passione meneghina: panettone vergani

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Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4/5/9 Fax. +39.0362.344535 - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 18 del 12 gennaio 2011 - Poste Italiane SpA - Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - (Conv. in legge 27/02/2004 N° 46) - Art. 1 Comma D.C.B. - Milano - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) ANNo 1 - NuMERo 6 - SEttEMBRE 2011 DIREttoRE RESPoNSABIlE: ANGElo FRIGERIo attualità Presentato a Milano il Rapporto Coop. Fotografa lo stato di salute di consumi e distribuzione in Italia. E fornisce previsioni per il triennio 2011-2013. Dal 2004, nel carcere di massima sicurezza di Padova, detenuti e pasticceri professionisti lavorano fianco a fianco. Realizzano “I Dolci di Giotto”. Nicola Boscoletto, presidente del Consorzio sociale Rebus, racconta questa singolare avventura. Il gusto della libertà COVER STORY “Siamo una catena nazional-popolare” l’azienda A pagina 3 focus on Passione meneghina Una storia familiare iniziata nel 1949. A Milano, patria del panettone. La tradizione, imprescindibile, e l’innovazione della gamma. Intervista a Stefano Vergani, titolare dell’azienda omonima e ad Andrea Raineri, esponente della quarta generazione della famiglia fondatrice. Speciale Bio Una filiera certificata, farine pregiate e ingredienti selezionati. Biscotti, torte, merendine e snack. E’ il comparto biologico.Che, complessivamente, nel nostro Paese, vale 3 miliardi di euro ed esporta nel mondo per oltre 900 milioni. Il dolce sapore della natura Da pagina 10 a pagina 14 Da oltre 60 anni, Akellas realizza le note caramelle balsamiche a marchio Monk’s. A tu per tu con Antonella Antinucci, della direzione commerciale. Una ventata di freschezza A pagina 16 eventi Il Meeting per l’amicizia fra i popoli, in scena a Rimini lo scorso agosto, diventa l’occasione di un incontro fra aziende e distribuzione. L’Onore di fare impresa Nel 2012, Sigep si prepara a riconfermare il successo dell’edizione precedente. Che ha visto la partecipazione di oltre 200mila visitatori professionali, di cui circa 20mila esteri. Appuntamento a Rimini, dal 21 al 25 gennaio. Quando il gelato chiama... Alle pagine 18 e 19 A pagina 8 A pagina 6 A pagina 20

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ANNo 1 - NuMERo 6 - SEttEMBRE 2011

DIREttoRE RESPoNSABIlE: ANGElo FRIGERIo

attualità

Presentato a Milano il Rapporto Coop. Fotografa lo stato di salute di consumi e distribuzione in Italia.E fornisce previsioni per il triennio 2011-2013.

Dal 2004, nel carcere di massimasicurezza di Padova, detenuti e pasticceri

professionisti lavorano fianco a fianco.Realizzano “I Dolci di Giotto”.Nicola Boscoletto, presidente

del Consorzio sociale Rebus, raccontaquesta singolare avventura.

Il gusto della libertà

COVER STORY

“Siamo una catena nazional-popolare”

l’azienda

A pagina 3

focus on

Passione meneghinaUna storia familiare iniziata nel 1949. A Milano, patria del panettone. La tradizione, imprescindibile, e l’innovazione della gamma. Intervista a Stefano Vergani, titolare dell’azienda omonima e ad Andrea Raineri, esponente della quarta generazione della famiglia fondatrice.

Speciale Bio

Una filiera certificata, farine pregiate e ingredienti selezionati. Biscotti, torte, merendine e snack. E’ il comparto biologico.Che, complessivamente, nel nostro Paese, vale 3 miliardi di euro ed esporta nel mondo per oltre 900 milioni.

Il dolce sapore della naturaDa pagina 10 a pagina 14

Da oltre 60 anni, Akellas realizza le note caramelle balsamiche a marchio Monk’s. A tu per tu con Antonella Antinucci, della direzione commerciale.

Una ventata di freschezza

A pagina 16

eventi

Il Meeting per l’amicizia fra i popoli, in scena a Rimini lo scorso agosto, diventa l’occasione di un incontro fra aziende e distribuzione.

L’Onore di fare impresa

Nel 2012, Sigep si prepara a riconfermare il successodell’edizione precedente. Che ha visto la partecipazionedi oltre 200mila visitatoriprofessionali, di cui circa 20milaesteri. Appuntamento a Rimini, dal 21 al 25 gennaio.

Quando il gelato chiama...

Alle pagine 18 e 19

A pagina 8

A pagina 6

A pagina 20

Page 2: Passione Meneghina: Panettone Vergani

pole position

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Direttore Responsabile ANGElo FRIGERIoDirettore editoriale RICCARDo CollEttIEditore: Edizioni Turbo SrlPalazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362 600463/4/5/9Fax. +39 0362 344535e-mail.infotespi.netPeriodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 18 del 12 gennaio 2011.Poste Italiane SpASpedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003(Conv. in legge 27/02/2004 N° 46) Art. 1 Comma D.C.B. - Milano Stampa: Ingraph - Seregno (MB)Periodico mensile anno 1 - numero 6 settembre 2011Una copia 1,00 euroPoste Italiane SpA Spedizione Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - (Conv. in legge 27/02/2004 N° 46) - Art. 1 Comma D.C.B. - Milano. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l.Responsabile dati: Riccardo Colletti

Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 settembre 2011

settembre 2011

editoRialeAngelo Frigerio

Banche: tra furti legalizzati e strozzinaggio A cosa servono le banche? La domanda non è oziosa, soprattutto dopo quello che è successo

negli ultimi anni. Se torniamo indietro nel tempo, i banchi di mutuo soccorso erano nati per aiutarele imprese a crescere, ad allargare le loro aree di competenza, ad aprire nuovi mercati, ad acquistaremacchine per migliorare o incrementare la produzione. In buona sostanza per aiutare la crescita delbusiness. In parallelo c’era inoltre un effetto indotto. Far crescere le aziende significava, e significa, au-mentare i posti di lavoro. Le banche esercitavano così - di riflesso, come le aziende - anche una fun-zione sociale.Accanto alle aziende c’erano, e ci sono, poi le famiglie. Con i mutui e i prestiti per la casa o, più ba-nalmente, per l’acquisto di mobili o altri oggetti. E c’è stato anche chi ha chiesto soldi per il matri-monio del figlio…Questo fino a ieri. Da qualche anno a questa parte le banche si sono trasformate in piovre voraci.Con l’obiettivo di fare sempre più utili (ma è giusto?), i nostri banchieri hanno fatto cose ripugnanti.Qualche esempio fra gli altri.Il mio povero papà, per anni, ha gestito in totale autonomia il suo gruzzoletto, frutto di anni diduro lavoro in fabbrica. Sino a quando un ictus lo ha costretto a una semi cecità. Mi ha dunque la-sciato in mano la gestione dei suoi soldi. Quando ho visto il portafoglio titoli sono trasecolato. Il 90%del capitale era stato investito in fondi della banca. Fra questi c’erano alcuni prodotti legati a un’as-sicurazione sulla vita: a un uomo di 84 anni! Un altro investimento, a cinque anni, prometteva un 5%di interesse il primo anno, per ingolosire gli acquirenti, che si trasformava poi in un 1,5% per i restantianni. Inutile dire cosa è successo: ho ribaltato il tavolo del direttore e mi sono fatto restituire i soldi.L’altro esempio ci riguarda direttamente. Il nostro Gruppo editoriale è solido. Il nostro rating è 1/2su un valore che arriva a 11. Lavoriamo con soldi nostri ma, per tutelarci, abbiamo sempre avuto deifidi. Pochi giorni fa abbiamo ricevuto la visita di un funzionario che ci ha comunicato l’aumento deicosti relativi alla gestione degli affidamenti. Aumenti pazzeschi, quasi del 70%. Giustificati con l’incre-mento del costo del denaro. Abbiamo scoperto inoltre il Dif (Disponibilità immediata fondi), unasorta di percentuale sui fidi. Che si paga a prescindere, come diceva Totò, sul totale affidato. Alle no-stre rimostranze, il funzionario ci ha spiegato che si tratta di uno strumento che sostituisce la Com-missione di massimo scoperto. “Iniqua”, ha sottolineato. Come se il Dif non lo fosse. Aggiungendo:“E’ giusto così. La banca deve farvi pagare il suo magazzino…”.Il terzo esempio riguarda un nostro fornitore. Un imprenditore serio, corretto e onesto. Che si am-mazza di lavoro e, negli ultimi tempi, avrà fatto, sì e no, tre giorni di vacanza l’anno. Il Nostro si è tro-vato nel bel mezzo di un fallimento che gli ha fatto “saltare” circa 300mila euro. Una botta micidiale.Sapete cosa gli hanno risposto le banche? “Caro signore, sappiamo che lei è bravo e si è semprecomportato bene ma noi dobbiamo tutelarci. Non possiamo darle i soldi così. Attiviamo una bellaipoteca sulla sua casa e così ci sistemiamo… “. Che dire? Probabilmente gli strozzini della Mafia trat-tano meglio i loro “clienti”.Tutto questo potrebbe essere anche giusto. Con il contorno delle solite giustificazioni: Basilea 3, ilrating, la parametrizzazione. Quando però si scopre che, sempre lor signori, hanno dato soldi (etanti) a certi elementi come il signor Zunino di Risanamento (sic!), al signor Coppola (quello con lapettinatura a caschetto) o al signor Ricucci (il furbetto del quartierino) allora uno s’incazza veramente. E aggiungo. Ma è mai possibile avanzare queste pretese quando si perde, nel giro di un anno, il 50%della propria capitalizzazione? Ma che rating diamo noi a questi signori? Ma dobbiamo proprio fidarciad affidargli i nostri soldi?Verrebbe proprio da prenderli, invece, a calci nel sedere. Non è detto che sia sbagliato.

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Page 3: Passione Meneghina: Panettone Vergani

5mila nel 2005. 56mila nel 2010.Una escalation impressionante. So-prattutto se si parla di panettoni. Amaggior ragione, se si pensa che aprodurli non sono i soliti pasticcierima un’equipe di carcerati. Ce ne parlaNicola Boscoletto, presidente del Consorziosociale Rebus che coordina diverse attività la-vorative all’interno del carcere di massima si-curezza “Due palazzi” di Padova. Quelle dipasticceria si svolgono sotto il brand “I Dolci diGiotto”, che vanta importanti riconoscimentida parte di tutto il mondo enogastronomico.“La grande battaglia, prima ancora che sul-l’aspetto sociale, si gioca su quello qualitativo –professionale. Fin da subito è apparsa evidentel’urgenza di creare un prodotto che fossescelto non in quanto realizzato da persone inuna situazione particolare, ma perché buono,eccellente”.

Come nasce questo progetto?Per desiderio, ma soprattutto per circo-

stanza. Eravamo un gruppo di amici, tutti lau-reandi in scienze agrarie e forestali. Volevamoinserirci nel mondo del lavoro senza perderci,dividerci o cedere a spietate dinamiche di con-correnza. L’occasione per metterci all’opera siè presentata nel 1991, quando abbiamo sceltodi partecipare a una gara d’appalto per il recu-pero delle aree esterne al nuovo carcere di Pa-dova “Due palazzi”, che apriva quell’anno.Allora non sapevamo niente del settore so-ciale. Ma mentre l’amministrazione tardava acomunicare l’esito del bando, ci colpì un pen-siero: nel carcere c’erano quasi 700 personeche non facevano niente dalla mattina alla sera,perché non coinvolgerle? Il passo successivo èstato proporre un corso di giardinaggio, che ildirettore del carcere autorizzò per 20 dete-nuti. Da questa circostanza è nata una storiainaspettata, che oggi conta numerose attività ecorsi di inserimento lavorativo. Come il laboratorio di pasticceria…Nel 2004 abbiamo convinto una coopera-

tiva sociale che già da molti anni lavorava nel-l’ambito della ristorazione a trasferire il suolaboratorio di pasticceria direttamente all’in-terno del carcere di massima sicurezza di Pa-dova. Qui oggi lavorano circa dieci detenuti etre maestri pasticceri che realizzano, oltre alclassico panettone, una vasta gamma di pro-dotti da forno confezionati e freschi: colombe,biscotti, Veneziane e grissini, per citarne alcuni.Non dimentichiamo poi la linea “I Dolci di An-tonio”.Di cosa si tratta?Padova è fiera di essere la patria di Sant’An-

tonio, conosciuto e amato in tutto il mondo.

Per questo, insieme ai frati, abbiamo recupe-rato le materie prime e le ricette del periodoantoniano del Medioevo e abbiamo realizzatouna serie di dolci caratteristici, che prendono ilnome del Santo. Inoltre, presso il polo ristora-tivo, il laboratorio del carcere di cui fa parte lapasticceria, abbiamo la possibilità di cucinareprodotti freschi per catering fino a mille per-sone. Qui lavorano complessivamente circa 40detenuti, tre maestri pasticceri e tre chef.Nel caso delle linee confezionate, quali fasi

del ciclo produttivo avvengono in carcere?Tutte. Il dolce viene realizzato interamente

nella nostra pasticceria interna. Così come ildesign della confezione, l’assemblaggio e, infine,la spedizione. Non ci possono essere dubbiche si tratti di dolci Made in Italy al 100%: sono

prodotti sotto chiave.Cosa significa, per un detenuto, iniziare

questo tipo di esperienza lavorativa all’in-terno del carcere?

Per un carcerato lavorare è come vincere alSuperenalotto. Sotto tutti i punti di vista. Perchésignifica impegnarsi, uscire dalla cella, potersimantenere. Anziché chiedere 100 euro in piùalla famiglia, torna a costituire una fonte di red-dito. È una rivoluzione copernicana. Da partedei detenuti, però, occorre la volontà di co-minciare un lavoro su di sé, di intraprendere unpercorso di educazione. A cosa?A tutte le regole che il lavoro comporta: ob-

bedire a un superiore, rispettare gli orari, ac-cettare le osservazioni e le correzioni. Sonofattori che hanno un valore importante, de-terminante anche nel momento in cui il dete-nuto esce dal carcere. Abbiamo visto che,quando viene portato a termine il percorso la-vorativo, la recidiva, ossia il numero di carce-rati che finita la pena torna a delinquere,scende dal 90% al 15%. E fino all’1% nel caso dicoloro che portano a termine l’intero per-corso d’inserimento lavorativo. In particolare, il

lavoro artigianale di pasticceria ha una marciain più.Come spiega quest’ultimo dato?La lavorazione del cibo, a livello artigianale, è

una grande risorsa: non solo per quello cherealizza, ma anche per ciò che produce negliuomini impegnati in questo tipo di attività. L’ar-tigiano, infatti, esprime appieno una concezionedi lavoro che nella nostra società è spesso di-menticata, ma che noi sosteniamo con forza. Ovvero?Quando è fatto bene e con passione, il la-

voro è qualcosa che soddisfa l’uomo, lo com-pie e lo fa crescere. Per rimanere nell’ambitodella pasticceria, il lavoro è un impasto di atti-vità umana con il compimento e la realizza-zione della persona: non è separato da quelloche uno è. E qualsiasi attività lavorativa ha lapossibilità di essere vissuta così. Qui in carcerediciamo sempre che la dignità del lavoro non èdata dall’attività in sé, ma dalla persona che neè protagonista. Oggi la gente crede che sia iltipo di lavoro svolto a renderti importante. In-vece quella è solo una circostanza. Ciò che ri-mane, è l’uomo. Quello che noi qui vogliamoinsegnare non è tanto un lavoro, quanto unmetodo.Si spieghi meglio…Non tutti detenuti, una volta usciti, riescono

a trovare lo stesso lavoro che facevano in car-cere. L’ambito della ristorazione, certo, offremolto. Ma occorre saper cambiare ed esserecapaci di adattarsi alle diverse circostanze. Equesto è possibile solo se uno conosce un me-todo e guarda al lavoro come a qualcosa checentra con la vita, che è espressione di una pas-sione. Sa cosa colpisce di più quelli che ven-gono a visitare i nostri laboratori in carcere?Che cosa?L’operosità e la serenità dei detenuti al la-

voro. Cose che non sempre si vedono in fab-brica o in ufficio il lunedì mattina. Anche incarcere ci si può sentire liberi…

Benedetta Pavan

Il gusto della libertàIl gusto della libertà

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La produzionePanettoni: classico, Simposio (con uvetta e senza canditi), Trappista (alla birra),Ecuador (al cioccolato), Eden (cioccolato e fichi), Arabica (cioccolato e caffè), Thebig one (classico da 5 Kg).Colombe: classica, Prelibata (con cioccolato), Delicata (senza canditi), classica da3 Kg.Veneziana: classica da 500 gr.Biscotti: Cavalieri, Contadini, Monaci, Baci di dama, Bolle di neve, Cantucci, Pra-tesi, Zaleti.Grissini: naturali, al rosmarino, al sesamo, al nero di seppia, ai semi di papa-vero.I Dolci di Antonio: la Nuova Noce del Santo (dolce alle noci da 500 gr.), Co-rona del Santo (con farina d’orzo e fichi), Giglio del Santo (orzo, fichi e zenzero),Noce del Santo (alle noci) e i biscotti Cavalieri, Contadini e Monaci.Altri dolci: la Sbrisolona, il torrone, la crema alla birra.

“La lavorazione del cibo, a livello artigianale, è unagrande risorsa: non solo

per quello che realizza, maanche per ciò che producenegli uomini impegnati inquesto tipo di attività.

