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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 1 http://parrocchiasanfrancesco.wordpress.com - [email protected] n° 1 - APRILE 2017 Gesù Buon Pastore - Vetrata della chiesa parrocchiale

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 1

http://parrocchiasanfrancesco.wordpress.com - [email protected]

n° 1 - APRILE 2017

Gesù Buon Pastore - Vetrata della chiesa parrocchiale

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2 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

VITA DI COMUNITÀ

DOMENICA 26 FEBBRAIO COSCRITTI IN FESTA

I RAGAZZI DEL ‘99: BENVENUTI MAGGIORENNI!

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 3

S pessissimo le cose belle

lasciano il posto a quelle

tristi. Sembra quasi un’im-

mutabile costante della vita, alla

quale prima o poi ci si rassegna:

le vacanze che finiscono presto, i momenti

di allegria che cedono il passo alla noia, la

salute della giovinezza che fugge lasciando-

ci agli acciacchi dell’anzianità.

Sempre così, il bello prelude

inevitabilmente al brutto, la

luce al buio.

No, non è sempre così, esi-

ste anche una direzione contra-

ria secondo la quale dalle situa-

zioni negative può scaturire

all’improvviso una rinascita del

tutto inattesa. È come se tra il

buio e la luce, la morte e la vita ci fosse solo

una piccola distanza da percorrere, solo una

porta, un breve passaggio. Noi lo chiamiamo

“Pasqua”. Quando leggiamo il racconto del-

la morte e risurrezione di Gesù scopriamo

che molti personaggi hanno compiuto questo

passaggio controcorrente.

L’incredulità di Tommaso di fronte alla

risurrezione di Gesù si tramuta in un’impen-

sabile fede quando esclama: “Mio Signore e

mio Dio”, la morte ingloriosa di un ladro

diventa di colpo una scorciatoia verso la sal-

vezza (“Oggi stesso sarai con me in paradi-

so” gli promette Gesù), a Pietro che aveva

rinnegato il suo maestro viene affidata ina-

spettatamente una missione di assoluta fidu-

cia. Il potere della Pasqua sta

proprio qui, nel riaccendere la

vita, risvegliare energie sopite,

suscitare il desiderio di amare.

Pietro e Giovanni entrano nel

sepolcro ormai vuoto di Gesù, è

un luogo di morte ma proprio lì

trovano dei segni di vita: le

bende e il sudario ben piegati.

Da quel momento inizia la loro

risalita. Così anche noi, proprio dal fondo

delle nostre oscurità possiamo andare alla

ricerca di Cristo, scoprire segnali di vita e

ritrovare una forza sorprendente.

Buona Pasqua di Risurrezione a tutti voi

di San Francesco al Campo e a quanti rice-

veranno il nostro giornalino parrocchiale!

LA LETTERA DEL PARROCO

“Il potere della Pa-

squa sta proprio

qui, nel riaccendere

la vita, risvegliare

energie sopite, su-

scitare il desiderio

di amare”

Direzione contraria di Padre Michele Marongiu Parroco

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4 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

La fede. Oggi sembra fare pro-

blema. Credenti, non credenti,

credenti a modo proprio… Cre-

denti nel Dio di Gesù Cristo; in

altre divinità; in qualcuno o qual-

cosa che pure ci deve essere. Ma

è così vago questo “essere” che alla fine ti

domandi se veramente credi. Anche la fede è

entrata nella famosa “liquidità”. Si adatta al

contenitore che l’accoglie. Un contenitore

che è fatto di sentimenti, di

debolezze, di passioni, di ri-

cerche, di insicurezze, di in-

certezze. Proprio contraria-

mente a ciò che fa l’artista:

prima fa lo stampo e poi ci

fonde il bronzo e esce la sta-

tua.

Ma fondamentale è lo stampo.

Se esso non è solido, il risulta-

to è fasullo. In realtà chi dice

di credere dovrebbe partire dallo stampo e

poco per volta riempirlo della sua vita.

La fede va di pari passo con fiducia, anche

se non sono la stessa cosa. Proviamo a pen-

sare. Io ho fiducia in una persona: mi piace

il suo modo di essere, la sua sapienza nel

valutare gli avvenimenti, il suo non sfuggire

alla verità, la sua capacità di non divulgare

fatti privati. Insomma una persona di cui mi

posso fidare. Anzi di più, mi affido volentie-

ri alla sua parola, ai suoi giudizi, alle sue

proposte; mi confido senza paura, sicuro che

tutto rimane lì. Chiamiamo tutto questo ami-

ci, amicizia.

Mentre la fiducia è l’insieme di tanti riscon-

tri, la fede si basa solo su una parola svelata,

la parola di Dio; su una testimonianza forte e

rassicurante. Qui entra in campo una riserva:

non sempre i testimoni della fede sono coe-

renti. E allora? Allora in te nasce una lotta.

Sei certo che la parola di Dio è affascinante;

a volte, però, ti sembra difficile o quasi im-

possibile a incarnarla nella tua vita. Riscon-

tri che c’è chi ci riesce e chi non ci riesce. È

un problema.

Ma qui interviene una decisione. So che Dio

non mente, non tradisce, non abbandona, è

paziente e sa aspettare. Mi

accorgo che io stesso non so-

no così coerente, come poche

o tante persone che conosco.

Allora mi affido a Dio e mi

impegno, giorno dopo giorno,

a trasformare la mia vita se-

condo la sua parola. Tra Dio e

i così detti credenti è Lui il

vincitore

Vorrei concludere queste ri-

ghe con la testimonianza di una persona se-

ria, profonda e profondamente credente;

sempre sul passo delle “periferie” (così care

a papa Francesco), fossero umane, sociali o

religiose, ma sempre coerente con il Vange-

lo.

«Udii una voce» affermò padre Turoldo, il

frate poeta dei servi di Maria, quando, nel

1991, pochi mesi prima di morire, raccontò

in un’intervista la radice della sua vocazio-

ne. Di chi era questa voce? «Sembrava la

voce di Abramo, la voce del roveto arden-

te». Era «la voce di Dio» continuò quasi

balbettando dall’emozione Turoldo: «Ne ero

certo, non sicuro. La fede ti dà la certezza,

non la sicurezza. Certo di Dio, mai sicuro di

raggiungerlo».

SPUNTI DI RIFLESSIONE

TRASFORMIAMO LA NOSTRA VITA SECONDO LA SUA PAROLA

La fede di Padre Giacomo Ghu

Collaboratore Parrocchiale

“la fiducia è l’insie-

me di tanti riscon-

tri, la fede si basa

solo su una parola

svelata, la parola

di Dio”

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 5

DOMANDE AL PARROCO

PADRE MICHELE RISPONDE

Chi vuole può indirizzare le proprie doman-

de a: Parrocchia San Francesco d’Assisi, via

Roma 101, 10070 San Francesco al Campo

(TO), oppure inviarle all’indirizzo e-mail:

bollettinosanfrancesco@ gmail.com.

La pagina del cuore

C’è un brano del Vangelo a cui sei partico-

larmente affezionato e che rileggi sempre

volentieri? (E. M.)

Si, l’episodio in cui Gesù appare risorto ai

suoi apostoli sulla riva del lago. C’è un clima

pieno di mistero. Prima arrostisce per loro

del pesce, poi chiama Pietro in disparte e gli

fa tre domande che toccano il cuore. Da

questo brano ho capito che tipo di persona

straordinaria era Gesù. Si trova nel capitolo

21 di Giovanni.

Domandona

Perché non ti sei sposato? (Simone R.)

