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KITĀB AL-ADWIYA AL-MUFRADA DI ABŪ ǦAʽFAR AḤMAD B. MUḤAMMAD B. AḤMAD B. SAYYID AL-ĠĀFIQĪ (XII SEC.) EDIZIONE DEL CAPITOLO ALIF CON INDICI E APPARATO CRITICO IN NOTA A cura di Eleonora Di Vincenzo

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Kitb al-adwiya al-mufradaDi Ab afar Amad b. Muammad b. Amad b. Sayyid alfiq (XII sec.)Edizione del capitolo Alif con indici e apparato critico in nota

A cura di Eleonora Di Vincenzo

CLXXV

194

Ringraziamenti

Desidero esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere migliore questo lavoro attraverso osservazioni e considerazioni. In particolare, voglio ringraziare la Prof.ssa Biancamaria Scarcia Amoretti per le osservazioni di carattere strutturale, il Prof. Giuliano Lancioni, che ha fortemente voluto e sostenuto la realizzazione del progetto proponendo limpostazione generale e i metodi di approccio, e la Prof.ssa Paola Carusi per i suoi preziosi, quanto vari, suggerimenti.

Sommario

INTRODUZIONEIII

I.Notizie sullautore e le opereIII

II.Architettura e contenuti del Kitb al-adwiya almufradaIII

III.Le fontiIII

IV.I manoscrittiIII

Ms. della Bibliothque Gnrale et Archives di RabatIII

Ms. della Osler Library presso la Mc Gill University di MontralIII

V.Note alledizioneIII

AbbreviazioniIII

Sistema di trascrizioneIII

BibliografiaIII

TRADUZIONEIII

IntroduzioneIII

3

3

3

3

3

Indici analitici3

Semplici3

Nomi greci3

Nomi latini3

Nomi spagnoli3

Autori e opere3

Luoghi3

INTRODUZIONE

I. Notizie sullautore e le opere

Nulla si conosce della vita di Ab afar Amad b. Muammad b. Amad b. Sayyid alfiq[footnoteRef:1], medico pratico arabo-spagnolo vissuto nel VI/XII secolo[footnoteRef:2]. La nisba permette di formulare due ipotesi sulle sue origini: lappartenenza, verosimilmente anche soltanto di natura clientelare, al clan arabo discendente da fiq b. alhid b. Alqama b. Akk b. Adnn (De Felipe, 1995: 534-535); la provenienza dalla localit denominata fiq corrispondente allattuale Belalczar[footnoteRef:3] - sita in prossimit di Cordova. La seconda ipotesi trova riscontro in questo breve passaggio di al-Dimaq (Nuba: 242): [1: La discordanza tra le fonti riguardo al nome dellautore gi stata in parte osservata (fiq, Awrm: 11; IM, 1985: 126; fiq, Muqaddima: 402, nota 2). Dalla versione pi ricorrente (attestata da R, Iau, alDimaq e alfad), differiscono quella dei mss. di Montral e Tripoli - Ab afar Amad b. Muammad b. Sayyid alfiq - e quelle dei due autori dei compendi (v. sotto, pp. V-VI): Barhebraeus riferisce Amad b. Muammad b. Amad b. ulayd al-fiq - dove ulayd in maniera evidente lerrata trascrizione di sayyid (IM, 1985: 126; Barh: 31)-; alumhr (G. Galn, 1997: 144) riporta Ab afar al-fiq Amad b. Muammad b. Sayyid alB.l.s (var. alB.l.s.n) al-Andalus . ] [2: Nessuna delle fonti attualmente in nostro possesso menziona date o eventi di rilievo che possano permetterci di collocare alfiq in un preciso periodo storico. La data di morte stabilita da Wstenfeld (Leclerc, 1876, II: 147) allanno 560/1164-1165 comunemente accettata, seppure non siano chiari i presupposti di cui si avvalso per fissarla. Secondo unaltra ipotesi di datazione proposta da Meyerhof (1941: 14), fondata sul raffronto cronologico tra gli autori citati da al-fiq e quelli posteriori che lo menzionano nelle loro opere, il medico spagnolo sarebbe vissuto durante la prima met dellXI sec. ] [3: Si vedano gli studi archeologici di H. Jimnez (1944) e P. Maldonado (1989).]

[]

la fortezza di al-Ballt e la fortezza di fiq sono le pi famose, a questultima risale la genealogia di al-fiq, il medico pratico autore de I medicamenti semplici.

Tra tutte le fonti biografiche[footnoteRef:4] che riferiscono dettagli relativi al personaggio, vale la pena di citare il passaggio di Iau (Uyn, II: 52-53): [4: Al-afad (Wf, VII: 350, n. 3341) e Dimaq (op. cit. sopra) non danno maggiori dettagli. Cfr. anche: A. Dietrich, s. v. al-Ghfi, EI2 suppl. 5-6: 313; Leclerc (1876, II: 147); Meyerhof (1931), Sarton (1948: 983987); Ullmann (1970: 276-277); Levey (1973: 109-112, 152-4). ]

. . [footnoteRef:5] () . [5: Nelled.: . Cfr. fiq (Awrm: 12) e G. Galn (1997a: 284).]

Al-fiq. Ab afar Amad b. Muammad b. Amad b. al-Sayyid al-fiq, insigne maestro e grande medico annoverato tra i migliori di al-Andalus, era il pi esperto tra i suoi contemporanei su facolt, utilit, propriet, valori e nomi dei medicamenti semplici. Il suo Libro sui medicamenti semplici non ha pari per eccellenza, n simili per contenuto. Vi approfondisce quel che menzionarono Dioscoride e lillustre Galeno nello stile pi conciso e completo di significato. In seguito, dopo le loro parole, menziona quel discorso degli autori posteriori sui medicamenti semplici che rinnova quanto detto o quel che, uno per uno, essi avevavo accorpato e saputo successivamente. Pertanto la sua opera viene ad essere una raccolta di quel che hanno detto gli autori pi eccelsi in materia di medicamenti semplici e un registro da consultare per ci che necessita di rettifica. Tra le opere di al-fiq, il Libro dei medicamenti semplici.

La validit dei contenuti farmacologici e linguistici -, la meticolosa selezione delle fonti e la logica di apposizione dei brani sono i principali meriti riconosciuti al Kitb aladwiya che non pass inosservato agli studiosi posteriori. Soltanto poco pi tardi sarebbe divenuto oggetto di ulteriori rielaborazioni, realizzate a partire da prospettive differenti:

1) il Muntaab mi al-mufradt li-Amad b. Muammad b. ulayd alfiq consiste in un compendio, non privo di rimaneggiamenti[footnoteRef:6], del solo qism alkalm di ogni capitolo del Adwiya (v. sotto, . II). Lautore il prolifico Ibn alIbr (m. 685/1286), meglio noto come Barhebraeus, celebre per numerosi scritti, tra i quali spiccano per importanza una storia in arabo (Mutaar tar al-duwal), trattati di teologia, filosofia e grammatica siriaca (Kethbh dhe em), insieme alla traduzione in lingua siriaca di opere arabe (tra cui, Uyn al-ikma e il Kitb al-irt wal-tanbht di Ibn Sn); [6: Cfr. Sarnelli (1957: 190-192). ]

2) con il titolo di Tartb alfiq, opera ancora inedita, indicata una raccolta del materiale lessicografico contenuto nel Adwiya, ordinato e catalogato secondo nuovi criteri. La sua elaborazione attribuita ad uno sconosciuto alumhr (?)[footnoteRef:7]; [7: Si ha notizia della sopravvivenza della sola terza parte dellopera, oggi conservata in un ms. appartenente alla Biblioteca Bodleiana di Oxford insieme ad altri 4 scritti attribuiti ad al-fiq (vd. sotto, nota 12). ]

3) risale allanno 657/1258 una traduzione latina eseguita nella citt di Lerida dallerudito spagnolo di nome Magister G. Filius Magistri Johannis[footnoteRef:8]; [8: Dalla traduzione latina, Steinschneider (1879: 4-42) ha tratto una lista di medicamenti.]

Il Kitb al-adwiya , inoltre, una delle fonti principali del mi li-mufradt fl-adwiya wal-aiya di Ibn al-Bayr (m. 646/1248)[footnoteRef:9]. Le evidenti analogie contenutistiche tra le due opere, spesso riproposte in forme analoghe, hanno acceso un dibattito[footnoteRef:10], rimasto ancora aperto, volto a stabilire il reale contributo dei due studiosi allo sviluppo della disciplina. [9: Seppure poco significativo in questo senso, appare di una qualche importanza la notizia con cui IAU (Uyn, II: 133) ci informa che Ibn al-Bayr era solito portare con s il Adwiya di al-fiq nei suoi viaggi a scopo scientifico. ] [10: Nella convinzione di essere di fronte a un caso di plagio, Meyerhof (1935: 17, 19, 32) defin alfiq le plus grand savant en pharmacologie et botanique parmi les mdecins du moyenge islamique mirando a ridimensionare il prestigio cresciuto attorno alla figura di Ibn al-Bayr dopo la diffusione in Occidente della traduzione francese del mi di Leclerc. Pi tardi Sarnelli (1957: 192-197) sment le accuse dimostrandone linfondatezza attraverso la comparazione di pochi brani. Di fatto, resta ancora auspicabile uno studio comparativo tra le due opere.]

