orizzonti 09

22
F e d e r a z i o n e I t a l i a n a B i o t e c n o l o g i FIBio Magazine LA SUA VITA, RACCONTATA DA M. SEVERINO SPIN-OFF E START-UP DELLA RICERCA RICORSO LAUREATI VECCHIO ORDINAMENTO ARRIVEDERCI, PROFESSOR DULBECCO

Upload: fibio-federazione-italiana-biotecnologi

Post on 08-Mar-2016

230 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

orizzonti biotecnologici

TRANSCRIPT

Page 1: orizzonti 09

F e d e r a z i o n e I t a l i a n a B i o t e c n o l o g i

FIBio

Mag

azine

LLAA SSUUAA VVIITTAA,, RRAACCCCOONNTTAATTAA DDAA

MM.. SSEEVVEERRIINNOO

SSPPIINN--OOFFFF EE SSTTAARRTT--UUPP DDEELLLLAA

RRIICCEERRCCAA

RRIICCOORRSSOO LLAAUURREEAATTII

VVEECCCCHHIIOO OORRDDIINNAAMMEENNTTOO

AARRRRIIVVEEDDEERRCCII,, PPRROOFFEESSSSOORR DDUULLBBEECCCCOO

Page 2: orizzonti 09

DDIIRREETTTTOORREE EEDDIITTOORRIIAALLEEFederazione Italiana Biotecnologi, sede ammin.: via Gianbattista Ruoppolo n°105,

scala C, 80128 Napoli; sede legale: via Leonardo Bianchi n°10, 80131 Napoli

RREEDDAATTTTOORREE CCAAPPOORoberta Ferraris

RREEDDAAZZIIOONNEEEsposito M.T. (DISCOVERY), Di Giacomo M. (FIBIO-MENTORING),

Ruotolo G. (FIBIO-WORK IN PROGRESS), Netti F. (BIOTECH EVENTS),

D’Oriano V. (L’INTERVISTA), Severino M. (VITE PER LA SCIENZA),Ferraris R. (VOCE DEGLI STUDENTI), Ferraris R. (MISCELLANEA)

IIMMPPAAGGIINNAAZZIIOONNEE EE GGRRAAFFIICCAAAntonio Massa

[email protected]

Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia.

Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/ ospedisci una lettera a Creative Commons, 559 Nathan Abbott Way, Stanford, California 94305, USA.

RREENNAATTOO DDUULLBBEECCCCOO(CATANZARO, 22 FEBBRAIO 1914 – LA JOLLA, 20 FEBBRAIO 2012)

Page 3: orizzonti 09

S O M M A R I O

5

12

14

16

18

20

21

___ddiissccoovveerryy

_____FFIIBBIIOO--wwoorrkk iinn pprrooggrreessss

________ll’’iinntteerrvviissttaa

____vviittee ppeerr llaa sscciieennzzaa

___VVooccee ddaall mmoonnddoo bbiiootteecchh

______________mmiisscceellllaanneeaa

_____bbiiootteecchh eevveennttss

4_________ll’’eeddiittoorriiaallee

_____FFIIBBIIOO--mmeennttoorriinngg 11

Page 4: orizzonti 09

“ll Progetto Genoma è stato una grande av-ventura. È cominciato come il sogno di pochivisionari, è poi stato abbracciato dall'intera co-

munità scientifica, e ha raggiunto i suoi obiettivi conla cooperazione di istituzioni pubbliche e private. Questo è il vero tragitto di una grande conquistascientifica nel tempo attuale.”Lo dice il professor Renato Dulbecco, dopo essersilanciato nel 1986 anima e corpo in questa immen-sa avventura scientifica di fine Novecento. Il Profes-sore, all’ epoca aveva già raggiunto traguardi straor-dinari: partendo dallo studio dei meccanismi di riparodei fagi, aveva studiato i virus di origine animale e nel1955 isolò il primo mutante del virus della poliomielite,che servì poi a Sabin per preparare il vaccino. Dal 1960si dedicò all’oncologia e per le sue scoperte sull’ in-terazione tra virus tumorali e materiale genetico del-la cellula, ha vinto il premio Nobel nel 1975; ma a que-sto punto si è rimesso in gioco, col Progetto Geno-ma:aveva capito prima di tutti che la medicina per-sonalizzata è l’unica strada possibile per guarire tut-ti i tipi di tumore. Se oggi questo concetto è scon-tato fra i ricercatori ed anche fra i non addetti ai la-vori, è solo merito suo. Inoltre, il professore aveva unavisione di insieme ed una capacità di rapportarsi allenuove tecnologie straordinarie, come si evince da que-st’altra sua affermazione:“Il segreto del successo del Progetto Genoma com-prende molti fattori. Il principale è stata la dedizione assoluta di molti scien-ziati, che avevano fede di poter raggiungere lo sco-po malgrado la scarsezza di mezzi tecnici a disposi-zione. Rapidamente questi mezzi sono stati sviluppati,come tecnologie nuove e tutte automatizzate, per de-terminare l'organizzazione del DNA, rintracciarvi i geni,leggere i messaggi che essi contengono e i loro si-gnificati. Sono stati usati nuovi indirizzi per determi-nare l'attività dei geni, esplorando in un atto solo tut-to il genoma. Straordinario in questo progresso è sta-to il contributo dell'informatica.” La serietà ed il ri-

gore con cui affrontava il lavoro, la sua curiosità edottimismo, il puntare sui giovani (anni fa, dopo avercondotto il Festival di Sanremo, ha devoluto il suocompenso per riportare in Italia “cervelli in fuga” al-l’estero), il suo modo libero e non convenzionale diporsi di fronte ad un problema, sono di ispirazionea tutti i ricercatori.Perciò, abbiamo scelto come fil rouge di questo nu-mero la sua figura e ciascuno ne racconta, in chiavepersonale, il suo modo di fare cultura: Maria TeresaEsposito nella discovery, parla dell’intuizione genialedi Dulbecco nel correlare difetti del genoma con l’in-sorgenza delle varie forme di cancro; Michele Di Gia-como, nella FIBio Mentoring, spiega come start up espin off, insieme all’opera della Fondazione Dulbec-co possono essere delle risorse per far ripartire l’Ita-lia; Marina Severino, oltre a dedicargli la Vite per laScienza, ci ricorda che quest’anno la sua Liguria gli hadedicato la Notte dei Ricercatori; Virginia D’Oriano,nella sua intervista, ci racconta il punto di vista di unricercatore che lavora fra l’Italia e l’Olanda (oltre adarci, nella biotech event il suo frizzante punto di vi-sta sul corso Bioventure);e Francesco Netti, col so-lito piglio disincantato, ci fa riflettere come gli sforzidella Fondazione Dulbecco per riportare i cervelli inItalia sono si notevoli, ma poca cosa se le Istituzioninon affronteranno con decisione questo problema;infine,due belle sorprese: una recensione da parte diun nuovo collaboratore, Tristano Tango del film“Never Let me go”, che mostra la clonazione dal pun-to di vista dei cloni; ed infine il 2012 si chiude con lavittoria di un’antica battaglia di FIBio: l’ammissione al-l’esame di stato per l’iscrizione all’albo dei biologi deibiotecnologi v. o., raccontata dalla voce di GianlucaRuotolo.Infine, la sottoscritta vi saluterà con le bre-vi notizie della Miscellanea.Buona lettura!

RRoobbeerrttaa FFeerrrraarriiss PPrreessiiddeennttee PPrroobbiivviirrii FF..II..BBiioo.. ee RReeddaattttoorree CCaappoo

OOrriizzzzoonnttii biotecnologici 44

L’editoriale

Page 5: orizzonti 09

Iprimi corsi di laurea in bio-tecnologie partirono aNapoli ed in altre 5 città

d’Italia nel 1996 (eccezion fatta peri corsi di laurea in biotecnologie agro-industriali che partirono sperimen-talmente nel 1992/93 in Friuli) e quin-di i primi laureati si videro nell’annoaccademico 2001/2002. Tali corsi dilaurea furono istituiti secondo lanormativa vigente antecedente allariforma fatta col Decreto Ministeriale

(DM) 509/99 e per questo sonochiamate in gergo lauree “vec-

chio ordinamento”( daqui v.o).

Il DM 509/99 ha istitu-to le lauree “3+2”, (cioè le

lauree triennali e poi le specia-listiche biennali); decreto che fu poiaggiornato col DM 270/2004 che hasolo rinominato le specialistiche in

magistrali e apportato alcune mo-difiche nei corsi di studio più for-mali che sostanziali.

