parte i nella prima parte si delinea il percorso che ha portato la scuola italiana a scegliere la...
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Parte I
• Nella prima parte si delinea il percorso che ha portato la scuola italiana a scegliere la via dell’integrazione scolastica di tutti gli alunni. I punti di riferimento principali sono:
• La Relazione Falcucci
• La Legge 517/77
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Dall’integrazione all’inclusione
Una scuola che è, insieme, accogliente e competente è una
scuola inclusiva
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La ‘via italiana’ all’inclusione ha una lunga storia
Il processo che ha portato la scuola italiana a scegliere la via dell’inclusione può essere letto come un movimento dialettico tra “istituente” (nuove idee, nuove esperienze) ed “istituito” (il quadro normativo consolidato)
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Le tappe della via italiana all’inclusione
• Dalla logica dell’esclusione alla logica della medicalizzazione (fino agli anni Sessanta/Settanta)
• Dalla logica della medicalizzazione alla logica dell’ inserimento (anni Settanta)
• Dalla logica dell’ inserimento alla logica dell’ integrazione, (Relazione Falcucci, Legge 517/77…)
• Dalla logica dell’integrazione alla logica dell’inclusione
• E oggi?
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Dalla ‘Relazione Falcucci’
“Il superamento di qualsiasi forma di emarginazione degli handicappati passa attraverso un nuovo modo di concepire e di attuare la scuola, così da poter veramente accogliere ogni bambino ed ogni adolescente per favorirne lo sviluppo personale.”
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“La frequenza di scuole comuni da parte di bambini handicappati non implica il raggiungimento di mete culturali minime comuni. Lo stesso criterio di valutazione dell’esito scolastico, deve perciò fare riferimento al grado di maturazione raggiunto dall’alunno sia globalmente sia a livello degli apprendimenti realizzati, superando il concetto rigido del voto o della pagella.”
(dalla ‘Relazione Falcucci’)
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“Fondamentale è l’affermazione di un più articolato concetto di apprendimento,
che valorizzi tutte le forme espressive attraverso le quali l’alunno realizza e sviluppa le proprie potenzialità
e che sino ad ora sono stati lasciate prevalentemente in ombra. L’ingresso di nuovi linguaggi nella scuola,
se costituisce infatti un arricchimento per tutti, risulta essenziale per gli alunni
che non rispondono alle richieste di un lavoro formale, in quanto offre oro reali possibilità di azione e di affermazione. Si dovrebbe giungere per questa via ad allargare il concetto di
apprendimento affinché, accanto ai livelli di intelligenza logica-astrattiva,
venga considerata anche l’intelligenza sensorio-motrice e pratica e siano soprattutto tenuti presenti i processi di socializzazione”
(dalla ‘Relazione Falcucci’)
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INDIVIDUALIZZAZIONEE
PERSONALIZZAZIONE
• L’individualizzazione riguarda la definizione degli obiettivi, che vanno commisurati alla possibilità che l’alunno ha di raggiungerli.
• La personalizzazione riguarda i modi di acquisizione degli obiettivi, gli stili di apprendimento, l’utilizzazione che l’alunno fa delle proprie risorse personali.
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1. Una scuola che integra
Perché ci sia integrazione bisogna che la scuola cambi la sua cultura pedagogica e, di conseguenza, la sua organizzazione didattica. La scuola deve diventare - come scuola - competente nell’accoglienza, non agire delegando a gestire le situazioni difficili gli insegnanti specializzati.
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2. Una scuola ‘su misura’
Una organizzazione didattica all’altezza della sfida è caratterizzata da grande flessibilità, perché deve inventare soluzioni adeguate alle diverse esigenze degli alunni.
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3. Una scuola che accompagna
Il significato della valutazione deve essere soprattutto pedagogico, finalizzato ad accompagnare in maniera più pertinente ciascun alunno nel suo percorso di apprendimento.
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4. Una scuola che progetta
Si afferma una nuova idea di programmazione, secondo quanto vanno proponendo le teorie del curricolo. La programmazione di tipo curricolare è elaborata collegialmente, definisce con precisione obiettivi e metodi, non limitandosi ad elencare contenuti, prevede le modalità della verifica e della valutazione, è flessibile, rivedibile in itinere, per quanto possibile individualizzata.
