ACURADI O.CATAPANO

Biotech Events

Biotech EventsACURADIO.CATAPANO

Page 15: Orizzonti 03

Biotech Events

Orizzonti biotecnologici 15

Fra il 30/9 ed il 1/10/2009si è svolta presso il Pa-lazzo delle Stelline di

Milano una due giorni dedi-cata alle biotecnologie … e laF.I.Bio non poteva di certomancare!La peculiarità del Bioforum èche, in parallelo a seminari etavole rotonde, si è svolta lanuova edizione “Bio &Pharma Day”, un carrier daydedicato ad imprese di areamedica, sanitaria e far-maceu-tica, che ha sia permesso alleaziende con brevi presenta-zioni di far capire ai laureatichi sono, come sono snodatesul territorio e che figure ri-cercano, sia ha messo in con-tatto i Responsabili delPersonale delle varie aziendecon chi volesse proporre lorouna candidatura: così, nonsolo parole come “ScientificArea Specialist”, “ClinicalResearch Associated (CRA)”,“Clinical Monitor” e “ProductSpecialist” hanno iniziato adavere significato per chi s’af-faccia nel mondo del lavoroma ha anche permesso a lau-reati di area medica, sanitariae farmaceutica, presentando ipropri curricula, di conden-sare molti colloqui in pochis-

sime ore. Contemporanea-mente, mercoledì 30 si sonosvolti anche i seguenti semi-nari e tavole rotonde:-“Banca dati DNA: etica, pri-vacy, sicurezza e tecnologie”, dove si è spiegato cos’è iltrattato di Prum, com’è statorecepito in Italia e di come sigarantisce allo stesso temposia la privacy del proprietariodel DNA sia la tracciabilitàdel dato grazie a specifici or-gani di controllo;-“Le biotecnologie di serie A:Agrarie, Alimentari, Ambien-tali”, dove partendo da un ex-cursus sugli usi dellebiotecnologie in campo agri-colo, alimentare e ambientalesi è poi passati ad esempi pra-tici per dimostrare come la re-lazione continua fra aziendeed università generi collabo-razioni produttive;- “L’applicazione delle GMPnell’industria biofarmaceu-tica”, in cui si è parlato dicome le GMP siano principigenerali da osservare nellaproduzione per mantenere ele-vati standard quantitativi.Giovedì 1°ottobre è invecestata la volta di:- “Criticità, opportunità, pro-spettive per il Bio-banking-in

particolare: la normativa,l’organizzazione della ricerca,la tutela della privacy”, in cuisi è spiegato come accreditaree certificare le bio-banche,che ruolo esse ricoprono nellaricerca e nella medicina e leproblematiche del trattamentodi questi dati;- “Biomedical imaging: inuovi traguardi della diagno-stica per immagini”;-“Ricerca & impresa : start up& spin off”, al cui interno c’èstata l’assegnazione del Bio-forum Junior Award, un rico-noscimento per un giovane lacui attività in ambito biotech(scientifica o imprenditoriale)è stata riconosciuta di partico-lare eccellenza.Questa due giorni milanese èstata una grande occasione dicrescita umana e professio-nale per le due “inviate spe-ciali”(la sottoscritta e ladott.ssa Virginia Brancato) edun’occasione preziosa perogni biotech che vuol capirecosa sarà “da grande”, perciòdo a tutti loro l’arrivedercialla prossima edizione!

[Roberta Ferraris]

MILANO:UNIVERSITÀEIMPRESAACONFRONTOPER IL FUTURODEIGIOVANIBIOTECHResoconto sulla VI edizionedel “Bioforum”

Page 16: Orizzonti 03

Auto r edi 7mono-

grafie scienti-fiche e dioltre 400pubblicazionisu riviste in-ternazionali,Luigi Nicolais,per i più Gino, èuno tra gli scien-

