orizzonti numero 3-2010

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NUMERO 3 ANNO 9 DICEMBRE 2010 O RIZZONTI PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA FEDERLUS SPECIALE CONVEGNO 2010 PEDRETTI DIRETTORE GENERALE BANCA IMPRESA LAZIO FOCUS AGRICOLTURA SPECIALE SISTEMI DI PAGAMENTO

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Orizzonti Numero 3-2010

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Page 1: Orizzonti Numero 3-2010

NUMERO 3 ANNO 9 DICEMBRE 2010

ORIZZONTIPERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA

F E D E R L U S

SPECIALE CONVEGNO2010

PEDRETTIDIRETTORE GENERALEBANCA IMPRESA LAZIO

FOCUSAGRICOLTURA

SPECIALESISTEMI DIPAGAMENTO

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Page 3: Orizzonti Numero 3-2010

PAG. 3 EDITORIALE DEL PRESIDENTEGOVERNO SOCIETARIO E FUNZIONE MUTUALISTICA

PAG. 4-6 APPUNTI DEL DIRETTORELE BCC ALLA SFIDA DEL DOMANI: COME COSTRUIRE UN NUOVO MODELLO PER LO SVILUPPO

PAG. 8-17 SPECIALE CONVEGNOÉ GIÀ DOMANIL’AUTOREGOLAMENTAZIONE PER UNO SVILUPPO EQUILIBRATO E SOSTENIBILE DELLE BCC

LA VOCE DELLE BCC

PAG. 18 CONOSCIAMOCI MEGLIOI SERVIZI FEDERLUS SI PRESENTANODONATELLA MAZZEICONSULENZA E FORMAZIONE

PAG. 20-21 PRIMO PIANOSTUMENTI PER LO SVILUPPOBANCA IMPRESA LAZIO S.P.A.

CONVENZIONE BIL-FEDERLUS

INTERVISTA A ENRICO PEDRETTI DIRETTORE GENERALEBANCA IMPRESA LAZIO

PAG. 22-27 IL PUNTO CONGIUNTURALEFOCUS AGRICOLTURATRA LUCI E OMBRE

LA PAROLA AI PRESIDENTIBALDI - PONTINIASGARBOSSA - ARBOREAPIERMARINI - SPELLO E BETTONA

PAG. 28-31 AREA BANCAC’ERA UNA VOLTA LA FILA ALLO SPORTELLO...

IL MERCATO DI MASSA NON ESISTE PIÙ

PAG. 33-34 AREA PROGETTI - FORMAZIONEINVESTIRE NEL FUTURO:I GIOVANI COME RISORSA PER LE BCC

PAG. 35-36 SPECIALE GIOVANI SOCIBCC LA BANCA DEI GIOVANI

ESPERIENZELABORATORIO GIOVANI SOCI BCC ROMA

PAG. 37 DONNE DEL CREDITO COOPERATIVO7° CONVENTION DI IDEECAMBIARE È POSSIBILESERVONO EROI PER SCONFIGGER LE MAFIE?

PAG. 38-40 DALLA FEDERAZIONEPROGETTO WEBPIENA OPERATIVITÀ PER LA NUOVA PIATTAFORMA ON-LINE

PROGETTO MICROFINANZA CAMPESINANUOVO FINANZIAMENTOIN POOL DELLA FEDERAZIONE

PAG. 41-42 DAL MOVIMENTOLEASINGLA NUOVA AUTONOMIA BCC

CONVENZIONE NAZIONALE CON LEGAMBIENTE

PAG. 43-48 NOTIZIE DALLE ASSOCIATENUOVI DIRETTORI GENERALIPALMIERI - TONIOLOPASTORE - ROMAIANNICCARI - TUSCOLO

BCC ROMAPALAZZO MARGHERITA

CERTIFICATO DI QUALITÀ

ATTIVITÀ SOCIALI/1BCC DI FORMELLO E TREVIGNANO ROMANOCONVEGNO SU PMI E BCC

ATTIVITÀ SOCIALI/2BCC DI RIANOPER UNA DRAMMATURGIA GIOVANE

ATTIVITÀ SOCIALI/3BCC TONIOLOFESTA DEL SOCIO

ATTIVITÀ SOCIALI/4BCC UMBRE E FEDERAZIONEJOB DAY UNIVERSITÀ DI PERUGIA

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SOMMARIO

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DIRETTORE RESPONSABILE:

MAURIZIO ALETTI

IMMAGINI:

ARCHIVIO EDICOM, ARCHIVIO FEDERLUS,

FABRIZIO BURELLI, SIMONE PAGANO,

MICROIMAGES FOTOLIA

REDAZIONE:

ALESSANDRO CECCARELLI

GRAFICA ED IMPAGINAZIONE:

ROBERTA CAPIZZI

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:

FABRIZIO BURELLI, SERGIO CONTI,

DONATELLA MAZZEI, STEFANO DE RENZI,

GIUSEPPINA MELIA

STAMPA:

IGER, VIA C.T. ODESCALCHI, 67/A - ROMA

EDITORE:

EDICOM SRL, ISCRITTA AL R.O.C. N° 8961

FINITO DI STAMPARE: FEBBRAIO 2011

TIRATURA: 2.000 COPIE

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EDITORIALE

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Dopo la grande crisi il mondo intor-no a noi è cambiato. Il contestooperativo si è fortemente modifica-to, in un mercato dove la competiti-vità è divenuta a volte parossistica.La crisi, tra gli altri effetti, ha indot-to una revisione delle regole chegovernano i mercati finanziari ecreditizi con l’intervento dei diversiorganismi sopranazionali. Taliorientamenti sono stati recepiti a li-vello nazionale e sono stati alla ba-se di un ampio dibattito in ambitoFedercasse, dando luogo a un’arti-colata proposta di modifica dellostatuto tipo che, dopo il vaglio dellaBanca d’Italia, saremo chiamati arecepire in occasione delle prossi-me assemblee sociali.Si tratta di un passaggio molto im-portante che rappresenta un’occa-sione per migliorare i livelli di go-vernance interna, ampliare la par-tecipazione informata dei soci allavita cooperativa e, più in generale,garantire sempre più le nostre ban-che da ogni tipo di rischio. Questarevisione dello statuto va interpreta-ta come opportunità di crescita nel-la stabilità e, allo stesso tempo, dirichiamo ai soci per un maggiorecondivisione e partecipazione nel-la vita e nello sviluppo aziendale.

Parallelamente ai soci, un significa-tivo salto di qualità nel proprio ruo-lo è richiesto agli amministratori,che debbono essere contraddistintida indipendenza e professionalità,nella consapevolezza della funzio-ne di garanzia e trasparenza cherivestono nei confronti delle compa-gini sociali di cui sono espressione.Con il nuovo statuto diviene più dif-ficile e selettivo essere consigliered’amministrazione di una banca dicredito cooperativo: il consiglieredovrà meritare la fiducia di cui èstato investito con il proprio man-dato di rappresentanza. Oltretutto,saranno più stringenti i requisiti perdivenire amministratore e la com-posizione dei consigli dovrà rispec-chiare sotto il profilo socio-econo-mico, territoriale e professionale, lecompagini sociali. Altro fattore fon-damentale saranno i criteri piùstringenti sul conflitto di interessinelle operazioni degli esponentiaziendali e delle parti correlate,con l’introduzione di nuovi criterinelle obbligazioni assunte nei con-fronti dell’azienda e precisi limiti diconcentrazione dei rischi. Vienesancito d’altro canto un preciso sol-co che delimita i rapporti con la po-litica e gli amministratori locali.

In questo rinnovato assetto societa-rio, diviene ancora più importantela figura del Presidente, che ag-giunge ai suoi compiti quello di es-sere garante del buon funziona-mento del governo aziendale. Infi-ne, sempre nell’ottica della promo-zione del controllo e della preven-zione di ogni rischio, diviene espli-cito il riferimento nello statuto alD.lgs 231/01 riguardante la re-sponsabilità amministrativa deglienti e agli adempimenti conseguen-ti a questa normativa di ampiospettro.Nell’autunno 2010 il GovernatoreDraghi affermava che “una gestio-ne improntata a criteri di efficien-za, l’attenzione ai rischi, un effica-ce governo societario sono i pre-supposti affinché la mutualità delleBCC possa essere stabilmente alservizio delle comunità locali”.Non possiamo non essere d’accor-do col Governatore considerandoormai il governo societario comefattore chiave per rinnovare la no-stra funzione mutualistica. Una fun-zione che si arricchisce nel conti-nuo e per la quale siamo tutti chia-mati a dare il nostro personale esempre più responsabile contribu-to. Giorno per giorno.

Governo societario e funzione mutualistica

di Francesco Liberati

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A partire da questo numerola rivista Orizzonti apre lospazio “Appunti del Diretto-re” alla riflessione sul futurodel Credito Cooperativo, chesarà oggetto del XIV° Conve-gno Nazionale che avrà luo-go a Roma nel prossimo di-cembre.Il nostro IV° Convegno annuale, cuiè dedicato questo numero della ri-vista, è stato, come riconosciuto dapiù parti, un importante momentodi riflessione e di confronto, per tut-to il sistema del Credito Cooperati-vo, con le maggiori autorità di rife-rimento - Banca d’Italia ed Anti-trust, rappresentate ai massimi livel-li, affrontando tutti i nodi da scio-gliere, quali gli assetti di governan-

ce, l’adeguatezza patrimoniale,l’efficienza organizzativa, il siste-ma a rete, e facendo emergere co-me, per uno sviluppo equilibrato esostenibile, sia ineludibile la capa-cità di dotarsi di un’adeguata rego-lamentazione, che sostenga la ne-cessaria evoluzione organizzativadelle BCC per contenere i costi ediversificare le fonti di ricavo attra-verso una crescita verticale, la qua-le comporta l’intensificazione deirapporti con la base sociale e lavalorizzazione di quelli con il terri-torio; ciò con la consapevolezza dioperare sempre in ottiche di siste-ma utilizzandone al meglio le risor-se.L’ampiezza, la profondità, la com-plessità e l’interrelazione tra tuttequeste sfide richiede la capacità disaper pensare ad un nuovo model-lo organizzativo e di business delsistema del Credito Cooperativo. Le brevi riflessioni che seguono so-no, quindi, dedicate ad un possibilepercorso per l’elaborazione di un“modello” di Credito Cooperativoe prendono spunto da studio pub-blicato nell’ultimo numero di Har-vard Business Review.1

L’approccio è evidentemente teori-co e di matrice internazionale ma,come potrete notare, estremamentecoerente con il tipo di riflessione

che il nostro Sistema è chiamatoquest’anno a sviluppare, nell’ambitodel Congresso Nazionale in cui sigetteranno le basi per la costruzio-ne del Credito Cooperativo delprossimo decennio.Il primo passo è l’individuazionedegli elementi costitutivi di un mo-dello organizzativo e di businessche integri i seguenti 4 elementi:

1) La proposizione di valore2) La formula della redditività3) I processi chiave4) Le risorse chiave

Dalla definizione della proposizio-ne di valore, su cui si tornerà piùavanti, si possono prendere dire-zioni diverse, a seconda che si vo-glia competere sulla base della dif-ferenziazione oppure soltanto sullabase del prezzo. In quest’ultimo caso si dovranno fis-sare in via prioritaria gli aspetti re-lativi alla formula della redditività,cioè la struttura dei costi, il modellodei ricavi, eventualmente la loro di-versificazione, gli obiettivi in termi-ne di margini unitari e la velocità dirotazione delle risorse impiegate,nel nostro caso gli aspetti legati allagestione dell’attivo e del passivo,con particolare riguardo alla liqui-dità ed al funding.

Le BCC alla sfida del domani:come costruire un nuovo modello per lo sviluppodi Paolo Giuseppe Grignaschi

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APPUNTI DEL DIRETTORE

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Nel caso, invece, della competizionesulla base della differenziazione, sa-ranno le risorse chiave ad essere de-terminate in via prioritaria e, quindi,il marchio, le persone, la tecnologia, lepartnership ed i canali distributivi. Il punto di passaggio, in un senso enell’altro, sarà la definizione dei pro-cessi chiave, la ricerca e sviluppo, iprocessi produttivi – nel nostro casoinnanzitutto il processo creditizio e ilprocesso di governo – la gestionedelle risorse umane, la gestione dellabase sociale ed i sistemi informativi.

Nella figura 1 si propone una rap-presentazione grafica del modello.Trovo che, nel caso del Credito Co-operativo, questo approccio teori-co, presenti i seguenti vantaggi:

1) Prende in considerazione tutte levariabili chiave della nostra attività2) È compatibile con una soluzioneche contempli una sistema a rete ocomunque multilivello3) Evidenzia chiaramente il conflitto“amletico” delle nostre BCC tra lavolontà di competere sulla base del-

la differenziazione del proprio mo-do di essere rispetto alle altre Ban-che e la necessità, invece, di compe-tere su variabili che sono prettamen-te di efficienza, bisogno, questo,dettato dalle emergenze quotidiane4) E’ incentrato sulle problematicheaziendali e, quindi, può essere co-struito dal basso5) Assume come punto di partenzala proposizione di valore ed è,quindi, coerente con le caratteristi-che distintive delle BCC sancite dal-l’art.2 dello Statuto.

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APPUNTI DEL DIRETTORE

Fig. 1

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Rimanendo su quest’ultimo punto,definire la proposizione di valoresignifica costruire un sistema d’of-ferta allargato, dove ai prodotti edai servizi si aggiungono tutti i fatto-ri per i quali la BCC vorrebbe esse-re scelta dalla propria clientela, in-clusi anche gli aspetti relazionali oconnessi al ruolo che si vuole assu-mere all’interno dei propri territoridi riferimento, con un approccioscientifico che consenta di apprez-zare i singoli elementi, definendo-ne il beneficio in termini di valorenei confronti sia del-l’azienda, che deipropri clienti.Nel caso delle BCC,la definizione dellaproposizione di va-lore è, in realtà, ladefinizione del pro-prio mercato di rife-rimento. Se infatti leBCC, che, come no-to, hanno un merca-to definito territorial-mente, consideranola clientela in maniera indistinta, intermini di puri bisogni finanziari, èevidente che la competizione deb-ba essere spostata sul terreno delprezzo. Per poter, invece, spostarela competizione sul terreno del va-lore, si deve partire da una propo-sizione di valore che presuppongala definizione del proprio mercatodi riferimento in termini anche dibisogni sociali.In un mercato definito in tal senso, ilmodello organizzativo e di busi-ness dovrebbe essere volto al rag-giungimento dell’obiettivo dellacreazione di un valore comune odi un valore condiviso, secondo ladefinizione di shared value datada Porter e Kramer 2, e cioè comepolitiche e pratiche operative chesviluppano la competitività di un’a-zienda, mentre contemporanea-

mente migliorino le condizioni eco-nomiche e sociali delle comunità incui òa stessa opera. La creazionedi valore comune si focalizza sull’i-dentificazione e l’espansione delprogresso economico e del pro-gresso sociale, in una definizioneche, come si vede, corrispondeperfettamente alla nostra missionestatutaria, con la specificazioneche il progresso sia economico,che sociale deve essere misuratoutilizzando il concetto di valore,definito come benefici in rapporto

ai costi, e non solo come beneficia sé stanti.Si tratta, quindi, di legare il nostroruolo di buone cooperative all’in-terno dei territori di riferimento conquello di buone Banche capaci digenerare valore economico nellosvolgimento dell’attività di interme-diazione creditizia.Un siffatto approccio metodologi-co, tra l’altro, consentirebbe di da-re più concretezza alla strategia diverticalizzare lo sviluppo, definen-done precisi riferimenti quantitativi.Si tratterebbe, quindi, di aumenta-re la propria redditività agendosulla creazione di valore condivisoall’interno dei territori in cui si èpresenti, piuttosto che creare nuo-vo valore in nuovi territori.In termini di “chi fa cosa”, è imme-diato concentrare nel prossimo

congresso la definizione delle im-portanti scelte di posizionamentocon dati, fatti e relative riflessioni.Conseguentemente, spetterà alleBCC costruire la proposizione divalore, nei territori, coadiuvati daipartner che verranno selezionati,adeguando le risorse e i processicome conseguenza.Evitare la competizione sul prezzo,confrontarsi con i propri stakehol-ders, ricercare un posizionamentodi mercato “allargato” – nei termi-ni in cui è stato esposto – adeguare

le risorse a quantodefinito.Non c’è nulla di nuo-vo e di rivoluziona-rio in tutto ciò, è solol’incipit di un possi-bile percorso meto-dologico, che possaportare a precise in-dicazioni concrete.Si tratta semplice-mente di una stradaper valorizzare quan-to fin qui fatto ed i

7+ delle BCC Federlus, così comesono stati presentati nel nostro ulti-mo Convegno annuale, definendonuove linee di sviluppo strategico,che evitino di finire nelle paludidell’eccessiva sovrapposizione ter-ritoriale o della ricerca di una di-mensione critica comunque irrag-giungibile a livello di singole BCC,in cui il nostro Movimento rischiadi impantanarsi con gravi conse-guenze per tutti.

1 “New business models in emerging mar-kets” - a cura di, Innosight, società di con-sulenza e di investimento in innovazionestrategica.