Per essere più libero di poter dedicare il mio

tempo a Dio e agli altri. E in effetti è andata

così. Ma c’è anche un altro motivo, ancora

più importante, è stato perché anche Gesù

non si è sposato. Se lui si fosse sposato pen-

so che l’avrei fatto anche io. Non mi sono

pentito di questa scelta che mi ha procurato

alcune rinunce, ma soprattutto delle gioie

grandissime.

Le mie domande

Se fossi stato un discepolo cosa avresti chie-

sto a Gesù? (M. E.)

Due domande: Gesù, com’era la tua vita

prima che venissi sulla terra? Nell’universo

che hai creato ci sono altri pianeti abitati?

Apparizioni

Se ti apparisse la Madonna o Gesù cosa fa-

resti, come ti sentiresti? (Arianna M.)

Non so cosa farei, penso che starei sempli-

cemente a guardarli e ascoltarli. Mi sentirei

felice e mi chiederei: Perché sono apparsi

proprio a me? A dire il vero questa doman-

da mi fa anche un po’ paura.

Libertà

Alla decisione di prendere la via del sacerdo-

zio come hanno reagito i tuoi genitori? (Una

ragazza di seconda media)

Mi hanno lasciato completamente libero di

scegliere. Non hanno cercato né di spinger-

mi né di trattenermi, anche se erano dispia-

ciuti che andassi via di casa. Allo stesso tem-

po però erano molto contenti della mia

scelta. Poi negli anni mi hanno sempre aiu-

tato in tutti i modi possibili. Bravi, vero?

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6 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

INTERNET

LA NOSTRA PRIVACY SEMPRE PIU’ A RISCHIO

Con l’evoluzione iperbolica della tecnologia, i telefoni cellulari di prima e seconda gene-

razione, quelli che si usavano solo per telefonate e sms, sono diventati obsoleti e sono

oggi rimpiazzati, quasi

completamente, dagli

smartphone. Ma cosa

hanno veramente in più

gli smartphone? Sono

computer palmari, mac-

chine fotografiche, video-

camere, registratori, geo-

localizzatori e molto di

più: la nostra vita di affetti,

relazioni, memorie, passa

attraverso i “device”. Con

questo termine intendia-

mo qualsiasi dispositivo

personale connesso ad

internet: smartphone, ta-

blet, PC …

La comunicazione in que-

sti anni è cambiata note-

volmente: una volta era

fisica: ci si vedeva, ci si

incontrava, ci si parlava;

oggi invece molte delle

nostre relazioni passano

attraverso queste nuove

tecnologie (chat, social networks e l’uso dei device). Ogni minuto nel mondo ci sono 150

milioni di e-mail, 20 milioni di Whatsapp, tre milioni di like. Questi numeri ci fanno capire

quanto della nostra vita di relazione ogni secondo nel mondo passa attraverso la tecno-

logia. Le previsioni indicano che questa tendenza è in continua crescita.

Mentre i dati “strutturati” sono quelli che, all’interno delle organizzazioni e delle aziende,

sono contenuti nei database e servono per fare un archivio di informazioni in relazione

tra loro, quelli “destrutturati” invece, chiamati spesso Big Data, stanno aumentando in

modo esponenziale e raccolgono le nostre preferenze, attitudini, luoghi che frequentia-

mo ecc. attraverso il web.

Una volta i genitori si preoccupavano del fatto che i figli uscissero troppo, volendo sape-

re dove andassero e quali amici frequentassero; ora invece per molti la preoccupazione

La rete ci unisce o ci intrappola? di Ivan Scandariato Componente della Redazione del Bollettino Parrocchiale ed Esperto di informatica

Uso di internet nel mondo ogni minuto secondo Exelacom

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 7

maggiore è che i ragazzi “non escono” più di casa perché stanno in casa a giocare onli-

ne con i loro amici e non si staccano più dalla rete. La necessità di essere sempre con-

nessi alla rete dipende dal fatto che attraverso di essa passano molte delle nostre rela-

zioni interpersonali.

Mentre qualche anno fa gran parte

della connettività passava attraver-

so i computer, oggi transita attra-

verso gli smartphone ed i tablet.

Il PC comincia a diventare già so-

stanzialmente una cosa antica, for-

se. È previsto per il 2017 che il

90% del traffico dati sia aziendale

sia personale passi dai personal

devices. Molte aziende oggi danno

ai loro dipendenti in mobilità non

più dei computer portatili ma

smartphone e tablet.

I social network, in Europa, nel web, occupano quasi il 20%, l’intrattenimento il 32%, le

connessioni dati il 22%, ma solo il 7% del traffico dati avviene via browser (Google Chro-

me, Internet Explorer …) mentre la parte da leone la fanno le app.

Vi racconto tutto questo perché poi andremo a vedere ogni singola applicazione che co-

sa si porta dietro, consapevolmente o inconsapevolmente rispetto all’ utilizzatore, e quali

tracce lasciamo in giro ogni volta che la scarichiamo e che la usiamo. Ognuna di essa

infatti condivide una gran quantità di nostri dati personali.

Prendiamo ad esempio un’applicazione come Facebook: secondo voi perché un’azien-

da, che mette a disposizione un’applicazione gratuita, è quotata sul mercato miliardi di

dollari? Perché vende i dati personali di tutta quella moltitudine di persone che, gratuita-

mente, glieli mette a disposizione. Un dirigente della CIA diceva “il nostro sogno era di

poter spiare il mondo, noi non ci

siamo riusciti ma Facebook sì”.

Quindi l’immenso valore di Fa-

cebook sul mercato sta nell’e-

norme mole di dati sui nostri in-

teressi, gusti, preferenze che noi

continuamente gli forniamo. E a

chi rivende tutte queste informa-

zioni? Alle aziende che costrui-

scono su essi le campagne pub-

blicitarie mirate e personalizzate.

Fine della prima parte.

La seconda parte dell’articolo

sarà pubblicata nel prossimo

numero del bollettino. La giungla dei social network oggi a nostra disposizione

Ripartizione del traffico dati tra i vari dispositivi

Fonte: comScore

Luglio 2016

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8 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

COME ERAVAMO

DAI VECCHI BOLLETTINI

a cura di Patrizia Pegoraro Componente della Redazione del Bollettino Parrocchiale

Alcune storielle per chi le vuole.

Un contadino aveva due cose che gli stavano

molto a cuore: la moglie e una vaccherella.

La vaccherella un giorno se ne morì e poco

dopo gli morì anche la moglie. Nel primo

caso nessuno gliene fece parola: ma quando

morì la moglie, visto che l’uomo era ancora

in buona età, alcuni amici che erano andati a

consolarlo gli dissero:

— Caro Battista, hai perduto la moglie, ma è

una perdita a cui si rimedia facilmente: vi

sono tante donne in paese, e fra di loro po-

trai scegliere quella che vuoi.

— Se è così, rispose il contadino, nel nostro

paese è meglio perdere la moglie che la vac-

ca. Infatti ora che mi è morta la moglie veni-

te tutti a offrirmene un’altra: quando invece

morì la vacca nessuno mi fece offerte”.

***

Sentite questa: è una storiella alquanto gros-

solana, ma molto istruttiva.

Un passero infreddolito, appollaiato tra le

fronde di un albero, invocava con il suo ac-

corato pigolio un po’ di tepore. Quant’ecco

un raggio di sole, facendo capolino tra le

nubi, gli offrì inaspettatamente un sicuro

caldo conforto. Contemporaneamente, nella

strada sotto, passava lemme lemme una

mucca, la quale lasciò cadere indifferente la

classica torta fumigante. Il passerotto non

resistette all’invito e spiccò il volo per ada-

giarsi in quella bruna e tiepida torta. Ci si

crogiolò voluttuosamente, domandandole

anche un po’ di ristoro al suo stomaco affa-

mato. Ristorato e riscaldato riguadagnò l’al-

bero lanciando strilli festosi. Ma ecco passa

frattanto un cacciatore che, uditolo, puntò la

cabina interrompendo per sempre il suo can-

to spiegato.