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Qualità, collegialità,corresponsabilità
a) maggior specializzazione degli insegnanti, a partire dalla scuola elementare;b) superamento di un rigido modo di intendere il rapporto dell’insegnante con la classe, nella direzione di una maggior corresponsabilità tra docenti e di una diversificazione anche organizzativa del lavoro didattico (lavoro a ‘classi aperte’, lavoro per gruppi di livello, ecc…); c) presenza nella scuola di nuove figure professionali (dall’insegnante specializzato nel sostegno, agli educatori o dagli assistenti messi a disposizione dagli enti locali, agli operatori dell’equipe medico-psico-pedagogica ..).
LA LEGGE 517/77
1. Superamento della rigidità di un’organizzazione didattica fondata sull’ “unità classe” e sull’insegnante “di classe”
2. Abolizione del voto numerico, sostituito da una valutazione descrittiva e formativa
3. Superamento della concezione individualistica della figura dell’insegnante, in favore di una concezione collegiale, implicante responsabilità condivise
4. Adozione della logica e della metodologia della programmazione curricolare, con attenzione anche al contributo delle famiglie e della realtà sociale
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La “via italiana”all’inclusioneLe finalità:
• Socializzazione, partecipazione e riconoscimento sociale
• Apprendimento, sviluppo di competenze• Massima autonomia possibile,
comportamentale e psicologica• Identità,autostima, personalità• Competenze lavorative • Partecipazione sociale nella vita adulta
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La “via italiana”all’inclusioneLe finalità:
• Arricchimento relazionale, umano e cognitivo per tutti gli alunni
• Collaborazione e sostegno alla famiglia dell’alunno in difficoltà
• Sviluppo professionale delle figure che operano nella scuola e miglioramento dei processi organizzativi
• Crescita culturale diffusa:rispetto delle differenze
Parte II
• La Legge 517 chiede a tutta la scuola di riorganizzarsi e di diventare capace di ‘sostegno’. La ‘funzione sostegno’ è di tutta la scuola. In questa seconda parte si offrono criteri per valutare la qualità inclusiva della scuola
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LA SCUOLA IMPERMEABILEMeccanismi difensivi:
• Gerarchie nette• Rigida separazione dei ruoli• Accettazione condizionata• Individualismo • ‘Neutralità’ ‘Oggettività’• Motivazione estrinseca (voti, bocciature,
ricompense…)• Trasmissione standardizzata del sapere• Netta divisione scuola-extrascuola
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LA SCUOLA ‘POROSA’Modalità di resilienza:
• Disponibilità a mettersi in discussione , a evidenziare le proprie criticità, a rielaborare e riprogettare
• Impegno nel coltivare una dimensione di ricerca che produca innovazione
• Capacità di co-evoluzione e quindi di co-educazione• Cura dei ‘confini’, ricerca dei sentieri che uniscono
(sinapsi), costruzione di ponti (importare-esportare)
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INDEX PER L’INCLUSIONELe tre dimensioni della scuola inclusiva
Creare cultura inclusiva
Pro
durr
e po
litic
he
incl
usiv
e
Sviluppare pratiche
inclusive
A. Creare cultura inclusiva
• COSTRUIRE COMUNITA’
- Alunni nella scuola (ciascuno deve sentirsi il benvenuto)
- Alunni con gli altri alunni (gli alunni si aiutano l’un l’altro)
- Insegnanti con gli altri insegnanti (gli insegnanti collaborano fra loro)
- Insegnanti con gli alunni ( gli insegnanti e gli alunni si trattano con rispetto)
- Insegnanti con le famiglie (c’è collaborazione)
- Insegnanti e dirigente ( c’è reciproca collaborazione)
- La scuola è impegnata a contrastare ogni forma di discriminazione
- L’ambiente (l’ambiente è accogliente: spazi, architetture, elementi di personalizzazione…)
- Sensibilizzazione (la scuola promuove forme di sensibilizzazione che favoriscono la crescita della cultura inclusiva)
B. PRODURRE POLITICHE INCLUSIVE
• Iscrizioni (Sono previste modalità di accoglienza per tutti i nuovi alunni)
• Formazione classi (i criteri adottati rispondono alla esigenza della migliore integrazione possibile)
• Organizzazione delle attività didattiche (sono organizzate in forma flessibile, che consente l’allestimento di varie modalità di insegnamento-apprendimento)
• Progetti/laboratori (la scuola arricchisce la didattica normale con ultriori offerte formative
• Sostegno (Esiste un coordinamento per le attività di sostegno)
• Rapporti con altri soggetti istituzionali (sono coordinati, esistono protocolli di intesa…)
C. SVILUPPARE PRATICHE INCLUSIVE
• Progettazione ( c’è attenzione all’individualizzazione e alla personalizzazione delle proposte)
• Clima di aula (incoraggiamento alla partecipazione, alla iniziativa personale )• Gruppo (viene praticato il lavoro di tipo collaborativo, attraverso varie modalità)• Tecnologie (vengono utilizzate come modalità che integra e potenzia l’azione
dell’insegnante e favorisce la partecipazione e l’apprendimento di tutti)• Sostegno (ogni alunno che presenta delle difficoltà è oggetto di attenzione e viene
coinvolto nella partecipazione dall’insegnante di classe )• Insegnante specializzato (opera in accordo con l’insegnante di classe, lavora con tutti
gli alunni)
Che cosa potremmo osservarenell’organizzazione del contesto?
