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Patrimonio, paesaggio,
tradizione e creatività: il valore culturale del territorio
F. Arosio e M. Mantuano
Roma, 6 novembre 2015
I sistemi locali 2011: innovazione, qualità, prospettive
Oltre gli stereotipi
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Sono espressioni talmente inflazionate da essere diventate luoghi
comuni, rappresentazioni stereotipate, acriticamente accettate.
Non aiutano a capire, non aiutano ad agire.
Patrimonio, paesaggio, tradizione e creatività: il valore culturale del territorio, Fabrizio M. Arosio – Roma, 4.11.2015
L’analisi proposta è un tentativo di conoscere meglio il legame tra
territorio e risorse culturali, vale a dire le bellezze, le tradizioni, i saperi, i
prodotti, le competenze legate all’identità dei luoghi,
attraverso una
segmentazione del territorio,
per evidenziare le
specificità dei contesti locali.
Andare oltre le generalizzazioni vuol dire cercare di uscire da una
visione di sviluppo unilineare e indistinto, che si coniuga con interventi di
gestione e di investimento tendenzialmente generici e decontestualizzati.
La diversità è la ricchezza del Paese
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• Perché prescinde da una definizione territoriale non convenzionale,
di tipo meramente amministrativo e formale;
• Perché, essendo disegnata sulla base degli spostamenti per
raggiungere la sede di lavoro, descrive con un buon grado di
approssimazione i luoghi dove si concentra l’attività quotidiana delle
persone e dei soggetti economici.
• Perché, essendo generata dai flussi di mobilità giornaliera legati
all’attività lavorativa, riflette l’organizzazione spontanea delle scelte e
delle azioni dei soggetti.
• Perché, identificando le aree omogenee in cui gravitano e si addensano
le attività e le relazioni sociali ed economiche, permette di osservare il
paese reale nelle sue differenze e nelle sue dinamiche.
Perché una geografia dei sistemi locali
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Patrimonio, paesaggio, tradizione e creatività: il valore culturale del territorio, Fabrizio M. Arosio – Roma, 4.11.2015
I Sistemi locali. La griglia territoriale di riferimento
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Patrimonio, paesaggio, tradizione e creatività: il valore culturale del territorio, Fabrizio M. Arosio – Roma, 4.11.2015
Misurare la vocazione culturale e attrattiva dei territori
a partire dalla griglia dei Sistemi Locali e in funzione di:
a) la consistenza del patrimonio culturale e paesaggistico
b) l’orientamento dei contesti locali verso la produzione di beni e servizi a
contenuto culturale legati all’identità dei luoghi,
(a modi di produzioni tradizionali o, all’opposto, a una pronunciata
capacità di innovazione creativa)
per apprezzarla … anche in relazione alla capacità
di attrazione turistica
L’obiettivo dell’analisi
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Patrimonio, paesaggio, tradizione e creatività: il valore culturale del territorio, Fabrizio M. Arosio – Roma, 4.11.2015
L’insieme delle risorse culturali legate ai territori,
che contribuiscono a definire l’attrattività e la competitività dei sistemi
locali, si declinano secondo due dimensioni principali:
1. Il patrimonio culturale e paesaggistico:
si riferisce alla presenza fisica sul territorio di luoghi, beni materiali,
strutture, istituzioni e altre risorse di specifico valore e interesse
storico, artistico, architettonico e ambientale, che possono essere
fruiti attraverso una partecipazione diretta e possono costituire fattori
di attrattività del territorio ed un elemento competitivo di successo per
lo sviluppo dei sistemi locali.
2. Il tessuto produttivo/culturale:
riguarda l’insieme composito di attività di produzione, distribuzione e
formazione d’interesse culturale.
Due dimensioni culturali
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1. Industrie culturali in senso stretto, in base alle classificazioni internazionali
(Eurostat) e nazionali (Civita, Symbola, ecc.);
2. Industrie creative e delle filiere d’impresa ad esse collegate, ad elevato
contenuto di conoscenza e di innovazione con una forte contaminazione fra
creatività e know-how (architettura, design, moda, pubblicità, ecc.);
3. Imprese di prodotti di tradizione locale e di qualità, (aziende agricole con
coltivazioni e/o allevamenti Dop e Igp e imprese dell’artigianato artistico che
esprimono la tradizione culturale locale e nazionale);
4. Istituzioni formative, istituti di istruzione superiore artistica e musicale, corsi
delle facoltà universitarie a specifico interesse artistico e culturale e corsi
privati svolte in forma d’impresa (corsi di musica, di danza ecc.);
5. Istituzioni non profit culturali e artistiche, che operano nella gestione di
biblioteche, musei, monumenti, siti archeologici o paesaggistici, realizzazione
di spettacoli, visite guidate, conservazione, valorizzazione e promozione del
patrimonio culturale, ecc.