Morale: nella vita è necessario, a volte, man-

giare molta di...quella, ma in silenzio e sen-

za protestare, onde non avere ancora di peg-

gio.

***

Tiritera senza senso sull’influenza.

Diceva un parroco: Non voglio più che alla

mia presenza si parli dell’influenza perché

vedo che si vuol dar parvenza di sofferenza

alla minima pestilenza su cui nella scienza

vi è molta divergenza. Perché inquietarci dal

Vi proponiamo alcune storielle

“agrodolci” tratte dai vecchi

bollettini parrocchiali pubblicati

negli anni dal 1964 al 1969

dall’allora parroco don “Pierino”

Allora, che i meno giovani ri-

cordano con affetto.

Sono un piccolo affresco di co-

me eravamo mezzo secolo fa, un mondo ancora prevalentemente contadino,

molto più semplice di ora, che alcuni possono ricordare con nostalgia. Un

mondo però in cui ciascuno doveva restare al posto che gli era stato assegna-

to, come il passero che non deve protestare o la donna, a cui non è consenti-

to uscire dal proprio ruolo di moglie e casalinga.

8 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 9

momento che la Divina Provvidenza ha la

compiacenza di provarci ad evidenza la sua

indulgenza e la sua benevolenza giacché

sebbene colpiti con veemenza dell’influenza

entriamo ben tosto in convalescenza, e così

resta annullata ogni sentenza di partenza per

il mondo della penitenza ove non si fa cre-

denza?

In una parola vogliamo evitare la influenza?

Abbiamo la pazienza di far qualche astinen-

za, bando alla malvivenza: paghiamo i debiti

alla scadenza, lavoriamo senza indolenza e

con tutta diligenza, reverenza ed obbedienza

e non impertinenza né prepotenza, e neppure

indifferenza verso le persone di cui siamo

alla dipendenza, massime a chi ha il titolo di

Eccellenza o di Eminenza: non badiamo a

quello che ha solo apparenza e non la vera

consistenza. Solo in questo modo la influen-

za sarà ridotta all’impotenza.

D’or in avanti se qualcuno sarà colpito

dall’influenza, esamini quindi la sua co-

scienza e subito verrà a conoscenza che gli è

perché non fece conto della mia sapienza ed

esperienza.

***

Una storia con un certo senso.

Marilù, figlia modernissima di madre vedo-

va allegra, ha soli 5 anni, e mentre le altre

bimbe della sua età vanno all’Asilo e impa-

rano a pregare, ella parla già di fidanzato,

delle sue preferenze amorose per Caio e non

per Sempronio, perché questi non ha la fuo-

riserie, del numero limitato di bambini che

lei vuole poi avere quando sarà sposa ecc.

ecc. Tutto questo impara sentendo sua ma-

dre quando parla con le sue amiche.

A 20 anni Marilù vuole sposare Gelindo, e

per un fondo di pudore che ha ancora, dice

alla mamma: “ Però, sai, Gelindo non ha

nessuna fede: non crede neppure all’infer-

no”. “ Coraggio, le dice la genitrice, sposalo

tranquillamente: vedrai che quando sarà con

noi, ci crederà!”.

A 70 anni i due vogliono festeggiare le loro

nozze d’oro. Per la circostanza Gelindo vor-

rebbe tirare il collo a un bel galletto che sta

nel pollaio del giardino.

Ma Marilù che nella vita, invece di bambini,

ha solo allevato cagnolini e canarini ed è

tutta cuore per le bestie, protesta: “Ma Ge-

lindo! Sei senza cuore! Che colpa ne ha il

galletto se un giorno noi ci siamo sposati? “.

A 80 anni Gelindo è morto, e Marilù lo so-

gna. “ Gelindo, dove sei?”.

“Sono all’inferno”. “E come si sta li all’in-

ferno?“. “Male assai, ma molto meglio di

quando ero con te!”.

***

Due fidanzati, di carattere piuttosto batta-

gliero, stanno per sposarsi.

Lui si raccomanda: “ Senti cara, se ci tieni a

diventare mia moglie, quando io risponderò

“SI“ al prete, cerca di non dire “NO” solo

per contraddirmi!

***

Caro ragazzo — dice un industriale allo spa-

simante di sua figlia — come lei saprà, la

mia bambina sa sciare, condurre l’automobi-

le da corsa, cavalcare come una perfetta

amazzone, suonare il pianoforte e ballare

magnificamente.

E lei, sentiamo, che cosa sa fare di bello? —

Ecco io, risponde il giovanotto, so stirare,

preparare il risotto alla milanese, e faccio il

bucato che è una meraviglia.

***

La ragazzina al padre: — Papà, perché ai

matrimoni le spose sono sempre vestite di

bianco? — Perché il bianco è il colore della

gioia.

— Ah si? Adesso capisco perché gli sposi

vanno vestiti di nero.

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 9

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10 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

PARLIAMONE!

IL PUNTO DI VISTA DEGLI ESPERTI

Continuiamo a riflettere su alcune tematiche “forti” con la rubrica … Parliamone!

Dopo aver affrontato nello scorso numero il

tema dell’immigrazione, ora trattiamo un

altro argomento di grande attualità e che ci

tocca da vicino: la giustizia. La presenza di

più punti di vista vuole stimolare il lettore su

questo argomento, senza voler essere esau-

stivi o imporre delle idee.

Gianluca Vallero, avvocato

Considerazioni (molto terrene) dai tribunali

Mi capita non di rado che un cliente o me-

glio - come si direbbe più correttamente nel

gergo degli avvocati “un assistito” - voglia

mettere in evidenza come il suo obbiettivo,

da raggiungere attraverso il processo, non

sia quello di ottenere un risarcimento ma di

accertare “la verità”.

La “vittima” di un reato od il soggetto “leso”

da un comportamento ingiusto sente un biso-

gno di giustizia profondo, che il processo

dovrebbe cercare di assolvere quanto meno

parzialmente. Per il coinvolgimento emotivo

che generano le vicende in cui ci sentiamo

coinvolti quando subiamo quella cha ci ap-

pare come un’ingiustizia palese, è molto

difficile essere in grado di ragionare pacata-

mente e riflettere sulla circostanza. Il risulta-

to di qualsiasi controversia giudiziaria sarà

senz’altro l’accertamento di “una verità”, ma

non di una “verità assoluta” bensì di una

“verità processuale”. E può succedere - pur-

troppo succede spesso - che questa verità

non ci soddisfi.

Mi sembra interessante in merito svolgere

qualche osservazione che può apparire bana-

le ma che, a ben vedere, penso non lo sia

affatto. Verità processuale, dicevamo.

Questa verità va ricostruita partendo da una

narrazione dei fatti che è sempre “la nostra

versione dei fatti” ovvero il nostro modo di

vedere le cose e di percepire la realtà. In

effetti noi interpretiamo sempre dei fatti - ed

anche delle regole (il diritto appunto) - li

filtriamo attraverso le nostre conoscenze,

esperienze, sensibilità o, semplicemente, a

quella che più generalmente potremmo defi-

nire come la nostra cultura, nel senso più

ampio del termine. Altrettanto fa la

“controparte” (la persona che riteniamo ci

abbia leso con il suo comportamento). Ed

altrettanto fa il Giudice.