ziati italianipiù citati al

mondo. Ha iniziato la sua car-riera come professore ordinariodi tecnologia dei polimeri e discienza e tecnologia dei materialiper poi raggiungere una nume-rosa serie di traguardi ambiziosinell’ambito accademico e nonsolo. Dall’inizio degli anni ’80fino al 2004, infatti, è stato pro-fessore aggiunto al Dipartimentodi Ingegneria Chimica pressol’Università di Washington a Se-attle e all’“Institute of MaterialsScience” presso l’Università delConnecticut a Storrs. Nel 2004diviene fondatore e presidentedel distretto tecnologico IMAST,e solo un anno dopo presidentedi Città della Scienza. Nellostesso anno Nichi Vendola loconvoca a presiedere l’ARTI,l’Agenzia Regionale per la Tec-nologia e l’Innovazione dellaRegione Puglia. Ma già nel 2000era iniziata la sua avventura inpolitica, avendo ricevuto l’inca-rico di assessore all'università ealla ricerca scientifica, innova-

zione tecnologica e nuova eco-nomia, presso la Regione Cam-pania. Nel 2006 entra a far partedel secondo governo Prodi comeMinistro della Funzione Pub-blica e dell’Innovazione e nel2009 assume la carica di segreta-rio provinciale del PD a Napoli,da cui si dimette l’anno succes-sivo. Attualmente, è deputatodella Repubblica e vice-presi-dente della Commissione Cul-tura della camera dei Deputati.Tra un incarico e l’altro, tuttavia,costante è stato il suo impegnoper i giovani, sostenuto dalla fi-ducia nelle loro potenzialità edalla convinzione che i grandicambiamenti sono possibili,sempre. Insomma, il concettoche lo rispecchia al meglio è in-novazione!

Dalla ricerca alla poli-tica: scelta personale opercorso “guidato”

dalle circostanze?Il mio ingresso in politica è ini-ziato con un’esperienza istituzio-nale che è stata il frutto di unascelta non ordinaria. Ho iniziatoil mio percorso con la nomina adassessore alla ricerca scientificadella Regione Campania nel2000. La scelta avvenne sponta-neamente ad opera del Presi-dente Bassolino a seguitodell’organizzazione, in vistadelle elezioni regionali che sisvolsero quell’anno, di un im-portante convegno con il qualepresentavo un modello di rilan-

cio e sviluppo del sistema pro-duttivo campano che traesse lasua forza nel dare piena centra-lità alla cosiddetta economiadella conoscenza. Quel modello,specie in una realtà in crisi comequella campana, risultò vincentee apripista per tante altre espe-rienze di amministrazione locale.La rottura con schemi classici etradizionali fu la chiave di voltacon la quale le classi dirigentidella politica nazionale e localecominciarono a guardare me peravviare un processo di innova-zione del quadro politico ed isti-tuzionale. Lungo questa sciasono proseguite le mie nuoveesperienze in giro per l’Italia,con Vendola a Bari, con il Go-verno Prodi e alla guida del Par-tito Democratico napoletano.

Da professore ad asses-sore regionale prima, aministro della Repub-

blica poi: ci avrebbe mai pen-sato vent’anni fa?Confesso che non avrei mai im-maginato un percorso politico edistituzionale. Ero convinto chetutte le mie attività si sarebberosviluppate nel settore della ri-cerca scientifica e della forma-zione accademica e, invece, sonostate il punto di partenza per ilmio impegno pubblico.

Quale importanza haavuto la sua forma-zione scientifica nel

suo lavoro da politico?

L’intervista

INTERVISTA A LUIGI NICOLAIS: UNO SCIENZIATOPRESTATO ALLA POLITICAAlla scoperta di un personaggio poliedrico,inguaribi le sognatore

L’intervista

ACURADIIDACRIFÒ

Page 17: Orizzonti 03

È stata determinante. Innanzi-tutto per la metodologia del la-voro che è integralmente lariproposizione del modello cheho adottato nella ricerca. La miaazione politica ed istituzionale èstata sempre orientata all’indivi-duazione di un obiettivo deter-minato, allo studio dello statodell’arte e all’avvio del processonecessario al suo raggiungi-mento passando attraverso nu-merosi check dello svolgimentodelle attività ad esso funzionali.Questo metodo di lavoro è statospesso percepito come rottura ditante consuetudini nella costru-zione dei processi decisionalidella politica tradizionale. Hocreduto, ciononostante, in un ra-dicale cambiamento di tali pro-cessi che è stato funzionale ad unmiglioramento percepito netta-mente dai cittadini in termini diefficacia ed efficienza, condi-zioni ineludibili per un recuperodi credibilità della politica. In-fine, voglio ricordare quanto siafondamentale il rapporto con igiovani nell’applicare nel lavoropolitico il metodo scientifico.Nella mia vita accademica hosempre fatto affidamento sutante leve di giovani studenti ericercatori, traendo grande linfadal loro slancio creativo e dalloro entusiasmo. Così in politica,dove un rinnovamento genera-zionale è sempre più urgente. Mail rapporto con i più giovani nondeve essere deviato da logiche difedeltà. Ha senso se diventa oc-casione di crescita delegando ericonoscendo la possibilità disbagliare per misurare i propri li-miti e migliorare nell’azione.

