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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 1
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n° 1 - APRILE 2017
Gesù Buon Pastore - Vetrata della chiesa parrocchiale
2 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
VITA DI COMUNITÀ
DOMENICA 26 FEBBRAIO COSCRITTI IN FESTA
I RAGAZZI DEL ‘99: BENVENUTI MAGGIORENNI!
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 3
S pessissimo le cose belle
lasciano il posto a quelle
tristi. Sembra quasi un’im-
mutabile costante della vita, alla
quale prima o poi ci si rassegna:
le vacanze che finiscono presto, i momenti
di allegria che cedono il passo alla noia, la
salute della giovinezza che fugge lasciando-
ci agli acciacchi dell’anzianità.
Sempre così, il bello prelude
inevitabilmente al brutto, la
luce al buio.
No, non è sempre così, esi-
ste anche una direzione contra-
ria secondo la quale dalle situa-
zioni negative può scaturire
all’improvviso una rinascita del
tutto inattesa. È come se tra il
buio e la luce, la morte e la vita ci fosse solo
una piccola distanza da percorrere, solo una
porta, un breve passaggio. Noi lo chiamiamo
“Pasqua”. Quando leggiamo il racconto del-
la morte e risurrezione di Gesù scopriamo
che molti personaggi hanno compiuto questo
passaggio controcorrente.
L’incredulità di Tommaso di fronte alla
risurrezione di Gesù si tramuta in un’impen-
sabile fede quando esclama: “Mio Signore e
mio Dio”, la morte ingloriosa di un ladro
diventa di colpo una scorciatoia verso la sal-
vezza (“Oggi stesso sarai con me in paradi-
so” gli promette Gesù), a Pietro che aveva
rinnegato il suo maestro viene affidata ina-
spettatamente una missione di assoluta fidu-
cia. Il potere della Pasqua sta
proprio qui, nel riaccendere la
vita, risvegliare energie sopite,
suscitare il desiderio di amare.
Pietro e Giovanni entrano nel
sepolcro ormai vuoto di Gesù, è
un luogo di morte ma proprio lì
trovano dei segni di vita: le
bende e il sudario ben piegati.
Da quel momento inizia la loro
risalita. Così anche noi, proprio dal fondo
delle nostre oscurità possiamo andare alla
ricerca di Cristo, scoprire segnali di vita e
ritrovare una forza sorprendente.
Buona Pasqua di Risurrezione a tutti voi
di San Francesco al Campo e a quanti rice-
veranno il nostro giornalino parrocchiale!
LA LETTERA DEL PARROCO
“Il potere della Pa-
squa sta proprio
qui, nel riaccendere
la vita, risvegliare
energie sopite, su-
scitare il desiderio
di amare”
Direzione contraria di Padre Michele Marongiu Parroco
4 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
La fede. Oggi sembra fare pro-
blema. Credenti, non credenti,
credenti a modo proprio… Cre-
denti nel Dio di Gesù Cristo; in
altre divinità; in qualcuno o qual-
cosa che pure ci deve essere. Ma
è così vago questo “essere” che alla fine ti
domandi se veramente credi. Anche la fede è
entrata nella famosa “liquidità”. Si adatta al
contenitore che l’accoglie. Un contenitore
che è fatto di sentimenti, di
debolezze, di passioni, di ri-
cerche, di insicurezze, di in-
certezze. Proprio contraria-
mente a ciò che fa l’artista:
prima fa lo stampo e poi ci
fonde il bronzo e esce la sta-
tua.
Ma fondamentale è lo stampo.
Se esso non è solido, il risulta-
to è fasullo. In realtà chi dice
di credere dovrebbe partire dallo stampo e
poco per volta riempirlo della sua vita.
La fede va di pari passo con fiducia, anche
se non sono la stessa cosa. Proviamo a pen-
sare. Io ho fiducia in una persona: mi piace
il suo modo di essere, la sua sapienza nel
valutare gli avvenimenti, il suo non sfuggire
alla verità, la sua capacità di non divulgare
fatti privati. Insomma una persona di cui mi
posso fidare. Anzi di più, mi affido volentie-
ri alla sua parola, ai suoi giudizi, alle sue
proposte; mi confido senza paura, sicuro che
tutto rimane lì. Chiamiamo tutto questo ami-
ci, amicizia.
Mentre la fiducia è l’insieme di tanti riscon-
tri, la fede si basa solo su una parola svelata,
la parola di Dio; su una testimonianza forte e
rassicurante. Qui entra in campo una riserva:
non sempre i testimoni della fede sono coe-
renti. E allora? Allora in te nasce una lotta.
Sei certo che la parola di Dio è affascinante;
a volte, però, ti sembra difficile o quasi im-
possibile a incarnarla nella tua vita. Riscon-
tri che c’è chi ci riesce e chi non ci riesce. È
un problema.
Ma qui interviene una decisione. So che Dio
non mente, non tradisce, non abbandona, è
paziente e sa aspettare. Mi
accorgo che io stesso non so-
no così coerente, come poche
o tante persone che conosco.
Allora mi affido a Dio e mi
impegno, giorno dopo giorno,
a trasformare la mia vita se-
condo la sua parola. Tra Dio e
i così detti credenti è Lui il
vincitore
Vorrei concludere queste ri-
ghe con la testimonianza di una persona se-
ria, profonda e profondamente credente;
sempre sul passo delle “periferie” (così care
a papa Francesco), fossero umane, sociali o
religiose, ma sempre coerente con il Vange-
lo.
«Udii una voce» affermò padre Turoldo, il
frate poeta dei servi di Maria, quando, nel
1991, pochi mesi prima di morire, raccontò
in un’intervista la radice della sua vocazio-
ne. Di chi era questa voce? «Sembrava la
voce di Abramo, la voce del roveto arden-
te». Era «la voce di Dio» continuò quasi
balbettando dall’emozione Turoldo: «Ne ero
certo, non sicuro. La fede ti dà la certezza,
non la sicurezza. Certo di Dio, mai sicuro di
raggiungerlo».
SPUNTI DI RIFLESSIONE
TRASFORMIAMO LA NOSTRA VITA SECONDO LA SUA PAROLA
La fede di Padre Giacomo Ghu
Collaboratore Parrocchiale
“la fiducia è l’insie-
me di tanti riscon-
tri, la fede si basa
solo su una parola
svelata, la parola
di Dio”
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 5
DOMANDE AL PARROCO
PADRE MICHELE RISPONDE
Chi vuole può indirizzare le proprie doman-
de a: Parrocchia San Francesco d’Assisi, via
Roma 101, 10070 San Francesco al Campo
(TO), oppure inviarle all’indirizzo e-mail:
bollettinosanfrancesco@ gmail.com.
La pagina del cuore
C’è un brano del Vangelo a cui sei partico-
larmente affezionato e che rileggi sempre
volentieri? (E. M.)
Si, l’episodio in cui Gesù appare risorto ai
suoi apostoli sulla riva del lago. C’è un clima
pieno di mistero. Prima arrostisce per loro
del pesce, poi chiama Pietro in disparte e gli
fa tre domande che toccano il cuore. Da
questo brano ho capito che tipo di persona
straordinaria era Gesù. Si trova nel capitolo
21 di Giovanni.
Domandona
Perché non ti sei sposato? (Simone R.)
Per essere più libero di poter dedicare il mio
tempo a Dio e agli altri. E in effetti è andata
così. Ma c’è anche un altro motivo, ancora
più importante, è stato perché anche Gesù
non si è sposato. Se lui si fosse sposato pen-
so che l’avrei fatto anche io. Non mi sono
pentito di questa scelta che mi ha procurato
alcune rinunce, ma soprattutto delle gioie
grandissime.
