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Passaggi di tempo Notizie dall'Istituto Comprensivo Statale Fabrizio De André * Maggio 2006 - n. 3 Ci è stato proposto di intervistare un personaggio importante per la nostra scuo- la. Con grande entusiasmo abbiamo accet- tato: avremo incontrato la mitica Dori Ghezzi, moglie di Fabrizio De André, al quale il nostro Istituto Comprensivo è intito- lato. Così martedì 28 marzo, accompagnati dai Professori Leondi e Adami, insieme al Direttore Facciorusso e alla Professoressa Anzani, ci siamo recati a Milano, in Via S.Vittore. Qui ha sede la Fondazione De Andrè. Arrivati, siamo stati accolti da tre membri della Fondazione: la giornalista Elena, aspettando l’arrivo di Dori Ghezzi, ci ha intrattenuti spiegandoci alcune cose sulla Fondazione medesima. Verso le 11.30 è arrivata la “padrona di casa”, ovvero Dori Ghezzi, la quale ci ha fatto strada verso un’altra sala, dove ha avuto inizio l’intervi- sta. Per iniziare le abbiamo fatto delle domande sulla sua carriera artistica. Nonostante la passione per il canto sia nata quando era bambina, la sua carriera da can- tante è cominciata molto più tardi, in quan- to lei non voleva che il canto diventasse una professione. Dori, infatti, non ama il prota- gonismo, e per questo preferisce avere una parte da corista (o cantare in duetto), invece che esibirsi da solista. Da questo si capisce che è una persona abbastanza timida e che si emoziona facilmente. Nonostante lei sia sempre stata una brava cantante, non ha mai scritto i testi delle sue canzoni. Dalle domande sulla carriera, siamo passate a quelle sulla vita privata, chieden- dole di raccontarci la sua vita con Fabrizio. Abbiamo scoperto che si sono incontra- ti per la prima volta ad una manifestazione. Si sono rivisti casualmente in un ristorante e successivamente in una sala di registrazione, dove è avvenuto l’incontro fatale. In seguito le abbiamo fatto delle doman- de riguardanti la Fondazione De Andrè, di cui lei è la presidentessa. Ci ha spiegato che l’idea non è partita da lei, bensì da persone molto vicine a Fabrizio. I maggiori obbiettivi della Fondazione sono: tutelare le opere di Fabrizio e aiutare chi non ha le idee molto chiare su cosa fare in futuro. Negli ultimi cinque anni la Fondazione ha raccolto tutte le informazioni possibili riguardanti la vita di Fabrizio; con queste è poi stato realizzato un libro. Inoltre la Fondazione ha ritenuto necessario avere un sito on-line grazie al quale ci si può iscrivere. Altri modi per iscriversi sono: telefonare o scrivere. Iscrivendosi, si diventa socio soste- nitore, entrando così a far parte della gran- de famiglia. La Fondazione ha sede legale a Genova, perché l’idea è nata proprio lì. Da due anni la Fondazione ha promos- so la concessione di contributi di spese a gio- vani artisti; questi però non sono ancora diventati famosi, in quanto il progetto esiste solo da poco tempo. Un’altra iniziativa importante, è il progetto Axè, progetto del quale il nostro giornale si è occupato nel numero di Dicembre. Il fondatore è Cesare De Florio La Rocca, che Dori conobbe a Firenze durante un incontro con il ministro della cultura brasiliano. La pubblicazione del terzo numero di “Passaggi di tempo” è davvero un evento eccezionale. Io stesso – a maggio scorso – non sapevo ancora se la nostra volontà di offrire agli alunni la possibilità di esprimersi e di rico- noscersi attraverso un mezzo di grande impat- to comunicativo e di enorme valore educativo si sarebbe poi concretizzata. Constatare ora che siamo riusciti a dare continuità al nostro progetto formativo è per noi un motivo di profonda soddisfazione e speriamo davvero che quanti finora ci hanno sostenuto continuino a farlo anche perché essere supportati da aziende che vivono nello stesso territorio in cui vive la scuola e che hanno una forte caratterizzazione familiare aggiunge un pizzico di orgoglio alle nostre motivazioni non solo professionali, ma anche e soprattutto umane. Sapendo che i nostri lettori sono in preva- lenza genitori, alunni, docenti e – mi auguro – rappresentanti di istituzioni locali, costruirò ora una improbabile finzione letteraria che spero mi consenta comunque di dire qualcosa di significativo a persone che simbolicamente rappresentano appunto i nostri lettori. Alla Signora Marinella suggerirei di sfo- gliare il giornale non per cercare il racconto dell’attività svolta nella classe di suo figlio per- ché potrebbe non trovarlo. Troverà invece – in ogni riga, in ogni pagina – i segni inequivoca- bili dell’attenzione e della tensione educativa che la scuola frequentata dal suo bambino dedica a tutti gli alunni. A Piero vorrei semplicemente far notare come spesso accada che siano gli alunni ad insegnare qualcosa ai loro professori ed al loro preside. Il modo in cui stai combattendo la tua silenziosa battaglia quotidiana per strappare alla vita il diritto di essere vissuta mi ha fatto capire tra l’altro che talvolta la scuola è persi- no più importante e potente di quanto dovrebbe essere… Grazie, Piero. Alla professoressa De Andrade dico solo che dal giornale si intravede appena la finezza dell’impegno educativo e didattico che da sempre caratterizza la sua professionalità. Il fatto è che spesso le cose più importanti non sono quelle che si scrivono, ma quelle che non si scrivono perché è difficile scriverle. Si trova- no comunque in giro: soprattutto nelle menti e nei cuori dei suoi alunni e delle sue alunne. Al Sig. Pubblico Amministratore chie- do cortesemente di aver riguardo per il fatto che la scuola è un organismo complesso e delicato che – come i bambini che accoglie – ha bisogno di cure costanti e di particolari attenzioni. Pertanto – prima di ‘tagliare’ risor- se destinate alla vita ed alle attività della scuo- la – pensi se può a tutte le possibili alternati- ve. Si scervelli fino a non poterne più per il mal di testa e si consoli, se serve, sapendo che il dirigente della scuola ha un mal di testa pari al suo. Il Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe Facciorusso EDITORIALE Fabrizio, la Fondazione ed io Intervista a Dori Ghezzi, Presidentessa della Fondazione De André Giovedì 25 maggio e venerdi 26 maggio alle ore 20.30, al Cinema Teatro “De Sica” di Peschiera Borromeo l’Istituto Comprensivo De André, con il patrocinio della Fondazione Fabrizio De André Onlus e la collaborazione dell’Ammini- strazione Comunale, presenta lo spettacolo: Atmosfere. PROGRAMMA Alunni, ex alunni e docenti di tutte le scuole dell’Istituto pre- sentano: Gli uccelli, Andrea, Il cielo d’Irlanda, Ariose previsioni, Gambadilegno a Parigi, La canzone di Marinella, Quello che non ho, The sound of silence, Funiculì funiculà, Le métèque, Sotto questo sole, Khorakhané, Amore che vieni amore che vai, Era de maggio, Vola cigno, Le nuvole, Bridge over the troubled water, Sotto le stelle del Messico. Venerdi 26 maggio avremo l’onore di ospitare un musicista finissimo, amico di Fabrizio De André: Francesco Baccini. Dopo aver incontrato le tante metafore della vita custodite nel fruscio dell’Acqua (2004) o nelle memorie della Terra (2005), abbiamo cercato - così direbbe Fabrizio De André - di “rincorre- re il vento” per catturare qualcuna delle emozioni che vagano nell’Aria. Nascono così le Atmosfere che dipingono “occhi limpi- di come un addio” o sussurrano di un amore che ha il sapore delle “cerase rosse” o raccontano di un contadino che “racco- glieva violette ai bordi del pozzo” o seguono gli uccelli nelle loro “traiettorie impercettibili” che tracciano “codici di geometria esi- stenziale”… Il Dirigente Scolastico - G. Facciorusso Per il sostegno dato allo spettacolo e al nostro giornale “Passaggi di tempo”, si ringraziano gli sponsor Fabricatore, La Galleria, Cooperativa Edificatrice Lavoratori, Trés Jolie, Suema Viaggi e Vacanze. Atmosfere Manifestazione della Scuola al Cinema - Teatro “De Sica” - segue a pagina 2 - Dori Ghezzi insieme ad alunne, docenti e dirigenti dell'Istituto De André

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  • Passaggidi ttempo

    Notizie dall'Istituto Comprensivo Statale Fabrizio De André * Maggio 2006 - n. 3

    Ci è stato proposto di intervistare unpersonaggio importante per la nostra scuo-la. Con grande entusiasmo abbiamo accet-tato: avremo incontrato la mitica DoriGhezzi, moglie di Fabrizio De André, alquale il nostro Istituto Comprensivo è intito-lato. Così martedì 28 marzo, accompagnatidai Professori Leondi e Adami, insieme alDirettore Facciorusso e alla ProfessoressaAnzani, ci siamo recati a Milano, in ViaS.Vittore. Qui ha sede la Fondazione DeAndrè. Arrivati, siamo stati accolti da tremembri della Fondazione: la giornalistaElena, aspettando l’arrivo di Dori Ghezzi, ciha intrattenuti spiegandoci alcune cose sullaFondazione medesima. Verso le 11.30 èarrivata la “padrona di casa”, ovvero DoriGhezzi, la quale ci ha fatto strada versoun’altra sala, dove ha avuto inizio l’intervi-sta.

