passion 24 inseparabili

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Women fiction

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Page 1: PASSION 24 INSEPARABILI
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Megan Hart

Inseparabili

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Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Deeper

Spice Books © 2009 Megan Hart

Traduzione: Alessandra De Angelis

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma.

Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

Harmony è un marchio registrato di proprietà

Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

© 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion

ottobre 2009

HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951

Periodico mensile n. 24 del 15/10/2009 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/2/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione

Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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Presente Il mare era sempre lo stesso. Lo scroscio della risacca, l'aria salmastra, le onde orlate di schiuma che avanza-vano e si ritraevano... niente era diverso, eppure niente era come allora. Vent'anni prima, Bess Walsh si trova-va su quella stessa spiaggia, affamata di vita, ansiosa di scoprire il proprio futuro. Invece ora non era sicura di essere pronta per ciò che aveva davanti a sé. Mentre affondava le dita dei piedi nella sabbia fred-da e ruvida, con i capelli arruffati dalla brezza marina, fece un respiro profondo e chiuse gli occhi, per evitare di vedere il calare della sera dall'altra parte delle pal-pebre abbassate, e si perse nel passato per non dover pensare al futuro. Pur essendo fine maggio, l'aria era ancora piuttosto fresca, specialmente vicino alla riva. Con addosso solo una maglietta sottile a mezze maniche e una gonna di jeans che la coprivano ben poco, Bess ebbe un brivido e si strinse le braccia al petto per ripararsi dall'umidità che le stava penetrando nelle ossa, le provocava la pel-le d'oca e le inturgidiva i capezzoli. Tuttavia non sape-va se era una reazione al freddo o al ricordo di quell'e-state di tanto tempo addietro. Le sembrava normale tre-mare al ricordo di lui. Per vent'anni aveva cercato di dimenticare, e invece si trovava di nuovo su quella

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spiaggia. Era tornata, e non aveva dimenticato nulla. Sollevò il viso per offrirlo alla brezza che le scostò i capelli dalle guance. Aprì la bocca come per berla, per assaporarla sulla punta della lingua. L'odore del mare la riportava indietro negli anni ancora di più dei ricor-di, come se potesse farla viaggiare nel tempo. Che sciocca, si rimproverò. Non aveva più l'età per le favole. Non era possibile essere trasportati indietro nel tempo. Non c'era modo di tornare nel passato. Non poteva neanche restare dov'era. La sua unica possibilità era andare avanti, come tutti, verso il futuro. A quel pensiero, fece un passo, quasi volesse vera-mente andare incontro al suo destino. Un passo, poi un altro, affondando i piedi nella sabbia. Si voltò a guar-dare il pontile, solido e sicuro, illuminato da una lan-terna in cui ardeva una candela, la fiamma riparata dal vetro. Il vento la faceva danzare senza spegnerla. Vent'anni prima, la villetta era isolata. Ora era fian-cheggiata dalle case vicine, con altre abitazioni che in-combevano alle sue spalle, tra cui una faraonica villa a tre piani, un capolavoro di costosa architettura ultra-moderna che incombeva sul suo villino come un orco pronto a divorarlo. Vent'anni prima non c'erano nean-che le dune erbose che separavano la casa dalla spiag-gia. Era ancora presto per l'invasione estiva dei villeg-gianti, per cui la fila di case era immersa nel buio. C'e-ra solo qualche rara luce qua e là, dietro i vetri delle case più vicine al centro di Bethany Beach. L'acqua era troppo fredda per fare il bagno. La cor-rente era forte e nuotare sarebbe stato imprudente. Però Bess avanzò comunque verso il mare, attirata dal desi-derio e dai ricordi. Aveva sempre avuto l'impressione che l'oceano a-vesse una corrispondenza profonda e segreta con il corpo femminile e i suoi cicli, legati com'erano alle fa-

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si lunari. Bess non amava nuotare, ma stare vicina al-l'acqua o immergersi la faceva sentire viva e risveglia-va i suoi sensi. Era come un gatto che si strofinava contro una mano amica. Aveva visto il mare in tanti posti, aveva fatto il bagno nell'acqua tiepida e cristalli-na delle Bahamas, nei gelidi flutti atlantici del Maine, nel Golfo del Messico, nelle profondità azzurre del Pa-cifico. Era stato bello, ma nessun posto l'attirava come quel lembo di sabbia, quella baia. Anche dopo vent'anni, il richiamo era più forte che mai. Poggiò i piedi sulla sabbia compatta, lasciata scoper-ta dall'ultima onda che si era ritirata. Il morso improv-viso del gelo le fece piegare le dita. Di tanto in tanto un nastro di schiuma bianca le andava incontro, ma senza toccarla. Fece un altro passo trascinando i piedi, per non tagliarsi su una conchiglia semisommersa. A-vanzò ancora, e incontrò sabbia molle, inzuppata d'ac-qua. Le onde rumoreggiavano poco lontano e il vento sollevava spruzzi salmastri. Bess aprì la bocca per ina-lare l'odore, e le goccioline sottili come aghi. Quando infine toccò l'acqua con la punta dei piedi non la trovò fredda, e trasalì per lo stupore. Prima che potesse fare un altro passo arrivò un'onda che le si at-torcigliò intorno alle caviglie come una lingua tiepida e le schizzò qualche goccia sulle gambe nude, prima di ritrarsi. Senza pensare, Bess affondò ancora di più i piedi nella sabbia cedevole sotto il suo peso e avanzò, passo dopo passo, lasciandosi accarezzare le cosce dal-l'acqua, che le inzuppò l'orlo della gonna e le bagnò la maglietta. Ridendo, Bess si chinò e tuffò le mani tra le onde. Un tepore liquido le lambì i polsi, le sfiorò le dita e le sfuggì, fluido e inafferrabile, eludendo la sua presa. Non era possibile imprigionare l'acqua, catturarla.

