parliamone 13a edizione

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13ª Edizione GRATUITA Mese di Aprile 2009 Pagina 1 FATTI NOTIZIE PENSIERI IMPRESSIONI SPERANZE RIFLESSIONI “Struttura Fantasma”: “Struttura Fantasma”: Qualcosa inizia a muoversi??? Qualcosa inizia a muoversi??? Due furti in 15 giorni a pagina 3... Feste e Tradizioni: San Giuseppe a pagina 6... 3 a Categoria Pol. Bompensiere ’74: La Metamorfosi! a pagina 10... 10° Anniversario F. De André Due mondi a confronto a pagina 11-13…

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Parliamone 13a edizione

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13ª Edizione GRATUITA Mese di Aprile 2009 Pagina 1

FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI

“Struttura Fantasma”: “Struttura Fantasma”: Qualcosa inizia a muoversi???Qualcosa inizia a muoversi???

Due furti in 15 giorni

a pagina 3...

Feste e Tradizioni: San Giuseppe

a pagina 6...

3a Categoria Pol. Bompensiere ’74:

La Metamorfosi!

a pagina 10...

10° Anniversario F. De André Due mondi a confronto

a pagina 11-13…

13ª Edizione GRATUITA Mese di Aprile 2009 Pagina 2

FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI

Torna il giornalino mensile Parliamone. Tanto è suc-successo durante la nostra “pausa di riflessione”, di-verse difficoltà sono state superate e speriamo che non si ripresentino nuovamente. A singhiozzi la no-stra giovane associazione sta decollando e si è prefis-sata di raggiungere diverse attività culturali e ricreati-ve da svolgere nel corso del 2009. In questo numero sono tanti i fatti che meriterebbero di essere raccontati. Per esigenze di redazione abbia-mo messo in luce gli eventi che per importanza abbia-mo ritenuto più rilevanti. Il 2009 per “Parliamone” è l’anno della conferma. Dopo i tre mesi passati dall’inizio dell’anno, i presup-posti forse non sono dei migliori, ci impegneremo al massimo perché si possa correggere questo andazzo

negativo, perché l’attività del giornalino è la prima attività nata dell’associazione Sicilianimando e vo-gliamo che sia l’attività centrale. In questo numero tra gli argomenti centrali ci sarà la festa di San Giuseppe, storicamente molto sentita dalla collettività bompensierina. A raccontarci i parti-colari e il pensiero di organizzatori e protagonisti è andata Katia Capobianco. Altro Argomento centrale di questo numero di Parliamone sono i furti! Parola poco conosciuta nel nostro centro, ma che dopo due episodi in rapida successione pongono al centro della vita paesana il dubbio sulla sicurezza. Come risponde la politica all’istanza di sicurezza e quali sono stati i provvedimenti presi ad oggi. Da un argomento caldo ad uno scottante: la struttura fantasma. Ancora fer-ma, sembra non voler decollare l’attività che era stata prevista con la stipula del contratto quattro anni fa. Vanessa e Fabio ci raccontano, in un intervista al sin-daco, come sta agendo l’amministrazione per sblocca-re l’empasse. Tanta carne sul fuoco. Ma per andare avanti abbiamo bisogno della collaborazione forte di ogni giovane o cittadino che desidera interessarsi alla vita del nostro paese. Non solo la politica dirige la vita sociale del paese, ma sono anche le organizzazioni civili e spon-tanee ad indicare le priorità. Il mio è un messaggio a chiunque voglia tesserarsi all’associazione Siciliani-mando e a tutti coloro che vogliono raccontare le loro esperienze, le loro proposte e i loro dubbi su tutto ciò che riguarda Bompensiere e non solo. La redazione del giornalino Parliamone è completa-mente aperta a nuove leve che vogliono dilettarsi nel-la redazione di articoli o esprimere pensieri che pos-sano costituire momento ricreativo e culturale per o-gni singolo compaesano, residente a Bompensiere o all’ estero. Ricordo a tutti coloro che sono interessati, e non possono comunicare direttamente con i membri dell’associazione, il nostro indirizzo email è [email protected] .

Salvi Virciglio

IN QUESTO NUMERO...

Estratto dal programma dell’associazione

Sicilianimando per il 2009

◊ Organizzazione di mostre d’arte a carattere

locale e non, alla presentazione di testi lettera-ri e a qualsiasi evento di tipo culturale;

◊ Istituire una “Giornata della Solidarietà”, il

cui obiettivo principale sia la raccolta di fondi e contributi da destinare ad associazioni uma-nitarie;

◊ Istituire un concorso a premi, a livello locale,

per i bambini della scuola primaria, invitando-li a realizzare degli elaborati su tematiche spe-cifiche, in collaborazione col personale do-cente;

◊ Organizzare una rassegna musicale invitando

gruppi specializzati in diversi generi musicali;

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L’undici febbraio e il quattro Marzo. Poco più di quin-dici giorni bastano a scuotere le menti dei bompensie-rini a causa di due furti a danno della tabaccheria del paese e dell’area artigianale, che hanno provocato pre-occupazione, ansia anticipatoria che qualcosa di simile possa riaccadere ma soprattutto una sorta di “psicosi del ladro”, una caccia al ladro insomma. Le domande che tutti ci siamo posti in grandi linee sono state: vi sono collegamenti tra due furti? Che fine hanno fatto adesso i ladruncoli arrestati per avere rubato i pannelli solari? E ancora, che ne è stato dei pannelli solari?

