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PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA FEDERLUS NUMERO 1 2012 55 15 33 25 25 100 72 30 56 30 18 + % 15 56 100 1 100 GUARDIAMO AVANTI I RISULTATI CI DANNO RAGIONE

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PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA

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PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA

FEDERLUSNUMERO 1 • 2012

€ 551533 2525100 72 305630 18+ % 1556

€100 1100

GUARDIAMO AVANTII RISULTATI CI DANNO RAGIONE

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EDITORIALE DEL PRESIDENTEGUARDIAMO AVANTI 3

APPUNTI DEL DIRETTOREI NUMERI CI DANNO RAGIONE 4

PRIMO PIANOLA TENUTA DEL NOSTRO SISTEMA INTERREGIONALE 6

PUNTO CONGIUNTURALETAGLIARE LA SPESA PER RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE 8

GIUSEPPE TONIOLOL’ESEMPIO DI GIUSEPPE TONIOLO PER IL FUTURO DEL CREDITO COOPERATIVO 10

UN MESSAGGIO DI STRAORDINARIA ATTUALITÀ 12

IL TEMPO GLI HA DATO RAGIONE 13

CONVEGNO NOICOOPNOICOOP LE COOPERATIVE AL CENTRO 14

CONVEGNO ABIROAD SHOW ITALIA 2011-2012: VITERBO! 16

TESORI DEL TERRITORIOL’AGRO PONTINO, DALLA BONIFICA AL FUTURO 18

INTERVISTE:ANTONIO PENNACCHI E L’EPOPEA DELLA BONIFICA 20

SERVE UNA POLITICA DI INNOVAZIONE PER RIPARTIRE 22

SUPERARE LA CONGIUNTURA VALORIZZANDO AGRICOLTURA E TURISMO 24

NONOSTANTE LA CRISI LA PROVINCIA TIENE 26

I PRODOTTI DELLA NOSTRA TERRA PER FAR FRONTE A UN MOMENTO DIFFICILE 29

NON SOLO BCCLA PITTURA E LA FORZA DELLA BELLEZZA 30

CONTRO LA ROUTINE, FUOCHI D’ARTIFICIO! 32

DALLA FEDERAZIONEESSERE COMPLIANT ATTRAVERSO LA FORMAZIONE 34

UN NUOVO ALLEATO PER LA BCC 36

L’EFFICIENZA ORGANIZZATIVA PASSA PER IL PORTALE 37

UNA NUOVA DIREZIONE AL SERVIZIO DELLE ASSOCIATE 39

LAVORI IN CORSO 40

DALLE BCCNUOVE FILIALI/1BCC DI RONCIGLIONE NUOVA APERTURA A CAMPAGNANO ROMANO 42

NUOVE FILIALI/2BCC DI SPELLO E BETTONA NASCE BANC@TREVI, DODICESIMA FILIALE 42

NUOVE FILIALI/3BCC SAN BARNABA DI MARINOAPERTA UN’AGENZIA A ROCCA DI PAPA 43

NUOVE FILIALI/4BCC DI MANTIGNANA E PERUGIAAPERTA LA 15MA FILIALE A BASTIA.L’UNIONE DI FORZE E SINERGIE PER AFFRONTARE LA CRISI 44

BCC DI RONCIGLIONE/1CENTODIECI ANNI DI STORIA IN UN LIBRO 44

BCC DI RONCIGLIONE/2GITA SOCIALE A BERLINO 45

NUOVI ORIZZONTILA NUOVA ERA DEL RETAIL BANKING TRA CONFERME E RIVOLUZIONI 46

Direttore Responsabile:Maurizio Aletti

Immagini:Archivio Edicom, Archivio Federlus,Fabrizio Burelli, Simone Pagano,Microimages Fotolia

Redazione:Alessandro Ceccarelli, Brunella Venier

Hanno collaborato a questo numero:Paola Alviano Glaviano, MartinaBonaldo, Giorgio Caporale, GianfrancoFerroni, Giuseppe Ginnasi, FrancescoManganaro, Flavio Napoleoni, DanielaNovelli, Fabio Pini, Alessandra Trinca,Sergio Troiani

Editore:EDICOM srl, iscritta al R.O.C. n. 8961

Finito di stampare: giugno 2012

Tiratura: 2.500 copie

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EDITORIALE

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Guardiamo avanti

di Francesco Liberati

I risultati ottenuti nell’ultimo triennio dalle BCC associate alla nostra Federa-zione sono più che soddisfacenti, con una dinamica di crescita che, conside-rando i tempi, ha pochi paragoni. In questo contesto si è fatto sentire il ruolodi supporto della nostra Federazione e l’importanza del “fattore unione” chesi è esplicitato non solo per tenere l’urto della crisi, ma anche per agevolarel’adempimento delle numerose disposizioni normative che si sono abbattutesulle nostre banche. Adempimenti che, se fronteggiati dalle singole associate,avrebbero comportato un non sopportabile impiego di risorse e aumento deicosti. Mi riferisco agli adempimenti Mifid, alla rendicontazione ICAAP, allanormativa sulla Compliance e via dicendo. Inoltre, la Federazione si è fattacarico della revisione cooperativa e ci siamo impegnati per promuovere sempredi più nell’ambito delle BCC, in linea con gli orientamenti della Vigilanza,assetti di governo adeguati, strutture organizzative efficienti e sistemi di con-trollo efficaci. In particolare, nel campo degli assetti di governo abbiamo pro-ceduto secondo le indicazioni definite dalla Banca d’Italia nel quadro degliorientamenti internazionali, e successivamente condivise in sede Federcasse.Il complessivo corpo normativo per l’adeguamento degli assetti di governanceè stato recepito da parte delle nostre banche.Anche dal lato organizzativo ci siamo mossi per tempo per migliorare i processi di lavoro epromuovere assetti sempre più efficienti, operando anche sul fronte del controllo dei costi. Peruna BCC anche, e soprattutto, oggi, in un contesto operativo estremamente severo, reggersiesclusivamente sull’intermediazione tradizionale, che genera margini sempre più compressi eassorbe capitale, diventa un’impresa sempre più ardua senza una efficiente gestione dei costi.Per questo, tutte le attività non strettamente funzionali alla raccolta e agli impieghi vannoesternalizzate. Invece, troppe attività sono ancora effettuate dalle singole banche, con duplica-zioni e aumento di oneri impropri. Come evidenziato nelle recenti Considerazioni finali del Governatore della Banca d’ItaliaIgnazio Visco, per le banche italiane “sono necessari interventi incisivi dal lato dei costioperativi, la cui flessibilità è modesta in relazione alle condizioni di fondo del settore”. Suquesta strada, va sottolineato che la nostra Federazione ha già avviato un percorso ben precisocon l’obiettivo di fondo di consentire alle banche associate di esternalizzare più funzionipossibili presso la Federazione stessa e le società di servizi collegate, perchè le stesse associatepossano concentrarsi sullo sviluppo commerciale e sulla cura delle relazioni di territorio.Ci siamo sempre mossi e continueremo a farlo secondo due direttrici. La prima volta supportarele BCC nel loro posizionamento di mercato e nella loro capacità competitiva, anche attraversoanalisi e condivisione di dati comuni. La seconda nel guidarle nelle strategie evolutive fornendoallo stesso tempo tutti i possibili servizi esternalizzabili, con particolare attenzione alle funzionidi controllo. Con questa rinnovata visione, abbiamo chiuso un triennio difficile e impegnativo, con risultaticoncreti che confortano le nostre scelte e la volontà di proseguire lungo la strada tracciata. Pererogare servizi sempre migliori e a condizioni competitive per le associate, supportandolenella loro funzione di servizio a famiglie e imprese.

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Mai come in questi tempi i numeri hanno assunto un’importanza rilevantenella vita di ognuno di noi. Quotidianamente l’attenzione è catturata dal-l’andamento dello spread, dal rapporto tra il deficit ed il PIL, della varia-zione, anno su anno, del PIL stesso. Numeri. Numeri sulla base del cui andamento siamo stati chiamati a faresacrifici importanti ed altri probabilmente dovremo farne. E nel nostromestiere di numeri se ne aggiungono altri, gli indici di patrimonializza-zione, il livello delle sofferenze, la redditività, i tassi di interesse, il rapportoimpieghi/raccolta, il cost/income, solo per dirne alcuni.Numeri. Numeri le cui dinamiche, giorno per giorno, si aggiornano in sensoapparentemente sempre più negativo, dandoci l’impressione di esserne tra-volti e di essere impotenti di fronte ad essi.

Non sempre è così. Si può e si deve rispondere ai numeri negativi. Come? C’èun solo modo: con numeri positivi. E come generare numeri positivi? C’è unsolo modo: occupandosi, coerentemente, con costanza, con professionalità, deinumeri stessi.Nel contesto di estrema incertezza che oggi viviamo, peraltro, i numeri – e i ri-

sultati che rappresentano - costituiscono l’unico fattore guida in grado di razionalizzare l’in-terpretazione dei fatti e ridurre lo spazio concesso all’irrazionalità.Credo di poter affermare che la nostra Federazione abbia, da tempo, lavorato in tal senso.Chi vi scrive, come sapete, ha sempre rivolto grande attenzione ai numeri, anche sulla basedella semplice considerazione che noi, fondamentalmente, numeri produciamo. Ebbene, questa costante attenzione e questo continuo impegno ci consentono, oggi, di pre-sentare, pur nella consapevolezza di un contesto negativo, che desta forti segnali di preoc-cupazione che non possono essere ignorati, dei numeri positivi, sia con riguardo alle BCCassociate, sia con riferimento alla Federazione stessa.Ritengo importante sottolineare ciò e, per questo, ai nostri numeri ho dedicato un insertospeciale di questo numero della rivista Orizzonti, intitolato Facts and figures, che è l’espres-sione con la quale, nel mondo anglosassone, si intende la concretezza, l’essenzialità dellecose, i fatti rappresentati da numeri. Fatti, come la continua crescita strutturale delle nostre Banche, che, nell’ultimo triennio,hanno visto aumentare il numero degli sportelli dell’11,4%, dei soci dell’9,5% e dei dipen-denti del 10,4%. A questa si è accompagnata una crescita dei volumi intermediati in misura maggiore rispettoa quella degli stessi volumi degli Istituti presenti sul territorio, con un generalizzato aumentodelle quote di mercato. Gli impieghi sono cresciuti, nel triennio, del 36,9%, raggiungendoquasi 8,5 miliardi, la raccolta del 21,1%, raggiungendo quasi 11 miliardi, e si è riusciti, co-munque, a mantenere il rapporto impieghi-raccolta, ancora inferiore all’80%, su livelli suf-ficientemente prudenziali.Dal 2009, è aumentata dell’1,4% la patrimonializzazione di base e del 2,1% quella com-

APPUNTI DEL DIRETTORE

I numeri ci danno ragione

di Paolo Giuseppe Grignaschi

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plessiva, mentre la redditività ha fondamentalmente tenuto. Nel 2011 l’utile lordo aggregatodelle BCC della Federazione è stato sostanzialmente in linea con quello dell’anno prece-dente, ma la maggior parte delle Associate ha fatto registrare un risultato economico nettomigliore di quello del 2010 e, nel triennio, le nostre Banche hanno, complessivamente, pro-dotto oltre 140 milioni di reddito, con un valore sociale creato nel triennio che raggiungequasi 1,2 miliardi di euro.La Federazione non è stata da meno. Non si può parlare di utili (non ci sono concessi), madi valore sì. Ci si riferisce al valore creato dalla continua crescita del volume di attività for-nito alle Associate, che, nel triennio, è cresciuto del 19,3% ed ha raggiunto i 4,4 milioni dieuro, con uno sbilancio del valore dei servizi resi ai soci rispetto al costo per i soci stessiche, sempre nel triennio, ha superato i 700.000 euro. A questo importo va aggiunto quellodi 1.150.000.000 euro, che è la somma dei contributi che, negli ultimi anni, la Federazioneha restituito ai propri soci. Ancor più importante e significativa è la continua decrescita,anno su anno, del totale dei contributi richiesti alle Associate, al netto di quelli rigirati al Si-stema (nel 2011 si è già al quinto anno consecutivo). Ciò è il risultato tangibile dell’efficienza della Federazione, misurata anche dalla sempreminore incidenza dei contributi associativi sul valore della produzione dei servizi, che eraal 67,5% nel 2005 e che, nel 2011, è scesa al 43,2%, grazie ad un controllo dei costi pres-soché giornaliero, a partire dal costo del personale, la cui incidenza sui ricavi da servizi èpassata dal 131,5% del 2005 al 62,8% del 2011.Attenzione e controllo dei costi che, certamente, non significa risparmiarsi sulla attività ef-fettuate in favore delle Associate, le quali, anzi, sono, come detto in precedenza, in continuacrescita, ma significa lavorare per consentire alle BCC di focalizzarsi sul proprio core bu-siness. Possiamo affermare, con orgoglio, che tutte le nuove disposizioni normative, che,come noto, ormai vengono emanate a distanza di pochi mesi l’una dall’altra, sono preven-tivamente recepite dalla Federazione, che, poi, provvede immediatamente a fornire alle As-sociate tutto il supporto necessario per l’adeguamento normativo. Un supporto di qualitàche arriva sin dentro la Banca, certificato dalle ispezioni della Vigilanza della Banca d’Italia,i cui rilievi nei confronti del sistema dei controlli interni e dell’organizzazione aziendale,sono in costante diminuzione, in un contesto generale che, invece, va nella direzione opposta.Questo ha consentito alle Banche della Federazione di essere, nel 2011, quelle con l’importosanzionatorio medio per BCC minore tra tutte le Federazioni italiane.

Siamo perfettamente consapevoli che dietro questi risultati si annidano anche delle possibilicriticità: la crescita degli impieghi rispetto alla raccolta non può continuare all’infinito, cosìcome la crescita degli sportelli sul territorio dovrà obbedire, sempre di più, a logiche di red-ditività ed efficienza, piuttosto che di mera espansione territoriale. Il livello delle sofferenzeè, comunque, alto e la congiuntura economica attuale non lascia presagire nulla di buonoper i prossimi mesi. Sull’efficienza è necessario lavorare ancora molto, in quanto il cost in-come è ancora troppo elevato e non sono ancora sfruttati appieno i benefici che possono de-rivare dall’esternalizzazione comune dei processi aziendali e quelli derivanti dalla possibilitàdi usufruire di un Sistema Informativo unico, su cui innestare processi standardizzati di con-trollo direzionale.Siamo, comunque, fieri dei nostri risultati, che rappresentano, in concreto, il dividendo diquell’unione la cui forza è stata, da molti anni a questa parte, sempre predicata e sottolineatada questa Federazione. Abbiamo davanti a noi tempi molto duri, ma i nostri risultati, purnon garantendoci il futuro, se non altro ci indicano in maniera inequivocabile la strada: an-dare avanti tutti insieme.

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In un contesto difficile comequello relativo all’esercizioconclusosi a dicembre 2011, leBCC Associate hanno mostratoancora segnali incoraggianti,sia in termini di sostegno ai ter-ritori di competenza, sia con ri-ferimento alla stabilità degli equilibri tecnici interni.È continuato infatti anche per l’esercizio appena conclusol’incremento dei finanziamenti all’economia, in misurasuperiore rispetto al Movimento delle Banche Coopera-tive e al Sistema nel suo complesso, con un volumecomplessivo che ormai supera gli 8,6 miliardi di euro,con un tasso annuo di crescita del +9,5%.Oltre il 40% dei finanziamenti è andato alle famiglieconsumatrici; il 33% è stato canalizzato al settore pro-duttivo attraverso le famiglie produttrici e le imprese. Inaumento anche le masse fiduciarie, pari a 10,8 miliardidi euro, con un incremento del +1,5%, con una dinamicache si mostra migliore del Sistema BCC ma che cedequalcosa rispetto al dato del complessivo Sistema Ban-cario.Ancorché il contesto di rischio si mostri tuttora in fasedi peggioramento, le politiche improntate alla prudenzae alla stabilità del Sistema interregionale, hanno con-sentito anche per l’esercizio in parola di attenuare gliimpatti delle dinamiche avverse sugli equilibri tecnicidella Banca.

PRIMO PIANO

La tenuta delnostro sistemainterregionalePer le BCC di Lazio,Umbria, Sardegna un 2011 ancorain controtendenzarispetto alle altre Banche: non solo miglioral’efficienzanell’allocazionedelle risorse sul territorio, ma siconferma ancheil rigore nellepolitiche gestionali

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A fronte infatti di una lieve riduzione del -4,75% dell’utile aggregato, il bilancio con-solidato delle BCC Federlus mostra un in-cremento del +13,6% del margine di inte-resse, unna dinamica positiva del +4,7%del margine di intermediazione e una ridu-zione dei costi operativi del -1,4%.La contrazione dell’utile aggregato – co-munque pari a 38,2 milioni di euro – è in-teramente imputabile alle svalutazioni sucrediti e alle perdite sulle attività di nego-ziazione titoli: l’evoluzione decisa del con-testo di rischio sul territorio, ha spinto infatti le BCC aincrementare prudenzialmente la quota delle svalutazioni,portandole, in termini relativi, al 60% dell’ammontaredeteriorato, a fronte di un incremento della rischiositàdel credito che denota tuttora tratti di straordinarietà,anche se in misura sensibilmente inferiore rispetto al re-sto del Sistema: le sofferenze lorde presso le BCC diLazio, Umbria, Sardegna sono aumentate del +18,7%.Ancora rassicuranti si mostrano gli indici relativi al rap-

porto impieghi/raccolta – in Federlus an-cora inferiore all’80% – e, soprattutto,quelli relativi all’adeguatezza patrimoniale:15% il Tier 1 capital ratio e 17,35% il Totalcapital ratio.Se da un lato, dunque, aumenta lo sforzodelle BCC delle tre regioni nel sostenerel’economia locale, d’altro canto permanela politica di rigore volta a efficientare l’al-locazione delle risorse sul territorio, pre-servando la stabilità degli equilibri tecniciinterni, nell’assoluta convinzione di poter

giocare un ruolo decisivo per la tenuta e lo sviluppo deiterritori, cercando al contempo di riprodurre quelle qua-lità già presenti nella Categoria e sottolineate anche dalVice Direttore Generale della Banca d’Italia Anna MariaTarantola al recente Congresso Nazionale delle BCC:“buone prassi gestionali, capacità di governare i processiaziendali e rapporto corretto con il territorio“.