E’ per questa ragione che in un processo

ciascuno finisce inevitabilmente per descri-

vere una sua verità. A prevalere, alla fine, è

appunto la verità processuale che è sempre

legata alla “prova” che di quella realtà siamo

stati in grado di fornire nel processo. Una

verità senza prove dunque, nel processo, non

è una verità. Per cui la verità non è quella

che abbiamo percepito quando accadeva un

fatto ma quella che siamo riusciti a provare

quando si è svolto un processo. Ictu oculi emerge dunque la distanza tra la Giustizia

Divina, dotata ontologicamente di assolutez-

za concettuale, e quella terrena, che è sem-

pre e comunque relativa. In un mondo per-

fetto questa distanza tre le due forme di giu-

stizia si annullerebbe. Ma in un mondo fatto

di persone dotate di libero arbitrio, di diversi

punti di vista, nonché di interpretazione del-

le regole di un diritto che non è sempre uni-

voco (ed anzi frequentemente incerto e lacu-

noso) ci dovremo necessariamente “accon-

tentare” dell’accertamento di una verità pro-

cessuale, e conseguentemente di una giusti-

zia terrena, nella speranza che sia più vicina

Giustizia terrena e divina a cura di Noemi Castagneri Componente del Consiglio Pastorale Parrocchiale

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 11

possibile a quella che ciascuno di noi imma-

gina possa essere la giustizia Divina. D’altra

parte anche queste considerazioni sono un

punto di vista di chi scrive, con il solo auspi-

cio di essere un’occasione di riflessione.

Noemi Castagneri, insegnante

Educare alla giustizia

Il desiderio di giustizia nasce con la civiltà,

quindi potremmo dire sia antico quanto il

mondo. La stessa storia sacra è costellata

delle immagini di un innocente perseguitato

da un lato e di Dio giudice giusto dall’altro,

al quale spesso i vari autori sacri rivolgono

vere e proprie richieste di condanna contro il

nemico.

I recenti fatti di Vasto ed il caso di molestie

caduto in prescrizione presso la Corte di Ap-

pello di Torino dimostrano una volta di più

quanto stia crescendo un sentimento di auto-

determinazione nel volersi fare giustizia da

sé, visto le lungaggini ed i ritardi (o presunti

tali) dei processi. Sicuramente dietro la pre-

tesa di ottenere una risposta immediata, per

placare la propria sete di giustizia, si nascon-

de una distorsione già a partire dal processo

educativo: negli anni in cui tutte le istituzio-

ni (famiglia, scuola, comunità…) dovrebbe-

ro lavorare nella stessa direzione per inse-

gnare ai ragazzi a non giudicare “tout court”

solo puntando il dito, viene a mancare la

giusta dose di abitudine all’ascolto ed alla

riflessione sulle ragioni dell’altro. Questa

spinta all’apertura ed al dialogo dovrebbe

insegnare a ricucire le distanze e ad affronta-

re il problema a viso aperto. Ciò non toglie

che anche un confronto “misurato” possa poi

lasciarci con l’amaro in bocca, ma se non

facciamo neanche un tentativo è certo che

non lo sapremo mai.

La tendenza molto contemporanea di espri-

mere giudizi affrettati e semplicistici inter-

venendo nei dibattiti online offerti gratuita-

mente dai social networks è poi un modo

che dà a tutti indistintamente la possibilità

immediata di far sentire la propria voce, ma

anche di farlo con la pancia più che con la

testa e cristianamente con il cuore. Succede

anche che certe manifestazioni di vicinanza

a chi ha dovuto affrontare un episodio tragi-

co (cortei di protesta, fiaccolate, a volte gli

stessi funerali delle vittime) si trasformino di

fatto in una sentenza di colpevolezza che

fomenta a dismisura l’odio e la richiesta di

vendetta, probabilmente non aiutando a suf-

ficienza chi è nel dolore a sviluppare quel

senso di fiducia che gli permetterebbe di

lenire almeno in parte le sue sofferenze.

Al di là del naturale bisogno di ciascuno di

sentirsi più protetto da un sistema in grado

di irrogare pene giuste, l’impressione è quel-

la che solo rendendo la giustizia più a misu-

ra d’uomo, quindi semplificando tutto il per-

corso, si potrà compiere realmente un passo

in avanti che renda sempre più evidente il

distacco tra il giustificato desiderio di giusti-

zia ed il censurabile desiderio di vendetta, il

quale nulla dovrebbe avere a che fare con

quei valori cristiani che permeano anche la

nostra cultura giuridica.

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12 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

Da alcuni anni il C.S.I. - Centro per la

Famiglia di Ciriè - propone all’Istituto

Comprensivo “Maria Montessori” il pro-

getto Cineforum itinerante rivolto agli

allievi delle Scuole Secondarie di San

Francesco al Campo e di San Maurizio ed

ai loro genitori.

L’iniziativa offre un importante momento

di riflessione sul ruolo educativo di geni-

tori e docenti ponendo l’attenzione sulle

relazioni che i ragazzi intrecciano con i

coetanei, con gli insegnanti e con gli

adulti di riferimento; un’opportunità per

rendere ancora più solida la collaborazio-

ne tra la scuola e le

famiglie.

Prendendo spunto

ogni volta da un film

diverso, scelto tra i

tanti che si ispirano

alle problematiche

giovanili, il Cinefo-

rum itinerante si pro-

pone di supportare i

genitori nella comprensione delle com-

plesse dinamiche giovanili e di promuo-

vere le comunicazioni scuola-famiglia

ponendo come obiettivo primario la sere-

nità dei ragazzi. Negli anni le tematiche

affrontate sono state tante: il bullismo, la

capacità di accettarsi con i propri limiti e

difetti, il confronto con le diversità, ecc.

Le serate si aprono con una “merenda

sinoira”; una bella occasione per socializ-

zare e incontrarsi, per far vivere la scuola

in una modalità inusuale ma sicuramente

interessante e vivace. Successivamente si

passa alla proiezione del film a cui segue

il dibattito finale.

Per l’appuntamento di novembre presso

la Scuola “M. Costa” di San Francesco è

stata proposta la visione del film “Chef,

la ricetta perfetta”; un film che pone l’at-

tenzione sulle recenti modalità di comu-

nicazione - utilizzate in modo particolare

da giovani e giovanissimi - costituite da

innumerevoli immagini e messaggi scam-

biati con velocità e quantità impressio-

nanti tramite i vari social (Facebook,

Twitter, Instagram, ecc). Una comunica-

zione inarrestabile

che si rivela un’arma

a doppio taglio: da

un lato creatrice di

comunità virtuali

(gruppi, community)

e veicolo di informa-

zioni, dall’altro mol-

tiplicatrice di falsità,

bufale, fino ad arri-

vare a messaggi infamanti che possono

distruggere la vita di una persona.

Ne è nata una serata interessante, con una

discussione animata - ben mediata dalle

esperte del C.S.I. - a cui i ragazzi presenti

in sala hanno saputo dare un ottimo con-

tributo portando le loro esperienze dirette

in fatto di social, un mondo in cui - al

momento - non tutti gli adulti sanno de-

streggiarsi e da cui spesso prendono le

distanze proprio a causa di questa man-

canza di conoscenza e di condivisione.

SCUOLA SECONDARIA “MARIO COSTA”

UN’INIZIATIVA PER LE FAMIGLIE

Cineforum itinerante di Maria Grazia Perello Docente della Scuola Mario Costa di San Francesco al Campo

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 13

L ’oratorio è un luogo in cui possiamo

veramente essere noi stessi, senza la

paura di venire giudicati e dove molti

di noi hanno avuto l’opportunità di conosce-

re nuove persone e stringere con loro forti

amicizie.

