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La storia della Sacmi

ISBN 88-86123-71-XCopyright 1999 Editrice La Mandragora s.r.l.

Via Selice 92 - Cas. Post. 117 - 40026 Imola (Bo) ItalyTel. 0542/642747 Fax 0542/647314

e-mail: [email protected]

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzionee di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo

(compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i paesi.

Progetto grafico di Roberta Rivano - Ag. DuerreL�acquarello in copertina è di Germano Sartelli

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così è venuto il tempo di raccontare la nostra storia. In verità non

è da oggi che si pensava di realizzare questa opera, che era nel

desiderio e nell�attesa di tanti soci. Il tempo corre velocemente. SiErimanda una decisione da oggi a domani e poi ci accorgiamo che sono

passati degli anni, dei decenni. Quasi stupiamo che il secolo XX stia per

finire, che il Duemila abbia la porta socchiusa sul punto di aprirsi davanti

a noi. E allora abbiamo la misura della realtà temporale.

La Sacmi, non solo a Imola, è stata protagonista di questo secolo

che finisce. Mettiamo dunque nero su bianco e raccontiamo gli avveni-

menti che hanno contrassegnato la nascita e la crescita della Cooperativa.

Abbiamo pensato di affidare l�incarico di scrivere il nostro passato ad

Aureliano Bassani, che sappiamo dotato di autentica memoria storica e di

abile capacità di narrare le vicende di ottanta anni di vita aziendale.

La Sacmi nasce nel 1919, un anno difficile e molto perturbato

nell�immediato dopoguerra del primo grande conflitto mondiale. Il pro-

blema è sempre quello della disoccupazione, del trovare un posto di lavo-

ro ai giovani e ai non più giovani che la guerra ha emarginato ancora di

più dal sistema produttivo in crisi. Ma i nove meccanici e fabbri che si

mettono insieme guidati da Romeo Galli e da Giulio Miceti non hanno

solo l�esigenza del sostentamento per sé e per le loro famiglie, ma avverto-

no il bisogno di �creare�, di svolgere un ruolo imprenditoriale nell�indu-

stria meccanica, tanto che nell�atto costitutivo societario indicano come

scopo primario della Cooperativa �l�esercizio diretto di una o più officine

La nostra storia...

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La storia della Sacmi

per riparazioni macchine in genere, acquisto e produzione di macchine...�.

L�attività dei primi anni è molto limitata ed è fortemente condi-

zionata da una dittatura che non risparmia ai soci violenze e intimidazio-

ni. Così vanno le cose per oltre vent�anni. Ma la società non si ferma.

Negli anni Trenta, quando si può dire che su tutto il mondo produttivo e

finanziario si rovesciano gli effetti della grande depressione americana, la

Sacmi produce la sua prima macchina con il proprio marchio: è quella

pulitrice delle arance.

Passata la seconda guerra mondiale, la Cooperativa incontra il

suo destino. In modo quasi casuale. La Cooperativa Ceramica di Imola,

una delle aziende più colpite dai bombardamenti bellici, deve ricomincia-

re il lavoro. Deve produrre piastrelle da rivestimento. Le macchine che le

stampano sono danneggiate. I meccanici della Sacmi mettono in funzio-

ne le presse impropriamente chiamate stampatrici, poi cominciano a pro-

durre le presse vere e proprie, che danno forma alle piastrelle. Passo dopo

passo la Sacmi arriva a costruire tutte le macchine (compresi i forni di

cottura) necessarie ad una azienda ceramica che voglia industrialmente

fare piastrelle. A questo sistema integrato viene dato il nome di �impian-

to�. Oggi la Sacmi copre l�intero comparto produttivo della ceramica in-

dustriale ed è leader nel mondo.

Parallelamente il Gruppo, nell�immediato secondo dopoguerra,

comincia a fabbricare macchine dalle quali escono i tappi a corona e, più

avanti nel tempo, i contenitori destinati prevalentemente all�industria ali-

mentare (packaging). La Cooperativa riesce a stabilire due teste di ponte:

una a Sassuolo (per l�industria ceramica) e una a Milano (per il commer-

cio con l�estero). Le sue macchine sono apprezzate dai mercati. Il marchio

Sacmi va oltre i confini nazionali. Nascono società collegate e controllate

dalla Sacmi: dagli Usa alla Cina, dall�Estremo Oriente al Sudamerica.

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È stata una tessitura lunga e difficile, affrontata ogni giorno dalle

donne e dagli uomini della Sacmi: operai comuni e specializzati, tecnici,

operatori di ogni grado e mansione, ingegneri, progettisti, amministrato-

ri. La Cooperativa si è imposta sui mercati mondiali non per effetto di

una bacchetta magica, ma grazie al sacrificio, alla tenacia, alla intelligenza

dei suoi soci e dipendenti. La Sacmi, partita con una piccola dimensione

artigianale, è riuscita a diventare un complesso industriale di rilevanza

mondiale.

Stare sul mercato oggi non è un�impresa facile. La concorrenza

impone di essere attenti, perseveranti, svegli, con le antenne sempre tese.

Noi seguiamo questa strada di comportamento. Cercheremo di avvertire

con prontezza, magari in anticipo, i cambiamenti e le richieste del merca-

to, vale a dire la domanda della gente.

Questo libro vuol essere un ringraziamento a quanti hanno dedi-

cato la loro vita per la Sacmi e una promessa che in futuro si percorrerà la

stessa strada di saggezza e di buona amministrazione di cui la Cooperativa

negli anni ha dato prova.

Il Consiglio di amministrazionedella Sacmi Cooperativa Meccanici di Imola

La nostra storia...

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La storia della Sacmi

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a Sacmi, complesso industriale meccanico di dimensione inter-

nazionale, ha costruito anche la sua storia. Come cronista mi

sono limitato a cercare notizie negli archivi, a buttar giù appuntiLe numeri sul mio taccuino, a intervistare persone e personaggi, poi a

raccontare gli accadimenti che hanno segnato ottant�anni di vita della

Cooperativa.

Un racconto dal respiro umano dunque, che ha in sé i tratti sa-

lienti delle vicende nelle quali l�uomo è protagonista singolarmente o come

parte di una aggregazione di singoli: la durezza della conquista, le speran-

ze e le delusioni, il sereno e la tempesta, la voglia di fare meglio e di più, la

luce e il buio, la tensione di avere il domani migliore dell�oggi.

Sapevo sin dall�inizio che l�incarico affidatomi dal Consiglio di

amministrazione non era facile. Ne ho avuto conferma durante il percor-

so narrativo. Gli amici della Sacmi sono stati meravigliosi, aiutandomi e

consigliandomi nella ricerca. Per raccontare questa storia bisogna sempre

avere presenti la particolarità del tempo in cui i fatti si sono svolti e il

retroterra culturale che sempre ha dato l�indicazione della strada da seguire.

La storia della Sacmi non è solo una res di Imola. Interessa e si

inserisce negli avvenimenti italiani di quasi un secolo. È pure entrata a far

parte del villaggio globale, dell�universo mondo. Ecco la ragione per la

quale di tanto in tanto il racconto tocca certi avvenimenti di respiro nazio-

nale e internazionale. Spero che questa mia scelta e interpretazione del

metodo narrativo siano accettate con indulgenza dal lettore, anzi gli siano

Al lettore...

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La storia della Sacmi

utili per avere un quadro abbastanza preciso del tempo e della vita della

Cooperativa.

Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato. In primo luogo gli

amministratori, i dirigenti ed i funzionari della Cooperativa. Sono stati

collaboratori pazienti, pronti e precisi. Particolarmente sono grato per la

loro assistenza alle segreterie del Consiglio di amministrazione e della pre-

sidenza.

Il mio grazie si estende agli autori che hanno scritto della Sacmi

(Sergio Beltrandi, Benito Benati, Quinto Casadio, Vinicio Dall�Ara, Tino

Dalla Valle, Nazario Galassi, Valter Galavotti, Gianluca Pedrazzi), dalle

cui pubblicazioni ho attinto notizie preziose.

Desidero ricordare con animo riconoscente tutti gli enti e le per-

sone che hanno collaborato a realizzare questo lavoro. Essi sono il Comu-

ne di Imola, con particolare riferimento alla direttrice della Biblioteca

comunale Grazia-Vittoria Gurrieri, alla dott.ssa Chiara Sabattani Bertoli-

ni e alle operatrici dell�Archivio notarile mandamentale di Imola, all�Uffi-

cio Statistica, all�Archivio degli Uffici Anagrafe e Stato Civile; la responsa-

bile dell�Archivio di Stato sezione di Imola, dott.ssa Liliana Vivoli Panic-

cia; il Cidra e il suo presidente Elio Gollini; la direzione del giornale Il

nuovo diario messaggero di Imola; il direttore e il personale dell�Archivio

notarile circondariale di Bologna; la direzione generale della Banca di

Imola; le signore Daniela Brescianelli Beltrandi, Maria Gabriella Bassani

Piana, Silvia Bassani Manelli, Carla Cacciari Donati, Alice Ghellini Dow,

Alessandra Giovannini Grumelli, Vincenzina Ricci Maccarini Belluzzi,

Giuliana Spadoni Costanzi, Lina Spadoni Pieroni; i signori Rodiero Alie-

ri, Giorgio Bartoli, Cesare Barbieri, Benito Benati, Arrigo Casadio, An-

drea Ferri, Ciro Gasparri, Doriano Golinelli, Gianfranco Gualandi, Rino

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Marani, Riccardo Miceti, Rino Morini, Carlo Parenti, Peppino Pelliconi,

Giorgio Penazzi, Franco Quartieri, Ezio Ramenghi, Gianni Sanna, Enri-

co Spisni, Loretto Sullalti, Pier Paolo Tarabusi, Franco Tebaldi e Rino

Vidotto. Sono particolarmente grato all�Ufficio Immagine della Sacmi,

per la sua valida e competente collaborazione nel lavoro editoriale.

Grazie agli enti e alle persone che hanno cooperato a dare un

aspetto consono e interessante alla iconografia. Alla valente squadra della

Editrice La Mandragora per la quale ogni elogio è superfluo.

Questi i riferimenti più importanti che mi premeva esporre. Cer-

tamente ho dimenticato qualcuno e qualcosa. Mi scuso. Non vogliateme-

ne. Chi ho dimenticato di nominare si ritenga citato due volte e due volte

ringraziato.

La Sacmi, che ho paragonato alla mitica Mayflower, naviga in mare

aperto verso il compimento dei cento anni di vita. Ricordiamola così co-

m�è, così come è stata. Ricordiamo i vecchi pionieri, le generazioni passa-

te e le giovani forze che la portano avanti. Ricordiamola come un bel-

l�esempio di civiltà imprenditoriale in Italia e nel mondo.

A.B.

Al lettore...

Le Note di riferimento sonosegnalate in maniera molto sintetica,affinché il lettore possa subito stabilireil luogo dove trovare i puntiinteressanti ed eventualmente avermodo di controllare i dati.

Le Altre fonti non sono che iltentativo di una modestissimabibliografia per chi abbia voglia disaperne di più sull�argomento ingenerale.

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La storia della Sacmi

L�Italia dopo la guerra 1915-1918.

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I l 1919 fu l�anno successivo alla fine della prima grande guerra mon-

diale. Conclusione vittoriosa per le Nazioni che facevano parte della

�Triplice Intesa� (Francia, Gran Bretagna e Russia), quindi anche per

l�Italia, che aveva cambiato alleanza a guerra già cominciata. Fu un anno

particolare. Pieno di paure, di incognite, di delusioni, di ribellioni e vio-

lenze. Ritornavano a casa i soldati. Il morso della disoccupazione era quel-

lo che incideva di più. I reduci erano scontenti e inquieti, e qualche volta

derisi. Sembra una contraddizione in termini, ma la guerra era un mezzo

di comunicazione formidabile. I soldati al fronte si incontrava-

no: quelli del nord con quelli del sud, i siciliani con i piemon-

tesi, i sardi con i veneti, con i milanesi. Si parlavano. I problemi

degli uni si confrontavano con quelli degli altri.

Sul fronte di guerra ci fu anche una grande assemblea

del proletariato italiano, per la prima volta avvenne un travaso

di conoscenze, di idee, di speranze. L�idea del cambiamento fu

messa in circolazione proprio dalla propaganda dei �grandi�.

Lloyd George, primo ministro britannico, diceva: �Il mondo del dopo-

guerra deve essere un mondo nuovo... Dopo la guerra i lavoratori devono

essere audaci nelle loro rivendicazioni�. E i governanti italiani, nell�eb-

brezza della vittoria, non rimanevano indietro. Vittorio Emanuele Orlan-

do sentenziava: �Questa guerra è al tempo stesso la più grande rivoluzione

politico-sociale che la storia ricordi, superando la stessa rivoluzione fran-

cese�. Dico poco. E Antonio Salandra: �Nessuno pensi che passata la tem-

A fronte.1919. Porta Romana o dei Servi,particolare.(Archivio �Libri Vecchi� - Gollini).

1916. L�Alberghetti, la vecchia eprestigiosa scuola che preparò unalunga schiera di meccanici e tecnici,asse portante della Sacmi.

L�Italia dopo la guerra 1915-1918...

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La storia della Sacmi

pesta sia possibile un pacifico ritorno al passato�1. Quanti spro-

loqui. Quante bugie.

Il dopoguerra, sul piano economico e sociale, ma non

solo su quello, fu un disastro. �Gli aiuti economici alleati cessa-

rono quasi immediatamente, lasciando l�Italia con miliardi di

debiti. Sovvenzioni ai produttori di grano, sovvenzioni alle in-

dustrie belliche, ammalate di elefantiasi, sussidi alimentari ai consumato-

ri, erano tutti fattori che contribuivano ad aggravare il processo inflazioni-

stico e il deficit del bilancio, pur essendo insufficienti a risolvere la situa-

zione di disagio�2. La guerra, oltre che olocausto di vittime innocenti (più

di seicentomila i morti italiani, mezzo milione fra mutilati e invalidi, più

di un milione di feriti)3, fu un colossale disastro economico. Francesco

Saverio Nitti in una lettera ai suoi elettori informava che le spese dello

Stato, durante l�impresa bellica, erano state tre volte più grandi delle en-

trate e che l�amministrazione statale aveva accumulato un pauroso deficit

progressivamente in aumento, mentre le spese militari di un mese di guer-

ra superavano quelle di un anno intero del periodo di pace4.

Il costo della vita aumentava di giorno in giorno, dando luogo a

sommosse e a gravi perturbazioni dell�ordine pubblico. Stiamo attenti,

però, al tanto strombazzato pericolo rosso, ammonisce Vittorio Foa. �Vi

fu solo un momento di possibile sovversione, fu l�estate del 1919 coi moti

del carovita, largamente indipendenti (con qualche riserva, nda) da ogni

pianificazione sindacale o di partito, prodotto spontaneo della fame fisio-

logica di larghi strati popolari, della lucida denuncia degli speculatori,

della disoccupazione. E furono anche in coincidenza con una diffusa soli-

darietà con la Russia sovietica minacciata dalle guardie bianche in una

spietata guerra civile, e con avventate minacce di intervento inglese e fran-

cese. Fu in quella circostanza che molti bottegai portarono le chiavi dei

1 TASCA A., Nascita e avvento delfascismo, La Nuova Italia, Firenze1950, pp. 16 e seg.2 MACK SMITH D., Storia d�Italia dal1861 al 1958, Laterza, Bari 1961,p. 501.3 BASSANI A., Ca� nostra, Galeati,Imola 1965, p. 20.4 MACK SMITH D., op. cit., p. 517.

Via e porta Mazzini. L�Alberghettiaveva la sede fuori porta.(Archivio �Libri Vecchi� - Gollini).

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negozi alla Camera del lavoro: � Avete il potere, abbiate anche la responsa-

bilità �. Sia pure in modo diverso, si ebbero dei risvolti eversivi nelle lotte

agrarie. Penso al settore più retrivo della proprietà, alle sue paure. Il risve-

glio dei contadini poveri, senza terra o con poca terra, dei coloni e dei

braccianti, diventa un�onda imponente. Era la risposta civile dei contadi-

ni alla guerra che li aveva visti vittime indifese. L�occupazione delle terre,

soprattutto nel mezzogiorno e nel Lazio, investiva terre incolte o malcolti-

vate, ma i contadini si sarebbero fermati?�5.

Nel mese di maggio 1919 gli scioperi cominciarono a fioccare.

Uno dei primi è quello dei metallurgici a Milano6. In

giugno e luglio si intensificano. L�aumento del costo

della vita, come si è detto, ha messo in moto i lavorato-

ri e le loro organizzazioni, che reclamano e ottengono

aumenti salariali. Poi il movimento operaio straripa e

rompe i bambocci, usando una colorita espressione

popolaresca7.

Mentre l�Italia è in fibrillazione e si prospetta

una situazione drammatica a dir poco, i nostri governanti sono alle prese

� assolvevano un compito dovuto � con i non facili problemi dell�assetto

europeo del dopoguerra. La Conferenza per la pace (1919), svoltasi a Pari-

gi, diede luogo ai trattati di pace tra i Paesi vincitori e quelli vinti (Trattati

di Versailles, di St. Germain, di Neuilly, del Trianon e di Sèvres).

Scoppia il grande pasticcio della �pace mutilata� e dei �patti tradi-

ti�. Accuse roventi, una bagarre dai toni altissimi, sceneggiate d�alta tea-

tralità. Ma che cosa era successo? A grandi linee le cose erano andate nel

modo seguente. Quando nel 1915 l�Italia aveva cambiato bandiera (viziet-

to tipicamente nostro), passando dalla alleanza con l�Austria-Ungheria e

Germania a quella con la Francia, l�Inghilterra e la Russia, cioè dalla �Tri-

5 FOA V., Questo Novecento,Einaudi, Torino 1996, p. 98.6 Corriere della Sera, 7 maggio 1919.7 BASSANI A., op. cit., p. 23.

Imola (anni �20). Il ponte Vecchio divia Emilia illuminato dalla luceelettrica e dalla neve.

L�Italia dopo la guerra 1915-1918...

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La storia della Sacmi

plice Alleanza� alla �Triplice Intesa�, fu firmato il trattato di Londra nel

quale venivano indicate e accolte le principali rivendicazioni territoriali

italiane. Nel corso della guerra erano scesi in campo con l�Intesa gli Stati

Uniti d�America, il cui presidente T.W. Wilson nel 1918 enunciò i famosi

�Quattordici punti�, nei quali esponeva la sua tesi sulla sistemazione degli

Stati europei a guerra finita oltre ad elencare altre ipotesi sulla libertà di

navigazione, sulla libertà di commercio, sull�autogoverno e indipendenza

di tutti i popoli e sulla formazione di una lega delle nazioni, alla quale

dava un�importanza grandissima. Il nono punto dell�ipotesi wilsoniana

prevedeva, in netto contrasto con quanto stabilito nel trattato di Londra

del 1915, che ogni revisione delle frontiere italiane avrebbe dovuto basarsi

sul �principio di nazionalità�. Dapprima i nostri rappresentanti � Orlan-

do e Sonnino � applaudirono Wilson e i suoi �Quattordici punti�. I dele-

gati delle nazioni alleate si allinearono con il punto di vista del presidente

americano. I delegati italiani, con un poco di ritardo, si resero conto che

qui cascava l�asino. L�Italia voleva la Dalmazia e le sue isole, oltre al Dode-

canneso nel mare Egeo e gran parte della Venezia Giulia, tirando in ballo

il trattato di Londra. Ci facemmo compatire. Orlando e Sonnino avevano

idee diverse. Andò a finire che l�Italia ottenne la frontiera del Brennero,

con annessione del Trentino, di lingua italiana, e l�Alto Adige di lingua

tedesca. A oriente la sovranità italiana arrivò fino alla Venezia Giulia.

Trieste e Pola furono assegnate all�Italia. Successivamente, con il trattato

italo-iugoslavo di Rapallo del 12 novembre 1920, l�Italia ebbe la città di

Zara e alcune isole, ma la Dalmazia restò sotto la sovranità della Iugosla-

via. Il Dodecanneso diventò possedimento italiano in forza del trattato

italo-turco del luglio 1923 e tale rimase fino alla seconda guerra mondiale.

Le polemiche nate con la conferenza di Parigi agitarono le acque

del già tempestoso mare politico e sociale italiano. I nazionalisti ebbero

Thomas Woodrow Wilson,presidente degli Stati Unitid�America nel 1919.

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un momento di grande effervescenza. Il poeta-drammatur-

go-soldato Gabriele D�Annunzio si impose sulle prime pagi-

ne dei giornali. Nelle nostre, o meglio sue, rivendicazioni

territoriali c�era anche Fiume, città in terra iugoslava di lin-

gua ed etnia italiane. Temendo D�Annunzio una occupazio-

ne alleata di Fiume, alla testa dei suoi �legionari� (arditi e

granatieri soprattutto) occupò la città e il porto di Fiume,

creando la �Reggenza italiana del Carnaro�. Vi restò fino a quando il

governo italiano diede ordine all�esercito e alla marina di occupare il ca-

posaldo. Non volendo dar luogo a una guerra civile, D�Annunzio e le sue

truppe si ritirarono. Fiume divenne uno �Stato libero�. All�inizio del 1924,

con la firma del patto di Roma, Fiume fu assegnata all�Italia, sotto la cui

formale sovranità rimase fino al 1945. I rapporti di Mussolini con D�An-

nunzio furono ondivaghi, un po� per il carattere del poeta guerriero e un

po� per la posizione possibilista del capo del fascismo8.

Nel �19 (1918-1920) imperversò anche la �spagnola�, una perni-

ciosa influenza epidemica che fece molti morti nel nostro paese. Pure

Imola ne fu colpita.

Imola 1919. La piazza VittorioEmanuele II quando nacque laCooperativa.(Archivio �Libri Vecchi� - Gollini).

Altre fonti

CASTRONOVO V. - PARIS R., Storia d�Italia, vol. quarto/I, Einaudi, Torino 1975.

MONTANELLI I. - CERVI M., Storia d�Italia, 38° vol., Fabbri ed., Milano 1995.

BELCI C., Quel confine mancato - La linea Wilson (1919-1945), Morcelliana, Brescia 1996.

MACK SMITH D., La storia manipolata, Laterza, Bari 1998.

L�Italia dopo la guerra 1915-1918...

8 MACK SMITH D., op. cit., pp. 490 eseg.

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La storia della Sacmi

A Imola nasce una cooperativa di meccanici.Ha l�officina in via Manfredi.

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el 1919 nacquero due nuovi soggetti politici. In gennaio si costi-

tuì il Partito popolare italiano, di ispirazione cattolica, che faceva

capo a don Luigi Sturzo e ad Alcide De Gasperi. Il 23 marzo a

Milano ebbero vita i Fasci di combattimento. I secondi dapprima sembra-

rono un movimento circoscritto all�area milanese. Si fondarono in piazza

San Sepolcro. I �sansepolcristi� erano un guazzabuglio di personaggi in-

quieti e scontenti di tutto e di tutti. Aderirono ai Fasci: arditi, socialisti

dissidenti, futuristi, repubblicani, monarchici, sindacalisti e conservatori.

Erano una ratatouille politica senza precise idee e scopi ben determinati. Si

trattava comunque di persone propense alla violenza e che consideravano

la democrazia come iattura. Benito Mussolini, direttore de Il Popolo d�Ita-

lia, stava con loro, anzi era il capobastone.

Alle elezioni politiche del 16 novembre i popolari di Sturzo gua-

dagnarono cento seggi alla Camera e i fascisti nessuno. Indro Montanelli,

nella sua Storia d�Italia scritta con Mario Cervi, dice che i fascisti sansepol-

cristi ne ebbero uno. Il fiasco resta comunque fiasco. Soprattutto se si

considera che i fascisti erano nati per fare concorrenza ai socialisti (156

seggi alle stesse elezioni)1.

Anche le forze geofisiche si fanno sentire. Un terremoto fa trema-

re la Toscana. Nell�epicentro del sisma si contano centocinquanta morti e

circa ottomila persone senza tetto.

E a Imola che cosa succede? Imola è una delle città italiane dove il

problema della disoccupazione e del carovita si manifesta e si sviluppa con

N

1 MACK SMITH D., op. cit., pp. 501 eseg.; BASSANI A., op. cit., pp. 24 e seg.

A fronte.Prima sede. Nella ex palestracomunale al piano terreno di unvecchio edificio in via Manfredi,demolito per costruire questo fabbricatopopolare in angolo con la stradad�accesso alla caserma dei pompieri,comincia l�attività della Cooperativa.(Foto Gasparri).

A Imola nasce una cooperativa...

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La storia della Sacmi

maggiore tensione e drammaticità. Non può essere altrimenti nella patria

in cui è nato e ha operato Andrea Costa, uno dei padri carismatici del

socialismo italiano. Imola dalle molte idee, dalle tante iniziative e con-

traddizioni, dove la sensibilità sociale ha sempre fortemente pulsato nelle

sue vene. Dove sono stati vescovi Gregorio Barnaba Chiaramonti e Gio-

vanni Maria Mastai Ferretti � Pio VII e Pio IX �, due papi che nella storia

della Chiesa hanno un posto di primo piano.

La popolazione del comune di Imola nel 1919 è di trentasettemi-

laduecento abitanti, così ripartiti: quindicimilaquattrocento in città e ven-

tunomilaottocento nel contado (sono dati per approssimazione). Non c�è

il sindaco, ma il regio commissario prefettizio cavalier dottor Nicola Fa-

langa. In dicembre è lui che guida il Comune, quando nasce la Sacmi.

Però durante l�anno, prima del suo arrivo, ce ne sono stati altri due. Nel

�19 avvengono rapidi cambiamenti anche nel campo della dirigenza am-

ministrativa pubblica. Gli imolesi sono occupati prevalentemente nel set-

tore primario, quello dell�agricoltura. L�attività nel settore industriale è a

un livello modesto. I meccanici si aggirano sulle cento unità e lavorano in

aziende prevalentemente artigiane. La percentuale dei disoccupati è piut-

tosto alta. I braccianti agricoli, e gli operai di altre categorie, sono i lavora-

tori a basso reddito più colpiti.

Il clima surriscaldato in cui vive l�Italia investe, non poteva essere

altrimenti, anche Imola. Uno sciopero generale ha luogo il 24 gennaio. Vi

partecipano tremila lavoratori. Un altro sciopero è proclamato e attuato a

partire dalla sera del 16 aprile. Si intende protestare contro le violenze dei

fascisti a Milano, dove essi hanno assalito e devastato la sede dell�Avanti!.

L�adesione degli operai � numerose anche le donne � è massiccia. Si fa un

lungo corteo e nel prato delle scuole Carducci, ex ospedale militare, si

svolge il comizio conclusivo. Prendono la parola cinque oratori: i socialisti

Imola. In alto, viale dei Cappuccini e,sopra, la piazza Grande, due luoghidove i lavoratori imolesi avevanofrequenti occasioni d�incontro.Anni 1919-1920.(Archivio �Libri Vecchi� - Gollini).

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onorevole Antonio Graziadei, professor Silvio Alvisi, Romeo Galli, Anto-

nio Lorenzini e il segretario del Fascio libertario anarchico di Bologna.

Nessun incidente di rilievo.

Il 1° maggio nuova manifestazione, cui partecipano migliaia di

lavoratori, che in corteo raggiungono e riempiono piazza Vittorio Ema-

nuele II. Gli oratori parlano dal balcone del Municipio.

In Romagna a fine giugno la situazione non è più controllabile.

Disordini avvengono a Ravenna, a Faenza e soprattutto a Forlì. Qui il 1°

luglio � ma anche il 30 giugno � succedono gravi fatti. Gruppi

di donne invadono il mercato e buttano all�aria le bancarelle

con ortaggi, frutta, uova e pesce. Alcune botteghe vengono

saccheggiate. Ci sono negozianti che chiudono i battenti e met-

tono in vista cartelli come questi: �Ho ceduto le chiavi ai rap-

presentanti del popolo�, �Merce a disposizione della Camera

del lavoro�, �Le chiavi sono state consegnate al Sindaco�. È costituita una

commissione proletaria per il ribasso dei prezzi e si decide l�istituzione di

un calmiere: la commissione prende il nome di �Soviet annonario�2.

La notizia di quanto accade a Forlì giunge a Imola. Il 2 luglio il

direttivo del Partito socialista si riunisce d�urgenza nei locali della Camera

del lavoro. C�è molta preoccupazione in giro. Si vede che le cose stanno

precipitando e si vorrebbe governare la latente sommossa. Ma le staffette

dell�Unione sindacale (di ispirazione anarchica) � che ha deciso lo sciope-

ro generale � fanno la ronda in città e in campagna fin dalle sei del matti-

no. La gente è in piazza delle Erbe, dove succede la medesima baraonda di

Forlì. A questo punto, per evitare una situazione caotica, la commissione

esecutiva della Camera del lavoro e la direzione del Partito socialista, in-

sieme ai rappresentanti del Fascio libertario e dell�Unione sindacale, pro-

clamano congiuntamente lo sciopero generale di protesta contro il carovi- 2 Ibidem, pp. 27 e seg.

La fonte di �Regina�, la Miami Beachimolese sulle rive del Santerno.Anni �20.(Archivio �Libri Vecchi� - Gollini).

A Imola nasce una cooperativa...

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La storia della Sacmi

veri. La folla, formata da donne specialmente, si addensa in piazza Alber-

ghetti, attigua a quella delle Erbe. Inveisce contro gli �affamatori�, vuole

le merci e i prodotti alimentari a metà prezzo, come stabilisce il calmiere

deciso affrettatamente d�autorità.

Alcuni negozianti, e anche il Magazzino Cooperativo, accettano

l�imposizione. Ora la città è in mano ai rivoltosi. Un grosso assembramen-

to minaccioso si è formato davanti alla drogheria Ferrari in via Emilia. Le

donne reclamano l�olio per il soffritto di mezzogiorno. Stanche di aspetta-

re abbattono le porte ed entrano nel negozio, nei ripostigli e nelle canti-

ne. È il saccheggio. Saltano gli arredi. Merci, derrate e scansie sono porta-

te fuori. Si fa una barricata. I due delegati di Pubblica sicurezza e il capita-

no dei carabinieri invitano alla calma e a sgombrare la strada. Inutilmen-

te. Il delegato Noviello indossa la sciarpa tricolore, squilli di tromba rego-

lamentari e ingiunzione di sciogliere l�assembramento. Rituale inascolta-

to, che eccita ancora di più le donne. Uno squadrone di cavalleria viene

dalla parte di piazza Grande. Una compagnia di fanteria giunge, sempre

in via Emilia, dalla parte di porta Romana. I dimostranti sono intrappola-

ti. Che cosa sta accadendo? La cavalleria, all�ordine di caricare, non si

muove. La folla applaude. �Viva l�esercito!�, �Soldati, siete nostri fratel-

li!�. La cavalleria si ritira. Dall�altra parte anche i fanti non si muovono e,

dietro ordine del loro comandante, fanno marcia indietro. La folla esulta.

Hanno vinto i dimostranti. E i dirigenti sindacali li invitano a sciogliersi e

a raggiungere la Camera del lavoro. Sul campanile di San Cassiano viene

issata una bandiera rossa3.

Giovedì 3 luglio è un giorno calmo. C�è anche il sole. Ma Partito

socialista e Camera del lavoro sanno bene di non essere più in grado di

controllare la situazione. Si sente nell�aria l�odore di nuove sommosse. Il

giovane Giulio Miceti, vice segretario della Camera del lavoro, con altri

3 GALASSI N., Il fascismo a Imola(1914-1929), University Press,Bologna 1993, pp. 68 e 69;BASSANI A., op. cit., pp. 32 e seg.

Imola 1917. Santuario della Madonnadel Piratello.(Archivio �Libri Vecchi� - Gollini).

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cerca in ogni modo di ricondurre alla ragione gli elementi più eccitati. Il

comitato di agitazione, a voti unanimi, stabilisce di convocare un comizio

per il pomeriggio nel cortile esterno delle scuole Carducci e di comunica-

re la fine dello sciopero a far tempo dalla mezzanotte dello stesso giorno.

Saranno state quattromila persone quelle che convennero nel prato delle

scuole. Il gruppo dei contrari (appartenenti al movimento anarchico e

all�Unione sindacale, che si ispiravano ai principi dello stesso movimen-

to) si mise davanti al tavolo degli oratori. Prese la parola il professor Alvisi.

Riuscì appena a dare comunicazione di quanto il comitato aveva deciso

che cominciò la bagarre. Grida, invettive e fischi, provenienti dal gruppo

che aveva circondato il palco, zittirono gli oratori e impedirono agli altri

designati a parlare di aprir bocca. L�assemblea si sciolse. La gente si riversò

in via Cavour, avviandosi verso via Appia. Partì un colpo di rivoltella,

sparato non si sa da chi, e la giovane Irma Guadagnini rimase ferita. I

carabinieri e gli agenti della forza pubblica si erano appostati. All�angolo

dei �quattro venti� � intersecazione di via Cavour con via Appia � alcuni

carabinieri pare fossero aggrediti da dimostranti scalmanati. A questo punto

cominciò la mattanza. Nei tratti delle strade da via Cavour (incrocio con

via Felice Orsini) fino a via Appia e da via Appia (incrocio con via Filatoio

e Callegherie) fino all�inizio di via Mazzini caddero cinque persone: Livio

Mongardi infermiere, Sante Pirazzoli fornaciaio, Aldo Ferruccio Ungarel-

li commesso viaggiatore di Bologna, il diciassettenne Giulio Xella e l�an-

ziana signora Caterina Landi. Ci fu anche qualche ferito, oltre alla giova-

ne Irma Guadagnini. Pattuglie di cavalleria e di fanti percorrevano le vie

principali della città. La polizia fece una quindicina di arresti. Fra gli ar-

restati c�era anche Giulio Miceti, che in realtà si era adoperato per smorza-

re la forte tensione degli animi. Nella notte di quel giorno maledetto giun-

sero a Imola il socialista onorevole Antonio Graziadei e Giuseppe Bian-

Imola, la stazione ferroviariae il piazzale.(Archivio �Libri Vecchi� - Gollini).

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La storia della Sacmi

chi, segretario generale della Cgl. Graziadei presentò una interpellanza al

presidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Interni Francesco

Saverio Nitti. Il giorno seguente, 4 luglio, gran parte dei lavoratori non si

presentò al lavoro. Molti negozi e pubblici esercizi rimasero chiusi per

lutto cittadino. L�ispettore generale del ministero degli Interni aprì for-

malmente un�inchiesta. I funerali delle vittime si svolsero sabato 5 luglio4.

Ancora uno sciopero generale, questa volta �internazionale�, ebbe

luogo il 20 e il 21 luglio, indetto dalla Cgl e dal Psi in segno di protesta

contro gli interventi militari stranieri nella guerra civile in Russia tra �guar-

die bianche� e soviet. Fu uno sciopero discusso che riuscì solo parzialmen-

te. A Imola invece la manifestazione andò bene e i servizi sia pubblici sia

privati si fermarono5.

Abbiamo detto all�inizio che il 1919 fu un anno particolare. Pos-

siamo aggiungere, dopo la carrellata degli accadimenti di cui si è fatto

cenno nel corso della narrazione, che si palesò e fu ricordato per una forte

presenza di anomalie (gli anni che seguirono accentuarono questi aspetti),

di comportamenti irrazionali e bislacchi, i quali diedero la sensazione che

il nostro paese fosse una nave che aveva gettato in mare la bussola. E dire

che non era nemmeno un anno bisestile.

Ci fu qualcosa di buono in quel lunatico 1919? Certamente sì. In

Italia e nel piccolo mondo della città. A Imola lo schiaffo violento dei

cinque morti ammazzati ho la convinzione che facesse pensare più che

odiare. Si accentuò il bisogno, la volontà di vivere e di superare le avversi-

tà in ogni campo e di qualsivoglia natura. Il 2 dicembre nacque la Sacmi,

la cui attività operativa era cominciata in sordina nel mese di ottobre6.

Qualche giorno dopo, il 12, venne inaugurata in via Appia la succursale

della banca Credito Romagnolo, direttore il signor Gino Toschi. Sui gior-

Istantanee di Imola.(Archivio �Libri Vecchi� - Gollini).

4 GALASSI N., op. cit., pp. 70 e 71.5 Ibidem, pp. 72 e 73.6 Biblioteca Comunale Imola(BCI), La Lotta, 6 marzo 1921.

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nali locali si faceva pubblicità dei �Sali Tamerici�, miracolosi nella cura

della stitichezza. Ogni scatola costava lire 3,20. Il prezzo di un chilo di

pane era di lire 0,80. La carne di bue, di vitello, di vitellone e quella d�oca

si vendeva a lire 5 il chilo. A fine anno si ballò al Circolo socialista nell�ex

palazzo Compadretti7 e certamente in qualche altro luogo. Penso che non

si rinunciasse nemmeno al tradizionale cenone, ma-

gari con i necessari tagli alle spese per metterlo in

tavola.

Nello studio notarile Alvisi, in via Mazzini a

Imola, davanti al notaio Arturo Filippini, il 2 dicem-

bre 1919, un martedì, si presentarono nove operai

meccanici o fabbri con due testimoni, Roberto Ve-

spignani e Giulio Miceti. Gli operai erano: Luigi San-

tandrea, Filiberto Gamberini, Tiepolo Castaldi, Pao-

lo Nonni, Giovanni Bartoli, Guido Selvatici, Vincen-

zo Franceschelli, Aldo Galassi ed Armando Panari.

Tutti imolesi, tranne Panari nato e residente a Mor-

dano. Costituirono la �Società Anonima Cooperati-

va Meccanici Imola�, da cui l�acronimo SACMI.

La nuova società aveva come scopo �l�eserci-

zio diretto di una o più officine per le riparazioni

meccaniche, l�assunzione dei lavori pubblici e privati

alle migliori condizioni di mercato, curando di corri-

spondere ad ogni operaio il salario più esattamente

proporzionale alla sua prestazione d�opera�. Durata

della società anni venti con possibile proroga. Sede sociale: Camera del

lavoro di Imola.

Gli atti legali che hanno dato vitaalla Cooperativa il 2 dicembre 1919.

7 BCI, La Lotta, 28 dicembre 1919.

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La storia della Sacmi

Il primo Consiglio di amministrazione era

composto da Luigi Santandrea, Filiberto Gamberi-

ni e Tiepolo Castaldi. Nell�atto costitutivo è previ-

sta l�elezione del presidente, che però non viene

fatta contestualmente alla stesura dell�atto. I sinda-

ci effettivi sono Romeo Galli, Filippo Balducci e

Agostino Bedeschi; i supplenti Avanti Mancini e

Gino Cerè.

Si può diventare soci a diciotto anni. Ogni

azione ha il valore nominale di lire 50. Il capitale

sociale è di lire 4.500. Il periodo di avventiziato

non può essere inferiore a un anno. A testimonian-

za del rigore etico che i soci fondatori vollero dare

alla vita della Cooperativa è interessante porre l�at-

tenzione sull�art. 9 dello statuto, il quale dice te-

stualmente: �Il socio che non tenesse una condot-

ta irreprensibile tanto come cittadino quanto come

lavoratore sarà dal direttore chiamato all�adempi-

mento del proprio dovere, indi sospeso dal lavoro

e dall�esercizio dei suoi diritti sociali. Risultati inu-

tili questi provvedimenti si procederà all�espulsio-

ne. La deliberazione di sospensione è presa dal

Consiglio direttivo sentito il parere dei sindaci: l�espulsione è decisa dal-

l�assemblea generale. Contro quest�ultima il socio ha sempre diritto di

ricorrere al Comitato dei probiviri�.

�Gli utili realizzati dalla Società � così stabilisce l�articolo 13 dello

statuto � verranno annualmente ripartiti come segue: a) il 25 per cento a

favore dell�organizzazione di resistenza; b) il 50 per cento al fondo riserva;

1919. Due dei primi organi sociali:Consiglio di amministrazione eCollegio dei sindaci.

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c) il 20 per cento ai soci in parti proporzionali ai salari percepiti durante

l�esercizio; d) il 5 per cento in favore della propaganda cooperativa. Rag-

giunte le lire 50.000 di capitale sociale gli utili saranno devoluti al fondo

di riserva soltanto nella misura del 30 per cento e il restante 20 per cento

verrà assegnato in parte al fondo destinato all�organizzazione di resistenza

ed a quello da ripartirsi fra i soci�8.

8 Archivio Notarile MandamentaleImola (ANMI), atto costitutivo estatuto della Soc. An. CooperativaMeccanici Imola, 2 dicembre 1919;GALASSI N., La Cooperazione imolesedalle origini ai nostri giorni (1859-1967) con aggiornamento fino al1986, Federazione delle Cooperati-ve di Imola, 1986, pp. 166 e 167;BCI, La Lotta, 7 dicembre 1919:�Una nuova Cooperativa...Segnaliamo con molto compiaci-mento la bella ed importanteiniziativa che viene a colmare, nelnostro paese, un vuoto giàlamentato, ed a creare unamodesta organizzazione destinata afavorire l�uso sempre più intensodelle macchine nei lavori deicampi. Ci auguriamo vivamenteche la nuova Cooperativa abbia inbreve tempo a prosperare, e nonpotrà essere altrimenti, purché isuoi componenti dimostrinoconsistenza e disciplinatezza nellavoro, maturità e coscienza neiloro atti...�.

Altre fonti

SACMI Seventyfifht 75 (1919-1994), pubblicazione per il 75° di fondazione, testi di VinicioDall�Ara.

Ufficio Statistica del Comune di Imola.

Emeroteca Nuovo Diario-Messaggero Imola (ENDMI), collezione Il Diario, anno 1919.

Archivio Anagrafico Comune di Imola.

Archivio di Stato Sezione Imola (ASSI).

Archivio Storico Sacmi (SACMIAR).

Archivi Biblioteca Comunale Imola (ARBCI).

Certificato azionario emesso dallaSacmi nel 1925 rilasciato a un socio.

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La storia della Sacmi

La dittatura e il poco lavoro.Seconda sede in viale F. Crispi.

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er cominciare l�attività produttiva la Sacmi ottenne un prestito

sotto forma di sovvenzione di lire ventimila dalla Banca Coopera-

tiva Imolese. Si interessò a questa operazione Romeo Galli, a quelPtempo consigliere-segretario della banca. Galli era il personaggio carisma-

tico cui facevano capo le iniziative cooperativistiche dell�Imolese e verosi-

milmente anche l�idea di dar vita a una cooperativa di meccanici partì da

lui e da Miceti o quanto meno trovò in loro i principali sostenitori per

realizzarla. La prima modesta officina si aprì in via Manfredi, utilizzando

una vecchia palestra delle scuole Carducci in un caseggiato in angolo con

la via di accesso alla caserma dei Vigili del Fuoco, palestra di proprietà del

Comune, che diede in affitto il locale per il modesto canone di lire cin-

quecento all�anno. Inizialmente l�attività consisteva in lavori di riparazio-

ne, il cui reddito era di misura assai limitata1. In una inserzione di pubbli-

cità apparsa sul settimanale socialista si avvisava che �La Cooperativa Mec-

canici � Via Manfredi, Imola � è in grado di eseguire riparazioni a Loco-

mobili, Trebbiatrici, Macchine Agricole, Vinicole, Industriali di ogni spe-

cie � Lavoro accurato � Prezzi modici�2.

Uno dei primi principi, autoaccettati dai soci della Cooperativa,

fu l�applicazione dei minimi di salario delle tariffe sindacali e l�esecuzione

di alcune ore di lavoro non pagate. Era soggetto a questa linea comporta-

mentale anche l�amministratore, che percepiva il salario di operaio, pur

essendo impiegato e non socio. La legge in vigore a quel tempo non per-

metteva agli impiegati di far parte della compagine dei soci salariati delle

A fronte.La seconda sede della Cooperativa inviale F. Domenico Guerrazzi n. 29/31,che nel 1927 cambia il nome in vialeF. Crispi.

1 GALASSI N., La Cooperazioneimolese, cit., p. 167; ArchivioStorico Banca Cooperativa diImola.2 BCI, La Lotta, 13 giugno 1920.

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La storia della Sacmi

cooperative, le eccezioni in effetti non rompevano questo principio3. Il

primo presidente della Sacmi fu Luigi Santandrea e il primo amministra-

tore Giulio Miceti. Miceti è l�anima della Cooperativa. Tira

su questa creatura, se vogliamo dare una sembianza umana

all�azienda, con intelligenza e grandi sacrifici. Militante socia-

lista ha un incarico nella segreteria della Camera del lavoro,

come già abbiamo visto, poi con Romeo Galli dà vita alla

Cooperativa e con le elezioni amministrative del 29 settem-

bre 1920 viene eletto consigliere comunale di Imola e consi-

gliere provinciale di Bologna. A Imola è designato sindaco il

1° ottobre. Non partecipa alle sedute del Consiglio provincia-

le, dove le squadre fasciste sono già scatenate per prendere

possesso degli enti pubblici. Il prefetto scioglie il Consiglio

della Provincia e così Miceti decade da questo incarico. An-

che a Imola l�Amministrazione comunale subisce i primi as-

salti dei fascisti. Il sindaco Miceti è aggredito il 16 maggio 1921 e minac-

ciato di morte, così come tutti i componenti della giunta. L�amministra-

zione Miceti è costretta a dimettersi il 30 giugno 1921.

In quegli anni accade un fatto che merita di essere ricordato, per-

ché la Sacmi vi è coinvolta sia pure in modo indiretto. Nel 1920 l�avvocato

Dino Grandi, che diventerà poi nel tempo sottosegretario agli Interni,

sottosegretario agli Esteri, ministro di questo dicastero, ambasciatore a

Londra, ministro di Grazia e Giustizia, presidente della Camera dei Fasci

e delle Corporazioni (e uno dei principali autori della detronizzazione di

Mussolini e del suo regime), aprì lo studio in via Luigi Sassi, angolo via

Emilia a Imola. Un giorno gli spararono, senza conseguenze però, nem-

meno una scalfittura. Poco dopo l�attentato, Grandi andò da Miceti (non

Romeo Galli, ideatore e guidadella Cooperazione imolese.

3 Testimonianza di Riccardo, figliodi Giulio Miceti.

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dimentichiamo che quest�ultimo era già sindaco di Imola e direttore del

giornale La Lotta) nell�ufficio di redazione del settimanale socialista � pa-

lazzo Compadretti �, dove provvisoriamente era sistemata anche l�ammi-

nistrazione della Cooperativa. Grandi dichiarò a Miceti di non essere fa-

scista, anzi di nutrire sentimenti di simpatia per gli ideali socialisti che

furono di Andrea Costa. Andò più in là. Scrisse una lettera-dichiarazione

in questo senso, con preghiera di farla pubblicare sulla Lotta. (Lettera iden-

tica fu consegnata da Grandi a Miceti con preghiera di passarla al settima-

nale socialista La Squilla di Bologna, diretto dall�imolese Silvio Alvisi. Miceti

puntualmente consegnò). Due giorni dopo nello stesso ufficio di Miceti si

presentarono due individui, che chiesero minacciosamente di volere in

restituzione la lettera, perché l�avvocato Grandi aveva ripensato alla cosa e

deciso di non pubblicare nulla. Miceti non si arrese e precisò che la lettera

sarebbe apparsa sul giornale. Nella notte dello stesso giorno una squadra

di fascisti forzò la porta della redazione e diede fuoco alla stanza, non

senza avere prima cercato, trovato e sottratto la lettera del Grandi. Il fuoco

distrusse quasi tutto: mobili e carte, compresi i documenti della Sacmi4.

Nel verbale dell�assemblea del 28 agosto 1921 �il segretario, a nome del

Consiglio di amministrazione, dà relazione particolareggiata della gestio-

ne amministrativa per l�anno 1920, esprimendo il vivo rammarico di non

potere appoggiare sia la relazione sia il bilancio dedotto dall�apertura del

giornale-mastro per l�anno 1921, coi regolamentari documenti, essendo

stati tutti distrutti o incendiati da una criminosa invasione di fascisti nei

locali d�amministrazione�5.

Giulio Miceti subì altre violenze da parte dei fascisti nella seconda

metà del 1921, in seguito alle quali riparò per un po� di tempo nella vicina

Repubblica di San Marino, dove trovarono rifugio diversi altri oppositori

al regime fascista. Nel 1926 vennero approvate le leggi eccezionali a soste-

4 ALBERTAZZI A., ARBIZZANI L.,ONOFRI N.S., Gli antifascisti,i partigiani e le vittime del fascismonel bolognese (1919-1945), vol. IV,Comune di Bologna, Bologna1995, pp. 276-277; GALASSI N.,Il fascismo a Imola (1914-1929), cit.,p. 179; CASADIO Q., Uomini insieme- Storia delle cooperative imolesi,Ed. La Mandragora, Imola 1996,pp. 352-354, alla voce �GiulioMiceti�; AA. VV., Imola Medagliad�Oro, articolo di Giulio Miceti,Sindaco di Imola prima e dopo ilregime fascista, Comune di Imola,Imola 1985, pp. 35 e seg.5 SACMIAR, verbale assembleasoci 1921.

La dittatura e il poco lavoro...

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La storia della Sacmi

gno della dittatura. Dopo avere sopportato diversi arresti, bastonature e

angherie di ogni genere, Miceti fu nuovamente incarcerato il 4 dicembre

del �26. Gli fu comminato il confino per tre anni6, �che scontò in parte,

circa due anni, nelle isole Tremiti, Ustica e Ponza e nei carceri dell�Ucciar-

done a Palermo e di Poggioreale a Napoli. L�incarcerazione avvenne per

una pretestuosa denuncia al Tribunale Speciale, dal

quale fu assolto per non aver commesso il fatto. L�am-

ministrazione della società venne nel frattempo cura-

ta dalla moglie del Miceti con l�ausilio del sindaco

della società Elio Pagani�7. Sempre nel 1926 furono

arrestate 276 persone sotto l�accusa di ricostituzione

del Partito comunista d�Italia. Otto appartenevano alla

Sacmi, fra le quali cinque soci fondatori: Giovanni

Bartoli, Augusto Cassani, Tiepolo Castaldi, Vincen-

zo Franceschelli, Aldo Galassi, Armando Panari, Gia-

como Ravanelli e Guido Selvatici. Armando Panari

venne condannato il 23 luglio 1927 dal Tribunale Spe-

ciale fascista a quattro anni e nove mesi di reclusione.

Fu liberato il 24 febbraio 1929 in seguito a concessio-

ne della grazia. Gli altri furono assolti per non luogo

a procedere o comunque prosciolti. Il socio Giulio Vespignani si trasferì a

Torino come operaio alla Fiat, poi emigrò in Francia, quindi andò in

Spagna nelle Brigate Internazionali contro i ribelli franchisti8.

Liberato il 28 agosto 1928, Miceti rientrò a Imola e riprese l�attivi-

tà di amministratore della Sacmi, ma la sua posizione come �ammonito

politico� e �sorvegliato speciale� era quanto mai precaria. Fu infatti dura-

mente picchiato dai fascisti nell�ufficio della Sacmi, già trasferitasi nella

sede di viale Francesco Crispi (oggi viale Domenico Rivalta). L�11 febbraio

Due documenti della P.S. di Imola, coni quali si permetteva all�ammonitoGiulio Miceti di uscire di casa alloscopo di partecipare al Consiglio diamministrazione della Cooperativa; gliera necessaria l�autorizzazione anchese doveva recarsi a Bologna nella suaveste di segretario dell�azienda.

6 ALBERTAZZI A., ARBIZZANI L.,ONOFRI N.S., op. cit.,(v. annotazioni corrispondenti aisingoli nominativi).7 SACMIAR, doc. G. Miceti, cit.8 SACMIAR, articolo di BenitoBenati su La Ruota, numerospeciale, 75° di fondazione Sacmi,ottobre 1994; ALBERTAZZI A.,ARBIZZANI L., ONOFRI N.S., op. cit.,voll. II, III, IV, (v. annotazionicorrispondenti ai singolinominativi); GALAVOTTI V.,Dalla �bottega� all�industria - Originie sviluppi di una grande esperienzacooperativa (manoscritto).