2 Porter and Kramer, Strategy & SocietyThe Link between Competitive Advantageand Corporate Social Responsibility.

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APPUNTI DEL DIRETTORE

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SPECIALE CONVEGNO

Il 2 dicembre a Roma, siè tenuto il convegno an-nuale della Federazionedelle BCC del Lazio Um-bria Sardegna.“In uno scenario economico e finan-ziario che rimane caratterizzato damarcate incertezze, le BCC di Lazio,Umbria e Sardegna sono chiamate aintensificare il proprio impegno alservizio delle comunità locali, rispon-dendo nel contempo alle sfide che siprofilano all’orizzonte anche in rela-

zione al recepimento delle nuovenormative di derivazione internazio-nale”.Lo ha affermato il Presidente dellaFederazione Francesco Liberati all’a-pertura dei lavori del convegno, che siè tenuto nel Palazzo della Coopera-zione in Via Torino alla presenza diun folto pubblico e importanti ospitiistituzionali, con il coordinamento diAngela Maria Scullica, direttrice delmensile Banca Finanza.Le sfide fondamentali di rinnovamen-

to che il Credito Cooperativo è chia-mato a realizzare – ha aggiunto Li-berati – riguardano gli assetti di go-vernance, l’adeguatezza patrimo-niale, l’efficienza organizzativa e ilrilancio del sistema a rete con il varodefinitivo del Fondo di Garanzia Isti-tuzionale. La capacità di dotarsi diun’adeguata autoregolamentazioneè un fattore ineludibile per uno svi-luppo equilibrato e sostenibile delleBCC. Il tutto intensificando semprepiù le sinergie di Gruppo.

È già domani

L’autoregolamentazioneper uno sviluppo equilibratoe sostenibile delle BCC

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SPECIALE CONVEGNO

C’è voglia di Credito CooperativoPaolo Giuseppe Grignaschi, Diretto-re Generale Federlus, ha poi deli-neato il quadro di riferimento delCredito Cooperativo nelle tre regio-ni: “C’è voglia e bisogno di CreditoCooperativo e arriviamo al nostrodomani essendo più presenti neimercati locali, dove stiamo crescen-do come numero di banche, numerodi sportelli e volumi intermediati”.Ma come sarà la BCC del domani?Su questo, quindi, ha aperto una ri-flessione a partire dalla solida situa-zione attuale delle BCC associate,nonchè sulla qualità del credito e de-gli assetti patrimoniali. Obiettivo è quello di affrontare le sfi-de future in uno scenario che rimaneveramente difficile, come ricordatodal professor Giacomo Vaciago nelsuo intervento, ricordando la genesi

della crisi mondiale innestata dallabolla speculativa immobiliare ameri-cana, con la successiva caduta dellaproduzione industriale su scala pla-netaria. In Italia è in atto una ripresi-na e, se tutto va bene, si toccheran-no i livelli pre-crisi nel 2015. Nel frattempo, bisogna che si deci-da se l’Italia debba rimanere un Pae-se industriale e quindi promuovereuna politica economica coerente.Quanto al sistema bancario sarebbebene tornare a una netta separazio-ne tra l’attività creditizia in sensostretto e la pura intermediazione fi-nanziaria e speculativa.Da questo punto di vista è auspicabi-le un nuovo sistema di regole.

Il ruolo delle Federazioni localiE a proposito di regole, SalvatoreMaccarone, Presidente di Banca Fi-

deuram e di Sef Consulting, ha ricor-dato come in realtà ce ne siano moltema anche molto non applicate. In ognicaso l’applicazione delle regole ha uncosto altissimo per le banche, soprat-tutto per quelle di più piccole dimen-sioni. Le BCC, in particolare, hanno già av-viato la via dell’autoregolamentazio-ne attraverso i Fondi di Garanzia.Molto importante a tale proposito è ilFondo di Garanzia Istituzionale, di cuisi attende a breve l’entrata in operati-vità, come anche importante è il ruolodelle Federazioni locali. In generale, ha quindi sottolineato co-me sia necessaria una semplificazionedelle regole proprio nell’interesse de-gli utenti finali: in particolare va evitatoun eccesso di informazione, informa-zione che quando è sovrabbondantepuò divenire controproducente, bastipensare al caso della MiFid.

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Una crescita al servizio del PaesePer Antonio Catricalà, Presidentedell’Autorità Garante della Con-correnza e del Mercato, nonostan-te alcune pregiudiziali iniziali, orasuperate, sulle regole interne tipi-che delle BCC che ne limiterebbe-ro la contendibilità, va dato atto alsistema BCC di una crescita sanae del ruolo al servizio del Paesesoprattutto in questo periodo dicrisi. Detto questo, bisogna fare atten-zione all’autoregolamentazione:se questa non influisce sulle sceltestrategiche e commerciali e sullatutela dei consumatori ben venga. Quanto al progetto del Fondo diGaranzia Istituzionale, si tratta diun’iniziativa lungimirante pensatain tempi non sospetti. Tuttavia van-

no salvaguardati i principi di con-correnza, evitando un’eccessivaintegrazione di sistema che possalimitare la concorrenza tra le BCCsul territorio. Per evitare tali rischivanno configurati adeguati assettidi governance del Fondo.

Sostenere la redditivitàMaurizio Trifilidis, Direttore Superio-re, Titolare dell’Unità di Coordina-mento d’area e collegamento filialidella Banca d’Italia, ha sottolineato illavoro in corso con Federcasse riguar-do sia al Fondo di Garanzia Istituzio-nale, strumento per rafforzare soliditàed efficienza, sia allo statuto tipo perle BCC in corso di rivisitazione. Quindi ha evidenziato la necessità diintervenire per sostenere la redditivitàdelle Bcc, in primo luogo con la ridu-zione dei costi, anche prevedendouna maggiore concentrazione azien-dale, o con economie di scala a livellodi sistema. L’altro fattore d’attenzioneè l’espansione del credito, fattore sucui Banca d’Italia sta approfondendole diverse sfumature. Si tratta di un fat-to positivo, ma esistono margini di mi-glioramento nel processo di erogazio-

ne del credito. Terzo aspetto focale èquello dell’organizzazione e del con-trollo, con assetti di governo azienda-li tali che ogni soggetto possa svolgereil proprio ruolo alimentando una sanadialettica interna. Ben venga il nuovostatuto a rafforzare tali assetti.

Più sviluppo verticaleAlessandro Azzi, dopo aver ricor-dato i numeri di un sistema in cresci-ta, è tornato sull’importanza del-l’autoregolamentazione e sulla ne-cessità di diversificare le fonti di ri-cavo in un contesto di redditività de-crescente. Poi c’è il tema dei costi. In questi an-ni le BCC si sono espanse: bastipensare alla crescita del numero de-gli sportelli con i relativi costi ag-giuntivi. Ora bisogna concentrarsisullo sviluppo verticale. “Ora cheabbiamo allargato la rete operati-va, fermiamoci e consolidiamo – hadetto Azzi – pensando a nuove si-nergie e a un’operatività comuneper abbattere i costi operativi”.Questo riguarda anche le Federa-zioni regionali che possono collabo-rare tra loro con la possibilità di va-lorizzare i centri di eccellenza alservizio di tutti. Quanto al Fondo diGaranzia istituzionale, siamo vicinial risultato.Infine il tema della governance, doveabbiamo lavorato proattivamente:al riguardo, è stato già varato ilnuovo statuto tipo e siamo in attesadel parere della Banca d’Italia perpoi passare all’approvazione as-sembleare nelle singole BCC. Punti salienti sono la qualità degliamministratori, la partecipazionedei soci alla vita sociale, l’attenzio-ne alle parti correlate nel processocreditizio.“Il Credito Cooperativo del 2020 –ha concluso Azzi – dobbiamo co-struirlo oggi con quattro elementiperno: cultura, controllo, consensoe coesione”.Si tratta in definitiva di “camminareper precedere i problemi” come ri-cordato da mons. Francesco Rossonel suo intervento di saluto all’aper-tura dei lavori.

Fabrizio Burelli

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SPECIALE CONVEGNO

Luigi Marino, Presidente Confcooperative e Sergio Gatti, Direttore Generale Federcasse

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Francesco LiberatiPRESIDENTE FEDERLUS

La nostra autonomiacome valore sociale

Come osservato da autorevoli fonti,le BCC hanno dimostrato, anche du-rante questa crisi, un’importantefunzione nell’assicurare stabilità eradicamento sul territorio. Le BCChanno continuato a erogare creditoanche nei momenti di maggiore dif-ficoltà.Secondo l’Autorità Garante dellaConcorrenza e del Mercato (nellaIndagine conoscitiva sulla gover-nance delle banche), le BCC “mo-strano effettivamente una realtà ra-dicata territorialmente e strettamen-te connessa con l’attività di eroga-zione dei finanziamenti ai soci e al-l’area locale”.Ed ancora: “E’ confermato che leBCC operano in una prospettiva ef-fettivamente mutualistica e che la lo-ro attività è svolta significativamen-te nei confronti dei soci“.Possiamo essere più che soddisfattiper quello che abbiamo fatto e chepotremo ancora fare, al servizio

del paese e dei cittadini in questianni difficili.Ma per continuare in questo compi-to dobbiamo guardare al domanicome se fosse già oggi, operandosempre più in ottica di sistema e uti-lizzando al meglio le risorse di si-stema.E dobbiamo farlo migliorando l’ef-ficienza e adeguandoci, anzi anti-cipando le nuove regole che stannoarrivando. Pensiamo in primo luo-go alle nuove indicazioni del Comi-tato di Basilea che entreranno in vi-gore a partire dal 2013.La risposta a queste sfide è ancorauna volta di carattere organizzati-vo e nel Gruppo. Dobbiamo orga-nizzarci meglio, e non dobbiamoaspettare di subire le nuove regolema autoproporci con un’autorego-lamentazione organica e previden-te.Dobbiamo attivarci per adeguare inostri assetti patrimoniali alle sem-pre più impegnative esigenze di co-pertura dei rischi ampliando glistrumenti per qualificare patrimo-nio e capitale sociale.Per questo, ancora una volta nonpossiamo prescindere dalla forzadel sistema, del gruppo bancario.Non possiamo prescindere da quel-li che sono i nostri valori fondanti,dal ruolo prevalentemente socialedelle nostre banche.Un ruolo che oggi trova sempre piùattuale e consapevole conferma dapiù parti e che non fa che rafforzareil senso della nostra missione.In particolare, dobbiamo difenderel’autonomia delle nostre banche, ri-manendo fedeli alla nostra dimen-sione di soggetti espressione dellasocietà civile locale.Dobbiamo rimanere lontani dalla

politica, ancorandoci alla nostraautonomia come valore sociale eaffinando i meccanismi di gover-nance a garanzia di un corretto,trasparente e partecipato funziona-mento delle banche .A tale proposito, sono pronte leproposte di modifiche statutarieche dovranno essere sottoposte alleassemblee. Sono molte e rilevantile novità proposte volte a promuo-vere la partecipazione dei soci allavita cooperativa, che riguardano ilfunzionamento dei consigli di am-ministrazione e il tema del conflittodi interesse degli amministratori.In generale si può dire che le modi-fiche hanno l’obiettivo di garantiremeccanismi di governo sempre piùfunzionali a una sana, prudente,trasparente gestione.

Paolo GrignaschiDIRETTORE GENERALE FEDERLUS

Come ci arriviamo

In uno scenario difficile come quelloche stiamo vivendo, è opportunoche guardiamo dentro di noi per da-re il meglio, con un'analisi oggettivadi quella che è la situazione di par-tenza, per poterci poi traguardaresu nuovi obiettivi ambiziosi e cer-cando di capire in che condizioni

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SPECIALE CONVEGNO

Sintesi degli interventi

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SPECIALE CONVEGNO

siamo rispetto alla capacità di conti-nuare a perseguire la nostra missione.In questa direzione “i 7+” delleBCC Federlus sono:

1 + numerosi: - 28 BCC associate, 1 nuova BCCcostituita lo scorso settembre (BCC di Frascati),

- nuovi comitati promotori

2 + presenti: - sul territorio (+52% gli sportellinel periodo 2005-2009)

- sul mercato con quote in crescita- nelle comunità (+33% i soci nelperiodo 2005-2009)

3 + apprezzati:- visibilità pubblica- immagine e valore del marchio- nelle singole relazioni di clientela

4 + solidi:- dotazione patrimoniale (Tier 1 pari al 16,45%, 14,2% BCC Italia, 9,4% Unicredit, 8,9% Intesa),

- qualità degli attivi (rapporto sof-ferenze/impieghi pari a 3,7%, 3,9% BCC Italia, 3,7% sistema bancario)

5 + competitivi:- Mission e modello di business (apprezzamento generalizzato e rilancio nella crisi)

6 + organizzati:- Una BCC è tanto più organizza-ta quanto più è focalizzata sul core business … di converso, quanto più esternalizza attività non core

7 + uniti e coesi.

Giacomo VaciagoPROF. ORDINARIO ALL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO

Come sarà

Per 10 anni Grecia, Spagna, Ir-landa, Italia, si sono indebitate atassi tedeschi: lo spread che paga-vano sul bund decennale era po-chi decimi di punto. I mercati nonse ne erano accorti: i mercati sonoperfetti sempre dopo, mai prima. Imercati non si erano accorti che cisi stava indebitando a tassi tede-schi per tirare a campare (noi ita-liani) e per speculare in edilizia,in prestiti balordi, eccetera, quelliche facevano finta di essere ame-ricani - cioè gli irlandesi, i greci,gli spagnoli e i portoghesi - che sisono indebitati a tassi tedeschi,non per fare cose che contribui-scono alla crescita del paese, maper inseguire bolle speculative equant'altro. Un bel giorno i merca-ti si sono accorti che era una fintapensare che siamo tutti tedeschi, enaturalmente hanno enormementesbandato dalla parte opposta.Perché gli spread che oggi appli-cano a paesi come Grecia e Irlan-da, sono da paesi che stanno perfallire. (…) Il governatore della Bank of En-gland, non manca occasione per

ribadire che le banche too big toofail vanno fatte a pezzi prima enon dopo il fallimento, cioè nondevono esistere. Se una banca ètoo big too fail l'azzardo moraleè che “posso correre qualunque ri-schio, tanto mi salveranno”…Almomento le too big too fail sonostate salvate, cioè sono banchequasi pubbliche, a Londra come aNew York. Come ne usciamo? Fa-cendole a pezzi e rimettendole sulmercato, o no? L'altro grande quesito, che rimaneirrisolto, è se torniamo a ciò cheavevamo imparato negli anni ’30,cioè che la cosa pericolosa non èil banchiere quando fa fidi, ma èquando la mattina fa fidi e il po-meriggio prende posizioni suimercati. Quindi, quando gioca suidue tavoli, del credito all'impresache conosce e del mercato su cuiusa altre informazioni, per pren-dere posizioni speculative. IlGlass-Steagal Act negli anni ’30separò la banca di credito com-merciale, la normale banca comele BCC, da chi prende posizionisui mercati, come Lehman, Gold-man Sachs o altri bei nomi cheprendono posizioni speculative.L'idea del Glass-Steagall è stataperò abolita in tutto il mondo, cioènoi siamo tornati negli anni ‘90 arimettere sotto lo stesso tetto - conmuraglie cinesi sottilissime e per-forabili - il direttore di filiale chedà credito all'impresa, di cui benconosce pregi e difetti ed è in gra-do di valutare quel credito per laprobabilità che ha di portarlo acasa, e i ragazzotti di trent'anniche hanno voglia di avere la Por-sche a Natale speculando per gliistituti per cui lavorano e facendoprofitti enormi.

