per gli istituti di vita consacrata e le societÀ di vita … · 2019-12-12 · introduzione la...

97
CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA Per vino nuovo otri nuovi Dal Concilio Vaticano II la vita consacrata e le sfide ancora aperte ORIENTAMENTI LIBRERIA EDITRICE VATICANA COLLANA DOCUMENTI VATICANI

Upload: others

Post on 31-Dec-2019

3 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

CONGREGAZIONEPER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA

E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

Per vino nuovootri nuoviDal Concilio Vaticano II

la vita consacrata e le sfide ancora aperte

OR IENTAMENT I

L I B R E R I A EDITRICEVATICANA

COLLANADOCUMENTI

VATICANI

Pe

r v

ino

nu

ov

o o

tri

nu

ov

i

LEV

CONGREGAZIONEPER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATAE LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

ANNO DELLA VITA CONSACRATA

1. Rallegratevi2. Scrutate3. Contemplate4. Annunciate

DOCUMENTI

1. Linee orientative per la gestione dei beni negli Istituti di vita consacrata e nelle Società di vita apostolica2. Per vino nuovo otri nuovi. Orientamenti

€ 7,00

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 7ª Ristampa 25 Maggio 2017 − 1ª BOZZA

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 7ª Ristampa 25 Maggio 2017 − 1ª BOZZA

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 7ª Ristampa 25 Maggio 2017 − 1ª BOZZA

Prima edizione Gennaio 2017Prima ristampa Febbraio 2017Seconda ristampa Marzo 2017Terza ristampa Marzo 2017Quarta ristampa Aprile 2017Quinta ristampa Aprile 2017Sesta ristampa Maggio 2017Settima ristampa Giugno 2017Ottava ristampa Giugno 2017Nona ristampa Luglio 2017Decima ristampa Settembre 2017Undicesima ristampa Ottobre 2017Dodicesima ristampa Novembre 2017Tredicesima ristampa Gennaio 2018Quattordicesima ristampa Febbraio 2018

In copertina :

PAOLO VERONESE, Nozze di Cana (1563), particolareMuseo del Louvre, Parigi

© Copyright 2017 – Libreria Editrice Vaticana00120 Città del VaticanoTel. 06 69 88 10 32 – Fax 06 69 88 47 16e-mail: commerciale.lev@spc.vawww.libreriaeditricevaticana.vawww.vatican.va

ISBN 978-88-209-9963-6

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 14ª Ristampa 9 Febbraio 2018 − 1ª BOZZA

Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi,altrimenti il vino spaccherà gli otri,

e si perdono vino e otri.Ma vino nuovo in otri nuovi!

(Mc 2,22)

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 7ª Ristampa 25 Maggio 2017 − 1ª BOZZA

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 7ª Ristampa 25 Maggio 2017 − 1ª BOZZA

INTRODUZIONE

La Congregazione per gli Istituti di vitaconsacrata e le Società di vita apostolica dal27 al 30 novembre 2014 ha celebrato la Ple-naria del Dicastero sul tema: « Vino nuovo inotri nuovi. La vita consacrata a 50 anni dallaLumen gentium e dal Perfectae caritatis » che harivolto l’attenzione al cammino compiuto dal-la vita consacrata nel post-Concilio, cercandodi leggerne in sintesi le sfide rimaste ancoraaperte.

Questi Orientamenti sono frutto di quanto èemerso in detta Plenaria e nella successivariflessione, elaborata anche a seguito dei nu-merosi incontri che nel corso dell’Anno dellavita consacrata hanno visto convergere aRoma, presso la Sede di Pietro, consacrati econsacrate provenienti da ogni parte delmondo.

A partire dal Concilio Vaticano II il Magi-stero della Chiesa ha accompagnato in modocontinuo la vita delle persone consacrate.In particolare questo Dicastero ha offerto legrandi coordinate di riferimento e di valore:le Istruzioni Potissimum institutioni (1990),

7

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

La vita fraterna in comunità (1994), Ripartire daCristo (2002), Il servizio dell’autorità e l’obbedien-za. Faciem tuam (2008), e Identità e missione delFratello religioso nella Chiesa (2015).

I presenti Orientamenti si collocano nella li-nea di un esercizio di discernimento evangelico,nel quale si cerca di riconoscere – alla lucedello Spirito – quell’« appello », che Dio farisuonare nella stessa situazione storica: « An-che in essa e attraverso di essa Dio chiama » 1

i consacrati e le consacrate del nostro tempo,perché « tutti siamo invitati ad accettare que-sta chiamata: uscire dalla propria comoditàe avere il coraggio di raggiungere tutte leperiferie che hanno bisogno della luce delVangelo » 2.

Esercizio di discernimento ecclesiale me-diante il quale, i consacrati e le consacrate,sono chiamati a intraprendere nuovi passaggiaffinché gli ideali e la dottrina prendano car-ne nella vita: sistemi, strutture, diaconie, stili,relazioni e linguaggi. Papa Francesco eviden-zia la necessità di tale verifica: « La realtà èpiù importante dell’idea. […] La realtà sem-plicemente è, l’idea si elabora. Tra le due sideve instaurare un dialogo costante, evitando

1 FRANCESCO, Es. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre2013), 154.

2 Ivi, 20.

8

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 7ª Ristampa 25 Maggio 2017 − 1ª BOZZA

che l’idea finisca per separarsi dalla realtà.È pericoloso vivere nel regno della sola paro-la, dell’immagine, del sofisma » 3.

Alla vita consacrata può accadere, pur nel-l’ampio e ricco processo di accomodata renova-tio operato nel post-Concilio, di trovarsi difronte a sfide ancora aperte che vanno af-frontate « con determinazione e con lungi-miranza » 4.

Nella prospettiva di un esercizio di discer-nimento questi Orientamenti intendono legge-re pratiche inadeguate, indicare processibloccati, porre domande concrete, chiedereragione circa le strutture di relazione, di go-verno, di formazione circa il reale sostegnodato alla forma evangelica di vita delle perso-ne consacrate.

Orientamenti per saggiare con parresìa gliotri adatti a custodire i vini nuovi che lo Spiri-to continua a donare alla sua Chiesa, esortan-do ad avviare mutamenti con azioni concretea breve e a lungo termine.

3 Ivi, 231.4 Ivi, 58.

9

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

I.

A VINI NUOVI OTRI NUOVI

Il logion di Gesù

1. Una parola del Signore Gesù può illu-minare il cammino della vita consacrata difronte alle sfide del nostro tempo e nellospirito del rinnovamento voluto dal ConcilioVaticano II: vino nuovo in otri nuovi (Mc 2,22).Questa frase sapienziale del Signore è attesta-ta in tutti i Sinottici i quali la riportano nelcontesto della fase iniziale dell’attività pubbli-ca di Gesù. L’evangelista Marco la colloca giu-sto al cuore delle prime provocatorie critichedei farisei di Cafarnao di fronte alla libertà eall’autonomia di agire di Gesù (Mc 2,18-22).Matteo sposta un po’ più avanti la ripresa diquesto logion, quasi per sigillare la caricaprofetica della centralità della misericordianelle sue parole e nei suoi gesti (Mt 9,16-17).Luca è ancora più preciso nel contestualizza-re questa provocazione sottolineando l’im-possibilità di dialogare con le vecchie menta-lità (Lc 5,36-39). Questo evangelista rilevache il pezzo di stoffa viene strappato da un

11

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

vestito nuovo già rifinito (per Matteo è invecestoffa grezza) per cucirlo sul vecchio. Que-st’operazione maldestra provoca una duplicerovina (Lc 5,36) e aggiunge anche un’altrafrase rivelatrice: Nessuno che beve il vino vecchiodesidera il nuovo, perché dice: ‘Il vecchio è grade-vole!’ (Lc 5,39).