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1938 morì il socio fondatore Paolo Nonni. �La Cooperativa pubblicò un

manifesto che conteneva la frase �addolorati per la perdita del nostro com-

pagno di lavoro...�. La parola compagno venne incriminata e Miceti assun-

se la responsabilità del testo. Conseguenza: una ba-

stonatura mentre stava recandosi con il direttore dei

lavori del sanatorio di Jesi al ristorante e, successiva-

mente, una condanna a due anni di confino nuova-

mente in una delle isole Tremiti. La vicenda però si

risolse in circa sei mesi. Nel frattempo l�amministra-

zione venne affidata al dottor Gianetto Santi, nomi-

nato in seguito direttore della Banca Cooperativa,

coadiuvato dalla moglie del Miceti�9. Al trasporto

del Nonni parve ai fascisti che troppa gente portasse

garofani rossi. E allora botte. Le presero, il giorno

dopo il funerale, Andrea Gaddoni, Romeo Galli, Fla-

vio Grandi, Decio Marchesi e naturalmente Miceti,

come si è detto. Decio Marchesi, fabbro artigiano,

un artista del ferro battuto, aveva già subito il confi-

no nelle isole di Favignana e di Lipari. Lo colpirono

violentemente alla bocca facendogli saltare i denti

davanti. Stette all�ospedale dieci giorni. A causa della sua partecipazione

al funerale �dei fiori rossi� fu arrestato. Ebbe due anni di ammonizione e

diffida. Andrea Gaddoni, meccanico, in precedenza condannato dal Tri-

bunale Speciale a cinque anni e tre mesi di carcere per organizzazione e

propaganda comunista, si prese cinque anni di ammonizione. Romeo Galli,

bibliotecario e numero uno della cooperazione, oltre alla bastonatura in

piazza, ebbe due anni di ammonizione. A Flavio Grandi infine, già con-

dannato a cinque anni di confino a Pisticci, Ventotene e Siderno, furono

9 SACMIAR, doc. G. Miceti, cit.;testimonianza di Riccardo, figliodi Giulio Miceti: �Portavo ilpranzo, contenuto in unpentolino, a mio zio PietroScheda, detto Pirìta, che era ancheil nome del suo negozio di tessutisotto il portico Sersanti. Stavo perattraversare la piazza Grande,quando un signore mi disse: E�tvest tu pè? Alla mia rispostanegativa, aggiunse: Va t�a cà, purèn.(Hai visto tuo padre? Va� a casa,poverino). Allora capii cheavevano picchiato babbo�.

La dittatura e il poco lavoro...

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La storia della Sacmi

inflitti due anni di ammonizione. Al trasporto funebre di Nonni erano in

cinquecento. Nella relazione al ministero degli Interni il prefetto di Bolo-

gna, nel tentativo di giustificare la presenza di tanta gente e le selvagge

bastonature di alcune persone note e stimate, scrisse che i fascisti avevano

dato ai �sovversivi� una �lezione punitiva�10.

Durante l�occupazione delle armate hitleriane, dopo l�8 settem-

bre 1943, il socio Augusto Cassani per alcuni mesi fu deportato in Ger-

mania11.

Questo era il clima in cui vivevano si può dire tutti i soci della

Cooperativa sino alla liberazione di Imola (14 aprile 1945) da parte degli

eserciti alleati e delle formazioni partigiane. Clima di sospetto, di persecu-

zione, di violenza alla persona. Basti pensare che l�occhiuta polizia dello

Stato fascista aveva raggiunto assurdi e persino ridicoli sistemi di vigilan-

za. Ad esempio ogni spostamento di Miceti, anche se andava nella vicina

Bologna per le normali esigenze dell�azienda, doveva essere autorizzato da

un permesso scritto dell�autorità di Pubblica sicurezza. Non solo, ma per

uscire di casa la sera, allo scopo di prendere parte al Consiglio di ammini-

strazione, Miceti aveva bisogno del foglio di via della polizia12.

Tre soci fondatori � Luigi Santandrea, Tiepolo Castaldi e Paolo

Nonni � si erano qualificati meccanici aggiustatori alla Scuola Industriale

Francesco Alberghetti, scuola di grande prestigio e tradizione non solo

nella città di Imola; gli altri provenivano da esperienze di lavoro in piccole

aziende cittadine13.

Si è già detto che nei primi anni di vita l�attività produttiva della

Cooperativa era alquanto limitata.

In un documento firmato da Giulio Miceti è detto: �Non esisteva-

10 ALBERTAZZI A., ARBIZZANI L.,ONOFRI N.S., op. cit., vol. IV,(v. annotazioni corrispondenti aisingoli nominativi); CASADIO Q.,Uomini Insieme. Storia dellecooperative imolesi, cit., p. 353.11 SACMIAR, doc. G. Miceti, cit.12 Archivio casa Miceti, documenti.13 GALAVOTTI V., op. cit.

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no allora ambiziosi programmi a carattere industriale, anche se, a momen-

ti, se ne parlava con accorato desiderio. La crisi imperante e l�inconsisten-

za finanziaria costituivano ostacoli decisamente insormontabili. La locale

Cooperativa Macchine Agrarie offrì le prime possibilità di lavoro, affidan-

do la riparazione delle locomobili a vapore, delle trebbiatrici e di altre

macchine agricole alla Sacmi, mentre alcuni soci in possesso di patente

per la conduzione di caldaie a vapore prestavano la loro opera durante la

campagna di trebbiatura del grano. Ben presto il lavoro si sviluppò, sem-

pre nel campo delle riparazioni, nel settore delle fornaci per laterizi locali,

di Lugo, Forlì, Russi e con clienti eterogenei, mentre le amministrazioni

ospedaliere della città e lo stesso Comune affidavano alla Cooperativa la

riparazione e manutenzione dei loro macchinari. Ovviamente vennero

assunti alcuni ausiliari ed apprendisti ad integrazione della piccola schiera

sociale. Furono migliorate l�attrezzatura e l�organizzazione, ma sorsero con

l�avvento del fascismo varie difficoltà di ordine politico con tentativi di

ostracismo. La serietà con cui veniva gestita l�azienda prevalse e la Coope-

rativa continuò a consolidare la sua situazione tecnica e in misura mode-

sta quella economica...�14.

Il lavoro della Cooperativa si estese pure al campo dell�industria

molitoria, per la quale si riparavano le particolari macchine di quel com-

parto. La Cooperativa Laterizi costruì un depuratore per gas poveri e a

tale impresa collaborarono anche i meccanici della Sacmi15. Durante que-

sta fase iniziale produttiva della piccola Cooperativa, il fascismo va al po-

tere. Lo conquista con una rivoluzione quasi da operetta (28 ottobre 1922),

ma intanto prende le leve del comando. L�aiuto decisivo glielo danno ina-

spettatamente la monarchia dei Savoia e, con minore sorpresa, una destra

occulta ma potente e vendicativa. Mussolini va dal re qualificandosi suo

�fedele servitore� e gli presenta la lista dei ministri, che viene subito omo-

L�Alberghetti in epoca più recente.(Foto da Saluti da Imola, La cittàfotografata oggi, Circolo FotograficoImolese - Grafiche Galeati 1985).

14 SACMIAR, doc. G. Miceti, cit.15 BCI, La Lotta, 5 settembre 1920.

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La storia della Sacmi

logata dal sovrano. Il nuovo governo risulta composto dai fascisti Benito

Mussolini, presidente del Consiglio e ministro degli Esteri e dell�Interno,

Aldo Oviglio (Grazia e Giustizia), Alberto De Stefani (Finanze); dai nazio-

nalisti Luigi Federzoni (Colonie) e Giovanni Giurati (Terre liberate); dai

popolari Vincenzo Tangorra (Tesoro) e Stefano Cavazzoni (Lavoro e Previ-

denza sociale); dai democratico-sociali Gabriello Carnazza (Lavori Pubbli-

ci) e Giovanni Antonio Colonna di Cesarò (Poste); dal salandriano Giu-

seppe De Capitani (Agricoltura); dal giolittiano Teofilo Rossi (Industria e

Commercio); dal filosofo Giovanni Gentile (Pubblica Istruzione) e dagli

alti ufficiali Armando Diaz (Guerra) e Paolo Thaon di Revel (Marina)16.

Un ministero di personaggi da effetto scenico perlopiù, dove l�uni-

co che abbia idee e determinazioni chiare è, forse, Mussolini. Un ministe-

ro che prepara la strada alla dittatura, espressione di un paese nel quale la

violenza fascista ha ormai preso il sopravvento.

Ma ritorniamo alla nostra Cooperativa. Nonostante tutto la Sac-

mi lavora e lavora bene. Dopo qualche anno da quello di partenza ci si

rende conto che i locali di via Manfredi sono inadatti e insufficienti. I

fascisti si impadroniscono del potere anche nel Comune di Imola. Il 5

gennaio 1923 il Consiglio comunale elegge sindaco il conte Annibale

Ginnasi della lista fascista17.

La Cooperativa Meccanici nella palestra delle scuole comunali è

come un pruno nell�occhio. Meglio è che i sacmisti cambino casa. Insom-

ma, in questo caso le idee, o meglio i �desiderata�, collimano. Nel 1925 la

Cooperativa, con decisione del Consiglio di amministrazione ratificata

dall�assemblea dei soci, trasferisce l�officina in viale Francesco Domenico

Guerrazzi n. 29-31, che prenderà il nome di Francesco Crispi nel 1927. I

nuovi locali sono di proprietà della Cooperativa Ceramica di Imola che

nel 1922 ha traslocato l�azienda da via Quaini � angolo viale Guerrazzi �

Il ponte di viale Dante sul Santernocostruito in regime fascista.(Archivio �Libri Vecchi� - Gollini).

16 Storia d�Italia, cronologia 1815-1990, De Agostini, Novara 1991,p. 384.17 Comune d�Imola, Venticinqueanni di statistica della popolazione(1901-1925), Ed. Paolo Galeati,Imola 1926.

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in via Gambellara (ora via Vittorio Veneto), dove prima era la Cooperati-

va Vetroperaia, diventata Cooperativa Vetreria Imolese nel 1912 e chiusa

definitivamente nel 1914. Nel contratto d�affitto tra la Cooperativa Cera-

mica e la Cooperativa Meccanici si stabilisce che tutte le spese di restauro

e di adattamento sono a carico della Sacmi18.

Guardiamo un po� nei particolari l�esordio della Cooperativa.

Esordio dalle tonalità soft, come abbiamo visto. Dopo Luigi Santandrea,

primo presidente, ricoprono questo incarico Tiepolo Castaldi, Aldo Ga-

lassi, Guido Selvatici, che si alternano nel mandato. Il rinnovo delle cari-

che di consigliere d�amministrazione e di sindaco si fa ogni anno. I consi-

glieri sono, per statuto, solo tre, compreso il presidente. La base sociale,

per oltre due decenni, è limitata. Ho pensato a questo stato di fatto, di

certo non usuale e derivante da una precisa volontà dei soci. E ho azzarda-

to una interpretazione. Mi pare che il concetto di pari responsabilità e di

pari impegno nell�indirizzo aziendale venga fuori da sé.

Non c�è un padrone. Tutti sono padroni. Il Consiglio ristretto è

uno strumento agile. L�assemblea che rinnova il Consiglio ogni anno testi-

monia del suo potere, della sua immediatezza. Per la dimensione della

base sociale non mi sento di dare un giudizio. Opportunità per la snellez-

za della gestione, stato economico generale del paese, situazione politica:

sono elementi che hanno uguale importanza nella scelta strategica.

Le difficoltà e l�andamento soft si vedono pure dai dati di bilan-

cio. Si ritiene opportuno di mettere in evidenza solo quei dati che posso-

no servire come parametri, come indicazioni significative: il capitale so-

ciale (CS), il fatturato (FT), l�utile netto (UN), il numero dei soci e dei

dipendenti non soci. Il bilancio 1920, che comprende anche quasi tre

mesi di fine l919, espone queste cifre: CS lire 5.000, FT lire 73.026, UN

18 SACMIAR, documenti;GALAVOTTI V., op. cit., p. 31;BELTRANDI S., La Sacmi: analisistorica, problemi e riflessioni critiche;Studio da Pagine di vita e storiaimolesi, Ed. Cars, Imola 1986, p.238; GALASSI N., op. cit., p. 108.

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La storia della Sacmi

lire 1.966, soci 10, dipendenti 4. Quello 1922: CS lire 17.500, FT lire

220.554, UN lire 1.670, soci 11. L�anno successivo viene acquistato (è

necessario ricorrere al debito) un tornio parallelo affrontando la spesa di

lire 8.000, spesa giudicata piuttosto alta, se si considera la caratura del-

l�azienda e il valore monetario di quel tempo. Fu una spesa molto sensata,

anche se la sua approvazione costò infiammate discussioni e lasciò dietro

di sé non pochi dubbi. Un tornio come quello, con un banco di oltre

quattro metri, diede modo alla Cooperativa di acquisire lavori che prima

non potevano essere eseguiti19.

Ne1 1924, per iniziativa della Sacmi, viene costituita la �Cassa

Mutua Malattie fra i soci della Cooperativa Meccanici�. La nuova Società

mutualistica assicura ai cooperatori della Sacmi, dietro versamento setti-

manale e individuale di lire cinque, nel caso in cui si ammalino, un sussi-

dio giornaliero di lire quindici per la durata di novanta giorni in un anno.

Lo statuto-regolamento prevede inoltre altre prestazioni, sempre che sia-

no osservate determinate condizioni20. Si tratta di una iniziativa molto

importante per il suo valore intrinseco, per il senso etico della cooperazio-

ne e per la non frequenza di casi simili. Il bilancio del �24 ha queste risul-

tanze: CS lire 19.500, FT lire 261.134, UN lire 775, soci 11, dipendenti

non soci 24. Nella relazione del CdA è detto che le officine meccaniche

sono costrette a farsi concorrenza fra di loro. Il reddito conseguito è mol-

to modesto. Però l�azienda ha saputo imporsi, oltre che per l�indiscussa

superiorità tecnica nei lavori, anche per i prezzi praticati a confronto con

quelli della concorrenza. Come già si è detto nel 1925 la Cooperativa si

trasferisce in viale Guerrazzi n. 29-31 in una parte dei locali di proprietà

della Cooperativa Ceramica.

Relazionando sul bilancio 1926, il presidente Guido Selvatici co-

munica ai soci: �Anche quest�anno abbiamo il piacere di presentarvi un

19 SACMIAR, documenti;GALAVOTTI V., op. cit., pp. 29 e 30.20 SACMIAR, documenti.

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rendiconto che testimonia della continuità, utilità e vitalità dell�azienda...

I maggiori enti e le maggiori industrie locali si servono di preferenza della

nostra officina...�. Dati del bilancio: CS lire 21.000, FT lire 379.303, UN

lire 678, soci 1321. Sul piano politico nazionale il �26 è un anno nero. Il

fascismo diventa dittatura. I deputati delle opposizioni sono dichiarati

decaduti. I giornali non allineati con il fascismo vengono chiusi o sospesi,

le associazioni e i partiti non fascisti sono sciolti. Viene istituito il Tribu-

nale speciale per la difesa dello Stato. Il fascismo è padrone e arbitro di

tutto. Il patto costituzionale (Statuto albertino) è infranto. Il re tace. E

approva con le sue firme. Muoiono Giovanni Amendola (in seguito alle

bastonature dei fascisti) e Piero Gobetti. Antonio Gramsci va in carcere. I

capi dell�opposizione fuggono all�estero. I sindaci, con la riforma delle

amministrazioni locali, diventano podestà e sono nominati dai prefetti,

vale a dire dal governo. (A Imola il conte Ginnasi è nominato podestà nel

�27). Non va dimenticato che il 10 giugno 1924 era stato assassinato dai

fascisti l�onorevole Giacomo Matteotti, leader del maggiore partito di op-

21 Ibidem.

1924. Cassa Mutua Malattia fra isoci della Cooperativa MeccaniciImola. Statuto-Regolamento: Titolo V.Diritti dei soci.

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La storia della Sacmi

posizione, quello socialista22. Anche Imola fu colpita da un�onda di 276

arresti di antifascisti, dei quali si è già detto.

Lo statuto del 2 dicembre 1919 viene modificato il 29 maggio

1927. Si vede dalle variazioni che i tempi sono cambiati. Alcuni articoli

sono modificati. Articolo 3: la Società ha la sua sede in Imola, viale Crispi

n. 40 (non alla Camera del lavoro, che in effetti non esiste più, nda). Arti-

colo 4: i soci debbono sottoscrivere all�atto della loro ammissione non

meno di 30 azioni ciascuno (prima 10 azioni). Articolo 5: i nuovi soci

(solo operai dipendenti) dovranno avere 25 anni di età (prima 18). Artico-

lo 6: il periodo di avventiziato non potrà mai essere minore di anni tre

(prima era di un anno). Articolo 13: gli utili realizzati dalla Società verran-

no annualmente ripartiti come segue: a) il 50 per cento al Fondo di riser-

va; b) il 10 per cento a favore degli Istituti di cultura e beneficenza; c) il 40

per cento ai soci in parti uguali [prima la suddivisione era questa: a) il 25

per cento a favore dell�organizzazione di resistenza; b) il 50 per cento al

Fondo di riserva; c) il 20 per cento ai soci in parte proporzionale ai salari

percepiti durante l�esercizio; d) il 5 per cento a favore della propaganda

cooperativa. Raggiunte le lire 50.000 di capitale sociale, gli utili saranno

devoluti al Fondo di riserva soltanto nella misura del 30 per cento e il

residuo 20 per cento verrà assegnato in parte al fondo destinato all�orga-

nizzazione di resistenza ed a quello da ripartirsi fra i soci]. Articolo 20:

l�avviso di convocazione dell�assemblea dei soci verrà pubblicato nel gior-

nale Il Diario che attualmente si pubblica in Imola e nel giornale Il Lavoro

Cooperativo o in quelli che in avvenire li dovessero sostituire se questi ces-

sassero le pubblicazioni... (prima le pubblicazioni dovevano essere fatte

sul giornale La Lotta (soppresso dal regime, nda) o in mancanza sul giorna-

le La Cooperazione Italiana�)23.

22 Storia d�Italia, cronologia1815-1990, cit., p. 408.23 SACMIAR, documenti.

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Nel 1927 muore il socio fondatore Vincenzo Franceschelli. Agli

eredi la Sacmi paga le azioni per l�importo di lire 1.750 più lire 341,40 per

utili accumulati nel fondo di riserva. Le risultanze di bilancio non si di-

scostano da quelle degli anni precedenti. Va meglio il bilancio 1928. In

quell�anno è di nuovo presidente Luigi Santandrea e gli sono accanto i

consiglieri Primo Ermanari e Tiepolo Castaldi. Fanno parte del Collegio

sindacale Gioacchino Zambrini, Antonio Tavanti e Nullo Gardelli. I sup-

plenti sono Giuseppe Frascali e Renzo Masolini. Il CS segna lire 19.250, il

FT lire 356.995 e l�UN lire 1.361.

A Imola viene il re Vittorio Emanuele III con la regina Elena. Il

poeta Luigi Orsini indirizza ai sovrani l�orazione ufficiale di saluto. Molti

evviva e molto rumore di trombe e tamburi, ma nulla cambia sul piano

economico e sociale. Va bene anche il bilancio 1929: CS lire 45.750, FT

lire 491.233, UN lire 1.369. È presidente Guido Selvatici. Lo Stato italia-

no fa pace con la Chiesa cattolica24. A New York crolla la borsa. Comincia

per gli States un duro e non breve periodo di depressione economica.

24 SACMIAR, documenti;Storia d�Italia, cit., p. 426.

La dittatura e il poco lavoro...

Altre fonti

Testimonianza di Giorgio Bartoli, figlio di Giovanni.

SACMI Seventyfifth 75 (1919-1994), cit.

ENDMI, collezione Il Diario anni Venti.

ASSI.

ARBCI.

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La storia della Sacmi

La Cooperativa costruisce una macchinacon il marchio SACMI.Le bateau largue les voiles.

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ll�inizio degli anni Trenta la notizia e l�evento dominanti riguar-

dano la depressione economica americana, che viene esportata

anche in Europa. Gli Usa sono sgomenti, ma reagiscono. AANew York per frenare il collasso e arginare la disoccupazione vengono

iniziati i lavori di costruzione (1931) del grande grattacielo Empire State

Building (86 piani, m 380 di altezza). Le cose alla Sacmi non appaiono

particolarmente preoccupanti. Il bilancio 1930 dà queste risultanze: CS

lire 47.500, FT lire 411.687, UN lire 522, soci 13, dipendenti 23.

Nel conto patrimoniale si nota per la prima volta nell�Attivo la

voce Fabbricati indicata in lire 102.820. È il valore dei caseggiati (una parte

con entrata in viale Crispi più due casupole* con entrata in via Framello),

venduti dalla Cooperativa Ceramica di Imola per lire 100.000, da pagarsi,

dedotto l�anticipo di lire 14.000, in sedici rate annuali di lire 5.375 ognu-

na, oltre all�interesse del tre per cento l�anno. Si tratta della sede (la secon-

da nella storia della Cooperativa) di viale Crispi, sulla quale grava la ga-

ranzia di ipoteca. In ogni caso è un chiaro esempio di solidarietà tra le

cooperative imolesi.

Nella relazione il presidente Guido Selvatici comunica che l�eser-

cizio di cui si dà conto segna un regresso in confronto a quelli precedenti

e che ciò è in relazione alla crisi economica generale con riverbero notevo-

le sull�andamento aziendale. Infatti si può notare, dice il presidente, una

minore cifra di produzione � lire 81.887,87 �, alla quale naturalmente * Così nel testo dell�atto notarile.

A fronte.Imola, anni �30. Inizio dellaproduzione delle macchine per aranci.La macchina che si vede nella foto,una delle prime, in esposizione davantialla sede di viale Francesco Crispi.

La Cooperativa costruisce una macchina...

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La storia della Sacmi

fanno da contrappeso minori somme di spesa: lire 30.363,84 per salari

corrisposti, lire 34.634,30 per materiali posti in opera e lire 13.025 per

spese generali.

In fondo il soft trend della Cooperativa non è una contraddizione,

serve da cuscinetto protettivo. D�altra parte la depressione economica a

Imola è precedente al crac della borsa newyorkese, si può fare risalire addi-

rittura all�immediato dopoguerra. E la Sacmi non è certamente in grado

di tirare su un Empire State Building1.

Imola cambia volto nel centro storico, nella periferia, nei dintor-

ni. Da un po� si parlava di un grande ospedale sanatoriale per tubercoloti-

ci, da costruire sulle colline di Montecatone. L�idea veniva sostenuta dai

dirigenti (dal segretario politico in persona, per l�esattezza) del Fascio loca-

le. La Cassa di Risparmio, da parte sua, coltivava un progetto simile e �sin

dal 1925 aveva stanziato la somma di lire 500.000 allo scopo di edificare

un ospedale di isolamento destinato ai tubercolotici, a condizione che

venisse intitolato a Luigi Paolini, primo direttore dell�istituto di credito�.

Il 25 marzo 1930, in occasione dell�annuale assemblea dei soci, fu deciso

di donare alla Cnas (Cassa nazionale assicurazioni sociali), madre dell�at-

tuale Inps, la somma di un milione, con l�obiettivo

di concorrere alla spesa per costruire un sanatorio

sui colli di Montecatone. Intanto il fondo accanto-

nato nel 1925 aveva raggiunto l�importo di 720.000

lire. Particolarmente attivo in questo progetto fu il

vice presidente della Cassa di Risparmio Luigi Ba-

roncini2. A questo punto la Cnas (che diventerà

Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Socia-

le) fece sua l�iniziativa degli imolesi. I lavori comin-

Una delle tre strutture ospedalieredell�ex sanatorio di Montecatone diImola, alla costruzione delle quali laSacmi partecipò in notevole misura.Ora, grazie a una intelligente sinergiatra capitale pubblico e privato, ilvecchio corpo ospedaliero è trasformatoin centro di ricerca mondiale per lariabilitazione midollare.(Foto Gasparri).

1 SACMIAR, documenti; ANMI,rogito notaio G. Alvisidel 16 maggio 1930.2 BASSANI A., Via Quaini n. 13,Ed. La Mandragora, Imola 1996,pp. 33-34.

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ciarono il 27 maggio 19303. Di essi divenne direttore l�ingegnere Stefano

Padovani, in seguito nominato podestà di Imola.

Egli assegnò l�opera al Consorzio delle cooperative della zona.

Parecchie cooperative imolesi riuscirono a vincere le gare di appalto dei

lavori. Alla Sacmi toccarono le commesse dei manufatti in ferro e la loro

messa in opera. Fu una fortunata occasione. L�Infps apprezzò molto i lavo-

ri della Cooperativa fatti a Montecatone, tanto che alla Sacmi furono poi

assegnate le commesse per diversi impianti sanatoriali costruiti in Italia4.

A metà degli anni Trenta il sanatorio di Imola-Montecatone era funzio-

nante. L�onorevole Bruno Biagi, presidente dell�Istituto di previdenza,

venne a Montecatone per controllare la funzionalità del sanatorio. Sarà lo

stesso capo del governo, Benito Mussolini, a inaugurarlo il 25 ottobre

19365.

Nel 1931 viene demolito il vecchio palazzo Compadretti, dov�era-

no stati la sede del Partito socialista, il circolo e la redazione del settimana-

le La Lotta. Al suo posto è edificata la sede imolese dell�Opera nazionale

dopolavoro. L�anno dopo viene a inaugurarla il segretario nazionale del

Pnf (Partito nazionale fascista), onorevole Achille Starace. Sempre nel �31

comincia la demolizione degli edifici per far posto al nuovo complesso del

Centro cittadino e della Casa del fascio. Spariscono un bel tratto di porti-

ci sulla via Emilia con le abitazioni soprastanti e il mercato coperto delle

Erbe. �Era questa una costruzione neogotica, non bella, ma alla quale gli

imolesi avevano ormai fatto l�occhio e a cui erano affezionati. I lavori della

nuova costruzione, progettata dall�architetto Adriano Marabini, comin-

ciano nel 1933 e finiscono nel �36. Essa comprende la Casa del fascio vera

e propria, con la torre, la galleria del Centro cittadino e l�agenzia di città

della Cassa di Risparmio. Lo stile è quello �littorio�, ovviamente. Mussoli-

ni inaugura il complesso lo stesso giorno in cui taglia il nastro tricolore al

3 GALAVOTTI V., Dalla �bottega�all�industria, cit., p. 40.4 Ibidem.5 BASSANI A., op. cit., p. 34.

Imola, inizio anni �30.I portici del centro cittadino sul latodella via Emilia (già Umberto I) primadella demolizione.(Foto Archivio Ferlini, collezione CarloParenti).

La Cooperativa costruisce una macchina...

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La storia della Sacmi

sanatorio�6. Nessuna commessa, sempre ovviamente, viene affidata alla

Sacmi. La Sacmi si è allargata in altri lavori: per le Ferrovie dello Stato e

per la Cooperativa Ceramica di Imola. Si vede che la �ceramica� era nel

�cielo astrologico� della Sacmi. La Cooperativa Ceramica, trasferitasi nel-

la nuova sede, acquistò nuove macchine, segnatamente le presse a frizione

tedesche Dorst con i nuovi forni intermittenti e continui. I meccanici

della Sacmi eseguivano la manutenzione delle macchine. Vennero diretta-

mente a contatto con gli strumenti per mezzo dei quali si faceva indu-

strialmente la ceramica7.

Abbiamo già visto che il bilancio 1930 si chiuse in modo poco

esaltante. I due esercizi successivi non si distinsero per brillantezza, seppu-

re non fossero da valutarsi in modo negativo. La Cooperativa ebbe la

sfortuna di trovarsi davanti a clienti coinvolti in fallimenti. Fu una vera

iattura. L�assemblea dei soci decise di prendere provvedimenti d�emergen-

za. Per mettere riparo ai danni finanziari subiti �si stabilì di lavorare gra-

tuitamente un�ora di più al giorno fino al conseguimento del pareggio�.

Tale impegno fu mantenuto da tutti i soci per oltre due anni. Per far

fronte invece alla scarsità di lavoro e per evitare licenziamenti tra il perso-

nale avventizio (dieci persone), fu deciso di alternare le presenze con turni

prestabiliti (e probabili riduzioni di orario) a seconda delle necessità che

le commesse imponevano.

La diminuzione delle ore lavorative non fu una rinuncia indolo-

re, in quanto i già scarsi salari subirono una ulteriore diminuzione; inol-

tre non furono pochi i sabati in cui mancava addirittura la busta paga

settimanale. �Se le deliberazioni sociali consentirono alla Cooperativa di

limitare i danni e comunque di diluirli nel tempo, non così si può dire per

quanto riguarda tutte le maestranze, soci e non soci, per i quali il compito6 Ibidem.7 GALAVOTTI V., op. cit., pp. 32-33.

Palazzo Vacchi a fianco del Mercatocoperto delle Erbe (poi abbattuto).Notare la �Fontana di Scarabelli� nelmezzo della piazzetta.(Foto Archivio Ferlini,collezione Carlo Parenti).

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di continuare a sostenere la propria famiglia

rimaneva immutato�. In questo tempo grandi

furono l�aiuto e la solidarietà del Magazzino

Generale Cooperativo di Consumo di Imola,

fondato da Romeo Galli nel 1903 e da lui pre-

sieduto per oltre venti anni. Seppure guidata

da un commissario prefettizio fascista, la Coo-

perativa di Consumo fornì a tutti i soci lavo-

ranti, con garanzia della Sacmi, buoni di pre-

lievo per generi alimentari da acquistare nei propri spacci con pagamento

dilazionato8.

Il presidente Guido Selvatici, nell�assemblea dei soci del 31 marzo

1932, a commento delle risultanze del bilancio 1931, dice: ��L�aliquota

percentuale delle spese generali è inevitabilmente aumentata in rapporto

alla cifra di produzione e ciò malgrado i nostri sforzi per contenerla... Tale

fatto è preoccupante e perciò sarà bene che nel venturo esercizio venga

fatta un�attenta e generale critica alle spese, onde vedere di limitarle ad

una aliquota che non oltrepassi il 10-12 per cento della cifra di produzio-

ne�. Il presidente rende noto anche il preoccupante fatto dell�inesigibilità

di crediti in seguito al fallimento di clienti, fenomeno collegato alla de-

pressione economica generale che continua.

L�anno successivo il presidente facente funzione, Aldo Galassi,

nell�assemblea del 2 aprile 1933, commentando il bilancio 1932, afferma:

�Siamo lieti di potere, alla fine di quest�anno ancora particolarmente dif-

ficile, presentarvi un bilancio che si chiude con risultati discretamente

soddisfacenti... Durante l�esercizio 1932 si è dovuto adottare il doloroso

provvedimento dei turni di lavoro e della riduzione di orario, necessità 8 BELTRANDI S., op. cit., p. 239.

Imola, inizio anni �30. Lavori didemolizione del Mercato delle Erbe.(Foto Archivio Ferlini,collezione Carlo Parenti).

La Cooperativa costruisce una macchina...

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La storia della Sacmi

queste a cui, nelle attuali contingenze, ben poche aziende possono sfuggi-

re...�. Il presidente dà pure una notizia che apre alla speranza: �Per suppli-

re alla deficienza locale dei lavori, il CdA ha dovuto cercare altre forme di

attività, dedicandosi allo studio e alla costruzione di macchine pulitrici-

selezionatrici per arance che, fin dall�inizio, hanno dato risultati che in

complesso possono ritenersi soddisfacenti.

Altra nuova attività a cui la Cooperativa dovrà dedicarsi e di cui si

stanno apprestando i mezzi è la riparazione di autocarri, la quale può

consentire un lavoro continuativo e di crescente sviluppo�. La sintesi del

bilancio 1932 è questa: CS lire 54.000, FT lire 313.438, UN lire 1.775,

soci 13, dipendenti 10. Il sindaco ragionier Vico Mondini, entrato nella

compagine sindacale nel 1931, interviene per �ammonire che la votazio-

ne (delle cariche sociali, nda) deve essere completamente libera da qual-

sivoglia influenza di carattere politico o sindacale. L�Ente nazionale

fascista della cooperazione desidera che le elezioni nelle cooperative

avvengano liberamente e che i soci designino a loro piacere chi riten-

gono meglio atti (sic) a ricoprire le funzioni direttive�. È la prima volta

che la voce del regime si fa sentire all�interno dell�azienda. Ma guarda, mi

viene di pensare, questo ragionier Carneade che predica la castità alle

�lucciole�! Naturalmente i soci votano secondo il loro criterio e buon-

senso9.

La piccola storia delle macchine per arance. A Imola operava la

Sassi & Tesei, una primaria azienda di esportazione ortofrutticola. Aveva

un�agenzia anche a Lentini (Siracusa), dove acquistava e smerciava grosse

quantità di agrumi. Dalla Sicilia aveva segnalato alla sede imolese che le

arance mostravano una velatura nerastra chiamata �la nera� che ne limita-

va il commercio. La pulitura a mano era troppo lunga e costosa. C�era sul9 SACMIAR, documenti.

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posto anche una macchina, fabbricata in

Spagna, che avrebbe dovuto pulire mec-

canicamente i frutti. Questa macchina

funzionava male, i produttori sicilia-

ni non ne erano contenti. In Sacmi

si parlò del problema e si decise di

mandare a Lentini Luigi San-

tandrea in missione speciale.

Vedesse lui come stavano effetti-

vamente le cose. Santandrea andò,

indagò, prese appunti e schizzi, e

ritornò a Imola. Santandrea aveva

l�occhio lungo. Capì che la Sacmi po-

teva fare una macchina nuova, più mo-

derna, più efficiente e pratica. Riferì al Consi-

glio e agli altri soci. Tutti d�accordo. Si fecero alcuni prototipi. Queste

progettazioni appassionarono il giovanissimo perito industriale Carlo

Nicoli, che si impegnò con intelligenza ed entusiasmo. Nicoli diventerà

poi direttore della Cogne, dopo la fine della guerra, una volta avvenuta la

riconversione della fabbrica d�armi in azienda per produzioni meccaniche

in tempo di pace.

Ecco, ora la macchina c�è. Ha il marchio Sacmi. Pulisce e selezio-

na le arance calibrandole. �La nera� viene sconfitta. Però bisogna vincere

il mercato. La concorrenza è sempre un nemico temibile. Si decide di

affittare un magazzino in Sicilia per oltre un anno e di installarvi alcune

macchine Sacmi, perché si veda come funzionano. Toccare con mano. Il

gol è fatto. La macchina va bene. Il fatturato aumenta. La gestione è affi-

data a Luigi Santandrea, l�inviato speciale, che nei mesi della raccolta dei

Macchina lavatrice e spazzolatriceper agrumi.

La Cooperativa costruisce una macchina...

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La storia della Sacmi

frutti va in Sicilia e in Calabria a prendere le commesse, a ricevere le

macchine in arrivo, ad assistere i clienti10.

Ora la Sacmi ha una produzione sua propria. Ha un suo marchio

da spendere. Ora è diventata un�azienda industriale. Il passo avanti si

vede anche dalla lettura dei bilanci. Alla assemblea dei soci del 21 marzo

1937 il presidente Luigi Santandrea comunica, senza nascondere un certo

compiacimento: �Nel presentarvi il bilancio 1936 non

possiamo che dichiararci vivamente soddisfatti per le

risultanze conseguite, se si pensa alle numerose diffi-

coltà di ordine pratico ed economico che si sono do-

vute superare. Le difficoltà di ordine pratico sono state

quelle relative alle restrizioni e ai controlli sul merca-

to dei metalli, voluti dallo Stato per superiori necessi-

tà (forse la guerra etiopica e l�inizio della guerra civile

spagnola? nda); quelle di ordine economico, conse-

guenza delle prime, sono state create dalle esigenze di pagamenti anticipa-

ti o a brevissima scadenza, senza possibilità di rivalsa o di applicazione

dello stesso metodo nei confronti della nostra clientela...�. In sintesi il

bilancio espone questi dati: CS lire 90.500, FT lire 852.119, UN lire 4.069,

soci 13, dipendenti 16. Non siamo ancora ai grandi numeri, ma la grande

marcia della Sacmi, seppure in un paese non libero con la dittatura al

potere e in una Europa che va verso la guerra, comincia proprio adesso.

Viene confermato il CdA, del quale fanno parte: Luigi Santandrea presi-

dente, Tiepolo Castaldi e Rodolfo Galassi consiglieri. Fanno parte del

Collegio dei sindaci: professor Guglielmo Romiti (presidente), Elio

Pagani e Antonio Tavanti. I supplenti sono: Renzo Masolini e Arturo

Frascali. Amministratore-segretario è Giulio Miceti, direttore Giovanni

10 BELTRANDI S., op. cit., p. 240;GALASSI N., op. cit., p. 188;GALAVOTTI V., op. cit., pp. 35 e seg.;SACMI Seventyfifth 75, cit., notastorica.

Stabilimento per la lavorazione degliagrumi in Sicilia.

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Bartoli, capo-officina Primo Ermanari.

Siamo nel 1938. È l�anno in cui muore il socio della Sacmi Paolo

Nonni, ai cui funerali partecipa una grande folla. Ci sono tanti garofani

rossi che camminano dietro la bara. Sono troppi per i fascisti. Ai fascisti il

rosso dà alla testa. Il giorno dopo in piazza Grande � si è già detto � una

squadra punitiva di neri aggredisce e bastona Galli, Miceti e altri. Il 30

marzo ha luogo l�assemblea annuale dei soci. È presente il cavalier Mario

Tosarelli, segretario della Federazione provinciale fascista della coopera-

zione. Tosarelli ascolta e tace. Il presidente Luigi Santandrea si rivolge ai

soci: �La nostra azienda in questo particolare momento della propria

vita deve curare in modo speciale i rapporti con quegli enti che per le

loro caratteristiche possono offrire tutte le possibilità di potere asse-

gnare i lavori e i materiali ferrosi necessari, come Infps e FF.SS. Si è

dato e si deve dare impulso al lavoro di costruzione delle macchine

pulitrici per agrumi, lavoro che si è svolto quest�anno in modo assai

soddisfacente, anche se non si è avuto il reddito che si sperava...�. Un

nuovo Rdl stabilisce che i sindaci restano in carica tre anni e che ad essi

è dovuto un compenso. L�assemblea fissa in lire trecento annue l�emolu-

mento ai componenti effettivi del Collegio sindacale. Si dimettono i sin-

daci Elio Pagani e Antonio Tavanti. Vengono eletti quelli nuovi, che sono:

prof. Guglielmo Romiti, presidente; rag. Gaetano Gambetti e rag. Et-

tore Siboni, effettivi. I supplenti restano gli stessi: Renzo Masolini e

Arturo Frascali.

Alla assemblea dell�anno successivo (5 marzo 1939) si presenta

ancora il cavalier Tosarelli. Evidentemente la Sacmi è tenuta sotto con-

trollo. Il presidente Santandrea svolge la rituale relazione: �...Il lavoro di

costruzione delle macchine pulitrici per agrumi si è svolto anche in questo

esercizio in modo soddisfacente; il cerchio della clientela si è allargato,

Uno dei primi marchi della Sacmi.

La Cooperativa costruisce una macchina...

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La storia della Sacmi

consentendo all�azienda di mantenere occupato un

buon numero di operai�. Si vota per il rinnovo

del Consiglio. L�esito è il seguente: Luigi Santan-

drea, presidente; Tiepolo Castaldi, consigliere;

Aurelio Mingotti, consigliere delegato. A questo

punto interviene il cavalier Tosarelli. Invita i soci

a prendere la parola. Silenzio in sala. Allora Tosa-

relli si abbandona agli elogi per il buon andamen-

to della Cooperativa e per l�affiatamento esistente

tra i soci. L�inverecondo segretario dell�organizzazione fascista rivolge ai

presenti una viva raccomandazione perché la Società si uniformi sempre

di più alle esigenze del regime. Non una parola per Paolo Nonni. Canto

del pesce riguardo all�aggressione subita da onesti e stimati cittadini. I

risultati del bilancio 1938 mettono in evidenza questi dati: CS lire 97.500,

FT lire 1.336.267, UN lire 6.734, soci 15, invariato il numero dei dipen-

denti11.

Intanto in Italia e in Europa sono accadute tante cose. Ecco in

succinto la sequenza. Mussolini conquista l�Etiopia e proclama l�impero

(3 ottobre 1935 - 9 maggio 1936). Vittorio Emanuele III diventa imperato-

re d�Etiopia (il sovrano etiopico Hailé Selassié va esule a Londra). Musso-

lini si autoproclama �fondatore dell�impero�, il maresciallo d�Italia Bado-

glio, comandante delle truppe vincitrici, è nominato viceré d�Etiopia e

governatore generale. Quanta retorica, quante stupide rodomontate. In

Spagna il 17 luglio 1936 il generale falangista Francisco Behamonde Fran-

co dà il via alla guerra civile. Nel Marocco spagnolo egli si ribella al legitti-

mo governo repubblicano, conquista la colonia, passa in Spagna e comin-

cia l�azione armata contro l�esercito della repubblica, definito punta avan-

Calibratrice a funi in gomma rotondadivaricanti a dodici uscite.

11 SACMIAR, libri verbali assem-blee e CdA.

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zata del �comunismo internazionale�. Hitler e Mussolini, vale a dire Ger-

mania e Italia, si schierano con il generale ribelle. L�Urss sostiene l�eserci-

to repubblicano di Spagna, dove affluiscono gli antifascisti d�Europa e

d�America, dando luogo alla costituzione delle �Brigate internazionali�.

La guerra finisce con la vittoria del generale Franco e dei falangisti il 1°

aprile 1939.

La Germania di Hitler si riarma a tutto spiano e fa la voce grossa.

Si mangia l�Austria e in Ungheria favorisce le manovre dell�ammiraglio

Horthy von Nagybania, che un�assemblea costituente proclama �reggen-

te�. Horthy sta con Hitler e Mussolini. La Germania vuole anche la Ceco-

slovacchia, ma davanti a questa pretesa Francia e Inghilterra si impunta-

no. Si arriva a un millimetro dalla guerra. Per evitarla (ma forse è solo una

mossa tattica), il 29 settembre 1938 a Monaco di Baviera si incontrano il

premier inglese Chamberlain, il primo ministro francese Daladier, Mus-

solini e Hitler. Mussolini tiene banco, si fa un compromesso, che è solo

un artificio per imbrogliare le carte e guadagnare tem-

po. Infatti di lì a poco la Germania nazista fagocita la

Cecoslovacchia. I nazisti si insediano nella �città libe-

ra� di Danzica. Il 23 agosto 1939 Germania e Unione

Sovietica firmano un patto di non aggressione e un pro-

tocollo segreto per la spartizione della Polonia. Il 1° set-

tembre 1939 la Germania invade la Polonia. Il giorno 3

Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germa-

nia. Il 17 le armate dell�Unione Sovietica invadono la Polonia da est. Co-

mincia così la tragedia della seconda guerra mondiale di questo secolo.

L�Italia fascista è alleata della Germania hitleriana. Ma il nostro paese non

entra subito in guerra. Tentenna, prende tempo, non è militarmente pron-

to. L�Italia dichiara la �non belligeranza�. E per il momento Mussolini

Imola (1939-1940). Le sfilate.I venti di guerra cominciano a soffiare.(Foto Archivio Ferlini,collezione Carlo Parenti).

La Cooperativa costruisce una macchina...

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La storia della Sacmi

passa come l�uomo della prudenza. Allo stesso modo si comporta il suo

amico spagnolo Franco, che però non è alleato di Hitler. La non bellige-

ranza italiana dura nove mesi e dieci giorni. Viene emesso un pesante

decreto contro gli ebrei12.

Il 1° settembre 1939 (un giorno veramente fatale) a Imola inizia la

produzione bellica la fabbrica d�armi Cogne. Il nuovo stabilimento si tro-

va dove prima era lo zuccherificio e poi il contingente del presidio milita-

re. Una cinquantina di operai comincia la produzione13.

Negli ultimi anni prima della guerra la Sacmi continua la sua atti-

vità produttiva. Le macchine per arance vanno bene, ma si inizia la costru-

zione di altre speciali macchine impastatrici per prodotti alimentari e chi-

mici, macchine con strutture prevalentemente meccaniche14. Nell�assem-

blea straordinaria del 29 ottobre 1939 si delibera che la

Società è prorogata di venti anni, per cui la sua scaden-

za avverrà il 2 dicembre 1959, salvo prolungamento.

Sono già passati vent�anni. Come un soffio. O

come un�eternità. Alla riunione annuale dei soci (4

marzo 1940), per approvare il bilancio 1939, il presi-

dente Santandrea svolge la relazione dicendo che la pro-

duzione è scesa. I materiali metallici sono aumentati di

prezzo. L�azienda ha avviato pratiche con enti militari, tendenti a ottenere

assegnazioni di lavori. Tale iniziativa comporterà però sacrifici notevoli

perché, con l�attrezzatura di cui la Cooperativa dispone al momento, l�of-

ficina poco potrà fare sia riguardo alla parte tecnica, sia per quanto con-

cerne il costo di produzione degli eventuali lavori da eseguire. Si vota per

rinnovare il CdA. Gli eletti sono: Aurelio Mingotti, presidente; Giovanni

Ferri, consigliere; Arrigo Casadio, consigliere delegato. Vengono inoltre

12 Storia d�Italia, cronologia1815-1990, cit., pp. 471 e seg.13 GALAVOTTI V., op. cit., p. 55.14 BELTRANDI S., op. cit.,pp. 241 e 242.

Serie di calibri per la frutta diproduzione Sacmi.

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nominati due consiglieri consulenti nelle persone dei soci Tiepolo Castal-

di e Giovanni Bartoli. Questi i parametri di riferimento: CS lire 82.750,

FT lire 921.741, UN lire 5.282, soci 15, dipendenti 4015.

15 SACMIAR, libri verbali assem-blee e CdA.

Anni �30. Rullo selezionatore.

La Cooperativa costruisce una macchina...

Altre fonti

ENDMI, collezione Il Diario anni Trenta.

FOA V., op. cit.

GALASSI N., Imola dal fascismo alla liberazione 1930-1945, University Press, Bologna 1995.

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La storia della Sacmi

La guerra sciagurata,la liberazione, la ripresa.

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l 10 giugno 1940 è il sedicesimo anniversario dell�assassinio del segre-

tario politico del Partito socialista Giacomo Matteotti, rapito basto-

nato e pugnalato mortalmente a Roma (il cadavere fu pure occultato)Ida sicari fascisti. Mussolini non ha rispetto per gli avversari. Figuriamoci

per la data che ricorda l�eliminazione fisica dell�avversario. Il popolo ita-

liano è convocato in tutte le piazze del paese e Mussolini annuncia che

l�Italia ha dichiarato guerra alla Gran Bretagna e alla Francia. Quanti stu-

pidissimi sì alla guerra! È subito guerra-lampo. Quasi tutta l�Europa conti-

nentale va sotto i piedi dei tedeschi o di governanti filonazisti. La Francia

è umiliata, forse più da noi che dai tedeschi. Una parte dell�esercito fran-

cese e quello che resta dell�armata inglese riescono ad attraversare la Ma-

nica e ad approdare in Inghilterra. Londra e altre città inglesi sono siste-

maticamente bombardate dall�aviazione germanica. Sembra che la guerra,

Hitler vittorioso, debba concludersi in breve tempo. Ma l�Inghilterra resi-

ste. Si difende con le unghie e con i denti. Allora le armate hitleriane

cominciano le operazioni contro l�Unione Sovietica, dimenticando le di-

sastrose esperienze di Napoleone. Anche i soldati italiani sono inghiottiti

dall�apocalittico sconvolgimento della guerra. Si battono con onore, in

generale, ma scarseggiano di armi, di vestiario, di vettovaglie. E soprattut-

to non sanno per che cosa si battono. Il Giappone, alleato dell�Italia e

della Germania, il 7 dicembre del �41 attacca la base navale americana di

Pearl Harbor. Gli States scendono in campo contro il Giappone, l�Italia e

la Germania. Tutto il mondo, si può dire, è sconvolto dalla guerra. Milio-

A fronte.Panoramica della città di Imola dopoi bombardamenti del maggio 1944.(Archivio Centro ImoleseDocumentazione Resistenza e StoriaContemporanea - Cidra).

La guerra sciagurata, la liberazione...

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La storia della Sacmi

ni di vite umane sono sacrificate al mostro dell�odio e della non ragione.

L�olocausto degli ebrei in Europa. Lo sterminio di popolazioni e di soldati

in Russia. Poi sarà la volta della Germania con bombardamenti feroci e

sconvolgenti. Poi sul Giappone cadrà la morte atomica1.

�Con l�inizio del 1940 alla Sacmi si dovette cominciare a produrre

commesse militari di vario tipo per conto di alcuni arsenali. Tale scelta,

imposta dagli eventi e dal potere, non consentiva, contrariamente a ciò

che accadeva ai grandi gruppi capitalistici, vantaggi economici, anzi le com-

messe erano scarsamente remunerative. L�unico aspetto positivo fu quello

che, dovendo costruire pezzi per arsenali militari, bisognava produrre su

disegno con tolleranze e con particolari norme di collaudo da rispettare,

metodi che fino ad allora non erano mai stati applicati alle produzioni

tradizionali. Sorse il problema di estendere le conoscenze di disegno mec-

canico agli operatori delle macchine utensi-

li, di produrre pezzi fra di loro uguali, di dif-

fondere in tutta l�officina un nuovo modo

di produrre più avanzato che sarebbe servito

in seguito. Anche in questo periodo... i sala-

ri furono mantenuti più bassi, circa il 30 per

cento rispetto a quello che si guadagnava alla

Cogne, lo stabilimento meccanico sorto nel

1939 a Imola per le produzioni di guerra. La

Cooperativa, comunque, tramite le commes-

se belliche poteva ottenere dal commissario di guerra materiali metallici

diversamente non reperibili, che venivano utilizzati per altre lavorazioni;

in questo modo si riusciva, sia pure limitatamente, a mantenere il merca-

to negli altri settori di attività�2.

Anni �40. Un gruppo di giovanilavoratori.

1 Storia d�Italia, cronologia1815-1990, cit., pp. 477 e seg.2 BELTRANDI S., op. cit., p. 242.

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Si legge infatti nella relazione del CdA riguardante il bilancio 1940

che �sono state adeguate, nella misura possibile, le capacità dell�Azienda

alle superiori esigenze determinate dallo stato in cui la Nazione è venuta a

trovarsi. Date le circostanze l�adeguamento non è stato facile né comple-

to, ma qualcosa si è fatto e sarà necessario fare ancora, non solo per quello

che concerne la parte tecnica e l�attrezzatura dell�officina, ma anche per

creare nei soci ed avventizi una nuova mentalità che li distolga da un me-

todo consuetudinario di lavoro, che deve essere completamente rinnova-

to e snellito, non solo per ottenere risultati economici più favorevoli, ma

anche per quel doveroso apporto che ognuno, col proprio sforzo e col

proprio sacrificio, deve dare nella trincea del lavoro alla Nazione in Armi

(le maiuscole sono nel testo del verbale, nda)�. Paris vaut bien une messe,

Parigi vale bene una messa, pare dicesse Enrico IV re di Francia, quando

da protestante si fece cattolico. I sindaci della Cooperativa, da parte loro,

concludono l�intervento con toni ancora più enfatici: �...Chiudiamo que-

sta breve relazione con l�invito ad associarvi a noi per inviare un caldo ed

augurale saluto a tutti i nostri Combattenti ed in specie ai vostri Camerati

in armi che, in questa ora decisiva per le fortune della Patria, lottano per

assicurare al nostro popolo un più giusto posto nel mondo�3. Immagino il

godimento che provarono i soci nell�ascoltare queste parole. Dati di bilan-

cio: CS lire 84.750, FT lire 1.585.373, UN lire 15.675, soci 13, dipenden-

ti 66. È il numero massimo di personale raggiunto dall�azienda dal suo

nascere. Viene riconfermato il Consiglio di amministrazione in carica4.

Furono anni veramente difficili, in ogni senso. �I nuovi assunti,

tutti giovanissimi, molti provenienti anche dalla locale scuola industriale,

si resero indispensabili per istituire il doppio e triplo turno, specie per le

macchine utensili, che furono potenziate sia come quantità che come qua-

lità. Le ore straordinarie erano diventate una consuetudine. Se si voleva-3 SACMIAR, documenti.4 Ibidem.

La guerra sciagurata, la liberazione...