Cosa serve per fare unabuona politica della ri-cerca?

Molto rigore scientifico, ricono-

scimento della massima impor-tanza al merito e alla valuta-zione. Diventa, inoltre,essenziale avere una chiara vi-sione intorno a fattori strutturali

per la ricerca. Parlo di come atti-varsi per fare massa critica pas-sando per la costruzione dellecondizioni più favorevoli allarealizzazione di una piena kno-wledge integration tra ricerca-tori. Integrazione che devepassare per il previo raggiungi-mento di livelli di standard supe-riori di conoscenza indeterminati settori, al fine dipoter ottenere un interscambio disaperi tra esperti.

Cosamanca, secondo lei,alla ricerca in Italiaperché diventi reale

elemento propulsore di svi-luppo?Indubbiamente l’eccessiva par-cellizzazione delle attività di ri-cerca rappresenta un punto didebolezza, come lo è la scarsa fi-ducia dimostrata verso le sueenormi potenzialità dalle ammi-nistrazione pubbliche. Troppo alungo il mondo dell’accademiaha premiato la verticalizzazionedelle competenze, spostando lafrontiera della conoscenza insettori sempre più parcellizzati.

Canalizzazione e verticalizza-zione tendono a non far intera-gire fra loro i diversi dominiscientifici e tecnologici. E’ que-sto un modo di concepire le po-tenzialità della ricerca non piùsostenibile, ma da sostituire pro-gressivamente con modelli diraggruppamento delle cono-scenze a rete. Per gli stessi mo-tivi andrebbero perfezionati erilanciati i rapporti tra Ricerca edImpresa, rapporti che dovreb-bero essere ispirati ad una più fe-conda osmosi. Così come vannorafforzati i rapporti tra Ricercaed Amministrazioni Pubbliche,preservandone le autonomie. E’l’idea della filiera dei saperi chepoggia su una “tripla elica”mossa da Ricerca, Impresa edAmministrazione.

Qual è attualmente ilsuo rapporto con la ri-cerca e quale quello

con la politica?Verso la ricerca continuo a pro-vare una naturale attrazione;rimpiango spesso i tempi in cuiriusciva ad essere la mia attivitàesclusiva. Nei confronti della po-litica, alla luce delle mie ultimeesperienze elettorali, posso af-fermare che è forte in me unacomponente di delusione deter-minata dalla convinzione che inItalia non ci siano ancora le con-dizioni per l’avvio di quel cam-biamento necessario a porre alcentro di una rinnovata classe di-rigente i temi della trasparenza,del merito e della solidarietàquali volàno di una riforma del-l’intero sistema paese.

[Rossella Costa]

Orizzonti biotecnologici 17

L’intervista

Luigi Nicolais

Page 18: Orizzonti 03

Minuta e determinata,Rita Levi Montal-cini ha dimostrato

fin da giovane di avere stoffa euna sfegatata passione per laricerca scientifica, tanto da ri-cevere nel 1986, insieme albiochimico statunitense Stan-ley Cohen, il Premio Nobelper la medicina.Ma andiamo per ordine e trac-ciamo tappa per tappa la vita

di questo affasci-nante perso-

naggio.

Rita Levi Montalcini nasce aTorino il 22 aprile del 1909 daAdamo Levi e Adele Montal-cini. E’ la più giovane della fa-miglia, insieme alla sorellagemella Paola, dopo i suoi trefratelli e la sorella Anna.Rita cresce in una famigliadella borghesia colta torinesein un clima sereno ma estre-mamente tradizionalista, cheella stessa definisce “tipica-mente Vittoriano” e insiemealle altre sorelle viene iscrittaad un liceo femminile desti-nato alla formazione delle fu-ture donne di casa. PapàAdamo, infatti, desidera che lesorelle Levi Montalcini ven-