Ovviamente non sono un poliziotto né un investigatore però posso lucidarvi attraverso le ultime “news” circa la spinosa questione che attanaglia il nostro paesino. Due dei ladri protagonisti del furto dei pannelli solari di proprietà del Comune di Bompensiere sono stati processati ed arrestati in flagranza di reato. Il terzo, di origine marocchina come i primi due, è stato arrestato in seguito ed attende di essere processato per concorso in tentato furto. I pannelli solari, invece, sono stati sequestrati in quan-to corpo del reato, quindi conservati all’interno di una struttura del Comune, in seguito alla quantificazione dei danni del tentato furto ad opera dei Carabinieri di Montedoro. Mi viene in mente un evento accaduto qualche mese prima che probabilmente potrebbe essere stato un epi-sodio isolato o che forse è riconducibile alla malviven-za aumentata negli ultimi tempi soprattutto a causa della crisi economica mondiale di cui tutti i cittadini

europei sono vittima al momento: mi riferisco al “furto” al quanto strano, quanto imprevedibile, delle grondaie della nostra Chiesa Santissimo Crocifisso avvenuto a novembre. Certo, le nostre possono essere solo ipotesi, seppur razionalmente poste e ben argomentate; solo semplici congetture elaborate, appunto, dall’incomprensione per avvenimenti che ci hanno letteralmente spiazzato e preso alla sprovvista; ovviamente furti e rapine sono sempre esistiti; questi sono stati presenti anche a Bom-pensiere nonostante le sue piccole dimensioni; ciò che mi porta a riflettere è innanzitutto il brevissimo lasso di tempo che intercorre tra tutti questi esempi di mala-vita (se si pensa anche alle rapine nelle tabaccherie dei paesi limitrofi al nostro); ed è ovvio che, non trovando giustificazioni o rimedi efficienti, ognuno di noi cerca di reagire attivamente di fronte al problema: c’è chi comincia a prestare maggiore controllo alla chiusura della serrature della propria abitazione, chi, invece, preferisce non recarsi in luoghi oscuri durante la notte; c’è anche chi, impaurito e preoccupato, trasporta nella realtà ciò che magari era solo frutto di una fantasia. Questi esempi testimoniano una paura collettiva, una psicosi del ladro appunto che ci porta ad ingigantire la situazione già abbastanza tesa. Al riguardo il consiglio comunale tratterà la questione sottoforma di mozione di indirizzo politico-amministrativo dopo la proposta dei consiglieri di maggioranza Diliberto, Losardo e Virciglio, che indi-viduano la soluzione al problema nella richiesta al pre-fetto di un controllo più costante e certosino del terri-torio soprattutto nelle ore notturne. Di fatti - come si legge nel corpo della proposta di delibera - si deve te-nere conto “che i reati venivano realizzati ad un’ora non troppo tarda, tale da poter causare problemi di or-dine pubblico nel caso in cui i malviventi si fossero sentiti scoperti da qualche cittadino che li avesse visti in azione” e si sottolinea “che l’allarme sociale creato da questi fenomeni, sconosciuti o quasi al nostro pic-colo centro, è di notevole rilevanza, soprattutto in un paese dove la maggior parte degli abitanti ha un’età superiore ai 65 anni e spesso vive da sola”.

Maria Diliberto

Foto dei 3 pannelli solari rimasti dopo il furto

FURTI, ARRIVANO ANCHE QUESTI SCONOSCIUTI A BOMPENSIERE?

Due episodi che fanno vacillare la tranquillità del nostro centro.

Episodi sporadici o dobbiamo avere paura?

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A distanza di molti mesi torna con un nuovo episo-

dio la storia della “tanto discussa” STRUTTURA

FANTASMA.

In quest’ultimo periodo il volto del nostro paese ha subito gradevoli trasformazioni. Quello che sicuramente ci siamo chiesti in molti è: lo

scenario che vede come protagonista la struttura fan-

tasma, sia in positivo sia in negativo, c’è stato?

E’ passato più di un anno dall’uscita dell’ultimo arti-colo in cui questa struttura veniva descritta dettaglia-tamente. Come penso ricordate il progetto prevedeva l’apertura di una “CTA (CENTRO PER DISABILI PSICHICI)”

la cui titolare è la ditta ADELINA e il cui rappresen-tante legale è il Dottor Nicoletti.

Tale struttura sarebbe stata impiegata anche e soprat-tutto per creare nuovi posti di lavoro. Per sapere cosa c’è di nuovo adesso, riguardo alla questione “Struttura Fantasma”, ci siamo rivolti al Sindaco del nostro paese, Salvatore Gioacchino Lo-sardo, che con estrema gentilezza ci ha delucidato alcuni aspetti importanti. D. Saprebbe dirci se ci sono delle novità riguardo

alla “Struttura Fantasma”? Se si, quali… R. Io, non appena mi sono insediato assieme all’amministrazione, ho dato un’occhiata a tutti i con-tratti. Riguardo questa struttura, ho esaminato con attenzione proprio il contratto stipulato con questa società (ADELINA) per la realizzazione di una casa per disabili psichici e ho potuto constatare che tale contratto prevedeva delle norme, pena la decadenza, se non venivano rispettate. Una di queste era che en-tro 12 mesi il locatario doveva avere tutti i requisiti necessari per l’apertura ed entro 18 mesi dalla stipula di suddetto contratto la struttura doveva essere effetti-vamente aperta, cosa che non è avvenuta, in quanto erano già trascorsi 3 anni e la struttura era ancora chiusa. Pertanto ho fatto una comunicazione al locatario di-cendogli che in termini contrattuali tale contratto non veniva rispettato. Quindi, sotto il consiglio dell’avvocato Campione, legale del nostro Comune, ho fatto fare un sopralluo-go ai Vigili Urbani, i quali hanno constatato che la struttura non era funzionante e hanno redatto un ver-