Si ritiene che al-fiq abbia composto complessivamente otto trattati di medicina[footnoteRef:11] di cui restano attualmente soltanto pochi frammenti (GAL, I: 643) [footnoteRef:12]: [11: Ne diede notizia Sarnelli (1964: 447) che aveva appreso linformazione dal frontespizio di una copia del Libro dei semplici da lui rinvenuta a Tripoli di Libia. ] [12: Tutti i trattati sotto elencati sono riuniti in ununica mam conservata presso la Biblioteca Bodleiana di Oxford. Il manoscritto include anche la terza parte del Tartb al-fiq di al-umhr (cfr. G. Galn 1997a).]

1) Kitb al-ummayt wal-awrm Libro sulle febbri e sui tumori il titolo sotto il quale sono riunite tre opere, o capitoli, apparentemente indipendenti:

a) Kitb al-awrm waanfiha Libro dei tumori e le sue classi[footnoteRef:13]; [13: Edito e tradotto da I. Garijo Galn (fiq, Al-awrm).]

b) Bb alqur Capitolo sulle ulcere;

c) Min al-awa Tra le particolarit.

2) Kitb f daf al-marr al-kulliya lil-abdn al-insniyya Libro sul [modo di] respingere tutti i mali dei corpi umani. esaustivo

II. Architettura e contenuti del Kitb al-adwiya almufrada

Lopera si compone di un migliaio di paragrafi, distribuiti in 28 capitoli, disposti in successione secondo lordine dellalfabeto abad occidentale[footnoteRef:14]. [14: Le informazioni sono tratte dallo studio di Sarnelli (1957: 186) sul ms. libico, lunico esemplare ancora oggi esistente che conserva integralmente lopera, ad eccezione dellintroduzione e delle prime quattordici voci. ]

abad occidentale

abad orientale

alfabeto moderno orientale

Ogni capitolo si divide in due sezioni. Nella prima, detta di enunciato (qism alkalm), sono offerte asistematicamente una serie di informazioni: le caratteristiche morfologiche di ogni semplice cos come lo si trova in natura predominano le piante ma compresa la trattazione di minerali, animali e loro organi in qualit di alimenti benefici -; accorgimenti per individuare eventuali contraffazioni e per scegliere lelemento migliore; indicazioni terapeutiche e controindicazioni; i succedanei. Di seguito sono riportate alcune istruzioni per trasformare la materia in decotti, unguenti, preparati per le fumigazioni, pastiglie, olii, sciroppi, ecc. Episodici aneddoti su superstizioni popolari legate a particolari specie di piante - generalmente inclusi in passaggi citati - attribuiscono al trattato un valore aggiuntivo.

Questa prima sezione a carattere compilativo: accosta brani di vari autori a partire da Teofrasto (IV sec. a.C.) fino a Ibn Wfid (XI sec.) passando per i farmacologi indiani, della tarda latinit e del periodo islamico. Spesso lautore interviene a chiusura del paragrafo per emendare, precisare, chiarire eventuali incongruenze emerse dallaccostamento dei passaggi di autori diversi, aggiungere informazioni sulle specie disponibili ad alAndalus o presentare ulteriori considerazioni acquisite attraverso la sua personale esperienza.

La seconda sezione di ogni capitolo, che al-fiq definisce di commento (qism altafsr), consiste in un dizionario etimologico di materiale lessicale estremamente eterogeneo. Ricorrendo a sinonimi multilingui noti talvolta rappresentati da nomi nel vernacolo spagnolo (bilaamiyya) - al-fiq identifica parole di origine greca (alynniyya, al-rmiyya), persiana, latina, indiana, berbera, siriaca[footnoteRef:15] e parole arabe desuete (bil-lua) dimostrando considerevoli competenze plurilingui in ambito medicofarmacologico[footnoteRef:16]. Dedicata allidentificazione dei numerosi nomi di origine straniera disseminati nei trattati di medicina che dovettero passare per le mani di alfiq (v. sotto, Almuqaddima, p. 3), questa seconda sezione accoglie, con piena consapevolezza dellautore, anche una serie di varianti di uno stesso nome. Un esempio illustrer meglio il caso. Il nome , indicante legilope, compare in varie forme: (v. . ), fedele alla fonetica del nome in lingua originale[footnoteRef:17], (v. . ), (v. . ) e (v. . ). Laccostamento del sinonimo dawsar alle voci ora menzionate semplifica lidentificazione del loro nome di origine. [15: Ibn Murd offre unanalisi dettagliata dei termini tecnici (al-mualat) di origine straniera menzionati nel primo segmento del qism al-tafsr del capitolo alif, dove si osserva una netta predominanza dei termini di origine greca (IM, 1985: 155).] [16: I meccanismi che conducono alla proliferazione di prestiti in arabo da un cos ampio ventaglio di lingue e alla loro secolare conservazione nel linguaggio tecnico appaiono chiari alla luce delle dinamiche storico-etnografiche pertinenti allacquisizione e alla diffusione del sapere scientifico nel territorio islamico. In primo luogo, determinante la compartecipazione di attori appartenenti a pi tradizioni linguistiche e culturali nella riformulazione in arabo di principi teorici allogeni e nella rielaborazione di informazioni nel IX sec. numerosissime opere greche vengono tradotte in arabo soprattutto da cristiani nestoriani la cui lingua di cultura era il siriaco, spesso a partire proprio da versioni siriache. Anteriormente e contestualmente, i medesimi gruppi cristiani operavano in ambito medico in vari centri del Medio Oriente sotto legida della corte sasanide, dove intere opere mediche greche, come pure indiane, erano state tradotte in pahlavi gi al tempo di Khosrau I (VI sec.). Tra queste popolazioni, poi subentrate nella sfera dellautorit arabo-islamica, si era cos venuta ad instaurare una forte compenetrazione culturale, manifesta soprattutto attraverso lingresso di numerosi termini persiani in siriaco (Ciancaglini, 2008: 10-20, 22-25)-. In secondo luogo, sono lespansione territoriale arabo-islamica - con la quale si facilita la libera circolazione di uomini e idee - e la conseguente fusione con i popoli sconfitti ad imporre laccettazione di una terminologia tecnica presa a prestito da altre lingue (si pensi al berbero, al latino e al vernacolo spagnolo). Il fenomeno di ampliamento del lessico scientifico mediante prestiti dunque strettamente connesso al processo di diffusione del sapere, ampliamente osservabile anche nella direzione opposta: le traduzioni latine di testi scientifici realizzati ad alAndalus a partire dal X secolo sono ricchissime di arabismi. Un esempio di persistenza di tali prestiti rappresentato dal portoghese (Meyerhof, 1939; ib. 1939a).] [17: Esposizioni puntuali riguardo ai procedimenti di creazione lessicale in arabo a partire dal greco, si trovano in: Diosc. ar.: XVII-LVII, Bielawsky (1956: 285-291), Macuch (1982) e Di Vincenzo (2007).]

Il criterio adottato per la disposizione dei lemmi si avvale dellanalogia grafica, vale a dire che il solo ductus, non il valore fonetico delle lettere, a determinare la successione delle parole. Ad esemplificazione di quanto detto, si osservi la sequenza:

.bbr - .yrbn - .r.s .brn - .nr.nn = - - - -.

Sar utile soffermarsi alcuni istanti sulluso delle abbreviazioni nel Adwiya con cui affiora ancora una volta laccuratezza spesa nella pianificazione dellopera. Poich il qism al-kalm di ogni capitolo basato principalmente sulla Materia Medica di Dioscoride riproposta integralmente in citazioni testuali (v. al-muqaddima p. 5) - e sul De Simplicium medicamentorum temperamentis et facoltatibus di Galeno, al-fiq introduce i passaggi ripresi da questi due autori rispettivamente con le lettere dl e m. Poi, fa seguire ad ognuna di queste, unaltra lettera indicante, sempre secondo lordine abad, il capitolo dal quale il brano stato tratto. Cos si avr, ad esempio, dl m ad indicare Dioscoride, terzo capitolo della Materia Medica, e m ww a significare Galeno, sesto capitolo del De simplicium. Nel qism al-tafsr le fonti pi citate sono il w flibb di alRz, indicato con la lettera , e il Kitb alnabt walaar di Ab anfa al-Dnawar, segnalato con la lettera f.

III. Le fonti

Nel Kitb al-adwiya ogni passaggio attribuito allautore dellopera - o della sua traduzione araba - da cui stato tratto e solo in poche occasioni sono offerti dettagli relativi al titolo della fonte. Tali indicazioni, lacunose per noi che allo stato attuale degli studi della storia della medicina disponiamo di un quadro incompleto sulla letteratura prodotta in lingua araba, spesso impediscono una puntuale identificazione dei testi citati.

Di seguito, riportata una lista degli autori menzionati nel solo capitolo alif. Come si vedr, le fonti del Adwiya di al-fiq oltrepassano i confini del genere letterario-scientifico pertinente la farmacopea vi sono opere lessicografiche, agronomiche, botaniche, geografiche, farmacologiche e mediche[footnoteRef:18] - e appartengono a diverse tradizioni culturali, venendosi a disporre su un ampio ventaglio geografico e temporale. [18: Il punto di unione tra queste opere linformazione sulle piante e il Kitb al-adwiya di alfiq non costituisce uneccezione nel panorama letterario-scientifico arabo-islamico dove, per secoli, non si osservano distinzioni nette tra gli ambiti di studio delle scienze. Ci ben visibile nella storia della botanica islamica che pu essere approssimativamente divisa in alcuni periodi in cui predominano autori di indirizzo diverso: i lessicografi, ad esempio, prevalgono nel primo periodo e i filosofi nella maturit; la maggior parte dellinformazione islamica sulle piante, tuttavia forse pi che in opere dichiaratamente dedicate alla botanica, trasmessa in opere dedicate ad altre scienze: la medicina, che utilizza le piante nella farmacopea, la geografia, che le cita nelle descrizioni dei luoghi; quanto allagricoltura, dati i noti legami con leconomia e la politica, tra le fonti compaiono, com naturale, le cronache dei regni, i registri ufficiali delle amministrazioni, i trattati di isba (Carusi, 2007: 54).]