Ebbene quei neolaureati del vecchioordinamento s’ imbatterono nell’impossibilità di poter sostenere l’esa-me di stato per l’accesso all’albo pro-fessionale, cosa che spesso conseguestrettamente la laurea e che in talu-ni risulta un passaggio necessario perl’accesso ad alcune professioni ed adalcuni concorsi. Il motivo per cui tali giovani laurea-ti sfortunati non potevano sostene-re l’esame di stato sta tutto in un de-

creto pro-mulgato nel2001: Il De-creto delPresidentedella Repub-blica (DPR)328 del 5 Giugno 2001, che regola-menta l’accesso agli esami di stato perl’iscrizione agli albi professionali. In taleDPR, che fu emanato quindi dopo ilDM 509/99, il legislatore incentrò lasua attenzione sui laureati provenientidalle lauree 3+2 dimenticando di fat-to quelli in precedenza. Infatti taleDPR dà la possibilità ai Biotecnolo-gi che conseguono una laurea spe-cialistica secondo il nuovo ordina-mento, (il 3+2), di poter sostenerel’esame di stato per accedere alle se-zioni A dell’albo dei biologi e per ibiotecnologi della classe di laurea spe-cialistica 7/S (biotecnologie agrarie)dà anche la possibilità di sostenerel’esame di stato per accedere alla se-zione A dell’albo degli agronomi, manon fa alcun accesso ai biotecnologi,e ad altri professionisti, laureatisi colvecchio ordinamento. Questi ultimi,per il legislatore dovevano sostenerel’esame secondo la normativa vi-gente fino a quel giorno. Peccatoperò che le biotecnologie siano al-cune delle lauree istituite negli anninovanta e quindi non menzionatené nella legge precedente, che risalealla prima metà degli anni ottanta,né in quella successiva (il DPR 328del 2001). Insomma i biotecnologidel vecchio ordinamento erano inun limbo, a cavallo tra due riformecon nessuna delle due che ne re-golava l’esistenza!Quest’ enorme sperequazione fu danoi segnalata al ministero nel Gen-

DDiissccoovveerryy

DOPO ANNI DI SOPRUSI FINALMENTE ANCHE I BIOTECNOLOGI DEL VECCHIO ORDINAMENTO POSSONO SOSTENERE L’ESAME DI STATO

DiscoveryACURADIM.T. ESPOSITO

Disc

over

y

ACURADI M.T. ESPOSITO

Page 6: orizzonti 09

naio del 2004 (allora non esisteva an-cora FIBIo ed eravamo un Coordi-namento dei Laureati in Biotecno-logie) e sanata da quest’ultimo nelConsiglio dei Ministri del 29 Marzo2006, allorquando il Ministro del-l’Istruzione, dell’Università e della Ri-cerca (MIUR) Moratti, approvò la ri-forma dell’accesso alle professioni edei relativi esami di Stato, revisio-nando di fatto il DPR 328 del 2001dopo aver ottenuto il parere favo-revole del consiglio di stato. La modifica del D.P.R. n. 328 del 2001,che prevedeva l’ammissione deiLaureati in Biotecnologie del vecchioordinamento agli Esami di Statoper la sezione A degli Albi profes-sionali, è stato oggetto di rilievi di le-gittimità, nonostante la natura re-golamentare del provvedimento, daparte della Corte dei Conti in sededi registrazione.A fronte di tali rilievi il Governo Pro-di, succeduto a quello Berlusconi cheaveva approvato la modifica del

DPR, decise di procedere alla revi-sione della materia nell’ambito del-la più ampia riforma delle professioniintellettuali prevista dal disegno di leg-ge presentato dall’allora Ministerodella Giustizia Mastella, approvato il1 dicembre 2006 ma discusso per lacaduta del Governo stesso il giorno24/01/2008 (e ci si ritornerà dopoin questo articolo). Nel periodo tra il 01/12/2006 ed il24/01/2008 la FIBio (fondata nel2006) chiese più volte di accelera-re il processo rivolgendosi: al capo ga-binetto del MUR (in quel periodo ilMinistero era solo dell’Università edella Ricerca … quindi MUR) ,On.le Oberdan Forlenza (maggio2006), all’ufficio legi-slativo del MUR(dott.ssa Cioffi eDott.ssa Egidi feb-braio 2007) al diret-tore generale delMUR dott. A. Masia(7 Giugno 2007), al

capo della segreteria politica del Mi-nistro Mussi, dr. Paolo Fedeli (12 giu-gno 2007). Inoltre FIBio decise di farpresentare un’interrogazione parla-mentare dalla Senatrice M.A. Pelle-gatta il 27 Marzo del 2007 ed unasuccessiva interrogazione dal Con-siglio Nazionale degli Studenti Uni-versitari (CNSU) il 15 giugno 2007entrambe dirette CNSU al ministroMussi il quale non ha mai risposto anessuna delle due.L’unico personaggio di quelli sopra-citati che paventò una risoluzione fuil dott. A. Masia, che propose di in-viare al Governo un decreto attua-tivo di riforma della Legge n.182dell'11/02/92, con cui riconoscere

l'equipollenza deib i o t e c n o l o g i(per la possibili-tà di sostenerel’esame di sta-to) allegando ipareri dei presi-denti degli ordi-ni professionalidati dagli stessi inoccasione dellarevisione delDPR fatta il29/03/06. L'iter sisarebbe dovuto

concludere entrola fine del 2007, do-vendo acquisire il pa-rere del ConsiglioUniversitario Nazio-nale (CUN) e della VIIcommissione parla-mentare alla Cameraed al Senato. Nonostante l’iter sipresentava lungo emolto insidioso la FI-Bio si mise a lavoroed incontrò i presi-denti degli ordini deiBiologi e degli Agro-nomi, prof. Landi e dr.Mercurio, per chie-dere di dar parere fa-

OOrriizzzzoonnttii biotecnologici 66

DDiissccoovveerryy

Page 7: orizzonti 09

OOrriizzzzoonnttii biotecnologici 77

DDiissccoovveerryy

vorevole allorquando il decreto at-tuativo proposto da Masia venisseapprovato dal CUN e dalle Settimecommissioni parlamentari e, laddo-ve servisse un nuovo parere da par-te loro; Da tale incontro la FIBio ri-cevette una risposta positiva (quel-la del presidente dell’ordine deibiologi) ed una negativa (quella delpresidente dell’ordine degli agrono-mi).L’ 8-9 e 10/01/2008, la nota mini-steriale contenente il decreto at-tuativo di riforma della Legge n.182dell'11.02.92, con cui si riconoscel'equipollenza ai fini della possibilitàdi sostenere l’esame di stato per ibiotecnologi del vecchio ordina-mento fu messa all’o.d.g. del CUN edin tale seduta la nota passò al vagliodelle commissioni per il parere chesarebbe stato emanato nella sedu-ta successiva del 23 e 24 gennaio, main tale data la commissione delCUN chiese di rivedere la modificadel DPR 328/01 fatta dal ministroMoratti prima di esprimere il pare-re. Intanto nello stesso giorno, 24gennaio 2008, nell’aula del senatocade il governo Prodi e con esso ca-dono per la seconda volta (la primafu la fine della legislatura del gover-no Berlusconi il 9/04/2006) le nostresperanze di modificare l’annosoDPR.Nella seduta successiva a quella del24 gennaio, ossia la seduta del 5-6 e7 Febbraio 2008, a Governo cadu-to, il CUN dichiara di prender attodella situazione, cioè dell’impossibi-lità per laureati del v.o. di poter so-stenere l’esame di stato, ma non daalcun parere alla nota di riforma del-la Legge n.182 dell'11.02.92 lascian-do intendere che valuterà la cosadopo l’insediamento del nuovo Go-verno e quindi del nuovo Ministrodell’Università. Ad aprile del 2008 sivota e vince di nuovo Berlusconi cheforma il nuovo Governo.Il 22 Luglio 08, insediatosi il nuovo Mi-nistro (M. Gelmini), la FIBio invia una

nota al Ministro, sottosegretario e di-rigente del MIUR per la richiesta direvisione del DPR/328 chiedendo nelcontempo un incontro con i tecni-ci del ministero. Il 10 dicembre 2008 la FIBio incon-tra finalmente i tecnici della segreteriapolitica del Ministero per chiedere seci fosse la volontà politica di per unamessa in discussione all’o.d.g. della re-visione della Siliquini. In quella sedeci vengono spiegati nei dettagli qua-li passaggi dovevano, e devono an-cora a tutt’oggi essere fatti, fino allapubblicazione di tale revisione, e chein alternativa si sarebbe potuto pro-cedere nella direzione di un Decre-to del Presidente del Consiglio deiMinistri (DPCM); ma ambo le stra-de si manifestavano purtroppo lun-ghe e senza certezze sull’esito posi-tivo.Il 17 giugno 2009 una delegazionedella FIBio incontra al MIUR le se-greteria politica del sottosegretarioall’istruzione On.le Giuseppe Pizza edin tale incontro si sottolinea l’urgenzadella risoluzione del DPR328/01con un revisione immediata, otte-nendo dal Dr. Romano assicurazio-ni su un provvedimento che si sa-rebbe dovuto discutere alla Came-ra per la prima metà di ottobre e nelquale si sarebbe potuto introdurrel’emendamento indicato dalla FIBioper risolvere l’annoso problema.Il 4 novembre 2009 La FIBio, non es-sendoci stato nessun emendamen-to approvato in data sopraindicata,propone al governo tramite la se-greteria politica del sottosegretariodel Ministero dell’Istruzione On.le Piz-za un emendamento per la modifi-ca del DPR328/01 da mettere neldecreto detto “mille proroghe”, ap-provato di li a poco ( il 28 febbraio2010) ma senza il nostro emenda-mento nel testo. Stufi di tutta questa situazione ed in-fastiditi dalle promesse mai mante-nute, dopo essersi recati per l’en-nesima volta il 25 giugno 2011 a

Roma per incontrare l’on.le D’annae l’on.le Siliquini al fine di chiedere perl’ennesima volta l’approvazione deldecreto Siliquini di modifica delDPR 328/01, il sottoscritto (che inqualità di segretario prima e di pre-sidente della FIBio poi, aveva pre-senziato a tutti gli incontri suddetti),decide nel febbraio del 2012 di im-prontare un ricorso collettivo alMIUR per la prima sessione del-l’esame di stato dello stesso anno. Taledecisione scaturisce dal fatto che duecolleghi del vecchio ordinamentoavevano precedentemente im-prontato in via privata, un ricorso alMIUR per l’accesso all’albo degli agro-nomi e si erano visti dare ragione dalConsiglio di Stato dopo aver persoin prima battuta al Tribunale Ammi-nistrativo Regionale (TAR) dellaCampania. Il ricorso collettivo con-tro il MIUR al TAR Lazio vede la FI-Bio vincente in prima istanza nel mag-gio 2012 e permette a 22 biotec-nologi di iscriversi all’albo dei biolo-gi (anche se sub giudizio di meritoche si discuterà il 5 dicembre 2012).Dopo tale ricorso vinto in primaistanza dalla FIBio, il 6 giugno 2012il MIUR, subissato anche da altri ri-corsi al TAR ed al Consiglio di Sta-to, mossi da laureati di altre discipli-ne che si trovavano nelle stesse con-dizioni dei biotecnologi, emana la cir-colare numero 2100 che ammettei laureati del v.o. sostenere l’esamedi stato per l’iscrizione all’albo dei bio-logi e tra essi quindi anche i biotec-nologi!!! Così dopo più di 8 anni, lacircolare del 6 giugno scorso sanci-sce che le lauree del vecchio ordi-namento, menzionate come equi-pollenti ai fini dei pubblici concorsia quelle del nuovo ordinamento aisensi del DM 09/07/2009, devonoessere considerate anche per l’ac-cesso all’esame di stato.