bale dicendo che la struttura non era mai stata aperta ( anche se in paese tutti già lo sapevano). A questo punto il nostro legale ci ha consigliato di preparare una comunicazione per il locatario e dando-gli un ulteriore termine: che se entro 60 giorni dalla comunicazione la struttura non veniva aperta si sareb-bero adoperate tutte quelle circostanze per dare inizio allo scioglimento del contratto. Abbiamo dato questo termine, i locatari non si sono fatti sentire e l’apertura della struttura non è avvenuta. Pertanto abbiamo ini-ziato la procedura legale per la rescissione del con-tratto, abbiamo presentato tutto presso il tribunale di Caltanissetta. D. Cosa ne pensate lei e l’amministrazione tutta in

merito all’apertura di questa struttura? R. Per noi l’apertura di questa struttura era di fonda-mentale importanza al fine di creare qualche posto di lavoro. Noi eravamo d’accordo col fatto che essa ve-nisse aperta anche da questa società. Siccome l’intenzione è quella di farla funzionare abbiamo ini-ziato questa procedura legale. D. Come pensate di impiegare questa struttura? R. La nostra idea è quella che se questa società non riuscirà a far niente e quindi ci sarà lo scioglimento del contratto, la vorremmo adoperare come “CASA

LA “STRUTTURA FANTASMA”… ad un anno dalla prima intervista, cosa c’è di nuovo

Il sindaco Salvatore Gioacchino Losardo

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ALBERGO PER ANZIANI”, se è possibile. D. Potremmo sapere, se è possibile, chi si sta occu-

pando di portare avanti questo progetto? R. Il progetto è stata una mia idea, condiviso un po’ da tutta l’amministrazione, sia dalla giunta che da tutti i consiglieri. Anche sondando tra gli abitanti del nostro paesino ho potuto constatare che la realizzazione effettiva di una “Casa Albergo per Anziani” è una cosa gradita, in quanto vi sono diversi anziani che presentano grandi necessità (penso più della CTA). D. A chi verrà affidata la gestione di tale casa? R. Noi, ancora non abbiamo un’idea fissa in merito a chi affidarla in gestione. Se sarà possibile, speriamo di poterla affidare ad una Cooperativa Locale. D. Secondo lei i termini di attuazione di questo

progetto sono a breve scadenza? R. I termini di attuazione di questo progetto dipendo-

no dalla decisione del Tribunale in merito al fatto di dare o no ancora del tempo alla ditta “ADELINA”. Già a Maggio è fissata un’udienza, anche se comun-que il termine ultimo contrattuale è Gennaio 2010. Dato che si tratta di un contratto quinquennale, in poche parole la struttura sarà libera, se non verrà a-perto il CTA a partire da Gennaio 2010, in quanto il contratto scade naturalmente. D. A parere suo potrebbero nascere nuove occa-

sioni di lavoro per i giovani bompensierini? R. Certo, penso che potrebbero nascere nuove occa-sioni di lavoro, come del resto anche la vecchia am-ministrazione, con l’apertura del CTA, voleva susci-tare nuovi posti di lavoro. E quindi per raggiungere tale finalità anche noi ci stiamo adoperando per la costituzione di questa Casa Albergo per Anziani.

Vanessa Calamera

Fabio Marotta

Nella foto la “Struttura Fantasma”

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TRADIZIONE E CONTINUITA’: la Festa del Patriarca S.Giuseppe

E’ sempre molto sentita a Bompensiere la festa del Patriarca S.Giuseppe, celebrata domenica 22 Marzo scorso. Condizioni atmosferiche poco favorevoli non sono riuscite ad ostacolare l’impegno del Comitato organizzativo ed i festeggiamenti si sono protratti per tutta la giornata nonostante l’improvviso abbassa-mento della temperatura. Dal punto di vista prettamente religioso, la solennità del Santo è stata celebrata tra mercoledì 18 e giovedì 19, con i Vespri Solenni e due S.Messe, ma come sempre la comunità bompensierina ha rimandato i festeggiamenti tradizionali alla domenica successiva. Nel primo pomeriggio non poteva mancare la rappre-

sentazione della Sacra Famiglia di Nazareth: i nostri compaesani Jennifer Radduso, nel ruolo della Vergi-ne Maria, Calogero Pace, ormai da diversi anni nei panni del Patriarca, i due angioletti Francesco Galletti e Nuccio Monella e il piccolo Salvatore Monella nel ruolo di Gesù Bambino, sono partiti dalla “purteddra” per una breve processione fino alla Piazza SS.Crocifisso, dove li attendeva la “tavolata” allesti-ta con i piatti della tradizione. Prima della degusta-zione però, le filastrocche dei bambini e la benedizio-ne da parte del nostro Sacerdote. A seguire, l’antico gioco della “rutta di li baccared-

dri”, in cui i nostri ragazzini si sono sfidati nel trova-re svariati premi rompendo con un lungo bastone i vasi di terracotta appesi a un filo. A fine serata, dopo la S.Messa serale, ha avuto luogo la processione della statua del Santo per le vie del paese. L’intera giornata è stata allietata da spari di mortaretti e moschetteria, dal complesso bandistico “Città di Caltanissetta” e da uno spettacolo pirotecnico conclusivo, come di con-suetudine. “La festa così strutturata sembra essere unica nel suo genere”, commenta P.Francesco Novara “Fede, tradi-zione e pietà popolare sono ben armonizzate e danno il senso della festa e della comunione per la comunità bompensierino”. In effetti, ogni anno sono in molti ad accorrere in occasione di questa festività, specialmen-te nostri compaesani residenti altrove, che dichiarano di ritrovare qui serenità, ma anche una grande cura e un particolare interesse nella raffigurazione dell’evento. Il merito va in gran parte al Comitato che si è occu-pato dell’organizzazione, costituito da Paolino Galan-te (presidente), Santo Diliberto e Baldassarre Marot-ta. “Il ringraziamento va al Comune e al Parroco”, dice Santo Diliberto “ma in particolar modo a tutti i bompensierini che hanno partecipato e ai nostri emi-grati”.