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Salvatore MaccaronePRESIDENTE BANCA FIDEURAME SEF CONSULTING

Il ruolodelle Federazioni

Le BCC a livello di sistema hanno unruolo e un posto particolare, perché illoro legame con il territorio e quindianche la potenziale limitatezza dellaloro capacità di espansione, neces-sariamente richiede delle strutture disistema. Sono strutture che integranola capacità delle banche e creano larete, di cui tante volte voi avete sentitoparlare, che è indispensabile perchéqueste banche possano svolgere laloro funzione. Questa rete si manife-sta a vari livelli, attraverso le federa-zioni regionali, in primo luogo, e lestrutture centrali, sia imprenditorialiche istituzionali. I fondi di garanziasono la manifestazione normativa diquesta diversità, di questo assetto, diqueste esigenze particolari della ca-tegoria, perché, come sapete, sonofondi diversi da quelli del resto del si-stema. Anzi, il resto del sistema ne hauno solo, il Credito Cooperativo neha già due e ne sta studiando un terzofondamentale, che probabilmente as-sorbirà uno dei due e che avrà una ri-levanza straordinaria: il Fondo diGaranzia Istituzionale. È uno stru-mento di garanzia della solidità del

sistema e fa applicazione proprio deiprincipi della mutualità: la capacitàdell’insieme di sostenere le singoleparti del sistema. Se le caratteristichedel Credito Cooperativo in generalesono queste, devono anche produrrepoi delle valutazioni e dei giudizi di-versi rispetto a quelli che si applicanoalle altre banche. Credo che le inizia-tive di autoregolamentazione delCredito Cooperativo debbano esserevalutate in modo diverso da quello incui si valuterebbero le iniziative di al-tre categorie di intermediari. Questo

non perché si richiede un trattamentodi favore, ma perché c'è una sceltaordinamentale a monte: le Banche diCredito Cooperativo sono disciplina-te dal nostro sistema in un modo di-verso da quello delle altre banche.Quindi, se non si creasse questa di-stinzione sul piano dell'interpretazio-ne e dell'applicazione delle regole,si creerebbe una situazione di contra-sto con l'ordinamento primario. LeFederazioni regionali, in particolare,hanno un ruolo essenziale in questaassistenza delle singole BCC; ricor-

SPECIALE CONVEGNO

Banca d’Italia

Fabio Bernasconi – Direttore Settore Collegamento Filiali. Unità di Coordinamento

d’Area e Collegamento Filiali

Christian Ricciuti – Servizio Rapporti Esterni e Affari Generali

Paolo Galiani – Direttore della Sede di Roma

Paolo Pasca – Direttore della Sede di Perugia

Roberto Caramanica – Direttore dell’Ufficio Supervisione Intermediari Finanziari

– Sede di Roma

Confcooperative

Luigi Marino – Presidente

Paolo Galante – Direttore Generale di Fondo Sviluppo

Società ed Enti Centrali del Credito Cooperativo

Giulio Magagni – Presidente di Iccrea Holding

Francesco Carri – Presidente di Iccrea Banca

Serafino Bassanetti – Presidente di Banca Agrileasing

Sergio Gatti – Direttore Generale di Federcasse

Federico Cornelli – Direttore Generale del Fondo di Garanzia Istituzionale

Roberto di Salvo – Direttore Generale del Fondo di Garanzia dei Depositanti

Roberto Mazzotti – Direttore Generale di Iccrea Holding

Enrico Duranti – Direttore Generale di Banca Agrileasing

Paolo De Angelis – Direttore Generale di Sef Consulting

Claudio Brazzolotto – Direttore Generale di Iside S.p.A.

HANNO PARTECIPATO

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dava il Direttore Paolo Grignaschiquanto si fa in sede di Federazionecon l'esternalizzazione di funzioniessenziali, come quelle dei controlliinterni - audit, compliance - e il con-tributo delle Federazioni è un contri-buto che deve essere salvaguardato,perché altrimenti le BCC che vi ap-partengono non riuscirebbero a svol-gere la loro funzione. Un settore nelquale a mio parere le Federazionidovrebbero poter esercitare la lorocapacità di assistenza e di consigliodelle BCC, è anche quello dell'aiutonelle loro scelte sull'insediamento ter-ritoriale. Le Federazioni hanno unavisione complessiva e approfonditadel territorio, quindi potrebbero es-sere di grande ausilio per evitarescelte non sufficientemente meditate.

Antonio CatricalàPRESIDENTE ANTITRUSTFare impresa

nell’interesse del cliente

I rapporti tra l'Antitrust e il mondodel Credito Cooperativo, sono statifinora caratterizzati da una vivacedialettica; non ruvida, ma vivace.(…) Ma quelle che sono molte delleidee pregiudiziali dell'Antitrust,possono lasciare il campo a uncolloquio che può portare a mi-

gliori risultati. Basta dire che nelperiodo della crisi i finanziamentidelle BCC sono saliti in manierasuperiore rispetto al resto del mon-do bancario sia a favore delle fa-miglie consumatrici sia a favoredelle imprese. Parliamo di una me-dia dell'8%, laddove il sistemabancario nel suo complesso in quelperiodo di crisi cresceva solamen-te dello 0,3%: vuol dire che alloraquesto localismo, questo attacca-mento al territorio, non è poi unascelta così sbagliata. Di questo bi-sogna rendersi conto, i dati parla-no da soli. (…) Il mondo delle Ban-che di Credito Cooperativo è unmondo particolarmente affascinan-te, perché ha dimostrato di esserefortemente aziendalista, imprendi-toriale, ma nello stesso tempo conuna forte ispirazione sociale e mol-to legato al territorio. Cioè ha di-mostrato, direi, un'etica della pro-pria strutturazione e della propriacultura che è apprezzabile e che,anzi, potrebbe essere anche unesempio. Noi pensiamo che, purnon essendo le BCC grandi impresebancarie, pur non essendo i princi-pali attori del mercato, esse possa-no svolgere quel ruolo di “moscacocchiera”, quel modello da segui-re nell’individuazione di una seriedi regole di trasparenza, di buonirapporti con la clientela. In altreparole parliamo di una visione del-la banca imprenditrice ma che ab-bia a cuore gli interessi anche delcliente, anche del cliente piccolo,del cliente che qualche volta va inrosso, ma che però alla fine ri-sponde, è fedele e alla fine fa ditutto per pagare. Perché la verità èche gli italiani sono persone chepagano i loro debiti, e questo dob-biamo riconoscerlo in quanto Auto-rità e in quanto operatori del mer-cato.

Maurizio TrifilidisDIRETTORE SUPERIORE BANCA D’ITALIA

Avanti con consapevolezza ed efficacia

Siamo in presenza di una situazionecongiunturale molto incerta e quindile banche sono più vulnerabili. Le si-tuazioni di necessità su cui Bankita-lia è intervenuta nel 2009 sono statesuperiori a quelle del 2008, e quellesu cui siamo intervenuti quest'annosono di più della somma del periodo2008-2009: alcuni di questi inter-venti sono ovviamente sfociati inoperazioni di rigore. In questa situa-zione di difficoltà devo dire che è si-curamente aumentata la relazionetra la Banca d'Italia e gli organi delsistema cooperativo. Quando ci sia-mo incontrati con il Presidente Ales-sandro Azzi siamo stati perfettamen-te d'accordo sul fatto che l'obiettivoè quello di avere un sistema coope-rativo sano, potente ed efficace. So-no problemi su cui il mondo BCC èmolto attento: lo siamo anche noi equindi c’è perfetta identità di vedute.Devo dare anche atto che c'è unacrescente consapevolezza da partedegli organi del mondo BCC deiproblemi che dovranno essere af-frontati. Ci sono - aggiungo poi - due

SPECIALE CONVEGNO

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SPECIALE CONVEGNO

momenti fondamentali, e lo hanno ri-cordato più persone: il nuovo Statu-to-tipo e il Fondo di Garanzia Istitu-zionale. E’ un tema su cui c'è interlo-cuzione, c'è convergenza, c'è identi-tà di vedute: noi speriamo di portareavanti questi due punti insieme inmaniera efficace.

Alessandro AzziPRESIDENTE FEDERCASSE

Il Credito Cooperativo nel 2020

Sappiamo di essere posizionati inuno scenario difficile, caratterizzatoda incertezze marcate. Ci è stato ri-conosciuto, e tutti hanno apprezza-to, l'impegno che abbiamo svilup-pato in questi due-tre anni di crisi,continuando ad erogare credito allenostre imprese e dando prova diflessibilità: penso alle diverse formedi moratoria messe in campo ancorprima di quelle dell'ABI. Penso allecentinaia di iniziative di concreta at-tenzione alle situazioni delle singolepersone, ai tanti accordi di micro-credito che abbiamo sviluppato sulterritorio nazionale. Oggi ci è rico-nosciuto un ruolo che può posizio-narsi da protagonista nel sistemabancario: cito solo i 4300 sportelli,

ma penso anche al numero dei sociche ha superato il milione, ai clienti,alle masse di raccolta e di impieghi.Ricordo anche il dato patrimoniale:un dato di assoluta rilevanza, oltre19 miliardi di euro, che si è incre-mentato anche nel periodo della cri-si e che rappresenta nel complessodel Credito Cooperativo una com-ponente solida. Certo, essendoquattrocento i soggetti che contribui-scono a comporre complessivamen-te il dato, non mancano anche mo-menti e situazioni di particolare pro-blematicità. Sappiamo anche che lascelta di esserci, di dare risposte,non è stata indolore. La coerenzaha avuto un prezzo: abbiamo gestito- direi anche consapevolmente - unamaggior pressione del credito in sof-ferenza. A giugno 2010 il rapportosofferenza/impieghi era pari al3,9%, in crescita di sette decimi dipunto rispetto allo stesso periododel 2009; nello stesso periodo il si-stema bancario è arrivato al 3,6%,in crescita di un punto percentualesu base d'anno. Abbiamo detto inassemblea, meno di una settimanafa, che il futuro non si riproduce perreplica. Il futuro che cerchiamo diimmaginare e che cerchiamo di co-

struire, richiede di accrescere la pru-denza e di accentuare la lungimi-ranza ed il coraggio. In tutto questo,io credo che si inserisca bene il te-ma dell'autoregolamentazione perla costruzione di uno sviluppo equili-brato e sostenibile. (…) Io sono con-vinto che il Credito Cooperativo del2020 dobbiamo costruirlo oggi par-tendo dalle nostre identità di ban-che del territorio, di banche capacianche di autoregolarsi prima che al-tri ci regolino. Sarà necessario ba-sarsi su quattro elementi determinan-ti: cultura, controllo, consenso, co-esione. La cultura dovrà essere quel-la del servizio, delle competenze edell’identità. Non siamo differentidagli altri perché siamo più piccoli,siamo differenti dagli altri perchéabbiamo dei valori e abbiamo unamissione da compiere, ma dobbia-mo farlo con il controllo, perché sap-piamo bene quanto sia difficile equanti rischi si corrono. Il consensoè quello che si è capaci di suscitaretra i propri soci, coinvolgendoli nelproprio territorio. Infine, non possia-mo scappare: coesione. Coesionenei valori, nel disegno organizzati-vo, nell'operatività, coesione cheproduce concrete sinergie.

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SPECIALE CONVEGNO

Il convegno annuale della Fe-derazione è stato un impor-tante momento di riflessionesulle prospettive di evoluzionea breve e medio termine dellagovernance delle nostre BCC.Riflessione arricchita dal con-tributo dei molti rappresen-tanti delle principali Autoritàe Istituzioni di settore.Alla luce di quanto emerso,abbiamo chiesto ad alcuniesponenti delle BCC associatedi parlarci dell’utilità di questoconvegno e di cosa hanno ri-portato in BCC.

Maurizio CapogrossiPRESIDENTE BCC TONIOLO DI GENZANO

Guardare con ragionevole fiducia al futuro

Già nel titolo "È già domani" dato al-l'iniziativa si trova conferma dellaimpostazione che contraddistinguequesto tipo di appuntamenti che la

Federazione annualmente organiz-za. Vi è la scelta di promuovere una ri-flessione prospettica sull'attività delleBCC in modo da costruire un qua-dro, per quanto possibile scientifico,sulla base del quale orientare le scel-te imprenditoriali delle singole ban-che aderenti a Federlus.Il tutto anche attraverso contributi digrande spessore che consentono diconsiderare e mettere in relazione di-namiche globali e banche locali. Da più parti recentemente vengonoindicazioni al Credito Cooperativo aguardare ad una crescita non piùorizzontale intesa come affannosarincorsa all'ampliamento della retedelle agenzie sul territorio, ma verti-cale quale impegno ad un presidioed a un radicamento più profondonei luoghi ove si opera. Ciò sia peruna questione di saturazione del ter-ritorio con il conseguente rischio diuna concorrenza intra moenia, siasoprattutto per non disperdere maanzi valorizzare il rapporto con i so-ci ed i clienti che fa della BCC lebanche di relazione per eccellenza.Ebbene, in questo quadro tengo asottolineare come sulla questionela nostra Federazione sia stata an-tesignana nel sostenere che svilup-po e conquista di spazio non sonosinonimi.All'orizzonte si profilano nuove sfi-de. Siamo chiamati a gestire le diffi-coltà di un periodo di crisi senza pre-cedenti, a proseguire in un'attività diaccorta penetrazione del mercato,ad affrontare con consapevolezzagli accresciuti rischi, ad assumerescelte più rigorose che mai nella poli-tica del contenimento costi.

Questo credo sia l'essenza del no-stro convegno. E tutto ciò sarebbeimpensabile se non si ragionasse inun'ottica di gruppo in cui le bancheminori possono sviluppare grandiprospettive e gestire insieme scelte disistema. Questa è la strada che con-sente di guardare con ragionevole fi-ducia al futuro nella rinnovata consa-pevolezza che il futuro si costruisceadesso.

Luciano EufemiPRESIDENTE BCC NETTUNO

Chiare regole di comportamento

Le Banche di Credito Cooperativo sitrovano ad operare, oggi più chemai, in una economa caratterizzatada imprevedibilità e turbolenza; ilcontesto normativo, di riflesso, è di-venuto complesso e stringente, senzapresentare significative divergenzetra gli operatori del settore in basealla loro dimensione. Naturale con-seguenza è l’incremento dei costi fis-si di gestione, l’innalzamento dei li-velli di break even e, conseguente-mente, della più generale rischiositàoperativa. Risultare conformi alla to-talità delle diverse disposizioni nor-mative risulta sempre più faticoso!

DOPO I LAVORI

La voce delle BCC

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SPECIALE CONVEGNO

Tutto ciò mal si coniuga con le ridottedimensioni, a volte monocellulari,che caratterizzano le banche di cre-dito cooperativo. Sul fronte del rap-porto con la clientela, invece, leBCC stanno facendo egregiamente illoro dovere. Sfruttando i propri van-taggi competitivi rappresentati dauna ottimale conoscenza della clien-tela e da una radicale presenza sulterritorio, stanno continuando a fi-nanziare la parte sana dell’econo-mia reale attraverso indispensabili econtinue iniezioni di liquidità tese acoprire il fabbisogno finanziario del-le numerose piccole e micro impreseche costituiscono la principale fontedi lavoro e ricchezza del nostro pae-se. E’ evidente che per poter conti-nuare a svolgere questa funzione inambiente di riferimento sempre piùcomplesso e dinamico, dobbiamopuntare necessariamente sul nostromovimento! Davanti ai nostri clienti

dobbiamo restare piccoli, interlocu-tori privilegiati in grado di soddisfa-re tutte le loro esigenze finanziarie;davanti al sistema e alla concorren-za dobbiamo evidenziare tutta laforza del nostro stare insieme, delnostro patrimonio e della capillaritàdella nostra presenza sul territorio.Per stare insieme, però, non possia-mo esimerci dall’individuare chiareregole di comportamento che, se daun lato costituiscono un elemento diriduzione del grado di autonomia,costituiscono un elemento indispen-sabile di unità e correlazione. Il siste-ma non deve essere una società dimutuo soccorso, che interviene inpresenza di patologia a carico del-l’una o dell’altra BCC; deve costitui-re, invece, il principale riferimento intermini di struttura organizzativa, ge-stione del sistema informativo, pro-dotti, servizi e soluzioni offerte allaclientela, il tutto ad adeguati livelli di

competitività, produttività ed efficien-za. Senza l’ausilio di un sistema in-formativo comune e fortemente com-petitivo in termini di rapporto co-sti/benefici, senza federazioni localiche prestano servizi di alto livello osocietà prodotto che sono in gradodi farci piazzare sul mercato soluzio-ni fortemente competitive, non ab-biamo futuro e speranza. Siamo l’u-nica realtà che potrebbe operare sulmercato in modo da godere di unrapporto elastico e privilegiato conclientela e in grado di usufruire, me-diante il sistema, dei benefici dellegrandi dimensioni. Davanti a ciòben venga una sana autoregolamen-tazione che individui, nei diversi set-tori, i parametri di una corretta ope-ratività e degli standard minimi di ef-ficienza e arrivi finanche a stabiliredelle forme più o meno invasive ditutoraggio per le realtà meno perfor-manti o ad alto rischio.

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Dopo aver conseguito la laurea inEconomia Bancaria presso l’uni-versità degli studi di Siena è ini-ziata, nel settembre del 2005, lamia attività lavorativa in Federa-zione, nell’area Assistenza e Veri-fica in cui mi sono occupata del-l’assistenza sotto il profilo legalee sindacale. Sono poi passatanell’Area Consulenza e Formazio-ne in cui, inizialmente, mi sonodedicata all’attività di supportoalle Associate nella redazione didocumenti relativi alla pianifica-zione strategica, alle richieste diapertura di nuove Filiali, al con-trollo di gestione. L’alluvione nor-mativa che si è avuta in questi an-ni è stata spesso penalizzante neiconfronti delle BCC, soprattutto lepiù piccole, in termini di costi edifficoltà pratiche per l’attivazio-ne di processi di riorganizzazio-ne ed allineamento al nuovo con-testo evolutivo all’interno delle or-ganizzazioni aziendali; per farfronte alle sempre crescenti richie-ste provenienti dalle Associate, laFederazione ha fornito un semprecrescente supporto per il raggiun-gimento di tali obiettivi. Ciò, hareso necessario la mia focalizza-zione su attività di consulenza af-ferenti l’adeguamento della rego-lamentazione interna e dello svi-luppo organizzativo.Nel corso degli ultimi due anni leprofonde modifiche/integrazionidelle normative di riferimentohanno determinato la necessità direvisionare l’organigramma e fun-zionigramma aziendale, struttu-

rando o adeguando interi processioperativi con l’assegnazione diulteriori e specifiche mansioni incapo ai vari uffici e predisponen-do dei manuali operativi sulle

principali normative (antiriciclag-gio, trasparenza). Inoltre, suppor-tata da professionalità esterne, hoavuto l’opportunità di coordinareil progetto per l’adeguamento delSistema dei controlli interni, rea-lizzato anche grazie alla parteci-pazione attiva ai gruppi di lavorodei risk manager di alcune BCC,che hanno portato sul tavolo le lo-ro esperienze e problematichespecifiche.