Tradizione greca[footnoteRef:19]: [19: Per maggiori dettagli bio-bibliografici si vedano: GAS (III: 301-318, 330-346; IV: 20-340), Ullmann (1970: 25-107) e Rashed (1996, III: 813-20). ]

Teofrasto (372-287 a.C), discepolo di Aristotele, noto agli Arabi per il trattato su Le cause delle piante. Secondo Ibn Nadm (Fihrist: 252), fu tradotto in arabo durante la seconda met del III/IX sec. da Ibrahm b. Bakk, un medico di Bagdad, con il titolo di Asbb al-nabt. La traduzione araba oggi ritenuta perduta.

Democrito (II sec. a.C.), identificato da Wellmann con Bolos di Mendes, considerato lautore dei Georgika di cui esistono frammenti nel ms. arabo 2802 conservato presso la Bibliothque Nationale di Parigi, in un ms. bizantino del VII-VIII sec. e in un ms. siriaco del British Museum datato probabilmente IX sec.

Xenocrate di Afrodisia (vissuto intorno al 70 d.C.) spesso citato nella letteratura farmacologica araba per le sue cure a base di sezioni di organi e secrezioni umane e animali che avevano scatenato aspre polemiche da parte di Galeno. Divenne noto agli Arabi attraverso la mediazione iranica.

Pedanio Dioscoride di Anarzaba (I sec.), nato ad Ayn Zarb in Cilicia, autore de La Materia medica, tradotta a Baghdad per la prima volta in arabo, direttamente dal greco, da Iafan b. Basl, durante il regno di al-Mutawakkil (233-247/847-861). Questa versione araba, sottoposta alla revisione del celebre traduttore unayn b. Isq, lunica traduzione integrale ad essere stata realizzata. Tuttavia la mancata identificazione di una quantit relativamente grande di medicamenti comport, nei secoli successivi, la messa in atto di ripetute traduzioni integrative a partire da nuovi manoscritti greci e lelaborazione di commenti[footnoteRef:20]. [20: Unanalisi dettagliata delle traduzioni successive alla prima e dei commenti si pu trovare in GAS (III: 58-60) e Sadek (1983: 7-13). ]

Rufo di Efeso (II sec.), vissuto al tempo di Traiano (98-117), non produsse meno di 58 scritti di medicina, poi tradotti in arabo. Al-fiq cita il suo trattato sulla melancolia.

Galeno di Pergamo (129-199) fu considerato, presso gli Arabi, il pi importante tra tutti i medici greci. Gi nel corso del VI sec. la sua imponente produzione letterario-scientifica era stata tradotta in siriaco. Durante la seconda met del IX sec. divenne disponibile anche in arabo. Attraverso la Lettera ad Al b. Yay b. alMunaim, inviata da unayn al suo protettore, il segretario del califfo al-Mutawakkil, conosciamo i dettagli della sua traduzione dal greco in siriaco del De Simplicium medicamentorum temperamentis et facoltatibus, di cui gi esisteva la versione poco apprezzata di Sergio di Re Ayna (m. 536). Dalla traduzione siriaca di unayn, ubay ricav la versione araba, poi diffusa in tutto il dr al-Islm. Al-fiq cita anche altre sue opere: il De Compositione medicamentorum secundum locos (Kitb al-Miymr), il De Antidotis (Al-adwiya al-muqbala liladw), il Trattato della teriaca (Rislat al-taryq), il De Compositione medicamentorum per genera (Qnis, ).

Oribasio (325-403) autore di una enciclopedia medica in 70 libri, tradotta in siriaco e in arabo rispettivamente da unayn e dal suo allievo sa b. Yay, comprendente anche una sezione sui semplici. Unaltra sua opera appartenente allo stesso genere letterario, il De medicamentis usitatis, fu tradotta in arabo da Iafan b. Basl.

Paolo dEgina visse ad Alessandria poco prima della conquista araba dellEgitto (640-642). autore di un compendio di medicina in 7 libri tradotto prima in siriaco e poi in arabo da unayn. Il settimo libro comprende un trattato sui semplici.

Kassanos Bassos Scholasticos (VI sec.), noto agli Arabi come Quss, autore dei Georgika, tradotto in arabo con il titolo di Fila al-rmiyya da Sars b. Hiliya al-Rm verso il 212/827 direttamente dal greco. Unaltra traduzione fu realizzata indirettamente dal pahlavi con il titolo di Kitb al-zar.

Badras (?) molto probabilmente la forma arabizzata di Pythagoras, medico greco che si pensa abbia operato a ndpr non prima dellepoca sasanide. autore di un trattato sui succedanei, intitolato Peri antemballomenn, di cui si conservata soltanto la versione araba. La terminologia tecnica usata nel trattato in lingua araba rivela la mediazione iranica.

Tradizione mesopotamica:

Al-fila alnabaiyya, opera anonima pervenutaci integralmente, era considerata dagli Arabi una delle pi importanti fonti geoponiche. Fu tradotta in arabo dal siriaco da Ibn Waiyya alla fine del II/VIII sec.

Tradizione indiana:

Il Caraka-Samit, un compendio medico che conteneva gli insegnamenti di Agnivea, fu, secondo la relazione di Ibn al-Nadm, prima tradotto dallindiano al persiano e poi, infine, in arabo da un certo Abd Allh b. Al. Lopera frequentemente citata da alRz sotto il nome di arak. Nel Adwiya di alfiq menzionata come arak al-hind.

tradizione islamica:

Msarawayh (VIII secolo) noto per aver tradotto dal siriaco i compendi di medicina di Aharon. Alfiq lo menziona come alYahd.

s b. akam (VIII secolo) autore di un Kunn sulla medicina, oggi ritenuto perduto. Si dice comprendesse una trattazione delle droghe. Al-fiq lo menziona sotto lo pseudonimo di Mas.

Yann b. Msawayh (m. 857) oper come traduttore a Baghdad presso la corte del califfo al-Mamn. Tra i numerosi scritti a lui attribuiti, ne sono menzionati alcuni sugli alimenti e i veleni.

unayn b. Isq (809-873) noto soprattutto per la sua attivit di traduttore dal greco al siriaco. anche autore di trattati originali, tra cui una Scelta di medicamenti semplici sperimentati. Al-fiq lo cita riferendosi alle sue traduzioni delle opere di Galeno.

Al b. Sahl al-abar IX secolo) autore del Firdaws al-ikma, un compendio di medicina in cui ben 25 capitoli sono dedicati alle virt dei farmaci. Nellappendice viene data una esposizione del sistema della medicina indiana che Al aveva appreso dalle traduzioni persiane o arabe delle opere di Caraka, Suruta, Vgbhata e Mdhavakara.

ubay b. al-asan, nipote di unayn e suo pupillo, tradusse in arabo molte opere mediche, principalmente di Galeno, dalle versioni siriache.

s b. Msa oggi noto soltanto per aver composto un libro sulle virt degli alimenti, andato perduto.

Isq b. Imrn (IX sec.), medico di Bagdad emigrato in Nord Africa, ha lasciato una dozzina di scritti, tra i quali uno sui semplici frequentemente citato da alfiq.

Isq b. Sulaymn al-Isrl (IX sec.), celebre medico ebreo di Qayrawn e pupillo di Ibn Imrn, autore di numerose opere, alcune delle quali tradotte in latino, che circolarono in Europa fino al XVII secolo. Il suo Libro sui medicamenti semplici e gli alimenti frequentemente citato da al-fiq.

Ab anfa al-Dnawar (m. 895), filologo e botanico di estrazione persiana, lautore del Kitb al-nabt, fonte di riferimento per i lessicografi arabi per la verifica dellesattezza dei nomi delle piante.

AlRz (Razhes, 865-925) autore di numerosi trattati sui medicamenti semplici e sui succedanei ma noto soprattutto per la monumentale enciclopedia medica al-w fl-ibb (Continents medicinae) che compendia in 24 volumi lintera letteratura terapeutica fino ad allora tradotta. Oltre al trattato sui semplici incluso nel w, alfiq menziona il Manfi al-aiya wa raf marriha e ibb al-fuqar (Man l yauruhu alabb).

Nass (Anastasius) b. uray (X sec.), medico di fede cristiana, oper in Egitto. La sua opera pi importante un Kunn sulla medicina.

Ab Bakr Amad b. Ibrhm (m. 1000 c.ca), pupillo di al-Isrl, noto come Ibn alazzr, scrisse 25 trattati di medicina, tra cui il Kitb alItimd.

Ab Dwud Sulaymn b. asn (X sec.), noto come Ibn ulul ( citato in entrambi i modi da al-fiq), oper a Cordova al servizio del califfo Him II. Il suo Tafsr asm aladwiya almufrada min kitb iysquris rappresenta il risultato di un lungo lavoro dquipe, svolto sulla base di un nuovo manoscritto del Dioscoride greco, mirante ad identificare tutti i nomi citati nella Materia medica. autore anche della Maqla f ikr al-adwiya allat lam yakuru-ha Diyasqrdis f kitbi-hi.

Muammad b. Abdn (X sec.) era, secondo IAU (II: 46), un medico arabo-spagnolo che viaggi nei Paesi del Vicino Oriente dal 958 al 971. Visse a Fus per un periodo, poi si rec a Baghdad dove divenne discepolo del filosofo Ab Sulaymn al-Siistn. La sua produzione letteraria pressocch sconosciuta.