Grazie alla stretta collaborazione fra anima-

tori e Orme (il gruppo dei ragazzi che si pre-

parano a diventare animatori), cerchiamo di

organizzare e gestire, nel miglior modo pos-

sibile, le attività per i bambini dalla prima

elementare fino ai ragazzi di terza media.

Anche a noi piace ancora giocare, amiamo

far divertire i bambini più piccoli e ci sentia-

mo molto potenti quando riusciamo nel no-

stro intento e con molta soddisfazione vedia-

mo spuntare dei sorrisi a 32 denti!

In questa seconda parte dell’anno, (ogni do-

menica dalle 14,30 alle 17) il tema affronta-

to è quello dei mestieri, uno diverso per ogni

domenica, dal più comune a quelli meno

noti. Alcune domeniche sono state allietate

anche dalla presenza di ospiti, come la co-

reografa Paola e il cioccolataio Sebastian,

che hanno dato agli incontri un tocco di ori-

ginalità. Nell’ultimo periodo si sono susse-

guiti anche alcuni avvenimenti speciali: la

ciaspolata a Usseglio, dove abbiamo vinto il

premio come gruppo più numeroso, la po-

lentata e infine la festa di Carnevale, orga-

nizzata in collaborazione con l’Avis, il Cen-

tro Commerciale “Le Borgate” e il Comune.

Abbiamo poi in programma due giornate

ideate con il Clan del gruppo Scout San

Francesco 1 in cui affronteremo temi riguar-

danti l’attenzione all’ambiente e il consumo

dei cibi.

Inoltre noi che apparteniamo al gruppo delle

Orme ci ritroviamo con cadenza quindicina-

le il mercoledì sera, per condividere idee e

apprendere linee guida utili alla nostra cre-

scita animatoriale.

Durante il percorso, non sempre sicuramente

facile, ci siamo rese conto che l’essere ani-

matore è una missione che implica pazienza,

umiltà, responsabilità, conoscenza e una ric-

ca preparazione: insomma un misto di quali-

tà che con il tempo si acquisiscono per di-

ventare sempre più salde e durature, grazie

anche alla guida di Padre Michele e Camilla.

Se volete rimanere informati sulle nostre

attività future, vi ricordiamo di seguire la

nostra pagina Facebook che aggiorniamo

costantemente.

Il 6 maggio la Consulta somasca,

composta da rappresentanti delle

comunità di tutta Italia, ha orga-

nizzato per il secondo anno conse-

cutivo un pellegrinaggio a Soma-

sca, rivolto a tutta la comunità,

per incontrarsi e conoscere meglio

i luoghi di San Girolamo. Informa-

zioni ed iscrizioni in parrocchia. A lato veduta del lago antistante Soma-

sca. In primo piano il Santuario di San

Girolamo Emiliani.

ORATORIO

UN MESTIERE DIVERSO PER OGNI DOMENICA DA TRASCORRERE INSIEME

a cura di Cecilia, Martina e Sofia

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14 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

ORATORIO 12 FEBBRAIO - CIASPOLATA AD USSEGLIO

2017

1° Premio Grup-

po più numeroso

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 15

ORATORIO

FESTA DI CARNEVALE AL CENTRO COMMERCIALE LE BORGATE

Il 3 marzo si è svolta la tradizionale festa di carnevale, organizzata dall’Orato-

rio e dall’AVIS, quest’anno ospitata nella galleria del Centro Commerciale Le

Borgate, che ringraziamo. La nuova “location” è stata scelta non solo per po-

ter accogliere i bambini ed i loro genitori sempre più numerosi, ma per aderi-

re a quanto ci propone Papa Francesco «Voi uscite per le strade e andate ai

crocicchi: tutti quelli che troverete, chiamateli, nessuno escluso (cfr Mt 22,9).

Soprattutto accompagnate chi è rimasto al bordo della strada, «zoppi, storpi,

ciechi, sordi». È stato un pomeriggio di vero divertimento, tutti insieme.

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16 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

UN BUON SUCCESSO PER DUE INIZIATIVE NATALIZIE

PRESEPE IN PARROCCHIA E CONCERTO DELL’EPIFANIA

Concorso dei presepi Il 6 gennaio si è svolta la premiazione del concor-

so “ Un paese, tanti presepi” organizzato dall’Avis

di San Francesco che ha visto oltre venti parteci-

panti. Il primo premio per il presepe tradizionale

se l’è aggiudicato quello allestito nella chiesa par-

rocchiale (foto sopra) . A lato la premiazione.

Concerto dell’Epifania La sera dell’Epifania nella chiesa parroc-

chiale si è svolto il concerto “Note per il

Madagascar”, iniziativa a sostegno del

progetto agricolo di Legamondo in Mada-

gascar. Hanno partecipato la corale Lau-

dArmonia ed il Coro dei Ragazzi della

nostra Parrocchia (foto a lato), insieme ai

cori delle parrocchie di San Maurizio

Canavese (f. in basso a sinistra) e di

Mathi (f. in basso a destra).

Grande successo di pubblico.

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 17

Il progetto TO-BIA ha il nome di un perso-

naggio biblico, il cui nome in ebraico signi-

fica “Dio è buono”: tobh (“bene”) e Yah

(abbreviazione di YHWH, il nome di Dio).

Nel nome è, così, contenuta la buona notizia

dell’amicizia e della prossimità di Dio. Si

può leggere però anche TO-BIA, mettendo

in evidenza che si tratta di un progetto tori-

nese, strettamente legato al percorso della

diocesi.

Da quest’anno la nostra parrocchia offre per

i genitori che vogliono accompagnare i loro

figli nel cammino di crescita nella fede il

percorso a loro dedicato proposto da questo

progetto. I genitori dei bambini che iniziano

il percorso, quelli dei bambini che si prepa-

rano a celebrare la Festa del Perdono e quelli

dei bambini che si accingono ad incontrare

Gesù nella celebrazione della Prima Comu-

nione hanno l’occasione di incontrarsi per

conoscere il percorso svolto dai loro figli,

per ascoltare e condividere la Parola letta e

approfondita anche dai bambini negli incon-

tri di catechismo.

Incontrarsi è stata un’occasione di crescita

personale e di gruppo, chi ha voluto e potuto

seguire gli incontri ha dato il proprio contri-

buto con la presenza, le riflessioni e le espe-

rienze personali. Nel gruppo della quarta

primaria gli adulti, partendo dai verbi CAM-

MINARE, VEDERE - RICONOSCERE,

ASCOLTARE - PARLARE, PRENDERE -

SPEZZARE e MANGIARE presenti nel

racconto dei discepoli di Emmaus hanno

compreso che fare

la Comunione è un

prendere per dare ad

altri, che la parola

Comunione è stret-

tamente legata a

quella di Comunità

e che Gesù è venuto

per tutti, nessuno

escluso, bisogna

solo ricordarlo ed

accogliere il suo

messaggio di sal-

vezza.

Buona Pasqua a

tutti.