Le mie domande
Se fossi stato un discepolo cosa avresti chie-
sto a Gesù? (M. E.)
Due domande: Gesù, com’era la tua vita
prima che venissi sulla terra? Nell’universo
che hai creato ci sono altri pianeti abitati?
Apparizioni
Se ti apparisse la Madonna o Gesù cosa fa-
resti, come ti sentiresti? (Arianna M.)
Non so cosa farei, penso che starei sempli-
cemente a guardarli e ascoltarli. Mi sentirei
felice e mi chiederei: Perché sono apparsi
proprio a me? A dire il vero questa doman-
da mi fa anche un po’ paura.
Libertà
Alla decisione di prendere la via del sacerdo-
zio come hanno reagito i tuoi genitori? (Una
ragazza di seconda media)
Mi hanno lasciato completamente libero di
scegliere. Non hanno cercato né di spinger-
mi né di trattenermi, anche se erano dispia-
ciuti che andassi via di casa. Allo stesso tem-
po però erano molto contenti della mia
scelta. Poi negli anni mi hanno sempre aiu-
tato in tutti i modi possibili. Bravi, vero?
6 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
INTERNET
LA NOSTRA PRIVACY SEMPRE PIU’ A RISCHIO
Con l’evoluzione iperbolica della tecnologia, i telefoni cellulari di prima e seconda gene-
razione, quelli che si usavano solo per telefonate e sms, sono diventati obsoleti e sono
oggi rimpiazzati, quasi
completamente, dagli
smartphone. Ma cosa
hanno veramente in più
gli smartphone? Sono
computer palmari, mac-
chine fotografiche, video-
camere, registratori, geo-
localizzatori e molto di
più: la nostra vita di affetti,
relazioni, memorie, passa
attraverso i “device”. Con
questo termine intendia-
mo qualsiasi dispositivo
personale connesso ad
internet: smartphone, ta-
blet, PC …
La comunicazione in que-
sti anni è cambiata note-
volmente: una volta era
fisica: ci si vedeva, ci si
incontrava, ci si parlava;
oggi invece molte delle
nostre relazioni passano
attraverso queste nuove
tecnologie (chat, social networks e l’uso dei device). Ogni minuto nel mondo ci sono 150
milioni di e-mail, 20 milioni di Whatsapp, tre milioni di like. Questi numeri ci fanno capire
quanto della nostra vita di relazione ogni secondo nel mondo passa attraverso la tecno-
logia. Le previsioni indicano che questa tendenza è in continua crescita.
Mentre i dati “strutturati” sono quelli che, all’interno delle organizzazioni e delle aziende,
sono contenuti nei database e servono per fare un archivio di informazioni in relazione
tra loro, quelli “destrutturati” invece, chiamati spesso Big Data, stanno aumentando in
modo esponenziale e raccolgono le nostre preferenze, attitudini, luoghi che frequentia-
mo ecc. attraverso il web.
Una volta i genitori si preoccupavano del fatto che i figli uscissero troppo, volendo sape-
re dove andassero e quali amici frequentassero; ora invece per molti la preoccupazione
La rete ci unisce o ci intrappola? di Ivan Scandariato Componente della Redazione del Bollettino Parrocchiale ed Esperto di informatica
Uso di internet nel mondo ogni minuto secondo Exelacom
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 7
maggiore è che i ragazzi “non escono” più di casa perché stanno in casa a giocare onli-
ne con i loro amici e non si staccano più dalla rete. La necessità di essere sempre con-
nessi alla rete dipende dal fatto che attraverso di essa passano molte delle nostre rela-
zioni interpersonali.
Mentre qualche anno fa gran parte
della connettività passava attraver-
so i computer, oggi transita attra-
verso gli smartphone ed i tablet.
Il PC comincia a diventare già so-
stanzialmente una cosa antica, for-
se. È previsto per il 2017 che il
90% del traffico dati sia aziendale
sia personale passi dai personal
devices. Molte aziende oggi danno
ai loro dipendenti in mobilità non
più dei computer portatili ma
smartphone e tablet.
I social network, in Europa, nel web, occupano quasi il 20%, l’intrattenimento il 32%, le
connessioni dati il 22%, ma solo il 7% del traffico dati avviene via browser (Google Chro-
me, Internet Explorer …) mentre la parte da leone la fanno le app.
Vi racconto tutto questo perché poi andremo a vedere ogni singola applicazione che co-
sa si porta dietro, consapevolmente o inconsapevolmente rispetto all’ utilizzatore, e quali
tracce lasciamo in giro ogni volta che la scarichiamo e che la usiamo. Ognuna di essa
infatti condivide una gran quantità di nostri dati personali.
Prendiamo ad esempio un’applicazione come Facebook: secondo voi perché un’azien-
da, che mette a disposizione un’applicazione gratuita, è quotata sul mercato miliardi di
dollari? Perché vende i dati personali di tutta quella moltitudine di persone che, gratuita-
mente, glieli mette a disposizione. Un dirigente della CIA diceva “il nostro sogno era di
poter spiare il mondo, noi non ci
siamo riusciti ma Facebook sì”.
Quindi l’immenso valore di Fa-
cebook sul mercato sta nell’e-
norme mole di dati sui nostri in-
teressi, gusti, preferenze che noi
continuamente gli forniamo. E a
chi rivende tutte queste informa-
zioni? Alle aziende che costrui-
scono su essi le campagne pub-
blicitarie mirate e personalizzate.
Fine della prima parte.
La seconda parte dell’articolo
sarà pubblicata nel prossimo
numero del bollettino. La giungla dei social network oggi a nostra disposizione
Ripartizione del traffico dati tra i vari dispositivi
Fonte: comScore
Luglio 2016
8 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
COME ERAVAMO
DAI VECCHI BOLLETTINI
a cura di Patrizia Pegoraro Componente della Redazione del Bollettino Parrocchiale
Alcune storielle per chi le vuole.
Un contadino aveva due cose che gli stavano
molto a cuore: la moglie e una vaccherella.
La vaccherella un giorno se ne morì e poco
dopo gli morì anche la moglie. Nel primo
caso nessuno gliene fece parola: ma quando
morì la moglie, visto che l’uomo era ancora
in buona età, alcuni amici che erano andati a
consolarlo gli dissero:
— Caro Battista, hai perduto la moglie, ma è
una perdita a cui si rimedia facilmente: vi
sono tante donne in paese, e fra di loro po-
trai scegliere quella che vuoi.
— Se è così, rispose il contadino, nel nostro
paese è meglio perdere la moglie che la vac-
ca. Infatti ora che mi è morta la moglie veni-
te tutti a offrirmene un’altra: quando invece
morì la vacca nessuno mi fece offerte”.
***
Sentite questa: è una storiella alquanto gros-
solana, ma molto istruttiva.
Un passero infreddolito, appollaiato tra le
fronde di un albero, invocava con il suo ac-
corato pigolio un po’ di tepore. Quant’ecco
un raggio di sole, facendo capolino tra le
nubi, gli offrì inaspettatamente un sicuro
caldo conforto. Contemporaneamente, nella
strada sotto, passava lemme lemme una
mucca, la quale lasciò cadere indifferente la
classica torta fumigante. Il passerotto non
resistette all’invito e spiccò il volo per ada-
giarsi in quella bruna e tiepida torta. Ci si
crogiolò voluttuosamente, domandandole
anche un po’ di ristoro al suo stomaco affa-
mato. Ristorato e riscaldato riguadagnò l’al-
bero lanciando strilli festosi. Ma ecco passa
frattanto un cacciatore che, uditolo, puntò la
cabina interrompendo per sempre il suo can-
to spiegato.