Il progetto ha permesso alle Asso-ciate di sistematizzare le attivitàdi controllo di diversa naturasvolte in azienda dal risk mana-ger e da altre funzioni internee/o esternalizzate, evitando du-plicazioni e sovrapposizioni diattività. Allo scopo, è stata intro-dotta una metodologia e deglistrumenti di lavoro, con approc-cio quali-quantitativo, che garan-tiscano al risk manager di unifor-mare gli interventi, peraltro coor-dinandoli nel continuo con le fasidel processo ICAAP, razionaliz-zando inoltre i flussi informativirivolti ai vertici aziendali e alleAutorità di Vigilanza. Altro progetto, in corso di svolgi-mento, riguarda la revisione del-la regolamentazione interna inmerito al processo incassi e pa-gamenti, recentemente impattatodal recepimento nel nostro ordi-namento della Payment ServicesDirective (PSD) che ha comporta-to per le Banche la necessità di ri-vedere le procedure interne ido-nee a recepire i nuovi obblighicosì da mitigare rischi di non con-formità, reputazionali e di credi-to, “stravolgendo” prassi ormaiconsolidate negli anni sia dei col-laboratori che dei propri clienti.Il percorso lavorativo finora svol-to è stato molto impegnativo ma èstato soprattutto un’opportunitàper la mia crescita professionalee personale, grazie anche al con-tinuo confronto con i colleghi del-la Federazione e delle Associate.

DonatellaMazzei

Consulenza e formazioneI SERVIZI FEDERLUS SI PRESENTANO

CONOSCIAMOCI MEGLIO

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PRIMO PIANO

Banca Impresa Lazio S.p.A.STRUMENTI PER LO SVILUPPO

CONVENZIONE BIL-FEDERLUSSiglato lo scorso mesedi dicembre l’accordoquadro con la nostraFederazione volto asupportare lo sviluppodelle PMI clienti delleBCC Federlus

Si intensificano i rapporti di col-laborazione tra la nostra Fede-razione e la Banca di emana-zione regionale. Dopo le inteseche hanno permesso a quest’ul-tima di usufruire dei servizi tec-nici federativi - Compliance eFormazione in primis - parte laprima iniziativa volta a permet-tere alle Associate di utilizzaregli strumenti di co-partecipazio-ne al rischio emessi e gestiti daBanca Impresa Lazio.L’obiettivo è favorire l’efficienteallocazione del capitale delleBCC continuando a supportarele imprese clienti nell’attualemomento di forte discontinuità. Nel dettaglio l’intesa, siglatadalla Federazione per contodelle Banche di Credito Coope-rativo Associate, prevede l’im-pegno da parte di Banca Im-presa Lazio (BIL) a garantire i fi-nanziamenti in via di erogazioneda parte di ciascuna BCC nell’ambito di attuazione di un in-tervento di garanzia individua-le a carico del “Fondo per il so-stegno del credito alle impresedel Lazio” - istituito dalla Regio-ne Lazio e per il quale BIL risulta

affidataria in via esclusiva dellagestione - e, in caso di in ca-pienza del Fondo, a valere sulproprio patrimonio. Le banche aderenti possonoaderire al programma discipli-nato dalla Convenzione me-diante sottoscrizione di un attodi adesione conforme ai docu-menti di cui all’Allegato D dellaConvenzione stessa.Ciascun Finanziamento erogatoda una Banca verrà garantitoda BIL nella misura del 60% delsuo valore nominale; BIL si im-pegna altresì a richiedere alGestore del Fondo di Garanzianazionale (FGN) che ogni Fi-nanziamento garantito sia con-trogarantito dal FGN stesso nel-la misura del 90% del valoredell’importo assistito dalla ga-ranzia da essa prestata.BIL infatti, ha inteso convenzio-narsi con il Gestore del Fondodi Garanzia nazionale ex Leg-ge 662/96 (di seguito anche il“FGN”) per l’attivazione dioperazioni di controgaranzia acarico del FGN medesimo in re-lazione alla protezione del cre-dito rilasciata nel contesto delProgramma.Per il testo della Convenzione ela documentazione allegata:www.federlus.it/area riserva-ta/ Comunicazione e Marke-ting/ Convenzioni/

Alessandro Ceccarelli

Intervista a EnricoPedretti

DIRETTORE GENERALEBANCA IMPRESA LAZIO

Con l’arrivo della nuovaconvenzione BIL-Federlusabbiamo ritenuto di appro-fondire alcuni aspetti del-l’attività BIL con il suo diret-tore Enrico Pedretti.

Direttore, ci presenti breve-mente Banca Impresa Lazio:qual è la sua origine, cosa fa,come opera?

Banca Impresa Lazio (BIL) è una ban-ca di emanazione regionale cheopera nella strutturazione di pro-grammi di garanzia a valere su fondipubblici. L’obiettivo che BIL si pone èquello di agevolare l’accesso al cre-dito da parte delle PMI offrendo ga-ranzie qualificate (ovvero Basel-com-pliant) al sistema bancario.Dal 2007 BIL ha stipulato convenzio-

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ni sia con la Regione Lazio che conRoma Capitale e ha attualmente attivecampagne di finanziamento conquattordici banche presenti sul terri-torio. Il credito globalmente garanti-to da BIL nel quadro dei programmiattivati ammonta a circa 380 milionidi Euro, tutti per finanziamenti a me-dio-lungo termine. Grazie alla prote-zione rilasciata, oltre 1.000 impresehanno potuto trovare adeguate for-me di finanziamento per supportarela propria attività anche nel periododi congiuntura negativa di mercatoche si è verificata negli ultimi anni.BIL non si sostituisce alle banche, cherimangono il canale univoco di inter-faccia con la clientela. Facendo levasulle risorse pubbliche, invece, BIL of-fre un adeguata riassicurazione delcredito, tale da consentire alle ban-che di concedere finanziamenti allePMI a condizioni migliori in terminidi costo ed accessibilità.

Rispetto ad altri strumenti si-mili, in cosa si caratterizzanoquelli offerti da BIL?

La garanzia di BIL si distingue per leseguenti caratteristiche:

Qualità - la protezione offerta daBIL è perfettamente conforme aglistandard di Basilea 2 e consente alsistema del credito un considerevoleabbattimento del requisito di capita-le da accantonare a fronte dei finan-ziamenti concessi. Tale risultato vie-ne ulteriormente migliorato grazie alricorso a strumenti e metodi di inge-gneria finanziaria (quali la segmen-tazione dei rischi di portafoglio) e lasinergia con altri soggetti pubblici(e.g. il Fondo di Garanzia Naziona-le ex L. 662/96);

Efficienza - la garanzia di BIL per-mette di massimizzare la leva tra lerisorse pubbliche impiegate ed il cre-

dito accordato alle imprese. Il molti-plicatore del credito che BIL realizzanel quadro dei programmi si aggirageneralmente intorno a 1:15;

Ampio impatto - le operazioni as-sistite da BIL non sono mirate soltan-to ad investimenti produttivi, ma an-che al consolidamento delle passivi-tà a breve termine, al finanziamentodell’attivo circolante, alla provvistadi liquidità e alla capitalizzazione.In tal modo, è possibile realizzare unintervento di sostegno a 360 gradiche assolva le esigenze contingentidelle PMI;

Effettività - nell’ambito dei pro-grammi di BIL, le banche sottoscrivo-no a priori un impegno specifico intermini di plafond di credito da ero-garsi entro una scadenza definita, esono quindi particolarmente incorag-giate a generare nuovi finanziamenti;

Trasparenza - la standardizzazio-ne delle procedure di valutazionedelle richieste di finanziamento (chesi basano su modelli accreditati a li-vello internazionale) fa sì che le ban-che trovino in BIL un soggetto affida-bile in grado di mediare in manieratrasparente le informazioni fornitedalle imprese richiedenti la garan-

zia. L’effetto della presenza di BIL èquello di migliorare la capacità diinterfaccia del tessuto produttivocon il sistema bancario operandocome trait d’union.

Le BCC delle nostre regionioperano in misura modesta,sia con le garanzie prestatedai Confidi che, d’altro canto,con quelle derivanti dal Fon-do di Garanzia Nazionale:quale è la sua lettura a ri-guardo? E’ un fenomeno na-zionale?

L’applicazione di Basilea 2 ha por-tato a significativi cambiamenti delsistema delle garanzie, che peraltronon sono ancora completati. La va-lutazione di contenuto e qualità dellegaranzie disponibili richiede unosforzo da parte delle banche la cuigravosità aumenta con il diminuiredella loro dimensione. Per questo ri-teniamo che iniziative come quelladi Federlus, in grado di selezionare leiniziative più interessanti per le BCCdel territorio, contribuiscano a dif-fondere meccanismi di co-partecipa-zione al rischio destinati ad un mag-giore utilizzo in un sistema bancariosempre più attento all’efficiente uti-lizzo del capitale.

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PRIMO PIANO

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Il 2010 si rivela come unanno decisamente “in chia-roscuro” per l'agricolturaitaliana. Cominciato in sali-ta a gennaio, in questi ulti-mi mesi si sono avvertiti iprimi timidi segnali di mi-glioramento che fanno bensperare per il 2011.Purtroppo però, al contrario del settoreindustriale che finalmente chiude il2010 con il segno più, l’agricoltura

italiana, sul fronte della produzione,continua a rimanere in negativo. Com-plessivamente, negli ultimi sei anni, sisono persi 2 miliardi di euro di valoreaggiunto, cioè circa il 7% di arretra-mento dal 2004, in base a stimeINEA; pertanto, la strada da percorre-re per recuperare è ancora lunga. Negli ultimi due trimestri del 2010, l'I-stat ha confermato un calo congiuntu-rale del valore aggiunto in termini rea-li del 3,1% e dell'1,2%; tuttavia, nelle ul-

time settimane del 2010 si è registratoun andamento dei prezzi dei prodottiagricoli positivo, cresciuti da settem-bre di circa il 3-4% ogni mese; paralle-lamente, però, anche i costi di produ-zione sono aumentati, anche se ad untasso decisamente inferiore (0,5% almese). L'andamento dell'occupazionenel settore registra una leggera flessio-ne (-0,3%), mentre è in forte crescital'occupazione di manodopera straniera(+5%). La tenuta occupazionale, non-

IL PUNTO CONGIUNTURALE

FOCUS AGRICOLTURA

Il punto della situazione per l’agricoltura e il settore agroalimentare

Tra luci e ombre

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ostante la crisi, è un segnale positivoche va sottolineato così come il carat-tere inclusivo dell'agricoltura rispettoai lavoratori di altri Paesi.Nel 2010 si stima che il calo dellaproduzione agricola totale ammonti acirca il -2%, dovuto soprattutto alla ri-duzione delle colture vegetali (-5%) bi-lanciato dalla crescita delle produzio-ni zootecniche (+2% circa). L'ortofrut-ta appare come il settore più penaliz-zato (in particolare per quanto riguardapere, mele, pesche, kiwi, agrumi, pa-tate e pomodoro industriale), ma an-che i cereali invernali, il mais e il riso,non se la passano meglio. L'unico pro-dotto che non ha il segno nega-tivo tra i dati Istat è l'olio di oliva(elaborazione ISTAT su datiISMEA).In aggiunta, secondo dati Euro-stat pubblicati di recente, nel2010 il reddito degli agricoltoriitaliani è calato del 3,3%, incontrotendenza con quello deicolleghi europei che, in media,è aumentato del 12,3%. In me-rito a questo, il presidente dellaCommissione Agricoltura delParlamento europeo, Paolo DeCastro, ha dichiarato in sintesiche “Il nostro Paese stenta aduscire dalla crisi”.La concorrenza sui mercati mondiali,associata agli elevati standard di qua-lità, sicurezza e benessere (quest’ulti-mo per il settore zootecnico) richiestidal consumatore e dal mercato, porta-no l'agricoltore a dover sostenere sfor-zi economici che, in molti casi, nontrovano riscontro in termini di valoreaggiunto sulle produzioni. Volatilitàdei prezzi, diminuzione del potere dinegoziazione degli imprenditori agri-coli di filiera e instabilità dei mercatihanno creato, negli ultimi quattro an-ni, una contingenza negativa sul frontedei prezzi sia per l'agricoltura euro-pea che per quella italiana. Tuttavia,la Commissione Europea indica che,

a medio termine, le prospettive per imercati agricoli sono favorevoli e, letematiche sopracitate hanno inciso sul-la definizione della PAC 2014-2020.Nel Lazio, su una superficie di 1milionedi ettari, circa 730mila sono destinatiall’agricoltura, con oltre centomilaaziende attive e 65.000 addetti; questinumeri testimoniano l’importanza diun settore che, dopo anni di declino,sta cominciando a vivere una nuovastagione. I prodotti di eccellenza, i marchi tipiciregionali, i distretti agro-energetici, gliagriturismo e il turismo rurale, costitui-scono parte del patrimonio agroali-

mentare laziale. Il Lazio è settimo inItalia per numero di produzioni ricono-sciute, con 16 prodotti a denomina-zione, di cui 10 DOP e 6 IGP. Fra que-sti spiccano gli oli extravergini di oli-va, gli ortofrutticoli, i prodotti della fi-liera carne e i prodotti tipici tradizio-nali (oltre 350); una buona percentua-le di questi prodotti sono concentratinell’area pontina. Il polo di filieraagro-industriale pontino può contaresu una presenza agro-industriale rile-vante e ormai consolidata, che si con-centra specialmente nel Capoluogo, aCisterna di Latina e nel triangolo com-posto da Sezze, Pontinia (es. Pla-smon, Francia e Ottaviani) e Priverno.La Regione Lazio sostiene gli agricolto-

ri che vogliono specializzarsi in que-sto settore, come dimostrano i circa 6milioni di euro stanziati per la realiz-zazione di distretti produttivi dedicatialle colture di pregio e i progetti ditracciabilità e assistenza alle aziende,che coinvolgono più di 100 comuni,per la creazione una filiera corta econtrollata della qualità. Vi sono poidiversi marchi di qualità ideati dall’as-sessorato regionale.Per il Lazio, anche nel 2010, comegià era accaduto negli anni preceden-ti, la campagna agraria si è chiusa al-l’insegna della negatività: produzionein calo (-2,1%), perdita del valore ag-

giunto (-2,5%), calo dei prezziall’origine (-4,5%) e aumentodei costi di produzione(+3,8%), calo degli investimenti(-3,5%). La perdita stimata delreddito degli agricoltori si atte-sterà intorno al 6-7%.Un 2010 “in chiaroscuro” an-che per l'agricoltura umbra esarda. In Umbria, probabil-mente il 2010 sarà ricordatocome una delle annate miglioriper quanto riguarda l’anda-mento produttivo che ha pre-miato la qualità di vino, olio,grano e tabacco; purtroppo pe-

rò non si può dire la stessa cosa per i ri-sultati economici delle imprese agrico-le, che hanno visto assottigliarsi ancoradi più i loro redditi a causa dei prezziin ribasso e, anche nei pochi casi incui questi sono aumentati (grano, gira-sole), non sono stati in grado di com-pensare il vertiginoso incremento deicosti di produzione. Se a queste consi-derazioni aggiungiamo le difficoltà incui versano comparti fondamentalidell’economia agricola regionale, co-me il suinicolo e il tabacchicolo, vienedelineato un quadro ancora di incer-tezza generale. Situazione analoga anche in Sarde-gna, altro territorio nel quale calano iprezzi pagati ai produttori; ad esem-

IL PUNTO CONGIUNTURALE

Si può affermare cheanche per il 2010 permane

la situazione di crisi generalenel settore primario,

caratterizzato da fortepolverizzazione aziendale,frammentazione poderale,

produttività inferiorerispetto ai principaliconcorrenti europei

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IL PUNTO CONGIUNTURALE

pio, il latte ovino rimane sotto i 60 cen-tesimi, nonostante la nota lotta effet-tuata recentemente dai pastori, mentreil grano rimane a 13 euro al quintale.In generale, i prezzi all'origine sonoin frenata continua (-5%) per tutto il2010, nonostante i decisi cali avvenu-ti già negli anni precedenti. Nel con-tempo, sono aumentati i costi produttivi,contributivi e burocratici. Il reddito degliagricoltori sardi subisce tra il 2009 edil 2010 un decremento che sfiora il30% (analisi ISMEA). A fronte di questasituazione, sono stati stanziati dallaGiunta Regionale quasi 11milioni dieuro che andranno a beneficio di di-versi comparti dell’agricoltura sarda.