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D'impulso, Bess s'inginocchiò tutta vestita. Le onde che l'avvolsero erano come mille labbra che la bacia-vano contemporaneamente su tutto il corpo, come mil-le lingue che la leccavano, mentre gli spruzzi risaliva-no verso l'alto, bagnandole gli slip. Si sedette e l'acqua le arrivò alla vita, circondandola come il braccio di un uomo, le salì fino alla gola quan-do si distese, poi le coprì il volto come un sudario. Bess trattenne il fiato, in attesa che l'onda si ritraesse. I capelli erano sfuggiti dal fermaglio con cui li aveva puntati dietro la testa, perché le erano d'impaccio se le ricadevano sugli occhi. Ora le danzavano tutt'intorno al viso come alghe, solleticandole il collo prima che l'on-da successiva li spostasse come una tenda mossa dal vento. Bess socchiuse le labbra come per accogliere il ba-cio di un amante; assaggiò il gusto salato dell'acqua, sentì i ruvidi granelli di sabbia sulla bocca. Allargò le braccia ma l'acqua non si fece trattenere. Era sfuggen-te, inafferrabile. Sentì che le bruciavano gli occhi, non per l'acqua di mare, ma per le lacrime che le scivola-vano inarrestabili lungo le guance. Erano amare, non avevano la dolcezza salata dell'oceano, quell'inconfon-dibile gusto di pesce e sabbia. Bess si aprì all'acqua, si donò ai flutti, al passato. Trattenendo il respiro ogni volta che arrivava un'onda, pensava che quella dopo forse l'avrebbe colta di sor-presa e le avrebbe riempito i polmoni d'acqua, o l'a-vrebbe tirata sotto, verso un punto in cui non si toccava più. Cos'avrebbe fatto se fosse successo? Le sarebbe importato? Avrebbe lottato per tornare a galla o si sa-rebbe fatta trasportare dall'acqua, si sarebbe arresa e si sarebbe lasciata andare, abbandonandosi alle onde così come un tempo si abbandonava a lui? Avevano fatto l'amore su quella stessa spiaggia, con

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il fragore delle onde che soffocava le loro grida. Lui l'aveva fatta contorcere dal piacere, gemere e urlare, facendola impazzire con le sue carezze e la sua lingua abile. Averlo dentro di sé sembrava offrirle un punto a cui ancorarsi, un aggancio per tenere uniti i loro corpi. Però, per quante volte l'avessero fatto, non erano riu-sciti a fermare il tempo, a far durare per sempre il pia-cere. Tutto aveva una fine. Le sue dita erano un surrogato inadeguato delle ca-rezze sensuali con cui lui la portava all'estasi, ma Bess si accontentò. La sabbia rendeva ruvidi i suoi polpa-strelli mentre infilava le mani sotto la maglietta per racchiudere il seno, ricordando la sensazione delle sue labbra, delle sue mani sulle cosce mentre lui le insi-nuava sempre più in alto. Socchiuse le gambe e si la-sciò accarezzare nell'intimo dalle onde. Sollevò i fian-chi, delusa quando non trovò il peso di un corpo ma-schile, del suo corpo, che opponeva resistenza, creando un attrito sensuale. L'acqua si ritrasse, gorgogliando, in piccoli gorghi e vortici, esponendo le sue gambe nude al freddo della sera. Altre onde accorsero ad abbracciarla mentre si acca-rezzava. Era passato tanto tempo dall'ultima volta in cui si era data piacere che le parve una sensazione nuova, come se le sue mani fossero quelle di un altro. Lui non era stato il primo con cui aveva fatto l'amo-re, né il primo a farle provare un orgasmo. Non era sta-to neanche il primo che aveva amato. Però era stato il primo che l'aveva emozionata e fatta tremare con un semplice sorriso, il primo a insinuarle dei dubbi su se stessa, su ciò che voleva davvero. L'aveva penetrata più in profondità di chiunque altro, nel corpo, nella mente e nell'anima. L'aveva portata in fondo agli abissi più oscuri e segreti di se stessa, eppure Bess non era annegata.