Ab Bakr mid b. Samn (m. 1001), medico spagnolo, citato da al-fiq per il suo trattato sui medicamenti semplici (Kitb aladwiya al-mufrada).

Ibn Sn (Avicenna, 980-1037) il celebre autore dellenciclopedia medica Al-Qnn fl-ibb (Canone di medicina). Lopera divisa in 5 libri, di cui il secondo interamente dedicato ai medicamenti semplici.

Ab al-asan Al b. Ruwn (980-1060), medico pratico operante al Cairo, noto per aver lasciato numerosi scritti e per una lunga controversia scientifica con Ibn Buln di Baghdad. Tra le sue opere, vi un trattato sui semplici.

Ab Ubaydallh b. Abd al-Azz al-Bakr (m. 1004), geografo e filologo andaluso, visse prevalentemente a Cordova. Il suo trattato geografico, dal titolo Kitb almaslik wal-mamlik Libro delle rotte e dei reami, offre numerose descrizioni di piante.

Abl-Muarrif Abd al-Ramn b. Wfid (998-1074), medico spagnolo, autore di un trattato sui medicamenti semplici (Kitb al-adwiya al-mufrada), molto citato dagli autori successivi, poi tradotto in latino.

IV. I manoscritti

Consultando le fonti bibliografiche alla ricerca dei manoscritti del Libro di alfiq, mi sono imbattuta in un certo numero di segnalazioni obsolete. Oltre alle copie di Rabat, Montral, Tripoli di Libia e Cairo, di cui ho potuto constatare la conservazione fino ad oggi nei medesimi luoghi - seppure mi sia stato possibile ottenere copie fotografiche soltanto delle prime due[footnoteRef:21] , mi si presentava, attraverso indicazioni offerte da cataloghi decisamente datati, la possibilit di localizzare altre tre copie manoscritte, conservate in biblioteche pubbliche e private di Madrid (Morata, 1934: 109, 149), Aleppo (Sbath, 1938-40: 110) e Oxford (GAL, I: 643). Soltanto ulteriori indagini, dispiegate anche sul territorio, hanno rivelato lattuale stato della situazione: [21: I mss. di Tripoli e del Cairo fanno parte di collezioni private. C da chiedersi se lesemplare cairota descritto da Meyerhof (1941: 13-29) come una riproduzione pi recente della copia di Montral, sia lo stesso codice conservato ancora oggi o unaltra copia dellopera. ]

1) la biblioteca Escorialense di Madrid, indicata da Morata, non possiede il ms. di alfiq. Il catalogo ricostruisce un fondo antico, anteriore allincendio del 1761 durante il quale molti testi andarono perduti;

2) i fondi privati di Aleppo catalogati da Sbath sono confluiti in massa nella Biblioteca Nazionale alAsad di Damasco e una parte stata acquisita dalla Biblioteca Apostolica Vaticana. Ma di fatto, nessuna delle due possiede notizie del codice;

3) il ms. della biblioteca Bodleiana di Oxford altro non che la copia oggi conservata a Montral. Rimase ad Oxford per un breve periodo per poi essere trasferita presso la Biblioteca canadese.

a)

b)

c)

Ms. della Bibliothque Gnrale et Archives di Rabat

Le premier volume seulement des deux que comportait cet ouvrage capital sur la matire mdicale qui est la principale source dIbn alBatr et qui tait considr jusquici comme totalement perdu. Il fut dcouvert Tamagrout par M. Kettni (Fs, 1963: 19).

In occasione del Congresso Internazionale degli Orientalisti svoltosi a Mosca nel 1963 viene annunciato il rinvenimento di un certo numero di manoscritti rari come risultato di una campagna investigativa avviata in tutto il Marocco nei primi mesi di indipendenza dal protettorato francese (1956). Uno dei manoscritti ritrovati il Libro di al-fiq, rimasto per un tempo incalcolabile presso la biblioteca Zawiyya di Tamagrut, nel sud-sahariano.

Il codice, oggi conservato nella Bibliothque Gnrale di Rabat (dora in poi indicato con R), rappresenta un frammento del primo volume dellopera. Comprende lintroduzione e i primi 7 capitoli (alifzy) in cui si contano 310 voci (limitatamente al qism al-kalm). Consta di 198 fogli numerati, contrassegnati da richiami.

Il testo, ripartito in 21 righe per foglietto, chiaramente leggibile nonostante siano spesso omessi i punti diacritici. Lhamza non annotata se non episodicamente. La grafia non presenta caratteristiche costanti che permettano di inquadrarla in un preciso stile di scrittura e frequentemente appaiono parole spezzate su due righe a lasciar supporre che chi ha trascritto il testo, certamente non un copista di professione, lo abbia fatto per uso personale.

Il frontespizio recita a chiare lettere: primo tomo del libro dei medicamenti semplici di origine vegetale. Autore: Ab afar Amad b. Muammad b. Amad b. Sayyid alfiq.

Sfogliando il manoscritto si distinguono vistose annotazioni ai margini del testo consistenti in correzioni, reintegrazioni di passaggi mancanti, commenti e informazioni supplementari sui rimedi curativi. Le note includono citazioni tratte da varie opere. Tra gli autori citati pi spesso, al-Rz, Isq b. Imrn, Galeno e soprattutto Ibn al-Bayr.

Al termine del trattato (f. 198v) apposta, oltre il normale formato di pagina, con grafia incerta e differente da quella consueta, la dicitura fine della prima parte, ovvero la met del libro. In realt mancano ben 4 capitoli (, , y, kf) prima di giungere alla effettiva conclusione del primo volume, come appare evidente dal confronto con il ms. di Montral, e il testo bruscamente interrotto prima della fine del qism al-tafsr del capitolo zy. Il ms., ritrovato in forma apoda, non contiene informazioni di alcun tipo circa lamanuense, la data o il luogo di produzione.

3.

4.

1. 1

Ms. della Osler library presso la Mc gill University di Montral

Inizialmente scambiato per un frammento del Dioscoride arabo, il ms. fu acquistato insieme ad una copia della Materia medica nel 1912, in Iran, da William Osler, poi divenuto professore regio di medicina presso lUniversit di Oxford. Il prezzo pagato per i due codici fu di 25 sterline, soltanto 5 pound in pi rispetto allofferta del British Museum. Destinato in un primo momento alla biblioteca Bodleiana di Oxford, il pregiato volume fu reclamato dal dr. W. W. Francis - prima catalogatore della collezione osleriana, poi bibliotecario della Osler Library - quando egli stesso si accorse che questo volume era in realt una copia del kitb al-adwiya al-mufrada di alfiq[footnoteRef:22]. [22: Per maggiori dettagli sul codice di Montral, si veda Gacek (1989: 49).]

Lesemplare oggi conservato a Montral (qui indicato con M) si compone di 285 fogli non numerati, alcuni dei quali fuori posto. Comprende lintroduzione e 11 capitoli che includono la trattazione di 475 tipi di medicamenti (limitatamente al qism al-kalm) e si fregia di 367 disegni a colori che Meyerhof (1941: 20) ha attribuito, per la fine esecuzione, alla mano di un artista appartenente alla scuola di Baghdad. Il ms. manca del frontespizio. Il colofone informa che si tratta del primo volume dellopera[footnoteRef:23]. [23: Al f. 285a si legge: tamma arf al-kf wa tammu-hu tamma al-uz al-awwal min kitb al-fiq fine della lettera kf con cui termina il primo volume del libro di al-fiq .]

Il testo, scritto in un tratto elegante e chiaro definibile antico nas (al-nas alqadm), si distribuisce su 23 linee per pagina, in parte vocalizzato e spesso segnala le lettere prive di punti riscrivendole sotto, in versioni in miniatura (ad es.: , ayn, ecc.). La hamza annotata episodicamente, tranne che nelle parole di origine straniera dove non compare affatto.

Ai margini sono spesso visibili correzioni e reintegrazioni di parti di testo mancanti segnalate da una linea curva posta nel luogo esatto in cui vanno reinserite. La fine di una reintegrazione indicata dalla parola aa ad indicare che stata fatta una correzione.

I primi otto fogli sono stati aggiunti posteriormente al corpo principale: presentano infatti vistose difformit rispetto ai successivi, per sistematiche lacune nel testo in corrispondenza dei titoli dei paragrafi e delle citazioni delle fonti. La dicitura apposta in testa al f. 9a, che riporta chiaramente uno pseudo titolo formulato alla maniera persiana (ibb Qfiq, dove la qf al posto della ayn ed omesso larticolo prima del nome) avvalla lipotesi della circolazione del ms. in Iran in forma acefala per un certo periodo di tempo, prima che Osler lo acquistasse.

Il nome del copista non dato. Dal colofone si ricava una data di stesura che fino ad oggi stata oggetto di differenti interpretazioni[footnoteRef:24] e che, a mio parere, dovrebbe leggersi: f muntaaf abn sana sab mia, nella met del mese di abn dellanno 700/1300. [24: Cfr. fiq (Muqaddima: 411). Meyerhof (1941: 16) offre unaltra lettura: f mutaaf raman sittamia wa-arba wa-amsn nella met del mese di Raman dellanno 654/1256.]

V. note alledizione

Con la presente edizione si offre al lettore un testo normalizzato, vale a dire reintegrato di quei segni grafici costantemente (hamza e madda) od occasionalmente (punti diacritici) omessi nei mss. Tuttavia, numerosissimi nomi di origine greca designanti semplici sono stati lasciati privi della hamza sullalif iniziale sia nellintento di risparmiare al lettore inutili forzature - poich in alcuni casi si tratta di alif pleonastico con funzione di evitare il gruppo consonantico in principio di parola -, sia nel rispetto della prassi seguita da molti in opere di argomento analogo.