Morale: nella vita è necessario, a volte, man-
giare molta di...quella, ma in silenzio e sen-
za protestare, onde non avere ancora di peg-
gio.
***
Tiritera senza senso sull’influenza.
Diceva un parroco: Non voglio più che alla
mia presenza si parli dell’influenza perché
vedo che si vuol dar parvenza di sofferenza
alla minima pestilenza su cui nella scienza
vi è molta divergenza. Perché inquietarci dal
Vi proponiamo alcune storielle
“agrodolci” tratte dai vecchi
bollettini parrocchiali pubblicati
negli anni dal 1964 al 1969
dall’allora parroco don “Pierino”
Allora, che i meno giovani ri-
cordano con affetto.
Sono un piccolo affresco di co-
me eravamo mezzo secolo fa, un mondo ancora prevalentemente contadino,
molto più semplice di ora, che alcuni possono ricordare con nostalgia. Un
mondo però in cui ciascuno doveva restare al posto che gli era stato assegna-
to, come il passero che non deve protestare o la donna, a cui non è consenti-
to uscire dal proprio ruolo di moglie e casalinga.
8 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 9
momento che la Divina Provvidenza ha la
compiacenza di provarci ad evidenza la sua
indulgenza e la sua benevolenza giacché
sebbene colpiti con veemenza dell’influenza
entriamo ben tosto in convalescenza, e così
resta annullata ogni sentenza di partenza per
il mondo della penitenza ove non si fa cre-
denza?
In una parola vogliamo evitare la influenza?
Abbiamo la pazienza di far qualche astinen-
za, bando alla malvivenza: paghiamo i debiti
alla scadenza, lavoriamo senza indolenza e
con tutta diligenza, reverenza ed obbedienza
e non impertinenza né prepotenza, e neppure
indifferenza verso le persone di cui siamo
alla dipendenza, massime a chi ha il titolo di
Eccellenza o di Eminenza: non badiamo a
quello che ha solo apparenza e non la vera
consistenza. Solo in questo modo la influen-
za sarà ridotta all’impotenza.
D’or in avanti se qualcuno sarà colpito
dall’influenza, esamini quindi la sua co-
scienza e subito verrà a conoscenza che gli è
perché non fece conto della mia sapienza ed
esperienza.
***
Una storia con un certo senso.
Marilù, figlia modernissima di madre vedo-
va allegra, ha soli 5 anni, e mentre le altre
bimbe della sua età vanno all’Asilo e impa-
rano a pregare, ella parla già di fidanzato,
delle sue preferenze amorose per Caio e non
per Sempronio, perché questi non ha la fuo-
riserie, del numero limitato di bambini che
lei vuole poi avere quando sarà sposa ecc.
ecc. Tutto questo impara sentendo sua ma-
dre quando parla con le sue amiche.
A 20 anni Marilù vuole sposare Gelindo, e
per un fondo di pudore che ha ancora, dice
alla mamma: “ Però, sai, Gelindo non ha
nessuna fede: non crede neppure all’infer-
no”. “ Coraggio, le dice la genitrice, sposalo
tranquillamente: vedrai che quando sarà con
noi, ci crederà!”.
A 70 anni i due vogliono festeggiare le loro
nozze d’oro. Per la circostanza Gelindo vor-
rebbe tirare il collo a un bel galletto che sta
nel pollaio del giardino.
Ma Marilù che nella vita, invece di bambini,
ha solo allevato cagnolini e canarini ed è
tutta cuore per le bestie, protesta: “Ma Ge-
lindo! Sei senza cuore! Che colpa ne ha il
galletto se un giorno noi ci siamo sposati? “.
A 80 anni Gelindo è morto, e Marilù lo so-
gna. “ Gelindo, dove sei?”.
“Sono all’inferno”. “E come si sta li all’in-
ferno?“. “Male assai, ma molto meglio di
quando ero con te!”.
***
Due fidanzati, di carattere piuttosto batta-
gliero, stanno per sposarsi.
Lui si raccomanda: “ Senti cara, se ci tieni a
diventare mia moglie, quando io risponderò
“SI“ al prete, cerca di non dire “NO” solo
per contraddirmi!
***
Caro ragazzo — dice un industriale allo spa-
simante di sua figlia — come lei saprà, la
mia bambina sa sciare, condurre l’automobi-
le da corsa, cavalcare come una perfetta
amazzone, suonare il pianoforte e ballare
magnificamente.
E lei, sentiamo, che cosa sa fare di bello? —
Ecco io, risponde il giovanotto, so stirare,
preparare il risotto alla milanese, e faccio il
bucato che è una meraviglia.
***
La ragazzina al padre: — Papà, perché ai
matrimoni le spose sono sempre vestite di
bianco? — Perché il bianco è il colore della
gioia.
— Ah si? Adesso capisco perché gli sposi
vanno vestiti di nero.
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 9
10 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
PARLIAMONE!
IL PUNTO DI VISTA DEGLI ESPERTI
Continuiamo a riflettere su alcune tematiche “forti” con la rubrica … Parliamone!
Dopo aver affrontato nello scorso numero il
tema dell’immigrazione, ora trattiamo un
altro argomento di grande attualità e che ci
tocca da vicino: la giustizia. La presenza di
più punti di vista vuole stimolare il lettore su
questo argomento, senza voler essere esau-
stivi o imporre delle idee.
Gianluca Vallero, avvocato
Considerazioni (molto terrene) dai tribunali
Mi capita non di rado che un cliente o me-
glio - come si direbbe più correttamente nel
gergo degli avvocati “un assistito” - voglia
mettere in evidenza come il suo obbiettivo,
da raggiungere attraverso il processo, non
sia quello di ottenere un risarcimento ma di
accertare “la verità”.
La “vittima” di un reato od il soggetto “leso”
da un comportamento ingiusto sente un biso-
gno di giustizia profondo, che il processo
dovrebbe cercare di assolvere quanto meno
parzialmente. Per il coinvolgimento emotivo
che generano le vicende in cui ci sentiamo
coinvolti quando subiamo quella cha ci ap-
pare come un’ingiustizia palese, è molto
difficile essere in grado di ragionare pacata-
mente e riflettere sulla circostanza. Il risulta-
to di qualsiasi controversia giudiziaria sarà
senz’altro l’accertamento di “una verità”, ma
non di una “verità assoluta” bensì di una
“verità processuale”. E può succedere - pur-
troppo succede spesso - che questa verità
non ci soddisfi.
Mi sembra interessante in merito svolgere
qualche osservazione che può apparire bana-
le ma che, a ben vedere, penso non lo sia
affatto. Verità processuale, dicevamo.
Questa verità va ricostruita partendo da una
narrazione dei fatti che è sempre “la nostra
versione dei fatti” ovvero il nostro modo di
vedere le cose e di percepire la realtà. In
effetti noi interpretiamo sempre dei fatti - ed
anche delle regole (il diritto appunto) - li
filtriamo attraverso le nostre conoscenze,
esperienze, sensibilità o, semplicemente, a
quella che più generalmente potremmo defi-
nire come la nostra cultura, nel senso più
ampio del termine. Altrettanto fa la
“controparte” (la persona che riteniamo ci
abbia leso con il suo comportamento). Ed
altrettanto fa il Giudice.