Si parla dunque di risorse ingenti peril comparto mai viste in precedenza.In sintesi, dunque, si può affermareche anche per il 2010 permane la si-tuazione di crisi generale nel settoreprimario, caratterizzato da forte pol-verizzazione aziendale, frammenta-zione poderale, produttività inferiorerispetto ai principali concorrenti euro-pei, redditività degli investimenti piùbassa rispetto agli altri settori dell’eco-nomia, forte rigidità del mercato fon-diario che registra, soprattutto nel La-zio ma, vale anche per altre regioniitaliane, un valore del terreno agricolotroppo lontano dalla sua produttività eredditività. Questi dati evidenziano unquadro di criticità che va affrontato,senza ulteriori sottovalutazioni, mache può essere ancora ribaltato. Per-tanto, si reputano necessarie azionimirate e a breve termine per innovare edare competitività al settore. Un gros-so aiuto è arrivato e arriverà ancheper il prossimo futuro da svariate ini-ziative a livello comunitario, naziona-le e regionale.Per le imprese agricole odierne è forte-mente cambiato lo scenario competitivoe si sono moltiplicati gli ambiti operati-

vi: non solo produzione ma, anche,commercio e turismo (multifunzionali-tà). L’analisi delle potenzialità e dei ri-schi dell’attività agricola si è ampliatacon il crescere di aspetti come la ri-spondenza della produzione ai requisitiqualitativi, l’attenzione per la difesadell’ambiente e della salute del consu-matore, gli investimenti nel compartodelle energie rinnovabili.Per il Credito Cooperativo, che man-tiene una leadership di radicamento evicinanza al settore (oltre 7,2miliardidi euro di impieghi del sistema BCCnel 2010), la conoscenza del settore ela presenza di personale con compe-tenze di credito specializzato (capaci-tà di valutare le prospettive industrialidelle singole aziende, consulenza sul-l’evoluzione della normativa e dei fi-nanziamenti in ambito UE, ecc.), di-ventano fattori strategici per facilitarelo sviluppo di prodotti adeguati alleesigenze del cliente e per l’eserciziodelle proprie funzioni, ovvero: selezio-ne del merito di credito ed efficienteallocazione dei capitali.

Mauro ContiDirettore BIT Spa

BIT Spa, società partecipata da Federlus, BCC Roma e BCC Palestrina, con i propri serviziper agricoltura e agroalimentare è in grado di supportare le BCC e le aziende clienti perspecifiche analisi aziendali e per progetti d’investimento in tutte le filiere agroalimentari.

BIT SPA - SERVIZI PER L’INVESTIMENTO SUL TERRITORIO

Indirizzo: Via L. Gambara, 2 43125 Parma - Telefono: 0521/494389

Ufficio Agricoltura e Agroalimentare

Responsabile: Corrado Moalli (e-mail: [email protected]);

Ufficio Ambiente e Fonti Rinnovabili

Responsabile: Giovanni Giusiano (e-mail: [email protected]).

IL RUOLO DI BIT PER LE BCC

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Nell’ambito della nostra Fe-derazione vi sono alcune BCCche operano su territori carat-terizzati da una particolarevocazione agricola. Lo è sicu-ramente la Cassa Rurale e Ar-tigiana dell’Agro Pontino –BCC, la cui zona di influenzarientra proprio nelle fertili zo-ne rivenienti dalla bonificapontina realizzata nella pri-ma metà del ‘900. Lo è la BCCdi Spello e Bettona, i cui terri-tori vantano ottime produ-zioni di vino, olio, grano e ta-bacco. Lo è altrettanto la BCC di Ar-borea, sede della omonimacooperativa che costituisce ilprincipale polo produttivo delcomparto lattiero – vaccino inSardegna.Ascoltiamo la voce dei Presi-denti di queste Associate, percapire dalla loro visuale terri-toriale le tendenze in atto, leproblematiche e le prospetti-ve del settore agricolo. Settoredi antica tradizione che po-trebbe tornare a svolgere unruolo di eccellenza facendoleva sulle produzioni tipichedel nostro paese.

LE DOMANDE

1 Le analisi dell’andamento re-cente (2010) e delle prospettivedi sviluppo del settore agricolofanno emergere per le impresedi questo settore problemi le-gati alla produttività e, soprat-tutto, alla redditività delle pro-duzioni. Conferma queste dina-miche a livello locale, nel rap-porto quotidiano con le impre-se agricole?

2 Quali istanze specifiche gliagricoltori portano sul tavolodella BCC (ex Cassa Rurale) econ quali strumenti state rispon-dendo alle loro difficoltà?

3 Quali sono secondo lei i puntidi forza/debolezza delle BCC sucui puntare/lavorare per rilan-ciarsi quali partner delle aziendeagricole nello scenario competiti-vo così in evoluzione?

Gianfranco Baldi PRESIDENTE CASSA RURALE E ARTIGIANA DELL’AGRO PONTINO

L’aggregazionecome sceltavincente

1 Ritengo di poter confermare solo inparte il risultato dell’analisi se circo-scritta al territorio sul quale insistonole nostre Succursali che possiamosuddividere in tre fasce:1) fascia costiera;2) fascia intermedia compresa tra lafascia costiera ed i Monti Lepini;3) fascia pedemontana e montana.La prima ha, ormai da anni, una vo-cazione produttiva di ortaggi sotto

serra. Dai dati in nostro possesso e ri-feriti alla imprese clienti, registriamoun costante aumento dei volumiaziendali e la scelta vincente è stataquella dell’aggregazione in coopera-tive che provvedono al confeziona-mento, conservazione e commercia-lizzazione dei prodotti principalmen-te nei mercati esteri (zona U.E.) conuna propria rete di vendita, ottenen-do così una migliore remunerazionedella produzione ai propri associati.Vincente sembra anche essere la scel-ta fatta da alcuni agricoltori che daqualche anno hanno convertito leproprie aziende dalla colture di or-taggi a quelle floro-vivaistiche, effet-tuando importanti investimenti neglianni passati, investimenti che oggi siripercuotono positivamente sui volumiaziendali e sulla redditività e per lequali non si riscontrano difficoltà nelfar fronte agli impegni assunti.La seconda fascia è caratterizzata,almeno per le zone di nostra compe-tenza, da produzione di latte vaccinoe bufalino, allevamenti di bovini dacarne e coltivazioni a campo apertodi frumenti (mais e grano) ed ortaggi.Le attività dedite alla produzione dellatte hanno risentito, negli anni pas-sati, delle difficoltà economiche e fi-nanziarie di alcune aziende alle qua-li conferivano la produzione. Ciò haportato, unitamente al costante au-mento dei costi di produzione noncompensato da analogo incrementodel prezzo di vendita, all’abbandonodell’attività da parte delle piccole im-prese.Alla luce dello scarso rendimento del-le attività alcune imprese di medie di-mensioni hanno fatto la scelta di tra-sformare e commercializzare diretta-mente la produzione mediante picco-li caseifici aziendali e/o iniziando at-tività di agriturismo, avendo partico-lare attenzione alla qualità dei pro-dotti venduti ed alla ricettività delleaziende di agriturismo.

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IL PUNTO CONGIUNTURALE

La parola ai Presidenti

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IL PUNTO CONGIUNTURALE

Relativamente alle colture in campoaperto, non destinate all’alimentazio-ne dei capi bovini e bufalini, perma-ne uno scarso rendimento delle stes-se.Dopo il periodo di crisi vissuto neglianni precedenti, si rileva un consoli-damento dei volumi aziendali mentredifficile appare la quantificazionedella redditività, visto il particolare re-gime tributario. Possiamo comunqueritenere che vi sia un’adeguata reddi-tività tenendo conto che l’indice di in-solvenza del settore è quasi nullo.La fascia pedemontana e montana èdestinata, in gran parte, alla produ-zione di olive destinate alla produzio-ne di olio. Man mano che avviene ilricambio generazionale all’internodelle imprese agricole si riscontra unacostante tendenza al miglioramentodella qualità che si trasforma in unamaggiore redditività ottenuta anchegrazie al confezionamento ed allacommercializzazione diretta del pro-dotto.

2 Rileviamo che non vi sono richiestediverse da quelle degli anni prece-denti. Allorquando ci vengono sotto-poste problematiche di difficoltà ine-renti alla gestione aziendale o perso-nali, cerchiamo di rispondere con glistrumenti in nostro possesso ponendo,comunque, attenzione nel proporrel’operazione più confacente alla riso-luzione del problema sulla base dellepotenzialità del richiedente.3 Punto di forza è senz’altro la cono-scenza del territorio e di tutte le pro-blematiche legate allo stesso mentre ipunti di debolezza scaturiscono dalledimensioni della Cassa che ci limita-no in termine di assunzione del ri-schio e di valutazione di particolarioperazioni la cui complessità derivadal tipo di investimento finanziato edalla valutazione degli eventuali svi-luppi prospettici dello stesso in terminidi redditività. A tale carenza riuscia-

mo, comunque, a supplire adeguata-mente avvalendoci del supporto fi-nanziario e di consulenza da parte diAgrileasing Spa.

Luciano SgarbossaPRESIDENTE BCC ARBOREA

Supportare la ristrutturazione

1 Devo, purtroppo, confermare che iproblemi di produttività e, soprattut-to, di redditività sono presenti e, almomento, non si intravedono soluzio-ni se non parziali e legate agli inve-stimenti nel comparto delle energierinnovabili.

2 Sul nostro territorio di competenza èpreponderante la presenza di alleva-tori del comparto vaccino che quoti-dianamente si confrontano con pro-duzioni estere, specie dell’ Europadell’ Est, immesse sul mercato a prez-zi decisamente inferiori; la Coopera-tiva di Arborea, cui viene conferito il95% del latte vaccino sardo, da anniè impegnata nel creare valore ag-giunto con l’ampliamento del catalo-go prodotti ed i risultati, pur apprez-zabili, non sono sufficienti ad ammor-tizzare il crescente lievitare dei costidi produzione.Le aziende sono quindi impegnate inristrutturazioni logistiche e finanzia-

rie che ne permettano la prosecuzio-ne operativa. Come già accennatosono in crescita le richieste di inter-venti per finanziare gli impianti foto-voltaici.A tutto questo abbiamo risposto conla stipula di convenzioni con Consor-zi Fidi che hanno permesso e permet-tono di ristrutturare i debiti e di effet-tuare nuovi investimenti sia negli im-pianti logistici e produttivi sia nel fo-tovoltaico.

3 Il nostro punto di forza è la consu-lenza “disinteressata”, cioè con l’unico scopo di cercare soluzioniconvenienti e sostenibili dal so-cio/cliente.I risultati che abbiamo conseguitonell’ ultimo triennio – di non facile ge-stione per i noti motivi – danno con-ferme alle mie parole.

Franco PiermariniPRESIDENTE BCCSPELLO E BETTONA

Un patrimonioda difendere

1 Certamente sì, purtroppo. Il settoreagricolo in Umbria come in Italia rap-presenta un patrimonio storico eco-nomico e culturale. Un settore, quellodel cosiddetto “primario”, che neltempo è stato condizionato e influen-

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IL PUNTO CONGIUNTURALE

zato dalla “concorrenza” di altre atti-vità o altri impieghi percepiti come“più facili”, “sicuri” e “remunerativi”nonché da politiche urbanistiche ter-ritoriali non sempre elaborate a difesadell’ambiente.E’ un settore dove paradossalmentesi può verificare un andamento inver-samente proporzionale fra produttivi-tà e redditività a causa della rilevanteincidenza dei costi dei fattori produttivie della difficoltà a creare adeguatovalore aggiunto sul prodotto finale.Vi sono diversi elementi che concor-rono in questa direzione: la disponi-bilità dei beni, gli investimenti neces-sari per la promozione, filiere destrut-turate, la concorrenza “globale” an-che spesso fatta di confronto econo-mico ma non qualitativo.In Umbria poi abbiamo diversiaspetti che si prestano ad una valuta-zione in “chiaroscuro”: all’eccellen-za delle colture dell’olio, del vino edel biologico, si contrappongono ledifficoltà già conclamate di alcuni tipidi allevamenti come il suinicolo ovve-ro quelle prospettiche come quelladella coltura del tabacco.Ecco poi che si manifestano tentazio-ni e fenomeni, oserei dire anche dis-torsivi per la difesa della nostra tra-dizionale bellezza paesaggistica,che minacciano di trasformare am-pie superfici “verdi” in distese dipannelli fotovoltaici , con a volte evi-denti scopi speculativi prevalenti ri-spetto a quelli di “facciata” ambien-talista derivante dalla produzione dienergia rinnovabile.

2 Le istanze presentate dagli Im-prenditori Agricoli sono finora statemolto trasversali: l’esigenza di mez-zi finanziari a supporto di investi-menti “strutturali”, spesso rientrantiin piani di investimento sostenuti dacontribuzioni pubbliche per effettodelle diverse e periodiche “misure”previste dal Piano di Sviluppo Regio-

nale, l’anticipazione dei contributiprevista dalla Politica Agricola Co-munitaria, il sostegno a iniziative divalorizzazione del prodotto median-te partecipazione a eventi promo-zionali di rilievo nazionale e inter-nazionale (fiere, concorsi ecc), l’af-fiancamento per i tradizionali presti-ti di conduzione. Ma ci sono ancheesigenze che tradiscono le difficoltàcongiunturali e che in questo perio-do siamo riusciti a fronteggiare congrande attenzione e sensibilità gra-zie ad alcuni provvedimenti legisla-tivi straordinari come la “moratoriasulle rate mutui/leasing” o con so-stegni finanziari di liquidità . Nello specifico, vorrei ricordare al-cune attività concrete che la nostraBCC ha promosso per supportare leesigenze espresse dal mondo agri-colo. Sono due anni che affianchia-mo con finanziamenti agevolati lapartecipazione in forma consorzia-ta di circa 40 “cantine” locali a “Vi-nitaly”; promuoviamo i finanziamen-ti agevolati in convenzione fraBCC/ICCREA e i più importanti co-struttori di macchinari agricoli; ab-biamo Convenzioni specifiche per ilrilascio di Garanzie per favorirel’accesso al credito con strutture Re-

gionali come la Gepafin attraversolo specifico “Fondo Agricoltura” e“Co.sefi.r. Green”, ma anche stret-te relazioni con tutte le Associazionidi Categoria allo scopo di miglio-rare la qualità e l’interpretazionedei dati aziendali e percepire tem-pestivamente criticità e opportunitàsettoriali.

3 Le BCC nascono come Casse Ru-rali ed Artigiane. E’ ovvio quindiche la partnership con il mondoagricolo è nel proprio DNA non soloper vocazione storica ma anche ter-ritoriale. La nostra forza è la nostradifferenza: siamo realmente rimastele uniche Banche che promuovonoun modello di sviluppo che tutela “inmodo autoctono” l’identità locale,la valorizzazione del territorio e lacrescita economica sostenibile. Pro-babilmente bisogna crederci di piùe ancor più svolgere una funzionenon solo finanziaria ma anche diret-tamente o indirettamente “consulen-ziale”, per consentire la necessariae continua evoluzione culturale checome in tutti i settori, anche nel mon-do dell’agricoltura, crea i presuppo-sti per una esistenza professionalecompetitiva e gratificante.

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“C’era una volta la fila allosportello…”: apparentemen-te una presa in giro per moltidei clienti delle banche chespesso frequentano gli spor-telli per la gestione della fi-nanza quotidiana.Sottilmente ironica se confrontatacon il 40% di clienti chenell’Europa Continentaleancora si affidano in viaesclusiva allo sportello econ la recente notizia suiprogrammi di apertura difiliali di Ing Direct in Italia.In realtà, affermazioniqueste, che finiscono ine-vitabilmente per scontrar-si con dati di tendenzache evidenziano unaben più complessatrasformazione delmix di canali edei servizi dipagamento.Re la t i vamen te aquesti ultimi, secondo i dati raccol-ti dall’ABI, aumentano gli ATMevoluti che, oltre al tradizionaleprelievo di contante consentono difare numerose operazioni: consul-tare il conto titoli (+4%), controlla-re i movimenti delle carte di credito(+11%), versare contanti e assegni(+40%). Secondo l’ABI, gli ATMevoluti sono in Italia oltre 46.000e circa la metà è web based, ovve-ro basata su protocolli Internet. Nel 2009 le carte utilizzate alme-

no una volta agli sportelli erano37 milioni per un totale di 1 miliar-do di operazioni (28 per carta).L’ammontare complessivo delletransazioni agli ATM nel 2009 haraggiunto 131 miliardi di euro. Diquesti, 122 miliardi sono prelievi,1,9 pagamenti, 2,6 ricariche diprepagate, ed 1,9 ricariche telefo-

niche.A livello di Sistema BCC, nel 2010,erano circa 2.000.000 le cartebancomat/pago bancomat euro (il5,12% del mercato), circa1.350.000 le carte di credito emes-se (3,29% del mercato) con untransato medio per operazione paria circa 80 euro.Le carte prepagate di Sistema in cir-colazione costituiscono invece circail 7% del mercato, mentre il totaledegli ATM rappresenta l’8,33%.

Se pensiamo poi allo sviluppo del-l’operatività sugli smartphone (perinciso, l’Italia è il leader europeonella distribuzione dei telefonininext generation: li possiede il 26%della popolazione sopra i 13 an-ni), la riflessione sulla centralitàdello sportello si fa più complessa. L’ABI ha stimato, a fine 2010, che iconti abilitati all’operatività via

mobile phone sonogià arrivati a quota6,2 milioni, anche seil numero di utenti at-tivi, dal 2008, è cre-sciuto del 31%. Secondo Berg In-sight, la società di ri-cerche di mercatostatunitense, i contiabilitati all’utilizzovia mobile arriveran-no nel 2015 a 894milioni in tutto il mon-do, crescendo ad untasso annuale com-

posito del 59,2%, rispetto ai 55milioni del 2009. Mentre solo inEuropa raggiungeranno la sogliadei 115 milioni.Per non parlare dei mobile pay-ments: l’ultima notizia (dicembre2010) riguarda l’accordo tra Ban-ca Popolare di Sondrio , Movin-com e Siteba per comprare via smso applicazioni ad hoc, biglietti ditrasporto, ticket per spettacoli, par-cheggi, hotel, assicurazioni, ski-pass, etc.