Il testo di R stato utilizzato come principale riferimento nella stesura delledizione essendo il pi attendibile per una serie di aspetti:

1) come si detto, M presenta la totale omissione dei titoli di paragrafo e della citazione delle fonti nei primi otto fogli e alcune pagine sono fuori posto;

2) R annota parole e intere frasi che risultano del tutto omesse in M o reintegrate attraverso note marginali, richieste dal contesto o attestate in pi di una delle fonti indirette;

3) R offre la lectio difficilior nella maggior parte dei casi di discordanza tra le lezioni dei due mss.

Tuttavia, M spesso fonte migliore per le parole di origine greca.

In R ricorre con una certa frequenza lannotazione di alcune lettere al posto di altre (soprattutto f per qf e t per ). In genere, divergenze di questo tipo sono state segnalate solo quando lalternanza tra le lezioni dei due mss. affiorava anche dal raffronto delle fonti indirette rivelando la coesistenza di varianti.

La liceit di ricostruire quei nomi di origine greca che, pur apparendo come il prodotto di unoriginaria trascrizione fonetica, si ritrovano nei mss. in forme molto distanti dal modello, stata valutata per ogni singolo caso. Tuttavia, soggiace un criterio generale alle mie ingerenze: i prestiti che non rientrano direttamente nello scopo dellopera, che ricorrono sporadicamente e per di pi allinterno di passaggi citati indicanti luoghi, malattie e strumenti medici, tra le altre cose in linea di massima, sono stati ricostruiti facendo riferimento o alle forme attestate nelle fonti indirette o al valore fonetico del termine dorigine quando R e M concordavano nel ductus (entrambe le tipologie di intervento sono segnalate in nota dallavversativa ma). Le motivazioni di questa scelta si basano sullipotesi che questi termini, mai entrati in uso in arabo e riportati dal libro di al-fiq nello stesso modo in cui apparivano nel Dioscoride arabo dove erano stati semplicemente trascritti poich il traduttore non ne aveva identificato il significato, fossero facilmente esposti ad alterazioni poich ignoti ai copisti, la cui conoscenza delle lingue classiche poteva limitarsi, nel migliore dei casi, al solo ambito farmacologico.

Sussistono circostanze esattamente opposte per i prestiti designanti i semplici, per i quali si stabilito di rispettare rigorosamente le lezioni concordanti dei mss. anche quando si presentavano in forme molto distanti, sul piano fonetico, dal modello in lingua originale poich proprio queste forme, attestate anche in altri trattati, cosituiscono il risultato di un processo di adattamento in arabo.

Per le sole piante a cui al-fiq ha dedicato una descrizione nel qism al-kalm, si scelto di indicare in nota le identificazioni proposte dagli studi botanici pi recenti rimandando lidentificazione di tutte le altre alledizione dei capitoli successivi sempre in concomitanza con la loro descrizione.

Si ritenuto opportuno compilare indici analitici dei termini greci, latini e spagnoli da cui traggono origine i nomi menzionati da al-fiq per consentire, a chi fosse interessato, di effettuare ricerche bidirezionali. Diversamente, si preferito collocare i nomi arabi di origine siriaca, berbera, persiana e indiana, sui quali mi riservo di effettuare uno studio specifico in un secondo tempo, nella lista generale dei semplici per facilitarne la ricerca a prescindere dalletimologia.

Abbreviazioni

Ber.

berbero

Pers.

persiano

Cast.

castigliano

Sir.

siriaco

Gr.

greco

Sp.

latino volgare parlato in Spagna

Lat.

latino

Sistema di trascrizione

a,

b

t

d

r

z

s

f

q

k

l

m

n

h

w,

y,

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TRADUZIONE

Introduzione

Nel nome di Dio clemente e misericordioso, Ab afar Amad b. Muammad b. Amad b. Sayyid alfiq, che Dio ne abbia misericordia, disse: avevo cominciato a scrivere un libro sui medicamenti semplici per servirmene come promemoria personale, lungi dal volerlo rendere pubblico. Mi tratteneva laver visto quante poche persone sanno discernere, in quel che scritto, il giusto da quel che non lo e quanto poco sanno la differenza tra chi ricava una cosa giusta da una in cui vi era gi un errore e chi invece sbaglia una cosa che era giusta corrompendola a scapito dei posteri. Anzi, come se le loro menti fossero naturalmente inclini al dire malato e a rifuggire il vero, scelgono lopera che hanno a disposizione: la antepongono e la preferiscono a un altra o perch lautore godeva di prestigio e di una posizione prossima al potere, o perch era molto ricco; in poche parole, perch uomo divenuto famoso e celebre per cause mondane. Quanto allessenza dellopera, non la capiscono, n ci per cui superiore a unaltra, n ci per cui unaltra le superiore.

Per questo non volevo che una mia opera fosse pubblicata. Per lo scarso discernimento della gente di cui abbiamo detto e perch lautore si sarebbe reso bersaglio delle chiacchiere degli invidiosi a cui gli le orecchie degli ignoranti sono attente. Gli intelligenti, i competenti e i giusti sono una rarit.

Quando alcuni amici mi hanno spinto a ricopiare questa opera, vi ho voluto premettere e menzionare: lo scopo, il metodo di composizione e la ragione che mi ha indotto a scriverlo. Pertanto dir che il mio obiettivo era duplice. Uno era raggrupparvi gli insegnamenti dei medici lungimiranti, tra gli antichi e i moderni, sul trattamento dei medicamenti semplici, affinch chi interessato a uno qualsiasi di questi sappia tutto ci che stato detto su di esso e sui suoi effetti senza essere prolisso, aggiungere, n ripetere insegnamenti simili, piuttosto con la maggiore brevit e concisione possibile raccogliendo e raggruppando; laltro era spiegare i nomi dei medicamenti sconosciuti che si trovano nei libri dei medici.

In molti hanno gi scritto riguardo a questi due obiettivi ma nessuno ha portato a termine il suo intento: n lo ha assolto, n ha verificato a fondo quanto ha scritto. Chiunque esamini i loro libri trover che non potrebbero esserci pi discrepanze, tanto da confondersi e non distinguere il vero dal falso. evidente che la maggior parte di loro dipende luno dallaltro ed emula nellerrare il pi antico: ogni qualvolta uno ha sbagliato, vedi una schiera [di persone] seguire il suo errore commettendo lo stesso sbaglio. Questa una dimostrazione che non hanno composto le loro opere ricercando e studiando, ma che alcuni di loro hanno soltanto fatto una copia dellopera del loro predecessore approvandone gli errori e convenendo con lui sulle cose giuste.

Allora, non bisogna biasimarne nessuno quando ha sbagliato, n lodarlo quando ha fatto bene, ma necessario muovere verso tutti la sola critica di esser stati negligenti nel ricercare e di aver poco verificato [quanto hanno scritto]. E chi di loro ha ricercato qualcosa, non lo ha fatto a sufficienza poich non ha indagato a fondo tutto quel che ha menzionato. Dunque, in parte ha fatto bene e in parte ha sbagliato.

Se non fosse stato per la [mia] riluttanza alla prolissit, avrei riportato lerrore di ognuno di loro spiegandolo e chiarendolo affinch il lettore di questo libro conoscesse lentit della nostra indagine. Siamo andati a verificare le cose discordanti fino a riconoscere le vere tra le false nella maggior parte dei casi; fanno eccezione poche ricorrenze per le quali non abbiamo trovato una via che portasse a verificarle, pur avendo approfondito la questione al meglio delle nostre capacit e possibilit.

Tra loro v chi ha sbagliato nel riunire gli insegnamenti, come ha fatto Ibn Wfid laddove ha raccolto il discorso di Dioscoride su un medicamento e lo ha aggiunto a quello di Galeno su un altro medicamento pensando che fossero uno [solo], oltre ad aver alterato e corrotto il discorso di Galeno deviandolo dal suo significato e ad averne danneggiato la sostanza falsandolo, per non dire altro che richiederebbe troppo tempo menzionare.

Tra loro v chi mente, come ha fatto Ibn Sn in molti passaggi dei suoi medicamenti laddove riferisce di Dioscoride e Galeno cose che non hanno mai detto.

In poche parole, nessuno ha parlato di uno di quei due obiettivi menzionati al principio di questa opera se non commettendo errori grossolani, da al-Rz, che ne stato il primo, fino a questi nostri tempi.

Sbagliando ed errando nessuno di loro ha soddisfatto il suo proposito, n lo ha portato a termine nel suo lavoro. Questa stata la ragione che mi ha indotto a scrivere un libro che fosse una raccolta di insegnamenti degli antichi e dei moderni per me stesso, per esimermi dal guardare altre opere composte su questa arte, che erano incomplete ed errate.

Con laiuto di Dio Altissimo ho approfondito la questione quanto pi ho potuto in virt del mio sapere e della somma delle mie capacit guardandomi con tutte le forze dallerrore in cui altri sono caduti. Con ci non sono andato in cerca di fama e onore ma solo della mia propria utilit. Vi ho riportato tutti quei medicamenti citati da Galeno e Dioscoride che nessuno dei nostri predecessori ha raccolto in maniera soddisfacente. Dopo i loro enunciati sul trattamento di un medicamento da loro menzionato, abbiamo aggiunto quello degli autori posteriori che era corretto tralasciando gli enunciati errati dei moderni di cui ci era palese lerrore. Abbiamo riportato di ogni enunciato il nome dellautore, tranne quello che non ci era noto, affinch si sapesse la provenienza di ogni insegnamento. Si osservino con fiducia e certezza soltanto gli insegnamenti pronunciati da Dioscoride e Galeno. Quanto a quel che hanno detto i moderni, siane diffidente e timoroso, poich molti di loro hanno sbagliato chiamando i medicamenti con altri nomi, hanno nominato un medicamento mentre parlavano di un altro, dato che non lo conoscevano o mentivano come abbiamo detto, hanno citato gli antichi danneggiando, deformando e corrompendo la trasmissione e tutti hanno attestato cose non verificate n provate. Per questo meglio attribuire ogni enunciato alla persona a cui appartiene.