Il tessuto produttivo/culturale
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Mediante un set di indicatori chiave opportunamente selezionati e sintetizzati per
ciascuna delle 2 dimensioni considerate è possibile:
a) misurare la vocazione culturale e attrattiva dei territori
b) classificare ciascun sistema locale rispetto a tale misura.
Caratteristiche degli indicatori:
• Dati sia di offerta sia di domanda;
• sia indicatori di “dotazione”, che misurano la presenza fisica sul territorio delle
risorse culturali in rapporto alla dimensione fisica di ciascun sistema locale (N. di
strutture per kmq o abitanti),
• sia indicatori di “prestazione”, che misurano il relativo volume di attività e servizi
connessi a ciascuna risorsa considerata (es. N. di addetti, N. di visitatori, N.
ospiti negli alberghi, N. studenti degli istituti, ecc.).
• Tutti gli indicatori elementari sono comunque sempre costruiti come rapporto
rispetto alla dimensione del SL, in relazione allo specifico contesto territoriale di
appartenenza (e non come quota/contributo al totale nazionale).
Il set di indicatori chiave
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1. Musei, siti archeologici e monumenti per 100 km2
2. Visitatori di musei, siti archeologici e monumenti per 100 abitanti
3. Archivi e biblioteche statali per 1.000 km2
4. Utenti e lettori di archivi e biblioteche statali per 100 abitanti
5. Borghi più belli d’Italia e comuni di identità e tradizione, ambientale, culturale e
turistica per 100 comuni del sistema locale
6. Numero di eventi di rilevanza nazionale
(festival e mostre con patrocinio o contributo del Mibact)
7. Area sottoposta a regime di protezione in % della superficie totale
8. Quota di superficie non urbana
(superficie "case sparse" in % della superficie totale)
9. Edifici storici (costruiti prima del 1919) e in buono o ottimo stato di
conservazione per km2 dei centri e nuclei abitati
10. Indice di conservazione del paesaggio (naturale e urbano)
Indicatori del patrimonio culturale e paesaggistico
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1. Unità locali delle imprese culturali per 100 km2
2. Quota di addetti delle unità locali di imprese culturali per 100 abitanti
3. Unità locali di istituzioni non profit culturali e artistiche per 100 km2
4. Addetti delle unità locali delle istituzioni non profit culturali e artistiche per 100 abitanti
5. Studenti degli Istituti di istruzione superiore musicale e artistica per 100 abitanti
6. Unità locali delle imprese di artigianato artistico per 100 km2
7. Addetti delle UL di artigianato artistico per 1.000 abitanti
8. Aziende agricole con coltivazioni e/o allevamenti tipici di qualità (Dop/Igp) per 100 km2
9. Superficie dedicata a coltivazioni tipiche di qualità (Dop/Igp) per 100 km2
Indicatori del tessuto produttivo/culturale
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1. Unità locali delle imprese turistiche per 100 km2
2. Quota di Addetti delle unità locali turistiche per 100 abitanti
3. Numero posti letto negli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri per
100 abitanti
4. Presenze negli esercizi ricettivi alberghieri ed extra-alberghieri per
100 abitanti
5. Aziende agricole che svolgono attività connesse per 100 km2
(agriturismo, attività ricreative e sociali, fattorie didattiche, artigianato)
La terza dimensione: Indicatori di attrattività turistica
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I cluster della cultura
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1. La grande bellezza
riescono a coniugare in modo ottimale le differenti espressioni dell’arte, della
cultura, delle tradizioni artigianali e imprenditoriali.
2. La potenzialità del patrimonio
potrebbero compiere un salto di qualità, se riuscissero a promuovere una crescita
anche nella dimensione imprenditoriale.
3. L’imprenditorialità culturale
valori alti per le caratteristiche del tessuto produttivo/culturale, ma non corredati da
un valore equivalente nella dotazione di patrimonio culturale e paesaggistico.
4. Il volano del turismo
Non presentano particolari eccellenze rispetto alla dotazione e alla produzione
culturale, ma contengono aree in cui il turismo rappresenta un importante fattore di
attrattività.
5. La perifericità culturale
livelli di dotazione e produzione culturale sistematicamente inferiori agli standard
nazionali.
