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Timbro

Ottenere ottime foto di paesaggio con Compatte.

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Salve cari amici, con questa serie di articoli voglio farvi scoprire la possibilità che tutti han-no di portare a casa delle foto di Viaggio / Paesaggio migliori di quanto non otteniate nor-malmente, proprio a noi, appassionati di BDC, spesso a contatto con la natura, abbiamo la possibilità di accedere a luoghi e in momenti che tolgono il fi ato, prontamente macchina alla mano scattiamo e.... spesso capita che la foto nel display non rende giustizia alla “vi-sione” che ci troviamo di fronte.Sempre valido il principio per cui “la foto non la fa la macchina ma il fotografo”, tenteremo di capire come migliorare le nostre immagini anche non disponendo di un’ attrezzatura da professionisti.

Prima di tutto voglio fare un preambolo, spesso parlando con appassionati di bici e non, ci confrontiamo su foto effettivamente non bellissime, anzi, limitiamoci a dire “non corrette” la diatriba tra il bello e il non bello è dietro l’angolo.... ecco, questi appassionati spesso mi apostrofano dicendo: ma io non ho le macchine e gli obbiettivi che hai tu, se avessi una refl ex come la tua..... Beh, a questi amici costantemente garantisco, che l’avere una refl ex blasonata o ottiche costose non li salverà dal commettere gli stessi errori che commettono con le compatte.Non sono qui a dire che la qualità delle compatte è uguale alle refl ex professionali e che le ottiche da migliaia di euro hanno la stessa qualità della lente di compatte da 200euro, certo che no, ma le compatte di oggi permettono una serie di regolazioni fi ni che anche i corpi pro hanno; regolazioni di alto livello, 3 / 4 tipi di calcolo dell’esposizione, compensazioni, gestione dei bilanciamenti, zoom di rispetto che tranquillamente coprono tutte le focali che possono essere necessarie e quant’altro.... assolutamente, tutto quello che serve per rendere giustizia ai nostri momenti “mozza fi ato”.

INTRODUZIONE

Alcune immagini che vedremo nelle varie spiegazioni.



3 step basici ma fondamentali per la corretta riuscita della foto, sono passaggi mentali, fi sici e meccanici (spiegherò più avanti cosa intendo per “mentale, fi sico e meccanico”) che analizzaremo, si traducono con regole che governano la Composizione, la Luce e l’Esposizione. Diciamo che, per quanto riguarda la fotografi a paesaggistica e di viaggio, che è il nostro genere, possiamo davvero dividere le percentuali di riuscita dello scatto in questo modo: 30% composizione, 40% luce, 30% esposizione, come vedete non stò minimamente men-zionando l’attrezzatura!Noterete che non c’è un sbilanciamento percentuale più importante verso uno o l’altro di questi aspetti, in quanto, il peso di una infl uisce sulle altre, comunque, in questo genere fotografi co, la luce è l’elemento più importante; più importante che in altri generi fotografi ci.

Luce?? di che luce stiamo parliamo, ma della luce del sole, ovviamente.

Facciamo una pausa e un passo indietro: Mentale, Fisico e Meccanico ovvero Compo-sizione, Luce ed Esposizione, vi parlavo prima di questo, analizzando questi 3 step e dichiarando per ognuno delle regole principali affronteremo il nostro viaggio nella fotografi a.

Alcune immagini che vedremo nelle varie spiegazioni.



La composizione è l’approccio più mentale alla fotografi a, sostanzialmente esistono una serie di regole e tecniche compositive che una volta apprese vi serviranno nelle più dispa-rate situazioni, suggeriscono al fotografo come è in che modo il soggetto fotografi co viene posto all’interno del fotogramma, comporre gli elementi nel fotogramma è la vera “arte” del scattare grandi fotografi e e soprattutto vi costringono a guardare e a pensare a quello che state vedendo prima e inquadrando nel display o nel mirino ottico poi.

Potremmo dire che un soggetto in posizione centrale nel fotogramma spesso si traduce in un immagine statica alla quale manca dinamismo, al contrario, il soggetto in posizione decentrata all’interno del fotogramma suggerisce movimento.