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La storia della Sacmi

no rispettare i tempi di consegna, spesso anticipati dal Commissario, le

dodici ore giornaliere, anche per i turnisti, erano frequenti. Nel 1942 si

conseguì un fatturato di lire 2.703.709, che risultò poi il massimo del

periodo. Il capitale sociale venne portato a lire 110.750. Mantenere un

organico compatibile con le esigenze del momento non fu sempre cosa

facile. Molti giovani furono chiamati alle armi, altri, dopo avere maturato

brevi periodi di esperienza, passavano alla Cogne per conseguire maggiori

salari; alcuni preferivano continuare negli studi e pertanto il loro apporto

era solo stagionale e temporaneo. La mobilità era notevole e non favoriva

certamente il consolidamento delle strutture della Cooperativa�5. Anche

il problema della sede aziendale era una vena che pulsava forte. L�officina

era piccola e inadatta dal lato logistico. Tutti i soci ne erano consapevoli,

se ne parlava ogni giorno. L�assemblea straordinaria del 21 gennaio 1942

delibera di acquistare un appezzamento di terreno per la nuova sede in

viale Marconi, angolo viale Pambera6. L�anno dopo, un po� per l�anda-

mento disastroso della guerra, un po� perché non c�erano soldi, ma anche

e soprattutto perché i ministeri interessati (quello delle Corporazioni e

quello dei Lavori Pubblici) non hanno dato le autorizzazioni, il terreno

viene venduto. Era già stato fatto il progetto dall�architetto prof. Romiti.

Peccato7.

La dittatura di Mussolini finisce con una congiura di palazzo. �Tutti

quelli che prenderanno la spada, periranno di spada� (Mt 26, 52). È scrit-

to nel Vangelo. Ricordate l�avvocato Dino Grandi che andò da Miceti alla

redazione della Lotta per pubblicare una lettera di ricusazione del fasci-

smo? Questo signore, presidente della Camera dei fasci e delle corporazio-

ni, d�accordo con altri gerarchi fascisti presenta un odg al Gran consiglio

del fascismo, convocato nel pomeriggio del 24 luglio 1943. Si sfiducia

5 BELTRANDI S., op. cit.6 ANMI, rogito notaio G. Alvisidel 2 gennaio 1942; SACMIAR,documenti.7 ANMI, rogito notaio G. Alvisidel 28 luglio 1943; SACMIAR,documenti.

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Mussolini e si chiede che il re riprenda tutte le iniziative decisionali come

stabilisce l�articolo 5 dello statuto del regno. L�odg ottiene la maggioranza

dei voti. È il 25 luglio. Mussolini va dal re, che gli dice di averlo sostituito

con il maresciallo d�Italia Pietro Badoglio e lo fa arrestare appena uscito

da villa Savoia. Giubilo in tutta Italia. Si festeggia l�avvenimento anche a

Imola. Il 27, nel corso di una manifestazione popolare, dal balcone del

Comune parlano a una grande folla Romeo Galli, Silvio Alvisi, Egidio

Lenci e altri. Si inneggia anche a Badoglio. Ma Badoglio è duro. Ordina il

coprifuoco dalle nove di sera alle cinque del mattino. Solo una minima

parte dei detenuti politici è messa in libertà. I più usciranno di prigione ai

primi di agosto. Il nuovo governo teme agitazioni popolari. I partiti politi-

ci contrari al fascismo non vengono autorizzati a ricostituirsi ufficialmen-

te. Gli anglo-americani sono già sbarcati in Sicilia. I loro aerei scaricano

bombe sulle maggiori città italiane. Distruzione e morte. Comincia il cal-

vario dell�Italia continentale8.

8 settembre 1943. Sono le 7 e 45 di sera. Alla radio nazionale

Badoglio annuncia che l�Italia ha chiesto un armistizio al generale Ei-

senhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane, e che

la richiesta è stata accolta. I tedeschi sono furibondi e inflessibili. Lo stes-

so giorno, 8 settembre, forze alleate sbarcano a Salerno. Il governo è preso

dal panico. Anziché il re regna la confusione. La famiglia reale, il capo del

governo, qualche ministro e un gruppetto di generali fuggono da Roma a

Pescara. A Ortona si imbarcano su una corvetta militare e raggiungono

Brindisi, dove non ci sono né tedeschi né anglo-americani, con l�intento

di assicurare la continuità della dinastia e del governo. A Roma e nelle

altre parti del paese i capi militari sono senza ordini. Una unità dell�eser-

cito italiano appoggiata dai civili, a porta San Paolo di Roma, resiste eroi-8 BASSANI A., Via Quaini n. 13, cit.,pp. 54 e 55.

La guerra sciagurata, la liberazione...

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La storia della Sacmi

camente, ma poi viene sopraffatta dai tedeschi. Altri reparti nei dintorni

disperatamente combattono contro i tedeschi. È l�inizio della Resistenza.

Le truppe che difendono Roma capitolano, e sono disarmate e imprigio-

nate dai germanici. Gli alti ufficiali non sanno che pesci prendere. I solda-

ti, senza ordini, si squagliano. Quando e dove possono, cercano di rag-

giungere le proprie case. Altri prendono la via della montagna. Si organiz-

zano in piccole bande. Tentano di resistere

ai tedeschi, ma è una lotta impari, maledet-

tamente sproporzionata. Mussolini viene li-

berato da paracadutisti hitleriani a Campo

Imperatore sul Gran Sasso e portato al quar-

tiere generale di Hitler. Da Radio Monaco

Mussolini si fa sentire per annunciare agli ita-

liani che nascono il Partito fascista repubbli-

cano ed una repubblica nelle regioni dell�Ita-

lia settentrionale occupate dai tedeschi. Mus-

solini rientra in Italia e costituisce un governo che si riunisce per la prima

volta nel castello della Rocca delle Caminate. Il 13 ottobre 1943 il gover-

no Badoglio dichiara guerra alla Germania hitleriana. Ora ci sono due

Stati italiani. Quello legale a Brindisi, controllato dagli alleati, e quello di

Mussolini nel nord (Repubblica Sociale Italiana), ribelle e sostenitore ad

oltranza dei tedeschi. Al nord si costituiscono le brigate partigiane, forma-

te da elementi di diverso orientamento politico, in seno alle quali via via

prevalgono uomini del Pci. Esse si rafforzano con l�apporto di molti giova-

ni che non rispondono alla chiamata alle armi del maresciallo Graziani,

ministro della Guerra della Repubblica di Mussolini, detta spregiativa-

mente �repubblichina�. Sempre al nord hanno vita i Comitati di Libera-

zione Nazionale (Cln), strutturati a diversi livelli e collegati con il governo

1944. Imola, l�entrata dellostabilimento Coop. Ceramicae i crateri delle bombe in via V. Veneto.(Archivio Cidra).

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del sud, col compito di coordinare la lotta di liberazione e rappresentare

l�autorità politica (vi partecipano i partiti antifascisti) dell�Italia libera. Gli

alleati avanzano dal sud verso il nord lentamente, poi si fermano alla �li-

nea gotica�, grosso modo da Rimini a La Spezia. L�area del fronte si sposta

di frequente per fermarsi poi in una guerra di posizione sino all�inizio

d�aprile 19459. Gli alleati riprendono l�avanzata sull�Appennino e sulla

riva destra del torrente Senio per l�offensiva finale di liberazione dell�Italia.

Il 13 maggio 1944 Imola subì il primo bombardamento aereo da

parte degli anglo-americani. Gli obiettivi presumibilmente dovevano esse-

re quelli di interesse militare. Ma non fu così. La Cogne, dove si fabbrica-

vano granate per cannoni, venne colpita in modo molto limitato. La zona

nord della città subì danni gravissimi. Ci furono 53 morti e più di cento

feriti. Numerose abitazioni civili vennero centrate dalle bombe10. La Sac-

mi, che aveva l�officina nella zona sud, fortunatamente non ebbe alcun

danno.

In cauda venenum, il veleno è nella coda (dello scorpione, nda),

diceva un proverbio latino ed era vero anche per gli avvenimenti che ac-

caddero a Imola.

Sentiamo che cosa dice Miceti: �Il fronte si era avvicinato e, oltre

al pericolo dei bombardamenti e dello scoppio di granate, si era insediato

in città un comando tedesco che faceva razzia di tutto quanto riteneva

utile alle proprie necessità. Si procedette alla smobilitazione dell�officina

ed all�occultamento di varie macchine e attrezzature (alcune erano della

Cogne, nda), dei materiali, eccetera, mentre tutto il personale, soci com-

presi, rimaneva praticamente disoccupato. Durante il periodo di stasi, che

si protrasse fino alla liberazione, i soci ebbero dalla Cooperativa congrui

aiuti in denaro e in viveri��11. È ancora Miceti che racconta: ��Arrigo

Casadio, io e altri ci adoperammo nell�ottobre 1944 a porre in salvo vari

9 Storia d�Italia, cronologia 1815-1990,cit., pp. 498 e seg.10 BASSANI A., op. cit., pp. 68 e 69.11 SACMIAR, documenti.

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La storia della Sacmi

macchinari dello stabilimento Cogne, che vennero custoditi dalla Coope-

rativa Meccanici ed a guerra finita restituiti. Dentro la Cooperativa Mec-

canici, azienda da me diretta, aveva una sede clandestina il Cln e qui face-

vano capo le varie staffette per la trasmissione degli ordini e la distribuzio-

ne del materiale di propaganda. Nella stessa sede era stata da noi installa-

ta una radio ricevente; l�antenna era costituita dalla linea ad alta tensione

che i tedeschi avevano reso inutilizzata unitamente agli impianti dell�acqua

e del gas. Alle ore 14 di ogni giorno veniva captato il �bollettino� del co-

mando alleato e successivamente diramato in molti esemplari, tramite

apposite staffette...�. Una mattina (il 2 aprile 1945) accadde un fatto a

sorpresa. Tedeschi e fascisti della �Brigata nera� scalciavano contro la por-

ta di una casa di proprietà della Sacmi in via Framello. Gridavano, impre-

cavano, volevano entrare. C�erano tedeschi e brigati-

sti neri dappertutto. L�intero isolato � via Framello,

via Quaini, viale Crispi, via Castelfidardo � era cir-

condato. Tisì, la custode, si rese immediatamente

conto della gravità del pericolo. Disse che avrebbe

aperto subito. Intanto Mina, moglie del patriota Gino

Cornetti (�Verdi� nella Resistenza), insieme con Gio-

vanni Bartoli, che faceva le veci del direttore Miceti,

riuscirono ad avvertire Ezio Serantoni, presidente del Cln, Cornetti alias

Verdi e Nello Nonni. In quel momento erano tutti e tre nella Cooperativa

per un incontro. Fuggirono rocambolescamente. Mina raccolse alla svelta

la bandiera del Cln e tutte le piccole cose, meno una batteria elettrica, che

potevano insospettire gli incursori. Tisì aprì la porta. Tedeschi e fascisti

entrarono come dei matti. Bartoli non era riuscito a scappare. Lo condus-

sero in caserma e gli imposero di portare con sé la batteria. Bartoli riuscì a

consegnare a Tisì il portafoglio e a dirle di avvisare la moglie. Il blitz non

1944. Imola bombardata: le officinedelle AMI in via Mentana.(Archivio Cidra).

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diede il risultato che brigatisti neri e tedeschi si aspettavano. Quelli che

cercavano non c�erano più. Si erano involati come uccelli12. Bartoli venne

in seguito messo fuori dal carcere della Rocca, ap-

pena in tempo per scampare all�eccidio del pozzo

Becca13. Miceti fu arrestato dai tedeschi il 14 mar-

zo 1945, un mese prima della liberazione, mentre

stava trascrivendo il giornale La Lotta. Le settima-

ne successive all�arresto furono per lui un vero in-

cubo �tra percosse e torture fasciste e tedesche pri-

ma a Imola in Rocca, poi a Bologna al carcere di

San Giovanni in Monte, infine nella caserma di

Artiglieria�. Finalmente riuscì a ritornare libero14.

�Con la caduta del fascismo, dall�8 settembre 1943, le forze antifa-

sciste presenti nella Cooperativa poterono operare per organizzare e indi-

rizzare i giovani della Sacmi alla lotta armata. Parecchi scelsero la strada

della guerra partigiana in montagna; tre di essi non fecero più ritorno,

immolarono la loro giovane esistenza combattendo contro i nazifascisti�.

Una lapide venne poi collocata nella palazzina del Centro sociale dello

stabilimento di via Provinciale Selice. In essa sono scritti i nomi di Mari-

no Dalmonte, medaglia d�oro al valore militare, Cesare Masetti e Doriano

Carletti. Sono nomi da non dimenticare mai15. La medaglia d�oro fu con-

cessa anche a Domenico Rivalta, uno dei maggiori dirigenti del movimen-

to partigiano imolese, ucciso e seviziato dai fascisti insieme con altri quin-

dici patrioti gettati nel �pozzo Becca�. Viale Crispi, dov�era la seconda

sede della Sacmi, prese il suo nome. Pure Imola, molto, troppo tempo

dopo, fu decorata di medaglia d�oro al valore militare per attività partigia-

na. Il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, appuntò la meda-

1945. Villa e stabilimentoortofrutticolo Becca.(Archivio Cidra).

12 MORINI L., �per essere libere,Ed. Coop. Marabini, Imola l981,pp. 71 e 72.13 Testimonianza di GiorgioBartoli, figlio di Giovanni.14 AA.VV., Imola Medaglia d�Oro,cit., pp. 35 e seg.15 BELTRANDI S., op. cit., p. 242.

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La storia della Sacmi

glia sul gonfalone del Comune il 12 aprile 1986. Questa la motivazione:

�Forte di tradizioni popolari e democratiche, dava vita, subito dopo l�8

settembre 1943, ad un attivo movimento di resistenza costituendo i primi

nuclei partigiani di montagna. Nonostante perdite iniziali e dure rappre-

saglie nazifasciste, la popolazione dell�imolese continuava fieramente la

lotta, rivendicando, con il sangue versato anche dalle sue indomite don-

ne, pace e libertà e difendendo il patrimonio agricolo e

industriale della propria terra. Reparti della 36a brigata

Garibaldi �A. Bianconcini� costituirono una continua mi-

naccia alle spalle del nemico e, durante l�offensiva anglo-

americana contro la linea gotica, cedettero agli alleati im-

portanti posizioni strategiche.

Raggiunta dalla linea del fuoco, Imola subiva, du-

rante cinque mesi, il martirio dei bombardamenti aerei e

terrestri, delle vessazioni nemiche, delle deportazioni e dei

massacri. Il 14 aprile 1945, partigiani delle brigate Gap e

Sap, presidiata la città, la consegnavano agli alleati, men-

tre, combattendo nei gruppi di combattimento del nuovo Esercito italia-

no �Cremona� e �Folgore�, altri suoi figli continuavano la lotta fino alla

liberazione dell�Italia settentrionale. Imola, 8 settembre 1943 - 14 aprile

1945�16.

A liberazione avvenuta il Cln di Imola, con il placet del governa-

tore militare alleato, nominò la nuova Giunta comunale. Giulio Miceti,

ultimo sindaco eletto democraticamente prima della presa del potere da

parte dei fascisti, fu designato sindaco di Imola. Nei giorni immediata-

mente successivi alla liberazione, trovandosi Miceti ancora prigioniero a

Bologna, le funzioni di sindaco furono esercitate da Mario Tarlazzi17.

Cogne, 1945. Si recuperanoparticolari di macchine utensili.(Archivio Cidra).

16 AA.VV., Imola Medaglia d�Oro,cit., p. 5.17 BASSANI A., Via Quaini n. 13, cit.,p. 73.

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L�assemblea dei soci del 30 agosto 1945,

nella quale il CdA dà ampi ragguagli sui fatti avve-

nuti e sulla gestione aziendale dell�esercizio 1944, è

la prima post-liberazione. Sono ammessi nella com-

pagine sociale otto nuovi soci, tra i quali Miceti.

Finalmente non c�è più la regola assurda che in ef-

fetti impediva agli impiegati la partecipazione so-

ciale alle cooperative di operai. Il nuovo CdA è composto da: Arrigo Casa-

dio, presidente; Ciro Gasparri e Renato Zappi, consiglieri. Fanno parte

del Collegio sindacale: rag. Gaetano Gambetti, Elio Pagani e ing. Europe

Cacciari (sindaci effettivi). I supplenti sono: geom. Antonio Garbesi e

Gino Marani18.

Come si presentava la Cogne nel 1945.(Archivio Cidra).

18 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

Altre fonti

MONTANELLI I. - CERVI M., Storia d�Italia, cit.

GALASSI N., Imola dal fascismo alla liberazione 1930-1945, cit.

GALASSI N., Partigiani nella linea Gotica, University Press, Bologna 1988.

FOA V., Questo Novecento, cit.

GRANDI D., Il mio paese - Ricordi autobiografici, il Mulino, Bologna 1985.

GINSBORG P., Storia d�Italia dal dopoguerra ad oggi, vol. I, Einaudi, Torino 1995.

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La storia della Sacmi

Spiccano il volo le presseper le fabbriche di ceramica.

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n Italia, praticamente del tutto (o quasi) liberata, ai due governi pre-

sieduti dall�onorevole Ivanoe Bonomi, succede il governo di Ferruc-

cio Parri, uno dei capi della Resistenza in Alta Italia, appartenente alIPartito d�azione. Di questo governo, che riflette la fisionomia del Comita-

to di liberazione nazionale, fanno parte esponenti del Partito d�azione

(tre), del Partito liberale (tre), della Democrazia cristiana (quattro), del

Partito comunista italiano (tre), del Partito socialista italiano di unità pro-

letaria (tre), della Democrazia del lavoro (tre) e l�ammiraglio Raffaele De

Courten. La capitale e il governo sono a Roma1.

La ripresa della Sacmi, com�era immaginabile, comincia tra innu-

merevoli difficoltà, a piede lento per forza maggiore. È detto nella relazio-

ne del CdA, letta da Miceti. Bisogna riportare le macchine al loro posto,

farle funzionare, riordinare ogni cosa, rimettere in piedi l�organizzazione,

recuperare i crediti. Una fatica immane, una pazienza da frati certosini.

Ma i sacmisti, questi nuovi Pilgrim Fathers (i Padri Pellegrini, portatori del

culto della libertà e di grandi speranze di sopravvivenza)2, a bordo della

loro Mayflower ce la fanno. Ora si può orientare la prua verso il mare

aperto. Ma quanta fatica, mio Dio. Imola è sventrata. Non c�è luce, acqua,

gas, energia elettrica. Come si fa senza energia? I sacmisti hanno testa e

fantasia. Recuperano un gruppo elettrogeno militare e lo fanno mulinare

per mezzo di un trattore agricolo. Si servono anche di altri espedienti. La

Mayflower va3. �Il Comune, gli enti ospedalieri e numerose ditte private si

1 Storia d�Italia, cronologia, cit., p. 515.2 MORISON S.E., COMMAGER H.S.,Storia degli Stati Uniti d�America,La Nuova Italia, Firenze 1961,vol. I, pp. 59 e 60.3 SACMIAR, libro verbaliassemblee.

A fronte.Reparto presse a frizione Sacmiinstallate presso la Coop. Ceramica diImola.

Spiccano il volo le presse...

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La storia della Sacmi

riversarono sulla Cooperativa, essendo stata questa la prima azienda col

potenziale quasi intatto ad essere in grado di funzionare. Le enormi neces-

sità della ricostruzione, i grandi bisogni causati dalle distruzioni provocate

dalla guerra in tutta la città, poterono così trovare una adeguata risposta e

tutti gli sforzi unitari furono indirizzati a soddisfare, nei limiti delle possi-

bilità, questi bisogni�4. Quasi tutti i reduci dalla guerra, dalla prigionia e

dalla lotta partigiana sono riassunti. L�officina, durante i mesi più duri

dell�occupazione tedesca, non è mai stata abbandonata, grazie alla buona

volontà e al coraggio di alcuni soci. Grazie in primo luogo ad Arrigo Casa-

dio e a Giovanni Bartoli5. Odio e amore. Miserie e grandezze d�animo.

Pianto e gioia. Il pentagramma della vita è fatto di queste note. I giovani

cantano (canticchiano e fischiettano, perché non sanno l�inglese) Blue moon,

Stardust, Begin the beguine. La sera vanno a ballare al Dopolavoro ferrovia-

rio, a �Stella di Rio� in viale Dante o alla �Casetta fra gli abeti� sulla strada

Montanara. Gli americani hanno portato in Italia un ballo buffo, il boogie-

woogie. È rischioso andare in campagna a fare l�amore. Si può saltare in

aria con una mina in un campo di granoturco6.

Le fabbriche e i servizi di pubblica utilità della zona nord della

città avevano subìto negli ultimi mesi di guerra danni molto gravi. In par-

ticolare la Cooperativa Ceramica di Imola era stata scon-

quassata dalle bombe d�aereo e dalle granate anglo-ameri-

cane. I ceramisti non si persero d�animo. Sgombrarono le

macerie. Tirarono su qualche muro e qualche tetto. Cerca-

rono di mettere in funzione le macchine che davano for-

ma alle piastrelle da rivestimento. Ci sarebbero voluti i

Ciclopi, ma i Ciclopi non c�erano. E allora, olio di gomi-

to, schiena flessibile e volontà di ferro. Bisognava far mar-

1945. L�ingresso della CooperativaCeramica di Imola, così com�era dopoil passaggio del Fronte.(Foto Archivio Ferlini,collezione Carlo Parenti).

4 BELTRANDI S., op. cit., p. 243.5 SACMIAR, libro verbaliassemblee.6 BASSANI A., Caterina e altre storie,cit., pp. 161 e 162.

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ciare le macchine. Interessava soprattutto riattivare le presse, la cui messa

in opera era affidata a un�impresa di Forlì. Ma l�arrivo dei meccanici di

Forlì andava per le lunghe e i ceramisti avevano urgenza di cominciare a

produrre. E allora la Cooperativa Ceramica pen-

sò alla Cooperativa Meccanici. Non c�è proprio

alcun dubbio. La ceramica è scritta a tinte forti

nel �cielo astrologico� della Sacmi. Da cosa na-

sce cosa: oltre alla riparazione del macchinario

uscito alquanto ammaccato dalla guerra, si po-

teva tentare la costruzione, con marchio Sacmi,

di una macchina nuova. Il capo-officina della

Ceramica Armando Savioli, e quello della Sac-

mi Primo Ermanari, autorizzati dai rispettivi Consigli di amministrazio-

ne, si incontrarono e presero una decisione. La Sacmi studiò (Casadio ed

Ermanari in testa) un nuovo progetto di macchina, riuscendo a realizzare

un prototipo di pressa a frizione con comandi manuali7. Si fece di necessi-

tà virtù. Venne fuori una buona macchina. �La qualità e quantità di pro-

duzione oraria che si ottenevano dalla nuova pressa erano sullo stesso

livello di quelle precedentemente conseguite, anzi consentivano una pro-

duzione giornaliera superiore per le minori fermate; inoltre il costo finale

risultava nettamente inferiore, rendendo possibile in tal modo un minore

immobilizzo finanziario per l�utente�8. Il collaudo fu positivo, ma la pres-

sa doveva evidentemente essere perfezionata, essendo nata con mezzi e

strumenti inadeguati. Si acquistarono �importanti macchine utensili di

base che prima mancavano, senza le quali l�efficienza e la economicità del

prodotto non si potevano ottenere�9. Ritornò in primo piano il problema

della sede. Se si voleva affrontare con serietà questa nuova impresa logisti-

ca e produttiva, erano necessari locali più spaziosi e razionali.

La Cooperativa Ceramica di Imola,prima dell�inizio della seconda guerramondiale.(Foto Archivio Ferlini,collezione Carlo Parenti).

7 GALAVOTTI V., op. cit., pp. 67 e 68.8 BELTRANDI S., op. cit., p. 243.9 Ibidem, p. 244.

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La storia della Sacmi

Il 1946 è un anno importante, da sottolineare. Come del resto gli

anni immediatamente seguenti. Ma procediamo con ordine.

A Imola il 24 aprile si vota per le elezioni amministrative. Votano

anche le donne, per la prima volta nella storia d�Italia. Ora il suffragio è

veramente universale. Il 9 maggio il re Vittorio Emanuele III abdica in

favore del figlio e va esule in Egitto. Umberto II regna ventiquattro giorni.

Sarà chiamato il �re di maggio�. Essendo già state indette le elezioni per il

referendum istituzionale (Repubblica o Monarchia) e per l�assemblea co-

stituente, si vota il 2 giugno. Vince la Repubblica con il 54,3 per cento dei

voti (Monarchia 45 per cento). C�è un ricorso contro l�esito del referen-

dum. Avvengono manifestazioni di piazza organizzate dagli opposti schie-

ramenti. Il giorno 13 Umberto II lascia Roma e va in esilio in Portogallo.

Assume le funzioni di �capo provvisorio� dello Stato il presidente del

Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi. L�assemblea costituente comin-

cia i suoi lavori il 25 giugno. È presieduta dall�onorevole Giuseppe Sara-

gat del Psiup10.

Novità anche per quanto riguarda le regole statutarie della Sacmi.

Il 10 marzo 1946 l�assemblea generale straordinaria della Cooperativa,

presente il notaio Gualtiero Alvisi, modifica lo statuto11. Si comincia im-

mediatamente con l�art. 1, nel quale è riscritta la ragione sociale: �È costi-

tuita in Imola fra lavoratori meccanici una Cooperativa denominata �Coo-

perativa Meccanici - Imola - Cooperativa a Responsabilità Limitata�. Nel

precedente era scritto: �È costituita in Imola, fra lavoratori meccanici,

una Società Anonima Cooperativa di Lavoro e prende il nome di �Coope-

rativa Meccanici�. L�articolo che fissa gli scopi sociali (art. 3, precedente-

mente art. 2) è arricchito. Oltre all�esercizio diretto di una o più officine

per costruzione e riparazione di macchine, l�assunzione di lavori pubblici

e privati e per lavori meccanici in genere alle migliori condizioni del mer-

10 Storia d�Italia, cronologia, cit.,pp. 521 e 522.11 ANMI, rogito notaio G. Alvisidel 10 marzo 1946.

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cato, la Cooperativa ha facoltà di costruirsi un�attrezzatura tecnico-mecca-

nica idonea alla esecuzione più perfetta ed economica possibile della sua

produzione; può contribuire alla creazione e al potenziamento di

tutte quelle istituzioni che si propongono il miglioramento della

salute fisica e l�elevazione morale ed intellettuale della classe la-

voratrice; si propone di stimolare con ogni mezzo la volontà e le

energie dei soci, affinché essi offrano il più valido e consapevole

contributo alla nazione. Aria nuova anche nello statuto.

C�è una grossa innovazione per quanto riguarda l�ammis-

sione dei soci. Leggiamo l�art. 4: �È ammesso a far parte della

Cooperativa chiunque, uomo o donna avente la capacità giuridi-

ca, che eserciti l�arte meccanica od una arte affine complementa-

re, sia di notoria buona condotta morale e civile, abbia compiuto

il ventunesimo anno di età e non superato il trentaseiesimo ed

abbia prestato un periodo di avventiziato di almeno tre anni�.

Bon Dieu! Ma questa è una cosa grande. Si anticipa di alcuni decenni la

battaglia per le pari opportunità tra uomo e donna. Non corriamo trop-

po. Più avanti c�è la sorpresa. Un�altra novità si legge all�art. 5: �Il numero

dei soci è limitato alle possibilità tecniche di attrezzatura e produttive del-

la Cooperativa. In deroga a quanto stabilito dall�art. 4 sono ammessi a far

parte della Cooperativa quali soci anche gli impiegati della stessa sino a

quando rimarranno alle sue dipendenze�. È come dire: se vogliamo che la

barca veleggi bene, teniamo conto del numero di coloro che sono a bor-

do. Ogni azione ha un valore nominale di lire mille (prima era di lire

cinquanta) o di importo multiplo. Ogni socio non può possedere una

quota superiore a lire 50.000.

Sulla ripartizione degli utili il vecchio art. 13 è cambiato con il

seguente (art. 22): �L�utile netto risultante dal bilancio, cioè quanto rima-

Una delle prime presse costruite inSacmi per conto della CooperativaCeramica di Imola.

Spiccano il volo le presse...

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La storia della Sacmi

ne dopo le deduzioni di qualsiasi specie ed impegno della Cooperativa

verrà così ripartito: a) il 20 per cento al fondo di riserva ordinaria; b) il 50

per cento al fondo di riserva straordinaria; c) il

30 per cento per scopi mutualistici (case per i soci,

scuole di perfezionamento, borse di studio) ed

altre destinazioni secondo le indicazioni dell�as-

semblea�.

Novità anche per il Consiglio di ammini-

strazione (art. 33): �Il Consiglio di amministra-

zione è composto di cinque membri, ed elegge

nella sua prima adunanza il presidente ed il con-

sigliere delegato. I membri del Consiglio dovran-

no essere in regola con i versamenti delle quote e

non dovranno avere fra di loro vincoli di paren-

tela fino al quarto grado. I membri del Consiglio

restano in carica un triennio e sono rieleggibili.

La carica è gratuita, salvo una medaglia di pre-

senza alle sedute e salvo gli indennizzi da stabilire

di volta in volta per gli incarichi speciali. I consi-

glieri sono dispensati dal prestare cauzione�. I sin-

daci durano in carica tre anni e hanno diritto a

un emolumento annuale. Viene istituito il Col-

legio dei probiviri (prima erano i sindaci che assolvevano anche i compiti

dei probiviri). Altre variazioni non hanno una importanza rilevante.

Nella stessa assemblea, parte ordinaria, il presidente Casadio rela-

ziona sul tormentato esercizio 1945, sui disastri degli ultimi mesi di guer-

ra, sulla ripresa dopo la liberazione e sulle prospettive che si aprono nel-

l�immediato futuro. Viene eletto il nuovo CdA, che nella sua prima sedu-

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ta procede alla designazione degli incarichi: Arrigo Casadio, presidente;

Ciro Gasparri, consigliere delegato; Renato Zappi, Giovanni Ferri e Tie-

polo Castaldi, consiglieri. Risultanze del bilancio: CS lire 296.750, FT

lire 1.816.016, UN lire 42.631, soci 21, dipendenti 3012.

L�anno successivo (approvazione del bilancio 1946) la relazione

del CdA è un po� meno pallida, ma non molto. Stralciamo qualche pas-

saggio: �La ripresa produttiva è lenta e la gestione risente notevolmente di

tale situazione� L�officina è stata efficiente, il lavoro non è mancato...

Non si è verificato uno sviluppo... La produzione è stata in gran parte

aleatoria... La fabbricazione di macchine pulitrici per arance è stata limita-

tissima, perché gli interessati all�acquisto trovano a loro volta difficoltà

nel collocamento e nell�esportazione dei prodotti (agrumari, nda)... L�offi-

cina si è dedicata in gran parte ai lavori di riparazione, i quali hanno

permesso la continuità del lavoro ai nostri dipendenti. È certo però che la

disponibilità in questo campo (macchine pulitrici, nda) va contraendosi e

perciò è necessario rivolgere le nostre attenzioni allo sviluppo di altre lavo-

razioni (ovviamente si pensa alle presse per ceramica e ai tappi a corona

nda), che consentano all�azienda non solo di vivere, ma anche di prospera-

re...�.

Commentando il bilancio 1947, il CdA sottolinea la difficile con-

giuntura economica italiana, che colpisce in particolare l�industria mecca-

nica. La spirale prezzi-salari fa sentire il suo influsso. Lo Stato sostiene

la grande industria, dimenticando però la media e la piccola. Il carovita

è un male che si aggiunge agli altri. Il problema della nuova sede diven-

ta sempre più indilazionabile. I soci offrono il loro contributo di lavoro,

di energie e di denaro per realizzare la sede. I dati di riferimento sono

questi: CS lire 746.750, FT lire 24.328.810, UN lire 171.197, soci 29, di-

pendenti 4213.

12 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.13 SACMIAR, libro verbaliassemblee.

Il reparto di assemblaggio delle presse.

Spiccano il volo le presse...

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La storia della Sacmi

È finita la guerra calda, comincia la guerra fredda. Che non è

meno pericolosa dell�altra perché ha le basi nel bilanciamento del deter-

rente nucleare. A Jalta (febbraio 1945) i cosiddetti �grandi� hanno diviso

l�Europa in aree d�influenza. Esistono due imperi. Sono tagliati da una

linea di separazione chiamata, nel linguaggio pittoresco di Churchill, �cor-

tina di ferro�. Da una parte l�impero sovietico con i suoi satelliti, dall�altra

l�ubbidienza agli Usa degli Stati dell�area occidentale, che presto si trasfor-

merà nella �Alleanza atlantica�. Di qua o di là. L�espressione è rozza e

semplicistica, ma rappresenta esattamente la situazione politica di allora.

Noi ci trovammo dalla parte del mondo occidentale, almeno geografica-

mente. Però la sinistra (comunisti e parte dei socialisti) era con il cuore e

con l�idea dall�altra. Alcide De Gasperi, dopo un viaggio negli Usa, pre-

sentò le dimissioni del suo governo e ne formò un altro (terzo ministero),

che durò fino a maggio.

Intanto l�assemblea costituente elegge come suo presidente l�ono-

revole Umberto Terracini del Pci (8 febbraio 1947). E a Parigi si firma il

trattato di pace con gli alleati (10 febbraio). La Costituente, che aveva

eletto capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola (28 giugno 1946), gli

conferma la suprema magistratura il 26 giugno 1947. Fallisce il tentativo

di Francesco Saverio Nitti di formare il nuovo governo. Così come fallisce

quello (dura un solo giorno) fatto da Vittorio Emanuele Orlando. La pal-

la passa a De Gasperi, il quale costituisce il suo IV ministero il 31 maggio

1947. Di esso fanno parte democristiani, liberali, il repubblicano (dichia-

ratosi tale in un secondo momento) Carlo Sforza e l�indipendente Cesare

Merzagora. Sono estromessi comunisti e socialisti.

L�Italia entra nel piano di aiuti economici americani (European

Recovery Program, Erp), meglio conosciuto come Piano Marshall.

Il 27 dicembre 1947 il capo provvisorio dello Stato promulga la

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Costituzione della Repubblica Italiana che entra in vigore

il 1° gennaio 1948. L�11 maggio le Camere riunite eleggo-

no il primo presidente della Repubblica: è l�economista

professor Luigi Einaudi del Pli14.

Una volta, per indicare un grande sconquasso si

diceva �viene il quarantotto� (espressione dell�Ottocento

patriottico, passata gagliardamente nel linguaggio e nei fatti

novecenteschi della terminologia stragistica). In effetti nel

nostro paese il 1948 segnò un punto critico nelle vicende

sociali. Il 14 luglio un pazzoide di destra, Antonio Pallan-

te, catanese, sparò quasi a bruciapelo alcuni colpi di pisto-

la contro Palmiro Togliatti, segretario generale del Pci e

capo dell�opposizione. Successe veramente un quarantot-

to. Cgil e Camere del lavoro proclamano lo sciopero gene-

rale ad oltranza. In alcune città e zone d�Italia la protesta sindacale assume

le tonalità della rivolta contro lo Stato.

Così accade a Imola. La forza pubblica è consegnata nelle caser-

me. In città gira gente armata. Si formano posti di blocco. Il 15 luglio

viene assassinato nel suo laboratorio il giovane sarto Giulio Cavulli, che

non ha aderito allo sciopero avendo necessità di finire la confezione del-

l�abito per uno sposo. È anche picchiato pesantemente un ex maggiore

dei carabinieri. Poi lo sciopero rientrò. Lo stesso Togliatti e Giuseppe Di

Vittorio, segretario generale della Cgil, si interposero per la risoluzione

soffice dello sciopero a macchie insurrezionali. Ma intanto lo sconquasso

fece sedici morti (alcune fonti dicono quattordici) e duecentosei feriti. E

si spezzò l�unità sindacale15.

14 Storia d�Italia, cronologia, cit.,pp. 527 e seg.15 BASSANI A., Cinquant�anni di Acli -Come nascono i Sindacati liberi aImola, in corso di stesura.

Disegno di pressa per ceramiche.

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La storia della Sacmi

La Sacmi continua la sua attività produttiva. In esecuzione delle

deliberazioni sociali, con atto notarile del notaio Gualtiero Alvisi, il 5

ottobre 1948 la Cooperativa acquista in viale De Amicis a Imola un

appezzamento di terreno di mq 4.400, sul quale verranno edificate la

nuova sede e l�officina dell�azienda. Progettista è l�ing. Europe Caccia-

ri. Eureka! Un importante traguardo è finalmente raggiunto16.

Il 18 novembre l�assemblea generale straordinaria si riunisce per

una nuova modificazione dello statuto. È pre-

sente il notaio Gualtiero Alvisi. La curiosità ci

spinge a leggere subito l�art. 4 (ammissione dei

soci). Il nuovo dispositivo dice così: �Sono

ammessi a far parte della Cooperativa con

titoli preferenziali i reduci, i combattenti, i

partigiani, che aventi la capacità giuridica,

esercitino l�arte meccanica od un�arte affi-

ne complementare, siano di buona condot-

ta morale e civile, abbiano compiuto il 21°

anno di età e non oltrepassato il 40°�. Che

prosegue, a complemento, con l�art. 5: �Il

numero dei soci è limitato alle possibilità

tecniche di attrezzatura e produttive della

Cooperativa. In deroga a quanto stabilito

dall�art. 4 sono ammessi a far parte della Coo-

perativa quali soci anche gli impiegati tecni-

ci e amministrativi ma non mai in numero

superiore al 4 per cento dei soci�. E le don-

ne? Oscurate, sembra. La norma statutaria

16 SACMIAR, libro verbaliassemblee; ANMI, rogito notaioG. Alvisi del 5 ottobre 1948.

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le ignora. No. È solo un�apparenza fuorviante. Ci sono esigenze più

urgenti, ora. I reduci, i combattenti, i partigiani. La strada per raggiungere

la parità dei diritti tra uomo e donna � o le pari opportunità, come eufe-

misticamente si dice � è ancora lunga e tutta in salita. Stranamente spari-

sce anche la figura del lavoratore avventizio. L�avventiziato era l�antica-

mera, una specie di limbo, prima di essere ammessi nella compagine

societaria. Vedremo più avanti come si chiariscono le cose. Certamen-

te una ragione c�è. Ogni socio non può possedere una quota superiore

a lire 250.000.

Novità pure per quanto riguarda l�art. 33: �Il Consiglio di ammi-

nistrazione è composto di cinque membri ed elegge nella sua prima adu-

nanza il presidente e il consigliere delegato� I membri del Consiglio re-

stano in carica un biennio e sono rieleggibili...�. Dunque, si ritorna alla

precedente durata del mandato. La brevità di esso è considerata evidente-

mente come un rafforzamento del principio democratico dell�alternanza.

Non rilevanti le altre variazioni17.

Le gite di soci e operai hannorappresentato un forte momento dicoesione aziendale.

Spiccano il volo le presse...

17 SACMIAR, libro verbaliassemblee; ANMI, rogito notaioG. Alvisi del 18 novembre 1948.

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La storia della Sacmi

Nella assemblea in cui si approva il bi-

lancio 1948 (quella del 12 marzo 1949) è presa

una importante delibera di ordine previdenzia-

le. Questa delibera viene confermata, con qual-

che modifica, nell�assemblea dell�11 settembre

1951. Si tratta di un modesto trattamento inte-

grativo della pensione Inps, però si afferma un

principio che per la Sacmi trae ispirazione e ori-

gine dalle sue tavole statutarie18. Leggiamo que-

sta testimonianza scritta da Giulio Miceti: �Immediatamente dopo la guerra

venne modificato lo statuto sociale con l�inserimento in esso di importan-

ti norme di carattere sociale, ponendo così la Sacmi, agli effetti previden-

ziali, all�avanguardia del movimento cooperativo. Successivamente il Con-

siglio deliberò varie provvidenze di ordine assistenziale, quali: integra-

zione indennità di infortunio e di malattia, integrazione pensioni di

vecchiaia. Per la costituzione dei fondi necessari veniva eseguita una

piccola trattenuta sulla retribuzione, integrata da contributi della So-

cietà�. Più avanti �vennero acquistati vari lotti di terreno da adibire

alla fabbricazione di abitazioni per i soci, costituendo all�uopo una

cooperativa denominata �Il Focolare�. Lo scopo di tale iniziativa era

mutualistico nel senso di fornire gradualmente ai soci moderne abita-

zioni tramite il pagamento di una certa quota di affitto da accantonarsi

ed utilizzare, unitamente alla immissione di congrue quote di capitale

da parte della Cooperativa, per la graduale costruzione di altri apparta-

menti��19.

Nella stessa assemblea che approva il bilancio 1948 (CS lire

1.561.000, FT lire 35.790.470, UN lire 534.739) si rinnova il CdA. La

nuova amministrazione è la seguente: Ciro Gasparri, presidente; Au-

7 agosto 1948. Gita al lago di Garda.

18 SACMIAR, libro verbaliassemblee.19 SACMIAR, documentoG. Miceti, cit.

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relio Mingotti, consigliere delegato; Arrigo Casadio, Doriano Golinel-

li e Tiepolo Castaldi, consiglieri. Sono eletti anche i sindaci: Amedeo

Tabanelli, Gaetano Gambetti ed Elio Pagani. Non cambiano i sup-

plenti20.

20 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

Spiccano il volo le presse...

Altre fonti

GALASSI N., La Cooperazione imolese dalle origini ai nostri giorni (1859-1967) con aggiornamento finoal 1986, cit.

FOA V., op. cit.

GINSBORG P., op. cit.

TURONE S., Storia del sindacalismo in Italia dal 1943 al crollo del comunismo, Laterza, Bari 1992.

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La storia della Sacmi

Nella terza sede, in viale De Amicis,la produzione aumenta.Le macchine per tappi a coronaentrano in scena.

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ra c�è la nuova sede. Le macchine si sono messe in movimen-

to ai primi di gennaio del 1949. Ogni operaio può stendere le

gambe e le braccia, ora. Pure le macchine possono allungarsi.OAnche in questa occasione, dice Sergio Beltrandi, non era mancato l�en-

tusiasmo solidaristico verso l�istituzione: soci e avventizi, dopo il normale

orario, avevano lavorato per alcuni mesi per lo sterramento e il livella-

mento del terreno su cui doveva sorgere la nuova fabbrica. �La vecchia

sede venne abbandonata e successivamente venduta come area edificabi-

le, lasciandovi però ricordi di ventiquattro anni di lotta antifascista, di

duro lavoro compensato da magri salari, ma con la profonda e vincente

soddisfazione che gli sforzi congiunti di tutti i soci e dipendenti, quelli

rimasti e quelli che se ne erano andati, lo spirito unitario e solidaristico,

matrice della costituzione della Cooperativa, avevano vinto la loro batta-

glia�1.

La soddisfazione del traguardo raggiunto traspare, seppure con

sobrietà, dalla relazione del CdA che accompagna il bilancio 1949. Vi si

dice che la realizzazione è stata possibile seguendo una rigida politica di

economie, cioè seguendo la politica di Quintino Sella. Le immobilizzazio-

ni hanno determinato una dilatazione dello stato debitorio, che si potrà

alleggerire, portandolo alla normalità, solo continuando nello sforzo in-

trapreso di controllo della spesa, sempre che non vengano a mancare le

fonti di lavoro e la disponibilità dei soci. Il fatturato raggiunge lire 62

milioni, ma l�utile netto è esiguo (appena lire 31.850). Il capitale sociale è

A fronte.La sede di viale De Amicis.

1 BELTRANDI S., op. cit., p. 244.

Nella terza sede, in viale De Amicis...

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La storia della Sacmi

di lire 1.681.000. I soci arrivano a quota 32 e i dipendenti sono 52. Ora la

Sacmi ha 84 unità lavorative. Finalmente si può pensare all�impostazione

di un programma di commercio con l�estero, che metta in grado l�azienda

di competere, sia pure in tono sommesso, con la concorrenza.

Nel commento del bilancio dell�anno dopo si rimane sui toni della

moderazione. L�utile però è di lire 1.092.858. La relazione è letta da Mice-

ti. Egli sottolinea le necessità aziendali più urgenti: la modernizzazione

degli impianti, il completamento delle attrezzature ancora insufficienti,

l�integrazione dei locali onde permettere una migliore organizzazione dei

servizi ed una maggiore funzionalità, l�incremento della produzione attra-

verso la ricerca di nuove fonti di lavoro. Comunque, nel �50, la produzio-

ne è notevolmente cresciuta, senza tacere tuttavia che il prezzo dei metalli

è aumentato. Si rinnova il CdA. Ciro Gasparri come presidente e Aurelio

Mingotti come consigliere delegato restano al timone della Mayflower2.

Una brutta pagina della storia italiana: 9 gennaio 1950. �A Mode-

na sei operai sono uccisi dalla polizia durante una manifestazione sindaca-

le. L�episodio suscita una grande impressione in tutto il paese ed è indica-

to come il culmine dell�azione esercitata dall�apparato repressivo predi-

sposto dal ministro degli Interni Mario Scelba�3.

Si sta sempre sul chi vive anche nel commento del bilancio 1951.

Stralciamo dalla relazione: �I risultati, se non sono negativi, sono tali però

da far meditare e da consigliare in un prossimo avvenire l�adozione di

provvedimenti intesi a snellire la struttura economica dell�azienda�. Vie-

ne sottolineato anche il fatto che la situazione dell�economia del paese è

sfavorevole. La Cooperativa si trova ancora in uno stato inadeguato rispet-

to alle crescenti esigenze della tecnica moderna. Bisogna superare l�incer-

2 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.3 Storia d�Italia, cronologia, cit., p. 542.

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tezza per il domani. Gli impegni finanziari hanno raggiunto il

livello di guardia.

Si rinnova il Collegio sindacale. Improvvisamente vie-

ne a mancare Amedeo Tabanelli, sindaco di Imola e sindaco

della Cooperativa. L�assemblea lo ricorda con rimpianto. I

nuovi sindaci sono: Elio Pagani (presidente), che sostituisce

Tabanelli, Gino Marani e rag. Gaetano Gambetti; Anselmo

Minganti e geom. Antonio Garbesi (supplenti). Il Collegio

dei probiviri è formato da: conte Ignazio Codronchi Torelli

(presidente), Pietro Tarabusi e Renzo Masolini. I dati di riferimento indi-

cano: CS lire 1.731.000, FT lire 99.331.834, UN lire 1.149.859, soci 35,

dipendenti 584.

La disponibilità della nuova sede, una sistemazione più razionale,

l�aggiunta di altre attrezzature permettono di completare e definire meglio

gli studi e le esperienze già maturati sulle presse per ceramiche, e comin-

ciare ad applicare sulle stesse alcuni primi meccanismi che porteranno

successivamente alla completa automazione.

Nel �49 avviene un altro fatto importante. È ancora Sergio Bel-

trandi a raccontarlo: �Un costruttore bolognese di tappi a corona si rivol-

se al tecnico della Sacmi per proporgli lo studio di un progetto e l�eventua-

le costruzione di una pressa semiautomatica multipunzoni che potesse

sfruttare integralmente i fogli di lamiera che esistevano sul mercato. Pres-

se ad alta produttività esistevano solo negli Usa, dove è nato il tappo a

corona, ma lì venivano impiegati fogli di lamiera con altre dimensioni e

con un costo proibitivo non confacente al mercato italiano ed europeo�

Si iniziò a raccogliere tutti gli elementi tecnici che potevano dare informa-

zioni utili: la conoscenza del prodotto, gli stampi sino ad allora adottati, le 4 SACMIAR, libro verbali assemblee.

Mola per uso interno fabbricazioneSacmi.

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La storia della Sacmi

caratteristiche delle presse. Si estese la ricerca anche in Germania. Tutti i

dati raccolti portarono alla conclusione che il sistema era sprovvisto di

una macchina specialistica di alta produttività; gli studi dovevano pertan-

to convergere su questo aspetto. Si seguì tale indirizzo iniziando il proget-

to, in parte teorico e in parte pratico, con la realizzazione del prototipo

della pressa a 15 punzoni con la produzione ora-

ria di 85.000 tappi. Le successive prove, le espe-

rienze, le modifiche durarono oltre due anni per

ottenere una macchina affidabile, che consentisse

alla Sacmi di avere un prodotto per la conquista del

mercato nazionale e anche, in modo graduale, del

mercato estero. Ormai si stavano delineando quali

erano le due principali direttrici delle produzioni

(senza abbandonare quella delle macchine per agru-

mi, nda); però risultava anche chiaro che le strade

intraprese non si potevano lasciare a metà, la logica

del mercato imponeva, pena il successivo declino, che la

scelta degli indirizzi industriali fosse mantenuta valida sino in fondo.

Per il settore ceramico, oltre al continuo perfezionamento della

pressa, bisognava ormai pensare alla sua automazione. Si iniziò a costruire

altre macchine che servivano al ciclo della produzione della piastrella: i

mulini a tamburo, le prime smaltatrici, i nastri sbavatori, gli stampi. Nel

settore tappi a corona, se si voleva stare sul mercato, bisognava completare

il ciclo di costruzione del tappo, al quale occorreva applicare automatica-

mente il sughero e la stagnola protettiva. Per conoscere più a fondo la

tecnologia idonea alla produzione, fu inviato negli Usa il responsabile

tecnico (Arrigo Casadio, nda), che riuscì a vedere quali erano i mezzi usati

da alcune industrie americane e rendere possibili per la Sacmi, mediante

Il primo esemplare di pressa per tappia corona Sacmi.

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anche l�acquisizione di alcuni bre-

vetti italiani, la progettazione e la

costruzione delle incollatrici e del-

le stagnolatrici, macchine automa-

tiche ad alta produttività, indispen-

sabili al completamento del ciclo di

esecuzione del tappo a corona. Le

prospettive di lavoro con queste

nuove scelte non avevano più incer-

tezze: il fatturato aumentava pro-

gressivamente..., la redditività era

buona, le ristrettezze del passato sembravano ormai superate. Comunque

gli utili vennero sempre lasciati a disposizione dell�azienda, la quale pote-

va disporre di un buon autofinanziamento che serviva per le nuove mac-

chine, attrezzature più razionali, nuovi studi. Il continuo allargamento del

mercato, non solo come quantità di prodotto ma anche come area com-

merciale, poneva nuovi problemi gestionali e soprattutto mise in luce la

carenza di tecnici specializzati. Le macchine inviate a migliaia di chilome-

tri di distanza necessitavano di un personale specializzato, molto prepara-

to, con propria autonomia e autosufficienza nelle decisioni. La buona

installazione e il collaudo efficiente dovevano essere completati con la

necessaria assistenza di informazioni tecniche e di successivi interventi��5.

�E intanto l�Italia cambiava. Più del disegno di nuove gerarchie

produttive, del passaggio dall�agricoltura all�industria e ai servizi, più della

produzione di massa coi suoi effetti veramente sconvolgenti sulla vita quo-

tidiana, voglio ricordare la portata decisiva delle migrazioni che hanno

coinvolto milioni di esseri umani in pochissimi anni. Cambiò il sud emi-5 BELTRANDI S., op. cit., pp. 244e 245.

Macchina smaltatrice per piastrelle.

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La storia della Sacmi

grante e cambiò il nord immigrante e nel nord prese il volo il nord-ovest,

il triangolo dominante in quegli anni, Piemonte, Liguria, Lombardia� Il

�miracolo� italiano fu cosa reale. Lo si è misurato con le nozioni economi-

che della produttività e dell�occupazione. Si può leggere anche diversa-

mente. Non eravamo tutti presi nella logica di quel tipo di sviluppo, di

quello che si chiamava la civiltà dei beni durevoli. C�erano tentazioni che

si sarebbero presto dimostrate del tutto irrealistiche, fuori del loro tempo.

Tentazioni che potevano nascere persino nel sindacato, cioè su un terreno

realistico quasi per definizione��6.

La crescita del reddito pro capite supera quella dei consumi. Que-

sta galoppata dello sviluppo (specie nella seconda metà degli anni Cin-

quanta) è stata sospinta principalmente da una crescente integrazione

dell�Italia nell�economia internazionale e ha tratto origine sia dall�aumen-

to degli investimenti sia da quello delle esportazioni, le quali passano dal

6,1 per cento del prodotto nazionale lordo nel 1952 al 9,9 per cento nel

1957. Nel 1963 si arriverà al 15,2 per cento. Sul piano internazionale i

prodotti italiani � il prestigioso Made in Italy � toccheranno un buon indi-

ce di competitività dovuto in primo luogo all�ammodernamento tecnolo-

gico e al costo del lavoro, notevolmente più basso della media europea7.

Nell�assemblea del 7 marzo 1953 (bilancio 1952) si rinnova il CdA:

Aurelio Mingotti, Enea Cremi, Ciro Gasparri, Doriano Golinelli e Amle-

to Scomparcini sono i consiglieri. Dalla prima riunione del CdA esce

il vertice: Ciro Gasparri, presidente; Aurelio Mingotti, consigliere dele-

gato8.