L’artigiano, infatti, esprimeappieno una concezione di lavoro che nella nostra

società è spesso dimenticata, ma che noi sosteniamo con forza”

Dal 2004, nel carcere di massimasicurezza di Padova, detenuti epasticceri professionisti lavoranofianco a fianco. Realizzano “I Dolci di Giotto”: Veneziane,biscotti e Colombe artigianali.Nicola Boscoletto, presidente del Consorzio sociale Rebus,racconta questa singolareavventura.

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newssettembre 2011

Sono stati resi noti, nei giorni scorsi, i risultati di Sigma perl’anno 2010 e le strategie per il prossimo futuro. Il fatturatocomplessivo è stato di 3,6 miliardi di euro, con una cre-scita del 20% sul 2009. Il Gruppo, che conta una rete mul-ticanale composta da circa 2mila punti vendita, ha vistoconsolidarsi la propria presenza sul territorio nazionale, so-prattutto grazie all’acquisizione, nel gennaio 2010, di Con-sorzio Europa (Nord-Ovest) e di quella più recente diMulticedi (Campania e Centro Sud), operativa da gennaio2012. Buoni risultati anche per la marca commerciale che,con oltre 1.100 referenze e un’incidenza sul fatturato del12%, nell’ultimo triennio è crescita dell’1% annuo. Il Gruppolavora al raggiungimento del piano triennale varato nel2009: aumentare il fatturato concentratodel 30-40%, raggiungere una quotadi mercato vicina al 4% e un pesopari a circa 1,4 miliardi di euronel fatturato di acquisto in Cen-trale Italiana. Fra gli obiettivi, ilrafforzamento della rete com-merciale e della base sociale,una più razionale gestione delterritorio, interventi sui format divendita e un’ulteriore spinta allamarca privata.

Auchan: primo semestre 2011 a +5,8%Auchan ha recentemente reso noti i risultati del primo se-

mestre del 2011. I dati mostrano un fatturato consolidato increscita del 5,8% per un valore di 21,2 miliardi di euro,con andamenti diversi a seconda dei paesi. Se infatti i mer-cati maturi dell’Europa occidentale mostrano cali diffusi,quelli dell’Europa centrale, dell’Est e dell’Asia, rivelano in-vece valori in continua crescita. L’Ebitda ha subito una lieveflessione, pari all’1,5%. Accanto ad un fatturato corrente incalo dell’8,5%, a 450 milioni di euro, crescono i risultatinetti, con un aumento del 24,4% a 611 milioni di euro.

Tempi duri per le cooperativeE’ stata aumentata del 10% la base imponibile dell’utile

delle società cooperative a mutualità prevalente. Il comma36 bis dell’emendamento al decreto legge n.138/2011modifica le percentuali degli utili comunque assoggettati adIres previste dall’articolo 1 comma 460 della legge n.311/2004. E’ stata quindi portata al 40% la percentualeche si applica alla generalità delle cooperative. Quella pre-vista per le cooperative di consumo è stata invece innalzataal 65%, contro il 55% precedente.

Fiere di Parma: inaugurati due nuovi padiglioni

Due nuovi padiglioni, nuovi parcheggi e un nuovo im-pianto fotovoltaico sono stati inaugurati a fine agosto daFiere di Parma. Che conclude così la modernizzazione delproprio quartiere fieristico. La somma complessiva, investitanell’ultimo biennio, è di 60 milioni di euro. Di questi, 20 mi-lioni sono stati finanziati con mezzi propri, mentre la quotarimanente deriva da una linea di credito multitranche sotto-scritta da Cariparma, in qualità di capofila, e Mediocre-dito Italiano. Con i nuovi padiglioni, quello di Parmadiventa uno dei primi quattro quartieri fieristici d’Italia.

Nel primo semestre export in crescita per le piccole impreseNel primo semestre dell’anno, l’export è cresciuto del

2,1% rispetto al semestre precedente, e del 4% rispetto allostesso periodo del 2010. La produzione, invece, è au-mentata dello 0,4% su base congiunturale e dello 0,9% intermini tendenziali. Questo è quanto emerge dall’Osserva-torio congiunturale di Fondazione impresa, che esamina lerealtà produttive che impiegano fino a 20 dipendenti. I ri-sultati migliori si registrano al Nord, dove l’occupazione èin lieve crescita. Nel Nord Ovest, ad esempio, segna unaumento dello 0,6% rispetto a dicembre.

Il cacao continua a sfidare la crisi

Il cacao si conferma un prodotto anticiclico e, nonostantela crisi, continua a registrare buoni risultati di vendite. Lanotizia giunge dalle principali aziende utilizzatrici della ma-teria prima. Ne è un esempio la svizzera Lindt&Sprûengliche ha recentemente rivelato, per il primo semestre, utili increscita e superiori alle aspettative. La solida domanda dicioccolata ha perfino permesso al gigante svizzero di al-zare i prezzi di vendita dei suoi articoli. Anche il principalegruppo dolciario statunitense, Hershey, si dichiara ottimistarispetto al 2012.

Siglata partnership fra Valsoia e Almaverde BioValsoia, azienda specializzata nella produzione di pro-

dotti vegetali a base di soia, ha siglato un accordo di du-rata pluriennale con il Consorzio Almaverde Bio Italia. Lapartnership prevede la produzione e la commercializza-zione, da parte di Valsoia, di gelati e prodotti lattiero ca-seari a marchio Almaverde Bio. Valsoia, che vanta unfatturato in crescita di 56 milioni di euro e la leadership nelmondo nel mercato delle bevande, dei gelati e dei dessertvegetali, implementerà le attività volte allo sviluppo del por-tafoglio dei prodotti a marchio Almaverde Bio.

I biscotti Ringo tornano on airTornano gli spot tv dedicati ai biscotti Ringo. Si confer-

mano protagonisti Kakà e i suoi Ringo Boys impegnati, que-sta volta, nella costruzione di un campo da calcio dovepoter giocare la “Do you Ringo championship”. La campa-gna avrà diverse declinazioni: da quella per il classico bi-scotto Ringo Vaniglia, ad una dedicata allo snack RingoGoal, fino a quella pensata per l’attività promozionale onpack.

Kraft Foods in Nordamerica separa i ready meal dagli snack“Diciotto mesi dopo l'acquisizione dell'inglese Cadbury,

Kraft Foods ha deciso di creare un’attività nordamericanacon focus sul ready meal e una piattaforma globale relativa,invece, al mercato degli snack. Due business che oggi sidifferenziano in modo netto per quanto riguarda le prioritàstrategiche future, profilo di crescita e focalizzazione ope-rativa”. Questo il contenuto di un comunicato diffuso al-l’inizio di settembre da Kraft foods. Cadbury, acquistataper 13 miliardi di euro, si collocherà nella piattaforma glo-bale con Oreo, Milka e Trident, mentre il business ameri-cano vanterà brand come Oscar Mayer, Philadelphia e imaccheroni Kraft.

Sigma chiude il 2010 a +20%. 3,6 miliardi di euro il fatturato

Carrefour: utili in contrazione,taglio del 15% dell’outlook 2011Momento difficile in casa Carrefour. L’importante gruppo

della Grande distribuzione ha infatti dovuto apportare unarevisione al ribasso dell’outlook sull’utile operativo 2011, acausa dei risultati delle vendite poco soddisfacenti del se-condo trimestre. Le nuove stime parlano di un calo nell’or-dine del 15% circa rispetto allo scorso anno. Nei primi seimesi dell’anno, la perdita consolidata è stata pari a 249 mi-lioni di euro. L’utile operativo ha fatto segnare una flessionedel 22% a 772 milioni di euro, dovuta soprattutto ai mercatimaturi. Migliori le performance nei paesi emergenti.

Istat: nel giugno 2011, vendite in calo dello 0,2%. Stabile l’alimentareA giugno 2011, l’indice destagionalizzato delle ven-

dite al dettaglio è diminuito, rispetto al mese precedente,dello 0,2%. Nella media del trimestre aprile-giugno, l’in-dice ha registrato una variazione negativa dello 0,1%.Questo è quanto emerge dai dati Istat relativi al com-mercio al dettaglio nel mese di giugno 2011. E se le ven-dite dei prodotti non food, a livello tendenziale calanodello 0,3%, quelle riferite agli alimentari rimangono sta-bili. Se si confronta l’indice con i dati relativi al giugnodell’anno precedente, si evidenzia un calo delle venditecomplessivo pari all’1,2%. Nulla la variazione nel settorealimentare. Sempre rimanendo nell’ambito del food, levendite nella Grande distribuzione, rispetto al giugno2010, crescono dell’1%, mentre calano dell’1,5% nelleimprese che operano su piccole superfici. Sul fronte deicanali di vendita nell’ambito della Gd, rispetto al giugno2010, gli esercizi non specializzati a prevalenza ali-mentare registrano un calo dello 0,4%. Sono però in leg-gera crescita i supermercati (+0,4%) e i discount (+1,5%).

Il gruppo Novelli rileva PanemIl gruppo Novelli, specializzato nella produzione di pane

e uova, rileva il 98,9% di Panem, azienda da qualchetempo alle prese con difficoltà finanziarie. Con questa ac-quisizione, Novelli porta il fatturato consolidato a circa 170milioni di euro e salva oltre 200 posti di lavoro. L’integra-zione di Panem consentirà al Gruppo di Terni di disporre dicinque siti produttivi, di cui due dedicati alla produzione diuova e tre al pane, oltre ad un organico di 700 unità. Cherenderanno possibile lo sviluppo di sinergie industriali, logi-stico-distribuitive e commerciali in diversi ambiti.

Torna Eurochocolate e diventa maggiorenneTorna l’appuntamento con Eurochocolate, la nota ker-

messe interamente dedicata al mondo del cioccolato giuntaquest’anno alla 18 edizione. Si terrà a Perugia dal 14 al23 ottobre e vedrà la partecipazione di numerosi maestricioccolatieri e delle loro creazioni, oltre che dei gadget fir-mati dal brand Costruttori di Dolcezze. Fra le novità di que-st’anno, il concorso a premiPiacere…Eurochocolate: inpalio un viaggio inMessico, patria delcacao. Come diconsueto, L’Aquila,nel weekenddell’8 e 9 otto-bre, ospiterà l’an-teprima del notoevento.

Fruit 4 Fun: i nuovi gusti di Tic TacDopo l’omaggio tricolore ai 150

anni dell’Unità d’Italia, Tic Tac tornacon un una nuova limited edition dacollezione. Si tratta di Fruit 4 Fun esarà disponibile a partire da ottobrefino a febbraio. Il pack, “vestito”con un’etichetta moderna e rinno-vata, contiene i noti confetti ai gustifrutta orange (di color bianco), lime(verde), passion fruit (giallo) e cherry(rosso). Come da metodo tradizio-nale, i colori dei confetti sono otte-nuti solo con coloranti di originenaturale.

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Page 5: Passione Meneghina: Panettone Vergani

settembre 2011

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Ismea: nel primo quadrimestre vendite bio a +11,5%

Vale circa 3 miliardi di euro, con un’incidenza dell’1-2%sul totale della spesa alimentare. Questi i datirelativi al mercato degli alimenti biologici,diffusi all’inizio di settembre da Ismea.Dalle rilevazioni dell’istituto di ricerca, neiprimi quattro mesi dell’anno la spesabio ha segnato un incrementodell’11,5% rispetto allo stesso periododel 2010. Un trend analogo a quelloregistrato lo scorso anno sul 2009(+11,6%). Tre le categorie a pri-meggiare: ortofrutticoli, prodotti lat-tiero-caseari e prodotti per la primacolazione. Nel periodo considerato,infatti, le vendite di latte e derivati bio-logici riportano un aumento del 20,4% rispetto al 2010. E’invece del 10,4% la crescita registrata dagli articoli per laprima colazione. Segnano invece il passo gli acquisti di pro-dotti per l’infanzia, in calo del 7,7% e di pane e sostituti (-11,3%). Sul fronte delle referenze, tra gli alimenti bio piùpresenti nel carrello degli italiani vi sono il latte, con unaquota dell’8% e un aumento del 32%, seguito da yogurt conun incremento dell’8,8%.

A Oscar Farinetti il Premio Artusi 2011Il Premio Artusi 2011, verrà consegnato il prossimo otto

ottobre a Oscar Farinetti. Assegnato dal Comune di For-limpopoli, in provincia di Forlì Cesena, quest’anno il pre-mio, un omaggio a chi contribuisce alla riflessione su ciboe dintorni, festeggia una duplice ricorrenza: i 100 anni delpremio e i 150 anni dell’Unità d’Italia. Per questo la giu-ria ha indicato Oscar Farinetti come “colui che ha saputodiffondere l’immagine del cibo e della cultura italiani,unendo la serietà della proposta culturale alle esigenze delmercato. Oscar Farinetti ha creato con Eataly un riferimentoimportante a sostegno dell’identità italiana nel mondo”.

Prosegue la campagna adv a sostegno dei Krumiri BistefaniProsegue il progetto di rilancio del marchio Krumiri Bi-

stefani. Il Gruppo ha recentemente definito la nuova cam-pagna adv per lo storico brand di biscotti, che continuacon un nuovo spot on air sulle principali reti televisive na-zionali dal prossimo autunno. Lo spot, programmato anchenelle sale UciCinemas di tutta Italia, vuole mantenere il le-game con la tradizione, reinterpretata in chiave moderna.I Krumiri Bistefani saranno inoltre protagonisti di una tele-promozione durante la trasmissione “Avanti un altro”, conBonolis e Laurenti.

La Regione Sardegna eroga finanziamentiai produttori di grano duroLa Giunta regionale della Sardegna, su proposta del-

l’assessore regionale dell’Agricoltura Oscar Cherchi, hastabilito, in conformità alle disposizioni del regolamentodella Commissione europea, i criteri di erogazione degliaiuti agli imprenditori, singoli o associati, che coltivanograno duro. Le somme a disposizione sono pari a 4 mi-lioni di euro l’anno per il 2011, 2012, 2013. Gli aiutiverranno concessi a partire dall’annata agraria 2011-2012 agli imprenditori che aderiscono ad un accordo difiliera, finalizzato alla valorizzazione del grano duro col-tivato sul territorio regionale. L’accordo, che verrà sotto-scritto fra imprenditori agricoli di prima trasformazione(mulini) e di seconda trasformazione (panifici, pasti-fici,operatori del settore dolciario) servirà a garantire unprezzo minimo del grano duro in funzione dell’anda-mento dei costi di produzione e delle quotazioni di mer-cato dell’ultimo quinquennio e delle caratteristichequalitative. Gli importi dell’aiuto saranno di mille eurol’anno per aziende che coltivano a grano duro da 5 a10 ettari; di mille e 500 euro all’anno per superfici dioltre 10 e fino a 20 ettari; di duemila e 500 euro al-l’anno per superfici oltre i 20 ettari.

23 edizione per Sana, il palcoscenico del biologico532 espositori. 30mila metri quadrati. Sono questi i nu-

meri della 23 edizione di Sana: Salone internazionaledel naturale, andata in scena a Bologna dall’8 all’11 set-tembre. Allestita presso i padiglioni della fiera del capo-luogo emiliano, Sana si è confermata punto di riferimentointernazionale delle eccellenze nei settori alimentari, nutri-zionali, cosmetico e del buon abitare eco-sostenibile. Alfine di valorizzare e promuovere il patrimonio agroali-mentare italiano, il ministero delle Politiche agricole ali-mentari e forestali ha partecipato all’evento con uno standistituzionale adibito all’accoglienza e all’informazione.

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Page 6: Passione Meneghina: Panettone Vergani

“Veneziane, colombe, tortine,croissant e brioches, certo. Ma so-prattutto panettoni. Già quando miononno, Angelo Vergani, scelse di ini-ziare questa avventura, emergevauna netta preferenza per il tradizio-nale dolce milanese.

Era il 1946 e la pasticceria che aveva rilevatorealizzava dolci di tutti i tipi, con particolare at-tenzione ai grandi lievitati. A quei tempi, a Mi-lano erano molti i laboratori dedicati allaproduzione di panettone. Che, del resto, è natoqui.”

A parlare è Stefano Vergani, titolare del-l’azienda omonima, oltre che nipote del fon-datore. Con lui c’è Andrea Raineri, esponentedella quarta generazione della famiglia Vergani,studente dell’ultimo anno presso l’Universitàdegli Studi di Milano, corso di laurea in Scienzee tecnologie alimentari e microbiologiche.

Come prosegue la storia?Il 1949 è un anno importante. Angelo Ver-

gani, che gestisce la pasticceria, acquista partedell’attuale stabilimento produttivo, ampliatosoltanto alla fine degli anni 80. Il laboratorio di-venta una realtà aziendale, con volumi produt-tivi importanti e capace di servire anchenumerose pasticcerie della zona. È proprio inquesto periodo che l’azienda caratterizza lapropria produzione, che si concentra in mododefinitivo sui grandi lievitati: panettoni e co-lombe.

Da allora sono passati oltre 60 anni. Comesi è evoluta la gamma?