Uno dei modi per creare dinamismo e armonia è quello di usare la regola dei terzi.

La regola dei terzi è un accorgimento compositivo che veniva usato già molto tempo prima della nascita della fotografi a, la sezione aurea dalla quale deriva, è una forma più com-plessa e antica di organizzazione e proporzione tra gli elementi all’interno di un opera, la regola dei terzi è naturalmente passata anche alla fotografi a come necessità di posiziona-mento “spaziale” dei soggetti e oggetti che compongono il nostro fotogramma.Immaginate 2 linee verticali e 2 orizzontali che dividano in terzi verticali e orizzontali la nostra inquadratura, utilizzate le linee e i punti di intersezione visualmente creati per po-sizionare gli elementi del fotogramma, l’immagine risulta più dinamica (rispetto ad una composizione che pone il soggetto al suo centro), e armonica al tempo stesso. La regola è talmente forte e concreta che alcune macchine fotografi che sono dotate di mirini con una griglia di suddivisione in terzi per aiutare la composizione, questa opzione è più facile trovarla proprio su compatte che su refl ex professionali. (Fig.1 e 2)

COMPOSIZIONE -- MENTALE

LA REGOLA DEI TERZI

Fig.1 Fig.2



Altra regola compositiva per rendere più profonde e tridimensionali le nostre immagini è quella di includere un forte elemento di primo piano alla nostra composizione, sempre prestando attenzione alla nostra regola dei terzi, inseriamo un dettaglio, una roccia, un fi ore, un segnale ecc... questo ci aiuterà a dare spessore e carattere all’immagine conte-stualizzando il nostro dettaglio e creando il presupposto di interesse e movimento verso lo sfondo stesso. (Fig. 3)

Riprendendo l’esempio del primo piano, forti linee diagonali che portano la nostra attenzio-ne verso lo sfondo dell’immagine possono dare grande impatto alla nostra visione, le linee sono dappertutto intorno a noi, possono essere esplicite come strade, fi umi, linee costiere o essere implicite come oggetti che puntano o sono sbilanciati verso una direzione all’in-terno della fotografi a. (Fig. 4)

Primo PIANO

Linee DIAGONALI

Fig.3

Fig.4



Concludendo la composizione è un fattore che esula da tecnicismi e ultimi ritrovati inge-gneristici, esiste dalla notte dei tempi e sempre esisterà, non vi serve avere una machina e obbiettivo da 5000 euro per creare delle ottime immagini ben equilibrate e gradevoli.

La Luce è il componente più importante della nostra fotografi a, è essenzialmente il mezzo fi sico tramite il quale il nostro sensore o pellicola viene “impressionato”, la luce, letteral-mente disegna la nostra visione.Proprio come dicevamo nel primo capitolo, il Sole, è la nostra fonte principale di luce e proprio nella fotografi a di paesaggio la luce del sole è il tipo di principale che possiamo uti-lizzare, ci sono altri tipi di fonti luminose... e tutti le conosciamo, dalla luce artifi ciale delle lampade ai lampioni, neon, fi no ai fl ash portatili e non, ma per noi che siamo a spasso con la nostra MTB l’unica e la sola luce che ci accompagna è la luce del sole, e impareremo a capire come sfruttarla al meglio.

L’illuminazione del paesaggio è in continuo cambiamento, da quando il sole sorge a quan-do tramonta, i suoi raggi proiettano ombre, colorano e modellano l’ambiente circostante continuamente, questo può accedere molto velocemente come all’alba e al tramonto, o meno velocemente come nelle ore centrali della giornata.Nei prossimi paragrafi vedremo come predire, gestire e controllare la luce piegandola al nostro bisogno.