gano educate ad un fu-turo di madri e mogli ma

deve fare i conti con il pi-glio forte e appassionato diRita, che alla fine riesce adiscriversi alla facoltà di medi-cina a Torino.Siamo nel 1930. Il contestouniversitario torinese di queltempo è estremamente fervidoe stimola positivamente Rita

nei primianni deisuoi studi:c o n o s c eRenato Dul-becco e Salva-dor Luria, futuri premiNobel, e il professor GiuseppeLevi, padre della scrittrice Na-talia Ginzburg. Quello conLevi si rivelerà uno degli in-contri più importanti per Ritae segnerà, di fatto, il suo per-corso formativo. Insieme alprofessore Levi, luminare nelcampo dell’istologia, infatti,Rita inizia lo studio del si-stema nervoso, conducendo lesue prime indagini scientifichein embrioni di pollo.Tuttavia, quelli che Rita vivesono anni storicamente diffi-cili. Siamo nell’Italia del re-gime fascista e delle leggirazziali, che costringono sia ilprofessore Levi che Rita, en-trambi ebrei, a lasciare l’Italiae a rifugiarsi in Belgio, rispet-tivamente a Liegi e a Bruxel-les. Qui Rita viene accoltapresso l’Istituto Neurologico evi resta fino al 1940, cioè finoall’occupazione nazista delBelgio che la riconduce a To-rino. Ma Rita, alla quale non èconsentito svolgere ufficial-mente nessuna attività, non sida per vinta e allestisce un pic-colo laboratorio “casalingo”insieme con il professoreLevi, anch’egli ritornato inItalia e continua a condurre le

Vite per la Scienza

RITA LEVI MONTALCINI E LA SCOPERTA DELNERVE GROWTH FACTOR

LA STRAORDINARIA STORIA DELLA “DAMA DELLE CELLULE”

ViteperlaScienzaACURADIGIANLUCARUOTOLO

Rita Levi Montal-

Page 19: Orizzonti 03

ViteperlaScienza

ACURADIG.RUOTOLO

sue indagini con l’intento difare luce sui meccanismi allabase dello sviluppo del si-stema nervoso.Intanto, l’Italia vive momentidrammatici legati allo stato diguerra e subisce massiccibombardamenti, anche a To-rino, che costringono la fami-glia Levi a trasferirsi primanella zona di Asti e poi a Fi-renze. E’ il 1943. Si apre unastagione di impegno politicoper Rita, che assume identitàclandestina, entra in contattocon i partigiani del Partitod’Azione e decide di dare uncontributo concreto al pro-cesso di liberazione diven-tando medico volontario delleforze alleate. Una volta ter-minato il conflitto mondialeritorna a Torino e vi resta finoal 1947, anno in cui viene in-vitata dallo scienziato VictorHamburger a recarsi negliStati Uniti, a Saint Louis,presso laWashington Univer-sity. Quello che doveva es-sere solo un breve periodo dipermanenza diventa un sog-giorno di trent’anni. Fino al1977 Rita resta negli USAdove conduce i suoi più im-portanti studi sul sistema ner-voso che la porteranno ad

identificare nel 1952, insiemeal biochimico Stanley Cohen,il Nerve Growth Factor, so-stanza che svolge un ruolo es-senziale nello sviluppo dellecellule nervose, influenzan-done la crescita e il differen-ziamento. Durante gli annistatunitensi Rita non tagliamai i ponti con l’Italia perchénon è mai stata un “cervelloin fuga”; anzi, ha voluto tra-smettere al nostro Paese ilsuo sapere. Dal 1961 al 1969,infatti, la professoressa LeviMontalcini dirige il Centro diRicerche di neurobiologia delConsiglio Nazionale delle Ri-cerche a Roma, e dal 1969 al1979 il Laboratorio di Biolo-gia Cellulare; successiva-mente, prosegue i suoi studicome guest professor fino al1989.La sensazionale scoperta delNerve Growth Factor, per laquale Rita Levi Montalcini ri-ceve il Premio Nobel per lamedicina nel 1986, rappre-senta un evento di fondamen-tale importanza nella storiadelle neuroscienze: da un latomodifica radicalmente unavisione statica del cervello;dall’altra apre la strada allostudio di nuovi trattamenti te-rapeutici di alcune patologieche colpiscono il sistema ner-voso. Gli studi sul NGF ani-mano le indagini scientifichedegli ultimi anni, quando laprofessoressa Levi Montal-cini fonda l’EBRI, l’Euro-pean Brain Research Institute, un nuovo centro di studi sulcervello a Roma, dove con isuoi collaboratori approfon-disce il ruolo del fattore dicrescita, che risulta esserecoinvolto nello sviluppo degliesseri umani dalla fase prena-