Katia Capobianco “La rutta di li baccareddri”

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Erano le 8.30 del mattino, domenica 24 settembre 1994, avevo vent’anni e dissi a mia madre che sarei andata in piazza perché c’era l’autoemoteca dell’AVIS, non ebbe nulla da obiettare, è da allora che dono. In questi anni per cambi di residenza ho cambiato naturalmente associazione, ma ciò che con-ta è che ancora oggi dono. Adesso che vivo in questa realtà dove è presente la FIDAS ADAS, e che sono anche socio Delegato vo-glio fare un appello a chi potrebbe essere un probabi-le donatore/trice, non esitate ad effettuare il controllo pre donazione. Tanti sono i motivi che vi posso elen-care: primo non si è costretti, deve essere il vostro cuore a volerlo; secondo solo se si è in buono stato di salute, tramite analisi tutte gratuite, verrai invitato ad effettuare la donazione; terzo ti liberi di sangue che ormai per te ha svolto la sua funzione, di ossigenazio-ne e di trasporto degli anticorpi, ma che aiuterebbe altre persone come, emofiliaci, malati di cancro, ane-mici, le persone con ustioni, e le persone con patolo-gie al fegato; tutto questo tramite le singole parti di una sostanza che non è fabbricabile in laboratorio. Infatti non si può solo donare il sangue ma le sue componenti quali: piastrine, globuli rossi e bianchi, plasma e immunoglobuline. Vi ricordo che la dona-zione è anonima e gratuita, che ci sono i periodi di astensione tra le varie donazioni, che ormai in quasi tutti i paesi esistono le associazioni (ADAS, AVIS, FRATRES, THALASSA etc.) e negli ospedali le banche del sangue. In una famosa pubblicità di qualche anno fa c’era un

ragazzo che aveva appena donato per un suo amico che necessitava di trasfuzione, mentre stava uscendo un’altra persona gli chiese se avesse donato per Mar-co, ma quest’ultimo non lo conosceva, ciò sta a signi-ficare per me, non aspettate che il sangue servi ad un vostro amico o parente, ma fate finta di non sapere, la religione ci ha insegnato che siamo tutti fratelli e so-relle e, che bisogna aiutarci reciprocamente senza atti di eroismo. Infine vi ricordo che è proprio con l’arrivo della sta-gione estiva che le richieste aumentano soprattutto al sud e al grido di “ Si può dare di più”, vi aspetto sim-bolicamente in ogni associazione presso la quale vi accingerete a varcare la soglia per l’eventuale dona-zione.

Mariateresa Sambataro

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Dai colloqui con genitori il figlio/alunno, talvolta ap-pare un altro, se cambia il punto di osservazione, ed emerge un’immagine nettamente contrapposta a quel-la delineata dall’insegnante. “Suo figlio, in questo periodo, non si impegna e non studia come prima”; “Mio figlio, a casa si comporta come sempre, forse gli argomenti trattati non lo incu-riosiscono e quindi non lo interessano”; “Suo figlio arriva sempre in ritardo e fa troppe assenze”; “Mio figlio esce sempre alla stessa ora per essere puntua-le , sarà colpa di qualche compagno che gli fa perdere tempo”. Di fronte a queste posizioni antitetiche, talvolta, risul-ta difficile avviare un processo collaborativo e l’alunno si ritrova triangolato tra il docente che ”lo vorrebbe partecipe come prima” e la famiglia che lo giustifica e lo protegge riversando ogni colpa o sulla scuola o sul docente. Risulta, certamente inutile arroccarsi su posizioni an-titetiche non giovano all’alunno anzi lo confondono e lo destabilizzano. Il problema sta nella comunicazione e nella ricezione del messaggio, scuola e famiglia devono saper comu-

nicare per attuare gli interventi necessari per la cre-scita dell’alunno/figlio. Per rendere proficuo e costruttivo ogni intervento, è necessario comunicare in presenza dell’alunno che è il solo che può spiegare alle parti le motivazioni del suo comportamento non più soddisfacente e corretto.

Talvolta, la famiglia per l’istinto naturale a protegge-re il proprio figlio cade nell’errore di non voler vede-re i cambiamenti del comportamento per evitare di scoprire qualche problema e non sentirsi in colpa, è più semplice cercare le cause al di fuori del contesto familiare per non mettersi in discussione. La crescita di un individuo, un impegno per la fami-glia e per la scuola, e solo se si attua un processo col-laborativo si può intervenire per portare a termine e con successo il compito più arduo: contribuire alla formazione umana e culturale dell’adulto di domani.