E’ per questa ragione che in un processo
ciascuno finisce inevitabilmente per descri-
vere una sua verità. A prevalere, alla fine, è
appunto la verità processuale che è sempre
legata alla “prova” che di quella realtà siamo
stati in grado di fornire nel processo. Una
verità senza prove dunque, nel processo, non
è una verità. Per cui la verità non è quella
che abbiamo percepito quando accadeva un
fatto ma quella che siamo riusciti a provare
quando si è svolto un processo. Ictu oculi emerge dunque la distanza tra la Giustizia
Divina, dotata ontologicamente di assolutez-
za concettuale, e quella terrena, che è sem-
pre e comunque relativa. In un mondo per-
fetto questa distanza tre le due forme di giu-
stizia si annullerebbe. Ma in un mondo fatto
di persone dotate di libero arbitrio, di diversi
punti di vista, nonché di interpretazione del-
le regole di un diritto che non è sempre uni-
voco (ed anzi frequentemente incerto e lacu-
noso) ci dovremo necessariamente “accon-
tentare” dell’accertamento di una verità pro-
cessuale, e conseguentemente di una giusti-
zia terrena, nella speranza che sia più vicina
Giustizia terrena e divina a cura di Noemi Castagneri Componente del Consiglio Pastorale Parrocchiale
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 11
possibile a quella che ciascuno di noi imma-
gina possa essere la giustizia Divina. D’altra
parte anche queste considerazioni sono un
punto di vista di chi scrive, con il solo auspi-
cio di essere un’occasione di riflessione.
Noemi Castagneri, insegnante
Educare alla giustizia
Il desiderio di giustizia nasce con la civiltà,
quindi potremmo dire sia antico quanto il
mondo. La stessa storia sacra è costellata
delle immagini di un innocente perseguitato
da un lato e di Dio giudice giusto dall’altro,
al quale spesso i vari autori sacri rivolgono
vere e proprie richieste di condanna contro il
nemico.
I recenti fatti di Vasto ed il caso di molestie
caduto in prescrizione presso la Corte di Ap-
pello di Torino dimostrano una volta di più
quanto stia crescendo un sentimento di auto-
determinazione nel volersi fare giustizia da
sé, visto le lungaggini ed i ritardi (o presunti
tali) dei processi. Sicuramente dietro la pre-
tesa di ottenere una risposta immediata, per
placare la propria sete di giustizia, si nascon-
de una distorsione già a partire dal processo
educativo: negli anni in cui tutte le istituzio-
ni (famiglia, scuola, comunità…) dovrebbe-
ro lavorare nella stessa direzione per inse-
gnare ai ragazzi a non giudicare “tout court”
solo puntando il dito, viene a mancare la
giusta dose di abitudine all’ascolto ed alla
riflessione sulle ragioni dell’altro. Questa
spinta all’apertura ed al dialogo dovrebbe
insegnare a ricucire le distanze e ad affronta-
re il problema a viso aperto. Ciò non toglie
che anche un confronto “misurato” possa poi
lasciarci con l’amaro in bocca, ma se non
facciamo neanche un tentativo è certo che
non lo sapremo mai.
La tendenza molto contemporanea di espri-
mere giudizi affrettati e semplicistici inter-
venendo nei dibattiti online offerti gratuita-
mente dai social networks è poi un modo
che dà a tutti indistintamente la possibilità
immediata di far sentire la propria voce, ma
anche di farlo con la pancia più che con la
testa e cristianamente con il cuore. Succede
anche che certe manifestazioni di vicinanza
a chi ha dovuto affrontare un episodio tragi-
co (cortei di protesta, fiaccolate, a volte gli
stessi funerali delle vittime) si trasformino di
fatto in una sentenza di colpevolezza che
fomenta a dismisura l’odio e la richiesta di
vendetta, probabilmente non aiutando a suf-
ficienza chi è nel dolore a sviluppare quel
senso di fiducia che gli permetterebbe di
lenire almeno in parte le sue sofferenze.
Al di là del naturale bisogno di ciascuno di
sentirsi più protetto da un sistema in grado
di irrogare pene giuste, l’impressione è quel-
la che solo rendendo la giustizia più a misu-
ra d’uomo, quindi semplificando tutto il per-
corso, si potrà compiere realmente un passo
in avanti che renda sempre più evidente il
distacco tra il giustificato desiderio di giusti-
zia ed il censurabile desiderio di vendetta, il
quale nulla dovrebbe avere a che fare con
quei valori cristiani che permeano anche la
nostra cultura giuridica.
12 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
Da alcuni anni il C.S.I. - Centro per la
Famiglia di Ciriè - propone all’Istituto
Comprensivo “Maria Montessori” il pro-
getto Cineforum itinerante rivolto agli
allievi delle Scuole Secondarie di San
Francesco al Campo e di San Maurizio ed
ai loro genitori.
L’iniziativa offre un importante momento
di riflessione sul ruolo educativo di geni-
tori e docenti ponendo l’attenzione sulle
relazioni che i ragazzi intrecciano con i
coetanei, con gli insegnanti e con gli
adulti di riferimento; un’opportunità per
rendere ancora più solida la collaborazio-
ne tra la scuola e le
famiglie.
Prendendo spunto
ogni volta da un film
diverso, scelto tra i
tanti che si ispirano
alle problematiche
giovanili, il Cinefo-
rum itinerante si pro-
pone di supportare i
genitori nella comprensione delle com-
plesse dinamiche giovanili e di promuo-
vere le comunicazioni scuola-famiglia
ponendo come obiettivo primario la sere-
nità dei ragazzi. Negli anni le tematiche
affrontate sono state tante: il bullismo, la
capacità di accettarsi con i propri limiti e
difetti, il confronto con le diversità, ecc.
Le serate si aprono con una “merenda
sinoira”; una bella occasione per socializ-
zare e incontrarsi, per far vivere la scuola
in una modalità inusuale ma sicuramente
interessante e vivace. Successivamente si
passa alla proiezione del film a cui segue
il dibattito finale.
Per l’appuntamento di novembre presso
la Scuola “M. Costa” di San Francesco è
stata proposta la visione del film “Chef,
la ricetta perfetta”; un film che pone l’at-
tenzione sulle recenti modalità di comu-
nicazione - utilizzate in modo particolare
da giovani e giovanissimi - costituite da
innumerevoli immagini e messaggi scam-
biati con velocità e quantità impressio-
nanti tramite i vari social (Facebook,
Twitter, Instagram, ecc). Una comunica-
zione inarrestabile
che si rivela un’arma
a doppio taglio: da
un lato creatrice di
comunità virtuali
(gruppi, community)
e veicolo di informa-
zioni, dall’altro mol-
tiplicatrice di falsità,
bufale, fino ad arri-
vare a messaggi infamanti che possono
distruggere la vita di una persona.
Ne è nata una serata interessante, con una
discussione animata - ben mediata dalle
esperte del C.S.I. - a cui i ragazzi presenti
in sala hanno saputo dare un ottimo con-
tributo portando le loro esperienze dirette
in fatto di social, un mondo in cui - al
momento - non tutti gli adulti sanno de-
streggiarsi e da cui spesso prendono le
distanze proprio a causa di questa man-
canza di conoscenza e di condivisione.
SCUOLA SECONDARIA “MARIO COSTA”
UN’INIZIATIVA PER LE FAMIGLIE
Cineforum itinerante di Maria Grazia Perello Docente della Scuola Mario Costa di San Francesco al Campo
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 13
L ’oratorio è un luogo in cui possiamo
veramente essere noi stessi, senza la
paura di venire giudicati e dove molti
di noi hanno avuto l’opportunità di conosce-
re nuove persone e stringere con loro forti
amicizie.