Alessandro Ceccarelli

È continuatol’incremento dei finanziamentiall’economia in misura superiorerispetto al Movimentodelle BancheCooperative e al Sistema nel suocomplesso, con unvolume che ormaisupera gli 8,6 miliardidi euro e con un tassoannuo di crescita del +9,5%

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A colloquio conAlberto Alesina, economista di fama internazionale: “In paesi come l’Italia, dove la pressione fiscale è vicina al 50% del Pil,ostinarsi a ridurre deficit e debito aumentando le imposte è inutile, oaddirittura controproducente”

Intervista a cura di Gianfranco Ferroni

Per Alberto Alesina la linea delgoverno di Mario Monti ha biso-gno di alcune correzioni. Classe1957, docente alla Harvard Uni-versity e research visiting profes-sor alla Bocconi, Alesina si è lau-reato nel 1981 all’Università Boc-coni e ha ottenuto il PhD. in Economics alla HarvardUniversity, dove è attualmente professore di Economia.Attento osservatore della realtà economica e finanziariaitaliana, è un applaudito protagonista di convention azien-dali, incontri con i board di gruppi industriali e bancari,chiamato per spiegare quali sono gli scenari mondiali.Non le manda a dire, il docente di Harvard, circa il pianodi investimenti prospettato dal ministro Corrado Passera:cento miliardi da dedicare al sistema stradale per luisono un’esagerazione. Preferisce le riforme strutturalial sistema del mercato del lavoro e le liberalizzazionipiuttosto che tornare a calcare i vecchi schemi dellaspesa pubblica, caratteristici di altre stagioni politicheitaliane.Professore, i lavori sull’autostrada Salerno-ReggioCalabria sembrano essere in cima ai pensieri del go-verno. È d’accordo?No. Trovo sbagliato il programma governativo di inve-stire cento miliardi nelle infrastrutture: l’Italia non neha bisogno, la rete esistente è più che sufficiente per leesigenze del sistema produttivo. I problemi sono altri, espingere su una linea di progetti che non ha nulla dinuovo non è un segnale positivo.In Italia qual è il primo problema da risolvere persuperare la crisi?Se lo Stato non riduce la spesa, i cittadini si aspetterannoche prima o poi le tasse aumentino di nuovo: è il primomotivo per cui i consumi languono. Immaginiamo invecetagli di spesa che permettano di ridurre almeno di un

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PUNTO CONGIUNTURALE

Tagliare la spesa per ridurre la pressione fiscale

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po’ la pressione fiscale. Il meccanismo che s’instaura èopposto. Il costo del lavoro tende a scendere perché siriduce il cuneo fiscale, e la riduzione di consumi dovutaai tagli di spesa, che comunque sarebbe modesta se sitagliasse spesa improduttiva, è compensata dalla ridu-zione del costo del lavoro. Questo consente alle impresedi abbassare i prezzi soprattutto se le liberalizzazionisono accompagnate da un rafforzamento dell’Antitrust.Inoltre, le liberalizzazioni fanno crescere la produttività:un altro motivo per cui i prezzi potrebbero scendere. E qual è l’errore che invece non ci consente di usciredalla spirale negativa?Lo sbaglio da evitare, e che invece in Europa è semprepiù frequente, è dare eccessiva importanza alla dimen-sione dell’aggiustamento dei conti pubblici, trascuran-done la qualità. In paesi come l’Italia, dove la pressionefiscale è vicina al 50% del reddito nazionale (Pil), osti-narsi a ridurre deficit e debito aumentando le imposte èinutile, o addirittura controproducente perché ogni be-neficio rischia di essere annullato dall’effetto recessivodi un ulteriore aumento della pressione fiscale.Occupazione e spending review: quali sono i legamitra questi due temi?Riforma del mercato del lavoro ed equilibrio dei contipubblici hanno un ovvio collegamento: l’impiego pub-blico, che è una delle fonti principali di rigidità dellaspesa. Tant’è vero che le amministrazioni pubbliche, peracquisire un po’ di flessibilità, fanno esse pure ricorso acontratti a tempo determinato, contribuendo a creare an-

che qui un mer-cato del lavoro“duale”. Per moltiaspetti, quindi, iproblemi del mer-cato del lavorodel settore pubblico sono simili a quelli del settore pri-vato. Non solo. Soprattutto nel Sud l’impiego pubblicoè una forma di sussidio permanente, un modo moltoinefficiente per trasferire reddito alle regioni del Mez-zogiorno, che non le aiuta a diventare più produttive,anzi ostacola lo sviluppo dell’occupazione nel settoreprivato. Per giusti motivi di equità questo governo haeliminato ogni differenza nel trattamento pensionisticotra dipendenti pubblici e privati. Non applicare le mede-sime regole al mercato del lavoro significa reintrodurredifferenze inique nella natura dei contratti.Che giudizio dà del governo presieduto da MarioMonti?Bene le liberalizzazioni e il programma originario delleriforme del mercato del lavoro. Bene la riforma dellepensioni. Male invece la decisione di ridurre il deficitaumentando le tasse, senza tagliare la spesa. Il governoha davanti ancora qualche mese: abbastanza per correg-gere la parte insoddisfacente del suo programma. Anchegli investitori conoscono gli studi che mostrano che soloriduzioni di spesa sono in grado di allentare la morsadel debito. Una correzione di rotta farebbe scendere itassi di interesse aiutando la crescita.

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Alesina è critico sulpiano di investimentiprospettato dalministro CorradoPassera: centomiliardi da dedicareal sistema stradaleper lui sonoun’esagerazione.Preferisce le riformestrutturali al mercatodel lavoro e leliberalizzazioni

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Lo scorso 29 aprile Giuseppe Toniolo è stato proclamatobeato. La cerimonia si è svolta nella Basilica di SanPaolo fuori le Mura. A presiederla, alla presenza di mi-gliaia di fedeli provenienti da tutta Italia, è stato chiamatoMons. Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito dellaDiocesi di Palermo e già assistente ecclesiastico del-l’Azione Cattolica. Con lui hanno concelebrato – fra glialtri – il Presidente della CEI, Card. Angelo Bagnasco,il postulatore della causa di beatificazione e Vescovo di

Assisi, Mons. Domenico Sorrentino, il Segretario gene-rale della CEI, Mons. Damiano Crociata, l’arcivescovoemerito della Diocesi di Milano, Card. Dionigi Tetta-manzi.Fra le autorità presenti, il Ministro della Salute RenatoBalduzzi, il Ministro per i Beni e le Attività culturaliLorenzo Ornaghi, il Vice Presidente della Camera deiDeputati Rosy Bindi, il Vice Presidente del Senato RoccoButtiglione, l’ex Presidente della Camera Pier Ferdi-

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Beatificato lo scorsoaprile lo studiosocattolico che propugnòi valori dellasolidarietà e dell’eticanell’attivitàeconomica

L’esempio di Giuseppe Toniolo per il futuro

del Credito Cooperativo

GIUSEPPE TONIOLO

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nando Casini ed il senatore a vita Emilio Colombo, chefra i vari incarichi ricoperti annovera quello di Presidentedell’Istituto Toniolo.Per il Credito Cooperativo erano presenti Amedeo Piva,Vice Presidente Federcasse e Presidente Federazione Ve-neta BCC ed una vasta rappresentanza delle BCC diGenzano e San Cataldo, entrambe intitolate al nuovobeato, guidate da Presidenti Maurizio Capogrossi e Sal-vatore Saporito.Da Genzano e dal territorio dei Castelli Romani prove-nivano circa trecento persone fra amministratori, dipen-denti e soci che hanno condiviso la gioia della procla-mazione. Sul finire della cerimonia, in collegamento daPiazza San Pietro per la recita del Regina Coeli, PapaBenedetto XVI ha sottolineato la grande attualità del

messaggio di Giuseppe Toniolo fondato sul primato dellapersona umana e della solidarietà.Nato a Treviso nel 1845, padre di sette figli, Toniolo inse-gna prevalentemente all’Università di Pisa come professoredi Economia politica. È l’esponente più in vista del mo-vimento cattolico di fine ‘800. Attivo nell’Opera dei Con-gressi, è fondatore e primo Presidente dell’Unione cattolicaper gli studi sociali. Nel 1893 pubblica la “Rivista inter-nazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie”.

Afferma il prevalere dell’etica sull’economia ed ela-bora proposte di frontiera quali la tutela del lavorominorile e delle donne, la limitazione dell’orario dilavoro, il riposo festivo, la difesa della piccola pro-prietà. Propugna una più determinata presenza deicattolici nella vita civile e dà vita al movimento della“democrazia cristiana”.Con lo scioglimento dell’Opera dei congressi avve-nuto nel 1904, è nominato Presidente dell’Unionepopolare. Su sua iniziativa prendono avvio le Setti-mane sociali. Nel 1908 pubblica il Trattato di eco-nomia sociale. Come scrive Anna Baldazzi, “in untempo in cui i cattolici cercano di riorientare il sensodelle loro scelte valoriali, sociali e politiche, la vitaed il messaggio di Giuseppe Toniolo possono aiutaread indirizzare la loro riflessione a tutto campo e, inparticolare, ad approfondire, secondo la dottrina so-ciale della Chiesa, la crisi dei valori economici cheil mondo intero vive drammaticamente; possono ispi-rare economisti e politici di ogni tendenza per lalungimiranza della visione profetica su cui si incar-dina il pensiero del nuovo Beato; possono sosteneree qualificare l’impegno dei cattolici oggi di cosìstretta attualità e da tempo raccomandato dal ConcilioVaticano II.”Il Credito Cooperativo, attraverso la casa editriceEcra, per l’occasione ha pubblicato il volume Per

un miglior bene avvenire contenente una raccolta discritti scelti dell’autore, in cui sono rinvenibili riferimentispecifici alla cooperazione di credito. Il libro è stato pre-sentato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore diRoma in una manifestazione alla quale hanno preso parteesponenti del mondo politico, del mondo cattolico edimprenditoriale. Nella stessa giornata si è tenuto il Convegno “Costruirela città: la buona politica e la buona finanza. La lezionecooperativa di Giuseppe Toniolo” al quale ha partecipatoil Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi. Anche la Banca di Credito Cooperativo Giuseppe Toniolodi Genzano, in occasione della beatificazione ha pubbli-cato il volume di Anna Baldazzi e Flavio Napoleoni daltitolo Toniolo in provincia. Un’opera destinata in parti-

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Il messaggio di Giuseppe Toniolopuò aiutare ad affrontare, sullascorta la dottrinasociale della Chiesa,la crisi dei valorieconomici che ilmondo intero vivedrammaticamente

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Un messaggio di straordinariaattualità

MaurizioCapogrossiPresidente BCC“G.Toniolo” di Genzano

Presidente, la suaBanca è stata fon-data nell’immediatodopoguerra: ci puòraccontare le ragionidella scelta di ispi-

rarsi per il nome alla figura di Giuseppe Toniolo? La scelta di intitolare la Cassa Rurale di Genzano a Giu-seppe Toniolo è probabilmente frutto di una proposta delprimo presidente Antonio Corese. Egli, avvocato e diretta-mente impegnato in politica, aveva certamente avuto mododi apprezzare le posizioni espresse dal professore di Pisa el’influenza del suo pensiero sull’enciclica Rerum Novarum.C’è di più. Il pensiero di Toniolo aveva avuto autorevoliinterpreti in terra genzanese, primo fra tutti Mons. Gu-glielmo Grassi che, trasferito da Genzano a Marino, nel1909 aveva fondato la Cassa Rurale San Barnaba. Ed ancheper lui si è aperta lo scorso anno la causa di beatificazione.

Giuseppe Toniolo ha sempre sostenuto che l’etica è fat-tore intrinseco delle leggi economiche: non è possibileprescinderne, non solo perché lo esige la morale, maperché ne va della stessa economia, nella misura in cuiessa deve servire al bene integrale e non solo al benesseremateriale dell’uomo. È ancora valido il suo messaggio?Credo che sia di straordinaria attualità. Come sostiene ilpostulatore della causa di beatificazione, Mons. DomenicoSorrentino, Giuseppe Toniolo ha indirizzato la propria ri-cerca nell’elaborazione di “un pensiero incentrato sull’eticacome fattore centrale ed anima di ogni atteggiamento escelta concreta. La sua visione dell’uomo, della società edell’economia si basa sulla persona come bussola dell’agireeconomico.” In un momento storico nel quale si avverteforte l’autoreferenzialità dei comportamenti ciò che ri-chiama a valori che orientino le scelte rappresenta una do-manda a cui siamo chiamati a dare concrete risposte. Quanto il Credito Cooperativo italiano deve ancora oggialla figura e all’opera di Giuseppe Toniolo? Senza dubbio tantissimo. Le Casse Rurali nacquero comebanche di comunità con lo scopo di -sosteneva Toniolo-“emancipare la classe intera dei meno favoriti economica-mente dalla pressione dei capitalisti e dalle fluttuazionidella borsa mercé un capitale collettivo di spettanza dellaclasse stessa, il quale circoli di continuo fra le mani attivee parsimoniose dei cooperatori, cosicché il tenue interesseche esce dalla borsa del sovvenuto rientri tosto nella cassadei consociati ad incrementare il patrimonio comune; lapiccola sottrazione ai lucri privati del singolo trovando cosìil suo compenso nell’aumento del capitale comune, cioèdei fondi riservati costantemente a sussidio e progressodella classe intera.” I valori di base non sono cambiati e mantengono intatta laloro straordinaria forza, nonostante lo sforzo pervicace diregolatori quantomeno disattenti di non considerarli. A noispetta rivendicarne la rilevanza e ri-definire il concetto dicomunità nell’era di internet e della globalizzazione.

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colare ai giovani che operano oggi nella Banca con l’au-gurio che traggano utili spunti di riflessione dalla lezionedi Giuseppe Toniolo e diano prova di quell’intraprendenzae quella passione che animarono quanti seppero affrontarela sfida e superare i non pochi ostacoli che ebbero difronte per dar vita ad un’esperienza che dura nel tempo.Illibro si articola in due parti. Nella prima, Anna Baldazzipone in risalto l’attualità del pensiero di Giuseppe Tonioloe sottolinea l’effetto che la sua opera ebbe nel periododella Rerum Novarum e negli anni del primo Novecentosul mondo cattolico nella Diocesi di Albano.

Nella seconda Flavio Napoleoni scrive degli anni dellafondazione della Cassa Rurale avvenuta nel 1947 pub-blicando una serie di documenti che testimoniano glisforzi affrontati dai soci fondatori che nella loro attività,risultante dalla trascrizione dei verbali assembleari, met-tono in mostra sorprendenti affinità e riferimenti al pen-siero del beato Giuseppe Toniolo. All’affollata presen-tazione del volume, sono intervenuti il Vescovo dellaDiocesi di Albano, Mons. Marcello Semeraro, ed il Di-rettore di Federasse Sergio Gatti.

Flavio Napoleoni

GIUSEPPE TONIOLO

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Il tempo gli hadato ragione

SalvatoreSaporitoPresidenteBCC “G. Toniolo”di SanCataldo La Banca di CreditoCooperativo di SanCataldo è stata costi-tuita 117 anni fa,quando il grande

cooperatore era ancora in vita. Ci può spiegare le ra-gioni che ispirarono questa scelta?Fu fondata nel 1895 con la denominazione di Cassa Ruraledi Prestiti di San Cataldo, grazie all’intervento di un par-roco, don Luigi Cerutti, amico di Giuseppe Toniolo, che,nei pressi di Venezia, da poco aveva costituito la primaCassa italiana di ispirazione cattolica. Alberto Vassallo, giovane sacerdote sancataldese, poi nun-zio apostolico, è stato una figura tipica di prete leoniano.Durante i suoi studi a Roma, nel 1894, incontrò don LuigiCerutti, teorico e organizzatore del cooperativismo conta-dino cattolico in Italia. Vassallo colse subito la rispondenzadella struttura creditizia della Cassa Rurale con le esigenzedel frantumato e fragile ceto contadino sancataldese. Così,un anno dopo, nel 1895, portò don Cerutti a San Cataldo,dove intanto era stato preparato il campo per l’istituzionedella Cassa Rurale. Le cronache del tempo raccontano chedon Cerutti riuscì nell’arco di un pomeriggio ad appassio-nare tanto gli animi dei sancataldesi, che il giorno dopo fustipulato l’atto di fondazione della nostra Cassa.A seguito del Regio Decreto 26 agosto n. 1706 del 1937avvenne la trasformazione della denominazione dell’istitutoin Cassa Rurale ed Artigiana. L’allora presidente della Cassa, l’avvocato Arcangelo Cam-marata, amico del cardinale Montini, futuro Paolo VI, e vi-cino agli ambienti nazionali della Fuci, decise di rendereomaggio a uno dei protagonisti del cattolicesimo italiano,appunto Giuseppe Toniolo. Lo fece per stima nei confrontidell’economista trevigiano, al quale era legato anche peraver militato nella Fuci.