Antonella Diliberto

QUESTIONE DI FEELING

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Il Presidente Ciampi, riferendosi ai piccoli Comuni, ebbe ad affermare: “Siete la spina dorsale della nostra Italia”. È vero! Ma da molti anni vengono anche riconosciute nascenti difficoltà, ed il dibattito porta ad accrescere, nell’opinione pubblica, la coscienza di necessità che uno dei modi per superarle è… l’UNIONE. A tal proposito il sindaco di Tremezzo (piccolo Comu-ne) Mauro Guerra, coordinatore nazionale dei Piccoli Comuni e delle Unioni di Comuni ANCI, è convinto che “se vogliamo offrire concrete opportunità di cre-scita e di sviluppo a questi territori (piccoli Comuni), che amministrano il 55% del Paese occorre innanzitut-to un sistema di norme che tenga conto in modo ade-guato delle loro specificità, un vero ordinamento diffe-renziato che consenta a queste realtà di poter guardare al futuro con maggiore certezza”. Dice a chiare lettere che l’unico modo per superare le difficoltà, “consentendo ai singoli Comuni di salva-guardare la propria identità ma anche di unire le risor-se finanziarie e di personale per migliorare le condi-zioni di vita a livello locale” è proprio la possibilità di mettere “in comune” il governare il territorio uscendo da quelli che sono limiti più campanilistici che territo-riali. Anche Bompensiere, sulla scia di un normativa favo-revole che assegna appositi facilitazioni agli Enti Lo-cali che “si uniscono”, nel settembre 2003 ha aderito a “Terre di Colline” assieme a Delia, Milena, Montedo-ro, Serradifalco. Un nuovo soggetto che ci riguarda da vicino. Ma l’unico effetto esteriore di ricaduta sulla popolazione sembra essere stato il “festival Jazz” che si svolgeva ogni anno (fino al 2007) nel mese di settembre. Per il resto ogni tanto si legge sulle cronache di elezioni di Presidente e componenti vari, nonchè di qualche sca-ramuccia politica con effetti che possono andare nel senso della visione una parziale dei fatti o di una non realistica utilità di questo organismo: danno più l’impressione di spartire qualche gettone di presenza che creare occasioni di sviluppo! Viene da chiedersi come vengono impiegate le risorse all’uopo assegnate da Stato e Regione!

Unione si, unione no? Leggo in uno studio commissio-nato dall’Anci (Associazione nazionale Comuni d’Italia) che una delle difficoltà nell’accettare le unio-ni verrebbe catalogata come “paradigma dell’identità”. Si esterna, cioè, sia nei cittadini che negli amministra-tori, la paura di perdere l’identità e sviluppare un ec-cesso di campanilismo. Altro concetto lo si definisce come “idiosincrasia uni-taria”; le Unioni vengono fatte per necessità senza “una piena convinzione”. E questo vale non solo per gli amministratori ma anche per i cittadini ed i funzio-nari, per la paura di perdere, oltre l’identità, anche “il proprio ruolo, la propria funzione”. Nella stessa ricerca viene evidenziato, altresì, cosa porterebbe di positivo: Un miglioramento qualitativo dei servizi (anche in

rapporto al loro costo);

Una gestione più razionale delle risorse (anche uma-

ne) ed un taglio dei costi;

Un miglioramento qualitativo dei servizi,

Un maggiore potere contrattuale nella richiesta di

contributi allo Stato, alla Regione o all’unione

europea.

Nella nostra “Unione” non mi sembra di avere perce-pito qualcosa che, anche lontanamente, possa avvici-narsi al raggiungimento degli obiettivi sopra indicati! Sono sempre convinto che l’unione fa la forza, ma cre-do che dobbiamo percorre ancora molta strada e supe-rare tantissimi ostacoli per vincere quei preconcetti fuorvianti che basano il loro fondamento sulla presun-ta perdita di identità, magari mascherata, o fomentata, da velati interessi di parte che, magari un allargamento ad altre realtà, non consentirebbe di coltivare. Abitare in un piccolo Comune di 600 abitanti potrebbe essere, anzi è, davvero piacevole oltre che sentimen-talmente valido. Come è piacevole conservare tradi-zioni ed identità. Lo è altrettanto vivere in un sistema di tranquilla (sic!) convivenza, ma i risvolti socio eco-nomici hanno bisogno di altri foraggiamenti per nutri-re quelle esigenze necessarie a consentire di vivere in un sistema di equilibrata dignità!

Totino Saia

PICCOLI COMUNI UNITI CERCASI

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L’anno scorso ci avevano entusiasmato con la loro grinta e il bel gioco. Avevano quasi sfiorato l’obiettivo della promozione, poi sfumata durante l’infausta partita contro il Montedoro. Quest’anno invece, il cammino del Bompensiere nel campionato di terza categoria è stato a dir poco insoddisfacente. I numeri parlano da soli: 15 sconfitte (su 22 partite) di cui 8 consecutive, 49 reti subite (solo 24 realizzate) e ben 2 esoneri. Per analizzare meglio questo andamen-to deludente partirei proprio dalla semifinale dei play-off giocata contro il Montedoro durante lo scorso cam-pionato. Alla fine di quel match il Bompensiere, con la partecipazione fondamentale dell’arbitro Canzirro , ha visto svanire quel sogno chiamato “seconda catego-ria” ed ha subito uno sfoltimento forzato della sua rosa a causa di una maxi-rissa. Partire dunque in un cam-pionato con 7 elementi in meno del calibro di Pippo Anelli, il capitano Davide Difalco, Domenico Giglia, Antonio Alba e il portiere saracinesca Massimiliano Lo Giudice è stato un duro colpo, durissimo. Per circa 15 giornate la squadra guidata inizialmente dal Mister Antonio Mistretta, sostituito successiva-mente da Angelo Alba, nonostante un gioco non sem-pre lineare e fluido è riuscita a galleggiare in maniera più o meno stabile al centro della classifica. Fatale per il morale dei giocatori e della società è stata la sconfit-ta interna contro il Milena. Dopo questa partita sono arrivate ben 5 sconfitte consecutive che hanno piena-mente sottolineato un problema più mentale che quali-tativo. In molti hanno anche sostenuto una tesi che aveva co-