Grazie alla stretta collaborazione fra anima-
tori e Orme (il gruppo dei ragazzi che si pre-
parano a diventare animatori), cerchiamo di
organizzare e gestire, nel miglior modo pos-
sibile, le attività per i bambini dalla prima
elementare fino ai ragazzi di terza media.
Anche a noi piace ancora giocare, amiamo
far divertire i bambini più piccoli e ci sentia-
mo molto potenti quando riusciamo nel no-
stro intento e con molta soddisfazione vedia-
mo spuntare dei sorrisi a 32 denti!
In questa seconda parte dell’anno, (ogni do-
menica dalle 14,30 alle 17) il tema affronta-
to è quello dei mestieri, uno diverso per ogni
domenica, dal più comune a quelli meno
noti. Alcune domeniche sono state allietate
anche dalla presenza di ospiti, come la co-
reografa Paola e il cioccolataio Sebastian,
che hanno dato agli incontri un tocco di ori-
ginalità. Nell’ultimo periodo si sono susse-
guiti anche alcuni avvenimenti speciali: la
ciaspolata a Usseglio, dove abbiamo vinto il
premio come gruppo più numeroso, la po-
lentata e infine la festa di Carnevale, orga-
nizzata in collaborazione con l’Avis, il Cen-
tro Commerciale “Le Borgate” e il Comune.
Abbiamo poi in programma due giornate
ideate con il Clan del gruppo Scout San
Francesco 1 in cui affronteremo temi riguar-
danti l’attenzione all’ambiente e il consumo
dei cibi.
Inoltre noi che apparteniamo al gruppo delle
Orme ci ritroviamo con cadenza quindicina-
le il mercoledì sera, per condividere idee e
apprendere linee guida utili alla nostra cre-
scita animatoriale.
Durante il percorso, non sempre sicuramente
facile, ci siamo rese conto che l’essere ani-
matore è una missione che implica pazienza,
umiltà, responsabilità, conoscenza e una ric-
ca preparazione: insomma un misto di quali-
tà che con il tempo si acquisiscono per di-
ventare sempre più salde e durature, grazie
anche alla guida di Padre Michele e Camilla.
Se volete rimanere informati sulle nostre
attività future, vi ricordiamo di seguire la
nostra pagina Facebook che aggiorniamo
costantemente.
Il 6 maggio la Consulta somasca,
composta da rappresentanti delle
comunità di tutta Italia, ha orga-
nizzato per il secondo anno conse-
cutivo un pellegrinaggio a Soma-
sca, rivolto a tutta la comunità,
per incontrarsi e conoscere meglio
i luoghi di San Girolamo. Informa-
zioni ed iscrizioni in parrocchia. A lato veduta del lago antistante Soma-
sca. In primo piano il Santuario di San
Girolamo Emiliani.
ORATORIO
UN MESTIERE DIVERSO PER OGNI DOMENICA DA TRASCORRERE INSIEME
a cura di Cecilia, Martina e Sofia
14 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
ORATORIO 12 FEBBRAIO - CIASPOLATA AD USSEGLIO
2017
1° Premio Grup-
po più numeroso
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 15
ORATORIO
FESTA DI CARNEVALE AL CENTRO COMMERCIALE LE BORGATE
Il 3 marzo si è svolta la tradizionale festa di carnevale, organizzata dall’Orato-
rio e dall’AVIS, quest’anno ospitata nella galleria del Centro Commerciale Le
Borgate, che ringraziamo. La nuova “location” è stata scelta non solo per po-
ter accogliere i bambini ed i loro genitori sempre più numerosi, ma per aderi-
re a quanto ci propone Papa Francesco «Voi uscite per le strade e andate ai
crocicchi: tutti quelli che troverete, chiamateli, nessuno escluso (cfr Mt 22,9).
Soprattutto accompagnate chi è rimasto al bordo della strada, «zoppi, storpi,
ciechi, sordi». È stato un pomeriggio di vero divertimento, tutti insieme.
16 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
UN BUON SUCCESSO PER DUE INIZIATIVE NATALIZIE
PRESEPE IN PARROCCHIA E CONCERTO DELL’EPIFANIA
Concorso dei presepi Il 6 gennaio si è svolta la premiazione del concor-
so “ Un paese, tanti presepi” organizzato dall’Avis
di San Francesco che ha visto oltre venti parteci-
panti. Il primo premio per il presepe tradizionale
se l’è aggiudicato quello allestito nella chiesa par-
rocchiale (foto sopra) . A lato la premiazione.
Concerto dell’Epifania La sera dell’Epifania nella chiesa parroc-
chiale si è svolto il concerto “Note per il
Madagascar”, iniziativa a sostegno del
progetto agricolo di Legamondo in Mada-
gascar. Hanno partecipato la corale Lau-
dArmonia ed il Coro dei Ragazzi della
nostra Parrocchia (foto a lato), insieme ai
cori delle parrocchie di San Maurizio
Canavese (f. in basso a sinistra) e di
Mathi (f. in basso a destra).
Grande successo di pubblico.
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 17
Il progetto TO-BIA ha il nome di un perso-
naggio biblico, il cui nome in ebraico signi-
fica “Dio è buono”: tobh (“bene”) e Yah
(abbreviazione di YHWH, il nome di Dio).
Nel nome è, così, contenuta la buona notizia
dell’amicizia e della prossimità di Dio. Si
può leggere però anche TO-BIA, mettendo
in evidenza che si tratta di un progetto tori-
nese, strettamente legato al percorso della
diocesi.
Da quest’anno la nostra parrocchia offre per
i genitori che vogliono accompagnare i loro
figli nel cammino di crescita nella fede il
percorso a loro dedicato proposto da questo
progetto. I genitori dei bambini che iniziano
il percorso, quelli dei bambini che si prepa-
rano a celebrare la Festa del Perdono e quelli
dei bambini che si accingono ad incontrare
Gesù nella celebrazione della Prima Comu-
nione hanno l’occasione di incontrarsi per
conoscere il percorso svolto dai loro figli,
per ascoltare e condividere la Parola letta e
approfondita anche dai bambini negli incon-
tri di catechismo.
Incontrarsi è stata un’occasione di crescita
personale e di gruppo, chi ha voluto e potuto
seguire gli incontri ha dato il proprio contri-
buto con la presenza, le riflessioni e le espe-
rienze personali. Nel gruppo della quarta
primaria gli adulti, partendo dai verbi CAM-
MINARE, VEDERE - RICONOSCERE,
ASCOLTARE - PARLARE, PRENDERE -
SPEZZARE e MANGIARE presenti nel
racconto dei discepoli di Emmaus hanno
compreso che fare
la Comunione è un
prendere per dare ad
altri, che la parola
Comunione è stret-
tamente legata a
quella di Comunità
e che Gesù è venuto
per tutti, nessuno
escluso, bisogna
solo ricordarlo ed
accogliere il suo
messaggio di sal-
vezza.
Buona Pasqua a
tutti.
FORMAZIONE
INCONTRI PER BAMBINI ED ADULTI
Progetto TO-BIA di Daniela Teppa Catechista
Emmaus, Janet Brooks-Gerloff, 1992, Kornelimünster, Aachen
18 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
EDUCAZIONE
IL PUNTO DI VISTA DI DUE GENITORI: PATRIZIA BALLESIO E PAOLA PICH
Cellulare no, cellulare si a cura di Erika Macario Ban e di Cinzia Riassetto Componenti della Redazione del Bollettino Parrocchiale
Patrizia Per me il telefono è ancora, principalmente, uno strumento per
telefonare quindi reputo che mia figlia Zoe non ne abbia bisogno. I
nonni abitano vicino alla scuola ed il tragitto è brevissimo. Con le
scuole superiori il discorso sarà diverso. Una certa mia avversione alla
tecnologia in generale mi aiuta a portare avanti questa scelta. Non mi
è mai piaciuto impegnare mia figlia con i giochini del telefono per
farla stare brava e sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti. Quando
ci si annoia si può sempre fare un bel disegno su un foglio! Sono con-
vinta inoltre che i ragazzi per colpa del telefono perdano la bellezza
della buona e sana chiacchierata; riescono a scriversi da un angolo
all’altro della stessa stanza, da un sedile all’altro del pullman; il bello delle gite scolastiche è
proprio stare insieme, cantare, senza isolarsi e vivere in un mondo virtuale.