Per tutti e tre gli evangelisti sinottici èimportante sottolineare la novità dello stilecon cui il Signore Gesù, rivelando al mondo ilvolto misericordioso del Padre, si pone in unadistanza critica riguardo al semplice manteni-mento degli schemi religiosi abituali. Perdo-nare i peccati e accogliere ogni persona nelsuo mistero di sofferenza e, persino, di erran-za è una radicale novità. Questa novità desta-bilizza quanti sono abituati alla semplice ripe-tizione di uno schema in cui tutto è già pre-visto ed inquadrato. Un simile atteggiamentonon solo crea imbarazzo, ma sin da subito,diventa motivo di rifiuto. Lo stile con cuiGesù annuncia il Regno di Dio si fonda sullalegge della libertà (cf. Gc 2,12) che permette unmodo nuovo di entrare in relazione con lepersone e con le situazioni concrete. Questostile ha tutto il colore e il sapore di un vinonuovo che però rischia di spaccare i vecchi otri.L’immagine rivela chiaramente la necessitàche le forme istituzionali, religiose e simboli-che hanno bisogno di guadagnare sempre in

12

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

elasticità. Senza la necessaria elasticità nessu-na forma istituzionale, per quanto veneranda,è in grado di sopportare le tensioni della vitané può rispondere agli appelli della storia.

2. La similitudine usata dal Signore Gesùè tanto semplice quanto esigente. L’otre cuisi riferisce la piccola parabola è un recipientedi pelli morbide le quali sono ancora capacidi dilatarsi per favorire il respiro del vinonovello in continua ebollizione. Se fosse, in-vece, secco e rigido a causa dell’usura deltempo, l’otre non avrebbe più l’elasticità ne-cessaria a sopportare la vivace pressione delvino nuovo. Così non potrebbe che spaccarsifacendo perdere e il vino e l’otre. L’evangeli-sta Giovanni userà la medesima metafora delvino buono (Gv 2,10) servito alle nozze diCana per indicare la novità profetica dell’an-nuncio gioioso e frizzante del Vangelo. Il vinobuono e il vino nuovo diventano così il simbolodell’agire e dell’insegnamento di Gesù chenon si può contenere negli otri vecchi dischemi religiosi secolarizzati incapaci di aprir-si a nuove promesse. Quando l’evangelistaLuca parla del vino vecchio che è gradevole(chrestòs) si riferisce certo all’attaccamentodei farisei e dei capi del popolo alle formestandardizzate e rigide del passato. Ma forsenon è tutto. Gli stessi cristiani della seconda

13

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

generazione devono fare i conti con la ten-denza a non aprirsi totalmente alla novità delVangelo. Il rischio di cedere alla tentazionedi ritornare al vecchio stile di un mondochiuso sulle proprie certezze e abitudini èsempre in agguato. Sin da subito è già presen-te, nella storia della Chiesa, la tentazione diaggiustarsi tatticamente per evitare le sfidecontinue della conversione del cuore.

La parola del Signore Gesù ci aiuta a co-gliere la sfida di una novità che esige non soloaccoglienza, ma anche discernimento. È ne-cessario creare strutture che siano veramenteadatte a custodire la ricchezza innovativa delVangelo perché sia vissuta e messa al serviziodi tutti preservandone la qualità e la bontà.Il vino nuovo va lasciato fermentare, quasirespirare dentro l’otre, perché possa matura-re adeguatamente ed essere infine gustato econdiviso. Lo stesso vale per l’immagine delvestito e del rattoppo: non si può strappareun pezzo di stoffa da un vestito nuovo perrattoppare un vestito già logoro. Così facendosi crea una tensione che sfilaccia il vecchiocosicché il nuovo rattoppo, in realtà, nonserve a niente.

3. Il messaggio del Vangelo non si puòridurre a qualcosa di puramente sociologico.Si tratta invece di un orientamento spirituale

14

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

che rimane sempre nuovo. Esso richiedel’apertura mentale ad immaginare modalitàdi sequela, profetica e carismatica, vissuta inschemi adeguati e, forse, inediti. Tutta unaserie di diaconie innovative che sono vissutefuori dagli schemi già collaudati nel passatodevono necessariamente trovare accoglienzaanche in strutture istituzionali nuove. Questestrutture devono essere realmente all’altezzadelle attese e delle sfide. Un rinnovamentoincapace di toccare e cambiare anche le strut-ture, oltre che il cuore, non porta ad uncambiamento reale e duraturo. Bisogna sem-pre tenere presente che una semplice forza-tura, per quanto generosa, può portare alrigetto. Il rigetto comporta la perdita di quel-l’effervescenza di irrinunciabile novità chechiede di essere non solo riconosciuta, mavissuta fino in fondo e non certo semplice-mente sopportata o subita.

Se applichiamo questo criterio evangelicoa quanto è stato vissuto all’interno della Chie-sa nel momento di grazia del Concilio Vatica-no II, possiamo veramente parlare di vinonuovo. Sotto la guida dello Spirito Santo laChiesa, come vigna del Signore, è stata capa-ce di vivere una rinnovata vendemmia spiri-tuale con l’apporto e la generosità di tutti.Tutti abbiamo potuto gioire di fronte a espe-rienze vivaci di rinnovamento che si sono

15

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 7ª Ristampa 25 Maggio 2017 − 1ª BOZZA

espressi in nuovi itinerari catechetici, rinno-vati modelli di santità e di vita fraterna, strut-ture rinnovate di governo, correnti teologi-che inedite, forme impensate di solidarietà edi diaconia, ecc. Una vera vendemmia chepossiamo percepire, con sentimenti di grati-tudine, abbondante e gioiosa. Nondimenotutti questi segni di rinnovamento e forme dinovità convivono – e anche questo è nor-male – con vecchie abitudini sacralizzate esclerotizzate. Si tratta di abitudini che fannoresistenza, con la loro rigidità e incapacità, adadattarsi realmente a questo rinnovamentosempre in divenire. Da questa convivenza distili possono nascere conflitti, anche aspri.Dai conflitti nascono le accuse reciproche dinon essere vino squisito (Ct 7,10) ma di essersiguastati in vino drogato (Sal 75,9). C’è per-sino chi giudica gli altri come acini acerbi(cf. Is 5,2) perché non abbastanza fedeli a ciòche è stabilito e collaudato da sempre. Davan-ti a tutto ciò non bisogna né impressionarsiné, tantomeno, scoraggiarsi. Non si possonomettere a punto delle strutture adeguate perun reale rinnovamento senza mettere in con-to lunghi tempi di lavorazione e inevitabiliincidenti di percorso. I mutamenti autentici eduraturi non sono mai automatici.