I loro insegnamenti simili e concordi a quelli degli antichi non li abbiamo riportati. Ne abbiamo fatto a meno grazie agli insegnamenti precedenti anche se, secondo alcuni, sono un bene valendo come numerose testimonianze. Noi diciamo che se ognuno di loro avesse menzionato soltanto quei medicamenti di cui aveva sperimentato gli effetti, questa opinione sarebbe giusta. Ma le cose non stanno cos, anzi ognuno di loro ha soltanto copiato lenunciato del suo predecessore, ad eccezione di pochi. Allora, menzionare gli insegnamenti concordi non serve ad altro che ad aumentare e dilungare il discorso.

Cercando di riassumere e abbreviare, abbiamo messo al posto dei nomi di Dioscoride e Galeno dl e m e abbiamo aggiunto, dopo la lettera che indica il nome, unaltra lettera indicante il capitolo in cui si trova la menzione di quel medicamento nellopera di ognuno per facilitare la ricerca di quellenunciato a chi intendesse farlo.

Mi sono prefissato di riportare letteralmente il discorso di Dioscoride su ognuno di quei medicamenti la cui menzione era completa poich stato il primo [a parlarne] e il suo discorso comprendeva ornamento, scelta ed effetti. Vi ho aggiunto il discorso di Galeno che tratta lo scopo e lutilit eliminando il superfluo - quando cera -. Dopo di ci, ho fatto seguire unintegrazione quando cera di uno dei moderni ai loro enunciati. Inoltre, vi ho aggiunto quei medicamenti semplici non menzionati da Dioscoride e Galeno ma dai medici posteriori e anche alcune erbe presenti da noi, impiegate dalla gente del nostro paese, che nessuno dei nostri predecessori ha menzionato.

Ho ordinato i capitoli dellopera secondo le lettere abad per facilitare il ritrovamento di quelle che si cercano. Ho fatto seguire la fine di ogni capitolo dalla spiegazione dei nomi [che iniziano] con quella lettera, presenti nel libro. Cos, ogni capitolo suddiviso in due sezioni: una sulla trattazione dei medicamenti e laltra sulla spiegazione dei nomi. Di queste spiegazioni, quelle menzionate da al-Rz nella sua opera al-w, le abbiamo segnalate con , quelle che Ab anfa ha riferito dagli Arabi, le abbiamo segnalate con f. Poi abbiamo aggiunto i nomi di altri ma questi due sono i pi ripetuti.

Poich in questa sezione, quella in cui i nomi sono spiegati, ci sono tanti lemmi e chi ne cerca uno avrebbe bisogno di leggere tutto il capitolo, li abbiamo disposti secondo le lettere dellalfabeto con un espediente: chi lo comprende pu estrarre da qualsiasi capitolo voglia, qualsiasi nome voglia, senza leggere una sola riga del capitolo, n pi. Questa una cosa che nessuno oltre me ha mai fatto prima: ci siamo lasciati guidare in questa disposizione dalle forme delle lettere, non dalle lettere vere e proprie, visto che la maggior parte di questi nomi erano scritti male o modificati e che era rimasta corretta soltanto la forma delle lettere. Il nostro scopo in tutto quel che abbiamo fatto, stato semplificare e agevolare.

Il discorso sugli alimenti, i profumi e la suddivisione delle forze dei medicamenti in prime, seconde e terze, malgrado sia al di fuori dello scopo di questa opera, stato trattato da Galeno e da altri dopo di lui. Noi ci siamo prefissati soltanto quellobiettivo finora trascurato che nessuno ha portato a termine, malgrado sia di poca utilit nellarte della medicina se il medico non cerca di sperimentare quelle sostanze che nessuno prima di lui ha utilizzato ma adopera ci di cui conosce la forza per esperienza.

Quanto alla conoscenza delle forze dei medicamenti e alla loro suddivisione, malgrado si pensi che siano cosa utile nellarte, io dico che tra le questioni generali di medicina che debbono essere scritte nei libri, quelle che sono i fondamenti nella scienza medica, non v discorso sulla forza del trattamento di un medicamento, giacch una questione irrilevante. Per questo abbiamo fatto a meno di parlarne in questa opera, sebbene gli autori precedenti ne abbiano discusso a lungo.

Lornamento, la scelta del medicamento e saper riconoscere il buono dal cattivo costituiscono pi in particolare lobiettivo di questa opera, sebbene la maggior parte dei nostri medici ritenga che siano [argomenti] superflui, al di fuori dellarte della medicina e che il medico non sia tenuto a conoscere cose come queste ma che, anzi, debba affidarsi a erboristi e farmacologi.

Replico dicendo: riguardo alla loro affermazione che questo qualcosa di diverso dalla professione medica, dicono il vero, vale a dire che conoscere i medicamenti e sceglierli compete soltanto allarte della farmacologia, non a quella medica. Ma tutti questi nostri medici sono farmacologi. Chi fra loro dica che non tenuto a conoscere i medicamenti [dimostra] unignoranza spudorata e insolente perch tutti loro si occupano di persona della lavorazione dei medicamenti composti e di tutti i prodotti farmacologici. Che vergogna sarebbe per uno di loro se si sapesse che, dopo aver richiesto droghe semplici per preparare un composto e che gli siano state portate, pur non sapendo se sono quelle che vuole o altre, lo preparasse e lo somministrasse al paziente affidandosi ciecamente allopinione degli erboristi e dei raccoglitori di erbe che sono persone che non leggono i libri, non conoscono che la minima parte dei medicamenti, sono per la maggior parte inaffidabili e quello che sanno sulle droghe viene loro dallessersi affidati ad altri privi di scienza, oltre ad essere notoriamente in contrasto e in disaccordo tra di loro.

Io dico che tutti questi nostri medici sono farmacologi, poich non traggono profitto n salario se non dalla farmacologia e non lo sanno. In questo, sono paragonabili a un falegname che non ha mai avuto altro profitto se non dalla lavorazione del legno e che, ignorando di essere un falegname, pensa che la sua arte sia unaltra. Chi non conosce se stesso a tal punto, non dovrebbe parlare affatto!

Il medico colui che prescrive alimento, medicamento, provvedimento e altro al malato [e] non lavora nessuna di queste cose personalmente. soltanto un medico, non un farmacologo. Chi si occupa della lavorazione dei medicamenti e della preparazione dei composti un farmacologo.

Chi tra i nostri medici dica che la conoscenza dei medicamenti semplici non di mia competenza, non ha il diritto di parlare dal momento che un medico, ma in quanto farmacologo ne ha il dovere non avendo maggior certezza del fatto che non v nulla di pi dannoso nellarte, di somministrare un medicamento al posto di un altro e che non v nessuno di pi stolto del medico che fa questo, se proprio lui a farlo. Se affida la faccenda a un altro, lo sbaglio di questi, non gi del medico.

Conoscere i medicamenti e saperli scegliere sono [competenze] a capo dellarte della farmacologia: ne sono il fondamento. Conoscerne le forze e gli effetti sono alcune delle competenze dellarte medica. Cominciamo ora con quanto abbiamo stabilito nella nostra opera.