• SPAZI, ARREDI E MATERIALI• TEMPI• RELAZIONI• PROPOSTE EDUCATIVE
Spazi
• Accessibilità e fruibilità
• Leggibilità, riconoscibilità
• Differenziazione funzionale, varietà e coerenza
• Gradevolezza estetica
• Personalizzazione
• Flessibilità
Tempi
• Continuità e regolarità delle proposte educative
• Prevedibilità e riconoscibilità dello svolgimento temporale delle proposte
• Continuità e gradualità nelle transazioni tra i diversi momenti educativi
• Adeguatezza e personalizzazione della durata delle proposte
Relazioni
• Cura
• Mediazione educativa
• Personalizzazione
• Valorizzazione dei gruppi, cooperazione
• Collaborazione tra i docenti
• Collaborazione tra il personale
Proposte educative
• Intenzionalità
• Significatività
• Organizzazione
• Varietà e coerenza
Parte III
• La Legge 104/92 definisce le regole della ‘presa in carico e dell’accompagnamento’ degli alunni con disabilità. Si evidenziano i compiti dell’azienda sanitaria e quelli della scuola.
segnalazione
DIAGNOSI
NON CERTIFICATIONECERTIFICAZIONE
INSEGNANTE SPECIALIZZATO PER IL SOSTEGNO
La via italiana all’inclusione: la Legge 104/92
LEGGE 104/1992
DIAGNOSI FUNZIONALE
PROFILO
DINAMICO
FUNZIONALE
PIANO EDUCATIVO
INDIVIDUALIZZATO
(PEI)
SCUOLAEQUIPE MEDICA
ITALO FIORIN- SIMONE CONSEGNATI LUMSA UNIVERSITY ROME
LA DIAGNOSI
• Redatta da una equipe medica secondo quanto previsto dalla L. 104/92
• Rilasciata solo su richiesta della famiglia
• La certificazione, che può accompagnare la diagnosi, è necessria per ottenere l’insegnante specializzato nel sostegno
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DUE VOLTE FRANCES
DESCRIZIONE CURATA DAGLI SPECIALISTI
Disordine di sviluppo non identificato.Difficoltà di apprendimento severe.
Epilessia generalizzata, polimorfa, intrattabile.Disordini comunicativi.Autismo.Paralisi cerebrale.Disordini nel movimento.Tono muscolare povero (atassia).
DESCRIZIONE CURATA DALLA FAMIGLIA
• CIAO. Io sono Frances.
• CHI SONO. Sono una bambina di otto anni. Sono una nipote e una cugina. Ma posso anche essere un’amica. Posso essere una compagna (non rivelo mai i segreti).
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DUE VOLTE FRANCES
DIAGNOSI MEDICA
Epilessia generalizzata, polimorfa, intrattabile.Disordini comunicativi.Autismo.Paralisi cerebrale.Disordini nel movimento.Tono muscolare povero (atassia
PRESENTAZIONE DELLA FAMIGLIA
COSE CHE TROVO DIFFICILI.
Capire il linguaggio. Seguire le istruzioni. Percepire il pericolo. Vestirmi da sola. Nutrirmi da sola. Usare i servizi. Controllare
gli attacchi di epilessia. Concentrarmi su quello che non mi interessa. Dormire in ambienti nuovi. Camminare. Capire i sentimenti degli altri. Imparare nuove abilità.