Normalmente, devono fare i conti con tut-ta una serie di resistenze e persino di qualche

16

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

marcia indietro. Bisogna riconoscere chequeste resistenze non sono sempre malevoleo in malafede. A oltre cinquant’anni dallaconclusione del Concilio Vaticano II, bisognaprendere atto che lasciarsi inquietare e desta-bilizzare dagli incitamenti vivificanti delloSpirito non è mai indolore. Questo vale, dicerto, anche per la vita consacrata e le suestagioni più o meno feconde in termini dirisposta ai segni dei tempi e alle ispirazionidello Spirito Santo.

Il rinnovamento postconciliare

4. Per guardare avanti e continuare a cam-minare nello spirito di rinnovamento volutodal Concilio un po’ di storia può illuminare econfermare il cammino di tutti. La consape-volezza di ciò che abbiamo vissuto in questomezzo secolo diventa ancora più necessaria sevogliamo accogliere gli stimoli che ci vengo-no dalle parole e dai gesti di Papa Francesco.

La accomodata renovatio della vita e delladisciplina degli istituti di vita consacrata, « se-condo le esigenze odierne » 1, è stata una ri-chiesta esplicita del Concilio Ecumenico Va-ticano II. I Padri conciliari avevano posto le

1 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decreto sul rin-novamento della vita religiosa Perfectae caritatis, 1.

17

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

basi teologiche ed ecclesiologiche per questorinnovamento in particolare nel capitolo VIdella Costituzione dogmatica Lumen gentium 2.Nel Decreto Perfectae caritatis avevano offertodirettive più appropriate e orientamenti pra-tici per l’aggiornamento spirituale, ecclesiale,carismatico e istituzionale della vita consacra-ta nella Chiesa. Fra gli altri testi conciliari,solo nella Costituzione Sacrosanctum Conciliume nel Decreto Ad gentes si indicavano alcunericadute pratiche di un certo rilievo per lavita religiosa.

Dopo mezzo secolo possiamo riconoscere,con soddisfazione, che l’effetto sulla vita con-sacrata derivato dalla mens conciliare è statoparticolarmente ricco. Lo stile di discerni-mento corale e di attenzione esplorativa, hagenerato impulsi e metodi di grande efficacianell’aggiornamento. Il primo passo di questoprofondo cambiamento ha riguardato lo stes-so modo in cui la vita consacrata ha dovutoricomprendere se stessa. Nella fase preconci-liare la vita religiosa, in tutte le sue manifesta-zioni e strutture, rappresentava la forza com-patta e operativa per la vita e la missione diuna chiesa militante che si percepiva in con-tinua opposizione al mondo. Nella nuova sta-

2 Cf. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzionedogmatica sulla Chiesa Lumen gentium, 43-47.

18

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

gione di apertura e dialogo con il mondo, lavita consacrata si è sentita spinta in primalinea nell’esplorare, a beneficio dell’interocorpo ecclesiale, le coordinate di una nuovarelazione chiesa-mondo. È questo uno deitemi ispirativi e trasformativi più forti volutidal Concilio Vaticano II indetto da San Gio-vanni XXIII. In questa linea di dialogo e diaccoglienza la vita consacrata ha, normalmen-te anche se non sempre, abbracciato genero-samente i rischi di questa nuova avventura diapertura, di ascolto e di servizio. Perché sipotesse realmente concretizzare uno stile direlazione e di presenza al mondo contempo-raneo segnato dalla fiducia, la vita consacrataha messo in gioco i suoi molteplici carismi e ilsuo patrimonio spirituale esponendosi e ab-bracciando generosamente nuovi percorsi.

5. In questi cinquant’anni che ci separanodall’evento conciliare, possiamo prendereatto che tutti gli istituti di vita consacratahanno impegnato le forze migliori per ri-spondere alle sollecitazioni del Vaticano II.Specie nei primi tre decenni dopo il Conciliolo sforzo di rinnovamento è stato generoso ecreativo continuando anche nei decenni suc-cessivi, pur se con ritmo rallentato e con undinamismo un po’ stanco. Sono stati rielabo-

19

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

rati i testi normativi e le forme istituzionali,prima come risposta agli stimoli venuti dalConcilio e poi per conformarsi alle disposi-zioni del nuovo Codice di diritto canonico(1983). Un grande impegno è stato profusoda ciascuna famiglia religiosa nella rilettura enell’interpretazione della « ispirazione primi-tiva degli istituti » 3. Questo lavoro aveva prin-cipalmente due scopi: custodire fedelmente« l’intendimento e i progetti dei fondatori » 4

e « riproporre con coraggio l’intraprendenza,l’inventiva e la santità dei fondatori e dellefondatrici come risposta ai segni dei tempiemergenti nel mondo di oggi » 5.

Gli esiti del grande sforzo di rielaborazio-ne della identità, dello stile di vita e dellarelativa missione ecclesiale, sono stati accom-pagnati anche da coraggiose e pazienti ricer-che di nuovi itinerari formativi, appropriatiall’indole e al carisma di ciascuna famigliareligiosa. Anche nell’ambito delle strutture digoverno e della gestione del patrimonio eco-nomico e delle attività, molto è stato adegua-to « alle odierne condizioni fisiche e psichi-

3 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decreto sul rin-novamento della vita religiosa Perfectae caritatis, 2.

4 CIC, c. 578.5 GIOVANNI PAOLO II, Es. Ap. Vita consecrata (25 marzo

1996), 37.

20

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

che dei membri […] alle necessità dell’apo-stolato, alle esigenze della cultura, alle circo-stanze sociali ed economiche » 6.

6. Dopo questo breve sguardo alla storiadegli ultimi cinquant’anni possiamo ricono-scere, con umiltà, che la vita consacrata si èesercitata ad abitare gli orizzonti conciliaricon passione e audacia esplorativa. Per tuttoil cammino percorso non possiamo che ren-dere grazie a Dio e gli uni agli altri in modosincero e vero.

In questo generoso e laborioso camminoun grande sostegno è venuto dal magisterosupremo dei Papi di questi decenni. Con testie interventi di varia natura i Pontefici han-no regolarmente aiutato a consolidare lenuove convinzioni, a discernere i nuovi per-corsi, a orientare con sapienza e senso eccle-siale le nuove scelte di presenza e di servizioin costante ascolto degli appelli dello Spirito.Di eccezionale valore teologico, ecclesiale eorientativo va considerata l’Esortazione Apo-stolica post-sinodale Vita consecrata (1996),in cui vengono accolti e confermati i fruttimigliori dell’aggiornamento postconciliare.

6 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decreto sul rin-novamento della vita religiosa Perfectae caritatis, 3.