Perché la scelta di posticipare l’utilizzo del telefono in un’epoca così tecnologica?
Apertamente non me lo ha mai detto, ma
non credo si senta esclusa. Quando ha biso-
gno di comunicare per motivi di scuola prin-
cipalmente ma anche solo per fare due
chiacchiere con le sue amiche
ha la possibilità di usare il mio
telefono. Sempre rigorosamente a tempo
anche perché se mi distraggo riesce ad usar-
lo anche per mezz’ora senza poi scrivere
nulla di concreto, inviando solo faccine...
Tua figlia non ti accusa di escluderla dalla vita sociale?
Sì, anche perché vedo con quale entusiasmo
lo utilizza ogni volta che ne ha la possibilità.
Stessa cosa succede quando può usare la Wii
o la Playstation, altre cose non ammesse.
Non pensi che proibendo l’uso del cellulare aumenti in lei la voglia di utilizzarlo?
Nessuna perché è vero che non ha un suo
telefono ma non viene esclusa dalla tecnolo-
gia. Usa tranquillamente tablet o pc, quando
suo padre rientra dal lavoro.
Che differenza vedi tra tua figlia che non ce l’ha e i suoi coetanei che lo usano?
Telefono non vuol dire più solo telefonare,
ma internet, foto che viaggiano ovunque e la
mia “conflittualità” mi fa avere molta paura
proprio per la mia
scarsa conoscenza
in materia. Dovrei prima imparare io per
poter affidare in piena serenità il telefono a
mia figlia.
Quali sono le paure riguardo all’utilizzo del telefono a questa età?
Non vedo grandi pre-
gi, se non la possibili-
tà di sapere dove si trova e se tutto va bene
quando non si trova con me. Inoltre consente
la possibilità di scambiarsi le foto dei com-
piti da fare, ma anche questa potrebbe essere
una lama a doppio taglio.
Se poi parliamo del fatto che il telefono non
fa bene alla salute, pregi non ce ne sono pro-
prio.
Quali sono i pregi?
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 19
Sei d’accordo sul controllo periodico del cellulare o vuoi dare piena fiducia?
Paola
Non controllo il cellulare dei miei figli per principio, ma se chiedo di
leggere qualche messaggio mi aspetto di essere accontentata.
Penso che accordare fiducia sia più costruttivo che agire di forza, pre-
tendendo di avere accesso al loro cellulare.
Le regole sono neces-
sarie ed è fondamenta-
le vigilare attentamente e dare dei limiti
quando lo si ritiene opportuno. Non penso
che sia l’età corretta per l’autogestione, il
richiamo è troppo forte. Inoltre il cellulare
non deve essere usato durante lo svolgimen-
to dei compiti o quando si è a tavola.
Occorre mettere delle regole o sono in grado di autogestirsi?
Il sequestro del telefono è un deterrente, non
una punizione. Desidero che sia chiaro ai
miei figli che solo un comportamento ade-
guato consente l’uso del cellulare. Più volte
il cellulare è stato tolto e,
dopo un tempo da noi geni-
tori ritenuto adeguato, ridato. Penso inoltre
che lo stesso non debba essere nascosto, ma
debba rimanere bene in vista con divieto di
utilizzo, e anche questo serve.
La punizione che implica il sequestro del telefono è utile?
Le paure sono legate non all’uso del cellula-
re, ma all’utilizzo dei social networks che ne
può derivare. Esistono comunque strumenti
atti a tutelare gli utenti, basta utilizzarli. E’
capitato che mia figlia ricevesse messaggi da
una persona sconosciuta (che mi auguro
avesse sbagliato numero); abbiamo subito
bloccato il numero e monitorato la situazio-
ne, che comunque
non si è ripetuta.
Penso poi che un buon rapporto con i figli
porti alla segnalazione da parte loro di situa-
zioni poco chiare o comunque dubbie. I miei
figli guardano regolarmente il telegiornale e
sono purtroppo a conoscenza di ciò che può
succedere ai ragazzi della loro età che non
fanno attenzione agli inganni che si celano
nel web.
Quali sono le paure riguardo all’utilizzo del telefono a questa età?
Il motivo primario è che così i figli sono
sempre rintracciabili, soprattutto quando noi
genitori siamo al lavoro. Purtroppo i nonni e
gli zii abitano lontani da noi e non
abbiamo altro strumento. Inoltre un
po’ di indipendenza, magari il potersi scam-
biare notizie sulla scuola senza coinvolgere
sempre “mammina”, non guasta.
Perché hai ritenuto che potesse avere un cellulare?
L’atteggiamento è un pochino mutato, ov-viamente il possesso del cellulare ti porta a
pensare di essere grande ma basta stare tutti con i
piedi per terra, riportando la situazione nei ranghi quando serve.
È cambiato il suo atteggiamento in casa da quando lo usa?
20 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
INTERNET
BREVE GUIDA PER INDIVIDUARE CRITICAMENTE LE NOTIZIE FALSE IN RETE
Viviamo in un’epoca in cui il ruolo
dei mezzi di informazione tradizio-
nali (giornali, radio, telegiornali) sta
lentamente lasciando posto ad altri
canali da cui le masse attingono le
informazioni utili a conoscere ed in-
terpretare la realtà che le circonda:
primi fra tutti i social network, che
spesso fungono da cassa di risonan-
za potente (e talvolta pericolosa)
per notizie che di vero hanno ben
poco. Perciò quando condividiamo
una notizia online senza verificarne
l’attendibilità stiamo compiendo una
grave leggerezza, perché stiamo
contribuendo a diffondere una bufa-
la tra tutti i nostri contatti, persone
che presumibilmente ci stimano e
che - magari perché di corsa, o per-
ché prive dei mezzi culturali per
smascherare il titolo di giornale fa-
sullo - potrebbero esserne condizio-
nate nel profon-
do: oggi una con-
divisione frettolo-
sa può addirittura
spostare voti
elettorali. Esisto-
no però cinque
brevi passaggi
che possiamo
compiere prima
di cliccare il tasto
“condividi” o
commentare indignati una notizia
sul web, per tentare di sondarne
l’attendibilità:
1. Leggi con attenzione il sito da cui
la notizia è stata diffusa (in genere
esso è scritto in piccolo in basso a
sinistra): molti siti nascono apposi-
tamente al fine di creare notizie fal-
se e guadagnare grazie ai click degli
utenti (più persone visitano un sito,
più la pubblicità sul quel sito rende-
rà economicamente al suo creato-
re). I loro nomi sono spesso molto
simili a quelli delle testate ufficiali:
www.ilfattoquotidaino.it anziché
www.ilfattoquotidiano.it ne è un
esempio. Non hai notato nessuna
differenza? Rileggi con più attenzio-
ne la riga soprastante e ti accorge-
rai di quanto possano essere ingan-
nevoli certe fonti.