tale all’invecchiamento. Nel2001 viene nominata sena-tore a vita dal Presidentedella Repubblica Carlo Aze-glio Ciampi ed è tuttoramembro di prestigiose acca-demie scientifiche.A quanti chiedono alla cente-naria Rita Levi Montalciniquale sia il suo segreto, laprofessoressa risponde sem-plicemente che il segreto ènon pensare a se stessi, maagli altri e lavorare con pas-sione, convinta che siamoalla vigilia di grandi scoperte.Non c’è trucco né inganno,insomma! A noi non restaaltro che prendere esempio dauna donna di enorme levaturamorale e ammirare il suoamore per la scienza el’alto valore del sa-pere che ha volutotrasmetterci.

[RossellaCosta]

Vite per la Scienza

Rita Levi Montalcini

Orizzonti biotecnologici 19

Page 20: Orizzonti 03

L’Università nella vita diciascuno di noi studentisvolge un ruolo cruciale.

Essa ha il delicato compito diguidarci passo passo verso il no-stro futuro, permetterci di rea-lizzare i sogni che avevamo finda bambini. In seguito alla ri-forma del “3+2”, la situazionesembra essere un po’ migliora-ta, in quanto un numero mag-giore di studenti termina gli stu-di “in corso” rispetto agli stu-denti vecchio ordinamento; ci ri-troviamo co-munque benal di sotto de-gli standarddegli altripaesi europei.Ad ognimodo, i lau-reati italiani,a differenzadi quelli eu-ropei si ritro-vano ad af-frontare milleperipezie unavolta uscitidai banchi accademici, soprat-tutto in termini di ricerca di unlavoro idoneo con gli studi con-seguiti.Qual’è la causa di tutto ciò?L’Italia non è la Repubblica deilavoratori? Ebbene, l’economiaitaliana è caratterizzata dallapresenza di piccole e medie im-prese, per lo più familiari, in cuipiù che la manodopera e l’ap-porto di figure specializzate, è ri-cercato “solo” una semplice fi-gura generica. Tutto questo si

traduce in una perdita di com-petitività delle nostre imprese alivello europeo e mondiale. Perrisolvere tale divario, è neces-sario far coesistere due mondi,quello accademico e quello la-vorativo, impresa per niente fa-cile. L'ostacolo più importanteche un neolaureato trova ad af-frontare una volta uscito dal-l'Università è l'inserimento in unmercato del lavoro troppo lon-tano dagli insegnamenti e dallequalifiche conseguite in ate-

neo...non basta solo la laurea.Allora, il criterio base per un'ot-tima azione spin off parte da unalleggerimento della teoria inaula ed una maggiore praticavolta sia in azienda che in ate-neo.Andrebbero, inoltre, potenziatele iniziative di promozione diMaster più professionalizzati,che formino figure realmenterichieste dal mondo del lavoro eche possano essere più accessi-bili, tramite somministrazione di

borse dis t ud ioe dif o n d imessi ad i spo-s i z i o n edal FondoSociale Europeo, Master chesiano inseriti nel contesto socio-economico dell’Ateneo promo-tore.Inoltre, sarebbe opportuno in-trodurre il numero chiuso “va-riabile” di anno in anno a se-conda delle reali esigenze delmercato del lavoro, potenziaregli uffici Placement degli Ateneiche dovrebbero monitorare le ri-chieste delle aziende locali edaumentare premi e borse di stu-dio per studenti meritevoli so-prattutto per quelli in uscita. Inquesto modo, diciamo si all'ar-ticolo I della Costituzione, se-condo il quale il lavoro è un di-ritto e non va pertanto pagato,come questi Master dalle 4 ci-fre...non vogliamo una Univer-sità cara, che sia per tutti e poisul più bello facciamo ricattarei nostri studenti da enti senzascrupoli. Tutto questo per dareun senso al futuro dei giovaniitaliani, fermando la endemica“fuga di cervelli” e perché no at-tirare anche stranieri, consen-tendo un processo virtuoso dicrescita e sviluppo costante.