    Per iniziare le abbiamo fatto delledomande sulla sua carriera artistica.Nonostante la passione per il canto sia nataquando era bambina, la sua carriera da can-tante è cominciata molto più tardi, in quan-to lei non voleva che il canto diventasse unaprofessione. Dori, infatti, non ama il prota-gonismo, e per questo preferisce avere unaparte da corista (o cantare in duetto), inveceche esibirsi da solista. Da questo si capisceche è una persona abbastanza timida e chesi emoziona facilmente. Nonostante lei siasempre stata una brava cantante, non hamai scritto i testi delle sue canzoni.

    Dalle domande sulla carriera, siamopassate a quelle sulla vita privata, chieden-dole di raccontarci la sua vita con Fabrizio.

    Abbiamo scoperto che si sono incontra-

    ti per la prima volta ad una manifestazione.Si sono rivisti casualmente in un ristorante esuccessivamente in una sala di registrazione,dove è avvenuto l’incontro fatale.

    In seguito le abbiamo fatto delle doman-de riguardanti la Fondazione De Andrè, dicui lei è la presidentessa. Ci ha spiegato chel’idea non è partita da lei, bensì da personemolto vicine a Fabrizio. I maggiori obbiettividella Fondazione sono: tutelare le opere diFabrizio e aiutare chi non ha le idee moltochiare su cosa fare in futuro.

    Negli ultimi cinque anni la Fondazioneha raccolto tutte le informazioni possibiliriguardanti la vita di Fabrizio; con queste èpoi stato realizzato un libro. Inoltre laFondazione ha ritenuto necessario avere unsito on-line grazie al quale ci si può iscrivere.

    Altri modi per iscriversi sono: telefonare oscrivere. Iscrivendosi, si diventa socio soste-nitore, entrando così a far parte della gran-de famiglia. La Fondazione ha sede legale aGenova, perché l’idea è nata proprio lì.

    Da due anni la Fondazione ha promos-so la concessione di contributi di spese a gio-vani artisti; questi però non sono ancoradiventati famosi, in quanto il progetto esistesolo da poco tempo. Un’altra iniziativaimportante, è il progetto Axè, progetto delquale il nostro giornale si è occupato nelnumero di Dicembre. Il fondatore è CesareDe Florio La Rocca, che Dori conobbe aFirenze durante un incontro con il ministrodella cultura brasiliano.

    La pubblicazione del terzo numero di“Passaggi di tempo” è davvero un eventoeccezionale. Io stesso – a maggio scorso – nonsapevo ancora se la nostra volontà di offrireagli alunni la possibilità di esprimersi e di rico-noscersi attraverso un mezzo di grande impat-to comunicativo e di enorme valore educativosi sarebbe poi concretizzata.

    Constatare ora che siamo riusciti a darecontinuità al nostro progetto formativo è pernoi un motivo di profonda soddisfazione esperiamo davvero che quanti finora ci hannosostenuto continuino a farlo anche perchéessere supportati da aziende che vivono nellostesso territorio in cui vive la scuola e chehanno una forte caratterizzazione familiareaggiunge un pizzico di orgoglio alle nostremotivazioni non solo professionali, ma anchee soprattutto umane.

    Sapendo che i nostri lettori sono in preva-lenza genitori, alunni, docenti e – mi auguro –rappresentanti di istituzioni locali, costruiròora una improbabile finzione letteraria chespero mi consenta comunque di dire qualcosadi significativo a persone che simbolicamenterappresentano appunto i nostri lettori.

    Alla Signora Marinella suggerirei di sfo-gliare il giornale non per cercare il raccontodell’attività svolta nella classe di suo figlio per-ché potrebbe non trovarlo. Troverà invece – inogni riga, in ogni pagina – i segni inequivoca-bili dell’attenzione e della tensione educativache la scuola frequentata dal suo bambinodedica a tutti gli alunni.

    A Piero vorrei semplicemente far notarecome spesso accada che siano gli alunni adinsegnare qualcosa ai loro professori ed al loropreside. Il modo in cui stai combattendo la tuasilenziosa battaglia quotidiana per strapparealla vita il diritto di essere vissuta mi ha fattocapire tra l’altro che talvolta la scuola è persi-no più importante e potente di quantodovrebbe essere… Grazie, Piero.

    Alla professoressa De Andrade dicosolo che dal giornale si intravede appena lafinezza dell’impegno educativo e didattico cheda sempre caratterizza la sua professionalità. Ilfatto è che spesso le cose più importanti nonsono quelle che si scrivono, ma quelle che nonsi scrivono perché è difficile scriverle. Si trova-no comunque in giro: soprattutto nelle menti enei cuori dei suoi alunni e delle sue alunne.

    Al Sig. Pubblico Amministratore chie-do cortesemente di aver riguardo per il fattoche la scuola è un organismo complesso edelicato che – come i bambini che accoglie –ha bisogno di cure costanti e di particolariattenzioni. Pertanto – prima di ‘tagliare’ risor-se destinate alla vita ed alle attività della scuo-la – pensi se può a tutte le possibili alternati-ve. Si scervelli fino a non poterne più per ilmal di testa e si consoli, se serve, sapendo cheil dirigente della scuola ha un mal di testa parial suo.

    Il DDirigente SScolasticoProf. GGiuseppe FFacciorusso

    EDITORIALEFabrizio, la Fondazione ed ioIntervista a Dori Ghezzi, Presidentessa della Fondazione De André

    Giovedì 25 maggio e venerdi 26 maggio alle ore 20.30, alCinema Teatro “De Sica” di Peschiera Borromeo l’IstitutoComprensivo De André, con il patrocinio della FondazioneFabrizio De André Onlus e la collaborazione dell’Ammini-strazione Comunale, presenta lo spettacolo: Atmosfere.

    PROGRAMMAAlunni, ex alunni e docenti di tutte le scuole dell’Istituto pre-

    sentano: Gli uccelli, Andrea, Il cielo d’Irlanda, Ariose previsioni,Gambadilegno a Parigi, La canzone di Marinella, Quello che nonho, The sound of silence, Funiculì funiculà, Le métèque, Sottoquesto sole, Khorakhané, Amore che vieni amore che vai, Era demaggio, Vola cigno, Le nuvole, Bridge over the troubled water,Sotto le stelle del Messico.

    Venerdi 26 maggio avremo l’onore di ospitare unmusicista finissimo, amico di Fabrizio De André:Francesco Baccini.

    Dopo aver incontrato le tante metafore della vita custoditenel fruscio dell’Acqua (2004) o nelle memorie della Terra (2005),abbiamo cercato - così direbbe Fabrizio De André - di “rincorre-re il vento” per catturare qualcuna delle emozioni che vaganonell’Aria. Nascono così le Atmosfere che dipingono “occhi limpi-di come un addio” o sussurrano di un amore che ha il saporedelle “cerase rosse” o raccontano di un contadino che “racco-glieva violette ai bordi del pozzo” o seguono gli uccelli nelle loro“traiettorie impercettibili” che tracciano “codici di geometria esi-stenziale”…

    Il Dirigente Scolastico - G. FacciorussoPer il sostegno dato allo spettacolo e al nostro giornale

    “Passaggi di tempo”, si ringraziano gli sponsor Fabricatore, LaGalleria, Cooperativa Edificatrice Lavoratori, Trés Jolie, SuemaViaggi e Vacanze.

    AtmosfereManifestazione della Scuola al Cinema - Teatro “De Sica”

    - segue a pagina 2 -

    Dori Ghezzi insieme ad alunne, docenti e dirigenti dell'Istituto De André

  • Il giorno 20 Marzo il corpo volon-tari della protezione civile diPeschiera Borromeo ha tenuto, comefa da qualche anno, un incontro con ibambini della scuola dell’infanzia“Collodi”.

    Dopo aver presentato le loro divi-se e alcuni attrezzi che utilizzano incaso d’incendio o di altro pericolo,hanno creato una sorta di gioco:“Indovina cos’è?”.

    Dentro a grandi scatoloni colora-ti, preparati dalle nostre insegnanti, laprotezione civile ha nascosto alcunioggetti che usa negli interventid’emergenza, e i bambini attraverso iltatto dovevano indovinare cosa fos-sero. Si è trattato di un modo diver-tente per imparare nozioni di grandeutilità, per conoscere queste persone“speciali” e il lavoro che da anni svol-gono sul nostro territorio.

    Passaggi ddi ttempo

    Passaggi di tempo

    La Redazione Laboratorio di Giornalismo

    Classi Prime Medie: Federico Allocco,Mirko Bassanini, Michela Bottura, LauraCornegliani, Gabriele Di Maggio, AndreaMartellone, Giulia Mauri, Michael Murgolo,Chiara Maria Poli, Giulia Rossi, GabrieleThurner, Martina Vincenzi.

    Classi Seconde Medie: Greta Bajni,Katia Barraco, Lara Besostri, JantineCommandeur, Alessandro Fabricatore,Claudia Ferrari, Alice Fiamberti, DeboraMichelini, Mattia Masciadra, ChristineMontemurro, Marta Tarasconi, SusannaSeghizzi.

    Responsabile del giornale: Prof. Sergio LeondiCo-responsabile: Prof. Chiara DurelliCollaboratrice: Prof. Roberta BolzoniTitolare del Laboratorio di Giorna-lismo delle Classi Prime: Prof. ChiaraDurelliTitolare del Laboratorio di Giorna-lismo delle Classi Seconde: Prof.Sergio LeondiFotografie: Prof. Flavio Giacomessi Segreteria di Redazione:Simone Molinelli, Marta Moroni2D “Virgilio”

    Impaginazione : Alessandro Robecchi -Quindicinale 7 Giorni, Sergio LeondiTipografia: Fda Eurostampa SrlTiratura: 5.000 copie

    Istituto Comprensivo Statale “Fabrizio De Andrè”

    via Carlo Goldoni 1, Peschiera Borromeo e-mail: [email protected]

    Fax: 0251650184

    Dirigente ScolasticoProf. Giuseppe Facciorusso

    Tel. Direzione: 025470172 - 025470527Tel. Scuola Media “Virgilio”: 025470797Tel. Scuola Media di San Bovio: 027532831Tel. Elementari Bettola: 025470402Tel. Elementari San Bovio: 027531431Tel. Materne Bettola: 025471076Tel. Materne San Bovio: 027532829

    2 Maggio 2006

    Per alcuni mercoledì consecutivi noi alun-ni delle classi 3F e 3D abbiamo preso parte alrinnovamento del murales che divide labiblioteca dalla mansarda al secondo pianodell’Istituto. Prendendo ispirazione dalleopere dell’artista Keith Haring aderente algraffitismo americano degli anni Sessanta,abbiamo realizzato il nostro murales con colo-ri puri e brillanti, come c’era stato chiestodalla Prof. Katia Calò per vivacizzare l’am-biente. Questa esperienza è stata divertente esiamo felici di essere stati scelti per creareun’opera che rimarrà nella scuola per sempre!

    Hanno partecipato al progetto: Ales-sandro Beranger, Sara Gasperini, GabrielaBucca, Nicolò Visioli, Mariagrazia Chiarolla,Lucrezia Napoli della classe 3 F. Quelli della 3D sono: Jacopo Rossi, Francesca Migliozzi,Francesco Banfi, Jennifer Tufano, ErikaCiancio, Lorenzo Serio, Cristina Vasta, SilviaCiuti.

    Sara GGasperini, AAlessandro BBeranger,Gabriella BBucca - MMedie ““Virgilio”

    I “murales” delle Elementari

    Presso la Scuola elementare di Bettola,già dall’anno scolastico 2001-2002 si era rea-lizzato un murales, in occasione dell’intitola-zione del nostro Istituto a Fabrizio De André.

    Bambini e insegnanti hanno ritenutol’esperienza positiva ed educativamente vali-da, perciò, dopo la ristrutturazione dell’edifi-cio, hanno deciso di ravvivare le pareti del-l’atrio e di alcuni corridoi per rendere piùaccogliente un ambiente scolastico che ospitapiù di 500 bambini. Alcuni docenti con i loroalunni hanno realizzato i bozzetti decidendosoggetti e colori. Successivamente alcunigenitori, sollecitati dal Dirigente Scolastico, sisono resi disponibili per decorare altre pareti.In questo modo la collaborazione scuola-famiglia è divenuta ancora più attiva e con-creta. E la scuola più “colorata” e “allegra”.

    Una scuola più colorata e allegra Nuovi “murales” alle Elementari e alle Medie di Bettola

    Insieme andarono in Brasile, dove leiconobbe i ragazzi che decise di aiutare. Nellanostra intervista non poteva mancare un pare-re di Dori sulla nostra scuola; lei è rimasta col-pita dal fatto che noi giovani sappiamo tantecose su Fabrizio e ne conosciamo testi e can-zoni! Per concludere, solo per voi lettori di“Passaggi di tempo”, una notizia in anteprima:Luisa Vittoria, figlia di Dori Ghezzi e diFabrizio, ha inciso il suo primo disco, in uscitatra il mese di aprile e quello di maggio!

    Katia BBarraco, JJantine CCommandeur,Marta TTarasconi 22D ““Virgilio”

    - segue dalla prima pagina -

    La protezione civile "tra i banchi di scuola"

    I volontari incontrano gli alunni della "Collodi"Grazie Prof. Quetti!

    Dopo ben 33 anni di insegnamento,verifiche e interrogazioni, la professoressaDiana Quetti ha deciso di lasciarci e diandare in pensione. Pur nella sua severità,è sempre stata ed è un’ottima e stimataDocente, che viene e verrà ricordata da tuttii suoi alunni. I suoi insegnamenti non solosono stati utili per la nostra preparazionescolastica, ma ci hanno aiutato anche a cre-scere e a diventare più maturi. Quindi noi,parlando a nome di tutta la 2ªC, possiamodirle solo una cosa: GRAZIE DI TUTTO,PROF!!!

    Greta BBajni, CClaudia FFerrari, Alice FFiamberti - 22C ““Virgilio”

    Dorie Fabrizio

  • Quest’anno nella scuola dell’infanzia“Antichi fontanili” di San Bovio tutti i bambi-ni di 5 anni hanno partecipato al progetto“Teatroemozione”. L’idea di fondo di questoprogetto è stata quella di costruire un percor-so che consentisse ai bambini di vivereun’esperienza teatrale, partendo dal bambinostesso e dalla teatralità spontanea che egli è ingrado di esprimere naturalmente.

    Questa teatralità “istintiva” è stata valoriz-zata ed arricchita, anche grazie alla guida edai suggerimenti degli insegnanti, utilizzando“la grammatica espressiva” propria del teatro(i personaggi, le storie, le luci…). In quest’ot-tica la tecnica teatrale è stata al servizio del-l’invenzione, così come le regole del linguag-gio sono state al servizio del senso del discor-so, dando vita ad un teatro “a misura di bam-bino”. Fondamentali sono stati l’approccio deibambini al gioco di finzione, le strategie

    messe in atto, il rapporto creato con la realtà,il piacere provato e lo spessore emotivo di ciòche hanno vissuto.

    L’ultima parte di questo progetto, che si èsvolto da novembre ad aprile, ha portato ibambini a scoprire due elementi teatrali: laluce ed il buio.

    La prima scoperta fondamentale è statache

    “SE C’E’ LUCE (“di lampadina, di cande-la, di sole, di fuoco, di torcia, ecc….”)

    NON C’E’ BUIOE SE C’E’ BUIO (“che fa un po’ paura…”)NON C’E’ LUCE”La signora Luce ed il Signor Buio, infatti,

    non sono amici e non giocano insieme, mac’è qualcuno che è amico di tutti e due …OMBRA !!!! Infatti, Ombra per farsi vedere habisogno sia di Luce sia di Buio (“ombra è unpezzo di Buio”) ed è amica di entrambi. Ma

    Ombra si muove, si sposta, non si può tocca-re, così abbiamo dovuto trovare un modo di“catturarla”, di farcela amica per farci accom-pagnare a giocare, senza paura, anche nelbuio.

    In piccoli gruppi siamo andati in atelier dipittura, che per l’occasione era stato oscuratoe dotato di un faro, e quando si è acceso ilfaro sono comparse le ombre, che si vedeva-no benissimo sui fogli bianchi appesi almuro… Allora a coppie le abbiamo catturate:un bambino si metteva davanti al foglio e l’al-tro ne catturava l’ombra con un pennarello.Alla fine ognuno riempiva di nero la propriasagoma, mentre una musica di sottofondocreava un’atmosfera rilassante, ed ecco quisotto il risultato …

    Lara NNicoletta - SScuola ddell’Infanzia“Antichi ffontanili” ddi SSan BBovio

    “I giovani per i giovani”, è il titolo di unamanifestazione svoltasi al Forum di Assago il31 marzo 2006: una giornata di sport inte-ramente dedicata ai disabili, a cui le classiprime della scuola media hanno partecipa-to come pubblico, insieme ad alunni dellescuole elementari, medie e superiori diMilano e provincia.

    Si è trattato di una serie di gare e dimo-strazioni che hanno avuto lo scopo dimostrare l’enorme forza di volontà e la pas-sione che i disabili impiegano per concretiz-zare il sogno di continuare a praticare glisport preferiti, nonostante le difficoltà che ladisabilità può comportare.

    Le gare sono state aperte da una inte-ressante dimostrazione delle tecniche diaddestramento di cani per non vedenti.Subito dopo abbiamo osservato uno sportdecisamente insolito e poco noto, il torball,praticato da non vedenti. Si pratica da duesquadre, ciascuna composta da tre giocato-ri; lo scopo è fare goal nella porta avversa-ria; la palla sonora non deve colpire nel suotragitto delle corde che sono tese a metà delcampo, a cui sono fissati dei sonagli.Fondamentale da parte del pubblico è ilsilenzio, che si può rompere in grida di gioiasolo in caso di goal per esultare insieme aigiocatori.

    E’ stata poi la volta della ginnastica rit-mica, presentata da un gruppo di ginnasteaffette dalla sindrome di down, che hannoballato utilizzando i vari attrezzi previsti daquesta disciplina (palla, nastro, cerchio).

    Molto avvincente il proseguimento dellamattinata con una partita di basket tra atletiin carrozzella; identiche le regole e affasci-nante l’agilità con cui si muovevano sulcampo; qualche brivido per le cadute, maidentiche le emozioni di una qualsiasi parti-ta, dato l’entusiasmo e la bravura dei gioca-tori. La manifestazione si è conclusa conuna partita di calcetto tra due squadre com-poste da ragazzi affetti da sindrome di downo da problemi di natura psichica; il match èstato molto combattuto e si è concluso inparità, tanto che si è dovuti ricorrere ai calcidi rigore. Il pubblico è stato molto caloroso,ha incitato gli atleti con cori, applausi e stri-scioni di incoraggiamento; si è trattato diun’esperienza molto significativa che hadato l’opportunità di riflettere sul valoredello sport e sulla disabilità non come unlimite, ma come una marcia in più peraffrontare le sfide della vita.

    Gabriele TThurner - 11 DD ““Virgilio”

    Passaggi ddi ttempo3Maggio 2006

    “Signore e signori, teatro!” La luce e il buio nell'esperienza teatrale dei piccoli alunni di San Bovio

    I giovani per i giovani:

    disabili e sportLe classi prime hanno assistito alla 26ª edizionedella manifestazione

    assunta alla scuolaelementare di Bettola,dove tuttora prestaservizio, ha lavoratonelle scuole diMezzate, S.Bovio,Zelo Foramagno ealla scuola materna diBettola.

    Con i suoi colle-ghi si trova bene; delDirettore dice che èuna brava persona eche fra tutti quelli cheha avuto precedente-mente, lui è il miglio-re. La signoraAntonietta svolge dueturni settimanali condifferenti orari; ama molto il suo lavoro equello che più la rende felice è stare in mezzoai ragazzi, a cui è molto legata.

    Per quanto riguarda la sua vita privata, èsposata e ha un figlio maschio ormai adulto.E’ nata nel 1946 ad Aquino, provincia diFrosinone, in Ciociaria. Purtroppo è rimastaorfana all’età di due anni. Ai suoi tempi,quando andava a scuola, c’erano diverseregole, che ora fortunatamente non ci sonopiù: i maschi e le femmine erano in classidiverse, i professori erano più severi e perparlare fra di loro i ragazzi dovevano farlo dinascosto, portavano un grembiule nero, conun fiocchetto blu e il colletto bianco.

    Terminata la scuola, Antonietta andavasempre a ricamare e cucire dalle suore; ha

    realizzato anche delle bambole di pezza con icapelli fatti con i filamenti delle pannocchie digranoturco. L’età per lei meglio vissuta è stataquella adolescenziale.

    Ama molto viaggiare e ha visitato diversiluoghi nei quali si trovano siti archeologici;infatti sin da piccola tra le diverse materie distudio, preferiva la storia. Se ne avesse avutole possibilità, da giovane le sarebbe piaciutofare delle immersioni subacquee, visto che èamante del nuoto. Ci ha detto infine che tuttii lavori che ha svolto e, in particolare quelloda bidella, le sono piaciuti molto e si ritienesoddisfatta.

    Debora MMichelini, LLara BBesostri - 22C;Susanna SSeghizzi - 22F ““Virgilio”

    La mia vita e il lavoroIntervista ad Antonietta Dibranco, prossima pensionata

    L’intervistata è Antonietta Dibranco. E’una bidella, o meglio una collaboratrice sco-lastica della scuola elementare. Prima di farequesto mestiere lavorava alla Vortice, unaditta di elettrodomestici, nella quale si trovavabene e di cui conserva un buon ricordo. Dopoessersi licenziata per problemi familiari, halavorato per alcuni anni alla Droguet, comeresponsabile di addobbi natalizi, fino a chel’azienda non chiuse.

    Alla nostra scuola cominciò a prestare ser-vizio come “inserviente” della mensa scolasti-ca, successivamente divenne bidella; l’annoprossimo andrà in pensione. Prima di essere

    Via DDue GGiugno, 22-44 - 220068 PPeschiera BBorromeo ((Mi)Tel. 002.51.65.03.67 - 002.55.30.15.11 - 002.55.30.34.92

    fax 002.55.30.15.29 - [email protected]

    SOCIETA' COOPERATIVA A.R.L. FONDATA NEL 1952

  • Per una scuola che ha scelto di intitolarsial grande Fabrizio De André, l’educazionemusicale svolge un ruolo di primissimopiano, prestando un’attenzione particolare aitesti abbinati alle note. Non a caso, da noianche i corsi pomeridiani di musica riscuoto-no un successo straordinario: ogni settimanasvariate decine di ragazzi si divertono con lateoria e l’esercizio musicale, imparano a suo-nare gli strumenti più diversi, dalla chitarra

    alla batteria, dalle tastiere al flauto, così comesono portati a riflettere sulle “parole” dellevarie opere e canzoni esaminate.

    Con cadenza periodica, le conoscenzeapprese trovano poi spazio in applauditisaggi, concerti e manifestazioni pubbliche. Inquesta “disciplina” il nostro IstitutoComprensivo ha ormai raggiunto un livello dibravura tale, che a mio parere potrebbe can-didarsi ad ottenere la qualifica di scuola “asperimentazione musicale”, ufficialmentericonosciuta dal Ministero dell’Istruzione.

    Frattanto, come s’è detto, la Scuola svi-luppa sempre più intensamente un progettoeducativo e didattico incentrato sulla musica:ad esserne coinvolti non sono soltanto i pro-fessori della relativa materia e i loro alunni,corsisti e non, bensì l’insieme dei Docenti,ugualmente “contagiati”, sia quelli diMatematica che di Lettere, di Religione e diArte, su su fino… al Dirigente, ai quali siaffiancano spesso e volentieri molti genitori

    degli allievi, pronti a cimentarsi nel bel cantoe nell’uso degli strumenti.

    Ultima occasione, in ordine cronologico,il “Concerto di Primavera” del 31 marzoscorso all’Auditorium della Media Virgilio.

    Ospiti graditissimi i titolari di Très Jolie,La Galleria, Cooperativa EdificatriceLavoratori, Suema Viaggi e Vacanze,Fabricatore, che generosamente sponsorizza-no le nostre iniziative, compresa la stampa diquesto giornale.

    Sul palco, stavolta, soprattutto il “corpo

    docente” (preceduto dalla registrazione de Ilsuonatore Jones di De André, secondo la ver-sione dei nostri alunni delle Medie). Infine,ecco dunque i Professori Roberta Bolzoni alpianoforte per due intensi pezzi di Chopin, iltrio Gianpaolo Adami al piano, GiuseppeMesiano al clarinetto, Luca Pratissoli al vio-loncello per altri due brani di Bruch; a segui-re “Là ci darem la mano”, famosissima ariatratta dal Don Giovanni di Mozart, con AnnaMaria Donniacuo soprano, e il maritoAlessandro Stringa baritono.

    Standing ovation per l’esecuzione dellaSonata opera 28 n. 3 di Serghej Prokofiev, daparte di un virtuosissimo Peppe Chiarella:semplicemente strepitoso! Sempre in omag-gio al corrente anno mozartiano, l’Ave verumK 618 del neonato coro “Fuori Registro” (si faper dire, celiando: in realtà i componentisembrano professionisti ultrasperimentati)diretto da Lucia Olivieri e animato da unaventina di voci “docenti”, in primis quelladella Vice-Preside Rossella Nunziata.

    Il successivo intervallo è stata riservatoalla premiazione del virgiliano alunnoGiuseppe Lovarelli, il primo, in così giovaneetà, nell’intera Lombardia, ad avere acquisi-to la Patente Europea del Computer (ECDL).

    La seconda parte del concerto ha vistorisuonare le note ritmiche e accattivanti diBolling, Triple bass boogie, nell’interpretazio-ne al pianoforte di Roberto Acciuffi; eppoitrittico jazz, con la voce stupefacente e sinco-pata dell’alunna Francesca Migliozzi (3DVirgilio), l’eclettico Peppe Chiarella alle tastie-re, Marco Castiglione basso, Luigi Cozzi bat-teria. Dulcis in fundo il “botto finale”: ilDirigente Scolastico Giuseppe Facciorusso harecitato e “intonato” la recentissima In ondadi Francesco De Gregori.

    In conclusione: una piacevolissima sera-ta, che ha reso ancor più evidente che chistudia e lavora all’Istituto De André si senteparte di una grande famiglia, sempre piùaffiatata e unita, rinsaldata dall’amore per lamusica e per le emozioni che solo essa saregalarci.

    Nel nome di Fabrizio De André, cantauto-re e poeta, nostro ideale “maestro”.

    Prof. SSergio LLeondi

    Istituto Fabrizio De André: quando la musica unisce

    Passaggi ddi ttempo 4 Maggio 2006

    Nel Concerto di Primavera protagonisti soprattutto i Docenti

    Il coro dei docenti esegue l'Ave Verum di Mozart

    Mercoledì 29 e giovedì 30 marzo leragazze e i ragazzi di varie scuole mediedella zona, compresa la nostra, hanno par-tecipato a delle gare di atletica leggera pres-so il campo sportivo di Cernusco; le gareerano suddivise in categorie: “ragazze/i” perle prime medie e “cadette/i” per le secondee terze.

    Vi erano diverse specialità: lancio delVortex, velocità (60, 80 m P. ), salto in lungo,

    salto in alto, corsa ad ostacoli, resistenza(1000 m) e staffetta. Ognuna di esse eramolto faticosa, ma sono state tutte moltoemozionanti; gli alunni si sono impegnatimoltissimo per affrontare al meglio questeprove e tutti ne sono usciti felici, vittoriosi,soddisfatti di essersi messi alla prova eanche di aver migliorato le proprie capacità.Questa esperienza è stata importante perchégli alunni di diverse classi hanno avuto l’oc-casione di conoscersi e tifare insieme per icompagni. Intervistando poi i concorrenti,abbiamo scoperto che tutti ne sono uscitisoddisfatti e pronti a ripetere l’esperienza!

    Martina VVincenzi –– 11 AA ““Virgilio”

    Lo sport sempreprotagonista

    Ragazzi e ragazzedella scuola media si sono cimentati in gare di atleticaleggera

    Noi bambini di 1a A e B della scuola ele-mentare di Bettola abbiamo osservato alcuniquadri di Pablo Picasso, uno degli artisti piùfamosi del Novecento.

    In particolare abbiamo conosciuto“Bambina con barca”, un ritratto fatto a suafiglia Maya, e “Mandolino e chitarra”, cheabbiamo immaginato come lacameretta in cui la bimba giocavae suonava.

    Abbiamo poi osservato comealtri pittori di epoche precedentidipingevano i bambini, notandoin particolare le differenze nell’ab-bigliamento, nella posizione deisoggetti e nello stile di pitturausato.

    A questo punto ci siamo tra-sformati in pittori imitandoPicasso: prima abbiamo disegna-to e colorato il mandolino che poiabbiamo incollato su un ambien-te della casa scelto e ritagliato dauna rivista, infine abbiamo realiz-zato, con i colori primari e anostra fantasia, una cornice alquadro.

    Mentre stavamo creando ilnostro “capolavoro”, in classe

    c’era un’atmosfera particolare e rilassante,perché faceva da sottofondo un brano dimusica classica (“Minuetto dal QuintettoG.275” di Luigi Boccherini).

    Gli aalunni ddelle cclassi prime eelementari ddi BBettola

    Alla scoperta di… Picasso

    Il 2 marzo le classi 1A e 1B della scuolasecondaria di I grado hannovissuto un’esperienza origi-nale e unica, partecipando alpercorso “Dialogo nel buio”,un percorso interamente albuio, alla scoperta diambienti diversi.

    Ogni gruppo (compostoda 6/7 persone) è statoaccompagnato da una guidanon vedente ed invitato ariconoscere oggetti, ascoltaresuoni, immaginare gliambienti in cui si trovava,utilizzando quindi al meglio i sensi che nor-malmente sono secondari.

    All’inizio del percorso ciascuno ha ricevu-to un bastone come quello abitualmenteusato dai non vedenti: superato un certo disa-gio, è iniziata l’avventura. Durante il percorso

    si sono visitati ambienti di vita quotidianaricostruiti alla perfezione; siera invitati a prestare atten-zione a tutti i particolari.

    Alla fine della visitaogni gruppo si fermava al“bar al buio”, dove sorseg-giando una bibita o uncaffè (e nell’oscurità èun’esperienza del tuttonuova!) si discuteva con laguida dell’esperienza appe-na vissuta. Per i ragazzi si ètrattato di un’esperienzamolto significativa e utile,

    sia per combattere la diffusa “paura del buio”,sia per superare le oggettive difficoltà di tra-scorrere un’ora e un quarto in una situazionedecisamente insolita, quanto affascinante.

    Michela BBottura, CChiara PPoli –– 11 AA VVirgilio”

    Il buio: un mondo tutto da esplorare

    Interessante esperienza alla mostra “Dialogonel buio” presso l’Istituto dei ciechi di Milano

  • Passaggi ddi ttempo5Maggio 2006

    Da venti anni è una “colonna” di questascuola: la professoressa Clara Cassani, inse-gnante di lettere del corso “F”, si è fatta intervi-stare dal nostro giornale.

    Clara Cassani, nata a Senigallia in provin-cia di Ancona da mamma marchigiana e papàmilanese, è venuta ad abitare a Milano, dovetuttora risiede, a soli due mesi di vita.

    Fuori dalla scuola è soprattutto una mogliee una madre; ha due figli maschi, uno laureatoe l’altro ancora studente. I suoi interessi sono lamusica lirica, la pittura (anche se non è mai riu-scita bene a dipingere, e perciò segue solamen-te le mostre), adora cucinare e andare allo sta-dio per seguire le partite della sua squadra delcuore, il Milan, del quale è tifosissima.

    Il suo sogno è sempre stato diventare medi-co, ma mi ha spiegato che ai suoi tempi decide-vano i genitori; essi erano del parere che unadonna dovesse preoccuparsi di più della casa,della famiglia, e quindi l’insegnante era unlavoro più adeguato a lei. Clarasi è quindi laureata in Lettere.

    Nei suoi trentatrè anni dicarriera, la prof. Cassani halavorato in molti posti: ha inizia-to come supplente in un liceoscientifico a Milano, poi, unavolta passata di ruolo allemedie, si è trasferita in unascuola di Rescaldina, vicino aLegnano, dopodiché è passataa Lodi e a Pantigliate, e ha fattootto anni l’insegnante di soste-gno a Milano.

    Infine la signora Cassani èarrivata nella nostra scuola,nell’Istituto ComprensivoFabrizio De André, dove inse-gna da 20 anni.

    Quando le ho chiesto come si è trovata qui,lei ha risposto che vale davvero la pena di sve-gliarsi presto ogni mattina e prendere l’automo-bile per venire in questa scuola. Infatti ha dettoche tra tutte le scuole dove ha lavorato, questaè quella che le è piaciuta di più. Ha spiegato diavere degli ottimi rapporti con i colleghi e congli alunni, ed è molto contenta del rapportogenitori-docente.

    La professoressa mi ha anche espresso ilsuo parere riguardo le modifiche apportate allascuola dalla riforma Moratti; pensa che, comein ogni cosa, questa abbia dei lati positivi enegativi: trova che gli alunni abbiano menotempo per elaborare personalmente i contenu-ti, e che per i docenti si sia appesantito il lavo-ro a scapito del rapporto docente-alunno; trovainvece decisamente positiva l’introduzione dei

    laboratori pomeridiani e della seconda linguastraniera obbligatoria.

    La prof. Cassani ha detto, dopo aver letto ilnostro giornale, di averlo trovato molto interes-sante, serio e professionale; ci ha consigliato diaggiungere una parte ludica. Trova molto posi-tivo per una scuola possedere un giornale; haanche aggiunto che lei personalmente ne hasempre realizzato uno con i suoi alunni dellaclasse terza.

    Purtroppo la prof. Cassani ci ha rivelato chequest’anno sarà il suo ultimo anno di insegna-mento: ha difatti già deciso che l’anno prossimoandrà in pensione.

    La professoressa è già in pensione d’anzia-nità da tre anni, ma ha voluto continuare alavorare part-time perché ha sempre credutonel suo “mestiere” e perché avrebbe soffertotroppo nel distaccarsi dai suoi allievi. Ma ades-so, avendo compiuto i sessant’anni, ritiene siaarrivato il momento giusto per “lasciare”.

    La professoressa ha voluto dedicare alcuneparole ai bambini di Isiolo, in Kenia, che abbia-mo adottato a distanza e per i quali versiamofondi per costruire una scuola che si sta semprepiù ampliando.

    La Cassani, tra tutti i professori, è quellache più si è preoccupata di questo progetto; hadetto che, una volta in pensione, potrà megliodedicarsi al volontariato e al progetto che lanostra scuola sostiene.

    Inoltre mi ha cortesemente chiesto se pote-va approfittare di questa intervista per ringrazia-re di cuore i genitori, il dirigente, gli alunni, idocenti e tutto il personale scolastico per lagenerosità mostrata nel raccogliere fondi perquesta missione.

    Alice FFiamberti - 22 CC ““Virgilio”

    La scuola, il Milan e i bambini del Kenia

    Intervista alla professoressa Clara Cassani

    “Grazie per la scuola di Isiolo-Kenia”Stimatissimi Insegnanti e Alunni della Scuola De Andrè di PeschieraCon infinita riconoscenza porgiamo il nostro GRAZIE per il significativo contributo ver-

    sato in favore della nostra Missione di Isiolo-Kenya. Crediamo sia superfluo dirvi quanto pernoi sia prezioso e quanto ci sostiene il pensiero di avere amici sensibili ai progetti educativie di promozione umana.

    I lavori di costruzione della seconda ala della nostra scuola stanno volgendo al termine,poi verrà arredata. In gennaio altri 74 bambini hanno iniziato la prima elementare, ora ibimbi che frequentano la missione sono 540, dalla scuola materna fino alla quinta elemen-tare. Frequentare la scuola della Missione per loro è una gioia, e lo dicono i loro occhi chebrillano di luce intensa quando incontrandoci esprimono la loro riconoscenza. Quanto noinon riusciamo a ricambiare, lo faccia il Signore che mai si lascia vincere in generosità: il SuoAmore, le sue consolazioni vi accompagnino nel nuovo anno 2006.

    Con profonda stima porgo i cordiali saluti.Vercelli, 27 gennaio 2006Suor Maria Concetta Cassaghi(Suore di Santa Maria di Loreto, Piazza D’Angennes n. 4, 13100 Vercelli)

    Durante l’anno scolastico, come già anti-cipato nello scorso numero del giornale, si èistituito un gruppo di lavoro sulla continuitàdidattica – educativa; nel corso del secondoquadrimestre il gruppo ha elaborato unaserie di prove disciplinari da sottoporre aglialunni di quinta elementare, con lo scopo siadi avere un quadro della situazione utile adentrambi gli ordini di scuole, che per lavora-re in più stretta collaborazione.

    Per questa ragione lunedì 27 marzoabbiamo intervistato alcuni bambini di quin-ta elementare, per sapere come avevano tro-vato le verifiche che erano state sommini-strate dai professori delle medie nei giorniprecedenti. I bambini ascoltati sono statiquindici, tre per ogni sezione; inoltre abbia-mo sentito alcune insegnanti, per conoscere

    le loro opinioni.Tutti i bambini intervistati hanno risposto

    che le prove erano state alla loro portata eche le professoresse erano state gentili conloro, perché avevano spiegato bene comeandava svolto il lavoro, rispondendo anchealle loro domande di chiarimento. La mate-ria risultata più difficile è stata inglese, quel-la più semplice grammatica.

    Secondo le insegnanti intervistate(Anna, Nicoletta, Elena) questo esperimentoè stato utile per i loro alunni, perché ha con-tribuito ad aiutarli nell’approccio alla scuolamedia e alle metodologie dei loro futuridocenti.

    Federico AAllocco –– 11 CC; GGiulia MMauri –– 11 BB;Martina VVincenzi –– 11 AA ““Virgilio”

    Venerdì 7 aprile le classi IA e IB hanno vissuto un’esperienza molto interessante, visitandouna sezione del Museo di Storia Naturale di Milano e partecipando ad alcune attività del BIO-LAB, un laboratorio didattico collegato al museo.

    La prima parte della mattinata si è svolta al BIOLAB, dove le classi hanno seguito due dif-ferenti percorsi, uno di anatomia comparata, l’altro relativo all’evoluzione e alla biodiversità.Entrambi i percorsi sono stati interessanti e divertenti, perché fatti di attività di ascolto, gioco,simulazione, osservazione e scoperta. Le due guide sono state molto brave a catturare l’atten-zione dei ragazzi e a condurli alla scoperta di un mondo molto affascinante, attraverso apparec-chiature strane, giochi a squadre e un linguaggio semplice ma preciso.

    La seconda parte della mattina si è svolta nel vicino museo, accompagnati dalle stesseguide, nella sezione degli ambienti italiani. I ragazzi hanno così potuto osservare alcune vetrineche riproducevano ambienti di alcuni parchi nazionali italiani, scoprendo piante e animali piùo meno noti. Particolarmente interessante la spiegazione sulla realizzazione delle vetrine: gli ani-mali infatti non sono imbalsamati, come molti credono, ma “tassidermizzati”, cioè la pelle èquella originale dell’animale, morto per cause naturali o per malattia (mai ucciso!); l’interno èstato ricostruito per poter posizionare l’animale nei modi migliori, al fine di mostrarne le carat-teristiche.

    Particolarmente affascinanti la foca monaca, l’orso marsicano, gli stambecchi e i lupi, ma ingenerale ogni vetrina è stata una scoperta che ha lasciato i ragazzi a bocca aperta.

    Michela BBottura, CChiara MMaria PPoli - 11 AA ““Virgilio”

    Nuova tappa del percorso “continuità”Una serie di prove per avvicinare gli alunni di quinta elementare al mondo della scuola media

    Alla ricerca del mondo animale

    Interessante visita al museo di storia naturale e all’annesso laboratorio per alcuni alunni di prima media

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  • Da qualche anno, in seguito all’entrata invigore della Riforma Scolastica, nelle scuolemedie sono previste delle nuove attività pome-ridiane chiamate “laboratori”, che permettonosia di approfondire le discipline scolastiche, chedi svolgere attività del tutto nuove.

    Gli alunni dei vari laboratori hanno raccon-tato alla redazione del nostro giornale le loroimpressioni, rispondendo ad alcune domanderiguardo la tipologia dei laboratori frequentati, ilgradimento, il rapporto tra le aspettative e larealtà dell’esperienza, il rapporto con i docenti,esprimendosi esclusivamente sui laboratori con-clusi nel primo quadrimestre e non su quelliannuali o in corso. Praticamente tutti sono statimediamente soddisfatti dei laboratori frequenta-ti finora. I ragazzi sono stati protagonisti di alcu-ne delle seguenti attività: scienze, arte, poesia,francese, musica, tecnologie informatiche, sport,spagnolo, inglese, storia, fumetto, diritti dei fan-ciulli, legalità, religione, e anche lo studio di ungenere letterario: il giallo. I laboratori preferitidagli alunni delle classi prime sono stati quello discienze e di sport. I partecipanti al laboratorio diarte sono stati generalmente soddisfatti da una

    attività manuale e creativa. Un laboratorio cheha avuto medio successo è stato quello di fran-cese, frequentato sia dagli alunni di prima che diseconda; lo stesso è emerso per i laboratori distoria, spagnolo e legalità. Ipotizziamo che il gra-dimento medio derivi dal fatto che si tratta dimaterie più “scolastiche” e quindi meno nuoverispetto ad altre di tipo più creativo.

    Il bilancio globale di questa prima esperien-za è comunque positivo, perché gli alunnidichiarano che le loro aspettative di partenzasono state in genere ripagate e il rapportoinstaurato con i docenti, che spesso non sonoquelli di classe, è mediamente molto buono.L’unica richiesta che emerge un po’ da tutti èquella di avere una maggiore possibilità di inter-vento nella scelta del laboratorio, quantomenonella eventualità di esprimere delle preferenze,per poter così poi frequentare le attività conmaggiore profitto ed entusiasmo. In conclusionedi questo bilancio positivo, non possiamo cheaugurarci i medesimi risultati nel secondo qua-drimestre.

    Laura CCornegliani, GGiulia RRossi –– 11 BB ““Virgilio”

    Passaggi ddi ttempo 6 Maggio 2006

    Laboratori pomeridiani:sentiamo gli alunni

    L’esperienza del primo quadrimestre

    Abbiamo intervistato Giuseppe Lova-relli, alunno della classe 3B della scuolamedia, uno dei più giovani ragazzi italianiad aver conseguito la patente informaticaeuropea (European Computer Driver Licen-se); ha raggiunto il traguardo a soli 13 anni.Lo abbiamo incontrato durante il nostrolaboratorio e gli abbiamo posto alcunedomande; ecco quanto abbiamo scoperto.

    - Come è nata la tua passione per ilcomputer?

    Non c’è stato un motivo particolare oun momento che ricordo in modo diversoda altri, semplicemente ho iniziato moltopresto ad utilizzare il pc e con il tempo hoscoperto che mi piaceva e che c’erano moltiutilizzi da apprendere, così la passione ècresciuta.

    - Per quale motivo hai iniziato cosìpresto il tuo percorso per acquisire lapatente, quando per altri ragazzi itempi sono diversi?

    Sembrerà strano, ma tutto è nato percaso, per un errore fatto all’università,quando ci sono andato per sostenere iprimi due esami. Mi sono trovato a farequattro esami anziché i due che avevo pre-parato, ce l’ho fatta e ho capito che potevoandare avanti.

    - Quale esame ti è parso più diffi-cile? E quale invece più semplice?

    Il più complesso è stato sicuramente ilprimo, sia perché era l’inizio di tutto, siaperché c’erano veramente moltissimedomande. Quello che mi ha creato menoproblemi invece è stato il terzo.

    - Cosa provi nell’aver raggiuntoquesto traguardo?

    Senza dubbio una grande soddisfazioneper il percorso che ho fatto, e felicità peressere riuscito in qualcosa che pochi hannofatto negli stessi tempi.

    Gabriele DDi MMaggio –– 11 CC Andrea MMartellone –– 11 AA ““Virgilio”

    Informatica, la mia passione

    Intervista a Giuseppe Lovarelli: ha conseguitola patente informatica europea a 13 anni

    Alla vigilia del pensionamento, RenataFranchi si è resa disponibile per una simpaticaintervista. Renata insegna da 36 anni. Non halavorato solo alle elementari dell’Istituto DeAndrè; infatti ha insegnato anche nelle scuolespeciali, per bambini disabili.

    Da sempre ama i bambini, soprattutto quel-li più sfortunati, in quanto loro sono più fragilie più bisognosi.

    Fin da ragazzina ha sempre preferito glistudi astronomici, ma poi la madre l’ha convin-ta a scegliere un istituto superiore che la portas-se a diventare una maestra. All’inizio non lepiaceva molto questo lavoro; con il tempo, haimparato ad amarlo. Da nove anni insegna

    scienze e matematica alle scuole elementari;prima ha insegnato storia, geografia, studisociali ed educazione fisica.

    Per quanto riguarda il suo rapporto con ilpersonale scolastico (insegnanti, bidelli… ), ciha detto che è stata davvero fortunata a trova-re dei compagni di lavoro così socievoli e sim-patici; anche con il direttore ha instaurato unbuon rapporto fin dal primo momento.

    Un episodio molto importante nella suacarriera, è stato insegnare ad un bambinocieco. Si chiamava Matteo, leggeva e scrivevain Brail. Nonostante ciò, era molto bravo ascuola; spesso le raccontava i suoi sogni.

    Oltre ad esperienze riguardanti i bambini ela scuola, ha lavorato anche come addettaall’impaginazione di un’importante casa editri-ce. All’inizio questa attività le piaceva, poi peròha capito che la vita d’ufficio non faceva per lei.

    Renata ha deciso di andare in pensione,specialmente per due motivi: per i suoi figli eper i nipoti, ai quali vuole stare più vicina. Leisi considera una maestra severa solo quandoserve, ma sempre disponibile a ridere e scher-

    zare insieme ai suoi alunni, senzaperò oltrepassare i limiti.

    Nella vita di Renata resterà sem-pre un punto interrogativo: “La suavita sarebbe cambiata se avesse fattol’astrologa?”. Una cosa è certa:quando andrà in pensione, studieràciò che da sempre l’appassiona: gliastri!

    Renata è madre di 4 figli, duedei quali vivono in Inghilterra con isuoi 2 nipotini. I suoi figli hannosempre approvato il suo lavoro e leiha dedicato loro moltissimo tempo.

    Per concludere l’intervista, le abbiamo doman-dato che cosa lascerà ai suoi alunni; lei ci harisposto: ”Spero di lasciare tutti i miei buoniconsigli per proseguire gli studi senza di me,soprattutto spero di non lasciare dei bambinitristi per un nuovo ADDIO ” .

    Katia BBarraco, MMarta TTarasconi 2D ““Virgilio”

    Dopo la scuola, l’astronomia!

    Intervista alla maestra Renata Franchi

    La premiazione dell'alunno Lovarelli

    Il 13 febbraio scorso noi, ragazzidella ID, accompagnati dai professo-ri Leondi e Lommano e dalla guidaRaffaello, abbiamo vissuto un’indi-menticabile esperienza sulla neve. Lagita consisteva nel raggiungere lalocalità di Foppolo, dopo essere par-titi da Carona, camminando sullaneve con speciali “attrezzi” che per-mettono di non sprofondare: le “cia-spole” o racchette da neve.

    All’inizio sembrava tutto moltofacile ma, quando siamo arrivati allasalita, c’era qualcuno con la lingua difuori, poiché era molto faticoso.Confesso che, per un momento,anch’io ho pensato di non farcela,ma, incoraggiata dalle amiche, non ho cedu-to! Arrivati quasi in cima, la nostra fatica èstata ripagata dalla meravigliosa e strabiliantevista delle altre montagne innevate. Prima diriprendere il nostro cammino, ci siamo ferma-ti per vedere quanto avevamo camminatoma, soprattutto, per osservare il paesaggio:infatti davanti a noi si estendeva una vastadistesa di neve, che avremmo dovuto attra-versare, con le ombre degli alberi che si riflet-tevano su quel candido manto e, tutt’intorno,le cime delle montagne che pareva ci osser-vassero.

    Detto fatto, quando siamo scesi abbiamopranzato al sacco e dopo mezz’ora siamoripartiti, senza sapere quello che ci sarebbesuccesso. Infatti, quando siamo giunti sullaneve fresca si sprofondava, si cadeva uno

    contro l’altro, creando l’effetto “domino” e cisi slacciavano le racchette. Così, ogni voltache cadeva qualcuno, si scoppiava in una fra-gorosa risata; nonostante questo eravamodisposti ad aiutare i nostri amici a rialzarsi. Ame questa gita è piaciuta moltissimo, perchémi ha permesso di scoprire alcuni aspettinascosti dei miei compagni e capire quanto èimportante il loro sostegno e quello dei pro-fessori, che ci aiutavano quando qualcunoera in difficoltà. Tutto in quella giornata erafavorevole, piacevole e “mitico”: sembravaperfino che il “lei” che dobbiamo rivolgere aiprofessori tutti i giorni, non esistesse più, per-ché eravamo, alunni e insegnanti, in perfettasintonia.

    Veronica NNarducci - 11D ““Virgilio”

    Sulla neve di Caronacon le ciaspole

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  • Ore 7 del 3 aprile 2006: il nostro tantoatteso “viaggio di istruzione” comincia!

    Hurrà si parte! “Ciao mamma, ciaopapà”. Le prof. vorrebbero “istruirci”, ma noiascoltiamo il nostro MP3 o recuperiamo ilsonno.

    Ore 10: le mamme iniziano a chiamarcisui cellulari: “Sì mamma, tutto bene, ci sentia-mo questa sera”.

    Ore 12: Rimini. Vorremmo andare al maree invece… Arco di Augusto, tempioMalatestiano: Uffa!

    L’Arco di Augusto è imponente; restiamoveramente stupiti da come è ben conservatonel tempo, quante persone, quante vicendesono passate sotto di lui! Eccoci in Piazza TreMartiri, l’antico Foro, dove si racconta cheCesare abbia riunito i suoi legionari dopoaver passato il Rubicone: “Alea iacta est”.

    La 2B e la 2F procedono divise per poiincrociarsi nel punto dove il cardo incontravail decumano, perché Rimini fu il punto di con-giunzione tra la Flaminia e l’Emilia. LasciamoRoma e ci tuffiamo nel Rinascimento; ecco labella facciata del tempio Malatestiano dell’ar-chitetto Leon Battista Alberti, costruita perordine di Sigismondo Malatesta nel 1449.

    Ore 17,30: finalmente in albergo, chebello condividere la camera con leamiche/amici più cari. Disfatti i bagagli, ridia-mo, giochiamo in attesa della cena.

    Ore 21,30: riusciamo ad organizzare nellahall dell’albergo una discoteca con i nostriCD. Ci scateniamo!

    Ore 23,30: “coprifuoco”, tutti in camera ein silenzio (illusione dei prof.).

    Ore 24: iniziamo a chiacchierare, a confi-darci, a ridere.

    Ore 6,30: sveglia (illusione dei prof.). Inizia il nostro vero viaggio d’istruzione sul

    delta del Po, a Ravenna e a Ferrara. Ci imbar-chiamo alla scoperta del delta del Po, luogo incui nidificano varie specie di uccelli tra cuil’airone. La cosa che ci ha colpito di più peròè stato sicuramente il punto in cui il fiume siuniva al mare; si notava soprattutto la diffe-renza del colore dell’acqua.

    Dal delta siamo passati a Ravenna, cittàfamosa per i suoi innumerevoli mosaici bizan-tini, che abbiamo potuto ammirare inSant’Apollinare Nuovo, San Vitale e nelMausoleo di Galla Placidia, che all’esterno sipresenta molto semplice, ma all’interno è diuna bellezza spettacolare.

    A Ferrara, invece, abbiamo potuto ammi-rare il particolare Palazzo dei Diamanti, rive-stito di bugne tagliate a forma di diamante e ilCastello Estense, commissionato da Niccolò IID’Este all’architetto Bartolino da Novara.L’edificio è stato costruito intorno alla Torredei Leoni, che ora fa parte del castello. Siamopassati a un misto di stili ammirando laCattedrale dedicata a San Giorgio, patronodella città: venne realizzata in tre secoli pas-sando dalla severità del romanico all’eleganzadel gotico.

    Mercoledì 5 aprile 2006: purtroppo è l’ul-timo giorno. Malinconicamente lasciamo l’al-bergo e ancora più malinconicamente arrivia-mo a casa. Domani è un altro giorno…

    Classi 22B ee 22F - ““Virgilio”

    Passaggi ddi ttempo7Maggio 2006

    Dal Rubicone al PoCronaca semiseria del viaggio in Romagna

    Il libro è uno dei mezzi per stare con i bambini, per avere un rapporto con loro, per cono-scerli. Leggere una storia è molto diverso dal raccontarla; il libro diventa l’oggetto mediato-re della relazione tra adulto e bambino. Leggere ai bambini diventa un’esperienza di intensovalore affettivo perché permette di condividere, in una situazione di vicinanza e di complici-tà, il piacere di ascoltare e di scoprire nuove avventure, luoghi e personaggi.

    Da queste motivazioni, da alcuni anni nella biblioteca della scuola dell’infanzia “Collodi”di Bettola effettuiamo il “PRESTITO”. Ogni bambino per trasportare il libro scelto, ha unaparticolare borsetta di tela colorata e personalizzata da disegni e scritte.

    Quando i bambini riportano a scuola il libro, capita che raccontino l’uso che ne hannofatto a casa; qualcuno l’ha portato a letto, qualcuno l’ha guardato sul divano con mamma,papà o un fratello maggiore. Per i bambini questi momenti non sono “poco importanti”; sispera che il servizio presta-libro possa incoraggiare l’uso dei libri in famiglia.

    Al fine di stimo-lare maggiormente ibambini al piaceredella lettura, noiinsegnanti abbiamochiesto la collabora-zione della bibliote-ca comunale e atti-vato una fruttuosacollaborazione.

    Le iinsegnantidell’ultimo aanno

    della sscuoladell’Infanzia

    “Collodi”

    “ Apriti libro bello…" Il piacere della lettura nella scuola materna

    Sul ponte di Tiberio a Rimini

    Noi giornalisti

    Siamo i ragazzi del giornalespiritoso e professionale.

    Ci impegniamo a tutto andaredivertendoci a lavorare.

    Scrutiamo, cerchiamo semprenotizie serie o “extra-vaganti”

    la scuola riguardanti.È una grande redazioneche trasmette emozione.Siamo sempre al lavoro

    sembra che cerchiamo l’oro.“PASSAGGI DI TEMPO”

    è effervescentee piace a molta gente.

    Non ci sono articoli scadenti,bensì tutti eccellenti.

    Parliamo sempre in quantitàdella nostra “scuola di qualità”.

    Il giornale è bello assainon lo lasceremo mai!

    Lara BBesostri, AAlessandro FFabricatoreper lla RRedazione

    delle CClassi SSeconde ““Virgilio”

    Tempo fa abbiamo intervistato unragazzo di 15 anni di nome GregorijDell’Antonio; si tratta di un ex alunno della“Virgilio”.

    Grazie al corso pomeridiano di musica,ha tenuto un buon contatto con la nostrascuola, anche se ora è alle superiori.

    Frequenta l’Itsos, una scuola di cinema,fotografia e musica.

    Egli ci ha detto che quell’Istituto glipiace molto; con i compagni e con i profes-sori ha fatto subito amicizia.

    Va bene in tutte le materie, ma quelle

    che preferisce sono cine-ma, matematica e ingle-se. Riguardo alla musica,suona la chitarra e la bat-teria, ma studia solo lachitarra; spera di poterfrequentare il Conserva-torio, per diplomarsi.

    Inoltre ha dichiaratoche pratica dello sport,pallanuoto ed eserciziofisico in palestra; ha par-tecipato a molti gruppisportivi.

    Ci ha detto anche chegli manca questa scuola,soprattutto i professori e icompagni. Chiaramentele due scuole, medie esuperiori, sono diverse, a

    cominciare dalle dimensioni.Essendo molto curiosi, gli abbiamo

    domandato come ha vissuto i giorni degliesami; lui ha risposto che era molto agitato,ma in fondo contento. I momenti più belliche ha vissuto in questa scuola sono stati iconcerti a cui ha partecipato e la gita di fineanno svoltasi a Barcellona.

    Mattia MMasciadra - 22B, Christine MMontemurro ee SSusanna

    Seghizzi - 22F - ““Virgilio”

    Gregorij il musicistaIntervista a un nostro ex alunno

    llaa

    ppooeessii

    aa Progetto aria: una scoperta

    per i più piccoliIl giorno 13 febbraio i bambini di 5 anni

    della scuola dell’infanzia “Collodi” diBettola hanno fatto la prima uscita previstadal progetto “Aria pulita vogliamo garanti-ta”.

    A piedi, accompagnati dal vigile urbanosi sono recati in Piazza Lombardi, doveincontrati i bambini della sezione Verde(distaccata alle elementari) hanno osserva-to le indicazioni stradali, i mezzi che attra-versano la strada statale Paullese e gli odoridegli scarichi che emanano i veicoli.

    I bambini si sono resi conto da soli chel’aria era più pesante vicino alla strada diquando andavano in montagna con i geni-tori.

    Per osservare tutto ciò ci siamo fermatialle panchine vicino al Municipio: il vociaredei piccoli ha fatto affacciare il SignorSindaco che ci ha raggiunto per salutarci.

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  • Passaggi ddi ttempo 8 Maggio 2006

    Noi ragazzi contavamo i giorni, e finalmente quel-lo fatidico è arrivato: alle sette in punto del 3 Aprile leclassi 2C e 2D sono partite per l’attesissimo viaggiod’istruzione, accompagnate dai loro insegnanti.

    Il viaggio è stato abbastanza breve e verso le11.30 l’autista ci ha lascito sul Lungarno; da lì abbia-mo iniziato a visitare Firenze, accompagnati dallanostra inseparabile guida Silvia. Le tappe di quel gior-no sono state Piazza della Signoria, centro politicodella città, nella quale dominano le statue del Perseodi Benvenuto Cellini, il David di Mighelangelo e lafontana del Nettuno di Bartolomeo Ammannati,Palazzo Vecchio o della Signoria, sede del governocittadino. Questo palazzo racchiude dentro di sé settesecoli di storia; fu probabilmente progettato da Arnolfo di Cambio trala fine del Duecento e l’inizio del Trecento.

    Subito dopo abbiamo visitato Piazza Santa Croce; questa zona fuabitata nel 1200 dai monaci francescani, che portarono a una rapi-da crescita della popolazione di quel quartiere. È stata poi la volta diPonte Vecchio, risalente al 1345: fu l’unico ponte fiorentino a resiste-re durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Ponte è caratterizzatodalle botteghe degli orefici e dei gioiellieri. Per finire abbiamo visita-to anche Piazza della Repubblica: in questa piazza sorgeva antica-mente il Foro romano, e al centro di essa è situata la Colonnadell’Abbondanza, che sta ad indicare il punto d’incontro tra il Cardoe il Decumano. Una volta finita la nostra lunga ed estenuante cam-minata siamo tornati in albergo, dove dopo la cena siamo finalmen-te riusciti a riposare. Il mattino seguente, dopo un’abbondante cola-

    zione siamo ripartiti e la nostra meta è stato ancora il capoluo-go toscano; qui abbiamo atteso la nostra guida; una voltaincontratala, siamo partiti alla volta del Duomo o S. Maria delFiore, una cattedrale di enormi dimensioni, da lasciare senzafiato. La parte principale di questa chiesa è sicuramente lacupola, progettata dal Brunelleschi e dipinta internamente daGiorgio Vasari; questa cupola è di dimensioni talmente grandi,che da qualsiasi prospettiva aerea si osservi la città, essa sipotrà sempre notare. A fianco alla chiesa vi sono il Battistero diS. Giovanni Battista, con la famosissima “Porta del Paradiso” eil Campanile di Giotto.

    Seconda tappa importante di quella giornata è stata

    Palazzo Pitti, che fu la dimora di diverse famiglie, con l’annessoGiardino di Boboli, un giardino immenso in classico stile italiano.Una volta visitato tutto, abbiamo sostato al Giardino per una merita-ta pausa, dopo un’intera mattina di camminata. Infine siamo tornatiin albergo. Dopo una notte praticamente insonne, siamo partiti perLucca; una volta finita la visita, ci siamo diretti a Pisa, in Piazza deiMiracoli. Durante il viaggio di ritorno in pullman, le due classi si sonounite, formando un’unica grande classe, che scherzava, cantava,rideva; questi momenti, come anche quelli trascorsi nei giorni imme-diatamente precedenti, mi hanno fatto capire quanto sia bello farparte di classi affiatate; sicuramente io questi momenti li terrò sem-pre nel cuore.

    Alice FFiamberti - 22C ““Virgilio”

    Sull’Arno d’argentoCultura e amicizia nel viaggio di istruzione a Firenze e Pisa

    Ogni venerdì, noi bambini di 4/5 annidella scuola dell’infanzia “Collodi”, insie-me alle nostre insegnanti e a Sara, la spe-cialista di psicomotricità, indossiamo latuta da ginnastica e ci cimentiamo nell’at-tività ludico-motoria.

    La musica allegra che fa da sottofon-do ai nostri incontri, ci fa muovere piùvolentieri.

    Il gioco motorio è un momento essen-ziale per la nostra età, carico di significatisimbolici, affettivi, senso-percettivi, rela-zionali e fisico-motori.

    Inizialmente i nostri movimenti sonospontanei, ma via via si fanno più coordi-nati e mirati.

    Abbiamo a disposizione molti stru-menti: cerchi, corde, palle, mattoncini,teli colorati e tanta voglia di muoverci,saltare e sperimentare con il nostro corpo.

    Psicomotricità: unmodo divertenteper conoscercimeglio