[[G. Ruotolo]]

Page 8: orizzonti 09

Il genoma umano è costituitoper l’80% da sequenze regola-torie.

La descrizione di queste se-quenze, a opera del progetto EN-CODE, ENCyclopedia Of DNAElements, è il frutto di un sovru-mano sforzo collaborativo che havisto coinvolti più di 30 istituti diricerca e 400 scienziati. I risulta-ti sono stati pubblicati questo Set-tembre sulle autorevoli rivistescientifiche Nature, Science, Ge-nome Biology e BMC Genetics.Nel 2001, con l’avvento del pro-getto Genoma Umano e con ladisponibilità dei dati relativi alla se-quenza dell’intero genoma uma-no risultò chiaro che la maggiorpar te del nostro genoma fossecostituito da non coding DNA,vale a dire DNA che non codifi-ca per alcun gene. Perché il genoma umano è co-stituito da queste lunghissimesequenze prive di geni e chesembrano non avere alcuna fun-zione? Il mistero fu svelato dal se-quenziamento del genoma di al-tre specie animali e vegetali, cherese evidente che il vantaggio se-lettivo che il genere umano ha su-bito rispetto agli altri abitantidella Terra non poteva esserespiegato semplicemente da un

numero più abbondante di geni,ma che i segreti dell’evoluzioneerano proprio dietro quel DNAche era stato considerato “spaz-zatura”!11 anni dopo, il progetto EN-CODE aggiunge nuovi tasselli alcomplicato puzzle degli elemen-ti del nostro genoma, fornendodati circa la funzione del non co-ding DNA e la complessità dellaregolazione dell’espressione ge-nica. Ma non tutti sanno che tut-to questo inizia proprio in Italia,dove il progetto genoma è lan-ciato sotto la guida di una dellenostre più brillanti menti, il prof.Renato Dulbecco, premio Nobelper la Medicina e Fisiologia nel1975, mancato lo scorso febbra-io a La Jolla quasi centenario. Ilprogetto viene discusso per la pri-ma volta nel 1985 in una confe-renza presso l’Università dellaCalifornia-Santa Cruz (Stati Uni-ti). L’anno dopo Dulbecco scriveun editoriale per la rivista Scien-ce, diffondendo nella comunitàscientifica tutto il suo entusiasmoper un progetto che egli stesso ri-conosceva di vitale impor tanzaper il progresso della medicina: “La possibilità di avere una visio-ne completa e globale del nostroDNA ci aiuterà a comprendere le

influenze genetiche e non gene-tiche sul nostro sviluppo, la nostrastoria come specie, come com-battere le malattie genetiche e ilcancro” sono le sue parole suScience. Dulbecco infatti riteneva chesolo sequenziando il genomaumano si sarebbero potuti stu-diare i meccanismi alla base delprocesso tumorale, identificandoi geni che predispongono allo svi-luppo del cancro (oncogeni),quelli che fanno da guardianicontro lo sviluppo del cancro(geni tumor-suppressors) e i lorointerattori molecolari. Lo stessoanno un gruppo di scienziati, tracui 20 premi Nobel, si riunisce perdiscutere il progetto a ColdSpring Harbour (Stati Uniti). Al-l’epoca la comunità scientificaera già a conoscenza del fatto chele sequenze geniche o codingDNA rappresentassero solo il 5-10% del genoma umano e infat-ti molti tra i presenti alla confe-renza ostacolarono il progettonon approvando l’idea di con-centrare ingenti risorse econo-miche nel sequenziamento di se-quenze “inutili.” Perché sequen-ziare quella “spazzatura”? Oggisembra pazzesco pensare chebrillanti scienziati siano stati così

DDiissccoovveerryy

OOrriizzzzoonnttii biotecnologici 88

DDAALL PPRROOGGEETTTTOO GGEENNOOMMAA UUMMAANNOO AALL PPRROOGGEETTTTOO EENNCCOODDEE..RRIIVVEELLAAZZIIOONNII SSUULLLLAA CCOOMMPPLLEESSSSIITTÀÀ DDEELL NNOOSSTTRROO GGEENNOOMMAA

Page 9: orizzonti 09

miopi e così ostinati nel consi-derare a priori le informazioni re-lative al non coding DNA, del tut-to irrilevanti! Ma il progetto par-te, per la prima volta nel mondonel 1987, proprio in Italia, doveverrà poi abbandonato negli anni’90 per insufficienza di finanzia-menti. Il progetto venne poi com-pletato nel 2001 dal Consorzio In-ternazionale Human Genome edalla Celera Genomics. Con il completamento del pro-getto genoma umano divennechiaro che per capire il funzio-namento dei geni era necessariocomprendere come fosse rego-lata la loro espressione all’inter-no della cromatina, l’unità fonda-mentale dell’espressione genica.All’interno della cromatina il DNAè addensato insieme alle protei-ne istoniche in subunità chiama-te nucleosomi. La struttura com-patta della cromatina rende ilDNA inaccessibile e inattivo. Tut-tavia in risposta a determinati sti-moli la cromatina può assumereuna struttura rilassata e i geni pos-sono essere espressi. Il progettoENCODE descrive dunque glielementi del genoma cheorchestrano l’interaespressione genica.Sebbene accompa-gnato da uno scetti-cismo iniziale, il rapidosviluppo delle tecno-logie di sequenzia-mento, che ha radi-calmente abbattuto i co-sti e contribuito allosviluppo di potenti tec-niche computazionali dianalisi dei dati, ha reso pos-sibile sequenziare gli ele-menti regolatori dell’interogenoma e ripetere gli espe-rimenti in migliaia di cellule di-verse. Il progetto ha infatti ge-nerato 1640 esperimenti o sets di

dati genomici, preparati in ben147 diversi tipi cellulari.Il genoma umano è dunque com-posto per l’80% da sequenzeche pur non codificando per alcungene, contribuiscono alla regola-zione dell’espressione genica. La mappatura delle regioni tra-scritte, le regioni in cui il DNA èlegato a proteine regolatorie e lastruttura e le modificazioni dellacromatina sono solo alcuni tra glialtri aspetti descritti dal progettoENCODE.Usando una tecnica nota come“ultra-deep sequencing of RNAs”lo studio condotto da Djenbali ecolleghi ha contribuito mapparee catalogare le regioni trascrittedel genoma. I risultati dimostranoche circa il 75% del genoma cel-lulare viene trascritto e che i fi-lamenti di DNA e i trascrittiRNA, che originano da entrambii filamenti di DNA, sono inter-connessi in una struttura moltodensa.Secondo Joseph Ecker, un’autori-tà nel campo della biologia mo-lecolare e della genetica dellepiante “questi risultati forzano a

riflettere sulla defini-zione di gene”.Un’altra par te

del progetto hamesso in

luce quali sono le regioni del ge-noma umano con alta probabili-tà di essere espresso, sfruttandola tecnica basata sul taglio delDNA da par te della DNasi I.Poiché la sensibilità all’azione del-la DNasi I riflette il fatto che ilDNA è accessibile, si assumeche queste siano le regioni in cuiin cui il DNA è più esposto.Questo vuol dire che in questeregioni il DNA non è addensatonell’usuale struttura nucleosomi-ca ma rilassato e potenzialmentedisponibile ai legami con i fatto-ri di trascrizione, che guidanol’espressione genica. I risultatihanno por tato all’identificazionedi oltre 200000 zone del DNAsensibili al taglio della DNasi I, dicui alcune erano gia’ state pre-cedentemente identificate in sili-co, e dunque moltiplicato il nu-mero di sequenze di DNA noteper essere “promotori” (sequen-ze dove comincia la trascrizionedel DNA in RNA) o “enhan-cers” (elementi che fanno au-mentare l’utilizzo dei promotori).“Questi risultati sono semplice-mente strabilianti! Sono stati iden-tificati più di 2 mi-lioni di