A Imola, a prima vista si direbbe una contraddizione, il campo

sociale e sindacale è fortemente perturbato. C�è grande tensione sia nel

settore primario dell�agricoltura sia in quello dell�industria. Gli strascichi

6 FOA V., op. cit., pp. 261 e 262.7 Storia d�Italia, cronologia, cit., p. 546.8 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

Strumento per il controllo di qualità ditenuta alla pressione.

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degli avvenimenti del �48 e la situazione politica

internazionale, dominata ancora dalla guerra fred-

da che in certi luoghi diventa calda e cruenta (Co-

rea, 1950), hanno lasciato segni che permangono.

Nel periodo settembre 1949 - ottobre 1953, alla

Cogne, società nazionale, vengono messi in attua-

zione per motivi politici oltre centosessanta licen-

ziamenti di personale dirigente e tecnico, impiega-

ti e operai (parte dei quali successivamente riam-

messi). Alcuni sono assunti dalla Sacmi. Altri iniziano una piccola attività

imprenditoriale, nel comparto meccanico, che in generale attecchisce, si

innerva e progredisce9.

Le relazioni presentate a commento dei bilanci e gli indici signifi-

cativi che si desumono dai bilanci stessi fotografano la situazione delle

singole annate. Nel 1952 viene detto che la produzione ha segnato un

aumento del 12 per cento (e non è poco, nda). Si rileva pure che nel com-

parto delle macchine per frutta c�è una notevole stanchezza. Il mercato lo

dice chiaramente. Le cause? Non si è provveduto in modo adeguato a

studiare le possibilità di costruzione di nuove macchine adeguandole alle

richieste degli esportatori. Il problema deve essere risolto subito. Per con-

tro l�industria dei rivestimenti in ceramica si è notevolmente sviluppata e

la Cooperativa ha ricavato una buona parte di lavoro da questo comparto.

Sono buone anche le risultanze del 1953. La produzione mette in eviden-

za un balzo in avanti del 53,65 per cento rispetto all�esercizio precedente.

�Una meta è raggiunta � dice Miceti, lettore della relazione �, però dob-

biamo mantenerla, e non è facile� Molto si è discusso in campo naziona-

le della piccola e media industria, ponendo in rilievo che tale tipo di aziende 9 CIDRA, emeroteca.

Macchina incollatrice per tappi acorona ITC 18.

Nella terza sede, in viale De Amicis...

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La storia della Sacmi

costituisce il nerbo della economia produttiva in-

dustriale italiana, ma in verità provvedimenti effi-

caci a sostegno di tali importanti attività non sono

mai stati adottati, mentre si è guardato e provvedu-

to, senza logica e fuori misura, a sostenere la gran-

de industria con evidente svantaggio delle aziende

minori, le quali, costrette a dover penare quotidia-

namente per limare le spese in una lotta di concor-

renza che non ha quartiere e che si combatte sia

sul prezzo sia sulla qualità, molto spesso hanno do-

vuto soccombere. Le cooperative dovrebbero e po-

trebbero essere maggiormente sorrette. Esse non

chiedono privilegi o posizioni di vantaggio rispetto

ad altre aziende, domandano solo una adeguata co-

noscenza e una concreta visione delle loro necessi-

t�. La relazione riguardante l�esercizio 1954 non

si discosta dalle linee tracciate nel �53. I parametri che diamo come indica-

zione segnalano: CS lire 1.319.000 nel 1953 e 1954, FT lire 175.429.542

(1953) e lire 321.411.777 (1954), UN lire 3.348.787 (1953) e lire 4.297.338

(1954), soci 32 (1953) e 33 (1954), dipendenti 76 nel 1953 e 92 nel 195410.

Usciamo un momento dalla Sacmi per dare un annuncio, che

possiamo definire eccezionale senza timore di esagerare. Il 3 gennaio 1954

nasce la televisione italiana. Viene accorpata alla Rai (il nuovo nome per

esteso è Radiotelevisione italiana). La precedente Rai, un ente del parasta-

to chiamato Radio audizioni Italia (1944), è figlia dell�Eiar (Ente italiano

audizioni radiofoniche), nata nel 1928 e nipote dell�Uri (Unione radiofo-

nica italiana, l924)11. Ma la televisione è proprio una conquista della tec-

Particolare dell�incollatrice di sugheri.

10 SACMIAR, libri verbaliassemblee e documenti.11 Enciclopedia Zanichelli (a cura diEdigeo), Zanichelli, Bologna 1995,p. 1495, alla voce RAI.

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nica e della comunicazione? Certamente sì. Non v�è alcun dubbio. Ma

potrebbe anche essere un pericolo se non governata da opportune regole.

Ci si renderà conto nel tempo di quanto il possesso di questo strumento

possa condizionare il modo di pensare e di vivere della gente e come il

potere politico possa usare la televisione pubblica e privata a suo piaci-

mento. Per cui la necessità delle regole, nel gioco dei poteri, diventerà

ineludibile.

Ritorniamo in Cooperativa. Le deleghe sociali, in occasione del-

l�assemblea del 27 marzo 1955 e della prima riunione del CdA dopo l�as-

semblea, risultano così distribuite: Amleto Scomparcini, presidente; Au-

relio Mingotti, consigliere delegato; Ciro Gasparri, Nerino Gambetti e

Rino Marani, consiglieri. Sindaci: Elio Pagani, presidente; Gino Marani e

rag. Armando Sarti (che rimarrà sindaco per oltre quarant�anni), effettivi;

Anselmo Minganti e Natale Pratella, supplenti. Probiviri: conte Ignazio

Codronchi Torelli, Pietro Tarabusi e maestro Aldo Pelliconi12. Il trenta-

cinquesimo anniversario di costituzione della Cooperativa è celebrato il 2

dicembre 1954. La giornata è pagata come festività infrasettimanale. Sono

deliberate dal CdA modeste gratifiche a tutti i soci e dipendenti13.

Il vento gonfia le vele e la nave va.

12 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.13 SACMIAR, libri verbali CdA.

Nella terza sede, in viale De Amicis...

Altre fonti

GALASSI N., La Cooperazione imolese, cit.

GINSBORG P., op. cit.

CASTRONOVO V. - PARIS R., Storia d�Italia, cit.

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La storia della Sacmi

Miceti lascia la direzione.La Sacmi continua il trend ascendente.

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l ministro Ezio Vanoni, inventore della riforma fiscale del 1951, che

consisteva nella presentazione annuale della dichiarazione dei redditi,

espone al Consiglio dei ministri del 29 dicembre 1954 uno schema diIpiano decennale per lo sviluppo economico. È la prima volta in Italia che

si fa un programma di lungo periodo. Nel 1955 esce l�auto Fiat 600, che

in pratica segna il via all�espansione dei beni di consumo durevoli. L�anno

dopo la Piaggio costruisce il milionesimo esemplare dello scooter Vespa.

Sempre nel �55 Giovanni Gronchi della Dc viene eletto presidente della

Repubblica (dopo Luigi Einaudi) e l�Italia è ammessa all�Onu (14 dicem-

bre 1955)1.

In effetti la Sacmi, che abbiamo idealmente (ma anche con affet-

to) chiamato con il nome della nave Mayflower, salpata dall�Inghilterra

verso le terre americane della Virginia con i �padri pellegrini�, veleggia

con il vento buono.

Nell�assemblea del 6 aprile 1956 si discute il bilancio 1955. Il pre-

sidente Scomparcini annuncia con giustificata soddisfazione che �la no-

stra azienda non ha solo mantenute inalterate le proprie posizioni di ordi-

ne produttivo, economico e patrimoniale, ma ha conseguito un ulteriore

progresso in ogni settore� Le linee fondamentali che il CdA si propone

di seguire per il 1956 sono le seguenti: 1) migliore organizzazione tecnica

e amministrativa; 2) perfezionamento dell�attrezzatura; 3) riduzione dei

costi; 4) incremento delle esportazioni��. Le cifre di bilancio esprimono1 Storia d�Italia, cronologia,cit., pp. 568-573.

La Fiat 600, uno dei simboli dellasvolta degli anni �50.

Miceti lascia la direzione...

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La storia della Sacmi

una chiara linea di tendenza: CS lire 5.312.000, FT lire 314.862.696, UN

lire 5.025.399.

L�anno dopo, quando si approva il bilancio 1956, la linea di ten-

denza è confermata. Il fatturato raggiunge l�importo di lire 331.652.209 e

l�utile netto segna lire 5.163.605. Si eleggono gli organi sociali. Presidente

diventa Aurelio Mingotti e consigliere delegato Ciro Gasparri.

Nell�assemblea di bilancio, che approva i risultati dell�esercizio

1957, il direttore Miceti informa i soci che nel mese di maggio 1958 com-

pirà il sessantacinquesimo anno di età. Secondo lo statuto

avrà termine la sua appartenenza alla Cooperativa come so-

cio e finirà anche l�incarico di direttore dell�azienda2. In effet-

ti Giulio Miceti rassegna le dimissioni da socio e da dipen-

dente a far tempo dal 16 maggio 1958. Egli presta ancora il

suo servizio durante il periodo di preavviso, secondo la facol-

tà prevista dal contratto nazionale di lavoro. Inoltre a Miceti

viene affidata la consulenza commerciale per un periodo di

tempo indeterminato. Un grande nome esce di scena. Un per-

sonaggio carismatico (è un aggettivo forse troppo usato oggi,

ma qui ha il vero significato del valore, del dono, della grazia, di cui una

persona è dotata). Certamente Miceti aveva il carisma del leader. Aveva

grandi capacità di amministratore, di comando, di forza di persuasione e

di presa sulla clientela. Dopo vedremo un altro uomo dello stesso stampo,

seppure molto differente, l�ingegner Aldo Villa. Ma Miceti era stato il

padre della Cooperativa. Avrebbe dato anche il latte all�azienda, se avesse

potuto, se fosse stato donna. Egli impersonava i �genitori� della Sacmi.

Vediamo che cosa succede nell�assemblea dell�8 aprile 1958, ri-2 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

A destra, Giulio Miceti.

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guardante il bilancio 1957. Nella relazione del CdA è

detto fra l�altro: ��La vitalità dell�azienda si rileva

oltre che dai vari fattori economici e finanziari che la

strutturano, anche dall�incremento costante della sua

attività produttiva. Pure quest�anno l�indice produt-

tivo è favorevole. Per contro i risultati economici non

hanno seguito un rapporto diretto analogo� L�attivi-

tà preminente svolta dalla Cooperativa è rappresen-

tata dall�industria ceramica. Attualmente questo è il settore, se non in

crisi, in fase di ridimensionamento�. La relazione richiama l�attenzione

dei soci sulla necessità di migliorare queste macchine (dell�industria cera-

mica, nda) e, se possibile, crearne di nuove, che siano più efficienti, per-

ché gli industriali del comparto vogliono diminuire i costi di produzione.

Occorre tenere sotto controllo, prosegue la relazione, anche la messa in

opera delle macchine per tappi a corona. Va bene invece il collocamento

delle macchine per la pulizia delle arance. Nel decorso esercizio ne sono

state prodotte cinquanta. Anche queste macchine bisogna arricchirle di

accorgimenti migliorativi. I dati di riferimento: FT lire 390.535.035, UN

lire 5.900.518. Si elegge il Collegio sindacale: Elio Pagani, presidente; Gino

Marani e rag. Armando Sarti, sindaci effettivi; sindaci supplenti: rag. Rino

Minganti e rag. Andrea Bandini. I probiviri restano gli stessi3.

Il 15 marzo 1957 è convocata l�assemblea straordinaria dei soci.

La presenza del notaio dott. Appio Alvisi segnala subito che si tratta di

variazioni statutarie. Cambia l�art. 4. Il piccolo mistero dell�avventiziato,

del quale rilevammo l�eclissi in occasione delle precedenti variazioni (18

novembre 1948), è svelato. L�avventiziato ricompare nel testo della nuova

norma, che dice: �Possono essere ammessi a far parte della Cooperativa

coloro che, aventi la capacità giuridica, esercitano l�arte meccanica, siano

La Sacmi alla 32a Fiera di Milano.

Miceti lascia la direzione...

3 Ibidem.

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102

La storia della Sacmi

4 ANMI, rogito notaio A. Alvisidel 15 marzo 1957.

di notoria buona condotta morale e civile, abbiano compiuto il 24° anno

di età e non superato il 40° dopo essere stati alle dipendenze della Coope-

rativa per un periodo non inferiore ad anni 5 e aver dato prova di capaci-

tà, disciplina e spirito cooperativo. Il computo degli anni dovrà essere

riferito all�anno solare in cui viene tenuta l�assemblea di Bilancio�. All�ho-

mo sacmensis sono richieste particolari doti da dimostrare durante un perio-

do abbastanza lungo di tirocinio. La Sacmi, giustamente, in tal modo si

cautela. Se non avesse preteso fin dall�inizio queste qualità d�ingresso, oggi

non sarebbe quella che è. Cambia anche l�art. 7, in base al quale è il

Consiglio di amministrazione che propone all�assemblea, dopo l�esame

dei requisiti, l�ammissione del richiedente. Il socio diventa tale se l�assem-

blea lo accoglie con il 50 per cento + 1 dei consensi, e le decisioni dell�as-

semblea sono inappellabili. Viene modificato pure l�art. 22, relativo alla

ripartizione dell�utile. La norma approvata è la seguente: �L�utile netto

risultante dal bilancio, cioè quanto rimane, dopo fatta deduzione di qual-

siasi spesa ed impegno della Cooperativa, verrà così ripartito: 20 per cen-

to al fondo di riserva ordinario; 20 per cento al fondo di riserva straordi-

nario; 60 per cento per scopi mutualistici (case per i soci, scuole di perfe-

zionamento, borse di studio ed altre destinazioni secondo le indicazioni

dell�assemblea). Durante la vita sociale è vietata la distribuzione delle ri-

serve fra i soci�. L�art. 44 viene riscritto secondo questi termini: �Compito

dei probiviri è di dirimere in via conciliativa ogni eventuale vertenza fra la

Società ed i soci e fra soci e soci. È fatta riserva al socio di ricorrere, in caso

di insoddisfazione, alla Autorità giudiziaria�. Ci sono anche alcune altre

irrilevanti variazioni4.

Un evento nazionale ed europeo merita di essere ricordato. A Roma

il 25 marzo 1957 viene firmato il trattato istitutivo del Mercato comune

Macchina incollatrice di sugheri(18.000 tappi all�ora).

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europeo, più brevemente chiamato Mec, diventato poi Comunità econo-

mica europea o Cee in sigla. Si tratta dell�aggregazione iniziale di sei Stati

sovrani dell�Europa (Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Olanda e Ger-

mania Federale). Nel 1973 si associano Danimarca, Inghilterra e Irlanda;

nel 1981 la Grecia; nel 1986 la Spagna e il Portogallo; nel 1994 l�Austria,

la Finlandia e la Svezia, così che gli Stati membri sono oggi quindici. �Dall�8

aprile 1965 la Cee incorpora la Ceca e l�Euratom. L�obiettivo iniziale della

Cee era quello di creare un ampio mercato nel quale potessero circolare

liberamente le persone, le materie prime, i prodotti, la manodopera e i

capitali. Il trattato istitutivo ha stabilito l�abolizione tra i Paesi aderenti

dei dazi doganali e delle restrizioni alle importazioni ed esportazioni, l�ado-

zione di una tariffa doganale esterna comune, l�attuazione di politiche

economiche tendenti all�uniformità. Sono organi della Cee: la commis-

sione esecutiva, che risiede in permanenza a Bruxelles; il consiglio dei

ministri, convocato periodicamente; il parlamento europeo, eletto ogni

cinque anni a suffragio universale; la corte di giustizia; la corte dei conti.

Nel 1986 è stato sottoscritto l�Atto unico europeo, che ha modificato i tratta-

ti costitutivi della Cee e ha previsto una completa integrazione dei mercati

per il 1993 con l�abolizione delle dogane interne. Il 10 dicembre 1991

(trattato di Maastricht) è stato inoltre definito un progetto di unione

politica che prevede l�adozione di una comune politica estera e di sicu-

rezza nonché l�integrazione elettorale e giudiziaria; è stato infine defi-

nito un piano di unione monetaria che prevede la totale integrazione

economica con l�istituzione di una banca centrale europea e l�adozio-

ne di una moneta comune, l�euro. Come conseguenza la Cee ha as-

sunto la denominazione di Unione europea�5. Forse, nei primi decenni

degli anni Duemila si vedrà la nascita degli Stati uniti d�Europa su

base federativa.

Miceti lascia la direzione...

5 Enciclopedia Zanichelli (a cura diEdigeo), cit., pp. 363 e 364;BASSANI A., Cento anni dellaCooperativa Ortolani di Imola,Grafiche Galeati, Imola 1993,pp. 84 e 103-105.

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La storia della Sacmi

6 BELTRANDI S., op. cit., pp. 248 e 249.

Scrive Sergio Beltrandi (che è stato un po� il mio Virgilio nel viag-

gio attraverso le vicende della Sacmi): �L�allargamento dei mercati mise

però in crisi le strutture dell�azienda (per ora il fattore Mec non interferi-

sce, nda). Per l�origine della Cooperativa, per il modo in cui si era svilup-

pata, non si erano avute sino ad allora funzioni direzionali ben distinte.

Esisteva (rimase ancora per diverso tempo, anche se meno marcatamente)

una certa promiscuità nelle responsabilità direzionali. Questo fatto limi-

tativo è comunque spiegabile in quanto gli uomini che più avevano deter-

minato lo sviluppo, essendo in prevalenza degli autodidatti, dovevano avere

una competenza maturata nella pratica sufficientemente diversificata. Per-

tanto l�amministrazione e la direzione commerciale erano una funzione

unica. La direzione dell�ufficio tecnico, composto da alcuni disegnatori, si

confondeva con la direzione commerciale e con l�officina. Il capo-officina

si interessava anche degli acquisti, della gestione del personale, di certi

rapporti con i clienti, della assistenza tecnica� L�immissione nell�organi-

co di operai specializzati, provenienti da altre imprese più organizzate e

con altre esperienze industriali, aveva creato nella base sociale la consape-

volezza del cambiamento con la necessità di assumere nuovi quadri ester-

ni che, oltre ad essere consapevoli di prestare la loro opera in una coope-

rativa, ne favorissero lo sviluppo tecnico ed organizzativo� Nel 1958 il

primo ingegnere (si tratta di Aldo Villa, nda) entrò come dipendente della

Cooperativa con l�incarico di costituire il servizio commerciale (successi-

vamente diventerà il massimo dirigente dell�azienda). Si potenziò l�ufficio

tecnico con un provato progettista; si assunse un tecnico elettronico per

studiare e realizzare l�automatismo di marca Sacmi��6.

Nella relazione del CdA rivolta ai soci per l�esercizio 1958 (assem-

blea del 5 aprile 1959) si manifesta qualche preoccupazione per la reces-

Anni �50. Miscelatore di smalti.

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sione economica americana che comincia a mostrare segni per-

turbativi. Tuttavia i dati Istat, pur non celando queste avvisa-

glie, segnalano indici abbastanza positivi. Poi c�è la grande

novità del Mercato comune europeo. Che cosa avverrà nel

futuro prossimo? �In particolare � si dice nella relazione �

l�abbattimento dei dazi doganali, che si avrà con l�entrata

in vigore del Mec, porterà l�abolizione di ogni barriera pro-

tettiva. Le industrie dovranno agguerrirsi nel senso di combatte-

re la battaglia dei prezzi e della qualità. In altri termini quindi le industrie

dovranno darsi un migliore assetto organizzativo nel senso di contenere i

costi di produzione e sforzarsi contemporaneamente di dare ai loro pro-

dotti caratteristiche tecniche e tecnologiche sempre più moderne ed effi-

cienti�. Gli effetti della integrazione ancora non toccano la Cooperativa,

ma si deve tener presente che le esportazioni dell�azienda rappresentano il

26 per cento della produzione annuale, quindi bisogna tendere ad au-

mentare tale quota per i risultati favorevoli che con essa si possono rag-

giungere. Il comparto delle costruzioni edilizie si è infiacchito con i conse-

guenti effetti negativi nell�industria ceramica. Non va dimenticato che,

per quanto riguarda le ceramiche (anche il comprensorio di Sassuolo at-

tinge dalla Sacmi, nda), la costruzione di presse tocca la percentuale del 68

per cento della produzione totale. Le altre produzioni danno i seguenti

apporti: macchine per agrumi 13 per cento, macchine per tappi a corona

12 per cento, riparazioni e macchine varie 7 per cento. La Cooperativa ha

acquistato un�area di terreno di circa mq 1200, che permetterà l�amplia-

mento dell�officina. Sono in corso anche lavori per sopraelevare il fabbri-

cato ad uso uffici, così potranno meglio sistemarsi l�ufficio tecnico e i

servizi tecnico-direttivi dell�officina. È stato assunto � come già si è detto

� un ingegnere per lo svolgimento del lavoro commerciale e si pensa di

Anni �50. �Bassina�: macchinaper la lucidatura dei confetti.

Miceti lascia la direzione...

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La storia della Sacmi

assumerne un altro per l�ufficio tecnico. Viene rinnovato il CdA con le

solite procedure in due tempi per il conferimento degli incarichi: Aurelio

Mingotti, presidente; Rino Marani, consigliere delegato; Pietro Gildeni,

Sanzio Cavalli e Roberto Sgubbi, consiglieri7.

Nella relazione riguardante l�esercizio successivo (1959 - assem-

blea del 29 aprile 1960) viene rilevato che le incertezze dello scorso anno

si sono sciolte in un accettabile status quo, seppure nella seconda parte

dell�esercizio alcuni fattori abbiano messo a dura prova le capacità com-

merciali, tecniche ed organizzative dell�azienda. �Nuovi concorrenti, co-

struttori di macchine per il settore ceramico, ci hanno imposto di rivedere

i nostri piani tecnici e di dotare la nostra pressa di nuovi dispositivi di

comando automatico, che hanno richiesto per la loro realizzazione l�impe-

gno assoluto dei tecnici. Attualmente possiamo dire con legittimo orgo-

glio che il lavoro svolto ha dato i suoi frutti e possiamo affrontare alla pari

la battaglia con la concorrenza� Per il diminuito assorbimento interno

della nostra produzione è stato d�uopo provvedere a dare vita ad una nuo-

va organizzazione commerciale, cercando in Milano un ufficio commer-

ciale per l�estero ed estendendo all�estero la rete dei nostri rappresentan-

ti��. La relazione, in tema di aumento della produttività, dà anche noti-

zie particolari: si è provveduto ad ampliare gli uffici (della qual cosa si era

fatto cenno nella precedente relazione), sono stati assunti nuovi tecnici, si

è provveduto all�ampliamento dei locali destinati alle lavorazioni e sono

state acquistate nuove macchine. Per fronteggiare la minore richiesta del

comparto ceramico si è incentivata la produzione in quello delle macchi-

ne per tappi a corona. Oggi il �ceramico� è passato dal 68 per cento (1958)

dell�intera produzione al 53 per cento (1959). Le macchine per tappi a

corona avanzano dal 12 al 34 per cento. Quelle per la frutta retrocedono

Macchina per fabbricare �gessetti�da sarto.

7 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

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dal 13 al 7 per cento. La produzione di macchine varie e riparazioni è

stazionaria (lieve regresso dal 7 al 6 per cento). Le esportazioni hanno

assorbito il 35 per cento della produzione aziendale contro il 26 per cento

del precedente esercizio (i mercati esteri superano come prodotto venduto

quello nazionale, nda). Conclusivamente nel 1958 si è avuto un utile net-

to di lire 4.549.993 e nel 1959 di lire 3.490.784. Il capitale sociale è passa-

to da lire 5.642.000 a lire 6.282.000. Nello scorcio degli anni Cinquanta,

dopo le dimissioni di Miceti, lo staff manageriale della Sacmi era formato

da: Arrigo Casadio, capo-tecnico; rag. Marino Remondini, segretario am-

ministrativo, entrato in Sacmi nel 1955; ing. Aldo Villa, segretario com-

merciale, entrato in Sacmi nel 19588.

Che cosa dire di questi sacmisti? Che sono veramente geniali? Che

sanno vedere più in là del loro naso? Che sono dei bravi amministratori?

Che costruiscono e vendono macchine secondo le regole dell�onestà più

scrupolosa? Credo si possa rispondere affermativamente a tutte le doman-

de. Una cosa è certa. La Sacmi ha avuto sempre il gusto di essere all�avan-

guardia sui mercati. Ha conservato il senso delle proprie origini. Il senso

dei valori deontologici. Il senso e il rispetto della parola data. �Vale di più

la parola che ho dato che dieci firme sulla cambiale�, diceva mio nonno

Paolino. Siamo nello stile dell�Ottocento. Valori forti. Valori non dipen-

denti dal tempo e dalla moda.

Sono passati altri vent�anni. La Sacmi ora ne ha quaranta. È nel

pieno della maturità.

Impastatrice per l�industriaalimentare (riscaldata).

Miceti lascia la direzione...

8 Ibidem.

Altre fonti

GALASSI N., La Cooperazione imolese, cit.

FOA V., Questo Novecento, cit.

KOGAN N., Storia politica dell�Italia repubblicana, Laterza, Roma/Bari 1990.

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108

La storia della Sacmi

Il fenomeno del �Miracolo economico�.Viene acquistato il terreno per la nuovasede, quella attuale.

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l �miracolo economico� italiano tira a pieno ritmo. Almeno per alcu-

ni anni ancora. Si raggiunge il punto di svolta superiore, per usare

un�espressione del linguaggio degli economisti, poi la parabola pren-Ide l�allure discendente. Si registra un sostanzioso aumento del reddito nei

primi anni del decennio, ma in seguito prezzi e salari perdono la stabilità.

�Tra il 1959 e il 1962 gli operai, che hanno ora un maggiore potere con-

trattuale trovandosi nello stato di quasi piena occupazione, ottengono i

primi cospicui aumenti�. Il bel tempo dura poco. Con il �62 si fanno

sentire le tensioni inflazionistiche e la bilancia commerciale (importazio-

ni contro esportazioni) mette in luce un preoccupante disavanzo. Si entra

nella �congiuntura�. Le banche restringono il credito. L�industria ne è

colpita. Gli investimenti calano. La disoccupazione cresce. Tra il 1966 e il

1968 c�è un momento di ripresa (nasce il neologismo �ripresina�, che è

un confettino tra lo scaramantico e il placebo).

Nel campo politico-sociale il 1960 è un anno critico. In marzo

diventa presidente del Consiglio dei ministri Fernando Tambroni con

l�appoggio determinante del Movimento sociale italiano. I missini decido-

no di tenere a Genova il congresso nazionale e Genova antifascista si ri-

bella. La situazione diventa tesa e il congresso non si fa. Agitazioni e scio-

peri scuotono il paese. �A Reggio Emilia il 7 luglio è strage quando la

polizia spara ad altezza d�uomo� contro una manifestazione. Cinque uo-

mini rimangono a terra, sono cinque operai�. Disordini anche in Sicilia

con l�intervento della polizia. �Un ragazzo, Salvatore Novembre, viene

Il fenomeno del �Miracolo economico�...

A fronte.Piastrelle in uscita dalla pressa.

Penetrometro: strumento per il controllodella durezza delle piastrelle crude.

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110

La storia della Sacmi

ucciso a Catania, tre sono le vittime a Palermo�. Tambroni si dimette. Nel

�68 gli studenti scendono in piazza a protestare: la scuola è rimasta ferma

mentre la società cresceva1. Ma qui si corre troppo forte. Vediamo i vari

passaggi con più calma e stando nell�ambito del nostro racconto storico.

Anche alla Sacmi c�è il sole. I locali vengono adeguati, nei limiti

del possibile, alle necessità. Si acquistano nuove macchine, si migliorano

gli impianti. Le esportazioni salgono al 43 per cento della produzione.

Nell�assemblea del 26 marzo 1961, convocata per l�approvazione del bi-

lancio 1960, si eleggono la nuova amministrazione, il Collegio dei sindaci

ed i probiviri. I consiglieri sono: Rino Marani, Aurelio Mingotti, Sanzio

Cavalli, Pietro Gildeni e Roberto Sgubbi. Il Cda designa Aurelio Mingot-

ti presidente e Rino Marani consigliere delegato2.

Il 14 ottobre 1960 i soci sono convocati in assemblea straordinaria

per alcune variazioni statutarie, presente il notaio Appio Alvisi. L�art. 1

viene così modificato: �È costituita in Imola fra i lavoratori meccanici una

Società Cooperativa denominata S.A.C.M.I. Cooperativa Meccanici Imo-

la Società Cooperativa a Responsabilità Limitata�. Il nome potrà com-

mercialmente essere indicato anche con la sigla �S.A.C.M.I.�. Cambia

pure l�art. 2, che nel nuovo testo diventa: �La Cooperativa ha sede legale

in Imola, ha durata fino al 31 dicembre 2000�. Anche l�art. 4 è soggetto a

una sostanziale modificazione. Questo il nuovo testo: �Possono essere

ammessi a far parte della Cooperativa coloro che, aventi la capacità giuri-

dica: a) esercitino l�arte meccanica (si parla sempre negli statuti di �arte

meccanica� per dare evidenza al concetto del lavoro come espressione di

creatività umana, non solo come mezzo di sussistenza per vivere, nda); b)

siano di notoria buona condotta morale e civile; c) compiano almeno il

21° anno di età nell�anno solare in cui viene deliberata l�ammissione e

Setaccio miscelatore.

1 Storia d�Italia, cronologia, cit.,pp. 60 e seg.; MAFAI M.,Il sorpasso, Mondadori, Milano1997, pp. 87 e seg.2 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

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non abbiano compiuto il 40° al momento in cui l�assemblea delibera la

loro ammissione; d) siano stati alle dipendenze della Cooperativa per un

periodo non inferiore ad anni 5 ed abbiano dato prova di capacità, disci-

plina e spirito cooperativo�. L�art. 22, riguardante gli utili da ripartire, è

formulato come segue: �L�utile netto risultante dal bilancio, cioè quanto

rimane dopo fatta deduzione di qualsiasi spesa ed impegno della Coope-

rativa, verrà così ripartito: dal 20 per cento al 40 per cento al fondo di

riserva ordinaria; dal 20 per cento al 40 per cento al fondo di riserva

straordinaria; dal 20 per cento al 60 per cento per scopi mutualistici (case

per i soci, scuole di perfezionamento, borse di studio ed altre destinazioni

secondo le indicazioni dell�assemblea). Il riparto degli utili viene effettua-

to dalla assemblea ordinaria dei soci. Durante la vita sociale è vietata la

distribuzione della riserva fra i soci�3.

�Alla fine del 1960 � scrive Beltrandi � si progettò e si costruì una

pressa da 220 tonnellate, presentata alla Fiera di Milano nell�aprile 1961.

Essa permetteva la pressatura contemporanea di quattro piastrelle 15 × 15.

La macchina fu progettata tenendo conto delle esperienze maturate nel

recente passato, utilizzando nuove strutture, servita da nuovi meccanismi

semiautomatici, concepita come una macchina semplice ed affidabile,

automatizzata elettronicamente da un progetto Sacmi. Ebbe immediata-

mente un notevole successo tecnico e commerciale, gli ordini arrivarono

quasi subito non solo dal comprensorio di Sassuolo (area dove le macchi-

ne Sacmi tenevano banco, nda), ma anche dall�estero. Questa macchina

rappresenterà uno dei massimi successi industriali della Sacmi. Se ne pro-

dussero, mantenendola sempre efficiente con opportuni adattamenti e

modifiche, oltre duemila esemplari. Al lancio della nuova macchina prov-

vide la direzione commerciale, rafforzata con l�inserimento di altri tecnici3 ANMI, rogito notaio A. Alvisi del14 ottobre 1960.

Il fenomeno del �Miracolo economico�...

Macchina impastatrice per l�industriachimica (sottovuoto).

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La storia della Sacmi

e divisa per settori merceologici� Questa spinta sollecitò l�azienda ad esten-

dere progressivamente la sua area di produzione e progettazione anche ad

altre macchine per completare il ciclo, preludio alla scelta impiantistica

che avverrà alcuni anni dopo��4. Tutto questo provocò un bouleversement

(forse il vocabolo francese riesce meglio a rendere l�idea dei cambiamen-

ti). Tali cambiamenti di giorno in giorno incalzavano sempre di più nei

confronti dell�organizzazione interna dell�officina, della ricerca dello sfrut-

tamento anche di un solo metro quadrato di spazio disponibile, della ra-

zionalizzazione degli impianti, dell�ufficio tecnico, dei magazzini e via elen-

cando. Insomma, il complesso aziendale di viale De Amicis 81 ormai era

un abito stretto.

Due ottimi bilanci, quelli del 1961 e 1962. Nella relazione del

bilancio �61 si legge che l�esercizio si è contraddistinto per una sempre

maggiore affermazione dei nostri macchinari sia nel settore tappi a corona

sia nel settore ceramica. La Sacmi partecipa

come azionista alla Fatmi Española S.A. che pro-

duce macchine per aziende di prodotti cera-

mici e che in seguito sarà fonte e oggetto di

notevoli problemi. Nella relazione riguardan-

te il bilancio 1962 si pone in rilievo il fatto

che �la clientela sia delle macchine dei tappi a

corona sia di quelle per ceramiche, oltre che

degli altri comparti produttivi di minore im-

portanza� ha dimostrato di considerare altamente la bontà dei nostri

prodotti e la serietà nel suo complesso della nostra organizzazione produt-

tiva� Questo risultato ha richiesto un impegno di mezzi e di capitali co-

spicuo. Ci sentiamo quindi in dovere di rivolgere � dicono i consiglieri di

La Fatmi Española S.A.

4 BELTRANDI S., op. cit., pp. 249 e250; SACMI Seventyfifth 75, cit.,nota storica.

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amministrazione � il nostro più vivo ringraziamen-

to alle banche che ci hanno sostenuto concretamente

(in effetti i debiti verso banche segnano un importo

complessivo di lire 374.013.129, che, considerati la

potenzialità e il patrimonio dell�azienda, è una som-

ma abbastanza contenuta, nda) nella nostra attivi-

tà� Il CdA ha avvertito l�urgenza di istituire un Uf-

ficio Progetti, attualmente non ancora nel suo pie-

no essere, ma che comunque ha dato corso ai progetti relativi a nuove

macchine: fra queste occorre ricordare la pressa idraulica che attualmente

è stata per intero costruita e che è in fase di sperimentazione. Abbiamo in

corso di progettazione il mettifoglio automatico per la pressa tappi a coro-

na al fine di completare la macchina e per soddisfare una necessità avver-

tita ormai da molti anni� È nei nostri programmi � dicono gli ammini-

stratori � di inserire la Sacmi nella progettazione di impianti completi per

la lavorazione della frutta��5.

I dati di bilancio confermano il soddisfacente andamento azien-

dale. Nell�assemblea del 24 marzo 1963 (bilancio 1962) sono rinnovati gli

organi sociali secondo la solita regola della elezione in due tempi. Consi-

glio di amministrazione: Aurelio Mingotti, presidente; Rino Marani, con-

sigliere delegato; Pietro Gildeni, Roberto Sgubbi e Sanzio Cavalli, consi-

glieri6. Capitale sociale, fatturato ed utile netto espongono importi supe-

riori alle sei cifre. È un altro significativo traguardo raggiunto dalla Sacmi.

Alle grandi macchine sono collegati i grandi numeri. Mi sembra giusto e

logico.

Il 26 febbraio 1963 la Cooperativa Sacmi, nella persona del suo

presidente Aurelio Mingotti, legalmente autorizzato dal Consiglio di am-

ministrazione, compera dai signori dott. Vincenzo Vannini e dott. Gio-

5 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.6 Ibidem.

Il fenomeno del �Miracolo economico�...

Operai al lavoro alla Fatmi Española.

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La storia della Sacmi

vanni Vannini un appezzamento di terreno senza fabbri-

cati, libero da ogni vincolo e impegno, posto in Comu-

ne di Imola, via Provinciale Selice, di ettari 4 per lire

15.000.0007.

La parte commerciale (in particolar

modo il commercio con l�estero) in questi

anni fiorisce come i frutteti in primavera.

Dietro la fioritura c�è un uomo. Si chiama

Aldo Villa. Da poco entrato in Sacmi l�ing.

Villa cura e dirige con particolare slancio que-

sta branca dell�organizzazione aziendale. Villa non

è solo un dirigente dinamico. Ha un ottimo approccio con la clientela. È

rapido nelle intuizioni e nelle decisioni. È instancabile. Viaggia in tutto il

mondo da un mercato all�altro per collocare le macchine Sacmi. È l�uomo

della �Nuova frontiera�. Anche lui ha il carisma, come Giulio Miceti.

Due personalità diverse, due culture diverse, ma un punto in comune c�è,

inconfondibile: sono due homines sacmenses allo stato cristallino. Prima

l�azienda, poi tutto il resto.

Le spese per certi lavori fatti eseguire fuori stabilimento sono fi-

nanziariamente pesanti, e allora il CdA, dopo avere ben valutato il pro e il

contro, decide (22 luglio 1963) di dare vita ad una azienda legata alla

Cooperativa. (Di lavoro indotto ancora ne resta, tanto da costituire anche

oggi una notevole ricchezza per Imola). Così si delibera la partecipazione

della Sacmi alla A. Miglioli SpA con stabilimento a Sassuolo.

Viene dato incarico al consigliere delegato Rino Marani di inter-

venire in nome e per conto della Sacmi nell�atto di costituzione della so-

cietà per azioni avente come scopo la costruzione di apparati elettronici,

Disintegratore centrifugo a pioli.

7 ANMI, rogito notaio A. Alvisi del26 febbraio 1963.

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oleodinamici, nonché apparecchiature meccaniche. Il consigliere Rino

Marani è autorizzato a intervenire all�atto di costituzione, ad assumere

una quota di capitale pari al 51 per cento dell�intero capitale sociale, ad

approvare lo statuto della società, a procedere alla nomina del Consiglio

di amministrazione e del Collegio sindacale e ad approvare ogni atto rite-

nuto opportuno e conveniente.

La società diventa poi Sacmi Sassuolo il 29 aprile 1985. La parteci-

pazione della Cooperativa raggiunge successivamente il 99 per cento del

capitale sociale. Produzione di stampi per ceramica attualmente (pro anno):

oltre quattrocento stampi completi. La vasta gamma dei prodotti offre

opportunità di scelta: stampi a punzone entrante, a specchio, per pezzi

speciali, a sformatura superiore e, inoltre, tamponi ad effetto isostatico

(brevettati da Sacmi), che consentono di ridurre i difetti di natura geome-

trica sulle piastrelle cotte. La Sacmi Sassuolo diventa un�azienda pilota e

leader italiano nel comparto delle piastrelle. Si occupa anche della distri-

buzione in Italia dei pezzi di ricambio8.

Sui mercati arriva la crisi �congiunturale�, come si usa dire e scri-

vere. Il fatto è sottolineato anche nella relazione del CdA del 22 marzo

1964, quando si esamina e si approva il bilancio 1963. Questa congiuntu-

ra (la stranezza bizzarra di certi vocaboli economici!) appare chiara come

in un giorno di sole anche in Sacmi. L�incremento della produzione è

stato pari al 47 per cento nel 1961, al 66 per cento nel 1962. Nel �63 è

stato solo del 16 per cento. Un salto indietro di notevole misura. Il decre-

mento ha colpito in primo luogo il comparto costruzione macchine per la

ceramica. È pure precaria la situazione economica nazionale. In seguito

all�aumento del costo della vita si sono avute le rivendicazioni salariali dei

sindacati. Gli accordi aziendali del 10 maggio e del 20 luglio 1963 hanno

Stampo per ceramica a mosaico.

Il fenomeno del �Miracolo economico�...

8 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA;SACMI Seventyfifth 75, cit., p. 52;SACMI, 1996 Annual Report.

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La storia della Sacmi

inciso sulla redditività dell�azienda. Sono stati assunti numerosi tecnici

per rafforzare l�apparato tecnico e commerciale della Cooperativa. Il CdA

ha la convinzione che la linea scelta sia la migliore decisione da prendersi

per creare le premesse del superamento della crisi. Nell�esercizio successi-

vo (1964) lo stato delle cose non migliora. Le vendite di macchine Sacmi

sul mercato nazionale possono definirsi episodiche. Il mercato estero rie-

sce tuttavia ad assorbire il 50 per cento della produzione. Il rafforzamento

dell�apparato tecnico commerciale si palesa dunque una saggia risoluzio-

ne, capace di evitare danni maggiori sul piano del reddito. Tutto il male

non viene per nuocere. Ora si vede con maggiore chiarezza che è necessa-

rio allargare la penetrazione della Sacmi nei mercati esteri.

Questi sacmisti hanno un modo di muoversi che meraviglia, in-

canta quasi. Quando sono già nell�aria (e nei fatti) i segni della crisi con-

giunturale, che cosa fa il CdA? Decide di partire nella direzione di un

grosso investimento immobiliare, di comperare la terra per la sede �gran-

de�. Intuizione, preveggenza, fortuna? Forse tutte e tre le cose insieme.

Gli indici che misurano l�andamento dei due esercizi, espongono:

(1963) CS lire 18.500.000, FT lire 2.206.575.155, UN lire 17.359.130;

(1964) CS lire 19.750.000, FT lire 2.025.750.627, UN lire 8.651.939, soci

79, forza lavoro 237. Ecco i nomi dei nuovi amministratori: Aurelio Min-

gotti, presidente; Rino Marani, consigliere delegato; Rino Morini, Enrico

Spisni e Sanzio Cavalli, consiglieri9.

A partire dal mese di maggio 1964, cominciano le deliberazioni

del CdA per realizzare la nuova sede. Si approva il progetto preparato

dall�ing. Aldo Dall�Osso. Il figlio ing. Tullio Dall�Osso continua l�attività

del padre per quanto riguarda le opere edili della Cooperativa in Imola. Si

mette a punto la documentazione allo scopo di ottenere dal Comune la

licenza edilizia. Si appaltano i lavori di costruzione alla Cooperativa Mu-9 SACMI, libri verbali assemblee eCdA.

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ratori del Comune di Imola (primo e secondo lotto e costruzioni accesso-

rie). Naturalmente per portare a compimento un�opera del genere è ne-

cessario molto denaro. Le principali operazioni di finanziamento sono

fatte con la Banca Centrale di Credito Popolare - Centrobanca - di Milano

e con la Sezione Speciale per il Credito alla Cooperazione della Banca

Nazionale del Lavoro. È ovvio che pure le linee di credito con le banche

locali vengono rimpolpate in modo adeguato.

A seguito di delibera del CdA, in data 23 dicembre 1966, il presi-

dente Mingotti rende noto che �i nuovi uffici, posti in Imola in via Pro-

vinciale Selice 17/A, saranno ultimati verso la fine di gennaio 1967�, per

cui dal 31 gennaio 1967 tutti gli uffici tecnici, amministrativi e commer-

ciali saranno là trasferiti. Tale trasferimento riguar-

derà pure la sede sociale10. La gran parte delle mac-

chine era stata traslocata nella seconda metà del

1966, durante i mesi estivi.

Il nuovo complesso si trova nella zona in-

dustriale della città. La Selice è una strada costrui-

ta dai Romani nel secondo secolo a.C., quando si

fece la centuriazione dell�agro imolese. Il nome Si-

lex fa presumere che la strada fosse anticamente sel-

ciata. Sul lato sinistro, procedendo verso nord, esisteva un canale per chiat-

te. Strada e canale giungevano a un termine, Caput Silicis, ora Conselice,

che fu per secoli il porto di Imola, quindi un importante punto di sbocco

del commercio e dell�economia locali. A quei tempi si può dire che la

laguna veneta giungesse fino a Caput Silicis11.

Il 3 aprile 1965 il CdA prende un�importante decisione. La Coo-

perativa costituisce, con il parere favorevole del Collegio sindacale, la Sac-

10 Ibidem.11 REGINI R., Urbanisticae toponomastica storica di Imola,Cassa di Risparmio di Imola,Imola 1962, pp. 167 e 168.

Il fenomeno del �Miracolo economico�...

Curva di ritorno per piastrelle, sede diviale De Amicis.

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La storia della Sacmi

mi Impianti Società per Azioni. La nuova società ha la sede sociale in Bolo-

gna, via Ugo Bassi 21 (sede operativa a Milano), è una società tecnico

commerciale di impiantistica ceramica: ha per scopo �l�acquisto e la ven-

dita di macchine ed impianti in genere e loro parti staccate, con particola-

re riguardo al settore ceramico, nonché la rappresentanza in genere e le

operazioni di importazione ed esportazione, ed avrà la durata fino al 30

giugno 2010�.

Il consigliere delegato Rino Marani è autorizzato �ad assumere

una compartecipazione nella costituenda società pari al 55 per cento del-

l�intero capitale sociale fissato in lire 45 milioni, provvedere alla nomina

del CdA e del Collegio sindacale nonché approvare e convenire ogni altro

patto, clausola e condizione che si rendessero necessari ed opportuni per

la costituzione della società stessa�12.

La partecipazione aumenta

negli anni successivi sino ad avere

una quota del 99,13 per cento delle

azioni. La Sacmi Impianti SpA, la cui

sede operativa si aprì come già detto

a Milano, fu il motore di una espan-

sione rapida e funzionale del com-

mercio con l�estero. Si tratta di una

società commerciale di grande rilie-

vo del Gruppo; essa ha potenziato la propria rete di vendita con l�apertura

di nuovi uffici nelle aree geografiche commercialmente più interessanti.

Ricordiamo la nuova sede di Fiorano Modenese, nata per seguire più da

vicino il mercato sassuolese e per rafforzare tutta l�attività di preventivi e

di impiantistica per stoviglieria, sanitari ed estruso. Alla sede di Fiorano

Modenese, in provincia di Modena, va aggiunta quella di Sacmi Singapore

Imola, 15 ottobre 1967.L�inaugurazione dello stabilimentoin via Selice,con monsignor Aldo Gobbie l�onorevole Angelo Salizzoni.

12 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

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Jakarta Branch, inaugurata nel 1996, che

offre assistenza tecnica ai clienti dell�In-

donesia13.

Nell�assemblea generale del

1965 viene eletto sindaco supplente Il-

lio Zani al posto del rag. Benito Benati,

essendo diventato quest�ultimo dipen-

dente della Cooperativa. Al rag. Benati,

a partire dal 30 giugno 1965, è affidato

l�incarico di segretario amministrativo14.

Benati diventa poi direttore amministrativo, compito che mantiene per

trent�anni, sino alla fine del 1995, quando assume la direzione Controllo

del Gruppo Sacmi, fino al 31 marzo 1998 data di pensionamento.

La guerra fredda tiene sempre la porta aperta (anzi raggiunge l�apice

di una crisi parossistica), ritorna caldissima e segnata dal sangue, dalle

stragi e dalla violenza feroce, disumana. Il 7 agosto 1964 gli Usa interven-

gono direttamente con le proprie forze armate nella guerra e guerriglia tra

la Repubblica Democratica del Vietnam, con capitale Hanoi, stato a nord

del 17° parallelo sotto influenza comunista, e la Repubblica del Vietnam,

con capitale Saigon, sotto influenza francese prima e americana poi. È un

bagno di sangue lungo e cattivo, che si avvierà verso la fine il 27 gennaio

1973 con un primo accordo di graduale ritiro degli americani dall�area

meridionale del paese15.

Riprendiamo il filo del nostro racconto storico. I sacmisti sono

particolarmente attenti al fatto che la loro Magna Charta sia sempre ade-

rente alla realtà societaria, che cambia con una certa rapidità. Nell�assem-

blea straordinaria del 15 febbraio 1966 ritorna in ballo lo statuto. L�art. 3

Il fenomeno del �Miracolo economico�...

Il giorno dell�inaugurazione della sededi via Provinciale Selice.

13 BELTRANDI S., op. cit., pp. 250 eseg.; SACMI, 1996 Annual Report,cit., pp. 13 e 14.14 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.15 Enciclopedia Zanichelli (a cura diEdigeo), cit., pp. 1988 e 1989.

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La storia della Sacmi

si arricchisce di un nuovo paragrafo così formulato: �(La società ha per

scopo) l�assunzione di partecipazioni in altre società purché comportanti

una responsabilità limitata alla quota sottoscritta,

sia in Italia che all�estero, la cui attività si riveli utile

per il raggiungimento degli scopi sociali. Al fine di

conseguire i propri scopi sociali la Cooperativa prov-

vederà a costituirsi una idonea attrezzatura indu-

striale ed efficiente organizzazione tecnica, ammi-

nistrativa e commerciale�.

L�art. 4 (ammissione dei soci) conviene ri-

portarlo per intero, in quanto modifica sostanzial-

mente quello precedente. Eccone il testo: �Possono essere ammessi a far

parte della Cooperativa coloro che, aventi la capacità giuridica: a) siano di

buona condotta morale e civile; b) abbiano compiuto il 24° anno di età al

momento in cui il Consiglio delibera la loro ammissione e non abbiano

compiuto il 40° alla data del 1° gennaio dell�anno in cui viene presentata

la domanda; c) siano alle dipendenze della Cooperativa da almeno cinque

anni consecutivi ed abbiano dato prova di capacità, disciplina e spirito

cooperativo; d) abbiano dimostrato, in relazione allo loro età, una provata

capacità tecnica e pratica inerente alla tecnologia del lavoro, acquisita in

scuole professionali o mediante istruzione equivalente, ovvero una parti-

colare capacità ed abilità conseguite mediante il necessario tirocinio o

compiano a regola d�arte tutti i lavori inerenti alla loro specialità che ad

essi vengono affidati�. È modificato pure l�art. 5: �Il numero dei soci è

limitato alle possibilità tecniche di attrezzatura e produttive della Coope-

rativa. In deroga a quanto stabilito dall�art. 4 sono ammessi a far parte

della Cooperativa quali soci anche gli impiegati tecnici e amministrativi

nei limiti delle leggi vigenti�. Rinnovati pure i seguenti articoli. Art. 6 -

Impianto completo sperimentale perprodotto atomizzato.

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�Gli aspiranti soci potranno presentare le loro domande nell�anno solare

in cui compiono il 24° anno di età ovvero il 5° anno di anzianità quali

dipendenti della Cooperativa, fino alla data del 28 febbraio, nel periodo

intercorrente tra il 30 aprile e il 31 ottobre (modifica apportata il 28 novembre

1968, nda). Le domande di ammissione a socio dovranno essere corredate

dal certificato penale�. Art. 7 - �Il Consiglio di amministrazione, dopo

l�esame dei requisiti, delibererà sulla ammissione del richiedente. Per l�am-

missione a socio occorre il parere favorevole della maggioranza dei consi-

glieri in carica. Le decisioni del Consiglio sono irrevocabili e non soggette

a gravame�. Il potere di ammissione a socio passa dunque dalla assemblea

al CdA: ci si adegua a una norma del Codice Civile. L�art. 32 (Consiglio

di amministrazione), primo comma, è modificato nel modo seguente: �Il

Consiglio di amministrazione è composto di cinque membri ed elegge

nella sua prima adunanza il presidente e il vice presidente�. Prima il vice

presidente era indicato come consigliere delegato. La durata del Collegio

sindacale e del Collegio dei probiviri è di anni tre, come prima.

Il nuovo testo dello statuto contiene altre modifiche che giudi-

chiamo tali da non rendersi necessaria la citazione16.

Un�altra assemblea straordinaria per lo statuto si tiene il 28 no-

vembre 1968. Si tratta di alcune �limature� del testo approvato il 15 feb-

braio 1966. È rilevante l�aggiunta apportata all�art. 32, relativo al Consi-

glio di amministrazione. Alla fine di questo articolo si aggiunge il seguen-

te comma: �Non possono essere eletti a far parte del Consiglio di ammini-

strazione, e se eletti decadono, i soci che nell�ambito della Società siano

investiti della funzione di capo servizio tecnico, commerciale, ammini-

strativo e produzione�17.

I lavori di completamento della nuova sede continuano per un

Il fenomeno del �Miracolo economico�...

Tappo speciale con levetta perapertura a mano senza cavatappi.

16 ANMI, rogito notaio A. Alvisidel 15 febbraio 1966.17 Ibidem, rogito notaio A. Alvisidel 28 novembre 1968.

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La storia della Sacmi

certo tempo. Si costruiscono sette nuovi capannoni prefabbricati con il

finanziamento di mutui. Viene sopraelevato l�edificio dei servizi. È neces-

sario altro terreno, perciò lo si acquista, per realizzare le opere comple-

mentari.

Il mercato ceramico nazionale ricomincia a �tirare� (è la ripresina,

nda) e il reddito cresce. Momento buono per la Cooperativa, che ha fatto

grosse immobilizzazioni e deve pagare gli interessi alle banche mutuanti.