me elemento caratterizzante la sfortuna. E’ vero che nel calcio, come nella vita, il fattore C, ha un peso non indifferente, a volte pure determinate. E’ vero che non siamo interamente arbitri delle nostre azioni ma non siamo neanche interamente in balia delle circostanze. La necessità va addomesticata, la fortuna sfidata; le occasioni vanno colte e modellate, le circostanze pie-gate attivamente a proprio favore. Ed è proprio in occasioni “sfortunate”, come ad esem-pio iniziare un campionato con reparti scoperti a causa di pedine fondamentali mancanti, che la società dove-va contribuire con abilità compensando tali mancanze con opportune sostituzioni. Sostituzioni che ci sono state, ma che non hanno dato il contributo sperato, dunque fallimentari. Un altro elemento che ha contribuito non poco all’andamento negativo sono stati gli allenamenti svolti in maniera superficiale e con poca costanza. L’entusiasmo generale che ha caratterizzato l’inizio della stagione è andato via via scemando avendo come principale conseguenza la riduzione degli incontri tec-nici e tattici. I due allenamenti settimanali si sono tra-sformati in uno ed a volte nessuno. Finalmente dopo le 8 sconfitte consecutive, che hanno contribuito all’esonero del Mister Angelo Alba, negli ultimi due incontri, la squadra Bompensierina guidata da Gustavo Anelli, è riuscita a racimolare 4 punti di-mostrando di saper reagire nonostante il morale pros-simo allo zero. Adesso servirà una forte reazione d’orgoglio da parte dei giocatori e uno sforzo doppio per evitare di con-cludere la stagione all’ultimo posto o comunque nelle zone basse della classifica. Inoltre la società dovrà da subito impegnarsi per orga-nizzare un gruppo solido e ben organizzato che possa affrontare il prossimo campionato con serietà e soprat-tutto voglia di vincere. Naturalmente il presidente Enzo Giglia con i suoi con-siglieri non potranno risolvere tutti i problemi. Il vero contributo, quello che potrebbe portare questa squadra molto in alto, dovrà arrivare dai giocatori che dovran-no sempre aver chiaro in mente che il segreto del suc-cesso non dipende dalle "doti" che uno possiede, ma da come vengono gestite.

Giuseppe Pellitteri

LA METAMORFOSI DEL BOMPENSIERE

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CANTAUTORE, POETA O MUSICISTA? …forse solo un uomo

Pensiero su Fabrizio De André

Fabrizio De André è stato uno dei poeti che maggiormente, nel nostro novecento, è riuscito ad esprimere i suoi più alti pensieri, attraverso le canzoni, sulla vita, sulla natura e sul Dio dell’uomo. Penso che la musica di De André, comunque bellissima con arrangiamenti favo-losi (esempio il famoso concerto con la PFM 1979-1980), è stata tut-tavia soltanto un pretesto per dif-fondere, in modo più veloce e facile e conciliabile con una società che v i v e u n ’ e s a s p e r a n t e e r a dell’informazione, la sua poesia che ha la caratteristica di essere “popolare”: non fugge dal soggetto popolo anzi lo trasforma in materia poetica rendendolo affascinante e denso di una qualche attrattiva. Se Giacomo Leopardi fosse stato co-stretto a vivere la propria esistenza racchiusa in un’epoca in cui la dif-fusione cartacea esistesse solo co-me puro surrogato di un livello di diffusione mediatico, appunto come quello musicale odierno in cui po-chi sono i gruppi e i cantanti che danno veramente peso alle parole, mentre i molti si affidano esclusiva-mente al figurare e alla moda che ne consegue, avrebbe senz’altro adattato “Infinito” ad una chitarra elettrica, ad una batteria e ad una voce greve. Ma qui, adesso, voglio ricordare De André, non solo come musicista o semplice cantautore,

ma come poeta o, ancora, come un lucidissimo e raffinato cantastorie, le cui storie nascondono al loro in-terno un magico mondo, fatto di uomini e donne, di zingari, di assas-sini, di puttane, di soldati, di vecchi alcolizzati, di suicidi per amore, di innamorati, di impiccati, di indiani che vedono rubarsi le loro terre, di matti, di giudici nani, di blasfemi, di malati di cuore, di bombaroli, di anarchia e di Dio e di tanti altri per-sonaggi che

«se non son gigli

son pur sempre figli,

vittime di

questo mondo»

(Fabrizio De André

“La Città Vecchia”).

Storie nelle quali è racchiuso tutto ciò che concerne l’animo umano, senza tralasciare niente o poco e niente. De André ha cantato l’amore; non dell’amore semplice, patetico e scontato e retorico che è caratteristica della maggior parte delle canzoni contemporanee, ma l’amore nelle sue più alte forme: dell’uccidere per amore, del suici-darsi per amore, dell‘amore sacro e dell’amor profano, del piacere di fare l’amore, e della crudeltà mani-

festata di chi non ama contro chi ama. Ricordo con questa pagina questo poeta che l’undici gennaio del 1999 ha perso per sempre la capacità di deliziarci con splendide piccole ed infinite storie di vita e lo faccio de-dicando questo scritto a Fabrizio De André e ai molti che non hanno perso il piacere di ascoltarlo e ria-scoltarlo… e poi di sognare. Vorrei qui riproporre il testo di una canzone di De André, che è stata la prima che ho ascoltato e con la qua-le mi sono innamorato della sua poetica. Con questa canzone si può ben capire come la differenza tra ateismo e religiosità è irrisoria o inesistente, ciò che conta realmente sono i valori, i sentimenti e i buoni propositi, che non devono essere necessariamente ricondotti alla fede ma alla natura umana.

Adriano

Disegno di Fabrizio De André

13ª Edizione GRATUITA Mese di Aprile 2009 Pagina 12

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Non avrai altro Dio, all’infuori di me, spesso mi ha fatto pensare:

genti diverse, venute dall’est dicevan che in fondo era uguale.

Credevano a un altro diverso da te, e non mi hanno fatto del male.

Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio, non nominarlo invano.

Con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena e il suo nome:

ma forse era stanco, forse troppo occupato e non ascoltò il mio dolore.