I cluster della cultura
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La geografia della cultura
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I territori della cultura
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0
50
100
150
200
70
138 138
194
71
Numero di sistemi locali (e di comuni)
(1.474) (1.368) (2.057) (2.651) (562)
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18,1 24,1 18,6 31,2 8,1
38,1 9,9 29,1 19,0 3,9
Cluster % SL per ripartizione Di cui:
Grande bellezza 41,4 Centro (43% Toscana, Umbria, Campania)
Potenzialità del patrimonio 56,5 Mezzogiorno (26% Sicilia e Puglia)
Imprenditorialità culturale 42,0 Nord-est (40% Veneto, Trentino A.A., Lombardia)
Volano del turismo 25,3 Isole (14% Sicilia, 11% Sardegna)
Perifericità culturale 83,1 Mezzogiorno (67% Calabria, Sicilia, Sardegna)
• Eccellenze su entrambi gli assi della vocazione culturale;
• Territori densamente popolati (doppio della media nazionale: 400 ab./km2);
• 41 SL contengono il capoluogo di provincia;
• 9 Aree metropolitane su 12 (To, Mi, Ve, Ge, Bo, Fi, Rm, Na, Ba);
• Circa la metà con siti patrimonio mondiale culturale/naturale
(11 dei 16 siti italiani con valore storico-artistico della città o del centro storico);
• Densità di musei, biblioteche e archivi doppia rispetto alla media nazionale;
• 1/3 dei musei (1.500); 2/3 dei visitatori (72 milioni);
• 2/3 degli eventi culturali di rilevanza nazionale;
• Densità di attività imprenditoriali culturali doppia (125 mila UL);
• Metà degli addetti del settore culturale (300 mila);
• Grandi poli (Roma+Milano: 43 mila UL e 113 mila addetti culturali = 1/5 totale Italia).
Modesta attrattività turistica (specializzazione turistica di Rovereto, Sanremo,
Montalcino, Montepulciano, Orvieto, Capri, Amalfi)
1) Grande Bellezza
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• Eccellenza nelle dotazioni paesaggistiche, naturali e urbane;
• Densità abitativa inferiore agli altri gruppi (< metà della media nazionale);
• 1/3 del territorio in parchi e riserve naturali e siti di importanza comunitaria;
• Quota di superficie sottoposta a regime di protezione e presenza di edifici
storici in buono/ottimo stato di conservazione >50% del valore nazionale;
• 1/4 di comuni (512 su 1.921) con borghi caratteristici o appartenenti ad
associazioni eno-gastronomiche e di tradizione
(Città dell’olio, del vino, dei sapori, slow, della ceramica, dell’infiorata ecc.)
• Modesta presenza di musei e visitatori (17,4% e 8,5%);
• Pochi territori con una dimensione e una forma distrettuale
(SL dell’agro-alimentare di Langhirano, Todi, Corato e Gioia del Colle);
Buona capacità di valorizzazione sul versante turistico, con indicatori
superiori alla media nazionale (24 SL con specializzazione turistica)
2) Potenzialità del patrimonio
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• Eccellenza per le capacità imprenditoriali nel settore culturale;
• Valori degli indicatori della componente imprenditoriale circa doppi rispetto
alla media nazionale;
• Imprese culturali profit e non profit: 118 per km2, contro 78 di media nazionale;
• Aziende agricole di qualità: 139 per km2, contro 61 media nazionale;
• Imprese artigianato artistico: 10 per km2, contro 6 media nazionale;
• Addetti settore culturale: 156 mila, oltre 1/4 del settore culturale totale;
3) Imprenditorialità culturale
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• La cultura non ha una centralità nell’economia locale
• Quasi 1/3 della realtà nazionale per superficie, SL e comuni;
• Vocazione produttiva diversa da quella culturale
• Significativa capacità attrattiva sul fronte turistico:
23 SL a specializzazione turistica su 84 del totale nazionale;
• Aree scarsamente popolate e in tendenziale abbandono (3,9% ab.);
• 50% dei SL sono privi di specializzazione economica;
• 84,7% dei comuni situato in Aree interne (di cui oltre 1/2 «periferiche» e
«ultra-periferiche»);
• luoghi dell’emergenza culturale, dove sarebbe urgente attivare processi di
recupero delle risorse del territorio.
4) Volano del turismo
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5) Perifericità culturale
Patrimonio, paesaggio, tradizione e creatività: il valore culturale del territorio, Fabrizio M. Arosio – Roma, 4.11.2015
Il quadro
nel complesso appare fortemente caratterizzato da elementi positivi, che
- rappresentano delle opportunità ampiamente diffuse ma diversamente
distribuite sul territorio nazionale
- coinvolgono una pluralità di settori economici e produttivi
- rappresentano fattori su cui puntare per diminuire divari e disuguaglianze.
Un cambio di prospettiva
Politiche di intervento specifiche e mirate sui territori
Conclusioni
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Patrimonio, paesaggio, tradizione e creatività: il valore culturale del territorio, Fabrizio M. Arosio – Roma, 4.11.2015
Due opzioni
a) Investire sui territori top performer, cui corrispondono alta qualità e alta
specializzazione, per promuovere l’eccellenza;
b) Investire sui territori a ritardo di sviluppo per ridurre gli squilibri
(territoriali, sociali, settoriali).