Il panettone classico basso milanese rimaneil nostro prodotto prìncipe. Seguito dagli altridolci tradizionali da ricorrenza: la colomba, laveneziana e il pandoro, che fa parte della no-stra gamma nonostante sia originario di Verona.Accanto a questi, sempre nella sfera delle fe-stività, si trovano le specialità: declinazioni dif-ferenti dell’impasto base del panettone,caratterizzato in modo vario, con frutta o cioc-colato, per esempio. Sono alternative realizzatecon l’obiettivo di incontrare il più possibile imutevoli gusti dei consumatori. Il panettonesenza canditi, richiesto da una clientela sem-pre più vasta, è uncaso esemplare.Vantate anche linee

continuative?Sì, anche se si rimane

quasi esclusivamentenell’ambito dei lievitati. Sitratta infatti di croissant,trecce e brioches. Maproprio il segmento deicontinuativi è stato di re-cente protagonista di im-portanti novità. Abbiamorealizzato una linea di tor-tine, che saranno vendutedurante l’intero corso del-l’anno. Questi prodotti na-scono dalla nostra passionee conoscenza dei lievitati. Lamatrice è la stessa del panettone, anche se pre-sentano caratteristiche diverse rispetto ai dolcida ricorrenza. Come la grammatura, per esem-pio, che è inferiore. La filosofia che guida que-ste creazioni, però, è la stessa che caratterizzatutta la nostra produzione.Ci spieghi meglio…Con i nostri prodotti cerchiamo di farci por-

tatori di un discorso incentrato sulla qualità el’eccellenza. Sia nella scelta delle materie primeutilizzate, sia in termini di processo produttivo.Che è quello tradizionale milanese e che vantaun “protocollo” ben definito: solo lievito natu-rale, lunghi periodi di riposo, passaggi svolti ar-tigianalmente…Ormai il panettone è sempre più frequen-

temente realizzato fuori Milano. Cosa nepensa?

I laboratori che si dedicano alla produzionedi panettone, a Milano, sono sempre meno.Siamo rimasti davvero in pochi. Mentre sonoaumentate le realtà di questo tipo nel restod’Italia. E questo non è un fatto necessaria-mente negativo. Certo, occorre che il dolce siarealizzato secondo le ricette e i procedimenti

tradizionali: le caratteristiche di un panettonemilanese sono diverse da uno ottenuto con unaltro sistema di impasto. Il legame con il terri-torio è senza dubbio importante. Ma ancor dipiù lo sono la conoscenza della tradizione edella cultura che il prodotto porta con sé.Parliamo del marchio Vergani. Quali sono i

canali di vendita presidiati?Sul mercato nazionale, il brand è conosciuto

principalmente in Lombardia. I prodotti sonoveicolati attraverso realtà distributive di altagamma, come negozi specializzati o alcune ca-tene della Grande distribuzione capaci di va-lorizzare il prodotto. I nostri panettoni, invece,

sono presenti sull’intero ter-ritorio italiano e non solo.Per quanto riguarda questidolci da ricorrenza, infatti,più del 50% della produ-zione viene realizzata perconto terzi. È un serviziodi fascia alta, che dedi-chiamo a una selezioneoculata di marchi che ri-volgono particolare at-tenzione alla qualità dellematerie prime e alla ti-picità del prodotto.Spostiamoci all’estero…Da circa sette anni

esportiamo i nostriprodotti, sia in Europa

che Oltreoceano. Abbiamo registrato ottimitassi di crescita e ora l’export rappresenta unpo’ meno del 10% del fatturato complessivo.Fuori dal territorio nazionale siamo presentisoprattutto con il marchio Vergani. Alcuni di-stributori si occupano di trovare canali di ven-dita adeguati, come negozi di prodotti tipici especialità. E non esitano a presentare i nostriarticoli alle principali fiere del settore. Quali sono le campagne a sostegno dei vo-

stri prodotti?Sono proprio queste manifestazioni a rap-

presentare preziosi strumenti di comunica-zione, specialmente per quanto riguarda imercato esteri. L’unico altro mezzo di cui ciserviamo è il contatto diretto con il consuma-tore. È da questa considerazione che nasce ilprogetto “L’Isola del Panettone”.Di cosa si tratta?A fine settembre, a Brugherio, in provincia di

Milano, aprirà un punto vendita interamentededicato al mondo Vergani, chiamato, appunto,“L’Isola del Panettone”. Questo progetto si af-fianca con coerenza alla nostra filosofia pro-duttiva incentrata sulla qualità. Qui, infatti, ilconsumatore o la piccola azienda possono tro-

vare, per tutta la durata dell’anno, l’interagamma dei nostri prodotti. Come per esempiola collezione Tiffany, con confezioni dedicate alfilm cult con Audrey Hepburn. Inoltre, il nego-zio ci permette di accorciare al massimo iltempo che intercorre fra la produzione e lavendita, così da garantire un prodotto freschis-simo. In che direzione guarda oggi l’azienda?

Questa volta è Andrea Raineri a rispon-dere…

In collaborazione con l’Università degli Studidi Milano, dove frequento il corso di Scienze etecnologie alimentari e microbiologiche, ab-biamo realizzato il primo pane senza glutinema con lievito. Quest’ultimo ingrediente per-mette ai cibi di rimanere freschi e fragranti piùa lungo. Ora ci piacerebbe realizzare anchedelle brioches con impasti simili, ma sempregluten free. Se dovessimo farcela, Vergani po-trebbe dedicare spazio a queste produzioni econquistare così un mercato d’avanguardia.

Passione meneghinaUna storia familiare iniziatanel 1949. A Milano, patria del panettone. Che diventasubito core businessdell’azienda. La tradizione,imprescindibile, e l’innovazione della gamma.Con un punto venditadedicato e progettiambiziosi. Intervista aStefano Vergani, titolaredell’azienda omonima e ad Andrea Raineri,esponente della quartagenerazione della famigliafondatrice. COME NASCE

IL PANETTONE BASSO MILANESE VERGANITutto ha origine dal lievito naturale: nel corso della

giornata viene rinfrescato (ripreso e rimpastato conacqua e farina) tre volte, per essere poi conservatodalla sera alla mattina successiva, avvolto in un telo. Siutilizzano poi due impasti: quello bianco, fatto la sera,che non prevede uova; quello giallo, fatto al mattino,che contiene le uova e gli altri ingredienti, dal mielealla frutta. Seguono poi le seguenti operazioni: la spez-zatura, cioè la porzionatura dell’impasto finale lievi-tato; la puntatura, una fase di prelievitazione; lapirlatura, ovvero l’arrotondamento delle porzionid’impasto; la deposizione di queste negli stampi dicottura. Inizia così il periodo di lievitazione, che duradalle 8 alle 10 ore a seconda dei formati. Successiva-mente, avviene il taglio e la scarpatura: l’impasto vieneinciso a croce e aperto manualmente. Da ultimo, in-fornato e cotto, viene lasciato a raffreddare capovolto,in modo naturale per circa 15 ore. Trascorse le qualiil panettone è pronto per essere insacchettato e con-fezionato.

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Page 7: Passione Meneghina: Panettone Vergani

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Eridania Sadam anticipa la sigla del contratto interprofessionale con i bieticoltori.50 euro a tonnellata per il bacino tradizionale.

Un accordo dolceDaniele Bragaglia

primo piano

50 euro a tonnellata bietola per il bacino tradizionale.Con la possibilità di integrare questa quotazione in baseall’andamento del prezzo dello zucchero venduto sulmercato. Sono questi i termini dell’accordo interprofessionale2012/2013 definito con le associazioni bieticole (Anb, Cnb e Nuova Abi)da Eridania Sadam, società bieticolo – saccarifera detenuta dalla holdingSeci, in capo al gruppo Maccaferri.

Intesa che, oltre ad essere vantaggiosa sul piano economico, presentaun carattere decisamente innovativo. Per la prima volta, infatti, la cam-pagna di raccolta dei contratti, riferiti al prezzo delle barbabietole da zuc-chero, è stata aperta ad agosto, con la conseguente sigla dell’accordo innetto anticipo rispetto alla tempistica abituale. Solitamente, è appunto di-cembre il momento dedicato alla convocazione del tavolo interprofes-sionale, composto dai rappresentanti dei bieticoltori e dell’industria, perraggiungere l’intesa sul prezzo unitario della materia prima. Consuetudineche porta però all’originarsi di incognite, con l’avvicinarsi del momentodella semina, circa l’effettiva capacità di raggiungere i volumi ottimali dadestinare alla trasformazione industriale. L’innovativo accordo mira quindi,in primo luogo, a conseguire l’intera quota produttiva dello zuccherificioEridania Sadam di San Quirico, in provincia di Parma, che si attesta aquota 140mila tonnellate annue, corrispondente a una superficie di col-tivazione bieticola di circa 18mila ettari. Ma anche a contrastare l’elevatoprezzo delle colture concorrenti.

Spiega Daniele Bragaglia, direttore generale di Eridania Sadam: “Variesono le motivazioni che hanno indotto la filiera bieticolo-saccarifera adanticipare in estate la convocazione del tavolo interprofessionale. Da unpunto di vista agronomico, la decisione è legata alla necessità di pro-grammazione delle coltivazioni da barbabietola, minacciate da coltureconcorrenti, soprattutto cerealicole. Dal punto di vista economico”, pro-segue Bragaglia, “la conoscenza a priori del prezzo minimo garantito èfondamentale per le scelte dell’agricoltore. Inoltre, particolarmente in-novativa è la potenziale integrazione correlata al prezzo di vendita dellozucchero”.

Sul piano prettamente economico, il prezzo offerto da Eridania Sadamai bieticoltori è di 50 euro a tonnellata bietola, in crescita rispetto allacampagna 2011/2012. Quotazione che si riferisce al comprensorio tra-dizionale di approvvigionamento della società bolognese, che comprendeil grande bacino emiliano-lombardo di Parma, Piacenza, Reggio Emilia,Modena, Cremona e Mantova, e i bacini più piccoli di Ferrara, Lodi, Ro-vigo, Verona, Pavia, Brescia, Alessandria e Torino. Per quel che riguarda ibacini della Romagna e del Pisano, data la maggior incidenza dei costi ditrasporto per Eridania, il prezzo proposto è invece di 45,65 euro.

Da sottolineare, inoltre, una recente decisione che conferma l’atten-zione del Gruppo alla tecnologia e all’energia green. Eridania Sadam hadestinato circa 89 milioni di euro alle strutture di produzione di bio-energia presso lo zuccherificio di San Quirico. Che, dal 2011, vanta un im-pianto per la produzione di biogas dagli scarti della lavorazione: polpe,colletti e foglie delle barbabietole da zucchero. E non è finita qui. La so-cietà continua a guardare con interesse in questa direzione, con ancoramolti investimenti in programma.

A margine della conferenza stampa, svoltasi sabato 10settembre, per la presentazione del progetto di EridaniaSadam per lo zuccherificio di San Quirico, abbiamo in-tervistato Daniele Bragaglia, direttore generale del-l’azienda.

Parliamo della riforma Ocm del 2005. Come la giu-dica?

La riforma ha determinato un taglio ai prezzi delle bar-babietole e dello zucchero. Oltre ad aver destinato finan-ziamenti alle industrie per agevolare l’abbandono dellaproduzione. Finanziamenti che Eridania Sadam ha rifiutato.Tuttavia serviva un cambiamento. Abbiamo capito che oc-corre pagare le barbabietole di più. L’accordo stipulato adagosto con i bieticoltori prevede il prezzo di 50 euro pertonnellata bietola, superiore del 50% rispetto a quello eu-ropeo. Infatti, per l’Italia, la diminuzione dei prezzi non èun problema aziendale, quanto agricolo. Che cosa intende?La coltura della barbabietola è particolarmente in-

fluenzata dalle condizioni climatiche. La produzione, nellenostre regioni, vanta una resa decisamente inferiore ri-spetto, ad esempio, a quella francese, olandese o tedesca.E questo significa costi maggiori. È una coltura che deveessere adeguatamente sostenuta, la cui resa è molto le-gata alle caratteristiche pedoclimatiche. L’Unione Europea ha un ruolo importante nel futuro

dell’impianto saccarifero italiano… Nel 2013 sarà definita la nuova Pac, che è la base su cui

si sviluppano tutti gli Ocm (Organizzazione comune dimercato). Occorre che il Governo italiano sia sensibilealle esigenze del nostro settore e sia presente in modocontinuativo presso il Parlamento Europeo. E propongauna logica caratterizzata dall’equità. Che non significa equi-parare, ma comprendere che abbiamo climi, terreni e in-teressi diversi. E’ inoltre necessario analizzare la situazioneattuale del mercato saccarifero. Basti pensare che oggi, nelnostro Paese, consumiamo 1 milione e 700 tonnellate dizucchero, mentre la nostra quota produttiva è fissata a55mila tonnellate. Dobbiamo importarne 1 milione e 200.

“LA BARBABIETOLA: UNA COLTURA DA TUTELARE”

L’impianto di green energy a San Quirico (Pr)

Page 8: Passione Meneghina: Panettone Vergani

settembre 2011attualità

8

“Siamo una catena nazional-popolare”

“Il reddito a disposizione delle famiglie è tornatoindietro di un decennio. Il potere d’acquisto è ca-lato del 7%. Ma gli effetti dell’attuale manovra, in particolareil ricorso all’aumento dell’Iva, peseranno in misura ben più consi-derevole”. Lo afferma con rammarico Vincenzo Tassinari, presidentedel Comitato di gestione di Coop Italia, durante la presentazione,avvenuta ieri a Milano, del Rapporto Coop 2011 Consumi e Di-stribuzione. Il presidente del Comitato di gestione, nel corso del suo inter-

vento, ha commentato l’andamento delle vendite e dei prezzi nelcorso del 2011, oltre alle previsioni sul 2012. Enrico Migliavacca,vicepresidente vicario Ancc-Coop, ha affrontato i temi del contestoeconomico, l’impatto della crisi sulle famiglie, la spesa e i canalidi vendita: “Per far quadrare i conti, le famiglie italiane sacrificanoi consumi non-food. Ma tagliano anche gli alimentari e modificanoil carrello, dove crescono i prodotti di base, i prodotti etnici e quellipronti, a elevato livello di servizio. Epicentro della crisi dei consumiè il Mezzogiorno”. I due relatori hanno poi spiegato il piano di svi-

luppo Coop che coinvolgerà tutta la filiera produttiva: dagli agri-coltori al mondo dell’industria. La conferenza stampa è stata anchel’occasione per rendere pubblico il bilancio Coop. “Nel 2010 abbiamo fatturato 12,8 miliardi di euro”, ha sottoli-

neato Vincenzo Tassinari. “Nei primi sei mesi dell’anno le venditesono aumentate dell’1,8%. Prevediamo, quindi, di chiudere il2011 in positivo, con un fatturato superiore ai 13 miliardi di euro”.A Ernesto Dalle Rive, presidente del Consiglio di sorveglianza diCoop Italia, il compito di illustrare le strategie per il futuro: “Comeleader di mercato rivendichiamo con forza il ruolo che giochiamoa vantaggio dei nostri soci e dei consumatori italiani. Coop è unodei pochi grandi gruppi nazionali ad aver stabilmente incrementatol’occupazione, anche nei periodi di crisi. Nell’ultimo decennio l’in-cremento è stato del 37%, con un totale di 56mila addetti. Siamoimpegnati in un piano di sviluppo che non conosce soste. Nel trien-nio 2011-2013 saranno 55 i nuovi punti vendita che apriremo,generando nuova occupazione, con un investimento di oltre 500milioni di euro”.

Presentato a Milano il Rapporto Coop.

Fotografa lo stato di salute di consumi e distribuzione

in Italia. E fornisce previsioni per il triennio 2011-2013.

In margine alla conferenza stampa di presentazionedel bilancio Coop, Ernesto Dalle Rive ha rimarcato lanetta opposizione nei confronti della manovra fiscalevarata dal Governo. Soprattutto in merito alla nuovatassazione introdotta per le cooperative. Non intendo entrare nel merito della vicenda, ma

concordo con le preoccupazioni evidenziate. Quando sivaluta un qualche provvedimento in materia fiscale bi-sogna tenere conto non solo delle conseguenze direttema anche di quelle indirette. Le seconde potrebberoprevalere sulle prime, rendendo il bilancio negativo. Tas-sando le cooperative si va a decretare la scomparsa ola riduzione di una forma di impresa che genera ester-nalità positive almeno dieci volte superiori ai benefici fi-scali di cui gode. In sostanza, come ha sottolineato direcente Stefano Zamagni: «Lo stato fa risparmiare uno,ma la cooperativa rende dieci, in termini di coesione so-ciale, di capitale sociale e di creazione di posti di lavoro.E in effetti, i posti di lavoro in seno a questo mondo,sono aumentati in due anni del 5,5%.“Non solo: nel corso della crisi, inoltre, le cooperative

sono state le uniche imprese che non hanno licenziatoe non hanno delocalizzato”, ha ribadito l’economista epresidente dell’Agenzia per il Terzo settore. “Tassarle dàuna boccata d’ossigeno per un anno o due, ma infliggealla Stato italiano un danno enorme».

Angelo Frigerio

LA TASSA SULLE COOPERATIVE: UN BOOMERANG PER LO STATO

Le quote delle principali insegne

Coop 18,3%11,3%

10,3%10,1%

9,0%8,0%

3,9%3,5%3,3%2,9%2,8%2,5%

2,0%1,7%1,6%

+0,2

+0,4=

+0,4+0,4

-1,0

-0,1-0,1

-0,1-0,1

-0,2=

ConadAuchan

EsselungaSelex

CarrefourDesparFiniper

PamBennetInterdis

SisaAgoràReweSigma

Quote 2011Grocery +

Freaschissimi +Non food

Fonte: IRI Top Trade

Fonte: Nielsen Trade Mis

Da sinistra: Vincenzo Tassinari, Enrico Migliavacca e Ernesto Dalle Rive

Page 9: Passione Meneghina: Panettone Vergani

LA TASSA SULLE COOPERATIVE: UN BOOMERANG PER LO STATO

Page 10: Passione Meneghina: Panettone Vergani

Una filiera certificata, farine pregiate e ingredienti selezionati. Biscotti, torte, merendine e snack. E’ il comparto biologico.Che, complessivamente, nel nostro Paese, vale 3 miliardi di euro ed esporta nel mondo per oltre 900 milioni.