DDiissccoovveerryy

OOrriizzzzoonnttii biotecnologici 99

Page 10: orizzonti 09

DDiissccoovveerryy

putativi enhancers per i qualinon si conoscono ancora i genibersaglio (“geni target”); questovuol dire che in campo genomi-co siamo solo all’inizio e chemolto resta ancora da essereesplorato” sostiene Wendy Bick-more, direttore della sezioneCromosomi ed Espressione Ge-nica all’istituto di Genetica e Me-dicina Molecolare MRC (Edim-burgo, Regno Unito).ENCODE inoltre analizza com-plesse interazioni all’interno delgenoma, come la formazione del-le così dette strutture ansa (lo-ops) che alterano le distanze tradue regioni genomiche, influen-zando di conseguenza il modo incui il DNA viene trascritto inRNA e quindi espresso. La sco-per ta di oltre mille interazioni alunga distanza tra promotori eelementi regolatori confuta l’as-sunzione che la regolazione di ungene avvenga a opera degli ele-menti regolatori più prossimi algene in questione.Dulcis in fundo, ENCODE for-nisce impor tanti informazionirelative alle modificazioni nonereditarie (epigenetiche) delDNA e come queste influenzinol’espressione genica. Modifica-zioni epigenetiche del DNAcome metilazione e acetilazioneerano state considerate fino aoggi segnali in grado di inibire illegame dei fattori di trascrizionea promotori e enhancers, spe-gnendo l’espressione dei geni tar-get in esame. I dati di Thurmane colleghi suggeriscono, invece,che regioni note per essere sitidi legame a fattori di trascrizione,sono in media meno frequente-mente metilate in quelle celluleche esprimono quei fattori di tra-scrizione. Dunque è il legame deifattori di trascrizione a specifichesequenze del DNA a rendere

queste regioni non accessibili allametilazione piuttosto che vice-versa! La metilazione del DNAsembra quindi assumere le ca-ratteristiche di un meccanismo at-tivo di default nelle cellule chenon esprimono il corretto cor-redo di fattori di trascrizione, piut-tosto che essere un meccanismocon cui la cellula si impegna atti-vamente per spegnere l’espres-sione di un determinato gene. “Unrisultato che ha una rilevanza in-credibile per la corretta inter-pretazione delle malattie associatead alterati meccanismi di metila-zione del DNA” come sostieneancora Wendy Bickmore.Sebbene fosse noto da tempoche la maggior parte del genomafosse costituito da elementi re-golatori, il maggiore merito delprogetto ENCODE sta nell’iden-tificare un numero incredibile diquesti elementi regolatori, in unavasta gamma di tipi cellulari, e di

chiarire come essi possano inte-ragire nell’ambito dell’espressio-ne genica. Questi dati rendonopiù vicino il momento in cui riu-sciremo a ottenere una com-prensione sistematica del genomadi ogni cellula in ogni persona. Ilfuturo è solo all’inizio!

[[M.T. Esposito]]

1100OOrriizzzzoonnttii biotecnologici

FFoonnttii::

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1592577/pdf/AJHGv79p603.pdf

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3945817

http://www.nature.com/nature/journal/v489/n7414/full/489052a.html

http://www.nature.com/nature/journal/v489/n7414/full/nature11247.html

http://www.nature.com/nature/journal/v489/n7414/full/nature11233.html

http://www.nature.com/nature/journal/v489/n7414/full/nature11232.html

Page 11: orizzonti 09

La creazione di un’azienda spin-off può essere lostrumento giusto per mettere in pratica il frut-to delle proprie attività di ricerca e creare lavoro

nel campo delle biotecnologie (invece di cercarlo).Un’azienda spin-off della ricerca costituisce, infatti, unostrumento prezioso per diventare imprenditori e of-frire a tanti giovani ricercatori una nuova opportuni-tà professionale. Inoltre, può rappresentare un frenoimportante alla dilagante fuga di cervelli italiani all’estero,tema tanto caro a Renato Dulbecco e tuttora af-frontato dalla fondazione a lui intitolata. Con i termini spin-off e start-up si intendono nuovesocietà costituite con lo scopo di sviluppare, produrree commercializzare beni e servizi derivanti da risul-tati della ricerca, ottenuti nell’ambito di università ocentri di ricerca. Di solito si parla di Spin-off se l’uni-versità o il centro di ricerca partecipa in qualità di so-cio all’iniziativa imprenditoriale. Si parla invece di Start-up, quando l’università o il centro di ricerca non par-tecipa alla compagine sociale, ma si limita a mettereeventualmente a disposizione dei soci strutture e at-trezzature.I soggetti proponenti di queste iniziative im-prenditoriali possono essere sia personale struttura-to che non strutturato di università e centri di ricer-ca. Ogni università e centro di ricerca pubblico disponedi un proprio regolamento che disciplina le modali-tà di costituzione dispin-off e start-up.Per supportare efinanziare la nascitadi una società spin-off, esistono diver-se opportunità di fi-nanziamenti pub-blici. Tra tutti, il piùimportante è il Decreto Legislativo n. 297 del 1999,attraverso il quale, il Ministero per l’Università e la Ri-cerca (MIUR) intende rafforzare il processo di avvi-cinamento tra mondo accademico e mondo im-prenditoriale, finanziando la trasformazione di un pro-getto di ricerca in un’iniziativa imprenditoriale. Possono

presentare domanda di finanziamento per questa mi-sura professori universitari, ricercatori universitari odi altri Enti Pubblici di Ricerca, dottorandi di ricercae titolari di assegni di ricerca. La misura concede unfinanziamento fino a 516.000 euro. Dalla nascita di que-sta iniziativa ad oggi, il MIUR ha finanziato numeroseaziende spin-off, molte delle quali nel campo delle bio-tecnologie. FiBio offre, per questa particolare misu-ra, un’opportunità di sostegno e consulenza ai pro-pri soci che volessero presentare domanda di costi-tuzione di uno spin-off (consultabile nell’area riservatadel sito FiBio Mentoring).Sono ormai oltre 800 le aziende spin-off operanti inItalia, molte delle quali impegnate nel settore delle bio-tecnologie. Tra queste, per citarne solo alcune in con-testi regionali diversi, si possono ricordare Biouniversa(Università di Salerno), ProtEra (Università di Firen-ze), PharmEste (Università di Ferrara), tutte spin-offdi grande successo, che sono riuscite ad accedere an-che a finanziamenti da parte di società di venture ca-pital. La presenza di numerose Università e Centri diRicerca di prestigio e del gran numero di ricercatoririconosciuti a livello internazionale offrono all’Italia enor-mi potenzialità per diventare la nuova Silicon Valley del-le biotecnologie. I casi di aziende spin-off di succes-so non mancano e devono servire da sprone ed esem-

pio a tanti ricercatori. I cassetti delle università ita-liane sono pieni di tante idee che aspettano solovisionari e volenterosi che le portino sul mer-cato e che non le lascino diventare eterne po-tenzialità.

[[M. Di Giacomo]]

SPIN-OFF E START-UP DELLA RICERCA

FFiibbiioo MMeennttoorriinngg

Opportunità di finanziamento pubblico per diventare imprenditori

Fibio-

Men

torin

g

ACURADI M.DIGIACOMO

Page 12: orizzonti 09

Quando par-liamo dicloni, nel ci-nema, disolito ci ri-troviamo a

pensare a un qualche film di fan-tascienza / azione ricco di effettispeciali, uno di quei blockbusterfatti per passare una serata sen-za pensieri.”Never let me go” (initaliano “Non lasciarmi”),film del2010 di Mark Romanek, trattoda un romanzo di Kazuo Ishigu-ro è qualcosa di completamentediverso. La storia, ambientata inun presente alternativo ove lamedicina ha compiuto enormipassi in avanti, segue le vicendedi Kathy ,Tommy e Ruth, (inter-pretati rispettivamente da CareyMulligan, Andrew Garfield e Kei-ra Knightley), fin dai loro primianni di vita nel collegio di Hail-sham,in Inghilterra. La vita adHailsham è una normale vita dacollegio con orari regolari, gareartistiche che sono ricompensa-te con l’esposizione dei lavorimigliori nella galleria di “mada-me”, una figura di autorità rico-

perta dal mistero, e tutori cheinsegnano tutto ciò che è neces-sario sapere. I ragazzi sono sot-toposti a frequenti e meticolosevisite mediche. Perchè? E perchéil divieto di uscire dalla scuola èenfatizzato al punto da crearestorie così terribili dal trattenerei ragazzi anche dall’andare aprendere un pallone fuori dallarecinzione? I tutori spiegano chei loro insegnamenti sono volti acreare l’eccellenza, ma la verità,terribile e accettata con passivarassegnazione, sarà spiegata aitre protagonisti da una loro in-segnante non in linea con la po-litica della scuola: tutti gli studen-ti sono in realtà dei cloni,creatiperché possano essere usati,infuturo, come depositi di organiper i trapianti; gli studenti nonsono altro che “donatori” e lamaggior parte di loro non andràoltre il terzo trapianto. Non po-tendo aiutarli in altro modo, l’in-segnante dà ai suoi alunni l’unicalezione importante: ”è giustoche sappiate, per vivere una vitadignitosa”. Da qui in poi si svi-lupperà un triangolo amoroso

tra itre protago-nisti. Ruth sedurrà Tommy e loterrà legato a sé per gli anni avenire, impedendogli così diesprimere i suoi sentimenti perKathy. Qualche anno dopo i ra-gazzi sono mandati nei “cotta-ges”, fattorie dove avrannomodo di pensare a come tra-scorrere i prossimi anni. I giornipassano in una sorta di inerzia el’unica tenue speranza sembraessere data dalla voce che sipossa ottenere una proroga daldoversi sottoporre ai trapianti, apatto di saper dimostrare che idonatori che la richiedono sonocoinvolti in una relazione senti-mentale sincera. Intanto il trian-golo amoroso tra i tre protago-nisti non riesce a risolversi pertutti i sentimenti rimasti ine-spressi: Kathy e Tommy sono an-cora chiaramente innamoratil’uno dell’altra, ma Ruth non haalcuna intenzione di uscire daigiochi. I rapporti tra Ruth e Ka-thy precipitano in breve tempoe si arriva a un furioso litigio incui Ruth dichiara che non si al-

II CCLLOONNII CCHHEE CCII SSAALLVVEERRAANNNNOO :: NNEEVVEERR LLEETT MMEE GGOO

FF..II..BBiioo..:: wwoorrkk iinn pprrooggrreessss

Work in progressACURADIG. RUOTOLO

Il prezzo da pagare per l’immortalità.