AREA BANCA

C’era una volta la filaallo sportello…L’evoluzione dei canali e dei servizi di pagamento

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In questo senso, le potenzialitàconnesse con gli sviluppi della mo-netica e dei servizi di pagamentoin generale si mostrano tuttora im-mense, soprattutto nei rapporti conle nuove generazioni e con le abi-tudini di fruizione di prodotti e ser-vizi che caratterizzano nativamen-te questo target.Cosa lega allora la centralità dellosportello alle tendenze “emergenti”? Il disorientamento sulle strategie inmerito ai canali, a ben vedere, de-riva dal fatto che sino ad oggi“multicanalità” è stata sinonimo diaffiancamento dei canali diretti aquelli fisici, con logiche che parti-vano da molto lontano rispetto allamente e alle esperienze dei consu-matori: legate in via generale allariduzione del cost to serve, e allariduzione, per l’appunto, della filaallo sportello … Se è vero infatti che lo sportello ri-mane centrale nei processi distri-butivi delle nostre banche, è altret-tanto inconfutabile che la redditivi-tà è in calo, il break even si allon-tana nel tempo, le sovrapposizioniterritoriali aumentano. Da qui la

corsa agli sportelli leggeri e ai pre-sidi specializzati.Provando a finalizzare il ragiona-mento, considerando che oltre il50% dei clienti al dettaglio risultamultibancarizzato, emerge che inrealtà i clienti adottano approccidiversi, e specifici, sia sotto il pro-filo dei prodotti che dei canali, ma-gari attraverso l’utilizzo di più in-termediari caratterizzati da model-li di business diversi: banca diret-ta, banca di prossimità, banca peril mutuo, banca per il trading onli-ne, ricercando la migliore espe-rienza in tutti gli ambiti di operati-vità.Le grandi banche rispondono alleesigenze specifiche dei clienti, si-no a creare banche di gruppo spe-cializzate nei singoli segmenti dibusiness. Si pensi per es. a IW

Bank per UBI Banca, Fineco perUnicredit, We Bank per BPM.E noi? Non è detto che dovremmo seguirecerte strade e continuare a far tut-to, non è detto d’altro canto chedovremmo specializzarci in qual-che segmento. E’ certamente detto che dovremmoiniziare a capire come operano inostri clienti - soprattutto i più gio-vani -, a quali altre banche si rivol-gono, come ci vedono, cosa cichiedono.Non solo discutendone tra di noidurante i seminari o i convegni,ma scendendo in filiale e sentendola loro voce.

Alessandro Ceccarelli

AREA BANCA

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Non solo i recenti dati a livel-lo nazionale distribuiti dal-l’ABI ma anche le evidenzeriscontrabili nel nostro Siste-ma con riferimento a cartaBCC evidenziano un forte svi-luppo degli ATM evoluti, dinuovi servizi accessori e dinuove tipologie di carte: inche modo lo sviluppo dei si-stemi di pagamento, e dellamonetica in generale, incide-rà sull’evoluzione dei canalidistributivi delle banche edunque sul “consumo” deiprodotti bancari da parte deiclienti?

Il network delle Banche di CreditoCooperativo esprime 2,5 milioni dicarte di pagamento attive, che han-no movimentato nel corso del 2010un totale di 4,8 miliardi di euro.Questi positivi risultati sono statiraggiunti nell’ambito di un contestodi mercato caratterizzato da unaforte contrazione dei consumi edalla tendenza delle famiglie e del-le imprese a razionalizzare l’utiliz-zo degli strumenti di pagamento aloro disposizione. Il settore delle carte di pagamentodenota un’instancabile vitalità e laCartaBCC tende a recepire i cam-biamenti più significativi, comequelli sintetizzati nella CartaBCC

Beep! che, in virtù di una rete diaccettazione compatibile, velociz-za i tempi del pagamento perchénon richiede la firma fino ad uncerto importo. Gli impatti sulla vitaquotidiana di ognuno di noi di unprodotto del genere potrebbero es-sere davvero sorprendenti. Se effet-tivamente le banche favorirannol’implementazione della rete POS,potremmo trovarci a non dover cer-care gli spicci nelle tasche per pa-gare il taxi o i giornali in edicola.Esistono già comuni come Albache stanno sperimentando questanuovissima soluzione ed io ne houna in tasca. Aggiungo che è necessario averebene in mente che il mercato dimassa non esiste più, ma si è tra-sformato in una “massa di nic-chie”, ciò che motiva lo sviluppo dinumerosi prodotti tailor-made, co-me la carta Tasca Socio Attivo dellaBCC di Roma, o la Albarella Carddistribuita agli ospiti dell’isola oCarta Ateneum personalizzabile infunzione delle esigenze delle sin-gole università. Questa virata stafacendo discutere economisti e co-municatori e finalmente consente divalorizzare appieno la peculiaritàstrutturale delle nostre banche loca-li che hanno da sempre eluso ognitentativo di standardizzazione. L’elemento più importante è che

una fascia sempre più ampia dipubblico tende a stare al passocon le nuove tecnologie e compren-de che i vantaggi che derivano dal-l’utilizzo dei nuovi strumenti sonosuperiori ai rischi che ogni sistemacomporta. E’ il motivo per cui an-che l’utilizzo dei sistemi di paga-mento evoluti si sta diffondendocon sempre maggiore capillarità ele aziende stanno investendo sem-pre di più in sicurezza (vedi box).

Abbiamo visto Iccrea Bancarivisitare il proprio sistema diofferta sulla monetica lan-ciando, al contempo, il nuovoportale di carta BCC: in que-sto settore così dinamico, suquali cantieri di sviluppo sista lavorando?

AREA BANCA

Il mercato di massa non esiste piùIl mondo del sistema dei pagamenti è in forteevoluzione. Carte, ATM, canali distributivi cam-bieranno ancora con nuove opportunità per laclientela ma anche sfide per le BCC. Ne parliamocon Antonio Galiano capo del servizio e-bank diICCREA Banca

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Il web è il canale che gli operatori disettore tenderanno a privilegiaresempre di più perché consente disviluppare una relazione con iclienti molto trasparente, flessibilee interattiva a basso costo. Con ilnuovo sito abbiamo cercato di mi-gliorare l’esperienza di contattoche i titolari e i curiosi hanno conla CartaBCC, attraverso una mi-gliore fruibilità, che pone le infor-mazioni chiave sempre in primopiano. La navigazione è più intuitivae permette di individuare con chia-rezza e approfondire i contenutiche sono ricchi e vari e vanno dalleprotezioni ai servizi di assistenza. Nel 2011 il sito web www.cartabcc.itsarà il canale principale attraverso ilquale i titolari parteciperanno alprogramma loyalty, ispirato alla re-sponsabilità sociale e alla specialerelazione che le BCC hanno con ilterritorio. Il programma, in corso didefinizione, prevede la valorizza-zione di realtà locali, che sarannoindicate dalle stesse BCC. Sarannocoinvolte associazioni no profit ecomuni, con progetti eticamente so-stenibili e realtà agro-alimentariclienti. Il meccanismo premianteadottato sarà quello dell’instant-win. Ancora attraverso il sito sarà valo-rizzata la rete dei partner commer-ciali che privilegeranno i titolari diCartaBCC con sconti e vantaggi.

Nell’ambito della monetica diSistema – e in termini commer-ciali – quale sarà secondo lei il“prodotto del 2011”?

Il prodotto 2011 sarà senza dub-bio la CartaBCC 4YOU, la nostracarta IBAN che sarà a brevissimolanciata sul mercato. E’ una cartache abbina ai servizi di una pre-pagata standard altre funzionali-tà tipiche di un conto corrente, co-

me bonifici in entrata e uscita, ac-crediti e RID. La nostra 4YOU peròpunta ai giovani. E’ infatti un pro-dotto con alcuni elementi di effet-tiva distinzione rispetto ad analo-ghe offerte della concorrenza. Lanostra 4YOU include infatti anchel’accesso - a condizioni vantag-giose - a PayPal, la modalità dipagamento utilizzata dai giovaninavigatori in Internet. Attualmentein Italia sono oltre quattro milioni

gli aficionados che utilizzano abi-tualmente PayPal per pagamenti“peer to peer”, cioè tra privati,sui più importanti siti di commer-cio elettronico, quali Ebay, Itunese Amazon. Il meccanismo di rica-rica del Conto PayPal può avveni-re sia tramite una carta di credi-to/prepagata oppure a mezzo diun bonifico disposto dal contocorrente dell’utente interessato.

AREA BANCA

Si registra la tendenza alla diminuzione della

spesa unitaria (ticket) media, a conferma della

sempre maggiore confidenza e abitudine ad

utilizzare le carte di pagamento.

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AREA PROGETTI - FORMAZIONE

Quale atteggiamento hanno legiovani generazioni nei con-fronti del lavoro? Come è pos-sibile attrarre efficacemente lemigliori risorse giovani? Qualiimplicazioni si presentano peri ruoli manageriali e di governorispetto alle politiche di gestio-ne dedicate alle nuove risor-se? Come avviene il loro pro-cesso di socializzazione all’in-terno delle organizzazioni equali strumenti si possono uti-lizzare per la loro crescita?Perché e come far acquisire econdividere, ai giovani, i valo-ri tipici del sistema BCC? Que-ste le domande alle quali laminiconferenza del 19 e 20novembre scorso, organizzatada Sef a Bardolino, sul lago diGarda, ha cercato di dare unarisposta.

I giovani che entrano nel mondo dellavoro oggi, appartengono alla co-siddetta “generazione Y”, ovveroquella generazione che, essendo na-ta negli anni ‘80, è la prima ad esse-re cresciuta in un mondo globalizzato,con forme di conoscenza diversificate

e innovative. Rispetto alle generazio-ni passate, i giovani “della Y” sonodefiniti “individualisti”, maggiormentestaccati dalle problematiche sociali eraggiungono l’autonomia economi-ca più avanti negli anni.La ricerca del posto di lavoro è orien-tata in primo luogo all’acquisizionedi professionalità. Un posto di lavoroche consenta loro di crescere, di fareesperienza, di sperimentare, di met-tersi in gioco, di acquisire competen-ze spendibili, il che vuol dire anchecostruire un percorso di carriera econseguentemente avere possibilitàdi guadagno, è senza dubbio l’ele-mento discriminante nella scelta del-l’invio della propria candidatura. Igiovani, però, non intendono rinun-ciare al proprio tempo libero, perquesto ricercano costantemente l’e-quilibrio tra vita professionale e vitasociale, nell’ambito comunque di un

posto di lavoro “sicuro”, soprattuttoin un periodo come questo di crisieconomica i cui effetti nel mercatodel lavoro, sono ancora maggioriper coloro che un lavoro devono an-cora trovarlo.Ma quando i giovani possono sce-

gliere, quali sono i criteri della scel-ta? Le ricerche presentate nel corsodelle giornate studio di Bardolinohanno fatto emergere che la decisionericade sui seguenti fattori:

• Integrazione con l’organizzazionee valorizzazione del dipendente;

• Valorizzazione delle diversità e della creatività;

• Varietà di contenuti;• Riconoscimento del merito;• Reputazione e prestigio

dell’azienda;• Sicurezza;• Responsabilità sociale.

Ovvero i giovani ricercano un postodi lavoro che consenta loro di espri-mere le proprie capacità affinchèpossano contribuire attivamente allarealizzazione della mission azienda-le. Hanno però bisogno di essere ap-prezzati per le energie spese e gui-dati nel fare meglio. Il bisogno di si-curezza, infatti, non va interpretatosolo come sicurezza della stabilitàdel posto di lavoro, ma piuttosto co-me bisogno di “rassicurazione”. Fon-damentale è per i giovani lavoratoriavere un modello di riferimento, unesempio da seguire sia nella vitaprofessionale che nello sviluppo del-la propria persona.Ma perché per un’organizzazione ècosì importante investire sui giovani?Perché le BCC dovrebbero puntaresulle nuove generazioni?Le risorse giovani che entrano nelleaziende portano con sè un patrimo-nio di conoscenze, abilità, capacità,valori e cultura da plasmare e valo-rizzare. Sono dei formidabili sensoridel cambiamento culturale nel territo-rio e quindi contribuiscono alla letturadell’evoluzione del mercato.Come qualsiasi altro investimento,ha una componente di rischio chenon deve essere sottovalutata: senzal’adeguato controllo, le nuove risorse

INVESTIRE NEL FUTURO

I giovani come risorsa per le BCC

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potrebbero subire l’appiattimentosulle abitudini consolidate e, senzaadeguata tutorship alla crescita pro-fessionale, potrebbero essere demo-tivate. Per questo è opportuno individuaredelle precise strategie di gestionedelle giovani risorse. Il sistema del Credito Cooperativo èun sistema “giovane” con circa unterzo del personale di età inferioreai 35 anni e un trend degli organici incontinua crescita rispetto all’anda-mento medio del mercato. L’inseri-mento e la formazione delle nuovegenerazioni debbono essere consi-derati un investimento per la crea-zione di valore all’interno delleBCC e per il sistema nel suo insie-me. Sostenere l’apprendimento con-tinuo e lo sviluppo del loro capitaleintellettuale contribuisce ad assicurareil vantaggio competitivo attuale, masoprattutto a costruire basi solide perquello futuro.Le Federazioni locali, in questo, pos-sono svolgere un ruolo centrale nelpresidio dei processi di selezione,inserimento, formazione e sviluppodelle risorse che sono espressionedel territorio e delle comunità di rife-rimento delle BCC.In tale direzione FederLus ha avviatoun progetto di formazione integratorivolto ai giovani delle BCC associate,nell’ottica di gettare le basi per un si-stema di formazione permanenteche possa, nel tempo, divenire unabest practice da condividere all’in-terno del Sistema. Il progetto nasce anche dalla rinno-vata attenzione riservata dal contrat-to di lavoro integrativo interregiona-le che prevede, per i giovani neo-as-sunti, un percorso formativo della du-rata di due anni (pari ad almeno 8giornate annue) che li aiuti a com-prendere il contesto, l’operatività el’organizzazione delle BCC e delCredito Cooperativo, a sviluppare

competenze utili per il proprio per-corso di crescita e ad acquisire unostile fortemente connotato dal puntodi vista dell’identità.Il progetto ha come obiettivo primariola messa in atto di un percorso diformazione e sviluppo che, attraversoun’articolazione multidisciplinare in-tegrata e sistematizzata, metta incondizione i Giovani inseriti nelleBCC di:• comprendere a fondo il contesto,l’operatività e l’organizzazione del-le BCC e del Credito Cooperativo;

• sviluppare competenze utili econtestualizzate per un efficacepercorso di crescita tecnico-profes-sionale;• acquisire uno stile fortementeconnotato dal punto di vista dell’i-dentità per “conoscere e ricono-scersi nel sistema del Credito Co-operativo e nel suo modello valo-riale”;• sviluppare modalità relazionali asupporto dell’efficacia personale.Il percorso sarà impostato secondouna formula blended che prevedel’utilizzo integrato di metodologiee supporti diversificati al fine di mas-

simizzare l’efficacia didattica dell’i-niziativa nel suo complesso. Accan-to ai momenti di aula tradizionaleda realizzare, in linea di massima,in modalità “residenziale” sarannopreviste sessioni in autoistruzione edin e-learning.Le sessioni formative saranno sup-portate da laboratori interattivi egruppi di progetto orientati a speri-mentare e contestualizzare i conte-nuti appresi. Ai partecipanti potràessere assegnato un project workche porteranno a termine in BCCnell’arco temporale del percorso for-mativo.É prevista una tutorship didattica everrà chiesto alle BCC di prove-nienza dei partecipanti di indivi-duare e nominare dei tutor azien-dali che svolgano l’attività di sup-porto/sostegno ai neo assunti im-pegnati nel progetto. Negli inter-valli intercorrenti tra i moduli d’au-la saranno inserite sessioni di ani-mazione on-line e forum di discus-sione, coordinati dal tutor didatticoe supportati con il contributo degliesperti di contenuto.Sempre nell’ottica di una maggio-re contestualizzazione dell’ap-prendimento potranno essere rea-lizzate sessioni di affiancamento etraining on the job presso le BCCdi appartenenza sui differenti set-tori di attività che man mano ver-ranno affrontati dal punto di vistaformativo.Obiettivo è quindi quello di creareuna scuola giovani della Federlus,una scuola che li accompagni nellosviluppo della vita professionale enella crescita della propria perso-na, affinché possano sentirsi ap-partenenti non solo ad una “bancadifferente” ma a un “sistema dibanche differenti”.