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DUE VOLTE FRANCES
DIAGNOSI MEDICA
Disordine nello sviluppo neurologico
Diagnosi clinica: sindrome di Angelman
Possibile sindrome di Rett atipica
PRESENTAZIONE DELLA FAMIGLIA
MODI CON I QUALI POSSO COMUNICARE CON TE.
Dì il mio nome e guardami quando parli. Prenderò la tua mano per indicarti ciò che voglio. Parla chiaramente. Talvolta indico con gli occhi ciò che voglio.
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DUE VOLTE FRANCES
DIAGNOSI MEDICA
Comportamento sensibile
agli stimoli non verbali.
Disordini generici.
PRESENTAZIONE DELLA FAMIGLIA
MODI CON I QUALI PUOI AIUTARMI. Rendimi partecipe di tutto. Permettimi di muovermi liberamente in un luogo sicuro. Incoraggiami ad aiutare altri bimbi. Non iperproteggermi. Indicami nuove attività. Aiutami a fare le cose che mi piacciono. Aiutami ad avere nuovi amici. Sii creativo! Crea nuove opportunità per me.
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Il profilo dinamicofunzionale
Sintetizzare in modo significativoI risultati della diagnosi funzionale
Definire gli obiettivia lungo termine
Scegliere gli obiettivia medio termine
Definire gli obiettivia breve terminee le sequenze facilitantidi sotto-obiettivi
Il Profilo Dinamico Funzionale
• Viene definito da un gruppo pluridisciplinare( insegnanti, medici, operatori…)
• Indica gli obiettivi di sviluppo
• Costituisce la base del Piano educativo Individualizzato
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Piano Educativo Individualizzato
• E’ un progetto ‘su misura’
• Costituisce la base per il ‘progetto di vita’
• I genitori lo sottoscrivono
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Alunni con bisogni educativi
speciali
Bisogni letti
Attraverso i diversi modelli
DiagnosticiDSM-5ICD-10ICF-CY
Attivazione di risorse
per l’inclusione
PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA
INDIVIDUALIZZATA
DIAGNOSI FUNZIONALE
PROFILO DINAMICO
FUNZIONALE
PROGETTO DI
VITA
ATTIVAZIONE DI STRATEGIEDIDATTICHEINCLUSIVE
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Lo scenario internazionale:la convergenza degli orientamenti
• Approccio per inclusione (in crescita)
• Approccio per distinzione (in diminuzione)
• Approccio misto (prevalente)
Parte IV
• Oggi c’è una maggior consapevolezza della varietà delle situazioni di fragilità presenti nella scuola.
• L’Organizzazione Mondiale della sanità ha individuato una classificazione che distingue, all’interno dell’universo dei Bisogni Educativi Speciali, tre grandi sotto categorie.
• Viene suggerito un nuovo strumento di analisi dei bisogni, l’ICF.
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Lo scenario internazionale:la classificazione dell’OMS
BES
disabilitàD.S.A.
svantaggio
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I bisogni educativi speciali,richiedono interventi di aiuto speciali, ma la loro caratteristica non è di essere qualcosa di ‘altro’ e di collocarsi parallelamente alla esperienza ‘normale’,piuttosto è quella di arricchire di speciale qualità l’esperienza di tutti
UNA ‘SPECIALE’ QUALITA’
I rischi di ‘etichettare’
• La propensione a pensare per ‘etichette’ conduce ad una valutazione riduzionista dei problemi che le persone incontrano
(ad esempio, da uno straniero ci aspettiamo che non sappia la lingua, e non vediamo il fatto che ne parla già una o due e sta imparando una ulteriore)
I rischi di etichettare
• Ci sono persone che presentano un quadro multi-problematico, e il loro comportamento sfugge alle classificazioni precostituite
(ad esempio, un alunno straniero può presentare un disturbo specifico di apprendimento che non viene colto, perché si ritiene che la causa della disfunzionalità sia dovuta alla sua condizione di immigrato)
dai ‘Bisogni Educativi Speciali
agli ‘Ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione’
Siamo ancora troppo dentro un approccio medico
Siamo dentro un approccio sociale e partecipativo
Che cos’è il Sostegno?