Finito il carnevale... “smascheriamo” le bufale sul web di Francesco Raimondi Studente universitario
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 21
2. Il titolo sta parlando alla nostra
testa o alla nostra pancia? Titoli
spettacolari o molto enfatici sono
spesso un indizio di bufala. +++ IN-
CREDIBILE! Gruppo di rom picchia
anziana in pieno centro con una
spranga e guardate cosa succede!
+++ può essere un esempio reali-
stico di un titolo che gioca sull’emo-
tività delle persone e ne stuzzica la
curiosità al fine di attirare click. Più i
toni di una notizia sono neutri, più è
plausibile che essa sia veritiera, e
viceversa.
3. Cerca un riscontro sul web: tal-
volta è sufficiente una rapida ricerca
su Google delle parole chiave del
titolo appena letto per verificare se
la notizia in questione sia stata ri-
presa da più canali di informazione
(soprattutto le versioni online dei
giornali più noti), o sia riportata solo
da sporadici siti mai sentiti prima.
In questo secondo caso probabil-
mente è una bufala.
4. Quanta pubblicità vedi se apri la
notizia? Tendenzialmente se, clic-
cando sul sito della notizia, siamo
bombardati da tantissima pubblicità
(a volte più di 4/5 banner pubblici-
tari per pagina) il sito in questione
non è attendibile, ma mira unica-
mente a guadagnare attraverso il
nostri click. La pubblicità è anche
presente sui siti dei giornali più ce-
lebri, ma in misura nettamente mi-
nore e con modalità meno invasive.
5. Com’è scritto/quanto è lungo
l’articolo? Visto che lo scopo dei
creatori di bufale è unicamente
quello di attirare persone sul proprio
sito per accumulare click e vendere
pubblicità, spesso essi ripongono
pochissima attenzione alla stesura
dell’articolo cui si riferisce il titolo
eclatante: il più delle volte, perciò,
gli articoli bufala sono molto brevi,
scritti in un italiano scorretto (o co-
munque non con toni giornalistici) e
non citano alcuna fonte verificabile.
Se mediante questi brevi controlli
siamo in grado di valutare critica-
mente una notizia e smascherarne
la falsità possiamo, poi, scrivere
all’amico che l’ha condivisa, spie-
gandogli le ragioni per le quali essa
è falsa e invitandolo a rimuoverla
dal proprio profilo. Sarà un impor-
tante, anche se piccolo, atto di re-
sponsabilità in favore della verità.
22 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
Titolo originale:
COLLATERAL BEAUTY
Uscito il 4 gennaio 2017 il nuovo film di
David Frankel, con Will Smith protagoni-
sta, impreziosito da un grande cast: Kate
Winslet, Edward Norton, Helen Mirren,
Michael Peña, Keira Knightley, Naomie
Harris. Durata: 94 minuti - USA - Genere:
Drammatico.
Trama: Howard è a capo di un’agenzia
pubblicitaria di successo e festeggia il re-
cord di fatturato. Il tempo si sposta tre anni
dopo: il pubblicitario all’apice della carrie-
ra è caduto in una depressione dagli effetti
molto particolari. Scrive lettere all’Amore,
al Tempo e alla Morte, rimproverandoli.
Vive solo senza contatti con l’ambiente
esterno. Una condotta che compromette
anche chi sta vicino a lui. La causa è un
enorme lutto che l’ha colpito di recente.
Per cercare una soluzione ai problemi che
l’amico sta creando, e per aiutarlo, i tre soci
ingaggeranno tre attori: Brigitte (Mirren),
Aimee (Knightley) e Raffi (Jacob Latimo-
re) per provare a far cambiare le cose.
Dopo aver raccontato il burrascoso dietro le
quinte del mondo della moda con “Il Dia-
volo veste Praga”, David Frankel abbando-
na i ritmi frenetici e i personaggi sopra le
righe per raccontare una New York diversa:
più riflessiva.
In più scene, nel film, è presente il gioco
del domino composto da tanti tasselli. Di-
venta piano piano una allegoria. Quella del
domino è un’immagine figurata di un lutto
che fa crollare tutto. Frankel rende i suoi
protagonisti tasselli di quel grande domino,
un’altalena fra una commedia e un dramma
intimo.
L’argomento è delicato: si parla di dolore.
Una dimensione talmente personale e uni-
versale che richiede il giusto tatto, la giusta
introspezione, un atteggiamento dignitoso
nei confronti di questa sofferenza.
La trovata narrativa ricorda con una moder-
na rivisitazione il grande classico natalizio
“Canto di Natale” di Charles Dickens. Se
nell’amato romanzo ottocentesco l’avaro
Scrooge veniva accompagnato dai fantasmi
Passato, Presente e Futuro per guardare la
sua ormai perduta umanità, qui troviamo
Will Smith incontrare tre entità: Morte,
Tempo, Amore, che cercheranno di accom-
pagnarlo verso l’accettazione del dolore e il
nuovo senso nel vivere.
Film non capito e non apprezzato dalla cri-
tica. La visione è per tutti, una commedia
drammatica che solletica i sentimenti ma
non li lacera.
UN FILM DA VEDERE
SCOPRI LA BELLEZZA COLLATERALE
a cura di Carlo Galuppi
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 23
L’ANGOLO DEL LETTORE
LETTI PER VOI
Anselma, una maestra in pensione, anziana e sola, confi-
nata da anni in una esistenza grigia, che non sembra nem-
meno vita. Poi all’improvviso in una sera d’estate scorge
accanto ad un cassonetto dei rifiuti un pappagallo. Cento-
cinquanta paginette che raccontano una storia. Pensare che
sia una storia come tante è un grande errore, perché nessu-
na storia può essere come tante. Le nostre storie sono uni-
che. Pagine che meritano due ore della nostra vita, poco
tempo per capire che a volte la vita ogni tanto è una fiaba
che merita un lieto fine. LUISITO - Una storia d’amo-
re di Susanna Tamaro, Ed. Bompiani, 8,00 €.
L’ottava storia diciannove anni dopo. Quando passato e pre-
sente si fondono in una oscura minaccia, Harry Potter deve
fare i conti con un passato che tale non vuole rimanere. Ba-
sato su una storia originale di J. K. Rowilng, John Tiffany e
Jack Thorne. Harry Potter e la Maledizione dell’Ere-
de è un nuovo spettacolo di J. Thorne. È l’ottava storia, ma
la prima a essere rappresentata a teatro. Questa edizione è
un testo teatrale in seguito alla première che si è tenuta il 30
luglio 2016 a Londra. Consigliato per chi ha letto i sette
precedenti volumi. Chi pensa che siano letture per ragazzi,
o peggio racconti di fantasia basati sulla magia, è in grande
errore. Chi ha visto solamente i film ha una visione superfi-
ciale e non fedele dei romanzi. L’ottavo volume potrebbe
essere un’occasione per leggere i precedenti sette romanzi. Salani Editore, 19,80 €.