[footnoteRef:25] [footnoteRef:26] [footnoteRef:27] [footnoteRef:28] [footnoteRef:29] [ ] [footnoteRef:30] [footnoteRef:31] [footnoteRef:32] [footnoteRef:33] [footnoteRef:34] [footnoteRef:35] [footnoteRef:36] [footnoteRef:37] [footnoteRef:38] [footnoteRef:39] [footnoteRef:40] [footnoteRef:41] [][footnoteRef:42] [footnoteRef:43] [footnoteRef:44] [footnoteRef:45] [footnoteRef:46] [footnoteRef:47] [footnoteRef:48] [footnoteRef:49] [footnoteRef:50] [footnoteRef:51] [footnoteRef:52] [footnoteRef:53] [footnoteRef:54] [footnoteRef:55] [footnoteRef:56] [footnoteRef:57] [footnoteRef:58] [footnoteRef:59] [footnoteRef:60] [footnoteRef:61] [footnoteRef:62] [footnoteRef:63] [footnoteRef:64] [footnoteRef:65] [footnoteRef:66] [footnoteRef:67] [footnoteRef:68] [footnoteRef:69] [footnoteRef:70] [footnoteRef:71] [footnoteRef:72] [footnoteRef:73] [footnoteRef:74] [footnoteRef:75] [footnoteRef:76] [footnoteRef:77] [footnoteRef:78] [footnoteRef:79] [footnoteRef:80] - [footnoteRef:81] [footnoteRef:82] [footnoteRef:83] [footnoteRef:84] [footnoteRef:85] [footnoteRef:86] [][footnoteRef:87] [footnoteRef:88] [footnoteRef:89] [footnoteRef:90] [footnoteRef:91] [footnoteRef:92] [footnoteRef:93] [footnoteRef:94] [footnoteRef:95] [footnoteRef:96] [footnoteRef:97] [footnoteRef:98] [footnoteRef:99] [footnoteRef:100] [footnoteRef:101] [footnoteRef:102] [footnoteRef:103] [footnoteRef:104] [footnoteRef:105] [footnoteRef:106] [footnoteRef:107] [footnoteRef:108] [footnoteRef:109] [footnoteRef:110] [footnoteRef:111] [25: : M: om.] [26: : R: om.] [27: : M: om.] [28: : R: ] [29: : M: ] [30: [ ] : M: ] [31: : M: ] [32: : M: ] [33: : M: ] [34: : R: ] [35: : R: ] [36: : M: ] [37: : R: ] [38: : R: om.] [39: : R: ] [40: : M: ] [41: : M: om.] [42: []: cfr. fiq (Muqaddima: 416)] [43: : ma R e M: ] [44: : M: ] [45: : M: ] [46: : M: ] [47: : R: ] [48: : M: ] [49: : ma M: ; R: , anche in seguito] [50: : M: ] [51: : R: om. ] [52: : M: ] [53: : R: om.] [54: : M: om.] [55: : R: ] [56: : M: ] [57: : ma R e M: ] [58: : M: ] [59: : R: ] [60: : R: ] [61: : M: ] [62: : M: ] [63: : M: ] [64: : ma R: ; M: ; fiq (Muqaddima: 419): ] [65: : M: ] [66: : ma M: ; R: ] [67: : M: ] [68: : R: ] [69: : ma M: ; R: ] [70: : M: ] [71: : R: ] [72: : M: ] [73: : R: ] [74: : R: ] [75: : M: ] [76: : cfr. fiq (Muqaddima: 420) ma R: ; M: ] [77: : ma R: ; M: ] [78: : R: ] [79: : M: ] [80: : ma M: ; R: ] [81: : M: ] [82: : R: ] [83: : M: spazio vuoto] [84: : R: ] [85: : cfr. fiq (ib.: 421) ma M e R: ] [86: : M: om.] [87: []: cfr. fiq (Muqaddima: 421)] [88: : M: ] [89: : M: ] [90: : M: ] [91: : ma R: ; M: ] [92: : R: ] [93: : R e M; fiq (ib.: 422) corregge ] [94: : R: ] [95: : cfr. fiq (ib.: 422) ma R: ; M: ] [96: : R: ] [97: : R: ] [98: : M: ] [99: : R: ] [100: : ma R: ; M: ] [101: : M: ] [102: : M: ] [103: : M: ] [104: : M: ] [105: : M: om.] [106: : R: ] [107: : M: om.] [108: : M: ] [109: : cfr. fiq (Muqaddima: 422) ma R e M: ] [110: : R: ] [111: : R: ]

_ [footnoteRef:112] [112: : (Asarum europaeum L.).]

[footnoteRef:113] [footnoteRef:114] [footnoteRef:115] [footnoteRef:116] [footnoteRef:117] [footnoteRef:118] [footnoteRef:119] [footnoteRef:120] [footnoteRef:121] [footnoteRef:122] [footnoteRef:123] [footnoteRef:124] [footnoteRef:125] [footnoteRef:126] [footnoteRef:127] [footnoteRef:128] [footnoteRef:129] [footnoteRef:130] [footnoteRef:131] [footnoteRef:132] [footnoteRef:133] [footnoteRef:134] [footnoteRef:135] [113: : Diosc: .] [114: : R: ] [115: : M: . Diosc: .] [116: : Diosc: .] [117: : R: ; M: ; Diosc. ar.: . Diosc.: . ] [118: : R: ] [119: : R: ] [120: : M: om.] [121: : M: ] [122: : Diosc: .] [123: : M: om. ] [124: : R: ] [125: : R: ] [126: : M: ] [127: : R: om.] [128: : M: ] [129: : M: ] [130: : R: ] [131: : R: ] [132: : R: ] [133: : M: spazio vuoto] [134: : M: om. ] [135: : R: ]

_ [footnoteRef:136] [136: : Andropogon schoenanthus L.]

[footnoteRef:137] [footnoteRef:138] [footnoteRef:139] [footnoteRef:140] [footnoteRef:141] [footnoteRef:142] [footnoteRef:143] [footnoteRef:144] [footnoteRef:145] [footnoteRef:146] [footnoteRef:147] [footnoteRef:148] [footnoteRef:149] [footnoteRef:150] [footnoteRef:151] [footnoteRef:152] [footnoteRef:153] [footnoteRef:154] [footnoteRef:155] [footnoteRef:156] [footnoteRef:157] [footnoteRef:158] [footnoteRef:159] [footnoteRef:160] [footnoteRef:161] [footnoteRef:162] [footnoteRef:163] [footnoteRef:164] [137: : M: ] [138: : M: ] [139: : R: ] [140: : M: ] [141: : Dn (Nabt I: 33) ma M: ; R: ] [142: : M: om. ] [143: : M: ] [144: R aggiunge ] [145: Corrisponde allo () del Diosc. ar. (: 26). ] [146: : Diosc. ar. ma M: ; R: ; IB (mi): ] [147: : Barh ma M: ; R: ; Diosc. ar.: , , , . Diosc: .] [148: : M: ; Diosc. ar.: /. Diosc: .] [149: : Diosc. ar. ma R: ; M: ] [150: : M: ] [151: : M: om.] [152: : M: ] [153: : R e Diosc. ar.: ] [154: : R: ] [155: : M: ] [156: : M: ] [157: : M: om. ] [158: : M: ] [159: : R: ] [160: : M: ] [161: : M: ] [162: : M: ] [163: : R: ] [164: : R: ]

_ [footnoteRef:165] [165: : variet di licheni (Alectoria usneoides Ach).]

[footnoteRef:166] [footnoteRef:167] [footnoteRef:168] [footnoteRef:169] [footnoteRef:170] [footnoteRef:171] [footnoteRef:172] [166: : R: ] [167: : M: ] [168: : M: ] [169: : R: ] [170: : M: ] [171: : M: ] [172: : M: ]

_ [footnoteRef:173] [173: : IB (mi): e , Cortex Culilawan (?).]

[footnoteRef:174] [footnoteRef:175] [footnoteRef:176] [footnoteRef:177] [footnoteRef:178] [174: : R: ] [175: : M: ] [176: : al-Rz (w) e IB (mi) ma R: ; M: ; Barh: ] [177: : R: om.] [178: : al-Rz (w) e IB (mi) ma M (cfr.. anche Barh): ; R: ]

_ [footnoteRef:179] [179: : ginepro sabino (Juniperus sabina L.).]

[footnoteRef:180] [footnoteRef:181] [footnoteRef:182] [footnoteRef:183] [footnoteRef:184] [footnoteRef:185] [footnoteRef:186] [footnoteRef:187] [footnoteRef:188] [footnoteRef:189] [footnoteRef:190] [footnoteRef:191] [footnoteRef:192] [footnoteRef:193] [footnoteRef:194] [footnoteRef:195] [footnoteRef:196] [footnoteRef:197] [footnoteRef:198] [footnoteRef:199] [footnoteRef:200] [footnoteRef:201] [footnoteRef:202] [footnoteRef:203] [footnoteRef:204] [footnoteRef:205] [footnoteRef:206] [footnoteRef:207] [footnoteRef:208] [footnoteRef:209] [footnoteRef:210] [footnoteRef:211] [footnoteRef:212] [footnoteRef:213] [footnoteRef:214] [footnoteRef:215] [180: : M: ] [181: : ma M: ; R: ; Fila: ] [182: : M: ] [183: : M: ] [184: : R: ] [185: : M: ] [186: : M: ] [187: : M: ] [188: : IB (mi) ma R: ; M: om.] [189: : R: ] [190: Segue in M: e in R: ] [191: : M: om.] [192: : M: ] [193: : R: ] [194: : R: ] [195: : R: ] [196: : M: ] [197: : M: ] [198: : M: om.] [199: : R: ] [200: : M: ] [201: : ma M: ; R: . Gal: .] [202: : M: ] [203: : R: ] [204: : R: ] [205: : M: om.] [206: : ma R e M: ] [207: : ma R: ; M: ] [208: : R: ] [209: : R: ] [210: : M: om.] [211: : R: ] [212: : M: ] [213: : M: ] [214: : R: ] [215: : M: ]

_ [footnoteRef:216] [216: : Tamerix articulata Vahl.]

[footnoteRef:217] [footnoteRef:218] [footnoteRef:219] [footnoteRef:220] [footnoteRef:221] [footnoteRef:222] [217: : R: ] [218: : M: ] [219: : Diosc. ar. ma R: ; M: . Diosc: .] [220: : R e Diosc. ar.: ] [221: : M: spazio vuoto.] [222: M aggiunge ]

_ [footnoteRef:223] [223: : R e M om. (Salvadora persica L.).]

[footnoteRef:224] [footnoteRef:225] [footnoteRef:226] [footnoteRef:227] [footnoteRef:228] [footnoteRef:229] [footnoteRef:230] [footnoteRef:231] [footnoteRef:232] [footnoteRef:233] [224: : R: ] [225: : M: ] [226: : ma R: ; M: ] [227: : R: ] [228: : R: ] [229: : M: om.] [230: : ma R: . M: . Anche seguenti.] [231: : R: ] [232: : R: om.] [233: : M: ]

_ [footnoteRef:234] [234: : ebano (Dalbergia melanoxylon Guill & Perr.).]