L’int

ervis

ta

ACURADIG. RUOTOLO

Page 13: orizzonti 09

OOrriizzzzoonnttii biotecnologici 1133

FF..II..BBiioo..:: wwoorrkk iinn pprrooggrreessss

lontanerà mai dal ragazzo, Kathydecide quindi di lasciare il “cotta-ge” e diventare “assistente”, cioèdi stare vicino ai“donatori”primadi diventarlo lei stessa. Passanocosì circa dieci anni. Kathy svolgetranquillamente il suo lavoro fin-chè un giorno incrocia Ruth inospedale, ormai alla sua secondadonazione. Non supererà la ter-za. Le ragazze tornano a parlaree riescono a recuperare la loroamicizia, tanto che Ruth esprimeun ultimo desiderio: trovareTommy e fare un’ultima gita tuttiinsieme. I tre riescono così a in-contrarsi di nuovo e a ritrovaregli equilibri dell’infanzia. La gita èanche il momento in cuiRuth si riscatta, confessandodi essere sempre stata gelo-sa dei due amici e di averefatto di tutto per tenerli se-parati. Prima di andarseneconsegna loro l’indirizzo diMadame, l’unica persona ingrado di concedere lorouna proroga. Tommy,convin-to che durante gli anni pas-sati ad Hailsham i sentimentidei ragazzi fossero giudicatitramite le gare di arte,deci-de di portare con sé alcuni

disegni per dimostrare che ciòche prova è autentico. L’incontrocon Madame sarà inutile: nonesiste nessuna possibilità di pro-roga. L’altra verità è anche peg-giore:Madame rivela che le garenon erano altro che test chenon servivano per vedere nelleanime dei ragazzi, ma per vederese i cloni avessero un’anima e,sebbene queste verifiche si fos-sero rivelate fruttuose, la societànon rinunciò a usare i clonicome pezzi di ricambio. A que-sto punto Tommy e Kathy, di-strutti, decidono di godere deipochi momenti che restano loroinsieme e accettare il proprio

destino. Il futuro descrittoin“never let me go” è brutale,pervaso da una malinconia eda un senso di ineluttabilità difondo che rimangono addossoper tutta la durata del film. Atrasmettere ancora di più que-ste sensazioni contribuiscono i

colori e la fotografia, con tonalitàsmorzate e diafane, ed i suoni: inparticolare”Never let me go”,lacanzone che fa da leit-motiv pertutto il film,e gli scenari,ampispazi vuoti che accentuano ilsenso di solitudine dei personag-gi. Le ultime parole di Kathy:”non sono sicura che le nostrevite siano tanto diverse da quelledelle persone che salviamo. Tutticompletiamo un ciclo. E forsenessuno ha compreso realmentela propria vita,né sente di averevissuto abbastanza” sembrano,invece, rivelare una certa ironiadi fondo:gli esseri umani hannoscelto di prolungare la propria

esistenza sacrificando i clo-ni, ossia uccidendo quelliche erano a tutti gli effettialtri esseri umani. Hannorinunciato volontariamentealla propria dignità, hannorinunciato a vivere davve-ro. Il quadro presentato èdi una società dispotica,ove si è riusciti a prolunga-re la propria esistenza perun tempo indefinito alprezzo di pietà e bioetica,ove gli unici sentimenti an-cora umani sembrano es-sere provati solo da chinon è altro che nostreombre e che dimostrano,nel loro struggersi peramore, nel chiedere per-dono, nello starsi vicinonei momenti duri, tuttal’umanità che si dovrebbeavere. Visto in questo

modo il racconto di Ishiguro,for-se,è più vicino di quanto pensia-mo.

[[T. Tango]]

Page 14: orizzonti 09

En t op r o -mosso

dal 2005 dal-la Commis-sione Euro-pea che sisvolge nel

quarto venerdì di Settembre, perl’ottavo anno e precisamente il 28Settembre, la “Notte dei Ricercatori”ha riscosso un notevole successo intutta Europa.L’obiettivo sembra ovvio, ma mai ba-nale o scontato: creare, complice uncontesto informale, un incontrotra i ricercatori e i cittadini perestendere ad un più ampio raggiola cultura scientifica e rendere la pa-rola stessa “ricercatore” più familiaree comprensibile. Così, grazie a mo-stre e visite guidate, seminari, con-ferenze, spettacoli, concerti e per-sino esperimenti e dimostrazioniscientifiche dal vivo, il mondo dellaricerca, talvolta coperto da un sot-tile velo di silenziosa oscurità si il-lumina, e illumina di rimando, per-sone di ogni età che per una not-te diventano perfetti “curiosoni”. Da-gli “chercheurs” francesi che hannoincuriosito col sangue artificiale,agli “investigadores” a Lisbona chehanno spiegato la “cultura oceani-ca” con professori e surfisti, pas-sando per gli scatenati “resear-chers” inglesi che hanno fatto let-teralmente esplodere pacchetti dipatatine e giocato coi Lego: questi,naturalmente, sono solo pochiesempi dei tantissimi progetti in tut-ta Europa. Per quanto riguarda lanostra Italia, quest’anno ben 24 cit-

tà, e sette diversi progetti, hannoreso la ricerca protagonista indi-scussa, confermandoci ulterior-mente come uno dei Paesi europeicon il maggior numero di eventi.Il MeetMeTonight e la storia dellecellule staminali, la LUNA 3.0 (Lun-ga notte dei Ricercatori) di Bolza-no con concorso a premi tecnolo-gici, lo SHARE piemontese chemette ricercatori e studenti a tavolain pizzeria, ilRESPEcT a Frascati e ilbosone di Higgs, e poi LIGHT’12 aRoma e Palermo con la robotica, Ve-netoNight e la ricerca della ricercacol Geocaching, il progetto SHINE!in Toscana con la tecnica del DNAfingerprinting, e Salerno con una“Chiamata alle Arti” che ha riguar-dato diversi campi del sapere: im-possibile racchiudere in questi po-chissimi esempi tutta la creativitàdelle svariate iniziative lungo la pe-nisola. Infine, per ricordare ancoraRenato Dulbecco, la sua Liguria gliha meritatamente dedicato il pro-getto C4R,che si è svolto nelle cit-

tà di Al-benga, Sar-zana eGenova.Propr ioin quest’ultima, c’èstato spa-zio praticamente per tutto: dal-l’oceanografia alla scoperta del MarLigure, alla pedologia che studia ilsuolo su cui ogni giorno cammi-niamo, palestre per il fitness “ma-tematico”, concerti e rappresenta-zioni, e persino il gelato “espresso”fatto con azoto liquido. Una nottetutta dei ricercatori che, per le trop-pe volte in cui (purtroppo) resta-no soltanto nomi senza volto, si de-dicano ancor più a migliaia di uomini,donne e bambini, con solerzia, or-goglio e passione, ricordandoci cheè proprio la ricerca il motore del-la nostra vita di ogni giorno.

[[M. Severino]]

QUESTA NOTTE È… ANCORA NOSTRA!

ANCHE QUEST’ANNO, RITORNA LA “NOTTE DEI RICERCATORI” IN TUTTAEUROPA E IN ITALIA.

Biot

ech e

vent

s

ACURADI F. NETTI

BBiiootteecchh EEvveennttss

Biotech EventsACURADIF. NETTI

fonti:http://www.nottedeiricercatori.it/http://nottedeiricercatori.comune.genova.it/http://ec.europa.eu/research/researchersnight/events

Page 15: orizzonti 09

BBiiootteecchh EEvveennttss

OOrriizzzzoonnttii biotecnologici 1155

Organizzato da Fibio Men-toring, con il contributodella Camera di Commer-

cio di Napoli, s’è tenuto a Napoli neigiorni 17-18-19 Maggio presso unasala del monastero di Santa Maria diGerusalemme, in via Pisanelli 8 il cor-so Napoli BioVenture – Entrepre-neurship nelle biotecnologie - I edi-zione.Indirizzato a giovani biotecnologi na-poletani, selezionati in base a diver-si requisiti quali età, curriculum vitaee lettera motivazionale, il corso è sta-to mirato ad accrescere la loro pro-fessionalità nei campi del trasferi-mento tecnologico e della creazionedi start up nel settore biotecnologi-co. In questi tre giorni la suggestiva sedeha ospitato diversi relatori:Il dott. Michele di Giacomo, respon-sabile di Fibio Mentoring, che già dal-la prima slide dal titolo “ice breaking”,ha simpaticamente obbligato a “rom-pere il ghiaccio” tra noi partecipan-ti, “costringendoci” a presentarci edad instaurare confidenza in modosempre più sincero e simpatico; inol-tre ci ha presentato anche gli altri re-latori:La dott.ssa Olga Capasso, consulen-te brevettuale della Life science bio-technology pharmaceuticals, ci ha il-lustrato cosa sia un brevetto e ci ha