<<Ogni attività che accresce la capacità da parte della scuola di rispondere alla diversità degli alunni>>
<< Ogni attività che accresce la capacità della scuola di rispondere alla diversità degli alunni>>
<< Quando l’attività didattica comune viene progettata in modo da promuovere la partecipazione di tutti gli alunni, il bisogno di sostegno individuale diminuisce>>
(T. Booth, M. Ainscow)
Che cosa si intende per “Mediatore”?
<< Immaginiamoci una persona che vuole attraversare un corso d’acqua che separa due sponde, e non vuole bagnarsi: mette dunque i piedi sulle pietre che affiorano.Forse butta una pietra per costruirsi un appoggio che manca. Questi appoggi sono i mediatori, coloro che forniscono un sostegno e che si collegano uno all’altro. Un mediatore è come un semplice sasso su cui appoggiare il piede per andare all’altra riva. L’importante è costruire collegamenti e andare avanti.Se un mediatore non invitasse a quello successivo non sarebbe più tale. Potrebbe trasformarsi in feticcio, in prigione, in sosta forzata, in illusione …>>
(A. Canevaro)
Modelli diagnostici utilizzati prevalentemente
• DSM-5 (quinta versione DSM) La prima versione risale al 1952 (DSM-I) e fu
redatta dall'American Psychiatric Association (APA )
• ICD-10 (decima versione ICD) classificazione internazionale delle malattie e dei
problemi correlati, proposta dall‘ Organizzazione Mondiale della salute (OMS), prima
versione 201
Perchè sarebbe preferibile usare ICF / ICF -CY
Modello di funzionamento/disabilità
Fedele alla complessità dei fenomenie
Sistema di classificazioneOperazionale, transculturale e multilinguistico per
raccogliere informazioni valide e affidabili
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La situazione globale di una persona(il suo “funzionamento”)
Condizioni fisiche (input biologico)
Fattori contestuali (input contestuale)AMBIENTALI PERSONALI
CapacitàATTIVITA’ PERSONALI
Performance
CorpoFunzioni corporeeStrutture corporee
IntegrazioniPartecipazione sociale
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World report on disability (2011)
• È cambiato il paradigma di riferimento sulla disabilità: da caratteristica di un individuo a caratteristica di interazione negativa tra individuo con menomazioni durature e ambiente barriera
• La prevalenza della disabilità è crescente• La disabilità si presenta in modi estremamente differenti• Le persone con disabilità incontrano numerose e diffuse
barriere nell’accesso ai servizi (sanitari, dell’istruzione, del lavoro, dei trasporti, dell’informazione)
• La disabilità caratterizza maggiormente le popolazioni vulnerabli
• Le persone con disabilità tendono a avere peggiori condizioni di salute e peggiori esiti socioeconomici
• Fonte: http://www.who.int/disabilities/world_report/2011/en/index.htmlhttp://www.who.int/disabilities/world_report/2011/en/index.html
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Le raccomandazioni ai governi
• Il rapporto mondiale sulla disabilità rileva che su un bilione di persone che nel mondo sono disabili, 110-190 milioni incontrano significative difficoltà nella loro vita quotidiana.
• Sono numerose le barriere che esse incontrano nella vita: stigma e discriminazione; mancanza di cure adeguate e di riabilitazione trasporti, edifici e informazione inaccessibili.
• Il report raccomanda che i governi provvedano affinchè:
• le persone con disabilità possano accedere a tutti i principali servizi, investano in specifici programmi per quelle persone con disabilità che manifestano particolari necessità,
• adottino una strategia nazionale per contrastare la disabilità
• adottino un piano d’azione.
• Le persone con disabilità dovrebbero essere consultate e coinvolte nella pianificazione e implementazione di queste iniziative.
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La Convenzione, con i suoi 50 articoli, elabora in dettaglio i diritti delle persone con disabilità.
Si occupa, tra l'altro, di diritti civili e politici, accessibilità, partecipazione, diritto all'educazione, alla salute, al lavoro e alla protezione sociale.
La Convenzione riafferma i diritti inalienabili che appartengono a ciascun individuo e che non possono essere negati proprio alla parte più fragile della popolazione
Convenzione sui diritti delle persone con disabilità Convenzione sui diritti delle persone con disabilità
(ONU-New York 13.12.2006(ONU-New York 13.12.2006))
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Principi generali della convenzionePrincipi generali della convenzione
Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone.
La non discriminazione. La piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società. Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità
come parte della diversità umana e dell’umanità stessa. La parità di opportunità. L’accessibilità. La parità tra uomini e donne. Il rispetto dello sviluppo dei minori con disabilità e il rispetto del diritto
dei minori con disabilità a preservare la propria identità.