La dinamica economico-aziendale degli ultimi anni del decennio

parla abbastanza chiaramente. L�utile netto ha questo trend: (1966) lire

11.357.978, (1967) lire 21.147.863, (1968) lire 47.263.337, (1969) lire

76.044.965. Nel 1969 si rinnovano le cariche sociali: Aurelio Mingotti,

presidente (CdA del 31 marzo 1969); Rino Marani, vice presidente (CdA

del 31 marzo 1969); Pietro Gildeni, Rino Morini e Nerio Cavina, consi-

glieri. Dimessosi dall�incarico, Cavina è surrogato da Giorgio Penazzi.

Collegio sindacale: Elio Pagani, presidente; rag. Armando Sarti e rag.

Mauro Billi, sindaci effettivi; rag. Bruno Manaresi e dott. Illio Zani,

sindaci supplenti. L�on. Armando Sarti, sindaco della Cooperativa, è

presidente della Sacmi Impianti SpA. I soci della Cooperativa sono 108,

le unità lavorative 302.

Il 24 giugno 1969, dopo le deliberazioni degli organi societari,

nasce la Sacmi do Brasil LTDA, con sede a San Paolo del Brasile. Il capitale

sociale diventa in seguito di pertinenza (99 per cento) della Sacmi Imola.

La società si occupa di assistenza tecnica e vendita ricambi alla clientela

brasiliana e di alcuni altri paesi dell�America latina18.

Il fuoco della protesta-rivolta studentesca non è ancora spento,

quando a Milano e a Roma, il 12 dicembre 1969, accadono fatti impensa-

ti e sconvolgenti. Nella sede della Banca Nazionale dell�Agricoltura di piazza

Pressa a frizione: la prima ad esserecostruita completamente in Sacmi(automatismo elettronico e centralinaidraulica).

18 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA, documenti.

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Fontana a Milano scoppia una bomba durante l�orario di

apertura degli sportelli. Il bilancio dell�attentato criminale

è di 17 morti e 88 feriti. A Roma scoppiano bombe alla

Banca Nazionale del Lavoro in via Veneto (16 feriti) e alla

tomba del Milite Ignoto19. Comincia la strategia della ten-

sione, da cui avranno origine stragi e misfatti per oltre dieci

anni, sino ad arrivare, dopo diversi attentati mortali contro

cittadini inermi, alla mattanza della stazione di Bologna (2

agosto 1980, 85 morti, 200 feriti) e senza escludere, nello stesso anno, il

misterioso abbattimento dell�aereo civile Itavia nel cielo di Ustica (81 mor-

ti). Sono i tanti misteri del nostro paese. Questi atti criminali hanno cer-

tamente un sottofondo politico e una probabile origine di destra, eccezio-

ne fatta, forse, per l�aereo abbattuto. Si parlò (e se ne parla tuttora) di

implicazione dei servizi segreti �deviati�, si disse e si dice. Ma deviati da

chi?

Gli autori veri dei crimini e i loro mandanti non si conoscono.

Qual era l�obiettivo? Avere un governo di destra con uomini �forti�. Que-

sta macchia nera nella storia italiana, che ha in sé qualcosa di �stregante�,

di pauroso e di sacrificale insieme, rimane ammonitrice nelle nostre co-

scienze.

Imola è tranquilla.

Carrello pesatore per argilla.

Il fenomeno del �Miracolo economico�...

19 Storia d�Italia, cronologia, cit.,pp. 665 e seg.

Altre fonti

GALASSI N., La Cooperazione imolese, cit.

FOA V., Questo Novecento, cit.

KOGAN N., Storia politica dell�Italia repubblicana, cit.

MAMMARELLA G., L�Italia contemporanea, 1943-1985, il Mulino, Bologna 1985.

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La storia della Sacmi

Nella cooperativa ogni socio è imprenditore.Le bizzarrie del mercato. L�Italia è cambiata.

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a mia cara Cooperativa Meccanici di viale Crispi. Il piccolo mon-

do intorno a me. Il mondo dei miei sogni quand�ero ragazzo. La

sera, allorché il crepuscolo passava dal rosso al grigio, in un istan-Lte, la luce diventava del colore entre le loup et le chien, tra il lupo e il cane,

come dicono i francesi. Da una finestra del cortile di casa mia, sul lato

dell�officina della Cooperativa Meccanici, giungeva la voce argentina del-

la signorina Gea che cantava �Vento, vento, portami via con te/ raggiun-

geremo insieme il firmamento/...�. E io cercavo il gatto e lo chiamavo.

Dov�era lo scostumato? Certamente aveva attraversato il cortile, valicato il

muretto e cercava la sua micetta in territorio Sacmi. Non aveva paura dei

lampi color bianco metallico dai riflessi azzurrini che venivano dall�offici-

na e animavano i muri delle nostre case con algidi sprazzi. Ma io sto par-

lando di me stesso. Mi autocensuro. Un cronista non può parlare di sé,

raccontare i fatti suoi. Non è politically correct. Il cronista descrive ciò che

vede e sente riguardante gli altri. Nulla deve dire di sé. Nothing. Mi si passi

la trasgressione. In quegli anni lontani avevo in testa mille idee. Volevo

viaggiare. Sognavo di volare. Non avrei mai pensato che dal cortile dov�era

senza dubbio il mio gatto innamorato e dove i saldatori mandavano all�intor-

no sprazzi di luce bianca e azzurra sarebbe uscita un�azienda conosciuta in

tutto il mondo, veramente la prima del mondo nel suo campo merceologico.

La Cooperativa Meccanici che non si piega. (È di ferro duro). Che

va avanti. Che non conosce le frontiere e le lontananze. Una grande azien-

Nella cooperativa ogni socio...

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La storia della Sacmi

da, adesso. Ma non sono sempre state rose e fiori. È nata quasi per

una scommessa. Poi, visto che il gioco valeva la candela, ha fatto la

sua gara. Da piccola era poco più di una bottega artigiana. Ha lotta-

to. È andata contro corrente. Si è messa di traverso, quando nella

strada passava il carro fascista. Eppure è lei che ha vinto. È diventa-

ta una vera cooperativa industriale. Ora è un complesso industria-

le a dislocazione mondiale avente la matrice cooperativa. Matrice e

filosofia che trovano posto nelle regole statutarie. C�è stato il tem-

po delle vacche magre. Poi nella stalla è arrivato il fieno e l�armen-

to si è messo in carne. Sole e pioggia. Vento e mare piatto. Queste

sono le regole della vita. Non sono mancate le burrasche. Ma chi

teneva nelle mani il timone della Mayflower-Sacmi ha sempre avuto

il polso fermo e l�occhio attento. Governare una cooperativa non è facile.

L�imprenditore è una persona singola o un gruppo di persone che metto-

no a rischio il loro capitale. Nella cooperativa gli imprenditori sono tanti,

ogni socio è imprenditore. E nello stesso tempo è lavoratore dell�impresa.

Si può dire che ogni socio ha una doppia personalità. Non è sempre facile

essere due nella stessa persona. La base sociale della Sacmi è sempre stata

dialettica. Le idee si sono confrontate e scontrate. Nasce proprio da que-

sto permanente confronto il successo della Cooperativa, la formula segre-

ta dei sacmisti. Dialettica che si accompagna alla delega dei poteri agli

organi statutari, alla disciplina, al rispetto della gerarchia, che non è una

parola del diavolo, ma un principio � usato correttamente � indispensabi-

le per la buona gestione aziendale.

Il l970 comincia bene. Dopo l�approvazione della Camera, il 20

maggio il Senato della Repubblica approva con notevole maggioranza lo

statuto dei lavoratori, un codice minimo per tutelare i diritti costituziona-

Una pressa-ceramica espostacon successo alla Fiera di Milanonel 1967.

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li dei lavoratori nelle fabbriche. Non è sempre vero che il giorno buono si

vede subito dal mattino. E poi maggio non è più il mattino dell�anno. È

vero invece il vecchio detto che �da violenza nasce violenza�. È appena

cominciato il tempo della strategia della tensione, con la strage di piazza

Fontana a Milano, che gruppi della sinistra estrema, utopistici e barrica-

dieri � si distinguono in particolare le Brigate rosse �, cominciano una

nefasta azione aggressiva contro lo Stato1. Si tratta di gruppi clandestini

che dichiarano guerra alle istituzioni repubblicane. Si tratta di violenti

utopisti contro e fuori dal Parlamento e dai partiti politici, contro la lega-

lità costituzionale, contro il potere legittimo. Colpiscono magistrati, gior-

nalisti, docenti universitari, generali, sindacalisti, dirigenti d�azienda, uo-

mini politici. Saranno alla fine battuti, perché lo Stato, i partiti (compreso

il Pci all�opposizione) faranno barriera e li fermeranno. Ma intanto muo-

iono assassinati, durante quasi vent�anni di eversione brigatista, uomini

di grande prestigio come Aldo Moro, presidente della Dc, cinque volte

presidente del Consiglio dei ministri.

Anche sul versante economico il decennio è opaco. Il trend del-

l�economia va a sbalzi. Sembra il giochino dello yo-yo. Prima su e poi

giù. Un anno abbastanza bene e quello dopo abbastanza male. Insom-

ma, tiene banco la discontinuità. Cade il sistema monetario internazio-

nale, avendo deciso il presidente americano Nixon l�inconvertibilità del

dollaro. Con la crisi del petrolio si determina una forte tensione infla-

zionistica in tutti i paesi industrializzati. Per la moneta comincia un nuovo

periodo stabilito dagli accordi di Bretton Woods. In Italia aumenti

salariali da un lato, rialzo dei prezzi dall�altro. Crescita della doman-

da dei beni di consumo. Come logica conseguenza si ha inf lazione.

E con essa caduta degli investimenti e della produttività. Aumento

Pressa idraulica da laboratorio.

1 Storia d�Italia, cronologia, cit.,pp. 666 e 668.

Nella cooperativa ogni socio...

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La storia della Sacmi

della disoccupazione. In conclusione: un decennio dai connotati a

sorpresa2.

I bilanci della Sacmi risentono di questo stato di cose, tuttavia in

maniera moderatamente ovattata. Il bilancio del 1970 è aiutato da una so-

pravvenienza attiva extra gestione dovuta alla plusvalenza relativa alla vendi-

ta della sede di viale De Amicis (lire 25.362.431). È un sussidio di notevole

efficacia. Il risultato complessivo, misurato con il metro dell�utile netto (lire

42.188.512), che non è sempre una indicazione di assoluta certezza e si è

appena visto, retrocede rispetto a quello dell�esercizio precedente. L�edilizia,

sul piano nazionale, dà risultati che possiamo definire spenti. Hanno ragio-

ne i francesi: quand le bâtiment va, tout va, quando l�edilizia marcia, tutto

marcia. L�edilizia muove una notevole quantità di comparti produttivi. E

non c�è dubbio che la ceramica è in prima fila tra i comparti coinvolti. La

ceramica nel 1970 ha avuto un andamento pressoché inerte. Ergo, la vendi-

ta di macchine Sacmi del comparto ceramico non ha potuto sottrarsi alla

stessa sorte. Tanto che il CdA, nella sua relazione di assemblea generale, ha

prospettato l�idea di incrementare la costruzione dei macchinari destinati

alla lavorazione degli agrumi e quella dei tappi a corona. Poi c�è il commer-

cio con l�estero. È questo un chiodo che non bisogna cessare di battere: se si

riesce a dilatare ancora di più l�esportazione delle macchine Sacmi, i bilanci

futuri saranno al riparo da qualsiasi sorpresa. Il CdA comincia a porsi il

problema di una direzione collegiale, per rendere più sicure ed efficienti le

direttive aziendali. Anche il bilancio 1971 è deludente, peggiore di quello

del �70. L�utile netto segna lire 34.968.412. La causa è la stessa: l�edilizia è

quasi ferma, idem la ceramica. Quando si pensa che circa l�80 per cento

della clientela Sacmi è costituita da industrie ceramiche, si ha il quadro

preciso dello stato delle cose. Ci sono stati anche due fallimenti di aziende2 Ibidem, p. 670.

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ceramiche e ciò non ha evidentemente migliorato la situazione. Il CdA ha

provveduto a costituire un fondo svalutazione crediti con uno stanziamento

iniziale di 40 milioni da incrementare negli anni seguenti. Il Consiglio ritie-

ne di controllare bene il trend gestionale della Cooperativa. Si punta al

raggiungimento, nell�esercizio in corso, di un fatturato di buona

consistenza. Intanto le macchine vengono perfezionate e mi-

gliorate. Insomma, tutta l�azienda è tesa a dare il massimo delle

energie e delle inventive per far fronte alle défaillance della eco-

nomia italiana3.

Nel 1972 non si può davvero cantare vittoria. L�anda-

mento economico a livello nazionale mostra ancora i segni del-

l�instabilità. Il bilancio della Sacmi non è male, ma lascia anco-

ra l�amaro in bocca (utile netto lire 32.512.202). Il fatturato,

rispetto al 1971, ha avuto un incremento del 2,3 per cento, però

ci si aspettava una crescita maggiore. Le cause delle aspettative

mancate sono diverse, ma l�azienda si è impegnata al limite del possibile.

Sappiamo che la Cooperativa si avvale dell�opera di aziende artigiane d�Imo-

la e del suo hinterland soprattutto nei momenti di esubero del lavoro

interno. Il CdA ritiene necessario cambiare radicalmente questo tipo di

rapporto occasionale. Le piccole e medie aziende artigiane debbono di-

ventare collaboratrici permanenti della Sacmi, cui affidare, sulla base di

programmi a medio termine, la costruzione di macchine o gruppi comple-

ti, o anche la lavorazione di singoli pezzi, ma in modo più pianificato

rispetto al passato. Questo è un aspetto del problema. Ma altro si deve

fare: la capacità produttiva interna va potenziata nei mezzi, negli uomini e

nei metodi, attraverso un piano programmato di investimenti. L�aumento

del fatturato, privilegiando le aree di mercato estero, resta l�obiettivo numero

uno, su cui indirizzare la politica commerciale della Cooperativa.3 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

Nella cooperativa ogni socio...

Primi anni �70. Punzonatrice.

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La storia della Sacmi

Arriva il �73. È un anno buono. L�utile netto, una volta fatti gli

stanziamenti e gli ammortamenti previsti, raggiunge lire 214.266.644. Eser-

cizio ottimo, annata buona, se vogliamo usare la terminologia enologica

(ma diciamolo sottovoce). L�aumento del fatturato, rispetto all�anno pre-

cedente, è stato del 50,3 per cento. Il cambiamento in campo monetario

(Bretton Woods) ha provocato fenomeni di opposto segno ma con vistosi

effetti. Vi è stata una forte spinta iniziale alle esportazioni, dovuta al fatto

che le nostre merci risultavano meno costose per gli acquirenti stranieri.

L�inflazione accentuata ha spinto i nostri risparmiatori a investire in beni-

rifugio (i più tipici dei quali sono le costruzioni edilizie). Le bâtiment si è

messo in movimento e lo hanno seguito i comparti collegati. È ripartita la

ceramica e con essa la vendita delle macchine Sacmi. Un po� tutta la pro-

duzione aziendale ha tratto beneficio da questo andamento. La Sacmi ha

consolidato la sua struttura patrimoniale ed ha accentuato la sua presenza

nei mercati d�Italia e dell�estero, quod erat in votis, ciò che era negli auspici.

Si sono costruiti impianti ceramici (tutto il macchinario che serve per

produrre in una azienda ceramica), centinaia di nuove macchine per cera-

mica e per tappi a corona. È cresciuto il personale. Sono entrati in azien-

da, tra gli altri, sei ingegneri e sedici periti. Buona annata. Buon vino.

Nuovi capannoni sul lato sud dello stabilimento sono in fase di ultimazio-

ne, è detto nella relazione di bilancio. Il CdA ha deliberato una spesa di

circa 50 milioni per attrezzare il reparto sperimentale. Si è deciso di fare

un altro investimento al fine di potenziare il laboratorio ceramico, per il

quale è prevista una spesa di 35 milioni. Le previsioni in prospettiva sono

buone. Non manca certamente qualche nota dolente, come l�aumento

del costo del denaro. Le banche sono botteghe dove la merce si paga cara.

La mancanza di liquidità si fa sentire. Il CdA rivolge un caldo appello a

tutti i soci affinché elevino al massimo consentito dalla legge � lire 4 mi-

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lioni � la loro partecipazione azionaria. La Cooperativa è abilitata a racco-

gliere il risparmio fra i soci sino al massimo di lire 8 milioni a testa, tasso

di interesse pro-anno del 5 per cento. Ai soci e ai lavoratori dipendenti si

chiede, se sarà necessario, un maggiore impegno con prestazioni di lavoro

straordinario. Il traguardo che il CdA spera di raggiungere nel prossimo

esercizio è la produzione di 40 presse al mese.

Nell�assemblea del 15 aprile 1973 si rinnova il CdA.

I nuovi eletti, con l�attribuzione delle cariche stabilite eletti-

vamente nella seduta consiliare del 16 aprile, sono: Rino

Morini, presidente; Pietro Gildeni, vice presidente; Nerio

Cavina, Rino Marani e Giorgio Penazzi, consiglieri. Dopo

sedici anni consecutivi (più quattro dal 1940 al 1944) Aure-

lio Mingotti lascia la ruota del timone della Mayflower-Sac-

mi. Il Collegio dei sindaci è formato da Elio Pagani, presi-

dente; rag. Armando Sarti e rag. Mauro Billi, sindaci effettivi; rag. Bruno

Manaresi e dott. Illio Zani, sindaci supplenti4.

In questi primi anni Settanta vengono prese altre importanti deci-

sioni. Nell�assemblea del 15 dicembre 1971 si approva l�istituzione di un

premio di anzianità aziendale da erogarsi a tutti i soci a partire dall�eserci-

zio 1972. Il premio verrà di norma corrisposto nel secondo semestre del-

l�anno. Sarà di lire 70.000 al netto delle ritenute fiscali e previdenziali a

carico del beneficiario. Questo premio verrà dato per l�intero periodo in

cui è in essere il rapporto sociale. Avrà termine quando l�interessato per-

derà la qualifica di socio.

Ai soci e dipendenti che raggiungeranno il 25° anno di apparte-

nenza alla Cooperativa sarà conferita una medaglia d�oro con diploma come

attestazione di fedeltà all�azienda (delibera assembleare del 24 aprile 1972).

Ricordate il primo regolamento mutualistico interno del 1924?

Nella cooperativa ogni socio...

L�incartatrice automatica:una delle ultime macchine Sacmiper la lavorazione degli agrumi.

4 Ibidem.

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La storia della Sacmi

Ora l�assemblea dei soci (22 dicembre 1972) approva un nuovo regola-

mento in sintonia con i tempi correnti, che può considerarsi uno dei più

avanzati all�interno delle aziende cooperative italiane5.

Il barometro segna ancora �Bel tempo�. Nonostante la malferma

salute dell�economia mondiale (fenomeni inflativi e recessivi in concomi-

tanza) i dati 1974 di casa Sacmi sono soddisfacenti: CS lire 723.750.000, FT

lire 18.746.657.209, UN lire 268.251.381, soci 181, unità lavorative 353.

Il fatturato, con i suoi 18,7 miliardi di lire, ha raggiunto l�apice

storico, però bisogna tenere presente gli effetti inflativi, causa diretta della

notevole crescita. Se i risultati possono considerarsi buoni, il merito non

è tutto dell�inflazione, sia ben chiaro. L�azienda è stata attenta giorno dopo

giorno all�evoluzione dei costi (materie prime, personale, denaro) e all�ag-

giornamento del listino dei prezzi di vendita. Si è dato vita a una gimcana

di non facile percorso. In più il costo del denaro è aumentato del 20 per

cento in ragione di anno. La richiesta del mercato (soprattutto di quello

ceramico) è venuta avanti come un fiume in piena. Per questo il Consiglio

ha deliberato, in accordo con la base sociale, un piano biennale di investi-

menti. Nel solo esercizio 1974 gli investimenti fissi sono stati di oltre mez-

zo miliardo di lire. Si è provveduto ad aumentare adeguatamente anche i

fondi di rischio. In conclusione il CdA, che non è stato colto di sorpresa,

ha fatto fronte consapevolmente alla mobilità del mercato6.

Negli anni 1975-76 �viene installato in azienda un primo centro

elaborazione dati, il quale, partendo inizialmente con la meccanizzazione

dell�amministrazione del personale, progressivamente e con tutti i preve-

dibili adattamenti e modifiche, copre oggi la gestione completa dell�azien-

da in tutte le sue attività�7.

Il vento in poppa continua a gonfiare le vele e la prua taglia veloce

5 Ibidem.6 Ibidem.7 BELTRANDI S., cit., p. 254.

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il mare come fosse burro. I bilanci della Mayflower-Sacmi dal 1975 al 1980

sono chiare attestazioni di ottima redditività. La strategia dell�espansione

del commercio con l�estero appare vincente. Nelle relazioni dei bilanci

riguardanti questi anni risulta in maniera evidente come non di rado l�an-

damento economico aziendale sia in controtendenza rispetto al dato na-

zionale. Una prova in più dell�abilità manageriale di chi guida il comples-

so Sacmi. Alcune notizie interessanti: nell�esercizio 1977 la presenza della

Cooperativa all�estero era stabilita in circa ottanta paesi nel mondo; nel

1979 il nostro Pil aveva raggiunto un posto più che ragguardevole tra quel-

li dei paesi del mondo maggiormente industrializzati; sempre nel �79 la

produzione Sacmi di macchine per tappi a corona superava i tre miliardi di

fatturato; l�inflazione in Italia nel 1980 � nota dolente � andava al ritmo

d�aumento di quasi due punti al mese.

Come si è già accennato, i bilanci Sacmi sono di una apprezzabile

redditività. Vediamo i segnali dell�utile netto: (1975) lire 248 milioni 972

mila, (1976) lire 292 milioni 928 mila, (1977) lire 1 mld 207 milioni,

(1978) lire 2 mld 977 milioni, (1979) lire 4 mld 465 milioni, (1980) lire 9

mld 255 milioni.

Nell�assemblea di bilancio del 24 maggio 1975 si rinnovano le

cariche sociali secondo le solite modalità: Rino Morini, presidente (riu-

nione CdA 26 maggio 1975); Nerio Cavina, vice presidente (stessa riunio-

ne del CdA); Giorgio Penazzi, Liliano Bertozzi e Rino Marani, consiglieri.

Dall�assemblea del 30 aprile 1977 risultano questi cambiamenti:

Nerio Cavina, presidente (riunione del CdA 3 maggio 1977); Liliano Ber-

tozzi, vice presidente (stessa riunione del CdA); Giorgio Penazzi, France-

sco Bendanti e Antonio Foschi, consiglieri.

Altri cambiamenti avvengono nell�assemblea del 28 aprile 1979.

Consiglio di amministrazione: Rodiero Alieri, presidente (riunione CdA

Nella cooperativa ogni socio...

Pressa idraulica.

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La storia della Sacmi

3 maggio 1979); Francesco Bendanti, vice presidente (stessa riunione del

CdA); Romano Drei, Antonio Foschi e Luciano Mingotti, consiglieri. Col-

legio sindacale: rag. Mauro Billi, presidente; rag. Armando Sarti e dott.

Illio Zani, sindaci effettivi; dott. Gianfranco Santilli e p.i. Giorgio Naldi,

sindaci supplenti.

Il 29 dicembre 1979 muore l�ex presidente Nerio Cavina. Il suo

mandato presidenziale e l�attività di amministratore vanno ricordati per

la particolarità del periodo che si attraversa e per l�impegno tenace di

leadership che Cavina profonde. Vogliamo anche sottolineare che Rodie-

ro Alieri prende in mano il timone della Sacmi che governa splendida-

mente per sedici anni.

Alla fine del 1979 viene costituita la Sacmi Impianti SA Argentina,

sede a Buenos Aires, con il compito di dare assistenza tecnica e commer-

ciale ai clienti argentini. Il Gruppo Sacmi detiene il 70 per cento del capi-

tale sociale8.

Si decidono anche alcune variazioni statutarie nelle assemblee

straordinarie del 10 febbraio 19789 e del 28 settembre 197910. Nella prima

vengono modificati gli articoli 16 (riguardo ai fondi di riserva), 19 (riguardo

alla compilazione dei bilanci) e 21 (riguardo alla ripartizione dell�utile netto).

Nell�assemblea straordinaria del 1979 si modificano gli articoli 1

(all�acronimo SACMI sono tolti i punti dopo ogni singola lettera) e 15

(nuovo testo: �L�apporto di ogni socio è costituito da una quota di lire

quattro milioni che deve essere interamente sottoscritta all�atto dell�am-

missione. La quota deve essere pagata pena decadenza da socio nei termi-

ni e con le modalità che verranno stabilite dal Consiglio di amministra-

zione. Le quote sono nominative e non cedibili. Sono rimborsabili solo nei

casi di recesso, decadenza, esclusione e morte del socio ai sensi dell�articolo

2529 del Codice Civile. È vietata la distribuzione di dividendi superiori alla

8 SACMI Seventyfifth 75, cit.,prospetto società controllate;SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA, documenti.9 ANMI, rogito notaio A. Alvisidel 10 febbraio 1978.10 ANMI, rogito notaioA. Alvisi del 28 settembre 1979.

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ragione dell�interesse legale ragguagliato al capitale effettivamente versato�.

Nella seduta del CdA del 28 aprile 1980 il presidente Alieri espo-

ne al Consiglio come nel mercato ceramico spagnolo sia in atto una gran-

de ristrutturazione degli impianti produttivi, alla quale la Sacmi è necessa-

riamente interessata. Con l�obiettivo di potere intervenire con maggiore

efficacia attraverso la propria produzione in quel mercato (in seguito alla

cessazione della Fatmi Española), è giocoforza per la Sacmi impiantare

una società commerciale (Sacmi Ibérica S.A.) a Castellón de la Plana, Spa-

gna, centro del comprensorio ceramico spagnolo, alla quale la Sacmi par-

tecipa nella misura del 50 per cento, mentre la parte di capitale rimanente

viene attribuita ad un azionista spagnolo di fiducia. Il Consiglio approva

con voto unanime e dà ampi poteri al presidente affinché la delibera ab-

bia esecuzione. Il progetto si realizza nel mese di marzo dell�anno seguen-

te. Successivamente (1988) il CdA decide di acquistare un appezzamento

di terreno, nella stessa località spagnola, di quasi 8.000 mq, sul quale si

costruisce un edificio da adibire a uffici, a capannone-magazzino e ad offi-

cina per il servizio di assistenza clienti. Ovviamente il capitale sociale è

aumentato, e la Sacmi vi partecipa nella misura del 99 per cento.

Alla fine dell�esercizio 1980 la forza lavoro Sacmi è di 411 unità, di

cui 213 soci11.

Nella cooperativa ogni socio...

Punzonatrice per tappi.

11 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA, documenti;SACMI Seventyfifth 75, cit.,prospetto società controllate.

Altre fonti

MONTANELLI I. - CERVI M., L�Italia degli anni di piombo, Fabbri, Milano 1995.

GALASSI N., La Cooperazione imolese, cit.

BIAGI E., Italia, Rizzoli, Milano 1975.

FOA V., Questo Novecento, cit.

MAMMARELLA G., L�Italia contemporanea, 1943-1985, cit.

SACMI soixante ans de travail, pubblicazione per il 60° di fondazione, testi di Tino Della Valle.

FLAMIGNI S., Convergenze parallele, Kaos, Milano 1998.

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La storia della Sacmi

L�economia italiana migliora.L�ing. Villa direttore generale:l�uomo giusto nel momento giusto.

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economia nazionale all�inizio degli anni Ottanta procede con le

discontinuità e le incertezze che avevano caratterizzato quasi tutto

il decennio precedente. Poi, nel 1983, il giro di boa. La diminuzio-L�ne dei prezzi del petrolio e delle materie prime sul mercato internazionale

dà l�abbrivo alla ripresa. L�inflazione scende al 10 per cento e si stabilisce

sul 7, dopo l�impennata del 1980 quando aveva raggiunto il 21,7 per cen-

to. La lira italiana entra a far parte del sistema monetario europeo (nella

�banda larga�, oscillazione di svalutazione intorno al 6 per cento, mentre

la �banda stretta� fissa il limite al 3 per cento). Ciò comporta, come con-

seguenza, l�impegno morale � da parte delle autorità monetarie � di adot-

tare una linea meno flessibile. Vengono alzati i tassi di interesse. �Nelle

grandi aziende la ripresa è segnata da profonde ristrutturazioni. Sono in-

trodotte tecnologie informatiche e robotiche che consentono di contrarre

drasticamente l�impiego di manodopera operaia e di impiegati d�ordine.

L�uso di sistemi di automazione flessibile, inoltre, consente di adeguare

rapidamente la produzione alle mutevoli esigenze del mercato. Le riduzio-

ni di personale vengono affrontate con ampio ricorso alla Cassa integra-

zione guadagni, imponendo oneri crescenti allo Stato�. Calano le ore di

sciopero. Negli anni Settanta furono in media 130 milioni per anno. Ora

scendono a 50 milioni. Si ricomincia a fare investimenti. Nella seconda

metà del decennio la crescita del Pil ci porta a gareggiare con l�Inghilterra

per il piazzamento al quinto posto tra le potenze economiche dell�Occi-

dente. Però il debito pubblico lievita giorno dopo giorno. E l�amministra-

L�economia italiana migliora...

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146

La storia della Sacmi

zione pubblica evidenzia sempre di più la sua arretratezza, inefficienza e

scarsa limpidezza di gestione1.

In casa Sacmi il trend è sostanzialmente buono. Segue le orme di

quello nazionale, però in modo più soffice, più razionale, non di rado

anticipando iniziative di metodologia produttiva rispetto all�ambito gene-

rale italiano. Ha una vita autonoma, differenziata. La produzione di mac-

chine per le ceramiche (ora, come si è detto precedentemente, si costrui-

scono impianti completi ceramici, chiamati �chiavi in mano� per sottoli-

nearne meglio e con un�espressione palmare la globalità del lavoro: la

Sacmi è in grado di realizzare e guidare con le sue macchine l�intero ciclo

produttivo, dalla selezione delle materie prime al controllo di

qualità sul manufatto finito) si mantiene su soddisfacenti livel-

li, sebbene in campo nazionale il comparto della ceramica entri

di tanto in tanto in quella fase di rendimento discontinuo che

noi abbiamo chiamato dello �yo-yo�. La maggior parte del pro-

dotto aziendale va attribuita ai mercati esteri nella misura com-

presa tra il 65 e il 75 per cento. La produzione subalterna è

quella delle macchine per tappi a corona che sta nella fascia del 10-15 per

cento. Di esigua entità è la costruzione delle macchine del tipo agrumi-

frutta, che può considerarsi in via di abbandono2.

Il 18 ottobre 1983 il presidente della Repubblica Alessandro Perti-

ni viene a Imola e inaugura la nuova sede dell�Ami (Azienda Municipaliz-

zata Imola) di via Casalegno 1. Pertini è capo dello Stato dall�8 luglio

1978. Proviene politicamente dal Partito socialista italiano3.

Cambia lo statuto della Sacmi. Nell�assemblea straordinaria del

28 ottobre 1983 vengono modificati i seguenti articoli: 3 (Scopi), 15 (Ap-

1 Storia d�Italia, cronologia, cit.,p. 712.2 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA, documenti.3 CIDRA, emeroteca, sabato sera,22 ottobre 1983.

Reparto montaggio presse.

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porto dei soci), 21 (Ripartizione dell�utile netto), 23 (Assemblea dei soci),

32 (Indennità ai componenti del CdA), 35 (Delega poteri del Consiglio).

In particolare, per quanto riguarda l�art. 15, il vecchio testo viene sostitui-

to dal seguente: �Il valore nominale di ciascuna quota non può essere

inferiore a lire 4 milioni né superiore a lire 19 milioni. Tuttavia il valore di

ciascuna quota può essere elevato fino a trenta milioni, mediante imputa-

zione di utili esenti da imposta, nei limiti di quanto stabilito dall�art. 14

della legge 19 marzo 1983, n. 72. I soci di nuova assunzione dovranno

sottoscrivere una quota di lire 19 milioni da versare come segue: a) lire 2

milioni entro trenta giorni dalla data di assunzione; b) una ulteriore som-

ma � pari a lire 500 mila per ogni anno di anzianità lavorativa aziendale

maturata � entro la fine dell�anno nel quale avviene l�ammissione; c) lire

2 milioni e 500 mila entro la fine dell�anno successivo a quello in cui

avviene l�ammissione; d) il residuo in ragione di lire 500 mila annue entro

la fine di ciascuno degli anni successivi. Le quote non sono cedibili. In

caso di recesso, decadenza, esclusione o morte del socio, ha luogo la liqui-

dazione della sua quota a norma dell�art. 2529 del Codice Civile. È vieta-

ta la distribuzione di dividendi superiore alla misura massima degli inte-

ressi spettanti ai detentori di buoni postali fruttiferi, aumentata di 2,5

punti e ragguagliata al capitale effettivamente versato�. Segue una disposi-

zione transitoria riguardante lo stesso articolo4.

La politica di mercato della Sacmi ha sempre perseguito l�obietti-

vo della conquista delle aree commerciali estere. Lo abbiamo visto anche

prima, esaminando velocemente le sequenze dei bilanci aziendali. Ma i

punti di vendita fuori d�Italia, non di rado in altri continenti, comporta-

no spese e oneri di notevole grandezza. Le macchine Sacmi debbono esse-

re adeguatamente presentate. Occorre mostrare agli imprenditori acqui-

4 SACMIAR, libro verbaliassemblee; ANMI, rogito notaioA. Alvisi del 28 ottobre 1983.

L�economia italiana migliora...

Sistema per il controllo automaticodella qualità dei tappi a corona.

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La storia della Sacmi

renti come funzionano. Bisogna assistere i nuovi operatori nella fase ini-

ziale di produzione, procurare alle aziende i pezzi di ricambio; insomma:

la Sacmi non vuole solo vendere, incassare la fattura e tanti saluti. La

Sacmi ama le sue macchine anche dopo averle vendute. Il cordone ombe-

licale delle sue �creature� non viene mai reciso. Questa politica, per forza

di cose, comporta un progetto assistenziale e promozionale insieme, che

ha come target la creazione di punti d�appoggio nei luoghi dove il marchio

della Cooperativa si è piazzato, ha fatto il nido.

Nell�aria che si respira dentro gli uffici e i grandi capannoni della

Sacmi non possono che nascere strutture in sintonia con le idee proget-

tuali. All�assemblea generale ordinaria del 2 luglio 1984 viene deciso che

la Cooperativa partecipi alla costituzione della società Deutsche Sacmi Gmbh

(poi Sacmi Deutschland), sede a Minden, Germania, avente un capitale so-

ciale di DM 75.000. Lo scopo della società comprende:

�rappresentanza di attrezzature industriali ed impianti,

importazione e vendita di macchinari, pezzi di ricam-

bio e accessori per la produzione di materiali per la ce-

ramica e refrattari, prestazione di assistenza tecnica, tec-

nologica e commerciale nel settore indicato, nonché

qualsiasi altra attività utile per il perseguimento di tale

oggetto�. La quota sociale che la Sacmi sottoscrive nella

Deutsche Sacmi è di DM 52.500. In seguito ad un aumento di capitale, al

quale la Sacmi prende parte, la quota societaria risulta essere pari al 60

per cento. Il restante 40 per cento è di pertinenza di due partner tedeschi.

L�assemblea delibera di partecipare alla costituzione della società

Sacmi Portuguesa Lda con sede in Oeiras, Portogallo, avente un capitale

sociale di 15.000.000 di Escudos portoghesi. Lo scopo della società è lo

stesso che prima abbiamo descritto per la Sacmi tedesca. La quota sociale

Rimini, Tecnargilla, 1985.

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che la Cooperativa sottoscrive nella Sacmi Portuguesa è di 6.750.000 Escu-

dos pari al 45 per cento dell�intero capitale sociale.

L�assemblea decide inoltre di partecipare con una quota di lire 50

milioni all�aumento da lire 5 miliardi a lire 10 miliardi del capitale sociale

della Fincooper, il consorzio finanziario nazionale del movimento coope-

rativo aderente alla Lega nazionale delle cooperative, il cui scopo sociale è

quello di svolgere attività finanziaria in favore delle cooperative associate.

L�anno dopo (8 gennaio 1985) l�assemblea generale prende un�al-

tra delibera, nella stessa direzione di politica economica e di strategia com-

merciale, simile a quelle prima descritte. Il presidente Rodiero Alieri è

autorizzato a intervenire, in rappresentanza della Sacmi e avendone tutti i

poteri, negli atti necessari per costituire e rendere funzionante in Singapo-

re una società a responsabilità limitata denominata Sacmi Singapore Pte

Ltd, avente quale scopo principale l�importazione e la vendita in Singapo-

re e all�estero di macchine e attrezzature, parti di ricambio e accessori per

la produzione di materiali ceramici e refrattari. La nuova società può inol-

tre svolgere l�assistenza tecnica, tecnologica e di mercato nel campo della

ceramica e dell�industria dei refrattari; e parimenti può sviluppare ogni

altra attività utile per conseguire gli scopi indicati, compresa l�assunzione

di mandati di rappresentanza. La Sacmi Singapore ha un capitale sociale

iniziale di l00.000 dollari di Singapore, al quale la Cooperativa Sacmi

partecipa con il 99 per cento delle azioni. Il mandato conferito al presi-

dente Alieri può essere adempiuto, a suo insindacabile giudizio, anche

mediante l�acquisto del 99 per cento delle quote sociali di una società già

costituita in Singapore, purché il nome di tale società venga variato in

Sacmi Singapore Pte Ltd, lo scopo sociale sia mutato in quello prima descrit-

to e il suo capitale sociale sia elevato a 100.000 dollari di Singapore, di cui

il 99 per cento di pertinenza della Cooperativa Sacmi. Nell�ambito di

L�economia italiana migliora...

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La storia della Sacmi

questo mandato viene conferito al presidente Rodiero Alieri ogni più ampio

potere per dare esecuzione alla delibera dell�assemblea. In prosieguo di

tempo (1995) si apre la Sacmi Singapore (Jakarta Branch), con l�intento di

dare un più puntuale servizio alla clientela indonesiana5.

Nell�assemblea per l�approvazione del bilancio 1984 (19 aprile

1985) si rinnovano le cariche sociali. Non cambiano i consiglieri. Restano

nelle loro funzioni il presidente Rodiero

Alieri e il vice presidente Luciano Min-

gotti (seduta CdA del 22 aprile 1985).

Sono confermati pure il Collegio sinda-

cale ed i probiviri. Sappiamo già che le

elezioni del Consiglio di amministrazio-

ne avvengono ogni due anni e quelle dei

sindaci e dei probiviri ogni tre6.

L�espansione della Sacmi conti-

nua. Nell�assemblea generale del 15 mar-

zo 1985 si autorizza la costituzione di una nuova società, la Sacmi Forni

SpA, dotata di un capitale di lire due miliardi, nella quale la Cooperativa

ha una iniziale partecipazione del 70 per cento. Ciò nasce dall�esigenza di

volere fare diventare la Sacmi il fornitore diretto oltre che della pressa

anche dell�altra macchina basilare nel processo tecnologico ceramico: il

forno. Questa nuova società rileva la vecchia Hf-Heimsoth Forni SpA. La

sua sede è a Casalgrande (Reggio Emilia) e produce forni ed essiccatoi per

l�industria ceramica, in particolare nel comparto piastrelle. Negli anni suc-

cessivi la Sacmi Forni diventa leader mondiale nel proprio settore. La par-

tecipazione della Sacmi al capitale sociale diventa pari al 99,36 per cento.

5 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.SACMI Seventyfifth 75, cit.,prospetto società controllate.6 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

Forni monostrato a rulli per piastrelle.

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Nel 1994 viene fatto un massiccio investimento di circa 25

miliardi di lire nella nuova sede, che si sviluppa su un�area di

21.500 mq coperti per la produzione e di circa 4.000 mq per

uffici e laboratori. Nel corso del 1996 si progetta e si realizza

un nuovo forno, il �Pulsar�, dotato di accorgimenti tecnici

ed estetici di grande qualità; è accolto con grande consenso

dalla clientela. Per la prima volta nel comparto meccano-ce-

ramico la Sacmi introduce il design industriale presentando

un forno che, oltre ad avere una capacità produttiva più ele-

vata e consumi specifici minori, offre un innovativo aspetto

armonico e cromatico delle strutture. Obiettivo dell�inter-

vento del design, affidato allo studio dell�ing. Isao Hosoe, è quello di ren-

dere più amichevole e rassicurante il rapporto uomo-macchina. Viene in-

fatti adottata una serie di accorgimenti progettuali ispirati al rispetto delle

più evolute norme in materia di ergonomia e sicurezza.

Nella stessa assemblea del 15 marzo 1985 si dà mandato al CdA

di condurre le trattative per l�acquisto di beni che fanno parte della proce-

dura fallimentare della Giavelli SpA. Tali beni sono: brevetti, disegni, tec-

nologia, rimanenze di magazzino, attrezzature e strumenti produttivi, im-

mobili industriali e partecipazioni nella ditta Tecnopress. Tali trattative,

non appena concluse, sono portate all�esame dell�assemblea sociale (20

settembre 1985) e approvate7.

Non si deve dimenticare che i notevoli redditi conseguiti ogni anno

dalla Sacmi, adempiuti gli obblighi statutari, vengono in costanza di tem-

po reinvestiti nell�azienda. Questa è la spiegazione pura e semplice della

crescita dell�impresa Sacmi. Il 13 dicembre 1985 si riunisce l�assemblea 7 Ibidem.

L�economia italiana migliora...

La Sede della Sacmi Fornia Salvaterra di Casalgrande(Reggio Emilia).

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La storia della Sacmi

(odg con parte straordinaria e parte ordinaria) della Cooperativa. Si pro-

cede, nella parte straordinaria, alla modifica dell�art. 3 � lettera a) � dello

statuto, riguardante �Oggetto e scopo sociali�. Il testo modificato è il se-

guente: �a) La produzione, mediante l�esercizio diretto di una o più azien-

de, di macchine e impianti industriali, nonché la vendita, in Italia ed

all�estero, sia dei prodotti da essa manifatturati, sia di altri prodotti mani-

fatturati da terzi che risultassero necessari per il completamento delle for-

niture commissionate dalla clientela...�. Per quanto riguarda la parte ordi-

naria, l�assemblea decide di approvare l�acquisto di una partecipazione,

pari al 25 per cento, nella società Sacmexico SA in Città del Messico, dele-

gando al CdA tutti i poteri per formalizzare l�operazione secondo i tempi

e le modalità che saranno necessari. Ma la decisione, per diverse ragioni,

non viene attuata8.

È incorporata nel Gruppo Sacmi un�altra azienda: si chiama Poppi

SpA. L�operazione è decisa dall�assemblea generale dei soci il 23 maggio

1986. La sede principale della società è a Sassuolo (Modena), ma lo stabi-

limento di produzione si trova a Castellarano (Reggio Emilia). La parteci-

pazione della Cooperativa è pari all�80 per cento del capitale, che in segui-

to diventa dell�88,75 per cento a causa di un ulteriore acquisto di quote

azionarie (17 febbraio 1987). L�operazione riguarda dunque la Poppi SpA.

La società acquisita produce forni ed essiccatoi per l�industria ceramica in

generale tanto nel comparto delle piastrelle quanto in quello dei sanitari,

della stoviglieria e del vetro. Con tale acquisto è possibile completare la

gamma dei prodotti e quindi ottimizzare lo studio e la realizzazione di

impianti completi nel comparto dei sanitari e della stoviglieria. In seguito

all�uscita dalla compagine sociale dell�ing. Poppi la società cambia (9 set-

tembre 1996) ragione sociale. Diventa Poppi Eurotech e poco dopo Eurotech

8 SACMIAR, libro verbaliassemblee; ANMI, rogito notaioA. Alvisi del 13 dicembre 1985.

Sede della Sacmi de Mexico,a Monterrey.

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tout court. Lo stabilimento e gli uffici si trasferiscono a Fiorano Modene-

se. Ora la partecipazione Sacmi è del 95 per cento ed il ramo d�azienda

produttivo è stato ceduto alla Sacmi Forni9.

Nella stessa assemblea si delibera in via definitiva di autorizzare il

CdA a portare a termine la partecipazione della Cooperativa nella società

Inpak Imola SpA, con sede in Imola via Togliatti 19/A. Tale società è spe-

cializzata nella produzione di macchine che creano plateaux in cartone per

il settore agricolo e nella produzione di macchine di fine linea per l�indu-

stria alimentare e chimica. Il capitale sociale è di lire 1,5 miliardi e la

quota di partecipazione è dell�80 per cento. In prosieguo di tempo il capi-

tale azionario diventa di lire 2,9 miliardi, la società si trasforma in Srl e la

partecipazione del Gruppo Sacmi sale al 99 per cento.

La Inpak Imola Srl assume la caratteristica di azienda engineering in

grado di progettare, costruire e commercializzare le proprie macchine e di

garantire l�assistenza post vendita a livello mondiale con una propria orga-

nizzazione interna. Inoltre la Inpak Imola produce macchine per il confe-

zionamento di contenitori del tipo tradizionale. Oltre il 60 per cento del-

la produzione viene esportato. Dal 1994 l�azienda opera anche nel com-

parto delle macchine incartonatrici di fine linea per il confezionamento

delle piastrelle in ceramica10.

Il CdA della Cooperativa (3 novembre 1983) delibera di nomina-

re l�ing. Aldo Villa dirigente d�azienda. L�assemblea dei soci del 19 ottobre

1984 ratifica la proposta del CdA di promuovere Villa direttore generale.

Quando nel 1986 egli compie sessant�anni, perdendo lo stato giuridico di

socio secondo la regola statutaria, l�assemblea del 5 settembre 1986 deli-

bera di riconoscergli la qualifica e l�incarico di direttore generale per altri

cinque anni, con facoltà di partecipare alle assemblee sociali.

9 SACMIAR, libro verbaliassemblee; SACMI Seventyfifth 75,cit., p. 50; SACMI, 1996 AnnualReport; SACMI, 1997 Annual Report.10 SACMIAR, libro verbaliassemblee; SACMI Seventyfifth 75,cit., pp. 62 e 63.

L�economia italiana migliora...

La sede della Inpak di Imola.

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La storia della Sacmi

Immaturamente Aldo Villa manca ai vivi il 22 gennaio 1987. È

allestita la camera ardente nello stabilimento Sacmi di via Selice. Il rito

funebre si svolge, con grande partecipazione di popolo, nella Basilica-San-

tuario del Piratello. Il cordoglio è unanime sia a Imola sia nei diversi paesi

dell�estero, dove la sua iniziativa aveva dato vita a tante imprese produtti-

ve. L�assemblea generale della Sacmi lo ricorda il 17 febbraio 1987. Parla il

presidente Rodiero Alieri. Parlano numerosi soci. Parla anche la signora

Leonella Gollini (sì, anche le donne possono diventare socie della Coope-

rativa, come afferma lo statuto)11.

Per ricordare la figura dell�ing. Villa vengono create borse di stu-

dio per ingegneri neolaureati e per allievi meritevoli dell�Istituto statale

d�arte per la ceramica G. Ballardini di Faenza. Nel 1989 la Società Cera-

mica Italiana, di cui Villa fu il promotore e il primo presidente, istituisce

il �Premio Internazionale Aldo Villa�. Tale premio biennale viene asse-

gnato a �personalità, italiana o straniera, imprenditore, dirigente, tecnico

o ricercatore, che abbia contribuito allo sviluppo dell�industria ceramica�,

e consiste in una medaglia d�oro realizzata dallo sculto-

re-ceramista Carlo Zauli. Tra gli altri sono stati onorati

con questo premio due insigniti del Nobel per la fisica:

Alex Müller e George Bednorz. Hanno ricevuto l�ambi-

to riconoscimento anche: l�ing. Adriano Bossetti, presi-

dente della Società Siti di Marano Ticino (No), per lo

sviluppo dato alla tecnologia e all�impiantistica cerami-

ca; il dott. Romano Minozzi, presidente della Società

Iris Ceramiche di Sassuolo (Mo), per avere contribuito allo sviluppo del

comparto ceramico ed alla affermazione della piastrella italiana nel mon-

do; il prof. Philip Rosenthal, presidente della Società tedesca Rosenthal

AG, per il significativo contributo allo sviluppo della ricerca e dell�indu-11 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

Alex Müller e George Bednorzricevono il premio Aldo Villapresso l�Università di Bologna.

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stria europee; e il prof. Leopoldo Cini, eminente figura dello sviluppo

culturale nel mondo della ceramica12.

Il CdA, con deliberazione presa il 20 novembre 1987, assegna

l�incarico di direttore generale pro tempore della Sacmi all�ing. Alessan-

dro Galletti, che mantiene il mandato dal 1° gennaio 1988 al 31 dicembre

1989. Successivamente il Consiglio conferisce lo stesso incarico di diretto-

re generale all�ing. Giulio Cicognani con decorrenza 1° gennaio 1990.

L�assemblea annuale, come prevede lo statuto, ratifica tale delibera nella

riunione del 2 marzo l99013.

L�assemblea dei soci della Cassa di Risparmio di Imola, nella se-

duta del 26 marzo 1985, accoglie la Sacmi come socio della banca. L�as-

semblea della Cooperativa del 19-20 aprile 1985 decide di accettare l�am-

missione a socio, e delega il presidente pro-tempore a compiere tutte le

formalità necessarie. L�assemblea manifesta il suo apprezzamento per la

decisione della Cassa di Risparmio14.

Nel 1989 la Sacmi decide di realizzare, nel complesso della Casa-

madre, il �Centro Ricerche e Sviluppo�. Si fa un investimento di 16 mi-

liardi di lire. Il Centro, come supporto alle attività di tutto il Gruppo

Sacmi, è suddiviso in sezioni: laboratori fisici e chimici, laboratorio tecno-

logico packaging, reparti sperimentali per il collaudo dei prototipi ed im-

pianto pilota specifico per la ceramica. �Il Centro Ricerche e Sviluppo è

iscritto all�Albo nazionale dei laboratori di ricerca istituito dal ministero

dell�Università e della Ricerca Scientifica ed ha attivato numerosi rappor-

ti di collaborazione con importanti università e centri di ricerca in Italia e

all�estero, sia per la ricerca applicata sia per quella sulle tecnologie. È stato

12 SACMI Seventyfifth 75, cit., p. 74.13 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.14 SACMIAR, libro verbaliassemblee.

L�economia italiana migliora...

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La storia della Sacmi

inaugurato dall�on. prof. Antonio Ruberti, più volte

ministro dell�Università e della Ricerca scientifica. In

collaborazione con una importante università america-

na il Centro Ricerche e Sviluppo ha messo a punto un

software di calcolo CMS (Compression Molder Solver), tra-

mite il quale è possibile effettuare simulazioni dello stam-

paggio per compressione dei polimeri plastici�. Questo studio darà poi

modo, a partire dagli anni 1995-1996, di progettare, costruire e commer-

cializzare una macchina molto innovativa nel settore dello stampaggio degli

articoli di plastica fino a quel momento esclusivamente ottenuti con stam-

paggio per iniezione: la CCM, oggi motivo di orgoglio della produzione

packaging della Sacmi. Il Centro Ricerche e Sviluppo è inoltre diventato

uno dei più affidabili partner internazionali della Comunità economica

europea. Nell�ambito Cee la Sacmi di Imola è capofila del progetto deno-

minato �Brite Euram�. Il Centro Ricerche e Sviluppo è dotato di un labo-

ratorio chimico specializzato nelle ricerche sulle resine porose per le diver-

se applicazioni ed impasti15.

L�assemblea dei soci del 18 settembre 1987 delibera di partecipare

all�aumento del capitale sociale della �Banca dell�Economia Cooperativa�

con sede in Bologna e avente un capitale di 40 miliardi. La quota-parte

della Sacmi non può superare 1 miliardo di lire. La delibera non ha però

seguito per motivi di ordine pratico. Altre partecipazioni sono decise nel-

l�assemblea del 15 luglio 1988. Queste: Banca Cooperativa di Imola (au-

mento capitale sociale), Unipol e Unipol Finanziaria16.

Terzo sbarco (sarebbe il quarto, forse il quinto in verità, nda) nel

continente americano. L�assemblea del 30 giugno 1989 dà mandato al

15 SACMI Seventyfifth 75, cit.,pp. 36, 38 e 46.16 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

Il Ministro Antonio Ruberti inaugurail Centro Ricerche della Sacmi.