parlato della protezione dei risultatidella ricerca nel settore biotecnolo-gico. Il dott. Amedeo Giurazza, venture ca-pitalist della Vertis SGR, ci ha fattochiari esempi di quali debbano esserei requisiti di base per ottenere un fi-nanziamento quando ci si presenta difronte ad un venture capitalist. La dott.ssa Silvia Pulino della John Ca-bot University,professoressa as-sociata di “busi-ness administra-tion director”, ciha invece guidatoin un’interessantefull immersion nelmondo della fi-nanza, rendendochiari i concetti delbilancio di eserci-zio e del conto eco-nomico finanziario edescrivendo come poter redigere unbusiness plan.Il dott. Angelo Palazzolo della PRA-XI (società di consulenza organizza-tiva) ha invece esplicato le strategiedi marketing e di comunicazioneper le start-up.La dott.ssa Rosanna Zaza, della Leo-nardo business consulting, ci ha datouna lezione di finanza agevolata.I miei colleghi di corso mi hanno sug-

gerito diversi aggettivi che possanodescrivere questa iniziativa, ed i piùricorrenti sono stati dinamico, for-mativo ed illuminante.Il corso è stato infatti dinamico per-ché ha previsto anche esercitazionipratiche e molti interventi da posto,formativo perché ci ha insegnato tan-tissimi concetti importanti: chi è unventure capitalist, chi è un business an-

gel, quali sono le miglioristrategie di marketing,cosa è brevettabile e cosano, come redigere un bu-siness plan per la costi-tuzione di un’impresa.Illuminante invece è ri-feribile, non sono allacomprensione di questiconcetti, ma alla condi-visione con i colleghi diidee innovative, per-corsi formativi, oppor-

tunità lavorative. Per mantenerci an-cora in contatto è stato fondato ungruppo su Facebook dal nome “Bio-venture”, a cui tutti possono iscriversi. Perciò, invito tutti i miei colleghi bio-tecnologi a partecipare alle prossimeedizioni e ringrazio gli organizzatoriper averci accompagnato in que-st’avventura.

[[V. D’Oriano]]

NNAAPPOOLLII BBIIOOVVEENNTTUURREE:: SSTTRREETTTTAA DDII MMAANNOO TTRRAA BBIIOOTTEECCNNOOLLOOGGIIEE EE FFIINNAANNZZAA

Page 16: orizzonti 09

Oggi conosciamo un giovanericercatore, il Dott. Gianluigi

Franci, che lavora per la Rad-boud University di Nijmegen

(Olanda) presso l’istitutoNCMLS (Nijmegen centre for

molecular life sciences), e checi racconterà la sua esperien-za lavorativa, dagli esordi ad

oggi , tra Italia e Olanda:

DDootttt.. FFrraannccii,, llaa rriinnggrraazziiaa--mmoo ppeerr aavveerr aacccceettttaattooddii rriillaasscciiaarree qquueesstt’’iinntteerr--

vviissttaa:: eessaattttaammeennttee LLeeii ddii ccoossaassii ooccccuuppaa ee qquuaallee ssoonnoo llee SSuuee

rriicceerrcchhee ppiiùù rreecceennttii??La mia ricerca è focalizzata sul

tumore al colon. Un recentepaper pubblicato su Science

ha dimostrato che nei pazientiaffetti da cancro al colon mi-gliaia di sequenze enhancersono acquisite e altrettantesono perdute. Capire quali

proteine siano coinvolte nellaregolazione di queste sequen-

ze potrebbe fornire a noiscienziati un meccanismo da

colpire con trattamenti farma-cologici, la mia ricerca è in-centrata proprio su questo.

QQuuaallee ppeerrccoorrssoo ddii ssttuuddiiee ppeerrssoonnaallee ll’’hhaa ppoorr--

ttaattaa aa ddiivveennttaarree iillpprrooffeessssiioonniissttaa ddii ooggggii??

Sono uno dei primi “Biotecno-logi” della Federico II. Nel

1997, entrai a Medicina e Chi-rurgia, contemporaneamentea Biotecnologie. Erano gli anni

delle nuove frontiere, il Na-sdaq impazziva alla quotazio-ne di una nuova azienda bio-tecnologica, così scelsi Biotec-

nologie Industriali; ho un otti-mo ricordo del corso di laurea.

Dopo aver discusso la tesi inproteomica, ho continuato i

miei studi con un dottorato diricerca in Biochimica e Biolo-gia Molecolare e Cellulare,

ove ho identificato il proteo-ma funzionale del recettoredegli estrogeni in cellule di

cancro duttale. Durante il dot-torato sono stato in Germanianel prestigioso istituto EMBL di

Heidelberg con una borsaEMBO. Un’esperienza formati-va e unica Terminato il dotto-rato, ho continuato i miei studicon la specializzazione in Pa-tologia Clinica. La Prof.ssa Lu-

cia. Altucci mi ha offerto dicollaborare in un nuovo pro-

getto, dove ho studiato l’effet-to dei modulatori epigeneticinelle cellule embrionali stami-

nali del topo … ed eccoci qui!

EEppiiggeenneettiiccaa:: ddii ccoossaa ssii oocc--ccuuppaa ee qquuaallii ssoonnoo,, aa SSuuooaavvvviissoo ii mmaaggggiioorrii ttrraagguuaarr--

ddii rraaggggiiuunnttii ddaa qquueessttaa mmaattee--rriiaa??

Turner in un suo discorso la de-finiva come: “Il DNA non è al-tro che un nastro su cui sono

registrate le informazioni, inuti-le senza un apparecchio checonsenta di leggerlo. L'epige-

netica è il lettore di nastri”.Essa è l’insieme delle modifi-

che a carico del DNA e di al-cune proteine che comporta-

no una diversa regolazionetrascrizionale, senza alterare la

sequenza genica. ConradWaddington fu il primo a co-niare questo temine nel 1942,(quindi non è una branca cosìmoderna),ma i veri primi tra-guardi dell’epigenetica sonostati raggiunti negli ultimi 15

anni, molto dopo la sua nasci-ta. La FDA ha approvato re-

centemente il primo farmacoa base epigenetica per il trat-

tamento delle leucemia a cel-lule T e molti trial clinici sono incorso per diversi tipi di tumori,come quello al seno e al co-

lon. Il vantaggio di questo tipodi trattamenti farmacologici ri-siede nel fatto che questi far-maci di natura chimica sonocapaci di modulare le protei-ne coinvolte nella regolazioneepigenetica, permettono allecellule sane di sopravvivere emandano in apoptosi le cellu-

le cancerose.

CCoonnssiigglliieerreebbbbee aadd uunnbbiiootteeccnnoollooggoo ddii llaavvoo--rraarree iinn qquueessttoo sseettttoorreeee ppeerrcchhèè??

L’epigenetica è in fase di svi-luppo. Tutte le più grandi

aziende farmacologiche stan-no investendo in questo setto-re. E’ possibile ritrovare derivati

epigenetici nelle riprogram-mazione delle cellule staminali,nel trattamento delle malattieneurodegenerative etc. Quel-lo che consiglio ai miei studentiè di seguire le proprie passioni,se poi queste portano all’epi-

genetica… ben venga.

LLeeii vviiaaggggiiaa ssppeessssoo ee ssii ttrroovvaaaa ddoovveerr llaavvoorraarree mmoollttoo ttrraaNNaappoollii ee ll’’OOllaannddaa.. QQuuaall èè

iill vvaannttaaggggiioo ee qquuaallee iinnvveeccee lloossvvaannttaaggggiioo ddii llaavvoorraarree aall--

ll’’eesstteerroo ((ssiiaa ssoottttoo iill ppuunnttoo ddii vvii--ssttaa ppeerrssoonnaallee cchhee ssoottttoo iill ppuunn--

ttoo ddii vviissttaa pprrooffeessssiioonnaallee))??R: All’estero puoi permettertiun tipo di ricerca che in Italiadifficilmente trovi. Bisogna di-

stinguere tra qualità e possibili-tà. In Italia abbiamo una ricer-ca di qualità, ma troppo spes-so limitata dalla mancanza di

fondi. Nella nuova era scientifi-ca, dove tutti i paesi sviluppati

LL’’iinntteerrvviissttaa

NAPOLI-NIMEGA, LA RICCA ESPERIENZADI GIANLUIGI FRANCI

L’int

ervis

ta

ACURADIV D’ORIANO

Page 17: orizzonti 09

investono alte percentuali delproprio PIL, in Italia si tagliano ifinanziamenti alla ricerca. I no-stri politici non hanno compre-so che fra 10 anni L’Italia sarà

costretta a comprare tutti inuovi farmaci dall’estero, per-

dendo una grossa fetta dimercato e facendo alzare icosti della spesa pubblica.

Quello che in assoluto mancain Italia sono gli incentivi per igiovani ricercatori: basti pen-sare ai giovani scienziati per

anni senza uno stipendio,come i dottorandi senza bor-sa, o addirittura degli specia-lizzandi non medici che per 5

anni lavorano gratis per il Siste-ma Sanitario Nazionale. Certo,manca il calore della famiglia,

gli affetti... Nella vita non siscegli di essere ricercatore, si

nasce.

UUnn mmoommeennttoo ddeellllaa ssuuaaccaarrrriieerraa ppaarrttiiccoollaarr--

mmeennttee eennttuussiiaassmmaanntteeee uunnoo ppaarrttiiccoollaarrmmeennttee

ddiiffffiicciillee.Ricordo con entusiasmo la

mia prima identificazione pro-teica. Chi vive di ricerca, viveperennemente su una mon-

tagna russa di emozioni. Il gior-no prima ti senti euforico perun buon risultato e il giorno

dopo altre mille domande ti ri-portano con i piedi per terra.