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La condizione di disabilità
• Secondo la Convenzione quattro sono i fattori dirilievo per la definizione di una condizione didisabilità:
• La presenza di menomazioni durature• Il ruolo dell’ambiente (in quanto barriera)• Il risultato di un’interazione tra persona e
ambiente in termini di restrizione di partecipazione
• La questione dell’eguaglianza
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Ripartiamo dalla definizione di funzionamento e disabilità di ICF
• Disabilità: termine ombrello per menomazioni delle funzioni e delle strutture corporee, limitazioni delle attività e restrizioni della partecipazione.
• Essa indica gli aspetti negativi dell'interazione tra un individuo (con una condizione di salute) e i fattori contestuali di quell'individuo (fattori personali e ambientali)
• Funzionamento: termine ombrello per le funzioni e le strutture corporee, le attività e la partecipazione.
• Esso indica gli aspetti positivi dell'interazione tra un individuo (con una condizione di salute) e i fattori contestuali di quell'individuo (fattori personali e ambientali)
?
?
?
I fattori ambientali e la loro rilevanza
Il contesto (costituito da fattori personali e fattori ambientali) può agire come facilitatore o come barriera
ICF distingue al momento i seguenti fattori ambientali i prodotti e le tecnologie (ad esempio: farmaci, protesi,
ascensori, …) aspetti geografici e territoriali (ad esempio: clima, luce,
densità..) le relazioni di sostegno (ad esempio: familiari, operatori
sanitari, amici, …) gli atteggiamenti (stigma, svalorizzazione, credenze,
convinzioni…) i sistemi, i servizi e le politiche (sanitari, sociali, del lavoro,
dell’istruzione, dei trasporti,..) Non è possibile codificare I fattori personali, che però è
fondamentale descrivere
Dimmi con chi vivi, chi ti segue, in che città vivi, etc… per capire come e grazie/(nonostante) a chi e a che cosa ce la fai/non ce la fai a vivere
e di chi/che cosa hai bisogno per poter vivere
Un’attenta analisi della tipologia, del numero e dell’effetto dei fattori ambientali è fondamentale per distinguere tra ‘funzionamenti’
Questo rende in qualche modo possibile distinguere gli effetti delle ricombinazioni dei fattori ambientali sui funzionamenti
Il progetto personalizzato di intervento agisce sulla tipologia, l’entità e l’effetto dei fattori ambientali già coinvolti (che possono essere sostenuti nel tempo, rimodulati, rimossi) o da introdurre (nel caso in cui manchino del tutto)
FATTORI PERSONALI
• Locus of control
• Stile di attribuzione
• Autostima
• Emotività
• Comportamenti problema
• Motivazione
LOCUS OF CONTROL
CASO BONTA’ DELL’INSEGNANTE
FACILITA’ DEL COMPITO
ME STESSO
Le cose vanno bene/male perché:
CI SI IMPEGNA SI E’ CAPACI/INCAPACI
LE COSE SONO
FACILI/DIFFICILI
PER CAUSE ALEATORIE
Autostima
• Area del successo scolastico• Area della relazionalità• Area familiare• Area corporea• Area emozionale• Area di controllo generale sull’ambiente• Area socio-economica• Area dei valori
Parte V
• Oggi il modello utilizzato dal nostro Paese è ancora valido?
• Quali sono le principali criticità?
• Che cosa sarebbe bene fare?
Un bilancio:ad oltre 30 anni dalla scelta coraggiosa compiuta dall’Italia ci poniamo alcuni
interrogativi:
• In che misura il modello ha effettivamente funzionato?
• La pratica è stata coerente ai principi?
• Le finalità sono state raggiunte?