Portare il nome di Toniolo ci rende particolarmente orgo-gliosi del riconoscimento che la Chiesa gli ha tributato. Altempo stesso, ci sentiamo responsabilizzati da questo eventocosì fuori del comune.Quanto il Movimento cooperativo cristiano deve alla fi-gura e all’opera di Giuseppe Toniolo? Giuseppe Toniolo fu, tra gli uomini del suo tempo, quelloche più di ogni altro dedicò i suoi studi allo sviluppo e al-l’affermazione del movimento sociale cattolico e delleCasse Rurali per dare più dignità e rispetto ai poveri e aidiseredati e per strapparli dagli artigli degli usurai.Era un periodo in cui l’avvento della rivoluzione industrialeaveva stravolto l’assetto del sistema economico e la vitadelle famiglie e dei lavoratori.Le cooperative di credito mettevano e mettono, ancora oggi,al centro di tutto l’uomo: mutualità solidale, territorialità,localismo, mancanza di fine di lucro, costituzione di riserveordinarie e straordinarie inalienabili e indivisibili, l’attri-buzione di uguali poteri decisionali ai partecipanti con loscopo di migliorare le condizioni morali e materiali deisoci fornendo loro il denaro necessario.I vincoli economici dovevano, tuttavia, essere “un mezzooccasionale per rinsaldare i legami della carità e della fedecristiana”.L’attualità del pensiero tonioliano potrà subire adattamentinel futuro, ma i principi fondanti non possono cambiareperché contengono l’essenza della Dottrina Sociale dellaChiesa, risposta alternativa al liberismo sfrenato e sen-z’anima, all’individualismo egoista del capitalismo cosìcome al collettivismo socialista.Giuseppe Toniolo ha sempre sostenuto lo stretto legametra etica ed economia. Quanto è ancora attuale il suomessaggio?Toniolo trattò di problemi del Credito Cooperativo oltreun secolo fa, sviluppando un sistema idoneo ad affrontarei bisogni delle classi più deboli attraverso il mutualismo eil cooperativismo sempre nel rispetto degli ideali religiosie morali che l’anticlericalismo avanzante minacciava.Il legame tra economia e morale ai tempi di Toniolo sem-brava un’eresia perché andava contro i principi del liberi-smo, ancora oggi dominante. Era considerato una pastoia,una regola innaturale. La Dottrina Sociale della Chiesa,condivisa e sostenuta da Toniolo, era in netto contrasto coni principi liberisti che propugnavano un’economia senzafreni. Oggi il principio cristiano della necessità dell’etica nel-l’economia è stato messo in evidenza dalla immane crisiche viviamo e che tanti danni sta procurando.Toniolo sostenne strenuamente che l’attività economicadeve essere al servizio dell’uomo e del bene comune. Iltempo gli ha dato ragione!

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Si è svolta a Perugia dal 13 al 15 aprile scorsi, la mani-festazione “NoiCoop: le cooperative al centro!”, orga-nizzata da Confcooperative Umbria con l’obiettivo direndere visibile a tutti il patrimonio lavorativo, sociale eculturale messo ogni giorni in campo dagli addetti dellecooperative aderenti.La tre giorni perugina, organizzata in occasione del-l’Anno Internazionale delle Imprese Cooperative, indettodall’ONU per il 2012, è stata ricca di eventi, convegni,degustazioni proiezioni cinematografiche, dimostrazioni

dell’artigianato cooperativo e attività ludiche riservateai bambini. Nel centro storico di Perugia, a corso Van-nucci, nelle tre giornate sono stati allestiti degli standsdelle Cooperative per promuovere i loro prodotti e i ser-vizi nell’ambito di una serie di iniziative tese a valoriz-zare il ruolo e l’importanza dell’economia cooperativanella regione umbra.Evento di apertura è stata l’assemblea annuale e il rinnovodelle cariche di Confcooperative Umbria. Confermatoalla Presidenza, per acclamazione all’unanimità, Andrea

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CONVEGNO NOICOOP

NoiCoople cooperative al centro

Una tre giorni a Perugia organizzatada ConfcooperativeUmbria per valorizzare il ruolo e l’importanza dell’economiacooperativa nella regione

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Fora, ormai al suo terzo mandato consecutivo. “Indub-biamente la mia rielezione – ha commentato soddisfattoFora – è la tappa di un percorso avviato da anni in cuiabbiamo cercato di rinnovare l’Associazione, in un pe-riodo in cui le cooperative hanno resistito alla crisi anchecon saldi positivi. Anche se la crisi inevitabilmente stacolpendo alcune nostre imprese, la cooperazione è prontaad affrontare le sfide nei vari settori produttivi e sociali,forte di numeri significativi e in crescita”. Tra gli inter-

venuti all’assemblea il Direttore Generale di Confcoo-perative Giuseppe Maggi e il Vice Presidente Carlo Mitrache ha sottolineato “come quello umbro possa essereconsiderato un modello cooperativo valido capace di co-niugare gli elementi strategici del territorio e della co-munità in una regione piccola ma con grandi potenzialità.In Umbria – ha proseguito Mitra – Confcooperative stalavorando bene mostrando capacità nell’affrontare i pro-blemi utilizzando al meglio le risorse locali”. Nel presentare il calendario delle tre giornate, il Presi-dente Fora ha spiegato come “il modello cooperativo siaespressione dell’economia reale in quanto in tutti i suoiambiti operativi (welfare, agroalimentare, sociale, cre-ditizio, consumo, sanità) nasce ed opera esclusivamenteper dare risposte ai bisogni del territorio”.La manifestazione è stata sponsorizzata da Farmacentroe dalle Banche di Credito Cooperativo Umbre (Manti-gnana e Perugia, Spello e Bettona e Crediumbria) incollaborazione con la Federlus, che oltre ad un impor-tante sostegno hanno allestito uno stand informativo sulCredito Cooperativo e sul nostro modo di essere “banchedifferenti”. Nella giornata conclusiva si è poi svolto un convegnodal titolo “Il ruolo del Credito Cooperativo per lo svi-luppo della comunità regionale e le proposte contro lacrisi”, al quale hanno preso parte oltre al Presidente diConfcooperative Umbria, il Sindaco della città di PerugiaWladimiro Boccali e l’Assessore allo Sviluppo Econo-mico e Attività Produttive Regione Umbria VincenzoRiommi. Il tema centrale del Convegno è stato trattato

dal Direttore Federlus PaoloGiuseppe Grignaschi, che haspiegato quale può essere ilruolo delle BCC in questoperiodo di profonda crisi a li-vello nazionale e in Umbria.In rappresentanza delle BCCumbre è poi intervenuto il di-rettore Generale della BCCdi Spello e Bettona Mauriziodel Savio che ha parlato delleproposte e dei prodotti che leBCC possono offrire. Inchiusura è poi intervenuto ilVice Direttore Generale diFedercasse Roberto Di Salvo.

Brunella Venier

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Andrea Foraconfermato Presidentedi ConfcoopertiveUmbria: “Anche se la crisi sta inevitabilmentecolpendo alcunenostre imprese, la cooperazione èpronta ad affrontare le sfide nei vari settoriproduttivi e sociali,forte di numerisignificativi e in crescita”

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Dopo Piemonte, Veneto eMarche, il “Road Show Italia2011-2012” si ferma nel Lazio:il quarto appuntamento del viaggio, organizzatodall’Associazione BancariaItaliana per avvicinare le banche a istituzioni, impresee cittadini e favorire cosìoccasioni d’incontro sulterritorio, fa tappa a Viterbo

Il “via” all’evento nellamattinata del 25 maggio,con l’incontro con lescuole cittadine: gli stu-denti di oltre 8 classi dielementari e medie hannovissuto una mattinata al-l’insegna dell’educazionefinanziaria, assistendo aduna lezione ispirata altema “Come sarebbe ilmondo senza le banche”,tenuta da un docente dieconomia dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuoredi Milano. L’obiettivo del-

l’evento è stato quello di creare coinvolgimento grazie auna lezione interattiva che ha trasmesso agli studenti, inmodo semplice e divertente, l’utilità dei principali servizifinanziari, facendoli riflettere su come sarebbe la vitaquotidiana delle loro famiglie e della loro città se le ban-che non esistessero. Al termine, le classi hanno peraltrovisitato alcune filiali cittadine, così da sperimentare una

prima esperienza diingresso in banca.Nella mattina di sabato 26 maggio, si è tenuto invecel’evento istituzionale, presso l’HC Hotel Villa Sofia.Dopo il saluto delle istituzioni, si sono susseguite duesessioni di approfondimento: nella prima tavola rotonda,rappresentanti dell’industria bancaria locale e del mondoproduttivo regionale hanno cercato di fotografare assiemel’attuale congiuntura, ragionando sulle possibilità di unasempre maggior sinergia e vicinanza tra banche e im-prese. Nel secondo momento, si sono confrontati ban-chieri e imprenditori laziali, ambasciatori del made inItaly nel mondo, sul tema dell’impegno delle impresebancarie per lo sviluppo dell’Italia. È intervenuto a se-guire il vice presidente della Commissione europea, An-tonio Tajani, e la chiusura dei lavori è stata quindi affi-data alle parole del presidente dell’ABI, Giuseppe Mus-sari.Per la nostra Federazione, sono intervenuti alle due tavolerotonde Mauro Pastore, Direttore Generale della BCCdi Roma e il Direttore della Federazione, Paolo Gri-gnaschi.Tutti d’accordo sulla gravità del momento che stiamovivendo, ma rimane la forte contrapposizione tra ilmondo imprenditoriale, che chiede fiducia e uno sforzoulteriore da parte del Sistema Bancario, e le Banchestesse, che rappresentano tutte le difficoltà che le turbo-lenze finanziarie e un certo tipo di regolamentazione disettore stanno provocando nei rispettivi scenari tecnici.Proprio le regole, sono una delle questioni più richiamateda entrambe le parti: secondo lo sfogo di Angelo Pieridella CNA di Viterbo “non si può valutare un’impresaanalizzando il suo rating, gli indici di bilancio e premereun bottone da Berlino”; d’altro canto, Francesco Iorio,Direttore Generale di UBI Banca, afferma come “inItalia le banche impiegano cento e raccolgono ottanta,ieri ci chiedevano 7 euro di capitale per ogni cento diimpieghi, oggi ce ne chiedono 8, domani 9. Sostenere ilterritorio in maniera generalizzata diviene in questo sensoinsostenibile”.Altro tema su cui si è tornati più volte, anche grazie allapresenza di Donatella Visconti, Presidente di Banca Im-

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CONVEGNO ABI

Road Show Italia 2011-2012: Viterbo!

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presa Lazio, è quello relativo alla filiera della garanzia.Secondo il rappresentante della Confesercenti “la filieradella garanzia può costituire un mezzo per ridefinire intermini nuovi il rapporto tra le Banche e le imprese, an-che estendendo nel Lazio l’utilizzo del Fondo Centraledi Garanzia”. La Visconti ha esaltato invece, in questosenso, il “potenziale moltiplicativo e anticiclico dellostrumento di garanzia”, rimarcando il ruolo decisivo chele finanziarie regionali, tra cui Banca Impresa Lazio,possono giocare per lo sviluppo e il risanamento dei ter-ritori.Sul ruolo e sulle caratteristiche del rapporto tra Banchee imprese è intervenuta con fermezza il Presidente diConfcooperative Viterbo, Bruna Rossetti, la quale hasottolineato come “in questo momento ci troviamo afare un altro mestiere: facciamo noi la Banca anticipandogli stipendi e i flussi passivi interni, in attesa del paga-mento dei crediti, specialmente nei confronti della Pub-blica Amministrazione”, anche se, a seguire, elogia losforzo di iniziativa delle Banche di Credito Cooperativoin questo momento di grande difficoltà.Proprio il Credito Cooperativo delle nostre regioni – edel Lazio in particolare – esce con un’im-magine positiva da questo confronto. Se-condo Pastore, “negli ultimi dieci anniabbiamo triplicato gli impieghi, non sipuò chiedere di più”.Pastore ha poi affrontato la questione deifondi BCE con una proposta concreta, laprima della giornata: “utilizziamo i fondiBCE per lo smobilizzo dei crediti nei con-fronti della Pubblica Amministrazione,allineando in questo modo scadenze chead origine sono disallineate. La BCC diRoma stanzierà un plafond di trecentomilioni per questa iniziativa”.Ha provato infine ad uscire dalla querelledei numeri il Direttore della Federazione,Paolo Grignaschi, che ha dato un mes-saggio positivo. “Basta tornare al 1500

per vederci primi al mondo per reddito pro-capite, conbanche uniche al mondo. Ricominciamo da questo. Ilmomento di discontinuità chiama tutti ad uno sforzo diimmaginazione, di esplorazione di nuovi percorsi, anchele imprese. La stessa discontinuità che chiediamo al si-stema di regole che sovrintende il sistema economico efinanziario globale, tutelando le nostre specificità, an-dando oltre la standardizzazione”. Messaggio positivo che stempera i toni, astrae dal mo-mento e che viene accolto con un applauso, che sa dibuon auspicio, per il duro lavoro che entrambe le parti –Banche e imprese – sono chiamate a fare nei prossimianni, per costruire tutti insieme un futuro economicopiù roseo. A seguire, intervento istituzionale, di stampo ovviamenteinternazionale da parte del Vice Presidente della Com-missione Europea Antonio Stajani, il quale torna sulleregole e ripercorre tutti gli sforzi che la UE e l’Italia inparticolare stanno applicando affinché vengano recepitedelle istanze specifiche riguardanti la piccola e mediaimpresa, in sede europea.Sulla stessa scia le conclusioni affidate al Presidentedell’Associazione Bancaria Italiana, Giuseppe Mussari,il quale rimarca la preclusione nel fare credito alle PMIcelata dietro i requisiti di Basilea 3 e dell’EBA: “È unabattaglia che va condotta insieme alle imprese, perchése cambiano le regole per le Banche, cambiano succes-sivamente anche per le imprese”.Banche e imprese si tendono la mano a Viterbo, lo fannocon spirito critico e costruttivo, in cerca di un percorsodi crescita che però è ancora lungi dall’essere intrapreso.

Alessandro Ceccarelli

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La “redenzionedell’Agro”, il declino del comparto industriale e le speranze di una nuova bonificaeconomica legata al turismo: la storia di un pezzoimportante d’Italia

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TESORI DEL TERRITORIO

L’Agro Pontinodallabonifica al futuro

Un canale dell’Agro PontinoIn alto, veduta dal Monte Circeo

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L’Agro Pontino paludoso, malarico, in-colto e quasi inabitato di fine ‘800 eracaratterizzato da un sistema di vita ar-caico. Latifondi sconfinati di proprietàdi nobili famiglie romane erano dati inaffitto ai mercanti di campagna che siservivano di “caporali” per organizzarela manodopera costituita da braccianti,spesso indecorosamente sfruttati; altre fi-gure come butteri, cioccatori, carbonari,tagliatori e poche centinaia di pastori de-diti alla transumanza nei pochi mesi sa-lubri dell’anno si avventuravano in queiluoghi dimorando in capanne denominate“lestre”. In realtà gli unici residenti stabili dellepaludi erano i fuorilegge, che vi trovanorifugio non potendo rientrare nei loropaesi d’origine. Il paesaggio palustre do-minato dalla “Dea Febbre”, la malaria,aveva ispirato per secoli scrittori poeti epittori e intimorito da sempre gli abitantidella vicina capitale. Dopo i vani i tenta-

tivi di bonifica attuati prima dallo StatoPontificio e poi dal Regno d’Italia, arri-varono i provvedimenti legislativi emanatidal governo fascista, che permisero doposecoli la definitiva “redenzione del-l’Agro”. L’opera di bonifica subì un’ac-celerazione significativa quando a capodell’Opera Nazionale Combattenti (entesorto nel 1917 per il reinserimento deicombattenti della prima guerra mondiale)

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Il Chiostro dell’Abbazia di Valvisciolo

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giunse Valentino Orsolini Cencelli, il quale presentò unpiano al Capo del Governo che prevedeva l’utilizzo deifondi dell’Ente per acquisire i territori palustri dai lati-fondisti, suddividerli in poderi e trasferirvi le famigliedegli ex combattenti del Nord d’Italia, residenti in areedepresse e sovrappopolate.Per debellare paludi e malaria la bonifica doveva essere“integrale”, e operare su più fronti. Oltre all’opera di re-denzione idraulica e agricola si attuò quindi anche unabonifica che potremmo definire “umana”, indirizzata al-l’imponente massa di operai braccianti e coloni che fu-rono trasferiti nell’Agro. Alle grandi opere strutturali(furono realizzate in pochi anni diciotto grandi idrovore,costruiti o riattivati 16.165, chilometri di canali, aperti1.360 chilometri di strade, edificate 3.040 case coloniche,perforati 4.500 pozzi freatici o artesiani ecc.) fu neces-sario affiancare azioni igieniche sanitarie contro la ma-laria come la profilassi chinica e la distruzione delle te-mibili “anofeli”, le zanzare portatrici del parassita checausavano la malattia e infestavano la pianura pontina.La bonifica delle paludi pontine diventò motivo di vantoe grande orgoglio per il regime fascista, i territori boni-

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TESORI DEL TERRITORIO

Intervista allo scrittoreche da Latina haconquistato l’Italia: “E’ una storia che nonpoteva andare persaquella di chi scavòcanali e costruì poderi e città”