La direzione dei raggi solari ha un impatto incredibile sulla nostra foto, il modo in cui il nostro paesaggio riceve la luce è fondamentale per creare una certa atmosfera; un illu-minazione frontale, con ombre che cadono dietro al nostro soggetto, genera sempre una fotografi a molto bidimensionale diciamo “piatta”; al contrario il sole basso delle prime ore della giornata e del tramonto crea un illuminazione laterale che rivela e disegna le forme. (Fig.5, 6 e 7)

LUCE -- FISICO

Direzione della LUCE

Fig.5 Fig.6



Capiamo quindi che le ore migliori sono all’alba (fi no alle 9.00 d’estate e al massimo fi no alle 10.00 d’inverno) e al tramonto (dopo le 18.00 d’estate e dopo le 15.30 d’inverno), du-rante le altre ore diurne non sperate in scatti molto importanti in quanto le foto risulteranno piatte e poco interessanti, con ombre dure e scurissime, colori troppo saturi soprattutto se in cielo non si vede uno straccio di nuvola.....

fondamentalmente il controluce è una situazione nella quale ci si può trovare molto facil-mente e solitamente è abbastanza diffi cile da gestire ma altrettanto magica e d’impatto. I nostri soggetti e primo piano diventeranno neri come pece ma estremamente essenziali e grafi ci, delle siluette, il cielo esploderà in una varietà di colori: dal rosso fuoco, giallo, arancione e blue intenso quasi nero al tramonto, più morbido e tendente al celeste all’al-ba.... (Fig.8)

CONTROLUCE

Fig.7

Fig.8



Concludendo capire e imparare come si comporta la luce è un altro fattore che esula da tecnicismi e ultimi ritrovati ingegneristici, ancora una volta non necessitiamo di corredi da migliaia di euro per avere delle belle foto.

ESPOSIZIONE -- MECCANICO

Con questo ultimo capitolo cominciamo ad addentrarci nel meccanismi e impostazioni della macchina fotografi ca, arrivati a questo punto vi prego di cercare nella scatola della vostra macchina il manuale, giusto per capire come trasporre al vostro modello le indica-zioni che vi darò.Vorrei che cercaste come comandare e sistemare gli ISO, il comando WB White Balance, come impostare il Comando M che stà per Manuale e quindi Tempi e Diaframmi, in ultimo capire come comandare la messa a fuoco e i punti legati al “fuoco”.Trovate le indicazioni fate un pò di prove, giusto per capire velocemente come cambiare il fuoco, gli ISO, il WB, tempi di scatto e diaframmi.

Vediamo uno per uno come ottimizzare le impostazioni per la fotografi a di paesaggio.

Gli ISO sono dei valori che comandano la sensibilità del sensore, purtroppo per noi, più alto è il nostro valore più la foto sarà poco nitida e ricca di “noise”, il noise è rumore digi-tale un interferenza nel segnale che si traduce con un immagine “sgranata”, o con effetto “sabbia” granelli che non defi niscono l’immagine....Di norma, per i paesaggi applicate il Valore ISO più basso per la vostra macchina, non superate mai (se possibile) il valore di 100.

i valori che si riferiscono al White Balance o Bilanciamento del bianco governano il modo in cui la fotocamera ci “rende” il bianco nell’immagine e quindi il tono generale, di norma dovrebbe essere “neutro” e esente da dominanti che portano a toni più caldi o freddi l’im-magine.Le “moderne” compatte se non settate in “auto WB” hanno delle pre-impostazioni tipo: luce diurna, nuvoloso, ombra, fl ash, luce fl uorescente e luce tungsteno.Di norma noi in esterno utilizzeremo le pre-impostazioni luce diurna, nuvoloso, ombra a seconda della situazione.

molto semplicemente, la messa a fuoco, è il punto in cui i raggi luminosi concentrati dalla lente convergono sul piano del sensore, in tal caso l’immagine è a fuoco; in caso contrario si ha il fuori fuoco o sfocato.Nelle macchine fotografi che compatte, non abbiamo la possibilità di regolare la ghiera del fuoco, normalmente situata sull’obbiettivo, quindi la regolazione è automatica, la fotoca-mera cerca in maniera autonoma il punto di maggior contrasto nella nostra inquadratura e “rende” quello il punto di fuoco, tramite regolazioni e scelta dei punti di fuoco è possibile infl uire sulle scelte della macchina e indirizzarla in un punto che noi riteniamo più corretto per trovare il fuoco, in alcune è possibile tramite ghiere decidere il punto di fuoco, quindi una regolazione manuale.