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CdA di procedere alla costituzione della società Sacmi de Mexico, con sede

a Monterrey, dotata di un capitale sociale equivalente al controvalore di

lire 500 milioni e con una quota di partecipazione Sacmi pari all�80 per

cento, che poi diventerà oltre il 99 per cento nel 1999. Nel 1994 è inaugu-

rata la nuova sede, per realizzare la quale si è fatto un grosso investimento.

Nel 1996 la Sacmi de Mexico acquista una

partecipazione del 60 per cento nella Mol-

des Ceramicos, che produce e rigenera stam-

pi ceramici destinati al Messico, al Nord e

Centro America. Il risultato qualitativo del

prodotto e la tecnologia sono gli stessi in

essere nella Sacmi Sassuolo17.

Nel linguaggio del nostro racconto

storico si incontrano parole nuove, come:

Sacmi Casa-madre (il complesso di Imola),

Gruppo o Capogruppo Sacmi (l�insieme della Cooperativa primigenia e

delle società controllate), società collegate, Joint Ventures e altre terminolo-

gie anglosassoni. Ne faremo un uso limitato, in modo da non creare con-

fusione. La Sacmi-Mayflower non è più un vascello a vele nella grande

bocca del mare. Ora è un transatlantico: e le bandierine e il gran pavese

fremono nel godimento del vento.

Per ciò che riguarda la seconda metà degli anni Ottanta i risultati

di bilancio sono ancora in ascesa. Il trend è facilmente rilevabile attraver-

so la lettura del parametro dell�utile netto.

Nell�assemblea del 15 aprile 1989 si rinnova il CdA per il biennio

1989-1990. Sono eletti consiglieri: Demos Baldisserri, Rodiero Alieri,

L�economia italiana migliora...

17 Ibidem e documenti.

Il laboratorio tecnologico di ricerca esviluppo della divisione packaging.

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La storia della Sacmi

Arturo Figna, Luciano Mingotti e Francesco Verlicchi. Il CdA del 17 apri-

le elegge presidente Rodiero Alieri e vice presidente Demos Baldisserri18.

Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1989 si cominciò a demolire

a colpi di piccone il muro di Berlino, il punto emblematico e concreta-

mente toccabile con mano dell�altrettanto famosa �cortina di ferro�. Di

certo fu una data epocale. Michail S. Gorbaciov era segretario del Pcus

(dal 1985). Aveva tentato di cominciare con coraggiose riforme

(perestrojka) e con la trasparenza dell�informazione (glasnost) il

processo di democratizzazione dell�impero sovietico. Andò a fi-

nire che l�impero si sbriciolò, come era accaduto per il muro di

Berlino. La storia è proprio una vecchia signora bisbetica e biz-

zarra. Il grande evento della vittoria della democrazia portò allo

sfarinamento dei governi e degli stati in cui dominava il �sociali-

smo reale�. Ma non avvenne la palingenesi che si attendeva. Si

sviluppò negli stati dell�est il desiderio forsennato del consumi-

smo, il quale altro non era che un sogno e il velo della povertà.

Non ci fu un bagno di sangue, è vero. Il grande cambiamento fu

quasi incruento. Però la disgregazione della Jugoslavia produsse

piccole guerre locali di una ferocia terribile, e rinfocolò rancori

razziali e religiosi, che si pensavano sepolti nelle ceneri del tempo; rinverdì

aspirazioni d�indipendenza di piccole etnie; scatenò l�odio etnico che si

credeva sotterrato con i genocidi dell�ultima guerra mondiale. Quanto a

noi, Dio ce la mandi buona. Certo è che la Sacmi vive su un altro pianeta

e ha una visione del mondo saldamente ancorata al principio della pacifi-

ca convivenza di razze e di popoli diversi. La Sacmi è sempre stata sé stessa.

Nei giorni della tempesta e nei giorni del sole splendente. Ha sempre

avuto il senso della fedeltà alla cooperazione e all�impegno sociale, della18 Ibidem e bilanci consuntivi deirispettivi anni.

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continuità, della competizione; mai le è mancato il gusto della scoperta, la

molla della ricerca scientifica, il culto dell�onestà commerciale, il rispetto

dell�uomo, lo scrupolo della perfezione tecnica, lo spirito di adattamento

al progresso tecnologico, non di rado precorrendone i tempi.

Tutto cambia, niente cambia. È l�apoftegma della Sacmi. È un

altro principio della sua filosofia.

Altre fonti

GALASSI N., La Cooperazione imolese, cit.

CIDRA, emeroteca.

L�economia italiana migliora...

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La storia della Sacmi

Il clima politico-socialedi un�Italia profondamente cambiata.Nel 1999 la Sacmi tiene saldala barra del timone.

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informatizzazione, l�era del computer e del �tempo reale�, dell�in-

ternet e dei telesatelliti hanno dato un colpo d�accelerazione a tutti

i processi esistenziali della vita quotidiana dell�uomo. Tutto si faL�più in fretta. Si comunica, si lavora, si produce, si mangia, ci si diverte, si

fa l�amore, si prega, forse si muore � anche � più alla svelta. Però non si

nasce. Ci vogliono ancora nove mesi di gestazione. E sono poche le cop-

pie, qui da noi, che affrontano l�impresa del pargolo. Anche le aziende

accelerano. Anche la Sacmi accelera. Gli anni Novanta corrono al Duemi-

la. Quanto la Cooperativa ha realizzato negli ultimi tempi supera di gran

lunga l�accumulazione creativa di parecchi decenni.

Dal ventre fecondo della Sacmi esce una serie notevole di aziende

legate e dirette dalla Casa-madre. Il 19 marzo 1990 si delibera la costituzio-

ne della S.M.I. Srl con sede a Sassuolo. Si è dato vita all�azienda con il

proposito di incrementare l�attività di montaggio e installazione di mac-

chine ed impianti ceramici Sacmi. La S.M.I. Srl si integra con le strutture

già esistenti. Nel suo capitale sociale entrano la Sacmi Sassuolo con il 30

per cento. Parimenti la Sacmi Impianti entra nel capitale sociale con il 30

per cento. Nel 1997 la Sacmi Sassuolo rileva l�intero capitale sociale e assor-

be l�attività della S.M.I. per incorporazione1.

Nel luglio 1990 si apre in India la Sacmi Bombay, ufficio di rappre-

sentanza e di collegamento del Gruppo Sacmi con l�area indiana.1 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA, documenti.

Il clima politico-sociale...

La Sede della Sacmi Sassuolo.

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La storia della Sacmi

Nel �99 si trasforma in società Sacmi India.

La Inpak Imola, del Gruppo Sacmi, il 14 ottobre 1991 acquista il

70 per cento del capitale azionario della Benco Pack SpA. La sede della

società è a Piacenza. La Benco Pack è specializzata nella progettazione, pro-

duzione e commercializzazione di macchine per il confezionamento di

prodotti alimentari termoformati, con dosaggio del prodotto in condizio-

ni asettiche e tradizionali. L�azienda opera esclusivamente nel comparto

del packaging alimentare2.

L�assemblea dei soci del 12 luglio 1991, sentita la relazione del

direttore generale ing. Cicognani sulla opportunità di allargare il mercato

del Gruppo nell�Estremo Oriente, che si manifesta particolarmente inte-

ressato al comparto ceramico e affini, decide di costituire la Sacmi Hong

Kong Ltd. In Hong Kong la società nasce nel gennaio 1992. Lo scopo è

quello di commercializzare i prodotti e gli impianti Sacmi nella Repubbli-

ca Popolare Cinese. La partecipazione della Cooperativa nel capitale so-

ciale è del 99 per cento. Nascono poco dopo la Sacmi Hong Kong (Foshan

Branch), che è una succursale della sede di Hong Kong nella regione di

Foshan, e la Sacmi Hong Kong (Beijing Branch), sorella della precedente già

citata, operante a Pechino e nel suo ampio hinterland3.

Nell�assemblea generale del 10 febbraio 1992 si autorizza il CdA a

realizzare in Shanghai (RPC) una Joint Venture tra Sacmi e due partner

cinesi. L�impresa ha lo scopo di dar vita alla produzione di macchine per

ceramica, in particolare di presse PH 980. La Sacmi partecipa con il 40

per cento del capitale. La ragione sociale è Shanghai Sacmi Ceramics Machi-

nery Co. Ltd4.

Il 18 maggio 1993 la Sacmi Impianti SpA acquista il 30 per cento

dell�Italiansped Srl con sede a Imola, successivamente portato al 60 per

cento. Si tratta di una società di spedizioni a logistica (trasporti via terra,

2 Ibidem.3 Ibidem; SACMI Seventyfifth 75,cit., prospetto società controllate.4 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA;SACMI Seventyfifth 75, cit.,prospetto società controllate.

La Sede della Benco Pack di Piacenza.

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aria e mare), che rientra nella strategia di commercializzazione delle mac-

chine Sacmi. Nell�ottobre 1996 la Sacmi Impianti SpA vende alla Sacmi

Imola la stessa società di spedizioni. Vengono

aperti uffici anche a Mosca (si tratta di una socie-

tà � Italiansped Moscow Office � nella quale l�Ita-

liansped Srl detiene l�80 per cento del pacchetto

azionario), a Jakarta, a Genova, Hong Kong e a

Monterrey in Messico. L�Italiansped è specializza-

ta nelle spedizioni e nei trasporti in tutto il mon-

do, e in particolare in Estremo Oriente, in Sud America e nei paesi dell�ex

Urss. Offre un affidabile servizio quale che sia la merce trasportata. Il

fatturato non è nutrito solo dalle commesse Sacmi, ma in parte anche da

clientela propria. L�incremento di esso negli ultimi anni è stato di una

buona entità.

Convocata in assemblea straordinaria, presente il notaio dott. De

Socio, il 22 ottobre 1993 la Sacmi decide una modifica statutaria. Viene

cassato l�articolo riguardante il Collegio dei probiviri. Al suo posto si isti-

tuisce il Collegio arbitrale (articoli 36, 37 e 38). Esso giudicherà qualun-

que controversia tra soci oppure tra soci e la società in via amichevole e

secondo equità, in modo del tutto inappellabile e sarà esente da qualsiasi

formalità di procedura, ma sempre con l�osservanza delle regole del con-

tradditorio. Ad esso viene specificatamente demandato anche il compito

di disporre in ordine alle spese. Le determinazioni arbitrali potranno esse-

re assunte pure a maggioranza e dovranno essere motivate. La sede dell�ar-

bitrato sarà Bologna5.

Il 3 gennaio 1994 è costituita la Sacmi Usa (delibera assemblea

soci del 31 dicembre 1993). La sua sede è a Des Moines, nello stato di

Iowa. La partecipazione Sacmi è del 90 per cento. La società statunitense

5 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA; ANMI e rogitonotaio De Socio del 22 ottobre1993.

Il clima politico-sociale...

La Sede della Italiansped di Imola.

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La storia della Sacmi

fornisce assistenza tecnico-commerciale e ricambi ai clienti nordamericani.

Nell�assemblea dei soci del 27 marzo 1995 si decide di dar vita alla

Sacmi Ricci con sede a San Paolo del Brasile. È una Joint Venture insieme

con alcuni costruttori brasiliani. Nasce con lo scopo di produrre parti di

macchine e di assistere sul piano tecnico i clienti di quel grande paese. La

sua attività viene poi assorbita dalla Sacmi do Brasil, la quale produce oggi

forni per piastrelle e cura l�assistenza e la vendita di ricambi. Partecipazio-

ne societaria della Sacmi: 99 per cento.

Il 28 aprile 1995 nasce la Iprel Progetti Srl con sede a Imola, via

Ottoni 8, che cura un servizio di progettazione di quadri elettromeccanici

ed elettronici per le macchine prodotte dalla Sacmi e da altre aziende, con

partecipazione della Sacmi pari al 40 per cento del capitale sociale.

Sempre nel 1995 si dà vita alla Sacmi Istanbul, con sede a Istanbul

(Turchia), avente per scopo il rifornimento di parti di ricambio, l�assisten-

za commerciale e tecnica ai clienti dell�area euroasiatica. Oggi la quota

Sacmi è pari all�80 per cento. Il 20 per cento è di pertinenza del direttore

turco della società.

Ritorniamo in Estremo Oriente dove, ancora nel 1995, nasce la

Foshan Shiwan Sacmi Ceramics Machinery Ltd con sede a Foshan. È una

Joint Venture insieme a un partner cinese. Viene impiantata un�officina

per revisione macchine, assistenza tecnica, fornitura ricambi nell�area ci-

nese interessata. Partecipazione della Sacmi Hong Kong Ltd pari

al 71,7 per cento.

Il 1995 vede anche la nascita della Keratech Srl con sede

a Romans d�Isonzo (Gorizia). Partecipazione della Sacmi Forni

(del Gruppo Sacmi) pari al 43,72 per cento.

Sede della Keratech a Romans d�Isonzo(Gorizia).

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La Keratech produce rulli ceramici per forni.

In questo periodo si apre a Mosca la Sacmi Mosca. La relativa deli-

bera è presa dalla assemblea ordinaria dei soci il 2 luglio 1993; essa però

ha attuazione, a causa dei lunghi passaggi burocratici, solo qualche tempo

dopo. Si tratta di un ufficio di collegamento e di rappresentanza tra la

clientela del luogo e le strutture tecnico-commerciali di Imola.

I1 16 febbraio 1996 nasce la Prototipo Srl con sede in via Filopanti

2, Imola, società informatica avente lo scopo di fornire assistenza, pro-

grammazione e consulenza hardware e software alla Casa-madre, con par-

tecipazione della Sacmi pari al 40 per cento. Nel 1997 la Prototipo acquista

il 33,3 per cento della E.I.T., società specializzata nella informatica per

area tecnica CAD-CAM, che cede all�inizio del 1999.

Il 6 giugno 1996 viene costituita la Eurokemac Srl (che ha rilevato

l�attività della Kemac) con sede a Fiorano Modenese. In tal modo la Sacmi

(sua partecipazione del 60 per cento, mentre il restante 40 per cento ap-

partiene in parti uguali ai due dirigenti della società) entra nel comparto

delle macchine per il terzo fuoco. L�Eurokemac produce linee complete per

pezzi speciali con pressatura e/o modellazione in crudo, accessori indi-

spensabili per l�arredamento e complementari alle piastrelle (decori).

Durante il 1996 si aprono in Cina due uffici commerciali: uno a

Zibo ed uno a Jingdezhen, che si aggiungono alle strutture di Foshan e

Pechino per un servizio sempre più preciso e puntuale.

Nella prima metà del 1997 assistiamo a una �entrata� di aziende

quasi simultanea. Il 9 gennaio nasce la Eurokeram Anlagenbau Gmbh con

sede ad Aachen (Aquisgrana, Germania). Svolge attività di commercializ-

zazione di macchine e impianti per prodotti estrusi destinati alle aree del-

la Germania e dell�Est europeo, proponendo una nuova tecnologia di

Il clima politico-sociale...

Il montaggio di un atomizzatorein India.

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La storia della Sacmi

essiccamento e cottura della Eurotech, con la quale è già stato realizzato un

impianto per la fabbricazione di tegole smaltate con impiego del forno a

rulli in Indonesia. La quota di partecipazione Sacmi è del 95 per cento.

Il 14 gennaio viene acquistata la Netzsch Italiana Srl. La sua sede è

a Verona. Essa produce macchine ed impianti per sanitari. La partecipa-

zione della Sacmi al capitale sociale è pari all�87,5 per cento. Poi acquisi-

sce la partecipazione di maggioranza nella Sama Maschinenbau Gmbh il 7

maggio 1997. La sede è a Weissenstadt in Germania. La Sama produce

macchine ed impianti per sanitari e stoviglieria. La partecipazione Sacmi è

del 55 per cento. Queste ultime due acquisizioni perseguono il fine per la

Sacmi di entrare più decisamente nel settore del sanitario e della stoviglie-

ria. L�obiettivo dichiarato per il gruppo Sacmi è quello di diventare un

punto di riferimento certo e completo dell�investitore ceramico in senso

lato6.

L�andamento generale del Gruppo Sacmi nel corso del decen-

nio che s�inizia nel 1990, nonostante le difficoltà incontrate a tempi

alterni dall�economia mondiale, è sostanzialmente favorevole. L�area del-

l�Estremo Oriente, già segnalata dal CdA e dal direttore generale Cico-

gnani come terreno propizio per l�espansione produttiva e commercia-

le, conferma questa sua vocazione. Nel commento al bilancio 1996 è

detto che �i ricavi per vendite e prestazioni di servizio hanno raggiunto

l�importo di lire 977.067 milioni e si è registrato un incremento di fattu-

rato pari al 10 per cento rispetto al precedente esercizio; tale incremento

è da attribuirsi sia al settore dei macchinari ed impianti per l�industria

ceramica sia a quello del packaging, con leggera prevalenza di quest�ulti-

mo. La quota di fatturato realizzata sui mercati esteri ha toccato un in-

cremento di 12 punti percentuali rispetto al 1995, raggiungendo il 90

6 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA; SACMI,1996 Annual Report.

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per cento del fatturato complessivo�. I dipendenti alla fine del 1996

sono 1368 (soci compresi).

Anche per quanto riguarda le modificazioni statutarie gli anni No-

vanta si fanno notare. Nell�assemblea straordinaria del 17 luglio 1992, pre-

sente il notaio dott. Giovanni De Socio di Bologna, si decide che all�art. 3

(oggetto e scopo sociali) venga aggiunto il seguente comma, lettera c: �La

Cooperativa intende stimolare lo spirito di previdenza e di risparmio dei

soci, istituendo una sezione di attività disciplinata da apposito regolamento

per la raccolta dei prestiti limitata ai soli soci ed effettuata esclusivamente ai

fini del conseguimento dell�oggetto sociale secon-

do le norme previste dall�art. 10 della legge n. 59

del 31.1.1992. È pertanto tassativamente vietata

la raccolta del risparmio tra il pubblico sotto qual-

siasi forma�. Si modificano pure gli articoli 11,

13, 15 e 15 bis (art. l5: �Il valore nominale della

quota che ciascun socio può possedere è fissato

in lire 120 milioni. Tale valore potrà essere eleva-

to anche oltre l�importo di lire 120 milioni mediante aumento gratuito del

capitale sottoscritto da realizzarsi attraverso la destinazione di una quota

degli utili di esercizio nei limiti e con le modalità previsti dall�art. 7 della

legge 31.1.1992 n. 59...�). È modificato inoltre l�art. 47. Il nuovo testo così

recita: �Qualora, avvenuto il pagamento delle passività della Cooperativa,

restasse una rimanenza attiva, questa sarà devoluta ai fondi mutualistici per

la promozione e lo sviluppo della Cooperazione così come previsto dal 1° e

dal 5° comma dell�art. 11 della legge n. 59 del 31.1.1992�. In sostanza la

Sacmi si adegua alla legge 59/1992 riguardante le cooperative.

L�assemblea straordinaria si riunisce ancora il 22 ottobre 1993;

Il clima politico-sociale...

Reparto controllo di qualità.

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174

La storia della Sacmi

nel corso di essa vengono modificati alcuni articoli statutari. Di particola-

re rilievo è la variazione dell�art. 22 (composizione del Consiglio), che così

stabilisce: �Il Consiglio di amministrazione è composto di cinque mem-

bri. Gli amministratori durano in carica tre anni e sono rieleggibili. Non

possono essere eletti amministratori, e se eletti decadono, i soci non in

regola con i versamenti delle quote sociali e i

dirigenti della Cooperativa inquadrati come tali

nei rispettivi contratti di lavoro. Parimenti gli

amministratori non possono, a pena di deca-

denza, essere parenti o affini fra di loro entro

il quarto grado. Per la sostituzione degli ammi-

nistratori che cessano dall�ufficio valgono le di-

sposizioni di legge�. Inoltre l�art. 2, comma 2,

è cambiato come segue: �La durata della socie-

tà è fissata fino al 31 dicembre 2050 e potrà essere prorogata con delibera-

zione dell�assemblea straordinaria�.

Hanno luogo, sempre per modificare lo statuto, altre due assem-

blee generali straordinarie: quella del 28 ottobre 1994 e quella del 25

ottobre 1996.

Nell�assemblea ordinaria di bilancio (20 aprile 1991) sono rinno-

vati gli organi sociali. Il CdA risulta composto da: Rodiero Alieri, Luciano

Mingotti, Arturo Figna, Demos Baldisserri e Loretto Sullalti. Nella prima

riunione di Consiglio (22 aprile 1991) vengono assegnate le cariche: Ro-

diero Alieri, presidente; Luciano Mingotti, vice presidente. Si rinnovano

anche il Collegio sindacale ed i probiviri con una sola variazione: al sinda-

co supplente Giorgio Nardi subentra l�avv. Giuseppe Visconti.

Nelle elezioni avvenute durante l�assemblea ordinaria del 17 apri-

Fase di lavorazione: colonne edistanziali delle presse.

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le 1993 sono eletti consiglieri: Loretto Sullalti, Rodiero Alieri, Demos

Baldisserri, Luciano Mingotti e Arturo Figna. Il CdA del 19 aprile 1993

conferma presidente Rodiero Alieri e vice presidente Luciano Mingotti.

In quelle svoltesi nell�assemblea ordinaria annuale del 28 aprile

1995 (quando è già operante la norma statutaria che stabilisce in tre anni

il mandato dei consiglieri), le votazioni per il Consiglio danno questo

esito: Demos Baldisserri, Luciano Mingotti, Loretto Sullalti, Carlo Cor-

tecchia e Dante Pirazzini. Nella riunione del CdA del 2 maggio 1995 sono

eletti: Loretto Sullalti, presidente e Luciano Mingotti, vice presidente.

Esce di scena un altro presidente di �lungo corso�:

Rodiero Alieri. Egli è stato ininterrottamente a capo del Con-

siglio di amministrazione per sedici anni ed ha avuto il privi-

legio di essere stato coprotagonista e testimone del grande

salto in avanti della Cooperativa, della sua meravigliosa espan-

sione nel mondo.

L�anno precedente (assemblea del 29 aprile 1994) era-

no avvenute le elezioni del Collegio dei sindaci e dei probivi-

ri con questo esito: on. Armando Sarti, presidente; rag. Mau-

ro Billi e dott. Gianfranco Santilli, sindaci effettivi; dott. Il-

lio Zani e avv. Giuseppe Visconti, sindaci supplenti. Nessun

cambiamento nel Collegio dei probiviri. Il loro mandato, che

è triennale, veniva confermato anche per gli anni 1994, 1995

e 1996. Nella assemblea del 24 aprile 1997 (approvazione del

bilancio 1996) sindaci e probiviri sono rinnovati nei loro incarichi per gli

anni 1997, 1998 e 1999.

L�assemblea del 29 settembre 1995 ratifica l�organigramma azien-

dale, che prevede i seguenti incarichi direzionali: ing. Giulio Cicognani,

Il clima politico-sociale...

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176

La storia della Sacmi

direttore generale Sacmi; dott. Valentino Pischedda, vice direttore genera-

le Sacmi e direttore generale Amministrazione e Finanza; rag. Benito Be-

nati, direttore generale Controllo (alle dirette dipendenze del Consiglio

di amministrazione); ing. Eugenio Emiliani, direttore generale Ceramica;

ing. Bruno Tumidei, direttore generale Packaging; ing. Giuseppe Cassani,

direttore generale Prodotto7.

Il calendario segna l�anno 1992. Il sistema politico in Italia entra

in crisi. Una crisi simile, se il raffronto fosse possibile (ma non lo è perché

ora l�economia non va male), a quella della grande depressione del �29.

Questo per dire una crisi dura, profonda, dall�esito incerto. I governi di

coalizione del �grande centro� (governi del quadripartito o del pentaparti-

to) durano poco. L�usura del potere ha ridotto a un fragile filo di lana il

forte canapo che avrebbe dovuto tenere unito il paese reale ai suoi organi

rappresentativi, di governo e di opposizione. Il debito pubblico ha rag-

giunto una cifra impressionante: sono stati superati i duemila milioni di

miliardi di lire. In politica il malcostume, gli illeciti, i ladrocinî sono di-

ventati una costante di vita normale. La frode e il furto sono considerati,

al pari della evasione fiscale, come atti insignificanti, come il bere un bic-

chiere d�acqua. Altro che palingenesi. L�Italia è frastornata, instabile, pa-

ragonabile a una lattina vuota di Coca-Cola che galleggia in un mare gros-

so. La fortuita scoperta d�un caso di ladrocinio a Milano nell�amministra-

zione d�un ospizio per anziani dà il via ad una ispezione ordinata dalla

magistratura, che innesca la scoperta di numerosi altri casi. Comincia il

tempo del �Pool mani pulite� (un gruppo di coraggiosi magistrati), che si

impegna a portare ordine e pulizia nel regno delle �bustarelle� e della

corruzione pubblica. Il grande cambiamento avvenuto all�est si ripercuo-

te, in un certo imprevisto modo, pure in Italia. I partiti cambiano. Le7 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

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ideologie perdono fascino e potere. Moderno socialismo democratico e

liberalismo ora sembrano accaparrarsi intelligenze e consensi. Il Pci, con

Achille Occhetto e Massimo D�Alema, diventa Pds (Partito democratico

della sinistra, che poi cambia il nome in Democratici di sinistra - Pse, Partito

socialista europeo, nda). I neofascisti del Msi, dopo un bagno nelle fonti

dell�acqua lustrale a Fiuggi, si raccolgono in An (Alleanza nazionale), tran-

ne una piccolissima frangia che resta fedele alle idee della Repubblica di

Salò. Gli altri partiti si frantumano o si sfarinano.

Il raggruppamento più significativo dei cattolici impegnati in poli-

tica si coagula modestamente nel Partito Popolare Italiano. Esso si richia-

ma alla prima loro effettiva organizzazione politica, abbastanza in conso-

nanza con la Chiesa, fondata da Luigi Sturzo ed entrata in Parlamento

con cento deputati nel 1919, lo stesso anno di nascita, come tutti sappia-

mo, della Sacmi. Nel circo equestre dei tanti partitini e gruppetti politici

italiani c�è anche la Lega Nord, le cui non chiare (ed ora impossibili) finali-

tà di staccare una parte dell�Italia dal territorio nazionale, rendendola sta-

to a sé stante, gettano sul problema un cono d�ombra pieno d�incognite.

Una frazione del vecchio Pci rimane, con il prefisso di �Rifonda-

zione�, Partito comunista. Nasce �Forza Italia�, un movimento al quale

dà vita Silvio Berlusconi, il tycoon delle tv commerciali di maggiore impor-

tanza in Italia. Si sente in giro un�indefinibile voglia di ritorno alla destra,

che poi (mutatis mutandis, cambiati i tempi e le cose da cambiare) è la

destra omologa a quella che ci portò alla catastrofe della seconda guerra

mondiale.

L�Italia è capace di fare tutto, fuorché la politica e la guerra. In

Italia ci saranno sempre i guelfi e i ghibellini, gli Orazi e i Curiazi, i Mon-

tecchi e i Capuleti, i coppiani e i bartaliani. È un segno caratteristico del

nostro dna, una impronta incancellabile del nostro pittoresco costume.

Il clima politico-sociale...

Sistema elettronico per il controllodi qualità dei coperchi metallici.

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180

La storia della Sacmi

C�è solo da esorcizzare il ritorno mascherato di una oppiata oppressione o

la liquidazione della democrazia attraverso la confusione delle idee, il ca-

povolgimento della verità, l�uso della potenza del denaro e dei mezzi me-

diali.

Nel 1994, in uno scenario politico completamente nuovo e con

un sistema elettorale maggioritario improprio e pasticciato, il Parlamento

elegge un governo di centro-destra, nel quale

ci sono ministri discendenti ideologicamente

della Repubblica fascista di Salò. Ministri,

questa volta, grazie alla democrazia e al sacrifi-

cio, anche della vita, di coloro che per la de-

mocrazia lottarono. Nel 1996, sotto il segno

dell�Ulivo, in seguito a nuove elezioni, il Par-

lamento dà la fiducia a un governo di centro-

sinistra, presieduto dall�economista professor

Romano Prodi.

Le perturbazioni politiche vanno e

vengono. Forse l�Italia è ancora gracile per

darsi una struttura di governo simile a quella

delle tradizionali grandi democrazie. È proprio

vero: il futuro è nel grembo di Giove. Mi vie-

ne in mente il primo verso del settimo canto

dell�Inferno: Papè Satàn, papè Satàn aleppe!, ver-

so che Dante mette in bocca a Pluto. Che cosa significa? È difficile dirlo.

Si sono date tante interpretazioni. Ma una risposta precisa e convincente

non c�è. La politica di domani resta un rebus: papè Satàn aleppe.

Era previsto, prima della fine del secolo, il cambiamento della

seconda parte della Costituzione, con l�obiettivo di adeguare la Carta fon-

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damentale alle mutate esigenze statuali della nazione. Fatta una commis-

sione, eletta dal Parlamento e chiamata �Bicamerale�, si è arrivati alla

redazione di una bozza, a un impianto di massima, che poi è caduto nel

nulla. Ora siamo nel limbo. Il buonsenso

degli italiani alla fine prevarrà � lo speria-

mo �, facendoci uscire dal vicolo cieco. God

save the Republic, Dio salvi la Repubblica8.

La regola sacrale dei liberali-liberi-

sti (i discendenti dei fisiocrati) è laissez faire,

laissez passer, le monde va de soi même. Ma sul

piano socio-politico questa regola non vale.

Se non restiamo ancorati ai principi fondamentali della Costituzione, che

viene dalla Resistenza � la quale ha come retroterra il Risorgimento e

l�unità nazionale � rischiamo di andare dritti nel porto delle nebbie.

La Sacmi guarda al futuro serenamente. Ma anche con la stessa

determinazione degli anni in cui i suoi soci lavoravano con una volontà di

ferro, forti come il ferro sul quale battevano il maglio.

Siamo già alla cronaca di questi giorni. Il 5 maggio 1997, nella

sede della Sacmi Casa-madre, in forma solenne viene sottoscritto un ac-

cordo tra la Cooperativa imolese e la Kong China Wealth Group Interna-

tional Ltd. Per la Sacmi firma l�ing. Eugenio Emiliani, direttore generale

della divisione Ceramica, e per la China Wealth Group il presidente Lam

Chung Yun. Si pronunciano i discorsi. A nome della Sacmi parlano il

presidente Loretto Sullalti e il direttore generale ing. Giulio Cicognani.

Un augurio e un saluto sono portati dal presidente della Provincia di

Bologna, Vittorio Prodi, e dal sindaco di Imola, Raffaello De Brasi. L�ac- 8 BCI, emeroteca.

Il clima politico-sociale...

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La storia della Sacmi

cordo riguarda la fornitura di macchine e impianti ceramici, prodotti dal-

la Sacmi e acquistati dalla società cinese. Alla delegazione cinese viene

fatto dono di una statuetta in ceramica raffigurante il bue (nell�oroscopo

astrologico cinese il 1997 è l�anno del bue, un segno di buon augurio). Il

presidente Lam Chung Yun dona alla Sacmi un quadro contenente gra-

ziosi, ma per noi criptici ideogrammi, significanti: �Supremo su tutti. Per-

ché Sacmi (inteso come produttore, nda) è il migliore dei migliori nel settore

della ceramica mondiale�9.

Nel nostro lungo viaggio attraverso la storia della Sacmi abbiamo

più volte parlato di impiantistica e di impianti ceramici, e ne abbiamo

dato il significato. La fabbricazione degli impianti ceramici è la perla d�ostri-

ca della Sacmi. Per questo vogliamo ritornare sull�argomento e ripetere di

che cosa si tratta con una similitudine molto elementare. Allora diciamo

che tu vai dal fabbricante e gli chiedi: �Mi dia tutto quello che ci vuole per

fare industrialmente piastrelle da rivestimento e pavimento di ceramica�.

La Sacmi ti vende le macchine (impianto), te le mette in opera e le fa

andare. La morale è questa: le macchine vanno e vanno bene. Che è poi la

filosofia degli ideogrammi cinesi.

Le rilevanti perturbazioni finanziarie e borsistiche, che hanno in-

vestito (specialmente) i mercati dell�Estremo Oriente nel 1997, sono state

motivo di instabilità anche in altre aree mondiali. È il cosiddetto processo

di �mondializzazione� dell�economia e non solo di essa. Il sasso gettato

nel laghetto di acqua ferma produce cerchi concentrici sino al limite della

superficie liquida.

La Sacmi ha retto bene al fenomeno perturbativo. È scritto nel

1997 Annual Report aziendale: �Per quanto riguarda l�Asia si prevede che9 CIDRA, emeroteca, sabato sera,n. 19 del 10 maggio 1997.

Fase di montaggio di una macchinaautomatica.

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recupererà, ma non prima di qualche anno, perché non è aiutata da vicini

operatori forti come, circa cinque anni fa, furono gli Stati Uniti e il Sud

America per il Messico in analoga crisi. L�Asia comunque potrà contare

sulla Cina, paese di enorme potenzialità, che oggi rap-

presenta la stabilità di quell�area...�.

I dati indicativi del bilancio consolidato 1997

dicono: FT lire 963 mld 968 milioni, UN lire 81 mld

931 milioni, PN (patrimonio netto) lire 776 mld 521

milioni10.

Le Borse asiatiche nel 1998 hanno continuato

i loro bizzarri percorsi tipo montagne russe con riflessi

notevoli su quelle europee, arrivando fino a Wall Street

e all�America Meridionale. L�economia mondiale è

ancora abbastanza robusta � malgrado ci siano voci di

recessione a livello planetario �, grazie al favorevole

traino, forse è più esatto dire trend, degli Usa.

Il Gruppo Sacmi prosegue sul binario della

prudenza, rigidamente attenendosi alla consegna de-

gli occhi aperti.

E gli uomini politici? �Un bel tacer non fu mai scritto�.

Il 2 maggio l�Italia entra a far parte del gruppo degli Stati europei

� sono undici � che adottano la nuova moneta, Euro, della Comunità. Il

processo della unificazione monetaria è cominciato il 1° gennaio 1999.

In Sacmi il 9 maggio 1998 si approva il bilancio consolidato del

�97 e si rinnovano le cariche sociali. Questo è il nuovo Consiglio di ammi-

nistrazione, che resta in carica sino al 2001: Carlo Cortecchia, Dante Pi-

razzini, Demos Baldisserri, Daniele Marchi e Dino Zanoni. Nella seduta 10 SACMI, 1997 Annual Report.

Il clima politico-sociale...

Essiccatoio verticale automaticoper piastrelle.

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La storia della Sacmi

consiliare dell�11 maggio si è votato per l�assegnazione delle cariche socia-

li: Demos Baldisserri, presidente; Carlo Cortecchia, vice presidente; Dino

Zanoni, consigliere segretario.

Il 15 luglio, nella sala delle assemblee della

Casa-madre, viene presentata a un folto gruppo di

imprenditori, tecnici, operatori del comparto cera-

mico e giornalisti specializzati la PH 7200, la maxi-

pressa ultima nata, capace di sviluppare una po-

tenza di 7200 tonnellate. La macchina ha una com-

plessità del peso di 140 tonnellate. Può modellare

lastre ceramiche di un metro per due, vere e pro-

prie piastrellone, che sino ad oggi venivano realizza-

te usando marmi e pietre dure naturali. La capostipi-

te delle presse, quella PE 70, nata cinquant�anni fa,

poteva dare piastrelle in ceramica di cm 15 × 15.

Per illustrare la nuova grande realizzazione

della Sacmi, hanno parlato il presidente Demos Bal-

disserri, il direttore generale ing. Giulio Cicognani e

il direttore del comparto ceramico ing. Pietro Rivola. Quest�ultimo, oltre

a fornire particolari tecnici della macchina, ha sottolineato l�avvicinamen-

to sempre maggiore della struttura meccanica all�estetismo, nel nostro caso

reso possibile dal piacevole design dell�ingegnere giapponese Isao Hosoe,

autore pure del progetto riguardante il forno ceramico Pulsar11.

L�andamento politico italiano prosegue in un percorso accidenta-

to. Non c�è da stupirsi. Il 9 ottobre 1998 il prof. Romano Prodi presenta

al Capo dello Stato le dimissioni sue e del governo che presiede (quello

stesso che ci ha portato nell�Europa dell�Euro), in seguito al voto di sfidu-

11 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA; CIDRA,emeroteca; BCI, emeroteca.

Un momento della presentazione dellapressa PH 7200.

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cia e a dissensi all�interno della maggioranza. Il Parlamento approva un

altro governo di centro-sinistra, presieduto dall�on. Massimo D�Ale-

ma, leader dei Democratici di sinistra. E il presidente della Repubbli-

ca nomina il nuovo presidente del Consiglio e i ministri. All right. Such

is mistery of live, così è il mistero della vita. Papè Satàn, papè Satàn, aleppe.

Ma sempre con tanta speranza e un poco d�ironia12.

Il Consiglio di amministrazione della Sacmi accoglie come soci

della Cooperativa (31 ottobre): Andrea Cassani, Gianluca Gambetti, Fa-

bio Mongardi, Fabrizio Zoli, Raffaella Ghetti, Andrea Morozzi, Stefano

Pagani, Massimo Spazian, Raffaele Tassoni e Valter

Tontini13.

Nella seduta assembleare del 27 novembre vie-

ne deliberato il nuovo organigramma generale. Que-

sto è lo schema: Cicognani, direttore generale; Pisched-

da, vice; Emiliani, direttore generale Ceramica; Tumi-

dei, direttore generale Packaging; Bendanti, direttore

Stabilimento14.

1999. Inverno freddo, quasi polare (a gennaio e a febbraio con

tanti �giorni della merla�, simile a quello del �19, dicono le cronache;

freddo da secolo che tira gli ultimi. A essere indulgenti, un inverno �sanza

infamia � oggi siamo buoni, dimentichiamo velocemente il passato � e sanza

lodo�, con la lancetta del barometro che preferiva guardare al polo nord.

Il tempo corre come una gazzella inseguita dalla belva nella prateria.

L�assemblea dei soci del 26 febbraio prende la deliberazione di

costituire in India una società denominata Sacmi Mumbay, fino alla crea-

zione di un�altra ad hoc, vale a dire una branch office del Gruppo Sacmi,

avente come scopo di svolgere attività commerciale, attività di vendita di

12 BCI, emeroteca.13 SACMIAR, libro verbali CdA.14 SACMIAR, libro verbaliassemblee.

Il clima politico-sociale...

Pressa per tappi a corona.

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186

La storia della Sacmi

ricambi ceramica e packaging, assi-

stenza tecnica ceramica e packaging,

costruzione di carpenteria su disegno

Sacmi. La costituenda società sarà

dotata di un capitale sociale fino a

400 milioni di lire italiane da versa-

re progressivamente secondo neces-

sità. Essa potrà detenere una quota

di partecipazione non inferiore all�80

per cento direttamente o tramite so-

cietà del Gruppo Sacmi e potrà con-

cedere un finanziamento fruttifero fino a 800 milioni di lire italiane. �La

costituzione della società dovrà avvenire entro 24 mesi dalla presente deli-

bera�15.

Nella stessa data l�assemblea dà mandato al CdA di costituire in

USA una società la cui ragione sociale è Mold & Dies, avente come scopo

la rigenerazione degli stampi per presse ceramica e la costituzione di parte

di essi, di dotarla di un capitale sociale fino a lire 400.000 US$ da versare

progressivamente secondo necessità. La società potrà detenere una quota

di partecipazioni non inferiore al 60 per cento direttamente o tramite

società del Gruppo Sacmi16.

La fioritura dei frutteti. Poi i frutti. In Sacmi non si è tanto distanti

dalla possibilità di caricare sul carro mille miliardi di lire di prodotto fatturato.

Il 26 marzo si riunisce l�assemblea straordinaria dei soci per ap-

provare alcune variazioni statutarie, presente il notaio dott. Federico Tas-

sinari. Di particolare interesse sono due variazioni: all�art. 4 (Soci) si stabi-

lisce la norma secondo la quale l�aspirante socio deve essere dipendente

15 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.16 Ibidem.

Reparto di pressatura ed essiccamentodi un�azienda ceramica.

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della Cooperativa (lettera c) o di altra società presso la quale operi per

effetto di distacco dalla Cooperativa da almeno cinque anni consecutivi

alla data del 28 febbraio sempre dell�anno di cui alla precedente (lettera b), e

deve aver dato prova di disciplina e spirito cooperativo�; all�art. 15 (Capitale

sottoscritto dai soci) si variano le modalità di rateizzazione della quota sotto-

scritta. Le norme dello statuto 26 marzo 1999 sono quelle in vigore17.

Il 13 maggio le Camere legislative riunite eleggono alla prima vo-

tazione presidente della Repubblica � alla scadenza del mandato di Oscar

Luigi Scalfaro � il dott. Carlo Azeglio Ciampi, ministro del Bilancio e del

Tesoro, già governatore della Banca d�Italia e presidente del Consiglio dei

ministri. Ciampi è l�accorto e intelligente traghettatore dell�Italia nell�Eu-

ropa dei quindici paesi della moneta unica.

Lo stesso giorno 13 maggio 1999 gli imolesi eleggono il sindaco dei

primi anni del terzo Millennio: si chiama Massimo Marchignoli. Auguri18.

Va notato un altro importante avvenimento, di rilievo locale que-

sta volta. Nell�aula della biblioteca dell�Ospedale Nuovo S. Maria della

Scaletta il 22 maggio viene ufficialmente inaugurata la macchina della

Risonanza magnetica, quanto di più moderno e sofisticato possa esistere

nel campo della diagnostica moderna, in effetti funzionante dal 6 aprile.

Prendono la parola: il dott. Augusto Zappi, direttore generale dell�Ausl; il

signor Demos Baldisserri, presidente della Sacmi; il dott. Guido Ferrari,

primario del servizio radiologia e sezione tecnologia avanzata, il sindaco

di Imola Raffaello De Brasi e il dott. Giovanni Bissoni, assessore regiona-

le alla Sanità19. Il presidente Baldisserri pone l�accento sul fatto che la

realizzazione della Risonanza magnetica deve essere considerata non come

sussidio filantropico-caritativo, ma un punto di coesione tra cittadini e

17 ANMI, rogito notaio FedericoTassinari del 26 marzo 1999;SACMIAR, libro verbaliassemblee.18 BCI, emeroteca.19 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA; BCI, emeroteca.

Il clima politico-sociale...

La macchina per la risonanzamagnetica.

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190

La storia della Sacmi

imprenditorialità. Nel campo della sanità e della solidarietà umana, ani-

ma della cooperazione, la Sacmi può considerarsi una delle maggiori rea-

lizzatrici di Imola. I suoi interventi monetari diretti e indiretti si aggirano,

negli ultimi dieci anni, intorno ai cinque-sei miliardi di lire, erogati a tito-

lo gratuito. Il cuore della Sacmi è veramente grande.

L�assemblea generale della Sacmi il 24 giugno delibera di costitui-

re in Indonesia una società per la rigenerazione degli stampi, la costruzio-

ne di parte di essi e la vendita import-export. Tale società deterrà una

quota di partecipazione come Gruppo Sacmi non inferiore al 60 per cen-

to e il rimanente potrà collocarlo nel Gruppo Sacmi o presso terzi. La

costituzione della società e il relativo avviamento dovranno avvenire entro

un anno dalla presente delibera20.

L�euro ogni tanto arranca ma va. Le Borse mantengono la caratte-

ristica d�instabilità e incertezza; la temuta depressione economica mon-

diale (gli Usa hanno in mano le leve di comando e pilotaggio) pare che

rimanga solo virtuale. L�Italia è nervosa, scalpita, nitrisce. Criniera ga-

gliarda al vento. Poco di nuovo sotto il sole. Il sole però, fonte di vita in

ogni caso, suscita qualche preoccupazione per via del tanto discusso �buco

nell�ozono�. Se apparisse con minacciose intenzioni, potrebbe creare si-

tuazioni di grande pericolo, devastanti. Sarebbe bello avere un calore at-

mosferico non complicato, in armonia con la natura. Calore atmosferico.

Ma anche calore umano, se tiepido fa lo stesso, di nome humanitas. Hu-

manitas nel senso ciceroniano e di Sant�Agostino. Purtroppo impetuosi

venti di guerra, nella prima parte del �99, hanno investito l�area dei Balca-

ni, procurando un pericoloso vulnus alle speranze di pace nel mondo.

L�odio e il crimine sono due bestie dure da abbattere. Bisogna continuare20 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA.

Particolare della fase di pressaturadi piastrelle ceramiche.

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a sperare. Mediare è bene. Raggiungere la pace, ponendo fine alle azioni

violente di sterminio e di razzismo, è meglio.

L�economia, lo ripetiamo, è una vecchia bisbetica affatto affidabi-

le. Cave canem, attenti al cane. Sotto il profilo dell�utile netto, aziendal-

mente, il 1998 chiude in modo poco brillante (è così che si dice?). Ma ciò

non significa che domani debba venire l�uraga-

no. La Sacmi � teniamo conto che siamo in area

di utile netto �, sa che il mondo gira come una

sfera di metallo, duro alla stregua di quello che

impiega nella costruzione delle sue macchine21.

Le trattative per raggiungere un punto di

tregua nei Balcani vanno avanti altalenando. Sem-

bra il tragico gioco del revolver a roulette. L�Euro-

pa vive ore di paura. Poi, arriva il poi. Pare che ci

siamo. Quel brutto pasticciaccio della guerra nei

Balcani, giù nel nostro cortile di casa, pare davve-

ro concluso. Diciamo pare, e incrociamo l�indice

con il medio. Ci sono mille cose ancora da fare, dalla ricostruzione delle

case alla pace vera, quella dentro i cuori della gente. Il calendario segna questa

data: 9 giugno 1999. Rischieremo l�accusa di paolotti, ma dobbiamo dirlo:

Deo gratias. E speriamo che la colla di pesce per aggiustare la falla sia di

quella buona22.

La vita aziendale scandisce i suoi giorni normalmente. Il sole na-

sce ogni giorno a levante e si nasconde ogni sera al tramonto.

Il VI �Premio Internazionale Aldo Villa� è conferito il 14 luglio

1999 all�imprenditore Señor José Soriano Ramos, nato a Villareal (Ca-21 SACMI, 1998 Annual Report.22 BCI, emeroteca.

Il clima politico-sociale...

Macchina formatrice di guarnizioniper tappi a corona.

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192

La storia della Sacmi

stellon, Spagna). Egli ha completato la formazione scolastica nella città

d�origine. A 24 anni, in seguito a una inattesa crisi produttiva delle atti-

vità agricole della famiglia, inizia ad interessarsi di fabbricazione di pia-

strelle in ceramica e conseguentemente di cultura e di tecnologia cera-

miche, introducendo i primi macchinari di fabbricazione italiana in

Spagna. Nel 1963 fonda la Zirconio S.A. Il successo,

anche sul piano finanziario, è immediato. Ciò per-

mette a José Soriano Ramos di reinvestire gli utili.

Nel 1973, con altri soci, realizza il Gruppo ceramico

Porcellanosa S.A., immettendo nel processo produtti-

vo le più aggiornate tecnologie nel campo del mate-

riale da pavimentazione e rivestimento. In meno di

25 anni il Gruppo raggiunge 2.200 unità di lavoro e

un fatturato che supera gli 800 miliardi di lire (in

valore italiano). Partecipa alla creazione di altre imprese industriali, sem-

pre destinate al successo, fra le quali il Colorificio Ceramico Esmalglass

S.A., che produce in Spagna smalti e pigmenti ceramici. Amplia le sue

creazioni estendendo l�attività in Gran Bretagna, Italia, Portogallo, Bra-

sile e Usa. Il suo dinamismo economico, riguardante in prevalenza il

settore secondario, è presente pure in campo minerario, grafico e in

altre attività.

L�agricoltura rimane il primo amore e pure ad essa egli dedica

studio, energia e intelligenza. Pioniere di sistemi di coltivazione biodina-

mica, ha curato la messa in opera di grandi appezzamenti di terreno ad

alta produttività, particolarmente nel campo della frutticoltura. Chiaro

esempio di imprenditore moderno, ha contribuito grandemente allo svi-

luppo della ceramica nel mondo. Personaggio di limpida correttezza e si-

gnorilità, José Soriano Ramos si distingue per i rapporti umani tra impre-

La qualità è una caratteristicafondamentale della produzione Sacmi.

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193

23 SACMIAR, documentie libro verbali CdA.

Altre fonti

MONTANELLI I. - CERVI M., L�Italia degli anni di fango, Fabbri, Milano 1994.

BOBBIO N., Destra e Sinistra, Donzelli, Roma 1994.

BOCCA G., Metropolis � Milano nella tempesta italiana, A. Mondadori, Milano 1993.

BOCCA G., Italiani strana gente, Mondadori, Milano 1997.

Il clima politico-sociale...

sa e personale dipendente, caratteristiche che sono il senso e lo spirito del

�Premio Internazionale Aldo Villa�23.

La cronologia finisce qui. Dobbiamo portare la �nostra storia� in

tipografia. Ed essere di parola, altrimenti ci prendiamo un rabbuffo.

Le vele della Mayflower-Sacmi sono sempre piene del vento di

poppa.

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194

La storia della Sacmi

Gli stabilimenti di Imola.

Interviste del presidente Demos Baldisserrie del direttore generale Giulio Cicognani.

Che cosa dice il decano Arrigo Casadio.

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ono nella hall d�entrata del complesso Sacmi di Imola. È la terza

volta che visito l�azienda di via Provinciale Selice. Ora si chiama

Casa-madre, nome che muove subito il senso dell�affetto. La pri-Sma volta venni qui il giorno dell�inaugurazione, nel 1967. Eravamo in

ottobre, mi pare. C�erano personaggi importanti, autorità, molta gente.

Ricordo d�aver visto e salutato l�on. Angelo Salizzoni, sottosegretario di

Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, e il vescovo mons. Aldo

Gobbi. Poi ritornai il giorno del 75° di fondazione, cinque anni fa. Una

bella festa. Sempre molta gente e personaggi. Oggi posso godermi la

visita con meno people, senza il grande viavai vociante. Mi aspetta nella

hall il consigliere d�amministrazione Dante Pirazzini. Sarà il mio nuovo

Virgilio, il mio mentore. Andiamo per un momento all�esterno. È bella

la �palazzina�. Sul frontespizio spicca il marchio Sacmi: il grifo alato e

rampante di Imola racchiuso in una ruota dentata. Il braccio di sinistra

� per chi guarda � ha il gomito piegato, è un braccio lungo. Sembra (più

piccolo, ovviamente) il palazzo di Vetro di New York in posizione oriz-

zontale, un arto che si appoggia un istante per riposare. La �palazzina� è

stata progettata all�inizio degli anni Ottanta dall�architetto Vittorio Fio-

rentini1.

Sono poco esperto in materia, però mi sembra una delle sue ope-

re migliori. Il dottor Fiorentini ha progettato anche, in prosieguo di tem-

po, oltre alla �palazzina�, l�intero braccio dove sono il Centro Ricerche e

Sviluppo, gli uffici tecnici e la sala delle assemblee. Con Pirazzini entria-

Gli stabilimenti di Imola...

1 SACMIAR, libri verbali CdA.Indicazioni dell�architettoVittorio Fiorentini.

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La storia della Sacmi

mo nella fabbrica. È uno spettacolo

suggestivo. Sono dieci capannoni più

due, gli ultimi due costruiti e disposti

con altri criteri funzionali. Sembrano

le navate di una grande cattedrale.

Qui è il cuore della produzione Sac-

mi. Qui nascono (solo a Imola) le pres-

se per le ceramiche, le presse che van-

no in tutto il mondo. Ce ne sono di

varie dimensioni. La più grande ha

una potenza pari a 4.200 tonnellate.

Il consigliere Pirazzini mi dice: �Pre-

sto ne avremo altre di doppia grandezza: dalle 7 alle 10 mila tonnellate�.

(Infatti il 15 luglio si mostra al pubblico la PH 7200, come detto prece-

dentemente). Sono macchine eleganti, vorrei dire anche artisticamente

belle. Simili a grandi animali preistorici. Belli però. Che non spaventano.

Ti viene voglia di accarezzarli. Dinosauri buoni. O meglio elefanti. Che

fanno tenerezza. Sempre che non ti pestino un piede. Se le guardi (le

macchine) danno il senso della loro destinazione al mondo dove regna la

pace, un universo di luoghi dove si vive per vivere a lungo in pace.

Vediamo altre lavorazioni. In questo capannone ci sono le mac-

chine utensili, quelle che creano le parti, i pezzi dei macchinari più grandi

e complessi. In quest�altro si producono le macchine dei tappi a corona,

che la Sacmi esporta, in una posizione da leader nel mondo intero. Altri

capannoni, altre lavorazioni. C�è pure un lungo reparto packaging.