Antonio Pennacchi è autoredi numerosi saggi e romanzi(uno dei più noti al pubblicoè Il fasciocomunista, da cuiè stato tratto il film Mio fra-tello è figlio unico): con laconsueta divisa -cappello,sciarpa rossa al collo, blazerblu e il suo aspetto un po’scontroso - l’ex operaio, vin-citore del premio Strega2010 con Canale Mussolini, si presenta alcentralissimo “Bar Poeta” di Latina perparlare della sua opera che ha vendutooltre 400 mila copie e per raccontare dellasua ultima iniziativa: “Pianura Blu – Le vied’acqua della regione pontina”. L’acqua non è un elemento trascurabilenella sua vita, in fondo il libro che l’haconsacrata come scrittore di fama inter-nazionale ha nel titolo proprio un canalee un cognome non facile da pronunciare:“Mussolini”. Perché ha scelto di chia-marlo proprio così?Il canale l’ha fatto lui! Se l’avesse fatto unaltro, quel canale, lo avrei chiamato in un

altro modo. Ora è vero che la bonifica l’-hanno fatta in realtà i 130.000 operai venutida tutta Italia, e soprattutto le tremila fa-miglie, trentamila persone, venute nell’AgroPontino per la fame, portati dal Friuli dalVeneto e dal Ferrarese a bonificare un de-serto paludoso e malarico, rendendolo unvero e proprio giardino. Ma l’hanno fattaal tempo di Mussolini, e questa cosa nonè che si può continuare a nasconderla. Adire il vero, la casa editrice all’inizio nonvoleva nemmeno questo titolo, molte per-sone hanno scelto di non leggere il libroproprio per quel cognome in copertina.Dico cose diverse dagli altri sul Fascismo:certo è stata un’esperienza dolorosa per il

Antonio Pennacchi e l’epopea della bonifica

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paese, penso alle leggi razziali, alle guerre,alla dittatura. Ma ci furono anche elementidi positività, penso all’impostazione dellostato sociale in Italia, alle bonifiche, alleriforme agrarie. Il fascismo tolse le terreai ricchi per darle ai poveri, e, per questomotivo, non si può definire un “governodi destra”: può essere considerato un go-verno autoritario e dittatoriale, e definirlocon tutti i peggiori aggettivi che ci vengonoin mente, ma non certo di destra. Nel libroracconto la storia della bonifica, un “com-pito” che la mia famiglia mi ha affidato, lastoria dei miei avi, del mio podere. Unastoria che non poteva andare persa. Narrol’epopea di quei “giganti” che hanno sca-vato canali, costruito poderi, impiantatoalberi e costruito città, che sono dei veri epropri gioielli dell’architettura del Nove-cento. Quanto è stato costruito ad arte o inven-tato nel suo libro? Ci sono due tipi di scrittori, quelli che in-ventano storie e quelli che sono investitidalle storie che vogliono essere raccontate.Io appartengo al secondo tipo e le assicuroche non è stato facile scrivere del passato,ricordare le persone che non ci sono più, idolori e le sofferenze dei familiari, un lavoroche parte dalla pancia e ti porta a scavaredentro. Nel mio libro, tranne il nome della

famiglia Peruzzi, che in realtà non esiste,tutto il narrato è realmente accaduto allamia famiglia o mi è stato raccontato perchéaccaduto ad altre famiglie venute nell’Agroper la bonifica. E non esiste famiglia di bo-nificatori cui non siano capitate almeno al-cune delle vicende che hanno visto prota-gonista la famiglia Peruzzi. Alcuni mi criti-cano perché scrivo solo del passato e solodi Latina ma credo che sia giusto scriveresolo di quello che si conosce, per poterraggiungere gli altri e farsi capire; bisognacogliere il dettaglio per raggiungere l’uni-versale. Il “giardino” dell’Agro Pontino creato daibonificatori attraverso la bonifica idrau-lica, agraria e umana è ormai largamenteabitato: quale sarà il futuro di “CanaleMussolini”? Questo territorio di oltre 700 chilometriquadrati è stato preda delle acque, paludiinospitali, stagni malarici e foreste impe-netrabili. Per secoli, ci si muoveva solo acavallo o in barca, sugli antichi “sandali”.Dopo la bonifica del Novecento e la colo-nizzazione, fino agli anni ‘60, c’era un maredi biciclette che da tutti i borghi raggiun-gevano le fabbriche appena nate dallaCassa per il Mezzogiorno. Oggi, quelle fab-briche sono quasi tutte chiuse, pure l’agri-coltura è ridotta al lumicino, ma sull’Agro

Pontino continuano a vivere 350 mila per-sone. In alcune zone non c’è più una fasciafrangivento e ci si muove solo in macchina.Non si vede più una bicicletta. Ci vannosolo i pachistani, che più di qualche voltasono ficcati pure sotto! Questa è l’unicapianura italiana, ex-palude, in cui non ci simuove né in barca né in bicicletta, tutti inmacchina a tamponarsi e a inquinare. Daqueste considerazioni nasce il progetto“Pianura Blu – Le vie d’acqua della regionepontina”, con l’obiettivo di ridisegnare ilpanorama agrario e urbanistico dell’AgroPontino, rendendo navigabile l’intera retedei maggiori fiumi e canali di bonifica, conla finalità di valorizzare i prodotti turistici eculturali legati all’acqua. L’iniziativa curatadalla neonata “Officina Pennacchi” è so-stenuta anche dalla Camera di Commerciodi Latina e dal Pomos, (Polo di Ricercaper la Mobilità Sostenibile dell’Università“La Sapienza”). Le vie dell’acqua sono untuffo nel futuro attraverso il recupero delpassato. E poi se non vai in bicicletta o inbarca qua, dov’è che ci vuoi andare? SulleAlpi e gli Appennini? E pensare che c’ègente che da Latina spende i soldi per an-dare in vacanza alla Camargue!

Daniela Novelli

Gli aiuti del “Piano Marshall” e le successivesovvenzioni della Cassa del Mezzogiornogenerarono una nuovafase per la provincia,già caratterizzata damelting pot culturalidovuti alle etnieautoctone e a quelleimmigrate dal Nordper la colonizzazione

Veduta del Garigliano

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ficati diventarono meta d’illustri politici e tecnici datutto il mondo, richiamati dalla ciclopica impresa cheportò efficaci benefici alla crisi economica occupazionaleitaliana di quel periodo. Il successo che il fascismo avevaottenuto con la bonifica delle paludi pontinee la nascita di Littoria, inaugurata il 18 di-cembre del 1932, aveva impressionato anchel’opinione pubblica internazionale, creandonotevole interesse e stimolando la fantasiae l’immaginazione di numerosi di artisti checantarono e riprodussero nelle loro opere lanascita della città di fondazione. E il nuovo comune, Littoria, cuore della bo-nifica, che inizialmente era stato concepitocome un piccolo centro rurale, in pocotempo si trasformò in una città moderna do-tata d’infrastrutture e monumenti, vero sim-bolo del regime. Un palazzo a forma di ‘M’, (l’inizialedi Mussolini), la caratterizza tuttora al suo interno, e gliedifici in stile architettonico razionalista, con rigide strut-

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TESORI DEL TERRITORIO

Franco Cardinali Presidente BCC del Circeo

Il 2012 si sta manifestando come un annomolto difficile per l’economia italiana.Qual è la situazione nell’Agro Pontino enella zona di Fondi?L’economia della provincia, in cui è situatala nostra Banca, si basa principalmentesulle attività di produzione agricola, di al-levamento e sul turismo; attività che, graziea importanti investimenti tesi ad accre-

scerne la qualità, continuano a ricoprireun ruolo centrale nell’economia provin-ciale.Il settore industriale, diffusosi su ampiascala negli anni settanta e ottanta, graziesoprattutto alla disponibilità anche inquest’area provinciale dei fondi della Cassadel Mezzogiorno, ha conosciuto una fortecrisi negli anni novanta, arrivando a “toc-care il fondo” con la chiusura di storicimarchi industriali. Si rileva comunque unaforte crescita del settore terziario, con unconsiderevole sviluppo di aziende infor-matiche, elettroniche, meccaniche, call-center. Un ruolo significativo nell’economia delnostro territorio è ricoperto dai porti com-merciali di Terracina e Gaeta. Il settore pe-sca, pur avendo un forte radicamento nellapopolazione locale, tuttora fortemente le-gata al mare, sta conoscendo da alcunianni significative battute d’arresto; in par-ticolare la concorrenza straniera rischia dimettere in ginocchio il settore.Migliore sembra essere invece la situazionedell’agricoltura. I terreni, sottratti negli annitrenta alle paludi, sono oggi sempre più

intensamente coltivati, sia con la tecnicadel campo aperto, sia attraverso l’utilizzodelle serre coperte a nylon. Nella zona diFondi è attivo il MOF (Mercato Ortofrutti-colo Fondi), uno dei più importanti centridi distribuzione agroalimentare all’ingrossod’Europa, secondo solo a quello di Parigi.Il Mof movimenta circa 1,20 milioni di ton-nellate di prodotti ortofrutticoli all’anno.Ma la crisi si fa sentire anche in questosettore: il calo del 5% registrato dai pe-daggi che si pagano all’ingresso del Mer-cato, testimonia la minore movimentazionedi merci in entrata e in uscita; alcune stimeparlano di un calo del giro di affari del Mofche arriva a toccare anche il 30%.

Quali sono le produzioni agricole trai-nanti del vostro territorio?Nel settore delle produzioni agricole i pro-dotti di eccellenza sono le zucchine, le ca-rote con foglia, gli ortaggi e le verdure de-stinate all’esportazione, in particolare versoi paesi del Nord Europa. Fortemente svi-luppata è anche la frutticoltura, in partico-lare kiwi e la coltivazione della vite Mo-scato: si producono infatti anche nelle no-stre zone importanti vini D.O.C. quali il Cir-ceo e il Moscato di Terracina.Molto diffusa è anche la produzione floro-vivaistica, in particolare nella zona di Sa-baudia dove sono presenti numeroseaziende.

Serve una politica di innovazione per ripartire

È necessario premiarela capacità dei giovanie diffondere unaformazione tecnico-professionale capacedi superare il modelloitaliano “studio e poilavoro”

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ture squadrate e imponenti colonnati marmorei, la ren-dono inconfondibilmente una città del ‘900. Le stesseatmosfere si respirano ancora nelle “città nuove” chedopo poco l’affiancheranno: Sabaudia, Pontinia e Apri-lia. Nel 1934 viene costituita la Provincia di Littoria cuisono annessi anche antichi comuni “scorporati” dalleprovince di Roma e Napoli. Le sue distese agricole di-verranno famose con la diffusione della foto del Duceche trebbia il primo grano nelle paludi conquistate. Untrionfo propagandistico del fascismo che Littoria pagòdurante e al termine della Seconda Guerra Mondiale. LaProvincia e la città nuova rischiarono, infatti, di esserecancellate, ma il buon senso riuscì a prevalere e alla finevi fu solo un cambiamento anagrafico: “Littoria” nel1946, fra non poche polemiche, cambiò nome e diventò“Latina”. Le città nuove e i vecchi comuni annessi allaProvincia, subirono molti danni durante la guerra, acausa dei bombardamenti diffusi, ci furono molti sfollatie dopo una nuova e “tragica bonifica” dei campi minati,grazie anche alla caparbietà e la tenacia dei pionieri

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L’agricoltura locale però, negli ultimi tempi,oltre al calo dei consumi, sta soffrendo an-che l’influenza di altri fattori: l’incrementodei costi di produzione e della manodoperasi sommano all’aumento delle importazionidi prodotti ortofrutticoli dall’estero, che tral’altro, non sempre rispettano gli standardqualitativi richiesti.La zootecnia, altro settore di eccellenza,nonostante la crisi, mantiene ancora un ri-levante peso nella nostra economia. L’in-dustria casearia ad essa collegata, tra lemigliori in assoluto in Italia per la produ-zione di mozzarelle e formaggi freschi, con-serva ancora una forte solidità.Per un ritorno alla crescita dell’intero set-tore, sarebbe strategico un nuovo sistema

di ricerca e intervento che fossein grado di anticipare il bisognodi innovazione, premiare la ca-pacità dei giovani e diffondereuna formazione tecnico-profes-sionale capace di superare ilmodello italiano “studio e poilavoro”, attraverso la partecipa-zione delle imprese alla costru-zione dei processi formativi deigiovani, garantendo un effettivoequilibrio tra domanda e offertaformativa di tipo professionale.

Il vostro territorio è caratteriz-zato oltre che da un forte tes-suto agricolo anche da una im-

portante valenza turistica. Come sta an-dando il settore?La provincia di Latina offre al turismo unavasta gamma di opportunità: dalle celebrimete balneari di Sabaudia, San Felice Cir-ceo e Terracina, già conosciute e apprez-zate sin dai tempi dei Romani, alle bellezzearcheologiche dei resti delle ville imperialiromane, al fascino dei paesaggi naturali-stici e mitologici del Circeo.Le nostre coste sono assalite da turistiprovenienti da tutta Italia, fra i quali moltiprotagonisti del mondo della politica, dellosport e dello spettacolo, e anche dal-l’estero, soprattutto dai Paesi del Nord Eu-ropa. Di ragguardevole menzione sono i

gioielli naturalistici del Parco Nazionale delCirceo e dei Monti Lepini, che offrono alturista un patrimonio storico architettonicorilevante, costituito da numerosi borghimedievali, dalle rinomate Abbazie di Valvi-sciolo e Fossanova, ricche di storia e dicultura; non ultime le meravigliose isoleponziane e la magnifica oasi naturalisticadi Ninfa, gioiello di natura e cultura chesorge dove un tempo regnava la palude esoprannominata “la Pompei del Me-dioevo”.In particolare per il suo clima favorevoledurante tutto l’anno, la città di Sabaudia èda ormai da molti anni, e continua ancoraad esserlo, città dello sport, luogo privile-giato per la partecipazione sportiva degliatleti, in particolare nelle discipline di canoae canottaggio.Le presenze turistiche possono essere in-crementate attraverso i cosiddetti “Educa-tional Tour”, promossi dalla Regione Lazio,che costituiscono uno degli strumenti piùefficaci di promozione e commercializza-zione turistica. Il nostro territorio è in gradodi proporre una vasta e articolata offertaal mercato turistico: spiaggia e mare perle famiglie, percorsi storico-artistico-culturali, enogastronomici, naturalistici ereligiosi; non mancano neppure struttureper congressi, per il benessere e il crocie-ristico.

Il lago di Sabaudia e il Monte Circeo

Il castello di Gaeta

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ormai radicati al territorio, la vita tornò lentamente allanormalità. Gli aiuti del “Piano Marshall” e le successive sovvenzionidella Cassa del Mezzogiorno generarono una nuova faseper la provincia, già caratterizzata da immigrazioni emelting pot culturali, dovuti alle etnie autoctone e aquelle immigrate dal Nord per la colonizzazione. Finoagli anni ‘50, il comparto agricolo rimase alla base del-l’economia pontina, ma la posizione strategica di Latina,tra i due grandi mercati urbani di Roma e Napoli fecerosviluppare negli anni successivi una forte industrializ-zazione, sostenuta da consistenti interventi della Cassaper il Mezzogiorno. Al già variegato ambiente umano,si verificò, per la “bonifica industriale”, un nuovo innestodi popolazione, questa volta però proveniente dal Sudd’Italia. Confermando la sua vocazione di città d’avan-guardia, nel 1958 nella città di Latina cominciarono ilavori di costruzione della prima centrale elettronucleared’Italia, che entrò in funzione solo il primo gennaio del1964. La discussa centrale terminò la sua attività allafine degli anni ’80. E a partire da quegli anni cominciòun lento declino anche per le molte altre realtà industriali

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TESORI DEL TERRITORIO

Superare lacongiunturavalorizzandoagricoltura e turismo

Michele FasuloPresidente BCC del Garigliano

Qual è la situazione nel territorio in cuioperate in questo contesto di crisi gene-ralizzata?Il territorio di competenza della BCC delGarigliano è vasto e comprende comuniche ricadono nell’ambito di tre diverse pro-vince (Latina, Frosinone e Caserta), appar-tenenti a due diverse regioni (Lazio e Cam-pania), assai diversificate sotto il profilodell’economia locale.Già da fine 2010 le aziende presenti sulterritorio hanno iniziato a preoccuparci nonpoco, per cui abbiamo iniziato una intensae continua attività di attenzionamento dellanostra clientela. Ed è stata questa atten-zione al socio e al cliente della Banca checi ha consentito di “limitare i danni” ri-spetto alla crisi che l’intero Paese sta at-traversando.Il Sud del Paese è sicuramente quello cheha risentito maggiormente della negativacongiuntura e, con esso, anche i territoriin cui la Banca opera. Il calo dei consumiha provocato sensibili ripercussioni anchein termini di difficoltà per le aziende mani-fatturiere presenti sul territorio, special-mente per quelle di medie dimensioni en-trate in una spirale di difficoltà progressivesfociate in interruzioni della produzione, inlicenziamenti, in aperture di contenziosicon i fornitori e con il sistema bancario.In un territorio già normalmente povero di

grandi insediamenti industriali, tale situa-zione di difficoltà ha determinato un ulte-riore peggioramento dei profili socio-eco-nomici anche per l’assenza di qualsiasiforma di alternativa in termini occupazio-nali. La situazione attuale può, quindi, ot-timisticamente definirsi di “allerta”.

Quali sono le produzioni tipiche del vo-stro territorio?Vantiamo delle eccellenze in numerosi set-tori dell’economia. In primis nel turismo,che per molti aspetti la fa da padrone, conla bella fascia costiera Baia Domizia-Scauriche arriva a Formia, Gaeta e alla più notaSperlonga.Nell’agro-alimentare, spiccano la produ-zione DOP di mozzarella di bufala e la pre-senza di un buon livello di zootecnia legataagli allevamenti, per l’appunto, di bufale.Molto apprezzata e molto intensa è l’attivitàviti-vinicola, che trova nella produzione delfamoso Falerno la punta di diamante. Laproduzione del Falerno è accompagnatadall’alta qualità dell’Aglianico e della Fa-langhina di Roccamonfina, famosa ancheper la produzione di castagne, al pari del-l’altrettanto noto ed esportato limoncellodella storica ditta artigiana della famigliaPetrone di Mondragone.Sul lato laziale i primi nomi che vengonoin mente sono legati allo storico Pastificio

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che si erano insediate in Provincia,crisi che ha raggiunto l’apice in questiultimi anni. La speranza di una nuova

“bonifica economica” perla provincia di fonda-zione potrebbe arrivaredal fronte turistico. Nelfrattempo, l’incrementodella produzione delcomparto eno-gastrono-mico ed agro-alimentareha attivato una nuova on-data di migrazioni di po-polazioni extracomunita-rie: un esempio significa-tivo è quello del comunedi Sabaudia dove si è in-sediata una delle più nu-merose comunità di in-diani sikh d’Italia.