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La loro storia era stata breve. Nel libro della sua vita aveva riempito poche pagine, un capitoletto scarno. Lui era stato solo un verso della sua canzone. Bess a-veva trascorso più tempo senza di lui che con lui. Ma tutto questo non contava niente, perché era il suo sorri-so che Bess immaginava, accarezzandosi, era la sua voce che sentiva, mentre mormorava il suo nome. Le dita di lui intrecciate alle sue, il suo corpo, la sua pelle, il suo nome... «Nick.» Quell'unica parola le sfuggì dalle labbra per la prima volta dopo vent'anni, liberata dal mare. Quel mare, quella spiaggia, quel luogo evocarono il suo nome. Nick. La mano che le ghermì la caviglia era calda come l'acqua, e per un attimo Bess immaginò di avere delle alghe avvolte intorno alla gamba. Un istante dopo, del-le dita le toccarono l'altro piede, poi le due mani risali-rono lungo le gambe, fino alle cosce. Bess sentì sopra di sé il peso reale di un corpo solido, non fatto d'acqua. Aprì la bocca per accogliere il mare, ma le sue labbra furono catturate da un bacio vero. Erano labbra vere, vere mani, una lingua reale che le affondò nella bocca a cercare la sua per provocarla in una schermaglia sensuale di affondi. Bess avrebbe dovuto gridare per quell'improvvisa invasione, perché un estraneo stava violando la sua in-timità, imponendosi. Tuttavia il suo tocco non era quello di uno sconosciuto. Bess conosceva le sue mani bene quanto le proprie. Ricordava perfettamente il suo sapore, la forma del suo pene, il peso del suo corpo. Era una fantasia, un ricordo, un desiderio, un rim-pianto? A Bess non importava; non le interessava defi-nirlo. Si aprì a lui accogliendolo come aveva fatto pri-ma, lasciandosi invadere intimamente dall'acqua. Il

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giorno dopo, al sorgere del sole, con la pelle ancora il-lividita dall'acqua e dal freddo, arrossata e graffiata dall'attrito con la sabbia, si sarebbe rimproverata per la sua incoscienza, ma il desiderio era troppo intenso per negarlo. Non voleva reprimerlo. Vent'anni prima aveva gettato al vento la prudenza, e lo fece anche ora. Lui le passò una mano sotto la nuca per sostenerle la testa mentre la baciava. Il gemito di lui fece vibrare le labbra di Bess mentre lui affondava le dita tra i suoi lunghi capelli. «Bess...» sussurrò. Disse anche altro, le cose che si dicono gli amanti quando sono trascinati dalla passione, le parole avven-tate e prive di senso che non reggono mai il confronto con la cruda realtà. A Bess non importava. Non le interessava la verità delle sue promesse, dei suoi commenti nell'indomani, ma solo la realtà di quel momento. Fece scivolare una mano lungo la curva familiare dei fianchi di Nick, gli strinse le natiche sode sotto i jeans. Voleva sentirlo nudo, perciò fece scivolare giù i jeans con movimenti febbrili, poi seguì il contorno del-la sua spina dorsale con la punta di un dito mentre lui continuava a baciarla. Lui infilò una mano tra le gambe di Bess e le tirò giù gli slip, poi le sollevò la gonna fino ai fianchi. La ma-glietta di cotone sottile era zuppa d'acqua, trasparente. Quando lui le prese un capezzolo tra le labbra e lo strinse, Bess emise un grido e si protese verso la bocca di Nick. Lui trovò il calore pulsante tra le sue gambe e l'accarezzò. Bess era pronta. «Bess...» le sussurrò di nuovo lui all'orecchio. «Che succede? Cos'è questa cosa?» «Non chiedermelo» rispose lei, attirandolo verso di sé per un altro bacio. La sabbia bagnata sotto di loro

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accolse i loro corpi come un guscio. Bess vi affondò i talloni e aprì le gambe, poi lo guidò dentro di sé, sen-tendolo caldo, duro e familiare. «Non chiederlo, Nick, o potrebbe svanire.» Rammentò quante volte avessero provato il fastidio della sabbia che s'infilava dappertutto e, dopo, li faceva tornare a casa camminando come ubriachi. A quel ri-cordo, Bess rise piano mentre lui le mordeva delicata-mente il collo, accarezzandola. Si mossero a ritmo sul-la sabbia. Nick sollevò la testa e Bess lo guardò; alla luce fioca del crepuscolo, mentre spuntavano già le prime stelle e il cielo si faceva scuro, sembrava quello di un tempo. Non era cambiato affatto. Bess s'irrigidì e si morse il labbro per soffocare un grido, mentre il piacere la invadeva repentino. Nick gemette e si protese in avanti con maggiore slancio verso di lei, dentro di lei. Un'onda le lambì i piedi ma non la ricoprì, perché il corpo di Nick la riparava. Il mare l'aveva condotto a lei, gliel'aveva ridato. Bess accettava questo fatto senza porsi domande, senza incertezze. Alla luce del giorno la loro unione non sa-rebbe stata reale, così come non sarebbe stato reale il momento in cui lei emerse dall'acqua e si diresse verso la casa, bagnata fradicia, barcollando. Quando si buttò a letto pensò che non era vero, eppure era successo, e Bess non si azzardò a mettere in discussione l'episodio per paura che potesse cancellarsi dalla sua memoria.