Ma forse era stanco, forse troppo lontano davvero, lo nominai invano.

Onora il padre. Onora la madre e onora anche il loro bastone,

bacia la mano che ruppe il tuo naso perché le chiedevi un boccone:

quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore.

Quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste. Facile per noi ladroni

entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei loro padroni senza finire legati agli altari

sgozzati come animali. Senza finire legati agli altari

sgozzati come animali.

Il quinto dice “non devi rubare” e forse io l’ho rispettato

vuotando in silenzio, le tasche già gonfie di quelli che avevan rubato.

Ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri, nel nome di Dio.

Ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri, nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri cioè non disperdere il seme.

Feconda una donna ogni volta che l’ami, così sarai uomo di fede:

poi la voglia svanisce ed il figlio rimane e tanti ne uccide la fame.

Io, forse, ho confuso il piacere e l’amore, ma non ho creato dolore.

Il settimo dice “non ammazzare” se del cielo vuoi essere degno.

guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno.

guardate la fine di quel nazareno, e un ladro non muore di meno.

Guardate la fine di quel nazareno, e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza e aiutali a uccidere un uomo.

Lo sanno a memoria il diritto divino e scordano sempre il perdono.

Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore.

Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri, non desiderarne la sposa.

Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa:

nei letti degli altri, già caldi d’amore non ho provato dolore.

L’invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita.

IL TESTAMENTO DI TITO (Fabrizio De André)

13ª Edizione GRATUITA Mese di Aprile 2009 Pagina 13

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Pensiero di Padre Francesco su

“Il testamento di Tito” Proprio come andare a finire nella tana del lupo! II fatto è che ognuno pensa di essere vittima di qualcuno mentre nessuno ammette di essere vittima di se stessi, dei propri pregiudizi, delle personali ed arbitrarie convinzioni. A me pare che la nuova religione del "fai da te" e del "consumismo" non solo pretende di formulare i suoi "credo" e i suoi "comandamenti" ma lo fa addirittura criti-cando il "Credo" e i "Comandamenti" della fede cristiana. Sono le stesse persone che inneggiano ai principi della (libertà, uguaglianza, fratellanza) che finiscono col cadere in contraddizione con parole ed atteggiamenti di vita non in linea coi suddetti principi. A nessuno verrebbe mai in mente di infangare la memoria e la figura di un grande can-tautore come Faber, e non la farò neanch'io, anche perché adesso che non è più tra i vivi, da parte mia c'è il rispetto di una persona defunta che deve riposare in pace, ma da parte di altri mi pare di cogliere, paradossalmente parlando, una corsa a celebrarlo come uno dei tanti santi del laicismo o, peggio ancora, come uno dei tanti dèi dell'ateismo contem-poraneo.

«Nella pietà che non cede al rancore, madre,

ho imparato l'amore!» Usando le stesse parole di Fabrizio De Andrè a conclusio-ne del suo celebre testo musicato "Il testamento di Tito", vorrei esprimere tutto il rispetto per la figura della persona e dell'autore come di uomo in ricerca della Verità che ha saputo interpretare i sentimenti, le domande e le inquietu-dini di Tito (il ladrone pentito secondo una versione apo-crifa di vangelo). È lo stesso De Andrè che, un po' nelle vesti di Tito, lancia un messaggio importante circa il valore

dei sentimenti umani che stanno alla base della capacità per l'uomo di poter amare come Gesù ci ha amati, se si ha fede in Lui. Ed è proprio questo che manca nella vita spiri-tuale di De Andrè: la fede in Dio. Come poter accettare i Comandamenti di Dio senza la fede in Dio? E come poter imparare e dire di amarLo senza osservare i suoi comanda-menti? Desidero concludere questo mio breve intervento con le parole dell'Apostolo Giovanni circa la necessità dell'osservanza dei comandamenti criticati da De Andrè. Vuole essere un monito per tutti a rispettarli innanzitut-to in quanto Parola di Dio donata all'uomo e pertanto

degna di onore e di rispetto:

«Da questo sappiamo d'averlo

(Gesù) conosciuto:

se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: "Lo

conosco "

e non osserva

i suoi comandamenti,

è bugiardo e la verità non è in lui;

ma chi osserva la sua parola,

in lui l'amore di Dio

è veramente perfetto.

Da questo conosciamo

di essere in lui.

Chi dice di dimorare in Cristo,

deve comportarsi come lui

si è comportato». (1 Gv 2, 3-6).

D. Francesco Novara

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PERCHE’ CONTINUARE A VIVERE A BOMPENSIERE Bompensiere, il mio paese natio, è un piccolo comu-ne situato nell’entroterra della Sicilia, in provincia di Caltanissetta; si stratta di un paesino, non proprio fuori mano, ma fuori dalle vie del traffico e, con scarsa viabilità di accesso, che sopravvive grazie ai pensionati, ai lavoratori dipendenti ed alla poca agri-coltura, gestita a carattere familiare. La maggior parte dei “nadurisi”, circa 630 anime, pare che si siano rassegnati alla vita monotona che il paesino offre e, qualcuno, soprattutto le giovani cop-pie pensano che, se non fosse stato per la casa di pro-prietà e per la breve distanza che li porta al proprio posto di lavoro, sicuramente avrebbe cercato un luo-go migliore dove trascorrere i pochi momenti di sva-go e relax che la vita moderna concede. Ma la cosa più inquietante è che le persone, non han-no fatto e, non fanno nulla per potere cambiare il modo di vivere a Bompensiere; sembrano rassegnati, a non si sa cosa, e convinti che ormai il destino non può cambiare il paese. Io ritengo che qualcosa potrebbe essere fatto, anzi andrebbe fatto; prima di tutto eliminare gli odi e le angherie, tra le poche famiglie che, in tempi soprat-tutto elettorali, si sono creati; poi rimboccarsi le ma-niche e lavorare con l’amministrazione, per potere creare quelle condizioni, necessarie, in grado di spezzare la monotonia della vita paesana. Per questo cambiamento, ritengo sia indispensabile che l’amministrazione comunale si avvicini di più ai cit-tadini, promuovendo incontri, discussioni a tema, iniziative ed, accettando i consigli della gente comu-ne, che spesse volte offrono spunti importanti, per programmare e poi attuare le stesse azioni politiche. Purtroppo la “campagna elettorale” ha diviso molte famiglie, ma il danno ancora più grave sta nella ras-