Daniela Novelli

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Paone di Formia, con la produzione di pa-sta esportata in tutto il mondo, e l’acquaSuio, apprezzata dagli antichi romani per isuoi effetti diuretici e per la sua purezzaassoluta (assenza di nitriti).C’è la pesca, infine, che a Formia e Gaetarinnova quotidianamente una tradizione le-gata alla qualità del pescato quotidiano,che viene messo a disposizione degli ope-ratori commerciali del settore.Di minor intensità ma di elevata qualitàsono la produzione di mela annurca e difrutta in generale, coltivata nelle disteseche delimitano il confine tra Lazio e Cam-pania a ridosso del fiume Garigliano (ter-ritori, questi, che facevano parte della an-tica Campania felix).

Quali ritiene siano le risorse di cui di-spone il vostro territorio da usare comevolano per uscire dalla crisi?L’agricoltura con le sue eccellenze in primafila, come detto prima. Poi il turismo, chepuò fare la sua parte di produttore di valoreaggiunto e di occupazione stabile, i cuioperatori devono avere però il coraggio diinnovare, di ammodernare le strutture, diprogrammare e promuovere le bellezze delterritorio e gli eventi che si organizzano.

“Il progetto PianuraBlu – Le vie d’acquadella regione pontinaha l’obiettivo di ridisegnare il panorama agrario e urbanisticodell’Agro Pontino,rendendo navigabilel’intera rete deimaggiori fiumi e canali di bonifica”

I giardini di Ninfa

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Nonostante la crisi la provinciatiene

Maurizio ManfrinPresidente Cra dell’Agro Pontino

Il 2012 si sta manifestando come un annomolto difficile per l’economia italiana.Qual è la situazione dell’Agro Pontino?Come noto, in Italia le condizioni finanziariedel settore privato rimangono nel com-plesso equilibrate. Famiglie e imprese ri-sentono però della recessione in atto edelle tensioni nell’offerta di prestiti. Ad ar-ginare le difficoltà contribuiscono le misureintrodotte negli ultimi due anni dal Governoin favore di famiglie e imprese indebitate egli accordi tra le associazioni di categoriadi banche, imprese e consumatori.Nel contesto territoriale di riferimento ladifficile fase congiunturale ha avuto unchiaro riflesso nei movimenti demograficiper l’anno 2011 che hanno evidenziato unasituazione di relativa difficoltà del sistemaimprenditoriale peraltro non difficile da pre-vedere alla luce del peggioramento del“clima economico” nazionale.Al 31 dicembre 2011, le imprese iscrittealla CCIAA di Latina risultano 57.812, dellequali 47.457 attive (82,09% del totale). Ilsaldo in termini assoluti tra le impreseiscritte durante l’anno e le cessate (al nettodi quelle cessate d’ufficio) è stato pari a+707 unità, per un tasso di crescita

dell’1,22% (nel 2010 era stato dell’1,39%),determinato da un tasso di natalità del6,82%, a fronte di un indice di mortalitàdel 5,60%, che pure mette in risalto unasufficiente capacità di tenuta della provinciadi Latina. Alla fine del 2011 i saldi relativi alle iscrizionie cessazioni per forma giuridica confermanoancora una volta il trend positivo delle So-cietà di Capitali (+3,9%) che mantengonouna progressione crescente e hanno ormairaggiunto un peso del 26,22% dell’interotessuto imprenditoriale. Le imprese indivi-duali risultano essere al di sotto del 55%della globalità delle imprese operanti in Pro-vincia, con un tasso di crescita praticamentenullo; si segnala, inoltre, la crescita lieve-mente inferiore delle società di persone(+0,45%) nel 2011, a fronte del +0,53% del2010. Per ciò che riguarda l’imprenditoriagiovanile, nella Provincia di Latina a fine2011 risultano essere registrate 7.333 im-prese junior, che rappresentano il 12,68%del totale, quota superiore sia al valore re-gionale (10,52%), sia a quello nazionale(11,41%). Dell’insieme delle imprese gio-vanili della provincia quasi un terzo, ben2.179, operano nel commercio; a seguire

si registra una buona presenza nelle costru-zioni (1.031) e nell’Agricoltura (930). Questeultime, in particolare, hanno beneficiato delleazioni intraprese negli ultimi anni nell’ambitodel Programma di Sviluppo Rurale della re-gione Lazio (PSR, programmazione 2007-2013) finalizzato all’insediamento dei gio-vani in agricoltura.I dati evidenziati sembrano testimoniarecome il sistema delle imprese provincialistia resistendo nonostante la difficile si-tuazione congiunturale: permangono timidisegnali di speranza per una possibile ri-presa futura da ricercarsi attraverso uncoinvolgimento di tutte le componenti ope-ranti sul territorio.

Il vostro territorio è caratterizzato da unaforte valenza agricola. Come sta andandola stagione e quali sono le produzioni dipunta? Esaminando l’andamento dell’economiaprovinciale, emerge il dato negativo riscon-trato dall’agricoltura che presenta un tassodi crescita nel 2011 del –2,24%, a con-ferma del trend rilevato anche negli anniprecedenti e ad ulteriore indicazione di unacrisi settoriale della quale è difficile preve-

Veduta di Sperlonga

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dere un’inversione ditendenza. La grave crisieconomica si sta riper-cuotendo inevitabilmentenel settore agricolo dovel’accesso al credito, dasempre, rappresenta unodei problemi più sentiti.Dai dati in nostro pos-sesso, sembra tuttaviache l’incidenza delle sof-ferenze bancarie del-l’agricoltura si mantengastabile, pur risultando inaumento le richieste diaccesso al credito fina-lizzate a fronteggiare ecoprire le emergenze diliquidità che purtroppocontinuano a preoccu-pare le imprese agricolepontine. Debole appare,soprattutto, la posizione finanziaria dellepiccole e piccolissime imprese, che costi-tuiscono il comparto più numeroso del no-stro sistema produttivo, la cui esposizionenei confronti del sistema bancario è postaa copertura del capitale circolante e quindi

della produzione corrente.Nonostante le difficoltàevidenziate, gli ultimi annihanno segnato il raggiun-gimento di una serie di ri-sultati quali la costituzionedel “Consorzio kiwi Latina”per la tutela del marchio,terzo caso in Italia, la re-gistrazione del marchiocomunitario di denomina-zione di origine protettaper le “olive di Gaeta” e perl’“olio Colline Pontine”,nonché dell’indicazionegeografica protetta per il“sedano bianco di Sper-longa”. Nel settore ortofrutticolol’area pontina ha consoli-dato la leadership in Italia,dal punto di vista produt-

tivo, grazie soprattutto ad una rete di pic-cole imprese dedite alle produzioni ortivein cultura protetta, ma anche da quello di-stributivo, con il Mercato Ortofrutticolo diFondi e di Latina.Nel settore vitivinicolo, a fronte di una ri-

duzione della produzione si è puntato sullaqualità, con il consolidamento della ricon-versione verso modalità di “coltivazione afilare”, che ha permesso ai vini pontini dicompetere con le migliori produzioni ita-liane.Il polo lattiero-caseario si è assestato, conil riallineamento degli allevamenti, versodimensioni strutturali medio-grandi e ri-mane soprattutto con la filiera del fiordilatteuno dei punti di forza del sistema econo-mico provinciale, con importanti marchinazionali affiancati da una serie di aziendeartigiane ad alto valore aggiunto qualita-tivo.

Quali sono le tendenze del settore agri-colo?Appare evidente la spinta verso un’agri-coltura di qualità che possa rappresentareun effetto volano per tutto il sistema agro-alimentare locale. In questo scenario i pic-coli imprenditori agricoli, alcune volte indifficoltà nella competizione internazionale,che ormai contraddistingue anche la filieraagro alimentare, potrebbero certamentetrovare maggior forza commerciale se siriunissero in cooperative. Appare pertantoinevitabile il consolidamento del processodi razionalizzazione in atto, che sta condu-cendo alla dismissione delle imprese agri-cole più piccole, evidentemente al di sottodella dimensione minima efficiente. In unoscenario dinamico e competitivo qual èquello odierno, è solo “facendo rete” cheun’impresa può mantenere la propria au-tonomia e svolgere la sua funzione istitu-zionale nei confronti dei propri portatori diinteressi. Lo scenario attuale può quindirappresentare una grande opportunità perridisegnare un sistema che, lasciando piùspazio alla cooperazione, sia basato sullafiducia, senza per questo comprometterel’efficienza dei mercati. L’aggregazionedelle piccole imprese non può, tuttavia,avvenire con l’applicazione di modelli stan-dardizzati adattabili a tutte le realtà, vannotenute nella dovuta considerazione le sin-gole specificità delle imprese partecipanti,dalle risorse umane presenti, alle risorsemateriali, alla logistica, alla produzione. Al-tro fattore da tenere in considerazione nellaProvincia di Latina appare infine la crescita,anche nel settore agricolo, delle impresestraniere, stante la forte componente dicittadini stranieri (comunitari ed extraco-munitari) attivi nel settore.

Gli ultimi anni hannosegnato ilraggiungimento dibuoni risultati, qualila costituzione del“Consorzio kiwiLatina” per la tuteladel marchio, laregistrazione delmarchio comunitarioDop per le “olive diGaeta” e per l’“olioColline Pontine”,nonchédell’indicazionegeografica protettaper il “sedano biancodi Sperlonga”

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I prodottidella nostraterra perfar fronte a un momento difficile

Antonio ScarpinellaPresidente BCC Privernate

Certamente, per quest’anno e per il pros-simo futuro, parlare di difficoltà dell’eco-nomia sembra ormai riduttivo. Lo vediamo,lo sentiamo e lo viviamo tutti il gravissimoperiodo di crisi che ci accompagna datempo e che sembra si protrarrà ancora alungo. Tutto ciò nonostante lo sforzo pro-fuso per rimettere in moto il sistema inve-stimenti – produzione – consumi. Non c’è settore che non risenta della crisi,non c’è regione, non c’è comune. Non faeccezione il nostro territorio, la cui econo-mia dipende, tra l’altro, dalla dinamica deiconsumi e dal settore immobiliare dellaCapitale. In generale posso dire che Priverno e ipaesi del territorio di nostra competenzavivono di riflesso rispetto alla situazioneeconomica di Roma, visto che la principalefonte di reddito per molte famiglie è datadal pendolarismo dei lavoratori dell’ediliziaverso il bacino immobiliare romano, ancheper la qualità delle nostre maestranze, coneccellenze nei settori carpenteria ed into-naci.

Facile intuire come la crisi dell’edilizia abbiainciso profondamente sui consumi locali,considerata la caduta dell’occupazione chene è derivata. Gli ammortizzatori socialicontribuiscono ancora a non far diventaredrammatica la situazione, ma l’incertezzaè massima ed alimenta quella spirale vi-ziosa dalla quale non pare possibile uscirea breve.A complicare il quadro c’è lo storico pro-blema del ritardo dei pagamenti dei lavoricommissionati, in particolare dalla Pub-blica Amministrazione. In questo periodo,peraltro, il fenomeno si è aggravato edesteso a settori importanti quali le operepubbliche ed i servizi, tra cui il trasportopubblico.Vanno ricordati, tuttavia, i settori trainantidella nostra economia locale, che permet-tono di contenere gli effetti della crisi eco-nomica. Ci riferiamo al settore agroalimen-tare (in particolare alla trasformazione diprodotti tipici locali, ad esempio i carciofi,destinata soprattutto all’estero); alla pro-duzione di olio d’oliva di eccellenza, che èla punta di diamante della nostra economia,all’allevamento bufalino (esistente solo danoi ed in Campania), alla produzione dimozzarella di bufala.

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L’interesse per la pittura è nato e cresciuto con me, inquanto da piccola ho imparato prima a disegnare e poi ascrivere. A detta di mio padre, che era un valido pittoreanche se ha dovuto sacrificare l’arte per scelte più razio-nali, mentre lui dipingeva io sulle ginocchia seguivo ognimovimento della sua mano sulla tela, per poi ripeterlo...A scuola ho sempre primeggiato nelle materie artistiche einevitabilmente, per approfondire la mia conoscenza tec-nica e culturale ho proseguito gli studi presso il Primoliceo Artistico di Roma, a Via Ripetta. Di seguito, pur fre-quentando la facoltà di Architettura, parallelamente se-guivo l’Accademia Libera del Nudo a Piazza di Spagna(dove attualmente risiede l’atelier di Valentino), la ScuolaInternazionale di Fumetto e altro ancora.Quando fui chiamata all’Istituto Europeo di Design,dopo aver superato l’esame di ammissione, avevo giàfirmato la domanda di assunzione in Banca. Era il 1984.Nel frattempo però mi stavo anche dedicando seriamenteal teatro, passione che ho coltivato per anni e che si è in-terrotta bruscamente a causa di una grossa delusione:

ero stata ingaggiata nella compagnia del Teatro Eliseoin uno spettacolo per la regia di Giuseppe Patroni Griffi.Quando si trattò di firmare il contratto venni a sapereche ero stata sostituita da un’altra attrice “figlia di...”. Ecosì sono tornata al primo amore, la pittura.Dipingo solo di sera, quando tutto si acquieta e la con-centrazione si fa più intensa. Tendenzialmente i miei la-vori sono figurativi e ne ho sperimentato il rigore nellafase in cui lavoravo con olio e spatola su tela, con sfu-mature dal bianco e nero, dedicandomi a due temi con-trapposti ma simbiotici: la boxe per esaltare la forza

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NON SOLO BCC

La pittura e la forza della bellezza

Paola AlvianoGlavianoaddetta alla CassaCentrale di BCCRoma, ci spiegaperché ha iniziato a dipingere e cosasignifica per leiquesta passione: “La mia è unaricerca costante nellaquale non c’è maiautocompiacimento”

Conosciamoci meglio

Minerva, 2000, olio su tela

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fisica maschile e i nudifemminili per esprimernela sensualità. Dopo questafull immersion ho sentitola necessità di staccare eper liberarmi ho abbando-nato la tela cominciandoa lavorare sui cartoni daimballaggio raccolti perstrada, intervenendo conpennellate intrise di co-late, ispirandomi a temisociali e a una grande at-trazione: la “corrida”, vis-suta però dalla parte deitori, vittime sacrificali diun perverso passatempo.Naturalmente a Madrid hoassistito allo “spettacolo”,frequentato per lo più daanziani e bambini... As-surdo e affascinante in-

sieme. Le ultime tre mostre personali importanti (inter-vallate con qualche collettiva) le ho allestite presso laCasa Internazionale delle Donne a Roma nel 2009, alKinema Dessè di Livorno nel 2010 e nel 2011 al PalazzoBaronale di Calcata (Viterbo). Quest’ultima è stata ispirata completamente alle operedel Caravaggio: Simone Pagano, oltre a curare il miosito (www.paolaalvianoglaviano.com), ha realizzato laparte grafica della brochure. Alle mie mostre, quandocome in questi casi sono personali, associo sempre delleperformances teatrali e/o musicali rappresentate da

Bianca Maria Castelli,che le valorizza con ilsuo supporto recitativoo musicale, accompa-gnata dal suo gruppodi valenti musicisti.I quadri sono come ifigli, non ce n’è uno alquale si vuole più

bene, forse qualcuno ha più pregi che difetti o viceversa.Più che i quadri, quindi, esistono piuttosto “fasi” allequali sono legata maggiormente che ad altre. La mia èuna ricerca costante nella quale non c’è mai autocom-piacimento e questo è un deterrente per chi mi vorrebbeidentificare, o catalogare, in una espressione riconosci-bile. La mia pittura è sempre in una condizione di con-tinua ricerca: anche nei momenti di stasi, attraversati daperiodiche crisi “mistiche”, è in perenne elucubrazionee avvolta da un’inquietudine che la pone in continuofermento...Attualmente sto lavorando sull’arte greco-romana delperiodo ellenico. Mi intriga la mitologia, la sua dram-maticità oltre che la trasgressività degli dei dell’Olimpo.Anche qui, “la forza e la sensualità del bello”.Un pensiero prima di concludere: si dice che i pittori di-ventino famosi dopo morti (vedi Van Gogh!)... Alloraho ancora qualche speranza!

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Colpo finale, 2003, olio su tela

Incontro, 2001, olio su tela

Islam, 2008, olio su cartone da imballaggioin alto; San Girolamo,2010, bitume e olio sucartone da imballaggio

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NON SOLO BCC

Contro laroutine, fuochid’artificio!

Fabio Pinisi occupa dipianificazionestrategica e operativain Federlus, ma quando si avvicina San Silvestro dà sfogoalla sua passione“segreta”

In Federazione, dove lavoro dal 2008, mi occupo di pia-nificazione strategica ed operativa. Tra presentazioni,power point e file excel, qualcuno direbbe che conducouna vita routinaria. Allora nel tempo libero cerco di dareuna “scossa”…La mia passione? I fuochi d’artificio! La premessa po-trebbe indurre in inganno. Io parlerei più di un insiemedi colori e suoni di piccola entità e non certo di fuochid’artificio, che sono ben altra cosa. Comunque li vo-gliamo definire, man mano che si avvicina la notte diSan Silvestro (il giorno dei fuochi per eccellenza) mipreparo a festeggiare nel migliore dei modi con amici eparenti: una partita a carte, una buona bottiglia di spu-mante, il tutto accompagnato da un po’ di colori esuoni… appunto! Purtroppo sono poche le occasionidove dare libero sfogo a questa mia… definiamola pas-sione.