Speciale Bio

Il dolce sapore della naturaa cura di Benedetta Pavan

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Andrea Mezzotero - marketing e comunicazione Despar

Senza utilizzare prodotti o fertilizzantichimici, nel rispetto dell’ambiente edella naturale diversità, cresce in Italia ilsettore biologico. Che oggi vale 3 miliardi dieuro, 900 dei quali provenienti dall’export. Nel2010 la spesa domestica per i prodotti confe-zionati di questo tipo ha registrato un aumentodel 12,1%: si stima che più di sette italiani sudieci acquistino ormai almeno qualche articolobiologico. Fra i prodotti più richiesti, un ruolo dirilievo spetta ai frollini, le cui vendite, nel 2010,hanno mostrato una crescita del 31,3% rispettoall’anno precedente.I trendTra i fattori che contribuiscono a fare del bio-

logico un settore anticiclico si nota l’aumento dipersone affette da intolleranze alimentari. Que-sto particolare target di consumatori cerca pro-dotti realizzati con farine o ingredienti alternativi,ampiamente utilizzati nelle produzioni bio. Chele distinguono dagli ar ticoli convenzionali. Allostesso modo, il soggetto che si scopre affetto daintolleranze alimentari, sviluppa anche una natu-rale attenzione nei confronti dell’origine dei cibiscelti e guarda quindi al biologico come certifi-cazione di qualità e sicurezza.I canali di venditaE’ proprio la generale crescita della sensibilità

verso il tema della nutrizione a spiegare l’au-mento della richiesta di prodotti sani e certifi-cati. Tanto da spingere anche la Grandedistribuzione ad ospitare sui suoi scaffali lineebiologiche. Il canale di vendita più adeguato alladistribuzione di questi articoli si conferma peròquello dei negozi specializzati: sia quelli dedicatiall’offerta bio, sia i negozi delicatessen e specia-lità. Altri due canali importanti sono il vending ela ristorazione. Per quanto riguarda il primo, sitratta soprattutto di distributori automatici po-sizionati nelle scuole, dove si desidera semprepiù offrire ai bambini un’alternativa salutisticaagli snack convenzionali. Per la ristorazione, sonole mense scolastiche e aziendali i luoghi in cui iprodotti bio sono più diffusi. Le problematicheNonostante il successo del comparto, sono

molte le difficoltà che ancora lo interessano. Inprimo luogo, il consumatore medio non è cor-rettamente informato rispetto ai vantaggi dellaproduzione biologica. Se il cliente fidelizzato co-nosce nel dettaglio i plus di questo tipo di ali-mentazione, tanto da adottarla come stile divita, quello che vi si avvicina per la prima voltaspesso non è pienamente consapevole dei be-nefici. E, dunque, non accetta di buon grado ilcosto del prodotto. È questa un’altra scottante

problematica, par ticolarmente sentita nell’at-tuale periodo storico. Il prezzo degli articoli bio-logici è infatti generalmente superiore rispetto aquello dei prodotti convenzionali, in quanto lo èanche il costo delle materie prime utilizzate. Poi-ché nelle coltivazioni bio non vengono utilizzatifertilizzanti o pesticidi chimici, la produzione èinferiore e dunque più costosa. Al contempo, sitratta di materie prime che, secondo molti pro-duttori, vantano una tracciabilità maggiore e unamigliore qualità. Fra gli obiettivi dei produttori,pertanto, c’è il desiderio di rendere gli articolibiologici più fruibili e visibili, così da ridurre ladifferenza, anche a livello estetico, con i prodottitradizionali.L’exportCon oltre 900 milioni di euro, l’Italia è il primo

paese al mondo per esportazioni di articoli bio-logici. Per quanto riguarda l’Europa, i mercati piùaperti a questo tipo di referenze sono quelli delNord, che culturalmente vantano una maggioreattenzione alla nutrizione e apertura alle novità.I produttori cercano di incontrare i gusti e le esi-genze dei consumatori europei attraverso con-fezioni dedicate, realizzate a partire delle diverseabitudini di consumo. Un altro segmento in cre-scita nel settore è il business dei dolci tipici, nellaloro variante biologica.

Il parere della distribuzione

Despar vanta una private label dedi-cata ai prodotti bio?

Nel 2010 Despar ha creato la lineaScelta Verde: un brand che comprendeuna gamma di prodotti che vantano im-portanti plus, sia in termini di sostenibilitàambientale e sociale. All’interno di SceltaVerde, la linea Bio,Logico comprende 110prodotti: dall’ortofrutta al babyfood. Qual è l’incidenza di Scelta Verde sul

fatturato Private label?I prodotti biologici Despar incidono

per il 2% sul totale del fatturato della pri-vate label.Proponete delle novità di prodotto

per il segmento biologico?Nel 2011 il marchio biologico Despar

si è arricchito di numerose novità di pro-dotto: il caffè biologico da commercioequo solidale e le piante aromatiche invaso, per citarne alcune. E per il 2012 è incorso di definizione un’ulteriore espan-sione della linea.Com’è organizzato lo spazio di ven-

dita dedicato alla produzione bio pressoi negozi?

Despar ha scelto di inserire i prodottibiologici all’interno delle rispettive cate-gorie di appartenenza. Per stimolare l’ac-

quisto anche da parte di consumatorinon fidelizzati al biologico e per non“ghettizzare” i prodotti all’interno delpunto vendita. Prevedete delle campagne di comuni-

cazione per la linea bio?A maggio del 2011 la linea Scelta Verde

è stata presentata ai giornalisti, con uncooking show della testimonial Tessa Ge-lisio. Nei punti vendita, Despar promuovela propria linea biologica tramite brochureinformative e materiale p.o.p. Inoltre, èstato distribuito un libro di ricette soste-nibili, che valorizzano la stagionalità e i lo-calismi dei prodotti alimentari italiani.Quali sono le principali problemati-

che relative alla distribuzione di prodottibiologici?

La maggiore sfida per la distribuzioneconsiste nella corretta valorizzazione deiprodotti biologici agli occhi del consuma-tore. Specialmente in questo periodo didifficoltà economica, dove la sensibilità alrapporto qualità/prezzo è particolar-mente elevata. Un altro fattore che con-tinua a limitare il consumo biologico è ladisponibilità dei prodotti. Despar, per-tanto, lavora costantemente per arricchireil proprio assortimento.

Chi contattare per gli acquisti:

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Page 11: Passione Meneghina: Panettone Vergani

Vantate una private label dedicata aiprodotti bio?

Si. Vivi verde bio, che copre oltre 40 ca-tegorie merceologiche: dalle carni fresche,all’or tofrutta; dalle conserve, ai surgelati. Qual è l’incidenza di Vivi verde bio sul

fatturato della private label?L’incidenza dei prodotti biologici Coop

sul totale prodotti alimentari confezionatia marca privata supera il 6%.Quali sono le famiglie di prodotti bio

più performanti?Ai primi posti si pongono i prodotti

freschi e freschissimi, come le carni avi-cole, l’or tofrutta, le uova e i latticini. Masia i prodotti alto vendenti che quelli conrotazioni inferiori, mostrano ottimi risul-tati di vendita. Fra i diversi format distributivi, qual è

quello che registra le vendite migliorinell’ambito del bio?

Per il 2011, Vivi verde bio ha ottenutole prestazioni migliori in termini di trendnel canale iper. Il canale super resta peròil più alto vendente per il biologico Viviverde Coop.Nel 2011 avete proposto delle novità

di prodotto in questo segmento?Quest’anno, lo sviluppo di nuovi pro-

dotti per la linea Vivi verde si è concen-trato soprattutto sul non food, quindi nonl’anima bio quanto quella eco di Viviverde. Abbiamo comunque inserito alcuninuovi prodotti, soprattutto in chiave diline-extension: un nuovo riso da filiera ita-liana, un nuovo formato di succo di frutta,un mix di verdure con orzo e farro sur-gelati, le gallette di riso.Com’è organizzato, nei punti vendita,

lo spazio dedicato alla produzione bio?Normalmente, i prodotti biologici a

marchio Coop Vivi verde insieme a Cre-scendo, dedicato all’infanzia, e Solidalsono gestiti nei loro reparti di riferimento.Si confrontano dunque con i prodotticonvenzionali e i premium della singolacategoria merceologica. Solo in casi ecce-zionali, è prevista anche un’esposizionededicata. Prevedete delle campagne di comuni-

cazione per la linea bio nel corso del-l’anno?

Dopo diversi anni di silenzio, il 2011 hapermesso una maggiore presenza di Viviverde in diversi canali di comunicazione,con campagne classiche (stampa, in parti-colare periodici) e web. Vivi verde ha go-duto di diversi momenti di evidenziazione

presso il punto vendita, con operazionipromozionali alla fine del 2010 e nelprimo semestre 2011.Quali sono le principali problematiche

relative alla distribuzione di prodottibiologici?

Nonostante un 2011 molto buono pertutto il mercato del biologico, e decisa-mente in controtendenza rispetto alla si-tuazione generale, il bio continua apromettere un elevato potenziale di cre-scita. Ma non riesce a sganciarsi da nu-meri che lo avvicinano maggiormente aimercati di nicchia più che a quelli dimassa. Infatti questi prodotti, se da unaparte sono ritenuti da molti consumatoripiù sani rispetto ai prodotti convenzionali,dall’altra il loro consumo rimane, nellamaggior parte dei casi, ancora episodico.Si stima che tre consumatori su quattroacquistino prodotti biologici solo unavolta al mese. Il biologico, comunque, èuna delle più interessanti opzioni oggi adisposizione delle aziende e dei cittadini,per rendere i mercati più equilibrati, tra-sparenti e in grado di trasferire valoredalla produzione al consumo. E Coop, conVivi verde, ma non solo, sicuramentegioca la sua parte.

Vladimiro Adelmi - direzione prodotti a marchio Coop Italia

Il parere della distribuzione

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Speciale Bio

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Occorre che i prodottibiologici acquisiscanopiù visibilità e diventinopiù fruibili. L’obiettivo èquello di affiancarlisullo scaffale agli articoli convenzionali,senza eccessiva disparitàdi prezzi, immagine e gusto.

L’ingresso nel comparto biologico, per l’azienda Bonomi, risale al 2010, con la gamma dei Savo-iardi. La gamma si compone di due referenze: i Savoiardi tradizionali, in confezioni da 200 grammie i biscotti all’uovo Kinder Savò, simili ai Savoiardi ma senza la copertura di zucchero. Anche que-ste referenze sono disponibili in un’unica grammatura da 200 grammi. “Per ora la produzione nel-l’ambito biologico si limita a questi biscotti tipici. Che sono anche il nostro prodotto di punta. Primo

produttore mondiale di Savoiardi, Bonomi di-spone di tre linee di produzione”, afferma Fede-rica Bonomi, titolare. Altri articoli importanti perl’azienda di Roverè Veronese, in provincia di Ve-rona sono le Sfogliatine e gli Amaretti. L’aziendaè presente specialmente con i Savoiardi, in circa60 paesi nel mondo. L’export rappresenta infatti

il 65% dell’intero fatturato.“I nostri prodotti biologici, distribuiti dal canale Gdo, sono destinati soprattutto alle famiglie. Ma

anche a tutti coloro che sono semplicemente attenti ad un’alimentazione salutare e povera di grassi.La principale problematica che la nostra azienda riscontra è, comunque, far comprendere al con-sumatore le ragioni della differenza di costo tra un prodotto biologico e uno tradizionale”.

BonomiFederica Bonomi - titolare

Savoiardi tradizionalima non solo

“Negli ultimi anni siamo cresciuti costantemente, con un tasso del 25%. E tuttala nostra produzione è rigorosamente biologica”. Esordisce orgoglioso MarcoBlandin, titolare di AT&B. “Inoltre, nel nostro stabilimento, non usiamo né latte ederivati, né soia”. La produzione di paste lievitate da colazione (croissant, treccinee fagottini) e panettoni rappresenta il core business dell’azienda biellese. “Buoni risul-tati vengono inoltre dai comparti fette biscottate e biscotteria. Dove si distinguono, in partico-lare i frollini. Ma i più alto vendenti sono i panettoni”. Se in Italia AT&B affida il sell out dei suoi articoli al retailspecializzato, all’estero presidia anche il canale Gdo. Sempre a proposito di canali di vendita, Blandin aggiunge: “Ilvending, nell’ultimo periodo, si sta rivelando un canale interessante e di ampie prospettive”. I formati principali degliarticoli AT&B sono quelli concepiti per la vendita a scaffale, oltre che le confezioni monodose per vending e Ho-reca. “Occorre che i prodotti biologici acquisiscano più visibilità e diventino più fruibili. L’obiettivo è quello di af-fiancarli sullo scaffale agli articoli convenzionali, senza eccessiva disparità di prezzi, immagine e gusto”. Fra le novitàdell’azienda della provincia di Biella si distingue la gamma di prodotti realizzati esclusivamente con olio extra ver-gine di oliva: fatte biscottate, biscotti e panettoni. “Questa linea è nata anche su sollecitazione dei mercati esteri,dove siamo molto presenti. L’export, sia a marchio nostro che come private label, rappresenta oggi il 25% del no-stro fatturato. Nel segmento panettoni oggi siamo leader in Europa. Oltre che all’estero, crescite importanti si re-gistrano nell’ambito della private label, che impegna il 30% della produzione complessiva”.

AT&BMarco Blandin – titolare

Leader in Europa nei panettoni

“Siamo impegnati nella produzione biologica da solo sei mesi. Ma in questo breve pe-riodo abbiamo registrato ottimi risultati. Che ci hanno convinto a proseguire e investire inmodo definitivo in questo settore”, afferma deciso Giuseppe Giorno, titolare di Dolce-giorno, azienda della provincia di Cosenza specializzata nella produzione di biscotti. “Tuttoil comparto bio è in incremento rispetto al convenzionale, proprio perché il consumatoreè sempre più attento e selettivo”. E non solo sul territorio nazionale, ma anche sui mer-cati esteri: “In soli sei mesi, l’export rappresenta già il 10% del nostro fatturato, sviluppatoin Germania, Australia e Canada”. Dolcegiorno nasce come biscottificio convenzionale:“Ancora oggi, i prodotti monodose destinati al canale Horeca sono il nostro articolo dipunta”. Per quanto riguarda il segmento biologico, invece, la gamma vanta oltre dieci refe-renze, in formati che vanno dai 15 ai 350 grammi: dalla confezione monodose all’astuccio.“I prodotti senza latte, zucchero e uova sono molto richiesti, in quanto adatti anche a co-loro che sono affetti da intolleranze alimentari. Ottimo riscontro hanno ricevuto anche lenostre ricette tradizionali: i cantucci con liquirizia o i biscotti con peperoncino”. E se il bio-logico trova nel retail specializzato un canale di vendita particolarmente adeguato, aumentala richiesta da parte del mondo Gdo. “Anche il vending è per la nostra azienda un canaleimportante, in quanto innovativo e in crescita. Al momento lo presidiamo con un soloprodotto della linea convenzionale, la Tortina. Ma a breve presenteremo anche altre refe-renze biologiche dedicate a questo canale”. I prodotti biologici, che Dolcegiorno realizzaanche per conto terzi, registrano ottimi risultati di vendita:

DolcegiornoGiuseppe Giorno - titolare

Con liquirizia e peperoncino, i biscotti che piacciono all’estero

La principale problematica che la nostra azienda riscontra è far comprendere al consumatore le ragioni della differenza di costo tra un prodotto biologico e uno tradizionale.

“10%: valore dell’export sul fatturato complessivo

Tutto il comparto bio è in incremento rispetto al convenzionale,proprio perché il consumatore è sempre più attento e selettivo. Non solo in Italia ma anche all’estero.