21

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

In specie con Vita consecrata si illuminanola contemplazione e il riferimento fontale almistero della Trinità Santissima: « La vita con-sacrata è annuncio di ciò che il Padre, permezzo del Figlio, nello Spirito compie con ilsuo amore, la sua bontà, la sua bellezza. Infat-ti “lo stato religioso […] manifesta l’elevatez-za del Regno di Dio sopra tutte le cose terre-stri e le sue esigenze supreme; dimostra purea tutti gli uomini la preminente grandezzadella virtù di Cristo regnante e la infinitapotenza dello Spirito Santo, mirabilmenteoperante nella Chiesa”. […] Così la vita con-sacrata diviene una delle tracce concrete chela Trinità lascia nella storia, perché gli uomi-ni possano avvertire il fascino e la nostalgiadella bellezza divina » 7. La vita consacrata di-venta confessio trinitatis anche nel suo cimen-tarsi con la sfida della vita fraterna « in virtùdella quale le persone consacrate si sforzanodi vivere in Cristo con un cuore solo e un’animasola (At 4,32) » 8. In tale prospettiva trinitariaemerge la grande sfida dell’unità e la neces-sità dell’ecumenismo orante, testimoniale,martiriale come via maestra per i consacrati ele consacrate: « La preghiera di Cristo al Pa-

7 GIOVANNI PAOLO II, Es. Ap. post-sinodale Vita conse-crata (25 marzo 1996), 20.

8 Ivi, 21.

22

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

dre prima della Passione, perché i suoi disce-poli rimangano nell’unità (cf. Gv 17,21-23),continua nella preghiera e nell’azione dellaChiesa. Come potrebbero non sentirsenecoinvolti i chiamati alla vita consacrata? » 9.

Anche la laboriosa e sapiente guida di que-sta Congregazione ha offerto, in varie manie-re – istruzioni, lettere, direttive – e con periodicavigilanza, criteri guida per perseverare in au-tenticità nell’aggiornamento conciliare e perrestare fedeli, con discernimento corale e au-dacia profetica, all’identità e alla missioneecclesiale della vita consacrata.

Questo però non significa negare fragilitàe fatiche che vanno riconosciute e nominateperché il cammino intrapreso non solo possacontinuare, ma pure radicalizzarsi ulterior-mente in termini di fedeltà e di creatività.Così pure è necessario guardare in faccia conrealismo le nuove situazioni in cui la vita con-sacrata è chiamata a misurarsi e ad incarnarsi.

I nuovi cammini interpellano

7. La ricca molteplicità delle diaconie eser-citate dalla vita consacrata negli ultimi decen-ni ha subito un ridimensionamento radicale acausa della evoluzione sociale, economica,

9 Ivi, 100.

23

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 7ª Ristampa 25 Maggio 2017 − 1ª BOZZA

politica, scientifica e tecnologica. Così purel’intervento statale, in molti settori storica-mente tipici delle opere dei religiosi. Tuttociò ha cambiato il modo di rapportarsi deireligiosi con il contesto in cui vivono e il loromodo abituale di porsi nei confronti deglialtri. Nel frattempo nuove e inedite emergen-ze hanno fatto esplodere altre esigenze, fino-ra rimaste senza risposta e che bussano allaporta della creativa fedeltà della vita consa-crata in tutte le sue forme.

Le nuove povertà interpellano la coscienzadi molti consacrati e sollecitano i carismi sto-rici a nuove forme di risposta generosa difronte alle nuove situazioni e ai nuovi scartidella storia. Da qui il fiorire delle nuove for-me di presenza e di servizio nelle moltepliciperiferie esistenziali. Non si deve dimenti-care anche il proliferare di iniziative di volon-tariato, in cui sono coinvolti laici e religiosi,uomini e donne, in una sinergia ricca di« nuovi dinamismi apostolici » 10, così da « ren-dere più efficace la risposta alle grandi sfidedel nostro tempo, grazie all’apporto coraledei diversi doni » 11. Una simile sinfonia sibasa sulla riscoperta della comune radice bat-

10 Ivi, 55.11 Ivi, 54.

24

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

tesimale che accomuna tutti i discepoli diCristo chiamati a unire le forze e la fantasiaper rendere questo mondo più bello e vivibileper tutti.

Tante congregazioni, specialmente fem-minili, hanno iniziato a mettere in primopiano le fondazioni nelle giovani Chiese, esono passate da situazioni quasi unicamentemonoculturali alla sfida della multiculturalità.In questo respiro si sono costituite comunitàinternazionali che per alcuni istituti hannorappresentato la prima coraggiosa esperienzadi uscita da propri confini geografici e cultu-rali. Sono state avviate esperienze di diaconiae di presenza in contesti sconosciuti o multi-religiosi; nuove comunità si sono inserite inambienti difficili, spesso a rischio di varie for-me di violenza. Queste esperienze hanno ap-portato grandi cambiamenti all’interno dellefamiglie religiose, sia come ethos culturale dacondividere, sia come modelli di chiesa e stilidi spiritualità innovativi. Questo esodo hamesso naturalmente in crisi gli schemi forma-tivi tradizionali, inadeguati per le nuove voca-zioni e i nuovi contesti. Tutto ciò è sicura-mente una grande ricchezza ma anche fontedi varie tensioni che, talora, sono arrivate finoalla rottura soprattutto nelle congregazionicon meno esperienza missionaria.

25

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

8. La contemporanea evoluzione della so-cietà e delle culture, entrate in fase di rapidied estesi cambiamenti imprevisti e caotici, haesposto anche la vita consacrata a continuesfide di aggiustamenti. Questo comporta e ri-chiede continuamente nuove risposte e si af-fianca a crisi di progettualità storica e di pro-filo carismatico. Il segno di questa crisi è unaevidente fatica. Bisogna riconoscere che inalcuni casi si tratta propriamente di incapaci-tà a passare da una amministrazione ordina-ria (management) ad una guida che sia all’al-tezza della nuova realtà in cui bisogna giocar-si saggiamente. Non è un compito facile fareil salto da un semplice amministrare realtàben conosciute a guidare verso mete ed idealicon una convinzione che generi vera fiducia.Questo comporta non accontentarsi di mette-re a punto strategie di mera sopravvivenza,ma esige la libertà necessaria a lanciare pro-cessi come continua a ricordare Papa France-sco. Soprattutto si rende sempre più necessa-rio un ministero di guida capace di sollecitareuna reale sinodalità alimentando un dinami-smo di sinergia. Solo in questa comunione diintenti sarà possibile gestire la transizionecon pazienza, saggezza e lungimiranza.

Alcuni nodi nel tempo si sono fatti semprepiù complessi e paralizzanti per la vita consa-crata e le sue istituzioni. La situazione di

26

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

cambiamento accelerato rischia di aggrovi-gliare la vita consacrata, costringendola a vi-vere di emergenze e non di orizzonti. A voltesembra che la vita consacrata sia quasi com-pletamente ripiegata sulla gestione del quoti-diano o su un esercizio di semplice sopravvi-venza. Un simile modo di affrontare la realtàva a scapito di una vita piena di senso ecapace di testimonianza profetica.

La continua gestione delle emergenzesempre più costringenti consuma energie piùdi quanto si pensi. Purtroppo il rischio è chesi sia completamente assorbiti dall’arginare iproblemi piuttosto che immaginare dei per-corsi. In questa affannosa fatica si ha quasil’impressione che sia venuto meno l’impulsocarismatico del Concilio. Al grande impegnodi rinnovamento e di creatività sembra siaseguita di recente una stagnazione senza viad’uscita proprio mentre si è chiamati ad ab-bracciare generosamente nuovi esodi. In mol-ti casi la paura del futuro debilita e devitalizzaquel ministero profetico – su cui insiste PapaFrancesco 12 – che la vita consacrata è chiama-ta ad esercitare nella Chiesa per il bene ditutta l’umanità.