Come molto spesso accade, le passioni vengono tra-smesse dai propri genitori, e nel mio caso è da attribuirea Maurizio (mio padre). Ricordo che i giorni precedentiil 31 dicembre mi portava con sé nelle pirotecniche ascegliere qualche “razzetto” o fontana da sparare allamezzanotte. Maurizio, mi raccontava che ai suoi tempila tradizione consisteva, allo scoccare della mezzanotte,nel gettare qualsiasi oggetto vecchio dal balcone del pro-prio appartamento per salutare l’anno vecchio e comebuon augurio per quello entrante. Lascio pertanto im-maginare cosa voleva dire abitare in uno dei quartieripiù popolari e popolosi di Roma (con palazzi di 10-12piani) e trovarsi lì alle 24:00 del 31 dicembre, o cammi-narci la mattina del 1° gennaio. Le strade erano invaseda frammenti di piatti, bicchieri e bottiglie.Ovviamente oggi i tempi sono cambiati, ma il senso diquella giornata resta il medesimo: salutare l’anno vecchio

Conosciamoci meglio

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ed accogliere quello nuovo con i migliori presupposti econ le persone più care. Posizionare a terra la batteria(termine improprio per definire la “scatola” contenenteun numero tra i 50 e i 250 colpi) o inserire il razzo neitubi appositamente sistemati, accendere la miccia e go-dersi quei 10/15 minuti di spettacolo “pirotecnico” èsolo l’ultimo passo di una preparazione che inizia almenoun paio di giorni prima. Il bello, infatti, non è solo que-sto… Almeno due giorni prima inizia la fase di organiz-zazione in giro per le pirotecniche scegliendo gli articolipiù disparati (cercando sempre di non acquistarne di si-mili rispetto agli anni precedenti). Il giorno stesso in cuisi deve festeggiare, poi, si prepara tutto il necessario –tubi per direzionare i razzi, collegamenti tra “batterie”ecc. – per creare il giusto compromesso tra “luci e suoni”e, soprattutto, far sì che sia tutto in sicurezza.Per chi come me ha questa passione, ogni occasione (tra

compleanni e ricorrenze varie) è buona per movimentarela festa… Ma allo stesso tempo il divertimento consisteanche nel fermarsi a vedere i veri spettacoli pirici. Lastagione estiva sotto questo aspetto risulta essere il mi-glior periodo dell’anno; tra feste di paese e ricorrenzeestive le occasioni non mancano di sicuro…Rispetto a Maurizio, l’allievo si è spinto oltre. Infatti,acquistare fuochi artificiali semi professionali (ovverodi IV categoria) non è possibile esibendo semplicementeil documento d’identità ed essere maggiorenni; per talemotivo, quest’anno ha deciso di chiedere la licenza diporto d’armi ad uso sportivo. Tranquilli… sottolineo aduso sportivo!

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Inserire il razzo nei tubiappositamentesistemati, accendere la miccia e godersiquei 10/15 minuti di spettacolo“pirotecnico” è solol’ultimo passo di unapreparazione che iniziaalmeno un paio di giorni prima

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Formazione

Esserecompliantattraversola formazioneIl recente “Provvedimento recantedisposizioni attuative in materia diorganizzazione, procedure e con-trolli interni volti a prevenire l’uti-lizzo degli intermediari e degli altrisoggetti che svolgono attività finan-ziaria a fini di riciclaggio e di finan-ziamento del terrorismo”, emanatoa marzo 2012, ha introdotto impor-tanti modifiche al Decreto Legisla-tivo 231/07. In particolare il provvedimento haprevisto la nomina di un Responsa-bile Interno della Funzione Antiri-ciclaggio e la possibile istituzionedi una Funzione Antiriciclaggioesternalizzata, da cui è scaturito ilprogetto di Federazione relativo allacreazione di un’apposita funzioneper la gestione del Rischio Antirici-claggio. La volontà dell’Organo di Vigilanza,espressa anche attraverso la realiz-zazione di verifiche ispettive sulla

materia, è che le aziende si dotinodi un processo per la gestione degliadempimenti in tema di antiriciclag-gio e antiterrorismo, prevedendo unaserie di attività e assegnando respon-sabilità alle diverse funzioni azien-dali, per la corretta gestione del pro-cesso. In particolare, il Consiglio diAmministrazione definisce le stra-tegie per il presidio del rischio diriciclaggio e finanziamento del ter-rorismo, la Direzione Generale as-sicura l’attuazione delle strategie de-finite per il presidio del rischio diriciclaggio e finanziamento del ter-rorismo, il Responsabile Internodella funzione Antiriciclaggio ha ilcompito di monitorare le modalitàdi svolgimento del servizio da partedell’outsourcer e svolge un ruolo dicollegamento con la funzione ester-nalizzata e, infine, gli operatori chegestiscono i rapporti con la clienteladevono conoscere gli impatti sul-l’operatività, introdotti dalla norma-

tiva esterna ed interna di riferimento.Le verifiche ispettive condotte finoad oggi dalla Banca d’Italia, oltreche dalle funzioni di controlloesternalizzato alla Federlus,hanno messo in evidenza signifi-cative carenze degli operatorisulla conoscenza della normativae sugli impatti che la stessa ha nel-l’operatività.Tali considerazioni hanno portato laFederazione a definire un’offertaformativa dedicata a:• Membri del consiglio di Ammi-nistrazione - In data 21 febbraio èstato realizzato uno specifico incon-tro volto a presentare il ruolo delConsiglio di Amministrazione sulsistema di gestione del rischio rici-claggio, sia alla luce della normativaspecifica che generale, in materia digoverno societario delle Banche. Al-l’incontro hanno partecipato 76 Am-ministratori e Sindaci appartenentia 13 BCC;

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DALLA FEDERAZIONE

Martina Bonaldo

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• Responsabili Interni della Fun-zione Antiriciclaggio - L’incontro,svoltosi il 10 febbraio scorso miravaad illustrare e approfondire le scelteorganizzative, metodologiche e ope-rative relative all’adeguamento allanuova normativa in materia di pre-venzione dei fenomeni di riciclaggioe finanziamento al terrorismo. Inol-tre è stata l’occasione per analizzare

gli aspetti rilevanti dell’aggiorna-mento del Manuale degli Adempi-menti in materia Antiriciclaggio eAntiterrorismo e per presentare ilruolo e le attività della nuova Fun-zione Antiriciclaggio della Federa-zione. La giornata formativa ha vistola partecipazione di 21 risorse ap-partenenti a 18 BCC;• Formazione specialistica per il

personale di Filiale - Il corso pro-gettato mira ad illustrare ed appro-fondire le nuove attività e i princi-pali impatti sull’operatività del per-sonale che gestisce i rapporti con laclientela, introdotti delle recenti evo-luzioni della normativa esterna edinterna di riferimento. Inoltre, al finedi rendere il personale partecipantesoggetto attivo del proprio processodi apprendimento, la metodologiautilizzata per il corso prevede moltielementi di novità rispetto ai tradi-zionali corsi d’aula.In particolare:– raccolta delle casistiche che per-verranno dai partecipanti e che ver-ranno discusse in aula al fine dicondividere gli impatti operativi ele corrette prassi;– specifico focus sulle anomalieche le Funzioni di Controllohanno riscontrato nell’ambitodelle attività di controllo;– valutazione delle conoscenzespecifiche sulla materia, attra-verso la realizzazione di un testin entrata per la rilevazione dellivello delle conoscenze tecniche,e un test in uscita per la valuta-zione delle competenze acquisitee pertanto dell’efficacia delcorso;– modulo di follow-up da rea-lizzarsi dopo un periodo ditempo sufficiente affinché le ri-sorse inserite in formazionepossano sperimentare sulcampo quanto appreso.

L’obiettivo è quello di verificare sele competenze e l’esperienza realiz-zata in aula si siano trasformate incomportamenti operativi corretti.Obiettivo di questo ultimo progettoformativo è agire direttamente sullivello delle conoscenze e compe-tenze delle risorse di Filiale, affinchéqueste allineino i loro comporta-menti alla normativa di settore edalle best practice individuate.

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Direzione Controlli

Un nuovo alleato per le BCCOperare in modo competitivo inun settore in costante evoluzione,rispondere prontamente alle no-vità legislative, interfacciarsi conorganizzazioni aziendali semprepiù articolate e adeguare costan-temente il sistema dei controlli in-terni, sono le principali motiva-zioni che hanno spinto la Federa-zione ad un’ampia riorganizza-zione aziendale e all’istituzionedella Direzione Controlli.

Tali motivazioni e le conseguentiscelte aziendali, hanno rafforzato inme la convinzione che la nostra Fe-derazione si distingua nel sistemadel Credito Cooperativo per visionestrategica dei propri vertici, per qua-lità e tipologia di servizi offerti, perstanding e affidabilità del propriopersonale e mi hanno spinto ad ac-

cettare questa nuova e stimolantesfida professionale. Il principaleobiettivo che la nuova Direzione siprefigge è quello di aiutare le Asso-ciate a rispondere con immediatezzaed efficacia ai cambiamenti chestanno caratterizzando sempre piùil mondo del Credito Cooperativo,fornendo servizi personalizzati diassistenza alle Banche da realizzarsiin tempi rapidi ed a costi estrema-mente contenuti.La nuova Direzione assicurerà inparticolare che le funzioni di con-trollo della Federazione operino nelrispetto della normativa esterna e

degli accordi contrattuali sottoscrittidalle Associate e punterà a mante-nere un ottimale livello di coerenzanell’informativa verso i verticiaziendali delle BCC, a minimizzarele aree di possibile sovrapposizionenell’attività di controllo e a garantireuna sempre maggiore condivisionedelle informazioni; tutto ciò sempremantenendo una visione d’insiemedel livello di tenuta complessivo delsistema dei controlli interni delleAssociate ed un approccio comunee unitario nello svolgimento dell’at-tività di controllo. La DirezioneControlli, inoltre, curerà i rapporti

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DALLA FEDERAZIONE

Direzione Controlli

(F. Manganaro)

Articolazione organizzativa della Direzione Controlli

Servizio Conformità Normativa

(A. Giannese)

Servizio Internal Audit

(P. Suriano)

Antiriciclaggio Supporto OdV 231/01

Compliance

Internal Audit Altri Clienti EDP Audit Internal Audit BCC

AUDIT POOLING

Responsabile Operativo: R. Iulianella

Senior Auditor: M. Canofari, F. Capelli,

N. Pouhlev Assistant Auditor: F. Accardo

E. Lazzari E. Pulcinelli C. Massimini M. Procida R. Malnati M. Massenzi

Responsabile Operativo:

G. Pepe E. Pulcinelli

L. Clementi M. Biancone

Responsabile Operativo:

E. Lazzari

V. Diaconescu

Francesco ManganaroGià senior manager di Deloitte, ha maturato un’espe-rienza pluriennale nella gestione di progetti di ade-guamento dell’organizzazione e del sistema dei con-trolli interni delle banche e istituzioni finanziarie. Inparticolare, ha acquisito conoscenza approfonditadella Federazione e delle Banche associate, maturatanegli anni nella gestione di tutte le progettualità dipotenziamento del sistema dei controlli interni (in pri-mis, impianto funzione compliance, impianto funzioneantiriciclaggio, impianto Modello ex D.Lgs. 231/01).Conosce, inoltre, le dinamiche delle BCC, grazie allagestione di progetti presso Federcasse, presso altreFederazioni Locali e presso le stesse BCC.

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con la Federazione Nazionale di ca-tegoria e con le altre strutture delMovimento – in un momento deli-cato di attuazione degli indirizzievolutivi del sistema definiti in oc-casione del Congresso nazionale diRoma del dicembre 2011 – ed assi-curerà la gestione del personale as-segnato e delle sue aspettative e mo-tivazioni. La Direzione Controlli,infine, giocherà un ruolo fondamen-tale nello sviluppo dei servizi aiClienti non soci, che in numero sem-pre maggiore si stanno rivolgendoalle strutture della Federazione, an-che nell’ottica di proseguire nel per-corso di riduzione dei contributi as-sociativi a carico delle singole BCC.La Direzione Controlli opererà conil supporto del Servizio Internal Au-dit e del Servizio Conformità Nor-mativa, i cui responsabili – rispetti-vamente Pasquale Suriano e Ales-sandro Giannese – lavoreranno conl’obiettivo di perseguire la missionattribuita alle rispettive unità orga-nizzative e con la serietà e scrupo-losità che da anni li fanno apprez-zare dai vertici aziendali e dal per-sonale delle Associate. In partico-lare, il Servizio Internal Audit svol-gerà per conto delle BCC e deiClienti non soci le attività della fun-zione di revisione interna nel ri-spetto della normativa esterna e de-gli accordi contrattuali sottoscritti.Il Servizio Conformità Normativasvolgerà invece per conto delle BCCe dei Clienti non soci le attività dellafunzione di compliance e, da gen-naio 2012, della funzione antirici-claggio nel rispetto della normativaesterna e degli accordi contrattualisottoscritti. Il Servizio ConformitàNormativa, inoltre, assicurerà il sup-porto agli Organismi di Vigilanzaex D.Lgs. 231/01 che la maggiorparte delle Associate sta costituendocon l’approvazione del relativo Mo-dello.

Areea Consulenza di business e sviluppo organizzativo

L’efficienza organizzativapassa per il portaleGli obiettivi per i quali i principaliistituti bancari stanno investendonei portali web interni sono da ri-cercarsi nell’esigenza di perse-guire l’efficienza operativa attra-verso la razionalizzazione dei per-corsi di lavoro e la valorizzazionedelle informazioni. Nella fermaconvinzione che ciò rappresentiun fattore chiave per il successoaziendale.

A tal proposito si ritiene utile ap-profondire il percorso evolutivo cheil sistema bancario ha affrontato nelcorso degli ultimi anni, con riferi-mento allo strumento del portaleIntranet quale leva per l’efficien-tamento dei processi di lavoro e perl’incremento della diffusione delleconoscenze all’interno delle orga-nizzazioni.

È proprio in questo filone infatti chesi è innestata l’azione propositivadella Federazione, che da tempo haavviato una propria progettualitàtesa a modificare i comportamentie i flussi di attività sia all’internodella propria struttura ma soprattuttotra la Federazione e le BCC, con unsistema di scambio e condivisionebi-direzionale (da BCC a Federa-zione e da Federazione a BCC).A livello di Sistema, è significativoevidenziare come anche nel difficilescenario congiunturale che sta ca-ratterizzando il Sistema Bancario leaziende abbiano proseguito negli in-vestimenti volti all’introduzione dinuovi progetti per la Intranet, da ul-timo orientando questi verso l’esi-genza di favorire la collaborazionetra i dipendenti. In effetti è ormaidiffuso e radicato nelle Banche ita-liane il modello concettuale chevede la Intranet come uno spaziovirtuale dinamico, ossia come unambiente di lavoro complesso sem-pre più integrato con le applicazionicore del business. Per meglio descrivere lo stato del-l’arte nelle aziende Bancarie si èproceduto a sintetizzare alcune dellerisultanze della ricerca 2011 del-l’Osservatorio Intranet Banche, con-dotto da ABI Lab in collaborazionecon gli Osservatori ICT & Manage-ment della School of Managementdel Politecnico di Milano (la ricercaha interessato 14 imprese bancarierappresentative del 76% dei dipen-denti del sistema bancario). In termini di supporto ai processi de-cisionali, la intranet aziendale risultaessere uno strumento fondamentaleper la comunicazione interna (86%del campione), in particolare per leattività di sviluppo e la formazioneprofessionale delle persone (77%) enel supporto alle innovazioni orga-nizzative e gestionali (69%).È proprio in ragione di questo ruoloche, nonostante la crisi economica,

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Giorgio Caporale

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le Banche italiane continueranno adedicare attenzione allo sviluppodella Intranet, con investimenti pre-visti in crescita per i prossimi treanni dal 73% del campione. Il con-senso sulle stime di budget rivelanocome alla crescita in termini di prio-rità delle iniziative si accompagni,nella maggior parte dei casi, un in-cremento anche a livello di investi-menti: solo 2 delle 15 banche delcampione prevedono una riduzionedegli investimenti, in ogni caso in-feriore al 10%.Se la crisi non frena gli investimentinelle Intranet, ne condiziona certa-mente l’evoluzione e gli obiettivi.Tra le esigenze che stanno guidandol’innovazione delle Intranet nel2012 al primo posto vi è la gestionedella conoscenza, ritenuta prioritariadal 64% del campione. In tale am-bito la Intranet si andrà ad arricchiredi motori di ricerca, blog e wiki,che già oggi hanno mostrato nel60% delle Banche effetti significa-tivi nel migliorare la qualità, quan-tità e tempestività dei dati e delleinformazioni.Al secondo posto, indicata dal 57%del campione come priorità, vi èil supporto alla collaborazione: cre-scerà ulteriormente la presenza distrumenti a supporto sia della col-laborazione sincrona – come webconference e instant messaging giàutilizzati in diverse realtà - che diquella asincrona, per la quale sonogià ampiamente diffusi strumenti digestione dei progetti (71%) e di con-divisione delle agende (64%).Ancora lontane dall’essere conside-rate una priorità sono invece lo svi-luppo e l’ integrazione di strumentidi social network per i dipendenti. Afronte di un 28% di banche chehanno investito con soddisfazione suisocial network interni, permane un50% che non valuta questo ambitocome una priorità per i prossimi anni. Nel panorama vasto e complesso dei

processi aziendali, la ricerca del-l’Osservatorio Intranet nel corso del2011 si è focalizzata su due aspetti:la pubblicazione della normativa in-terna e lo sviluppo e la gestione diiniziative a supporto della fun-zione Comunicazione interna.Il primo ambito è oggi di grande ri-levanza per le banche: le esigenzedi controllo e di adeguamento con-tinuo alle disposizioni vigenti, di ca-rattere generale e di settore, insiemealle esigenze di flessibilità, tempe-stività, ottimizzazione del businesse diffusione rapida delle informa-zioni, stimolano le banche a cercarenuove modalità di fruizione e diconsultazione della normativa. LaIntranet, in questo contesto, ricopreun ruolo di particolare importanza,poiché rappresenta il canale prima-rio di veicolazione delle informa-zioni, della conoscenza e della omo-geneità operativa, in grado di rag-giungere in modo veloce e pervasivol’intera rete aziendale.Dall’analisi delle principali modalitàdi pubblicazione delle informazioniemerge come nella maggior partedelle banche del campione (86%)esista nel portale una sezione dedi-cata alla normativa e come diverseiniziative siano state messe incampo per semplificare la letturadella documentazione in rete. Leazioni di miglioramento possono es-

sere realizzate secondo due approcciprincipali: da un lato, si può agiresul singolo documento in formatopdf con interventi e accorgimentiche possono migliorare la lettura ela navigabilità dei documenti (54%);dall’altro, si può riprogettare la ste-sura e la consultazione della norma-tiva secondo le logiche tipiche dellagestione per processi, inserendo irelativi flowchart (31%).L’approfondimento che ha riguar-dato il supporto dato dalla Intranetalla Comunicazione interna nel rag-giungimento dei propri obiettivi dinatura operativa, informativa e stra-tegica, ha permesso di mettere inluce come le banche del campioneabbiano rilevato benefici di caratteresoprattutto operativo, vedendo nelportale lo strumento chiave in gradodi favorire la promozione dello svi-luppo e della formazione professio-nale (77%) e di fornire informazionisu attività e procedure (69%).In tale contesto si inseriscono lescelte progettuali realizzate dalla Fe-derazione, che a partire dal settem-