Speciale Bio

LA GAMMA Biscotti con liquiriziaFrollini alla vanigliaCantucci alla liquiriziaBiscotti cacao e peperoncino

65%: valore dell’exportsul fatturato complessivo

LA GAMMA Savoiardi biologici: confezione da 200 grammiKinder Savò: confezione da 200grammi di biscotti all’uovo similiai Savoiardi ma senza coperturadi zucchero

25%: valore dell’export sulfatturato complessivo

30%:quota della produzione desinata aprivate label

LA GAMMAPaste lievitate da colazione: croissant, treccine e fagottiniPanettoni Fette biscottate BiscottiOltre che una selezione di prodotti salati

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Presidia il mercato biologico dagli anni 80 e vanta una gamma estremamente ampia di prodotti dolciari daforno biologici. A cui bisogna aggiungere un archivio con più di 200 ricette arricchite e aggiornate di frequente.Grazie alla stretta collaborazione tra il reparto di ricerca e sviluppo e le richieste dei consumatori. Si tratta del-l’azienda Germinal che, dal 2007, è parte del gruppo Mangiarsano-Germinal. “L’offerta spazia dai classici biscottifino ai tortini; dalle sfogliatine alle barrette farcite. La nostra punta di diamante rimane però la linea di crostatineGerminal realizzate in tre diverse varianti: farcita all’albicocca, ai mirtilli e ai frutti di bosco. Questa gamma è stataanche protagonista di un deciso progetto di restyling, pensato per evidenziare i plus funzionali che caratterizzanoi nostri articoli”. Tutti gli articoli del Gruppo Mangiarsano – Germinal sono caratterizzati dal claim “Nutri la tuasalute”, spiega Paolo Pisano, direttore vendite: “Il consumatore attento alla propria salute e consapevole dell’im-portanza di un tipo di alimentazione sana e biologica rappresenta il nostro target di riferimento. Ed è nostra curalavorare affinchè i nostri prodotti rispondano con puntualità alle esigenze del mercato. Realizziamo infatti pro-dotti per ogni esigenza, per esempio senza glutine o senza zucchero”, continua Pisano. “Su questa scia è nata lanostra nuova linea di referenze con betaglucano aggiunto, fibra naturale che aiuta a combattere il colesterolo”.Per quanto riguarda i canali di vendita, il Gruppo Mangiarsano – Germinal presidia il vending e soprattutto il ca-nale della distribuzione moderna. “In quanto produttori, siamo attenti al crescente interesse dimostrato da partedel retail nei confronti del segmento biologico e salutistico. Collaboriamo con le più importanti insegne della Gdoper realizzare alcune referenze a loro marchio”. Risultati importanti anche per quanto riguarda l’export: “Siamopresenti da tempo in Europa grazie ai partner distributori. Da poco si è concretizzato l’ingresso dei nostri pro-dotti in Nord America, mercato che ci ha già dato soddisfazioni considerevoli”. Una difficoltà che comunque siriscontra è l’approvvigionamento delle materie prime: “E’ un problema. Il loro costo è infatti spesso soggetto aforti sbalzi. Che, per evitare che si riflettano sul prezzo finale del prodotto, devono essere assorbiti dall’azienda”.

Gruppo Mangiarsano – GerminalPaolo Pisano – direttore vendite

Lo snack che piace alla Gdo

LA GAMMA Le crostatine Germinal, farcite all’albicocca, ai mirtilli e ai frutti di boscoBiscottiTortiniSfogliatineBarrette farcite

“Rivalutare e sostenere la ripresa economica del nostro territorio, a partire dalle piccole realtà produttive dellazona. È questa la filosofia con cui nasce la nostra avventura”. Esordisce un’entusiasta Lucina Calvi, titolare de IlForno delle Fate, una piccola azienda artigianale che ha sede in provincia de L’Aquila. L’intera produzione è for-temente legata alle tipicità del territorio abruzzese: dalla tipologia dei dolci, tutti tradizionali; fino alle materie prime,che provengono dalle montagne circostanti. “Per realizzare i nostri biscotti utilizziamo tre tipi di farine - solina,farro e il saragolla – coltivate da piccoli agricoltori delle montagne e delle valli che ci circondano. In questo modo,da una parte sosteniamo i coltivatori nel loro impegno; dall’altra, cogliamo l’occasione, attraverso il prodotto finito,di far conoscere le particolarità del nostro territorio”. Tra queste ci sono le ferratelle, biscotti con cui l’azienda ènata e che rimane tutt’ora l’articolo più venduto. “Si tratta di un prodotto tipico abruzzese di antica tradizione. Sonocialde fatte a mano con un ferro caldo, disponibili nei gusticlassica e cannella. Le realizziamo anche con farina di riso, perpersone intolleranti al frumento. Grazie all’utilizzo di diversetipologie di farine e di materie prime biologiche, la nostra of-ferta vanta numerosi articoli dedicati a coloro che hanno par-ticolari esigenze alimentari”. Fanno parte della gamma anchei biscotti di Mattiuccia, i tozzetti al farro con marmellata di al-bicocca e le ciambelline al vino, senza uova, con grano duro Sa-ragolla e uve di agricoltura biologica. I dolci firmati Il Fornodelle Fate trovano il loro canale di vendita più adeguato nel re-tail tradizionale, in particolare nei negozi di prodotti tipici.

Il Forno delle Fate Lucina Calvi – titolare

Materie prime del territorio e artigianalitaà

Gli Smeraldini, con farina di Kamut® e crema di tè Matcha, e gli Orolatte, con farina di farro e crema di latted’asina sono le ultime novità che arricchiscono la gamma dei biscotti firmati Quality Bio. “Sempre impegnatinella produzione di dolci da forno biologici, vantiamo oggi tre principali linee: la linea “Bio - Gourmet”, con con-fezioni ideali per la vendita a scaffale, si compone di prodotti tipici della pasticceria italiana, quali i cantucci e icanestrelli, oltre che crostatine e snack. La linea “Bio - Senza”, che annovera biscotti, crostatine e plumcake rea-lizzati con farine pregiate, adatti alle diverse intolleranze alimentari. Da ultimo la linea “Bio - Catering e Vending”,che propone biscotti farciti e snack in confezioni monoporzione, adatte sia alla distribuzione in mense e co-munità sia per i distributori automatici”, spiega Marco Sartor, titolare dell’azienda. Che continua: “Quello del ven-

ding è per l’azienda un canale interessante e in fase di sviluppo. Così come il canalededicato ai servizi di catering. Ad oggi i nostri prodotti sono presenti in moltemense, come quelle scolastiche. Cresce infatti la consapevolezza circa il tema del-l’alimentazione e sono sempre di più i consumatori attenti e sensibili nella sceltadei prodotti. È per questo motivo che anche realtà distributive come la Gdo ospi-tano spesso sui loro scaffali prodotti biologici”. I dolci di Quality Bio vantano unapresenza importante anche all’estero, in particolari nei mercati del Nord Europa,dove è più forte l’attenzione nei confronti del prodotto biologico, ma anche nelNord America. “All’estero siamo presenti soprattutto con la gamma di biscotti tra-dizionali. Il più alto vendente è proprio il cantuccio. Recentemente abbiamo rea-lizzato anche la versione biologica del classico “Brazzà”, un biscotto fortementelegato al Friuli Venezia Giulia”. Per quanto riguarda i consumatori, Marco Sartor hale idee chiare: “La difficoltà maggiore consiste nel trasmettere la convenienza che

deriva dal mangiare bio. Nonostante i costi del prodotto siano più elevati”.

Quality BioMarco Sartor – titolare

Rivalutare e sostenere la ripresa economica del nostro territorio, a partire dalle piccole realtà produttive della zona. È questa la filosofia con cui nasce la nostra avventura.

“LA GAMMA Le ferratelle: cialde realizzate a mano con un ferro caldo, disponibili nei gusti classica e cannella e con farina di risoBiscotti di MattiucciaTozzetti al farro con marmellataCiambelline al vino.Oltre che una selezione di prodotti salati

L’approvvigionamento delle materie prime è unaproblematica molto attuale. Il loro costo è infattispesso soggetto a forti sbalzi. Che, per evitare che si riflettano sul prezzo finale del prodotto, devono essere assorbiti dall’azienda.

“ “

LA GAMMA Linea “Bio-Gourmet”: Cantucci, cookies, canestrelli, crostatine e biscotti farcitiLinea “Bio- Senza”: biscotti, crostatinee plumcake realizzati con farine diverse. Pensati per chi è affetto da intolleranze alimentari Linea “Bio- Vending e Catering”: biscotti farciti, crostatine ai vari gusti, frollini e plumcakes in confezioni monoporzione

La difficoltà maggiore consiste nel trasmettere la convenienza che deriva dal mangiarebio. Nonostante i costi del prodottosiano più elevati.

“ “Speciale Bio

‘Biscotti e formatiper tutte le esigenze

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Speciale Bio

14Fine

Mec3Angelo Musella – responsabile Dolce Bio – Mec3

Tutti gli ingredienti per il gelato artigianale L’attenzione verso

il settore è in forte crescita. Circa il 10% delle 15mila gelaterie presenti sul territorio nazionale ha manifestato il suointeresse nei confronti dei prodotti biologici.

LA GAMMA Basi: latte, neutra, variegati, mousse, integra, latte N.S., neutra F/50.Paste e aromi: caffè, cacao, cuore di cacao, puro fondente, liquirizia, va-niglia, biscotto, mandorla, nocciola pura, pistacchio puro, catalana, man-dorla pura, menta, pinoli, pasta cocco, yogurt.Variegati: amarena, fragola, frutti di bosco, Nocciolosa, caramello.Granelle e zuccheri: granella di pistacchio, biscotti, zucchero di canna,glucosio, mix cereali.

700 quintali di grano lavorato in 24 ore, corrispondenti a circa 525 quintali di farina. Una struttura attrezzataper confezionare tutti i formati, da 500 grammi a 30 kg, dotata di una selezionatrice ottica che consente di eli-minare ogni sorta di semi estranei. Queste le caratteristiche del Molino Savio, prima struttura in Italia dedicataesclusivamente alla produzione di farine biologiche e recentemente acquisita da Molino Spadoni. Spiega MarcelloBassetti, responsabile marketing: “Con questa operazione l’azienda ha arricchito il proprio portafoglio prodotti

con una gamma di referenze biologiche che utilizzano in licensing il marchio Almaverde Bio per i com-parti farine, prodotti da forno, pane e derivati”. Da circa due anni Molino Spadoni ha scelto di sviluppareulteriormente il segmento biologico e delle farine speciali, per rispondere in modo più completo alle esi-genze del consumatore: “L’azienda è leader sul mercato totale con una quota a volume del 9%, men-tre per il mercato delle farine speciali e preparati la sua market share è pari a 54,2% (dati SymphonyIRI2010)”. Per quanto riguarda la linea distribuita con il licensing del marchio Almaverde Bio, Bassetti ag-giunge: “La gamma si compone di tre referenze: farina biologica di grano tenero tipo “0”, in formatoda un chilo; quella integrale macinata a pietra, in formato da 500 grammi, e la farina biologica di granokamut, sempre in confezioni da 500 grammi. Miriamo però ad ampliare la nostra offerta con una seriedi prodotti derivati: pane surgelato e a lunga conservazione, prodotti da forno, biscotti, prodotti dol-ciari lievitati e cotti, snack”. Fra le novità presentate recentemente figurano le torte liquide biologiche:disponibili in grammature da 550 grammi e nelle tre diverse referenze: margherita, yogurt e ciocco-lato”. Sul fronte dell’export l’azienda è presente in tutto il mondo, per un fatturato di circa 3 milioni di

euro. “Tra i paesi più performanti, al primo posto risulta la Francia, seguita da Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti.Il biologico è un segmento che vive una forte fase di rivitalizzazione. Per questo pensiamo che, anche il nostroPaese, possa avvicinarsi alle performance dei maggiori mercati europei, dove rappresenta anche il 30% dell’in-tero comparto food.”, conclude Bassetti.

Molino SpadoniMarcello Bassetti – responsabile marketing

Novita e progetti con Almaverde Bio

“E’ da circa dieci anni che Molino Rossetto vanta linee di produzione biologica. Abbiamo da subito in-tuito le potenzialità di questo settore. Che, effettivamente, rivela una crescita costante”, esordisce ChiaraRossetto, responsabile commerciale e marketing dell’azienda. “In generale, il fatturato realizzato nel 2010dal comparto bio è di circa 582 mila euro su 25,9 milioni complessivi”.

Tra i prodotti biologici a marchio Molino Rossetto particolare attenzione meritano quelli a base dikamut: preparato per pane, per pizza e farina, che si conferma l’articolo più alto vendente. Seguono la fa-rina di farro da 500 grammi e quella di grano tenero da 1 Kg. Oltre alla linea di cereali soffiati per la primacolazione: riso soffiato, farro al miele e kamut al miele. “L’offerta biologica prosegue con il brand CuoreDi,che conta anche la farina di quinoa. Proprio con questo marchio abbiamo recentemente presentato alcunenovità: il preparato per pizza e tre preparati per torte. Si tratta della torta soffice, crostata - biscotti etorta al cacao, tutte in formato 400 grammi”. I marchi Molino Rossetto e CuoreDi presidiano diversi ca-nali di vendita: il primo la Gdo e il normal trade, mentre il secondo i delicatessen shop e i gran gourmet.“L’unica complessità del comparto è relativa alla conservabilità del prodotto. Che,ovviamente, è più delicato. E va trattato con molta attenzione”. L’azienda dedicaparte della propria produzione alla marca commerciale. Oltre alla farina classica“00” da 1 Kg, infatti, sono molte realtà della grande distribuzione che mostrano in-teresse nei confronti delle farine speciali, segmento in forte crescita. Così come l’ex-port: “Siamo presenti in particolare nel mercato russo e americano”.

Varieta e innovazione

Il biologico è un segmentoche vive una forte fase di rivitalizzazione. Per questo pensiamo che,anche il nostro Paese,possa avvicinarsi alle performance dei maggiori mercati europei, dove rappresenta anche il 30% dell’intero comparto food.

“LA GAMMA Farina biologica di grano tenerotipo “0”, in formato da un chiloFarina biologica integrale macinataa pietra, in formato da 500 grammiFarina biologica di grano kamut, in formato da 500 grammiTorte liquide biologiche in grammature da 550 grammi:margherita, yogurt e cioccolato

LA GAMMA Marchio Molino RossettoFarina di kamutPreparato per pane di kamutFarina di farroFarina di grano teneroRiso soffiatoFarro al mieleKamut al mieleMarchio CuoreDiFarina di QuinoaPreparati per pizza Peparati per torta sofficePreparato per crostata e biscotti Preparato per torta al cacao

9%: quota a volume nel mercato delle farine

54,2%:market sharenel mercato delle farinespeciali e dei preparati

25,9 milioni di euro:fatturato complessivo

582 mila euro: fatturato del segmento biologico

‘‘

L’unica complessità del comparto è relativa alla conservabilità del prodotto. Che, ovviamente, è più delicato. E va trattato con molta attenzione.

Molino Rossetto Chiara Rossetto - responsabile commerciale e marketing

Si chiama DolceBio. Comprende basi per gelato, aromi e variegati, oltre che unassortimento di granelle e zuccheri. È la linea biologica certificata 100% di Mec3,importante azienda italiana specializzata nella produzione di ingredienti e semila-vorati per gelato artigianale e pasticceria. “L’ingresso nel comparto del bio è av-venuto cinque anni fa”, sottolinea Angelo Musella, direttore della linea. “L’aziendaforniva test di prodotto a una gelateria biologica. I risultati sono stati eccezionalie hanno portato Mec3 a definire la linea DolceBio. L’attenzione verso il settorebiologico è in forte crescita. Circa il 10% delle 15mila gelaterie presenti sul terri-torio nazionale ha cominciato a interessarsi a prodotti di questo tipo. Bisogne-

rebbe però informare di più il consumatore finale circa ciò che è bio e ciò che,invece, non lo è”. Tra i prodotti DolceBio si distinguono le basi biologiche, in par-ticolare quella neutra o base latte, le granelle, gli zuccheri e gli aromi. Fra questi, igusti più venduti sono il pistacchio e la mandorla siciliana. Segue poi la linea di va-riegati biologici: amarena, fragola, frutti di bosco, Nocciolosa e caramello. Perquanto riguarda l’export, Musella afferma: “Questa voce rappresenta, per Mec3,circa l’80% dell’intero fatturato. I prodotti sono infatti presenti in quasi 100 paesinel mondo. La gamma DolceBio, attraverso una rete vendita di agenti dedicati,mira a seguire il successo dell’azienda madre”.

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l’aziendasettembre 2011

1817, Inghilterra. Nel suo mona-stero, il monaco William di Donca-ster prepara decotti e infusi di erbecontro i malanni di stagione. Misce-lando mentolo ed eucaliptolo, crea una cara-mella dal gusto intenso e fresco, con tutti ibenefici del balsamico.

1954, Italia. Presso l’azienda dolciaria Akellas,nel Milanese, sulla base di quell’antica ricettanasce Monk’s, la caramella del monaco.

La leggenda delle caramelle alla menta è pas-sata di bocca in bocca fra tutti coloro che la-vorano nella fabbrica di Cerro Maggiore, inprovincia di Milano. Dove la storia è diventatauna realtà aziendale in crescita. Che, nel 1999,è stata acquisita da un gruppo svizzero. Anto-nella Antinucci, della direzione commerciale,Akellas illustra le ambizioni e i risultati del-l’azienda.

Il brand Monk’s identifica soprattutto le ca-ramelle balsamiche…

Nel mercato delle caramelle, il segmentodelle balsamiche rappresenta soltanto l’8%. Sitratta dunque di una nicchia di mercato. Akel-las, con il marchio Monk’s, si posiziona al se-condo posto fra i produttori italiani di questatipologia di prodotto. La nostra caramella sto-rica, al mentolo ed eucaliptolo, sia nella ver-sione da 3 grammi che in quella mini da 1grammo, incartata singolarmente, ha un’iden-tità ben definita. Che le permette di distinguersisugli scaffali della Grande distribuzione. Que-sto articolo ha sfidato ogni moda e ha resistitoa tutti i trend. Ma non vogliamo essere identi-ficati unicamente con il nostro prodotto dipunta.Quali altri articoli compongono l’offerta?Le varianti light, senza zucchero, che con

Dual Action, ripiena di sciroppo con aggiunta diVitamina C, rappresentano oggi oltre il 50%della produzione complessiva. Questi sono iprodotti scelti dai nostri consumatori fidelizzati,che identificano una parte importante del no-stro target.Quali sono le caratteristiche del consuma-

tore fedele alle caramelle Monk’s?Si tratta di uomini e donne di target medio-

alto, sia in termini di età anagrafica che di di-

sponibilità economica. Nel caso di Monks clas-sica, spesso sono fumatori o ex fumatori. I prin-cipali progetti di Akellas sono però voltiproprio a rinnovare la sua immagine e a rag-giungere nuovi target di consumatori. Un re-styling, cominciato nel 2008, ha prodotto undesign di forte personalità, che con il pay off “Ilgusto di respirare” chiarisce inequivocabil-mente il posizionamento del marchio. Ma cheha anche portato alla creazione di nuove lineedi prodotto.Ad esempio?La gamma Extreme, nei gusti menta, limone

e liquirizia. È un prodotto estremamente inno-vativo, realizzato con l’aiuto del dipartimento diR&S del gruppo svizzero di cui Akellas fa parte.Si tratta di caramelle con ripieno balsamicoche, grazie ad una tecnologia particolare, rila-sciano un effetto liquido molto impattante.Oltre che nelle buste da 50 grammi, pen-sate per laGrande distribu-zione, questoprodotto è di-sponibile anchesfuso e nellenuove confe-zioni pocket, peril canale impulso. Quali le cam-

pagne di comu-nicazione a sostegnodei nuovi prodotti?