segnazione, che parecchi compaesani hanno sul fatto che la politica, va fatta dalla sola amministrazione eletta e, per questo, delegata ad attuare il program-ma. Politica è vero che significa “direzione della vita pubblica”, ma “democrazia” significa governo del popolo, non solamente per delega, ma attraverso pro-poste che nel corso degli anni e delle varie esigenze, si vanno delineando e, pertanto, necessitano di un’eventuale cambiamento di rotta e di verifica. E’ vero, bisogna crederci, ma il CREDO deve venire da una profonda riflessione e consapevolezza che si può cambiare e migliorare lo stato attuale; per questo voglio riportare un passo del poema epico-drammatico, della plebe meridionale, di Ignazio Silo-ne “Fontamara”, affinché possa suscitare nei compa-esani, la giusta riflessione un immediato cambiamen-to di pensiero e di fatti concreti. “Prima veniva la semina, poi l’insolfatura, poi la mietitura, poi la vendemmia. E poi? La semina, la sarchiatura, la potatura, l’insolfatura, la mietitura, la vendemmia. Sempre la stessa canzone, lo stesso ri-tornello. Sempre. Gli anni passavano, gli anni si ac-cumulavano, i giovani diventavano vecchi, i vecchi morivano, e si seminava, si sarchiava, si insolfava, si mieteva, si vendemmiava. E poi ancora? Di nuovo da capo. Ogni anno come l’anno precedente, ogni sta-gione come la stagione precedente. Nessuno a Fonta-mara ha mai pensato che quell’antico modo di vivere potesse cambiare.” Grazie all’associazione Sicilianimando per avermi dato la possibilità di esprimere pubblicamente il mio pensiero sul giornale PARLIAMONE.

Prof. Giosuè Marotta

La redazione di Parliamone, ritenendo centrale l’attività di commento e di dibattito sui temi più svariati, ha sempre dato la possibilità di po-ter esprimere il proprio parere su questioni cruciali che riguardano la vita del nostro Paese, e non solo. La rubrica “Lettere alla redazio-ne” tuttavia non ha sempre avuto una collocazione ben precisa nella struttura del nostro periodico. Dalla lettera che riportiamo e per i suc-cessivi numeri speriamo di poter sempre avere contributi da inserire in questa utile rubrica. L’e-mail a cui dovete inviare le lettere è:

[email protected]

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Socio della F.I.S.A.R. di Caltanissetta 2008

(Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori)

Ricetta: Polpette di Pane

Procedimento: Mettete in una ciotola il pan grattato, aggiungere il pecorino, un trito di aglio, una presa di sale e pepe. Unite le uova battute e amalgamate il tutto con cura. Con il composto ottenuto, formate delle polpette e friggetele in padella con l‘olio caldo. Quando saranno dorate, sgocciolatele e immergetele nel sugo bollente, leggermente annacquato. Profumate con le foglie di basilico e fate cuocere per 15 minuti.

Ingredienti per 4 persone: 350g di pan grattato 50g di pecorino grattugiato 1 spicchio d’aglio 2 uova 5dl di salsa di pomodoro 1 ciuffo di basilico Olio di semi per friggere Sale e pepe

Ricetta: Polpette di Pane

Procedimento: Pulite i finocchietti, lavateli e lessateli in acqua salata per 20 minuti. Sgocciolateli e tagliuzzateli; poi, insaporiteli in padella con l’olio Battere le uova in una ciotola, aggiungere una presa di sale e pepe, aggiungere le verdure e amalgamare il tutto con cura. Versate, quindi, tutto nella padella e fate rapprendere la frittata; rivoltatela e portate a termine la cottura.

Ingredienti per 4 persone: 6 uova 500g di finocchietto selvatico 3 cucchiai di olio di oliva Sale e pepe

13ª Edizione GRATUITA Mese di Aprile 2009 Pagina 16

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AVVISI E RINGRAZIAMENTI Il giornale è disponibile: al Bar Inglese, al Picchio Rosso, al Bar Roma, al Rivenditore tabacchi Tentazioni, al

Panificio Spiga d’oro, al Market 2000 e alla Posta.

L’impaginazione di questo numero è a cura di Giovanni Diliberto.

Un saluto particolare a tutti gli emigrati che ci seguono sul sito:

http://sicilianimando.blogspot.com

Pronto Intervento (CARABINIERI)…...112

Pubblica Emergenza (POLIZIA)……….113

Emergenza Sanitaria……………….…....118

Vigili del Fuoco……………………….….115

Guardi di Finanza………………………..117

Guardia Medica (notturna e Festiva) ..0934/938158

Farmacia (dr. Sorce)………..……..0934/938090

Comune di Bompensiere..………....0934/938008

Scuola Elementare…..………...…...0934/938146

Scuola Materna…..…..…….………0934/938147

NUMERI UTILI

2 6

4 9

6 3 8

9 6 4

5 7

3 8 7 6

4 1 3

5 2 4

3 7 9

FACILE 1

7 4 9 3

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5 6

7 1 3 9 8

DIFFICILE

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