Per Tsunesaburo Makiguci la filosofia era incentrata sulla
teoria della creazione di valore. Gli esseri umani non hanno
la capacità di creare la materia, però possono creare valore
ed è nella creazione di valore che risiede l’unico senso della
vita umana. Lo scopo dell’educazione è quello di incremen-
tare la capacità di creare valore nell’educato. Questo libro
racconta la storia di T. Makiguci, (1871-1944), uno straor-
dinario insegnante ed educatore, fermo oppositore del regi-
me militare giapponese. La Creazione di Valore. Vita e
pensiero di T. Makiguci di Bethel (docente di educazio-
ne e antropologia al Centro di Formazione Educativa
dell’Università di Osaka), Ed. Esperia, 10,00 €.
a cura di Barbara Bosso
24 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
BONICATTO Domenica ved. Martinetto Pietro
ORLANDO Stella ved. Regaldo Francesco
ROLLE Adriana ved. Ragusa Giacomo
LAVAGNO Mario ved. Bassigna Wanda
ASEGLIO POLITRO Laura con. Malara Celestino
BIASUTTO Antonio con. Opulin Carmela
MASSA CASET Giuseppe ved. Ballesio Luigia
GUGLIELMETTI MUGGION Irma ved. Fransos Guido
DI SALVO Alberto con. Ballesio Rita
FALVO Pietro ved. Sapone Nicolina
TREVISAN Adelina ved. Nogarotto Mario
REINERI Teresa Angela con. Girolami Renato
POPULIN Carmela ved. Biasutto Antonio
CASTAGNERI Domenico
ORIGLIA Giangaspare con. Ceriana Anna Maria
DEMARIA Mario ved. Ballesio Maria Margherita
GOBBO Anna ved. Franco Giovanni
dicembre 2016: MACRÌ Gabriel, BATTAGLINO Semuel
CARUCCI Vittoria, PAPURELLO Martina
marzo 2017: BOVO Simone, DEMARIA Edoardo
MASERA Leila, PELLEGRINI Alessandro
RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO
ATTENDONO LA RESURREZIONE
DAI REGISTRI PARROCCHIALI
Visita il sito web dalle nostra parrocchia:
https://parrocchiasanfrancesco.wordpress.com Troverai:
tutti i bollettini interamente a colori
informazioni della scuola dell’infanzia
notizie dell’oratorio e del gruppo scout
il foglio del mese i verbali del Consiglio Pastorale e tanto altro ancora …
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 25
In cammino verso la comunità
Periodico d’informazione della Comunità parrocchiale di San Francesco al Campo
aprile 2017
Questo bollettino è distribuito gra-tuitamente a tut-te le famiglie del-la Parrocchia
Sempre aperti a nuove collabora-zioni, vi invitiamo a scrivere com-menti, suggeri-menti, articoli, domande a: bollettinosanfran-cesco@ gmail.com
Coordinamento, redazione e allesti-mento grafico: Parrocchia di San Francesco al C. Stampa: A4 Servizi Grafici snc Chivasso (TO) Stampato in 1.850 copie
SANTE MESSE
chiesa feriale prefestivo festivo
PARROCCHIA
17:00 ora solare
18:00 ora legale lunedì, martedì
giovedì, venerdì *
18:00 8:30 - 11:00
CAPPELLA dell’ASSUNTA
17:00 ora solare 18:00 ora legale
mercoledì *
9:45
S. Maurizio C.se 8:30 18:00 8:00 9:30 11:00
Malanghero 10:30, 18:00
* in caso di funerali la S. Messa feriale non viene celebrata
CONFESSIONI sabato dalle 16:30 alle 17:30 (in chiesa)
PER AMMALATI È possibile telefonare a qualunque ora ai numeri:
011 92 78 342 340 39 39 294 339 41 31 309
UFFICIO PARROCCHIALE
Padre Michele - Parroco: sabato 9:00 - 12:00 (per colloqui, battesimi, matrimoni … ) oppure in altri orari su appuntamento, telefonando al n° 011 92 78 342
Padre Giacomo: giovedì 9:00 - 10:30 e venerdì 9:00 - 12:00
Segreteria Parrocchiale: lunedì, mercoledì, sabato 9:00 - 12:00
CARITAS Colloqui: mercoledì 9.00 - 12.00 Distribuzione mensile di generi alimentari: sabato 10:30 - 12:00
Sacramento del BATTESIMO Prenotarsi in ufficio parrocchiale per gli incontri prebattesimali.
Sacramento del MATRIMONIO Prenotarsi in ufficio parrocchiale.
INFORMAZIONI E ORARI
Parrocchia S. Francesco d’Assisi via Roma, 101 - 10070 San Francesco al Campo (TO)
tel. 011 9278342
sito internet: www.parrocchiasanfrancesco.wordpress.com
e-mail: [email protected]
26 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
STOCARD Capita anche a voi di avere il portafogli
pieno di carte fedeltà di ogni negozio e supermercato
tanto che non sapete più dove farle stare? Allora que-
sta App fa proprio il caso vostro. È anche semplice da
usare, basta selezionare il tipo di carta tra quelle pre-
definite oppure inserirne il nome, poi inquadrare il co-
dice a barre con la fotocamera e… voilà, il gioco è fat-
to. In pochi minuti potrete finalmente svuotare il vostro
portafogli lasciando a casa tutte quelle tessere. Fatto?
Ora vi basta presentare alla cassa il vostro smartphone al posto della tesse-
ra e la cassiera potrà fare la scansione del codice a barre direttamente dallo
schermo, bello no?
PASSWORD SAFE AND MANAGER Smettete
di scrivere il PIN del vostro bancomat nella rubrica, mi-
metizzato da numero di telefono. Sì, lo sanno tutti, e
soprattutto i borseggiatori! Questa app invece può me-
morizzare l’elenco completo di tutte le vostre varie cre-
denziali di accesso (PIN, user, password, id num-
ber… ) in un archivio criptato e protetto da una pas-
sword. Si, è vero, una password, ma grazie a questa
potrete dimenticare tutte le altre! Ma non dimenticate
anche questa unica password, altrimenti non c’è verso di scassinare questa
“cassaforte”. Per sicurezza però potete esportare i dati sul PC di casa o in
un altro luogo sicuro.
TRUE CALLER Stufi di dover rispondere a numeri
sconosciuti ed a call center che cercano di vendervi di
tutto anche se non avete mai dato loro il vostro nume-
ro? Questa app vi aiuterà a mettere fine a questo stra-
zio. Basta installarla per vedere subito chi vi chiama e
quando si tratta di “scocciatori seriali”, se volete, l’app
può rifiutare la chiamata automaticamente. In questo
caso il vostro telefono, invece di suonare, vi notificherà
semplicemente di aver filtrato la chiamata proveniente
da… Fine delle seccature! Questa “magia” funziona grazie alla condivisione
di informazioni tra utenti appartenenti alla “community true caller”.
L’ANGOLO DELLE APP
TROPPE CARTE FEDELTA’, TROPPE PASSWORD, TROPPI CHE VI CHIAMANO?
a cura di Ivan Scandariato
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 27
Le due immagini si differenzia-no tra loro per 10 piccoli parti-colari.
Sai trovarli?
Questa foto è stata scattata qui a San Francesco… Sapre-
sti dirci il nome intero scritto su questo cartello? Inviaci la
tua risposta all’indirizzo e-mail:
Per partecipare si può avere al massimo 12 anni. Tra tutti i partecipanti sarà estratto un premio speciale! All’ultimo concorso hanno partecipato Letizia, Gabriele e Arianna.
di Rebecca
PER I PIU’ PICCOLI
GIOCHIAMO UN PO’
CONCORSO
Tre persone molto grasse tentano di ripa-rarsi sotto un piccolo ombrello e nessuna si bagna. Come si spiega?
Se hai risolto l’enigma o vuoi sapere quale sia la soluzione, rivolgiti a Padre Michele. La so-luzione dell’enigma del numero precedente era il prete perché è l’unico uomo.
L’ENIGMA … del PARROCO
Cosa vuole scrivere Sara sotto questa fo-to? Completa il puzzle e leggi le lettere as-sociate alle tessere in sequenza dall’1 all’8
PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 27
28 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017
Copertina a cura di Patrizia Pegoraro
Gesù in preghiera - Vetrata della chiesa parrocchiale
Copertina a cura di Patrizia Pegoraro