Abbiamo optato per un’intensa at-tività di sampling. Flow-pack delle caramellebalsamiche Extreme sono state distribuite al-

l’interno dei punti vendita, ma anche su pisteda sci e presso numerose strutture invernali.L’obiettivo era duplice: da una parte raggiun-gere un target di consumatori nuovo, tenden-zialmente più giovane e fresco; dall’altra, farconoscere un prodotto ottimo e dal carattereinnovativo. Solo attraverso l’assaggio, il clientesarà portato a sceglierlo anche presso il puntovendita, nonostante il posizionamento medio-alto. Giustificato dall’eccellenza del prodotto edelle materie prime utilizzate.Ovvero?Le caramelle Monk’s sono realizzate unica-

mente con mentolo cinese originale e aromidi prima qualita. Per quelle senza zucchero im-pieghiamo maltitolo, isomalt, sucralosio e, nelcaso di Extreme, anche xilitolo. Sebbene neglianni abbiamo ricevuto tante proposte vantag-giose a livello economico, Akellas ha scelto di

non scendere a compromessi e di non ri-nunciare alla qualità che contraddistingue

i suoi prodotti.

Fate anche private label?Pochissimo. Abbiamo un piccolo business nel

canale farmacie, che ci piacerebbe sviluppareulteriormente.E all’estero?L’export, per il momento, rappresenta sol-

tanto il 3% della produzione complessiva. Ab-biamo due distributori fidelizzati in Canada ein Giappone e, in seguito al passaggio di pro-prietà, siamo presenti anche nel mercato Sviz-zero. Fra gli obiettivi per il futuro, però, quellodi crescere nei mercati esteri gioca si-curamente un ruolo deci-sivo.

Da oltre 60 anni, Akellas realizza le note caramelle balsamiche a marchio Monk’s. Nel 2008, un progetto di restyling ha portato alla creazione di nuovi prodotti. A tu per tu con Antonella Antinucci, della direzione commerciale.

Una ventata di freschezza

Classica: nei formati da 3 grammi o mini da 1 grammoMenta liquiriziaMini icebergLight: senza zucchero, nei formati da 2 grammi o mini da 1grammoDual action: ripiena di sciroppoExtreme:nei gusti menta, liquirizia e limone

L’offerta firmata Monk’s

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Antonella Antinucci

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Antonella Antinucci

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Il Meeting per l’amicizia fra i popoli, in scena a Rimini lo scorso agosto, diventa l’occasione d’incontro fra le aziende e la distribuzione.

DOMENICA 21: Federico Galeotti - titolare Poggio del Farro, af-fiancato da Mario Guidi - presidente Confagricoltura nazionale;LUNEDI 22: Maurizio Sperati - presidente Amalattea affiancatoda Angela Birindelli - assessore Agricoltura Regione Lazio;MARTEDI 23: Pompeo Farchioni - presidente Mastri Birrai Um-bri affiancato da Federico Vecchioni - presidente Agriventure;MERCOLEDI 24: Michele Pedrazzoni - direttore generale Co-pador - Berni Alimentare affiancato da Isidoro Gottardo - membrodella commissione Agricoltura alla Camera dei deputati e Anto-nio Cancian - deputato al Parlamento Europeo;GIOVEDI 25: Antonio Baietta - presidente TreValli - Cooperlat af-fiancato da Raffaello Vignali - vice presidente X commissione allaCamera dei deputati, e da Giancarlo Paola - direttore generaleGrandi Magazzini Fioroni Perugia (Associato Selex);VENERDI 26: Ernesto Madeo - presidente Filiera AgroalimentareMadeo affiancato da Roberto Fiammenghi - direttore operativocommerciale Food Coop Italia.Workshop: "Cibo: qualità o quantità per nutrire il pianeta?". Con: Giuseppe Battagliola, presidente de La Linea Verde; StefanoBerni, direttore generale del Consorzio per la tutela del grana pa-dano; Vincenzo Tassinari, presidente del Consiglio di gestione diCoop Italia; Marco Lucchini, direttore generale Fondazione BancoAlimentare Onlus.

"Cibo: qualità o quantità per nutrire il pianeta?"questo il titolo del workshop che si è svolto ve-nerdì 26 agosto, in occasione del Meeting di Ri-mini. Sul palco, si sono alternati Giuseppe Battagliola, presi-dente de La linea verde; Stefano Berni, direttore generale delConsorzio per la tutela del grana padano, Vincenzo Tassinari, pre-sidente del Consiglio di gestione di Coop Italia e Marco Lucchini,direttore generale Fondazione Banco Alimentare Onlus. A CamilloGardini, presidente di Cdo Agroalimentare, il compito di mode-rare l’incontro. Tutti i relatori concordano in merito alla difficoltàdel momento attuale. Diverse, però, sono le soluzioni proposte peraffrontarle. Ecco cosa è emerso.

Giuseppe Battagliola “Crescere per crescere”“Mi chiamo Giuseppe Mattagnola e, insieme a mio fratello Do-menico, ho fondato l’azienda Linea verde, di cui attualmentesono presidente. Crescere per Crescere è il nostro motto, la sin-tesi del nostro approccio. Ci ha sempre contraddistinto il deside-rio di creare qualcosa, per crescere e far crescere l’azienda. Maper poter crescere, un’azienda ha bisogno di persone, dispostea crescere con lei [...]”.

Stefano Berni “Tutelare i consumatori con l’indicazione dell’origine in etichetta”“Nell’agroalimentare si possono distinguere due grandi categoriedi produzione: commodity e di pregio. La prima categoria, quelladei generici, si deve confrontare con le leggi economiche del-l’agroalimentare mondiale: la quantità e la resa produttiva. I ge-neri alimentari di pregio, invece, rispondono a una logica diversa,quella della qualità che va perseguita e raccontata ai consuma-tori. Ed ha dei costi aggiuntivi, sia per la filiera produttiva, sia perle aziende di distribuzione che rispondono a leggi diverse daquelle dei volumi. La ricerca della quantità è secondaria, se nonaddirittura una limitazione. Sono convinto che in Italia la sfida coni mercati mondiali si possa vincere solo puntando sulla qualità. Adaltri paesi, meno votati alla qualità e tarati sulla quantità, va la-sciato il compito di produrre le commodity di cui il mondo ha bi-sogno [...]. Il consumatore deve pretendere una corretta ed esau-stiva informazione in etichetta. Gli italiani, ad esempio, nonsanno che più del 50% del prosciutto crudo che si trova nei su-permercati è di provenienza estera. Lo stesso discorso vale pergran parte del formaggio grattugiato. Questo avviene perchél’Europa non impone norme sulla specifica della provenienza delprodotto. Ma, anzi, impone che venga indicato in etichetta l’ultimopaese in cui il prodotto viene lavorato, confezionato. Il Parlamentoitaliano ha già promulgato norme in merito. Ma esistono delleleggi dell’Unione europea che impediscono di applicarle. L’ac-quirente, invece, deve essere informato e guidato nelle sue scelteproprio attraverso l’etichettatura”.

Vincenzo Tassinari “La co-imprenditorialità possibile via d’uscita”“[…] Meno lavoro, meno reddito e, quindi, meno consumi. Sonoquesti i fattori della crisi economica che ha colpito anche l’agroa-limentare. Dopo la “fase dell’abbondanza”, del benessere, cheper la Grande distribuzione è equivalso al momento in cui sono

nati i grandi ipermercati, assistiamo alla “fase della scarsità”. Enemmeno la filiera dell’agroalimentare ne sta uscendo indenne.Nel 2010, per la prima volta, i consumi, e di conseguenza le ven-dite, hanno subito una drastica diminuzione. E lo stesso fenomenosi è ripetuto quest’anno. I dati più recenti mostrano, dunque, chenon è vero che il settore della distribuzione è anticiclico, perchéla necessità di sostentarsi determina un consumo costante di ge-neri alimentari anche nei periodi di difficoltà. E in un contesto si-mile, la distribuzione, e Coop in particolare, ha sempre avutoun’attenzione particolare in materia di prezzi. Basti pensare chetra il 2003 e il 2010, la distribuzione moderna, e quindi Coop,ha registrato un livello di inflazione del 4,9%. Contro la media na-zionale che si attestava al 15% e quella dei servizi, pari al 29%.Visti i presupposti, gli attori della Grande distribuzione possonomuoversi in due direzioni. La prima: rincorrere il prezzo più bassoper difendere il potere d’acquisto del consumatore. Oppure, pun-tare sulla qualità. La mission di Coop è quella di difendere il po-tere d’acquisto dei consumatori cercando di abbassare i prezzi,ma nel pieno rispetto dei valori, indispensabili per la società fu-tura. Il consumatore non è alla sfrenata ricerca del prezzo piùbasso. L’80% degli italiani vuole alimentarsi con cibi sani e pre-feribilmente di origine nazionale. E i recenti scandali avvenuti inpaesi europei dimostrano che quella dei cibi insalubri è un’emer-genza. Ma mentre aumenta la domanda, con un milione di nuoviconsumatori, cala l’offerta. E’ un problema che riguarda tanto leproduzioni italiane quanto le materie prime, il cui prezzo continuaa salire. Per questo, nel nostro Paese occorre sviluppare una si-nergia tra l’industria agricola e quella di trasformazione. In que-sta direzione la distribuzione moderna, e Coop in particolare, puòe vuole svolgere un ruolo propositivo con progetti di co-imprendi-torialità. Coop, con il suo ideale di economia sociale, ha contri-buito alla crescita delle imprese e dell’occupazione. E’ la storiadi Coop che lo testimonia: la formula cooperativa aiuta il pro-gresso del Paese. Coop è forse l’unica realtà italiana dellaGrande distribuzione che ha la possibilità di sostenere la crescitadel Paese. E vuole continuare a farlo”.

L’Onore di fare impresa

L’Onore di fare impresa

L’Agroalimentare riscuote consensi. Nell’ambito del Meetingdi Rimini, tradizionale appuntamento in scena nella cittadina ro-magnola dal 21 al 27 agosto, grande successo hanno riscosso leiniziative promosse da Cdo Agroalimentare: un’associazione ver-ticale di Compagnia delle Opere, composta da persone e im-prese che operano nella filiera di riferimento: dal settore dellaproduzione agricola alla trasformazione, dalla commercializza-zione all'uso intelligente delle eccedenze alimentari. Nell’ambitodel Meeting, l’associazione ha realizzato lo stand "L'onore di fareimpresa nell'agroalimentare", che è stato un punto di riferimentoprivilegiato per tutti gli operatori del settore. Oltre a un profi-cuo scambio di progetti ed esperienze a livello personale, nonsono mancati incontri con aziende, personalità della politica edell’associazionismo. “Lo stand ha fatto emergere elementi e fatticapaci di attestare come l'onore di fare impresa, perseguito e ri-cercato, abbia generato iniziative di grande interesse economico,professionale e sociale”, sottolinea Camillo Gardini, presidente diCdo Agroalimentare. Tutti i pomeriggi presso lo stand si sonosvolti incontri informali con l'imprenditore protagonista dellagiornata, affiancato a una personalità del settore agroalimentare.

Ecco l’elenco degli incontri:

Da sinistra: Giuseppe Battagliola, Vincenzo Tassinari, Camillo Gardini, Marco Lucchini e Stefano Berti

dai nostri inviati Angelo Frigerio e Nunzia Capriglione

segue

I convegni

Page 19: Passione Meneghina: Panettone Vergani

settembre 2011eventi

Roberto Fiammenghi, direttore operativo commer-ciale food di Coop Italia è chiaro. “E’ la sobrietà il prin-cipio che, oggi, guida gli acquisti alimentari deiconsumatori”. E non esita ad aggiungere: “Negli ultimidue anni i consumi alimentari hanno segnato un calo.La fiducia dei consumatori è ai minimi storici. Sonoquindi necessarie misure concrete per agevolare una ri-presa degli acquisti e per creare maggiore fiducia. InCoop ci stiamo provando”.

In che modo?Lavoriamo soprattutto sugli assortimenti. Oggi la sud-

divisione nelle tre classi tradizionali è chiara: prodotti dinecessità, con il primo prezzo a cui si affiancano le classi“normale” e “selettivo”. Quest’ultima categoria anno-vera gli articoli che vantano riconoscimenti e certifica-zioni europei. Come le produzioni Dop, Igp, Stg e Doc.Qual è stato il punto di partenza?Ci siamo detti: è vero, i consumatori hanno la neces-

sità di essere più sobri negli acquisti. Ma ciò non signi-fica che debbano rinunciare alla gratificazione che,normalmente, l’acquisto di un prodotto alimentareporta con sé. I prodotti a marca commerciale Coop eFior fiore sono gli esempi più eclatanti, in questo senso.Oggi rappresentano il 27% delle vendite; vantano unposizionamento più conveniente rispetto ai prodotti dimarca. Ma con un assortimento che include prodotti diassoluta qualità. Qualità dunque è la parola d’ordine…Occorre lavorare in questa direzione. Se realizziamo

prodotti di qualità, abbiamo tutti gli strumenti per co-municare i loro plus. Attenzione, però, a non ridurre iprodotti di qualità a delle nicchie di mercato.Che cosa intende?Valorizzare la qualità significa offrire al produttore la

possibilità di essere più competitivo sebbene, a monte,

sostenga costi superiori. Parto da un’esperienza reale. InCoop realizziamo, a marchio Fior fiore, il parmigianoreggiano stagionato 30 mesi. Quando abbiamo iniziato,in molti ci hanno criticato. Ci accusavano di esagera-zione. Invece, abbiamo avuto ragione. Oggi il parmigianoreggiano 30 mesi vanta una quota di mercato del 20%.Non solo, le vendite sono in crescita costante. In Italia,la qualità è di casa. Siamo il paese con il maggior nu-mero di prodotti Dop e Igp, il numero più significativodi presidi Slow Food. Occorre, dunque, mettere a puntoiniziative e prodotti che sappiano valorizzare questeproduzioni. E non limitarle. Come ahimè spesso accade.Noto una leggera vena polemica in questa sua ul-

tima osservazione. Con chi ce l’ha?Con i consorzi. Che, penso, non devono porre osta-

coli all’espansione e alla diffusione del prodotto.Faccia pure esempi concreti….Penso al lardo di Colonnata. Prima che si costituisse

il Consorzio di tutela, questo salume eccellente era pre-sente negli scaffali della Gd. Oggi non è più così perchél’ente consortile ha stabilito, nel disciplinare, che il lardodi Colonnata Igp deve essere realizzato solo ed esclu-sivamente in una zona ben circoscritta. Che, oltre ad es-sere difficilmente raggiungibile, vanta un numero diproduttori contenuto. Il che significa che i quantitatividi prodotto immessi sul mercato sono davvero limitati.E questo è uno. Altri…Un altro caso eclatante di limiti imposti alle produ-

zioni di qualità si verifica nell’area del Take away.Assolutamente importante per la distribuzione…Oggi questo reparto rappresenta ben il 33% del ven-

duto. Mi domando come sia possibile che i consorzichiedano che il prodotto certificato venga confezionatosolo ed esclusivamente nell’area territoriale indicata daldisciplinare di produzione. E’ assurdo. Insomma, per farlabreve: lavoriamo insieme, ma non blocchiamo la qualità.