ISO

WB

MESSA A FUOCO



La posizione M (Fig.9) è quella che vi permette di comandare Tempi dell’Otturatore e Dia-frammi indipendentemente l’uno dall’altro.

I tempi di scatto o velocità dell’otturatore, essenzialmente, hanno il compito di controllare per quanto tempo il sensore resta esposto alla luce.La componente creativa della velocità di scatto, si traduce in mosso, ad esempio, selezio-nando un tempo lungo, l’acqua di un ruscello può diventare un unico corpo bianco, effetto sempre molto suggestivo.

Diaframma, la maggior parte delle fotocamere dispone di un diaframma contenuto nell’o-biettivo (simile, per funzione, all’iride dell’occhio umano) la regolazione del diaframma si chiama apertura.A piena apertura il diaframma lascia passare, in un dato tempo, (regolato dalla velocità dell’otturatore) quanta più luce possibile verso il supporto sensibile; chiudendo il diafram-ma si riduce tale quantità di luce. La componente creativa che si ottiene tramite le varie aperture, è chiamata “Profondità di campo” cioè quanto il “fuoco” si estenda nella nostra immagine dal punto di fuoco allo sfondo della foto, nella foto di paesaggio è molto impor-tante avere la massima estensione di fuoco.

Facendo un parallelo con l’occhio umano, mentre l’iride rappresenta il diaframma, la pal-pebra dà un’idea di otturatore.

Quando inquadrate qualcosa, il display, oltre a mostrare la vostra “vista”, che verrà tra-dotta in foto, sovraimpone una serie di informazioni, possono essere varie e differenti da modello a modello, tra tutte, anche una “scala” che va da -2 a +2 passando per 0 con una serie di “passaggi” (Fig.10 e 11) intermedi;

M

Fig.10 notate la sotto esposizione di -2.3 Fig.11 notate la sovra esposizione di +2.7

Le immagini sopra sono state prese dal sito DPreviewwww.dpreview.com

un sito ricchissimo di info e recensioni di moltissime camere, sia pro che amatoriali, dal quale è possibile leggere un sacco di info e osservare schermate della “nostre” compatte.

Fig.9 notate la ghiera di impostazione scatto su “M”



quella è la scala che regola l’esposizione media che ci suggerisce la macchina e viene controllata da Tempi e Diaframmi; l’indicatore è una specie di “tacca” che si sposta sulla scala, deve essere allo 0, (non è una regola, ci sono situazioni: al mare, sulla neve o den-tro un bosco che necessitano di aggiustamenti sulla “scala”, ma queste sono impostazioni più avanzate) alcune macchine non mostrano la scala, ma solo il valore di sotto o sovra esposizione ad esempio -2, -1e2/3, -1e1/3 -1, -2/3, -1/3, 0, +1/3, +2/3, +1, +1e1/3, +1e2/3, +2 (Fig.12)

Allora, chiudete i diaframmi al massimo per avere la maggior profondità di campo, impo-state gli ISO a 100, variate i tempi fi no a che non arrivate a 0 in quella “scala” sul display, inquadrate pensando alla regola dei terzi, possibilmente attendete il tramonto per avere una buona luce, fate mezza corsa sul pulsante di scatto per ottenere il fuoco sul punto che più vi aggrada e......... dovremmo esserci.

Queste piccole indicazioni, volevano essere solo un piccolo sasso nello stagno, la fotogra-fi a e tutte le sue implicazioni tecniche e artistiche sono un mondo vastissimo, si potrebbero scrivere ed esistono trattati per ogni singolo argomento che abbiamo visto, magari in futu-ro potremmo approfondire alcuni singoli aspetti.L’importante per noi, era quello di spiegare che, anche con compatte relativamente com-merciali è possibile ottenere buone foto.

UN GRANDISSIMO RIASSUNTO

CONCLUDENDO

Claudio [email protected]

Fig.12 notate il solo valore di sotto esposi-zione di -1.3 senza scala grafi ca.

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