• Con quale rapporto costi/benefici?
numeri e tipologie
{A} alunni con disabilità certificate sono intorno ai 208.000
{B} alunni con DSA sono circa 350.000
{C}alunni con svantaggi (soprattutto stranieri) si aggirano sui 750 mila (circa il 9% degli alunni della scuola dell’obbligo)Fonti: per A e C Miur; per B ADI
208.000
756.000
350.000
andamento e proiezioni degli alunni con disabilità nel sistema scolastico
italiano Scuole statali e non statali, dall’infanzia alle secondarie di II grado
* Dati provvisori; fonte: Miur e Istat
Proiezioni2013/2025
Su totale alunni
2,32%
alunni 3/18 anni
alunni 6/13 anni
variazione alunni con disabilità
dal 2001/02 al 2010/11 + 49,6 %
*
Il forte incremento di alunni con disturbi dello spettro autistico e pervasivi dello
sviluppo
Fonti: Piemonte: elaborazioni su dati NPI.net; Emilia R: USR
numero di alunni con DPS nelle scuole Del Piemonte e dell’Emilia Romagna
Fonte: Weintraub K, Nature 2011, “Autism count”
1/2500
1/500
1/150
1/250
1/166
1/5000
Negli Stati Uniti i disturbi dello spettro autistico diagnosticati nei bambini in soli 8 anni, dal 2001 al 2009, sono passati da 1 su 250 a 1 su 110.
1/110
Dal 2005/06 al 2011/12 il numero degli alunni con certificazioni di DPS nelle scuole dell’Emilia Romagna è cresciuto di oltre il 67% contro un incremento del totale degli alunni con disabilità del 23%.
1160
694
2097
1700
perché sono aumentati i bisogni educativi speciali?
Migliori accertamenti diagnostici
Mancanza di standard ed eccessiva discrezionalità
Minor resistenza da parte delle famiglie a chiedere il sostegno
Pressioni delle scuole per avere
più insegnanti?
gli insegnanti di sostegno andamento e loro incidenza sul corpo docente
Scuole statali, dall’infanzia alle secondarie di II grado
Fonte: MiurL’integrazione scolastica degli alunni con disabilità – Anticipazione dei dati A.S. 2010/2011
docenti di sostegno. andamento 2000/2011
12,1%sugli ins. totali8%
sugli ins. totali9,7%
sugli ins. totali
10,6%sugli ins. totali
STUDENTI O PERSONE?
I NODI CRITICI:certificazione e procedure formali
• Approccio prevalentemente medico• Eccessiva discrezionalità• Separazione tra chi decide le
certificazioni (ASL) e chi decide l’assegnazione degli insegnanti di sostegno (Amm. Scolastica)
• Rigidità e automatismi delle soluzioni (la certificazione si risolve nell’assegnazione di ore di sostegno)
I NODI CRITICI:insegnanti di sostegno e insegnanti curricolari
• Eccessiva mobilità degli insegnanti di sostegno (43% degli allievi con disabilità cambia uno o più insegnanti di sostegno durante l’anno)
• Posto di sostegno come percorso privilegiato per entrare più rapidamente in ruolo e come ‘base’ per transitare in un posto normale
• Inadeguata formazione e specializzazione degli insegnanti di sostegno (il 32% nel primo ciclo non ha alcuna specializzazione)
• Insegnanti curricolari non coinvolti e privi di una formazione di base indispensabile
I NODI CRITICI:le famiglie
• Le famiglie degli alunni con disabilità non sono guidate nelle pratiche burocratiche
• Forte senso di isolamento, soprattutto per le famiglie appartenenti a gruppi sociali svantaggiati, prive di risorse, di reti relazionali e assistenziali (v.famiglie straniere con figli disabili)
• Le famiglie degli alunni con disabilità non sono formate e corresponsabilizzate nell’elaborazione del progetto di vita dei figli
• E’ necessario promuovere in tutte le famiglie la cultura dell’integrazione e il rispetto della diversità
I NODI CRITICI:i servizi sanitari e sociali
• Differenti filosofie sociali ed operative tra i vari enti
• Fallimento degli accordi di programma tra scuola e servizi sanitari e sociali
• Assenza di coordinamento e responsabilità chiare
I NODI CRITICI:dopo e oltre la scuola
• Scollegamento tra scuola e mondo del lavoro
• Scarsissimi stage e tirocini in azienda o esperienze di alternanza scuola-lavoro
• In Italia, nel 2003 (dati OCSE) solo il 7% dei disabili adulti era occupato contro una media europea del 17%
PROPOSTE
• Abolizione degli effetti scolastici della certificazione e nuove modalità di attribuzione delle risorse
• Evoluzione della figura dell’insegnante di sostegno• Costituzione di un Centro Risorse per l’inclusione• Istituzione di forme di monitoraggio e valutazione
della qualità dell’integrazione• Attivazione di una nuova governance• Avvio di forme di sperimentazione su piccola scala