La ricetta anticrisi di Roberto Fiammenghi, direttore operativo commerciale Food di Coop Italia.

continua

Marco Lucchini“Nell’epoca della scarsità ci sono le eccedenze” Resto colpito dal termine “scarsità”, utilizzato per descrivere la faseeconomica a cui stiamo assistendo. Perché, proprio in questo periodo,la Fondazione Banco alimentare sta completando un’indagine sulle“eccedenze”. Cioè sullo spreco di 2 milioni di tonnellate all’anno dibeni alimentari ancora commestibili, che vengono distrutti. E’ un pa-radosso: da una parte ci sono paesi in cui la domanda di cibo è altae dall’altra c’è un mercato, come quello italiano, diseducato al valoredel cibo. Un altro appunto: è vero che tutti siamo consumatori, ma nontutti siamo acquirenti. Questa è la grande differenza. C’è una fasciadi consumatori, che in Europa si aggira attorno ai 15 milioni, di cui3 milioni solo in Italia, con seri problemi ad acquistare cibo in modostabile, tale da garantire una vita dignitosa. I 3 milioni di italiani sottola soglia di povertà hanno un potere d’acquisto di circa 120 euro almese. E’ di queste persone che ci dobbiamo occupare. Il Banco ali-mentare, nel 2010, ha distribuito 75 tonnellate di alimenti che nonavevano più mercato, aiutando 1,5 milioni di italiani. Perché, quindi,è importante parlare di agroalimentare in una sede come quella delMeeting, in cui si parla di certezza? Il rischio è che ognuno difendala sua categoria, il proprio particolare, perdendo di vista la questionecentrale, cioè che il cibo è prima di ogni altra cosa un dono. Con loscopo di nutrire l’uomo e dare speranza alla sua vita, in una formaparticolare che è la crescita fisica. Il cibo serve per sostentarsi, ma èanche occasione di convivialità, un momento in cui si può condividerela vita. La solitudine è veramente la più grande povertà, e il Banco ali-mentare cerca di far fronte anche a questo problema. I volontari dellaFondazione condividono la vita con delle persone che, invece, nor-malmente sono sole. Si parla di circa 8.500 situazioni. Da queste con-siderazione si può ricavare il metodo: la cooperazione. Il Banco ali-mentare, infatti, opera solo grazie agli amici che collaborano nellarealizzazione di questa grande opera. Vive grazie a gesti di gratuitàe per la fedeltà allo scopo di chi vi aderisce. E questo ha fatto nascereuna collaborazione tra i diversi enti della filiera alimentare. Da nu-merose industrie, supermercati, ristoranti e mense aziendali vengonorecuperati generi alimentari e distribuiti alle comunità. Molto di quelloche le aziende e le catene della Gd non possono più vendere, per-ché alcune norme lo impediscano, grazie al Banco alimentare rag-giunge comunque il suo scopo: nutrire l’uomo. La filiera così è com-pleta. La regolamentazione delle quantità produttive non è la rispostaallo spreco delle eccedenze alimentari. La crisi alimentare che ha col-pito gli Usa nel 2008 lo testimonia. Dall’Italia all’Europa: l’opera delBanco è possibile anche grazie all’Unione europea che, dal 1995,commissiona la trasformazione di tutto ciò che è eccedenza agricolain aiuto alimentare. Ora la nota dolente. E’ da tre anni che, in rispo-sta alla diminuzione delle eccedenze agricole, raggirando la norma,l’Ue stanzia ulteriori fondi. Una recente sentenza, però, spinge per ilrispetto della norma. Da 45mila tonnellate di cibo, l’anno prossimoin Italia, se ne distribuirebbero 10mila e molte delle associazioni cheaiutiamo chiuderebbero. Se lo scopo del cibo non è nutrire, e la leggedel mercato vince, 15 milioni di persone rischiano di morire di fame.Su questo fronte il Banco alimentare è attivamente impegnato con moltipolitici”.

Unire sobrietà e qualità

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Tutto pronto per la 33 edizionedel Sigep, che si svolgerà a Rimini dal21 al 25 gennaio 2012. Il Salone interna-zionale gelateria, pasticceria e panificazione ar-tigianali, forte dei successi degli anni passati,torna caratterizzato da importanti novità. Neparliamo con Patrizia Cecchi, direttore businessunit Rimini Fiera.

Iniziamo dai numeri…Sigep 2011 ha superato il muro dei 100mila

visitatori professionali e ha chiuso la 32a edi-zione con 106.685 operatori presenti in fiera(+10,6% rispetto al 2010),19.676 dei qualiesteri (+16,1%). La kermesse rappresenta pie-namente un sistema composto sia da medieimprese artigianali che da industrie con produ-zioni di altissima qualità. Notevole il profilo diinternazionalità: insieme ai quasi 20mila visita-tori stranieri, vanno ricordati i 2.547 businessmeeting e gli oltre 260 top buyer. Nel gennaioscorso, il Salone internazionale della gelateria,pasticceria e panificazione artigianali ha visto lapartecipazione di 730 imprese, distribuite su diuna superficie di 90mila metri quadrati.Quali sono gli obiettivi di Sigep?L’obiettivo primario, che carat-

terizza tutte le nostre scelte, è internazionaliz-zare al massimo livello tutte le componentidella manifestazione. Per questo, negli ultimianni abbiamo investito molto nell’organizza-zione di grandi eventi di caratura mondiale. Ciòha generato un’impennata della quota di visita-tori stranieri: ormai, un operatore su cinque chepartecipa a Sigep proviene dall’estero. Stiamolavorando intensamente per garantire occasionidi business durante la fiera, anche con numerosiprogetti ad hoc per il coinvolgimento di ope-ratori esteri.Qual è il target a cui il Salone si rivolge?Sigep si rivolge a tutte le imprese e a tutti i

professionisti coinvolti nel settore del dolce ar-tigianale. Cerchiamo di favorire il miglior con-tatto fra le aziende che offrono tecnologie eingredienti e tutto il panorama delle impresequali gelaterie, pasticcerie, panetterie, cioccola-terie, caffè. Senza però dimenticare la catenadistributiva: grossisti, rivenditori, importatori. Sigep è giunta alla 33 edizione. Quali i suc-

cessi finora raggiunti?In primis, quello di aver reso Sigep, in questi

33 anni, una manifestazione utile allo sviluppodel business delle imprese. Inoltre la kermesseè stata il trampolino di lancio di alcuni trend delsettore, come il gelato gastronomico, ovverosalato, oggi assai apprezzato nella ristorazione.A questo bisogna aggiungere le manifestazionidi carattere internazionale, come la Coppa delmondo di gelateria (nel 2012 alla quinta edi-zione), la Sigep Bread cup, il Mondiale Junioresper la pasticceria e tanti altri eventi. Da ultimo,abbiamo mantenuto negli anni una particolareattenzione ai giovani delle scuole professionali,con iniziative e concorsi a loro dedicati.Quali sono stati, fra le varie

edizioni, i

cambiamenti più importanti?Per Sigep un momento importante è stato il

passaggio al nuovo quartiere fieristico, dieci annifa. Questo ha garantito la possibilità di crescere,dedicare spazi ai concorsi, incrementare l’of-ferta espositiva. Rilevante anche la scelta distringere accordi forti e pluriennali con le as-sociazioni di settore. Che sono per interlocu-tori fondamentali nell’orientamento deicontenuti di Sigep. Altro fattore importante,oltre alla gestione diretta degli eventi, è l’atten-zione che riserviamo ai nuovi mercati: caffè,cioccolato, arte bianca. A tal proposito, vale lapena citare l’accordo, appena siglato da RiminiFiera, con il Consorzio Sipan per organizzare,dal 2013, la fiera A.b. Tech Expo a Rimini in con-temporanea a Sigep. La panificazione è già pre-sente nella nostra manifestazione tradizionale.Ma questo accordo offre un impulso notevoleall’evoluzione dell’area dedicata all’arte bianca. Quali sono i settori più rappresentati?

Quello dei prodotti finiti o delle attrezzature?Sigep esalta l’artigianalità della produzione e

propone ingredienti e attrezzature utili a que-sto. I prodotti finiti presenti in fiera sono l’esitodella straordinaria creatività dei maestri inter-nazionali presenti a Sigep. Si tratta di un’enormepasticceria - gelateria grande 90mila metri qua-drati.Parliamo di presenze internazionali: riguar-

dano sia gli espositori che i visitatori? Un dato chiarisce il panorama: i quasi 20mila

operatori stranieri provengono da 115 paesi ei cinque continenti sono tutti rappresentati. Gliultimi anni hanno visto l’incremento di visite da

paesi che si affaccianoall’arte dolcia-

ria. Il NordAfrica, i

paesi

dell’est e l’Asia mostrano grande attenzione ecapacità di apprendimento. Oggi il gelato, natoin Italia, è un patrimonio del mondo grazieanche ad ambasciatori eccellenti che l’hannofatto apprezzare ovunque.Saranno presenti buyer della grande distri-

buzione?Si, nella misura in cui la produzione artigia-

nale si affaccia come opportunità di venditanelle grandi superfici commerciali. Inoltre, cresceil numero di buyer che rappresentano catene dihotel, ristoranti ed esercizi in franchising. Pro-prio su quest’ultimo segmento sono allo stu-dio progetti interessanti.Da ultimo, il Salone vanta eventi interessanti

e originali. Ne è un esempio la “Coppa delmondo di gelateria”. Quali gli obiettivi di que-sto tipo di proposta?

La Coppa del mondo è una festa straordi-naria nella quale confluiscono maestri della ge-lateria di caratura mondiale. La ricchezza chene deriva è il patrimonio di conoscenze chequattro giorni a contatto con questa élite puògarantire. Ci piace l’idea che l’evento sia origi-nale, ma ci interessa soprattutto il risultato chelascia a vantaggio degli operatori. Desideriamoche chiunque partecipi a Sigep ne esca semprearricchito.

Nel 2012, Sigep si prepara a riconfermare il successodell’edizione precedente.Che ha visto lapartecipazione di oltre 200mila visitatoriprofessionali, di cui circa20mila esteri.

100i visitatori professionali

mila

Tutti i numeri del Sigep 2011

20i visitatori stranieri

mila 106.685gli operatori

(+10,6% rispetto al 2010)

19.676 gli operatori esteri

(+16,1% rispetto al 2010)

2.547i business meeting

oltre 260i top buyer

730le imprese presenti

Patrizia Cecchi

20

focus on

Coppa del Mondo di gelateriaSigep Party Events: eventi dedicati al mondo della pasticceriaSigep Bread Cup: campionato internazionale della panificazione a squadreSigep CoffeeBioDay: dedicato alla presentazionedelle di prodotti biologici di gelateria,pasticceria e panificazioneJuniores Pastry World cup: cam-pionato mondiale pasticceria juniores

Gli eventi top

Quando il gelato chiama...

Patrizia Cecchi

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a

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settembre 2011

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attRezzatuRe & ingRedienti

Best For, marchio di Bake Off, propone una linea di forni a convenzione per pane e pasticceria.L’ampia offerta presenta forni di diverse dimensioni: da quattro, sei, dieci o 12 teglie. La strutturadella macchina è compatta, in modo da ridurre al minimo l’ingombro. Un pannello touch screenpermette di attivare tutte le funzioni, senza usurareo sporcare la tastiera. La dotazione tecnologica ècompletata dal collegamento Usb, che permette diinserire nuovi programmi di cottura e di raccogliereed esportare i dati di produzione. Per facilitare lacircolazione d’aria e la pulizia del forno, la cameradi cottura è arrotondata e realizzate in acciaio inox.Il forno Bistrot vanta anche un sistema di lavaggioautomatico regolabile su tre livelli di intensità e do-tato di avvio programmabile. Diversi sono i sistemidi cottura utilizzabili: a convenzione; a vapore (conil sistema Best steam ad immissione di vapore); aciclo misto; per rigenerazione e con sonda a cuoree Delta T. La sonda a cuore è interamente in acciaioper assicurare una maggiore robustezza. Per con-sentire il controllo visivo del prodotto, durantetutte le fasi della cottura, è presente un doppiovetro a bassa emissione termica, che si può aprireper consentire una migliore pulizia.www.bestfor.it

CUOCERE IN OGNI MODO, CON I NUOVI FORNI BEST FOR

Nell’ottica di ampliare la propria gamma per rispondere alle più esigenti richieste del mercato,Molino Pasini ha creato la nuova linea di farine tipo “1” Primitiva: “100”, “300” e “400”.

Realizzate a partire da selezionate materie prime, le farine della linea Primitiva sono ricche difibre, di proteine e di minerali che conferiscono ai prodotti realizzati un particolare sapore e aroma.La nuova linea di farina, grazie alla sua elevata elasticità e digeribilità è consigliata per ogni tipo dilievitato. In particolare, la farina Primitiva “100”, conferisce all’impasto una struttura equilibrata: nètroppo rigida, per evitare che la frolla sia troppo dura, ma nemmeno troppo friabile, affinché ilprodotto finale non si sbricioli eccessivamente. E’ pertanto consigliata per paste frolle, brisè, biscottie frolle dolci e salate. La farina Primitiva “300”, invece, è indicata sia per la lievitazione tradizionaleche per quella istantanea tipica del lievito chimico. L’im-pasto non si irrigidisce e soprattutto forma un’al-veolatura regolare, fine e soffice. L’impasto puòessere facilmente laminato ed è in grado di sop-portare lunghe lavorazioni. È indicata soprattuttoper il pan di spagna e la pasta sfoglia. Da ultimo, lafarina Primitiva “400”, ben bilanciata, è adatta a tuttii prodotti lievitati. Grazie alla particolare strutturaproteica, sopporta molto bene l’aggiunta di grassi. Ilprodotto finale si presenta di un bel colore con unnotevole sviluppo, pur mantenendo la giusta mor-bidezza. Anche in surgelazione conserva inalteratele caratteristiche organolettiche. Particolarmenteadatta per la preparazione di brioches, panet-toni, pandori e colombe.www.molinopasini.com

FARINA TIPO “1” PRIMITIVA By MOLINO PASINI: PER TUTTE LE CREAzIONI

F.lli Rebecchi, azienda piacentina, propone un assortimento com-pleto di prodotti decorativi e relativi alla “pasticceria creativa”, ingrado di coniugare specifiche e sempre diverse esigenze gastro-nomiche, al piacere della fantasia. Per la linea Dolci decori, F.lli Re-becchi propone la pasta di zucchero modellabile bianca. Si tratta diun prodotto ideale per la copertura di torte e la realizzazione di

fiori e altri soggetti decorativi. È disponibile in astucci di carton-cino nella forma di un panetto imbustato da 250 grammi vantauna shelf life di 12 mesi. www.rebecchi.com

PASTA DI zUCCHERO MODELLABILE By F.LLI REBECCHI: VOLA LA FANTASIA

Tecnologia al servizio della semplicità per i nuovi forni Air-o-steam touchline di Electrolux, so-cietà leader nella fornitura di attrezzature professionali per la ristorazione e l’ospitalità. Unoschermo ad alta definizione permette infatti diimpostare in modo semplice e intuitivo il fornoche offre tre diverse modalità di cottura. Lacottura automatica permette di scegliere traotto famiglie di alimenti, selezionandone l’im-magine o l’icona. Il forno provvede autonoma-mente a calcolare il tempo e la temperaturaideale per la preparazione del piatto. La cot-tura programmata, invece, consente di salvarele impostazioni scelte per le proprie ricette equindi di ripeterle in qualsiasi momento. Il da-tabase può ospitare mille ricette, che possonoanche essere caricate su una chiavetta Usb egestite come un qualsiasi file digitale. Infine, sel’utente preferisce cucinare in modo tradizio-nale può selezionare la modalità manuale emettere in campo tutta la sua creatività.www.electrolux-professional.it

FORNO AIR-O-STEAM TOUCHLINE: TECNOLOGIA DELLA SEMPLICITà

Superflex è il nome del nuovo sac a poche dell’azienda padovana Martellato. La speciale gommaalimentare con cui è realizzato rende questoarticolo estremamente resistente e flessibile.La particolare superficie del materiale, lisciaall’interna e ruvida all’esterno, facilita la fuo-riuscita del prodotto e, al contempo, per-mette una presa più sicura, così daaumentare la maneggevolezza del sac-chetto. L’innovazione non riguarda soltantoil materiale utilizzato, ma anche il sistema di sal-datura a radiofrequenza: non prevede alcun uso dicollanti e additivi e non permette infiltrazioni o as-sorbimenti di creme e liquidi nelle saldature. Il ma-teriale con cui è prodotto, rende il sac a pocheMartellato resistente anche alle elevate temperature,così da consentirne il lavaggio in lavastoviglie e la steriliz-zazione. www.martellato.com

Tagliavini è un’azienda attiva sul mercato da oltre 75 anni. Per questa società, la strada del-l’esperienza procede parallela a quella dell’innovazione. Il nuovo forno Modular, oltre a garantireprestazioni di alto livello in termini di cottura e risparmio energetico, presenta alcune piccole, mapreziose innovazioni. Innanzitutto, una specialeguarnizione garantisce una migliore tenutadella portina di infornamento. Il portateglie, in-vece, è progettato in modo da garantire un in-fornamento più comodo. La semplicitàdell’istallazione e la possibilità di comporre lamacchina secondo le necessità del cliente ren-dono l’articolo estremamente semplice e versa-tile. Aspetto, quest’ultimo, che rappresenta unadelle qualità rivendicate da Tagliavini. Che offre unservizio di assistenza particolarmente attento, perfornire a ciascun laboratorio il forno migliore aseconda degli spazi disponibili e delle esigenzeproduttive. La gamma dei forni per pasticcieri ècompletata dai forni rotativi Rotor e Rotovent edai forni ultra compatti della linea Termoven.www.tagliavini.com

TAGLIAVINI: FORNI PRATICI ED EFFICIENTI

RESISTENzA E FLESSIBILITà PER SUPERFLEx, IL NUOVO SAC A POCHE MARTELLATO

Farina “0” Manitoba è una delle proposte firmata Molino Grassi.Ottenuta selezionando e miscelando grani esteri e italiani pregiati,caratterizzati da glutine di elevata qualità e da un alto tenore pro-teico, è particolarmente indicata per i prodotti a lunga lievita-zione. La grande elasticità che la contraddistingue le permette,infatti, di sopportare meglio lo stress derivante da lunghi tempi diimpasto e lievitazione. È ideale per la produzione di panettoni,pandori, colombe, prodotti di pasticceria e di pasta sfoglia. La me-desima miscela di grani viene utilizzata anche per la produzionedella farina tipo “00” Manitoba indirizzata al consumatore finale.Può essere utilizzata anche per il pane fatto in casa, impastatocon l’apposita macchina; per pizze alte e prodotti dolciari lievitaticome croissant e babà. La farina “0” Manitoba di Molino Grassiè disponibile nei formati 25 e 50 chili, mentre la tipo “00” in quellida uno e cinque chili.

www.molinograssi.it

FARINA “0” MANITOBA By MOLINO GRASSI: ELASTICITà E TENUTA

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settembre 2011scHede pRodotto

Primo Mattino di [email protected]

Panettone Dal Colle www.dalcolle.com

Breve descrizione prodottoDolce tipico del periodo natalizio.IngredientiI principali sono farina, burro, uova e zucchero.Peso medio/pezzature500 gr, 750 gr e 1 Kg. CaratteristicheLievitazione naturale.