12 FRANCESCO, Lettera Apostolica a tutti i consacrati inoccasione dell’Anno della vita consacrata (21 novembre2014).

27

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

9. A questo punto del cammino è salutaree necessario fermarsi per discernere la quali-tà e il grado di maturazione del vino nuovoche si è prodotto nella lunga stagione delrinnovamento post-conciliare. Alcune do-mande si pongono. La prima riguarda l’ar-monia e la coerenza fra le strutture, gli orga-nismi, i ruoli, gli stili esistenti da tempo equelli introdotti in questi anni per rispondereal dettato conciliare 13. La seconda spinge avalutare se gli elementi di mediazione chesono oggi in esercizio nella vita consacrata,sono adeguati ad accogliere le novità più evi-denti e a sostenere – nella metafora del vinonuovo che fermenta e ribolle – la sua necessa-ria transizione verso la piena stabilità. Infinepossiamo chiederci se quello che gustiamo eoffriamo da bere è veramente vino nuovo,corposo e sano? O si tratta, nonostante tuttele buone intenzioni e i lodevoli sforzi, di unvino annacquato per sopperire alle acide con-seguenze di una vendemmia malfatta e di vitimal potate?

Queste domande si possono porre consemplicità e parresia, senza cedere a sensi dicolpa che rischiano di bloccare ulteriormen-te. Possiamo prenderci un po’ di tempo per

13 Cf. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decreto sulrinnovamento della vita religiosa Perfectae caritatis, 2-4.

28

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

guardare insieme cosa sta succedendo dentroagli otri della nostra vita consacrata. Si trattadi fare il punto sulla qualità del vino nuovo edel vino buono e non di colpevolizzarci o ac-cusare. Questo vino di cui siamo amorevolicustodi siamo chiamati a mescerlo per lagioia di tutti e, in modo del tutto particolare,per i più poveri e i più piccoli.

Non dobbiamo avere paura di riconoscereonestamente quanto, nonostante tutta unaserie di cambiamenti, il vecchio schema isti-tuzionale fa fatica a cedere il passo a modellinuovi in modo deciso. Tutta la costellazionedi linguaggi e modelli, di valori e doveri, dispiritualità e identità ecclesiale, cui siamo abi-tuati, non ha ancora lasciato spazio al col-laudo e alla stabilizzazione del nuovo paradig-ma nato dalla ispirazione e dalla prassi po-stconciliare. Stiamo vivendo una fase di ne-cessaria e paziente rielaborazione di tutto ciòche costituisce il patrimonio e l’identità dallavita consacrata dentro la Chiesa e di frontealla storia. Così pure dobbiamo indicare eleggere quella resistenza tenace, rimasta alungo sotto traccia, ora riapparsa in modoesplicito in molti contesti anche come possi-bile risposta ad un malcelato senso di frustra-zione. In alcune realtà di vita consacrata, ta-lora persino rilevanti dal punto di vista nume-rico e di mezzi a disposizione, si è incapaci ad

29

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

accogliere i segni del nuovo: abituati al gustodel vino vecchio e rassicurati da modalità giàsperimentate non si è realmente disponibiliad alcun cambiamento se non sostanzialmen-te irrilevante.

10. Dopo aver presentato e condiviso lostato in cui la vita consacrata si trova nelmomento attuale, vogliamo presentare alcu-ne incoerenze e resistenze. Questo tipo dicondivisione vuole essere offerta con verità elealtà. Non possiamo più rimandare il compi-to di capire insieme dove sta il nodo da scio-gliere per uscire dalla paralisi e superare lapaura dinanzi al futuro. Oltre a cercare dinominare ciò che blocca quel dinamismo dicrescita e di rinnovamento proprio alla pro-fezia della vita consacrata ci sembra opportu-no dare alcuni orientamenti per non rimane-re imprigionati dalla paura o dalla pigrizia.In tal senso cercheremo di offrire alcuni sug-gerimenti circa i percorsi formativi, gli av-vertimenti giuridici necessari per avanzare,alcuni consigli circa il ministero dell’autoritàperché sia a servizio di uno stile realmentecomunionale di vita fraterna. Inoltre ci sem-bra necessario che si ponga speciale atten-zione ad altre due aree sensibili per la vitaconsacrata: la formazione e la comunionedei beni.

30

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

A fondamento di ogni cammino ci sembraimportante sottolineare il bisogno di un nuo-vo slancio di santità per i consacrati e leconsacrate, impensabile senza un sussulto dirinnovata passione per il Vangelo a serviziodel Regno. A questo cammino ci muove loSpirito del Risorto che continua a parlare allaChiesa con le sue ispirazioni.

Papa Francesco ci conferma in questo per-corso: « A vini nuovi, otri nuovi. La novitàdel Vangelo. Che cosa ci porta il Vangelo?Gioia e novità. Alla novità, novità; a vini nuo-vi, otri nuovi. E non aver paura di cambiare lecose secondo la legge del Vangelo. E perquesto la Chiesa ci chiede, a tutti noi, alcunicambiamenti. Ci chiede di lasciare da parte lestrutture caduche: non servono! E prendereotri nuovi, quelli del Vangelo. Il Vangelo ènovità! Il Vangelo è festa! E soltanto si puòvivere pienamente il Vangelo in un cuoregioioso e in un cuore rinnovato. Spazio allalegge delle beatitudini, alla gioia e alla libertàche la novità del Vangelo ci porta. Il Signoreci dia la grazia di non rimanere prigionieri,ma ci dia la grazia della gioia e della libertàche ci porta la novità del Vangelo » 14.

14 FRANCESCO, Meditazione mattutina nella cappella dellaDomus Sanctae Marthae, Roma (5 settembre 2014).

31

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

II.

SFIDE ANCORA APERTE

11. Quello che Gesù dice sulla resistenzaal cambiamento – perché il vecchio è gradevole(cf. Lc 5,39) – è un fenomeno che riscontria-mo in tutti i funzionamenti umani e i sistemiculturali. Come insegna il Vangelo con laparabola del grano buono e della zizzania(Mt 13,25-30), e quella della rete piena dipesci buoni e cattivi (Mt 13,47-48), spesso leopere buone si mescolano con altre menobuone. Se questo non deve meravigliarci, allostesso tempo deve tenerci continuamente vi-gilanti per riconoscere i limiti e le fragilitàche impediscono i processi necessari ad unatestimonianza autentica e credibile.

Ogni sistema stabilizzato tende a resistereal cambiamento e si adopera per mantenerela sua posizione, a volte occultando le incon-gruenze, altre volte accettando di opacizzarevecchio e nuovo, o negando la realtà e lefrizioni in nome di una concordia fittizia, operfino dissimulando le proprie finalità conaggiustamenti di superficie. Purtroppo non

33

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

mancano esempi dove si riscontra l’adesionepuramente formale senza la dovuta conver-sione del cuore.

Vocazione e identità

12. Con sano realismo dobbiamo rilevare,per prima cosa, il permanere di un alto nu-mero di abbandoni della vita religiosa. Im-portante è mettere in luce le cause principalidi questi abbandoni, avvenuti sia dopo i pas-saggi principali dell’iter formativo (professio-ne, ordinazione) che in età avanzata. Tale fe-nomeno si annota ormai in ogni contestoculturale e geografico.