[Francesco Netti]

CAMBIAMENTI NEL MONDO ACCADEMICO

L’UNIVERSITÀ DEL DOMANI…

La Voce degli Studenti

LavocedeglistudentiACURADIR.FERRARIS

Lavocedeglistudenti

ACURADIR.FERRARIS

Page 21: Orizzonti 03

Il 14 gennaio 2010 la FIBio ha te-nuto un seminario con gli studentibaresi della laurea triennale di Bio-tecnologie, illustrando loro le pro-blematiche esistenti a fine ciclo distudi e come la FIBio si sta muo-vendo per arginarle. Inoltre i col-

leghi pugliesi per in-formazionisull’iscrizione o altre curiosità pos-sono riferirsi al presidente RegionaleBianca Dibari accedendo alla vocedel nostro sito”Coordinatori e pre-sidenti regionali”e cliccando sul suonome.

INCONTRO COI COLLEGHI BARESI

Miscellanea

L’8 febbraio 2010 c’è statal’inaugurazione della sezionecampana della FIBio presso lafacoltà di Scienze Biotecnolo-giche della Seconda Universi-

tà di Napoli nella sede distac-cata di Caserta. Quindi ora èpossibile rivolgersi al presi-dente della sezione campanaper modalità di iscrizione, dub-

bi e curiosità, accedendo allavoce del nostro sito”Coordina-tori e presidenti regionali”ecliccando sul suo nome (GuidaVincenzo).

SEDE CAMPANIA F. I .BIO . : ORA C’E ’ !

MiscellaneaACURADIR.FERRARIS

Miscellanea

ACURADIR.FERRARIS

perché va a rinforzare la tibiae il femore! È la conclusionedi uno studio danese pubbli-cato su Scandinavian Journalof Medicine and Science inSport. L’equipe di ricerca chefa capo al prof. Kurstop del-

l’università di Copenhagenha“convocato”un gruppo didonne di età compresa fra 20e 47 anni neofite del palloneper far fare loro due“partitel-le”settimanali per 3 mesi emezzo. Dopo 16 mesi, le

donne ”nel pallone”avevanoun aumento della densità os-sea, un maggiore equilibrio euna riduzione dell’indeboli-mento; insomma i problemidella menopausa vanno pre-si…a calci!

GIOCARE A CALCIO FA BENE ALLE OSSA DELLE DONNE

Vederli boccheggiare nelle va-sche non rende loro giustizia,eppure lo Zebrafish (Brachy-danio rerio) ha notevoli po-tenzialità. Infatti questo pesced’acqua dolce sa rigenerarevari tessuti, tra cui quello car-diaco. Recenti studi hanno di-mostrato che questa capacitàdipenderebbe da elementi re-

golatori come gata4, un fatto-re trascrizionale coinvolto sianell’embriogenesi del tessutocardiaco sia nella vascolariz-zazione di questo nell’adulto.Asportando piccole porzionidi miocardio, i ricercatori han-no verificato che dopo appenatrenta giorni dall’operazione iltessuto è totalmente ripristi-

nato. Merito, probabilmente,del connubio tra ipertrofismodei miociti adiacenti al dannoe i processi di proliferazione edifferenzazione di una sotto-popolazione di cardiociti.Per saperne di più:

www.nature.com/doifinder/10.1038/nature08804

IL CUORE INFRANTO DI ZEBRAFISH

Tra le diverse conquiste rag-giunte da un mondo scienti-fico sempre più coraggioso,c’è anche un obiettivo nonessenziale ai fini clinici, mainteressante e innovativo: è ilprogetto Biojewellery, natoda un’iniziativa del Royal

College of Art di Londra e fi-nanziato dalla EPSRC (Engi-neering and Physical ScienceCouncil) dove, con celluleossee in coltura al Guy’s Ho-sp i t a l , s i c reano ane l l idi…osso umano, semplici ocon motivi decorativi. Chi

dona le proprie cellule vuolecosì giurare amore eterno alpartner dando tutto di sé.Sarà finita l’era dell’oro e deidiamanti?Per saperne di più:

www.biojewellery.com

ALTRO CHE TRILOGY! ARRIVA BIOJEWELLERY

Page 22: Orizzonti 03