Siamo in un grande villaggio industriale (area di oltre 200 mila

mq, dei quali 13.500 occupati da uffici tecnici, commerciali e amministra-

tivi e 63 mila da officine) con laboratori di ricerca, magazzini ed impianti

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di produzione2. C�è perfino una piccola ceramica con le macchine che

servono all�intero processo produttivo delle piastrelle. Si studia e si analiz-

za pure la materia prima (l�argilla) con gli strumenti più sofisticati, allo

scopo di ottenere il migliore prodotto finito.

Chiedo al presidente Demos Baldisserri: �Come sarà la Sacmi,

secondo il suo personale giudizio, negli anni del Duemila?�. Mi dice: �Non

è facile oggi delineare come sarà la Sacmi degli anni Duemila, consideran-

do la velocità con la quale il mondo si evolve (come i cicli dei processi,

non solo tecnologici ma anche culturali e politici). Tutto cambia rapida-

mente e questi cambiamenti influenzano la nostra vita, le nostre scelte,

senza che possano essere da noi determinati, ma spesso solo subiti.

Quindi più che dire come sarà, è più facile argomentare usando un

come vorremmo che fosse, con la consapevolezza che già da oggi, continuan-

do un processo che viene dal passato, stiamo determinando, con il nostro

agire, il futuro a breve e medio periodo

della Cooperativa.

La Sacmi è un�azienda tecnica

e tecnologica, la quale ha saputo e volu-

to sempre porre al centro di ogni sua

azione l�uomo. Ciò significa che gli uo-

mini sono determinanti, mentre le mac-

chine e le attrezzature sono strumentali

al conseguimento degli obiettivi, che co-

munque vengono fissati dagli uomini. Gli uomini sono l�azienda.

Queste pagine che descrivono i primi ottanta anni della nostra

storia ricordano i protagonisti dello sviluppo della Sacmi. Protagonisti,

non solisti, o forse meglio dire conduttori, propulsori dello sviluppo azien-

Gli stabilimenti di Imola...

2 SACMI Seventyfifth 75, cit., p. 26.

La sala assemblee della Sacmi.

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La storia della Sacmi

dale, supportati dalla collaborazione di tutti coloro che hanno lavorato e

lavorano alla Sacmi.

Questa è la nostra forza. Una forza insita nella natura cooperati-

vistica dell�azienda, i cui valori della partecipazione, della solidarietà sono

ancora vivi, sono valori in cui crediamo e che ci sono stati trasmessi, con

l�esempio, da chi in Cooperativa è arrivato prima di noi e noi siamo

impegnati a trasmettere a chi è più giovane ed oggi lavora al nostro fian-

co per creare insieme il futuro, nella misura in cui è in nostro potere. La

Sacmi che ha oggi poco meno di 850 dipendenti con età media di circa

36 anni, generalmente con un elevato grado di scolarità, va vista nell�ot-

tica di un gruppo di 31 aziende sparse in tutto il mondo con circa 1600

addetti, ed ha insite tutte le caratteristiche per guardare con fiducia al

futuro.

Avendo questo saldo e reale punto di partenza, la Sacmi può ra-

gionevolmente ipotizzare uno sviluppo e consolidamento delle proprie

attività. Si può puntare sulla crescita della produzione di macchine nel

comparto della ceramica, intesa in senso lato, vale a dire piastrelle, sanita-

ri, stoviglieria e refrattari. Siamo in presenza di mercati in cui, una volta

superati i problemi di stabilità politica ed avviato il processo di crescita

economica, c�è ancora spazio per investimenti finalizzati alla produzione e

vendita di ceramica.

Occorrerà perciò continuare la ricerca e lo sviluppo di processi

produttivi e manufatti che siano stimoli innovativi per il mercato e funzio-

nali allo scopo ipotizzato.

Nel packaging cercheremo di dare il massimo sviluppo al settore

della plastica, utilizzando al meglio le opportunità offerte dalla tecnologia

della compressione, al fine di espandere ancora di più il packaging Sacmi.

Si dovrà inoltre accrescere l�impiantistica, impiegando sinergicamente le

Montaggio di una macchinaautomatica.

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aziende del Gruppo per incrementare la presenza della Sacmi in questa

particolare produzione.

La cultura Sacmi, che come si è detto si ca-

ratterizza per il rispetto alla persona e alla sua valo-

rizzazione, dovrà distinguersi sempre di più sul terri-

torio in cui le aziende si trovano ed operano. Ciò si

potrà fare coltivando un rapporto particolare con i

collaboratori. In questa prospettiva dovremo cerca-

re di coinvolgere, oltre che i clienti-fornitori, pure le

istituzioni locali, in modo che sia possibile consegui-

re un miglioramento delle condizioni generali e del-

la qualità della vita di quei territori.

Le nostre radici non si cancellano. Imola è il nostro baricentro.

Verso di lei si manterranno, anche negli anni del Duemila, il nostro affet-

to e il senso dell�attaccamento a chi ci ha dato la vita. Ma la Sacmi ha una

dimensione mondiale. Questo non dobbiamo dimenticarlo. Il processo

di mondializzazione (o di economia globale) non ci spaventa. Noi lo stia-

mo già vivendo. Adesso e nel secolo che sta per venire�.

Domando al direttore generale ing. Giulio Cicognani: �Come vede

in futuro il mondo delle macchine prodotte dalla Sacmi? Nello scenario

delle produzioni potrebbero esserci anche quelle destinate alla industria-

lizzazione dell�Africa o addirittura alla conquista dello spazio?�.

�Per rispondere alla domanda, bisogna prima fare considerazioni

relative all�utilizzo di queste macchine e dei beni di consumo che esse

producono. La popolazione mondiale, che su certe aree ha tassi di crescita

superiori al due per cento per anno, chiede ai propri responsabili di gover-

no un miglioramento della qualità di vita.

Gli stabilimenti di Imola...

Reparto montaggio presse.

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La storia della Sacmi

Nei due terzi del mondo parlare della qualità della vita significa:

1) alimentarsi; 2) possedere una casa capace di accogliere la famiglia spes-

so numerosa. Prodotti alimentari e materiali da costruzione saranno sem-

pre più richiesti in quantità nel futuro e nei paesi più arretrati. Non va

dimenticato che la casa, una volta risolte le necessità alimentari, è il bene

più ambito.

Queste sono le motivazioni che dimostrano quanto

le macchine Sacmi, per la produzione di ceramici tradizionali

(mattoni, tegole, piastrelle, sanitari, piatti e stoviglie) e del

packaging, per il confezionamento dei prodotti alimentari,

avranno un mercato anche domani.

Per tali semplici motivi anche nel tempo futuro la stra-

tegia Sacmi sarà quella di essere presente in tutti i paesi nei

settori per la produzione di manufatti ceramici; mentre nel

packaging sarà quella di sviluppare maggiormente il confezio-

namento dei prodotti alimentari, in quanto permette di con-

servare il cibo e renderlo al tempo stesso trasportabile.

I paesi del continente africano, ad esclusione di quel-

li affacciati alla costa mediterranea e del Sudafrica, restano

purtroppo bloccati su condizioni estremamente arretrate. In quel conti-

nente dovrà essere risolto il problema alimentare prima di poter parlare di

sviluppo economico abitativo.

Sono comunque fiducioso che i prossimi dieci anni vedranno

nell�Africa centrale l�inizio dello sviluppo. Se i paesi ricchi capiranno che

l�Africa, più di ogni altro continente, ha bisogno di un gesto di umanità e

di solidarietà vera, essa potrà rappresentare un�opportunità e non solo un

peso.

I prodotti ceramici già nel passato hanno contribuito alla conqui-

Pompa per barbottine.

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sta dello spazio. Sacmi sta studiando, in collaborazione con alcuni centri

di ricerca italiani ed esteri, una serie di prodotti ceramici avanzati che po-

trebbero trovare applicazione nei settori a più alto contenuto tecnologico

e, perché no?, nella conquista dello spazio�.

È tempo di andare. Mi congedo dagli amministratori e dai diri-

genti. Esco dal villaggio Sacmi con la mia macchina e svolto a destra sulla

via Selice. Ho una mezza voglia di raggiungere Caput Silicis, dove, come

sappiamo, anticamente c�era un porto (di Imola) nelle valli padane della

laguna veneta. Potrei incontrare un dinosauro in vena di giocare come i

delfini, oppure un grande drago verde e rosso sputafuoco, proveniente

dal Khatai. Chissà.

Sono ritornato in Sacmi per un incontro con i pionieri della

Cooperativa. Nella narrazione storica si è spesso fatto uso dei numeri per

dare la misura della potenzialità economica dell�azienda. Tutto ciò è giu-

sto. Un�azienda si valuta dalla consistenza del suo capitale, dalla qualità e

quantità dei manufatti che essa produce, dal fatturato che realizza, da come

ha saputo imporre il proprio marchio nel mercato. Ma c�è anche un capi-

tale umano che conta. Di questo capitale voglio parlare. Perché gli uomi-

ni, le loro intelligenze, la loro forza morale oltre che fisica, la loro volontà,

la loro perseveranza sono parte inscindibile dell�azienda.

Apro il colloquio con Arrigo Casadio, classe 1911, presidente dal

1944 al 1949. Gli chiedo un flash della sua vita, poiché la Sacmi è stata in

definitiva la sua vita.

Casadio: �Abitavo in via Mameli n. 15. Quando andavo a scuola,

ogni giorno passavo davanti alla bottega di Vito Manaresi, che faceva ma-

Gli stabilimenti di Imola...

Ufficio tecnico: calcolo progettuale.

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La storia della Sacmi

nufatti in ferro e forbici per la potatura. Mi piacevano i suoni che veniva-

no dalla sua piccola officina. Decisi di fare, da grande, il fabbro o il mec-

canico. Diventai adulto in anticipo sul tempo. La mia famiglia era povera.

Andai a lavorare molto presto, appena ebbi l�età minima per essere assun-

to in regola con le leggi. Entrai in Cooperativa. Lì mi qualificai meccani-

co. Feci le scuole serali. Avevo predisposizione per il disegno. Divenni

disegnatore meccanico�.

Avrà certamente conosciuto il primo presidente della Cooperativa, Luigi

Santandrea. Ho cercato disperatamente una sua fotografia, ma non ho avuto

fortuna. Santandrea non aveva discendenti, e i parenti alla lontana non ci sono

più.

Casadio: �Santandrea lo chiamavamo e� mòr, il moro. Perché moro

lo era di natura, e quando i suoi capelli cominciarono a schiarire, se li

tingeva. Rimase sempre e� mòr. Aveva una grande cura della persona. Pensi

che anche in età non più giovane non aveva perduto l�abitudine di fare

ginnastica. Tutte le mattine faceva la sua bella corsetta, oggi la chiamano

jogging. Non era alto di statura. Asciutto nella persona e nel volto. Vestiva

elegantemente. Aveva una grande facilità e scioltezza di parola. Ogni anno

durante la stagione agrumicola andava in Sicilia per mostrare e per vende-

re le macchine Sacmi pulitrici delle arance. Lui sapeva convincere, non gli

mancava la parlantina. Era un seduttore commerciale. Provare per crede-

re. A chi aveva dubbi faceva vedere la macchina in funzione. Gli volevano

bene. Lo chiamavano con rispetto e con affetto commendatore. Era vera-

mente un tipo eccezionale, un viveur�.

Il periodo del suo mandato presidenziale va dal �44 al �49: un periodo

denso di avvenimenti drammatici, sconvolgenti, ma anche di grandi speranze.

Casadio: �Lasciamo da parte la guerra: tutti sappiamo il calvario di

Imola sulla linea del fronte, la lotta della Resistenza contro i tedeschi e i

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fascisti, il contributo di sangue pagato per la liberazione. Passato il fronte,

si cominciò subito a lavorare. La fabbrica di viale Crispi era in piedi. Però

mancava l�energia elettrica. Riuscimmo a trovare un trattore (ma escogi-

tammo anche altri espedienti) e lo utilizzammo per ottenere energia mo-

trice. Si poterono attivare alcune macchine automatiche e semiautomati-

che, che la Cooperativa era riuscita ad avere durante la guerra, con il bene-

stare dell�autorità militare, per la produzione di congegni bellici. (Ricordo

che dal �40 al �43 si costruivano i supporti da applicare sull�asse dello

sterzo delle motociclette Guzzi-Alce, destinate ai bersaglieri, sui quali sup-

porti venivano montati i fucili mitragliatori). Bene. Si cominciò a lavora-

re. La prima macchina che facemmo fu un arganello per il Gruppo Facchi-

ni di Imola da impiegare allo scalo ferroviario delle merci. Si fecero anche

serrande artistiche per un palazzo di Forlì�.

A proposito delle produzioni successive al periodo � chiamiamolo per inten-

derci artigianale �, in che ordine di tempo avvennero le nuove linee fabbricative?

Casadio: �Allora. Si cominciò (anni Trenta) con le macchine per

agrumi. Poi iniziammo a fare i primi strumenti meccanici per l�alimenta-

zione (Magazzino Generale Cooperativo di Consumo di Imola). Si passò

alla produzione bellica. Nell�immediato dopoguerra cominciammo a pro-

durre le macchine impastatrici. Poi vennero le presse per le ceramiche e le

macchine per i tappi a corona. Successivamente si fecero le macchine per

gli impianti ceramici di alcuni prodotti tradizionali e sanitari, e per conte-

nitori. Ma siamo già ai giorni nostri�.

Voi siete partiti all�inizio da macchine già esistenti, in genere di marchio

tedesco (esclusa quella per gli agrumi che veniva da una macchina spagnola), alle

quali avevate apportato innovazioni per renderle più veloci e più produttive come

quantità per ora. Io so che lo scout di questi accorgimenti migliorativi, quasi sem-

pre geniali, era lei. Che cosa mi risponde?

Gli stabilimenti di Imola...

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La storia della Sacmi

Casadio: �Per carità, lasciamo stare il genio. A me piaceva studiare

la macchina, scoprirne i difetti, vedere se si poteva farla marciare meglio,

farla produrre di più. Questo lavoro era il mio pallino, mi divertivo a

farlo, e ci godevo anche, quando riuscivo a trovare quello che cercavo.

Un giorno il direttore Miceti mi disse: �Nella nostra macchina

incollatrice per tappi a corona c�è un difetto. La concorrenza ci supera.

Devi andare negli Usa (dove quel tipo di mac-

china è nato, nda) e vedere come fanno loro,

altrimenti siamo rovinati, rischiamo di chiu-

dere bottega�.

In effetti nella nostra macchina c�era

qualcosa che non andava: il gruppo delle resi-

stenze dava dei disturbi. Queste resistenze, che

servivano per scaldare ed essiccare la colla con

cui il dischetto di sughero veniva applicato al fondo del piccolo coperchio,

a un certo momento si bruciavano. Andai a New York e visitai alcune

fabbriche�.

E l�impatto con la lingua inglese?

Casadio: �Il problema non si pose. In quelle fabbriche c�erano di-

rigenti, tecnici e imprenditori di origine italiana. Gli italiani si trovano in

ogni parte del mondo. Mi aiutarono, diventai loro amico. Mi fecero vede-

re il funzionamento delle macchine e mi misero in contatto con un pro-

duttore di resistenze realizzate in modo industriale. Ritornai a casa e appli-

cai alle nostre incollatrici le modifiche opportune. Poco dopo diventam-

mo concorrenti degli Usa ed esportatori nel loro paese. Le macchine Sac-

mi erano migliori. Ritornai diverse volte negli Stati Uniti, li girai in lungo

e in largo.

Un altro esempio. Riguarda le macchine impastatrici, che sostitui-

Alesatrice nel reparto macchineutensili.

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vano le antiche gramole in legno con le quali si preparava l�impasto del

pane. Quando si cominciò a fare questo tipo di macchina, ci si accorse

che il lievito piano piano intaccava la ghisa. Così mi venne l�idea di usare,

al posto della ghisa, l�acciaio fuso. L�innovazione funzionò e la macchina

non mi diede più problemi. Come vede non sono poi scoperte di dimen-

sione cosmica�.

Dopo Miceti venne l�ingegner Aldo Villa. Com�erano i suoi rapporti con

il nuovo direttore generale?

Casadio: �I rapporti con Villa erano buonissimi. Egli aveva una

grande stima di me. Era un uomo molto attivo. Era rapido nelle decisioni.

Diceva pane al pane e vino al vino. Aveva un rapporto umano molto

aperto con il personale e con la clientela di tutto il mondo�.

Gli stabilimenti di Imola...

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La storia della Sacmi

Parlano i �vecchi� della Sacmi.

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empre in Sacmi. Incontro Ciro Gasparri, classe 1916, un altro per-

sonaggio storico della Cooperativa. È stato presidente dal 1949 al

1955 e capo-officina per oltre vent�anni. È entrato in azienda nelS1930 ed è diventato socio nel 1945. Era aggiustatore meccanico. Pensio-

nato dal 1976.

Che cos�è la Sacmi per lei?

Gasparri: �La Sacmi è stata la mia passione. Io sono scapolo. Lo

scopo della mia vita era il lavoro. Stavo quasi sempre in Cooperativa, la

mia famiglia l�avevo qui. Abbiamo avuto due direttori, Miceti e Villa, di

grande valore. Anche loro avevano sposato l�azienda. Miceti era un ammi-

nistratore prudente. Stava con i piedi in terra. Ma anche Villa era della

stessa pasta. Cercava di fare economia su tutto. Pensi che

scriveva i suoi appunti sulle buste rivoltate per risparmiare la

carta. Ci sono stati presidenti bravi, innamorati dell�azienda

e del lavoro. Io ho cercato di fare del mio meglio. Dopo di

me venne Amleto Scomparcini, ma rimase in carica per un

solo mandato. Poi fu eletto Aurelio Mingotti, che guidò la

Sacmi con saggezza e intelligenza per molti anni. Quindi fu

la volta di Rino Morini, Nerio Cavina, Rodiero Alieri, Lo-

retto Sullalti, e oggi c�è Demos Baldisserri. Tutti presidenti ottimi�.

Riguardo alle produzioni che cosa può dirmi?

Gasparri: �Dopo la guerra abbiamo via via abbandonato certe pro-

duzioni che sul mercato andavano poco o quasi per niente, come le mac-

Parlano i �vecchi� della Sacmi...

Dosatrice.

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La storia della Sacmi

chine impastatrici, quelle mescolatrici e più avanti � molto più avanti � le

macchine per agrumi. Ci siamo battuti per rendere sempre migliori quelle

destinate alle ceramiche, e sono tuttora la nostra carta vincente. Spero che

i soci e i dipendenti di oggi abbiano la stessa voglia di lavorare che abbia-

mo avuto noi e che rimanga l�armonia che c�era ai tempi nostri. Speriamo

di vederci alla festa dell�ottantesimo, quando uscirà il libro�.

Siamo seduti. Ho davanti a me Rino Marani. È nato nel 1922. È

stato consigliere nel 1955-�56, consigliere delegato dal 1959 al 1965 e vice

presidente dal �67 al �71. Era il braccio destro del presidente Mingotti. È

andato in pensione nel 1982.

Quali sono i suoi ricordi dei primi anni passati in Sacmi?

Marani: �Sono entrato nel 1936. Quando mi sposai era il 2 dicem-

bre: scelsi quella data perché corrispondeva al giorno di fondazione della

Cooperativa. Appena assunto mi mandarono nel cantiere di Montecato-

ne, dove si stavano costruendo i padiglioni del sanatorio.

Ero alle dipendenze di Rodolfo Galassi. Si montavano i

telai di ferro (prodotti dalla Cooperativa) per le vetrate del-

le sale di degenza. Durante la guerra ricordo che si produ-

cevano i supporti per i fucili mitragliatori da montare sulle

motociclette dei bersaglieri. E si facevano pure le bacchette

di ferro per pulire i fucili modello 91. Passata la guerra ebbe

inizio la grande avventura delle presse per aziende cerami-

che. I pionieri di questo evento straordinario (perché diede un volto al

futuro della Sacmi) furono il capo-officina della Cooperativa Ceramica,

Savioli, quello della Sacmi, Ermanari, insieme con Casadio, capotecnico

della nostra Cooperativa. Si cominciò � mi pare fossimo nel �50 � con

una pressina da 70 tonnellate (chiamata �moto perpetuo�). Poi si realizzò

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la 105 e dopo la 145/180. La fortuna della Sacmi fu la pressa PE 220,

premiata alla Fiera di Milano. Arrivammo a produrne quarantadue e mezzo

al mese. Collateralmente si facevano anche le macchine per i tappi a coro-

na. Casadio le avrà parlato del suo viaggio negli Stati Uniti. Si rese neces-

sario perché il problema delle resistenze rendeva difficile la continuazione

della vendita del prodotto. Per fortuna Casadio trovò la risoluzione del

problema e riuscì pure a tirarci fuori dal rebus delle macchine che applica-

vano la stagnola al sughero del tappo, altra dif-

ficoltà che era diventata un�ossessione�.

Quando lei era vice presidente, accadde un

fatto molto importante: la nascita della Sacmi Im-

pianti SpA con lo scopo primario di sviluppare il

commercio con l�estero.

Marani: �È vero. Il presidente Mingot-

ti, che è stato secondo me un grande presiden-

te, aveva un obiettivo preciso: portare le macchine Sacmi in ogni parte del

mondo. Io ero dello stesso parere. Trovammo nell�ing. Villa e in Cicorella

due ottimi cavalli di razza che gareggiavano insieme per raggiungere lo

stesso obiettivo. A questi collaboratori Mingotti non si stancava di ripete-

re: �Bisogna piantare le bandierine della Sacmi in ogni punto del mondo�.

Sono tutte persone che dobbiamo ricordare, perché io sono del

parere che la Sacmi debba in gran parte la sua fortuna a loro�.

Immagino che quei tempi siano sempre nel suo ricordo e nel suo cuore.

Marani: �Senz�altro. Allora si lavorava molto. La paga era quella

normale. La prima volta che ci pagarono lo straordinario, se non sbaglio,

fu nel 1955, quando la Cooperativa aveva già trentasei anni. Allora si

faceva tutto per il bene dell�azienda. L�onestà era la regola della nostra vita

sia in Cooperativa sia fuori�.

Parlano i �vecchi� della Sacmi...

La Sacmi alla Fiera del Santerno(di spalle il Direttore Giulio Miceti),Imola, 1948.

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La storia della Sacmi

Rino Morini. Classe 1927. È entrato in Sacmi nel 1954, socio dal

1959. Consigliere dal �65, poi vice presidente dal �71. Presidente dal 1973

al 1977. In pensione dal 1980.

Lei è diventato presidente in un momento molto significativo per la Sac-

mi, e anche buono dal lato economico-produttivo.

Morini: �In effetti è così. Nei primi anni Settanta comincia la pro-

duzione dell�impiantistica, che può considerarsi il punto di svolta più

importante della nostra azienda. Lei sa certamente ciò che la parola im-

piantistica sottende. Per le ceramiche noi facevamo le presse. Poi si vide

l�opportunità di fare una serie di macchine in corrispondenza delle varie

fasi di produzione per giungere alla piastrella. Partendo dalla scelta dell�ar-

gilla si doveva arrivare alla piastrella già pronta per la consegna al cliente.

Fu una scelta indovinata, non priva, nella sua realizzazione, di difficoltà e

di sacrifici. Mandammo i primi impianti in Libia, Algeria e Bulgaria: im-

presa avventuristica. Si trattava di paesi ad economia arretrata. La mano-

dopera veniva in gran parte dalla pastorizia. La nostra presenza e la nostra

assistenza pesavano sul bilancio aziendale. L�impiantistica ha il punto di

partenza individuabile (l�ingegno e la mano del progettista Casadio sono

sempre presenti) nell�evoluzione delle presse. Dopo l�operazione Welko-

Cicorella a queste macchine si applica l�automatismo, con grande vantag-

gio sul piano funzionale e produttivo. Lo stimolo per fare un passo più

avanti nasce di qui. Il concepimento dell�impiantistica avviene in questa

occasione�.

Quali erano le sue mansioni di lavoro nell�azienda?

Morini: �Io ero programmatore nel settore dei tappi a corona.

Anche la storia delle macchine per tappi a corona è molto interessante. Si

è partiti con cinque tappi al colpo. Avevamo un modello brevettato dalla

ditta Ettore Busi. Poi Casadio realizzò un progetto di macchina che dava

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centocinquantamila pezzi all�ora. Adesso la produzione oraria è aumenta-

ta di molto, non sono certo, ma penso sia raddoppiata. Quando ero anco-

ra in azienda, già si parlava di ricerca avanzata, il cui approdo sono stati i

contenitori in plastica.

Si giunse alla programmazione sulla base del budget di un anno.

E venne introdotto anche il computer. L�ing. Villa era molto perplesso per

l�innovazione computeristica. Io no. Credo sia stata l�unica volta in cui

avemmo una divergenza nei progetti di tecnica aziendale�.

Ma com�era Villa?

Morini: �Un uomo straordinario. Aveva il grande dono dell�ap-

proccio facile con chiunque incontrasse. Sapeva convincere. Sapeva con-

quistare la simpatia e la fiducia, come nessun altro�.

Ricorda altri avvenimenti importanti per l�azienda?

Morini: �Ero da poco consigliere, quando nacque il Circolo cultu-

rale e ricreativo. Mi era stata assegnata quella delega dal Consiglio. Si

svolgevano diverse iniziative: corsi specialistici, conferenze (venne anche

lo scalatore del K2), gite mirate, visite ad altre aziende di carattere istrutti-

vo. Il sabato si proiettava un film.

Sempre in questo tempo si prese la deliberazione di dare la possi-

bilità ai lavoratori con più di quarant�anni di fare un check-up sanitario.

Io stesso presi i primi contatti con il prof. Giuseppe Labò del Sant�Orsola.

Il check-up si fa ancora adesso ogni due anni ed è esteso ai pensionati�.

È la volta di Giorgio Penazzi. Nato nel 1929, entrato in Sacmi nel

1950, socio dal 1954. Consigliere nel 1970 in sostituzione di Cavina di-

missionario, poi dal 1973 al 1979. Capo-officina. Pensionato dal 1988.

Con Rino Morini abbiamo appena finito di parlare d�impiantistica. Lei

che cosa mi dice su questo argomento?

Parlano i �vecchi� della Sacmi...

L�ing. Aldo Villa sulla MuragliaCinese.

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La storia della Sacmi

Penazzi: �La scelta dell�impiantistica fu una scelta giusta, però non

erano pochi quelli che temevano il salto nel buio. Ma forse è bene fare

prima il discorso delle presse. Queste macchine hanno avuto un periodo

evolutivo non breve. A un certo momento ci si rese conto che non si

poteva più comandarle a mano. Bisognava automatizzarle, cercare lo stru-

mento per accelerare le battute. Chiedemmo alla Welko di Milano, fab-

brica specializzata in automatismi per qualsiasi tipo di macchina da pro-

duzione, un automatismo per le presse. La Welko fu lieta di entrare in

relazione con noi. Venne scelto un automatismo elettro-meccanico. Il pre-

sidente Mingotti aveva già cercato di servirsi di uno strumento ad aria

compressa. Furono fatte e vendute alcune macchine con questa innova-

zione. Ma sul mercato c�erano congegni più avanzati, più rapidi. Con l�in-

troduzione di questo automatismo diventammo nella realtà concorrenti

della Welko, che, operando su una piazza con maggiori possibilità di scambi

e di aggiornamenti, poteva praticare prezzi migliori dei nostri. Per questo

nelle prospettive di tre esponenti Sacmi nacque l�idea di sorpassare la

Welko. L�idea, come tale, era semplice: passare davanti alla Welko, entran-

do in una combinazione d�affari con la stessa società, acquisendo pure

uno dei suoi soci e direttore della fabbrica, il rag. Cicorella. Ma questa

operazione aveva un costo abbastanza salato. Il Consiglio di amministra-

zione della Sacmi venne a conoscenza del progetto a cose fatte. La decisio-

ne fu accolta dalla assemblea dei soci evidentemente dopo, e non manca-

rono pareri contrari. Soprattutto si ebbero strascichi in sede politica. È

molto probabile che si volesse cambiare il Consiglio, che nei fatti aveva

accettato la decisione dei tre esponenti Sacmi (rag. Sarti, ing. Villa, rag.

Benati). Cicorella fece ritorno in Welko dopo un periodo di permanenza

nella Sacmi Impianti. Alla fine la Welko, superato un periodo di contra-

sti, continuò a produrre e ancora oggi è sul mercato. La Sacmi non ci

Pressa a frizione.

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guadagnò, ma intanto per qualche anno limitò la produzione dell�azienda

concorrente e diede impulso alla fabbricazione delle presse con il marchio

Sacmi. A quel tempo avevo l�incarico di caporeparto montaggio di queste

macchine. L�ing. Villa ancora una volta aveva visto giusto. Peccato che le

interferenze politiche abbiano fatto passare il caso Welko come una inizia-

tiva sbagliata. A Villa avrebbero dovuto fare un monumento. Mi venne

proposta la candidatura a presidente, che rifiutai adducendo come giusti-

ficazione ragioni familiari. Io avrei voluto un�azienda non politicizzata,

impossibile in quel momento. Il mio lavoro era già molto pesante; molto

spesso ritornavo a casa alle dieci di sera�.

Vuole mandare un messaggio ai sacmisti di oggi e di domani?

Penazzi: �Voler bene all�azienda e lavorare. Io ho visto crescere la

Cooperativa da modesta azienda a grande impresa industriale. L�espansio-

ne che ha avuto è frutto di duri sacrifici e di vero amore. Non bisogna mai

dimenticare questa realtà. Poi occorre voglia di lavorare. I vagabondi, i

parolai, gli scansafatiche sono una rovina. Speriamo che in futuro questi

soggetti diventino sempre più rari�.

Una diversa visione della vicenda Welko è quella del rag. Benito

Benati. Ecco il suo punto di vista sull�affaire:

Benati: �I venti anni di storia della Sacmi che vanno dalla fine

degli anni Cinquanta alla fine degli anni Settanta sono stati caratterizzati

da un conflitto assai aspro sia sul piano commerciale sia su quello giuridi-

co-legale, tra la Sacmi e la Welko industriale SpA con sede prima a Milano

poi a Spino d�Adda (Cremona).

La Welko era una piccola azienda elettro-meccanica esistente in

Milano già verso la metà degli anni Cinquanta. Sacmi possedeva a quei

tempi una buona pressa a frizione per la produzione delle piastrelle

Parlano i �vecchi� della Sacmi...

Bilanciere.

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La storia della Sacmi

che necessitava però di essere equipaggiata con un valido dispositivo

elettronico.

In questo campo però (quello dell�elettronica, che stava allora

muovendo i primi passi) Sacmi non aveva ancora valide conoscenze,

mentre un buon livello era stato raggiunto dalla Welko. Sacmi e Welko

perciò si incontrarono e stabilirono una specie di Joint Venture finalizza-

ta allo studio di un automatismo al servizio della pressa Sacmi; a tale

scopo fu costituito anche un ufficio tecnico comune di ricerca e speri-

mentazione con sede in Milano ove lavorava personale in parte Welko e

in parte Sacmi.

Dopo un periodo di proficua collaborazione il rapporto si inter-

ruppe ed ognuno ritornò sulla propria strada. Sacmi mise a punto un

proprio automatismo elettronico ed un carrello di alimentazione delle

polveri che abbinò alla sua pressa, cominciò ad esporli alle fiere e ad in-

stallarli in prova presso taluni clienti.

La Sacmi venne accusata di aver sottratto i risultati delle altrui

ricerche ed iniziò una violenta battaglia legale su tutti i fronti, che sfociò

in un ordine del Tribunale che vietava alla Sacmi di continuare la pro-

duzione di macchine equipaggiate con l�automatismo e il carrello in que-

stione.

Le cause legali con la Welko durarono dal 1959 al 1972 attraverso

grandi tensioni e preoccupazioni; la Sacmi fu sottoposta anche ad una

ispezione contabile da parte di un Ctu inviato dal Tribunale ed una causa

finì addirittura in Cassazione dove finalmente fu vinta dopo aver perso in

tutti gli altri gradi di giudizio.

La conclusione finale fu però molto positiva e sgonfiò in gran

parte le pretese della Welko con una transazione su poche decine di milio-

ni di lire.

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Questo nel 1972, circa. Nel frattempo diverse cose erano

cambiate.

All�inizio degli anni Sessanta alla Fatmi, con sede a Mi-

lano nel nuovo e avveniristico (per quei tempi) grattacielo di

Torre Velasca, la Sacmi aveva affidato la rappresentanza per la

vendita dei propri prodotti sui mercati esteri.

Nel 1965 la Sacmi, assieme ai due soci della Fatmi, costi-

tuì la Sacmi Impianti Spa nominandone presidente il futuro

onorevole Armando Sarti. La società rappresentava lo strumen-

to per la realizzazione di un disegno strategico ambizioso e lungi-

mirante che avrebbe assicurato lo sviluppo del Gruppo Sacmi

nei 30 anni futuri: entrare nel settore dell�impiantistica cerami-

ca. Questo fu fatto attraverso tale struttura separata per non fare operare

la Cooperativa in prima persona in quanto priva di esperienza in questo

campo denso di rischi.

A Sacmi Impianti fu poi conferito (come già si era fatto con la Fat-

mi, che di fatto cessava di operare) un mandato di agenzia per la vendita

dei prodotti Sacmi nel mondo.

A metà degli anni Settanta la concorrenza della Welko si fece estre-

mamente aggressiva, con una presenza costante su tutti i mercati, su tutti

i clienti che spesso portava le nostre strutture a dubitare dei nostri prodot-

ti, dei nostri costi, dei nostri venditori e della nostra organizzazione.

Indubbiamente anche in casa Welko la concorrenza Sacmi costi-

tuiva un peso insopportabile. Qualcosa cominciò a muoversi.

Fu proposta alla Sacmi da parte di Welko una collaborazione fra

le due aziende, un �cartello� sui prezzi e una entrata di Sacmi in Welko.

L�offerta fu accolta dall�alta direzione Sacmi con un sospiro di sollievo e

considerata un�occasione da non perdere.

Parlano i �vecchi� della Sacmi...

Una delle prime macchine contatappi.

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La storia della Sacmi

L�operazione fu fatta in un clima di segretezza per non compro-

metterne l�esito, ma, una volta conclusa e portata a conoscenza dell�as-

semblea, fu da questa accolta con grande soddisfazione.

Apparve ben presto chiaro però che eravamo entrati in una socie-

tà in gravi condizioni economiche, dissanguata forse dalle sue politiche di

vendita.

I sindacati si mossero per chiedere che i nuovi padroni (Sacmi)

facessero la loro parte e inviassero uomini e mezzi per sostenere la società.

Ciò cominciò a creare all�interno della Sacmi discussioni e con-

flitti. L�assemblea decise di non impegnarsi ulteriormente nel sostegno

della Welko cercando, nei limiti del possibile, di rientrare del quanto an-

ticipato e di limitare i danni.

La decisione di ritirarsi dalla Welko, la frustrazione derivante dal-

l�essere caduti in una operazione sfortunata procurarono alla Sacmi una

lunga coda di polemiche e di amarezze con uno strascico che si esaurì solo

dopo svariati anni.

Occorre tuttavia aggiungere che per molti anni successivi la Welko

� in precedenza per lungo tempo elemento di turbativa commerciale � fu

poco presente sul mercato e ciò consentì, sia a Sacmi sia alle altre società

operanti nel settore, di ristabilire un corretto rapporto col mercato in

termini di prezzi di vendita�.

L�incontro con Doriano Golinelli. Classe 1922. Entra in Sacmi

nel 1934, a dodici anni. Socio dal 1945. Qualifica di montatore, che gli ha

dato modo di girare l�Italia e il mondo in lungo e in largo come capomon-

tatore. Consigliere dal 1949 al 1955. In pensione dal 1980.

C�è stato un momento cruciale anche per la Sacmi?

Golinelli: �Sì, per me fu quando cominciò il reclutamento della

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manodopera fatto dalla Cogne (1938-1939) all�inizio dell�attività produtti-

va. La Cooperativa cambiò il passo. Diversi nostri giovani preferirono anda-

re nella fabbrica d�armi. Si prendeva di più. Il mio salario a quel tempo era

di una lira e trenta all�ora. Un operaio in Cogne, della mia stessa età e con

la medesima qualifica, prendeva due lire e cinquanta, quasi il doppio. Altri

andarono in ferrovia, un posto più sicuro. Alcuni si arruolarono in aviazio-

ne come motoristi. Io entrai in Sacmi a dodici anni, quando ancora non ero

in regola con l�età, e in Sacmi rimasi. Si lavorava prevalentemente nel sana-

torio di Montecatone. Ricordo che si facevano reti da let-

to, infissi e bandinelle di lamiera sottilissima (erano dei

séparé da mettere tra un letto e l�altro). Si lavorava anche

per il Magazzino Cooperativo, per gli ospedali, per le for-

naci, per le cooperative che gestivano le trebbiatrici e per

altre aziende. Nei mesi da novembre a febbraio la produ-

zione riguardava soprattutto le macchine per arance. Avem-

mo pure una commessa per tralicci destinati ai lavori pre-

paratori dell�esposizione universale di Roma, che non si

fece a causa della guerra, chiamata E42. Acquistammo

nuove macchine: una fresatrice, un tornio, un�alesatrice.

Altri colleghi avranno già parlato delle produzioni in tempo di guerra. Non

so se sia stato detto: si costruivano anche stufe per l�aeronautica, che veniva-

no mandate al corpo di spedizione italiano in Russia.

Si facevano turni di dodici ore, dalle due del pomeriggio alle due

di notte. D�inverno era freddo. Ogni tanto andavamo a scaldarci vicino a

una grande stufa che chiamavamo e� stuvón, lo stufone. Dopo l�8 settem-

bre vennero in fabbrica i tedeschi, con i quali si cercava di andare d�accor-

do. Riparavano i motori delle loro macchine. L�andamento della guerra

dava già i segni della tragedia conclusiva. Di nascosto, con i tedeschi in

Parlano i �vecchi� della Sacmi...

Ospedale di Montecatone.

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220

La storia della Sacmi

Sacmi, facevamo i chiodi che poi i resistenti mettevano nelle strade dove

passavano i convogli dei nemici. Di notte, quando non c�erano gli invaso-

ri, si seppellivano sotto terra le macchine utensili più pregiate in un corti-

le nella parte dell�officina verso via Framello. Furono sotterrate anche

macchine della Cogne�.

Dopo il passaggio del fronte, avete ripreso a lavorare con grande impegno.

Golinelli: �Subito, ma fu una gara dura. Mancava l�energia elettri-

ca. Noi dovemmo arrangiarci. Per produrla con mezzi nostri usammo un

trattore e altri espedienti. Io e Aurelio Mingotti andammo in via Punta

dove sapevamo esserci un trenino Decauville. Trovammo un cavallo, pen-

so l�unico cavallo rimasto a Imola, e gli facemmo trainare il trenino fino a

viale Crispi. Povero cavallo. Giunti all�incrocio tra la Montanara e la stra-

da del manicomio Lolli, svoltammo verso porta

Montanara, ma il cavallo si fermò. Era spompato.

Fummo costretti a fare una sosta di due o tre ore

per dargli fiato. Poi via di nuovo. Giunti in Coope-

rativa, adattammo la motrice così da ottenere una

buona fonte di energia. Restituimmo alla Cogne le

sue macchine. Ci diedero, come ringraziamento e

ricompensa, una notevole quantità di acciaio (forse

del valore di un milione e più di allora), che per noi

significava oro.

Dopo la guerra si sono fatte macchine per

l�Irce, da adibire alla smaltatura dei cavi elettrici.

Sono stato per diversi anni a Sassuolo. Vi dirigevo

l�assistenza ai montatori che imparavano questo la-

voro. Facevo anche le pubbliche relazioni, come si

dice adesso�.

Una macchina costruita per l�IRCE.

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Do il microfono ad Enrico Spisni. Classe 1925. Entrato in Sacmi

nel 1954. Socio dal 1962. Consigliere dal 1965 al 1967. Pensionato dal

1982. Perito industriale (meccanico). Ha fatto parte dell�ufficio tecnico e

ha dato inizio all�ufficio impianti.

Quando entrasti in Consiglio, la Sacmi era prossima al trasferimento da

viale De Amicis a via Provinciale Selice.

Spisni: �La fabbrica traslocò nel 1966. Il reparto dei tappi a corona

fu il primo a fare sanmichele: questo primo trasferimento si svolse in un

solo giorno. Le macchine utensili più pesanti vennero trasferite nella nuo-

va sede in giugno-luglio dello stesso anno. Non ci furono contraccolpi

nella produzione. Pochi sanno che una prima bozza del disegno della sede

nuova degli uffici fu fatto dal presidente Aurelio Mingotti�.

Vorrei ritornare sull�argomento Welko e relativo problema, che nasce dal-

la constatata impossibilità di continuare a comandare le presse manualmente.

Spisni: �In effetti questa impossibilità era già avvertita da un po� di

tempo. Avevamo fatto un esperimento di automazione con comandi pneu-

matici. Ma non ebbe un seguito di continuità per la sua inaffidabilità. Si

realizzò allora, era ancora direttore Miceti, un accordo di collaborazione

con la Welko, che deteneva il brevetto di un sistema elettronico di auto-

mazione delle presse a frizione. Poi, in un secondo tempo, si diede vita ad

un ufficio tecnico comune di ricerca nella sede della Welko a Milano. Di

tale ufficio, per la nostra azienda, facevano parte � oltre a me � Casadio e

Anderlini, i quali andavano settimanalmente a Milano e vi si tratteneva-

no. Io invece tenni la mia base ad Imola. Si studiava con la Welko per

trovare un nuovo automatismo e una nuova pressa, ma poi con questa

società avvenne una rottura. Due dei soci dell�azienda milanese uscirono

dalla società, che tuttavia continuò a vivere e uno dei due soci, il signor

Cicorella, il quale era direttore della Welko, fondò con noi la Sacmi Im-

Parlano i �vecchi� della Sacmi...

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La storia della Sacmi

pianti SpA, con sede a Milano e avente per scopo il commercio con l�este-

ro. La Sacmi deteneva la maggioranza del pacchetto azionario. Gli studi

per la nuova pressa ed il nuovo automatismo andarono avanti: nacque la

PE 150, capostipite di tutte le presse a frizione Sacmi di grande successo.

Casadio ideò parecchi accorgimenti tecnici di avanguardia. Casadio era il

nostro asso di briscola. Per me era un genio. Senza di lui, secondo me, la

Sacmi non sarebbe quella che è oggi, perché sua è l�impronta di tutte le

macchine che hanno fatto diventare la Cooperativa una azienda indu-

striale�.

So che hai seguito particolarmente i comparti dei tappi a corona e dell�im-

piantistica ceramica. Forse puoi dirmi qualcosa che io non so ancora.

Spisni: �Sono due storie fondamentali per la Sacmi. Quando en-

trai in Sacmi si costruivano già la pressa per la formatura dei tappi (che

era una macchina di assoluta avanguardia), ed una piccola incollatrice

delle guarnizioni di sughero. Poi acquistammo da Busi una macchina

incollatrice delle guarnizioni di sughero di grande produttività.

Casadio la ridisegnò e ne tirò fuori un�altra più completa

e rapida: nacque la ITC 45. Quando le norme igieni-

che imposero che tra il sughero e il liquido della bot-

tiglia doveva esserci una intercapedine di stagnola,

acquistammo, nuovamente da Busi, una macchina

adatta allo scopo, che però così com�era non si pote-

va costruire industrialmente; allora Casadio progettò

la stagnolatrice STC 42, che ebbe un grande successo

alla Fiera di Milano e poi sul mercato. In seguito al

posto del sughero si usò la plastica.

Per quanto riguarda l�impiantistica ceramica, mi pare che il primo

impiantino per la macinazione delle argille fosse fatto nel �55-�56. Si

Macchina incollatrice per tappia corona.

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trattava di una serie di macchine collegate organicamente tra loro, che

partendo dalle zolle adibite al trattamento dell�argilla per via secca davano

una polvere giustamente calibrata, umidificata e stagionata pronta per la

formatura delle piastrelle.

Allora... dicevo del primo impiantino. Fu installato a Ricò in pro-

vincia di Parma in una fornace per laterizi. Per il secondo impianto, fatto

a Sassuolo, merita di essere ricordato un fatto particolare. Quando si trat-

tò di iniziare il montaggio, da Imola partimmo in quattro: Miceti, Casa-

dio, Gildeni ed io. Dato che la Sacmi non aveva vetture proprie, si prese a

noleggio una Giardinetta Fiat 500, di quelle con la struttura superiore in

legno. Al volante stava Miceti. Giunti a San Giuliano Modenese, per una

errata manovra dell�auto che ci precedeva, Miceti fu costretto a fare una

brutta sterzata, che ci mandò fuori strada, in un fosso-canale. Ci portaro-

no tutti e quattro all�ospedale, ma si trattava per fortuna di ferite non

gravi.

Dopo che l�ingegner Villa fu entrato in Sacmi, ci si rese conto che,

se volevamo uscire dai confini nazionali, dovevamo adeguarci alle esigen-

ze del metodo produttivo in essere nel mercato mondiale, il quale in fatto

di preparazione della base per la formatura delle piastrelle era del tutto

diverso da quello in essere nel nostro paese (polverizzazione di una sola

argilla), si doveva produrre cioè un impasto formato da diverse argille e

minerali duri. Ciò poteva realizzarsi solo per via umida, seguendo il proce-

dimento in uso per la preparazione dell�impasto destinato ad apparecchi

sanitari e stoviglieria. Di tale procedimento noi eravamo del tutto privi di

conoscenza. La Sacmi Impianti ingaggiò un tecnico francese, con l�aiuto

del quale iniziammo la nostra attività in questo campo.

Spero che qualcuno ne abbia parlato, ma è a questo punto che ha

inizio la storia della grande impiantistica della grande Sacmi e del ruolo

Parlano i �vecchi� della Sacmi...

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224

La storia della Sacmi

fondamentale che in questa vicenda ha avuto l�ing.

Villa. Mi auguro che qualcuno ne abbia parlato

esaurientemente. Se così non fosse non si capi-

rebbe come la Sacmi abbia iniziato la storia che

l�ha fatta diventare grande. Dato che questa fon-

damentale svolta io l�ho vissuta in prima persona

ed in prima linea, sono curioso di vedere com�è

stata descritta. Spero che il tutto non sia stato at-

tribuito a Giove�.

Chiude le interviste Rodiero Alieri. Nato nel 1942. Entrato in

Sacmi nel 1960. Socio dal 1968. Presidente dal 1979 al 1995. In pensione

dal 1997.

Nel corso della sua presidenza la Sacmi è diventata grande. È arrivata

alla dimensione mondiale.

Alieri: �Oggi la Sacmi serve tutti i mercati del mondo. Io ho visto

l�azienda nel tempo in cui dal concetto e dalla caratura artigianali, o poco

più, è diventata un complesso industriale internazionale. Quando entrai

in Cooperativa trovai circa centoventicinque addetti, i quali mi hanno

insegnato tutto, si può dire. Avevo diciotto anni. Qui dentro sono diven-

tato uomo, non solo sotto l�aspetto della crescita fisica, dell�età, ma so-

prattutto come formazione etica e professionale. Alla Sacmi io devo tutto.

Qui ho incontrato uomini magnifici. Come l�ing. Villa, particolarmente.

Egli è stato l�anima del successo dell�azienda. E l�ing. Giulio Cicognani,

attuale direttore generale, sta continuando la sua opera, grazie alla scuola

del predecessore�.

Mi parli un po� di Villa.

Alieri: �Sono stato con lui parecchi anni. Abbiamo vissuto insie-

Reparto cottura-essiccamento sanitari.

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me le battaglie di tutti i giorni. Era abilissimo quando stava sul mercato,

ma secondo me la particolarità che lo distingueva era la grande capacità

nel rapporto umano. Riusciva a suscitare la fiducia e la simpatia del

cliente. Aveva un rapporto del tutto particolare con i dipendenti. Sape-

va guidarli. Li spronava, li consigliava, li riprendeva. Era un leader. Era

amico di tutti, ma sapeva usare anche la severità, sempre con un tatto

forte e fraterno nello stesso tempo. Per me era l�amico migliore. Uomo

molto attivo, riposava pochissimo. C�erano in lui due esigenze apparen-

temente in contrasto, certamente tali da metterlo in difficoltà: essere

presente sui mercati e nelle nostre aziende all�estero, e stare qui in azien-

da a guidare gli uomini della produzione. Era una persona intuitiva. Il

mercato di per sé è mutevole.

Villa sapeva in quale direzione il vento sarebbe andato, e si ade-

guava ai cambiamenti anche rapidi. Poi aveva una regola comportamen-

tale precisa: impegnarsi sempre e ovunque.

Dicevo prima che Villa ha provocato e guidato la svolta produtti-

va dell�azienda. Naturalmente aveva vicino un cast di collaboratori di

prim�ordine. In questo momento mi vengono in mente i nomi degli inge-

gneri Cicognani, Cassani e Tumidei, ma c�erano e ci sono altri tecnici di

grande valore. Si volevano raggiungere mirati e strategici obiettivi. Penso

che siano stati raggiunti molto

bene. Ceramica e tappi a coro-

na (ora per i tappi si usa la pla-

stica) sono state esperienze bel-

lissime. Sono anche due storie

interessanti, anzi tre, se aggiun-

giamo la lunga esistenza delle

macchine per frutta�.

Parlano i �vecchi� della Sacmi...

Plus CCM 011 per lo stampaggioa compressione rotante di resinetermoplastiche.

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226

La storia della Sacmi

Produttivamente che cosa succederà nei

prossimi anni?

Alieri: �Bisogna guardare a quello che

succederà nel mondo e tenere sempre la lam-

pada puntata sul mercato. Penso che la cera-

mica abbia ancora spazi da conquistare. Non

solamente nell�est asiatico, ma anche nel no-

stro continente, soprattutto al nord. La cera-

mica utilizza una materia prima ecologicamen-

te sana e pulita. Non c�è pericolo di inquina-

mento. Pure il tappo ha un futuro, dove l�orizzonte è vastissimo. I mercati

della ceramica e dei tappi, soprattutto se pensiamo all�impiego della pla-

stica, tireranno ancora.

Per quanto riguarda l�Africa, ritengo che il giudizio del direttore

generale Cicognani sia azzeccato. L�Africa è un continente povero. Deve

ancora svilupparsi economicamente. Certo è un mercato da tenere d�oc-

chio. D�altra parte la filosofia della Sacmi, in relazione alle primarie neces-

sità umane, è sempre stata questa: prima mangiare, alimentarsi; poi co-

struire la casa. Anche per il futuro vale la linea comportamentale appena

detta. La ceramica non è un settore ricco. Possiamo definirlo popolare sot-

to ogni latitudine, e quindi con una potenzialità immensa per quanto

riguarda i consumi. In futuro vedremo certamente delle trasformazioni.

La Sacmi dovrà spesso chiedersi: qual è la domanda della gente? Il passato

dell�azienda è stato costantemente aderente a questa domanda, alle esi-

genze della gente.

La nostra storia ha sempre avuto una dimensione umana. Pensi,

quando sono venuto qui c�erano dietro di me due generazioni di coopera-

tori. Altri uomini sono venuti. Altri ne verranno. Quante notti si è discus-

Pulitrice per agrumi, fine anni �50.

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Parlano i �vecchi� della Sacmi...

so qui dentro. Litigando anche. Fino alle ore piccole, alle due di notte.

Ma il giorno dopo tutti erano al loro posto di lavoro, sereni e fiduciosi

nell�azienda. Con l�animo pulitissimo, senza rancori. Sarà così, me lo au-

guro, anche domani�.

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La storia della Sacmi

La Sacmi nel sociale, nella cultura,nell�assistenza, nella difesa e conservazionedel patrimonio artistico.Il piccolo punto diventa grande,visibile nel mondo.

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a Sacmi ha sempre onorato con convinzione e generosità i suoi

principi di carattere mutualistico, nello spirito delle leggi e delle

norme statutarie. È intervenuta pure nei settori della sanità, del-Lla cultura, dell�arte, della scuola, dello sport, del tempo libero. Ha assolto

questo impegno da sempre, logicamente in rapporto alle disponibilità di

bilancio. Gli interventi più vistosi e di consistenza sono stati fatti negli

ultimi decenni. Diciamo che sul piano mutualistico e previdenziale, all�in-

terno della Cooperativa, la Sacmi può vantare un primato di attuazioni

concrete non facilmente riscontrabile in altre parti d�Italia. Ogni anno ha

dato appoggio alla Cassa di previdenza e assistenza della Cooperativa Sacmi e

alla Polizza Sanitaria a favore di tutti i soci e dipendenti, con prelievo dal

Fondo Mutualistico sono state fatte donazioni ed erogati contributi (di con-

siderevole importo), con finalità di studio, educazione, cultura, formazio-

ne sociale, assistenza e beneficenza.