Va detto con chiarezza che non si trattasempre e solo di crisi affettive. Spesso questecrisi affettive sono il frutto di una remotadelusione per una vita di comunità senza au-tenticità. Lo scarto tra quanto viene propostoa livello valoriale e ciò che viene vissuto inconcreto può condurre persino a una crisi difede. L’eccessivo numero di attività pressantied esageratamente urgenti rischia di non per-mettere una vita spirituale solida e capace dinutrire e sostenere il desiderio di fedeltà.In alcuni casi l’isolamento dei più giovani incomunità prevalentemente di anziani chehanno difficoltà ad entrare in uno stile dispiritualità, di preghiera, di attività pastorale

34

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

richiesto dalla nuova evangelizzazione, ri-schia di minare la speranza in una reale pro-messa di vita. Questa frustrazione talora faprospettare l’abbandono come unica via diuscita per non soccombere.

Le ricerche sociologiche hanno mostratoche non mancano nei giovani aspirazioni avalori genuini per i quali sono disposti a im-pegnarsi seriamente. Si riscontra nei giovaniuna disponibilità alla trascendenza, una capa-cità di appassionarsi per cause di solidarietà,di giustizia, di libertà. La vita religiosa, con isuoi stili standardizzati – troppo spesso fuoricontesto culturale – e l’affanno forse eccessi-vo per la gestione delle opere, rischia di nonintercettare il desiderio più profondo dei gio-vani. Questo crea un vuoto che rende semprepiù difficile il ricambio generazionale e trop-po faticoso il necessario dialogo intergenera-zionale.

Dobbiamo per questo interrogarci seria-mente sul sistema formativo. Di certo in que-sti anni abbiamo apportato dei cambiamenti,anche positivi e nella direzione giusta. Lo si èfatto però in modo discontinuo e senza chegiungessero a modificare le strutture essen-ziali e portanti della formazione. Sembra chenonostante tutti gli sforzi e l’impegno profusinella formazione non si arrivi a toccare ilcuore delle persone e a trasformarlo real-

35

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

mente. Si ha l’impressione che la formazionesia più informativa che performativa. Il risul-tato è il permanere di una fragilità delle per-sone sia nelle convinzioni esistenziali che nelpercorso di fede. Questo porta ad una tenutapsicologica e spirituale minima con la conse-guente incapacità di vivere la propria missio-ne con generosità e in modo coraggioso perquanto riguarda il dialogo con la cultura el’inserimento sociale ed ecclesiale.

13. La recente evoluzione di molti istitutiha reso più acuto il problema dell’integrazio-ne fra culture differenti. Per alcuni istituti siprofila ormai una situazione di difficile ge-stione: da una parte qualche decina di mem-bri anziani, legati alle tradizioni culturali eistituzionali classiche e talora accomodate e,dall’altra, una numerosa schiera di membrigiovani – provenienti da diverse culture –che fremono, si sentono emarginati, non ac-cettano più ruoli subalterni. Il desiderio divoler prendere in mano la responsabilità peruscire da una situazione di sottomissione, po-trebbe indurre alcuni gruppi a forme di pres-sione nelle sedi decisionali. Da qui sorgonoesperienze di sofferenze ed emarginazione,incomprensione e forzature che rischiano dimettere in crisi il processo irrinunciabile diinculturazione del Vangelo.

36

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

Questa fatica di inculturazione rivela piùprofondamente la distanza crescente tra unmodo classico di pensare alla vita consacratae alle sue forme standardizzate e il diversomodo in cui viene percepita e desiderata incontesti ecclesiali e culturali emergenti. Biso-gna prendere atto di un processo di de-occidentalizzazione, o di de-europeizzazionedella vita consacrata che sembra andare dipari passo con un massiccio processo di glo-balizzazione. Diventa sempre più chiaro chela cosa più importante non è la conservazionedelle forme, ma la disponibilità a ripensare incontinuità creativa la vita consacrata comememoria evangelica di uno stato permanentedi conversione da cui scaturiscono intuizionie scelte concrete.

Scelte formative

14. In quest’area gli Istituti hanno com-piuto sforzi notevoli, aiutati in questo anchedalle iniziative delle varie Conferenze di Su-periori maggiori (nazionali e internazionali).Nonostante tutto questo lavoro, si constataancora una scarsa integrazione tra visioneteologica e antropologica nella concezionedella formazione, del modello formativo edella pedagogia educativa. Questa non è sem-plicemente una questione teorica, perché

37

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

questa scarsa integrazione non permette difar interagire e dialogare tra loro le due com-ponenti essenziali e indispensabili d’un cam-mino di crescita: la dimensione spirituale equella umana. Non si può più pensare chequeste due dimensioni procedano in via au-tonoma senza essere curate in modo comple-mentare ed armonico.

La cura per una crescita armonica tra ladimensione spirituale e quella umana com-porta un’attenzione all’antropologia specificadelle varie culture e alla sensibilità propriadelle nuove generazioni con particolare rife-rimento ai nuovi contesti di vita. Solo unaricomprensione profonda della simbolica chetocca veramente il cuore delle nuove genera-zioni, può evitare il pericolo di accontentarsidi una adesione solo superficiale, di tendenzae persino di moda, dove sembra che la ricer-ca di segni esteriori dia sicurezza di identità.Si fa urgente la necessità del discernimentodelle motivazioni vocazionali con particolareattenzione alle diverse aree culturali e conti-nentali 1.

1 Cf. CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSA-CRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Ripartire da Cristo.Un rinnovato impegno della vita consacrata nel Terzo Millennio(19 maggio 2002), 19.

38

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

15. Nonostante che ogni Istituto si sia do-tato in questi anni di una propria Ratio forma-tionis, le applicazioni dell’iter formativo spes-so restano improvvisate e sminuite. Ciò avvie-ne in specie negli istituti femminili, dove leurgenze delle opere troppo spesso prevalgo-no su un fecondo, sistematico e organicocammino formativo. La pressione delle operee degli impegni sempre più pesanti per lagestione della vita corrente delle comunitàrischia di creare una dannosa regressione ri-spetto ai cammini percorsi nell’immediatopost-concilio.

In questa prospettiva si dovrebbe evitaresia una frequenza discontinua a corsi teologi-ci sia la frequenza esclusiva a corsi di laureaprofessionale, salvaguardando gli equilibridella formazione alla vita consacrata. Infattiuno dei rischi è che ciascuno si costruisca unmondo a parte i cui accessi sono gelosamentechiusi a qualsiasi richiesta di condivisione.Così pure nel prossimo futuro non dovrem-mo avere solo dei giovani consacrati dotati dititoli accademici, ma anche formati nellaidentificazione con i valori alla vita di sequelaChristi.

16. In diversi Istituti mancano soggetticon adeguata preparazione per il compitoformativo. Questa è una carenza abbastanza

39

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

diffusa, specie nei piccoli istituti che hannoallargato la loro presenza in altri continenti.Va tenuto continuamente presente che la for-mazione non si può improvvisare, ma esigeuna remota e continua preparazione. Senzauna solida formazione dei formatori non sa-rebbe possibile un reale e promettente ac-compagnamento dei più giovani da parte difratelli e sorelle veramente preparati e affida-bili in questo ministero. Perché una forma-zione sia efficace è necessario che sia basatasu una pedagogia strettamente personale, enon si limiti ad una proposta uguale per tuttidi valori, di spiritualità, di tempi, di stili e dimodi. Siamo di fronte alla sfida di una perso-nalizzazione della formazione in cui si recu-peri realmente il modello iniziatico. L’inizia-zione esige il contatto del maestro con ildiscepolo, un camminare fianco a fianco, nel-la fiducia e nella speranza.