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DALLA FEDERAZIONE

Nonostante la crisieconomica le bancheitaliane continuerannoa dedicare attenzioneallo sviluppo della Intranet, con investimentiprevisti in crescitaper i prossimi tre anni del 73%

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bre 2010 ha lanciato un portale webper la gestione di alcuni processi ofasi di processo di lavoro condivisicon le BCC.Le prime versioni del portale hannoperseguito l’obiettivo di efficientareimportanti ambiti di collaborazionetra Banche e Federazione, quali lecomunicazioni infragruppo (le cir-colari), la pareristica scritta e, so-prattutto, la formazione dei dipen-denti e degli amministratori.È ora in fase di lancio una nuovarelease volta a migliorare l’interosistema della profilatura degli utentie la gestione della sezione anagra-fica da parte delle BCC, oltre ad unaottimizzazione nella gestione del si-stema dei crediti formativi. Un saltoin avanti potrebbe riguardare l’inte-grazione tra lo spazio web della Fe-derazione e un’area riservata delleBCC in cui migliorare la comuni-cazione interna tra BCC e Federa-zione con la diffusione e l’aggior-namento dei progetti di sviluppo or-ganizzativo avviati con le BCC. Proprio la condivisione con le Ban-che di un percorso comune da av-viare in questo ambito costituirebbe–ad integrazione di quanto già si starealizzando in ambito organizza-tivo– un ulteriore contributo al con-seguimento di sempre migliori li-velli di efficienza delle nostre strut-ture.Le difficoltà che si possono incon-trare lungo il percorso evolutivodella Intranet non devono al con-tempo diventare “un alibi per nonfare”: mai come adesso è il mo-mento giusto per ottenere risultatisignificativi, passando da una fasetattica a una fase strategica in cuil’affidabilità delle tecnologie, laconcretezza degli obiettivi e la ma-turità delle iniziative consentano diportare benefici concreti e rilevanti,fornendo agli utenti nuove opportu-nità di collaborazione, lavoro e co-municazione.

Direzione attività e serviziistituzionali

Una nuovaDirezione alservizio delleAssociateCon l’inizio del corrente anno, laFederLUS ha ridisegnato l’orga-nigramma interno provvedendo arazionalizzare le proprie struttureoperative. In questo contesto, unaserie di funzioni sono state ricon-dotte nell’ambito della nuova “Di-rezione Attività e Servizi Istitu-zionali”, sotto la responsabilità deldirigente Sergio Troiani.

Indicativo è il riferimento all’agget-tivo “Istituzionali” in quanto tale“Direzione” svolge la propria attivitàprevalentemente in attuazione degliarticoli 8 e 9 dello statuto federativo.Il primo degli articoli citati, disponein merito all’attività di assistenza econsulenza, l’altro disciplina le atti-vità di verifica e revisione.Su questa base, si possono indivi-duare le due principali finalità per-seguite:

– l’assistenza, volta a garantirel’adeguatezza normativa delle as-sociate nelle attività amministrativeconnesse al bilancio, alla contabilità,agli adempimenti segnaletici neiconfronti dell’Organo di Vigilanza,agli aspetti tributari, legali e ai temigiuslavoristici;– le attività di verifica e monitorag-gio, attuate a vario titolo e su diversetematiche, volte a ottenere una sta-bilizzazione del “sistema BCC”.La prima finalità si realizza diffon-dendo, le informazioni, le istruzionie gli indirizzi di interesse generale,fornendo anche specifici chiarimentie suggerimenti e assicurando altresìinterventi per l’esame e la soluzionedei casi particolari.Le problematiche affrontate sononumerose in quanto vasto è il pano-rama di norme da seguire, da inter-pretare, da commentare e da portarea conoscenza delle Associate, e ciòavviene sia mediante l’emanazionedi circolari che con la risposta a que-siti specifici, quando richiesto fornitianche per iscritto.Una particolare assistenza viene pre-stata in occasione della chiusura delbilancio delle Associate, attraversoincontri, interventi in loco, e forni-tura di strumenti informatici idoneiallo scopo.In merito all’attività di consulenzaed assistenza giuslavoristica e dellerelazioni sindacali, si tende semprepiù a migliorare la qualità del rap-porto con le Associate, con l’obiet-tivo di prevenire le problematicherelative alla gestione del rapporto dilavoro. Notevole è anche la mole diattività svolta nell’ambito delle nor-mative legali, negli ultimi anni incontinua evoluzione.In relazione, invece, alla finalità distabilizzazione del sistema, la “Di-rezione” svolge l’attività di verificae revisione, compresa quella effet-tuata quale articolazione territorialedel Fondo di Garanzia dei Deposi-Sergio Troiani

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tanti del Credito Cooperativo con loscopo di garantire il rispetto dellenormative e dei criteri di sana eprudente gestione afferenti l’atti-vità delle banche socie nell’interessedelle stesse e dell’intero sistemadelle Banche di Credito Coopera-tivo.Ancorché non previsto specificata-mente nello statuto, l’attività in que-stione viene svolta anche come ar-ticolazione territoriale del Fondo diGaranzia degli Obbligazionisti delCredito Cooperativo e, in futuro, siaggiungerà, quando sarà operativo,l’attività effettuata per conto delFondo di Garanzia Istituzionale. Lamedesima finalità è perseguita me-diante le funzioni che competonoalla Vigilanza Cooperativa, strutturainserita nella nuova “Direzione”.La Vigilanza Cooperativa effettua icontrolli sulle Banche di CreditoCooperativo con l’intento di accer-tarne la natura mutualistica, attra-verso specifiche verifiche effettuatedirettamente presso le sedi delle As-sociate. In linea con le previsioninormative, l’apposita funzione di“Vigilanza” cura anche l’aspettoconsulenziale con l’intento di for-nire agli Organi di direzione e diamministrazione delle Banche diCredito Cooperativo suggerimenti econsigli per migliorare la gestionee il livello di democrazia interna, alfine di promuovere la reale parteci-pazione dei soci alla vita sociale.Altro importante compito che la“Direzione” sarà chiamata a svol-gere, è il “monitoraggio” delle As-sociate. Allo stato attuale, vengonoeffettuate analisi dei dati a disposi-zione, rivenienti dalle segnalazioniche le BCC inviano periodicamentealla Banca d’Italia, prontamente por-tate a conoscenza degli organi azien-dali della FederLUS e dei Direttoridelle banche. L’obiettivo, a breve,è di integrare i risultati ottenuti coninformazioni ricavabili dalle altre

strutture interne alla Federazione,quali, ad esempio, i report dell’in-ternal auditing e quelli della com-pliance, i piani strategici, ecc. che,integrati con i verbali ispettividell’Organo di Vigilanza, con i datirivenienti dai Fondi di Garanzia,possano permettere di ottenere, inmaniera strutturata, un quadro pre-ciso e sempre aggiornato di ogni As-sociata.L’attività che svolge la “Direzione”copre anche gli eventi di natura stra-ordinaria, quali le costituzioni dinuove BCC e le fusioni. Per quantoattiene alla costituzione di nuoveBCC, si forniscono suggerimenti eindicazioni utili ai comitati promo-tori autonomi, sorti spontaneamentee ricadenti nell’ambito del territoriodi competenza, si raccoglie e si ana-lizza la documentazione accompa-gnando l’iniziativa fino alla conse-gna della domanda di autorizzazionealla Banca d’Italia. In relazione allefusioni, si è ampiamente parlato neinumeri precedenti della rivista e rap-presenta, quando se ne ravvisa lanecessità, un’attività complessa dasvolgere in un lasso di tempo con-tenuto, tenendo presenti le esigenzedelle banche coinvolte, il dettatonormativo e fornendo il supporto ela documentazione atta allo scopo.Si può concludere affermando cheil compito a cui si è chiamati è arti-colato, difficoltoso e tuttavia rap-presenta una sfida coinvolgente estimolante alla quale partecipanopersone motivate, che posseggonoprofessionalità ed esperienza ade-guate.

Le Conferenze dei Direttori del 19 gennaio e del 18 maggio 2012

Lavori in corsoLa prima conferenza dei direttoridel 2012 si è svolta il 19 gennaioscorso e, seguendo di appena unmese l’ultima conferenza del 2011si è focalizzata in via principale sudue macro-ambiti particolari: le no-vità in ambito Finanza – con parti-colare riferimento ai collateral am-missibili per le operazioni con laBCE, l’evoluzione normativa in am-bito della Finanza retail e la carto-larizzazione dei mutui commerciali– e i progetti di Federazione.Sul primo punto sono intervenuti ilResponsabile della Finanza di IccreaBanca, Pierduilio Cocuccioni, cheha esposto le possibili operazionicon la BCE e la cartolarizzazionedei mutui commerciali, e GiuseppeZaghini, dell’Ufficio Regolamenta-zione Finanziaria di Federcasse, cheha esposto l’evoluzione del contestonormativo.In merito al primo aspetto sono statisviscerati i vincoli e le opportunitàsottese alle operazioni con la BCE,

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DALLA FEDERAZIONE

Alessandro Ceccarelli

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sottolineando il supporto che lestrutture centrali di Iccrea hannomesso in campo per permettere alleBCC di sfruttarle appieno.Sull’evoluzione della normativa fi-nanziaria, invece, Zaghini, da unlato ha ripercorso tutti i lavori di re-cepimento che si stanno svolgendorispetto alle principali normative dimatrice internazionale e, dall’altro,ha sollecitato le Banche in meritoalla ricognizione in corso sulla nor-mativa MiFID.I lavori successivi, come detto, sonostati tutti incentrati sui progetti diFederazione. In particolare, in Area Organizza-zione c’è stato un aggiornamento inmerito alla progettualità con cui laFederazione sta dando supporto di-retto alle BCC richiedenti in ambito231; inoltre, sono state presentatele linee guida del servizio di forni-tura e di revisione della normativainterna, con una disamina di quantogià in cantiere oltreché della rap-presentazione del perimetro com-plessivo di aggiornamento.In ambito delle Risorse Umane, èstato fatto un aggiornamento sulProgetto di Sviluppo delle Compe-tenze, ripercorrendo quanto fattodallo scorso anno con le Bancheaderenti e rappresentando ai Diret-tori quali sono gli sviluppi succes-sivi su cui la Federazione sta lavo-rando per il prossimo anno. Sul Progetto Giovani, è stata lan-ciata la ricerca che la Federazionecondurrà in partnership con Euriskoper studiare il target giovanile.Con Pierfilippo Verzaro, Responsa-bile del Servizio Legale di Feder-casse infine, c’è stato un confrontosu taluni aspetti operativi legati aspecifiche novità normative qualiquelli inerenti l’art. 117 bis delT.U.B. e quelle introdotte dal D.Lgs.216/11 (c.d. Milleproroghe 2012).

La seconda conferenza dei diret-

tori dell’anno ha avuto luogo loscorso 18 maggio, ed ha visto unimportante secondo confronto conil neo Direttore Generale di IccreaBanca, Leonardo Rubattu. Anche inquesto caso (dopo la partecipazionealla Conferenza del maggio del-l’anno scorso) si è parlato del nuovomodello di business dell’IstitutoCentrale, questa volta con partico-lare focus sul nuovo modello di ser-vizio che l’Istituto ha messo incampo a partire proprio dal mesescorso. Aumenta in questo sensol’orientamento alla cura della rela-zione con le BCC, attraverso unamaggiore presenza in Banca e nuovistrumenti organizzativi e informativiper servire al meglio le BCC, ov-viamente in ottica di partnership.La presentazione del nuovo modellodi servizio è stata anche l’occasioneper presentare ai Direttori Generalidelle BCC, i due “Gestori delle re-lazioni Istituzionali” – uno con ruoloanche di coordinamento con la fe-derazione – che seguiranno le BCCstesse nel loro operato quotidianocon Iccrea Banca. Pressoché gene-ralizzato è stato l’apprezzamento daparte dei partecipanti rispetto alleintenzioni dei Vertici di IccreaBanca, nell’assoluta convinzionedella centralità delle strutture tecni-che centrali, a sostegno dell’azionedelle BCC sul territorio.A seguire, un altro momento impor-tante di confronto è stata la presen-tazione del nuovo modello organiz-

zativo della Federazione, che è statopresentato nelle sue logiche di svi-luppo e nelle sue unità organizzativeprincipali dal Direttore Grignaschi.La struttura federativa si evolve, as-secondando un intenso sviluppodelle attività, mantenendo semprequel carattere di innovatività e fles-sibilità che sono stati i punti di forzadegli ultimi anni.Anche in questa occasione poi, sonostati dati aggiornamenti su impor-tanti progetti di Federazione quali:– il Progetto per l’impianto del mo-dello ex D.Lgs. 231/2001;– il progetto di supporto diretto dellaFederazione nell’ambito delleNuove Disposizioni di Vigilanzasulle parti correlate e partecipazionidetenibili;– la Formazione 2012;– il servizio di aggiornamento dellanormativa interna.Altro tema importante su cui la Fe-derazione ha rappresentato gli svi-luppi concreti è quello che riguardail monitoraggio istituzionale di Fe-derazione sulle BCC, a garanziadella stabilità dell’intero sistema in-terregionale, rispetto al quale, comeprimo passo, è stato costituito ungruppo di lavoro federativo per por-tare avanti la validazione dell’im-pianto di analisi, del perimetro in-formativo e delle modalità di frui-zione nei confronti dei VerticiAziendali, di Federazione e delleBCC.

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NUOVE FILIALI/1BCC DI RONCIGLIONENuova apertura a Campagnano Romano

Il 31 aprile scorso è stata inauguratala filiale di Campagnano di Romaalla presenza del sindaco FrancescoMazzei, del Direttore Generale dellaFederlus Paolo Grignaschi, dei pre-sidenti delle BCC di Barbarano Ro-mano e di Capranica (rispettiva-mente Domenico Didoni e StefanoLiverani), di mons. Renzo Tanturli(vicario del vescovo della diocesimons. Romano Rossi), dell’ex as-sessore provinciale e dirigente di BnlRenzo Trappolini e del Direttore sto-rico, ottantottenne, Alcide Pelliccia.Quella di Campagnano è la decimafiliale della BCC di Ronciglione,particolare perché è la prima in unterritorio fuori dalla provincia di Vi-terbo, ed in quanto tale rappresentauna nuova stimolante esperienza.“In questo tempo di crisi, in cui le

banche non sono certo all’apicedella loro popolarità, aprire unanuova filiale rappresenta un atto dicoraggio. Ma anche un atto di vo-lontà di chi vuole essere ancor piùal fianco dei cittadini, per quello chesarà possibile, in un contesto gene-rale non facile”.Queste le conside-razioni fatte dal Presidente GiuseppeGinnasi, che al termine dell’eventoha voluto esprimere il sentimento digratitudine del CdA verso tutta lastruttura, ad iniziare dal DirettoreGenerale Giulio Pizzi, che con im-pegno hanno reso possibile questoulteriore passo in avanti.