[footnoteRef:235] [footnoteRef:236] [footnoteRef:237] [footnoteRef:238] [footnoteRef:239] [footnoteRef:240] [footnoteRef:241] [footnoteRef:242] [footnoteRef:243] [footnoteRef:244] [footnoteRef:245] [footnoteRef:246] [footnoteRef:247] [footnoteRef:248] [footnoteRef:249] [footnoteRef:250] [footnoteRef:251] [footnoteRef:252] [footnoteRef:253] [footnoteRef:254] [footnoteRef:255] [footnoteRef:256] [footnoteRef:257] [235: : R: om.] [236: : M: ] [237: : R: om.] [238: : ma R, M e Diosc. ar.: ] [239: : ma R e M: . Diosc: . ] [240: : M: ] [241: : R: ] [242: : M: ] [243: : R: ] [244: : R: ] [245: : R: ] [246: : R: om.] [247: : R: om.] [248: : M: ] [249: : M: ] [250: : M: ] [251: : Diosc. ar. ma R e M: . Diosc: . ] [252: : IB (mi) ma R: ; M: ] [253: : M: ] [254: : Diosc: .] [255: : R: ] [256: : M: ] [257: : R: ]

_ [footnoteRef:258] [258: : mirto (Myrtus communis L.).]

[footnoteRef:259] [footnoteRef:260] [footnoteRef:261] [footnoteRef:262] [footnoteRef:263] [footnoteRef:264] [footnoteRef:265] [footnoteRef:266] [footnoteRef:267] [footnoteRef:268] [footnoteRef:269] ][ [footnoteRef:270] [footnoteRef:271] [footnoteRef:272] [footnoteRef:273] [footnoteRef:274] [footnoteRef:275] [footnoteRef:276] [footnoteRef:277] [footnoteRef:278] [footnoteRef:279] [footnoteRef:280] [footnoteRef:281] [footnoteRef:282] [footnoteRef:283] [footnoteRef:284] [footnoteRef:285] [footnoteRef:286] [footnoteRef:287] [footnoteRef:288] [footnoteRef:289] [footnoteRef:290] [footnoteRef:291] [footnoteRef:292] [footnoteRef:293] [footnoteRef:294] [footnoteRef:295] [footnoteRef:296] [259: : M: ] [260: : M: ] [261: : ma M: ; R: om. Diosc: .] [262: : M: om.] [263: : M: ] [264: : M: ] [265: : M: ] [266: : M: ] [267: : M: ] [268: : M: ] [269: : R: ] [270: : M: ] [271: : M: ] [272: : M: ] [273: : M: ] [274: : ma M: ; R: ; Diosc. ar.: . Diosc: .] [275: : M: ] [276: : R: ] [277: : (cfr. IB, mi) ma R e M: ] [278: : M: om.] [279: : M: ] [280: : M: om.] [281: : R: ] [282: M aggiunge ] [283: : M: ] [284: : R: ; IB (mi): ] [285: : M: ] [286: : ma R: ; M: ] [287: : R: ] [288: : R: ] [289: : R: ] [290: : M: ] [291: : M: ] [292: : R: ] [293: : Diosc. ar. ma R: ; M: . Diosc: .] [294: : M: ] [295: : R: ] [296: : R: ]

_ [footnoteRef:297] [297: : pruno (Prunus domestica L.).]

[footnoteRef:298] [footnoteRef:299] [footnoteRef:300] [footnoteRef:301] [footnoteRef:302] [298: : R: ] [299: : ma R: ; M: . Gal: .] [300: : M in nota al margine: ] [301: : R: ] [302: : M: ]

_ [footnoteRef:303] [303: : Citrus medica L.]

[footnoteRef:304] [footnoteRef:305] [footnoteRef:306] [footnoteRef:307] [footnoteRef:308] [footnoteRef:309] [footnoteRef:310] [footnoteRef:311] [footnoteRef:312] [footnoteRef:313] [footnoteRef:314] [304: : R: ] [305: : M: ] [306: : sic R e M; Lisn: (pers.)] [307: : R: ] [308: : R: ] [309: : M: ] [310: : M: ] [311: : M: ] [312: : M: ] [313: : M: ] [314: : R: ]

_ [footnoteRef:315] [315: : mango (Mangifera indica L.).]

[footnoteRef:316] [footnoteRef:317] [footnoteRef:318] [footnoteRef:319] [footnoteRef:320] [footnoteRef:321] [footnoteRef:322] [316: : M: ] [317: : M: ] [318: : M: ] [319: : M: ] [320: : M: ] [321: : M: ] [322: : R: ]

_ [footnoteRef:323] [323: : Phyllanthus emblica L.]

[footnoteRef:324] [footnoteRef:325] [footnoteRef:326] [footnoteRef:327] [footnoteRef:328] [footnoteRef:329] [footnoteRef:330] [324: : M: om.] [325: : IB (mi) ma R, M e Barh: ] [326: : M: ] [327: : M: om. ] [328: : M: ] [329: : IB (mi) ma R: ; la lezione di M non leggibile.] [330: : R: ]

_ [footnoteRef:331] [331: : Melia azadirachta L.]

[footnoteRef:332] [footnoteRef:333] [footnoteRef:334] [footnoteRef:335] [footnoteRef:336] [footnoteRef:337] [footnoteRef:338] [footnoteRef:339] [footnoteRef:340] [332: : M: ] [333: : R: ] [334: : R: ] [335: : R: ] [336: : R: om.] [337: : R: ] [338: : R: ] [339: : M: ] [340: : M: ]

_ [footnoteRef:341] [341: : R e IB (mi): . Crespino comune (Berberis vulgaris L.).]

[footnoteRef:342] [footnoteRef:343] [footnoteRef:344] [footnoteRef:345] [footnoteRef:346] [footnoteRef:347] [footnoteRef:348] [footnoteRef:349] [342: : R: ] [343: : R: ] [344: : R: ] [345: : R: ] [346: : M: om.] [347: : R: ] [348: : M: ] [349: : M: ]

_ [footnoteRef:350] [350: : Fila: . Pianta non identificata.]

[footnoteRef:351] [footnoteRef:352] [footnoteRef:353] [footnoteRef:354] [footnoteRef:355] [351: : M: om. ] [352: : M: ] [353: : R: ] [354: : M: ] [355: : M: ]

_ [footnoteRef:356] [356: : riso (Oryza sativa L.).]

[footnoteRef:357] [footnoteRef:358] [footnoteRef:359] [footnoteRef:360] [footnoteRef:361] [357: : R: ] [358: : R: ] [359: : M: ] [360: : R: ] [361: : R: ]

_ [footnoteRef:362] [362: : (Anagallis arvensis L.).]

[footnoteRef:363] [footnoteRef:364] [footnoteRef:365] [footnoteRef:366] [footnoteRef:367] [footnoteRef:368] [footnoteRef:369] [footnoteRef:370] [footnoteRef:371] [footnoteRef:372] [footnoteRef:373] [footnoteRef:374] [footnoteRef:375] [363: : R: om.] [364: : M: (altrove ). Diosc: .] [365: : R: ] [366: : Diosc. ar.: ] [367: : R: ] [368: : R: ] [369: : gr. . ] [370: : R: ] [371: : R: ] [372: : R: ] [373: : R: om.] [374: : R: ] [375: : M: ]

_ [footnoteRef:376] [376: : non si sa con certezza di quale pianta si tratti. Secondo alcuni botanici la Parietaria cretica L. (Lecl. mi I: 38; Barh: 88).]

[footnoteRef:377] [footnoteRef:378] [footnoteRef:379] [footnoteRef:380] [footnoteRef:381] [footnoteRef:382] [footnoteRef:383] [footnoteRef:384] [footnoteRef:385] [377: M aggiunge al margine: ] [378: : sic R, M e IB (mi); Diosc. ar. e Barh.: . Diosc: . ] [379: : R: ] [380: : Diosc. ar. ma R: ; M: ] [381: : R: ] [382: : R: om.] [383: : R: ] [384: : M: om.] [385: : R: ]

_ [footnoteRef:386] [386: : nontiscordardim delle paludi (Myosotis palustris Hill).]

[footnoteRef:387] [footnoteRef:388] [footnoteRef:389] [footnoteRef:390] [footnoteRef:391] [387: : M: ] [388: : R: ] [389: ; M: ] [390: : R: om.] [391: : R: . Diosc: .]

_ [footnoteRef:392] [392: : un altro nontiscordardim delle paludi. Meyerhof (Barh: 90) lo identifica con il Heliotropium undulatum Vahl.]

[footnoteRef:393] [footnoteRef:394] [393: : M: ] [394: : M: ]

_ [footnoteRef:395] [395: : pianta non identificata.]

[footnoteRef:396] [footnoteRef:397] [footnoteRef:398] [396: : R: ] [397: : ma R: ; M: ] [398: : M: ]

_ [footnoteRef:399] [399: : Diosc. ar.: ; IB (mi): . Diosc: (Othonna L.).]

[footnoteRef:400] [footnoteRef:401] [footnoteRef:402] [footnoteRef:403] [footnoteRef:404] [footnoteRef:405] [400: : Diosc: .] [401: : M: om.; Barh: ] [402: : ma R e M: . Diosc: .] [403: : R: ] [404: : M: ] [405: : R: ]

_ [footnoteRef:406] [406: : IB (mi): . Diosc: (Polyporus officinalis Fries).]

[footnoteRef:407] [footnoteRef:408] [footnoteRef:409] [footnoteRef:410] [footnoteRef:411] [footnoteRef:412] [footnoteRef:413] [footnoteRef:414] [footnoteRef:415] [footnoteRef:416] [footnoteRef:417] [footnoteRef:418] [footnoteRef:419] [footnoteRef:420] [footnoteRef:421] [footnoteRef:422] [footnoteRef:423] [footnoteRef:424] [407: : Diosc. ar. ma R: ; M: ] [408: : M: om.] [409: : M: ] [410: : Diosc. ar. ma M: ; R: ; IB (mi): . Diosc: .] [411: : R: . Diosc: . ] [412: : M: ] [413: : M: ] [414: