passeggiando per castelcovati - due secoli fa

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Passeggiando per CASTELCOVATI 2 secoli fa Istituto Comprensivo Statale Martin Luther King Castelcovati (BS) Classi prime Scuola Secondaria anno scolastico 2010/11 Ringraziamo Samuele Pedergnani per la preziosa collaborazione per aver messo a disposizione copia del registro del catasto napoleonico con la più antica mappa del territorio di Castelcovati. 1

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Percorso storico dall'inizio 800 da parte dei ragazzi delle classi prime scuola secondarai

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Passeggiando per

CASTELCOVATI2 secoli fa

Istituto Comprensivo StataleMartin Luther King

Castelcovati (BS)

Classi primeScuola Secondaria

anno scolastico 2010/11

Ringraziamo Samuele Pedergnani per la preziosa collaborazione per aver messo a disposizione copia del registro del catasto napoleonico

con la più antica mappa del territorio di Castelcovati.

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Istituto Comprensivo StataleMartin Luther King

Castelcovati (BS)Scuola Secondaria

Castelcovati, 11 dicembre 2010

Attraverso questo percorso storico, abbiamo guidato i ragazzi nel tentativo di entrare nello “spirito del tempo” e di conoscere alcune caratteristiche dei castelcovatesi all'inizio dell'Ottocento: come le persone a quel tempo si ponevano davanti alla vita, che rapporto stabilivano con la natura, come esprimevano la loro religiosità, quali appartenenze legavano famiglia e comunità.

Siamo convinti che promuovere l'attenzione per la memoria storica sia educare all'identità antropologico-culturale: a livello micro, come cittadino del proprio contesto di vita, fruitore e difensore dei beni culturali locali; a livello macro, come fruitore e difensore dei prodotti ideali e materiali della cultura nazionale, occidentale, mondiale.

Gli insegnanti

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Introduzione

Dalla consultazione dei documenti riguardanti la storia di Castelcovati, apprendiamo che il paese si è sviluppato a cavallo del XII e XIII secolo intorno ad un cascinale fortificato, appartenente ai Masperoni e ai Covati di Chiari, nel tempo venne denominato Castrum Cohatorum, Villa del castello, Castel de Covati, circondato da terre incolte e progressivamente bonificate.Nel primo decennio dell'Ottocento il paese risulta esteso su una superficie di 5890,69 pertiche censuarie, di cui 137,16 è occupata da abitazioni (2,32% del territorio) e la parte rimanente è variamente coltivata.La popolazione è di 929 anime, guidate dal parroco Francesco Andreoli; le famiglie sono 200 e sono composte mediamente da quattro membri. Il sindaco è Lellio Fabeni. Il paese gode della presenza di un notaio, Federico Lanfranchi.I settori di occupazione sono così distribuiti: 96% agricoltura; 4% trasformazione dei prodotti. Il 50% della superficie è coltivata a granoturco, frumento, uva e gelso.La moneta in uso è la Lira italiana (coniata da Napoleone ed equivalente al franco francese) ed è pari a 5 gr d'argento al titolo di 900 per mille.

Nel ricostruire e comprendere la microstoria del nostro paese, non abbiamo potuto fare a meno di riferirci anche agli avvenimenti che caratterizzavano a quel tempo il resto dell'Europa, basti pensare, ad esempio, alla guerra di successione spagnola che per Castelcovati ha significato, nell'autunno -inverno del 1701 il dimezzamento del numero degli abitanti. Crediamo che questo lavoro sia utile per chi di noi è nato a Castelcovati, ma anche per chi è giunto con la propria famiglia, nel nostro paese, per lavoro e ora ci vive. Sicuramente per noi ragazzi la ricerca storica è stata occasione per aumentare la nostra sensibilità nei confronti dei beni storici, artistici ed ambientali presenti a Castelcovati, che rappresentano un patrimonio culturale da tutelare, da custodire per far conoscere e perpetuarne il godimento.

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Gli alunni delle classi primeScuola Secondaria

Presentiamo alcuni valori che animavano le persone di quel tempo lontano, immaginando una pagina di diario.

20 luglio 1810Caro diario,questa sera voglio parlarti di un mio carissimo amico.Come già sai, la mia famiglia ha un palazzo in campagna, a Castelcovati, dove il mio papà fa il notaio e ogni estate vi trascorriamo le vacanze e io mi diverto un sacco con Antonio. Questo mio amico abita in una cascina, molto fuori dal paese, vicino alla chiesetta dove c'è la statua di S. Alberto: che ridere che facciamo quando alziamo la sottana del santo e ci nascondiamo sotto! Io sono molto fortunato, perché ho un maestro che mi istruisce, lui viene a casa nostra a Brescia cinque giorni alla settimana, mentre Antonio deve fare molta strada per raggiungere la scuola, che si trova in centro al paese.Io voglio molto bene a Antonio. Oggi pomeriggio non lo trovavo perché si era nascosto sotto le assi delle foglie di gelso e piangeva disperato, io non riuscivo a farlo smettere. Finalmente dopo mezz'ora si è calmato e ha svuotato il sacco: ha perso per la seconda volta un fratellino. Mi ha raccontato che lui si era nascosto dietro la porta della stanza dove stava la mamma, per sentire subito il pianto del bambino, ma dopo un lungo silenzio, ha sentito l'ostetrica che recitava una preghiera...Mi è spiaciuto molto vederlo triste.Antonio aiuta il suo papà nei campi e spesso non può andare a scuola, così l'anno scorso l'arciprete gli ha fatto gli esami semestrali, l'ha trovato impreparato e ha detto alla sua mamma che era meglio fargli ripetere la seconda classe. Eppure sono sicuro che a Antonio piace la scuola, lui da grande vuole fare il dottore. La sua casa è pulita, sul muro c'è una Madonnina con in braccio Gesù; io e Antonio tante volte raccogliamo dei fiori e li appendiamo al chiodo del quadretto.Caro diario, si è fatto tardi, ti saluto.

Luigi

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Percorriamo il territorio guardandoci intorno, osservando il paesaggio e gli edifici che incontriamo.

Entriamo dalla parte Sud-Est del paese...

1810. Santa Maria delle Nuvole(disegno realizzato secondo la descrizione fatta per la demolizione).

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Un documento datato 16 marzo 1165 attesta che l’arciprete di Trenzano avesse donato ai monaci cluniacensi di Rodengo (già insediati da almeno un secolo a Comezzano) una chiesetta, Santa Maria delle Nuvole, che sorgeva sul lato Sud del primo tratto di strada che da Castelcovati porta a Comezzano, con annessa una casa o cascina di discrete dimensioni. I monaci avevano intrapreso una vasta opera di bonifica nelle paludi della zona. Infatti lungo il corso del fiume Oglio, nell’alto Medioevo, esistevano ampie estensioni di boschi, al di sotto della linea delle risorgive si estendevano vaste zone paludose e insalubri. I lavori di bonifica, dopo la colonizzazione benedettina, erano stati consolidati dai cluniacensi1. Soprattutto in Franciacorta, i priorati di Rodengo, Erbusco, Provaglio e molti altri beneficiarono di cessioni di fondi incolti dai vecchi monasteri di Leno e di Santa Giulia di Brescia. I cluniacensi di Rodengo, e più tardi gli olivetani2, bonificarono ampie distese anche nei territori di Cizzago, Comezzano e Cossirano. Nella seconda metà del Cinquecento, il vescovo di Brescia Bollani aveva visitato la zona e aveva scritto nella sua relazione che la chiesetta campestre di Santa Maria delle Nuvole era conservata in buono stato, anche se con pochi ornamenti. Verso la fine del Settecento la Chiesetta passa sotto l'amministrazione dei Luoghi Pii di Brescia.La chiesa custodisce la statua di S. Alberto, la cui devozione risale a tempi lontani, quando la zona paludosa favoriva la presenza di zanzare e malaria, il santo era detto della fér longa (febbre lunga) e si festeggiava ogni 7 agosto. La statua raffigura il Santo con il dito teso indicante una bacinella di bronzo contenente acqua benedetta. Nel maggio del 1832, su richiesta delle autorità politiche e religiose, la statua di S. Alberto passa di proprietà alla Chiesa parrocchiale di Castelcovati con l'obiettivo di dare maggior decoro e divozione alla festività. Nell'agosto dello stesso anno, i castelcovatesi organizzano i festeggiamenti per la solennità del Santo, con la presenza del maestro Giovanni Mayer, di cui sarà allievo il musicista Gaetano Donizetti.Con il trasferimento della statua, inizia per la chiesetta di S. Maria delle Nuvole un lento declino.

Nel 1841 la chiesa, il campanile e la sacrestia vengono demoliti.

1 Un ramo dell'ordinamento dell'ordine benedettino con sede a Cluny.

2 Riforma ordine benedettino, Abbazia di Oliveto Monte maggiore presso Siena

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Siamo immersi in ampi terreni coltivati...

La mappa del territorio di Castelcovati dal catasto napoleonico del 1808, mostra che l’aggregazione degli insediamenti delle case e delle cascine seguiva un ordine spontaneo e per lo più dipendente dalla presenza di un terreno fertile e da un corso d’acqua. Vi è una densa arboratura legata alle colture della vite e del gelso e all'antico complesso sistema di corsi d'acqua derivati dalla Roggia Castellana.

Economia rurale 1810

Circa il 50% dell’intera superficie è coltivata a granoturco, frumento, uva e gelso. Del rimanente 50% del suolo solo il 2,32% è occupato dalle abitazioni e lo 0,11% dall’incolto.Tutta la rimanente quantità di terreno è variamente coltivata.

I terreni sono cintati in grandi riquadri segnati da canali e strade, delimitati da pioppi, platani, gelsi e filari d'uva e sono di tipo diverso: aratorio adacquatorio (granoturco, frumento quarantino, trifoglio, lino e linosa), aratorio (granoturco e frumento), aratorio vitato (granoturco, frumento e uva), aratorio adacquatorio con moroni (granoturco, frumento e gelso), prato adacquatorio (fieno) orto, brolo vitato o con moroni, ripa boscata dolce o forte, prato e zerbo (incolto).

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Da un’inchiesta napoleonica del 1807, il sindaco Fabeni afferma:

…le speci di grano più coltivate sono il frumento e il sorgo turco; il prodotto dei grani è eccedente per i bisogni del Comune di 500 some (una soma corrisponde a litri 145,92)...I rami dell’agricoltura che si sviluppano oltre a quello dei grani sono quelli del lino e delle foglie di gelso. Il terreno del comune è tutto coltivato e solo in una minima parte incolto.Nel comune ci sono: vacche n.15, bovi n.50, cavalli n.20, ma ciò non basta ai bisogni, così si provvede a rifornirsi nella quantità di 30-40 animali l’anno nelle fiere di Rovato o delle Valli. …….I principali rami dell’industria di questo comune sono i bigatti di seta, le fruiture di lino e le filande di seta….Nel comune esistono sette manifatture in cui sono impiegate circa trenta persone, falegnami, fabbri, sarti, calzolai, tessitori, muratori e lavoranti che percepiscono un salario giornaliero di 22 soldi d’Italia.

(ASM, Inchiesta statistica napoleonica 1807, Fondo Studi parte moderna cart. 1162).

Coltivazioni, alimentazione, mulini

L'agricoltura viene praticata con mezzi rudimentali: la semina è fatta a mano come pure il raccolto; l'aratro in legno, rivestito di lastre di ferro e la vanga sono gli attrezzi più diffusi. Le operazioni di manutenzione delle parti in ferro degli attrezzi si svolgono nella fucina, localizzata in via Marocchina.

Fin dal secolo XV nella campagna di Castelcovati sono diffuse le coltivazioni di biade grosse (miglio, legumi, melinga o saggina, panico e lupini). Macinati in maniera grossolana, servono ad alimentare il bestiame e spesso anche gli uomini. Una volta ridotti a farina, questa viene mescolata a quella di grano e di orzo per la panificazione. La melinga o saggina serve per fare scope e cesti e per impagliare sedie.Le biade minute (frumento,orzo,avena), dopo essere state macinate finemente, servono per l'alimentazione della popolazione rurale che ha, come nutrimento principale, la polenta; a questa si aggiunge una minestra fatta con il lardo, qualche volta il formaggio, solo nelle grandi solennità la carne. Il pane appare raramente sulla mensa dei contadini. La macinazione dei cereali che i contadini producono ad uso familiare spiega la presenza, a Castelcovati, di due mulini ad acqua: uno a tre

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ruote, a Nord del paese, uno in via Maglio, in località Sgraffignana, a poca distanza dal maglio.

La ruota è in ferro, a pale ricurve, in modo da sfruttare la forza viva dell'acqua, riducendo al minimo la dispersione di energia. Il mugnaio noleggia la sua macchina al contadino il tempo necessario a trasformare il cereale in farina, che poi ognuno setaccia per renderla pronta per il consumo.

Mulino via Maglio. Macchina chiamata plansichter, che permette la separazione delle farine.

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Macina, maglio, bachi

Dopo il mulino seguono, per importanza e diffusione, le macine, i magli, le fucine, le segherie, i filatoi di seta e le fornaci.Una macina si trova nell'edificio a nord della chiesa parrocchiale, denominato Masna, con ingresso che dà sulla piazza.

In via Marocchina vi è una piccola fucina nella quale batte il maglio, azionato dalle acque di una derivazione della roggia Castellana; qui si svolgono elementari operazioni di manutenzione degli attrezzi agricoli. Nel 1964 questo impianto cessa l'attività.

I filatoi di seta vanno ricondotti alla diffusione della gelsicoltura e della bachicoltura. In tutto il territorio bresciano, i gelsi servono per nutrire i bachi da cui poi si ottiene la seta.L'allevamento dei bachi rappresenta un'attività complementare in un'azienda agricola e viene affidata a donne e bambini; in questo modo i contadini cercano di integrare i loro miseri bilanci familiari. Infatti la gente vive quasi esclusivamente del lavoro dei campi e ai contadini poveri, in caso di necessità, vengono prestati miglio, segale o altri prodotti depositati nei Monti di pietà.

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Roggia Castellana

La Roggia Castellana venne scavata nel 1331 per le necessità irrigue e molitorie del territorio di Castelcovati. La Roggia prende origine dal fiume Oglio, nel comune di Pontoglio, attraversa il territorio di Urago per allungarsi in seguito nei comuni di Chiari, Castelcovati, Cizzago, Roccafranca, Comezzano, Castrezzato.Tra il XIII e il XIV secolo si può collocare la realizzazione di tutte le 16 rogge (9 in sponda sinistra, 7 in sponda destra) derivate dall'Oglio. Il loro scavo portò la possibilità di irrigare l'alta pianura rendendola fertile e produttiva; nell'alveo delle seriole furono inoltre raccolte le acque delle sorgive che prima si spandevano liberamente nelle campagne creando acquitrini insalubri.

Proseguiamo verso il centro abitato...

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Chiesa Parrocchiale S. Antonio Abate1810

L’edificio è stato costruito sulla precedente chiesa a partire dalla fine del secolo XVIII ed ora risulta ancora in fabbrica e non è consacrato. I lavori cominciarono nel 1792, la costruzione dei muri perimetrali terminò nel 1801; l’anno dopo veniva costruito il campaniletto attiguo alla Chiesa. A differenza della precedente chiesa parrocchiale, l'attuale non dà direttamente sulla via, ma presenta un sagrato.L'edificio custodisce l’Altare Maggiore, recuperato dalla vecchia parrocchiale seicentesca e mancante della pala di S. Antonio, che verrà eseguita da Sante Cattaneo nel 1813. Gli altri altari sono: l’Altare della Scuola del SS.mo (ora Altare della Resurrezione), l’Altare di S. Luigi (ora Sacro Cuore); l’Altare della Madonna che prende il posto del vecchio Altare della Scuola del SS. Rosario.

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Casa parrocchiale

Chiesa delle donne

Questo luogo di culto sorse a partire dal 1736 e fu terminato nel 1757 come cemeterio, vi venivano inumati i cadaveri sia all’interno, ove le confraternite avevano i propri sepolcri, sia nell’area circostante. Viene chiamata Chiesa delle donne solo nei documenti relativi alla vicenda della riedificazione della parrocchiale; ora non ha più la funzione di cimitero, data la realizzazione dell’attuale campo santo nei pressi dell'Oratorio di San Marino.Negli anni successivi verrà definita “ La disciplina” poiché vi si riunivano i disciplini, confratelli del Ss. Sacramento. Sarà quindi dedicata ai santi Fermo e Rustico, prima di diventare cinema/teatro.Nel 1978 la chiesa venne riaperta al culto con il titolo di S. Alberto.

La Torre

La torre domina la piazza e sorge sulla base di una torre o porta dell'antico castello, del quale rimane la base del torrione di sud-est, secondo alcuni storici. Da documenti dell’archivio parrocchiale risulta invece costruita nei primi decenni del Seicento; il 24 novembre 1696 avveniva il battesimo delle tre campane (ora cinque, issate nel 1822).

La Piazza

Sulla piazza si affaccia l'edificio storicamente più significativo del secolo XVI, palazzo Bargnani; il fabbricato adiacente al palazzo presenta elementi architettonici di un certo prestigio: un arco e un portale con una Annunciazione cinquecentesca. Il nome della parte rustica del fabbricato, la Masna, allude alla presenza di un edificio, ancora funzionante, per la macinazione della linosa, i semi di lino da cui si ricava l'olio.Sulla piazza, di fronte alla torre, il fabbricato, all'angolo con via S. Antonio, è di proprietà di una famiglia di nobiltà bresciana;

A Nord del centro abitato, insieme ad altri fabbricati, si trovano due grosse case da massaro e un mulino a tre ruote.

Proseguendo la nostra passeggiata verso Ovest troviamo...

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Oratorio di San Marino

L’edificio presenta un portico-sagrato a sud-est, con una sala sovrastante, il campanile e la casa del custode; una porta d’entrata sul lato sud conduce nella chiesa di origine quattrocentesca. All’interno sono custoditi numerosi affreschi: sul lato est si trova l’affresco più prestigioso di fattura quattrocentesca raffigurante una Madonna sul trono con bambino ed i santi Marino e Antonio Abate. Le prime notizie riguardanti il piccolo oratorio campestre di San Marino a Castelcovati risalgono alle visite pastorali della seconda metà del Cinquecento. Sulle pareti interne vi è una serie di ex voto, dipinti murali del primo periodo del Cinquecento, in cui l'immagine di S. Rocco è raffigurata più volte. A poco a poco alla devozione di San Marino si sostituirà quella per la Madonna Addolorata.

Nuovo cimitero, che sorge dietro il lato Ovest dell'Oratorio di San Marino; il 31 marzo del 1810 accoglie la prima sepoltura.

Fucina con maglioNel vecchio nucleo antico del paese, a Ovest, nella località chiamata Sgraffignana, lungo la via che va alla Marocchina, si trova un mulino con una ruota e una fucina con un maglio, le cui pale sono mosse dall'acqua di uno dei tanti “dogài” derivati dalla Castellana.

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La scuola a Castelcovati: contrada della Torre n. 105

L’istituzione della scuola pubblica, sia nel periodo napoleonico che austriaco, passa attraverso l’appoggio della chiesa, che poteva fornire sia i locali che i maestri.Precedentemente al 1797 la situazione scolastica era caratterizzata da una totale mancanza di iniziativa pubblica nell'ambito della scuola elementare e dalla rara presenza di qualche collegio comunale per l'istruzione superiore.Il Governo provvisorio del sovrano popolo bresciano, costituito nel 1797, elabora un Piano provvisorio per la pubblica istruzione del Dipartimento del Mella, dove si stabiliva che nei piccoli comuni l’insegnamento doveva essere impartito dal parroco, mentre in quelli con una popolazione superiore a “600 anime” sarebbero stati nominati dei maestri. Il ministro dell’Interno della Repubblica Cisalpina, in una circolare del 5 gennaio 1801, stabilisce che in ogni circondario designato col nome di Parrocchia sia stabilita una “scuola primitiva”, con locale assegnato dalla municipalità, o nella canonica del parroco o in un altro “sito centrale”; la municipalità nomina il maestro, persona dotata di “civismo e di abilità confacente all’impiego”. Se il parroco unisce in sé queste qualità, viene preferito.

Da un documento emanato dal direttore della Pubblica Istruzione nel 1812 si possono individuare indicazioni sulla struttura della scuola elementare e sugli insegnamenti, che poco si discosteranno sotto il dominio austriaco.… Le scuole elementari stabilite in ogni Comunità, e possibilmente in ogni Parrocchia si dividono in due classi. Nella prima si insegna il leggere, lo scrivere correttamente, le due prime operazioni dell’aritmetica e il catechismo: nella seconda si insegnano la pronunzia, l’ortografia, la calligrafia più estesamente, la moltiplicazione, la divisione degli interi e

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dei rotti, la regola del tre col calcolo anche decimale, il ragguaglio delle vecchie colle nuove misure, il catechismo e le regole della civiltà.

… Le due classi saranno riunite in un solo maestro nei Comuni minori di 3000 anime…l’istruzione potrà limitarsi agli insegnamenti del leggere, dello scrivere, dell’aritmetica, del catechismo e delle regole della civiltà.

Le classi erano numerose: la norma prevedeva un massimo di 100 alunni per la classe prima e di 80 per la seconda…la scuola iniziava il primo novembre; i ragazzi di un’età compresa tra i sei e i dodici anni, dovevano essere “presentati dai loro parenti”, muniti di un attestato “d’aver avuto il vajuolo o naturale o vaccino”.

Nel 1815 l'Austria entrò in possesso dei territori lombardi e trovò la situazione scolastica in una positiva, anche se lenta evoluzione.

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Nella nostra ricerca abbiamo trovato anche alcuni elementi riguardanti la scolarizzazione pubblica a Castelcovati, infatti in una nota del Commissario distrettuale di Chiari, datata 28 dicembre 1816 si legge che a Castelcovati la scuola si trovava in contrada della torre n. 105 e si apriva dalle 9 alle 11.30 e dalle 13 alle 15.30 in ogni stagione.Il profitto degli alunni veniva pubblicamente controllato in occasione degli esami semestrali e finali. L’anno scolastico si divideva infatti in due semestri: da novembre ad aprile e da maggio a ottobre. Riportiamo un estratto del verbale degli esami semestrali e finali redatti dal parroco-direttore Riva, riguardante la scuola di Castelcovati negli anni 1826 e 1827. Castel Covati lì settembre 1826Processo verbale dell'esame della scuola elementare del Comune di Castel Covati.Inerentemente a quanto viene prescritto dalla Circolare...mi son trasferito al locale, ove si esercita la scuola alcuni giorni prima ed ho fatto scrivere dagli allievi di 1° classe un esemplare di Calligrafia alla mia presenza, così pure agl'allievi di 2° classe oltre l'esemplare un'operazione di aritmetica, … Ortografia, e Grammatica.

… Nel giorno poi sette di settembre giorno di giovedì io Parroco Direttore Locale coll'assistenza della Deputazione comunale...mi sono trasferito nel locale della scuola elementare minore...e ho proceduto all'esame finale degl' allievi...e quindi ho eseguito e rilevato quanto segue.Recitata la solita preghiera ho dato principio coll'esaminatore in primo luogo tutti i fanciulli presenti al detto esame intorno alle principali verità di nostra Santa Religione, e Dottrina Cristiana, da cui li ho ritrovati intorno a ciò sufficientemente istruiti. Esaminati poi detti fanciulli intorno al compitare, sillabare, e leggere non senza far eseguire ad essi secondo la capacità loro qualche quesito delle quattro operazioni d'Aritmetica semplice … e sebbene non abbiano fino ad ora atteso con assiduità alla scuola per le faccende della campagna, tuttavia li ho riscontrati discretamente istruiti, raccomandando in pari tempo la maggior possibile frequenza alla scuola...

La scuola in quel periodo era frequentata da circa 60 ragazzi, su un totale di circa 150 fanciulli di età compresa tra i 6 e i 12 anni. Questi nostri coetanei sono stati testimoni inconsapevoli di tutti i cambiamenti

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che portarono l'Italia alla conquista dell'indipendenza dallo straniero e all'unità nazionale.

Sono seguite poi altre generazioni che hanno assistito ad uno sviluppo della scuola pubblica obbligatoria che a Castelcovati si è dotata di strutture sempre più funzionali.

dal 1909 al 1921 nel fabbricato che dagli anni ottanta del Novecento ospita il centro civico con la biblioteca, in via Marconi, vi prendono sede le prime tre classi elementari; nel 1922 viene aggiunta la classe quarta e solo nel 1941 la quinta classe.

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Scuola elementare

Nel 1962, in seguito alla costruzione dell'edificio dell'attuale scuola elementare, il fabbricato in via Marconi diventa la sede della Scuola Media fino a quando, con il titolo di Scuola Media Martin Luther King, nel 1974 venne trasferita nell'attuale struttura, che nel corso degli anni è stata completata con aule per lo svolgimento di attività di laboratorio.

Oggi l'edificio appare rinnovato e sempre più funzionale allo svolgimento delle attività scolastiche, grazie agli interventi dell'amministrazione comunale.

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AlunniClasse 1^ ABarboglio Simone, Bertocchi Gianandrea, Cesana Valeria, Dervishi Henri, Dervishi Roberto, Dervishi Sabje, Goffi Irene, Gritti Alessandro, Hoxha Fizena, Kaja Xhuljo, Lecchi Stefano, Lusha Alessia, Marconi Melanie, Mombelli Alessia, Pellegrini Lorenzo, Piceni Matteo, Rubaga Deborah, Saliu Ardit, Scalvini Gloria, Tognoli Vania, Xhihani Luciano, Zani Gloria.

Classe 1^ B Bertocchi Sara, Bencivenga Mirtò, Bertocchi Simone, Blasi Camilla, Capoferri Stefano, Caputo Pasquale, Catania Alessio, De Biasi Vittoria, Elmadhi Besjana, Fogliata Filippo, Galli Giorgio, Galvani Alice, Kazazi Medina, Luzzardi Martina, Melis Elisa, Migliorati Gloria, Mussio Jason, Quenum Silvio, Rizzino Daniele, Elisa Savoldi

Classe 1^ CAlghisi Sara, Barboglio Davide, Berta Romana, Bertocchi Rita, Bosio Beatrice, Cadei Alessandra, Cavalli Giorgio, Cotrufo Marco, Delpanno Jessica, Di Giovanni Mirko, Drera Filippo, Festa Daniel, Foglia Marco, Gijeci Rozeta, LLani Valentina, Morandini Paolo, Nodali Beatrice, Olivini Alessandro, Patelli Gabriele, Rizzini Rebecca, Shehi Ornela..

Docenti che hanno seguito il progettoMartina Bocchi, Sara Gasparri, M.Teresa Buonuomo, Angela Cesana,Paola Mora, Maria Granieri, Maria Bariselli, Massimo Paioli.

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Nota bibliografica

Nella realizzazione del presente lavoro ci si è avvalsi delle pubblicazioni edite dalla Grafo Brescia, riguardanti società, economia e cultura di Castelcovati tra '700 e '800, San Marino, La Parrocchiale di Castelcovati e del registro del catasto napoleonico del 1808.

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