Martina Bonaldo

AREA PROGETTI - FORMAZIONE

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A seguito del primo forum dei giovanisoci – momento propulsivo di anima-zione, condivisione e diffusione delleesperienze a livello nazionale – prose-gue il cantiere di sviluppo di iniziative edi costruzione di forme aggregativetra i giovani soci delle BCC italiane.In prima battuta, nell’ambito del pro-getto “BCC. La banca dei Giovani”, èstato allestito un blog all’indirizzo in-ternet www.giovanisocibcc.it, con ilquale la redazione propone iniziativedelle singole BCC e temi di approfon-dimento legati al mondo dei giovaniche con essa si relazionano. Obiettivoè favorire il confronto e il dialogo travarie esperienze e specifiche vedute.E’ in via di stampa, inoltre, la primapuntata della rubrica giovanisocibcc.itsulla rivista Credito Cooperativo, incui si presentano i cinque collaboratorivolontari che si sono candidati ad ani-marla.Altra iniziativa scaturita nel Forum na-zionale è l’Atlante delle buone prati-che intraprese a livello locale per so-stenere i giovani del territorio, per re-clutare nuove generazioni di soci e co-struire forme di rappresentanza e diaggregazione all’interno dei singoliIstituti.Scorrendo l’Atlante si evidenzia subito

come le banche stiano cercando di av-viare azioni e iniziative volte a favori-re un miscelamento generazionale al-l’interno delle compagini sociali, so-prattutto per il mezzo di attività rivolte aifigli di soci. In molti casi si favoriscel’entrata nella compagine sociale at-traverso la riduzione del numerominimo e sovrapprezzo dellesingole azioni.Emergono inoltre iniziati-ve sempre più ampieper diffondere infor-mazione e formazio-ne per i giovani delterritorio, valorizzan-do al contempo i “ta-lenti” – soprattutto soci– con le “classiche” bor-se di studio. Molte iniziati-ve sono nate, in particolare,per l’educazione finanziaria,approfondendo e coltivando la cul-tura economica e finanziaria attraver-so l’organizzazione di eventi specifici,accordi con le scuole, incontri con leassociazioni giovanili o con le asso-ciazioni di giovani imprenditori.Ultima, ma non meno importante, ladiffusione della promozione all’internodelle BCC dell’associazionismo tra igiovani soci: si va dalle sezioni dei

Comitati giovani soci alle Consulte deigiovani soci, dalle associazioni giova-ni soci ai Club a loro riservati. Nell’ambito della nostra Federazione,nel precedente numero di Orizzonti

abbiamo cono-sciuto

l’Associazione “Giovani Toniolo”, inquesta sede conosciamo l’altra iniziati-va organizzata già avviata in ambitofederativo: la Consulta giovani socidella BCC di Roma

(www.bccroma.it/Laboratorio giovaniSoci BCC di Roma ).

BCC, la banca dei giovani

SPECIALE GIOVANI SOCI

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SPECIALE GIOVANI SOCI

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Dopo aver sentito nel numero scorso la voce dei giovani della Bcc di Toniolo, adesso è la volta delLaboratorio Giovani Soci Bcc Roma. A parlarci è un suo rappresentante, Piergiorgio Liberati.

Come è nata questa realtà e come siete attualmente strutturati?

A giugno del 2010 la BCC di Roma ha deciso di chiamare a raccolta un gruppo di giovani so-ci, circa venti, ponendo loro delle semplici domande, quali ad esempio: cosa vi aspettate che

la Banca faccia per voi? Un modo diretto per iniziare a coinvolgere gli oltre 4mila under 40 che formano la compagine sociale,chiedendo loro di convogliare progetti futuri, desideri, ma anche senso di responsabilità e amicizia, in un contenitore che faces-se da megafono a questi sentimenti, ne raccogliesse altri e li tramutasse in iniziative concrete. Così è nato il Laboratorio giovanisoci della BCC di Roma, una struttura totalmente “easy”, senza scale gerarchiche, che si riunisce circa due volte al mese, gene-ralmente il sabato mattina, per organizzare eventi che possano progressivamente coinvolgere i giovani soci della Banca.

Quale potrà essere a tuo avviso il ruolo futuro di queste consulte nelle banche e nei rispettivi territori d’origine?

Oggi, più che in passato, si avverte la necessità di diffondere una sana cultura della cooperazione, da contrapporre ad un dilaganteindividualismo. In questo le consulte possono giocare un ruolo centrale, non solo nel supportare le banche nella diffusione di queivalori che purtroppo oggi sembrano sopiti, ma anche nel costituire una cerniera tra la banca e il territorio. È come se si trattasse diun reciproco scambio: la Banca, attraverso le consulte, diffonde principi e valori sani (carenti nel settore della finanza) nel territo-rio, per poi raccoglierne i frutti. E si badi, non si tratta di banale marketing. Quest’ultimo, se non riempito con principi etici, rischiadi rimanere un contenitore vuoto, arido, che non dà frutti. Attraverso le consulte, infine, la banca può agevolare il ricambio gene-razionale tra i soci, come si trattasse di una tradizione che si tramanda di padre in figlio.

Quali sono le iniziative che state mettendo in campo?

Il Laboratorio ha iniziato a muovere i primi passi ora. Abbiamo organizzato una serata di debutto lo scorso 17 febbraio, alla qua-le hanno partecipato oltre 100 giovani soci. In calendario ci sono già altri eventi, in seguito ai quali organizzeremo incontri sutematiche chieste dai soci stessi: energia, ambiente, finanza, ma anche musica, sport e cultura.

Puoi fare un appello ai giovani di altre realtàche ancora non si sono organizzati o non han-no intenzione di farlo? Perché dovrebbero?

Uscite dagli schemi tradizionali che i mass media ci im-pongono. Spegnete per un attimo i social network e im-pegnatevi in un nuovo modo, sano, di conoscere altrepersone. Riscoprite il contatto umano, la stretta di mano,cercate di parlare non protetti dallo schermo di un com-puter e vedrete che alla lunga ne trarrete un vantaggiosenza uguali, prima di tutto interiore e poi chissà.

LABORATORIO GIOVANI SOCI BCC ROMA

ESPERIENZE

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I recenti fatti di cronaca, riportatida tutti i media, riguardanti il bru-tale assassinio di un uomo delleIstituzioni che cercava coraggiosa-mente di far rispettare la legalità,ci pongono ancorauna volta di fronte adun drammatico interro-gativo: quale stradapercorrere per ripristi-nare nel nostro paese ilconcetto della legalità.Si tratta di un valorecalpestato dalla dila-gante corruzione, chenelle sue più svariateapplicazioni, trova forseterreno fertile nell’assen-za di un condiviso con-cetto del bene e della le-galità come patrimonioda difendere strenuamen-te, al di là del proprio cre-do politico e religioso,un’assenza pericolosa,che lasciando spazio adun generale sentimento dirassegnazione, ha apertonel tempo un varco alla cul-tura della sopraffazione edella violenza come scorcia-toia per la risoluzione diogni problema. Si tratta diuna realtà della quale tuttisono a conoscenza, pur sen-tendosi estranei di fronte adun diretto senso di responsa-bilità.Interrogarsi sulla genesi diquesto drammatico malessere

e su quanto ognuno di noi possaanche nel quotidiano interagire aifini di un possibile mutamento, è iltema dell’incontro organizzato daiDEE

– l’Associazione delle donne delCredito Cooperativo – a Gerace,lo scorso 29, 30 e 31 ottobre.

Un incontro per riflettere e con-frontarsi anche con chi, congrande coraggio, è in prima li-nea nella lotta contro le orga-nizzazioni criminali.Oltre a Alessandro Azzi - Pre-sidente della Federazione Ita-liana delle BCC - e MarcoReggio - Segretario Generaledella Fondazione Tertio Mil-lennio - hanno dato il lorocontributo di riflessione nellaConvention:• Mons. Giancarlo MariaBragantini, dal 1994 al2007 vescovo di Locri - Ge-race e padre fondatore delProgetto Policoro, promos-so dalla CEI e sostenutodalla Fondazione TertioMillennio.• Nicola Gratteri, notomagistrato in prima lineacontro la ‘Ndrangheta.• Vincenzo Linarello, Pre-sidente del ConsorzioGOEL, iniziativa natanell’ambito della DiocesiLocri - Gerace contro ladisoccupazione e per ilcambiamento.

7°Convention di iDEECambiare è possibile. Servono eroi per sconfiggere le mafie?

DONNE DEL CREDITO COOPERATIVO

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DALLA FEDERAZIONE

Dallo scorso 20 dicembre è partitala piena operatività sulla nuovapiattaforma on line della Federa-zione. In particolare, è cessata latradizionale modalità di invio del-le nuove circolari emesse tramiteposta elettronica, avviando la ca-talogazione on line e le notificheper ruolo. Nuova operatività an-che per l’invio degli alert normativie della reportistica in formato elet-

tronico rivolta alle singole BCC.Contestualmente, nello stesso me-se di dicembre si è concluso il girodi incontri presso le singole ban-che volto all’approfondimento deicontenuti operativi dello strumentoe, soprattutto, al recepimento delleistanze di evoluzione e migliora-mento avanzate dal personale di-pendente delle stesse BCC.Un passo importante, che ha posto

le basi per la costituzione di uncantiere di sviluppo teso all’effi-cientamento dei rapporti operativi ealla massima condivisione dell’in-formazione. Velocità, Facilità, Sostenibilità edEfficienza sono i benefici attesi daun siffatto cantiere di sviluppo. Glistessi valori sono stati posti allabase di un secondo progetto chesarà indirizzato a migliorare alcuni

Piena operatività perla nuova piattaforma on-line

PROGETTO WEB

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DALLA FEDERAZIONE

ambiti e a far evolvere taluni pro-cessi della prima versione.Nel dettaglio, gli add-on principaliriguarderanno la formazione: altermine di questa seconda fase,l’intero processo informativo e am-ministrativo della formazione sichiuderà on line: dalla consulta-zione del calendario annuale deicorsi, sino alla valorizzazione deilibretti formativi dei partecipanti,passando per la compilazione deiquestionari di valutazione e la cer-tificazione degli eventi formativi –attraverso gli attestati di parteci-pazione – direttamente dal singoloutente. Sarà possibile stampare il propriolibretto formativo, così come il pro-prio attestato di partecipazione. Ilresponsabile della formazione del-la BCC potrà avere una visioned’insieme delle iscrizioni ai corsidei propri dipendenti e dei relativilibretti formativi, con la possibilitàdi aggiungere attività formativesvolte all’esterno del contesto fe-derativo, avendo così la situazio-ne globale del singolo dipenden-te. Del tutto spariti, dunque, archivielettronici sulla formazione dei di-

pendenti in remoto, di natura am-ministrativa, la spedizione degliattestati cartacei, i fax di iscrizio-ne ai corsi, i questionari di valuta-zione cartacei. Con evidenti gua-dagni di efficienza ed economiedi costo legate all’utilizzo del tem-po, al consumo della carta, allacondivisione dell’informazione.Le nuove implementazioni non ri-guarderanno però solo la forma-zione. A seguire, si lavorerà persviluppare un pannello anagraficoin cui i responsabili (organizza-zione, ICT, o personale) delle sin-

gole BCC potranno gestire in auto-nomia i profili e le abilitazioni deidipendenti e degli amministratori,oltre all’aggiornamento dei datianagrafici e strutturali della banca(indirizzi, filiali, ATM, personale,etc.). Tutti dati che in automaticoaggiorneranno gli archivi interro-gabili dall’utente che ricercheràtali informazioni nella parte pub-blica del sito.Altra novità su cui si andrà a lavo-rare non appena terminate le evo-luzioni della formazione, riguardal’accentramento, la sistematizza-zione e la valorizzazione dei datieconomici, finanziari e di mercatorelativi alle BCC della Federazio-ne e ai territori su cui verte la lorooperatività. Ciò sarà realizzato fa-cendo evolvere la sezione “Analisie dati” dell’area riservata, inse-rendo in particolare benchmarkpersonalizzati per BCC, dati an-damentali, dati di sintesi del mer-cato di riferimento; con possibilitàdi interrogare ed analizzare talidati da qualsiasi posto, connessio-ne ad internet permettendo.Su questo sentiero, in sintesi, sicontinuerà a lavorare, con losguardo ben rivolto al futuro.

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DALLA FEDERAZIONE

Prosegue l’impegno della nostraFederazione nell’ambito del Pro-getto Microfinanza Campesina,rappresentato dalla collaborazio-ne tra le strutture locali di finanzapopolare dell’Ecuador sostenuteda Codesarollo - una cooperativadi risparmio e credito diretta dal-

l’italiano Bepi Tonello e fondatadall’ong FEPP-Fondo EcuatorianoPopulorum Progressio - ed il Cre-dito Cooperativo italiano.All’iniziativa realizzata nel corsodel 2005/2007, sostanziatasinell’erogazione di un prestito di1 milione di dollari a CODESA-

ROLLO, sta facendo seguito unnuovo finanziamento in pool co-stituito tra alcune BCC Associate,per un impegno pari a ca. 1,5mln di dollari.Il finanziamento - cui hanno datola loro pre-adesione la BCC diRoma (Capofila), la BCC “G. To-niolo”, la Cassa Rurale e Artigia-na dell’Agro Pontino – BCC, laBCC di Bellegra, la BCC del Ga-rigliano, la BCC di Arborea - saràdestinato alla costituzione delfondo di credito di due nuovesuccursali di Codesarollo, in corsodi apertura nei quartieri popolaripoveri del Sud e dell’Est di Qui-to, dove ancora arrivano moltiemigranti dalle campagne.Codesarrollo è infatti una realtàbancaria che sta costituendo unsistema finanziario etico alterna-tivo in Ecuador. L'erogazione delcredito agli strati marginali dellapopolazione, ai campesinos,agli indios, il sostegno al sorgeredi attività produttive di trasforma-zione dei prodotti agricoli, l'im-pulso a creare imprese comunita-rie ne rappresentano i punti car-dine.A livello di Sistema, il supportofinanziario ad oggi stanziato dalCredito Cooperativo si sostanziain circa 27,5 milioni di dollari.

Nuovo finanziamento in pool della Federazione

PROGETTO MICROFINANZA CAMPESINA

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DAL MOVIMENTO

Da gennaio 2011 Banca Agrilea-sing mette a disposizione la nuova”Autonomia BCC” a tutte le Banchedi Credito Cooperativo interessate.Il Progetto Autonomia BCC, unita-mente al Progetto Semplificazione,è partito nel primo trimestre del2010 ed ha visto un periodo di spe-rimentazione, prima dei rilasci, at-traverso un Test Pilota che ha coin-volto 7 BCC consentendo a BancaAgrileasing la messa a punto di si-stemi e processi.L’obiettivo del progetto è quello direndere più snella e veloce la lavo-razione delle operazioni standar-dizzabili offrendo alle BCC la possi-bilità di un maggiore presidio sul-l’intero processo, sia in termini diqualità del servizio sia di rispettodelle tempistiche. Contestualmentela nuova operativitàoffre alle BCC lapossibilità di con-centrazione solo sualcune fasi di lavora-zione, considerate avalore aggiunto. Le novità più impor-tanti sono state ilPAF semplificato euna modulistica con-trattuale più snella. La nuova modalitàsemplificata consen-te di realizzareun’offerta finanzia-ria al cliente in ma-niera facile e velo-

ce. Il nuovo sistema guida agevol-mente l’utente BCC su politiche dicredito, su aspetti fiscali e assicura-tivi, permette di concentrare l’atten-zione e di impostare il piano finan-ziario sulla base dell’importo delcanone che il cliente è disposto apagare. La nuova modalità di perfeziona-mento della operazione di leasingsemplifica l’inserimento dei dati ne-cessari alle stampe, guidati e quasicompletamente automatizzati, e lamodulistica da stampare è organiz-zata in set e cartelle logiche in fron-te retro e con un numero inferiore difogli e firme. La nuova autonomia alla quale laBCC può aderire è suddivisa su 2 li-velli: per fasi di lavorazione (trattati-va commerciale, istruttoria, stipula)

e completa (tutte e tre le fasi).Le BCC potranno scegliere il gradodi autonomia e il livello di conven-zionamento, in funzione della pro-pria struttura organizzativa internae degli obiettivi territoriali ed eco-nomici di sviluppo. I livelli di delega e convenziona-mento sulla fase istruttoria sarannoattribuiti sulla base di una analisidel portafoglio in essere originatodalla BCC. La convenzione è correlata ad un si-stema di incentivazione personaliz-zato e prevede una remunerazioneper singola fase lavorata e incentivimirati sullo sviluppo autonomia. A partire da gennaio il Progetto Au-tonomia verrà presentato in occa-sione dei Comitati Commerciali eall’interno di incontri info-formativi

appositamente orga-nizzati dai Centri Im-presa in collabora-zione con le Federa-zioni locali e i Diret-tori Area Mercato. Ilpercorso di comuni-cazione verrà affian-cato a seminari for-mativi e addestra-mento sui nuovi stru-menti.Per qualsiasi appro-fondimento potete ri-volgervi a GabriellaFicarella - Resp. For-mazione BCC - BLMobiliare.

Nel 2011 la nuova “Autonomia BCC” a disposizione di tutte le banche di Credito Cooperativo

LEASING

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DAL MOVIMENTO

La comune e profonda sensibilitàverso le tematiche dell’educazione edella sostenibilità ambientali haportato Federcasse, nel2006, a firmare con Le-gambiente O.N.L.U.S.una prima “Conven-zione-quadro naziona-le per la diffusione del-l’uso delleenergie rin-novabili”.I r i su l ta t iconseguiti a livello nazionale neiprimi tre anni di validità dell’accor-do (2007-2009), davvero lusin-ghieri, spingono a credere che siapossibile, attraverso piccoli inter-venti, raggiungere obiettivi di

grande portata, contribuendo a di-minuire fortemente le emissioni cli-malteranti e favorendo al tempo

stesso lo sviluppo dellagreen economy.Con la consapevolez-za della centralità deitemi del rispetto del-l’ambiente e della so-

stenibilità,valori re-centementerichiamati

anche nell’enciclica Caritas in Ve-ritate di Papa Benedetto XVI, Fe-dercasse e Legambiente hanno vo-luto rinnovare la Convenzione, svi-luppandola su ulteriori direttrici.Il testo della nuova Convezione

prevede dunque un ampliamentodegli interventi finanziabili ed unasuddivisione di questi in “linee diprodotti” (Linea Rinnovabili ed Effi-cienza, Linea Casa Ecologica, Li-nea Risparmio Idrico, Linea Mobili-tà Sostenibile) che potranno essereadottate in toto o in parte dalle sin-gole Federazioni Locali e BCC.La nostra Federazione ha aderitoall’accordo associativo nazionalee ha messo a disposizione delleBanche Associate il testo dell’ac-cordo.Le singole Banche potranno – an-che in sede federativa – declinarel’accordo a livello regionale o ter-ritoriale, concordando anche even-tuali attività di animazione e pub-blicizzazione da valorizzare in ter-mini di comunicazione e dunque diimmagine. Anche questa iniziativa infatti con-fluirà, concettualmente, all’internodell’apposito brand creato a livellonazionale: “La Banca dell’energiapulita”

Alessandro Ceccarelli

Convenzione nazionale con LegambienteRinnovato l’accordo per la diffusione delle energie rinnovabili

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BCC ROMA/1

Pubblicato un volume su Palazzo Margherita,edificio simbolodell’Aquila

In vista del via libera al progetto di re-stauro di Palazzo Margherita, BCC Ro-ma ha finanziato la pubblicazione delvolume Il Palazzo di Margherita d’Au-

stria a L’Aquila, curato da Walter Ca-pezzali, Presidente della Deputazioneabruzzese di Storia Patria (pp. 160,Carsa Edizioni). Si tratta di un impor-tante lavoro, riccamente illustrato, chefa il punto sulla storia di questo edifi-cio, da circa sette secoli fulcro della vitacittadina aquilana. I brevi saggi checompongono il libro danno conto dellecomplesse vicende architettoniche estoriche del Palazzo. In origine sededel Capitano Regio, nella seconda me-tà del Cinquecento Margherita d’Au-stria se ne appropriò e vi stabilì la suacorte principesca. Il Palazzo conobbecosì un lungo periodo di splendore che

NUOVI DIRETTORI GENERALI

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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE

BCC TONIOLO

AlessandroPalmieriDal 2 luglio 2010 la BCC Giu-seppe Toniolo ha un nuovo Diretto-re generale. E’ Alessandro Palmie-ri, che è subentrato a Valentino Li-banori collocato in quiescenzaper raggiunti limiti di età.Quarantatrè anni, dottore com-mercialista, dal 1998 ricopriva ilruolo di Presidente del Collegiosindacale della Banca.

BCC ROMA

MauroPastoreDal 1° dicembre 2010 MauroPastore è il nuovo Direttore Gene-rale di BCC Roma. Pastore ha so-stituito Enrico Falcone, che dopodieci anni come Direttore Generaleha lasciato la Banca mantenendola presidenza di Banca Sviluppo.Pastore è persona molto conosciutadalle BCC associate essendo statoDirettore Generale di Federlus fi-no al 2004.

BCC DEL TUSCOLO

AmedeoIanniccariRomano, 48 anni compiuti a febbraio,coniugato con 4 figli, è Dottore Com-mercialista e Revisore Contabile. Do-po esperienze lavorative in Procter &Gamble Italia Spa e Confcommercio,è poi approdato, con ruoli di primariaresponsabilità, in ambito bancario.Giunto nel 2009 alla Banca di CreditoCooperativo del Tuscolo come Vice Di-rettore Generale, dal 1° gennaio2011 ha sostituito il Direttore Genera-le, andato in pensione.

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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE

coincise con l’ascesa della città, al cen-tro di una rinascita culturale e politica.L’edificio fu poi la residenza del Magi-strato aquilano. In seguito divenne ilPalazzo dei Tribunali e, infine, nel‘900, sede del Comune dell’Aquila. Sitratta di tappe che il volume analizzadettagliatamente e che coincidono consuccessive opere di ristrutturazione eampliamento del Palazzo (testimoniateda accurati rendering delle fasi evoluti-ve). Ricca la documentazione, in granparte inedita, della presenza di Mar-gherita d’Austria e della sua numerosacorte, di cui viene illustrata la vita dipalazzo e lo straordinario amalgamatra le diverse culture di provenienza(spagnola, fiamminga, piacentina, fio-rentina), un amalgama che agì anchetra queste e il patriziato aquilano. I te-sti, densi di notizie inedite sulla storiadel Palazzo, sono curati da importantistudiosi aquilani, mentre le illustrazionicomprendono una lettura fotograficapre e post-sisma del complesso archi-tettonico e una documentazione degliarredi e delle suppellettili.

BCC ROMA/2

Ottenuta la certificazionedi qualitàDet Norske Veritas ha rilasciato allaBanca di Credito Cooperativo di Ro-ma l’attestato di certificazione di quali-tà secondo gli standard della qualitàUNI EN ISO 9001:2008, per quantoattiene il processo di “Progettazioneed erogazione dei servizi di tesoreriae cassa per enti pubblici e privati”.Tale risultato si colloca nell’ambito del-le iniziative aziendali volte a migliora-re la qualità dei servizi di Tesoreria eCassa offerti agli Enti pubblici e privati,nonché alla luce dei mutamenti norma-tivi e dell’evoluzione del mercato di ri-ferimento.

Det Norske Veritas, in qualità di Enteterzo di Certificazione, ha potuto ap-prezzare l’impegno della struttura or-ganizzativa aziendale, supportato daPK Consulting, volto a consolidare nelmiglioramento continuo l’esperienzapiù che ventennale della banca nelcampo dei servizi di tesoreria per glienti.L’introduzione e l’applicazione deinuovi standard, riconosciuti a livello in-ternazionale, consente alla Banca diconseguire molteplici risultati, tra cui:1 miglioramento della soddisfazionedei clienti finali fruitori di un serviziocon elevati standard qualitativi;2 miglioramento della propria compe-titività e valenza commerciale sul terri-torio di riferimento nell’offrire i servizidi Tesoreria e Cassa in un mercatosempre più competitivo e selettivo, da-to che la certificazione è uno dei requi-siti fondamentali che vengono valutatinei bandi di gara banditi dagli entipubblici;3 benefici di tipo organizzativo e ge-stionale legati al miglioramento dell’ef-ficacia, efficienza e qualità del proces-so di erogazione dei servizi di Tesore-ria e Cassa.

ATTIVITÀ SOCIALI/1

BCC DI FORMELLO E TREVIGNANO ROMANO

Le Piccole eMedie Impresee la BCC, una strategia comune che guarda al futuro

Il 12 novembre scorso si è tenutonella zona industriale di Formello unconvegno sul rapporto tra piccole emedie imprese e Credito Cooperati-vo. Si è trattato di un’iniziativa dellaBCC di Formello e Trevignano Ro-mano, in collaborazione con la Fe-derazione.Si è registrata la partecipazione dioltre trecento persone, tra cui nume-rosi esponenti del nostro sistemabancario interregionale e dell’im-prenditoria laziale.I lavori hanno preso avvio con i sa-luti dei rappresentanti istituzionalidei comuni in cui operano le agen-zie della Banca, seguiti dall’introdu-zione da parte del Presidente GinoPolidori, il quale, rivolgendosi agliimprenditori presenti, ha rimarcatol’elemento differenziante del Credi-to Cooperativo, la propria mission:l’educazione al risparmio, l’ascoltocontinuo, la conoscenza diretta e gliintenti di miglioramento delle condi-zioni economiche, morali e culturalidelle comunità.A seguire l’auspicio sul futuro delnostro Paese da parte del Presidentedella Federazione, Francesco Libe-rati, in particolare relativo al “coin-volgimento di un numero sempremaggiore di cittadini tendenti allaproduzione di nuova ricchezza, inun contesto più consapevole di soli-darietà”.Per il versante imprenditoriale sonointervenuti Roberto Mannato, Presi-

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dente del Consorzio Industriale Ro-ma Nord e Giorgio Merli, Presidentedell’Area Consulenza di Confindu-stria.Il primo ha rimarcato l’importanzadi “fare gruppo” tra le imprese e delconfronto continuo con le BCC sultema – ritenuto centrale – del creditoalle PMI. Per Giorgio Merli “l’inno-vazione sarà una delle principali leveper reagire con successo alla crisi,con focus su aree di crescita delladomanda e sullo sviluppo di compe-tenze distintive delle imprese, suuna organizzazione più flessibile esul governo dei costi operativi”.Per il nostro Sistema, inoltre, sonointervenuti Enrico Duranti, DirettoreGenerale di Banca Agrileasing ePaolo Giuseppe Grignaschi, Diretto-re Generale della nostra Federazio-ne. Per il primo “occorre trovare unnuovo equilibrio rispetto al recenteeccesso di strumenti finanziari abuon mercato. In questo senso, Ban-ca Agrileasing finanzia gli investi-menti delle imprese clienti delle BCCvenendo incontro anche ad esigenzeaggiuntive delle imprese, quale per es.

la copertura dal rischio dell’aumen-to del tasso di interesse su mutui eleasing.”Per il Direttore della Federazione,Paolo G. Grignaschi, “la storica in-terdipendenza tra Credito Coopera-tivo e imprese a livello locale è stataconfermata anche dai numeri uscitidalla crisi. Le BCC hanno continuatoa sostenere le imprese, ben oltre itassi di crescita della produzione alivello nazionale. Su queste solidebasi le imprese italiane potrannocontinuare ad essere protagonisteanche nel futuro”.

ATTIVITÀ SOCIALI/2

BCC DI RIANO

Premio Michele Mazzella per una drammaturgiagiovane

Contributo della BCC di Riano alconcorso organizzato presso lescuole medie con il patrociniodel Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca.La BCC di Riano ha partecipato comesponsor all’organizzazione dell’even-to, la cui serata finale si è svolta loscorso 25 ottobre a Roma, presso ilTeatro Argentina.Il “Premio Michele Mazzella per unadrammaturgia giovane” è nato nel-l’anno 2002, per ricordare un giova-ne operatore teatrale scomparso a soli25 anni nell’esercizio della sua attivitàprofessionale. Questo premio ha una sua caratteristi-ca particolare, che lo distingue da tutti

gli altri Premi teatrali esistenti in Italia: sirivolge esclusivamente ai giovani delleScuole italiane di I e II grado. Esso ten-de ad incoraggiare gli studenti a scri-vere per il Teatro, recuperando gli usie le tradizioni locali e dibattendo temilegati alla condizione giovanile e al-l’attualità.Il Bando del Concorso, spedito nel me-se di Ottobre di ogni anno a tutte leScuole di I e II grado esistenti sul terri-torio, prevede l’invio dei testi entro il15 Giugno dell’anno di riferimento.Una giuria, formata da rappresentantidi primo piano del Teatro Italiano - tragli altri, Alessandro Gassman, Virgi-nio Gazzolo, Anna Mazzamauro, Al-do Miranda Mariano Rigillo, Tato Rus-so Max Tortora - e dal Presidente delPremio, il regista e drammaturgo Gui-do Mazzella, sceglie i testi vincitori,ai quali vanno premi in danaro (percomplessivi 8.750 Euro).E’ dal 2004 che il Premio si fregia diuna Targa del Presidente della Repub-blica. All’ VIII Concorso, bandito nel 2010,hanno aderito 152 Scuole con 162tra testi e DVD. La Cerimonia di con-segna dei Premi si è tenuta al TeatroArgentina di Roma il 25 Ottobre

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2010.Ad essa hanno partecipato 610 traalunni e docenti provenienti da tuttaItalia ed in particolare dalla RegioneLazio. Alla consegna dei premi hapartecipato anche un rappresentantedella Banca di Credito Cooperativo.La consegna dei premi si è alternatacon brevi scene di lavori presentatidalle scuole di Roma e da brani deitesti vincitori, letti dagli attori facentiparte della giuria. Per le superiori, sono entrati in finale:sei licei scientifici, quattro licei classi-ci, un istituto tecnico, un istituto magi-strale e un istituto di istruzione supe-riore.Il primo Premio, è andato a pari meri-to all’Istituto di Istruzione superiore diFano, con “Agonia e Trionfo di dueemigrati italiani”, e al Liceo Scientifi-co “Tedone” di Ruvo di Puglia con“Uguale è…diverso”. A quest’ultimascuola è stato assegnata anche la Tar-ga del Presidente della Repubblica.

ATTIVITÀ SOCIALI/3

BCC TONIOLO DI GENZANO

Settimaedizione dellafesta del socioLo scorso 19 dicembre 2010 aGenzano di Roma si è tenutala tradizionale Festa del Sociodella Banca di Credito Coope-rativo Giuseppe Toniolo.Il Palazzo dello Sport “Gino Cesaro-ni”, elegantemente allestito per l’oc-casione, ha accolto 3000 soci pro-venienti dai comuni dei Castelli Ro-mani, in particolare da Ariccia, Fra-scati, Genzano e Lanuvio.

La Festa del Socio è un evento ora-mai immancabile per i soci dellaBanca, un felice appuntamento perscambiarsi gli auguri di Natale e tra-scorrere un piacevole pomeriggio inuna gioiosa atmosfera natalizia.Sulle note della Turandot e del RioBlu ha avuto inizio l’emozionanteconcerto classico della Banda Musi-cale Augusto Panizza della città diFrascati. L’incontro è proseguito conla pregevole esibizione delle vocibianche dell’associazione culturaleDiapason di Genzano di Roma.Il Presidente Capogrossi, nel rivolgerei suoi saluti a tutti i presenti, ha sotto-lineato i risultati positivi ottenuti dallaBanca in questo anno di crisi e harinnovato l’impegno della BCC Giu-seppe Toniolo nel portare avanti gliobiettivi prefissati ed a mantenere vi-va e solida la presenza accanto asoci e clienti.Nel corso della manifestazione è sta-to premiato il Sig. Orlando Pesoli,socio della BCC Toniolo dal 1948,che quest’anno con i suoi 100 annidi età, si è aggiudicato la qualificadi socio... più maturo della compagi-ne sociale. Una riconoscenza parti-colare è andata anche a Parvin

Gabbarini che con i suoi 18 anniappena compiuti è il socio più giova-ne della banca.Nel tardo pomeriggio si è svolta laconsueta lotteria che da sette anniassegna ricchi premi ai più fortunati eal termine della serata è avvenuta laconsegna dei tradizionali omaggiche la BCC Toniolo predispone ognianno per i suoi soci.Una cascata di coriandoli coloratiha concluso la festa in uno specialeaugurio di buone feste e di buon2011 a tutti i presenti.

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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE

Concreto e mirato. Sono questigli aggettivi che dovranno ca-ratterizzare il nuovo concettodi lavoro. Un obiettivo sen-z’altro ambizioso ma che siavvale di uno strumento nuo-vo e dalle grandi capacità:Job-Day.Una giornata ideata e organizzatadalla Facoltà di Economia dell’Uni-versità di Perugia, con lo scopo difornire una reale possibilità di avvia-mento al lavoro dove le numeroseaziende del panorama globale, na-zionale e locale si sono interfacciatecon i protagonisti del mondo di do-mani.L’evento si è tenuto lo scorso 28 otto-bre presso Palazzo Murena, nella se-de del Rettorato, con la partecipazio-ne delle nostre Banche umbre - laBanca di Mantignana - Credito Co-operativo, la BCC di Spello e Betto-na e la BCC di Perugia - e con il con-tributo e la presenza della nostra Fe-derazione.Consegna di curricula e incontri congli studenti sono stati gli scopi più im-mediati della giornata. Ma in realtàè stata un’occasione importante peril Credito Cooperativo Umbro perpresentarsi alla platea dei giovani,al fianco delle principali realtà im-prenditoriali del Paese, con la possi-bilità di importanti guadagni di im-magine. Elemento differenziante, e sicura-

ATTIVITÀ SOCIALI/4

BCC UMBRE E FEDERAZIONE

Job-Day,costruireil futurodei giovani

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NOTIZIE DALLE ASSOCIATE

mente di valore strategico, rispettoad analoghe iniziative organizzatea livello locale, è stato il presentarsiunitariamente come sistema interre-gionale – BCC e Federazione – e,soprattutto, come parte organica delpiù importante network cooperativobancario del Paese. In questo senso,l’interesse manifestato dagli studenti– certamente attratti dalle eventualiprospettive di inserimento – in meritoall’organizzazione di sistema e allemodalità organizzative e Istituzionalidel nostro Movimento nazionale, neè stato un segno tangibile, da pren-dere a riferimento nelle future inizia-tive rivolte alle nuove generazioni,sia a livello locale che nazionale.

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