NUOVE FILIALI/2BCC DI SPELLO E BETTONANasce Banc@Trevi, dodicesima filiale

Un istituto di Credito Cooperativoche, nonostante la crisi economica,continua a crescere e ad espandersi,fino a coprire la Valle umbra sud, alconfine con importanti comuni,come Spoleto, Campello sul Cli-tunno e Castel Ritaldi, consentendoalla banca di avere un’area di com-petenza territoriale estesa, sostan-zialmente, all’intera provincia di Pe-rugia. È la BCC di Spello e Bettona cheha inaugurato la sua dodicesima fi-liale il 12 maggio scorso a BorgoTrevi. Una succursale, la terzaaperta nel giro di un anno dopoquella di Perugia e di Bastardo aGualdo Cattaneo, che ha un proprionome: Banc@Trevi. Si tratta di unmarchio depositato e “creato per sti-molare il senso di appartenenza – hasottolineato durante il taglio del na-stro il Direttore Generale della BCCdi Spello e Bettona, Maurizio DelSavio – e di partecipazione delle co-munità locali a una BCC che si pro-pone, sempre più, come unica e verabanca del territorio. Anche per que-sto, lo slogan che accompagna, me-taforicamente, la nuova iniziativa è‘Banca e buoi… dei paesi tuoi!’, incoerenza con i folcloristici detti dellatradizione popolare”. La nuova fi-liale, operativa da lunedì 14 maggiocon una sola cassa, in controtendenzaagli attuali tempi di recessione eco-nomica, ha un’ulteriore caratteristica,rappresentata dal progetto “Trevibond investi per il tuo territorio”. Sitratta di un vero “patto territoriale”con il quale l’istituto di Credito Coo-perativo s’impegna a reinvestire, a

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DALLE BCC

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condizioni economiche prestabilite,sin dal primo anno, il doppio dei de-positi raccolti sul territorio. “Un’ec-cezione -ha spiegato il titolare dellanuova filiale, Andrea Alessi-, se sipensa che di solito le banche reinve-stono solo parzialmente nel territorio.Noi, invece, abbiamo voluto in que-sto momento difficile stare ancorapiù vicino alle imprese e alle fami-glie, mantenendo lo spirito che con-traddistingue le BCC”. Alla cerimonia ufficiale di inaugu-razione, oltre al Direttore Del Savioe al titolare Alessi, erano presentianche Lucio Campagnacci, Vicepre-sidente Vicario della BCC di Spello

e Bettona, Paolo Grignaschi, Diret-tore Generale della Federlus, Anto-nio Carrubba, Direttore della Bancad’Italia per la filiale di Perugia,Alessia Pallini e Francesca Zofrani,rispettivamente Vicetitolare e KeyClient della succursale, oltre a Al-fredo Ettore Mignini e Angelo Bar-banera, rispettivamente Vicepresi-dente Vicario e Vicedirettore dellaBCC di Mantignana e di PerugiaCredito Cooperativo Umbro. Anche questa nuova filiale dellaBCC di Spello e Bettona (comequella di Perugia) in via sperimen-tale sarà aperta sabato mattina e, adisposizione dei clienti, c’è il servi-zio delle cassette di sicurezza perdisporre di un luogo sicuro in cuiconservare oggetti ed effetti perso-nali preziosi durante la permanenzain banca. “La nostra è una bancacon 105 anni di storia alle spalle –ha ricordato il Direttore Del Savio,che conta 66 dipendenti, tutti assuntia tempo indeterminato, di cui il 40per cento donne, oltre 15mila clientie quasi 600 milioni di masse gestite.Una capacità operativa ‘globale’,che consente di soddisfare tutte lenecessità riguardanti famiglie e im-prese, anche attraverso servizi comeil leasing, l’estero, il factoring e leassicurazioni”.Durante l’inaugurazione, infine, ilVicepresidente Vicario Campa-gnacci ha ricordato l’importantecontributo della banca a favore deldipartimento di riabilitazione del-l’Asl3, situato all’interno dell’ospe-dale di Trevi. Si tratta della dona-zione di vari macchinari: due elet-troterapia, un ultrasuoni, un magne-toterapia, un letto bobath regolabilee un kit completo per la stimola-zione trans-cranica. “La nostra –hadetto Campagnacci– vuole essere latestimonianza di come l’istituto dicredito sia attento al sociale e alleesigenze della comunità”.

NUOVE FILIALI/3BCC SAN BARNABADI MARINOAperta un’agenzia a Rocca di PapaIl 19 maggio scorso la Banca di Cre-dito Cooperativo San Barnaba diMarino ha aperto la sua quinta fi-liale. “Si tratta di una grande oppor-tunità – ha dichiarato il PresidenteAldo Anellucci in un comunicatodiffuso per promuovere l’evento-.Le piccole banche oggi hanno, piùdelle altre, la necessità di accrescerei volumi, proponendosi come bancalocale totalmente al servizio dellacomunità. Il nuovo sportello banca-rio ubicato nella zona di recente svi-luppo di Rocca di Papa, mira ad es-sere partner attivo per le famiglie ela piccola e media impresa fornendoservizi e prodotti dotati di elevatacompetenza e professionalità senzadimenticare la storia ed il legamecon il territorio. Una ricchezza dapreservare al servizio delle comunitàlocali, dove si vive la rara esperienzadella democrazia economica in unalogica di imprenditorialità.”

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NUOVE FILIALI/4BCC DI MANTIGNANAE PERUGIAAperta la 15ma filiale a Bastia. L’unione di forze e sinergie per affrontare la crisi

È stata inaugurata il 26 maggio lanuova filiale posta nel cuore di Ba-stia Umbra, la prima dopo la fusionetra le due consorelle di Mantignanae Perugia. Circa 2 mila i clienti, 485i soci e 7 dipendenti oltre il Prepostodi filiale Sergio Gambacorta: questisono i numeri iniziali del nuovosportello su una piazza economica-mente importante, come dimostratodal fatto che entrambe le BCC,prima della fusione, avevano una fi-liale nella realtà bastiola, ora sosti-tuite da questa apertura.“Una filiale moderna, luminosa edaccogliente, che ricorda molto lasuccursale inaugurata un anno fa nelcentro di Perugia – ha affermato ilDirettore Generale Marcello Mor-landi – caratteristiche queste cheavranno tutte le nostre prossime

agenzie, come quella che apriremoprestissimo a Gubbio”. “La filiale -ha aggiunto il Presidente AntonioMarinelli- rappresenta la prima at-tuazione concreta dell’operazione difusione dei due istitutivi creditopreesistenti”. “La crisi si combatteanche così – ha sottolineato poi ilconsigliere regionale GianfrancoChiacchieroni –, unendo le forze,creando sinergie e puntando semprepiù al territorio”. Da canto suo ilsindaco Stefano Ansideri ha messoin evidenza come “avere una bancadi credito cooperativo che appar-tiene al territorio e che opera per ilterritorio, soprattutto in un momentocome questo, rappresenta un ele-mento da non sottovalutare”.

BCC DI RONCIGLIONE/1Centodieci anni di storiain un libro

La BCC di Ronciglione ha festeg-giato il suo compleanno ultracente-nario con una mostra e un volumeche riepiloga le tappe salienti del suolungo percorso. 110 anni di fedeltàal territorio è il titolo del volume,scelto dall’autore e vicepresidentedella BCC Sandro Altissimi, per sot-tolineare il legame che da sempreunisce Ronciglione e la sua bancanata nel 1902. La presentazione èavvenuta nella sala conferenze dellaBanca il 9 giugno scorso, alla pre-senza di un folto pubblico. A fare glionori di casa il Presidente GiuseppeGinnasi e il direttore Giulio Pizzi,affiancati dal vicepresidente e cura-tore del libro Sandro Altissimi, dalpresidente del collegio sindacale Fa-bio Moretti e dall’ex assessore pro-vinciale e dirigente di Bnl RenzoTrappolini, che ne ha curato l’intro-duzione. Un lavoro, quello di Altis-simi, che è frutto di una lunga e ap-passionata ricerca tra antichi registrie verbali, gelosamente custoditi nelcaveau della banca. I padri fondatoridella BCC di Ronciglione, ha spie-gato Altissimi, “erano gente semplice

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DALLE BCC

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ma lungimirante, che ha saputo co-struire solide basi sulle quali impian-tare la banca di oggi, presente indieci paesi della Bassa Tuscia e ca-pace di dare lavoro a 55 dipendentie sostegno economico a famiglie eaziende”. In prima fila, il sindacoSandro Giovagnoli e il direttore dellafiliale Banca d’Italia di Viterbo Clau-dio Ferrante, concordi sull’impor-tanza di poter contare, in piena crisieconomica, su una banca così radi-cata nel territorio. Presenti il parrocodi Ronciglione, don Silvio Iacomi,mons. Renzo Tanturli, il presidentedella Banca di Viterbo Luigi Man-ganiello, Francesco Manganaro perconto della Federlus, il presidentedella BCC del Velino Pietro Men-cattini, la vice presidente della BCCdi Capranica Giulia Nicolini, il pre-sidente della BCC di Barbarano Ro-mano Domenico Didoni.

BCC DI RONCIGLIONE/2Gita sociale a Berlino

La BCC di Ronciglione in occasionedel 110° anniversario dalla fonda-zione ha voluto iniziare i festeggia-menti con i propri soci organiz-zando, nello scorso mese di maggio,un viaggio di tre giorni a Berlino,definita dal celebre drammaturgoBertold Brecht la “Città dalle moltecittà”.Visitati la Porta di Brandeburgo,Alexander Plaz, il quartiere Mitte ela Museumsinsel, la piazza dellaGendarmeria e Postdamerplatz conil Sony Center. Un momento dicommovente riflessione è stato rap-presentato dalla visita al Memorialedell’Olocausto di Peter Eisenman,un campo all’aperto con lapidi for-mate da parallelepipedi di cementogrigio di varie dimensioni attraversocui camminare.La guida berlinese ha affascinato ilgruppo con una attenta descrizionedella metropoli, ricca di variegatiaspetti artistici, di contraddizioni edi contrasti derivanti da un passatotormentato, dall’ascesa del nazismoalla costruzione del Muro, che inuna sola notte ha diviso famiglie,storie amori e vite. Una città in-somma in continua trasformazione.

Dalla caduta del Muro ad oggi i ber-linesi hanno dovuto modificare ilproprio modo di vivere e di pensaree oggi di quella ferita rimane un se-gno tangibile: una linea di mattonirossi, piena di dipinti, che segnal’asfalto. Dopo la visita al celebreFassbender & Rausch Chocolatiers,il più antico negozio di cioccolatodella città, e aver attraversato il quar-tiere di Charlottenburg, i soci hannofatto ritorno a Ronciglione carichidi una bella esperienza durata tregiorni.

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Quattro anni dopo lo scoppio delle“turbolenze” finanziarie chehanno sconvolto l’economia glo-bale, l’industria bancaria conti-nua a lottare per continuare acreare valore sostenibile. Crisi deidebiti sovrani e difficoltà di cre-scita delle economie nazionalihanno posto le basi di uno scena-rio altamente volatile per le Ban-che. A seguire, i primi interventidei policy makers inaspriscono ivincoli di capitale a presidio deirischi, riducendone ulteriormenteil potenziale di profittabilità. In-fine, lo sviluppo tecnologico in attoe l’evoluzione dei comportamentid’acquisto rivoluziona la relazionecon la clientela.

Che la Banca fondasse la sua ragiond’essere, e la quota principale dellasua profittabilità, nella gestione delrischio lo sapevamo un po’ tutti. Chel’evoluzione del contesto di rischioe le risposte di natura normativa chein questo momento si è riusciti adare a livello internazionale stiano

mettendo seriamente indiscussione il modello dibusiness degli interme-diari bancari ci aiuta a ca-pirlo un report recente della BostonConsulting Group1 relativo a 145Banche a livello globale, che rap-presentano il 75% de-gli assets bancari inEuropa e negli StatiUniti e il 65% diquelli dell’area Asia-Pacifico.Le evidenze dello stu-dio rendono l’ideameglio di molte pa-role: • dal 2006 al 2010 iprofitti delle banchehanno fatto registrareun risultato cumulatodi -295 miliardi didollari;

• le banche oggetto di studio avreb-bero complessivamente 354 miliardidi dollari di gap da colmare rispetto

ai requisiti di capitaledi Basilea 3;• nel periodo 2006-2010, i ricavi sono di-minuiti del -3% men-tre il costo del rischio(in generale requisitidi capitale e rischio dicredito) è aumentatodel 36%;• il risk to income ratioalla fine del 2010 ri-sulta essere più deldoppio del livello pre-crisi e pari al 54%;• in sostanza, per ognieuro di ricavi vengonosostenuti 0,54 euro dicosti relativi alla ge-stione del rischio;• il rapporto invece tra

NUOVI ORIZZONTI

La nuova era del

retail bankingtra conferme e rivoluzionidi Alessandro Ceccarelli

Le Banche nel mondohanno continuato adaprire sportelli fisicie, soprattutto, a mettere le filiali al centro del propriomodello distributivo.Solo negli Stati Uniti,nei primi dieci annidel nuovo millenniole filiali sonoaumentate del 22%portandosi a ca.90.000. In Europa è stato lo stesso, con fenomeni ancorapiù marcati in Spagnae Italia

1 “Facing new realities inGlobal Banking” – BostonConsulting Group – Riskreport 2011.

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costi operativi e ricavi medio rile-vato nello studio è pari invece al59%.Di spunti interessanti ce ne sareb-bero molti – e per una lettura ap-profondita vi rimandiamo allo stu-dio pubblicato sulla nostra intranet–ma forse è più utile sintetizzare leconclusioni con cui lo studio com-menta le evidenze riscontrate.Innanzitutto, l’aumento crescentedei requisiti di capitale non potràessere completamente colmato conil ricorso a nuove dotazioni di capi-tale da rastrellare sul mercato, maimplicherà una riduzione consi-stente degli attivi e dunque dei pro-fitti.A livello strategico, ciò impliche-rebbe un approccio integrato allagestione dei rischi che superi la vi-sione di compliance rispetto ai nuovirequisiti, valutando a monte la piùcorretta allocazione del capitale,

all’interno dell’azienda, e fra busi-ness diversamente attrattivi; com-portando evidentemente uno sforzoulteriore, e differente, nell’attualeframework di pianificazione strate-gica.Tale visione integrata del rischio nonpotrà non riguardare tutto ciò checoncerne la liquidità e la capacitàdi funding delle singole aziende. Chiavrà raccolta più stabile, avrà unvantaggio competitivo in partenza.In questo senso, il settore retail –che nelle Banche oggetto dello stu-dio rappresenta più della metà deiricavi a livello aggregato – si con-fermerà strategico nell’ottica di at-trarre depositi e stabilizzare la ca-pacità di funding; Banche con pre-senza internazionale intensifiche-ranno inoltre gli sforzi nel creare si-tuazioni di “arbitraggio” per allar-gare la forbice dei tassi. In ultimaanalisi la competizione sul mercato

retail non potrà che accentuarsi, ri-ducendo ulteriormente i margini diprofittabilità.Lato impieghi però, anche il retailbanking comporterà una riduzionedei margini legata all’inasprirsi delcosto del rischio associato ai creditinon performing.L’altro aspetto in cui si riscontre-rebbero “conferme” e “rivoluzioni”per il retail banking – così come ac-cennato nell’incipit di questo arti-colo – sono poi lo sviluppo tecno-logico e l’evoluzione dei comporta-menti d’acquisto della clientela.Nell’interpretazione di questi feno-meni ci viene in soccorso il reportspeciale sulle Banche pubblicatonella rivista “The Economist”2 delmaggio scorso; il titolo dello spe-

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2 “Retail renaissance” - Special report inter-national banking - “The Economist” - Mag-gio 2012.

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ciale è esplicativo: “Retail renais-sance” (letteralmente: “Il rinasci-mento del retail”).In questo senso, le Ban-che dovrebbero da unlato, rendere maggior-mente profittabile il bu-siness tagliando i costiin un settore –quello re-tail– che si confermastrategico nella gestionedel rischio e nella capa-cità di funding e, dall’al-tro, si troverebbero afronteggiare una rivolu-zione tecnologica chesta cambiando le abitu-dini di acquisto dei con-sumatori e sta rendendoappetibile il mercatobancario, con particolare riferimentoa quello dei pagamenti, a competi-tors di altre industries, tipo quelliappartenenti ai settori tecnologici.L’evoluzione tecnologica ha già ri-voluzionato interi settori di business:si pensi ai negozi di musica, al no-leggio di libri e film, alle agenzie diviaggio.Le Banche avrebbero due vantagginell’adeguamento prima della rivo-luzione: il denaro è considerato“speciale” e ciò ritarderebbe i tempidi adozione da parte degli utenti; leBanche sono già ampiamente digi-talizzate e ciò faciliterebbe il ripo-sizionamento tecnologico nell’am-

bito dei servizi allaclientela.Infatti, a seguitodelle prime “grida diallarme” riguardantila fine delle filialicomparse agli alboridella cosiddetta neweconomy le Banchenel mondo hannocontinuato ad apriresportelli fisici e, so-prattutto, a metterele filiali al centro del

proprio modello distributivo. Solonegli Stati Uniti, nei primi dieci annidel nuovo millennio le filiali sonoaumentate del 22% portandosi a ca.90.000. In Europa è stato lo stesso,con fenomeni ancora più marcati inSpagna e Italia.I tempi sembrerebbero però cam-biati. Per tre ordini di motivazioni:Il tempo è cambiato soprattutto dalpunto di vista economico. Assor-bendo – per affitti, allestimenti estaffing – in alcuni casi dal 40% al60% dei costi operativi le filiali as-sorbono troppo capitale rispetto aimargini che garantiscono. (Valgonoin aggiunta tutte le considerazioni

fatte in questo senso nella tratta-zione precedente).La recente introduzione di smar-tphone e tablet ha dato un impulsodecisivo all’evoluzione dei compor-tamenti d’acquisto nella direzionedi un minor utilizzo delle filiali.Il minor utilizzo delle filiali da partedell’utenza deve essere compensatada un nuovo modo di attrarre nuoviclienti e di interagire fisicamentecon loro. Emergeranno in questosenso nuovi concetti di filiale voltiad attrarre i clienti nelle più dispa-rate declinazioni.Queste riflessioni però vanno oltrela discussione sulle filiali, e sonostrettamente connesse con il nuovomodello di retail banking che usciràdalla rivoluzione in atto.La centralità delle attività di Bancatradizionale non potranno che con-fermare l’importanza del nostro bu-siness per tutte le Banche, standar-dizzando e industrializzando i mo-delli.Rivisitare innovando per tempo ilnostro approccio di “Banca diffe-rente” è un’opportunità tutta nostra.

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NUOVI ORIZZONTI

L’aumento crescentedei requisiti dicapitale non potràesserecompletamentecolmato con il ricorsoa nuove dotazioni dicapitale da rastrellaresul mercato, maimplicherà unariduzione consistentedegli attivi e dunquedei profitti

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