Buondì classico “Sfornato e Consegnato” -esclusiva Eataly - www.buondi.it

Breve descrizione prodottoIl classico Buondì, in una confezione trasparentee minimal, prodotto in edizione speciale per Ea-taly e consegnato entro 24 ore presso l'esclu-sivo store del gusto di Torino.Peso medio/pezzature330 gr.CaratteristicheVanta 22 ore di lievitazione naturale.ConfezionamentoSacchetto da dieci pezzi.Tempi di scadenzaQuattro mesi dalla data di produzione.

Breve descrizione prodottoSenza lievito e ingredienti d’origine animale,è dolcificato con sciroppo d’agave. La gammacomprende diverse referenze: frumento, fru-mento integrale, farro, kamut, cinque cereali,farro&saraceno e kamut&amaranto.IngredientiFarina di kamut, oli vegetali non idrogenati,sciroppo di riso, sciroppo d'agave, sciroppodi glucosio-fruttosio da mais, amido di mais,malto di mais, sale marino, aroma naturalevaniglia.Peso medio/pezzature370 gr. ciascuna, in confezione di cartone da12 pezzi.CaratteristicheLa ricetta è senza latte, senza lievito, senzauova. Con aromi biologici.ConfezionamentoConfezionamento in flow-pack.Tempi di scadenza12 mesi.

Breve descrizione prodottoLa tradizione dei Savoiardi in una nuova vestetutta bio.IngredientiFarina di frumento, zucchero, uova 26%.Agenti lievitanti: carbonato acido di sodio, car-bonato acido d’ammonio. Aromi naturali, sale.Peso medio/pezzatureConfezioni da 200 grammi.CaratteristicheProdotti con ingredienti da agricoltura biolo-gica, senza grassi aggiunti. Destinati a chi èparticolarmente attento a un’alimentazionesalutistica.ConfezionamentoConfezionati in flow-pack salva freschezza.Cartone da 12 confezioni.Tempi di scadenza12 mesi dalla data di produzione.

Savoiardi Biowww.fornobonomi.com

Mix Maxwww.balconidolciaria.com

Breve descrizione prodottoIl più classico e storico dei panettoni G.Cova &C si sposa con incarti derivati da immagini ori-ginali degli anni 30, esaltando la qualità con anti-che ricette e tecnologie moderne.IngredientiBurro, uova fresche, scorzoni di arancio freschisemicanditi.Peso medio/pezzature1.120 gr.CaratteristicheSoffice e fragrante, con uno spiccato profumodi agrumi.ConfezionamentoIncartato a mano, scatola regalo, shopper.

Panettone classico Milano “Libbra 1.120 gr.”- www.panettonigcovaec.it

Cripsy3 www.barbero.com

Breve descrizione prodottoBarretta snack di wafer con un morbido ripienoalla nocciola e cereali ricoperto con cioccolatoal latte o bianco.IngredientiWhite: cioccolato bianco 38% (zucchero, burrodi cacao, latte intero in polvere. Emulsionante:lecitina di soia. Aromi naturali), grassi vegetali,nocciole 8%, farina di frumento, zucchero, sierodi latte in polvere, latte magro in polvere, sci-roppo di glucosio, cereali (farina di mais, farina difrumento, zucchero, estratto di malto, sale), lat-tosio, amido di mais. Agenti lievitanti: bicarbo-nato di ammonio e bicarbonato di sodio.Emulsionante: lecitina di soia. Latte: cioccolato al latte 38% (zucchero, pasta dicacao, burro di cacao, latte intero in polvere.Emulsionante: lecitina di soia. Aromi naturali),grassi vegetali, nocciole 8%, farina di frumento,zucchero, siero di latte in polvere, latte magroin polvere, sciroppo di glucosio, cereali (farina dimais, farina di frumento, zucchero, estratto dimalto, sale), lattosio, amido di mais. Agenti lievi-tanti: bicarbonato di ammonio e bicarbonato disodio. Emulsionante: lecitina di soia.Peso medio/pezzature13 gr. la singola barretta.CaratteristicheIn due gusti, cioccolato al latte o cioccolatobianco, la barretta da 13 gr. ha 69 k/cal.ConfezionamentoMonodose in espositore da 40 pezzi o multi-pack da cinque pezzi in espositore da 20.Tempi di scadenza8 mesi.

Breve descrizione prodottoMerendina a base di pan di spagna farcita e ri-coperta al cacao magro.Ingredientizucchero, grassi vegetali non idrogenati, sci-roppo di glucosio-fruttosio, farina di frumento,uova fresche, latte scremato, latte in polvere,cacao magro in polvere (3,2%), latte scremato inpolvere, pasta di nocciole, proteine del latte,aromi. Emulsionanti: mono e di gliceridi degliacidi grassi, lecitina di soia. Agenti lievitanti: car-bonato acido d’ammonio, carbonato acido disodio, difosfato disodico. Sale.Peso medio/pezzature35 grammi.CaratteristicheIl prodotto è composto da pan di spagna, cremae copertura. Le materie prime arrivano dall’Ita-lia o da stati europei e vengono periodicamentecontrollate secondo il nostro piano Haccp.ConfezionamentoPacco famiglia da 10 merendine.Tempi di scadenzaSei mesi dalla data di produzione.

Breve descrizione prodottoBiscotti frollini prodotti con la ricetta ru-stica, con latte fresco e farina di riso.IngredientiFarina di frumento, zucchero, oli e grassivegetali, farina di riso (6%), farina di mais,latte fresco intero pastorizzato (3%), sci-roppo di zucchero invertito. Agenti lievi-tanti: carbonato acido di sodio edammonio, tartrato monopotassico. An-

tiossidante: lecitina di girasole. Sale, aromi.Può contenere tracce di frutta secca inguscio, uova e soia.Peso medio/pezzatureSacchetto da 400 grammi.CaratteristicheSemplici e rustici, i nuovi frollini Doria aforma di sole, sono realizzati con ingre-dienti autentici come il latte fresco, la fa-rina di riso e la granella di zucchero.

Radiosiwww.doria.it

Breve descrizione prodottoUn "vero" panettone in formato ridotto realiz-zato secondo la ricetta tradizionale italiana e de-stinato ai mercati internazionali. Gli ingredientisono di primissima qualità, senza aggiunta diaromi e conservanti artificiali. La lavorazione ar-tigianale viene eseguita con il metodo della lie-vitazione naturale.IngredientiFarina di frumento, uvetta sultanina, uova fre-sche, burro, zucchero, scorze di arancia candite,latte, tuorlo d'uova fresche, lievito naturale.Emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi,sciroppo di glucosio. Aromi naturali, burro dicacao, sale.Peso medio/pezzature100 grammi.CaratteristicheIl Baby panettone nasce nel pieno rispetto delDisciplinare italiano e data l'assoluta assenza diadditivi, coloranti e conservanti artificiali è unprodotto "All natural". La confezione è adatta al-l'acquisto per un consumo personale, ma anchecome piccolo dono.ConfezionamentoAstuccio.Tempi di scadenza6 mesi.

Baby Panettonewww.melegatti.it

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Page 23: Passione Meneghina: Panettone Vergani

Torta Tiramisùwww.gelateriacallipo.com

Monte Biancowww.vergani.it

Ciambella con goccia di miele Mr.Daywww.mrday.it

Breve descrizione prodottoE’ un prodotto gustoso che nasce da una ricettae da ingredienti semplici.IngredientiFarina di frumento, zucchero, oli vegetali nonidrogenati, sciroppo di glucosio - fruttosio, uova,zucchero di decoro 4% (destrosio, zucchero,grassi vegetali, amido). Stabilizzanti: sciroppo disorbitolo, proteine del latte, miele 1%. Emulsio-nanti: mono e digliceridi degli acidi grassi, leci-tina di soia. Agenti lievitanti: difosfato disodico,carbonati di sodio e di ammonio. Sale e aromi.Peso medio/pezzatureConfezione da 304 grammi con 8 ciambelle.CaratteristicheL’impasto è arricchito con miele e non contieneadditivi, conservanti o coloranti.ConfezionamentoFlow pack con otto ciambelle.Tempi di scadenzaCinque mesi dalla data di produzione.

Breve descrizione prodottoGelato al tiramisù e gelato al caffè con pan dispagna inzuppato in una bagna alcolica al caffè,decorato con cacao magro in polvere.IngredientiGelato al tiramisù (49%): latte fresco pastoriz-zato intero di alta qualità (27,5%), latte magroreidratato, zucchero, panna fresca pastorizzata(11%), sciroppo di glucosio-fruttosio, olio vege-tale, latte magro in polvere, marsala (4%), tuorlod’uovo, caffè solubile. Emulsionanti: mono e di-gliceridi degli acidi grassi. Stabilizzanti: farina disemi di guar, farina di semi di carrube, alginato disodio, carragenani. Coloranti: curcumina e pa-prika. Aromi. Gelato semifreddo al caffè (32%):latte fresco pastorizzato intero di alta qualità(26%), latte magro reidratato, zucchero, pannafresca pastorizzata (11%), olio vegetale, sciroppodi glucosio-fruttosio, latte magro in polvere, de-strosio, caffè solubile (1%). Emulsionanti: esterilattici di mono e digliceridi degli acidi grassi,mono e digliceridi degli acidi grassi. Stabilizzanti:farina di semi di guar, alginato di sodio. Aromi. Pan di spagna (6%): uova, farina di frumento, zuc-chero, sciroppo di glucosio-fruttosio, fecola dipatate. Emulsionanti: mono e digliceridi degliacidi grassi. Agenti lievitanti: di-fosfato disodico.Aromi. Liquore al caffè (12%): acqua, zucchero,alcool etilico (7%). Colorante: caramello. Aromi,caffè solubile (0,1%). Cacao magro in polvere(1%).Peso medio/pezzature850 gr.CaratteristicheSu uno strato di morbido pan di spagna inzup-pato al caffè, un cremoso gelato al tiramisù guar-nito con ciuffi di semifreddo al caffè ed unospolvero di puro cacao, per evocare il più ca-ratteristico dei dessert italiani. ConfezionamentoUn pezzo per astuccio e due pezzi per cartone.Tempi di scadenza24 mesi.

MiraFlores www.pastiglieleone.it

Breve descrizione prodottoMiraFlores è l’ultima referenza di Casa Leone. Sitratta di una tavoletta di cioccolato fondentetempestata di cristalli di zucchero profumati allarosa e alla viola.IngredientiCioccolato alla violetta: cioccolato fondente64% cacao minimo (fave di cacao, zuccherogrezzo di canna, burro di cacao, bacche di vani-glia), cristalli di zucchero al gusto violetta (10%)(zucchero, sciroppo di glucosio, aromi. Coloratocon carminio di cocciniglia, indigotina, blu pa-tentato V. Agente di rivestimento gomma laccabianca raffinata. Acidificante: acido citrico), aromi.Cioccolato alla rosa: cioccolato fondente 64%cacao minimo (fave di cacao, zucchero grezzodi canna, burro di cacao, bacche di vaniglia), cri-stalli di zucchero al gusto rosa (10%) (zucchero,sciroppo di glucosio, aromi. Acidificante: acido ci-trico. Colorato con cocciniglia), aromi. Peso medio/pezzaturePeso tavoletta: 50 grammi.Display assortito da 20 pezzi (10 tavolette allavioletta e 10 tavolette alla rosa).CaratteristicheTavolette di cioccolato fondente 64% con cri-stalli di zucchero profumati alla rosa e alla viola.Le tavolette sono senza latte (senza tracce dilatte) e senza glutine.ConfezionamentoAstucci.Tempi di scadenza24 mesi.

Ciambellone Grondona www.grondona.com

Breve descrizione prodottoLa particolare tecnica di lavorazione rende que-sti dragee alle fave grezzi in superfice e croccantiall’interno. Le fave di cacao appartengono allavarietà carenero superior e vengono importatedirettamente dal Venezuela. IngredientiFave di cacao, cioccolato fondente superior 85%cacao. Peso medio/pezzature90 grammi.ConfezionamentoIn vaso con capsula a tenuta stagna. Tempi di scadenza18 mesi.

Fave di cacao venezuela al cioccolato www.mircodellavecchia.it

Maxibonwww.buonalavita.it

settembre 2011

Breve descrizione prodottoBiscotto gelato al gusto di vaniglia arricchito congranella di cioccolato, racchiuso da un lato dauna croccante copertura al cacao e dall’altro dabiscotti.IngredientiLatte scremato reidratato, zucchero, olio vege-tale, farina di frumento, sciroppo di glucosio,siero di latte in polvere, pasta di cacao, cacaomagro (1,2%), granella di nocciole, cacao, sci-roppo di zucchero invertito, emulsionanti monoe di gliceridi degli acidi. Grasso e lecitine (di soia),aromi. Addensanti: gomma di guar, farina di semidi carrube e alghe Euchema trasformate, amidodi frumento, burro di cacao, estratto di maltod’orzo. Agenti lievitanti: carbonato acido di sodioe carbonato acido d’ammonio. Sale. Correttoredi acidità acido citrico. Può contenere tracce dialtra frutta a guscio e uova. Peso medio/pezzature100 grammi per pezzo.ConfezionamentoMaxibon è disponibile in confezione singola e inconfezioni multipack da quattro pezzi.Tempi di scadenza20 mesi.

Barrette Fruttine 50% di fruttawww.caffarel.com

Breve descrizione prodottoMorbide barrette di gelatina con il 50% di frutta,disponibili nei gusti albicocca, arancia e fragolaIngredientiGelatina all’albicocca: zucchero, sciroppo di glu-cosio-fruttosio, purea di mela 21%, acqua, pureaconcentrata di albicocca 10% (corrispondenteal 30% di purea di albicocca), gelificante: pectine,acidificante: acido citrico, aromi.Gelatina alla fragola: zucchero, sciroppo di glu-cosio-fruttosio, purea di mela 21%, acqua, pureaconcentrata di fragola 15% (corrispondente al45% di purea di fragola), gelificante: pectine, aci-dificante: acido citrico, aromi. Gelatina all’arancia: zucchero, sciroppo di gluco-sio-fruttosio, purea di mela 21%, acqua, succod’arancia concentrato 6% (corrispondente al30% di succo d’arancia), gelificante: pectine, aci-dificante: acido citrico, aromiPeso medio/pezzature40 gr. cadauna.CaratteristicheIdeali per una merenda o una pausa ricca difrutta ed energia. ConfezionamentoIn flowpack singolo, disponibili in espositore dabanco assortito da 36 pezzi.Tempi di scadenza12 mesi.

Breve descrizione prodottoPraline di cioccolato al latte ripiene con strati dicrema di marroni e di morbida crema latte.Ingredientizucchero, castagne, burro di cacao, sciroppo diglucosio, grassi vegetali, latte intero in polvere,pasta di cacao, latte scremato in polvere, sci-roppo di glucosio-fruttosio, liquore. Agente umi-dificante: sciroppo di sorbitolo, aroma alcolico,siero di latte in polvere, panna in polvere. Addi-tivi ed aromi. Cacao minimo 30% nel cioccolato.Peso medio/pezzature220 grammi.ConfezionamentoScatola regalo.Tempi di scadenza18 mesi dalla data di produzione.

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Breve descrizione prodottoIl ciambellone è un “grande pane all’uva”. Laricetta è tradizionale. Un tempo, infatti, in quasitutte le famiglie genovesi si preparava il Ciam-bellone. Le grandi dimensioni, il pluricentena-rio lievito naturale da madre biancaGrondona, insieme alla ricchezza di uva sulta-nina ne garantiscono la durata e la morbidezzasenza l’utilizzo di conservanti e emulsionanti.La forma a Ciambella, creata a mano da abiliartigiani, favorisce l’omogeneità di cottura, unamaggiore tostatura in superficie e un taglio piùfacile. Il rispetto dei tempi in produzione, ugualia quelli di un tempo, e l’accurata scelta dellematerie prime garantiscono un sapore tradi-zionale. IngredientiUvetta sultanina, farina di frumento, lievito na-turale da madre bianca Grondona, zucchero,burro. Scorza d' arancia candita (scorza diarancia, sciroppo di glucosio-fruttosio, zuc-chero, succo di limone), tuorlo d' uovo, pro-teine del latte, acqua fior d' arancio, sale. Senzagrassi idrogenati.Peso medio/pezzatureSoltanto da 2500 grammi.CaratteristicheCome per tutti i prodotti Grondona, spicca lasemplicità e la ricchezza degli ingredienti na-turali. Non troppo dolce, adatto persino adaccompagnare alcuni formaggi stagionati edestremamente digeribile grazie al lievitomadre utilizzato in purezza.ConfezionamentoCiambellone da 2500 grammi in cartoni da 2pezzi.Tempi di scadenza6 mesi.

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