Un giorno che ricordo conpiacere fu quando con la

Prof.ssa Altucci ed alcuni col-leghi abbiamo vinto la Start-Cup Campania con la busi-

ness Idea Epi-C s.r.l. Un giornomolto difficile è stato quando

ho riempito la mia vecchiaNissan Micra del mio mondo e

dei miei bagagli personali eculturali per lasciare Napoli e

venire in Olanda.

QQuuaall èè,, aa ssuuoo aavvvviissoo,, llaaccaarraatttteerriissttiiccaa pprriinnccii--

ppaallee cchhee nnoonn ddoo--

vvrreebbbbee mmaaii mmaannccaarree aadd uunnvveerroo rriicceerrccaattoorree??

Sono due: Tenacia e la Fantasia.

CCoomm’’ èè ppeerrcceeppiittaa aallll’’eesstteerroo llaarriicceerrccaa IIttaalliiaannaa??

Come ricerca di alta qualità;quando i nostri ricercatori si in-serirscono in un ambiente in-ternazionale, sono apprezzatiper la preparazione e per la

predisposizione a gestire situa-zioni complicate e a metterela propria esperienza a dispo-

sizione del bene comune.

LLaa FFoonnddaazziioonnee DDuullbbeeccccoo,,vvoolluuttaa ddaall ccoommppiiaannttoo

PPrreemmiioo NNoobbeell,, hhaa lloo ssccoo--ppoo ddii rriippoorrttaarree ii rriicceerrccaattoorrii ppiiùùbbrriillllaannttii iinn IIttaalliiaa cchhee llaavvoorraannooaallll’’eesstteerroo.. SSeeccoonnddoo lleeii,, ppuuòò

bbaassttaarree oo ii ggoovveerrnnii iittaalliiaannii ffuu--ttuurrii ddoovvrreebbbbeerroo aaggiirree

ddiivveerrssaammeennttee??L’Italia deve farsi per-donare di aver fatto

fuggire intere genera-zioni di cervelli ma an-cora di più deve capi-re che non è importan-te far rientrare i cervelliItaliani, ma diventare

un paese attraente pertutti i brillanti scienziati

mondiali. Sogno un’Ita-lia dove gli istituti di ri-

cerca siano un crogio-lo di etnie; dove l’unico

fattore comune sia lameritocrazia.

LLeeii èè uunn vveetteerraannoo ddiiFF..II..BBiioo.. ee hhaa vviissttoo

nnaasscceerree llaa nnoossttrraaAAssssoocciiaazziioonnee.. PPeerrcciiòò ccii

ddiiccaa:: rriiccoorrddaannddoo ggllii iinniizzii,,ccoossaa nnee ppeennssaa ddeeii rriissuull--

ttaattii ootttteennuuttii?? EEddaa lloottttaarree??

Eravamo in pochi, macon tante idee. Comein tutti i grandi percorsisi inizia sempre con un

piccolo passo; così è stato perla F.I.Bio. Il Dott. Ruotolo dimo-strò sin da subito di avere il pi-glio e la capacità di guidarenoi altri in quella che era la

fase embrionale della Federa-zione. Oggi i successi portatiavanti dimostrano che con

caparbietà e impegno si puòarrivare lontano. Ora bisognalottare per vedere riconosciu-to il diritto alla remunerazionedurante le scuole di specializ-

zazione.

DDoottttoorree llaa rriinnggrraazziiaammoommoollttiissssiimmoo ppeerr iill tteemm--

ppoo ddeeddiiccaattooccii..Ringrazio voi per la piacevole

chiacchierata.

[[V. D’Oriano]]

OOrriizzzzoonnttii biotecnologici 1177

LL’’iinntteerrvviissttaa

Page 18: orizzonti 09

“Loscienziato è una persona, cometutti gli altri. E io sono qui, ap-punto, per dimostrarvi che imiei interessi sono uguali aquelli di tutti voi. In fondo, nonc’è niente di speciale ad esse-re uno scienziato”. Sanremo, 1999. Siamo alla con-ferenza stampa che precede ilFestival della canzone italiana e,accanto al conduttore di allo-ra Fabio Fazio e alla bella Lae-titia Casta che sorride rispet-tosa, c’è un signore, sguardo vi-spo e volto buono, che, convoce pacata e un po’ emozio-nata, pronuncia questa frasecon elegante semplicità. L’even-to mondano per eccellenzadel nostro Paese e uno scien-ziato che gioca a fare il con-duttore televisivo, ma atten-zione: non uno scienziato qua-

lunque, bensì un premio Nobelper la medicina e la fisiologia(1975), Cavaliere al meritodella repubblica, Medagliad’oro al merito della sanitàpubblica e molto altro.

Renato Dulbecco, protagoni-sta del bizzarro esperimentomediatico, non solo non si èmai fermato alle belle parole diammirazione, ma la sua inter-minabile sete di conoscenza è

sempre stata spinta dal mo-tore della modestia e dallasua indiscussa vocazioneper la ricerca. Nato a Ca-tanzaro il 22 Febbraio del1914, la mamma calabrese,figlia di professionisti, e il pa-

dre ligure, ingegnere, gli tra-smettono non solo il sangue delNord e del Sud dello stivale maanche uno spirito di sacrificio edi studio che porterà semprecon sé; è però la morte del-l’amico Peppino a dimostrarglil’impotenza della medicina di-nanzi a gravi malattie e, quindi,la necessità di far qualcosa.Trasferitosi ad Imperia, tra-scorre il suo tempo liberopresso l’Osservatorio meteo-rologico e sismico della città, co-struendo persino strumenti al-l’avanguardia ispirandosi a di-verse riviste scientifiche. Tutta-via, l’amore per la fisica, noncambia la sua scelta di iscriversinel 1930 presso la facoltà diMedicina dell’Università di To-rino, ove è subito notato dal-lo scienziato e medico Giu-

seppe Levi, uno dei protagoni-sti del rinnovamento della bio-logia sperimentale (Levi ha in-trodotto inItalia il me-t o d odella col-tivazionecellularein vitro).N o n o -stante i continui interventi delregime fascista, Levi accoglie nelsuo Istituto di Anatomia il gio-vane Dulbecco, che proprio quiconosce altre due menti ec-cellenti e futuri Nobel: il biolo-go Salvador Luria, mentore delNobel Watson, che ha fornitole basi per la nascita della ge-netica batterica e della biologiamolecolare e Rita Levi-Mon-talcini, icona della scienza italiananel mondo, consacrata dopo lasua scoperta del fattore dicrescita neuronale (Ner veGrowth Factor, NGF).Renato, Salvador e Rita rice-vono una preparazione eccel-lente in scienze biologiche e so-prattutto, imparano ad affron-tare i problemi scientifici inmodo rigoroso, ma solo laMontalcini sarà vicina al pro-fessor Levi per molti anni. Dul-becco, infatti, dopo qualcheanno, spinto dall’interesse perla clinica, si sposta nell’istituto diFerruccio Vanzetti e, dopo unabrillante tesi sulle alterazioni delfegato riconosciuta come la mi-gliore dell’università, si laurea a

““IINN FFOONNDDOO,, NNOONN CC’’ÈÈ NNIIEENNTTEE DDII SSPPEECCIIAALLEE

AADD EESSSSEERREE UUNNOO SSCCIIEENNZZIIAATTOO..””

IL NOSTRO SALUTO A RENATO DULBECCO, GENIO E GENTILUOMO

Vite p

er la

Scie

nza

ACURADIM.SEVERINO

Vite per la ScienzaACURADIM. SEVERINO

Page 19: orizzonti 09

soli 22 anni.A questo punto, il bivio: chi-rurgo o scienziato? In attesa del-la risposta, nel 1938 è chiama-to a prestare il servizio milita-re come ufficiale medico evive gli anni della Grande Guer-ra tra Italia, Francia e URSS. S’av-vicina ad organizzazioni clan-destine antifasciste, ma la poli-tica è troppo contradditoria perlui e così, sceglie di dedicarsi to-talmente alla ricerca.Incuriosito dall’effetto delle ra-diazioni sullo sviluppo della li-nea germinale, Dulbecco deci-de di sfruttare il suo amore ele sue conoscenze nell’ ambitodella Fisica per studiare l’effet-to delle radiazioni a carico del-la struttura e del meccanismod’azione dei geni, laddove ancheil suo vecchio compagno di stu-di Luria si serviva delle radia-zioni per lo studio dei batte-riofagi. Così, Salvador propone a Re-nato di lavorare presso il suo la-boratorio a Bloomington, In-diana (USA) dove, nonostanteil peso iniziale dei pregiudizi raz-ziali, Dulbecco dimostra gran-de capacità e acutezza, tantoche riesce a guadagnarsi la sti-ma di Max Delbruck (premio

Nobel nel ’69 insieme con Lu-ria) che gli offre di lavorarepresso il Caltech a Pasadena,California. “Ha la migliore scuola di bio-logia del mondo, devi accetta-re!”, gli dice Watson per esor-tarlo, e Dulbecco si trova ca-tapultato in un ambiente inno-vativo e competitivo, ove, par-tendo dallo studio dell’Her-pes Zooster, applica il metododelle placche per lo studio deivirus. Un successo enorme, tantoche è nominato professore as-sociato di microbiologia e s’av-vicina al lavoro di Harry Rubin,interessato ai virus che rendo-no le cellule cancerose. Stu-diando la genesi del cancro,Dulbecco mira a validare la tesidell’interazione tra patrimoniogenetico della cellula e “del-l’ospite”, fin quando Jonas Salk

gli propone di diventare mem-bro del futuro “Salk Institute”a La Jolla, California, ove, nel1968, arrivano i risultati spera-ti: dopo la sua definizione deigeni virali come “oncogeni”, c’è una gloriosa ascesa che cul-mina, nel 1975, col Nobel, “perle sue scoperte in materia di in-terazione tra virus tumorali emateriale genetico della cellu-la”. Dulbecco è sorpreso, spiaz-zato, ma pronto ad una nuovasfida: collaborare al ProgettoGenoma Umano, partito nel1990, per comprendere e com-battere lo sviluppo del cancro.