FORMAZIONE

INCONTRI PER BAMBINI ED ADULTI

Progetto TO-BIA di Daniela Teppa Catechista

Emmaus, Janet Brooks-Gerloff, 1992, Kornelimünster, Aachen

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18 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

EDUCAZIONE

IL PUNTO DI VISTA DI DUE GENITORI: PATRIZIA BALLESIO E PAOLA PICH

Cellulare no, cellulare si a cura di Erika Macario Ban e di Cinzia Riassetto Componenti della Redazione del Bollettino Parrocchiale

Patrizia Per me il telefono è ancora, principalmente, uno strumento per

telefonare quindi reputo che mia figlia Zoe non ne abbia bisogno. I

nonni abitano vicino alla scuola ed il tragitto è brevissimo. Con le

scuole superiori il discorso sarà diverso. Una certa mia avversione alla

tecnologia in generale mi aiuta a portare avanti questa scelta. Non mi

è mai piaciuto impegnare mia figlia con i giochini del telefono per

farla stare brava e sono molto soddisfatta dei risultati ottenuti. Quando

ci si annoia si può sempre fare un bel disegno su un foglio! Sono con-

vinta inoltre che i ragazzi per colpa del telefono perdano la bellezza

della buona e sana chiacchierata; riescono a scriversi da un angolo

all’altro della stessa stanza, da un sedile all’altro del pullman; il bello delle gite scolastiche è

proprio stare insieme, cantare, senza isolarsi e vivere in un mondo virtuale.

Perché la scelta di posticipare l’utilizzo del telefono in un’epoca così tecnologica?

Apertamente non me lo ha mai detto, ma

non credo si senta esclusa. Quando ha biso-

gno di comunicare per motivi di scuola prin-

cipalmente ma anche solo per fare due

chiacchiere con le sue amiche

ha la possibilità di usare il mio

telefono. Sempre rigorosamente a tempo

anche perché se mi distraggo riesce ad usar-

lo anche per mezz’ora senza poi scrivere

nulla di concreto, inviando solo faccine...

Tua figlia non ti accusa di escluderla dalla vita sociale?

Sì, anche perché vedo con quale entusiasmo

lo utilizza ogni volta che ne ha la possibilità.

Stessa cosa succede quando può usare la Wii

o la Playstation, altre cose non ammesse.

Non pensi che proibendo l’uso del cellulare aumenti in lei la voglia di utilizzarlo?

Nessuna perché è vero che non ha un suo

telefono ma non viene esclusa dalla tecnolo-

gia. Usa tranquillamente tablet o pc, quando

suo padre rientra dal lavoro.

Che differenza vedi tra tua figlia che non ce l’ha e i suoi coetanei che lo usano?

Telefono non vuol dire più solo telefonare,

ma internet, foto che viaggiano ovunque e la

mia “conflittualità” mi fa avere molta paura

proprio per la mia

scarsa conoscenza

in materia. Dovrei prima imparare io per

poter affidare in piena serenità il telefono a

mia figlia.

Quali sono le paure riguardo all’utilizzo del telefono a questa età?

Non vedo grandi pre-

gi, se non la possibili-

tà di sapere dove si trova e se tutto va bene

quando non si trova con me. Inoltre consente

la possibilità di scambiarsi le foto dei com-

piti da fare, ma anche questa potrebbe essere

una lama a doppio taglio.

Se poi parliamo del fatto che il telefono non

fa bene alla salute, pregi non ce ne sono pro-

prio.

Quali sono i pregi?

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 19

Sei d’accordo sul controllo periodico del cellulare o vuoi dare piena fiducia?

Paola

Non controllo il cellulare dei miei figli per principio, ma se chiedo di

leggere qualche messaggio mi aspetto di essere accontentata.

Penso che accordare fiducia sia più costruttivo che agire di forza, pre-

tendendo di avere accesso al loro cellulare.

Le regole sono neces-

sarie ed è fondamenta-

le vigilare attentamente e dare dei limiti

quando lo si ritiene opportuno. Non penso

che sia l’età corretta per l’autogestione, il

richiamo è troppo forte. Inoltre il cellulare

non deve essere usato durante lo svolgimen-

to dei compiti o quando si è a tavola.

Occorre mettere delle regole o sono in grado di autogestirsi?

Il sequestro del telefono è un deterrente, non

una punizione. Desidero che sia chiaro ai

miei figli che solo un comportamento ade-

guato consente l’uso del cellulare. Più volte

il cellulare è stato tolto e,

dopo un tempo da noi geni-

tori ritenuto adeguato, ridato. Penso inoltre

che lo stesso non debba essere nascosto, ma

debba rimanere bene in vista con divieto di

utilizzo, e anche questo serve.

La punizione che implica il sequestro del telefono è utile?

Le paure sono legate non all’uso del cellula-

re, ma all’utilizzo dei social networks che ne

può derivare. Esistono comunque strumenti

atti a tutelare gli utenti, basta utilizzarli. E’

capitato che mia figlia ricevesse messaggi da

una persona sconosciuta (che mi auguro

avesse sbagliato numero); abbiamo subito

bloccato il numero e monitorato la situazio-

ne, che comunque

non si è ripetuta.

Penso poi che un buon rapporto con i figli

porti alla segnalazione da parte loro di situa-

zioni poco chiare o comunque dubbie. I miei

figli guardano regolarmente il telegiornale e

sono purtroppo a conoscenza di ciò che può

succedere ai ragazzi della loro età che non

fanno attenzione agli inganni che si celano

nel web.

Quali sono le paure riguardo all’utilizzo del telefono a questa età?

Il motivo primario è che così i figli sono

sempre rintracciabili, soprattutto quando noi

genitori siamo al lavoro. Purtroppo i nonni e

gli zii abitano lontani da noi e non

abbiamo altro strumento. Inoltre un

po’ di indipendenza, magari il potersi scam-

biare notizie sulla scuola senza coinvolgere

sempre “mammina”, non guasta.

Perché hai ritenuto che potesse avere un cellulare?

L’atteggiamento è un pochino mutato, ov-viamente il possesso del cellulare ti porta a

pensare di essere grande ma basta stare tutti con i

piedi per terra, riportando la situazione nei ranghi quando serve.

È cambiato il suo atteggiamento in casa da quando lo usa?

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20 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

INTERNET

BREVE GUIDA PER INDIVIDUARE CRITICAMENTE LE NOTIZIE FALSE IN RETE

Viviamo in un’epoca in cui il ruolo

dei mezzi di informazione tradizio-

nali (giornali, radio, telegiornali) sta

lentamente lasciando posto ad altri

canali da cui le masse attingono le

informazioni utili a conoscere ed in-

terpretare la realtà che le circonda:

primi fra tutti i social network, che

spesso fungono da cassa di risonan-

za potente (e talvolta pericolosa)

per notizie che di vero hanno ben

poco. Perciò quando condividiamo

una notizia online senza verificarne

l’attendibilità stiamo compiendo una

grave leggerezza, perché stiamo

contribuendo a diffondere una bufa-

la tra tutti i nostri contatti, persone

che presumibilmente ci stimano e

che - magari perché di corsa, o per-

ché prive dei mezzi culturali per

smascherare il titolo di giornale fa-

sullo - potrebbero esserne condizio-

nate nel profon-

do: oggi una con-

divisione frettolo-

sa può addirittura

spostare voti

elettorali. Esisto-

no però cinque

brevi passaggi

che possiamo

compiere prima

di cliccare il tasto

“condividi” o

commentare indignati una notizia

sul web, per tentare di sondarne

l’attendibilità:

1. Leggi con attenzione il sito da cui

la notizia è stata diffusa (in genere

esso è scritto in piccolo in basso a

sinistra): molti siti nascono apposi-

tamente al fine di creare notizie fal-

se e guadagnare grazie ai click degli

utenti (più persone visitano un sito,

più la pubblicità sul quel sito rende-

rà economicamente al suo creato-

re). I loro nomi sono spesso molto

simili a quelli delle testate ufficiali:

www.ilfattoquotidaino.it anziché

www.ilfattoquotidiano.it ne è un

esempio. Non hai notato nessuna

differenza? Rileggi con più attenzio-

ne la riga soprastante e ti accorge-

rai di quanto possano essere ingan-

nevoli certe fonti.