In questo contesto si ribadisce la neces-sità di prestare molta attenzione alla sceltadei formatori e delle formatrici. Questi han-no come missione principale quella di tra-smettere alle persone a loro affidate « la bel-lezza della sequela del Signore ed il valo-re del carisma in cui essa si compie » 2. Da lo-

2 GIOVANNI PAOLO II, Es. Ap. post-sinodale Vita conse-crata (25 marzo 1996), 66.

40

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

ro si richiede principalmente che siano « per-sone esperte nel cammino della ricerca diDio » 3.

Troppo spesso le giovani e i giovani sonocoinvolti prematuramente nella gestione del-la attività in maniera così pesante e pressanteda rendere assai difficile il perseguimento diuna formazione seria. Questa non può essereaffidata unicamente a chi è incaricato diretta-mente della formazione dei più giovani,come fosse un problema solo suo, ma esige lacollaborazione e la presenza armonica e ade-guata di tutta la comunità, luogo dove « avvie-ne l’iniziazione alla fatica e alla gioia delvivere insieme » 4. È nella fraternità che si im-para ad accogliere gli altri come dono di Dio,accettandone le caratteristiche positive ed in-sieme le diversità e i limiti. È nella fraternitàche si impara a condividere i doni ricevutiper l’edificazione di tutti. È nella fraternitàche si impara la dimensione missionaria dellaconsacrazione 5.

Per quanto riguarda la formazione conti-nua, c’è il rischio che se ne parli molto, mase ne faccia poca. Non basta organizzare cor-

3 Idem.4 Ivi, 67.5 Cf. Idem.

41

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

si di informazione teorica di teologia e trat-tare temi di spiritualità, è urgente mettere apunto una cultura della formazione perma-nente. Di questa cultura dovrebbe far partenon solo l’enunciazione di concetti teorici,ma pure la capacità di revisione e di verificadel vissuto concreto nelle comunità. Inoltrenon andrebbe confusa la formazione perma-nente come occasione di riflessione e di revi-sione con una sorta di turismo religioso che siaccontenta di rivisitare i luoghi di originedell’Istituto. Si riscontra altresì il rischio direlegare le occasioni di formazione a occasio-ni speciali (commemorazioni di memoriedell’Istituto, ricorrenze celebrative per venti-cinquesimi o cinquantesimi di professione),quasi che la formazione non fosse una esigen-za intrinseca al dinamismo della fedeltà nellevarie stagioni della vita 6.

Diventa sempre più importante includerenella formazione continua una seria iniziazio-ne al governo. Questo compito così fonda-mentale nella vita delle comunità è talvoltaaffidato con improvvisazione e attuato in ma-niera impropria e lacunosa.

6 Cf. Ivi, 70-71.

42

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

Relazione nell’humanum

Reciprocità uomo-donna

17. Siamo eredi nei modelli di vita, nellestrutture di organizzazione e di governo, neilinguaggi e nell’immaginario collettivo, diuna mentalità che poneva in risalto profondedifferenze fra l’uomo e la donna, a scapitodella loro pari dignità. Anche nella Chiesa,e non solo nella società, molteplici pregiu-dizi unilaterali impedivano di riconoscere ledoti del vero genio femminile 7 e il contributooriginale delle donne. Questo tipo di sotto-valutazione ha toccato particolarmente ledonne consacrate tenute ai margini dellavita, della pastorale e della missione dellaChiesa 8. Il rinnovamento postconciliare havisto emergere e diffondersi una valorizzazio-ne crescente del ruolo della donna. Il XX se-colo è stato definito il “secolo della don-na”, soprattutto per il risveglio della co-scienza femminile nella cultura moderna, ri-conosciuto cinquant’anni fa da San Gio-vanni XXIII come uno dei più evidenti « se-gni dei tempi » 9.

7 Cf. Ivi, 58.8 Cf. Ivi, 57.9 GIOVANNI XXIII, Let. Enc. Pacem in terris sulla pace

fra tutte le genti (11 aprile 1963), 22.

43

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

Ciononostante per lungo tempo ancorac’è stato un atteggiamento di resistenza nellacomunità ecclesiale, e a volte anche fra lestesse donne consacrate, verso questa nuovasensibilità. Un impulso particolare è statodato di recente dallo stesso magistero, che haincoraggiato le donne a questa consapevo-lezza della loro dignità. In particolare va ri-conosciuto il merito dei pontefici Paolo VI,Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che han-no offerto un prezioso magistero sul tema.Oggi molte donne consacrate offrono unpensiero positivo che aiuta il processo di cre-scita di una visione biblica dell’humanum neiconfronti di una società segnata da stereotipimaschilisti negli schemi mentali e nell’orga-nizzazione socio-politico-religiosa. Le donneconsacrate si affiancano con solidarietà allasofferenza delle donne che in vari contestimondiali subiscono ingiustizie ed emargina-zioni. Prezioso è il contributo di alcune traloro che rileggono la rivelazione biblica conocchi di donna, per scoprire nuovi orizzonti enuovi stili, per vivere creativamente il « cari-sma della femminilità » 10. Il fine di questolavoro di intelligenza, illuminata dalla fede e

10 GIOVANNI PAOLO II, Let. Ap. Mulieris dignitatem(15 agosto 1988), 66.

44

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

dalla passione ecclesiale, è di promuovererelazioni di fraternità e di sororità dentro laChiesa, per diventare un modello di sosteni-bilità antropologica.

18. Nonostante il cammino percorso, biso-gna riconoscere che non si è ancora raggiun-ta una sintesi equilibrata e una purificazionedegli schemi e dei modelli ereditati dal passa-to. Persistono ancora ostacoli nelle strutture epermane non poca diffidenza quando si veri-fica l’occasione di dare alle donne « spazi dipartecipazione in vari settori e a tutti i livelli,anche nei processi di elaborazione delle deci-sioni, soprattutto in ciò che le riguarda » 11,nella Chiesa e nella concreta gestione dellavita consacrata. Le giovani vocazioni che siaffacciano, portano in sé una coscienza fem-minile naturalmente spiccata. Purtroppo essanon sempre viene riconosciuta e accoltacome un valore. Le critiche con cui si mani-festa una certa disapprovazione vengono nonsolo dalle altre donne consacrate, ma ancheda alcuni uomini di Chiesa, che continuanoa pensare con schemi maschilisti e clericali.Siamo lontani dal messaggio di liberazione

11 GIOVANNI PAOLO II, Es. Ap. post-sinodale Vita conse-crata (25 marzo 1996), 58.

45

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

ricevuto da Cristo, che la Chiesa dovrebbe« diffondere profeticamente promovendomentalità e condotta conforme alle intenzio-ni del Signore » 12. Come ribadiva San Giovan-ni Paolo II, e ripete spesso anche Papa Fran-cesco: « È legittimo che la donna consacrataaspiri a veder riconosciuta più chiaramente lasua identità, la sua capacità, la sua missione,la sua responsabilità sia nella coscienza eccle-siale che nella vita quotidiana » 13.