Tuttavia, la sua creatura piùbella è l’Istituto TelethonDulbecco, che mira adarginare la “fuga dei cer-velli” italiani all’estero conaiuti concreti: il suo com-penso di Sanremo di 50milioni di lire va proprio aquest’iniziativa coraggio-sa e da veri sognatori.Un destino beffardo: muo-re il 20 Febbraio del 2012

a La Jolla, gli impedisce di spe-gnere le 98 candeline. Nono-stante tutto, tanti auguri, uomospeciale.

[[M. Severino]]

OOrriizzzzoonnttii biotecnologici 1199

VViittee ppeerr llaa SScciieennzzaa

FFoonnttii:

www.youtube.com; E' morto ilNobel Renato Dulbecco

www.it.wikipedia.org; RenatoDulbecco

Lo scienziato è una persona,

come tutti gli altri. E io sono qui, appunto,per dimostrarvi che imiei interessi sono

uguali a quelli di tutti voi

“ “

Page 20: orizzonti 09

L’Italia è una Repubblica de-mocratica fondata sul lavoroe ha dalla sua la più impor-

tante e completa Costituzione almondo. Diritti come la salute, al la-voro, alla famiglia sono contempla-ti da anni da quando la Costituzio-ne è stata approvata dall'AssembleaCostituente ed entrata in vigore dal1 Gennaio del 1948. Tra i diritti fon-damentali esiste quello alla culturae alla scienza, la difesa del sapere edel progresso, come motori di unosviluppo armonico e duraturo diuna società. Purtroppo nel nostroPaese si è assistito alla riduzione pro-gressiva dei fondi per la scuolapubblica e la ricerca universitaria, perdare invece spazio a Fondazioni cheusano manifestazioni, donazioni e ilfamoso 5 per 1000 per avere fon-di affinchè si effettuino ricerche dibase. Ma il problema resta cultura-le e di sistema. Le Fondazioni nonpossono garantire l’occupabilità ditutti i ricercatori italiani: quelli cherestano sono mosche bianche, esempre più quelli che vanno al-l’estero. Paesi come Australia, UK, ilNord Europa, USA e ultimamenteanche Cina sono ben felici di ac-cogliere le nostre menti che sonomolto rispettate e valorizzate anchedal punto di vista remunerativo. Ba-sti pensare che l’abbandono dal no-stro paese di numerosi giovani allaricerca di lavoro, gratificazioni e te-nore di vita migliori costa al nostropaese circa 1,2 miliardi di euro. Que-

sto è il capitale generato dai 243brevetti che i 50 migliori cervelli ita-liani hanno registrato all’estero,somma che, secondo alcuni studiosipotrebbe sfiorare i 3,77 miliardi didollari l’anno nei prossimi 20 anni,che hanno vissuto e provato la li-bertà di poter essere come è nelloro spirito ed essere “tutelati”.Chi decide di fare ricerca fa unascelta di vita ed è un lavoro cometutti gli altri sia a livello salariale chedi crescita professionale. La peccaprincipale delle Università italiane èla poca trasversalità col mondo im-prenditoriale e le sue esigenze. Daqui un gap che in un certo sensogiustifica l’attuale situazione. Pochi ri-cercatori riportati in Italia nelleFondazioni, moltissimi altri precariall’interno delle Università, altri al-l’estero che non hanno la minima in-tenzione di ritornare in patria. Il pro-blema di fondo resta culturale: la ri-cerca non è un optional o un at-trattiva di marketing comuni-cazionale come attrat-tore di fondi perspettacoli perché ri-cercare è rischiare!Il futuro? Si alle Fon-dazioni che riporta-no le eccellenze nelnostro Paese,ma che nonsiano l’unica alternativa al pre-cariato! Perciò si anche ad altre al-ternative di crescita: ad un ruolocentrale delle Università Italianepubbliche e private per generare di

brevetti di ri-cerca di basedepositati neln o s t r oPaese; sia colle-gamenticon aziendeper sviluppi di ricerche applicate,equilibrio già applicato negli USAnella Silicon Valley e che ha generatoun flusso di produttività e innova-zione con pochi uguali al mondo.Per questo in Italia il ruolo e la tu-tela del biotecnologo nella ricerca,specie se scelga un percorso di dot-torato di ricerca o nel mondoaziendale, è il futuro e la mission del-la nostra Associazione. Io rischio esogno. Tu?

[[F. Netti]]

QQUUAALLEE FFUUTTUURROO

PPEERR LLAA RRIICCEERRCCAA??

VVooccee ddaall MMoonnddoo BBiiootteecchh

La voce degli studentiACURADIR. FERRARIS

La vo

ce de

gli st

uden

ti

ACURADIR.FERRARIS

“Una crescita invisibile agli occhi”

Page 21: orizzonti 09

Il Master premette di conseguire 60CFU ed è aperto a BiotecnologiMedici,Veterinari e Farmaceutici,Biologi, Laureati in medicina e Bio-logia e laureati triennali delle pro-fessioni Sanitarie Tecniche Assi-

stenziali. Lo scopo è diffondere leconoscenze tecnologicamente al-l'avanguardia della ProcreazioneMA con un approccio multidisci-plinare Maggiori dettagli sul sitowwwwww..ffiibbiioo..iitt.. [[R.F.]]

P a r t e a T o r i n o i l m a s t e r u n i v e r s i t a r i o d i I I l i v e l l o s u r i p r o d u z i o n e e f e c o n d a z i o n e i n v i t r o

Il legame, svelato da un gruppo diricercatori dell’Università di Co-penhagen, ha coinvolto 527 donnefra i 20 ed i 40 anni valutando siail numero di ovuli potenzialmenteriproducibili attraverso una sono-grafia trans vaginale, sia misurando

i livelli dell’ormone AHM. Le don-ne con mamme in menopausaprecoce hanno livelli di AMH e unnumero di ovuli potenziali minorerispetto alle donne con mamme inmenopausa tarda. Ciò da un ulte-riore supporto all’ipotesi che la ri-

serva di ovuli sia influenzata da fat-tori ereditari, ma occorrono con-ferme da studi di follow-up a lun-go termine per far si che l’ipotesinon sia più solo tale. [[R.F.]]

F i g l i e p i ù f e r t i l i s e m a m m e i n m e n o p a u s a t a r d a

Miscellanea

ACURADIR.FERRARIS

Misc

ellan

ea

ACURADIR. FERRARIS

È questo il nome della rete medi-terranea creata dai 3 paesi per tro-vare soluzioni e strategie condiviseper promuovere le attivita' di do-nazione e di trapianto, paesi in cuiavvengono ben il 50% di tutte le do-

nazioni da cadavere in Europa. LaSouth Transplant Alliance sarà gui-data per i primi tre anni dall'Italia. Ilnostro paese ha registrato un in-cremento nel primo quadrimestredel 2012 sia del numero di dona-

tori (nel 2011 erano infatti 21,9 con-tro i 23,7 nel 2012, molto più altodella media europea) sia del nu-mero assoluto dei trapianti (3091).La regione più virtuosa d’Italia è laToscana. [[R.F.]]

T r a p i a n t o l o g i a , ' ' S o u t h T r a n s p l a n t A l l i a n c e ' ' f r a I t a l i a - S p a g n a - F r a n c i a

È quanto dimostrato dai ricerca-tori dell’università di Los Angeles.I pomodori ingegnerizzati produ-cono il peptide 6F che simulal’azione di ApoA-1 la maggiorcomponente delle HDL. Dopoaverli liofilizzati, sono stati aggiun-

ti ad un mangime per topi che mi-masse una dieta ipercalorica egrassa. Rispetto agli animali chenon avevano i pomodori aggiuntinel mangime, quelli con cibo “ad-dizionato”avevano livelli maggioridi colesterolo buono con un ri-

dotto numero di placche ed unconseguente minore rischio dimalattie cardiache. Si aprirebbecosì la strada a farmaci biologica-mente attivi prodotti direttamen-te da piante commestibili. [[R.F.]]

P o m o d o r o O G M a u m e n t a i l c o l e s t e r o l o b u o n o

Uno studio pubblicato sulla rivistaFood and Chemical Toxicologysostiene che una dieta a base dimais OGM NK603 della Monsan-to abbia provocato l’ insorgenza ditumori nei ratti. L’autorità europea

per la sicurezza alimentare (EFSA)di Parma e l’istituto federale te-desco deputato alla valutazione deirischi (BfR) di Berlino hanno ri-gettato i risultati. Perchè? “Il dise-gno dello studio sperimentale, la

descrizione dei risultati e la loroanalisi sono inadeguati. Il ceppo diratti usato nello studio è geneti-camente suscettibile ai tumori e ilnumero di animali insufficiente”.[[M.T.E.]]

S t u d i o s u l m a i s O G M d a r i t r a t t a r e

MMiisscceellllaanneeaa

Page 22: orizzonti 09