Finito il carnevale... “smascheriamo” le bufale sul web di Francesco Raimondi Studente universitario

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 21

2. Il titolo sta parlando alla nostra

testa o alla nostra pancia? Titoli

spettacolari o molto enfatici sono

spesso un indizio di bufala. +++ IN-

CREDIBILE! Gruppo di rom picchia

anziana in pieno centro con una

spranga e guardate cosa succede!

+++ può essere un esempio reali-

stico di un titolo che gioca sull’emo-

tività delle persone e ne stuzzica la

curiosità al fine di attirare click. Più i

toni di una notizia sono neutri, più è

plausibile che essa sia veritiera, e

viceversa.

3. Cerca un riscontro sul web: tal-

volta è sufficiente una rapida ricerca

su Google delle parole chiave del

titolo appena letto per verificare se

la notizia in questione sia stata ri-

presa da più canali di informazione

(soprattutto le versioni online dei

giornali più noti), o sia riportata solo

da sporadici siti mai sentiti prima.

In questo secondo caso probabil-

mente è una bufala.

4. Quanta pubblicità vedi se apri la

notizia? Tendenzialmente se, clic-

cando sul sito della notizia, siamo

bombardati da tantissima pubblicità

(a volte più di 4/5 banner pubblici-

tari per pagina) il sito in questione

non è attendibile, ma mira unica-

mente a guadagnare attraverso il

nostri click. La pubblicità è anche

presente sui siti dei giornali più ce-

lebri, ma in misura nettamente mi-

nore e con modalità meno invasive.

5. Com’è scritto/quanto è lungo

l’articolo? Visto che lo scopo dei

creatori di bufale è unicamente

quello di attirare persone sul proprio

sito per accumulare click e vendere

pubblicità, spesso essi ripongono

pochissima attenzione alla stesura

dell’articolo cui si riferisce il titolo

eclatante: il più delle volte, perciò,

gli articoli bufala sono molto brevi,

scritti in un italiano scorretto (o co-

munque non con toni giornalistici) e

non citano alcuna fonte verificabile.

Se mediante questi brevi controlli

siamo in grado di valutare critica-

mente una notizia e smascherarne

la falsità possiamo, poi, scrivere

all’amico che l’ha condivisa, spie-

gandogli le ragioni per le quali essa

è falsa e invitandolo a rimuoverla

dal proprio profilo. Sarà un impor-

tante, anche se piccolo, atto di re-

sponsabilità in favore della verità.

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22 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

Titolo originale:

COLLATERAL BEAUTY

Uscito il 4 gennaio 2017 il nuovo film di

David Frankel, con Will Smith protagoni-

sta, impreziosito da un grande cast: Kate

Winslet, Edward Norton, Helen Mirren,

Michael Peña, Keira Knightley, Naomie

Harris. Durata: 94 minuti - USA - Genere:

Drammatico.

Trama: Howard è a capo di un’agenzia

pubblicitaria di successo e festeggia il re-

cord di fatturato. Il tempo si sposta tre anni

dopo: il pubblicitario all’apice della carrie-

ra è caduto in una depressione dagli effetti

molto particolari. Scrive lettere all’Amore,

al Tempo e alla Morte, rimproverandoli.

Vive solo senza contatti con l’ambiente

esterno. Una condotta che compromette

anche chi sta vicino a lui. La causa è un

enorme lutto che l’ha colpito di recente.

Per cercare una soluzione ai problemi che

l’amico sta creando, e per aiutarlo, i tre soci

ingaggeranno tre attori: Brigitte (Mirren),

Aimee (Knightley) e Raffi (Jacob Latimo-

re) per provare a far cambiare le cose.

Dopo aver raccontato il burrascoso dietro le

quinte del mondo della moda con “Il Dia-

volo veste Praga”, David Frankel abbando-

na i ritmi frenetici e i personaggi sopra le

righe per raccontare una New York diversa:

più riflessiva.

In più scene, nel film, è presente il gioco

del domino composto da tanti tasselli. Di-

venta piano piano una allegoria. Quella del

domino è un’immagine figurata di un lutto

che fa crollare tutto. Frankel rende i suoi

protagonisti tasselli di quel grande domino,

un’altalena fra una commedia e un dramma

intimo.

L’argomento è delicato: si parla di dolore.

Una dimensione talmente personale e uni-

versale che richiede il giusto tatto, la giusta

introspezione, un atteggiamento dignitoso

nei confronti di questa sofferenza.

La trovata narrativa ricorda con una moder-

na rivisitazione il grande classico natalizio

“Canto di Natale” di Charles Dickens. Se

nell’amato romanzo ottocentesco l’avaro

Scrooge veniva accompagnato dai fantasmi

Passato, Presente e Futuro per guardare la

sua ormai perduta umanità, qui troviamo

Will Smith incontrare tre entità: Morte,

Tempo, Amore, che cercheranno di accom-

pagnarlo verso l’accettazione del dolore e il

nuovo senso nel vivere.

Film non capito e non apprezzato dalla cri-

tica. La visione è per tutti, una commedia

drammatica che solletica i sentimenti ma

non li lacera.

UN FILM DA VEDERE

SCOPRI LA BELLEZZA COLLATERALE

a cura di Carlo Galuppi

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 23

L’ANGOLO DEL LETTORE

LETTI PER VOI

Anselma, una maestra in pensione, anziana e sola, confi-

nata da anni in una esistenza grigia, che non sembra nem-

meno vita. Poi all’improvviso in una sera d’estate scorge

accanto ad un cassonetto dei rifiuti un pappagallo. Cento-

cinquanta paginette che raccontano una storia. Pensare che

sia una storia come tante è un grande errore, perché nessu-

na storia può essere come tante. Le nostre storie sono uni-

che. Pagine che meritano due ore della nostra vita, poco

tempo per capire che a volte la vita ogni tanto è una fiaba

che merita un lieto fine. LUISITO - Una storia d’amo-

re di Susanna Tamaro, Ed. Bompiani, 8,00 €.

L’ottava storia diciannove anni dopo. Quando passato e pre-

sente si fondono in una oscura minaccia, Harry Potter deve

fare i conti con un passato che tale non vuole rimanere. Ba-

sato su una storia originale di J. K. Rowilng, John Tiffany e

Jack Thorne. Harry Potter e la Maledizione dell’Ere-

de è un nuovo spettacolo di J. Thorne. È l’ottava storia, ma

la prima a essere rappresentata a teatro. Questa edizione è

un testo teatrale in seguito alla première che si è tenuta il 30

luglio 2016 a Londra. Consigliato per chi ha letto i sette

precedenti volumi. Chi pensa che siano letture per ragazzi,

o peggio racconti di fantasia basati sulla magia, è in grande

errore. Chi ha visto solamente i film ha una visione superfi-

ciale e non fedele dei romanzi. L’ottavo volume potrebbe

essere un’occasione per leggere i precedenti sette romanzi. Salani Editore, 19,80 €.