Tra le donazioni di maggiore spicco citiamo quella, a favore del-

l�Ospedale civile di Imola (1989), della TAC (Tomografia Assiale Compute-

rizzata). Sempre all�Ospedale civile (Ausl n. 23) sono stati donati una spe-

ciale apparecchiatura VD 5000 Urodinamic Investigation System per il repar-

to urologia e un ecografo portatile Toshiba. La Sacmi è intervenuta finanzia-

riamente, per l�acquisto di apparecchiature e materiale sanitario, a favore

della Clinica mobile diretta dal dottor Claudio Costa, specialista ortopedi-

co, che garantisce l�assistenza clinica durante le gare del campionato mon-

La Sacmi nel sociale...

Un momento della consegnadella TAC.

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232

La storia della Sacmi

diale di motociclismo. Il dottor Costa e il suo piccolo ospedale itinerante

sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo del motosport.

La Sacmi ha dato il suo apporto finanziario a favore della Coopera-

tiva Il Sorriso, che gestisce una struttura comunitaria per il recupero dei

tossicodipendenti. Contributi sono stati concessi alla Congregazione del-

le Piccole Suore di Santa Teresa del Bambino Gesù per l�edificazione del-

la Casa dell�Accoglienza di Imola, dove sono assistiti i portatori di handi-

cap. Altri sostanziosi contributi sono andati al Comitato piemontese pro allu-

vionati in occasione dei disastri fluviali in quella regione, all�organizzazio-

ne per l�invio di generi alimentari alle popolazioni bisognose della Jugo-

slavia, all�Associazione studi tumori solidi e ad altri enti assistenziali.

A favore delle popolazioni colpite dal terremoto (1997-1998) in

Umbria e nelle Marche la Sacmi si è impegnata con il Comune di Gualdo

Tadino a sostenere spese per lavori di ricostruzione fino alla concorrenza

di lire 100 milioni.

Nel campo della cultura e della conservazione del nostro patrimo-

nio artistico la Sacmi è intervenuta in modo determinante nelle opere di

rifacimento delle strutture e di parte degli affreschi della Basilica-Santuario

della Madonna del Piratello, chiesa imolese edificata intorno al 1490-�91 da

Caterina Riario Sforza, signora di Forlì e di Imola, appena emessa la �bol-

la� di autorizzazione del papa Innocenzo VIII1.

Finanziati pure i lavori di restauro (nicchie delle statue e portali

sulla facciata principale, rete originaria dei canali, infissi nelle sale nobili

e camera di Francia) del Palazzo Ducale di Sassuolo e le opere di ristrutturazio-

ne del Palazzo Sassatelli-Monsignani di Imola (contributo alla Fondazione per la

cultura musicale allo scopo di realizzare la sede dell�Accademia pianistica).

Rilevante è pure l�intervento della Sacmi per la chiesa di San Gia-

1 CORTINI G.F., La Madonnadel Piratello presso Imola,Galeati e figlio, Imola 1889.

Donazione al Centro UniversitarioOspedaliero Ignazio Den di Conakryin Guinea.

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como dei Filippini (vicino al teatro comunale di Imola), edificio ecclesiasti-

co già esistente nel 1334, completamente rifatto nel 1762 su disegno del-

l�architetto Domenico Costa. È in programma la completa ristrutturazio-

ne sia della chiesa sia della canonica2.

Sempre nell�ambito della scuola e della cultura la Sacmi è interve-

nuta dotando l�Istituto tecnico industriale F. Alberghetti d�Imola di un quan-

tometro a scarica elettrica per l�analisi metallografica. Tale apparecchio, tecno-

logicamente all�avanguardia, consente una migliore preparazione agli stu-

denti e può essere di supporto tecnico-scientifico alle aziende del territo-

rio nello spirito di collaborazione tra scuola e impresa.

Un�altra donazione è stata fatta all�Istituto Alberghetti (al tecnico e al

professionale). Ognuna di queste due scuole ha avuto in dotazione un�aula-

computer: per il software ha provveduto la Sacmi.

La Sacmi, con l�adesione al Progetto solidarietà Imola-São Bernardo

(Brasile), promosso da un comitato del quale fanno parte l�Amministrazio-

ne comunale di Imola, il Vescovo diocesano, il Centro missionario e varie

associazioni sociali, culturali e religiose, ha dato un cospicuo contributo

finanziario al programma di solidarietà umana di dimensione internazio-

nale. È stata costruita una scuola professionale a São Bernardo per dare

un mestiere e un lavoro ai ragazzi delle favela. L�inaugurazione della scuola

è avvenuta alla fine di novembre del 1996. Vi hanno partecipato, fra le

altre autorità, il presidente della Sacmi Loretto Sullalti, il direttore genera-

le Cicognani e il responsabile della Sacmi do Brasil Ermes Gaddoni. Sono

successivamente iniziati i lavori di ampliamento della scuola con una spe-

sa prevista intorno ai 500 - 600 milioni, che vede ancora la Sacmi in prima

fila. Con un grosso contributo alla Fondação Santa Catarina la Sacmi è

pure intervenuta per la costruzione di un Centro di tecnologia ceramica

nello Stato di Santa Catarina in Brasile3.

2 BENTINI J. (a cura di), Il patrimonioculturale della provincia di Bologna.Gli edifici di culto del centro storico diImola, Soprintendenza alleGallerie, Bologna 1974, pp. 40-41.3 SACMIAR, libri verbaliassemblee e CdA;SACMI Seventyfifth, cit., p. 76.

La Sacmi nel sociale...

Il rifacimento della struttura e partedegli affreschi della Basilica-Santuariodella Madonna del Piratello.

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234

La storia della Sacmi

Nel tempo della Sacmi (1919-1999) sono stati capi dello Stato ita-

liano: Vittorio Emanuele III (1900-1946), Umberto II (maggio-giugno

1946), Enrico De Nicola (1946-1948), Luigi Einaudi (1948-1955), Giovan-

ni Gronchi (1955-1962), Antonio Segni (1962-1964), Giuseppe Saragat

(1964-1971), Giovanni Leone (1971-1978), Alessandro Pertini (1978-1985),

Francesco Cossiga (1985-1992), Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999), Carlo

Azeglio Ciampi (1999)4.

Nello stesso arco di tempo sono stati sindaci, podestà, commissari

prefettizi di Imola: Nicola Falanga, commissario prefettizio (novembre 1919

- ottobre 1920); Giulio Miceti, sindaco (ottobre 1920 - giugno 1921); Ago-

stino Marcialis, commissario prefettizio (luglio - agosto 1921); Italo Balla-

rini, commissario prefettizio (agosto 1921 - ottobre 1922); Amilcare Giberti-

ni, commissario prefettizio (ottobre 1922 - gennaio 1923); Annibale Ginnasi,

sindaco poi podestà (gennaio 1923 - marzo 1927); Luigi Cerrato, vice podestà

(aprile - agosto 1927); Guglielmo Froggio, commissario prefettizio (luglio 1927

- aprile 1929); Annibale Ginnasi, podestà (aprile 1929 - gennaio 1930); Riccar-

do Foschi, delegato podestarile (agosto 1930 - gennaio 1936); Angelo Buzzi

Langhi, commissario prefettizio (gennaio - agosto 1936); Giuseppe Portoghe-

se, commissario prefettizio (agosto - ottobre 1936); Stefano Padovani, podestà

(1936-1943); Adelchi Valente, commissario prefettizio (settembre - ottobre

1943); Carmelo Bivona, commissario prefettizio (ottobre 1943 - agosto 1944);

Valentino Pirazzoli, commissario prefettizio (settembre - dicembre 1944); Car-

lo Ponzi, commissario prefettizio (dicembre 1944 - aprile 1945); Mario Tarlaz-

zi, sindaco (15 - 22 aprile 1945); Giulio Miceti, sindaco (aprile 1945 - aprile

1946); Amedeo Tabanelli, sindaco (1946-1948); Veraldo Vespignani, sin-

daco (1948-1962); Amedeo Ruggi, sindaco (1962-1971); Enrico Gualandi,

sindaco (1971-1976); Bruno Solaroli, sindaco (1976-1987); Marcello Gran-

di, sindaco (1987-1992); Raffaello De Brasi, sindaco (1992-1999)5.

4 Enciclopedia universale di base,De Agostini, Novara 1991, p. 334;BCI, emeroteca.5 Ufficio Statistica Comune diImola. FERRI A. - PADOVANI A.,Primi Cittadini, AssociazioneScarabelli, Imola 1997, pp. 180 eseg.; CIDRA, documenti.

Attrezzature donate dalla Sacmiall�Istituto tecnico industrialeF. Alberghetti.

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Imola, oltre alle tante altre qualità distintive, ha anche quella di

città delle cooperative. Cooperative manifatturiere in primo luogo, e tra

di esse quella dei meccanici in bella vista. Si parla della Sacmi, natural-

mente. �Se si riflette un momento sul fatto � scrive Benito Benati � che

queste aziende sono partite senza alcun sostanziale capitale iniziale, che

sono state costituite e sono dirette in massima parte da operai; che hanno

fondamentalmente autofinanziato il loro sviluppo con decenni di severa

accumulazione, la domanda che viene spontanea farsi è la seguente: qual

è il segreto di questi successi? È ancora nostra personale opinione che il

segreto di questi successi stia nel particolare tipo di rapporto che si è in-

staurato tra l�uomo e l�impresa, basato sull�autogestione, sulla partecipa-

zione cosciente e responsabile del cooperatore alla vita della sua azienda,

sull�equilibrio tra interesse collettivo ed individuale, sulla raggiunta con-

sapevolezza del rapporto che esiste tra il proprio comportamento indivi-

duale ed i suoi effetti sulla vita della cooperativa, sulla coscienza che non

vi è contraddizione fra interessi della cooperativa ed interessi del coopera-

tore, sul fatto infine che il cooperatore non è contro l�impresa, ma dalla

parte dell�impresa...�6.

Aggiunge Nazario Galassi: �Le ragioni principali di tali risultati

(costante progressione � per quanto riguarda la Sacmi � dell�utile netto di

esercizio, nda), che la classe operaia ha dimostrato di essere capace di otte-

nere mediante l�autogestione, possono interessare non solo il mondo ope-

raio e cooperativo, ma anche l�intero mondo industriale... È questo l�aspetto

di una strategia che pone l�uomo al centro della problematica tecnologica:

l�uomo nella misura del suo effettivo operato, diversamente da quanto

accade nella vita pubblica italiana...�7.

Non vi è conflitto tra cooperazione e canoni liberistici. Anzi. Oggi

6 BENATI B., L�autogestionenell�impresa cooperativa, cit., p. 265.7 GALASSI N., La Cooperazioneimolese, cit., pp. CXIII e CXIV.

La Sacmi nel sociale...

La facciata del Palazzo Ducale diSassuolo.

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236

La storia della Sacmi

i liberisti, dopo il fallimento delle teorie dirigistiche e lo sconquasso avve-

nuto nelle economie dei paesi comunisti � o del �socialismo reale� per usare

un eufemismo corrente fino all�altro ieri �, tengono banco, impartiscono le-

zioni ex cathedra, hanno la certezza di avere in tasca la bibbia dell�economia.

La cooperazione non ha né incertezze, né ripensamenti, né paure.

La sua strada è lunga. Quella già percorsa, come quella ancora da percor-

rere. Non teme per niente il �libero mercato� e la �concorrenza�. Sono

fenomeni e teorie con i quali convive già da lungo tempo.

Non dimentichiamo questo aureo pezzo di una delle lezioni di

politica sociale del Maestro Einaudi: �La libertà esiste, se esistono uomini

liberi; muore se gli uomini hanno l�animo di servi. I fratelli che si riuni-

scono a vita religiosa, e rinunciando ai beni del mondo, mettono tutte le

loro ricchezze in monte per sé e per i poveri, e conducono quella vita che

al padre guardiano piace di ordinare e consumano quei cibi e vestono

quei panni che sono ad essi distribuiti d�autorità, quei fratelli sono liberi

nella società comunistica che essi ogni giorno consapevolmente vogliono

e ricreano. Potrebbero uscire dal convento; ma poiché volontariamente vi

rimangono, si riconosca che quella società comunistica è un frutto della

libera determinazione. Quegli operai, i quali, volendo sottrarsi alle dipen-

denze di un imprenditore, hanno, con lunghi mesi di rinuncia, risparmia-

to inizialmente il fondo necessario ad acquistare badili e zappe e vanghe e

carrette e cavalli ed a mantenere nell�attesa se stessi e la famiglia ed hanno

costituito una cooperativa, ispirata al principio: tutto il prodotto del lavo-

ro a chi lavora ed hanno, fattisi terrazzieri, assunto un appalto di lavoro e

quel lavoro hanno compiuto a regola d�arte; ed avendolo meritato, hanno

ottenuto il credito necessario ad allargar l�impresa; ma sempre persevera-

rono nel principio che tutti i nuovi lavoranti, dopo bastevole prova di

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onestà e di laboriosità, diventassero soci e sempre, tratti dal loro seno,

ebbero capi pronti ad ordinare la fatica con remunerazione non diversa-

mente misurata da quella dei gregari; quegli operai, anche essi, sono uo-

mini liberi, sebbene ed appunto perché essi persistono nel condursi vicen-

devolmente secondo principii comunistici, conservando in comune gli

strumenti della produzione e ripartendo tra i singoli soltanto i frutti del

lavoro comune. Ma è anche libero l�artigiano, proprietario della bottega,

del macchinario, degli utensili e delle scorte, il quale acquista sul mercato

le materie prime, assolda, pagando il salario corrente, i garzoni di cui si

aiuta e vende il prodotto direttamente alla clientela. Nessun cliente è co-

stretto, dall�amicizia, dalla vicinanza, o da vincoli legali a servirsi di lui;

nessun apprendista o garzone è legato, ognuno potendo offrire ad altri i

propri servigi ed i più irrequieti si muovono infatti frequentemente dal-

l�uno all�altro, né è grave la difficoltà per il giovane laborioso e di buona

volontà, di mettere su bottega per proprio conto. L�artigiano trova libertà

nella letizia del lavoro compiuto, nella soddisfazione di averlo condotto a

termine a perfetta regola d�arte, nella meritata lode del cliente. In una

economia di mercato, non programmata dall�alto, molti imprenditori ed

operai, proprietari e contadini e professionisti sono uomini liberi. Forse

non sanno di esserlo; ma di fatto sono�8.

Il primo bilancio della vita produttiva della Sacmi, chiuso il 31

dicembre 1920, dava, come il lettore ricorderà, questi dati di riferimento:

capitale sociale lire 5.000, fatturato lire 73.026, utile netto lire 1.966, i

soci erano 11, i dipendenti non soci 4.

I risultati dell�ultimo bilancio del Gruppo Sacmi (bilancio conso-

lidato, usando la terminologia aziendale), alle stesse voci di riferimento,

mettono in evidenza i seguenti dati: patrimonio netto (prima capitale so-

La Sacmi nel sociale...

8 EINAUDI L., Lezioni di politicasociale, Boringhieri, Torino 1958,pp. 239 e 240.

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La storia della Sacmi

ciale) lire 776 mld 482, fatturato lire 836 mld 322, utile netto lire 21 mld

623. I soci al 31 dicembre 1998 erano 272, i dipendenti compresi i soci

1606; il lavoro indotto della Sacmi, nell�hinterland imolese, riguardava

circa 400 piccole aziende, generalmente artigiane9.

Durante la narrazione della vita della Sacmi spesso ho fatto riferi-

mento a dati di bilancio, a variazioni dello statuto sociale che accompa-

gnavano le mutazioni dei tempi (adeguamento delle regole al cambiare

della vita fluente), alle macchine inventate e prodotte, alle fabbriche pro-

duttrici di queste macchine, al complicato funzionamento dei mercati,

alla dinamica non di rado insidiosa del commercio. Spero di essere riusci-

to a condurre il lettore lungo un sentiero di lineare semplicità, nel quale

egli abbia intuito che il motore di questa grande macchina è l�uomo. L�uo-

mo della Sacmi. Nel corso dell�intervista rilasciatami dall�ex presidente

Rodiero Alieri, a mia domanda, egli ha detto: �La Sacmi mi ha fatto uomo�.

Non è una risposta ad effetto. È un�affermazione di valore incommensu-

rabile. Certo, le macchine della Sacmi commercialmente si sono imposte

sul piano mondiale. Hanno un marchio che le distingue e le fa apprezzare.

Ma la Sacmi ha fatto (e fa) qualcosa di più: i suoi personaggi, tutti. Spero

che questo traspaia dalle righe che ho scritto. Se potessi idealmente dare il

mio titolo al libro, scriverei Storia degli uomini e delle donne della Sacmi di Imola.

Il mio racconto sul percorso storico della Sacmi finisce qui, da-

vanti alla soglia dell�ottantesimo anniversario della fondazione. I nostri

padri latini direbbero: Ad multos annos! Per molti anni ancora! Dentro di

me, lo dico con una punta di nostalgia, di rabbia perché il tempo passa

inesorabile e non fa sconti ad alcuno, ma con amore: ciao Sacmi, auguri!

Oggi Imola conta più di sessantamila abitanti. È una piccola città9 SACMIAR, documenti.

La Scuola Professionale a SãoBernardo.

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dove si vive bene. Città pacifica, tranquilla. Piena di luce e di verde, di

attività in ogni campo: nell�agricoltura, nell�industria, nei commerci, nel-

lo sport, nella musica, nella cultura. Oggi Imola è conosciuta in Italia e

nel mondo. Tutto ciò è avvenuto grazie alla vitalità e all�intraprendenza

degli imolesi, di tutti gli imolesi. Grazie anche alla piccola grande Sacmi.

Nel mio immaginario di fanciullo vedo la signora Maria sotto i

tigli di viale Crispi, che viene dal lato di porta Mazzini. È pomeriggio. Le

trotterella accanto un bambino della mia età. Si chiama Riccardo. Maria

porta una borsa dentro la quale c�è una macchina per scrivere. Fra poco

entreranno nella porta dell�ufficio dell�officina. Maria batterà per Giulio,

suo marito, qualche lettera o fattura. Ha preso da casa la sua personale,

perché in Cooperativa la macchina per scrivere ancora non c�è. Oggi le

macchine e i computer scriventi del grande complesso industriale della

Sacmi, sparsi in varie località del mondo, sono tanti e parlano con le

lettere e i suoni di lingue diverse.

Prima di congedarmi dai lavoratori della Sacmi e dai lettori desi-

dero ringraziare sinceramente due persone: il Consigliere anziano (Sacmi)

Dante Pirazzini, che è stato il mio braccio destro nella realizzazione di

questo libro e l�amico e collega giornalista Franco Quartieri.

La Sacmi nel sociale...

Altre fonti

FRANCO M., Il re della Repubblica, Baldini & Castoldi, Milano 1997.

SMITH D.M., Storia d�Italia dal 1861 al 1997, Laterza, Bari 1997.

MONTANELLI I. - CERVI M., L�Italia del Novecento, RCS Libri SpA, Milano 1998,

Edizione su licenza di RCS Libri SpA � Superpocket R.L. srl, Milano 1999.

ARBCI.

Centro Italiano di documentazione sulla cooperazione e l�economia sociale di Bologna.

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240

La storia della Sacmi

Così siamo stati, così saremo.

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Il 2 dicembre 1999, all�approssimarsi del Terzo millennio*, la Cooperati-

va celebra l�ottantesimo anno della sua fondazione. Due avvenimenti coincidenti:

uno è quello epocale, l�altro è vissuto non solo all�interno dell�azienda, ma nel

campo ceramico europeo e mondiale, che conosce il cammino compiuto da una

gloriosa affermazione del lavoro cooperativo.

Le date misurano, con il metro convenzionale, i periodi della vita degli

uomini e delle loro creazioni, ci portano individualmente e collettivamente a fare

bilanci.

Ottant�anni, quattro quinti di un secolo, sono per un�azienda un lungo

percorso di vita, di cui l�ultima metà, con riferimento alla Sacmi, registra una

incessante crescita. Nel 1919 in Italia (ma non solo in Italia) si vive una profonda

depressione economica. A Milano Mussolini fonda il primo Fascio di combatti-

mento. Terracini, Togliatti e Gramsci avviano il giornale Ordine Nuovo. Parte

l�Università Cattolica di Milano. A Bologna nasce la Maserati. Si costituiscono

nello stesso anno la Magneti Marelli, la Confindustria e l�Abi (Associazione ban-

caria italiana). Il conte Giuseppe Volpi di Misurata comincia la costruzione del

porto industriale di Marghera.

Il 2 dicembre 1919 è un giorno memorabile verso la fine del decennio più

drammatico del paese e dell�Europa. Dopo vent�anni ne seguirà un altro parimenti

tragico.

È appena terminata la prima guerra mondiale con la sua tragedia di

milioni di morti e di feriti; si apre una fase sociale segnata dalla disoccupazione e

* È sempre in corso una lungadiscussione sull�inizio delmillennio: 1° gennaio 2000oppure 1° gennaio 2001?

Così siamo stati, così saremo...

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242

La storia della Sacmi

dalla povertà, anche se non è dappertutto miseria, per più aree dell�Europa e pure

ad Imola.

Non sono certo grandi prospettive quelle che animano quei nove soci che

danno vita alla Società Anonima Cooperativa Meccanici Imola. Definita

anonima e cooperativa a norma del codice di commercio di allora: anonima

affinché la responsabilità personale sia limitata alle quote sottoscritte, il termine

cooperativa viene strategicamente aggiunto con la significazione � normalmente

non richiesta � di una precisa identità sociale, cioè per sottolineare una convergen-

za e una uguaglianza nel lavoro, idonee ad una mutua azione nell�ambito azien-

dale.

I pionieri cooperatori di Rochdale (Contea del Lancashire in Inghilterra),

75 anni prima, trovano nell�Imola romagnola il terreno fertile per l�affermarsi

della loro idea cooperativa. L�intenzione di quei probi pionieri, che sono anch�essi

un gruppo di poveri tessitori disoccupati, è di attuare il metodo dell�associazione e

il 24 ottobre 1844 costituiscono la società, con capitale di una sterlina per ogni

azione, per �poter prendere in mano i propri affari e conservarli nelle loro mani�.

L�oggetto sociale che è assunto dai nove soci imolesi è la missione di dare

autonomo lavoro riparando aratri agricoli. Una iniziativa che forse ripone speran-

ze anche nel clima di fine anno e rappresenta una speranza per il nuovo.

I nove imolesi sicuramente non sanno, né tanto meno immaginano, di

essere i fondatori della più prestigiosa cooperativa dell�Europa e, per più indicatori

qualitativi, dell�area extra europea.

I traguardi raggiunti, i risultati conseguiti sono stati nel tempo tanto

straordinari quanto eccezionali, ben poco prevedibili, anzi impensabili non solo

dai primi soci, ma da quelli successivi sino agli anni Cinquanta.

Una azienda che è non prima in Europa, né in Italia, per entità comples-

siva di fatturato, ma ora è prima per fatturato/addetto/socio. Non prima per

quantità di dipendenti, ora è prima per l�ammontare di utile per socio e per addet-

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to. È prima per entità di riserve e di cash-flow accumulati per socio e per addetto.

Ancora è prima per entità di capitale proprio per socio e per addetto. È prima

anche perché leader mondiale nella costruzione di macchine e nell�installazione di

impianti per la ceramica e per il packaging.

Ed è infine prima per l�ingentissima quota di patrimonio netto che ogni

socio lascia intatto nelle riserve della Cooperativa. Si tratta di frutti provenienti

dal proprio passato di quaranta o quarantacinque anni di lavoro (oggi poco di

meno), che il socio lascia nel patrimonio della Sacmi.

I valori della Sacmi non sono solo economici, finanziari, produttivi. Que-

sta Cooperativa ha una forte identità sociale che nessun indicatore economico

interno può sufficientemente rappresentare.

Questi valori collettivi e cooperativi non sono unicamente confermati

dall�accumulo sociale degli utili, dal loro sistematico reimpiego in investimenti, in

tecnologia, in formazione del personale, nel training dei clienti italiani e di gran

parte del mondo ceramico e del packaging mondiale, ma dal fatto di avere contri-

buito, forse come in nessun�altra azienda, al successo del cosiddetto made in Italy

nei propri settori di intervento e dall�avere dato una rilevante espansione occupa-

zionale con processi ed evoluzioni di macchine e impianti industriali che coprono

l�intero settore della ceramica, dal sanitario alle piastrelle, al packaging.

Ed è altrettanto incontestabile che, se il comprensorio sassuolese-emiliano

del settore ceramico è tanto rappresentato da costituire il punto più avanzato e

diffuso della ceramica mondiale, lo si deve all�azione di un produttore di presse ed

impianti completi come è stata la Sacmi, dal cui sviluppo di mercato, naturalmen-

te, l�azienda ha tratto a sua volta il principale fattore della propria espansione

internazionale.

Gli autori del successo sono stati le centinaia di soci e lavoratori che si

sono succeduti, così come i tecnici e i dirigenti, a costruire pazientemente e con

coerenza l�affermazione aziendale.

Così siamo stati, così saremo...

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La storia della Sacmi

Due antiche foto della Sacmi rappresentano un piccolo emblema dei passi

compiuti dall�avvio originario.

Una foto, databile forse verso la fine degli anni Trenta, mostra un ca-

mioncino parcheggiato di fronte alla modesta sede con una insegna a bandiera

dove è scritto Cooperativa Meccanici. L�altra ritrae nove soci ed apprendisti; otto

di questi indossano una tuta consunta quasi in modo uguale: il miglior segno di un

comune lavoro e certamente di sacrifici generali.

Nell�impossibilità di ricordare e anche solo di nominare (come doverosa-

mente fa questo volume) tutti i soci che nel tempo sono stati riconosciuti tali,

voglio dire dei loro fiduciari, i presidenti sino al 1940. Luigi Santandrea, che fu il

primo e l�ultimo del periodo antecedente la guerra del 1940 -�45, quindi Tiepolo

Castaldi, Aldo Galassi, Guido Selvatici, Rodolfo Galassi, Aurelio Mingotti (1940

-�44), che poi ho conosciuto nel suo lungo secondo mandato, e il valente Arrigo

Casadio, l�unico dei tecnici Sacmi a diventare presidente.

Ho vissuto (ed è appropriato dire vissuto), dalla metà degli anni Cin-

quanta, la Sacmi e la sua affermazione: le lunghe assemblee, gli accesi dibattiti,

una partecipazione diretta dei soci ai problemi, cosa che non ha confronti con

alcun�altra cooperativa. I soci spesso ostinati nel voler conoscere approfonditamen-

te, pronti a intervenire con la parola sulla base delle loro esperienze dirette, vuoi

nella fabbrica vuoi nei cantieri esterni, ma sempre solidali con l�interesse dell�azienda,

con i valori collettivi intesi sempre come preminenti, quasi mai portatori di interes-

si personali o di singole rivendicazioni.

Ho conosciuto personalmente, da quella data, tutti i soci; ho lavorato con

tutti i presidenti, prima come esperto amministrativo e fiscale, quindi espletando

la funzione di sindaco assieme agli indimenticabili colleghi Elio Pagani e Gino

Marani.

Nel 1955 era presidente Ciro Gasparri. Poi sono venuti i presidenti Am-

leto Scomparcini, Rino Morini, Nerio Cavina e Rodiero Alieri. Quest�ultimo, con

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245

sedici anni di presidenza senza soluzione di continuità, ha uguagliato Aurelio

Mingotti nel suo secondo e più lungo periodo presidenziale. Poi è stato eletto Loret-

to Sullalti.

I presidenti, in verità, si sono dimostrati tutti capaci e saggi. Ora il presi-

dente Demos Baldisserri continua eccellentemente le tradizioni dei predecessori, a

capo di una Società cooperativa che ha sempre più complessi problemi. Chi scrive,

insieme con Gianfranco Santilli e Mauro Billi, ha la responsabilità del Collegio

sindacale di una capogruppo che supera le trenta società collegate, operanti in

tutto il mondo, tra cui, oltre al ricorrente nome della Sacmi Impianti, figurano:

Sacmi Deutschland, Sacmi Iberica, Sacmi Portuguesa, Sacmi Istanbul,

Sacmi Singapore, Sacmi Hong Kong, Sacmi do Brasil, Sacmi de Mexico e

tante altre illustri e affermate società controllate.

Il nostro fermo auspicio è che la capogruppo Sacmi possa dare inizio al

Terzo millennio con il dato emblematico del �tre volte mille�: mille miliardi di

fatturato, mille miliardi e più di capitale e patrimonio proprio, e oltre milleseicento

tra soci e dipendenti.

Non posso, infine, nascondere il grande rammarico di non potere � come

vorrei � ricordare tanti altri soci conosciuti in assemblea e tanti consiglieri e diri-

genti che meriterebbero, più che un rapido ricordo del nome, una menzione per il

lavoro compiuto.

La preparazione tecnica e professionale dei lavoratori della Sacmi, prima

e dopo la liberazione e per lungo tempo, si è avvalsa di un�ottima formazione di

base data dalle scuole tecniche Alberghetti di Imola, che sono state una vera fuci-

na di preparazione per quegli apprendisti che, all�età di 15 e 16 anni, entravano in

Sacmi e dentro questa azienda miglioravano le loro capacità tecniche, accrescendo-

le al punto di divenire ricercati montatori e collaudatori di importanti impianti

stranieri.

Nel tempo, in modo sempre più accentuato, è cresciuta la preparazione

Così siamo stati, così saremo...

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246

La storia della Sacmi

scolastica del personale assunto. È ben lontano il giorno in cui, nel 1958, Aldo

Villa era il primo ingegnere e il primo laureato che entrava in Cooperativa. Ora il

numero dei laureati e dei diplomati pone la Sacmi tra le imprese con il maggior

numero di personale qualificato rispetto ad altre aziende del settore.

Le strutture tecniche e amministrative sono state un fondamentale fattore

costruttivo dell�affermazione dell�azienda ed è ugualmente eccezionale il fatto che

nell�arco di tutta la sua vita e nelle fasi di sviluppo i direttori generali siano stati

solo tre. Tre grandi e prestigiosi direttori, dotati di forte personalità e, fatto comune

e significativo, indiscussi nella loro leadership quali referenti nei confronti dell�as-

semblea dei soci e del Consiglio di amministrazione: quest�ultimo attento nell�eser-

citare solo le proprie prerogative, ma anche vigile quale strumento di garanzia e di

iniziativa per la preminenza delle funzioni che gli spettano come massimo organo

rappresentativo. È da queste tradizioni e da questi valori che hanno preso l�abbrivo

gli amministratori decidendo di dar vita al libro dell�Ottantesimo.

L�attuale Consiglio, eletto il 9 maggio 1998 e del quale fanno parte De-

mos Baldisserri (presidente), Carlo Cortecchia (vice presidente), Dante Pirazzini,

Dino Zanoni (consigliere segretario) e Daniele Marchi, realizza la pubblicazione

di questo volume. È sembrato giusto e opportuno far conoscere pubblicamente la

storia di una grande Cooperativa che ha segnato la vita di Imola e portato il suo

nome a livello mondiale con produzioni industriali di alta tecnologia.

Il primo direttore della Cooperativa è stato Giulio Miceti, che ha avviato

il business della ceramica a cavallo dell�ultima guerra e nel dopo liberazione; quin-

di è subentrato l�indimenticabile ing. Aldo Villa (a ricordo della cui opera nel

settore della ceramica è dedicato un prestigioso premio internazionale), fautore

dell�affermazione mondiale della Sacmi, generoso e infaticabile sino all�ultimo istante

della sua vita lavorativa, spesa interamente per la Cooperativa. Ora il direttore

generale è Giulio Cicognani, degno successore di Villa, che ha saputo sviluppare,

come meglio non si poteva, l�espansione mondiale dell�azienda, consolidandola

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tecnologicamente con l�ausilio di collaboratori competenti e laboriosi. Fra i tanti

altri voglio ricordare il vice direttore generale Valentino Pischedda e i direttori

Giuseppe Cassani, Mauro Morini, Eugenio Emiliani, Francesco Bendanti, Bru-

no Tumidei, Antonio Pasini. Si tratta di un�alta direzione, dirigenti e tecnici tutti

impegnati per la Sacmi, Cooperativa che è ora, come ho ricordato, capogruppo di

altre società operanti in tutto il mondo. Nell�ottantesimo anno della sua fondazio-

ne vanno ricordati pure i massimi dirigenti amministrativi della Sacmi, tra cui

quello di più lungo corso, Benito Benati, e l�attuale vice direttore generale Pisched-

da, che dirige anche le finanze del Gruppo.

Quanto allo sviluppo, occorre programmare ed assicurare una tenuta com-

merciale, economica, produttiva, reddituale, rapportata alla dimensione già rag-

giunta dall�azienda, cioè connessa a ritmi di crescita che mirino alla salvaguardia

di un equilibrio tra espansione commerciale e produzione, tra innovazione e conso-

lidamento produttivo, tra ritmi e quote di vendita ed un adeguato sostegno finan-

ziario.

Un secondo pilastro dell�affermazione della Cooperativa e del suo futuro

è rappresentato dal numero dei soci da ammettere ogni anno. Sino ad ora è preval-

sa una costante, prudente e selettiva linea del numero dei soci ammessi rispetto al

numero di coloro che hanno maturato tempi e preparazione per la domanda di

ammissione. Considerando il crescente numero dei dipendenti, questo problema si

porrà ancora più acutamente nel futuro e richiederà decisioni equilibrate e con-

temporaneamente lungimiranti.

Circa i principi, le idee dei pionieri di Rochdale devono restare codificate

nei cardini cooperativi della Sacmi, sia pure affinati nel tempo e dal tempo, e dalla

specificità della Cooperativa, cioè secondo questi punti: 1) carattere libero e volon-

tario dell�adesione; 2) organizzazione democratica della società, esprimentesi nella

regola del voto pro capite (una testa un voto); 3) gestione di servizio, cioè con

obiettivi assunti dall�impresa in virtù dei quali la Società ha come protagonista e

Così siamo stati, così saremo...

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La storia della Sacmi

fondamento l�attività dei soci e dei lavoratori; 4) distribuzione proporzionale tra i

soci di quelle eccedenze attive di bilancio che sono assegnate dall�assemblea e in

rapporto alla qualità del lavoro svolto con la Cooperativa dal socio stesso; 5)

destinazione di un fondo per dare impulso alla cooperazione e allo sviluppo del-

l�educazione cooperativistica.

Sono i principi che hanno sostanzialmente trovato applicazione negli ot-

tanta anni di vita.

Dall�8 luglio 1996 alla Sacmi vige un sistema di qualità totale. Ciò

significa che la Cooperativa è tra le prime ad avere la Certificazione del Siste-

ma Qualità, secondo le norme UNI EN ISO 9001, in quanto ha messo in atto

procedure pianificate, documentate e condivise al fine di garantire che i propri

prodotti e servizi rispettino standard predefiniti. Lo scopo è di ottenere la soddisfa-

zione del cliente, obiettivo principale di un sistema di qualità aziendale.

La Sacmi è una grande Cooperativa che festeggia il suo passato e che si

prepara al suo futuro nel segno della solidarietà. Perché sa che l�oggi, in una impre-

sa, va visto per il domani, in quanto occorre pensare a quello che verrà dopo per

l�azienda, e contemporaneamente, anzi direi ancor più, per gli uomini che la com-

pongono e la vivono.

Le fondamenta più sicure della Sacmi sono e devono essere i suoi principi,

le sue scelte, i suoi programmi, le sue azioni. Gli uomini che operano nella Sacmi

mettono insieme il loro lavoro e il loro futuro per una intesa verso obiettivi di

condivisa solidarietà.

Armando SartiPresidente del Collegio dei sindaci

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LUIGI SANTANDREA

(1919-1921,1928-1929,1935-1940)

TIEPOLO CASTALDI

(1921-1925)

ALDO GALASSI

(1925-1926, 1932-1934)

GUIDO SELVATICI

(1926-1928, 1929-1932)

ARRIGO CASADIO

(1944-1949)

CIRO GASPARRI

(1949-1955)

AMLETO SCOMPARCINI

(1955-1957)

RODIERO ALIERI

(1979-1995)

LORETTO SULLALTI

(1995-1998)

I PRESIDENTI

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DEMOS BALDISSERRI

(1998)

RODOLFO GALASSI

(1934-1935)

AURELIO MINGOTTI

(1940-1944, 1957-1973)

RINO MORINI

(1973-1977)

NERIO CAVINA

(1977-1979)

I DIRETTORI

GIULIO MICETI

(1919-1958)

ALDO VILLA

(1958-1987)

GIULIO CICOGNANI

(1990)

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La storia della Sacmi

Gli uominidella Cooperativa industriale Sacmi:dai fondatori ai sociche hanno visto nascere il 2000.

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Gli uomini della Cooperativa...

1919Giovanni Bartoli (fondatore)Tiepolo Castaldi (fondatore)

Vincenzo Franceschelli (fondatore)Aldo Galassi (fondatore)

Filiberto Gamberini (fondatore)Paolo Nonni (fondatore)

Armando Panari (fondatore)Luigi Santandrea (fondatore)

Guido Selvatici (fondatore)Giulio Vespignani

1920Augusto Cassani

1922Antonio Gasparri

Giacomo Ravanelli

1923Primo Ermanari

1929Rodolfo Galassi

1930Renato Zappi

1937Arrigo Casadio

Ardì Galassi

1939Aurelio Mingotti

1940Giovanni Ferri

1945Enea CremiDante Dall�OlioCiro GasparriDoriano GolinelliAntonio GolliniGiulio MicetiLuciano SassiRoberto Sgubbi

1946Aurelio Cani

1947Livio AnastasiRino MaraniAmleto ScomparciniSilvio Zanzi

1948Eugenio BassaniGraziano GambettiFulvio Muccinelli

1949Gilberto MelliFrancesco ZaccheriniOriano Zambrini

1950Mario LiveraniTonino Maiardi

1951Giuseppe Cavina

1952Amerio FrasiniPietro Gildeni

I soci

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La storia della Sacmi

1953Nerino Gambetti

1954Giorgio Penazzi

1955Oriano BalducciGiuseppe LandiFranco MasettiAlfiero Salieri

Graziano SentimentiGiancarlo Serantoni

1956Marcello Beltrandi

Dante PasottiRomolo Rambaldi

1957Elvio AnderliniUmberto Suzzi

1958Sanzio Cavalli

Mario GaddoniFernando Venieri

1959Edgardo Borgini

Nerio CavinaWilson Maselli

Rino Morini

1960Alceo Bellosi

Sante BendantiLiliano Bertozzi

Mario CampanaGiovanni Emiliani

Armando FerliniAdriano Gambetti

Walter PelliconiGianni Plata

Marino RemondiniTeano TerziariSauro VoltaAlberto Zappi

1961Leopoldo AlbiRomano DreiLuigi RandiBenito RavagliAldo SassoSerafino Zappi

1962Graziano BertiMario FerliniAugusto GolinelliOrfeo PoliEnrico Spisni

1963Augusto AndrisaniErmindo GioiellieriArcangelo MagriniEugenio MontanariAmleto PirazziniNovarro SgubbiGianni Villa

1964Franco BaldisserriRaimondo FerriAdeano PoliAldo VillaCassiano Zaccherini

1965Sergio BeltrandiPino CalamoscaLodovico GiovanniniLeo MonduzziGiuseppe NanniGiuseppe Tullini

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Gli uomini della Cooperativa...

1966Franco Billi

Vittorio FignaAntonio Foschi

Teo GambettiCelso Gasparri

Aristide GuadagniniRemo Laziali

Alieto SangiorgiEzio Visani

Adriano Volta

1967Renzo Achilli

Antonio Dall�OssoGiovanni LamaFranco Ruggeri

Giuseppe Zanotti

1968Rodiero Alieri

Talevio CastelliStelvio GambettiNerio MingazziniLuciano Mingotti

Aldo ModoniAuro Ramenghi

Gianni Remondini

1969Giorgio Billi

Gian Pasquale BrunoriBruno GnudiAlfredo Landi

Sergio Poggi

1970Benito Benati

Francesco BendantiDivo Gherardi

Natale LandiNevio Lanzoni

Mirco MartignaniGiuliano Pompei

Gian Franco RegoliLuigi SerasiniAurelio TuricchiaZeno ZambriniArmando Zanelli

1971Cesare ArcangeliMario BaruzziGiovanni BenedettiSergio BinazziGian Franco CelatiTonino CornazzaniGiovanni FabbrettiGraziano GambassiArturo LanzoniLuigi MonduzziMauro MoriniPaolo NonniBruno NegriniFranco VeronesiLivio Zanelli

1972Ivano BattilaniNerino BiagiGiuseppe CassaniSergio CremoniniCassiano Di DelfoIvano GentiliniAntonio GulmanelliLoris LandiPierino LoretiIvan MartignaniAndrea MazziniGino NesiUgo PasottiViviano PoliGiuseppe TarabusiEnzo Turicchia

1973Lorenzo BellosiMauro Bertuzzi

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256

La storia della Sacmi

Teano CapraraLivio Dasasso

Giuseppe DonattiniRoberto Favilli

Gian Franco FerriMario GalaminiAntonio GrilliniTonino Mimmi

Giuliano MoraraBruno Morini

Bruno TuricchiaPaolo Visani

Giorgio ZamingaRomano Zanoni

Ennio Zappi

1974Vittorio Albonetti

Lino BordiniMauro Casadio

Carlo CenniAmedeo LanzoniGiuseppe Mazza

Alfredo MirriGian Franco Morara

Iader MorigiAntonio NarvalloRaffaele Nediani

Anzio OntaniAurelio Pedini

Franco PirazziniMichele Ricci Petitoni

Ferdinando SpadoniGianni Zanoni

Bruno Zardi

1975Silvano Giovannini

Renzo GrandiGiancarlo Mingotti

Alberto Tinti

1976Corrado Casini

Pier Ugo GaleatiValentino Pischedda

1977Luciano ContoliVittorio CortecchiaTeresa PasiAugusto TampieriGiorgio VignoliIvo Zardi

1978Renzo AlbiAngelo BarattoniLuciano CarnevaliAngelo ChiariniOrfeo CostaEmilio Dall�AglioDanilo FarolfiAndrea GalvaniWalter GasparriLamberto LoretiFranco TarabusiBruno TumideiGiovanni Villa

1979Demos BaldisserriVittoria BallottaGianni BriniAntonello CatozziAntonio FerrettiArturo FignaLeonella GolliniFranco MingantiGian Battista RavagliGiovanni RavagliaFabrizio RontiniGian Carlo SartoriLoretto SullaltiDino Zanoni

1980Roberto Alvisi

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Gli uomini della Cooperativa...

Giovanni AncaraniLuisa Cavina

Giulio CicognaniMauro Collina

Giuliano ContiGiancarlo Errani

Mauro GeminianiGianni Giovannini

Gian Franco InnocentiLoris MucinelliDonatella Pelà

Dante PirazziniPietro Rivola

Sergio SasdelliFrancesco Verlicchi

1981Giancarlo Bartoli

Dario BeltrandiAlfio Capanelli

Maria Rosa GaianiMarco Giogoli

Vanni GuidiGiandomenico Liverani

Luigi MongardiMario Sabatini

Marco StradaGuglielma Tonini

Gualtiero TottiMarta Violi

1982Giovanni Battista Canettoli

Carlo CortecchiaGian Piero Graziani

Daniele MarchiGiorgio Martignani

Franco SantiCelso Zappi

1983Maurizio BertiBruno Bugani

Ettore Campomori

Ermes FranzoniGiorgio MartiniSauro Scardovi

1984Alessandra BombardiniAugusto BrusaGiuseppe CarnevaliGianni FellettiGiovanni FignaRoberto GiordaniMarco RemondiniTerio TrerèBruno Zauli

1985Benis BertiWalter BuscaroliPaolo MarchiClaudio NegriniStefano Tampieri

1986Eugenio D�AmicoEugenio Maria EmilianiFiliberto FerrariGiuseppe GambettiRoberto GnudiMario RebeggianiEgidio SalvatoriPaolo TuricchiaPaolo Turrini

1987Franco AlvisiRomano BandiniLibero BaronciniNormanno BartoliGiorgio CantoniLuigi FrassinetiErmes GaddoniRenzo MonduzziAntonio PasiniMassimo Puchetti

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La storia della Sacmi

Marco Sozzi

1988Andrea Bassani

Mauro BerantelliCarlo Ceroni

Massimo ContoliGianroberto Desiderio

Giorgio FantiMirco Ferlini

Angela GiordaniMauro MantelliniGabriele Pelliconi

Vittorio Piancastelli

1989Andrea LupiniVasco Mazzanti

Domenico OlivieriMaurizio Visani

1990Fabio Balbi

Ennio BaldisserriDaniele Canettoli

Ferdinando CassaniGiorgio Cattani

Gabriele FerriAlberto LandiAlberto Loreti

Claudio MaraniMauro Masini

Giuliano SantandreaStefano Scardovi

Zeno Zuffa

1991Domenico BambiMassimo Cavalli

Giancarlo GalassiRoberto GuidiMoraldo Masi

Eugenio MingroneBruno Zaccaria

1992Giuliano AiroliDanilo AlbonettiAlfredo BandiniPietro BandiniGilberto BergamiMirco CapraRenzo Di FeliceFabrizio GiorgiPaolo LandiGianni MingantiFiorenzo ParinelloRenzo RocchiSauro Sangiorgi

1993Lucio BaldisserriGino BaronciniPaolo BilliAndrea BrescianiMauro CacciariEnzo CapirossiClaudio CasanovaGiancarlo CavinaPaolo EurelliAndrea FiorentiniStefano FrascariValter LendinariGiuseppe LesceFrancesco MazzacaniMaurizio MazziniGian Luca PratellaGiacomo RondininiStefano TinarelliSilvano ValliMario Zaccherini

1994Federico AngioliVanes BendantiBruno BertoliniMaurizio BorgattiGildo BosiCarlo Campana

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Gli uomini della Cooperativa...

Davide CaratiGiancarlo Cavina

Gianfranco CavinaElisabetta Dall�Olio

Stefano GalliLuca Gambetti

Antonio GolliniDanilo MelandriPaolo MongardiMassimo Nanni

Enrico PasiniMarco Penazzi

Armando PratellaAlberto RomitiGiorgio SaraniGianni Zanelli

1995Pier Ugo Acerbi

Ivano AngeliMauro Baldisserri

Gabriele CortecchiaClaudio Dall�OssoGabriele Dapporto

Tonino FerriPaolo GaddoniDaniele Loreti

Augusto MacchirelliFausto Mingotti

Moreno MonduzziFabio Poli

Marco RossiNicola Venturelli

1996Fabio Alberti

Vezio BernardiAlberto Bianchi

Gabriele BombardiniFrancesco Carati

Tiziano Cortesi

Daniele GiovanniniStefano MonduzziMarco PoggiAndrea PontiMassimo RomoliGino SpitilliDaniele Zauli

1997Marco BendantiRoberto BucchiCorrado CantalupiGianluca CiocchiniGianluca CostaLucio D�AmatoStefano Degli EspostiGiorgio Di PaolantonioGiuliano FabbriFabio FranceschelliGianni GambettiFabrizio GiacomettiMauro GolliniDante ManzoniTito MontefioriAndrea PaganiDavide PaganiniClaudio RicciStefano ScardoviAlfio Zanelli

1998Andrea CassaniGianluca GambettiFabio MongardiFabrizio ZoliRaffaella GhettiAndrea MorozziStefano PaganiMassimo SpazianRaffaele TassoniValter Tontini

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La storia della Sacmi

I Presidenti

Luigi Santandrea(1919-1921, 1928-1929, 1935-1940)

Tiepolo Castaldi(1921-1925)

Aldo Galassi(1925-1926, 1932-1934)

Guido Selvatici(1926-1928, 1929-1932)

Rodolfo Galassi(1934-1935)

Aurelio Mingotti(1940-1944, 1957-1973)

Arrigo Casadio(1944-1949)

Ciro Gasparri(1949-1955)

Amleto Scomparcini(1955-1957)

Rino Morini(1973-1977)

Nerio Cavina(1977-1979)

Rodiero Alieri(1979-1995)

Loretto Sullalti(1995-1998)

Demos Baldisserri(1998- )

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Gli uomini della Cooperativa...

Rodiero AlieriDemos Baldisserri (presidente in carica)

Giovanni BartoliFrancesco Bendanti

Liliano BertozziArrigo Casadio

Augusto CassaniTiepolo Castaldi

Sanzio CavalliNerio Cavina

Carlo Cortecchia (vice presidente in carica)Enea Cremi

Romano DreiPrimo Ermanari

Giovanni FerriArturo Figna

Antonio FoschiAldo Galassi

Rodolfo GalassiFiliberto Gamberini

Nerino GambettiPietro Gildeni

I Consiglieri di amministrazione(compresi: presidenti, consiglieri delegati, vice presidenti e consiglieri consulenti)

Ciro GasparriDoriano GolinelliTonino MaiardiRino MaraniDaniele Marchi (consigliere in carica)Aurelio MingottiLuciano MingottiRino MoriniGiorgio PenazziDante Pirazzini (consigliere in carica)Giacomo RavanelliLuigi SantandreaAmleto ScomparciniGuido SelvaticiRoberto SgubbiEnrico SpisniLoretto SullaltiFrancesco VerlicchiOriano ZambriniDino Zanoni (consigliere in carica)Renato Zappi

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262

La storia della Sacmi

Filippo BalducciAndrea Bandini

Agostino BedeschiBenito Benati

Mauro Billi (sindaco effettivo in carica)Europe Cacciari

Gino CerèArturo Frascali

Giuseppe FrascaliArmando Galanti

Romeo GalliGaetano Gambetti

Antonio GarbesiNullo Gardelli

Eolo LeoniBruno ManaresiAvanti Mancini

Gino MaraniAugusto MartelliRenzo Masolini

I Sindaci effettivi e supplenti

Anselmo MingantiRino MingantiVico MondiniGiorgio NardiElio PaganiNatale PratellaGuglielmo RomitiGiovanni SantandreaBruno SantiGianfranco Santilli (sindaco effettivoin carica)Armando Sarti (presidente del Collegiosindacale in carica)Ettore SiboniAmedeo TabanelliAntonio TavantiGiuseppe Visconti (sindaco suppletivoin carica)Gioacchino ZambriniIllio Zani (sindaco suppletivo in carica)

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263

Gli uomini della Cooperativa...

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Il Consiglio di amministrazione, ilCollegio dei sindaci, la Direzionegenerale e la Vice direzione generale incarica al 1999.

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Indice

L�Italia dopo la guerra 1915-1918. 16

A Imola nasce una cooperativa di meccanici.Ha l�officina in via Manfredi. 22

La dittatura e il poco lavoro. Seconda sede in viale F. Crispi. 32

La Cooperativa costruisce una macchina con il marchio Sacmi.Le bateau largue les voiles. 46

La guerra sciagurata, la liberazione, la ripresa. 60

Spiccano il volo le presse per le fabbriche di ceramica. 72

Nella terza sede, in viale De Amicis, la produzione aumenta.Le macchine per tappi a corona entrano in scena. 86

Miceti lascia la direzione. La Sacmi continua il trend ascendente. 96

Il fenomeno del �Miracolo economico�.Viene acquistato il terreno per la nuova sede, quella attuale. 108

Nella cooperativa ogni socio è imprenditore.Le bizzarrie del mercato. L�Italia è cambiata. 128

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L�economia italiana migliora.L�ing. Villa direttore generale: l�uomo giusto nel momento giusto. 144

Il clima politico-sociale di un�Italia profondamente cambiata.Nel 1999 la Sacmi tiene salda la barra del timone. 164

Gli stabilimenti di Imola. 194

Parlano i �vecchi� della Sacmi. 208

La Sacmi nel sociale, nella cultura, nell�assistenza,nella difesa e conservazione del patrimonio artistico.Il piccolo punto diventa grande, visibile nel mondo. 230

Così siamo stati, così saremo. 240

Gli uomini della Cooperativa industriale Sacmi:dai fondatori ai soci che hanno visto nascere il 2000. 252

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Finito di stampare nel mese di novembre 1999presso la Galeati Industrie Grafiche di Imola