Per Tsunesaburo Makiguci la filosofia era incentrata sulla

teoria della creazione di valore. Gli esseri umani non hanno

la capacità di creare la materia, però possono creare valore

ed è nella creazione di valore che risiede l’unico senso della

vita umana. Lo scopo dell’educazione è quello di incremen-

tare la capacità di creare valore nell’educato. Questo libro

racconta la storia di T. Makiguci, (1871-1944), uno straor-

dinario insegnante ed educatore, fermo oppositore del regi-

me militare giapponese. La Creazione di Valore. Vita e

pensiero di T. Makiguci di Bethel (docente di educazio-

ne e antropologia al Centro di Formazione Educativa

dell’Università di Osaka), Ed. Esperia, 10,00 €.

a cura di Barbara Bosso

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24 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

BONICATTO Domenica ved. Martinetto Pietro

ORLANDO Stella ved. Regaldo Francesco

ROLLE Adriana ved. Ragusa Giacomo

LAVAGNO Mario ved. Bassigna Wanda

ASEGLIO POLITRO Laura con. Malara Celestino

BIASUTTO Antonio con. Opulin Carmela

MASSA CASET Giuseppe ved. Ballesio Luigia

GUGLIELMETTI MUGGION Irma ved. Fransos Guido

DI SALVO Alberto con. Ballesio Rita

FALVO Pietro ved. Sapone Nicolina

TREVISAN Adelina ved. Nogarotto Mario

REINERI Teresa Angela con. Girolami Renato

POPULIN Carmela ved. Biasutto Antonio

CASTAGNERI Domenico

ORIGLIA Giangaspare con. Ceriana Anna Maria

DEMARIA Mario ved. Ballesio Maria Margherita

GOBBO Anna ved. Franco Giovanni

dicembre 2016: MACRÌ Gabriel, BATTAGLINO Semuel

CARUCCI Vittoria, PAPURELLO Martina

marzo 2017: BOVO Simone, DEMARIA Edoardo

MASERA Leila, PELLEGRINI Alessandro

RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO

ATTENDONO LA RESURREZIONE

DAI REGISTRI PARROCCHIALI

Visita il sito web dalle nostra parrocchia:

https://parrocchiasanfrancesco.wordpress.com Troverai:

tutti i bollettini interamente a colori

informazioni della scuola dell’infanzia

notizie dell’oratorio e del gruppo scout

il foglio del mese i verbali del Consiglio Pastorale e tanto altro ancora …

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 25

In cammino verso la comunità

Periodico d’informazione della Comunità parrocchiale di San Francesco al Campo

aprile 2017

Questo bollettino è distribuito gra-tuitamente a tut-te le famiglie del-la Parrocchia

Sempre aperti a nuove collabora-zioni, vi invitiamo a scrivere com-menti, suggeri-menti, articoli, domande a: bollettinosanfran-cesco@ gmail.com

Coordinamento, redazione e allesti-mento grafico: Parrocchia di San Francesco al C. Stampa: A4 Servizi Grafici snc Chivasso (TO) Stampato in 1.850 copie

SANTE MESSE

chiesa feriale prefestivo festivo

PARROCCHIA

17:00 ora solare

18:00 ora legale lunedì, martedì

giovedì, venerdì *

18:00 8:30 - 11:00

CAPPELLA dell’ASSUNTA

17:00 ora solare 18:00 ora legale

mercoledì *

9:45

S. Maurizio C.se 8:30 18:00 8:00 9:30 11:00

Malanghero 10:30, 18:00

* in caso di funerali la S. Messa feriale non viene celebrata

CONFESSIONI sabato dalle 16:30 alle 17:30 (in chiesa)

PER AMMALATI È possibile telefonare a qualunque ora ai numeri:

011 92 78 342 340 39 39 294 339 41 31 309

UFFICIO PARROCCHIALE

Padre Michele - Parroco: sabato 9:00 - 12:00 (per colloqui, battesimi, matrimoni … ) oppure in altri orari su appuntamento, telefonando al n° 011 92 78 342

Padre Giacomo: giovedì 9:00 - 10:30 e venerdì 9:00 - 12:00

Segreteria Parrocchiale: lunedì, mercoledì, sabato 9:00 - 12:00

CARITAS Colloqui: mercoledì 9.00 - 12.00 Distribuzione mensile di generi alimentari: sabato 10:30 - 12:00

Sacramento del BATTESIMO Prenotarsi in ufficio parrocchiale per gli incontri prebattesimali.

Sacramento del MATRIMONIO Prenotarsi in ufficio parrocchiale.

INFORMAZIONI E ORARI

Parrocchia S. Francesco d’Assisi via Roma, 101 - 10070 San Francesco al Campo (TO)

tel. 011 9278342

sito internet: www.parrocchiasanfrancesco.wordpress.com

e-mail: [email protected]

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26 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017

STOCARD Capita anche a voi di avere il portafogli

pieno di carte fedeltà di ogni negozio e supermercato

tanto che non sapete più dove farle stare? Allora que-

sta App fa proprio il caso vostro. È anche semplice da

usare, basta selezionare il tipo di carta tra quelle pre-

definite oppure inserirne il nome, poi inquadrare il co-

dice a barre con la fotocamera e… voilà, il gioco è fat-

to. In pochi minuti potrete finalmente svuotare il vostro

portafogli lasciando a casa tutte quelle tessere. Fatto?

Ora vi basta presentare alla cassa il vostro smartphone al posto della tesse-

ra e la cassiera potrà fare la scansione del codice a barre direttamente dallo

schermo, bello no?

PASSWORD SAFE AND MANAGER Smettete

di scrivere il PIN del vostro bancomat nella rubrica, mi-

metizzato da numero di telefono. Sì, lo sanno tutti, e

soprattutto i borseggiatori! Questa app invece può me-

morizzare l’elenco completo di tutte le vostre varie cre-

denziali di accesso (PIN, user, password, id num-

ber… ) in un archivio criptato e protetto da una pas-

sword. Si, è vero, una password, ma grazie a questa

potrete dimenticare tutte le altre! Ma non dimenticate

anche questa unica password, altrimenti non c’è verso di scassinare questa

“cassaforte”. Per sicurezza però potete esportare i dati sul PC di casa o in

un altro luogo sicuro.

TRUE CALLER Stufi di dover rispondere a numeri

sconosciuti ed a call center che cercano di vendervi di

tutto anche se non avete mai dato loro il vostro nume-

ro? Questa app vi aiuterà a mettere fine a questo stra-

zio. Basta installarla per vedere subito chi vi chiama e

quando si tratta di “scocciatori seriali”, se volete, l’app

può rifiutare la chiamata automaticamente. In questo

caso il vostro telefono, invece di suonare, vi notificherà

semplicemente di aver filtrato la chiamata proveniente

da… Fine delle seccature! Questa “magia” funziona grazie alla condivisione

di informazioni tra utenti appartenenti alla “community true caller”.

L’ANGOLO DELLE APP

TROPPE CARTE FEDELTA’, TROPPE PASSWORD, TROPPI CHE VI CHIAMANO?

a cura di Ivan Scandariato

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2017 27

Le due immagini si differenzia-no tra loro per 10 piccoli parti-colari.

Sai trovarli?

Questa foto è stata scattata qui a San Francesco… Sapre-

sti dirci il nome intero scritto su questo cartello? Inviaci la

tua risposta all’indirizzo e-mail:

[email protected]

Per partecipare si può avere al massimo 12 anni. Tra tutti i partecipanti sarà estratto un premio speciale! All’ultimo concorso hanno partecipato Letizia, Gabriele e Arianna.

di Rebecca

PER I PIU’ PICCOLI

GIOCHIAMO UN PO’

CONCORSO

Tre persone molto grasse tentano di ripa-rarsi sotto un piccolo ombrello e nessuna si bagna. Come si spiega?

Se hai risolto l’enigma o vuoi sapere quale sia la soluzione, rivolgiti a Padre Michele. La so-luzione dell’enigma del numero precedente era il prete perché è l’unico uomo.

L’ENIGMA … del PARROCO

Cosa vuole scrivere Sara sotto questa fo-to? Completa il puzzle e leggi le lettere as-sociate alle tessere in sequenza dall’1 all’8

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Copertina a cura di Patrizia Pegoraro

Gesù in preghiera - Vetrata della chiesa parrocchiale

Copertina a cura di Patrizia Pegoraro