Negli ambienti di vita consacrata mancauna vera maturazione nella reciprocità frauomo e donna: si fa urgente una pedagogiaadeguata per i giovani per raggiungere unsano equilibrio fra identità e alterità; comeanche un aiuto adeguato per gli anziani, alfine di aiutarli a riconoscere la positività diuna reciprocità rispettosa e serena. Possiamoparlare di dissonanza cognitiva che corre tragli anziani religiosi e i giovani. Per gli uni lerelazioni con il femminile e il maschile sonoimprontate a molta riservatezza e perfino fo-bia, per gli altri ad apertura, spontaneità enaturalezza.

Altro aspetto da rilevare è la debolezza chesi riscontra ad intra degli Istituti in ordine a

12 Ivi, 57.13 Idem.

46

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

tale processo antropologico-culturale di veraintegrazione e complementarità reciprocacon l’elemento e la sensibilità femminile emaschile. San Giovanni Paolo II ha ricono-sciuto legittimo il desiderio delle consacratedi avere « spazi di partecipazione in vari set-tori e a tutti i livelli » 14, ma di fatto nella prassine siamo ancora lontani. E si corre il rischiodi impoverire gravemente la stessa Chiesa,come ha detto Papa Francesco: « Non riducia-mo l’impegno delle donne nella Chiesa, ben-sì promuoviamo il loro ruolo attivo nella co-munità ecclesiale. Se la Chiesa perde le don-ne, nella sua dimensione totale e reale, laChiesa rischia la sterilità » 15.

Servizio dell’autorità

19. Il servizio dell’autorità non rimaneestraneo alla crisi in atto nella vita consacrata.Ad una prima lettura di certe situazioni sirileva ancora la tendenza ad un accentramen-to verticistico nell’esercizio dell’autorità, sia alivello locale che più in alto, scavalcando cosìla necessaria sussidiarietà. Potrebbe risultaresospetta, in alcuni casi, l’insistenza di alcuni

14 Ivi, 58.15 FRANCESCO, Discorso in occasione dell’Incontro con

l’Episcopato brasiliano, Rio de Janeiro (27 luglio 2013).

47

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

superiori sul carattere personale della loroautorità fino a quasi vanificare la collabora-zione dei Consigli, convinti di rispondere(autonomamente) alla propria coscienza.Di qui, una debole o inefficace corresponsa-bilità nella prassi di governo o, nel caso, l’as-senza di convenienti deleghe. Il governo nonpuò certo accentrarsi nelle mani di uno solo,aggirando così i divieti canonici 16. Ancora indiversi Istituti ci sono superiori e superioreche non tengono nel debito conto le decisio-ni capitolari.

In molti casi si confondono i livelli genera-le, provinciale e locale, perché non vienegarantita l’autonomia che corrisponde allasussidiarietà propria ad ogni livello. In talmodo non si favorisce la corresponsabilitàche ammette spazi di giusta autonomia. Si re-gistra anche il fenomeno di superiori chesono solo preoccupati di mantenere quellostatus quo, quel si “è fatto sempre così”. L’in-vito di Papa Francesco « ad essere audaci ecreativi […] di ripensare gli obiettivi, le strut-ture, lo stile e i metodi » 17 vale egualmenteper gli organismi e la prassi di governo.

16 Cf. CIC, c. 636.17 Francesco, Es. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre

2013), 33.

48

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 2ª Ristampa 28 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

20. Davanti a gravi questioni non è certouna prassi sapiente ricorrere a maggioranzeprecostituite dall’autorità, trascurando il con-vincimento e la persuasione, l’informazionecorretta e onesta e la chiarificazione delleobiezioni. Ancor meno accettabile una prassidi governo impostata sulla logica degli schie-ramenti, peggio poi se alimentata da pregiu-dizi, che distrugge la comunione carismaticadegli Istituti e incide negativamente sul sensodi appartenenza. San Giovanni Paolo II nonha esitato a ricordare l’antica sapienza dellatradizione monastica – « spesso ad uno piùgiovane il Signore ispira un parere migliore »(Regula Benedicti, III, 3) – per un retto eserci-zio concreto della spiritualità di comunioneche promuove e assicura la fattiva partecipa-zione di tutti 18.

Una qualsiasi autorità, fosse anche il casodi un fondatore, non può sentirsi esclusivointerprete del carisma e nemmeno supporredi sottrarsi alle norme del diritto universaledella Chiesa. Questi comportamenti possonoalimentare e manifestare sfiducia nelle altre

18 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Let. Ap. Novo millennio ineun-te (6 gennaio 2001), 45; CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI

DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA,Istruzione Ripartire da Cristo. Un rinnovato impegno della vitaconsacrata nel Terzo Millennio (19 maggio 2002), 14.

49

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

componenti ecclesiali 19, della famiglia religio-sa o della comunità di riferimento.

Non sono mancati in questi anni – e specienegli istituti di recente fondazione – episodi esituazioni di manipolazioni della libertà e del-la dignità delle persone. Non solo riducendo-le a una dipendenza totale che mortificava ladignità e perfino i diritti umani fondamenta-li; ma perfino inducendole, con vari raggiri econ la pretesa della fedeltà ai progetti di Dioattraverso il carisma, a una sottomissione cheattingeva anche la sfera della moralità e per-fino della intimità sessuale. Con grande scan-dalo per tutti quando i fatti vengono alla luce.

21. Nel quotidiano servizio dell’autorità sipuò evitare che la persona sia costretta achiedere continui permessi per la normaleoperatività quotidiana. Chi esercita il poterenon deve incoraggiare atteggiamenti infantiliche possono indurre a comportamenti de-responsabili. Questa linea difficilmente con-durrà le persone alla maturità.

Purtroppo bisogna riconoscere che situa-zioni del genere sono più frequenti di quanto

19 Cf. CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CON-SACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, IstruzioneIl servizio dell’autorità e l’obbedienza. Faciem tuam, Domine,requiram (11 maggio 2008), 13f.

50

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

si sia disposti ad accettare e a denunciare, e inmaggiore evidenza negli Istituti femminili.Questa è una delle ragioni che sembra moti-vare numerosi abbandoni. Per alcuni sonol’unica risposta a situazioni divenute insop-portabili.

Ogni richiesta di abbandono dovrebbe es-sere un’occasione per interrogarsi seriamentesulle responsabilità dell’insieme della comu-nità e, in particolare, dei superiori. Va dettocon chiarezza che l’autoritarismo lede la vita-lità e la fedeltà dei consacrati! Il Codice affer-ma con molto coraggio: « La vita fraterna pro-pria di ogni Istituto […] sia definita in mododa riuscire per tutti un aiuto reciproco nelrealizzare la vocazione propria di ciascuno » 20.

Pertanto chi esercita il suo ministero senzala pazienza dell’ascolto e l’accoglienza dellacomprensione, si pone nelle condizioni discarsa autorevolezza nei confronti dei propriconfratelli e consorelle. Infatti « l’autorità delsuperiore religioso deve caratterizzarsi per lospirito di Cristo che non è venuto per essereservito ma per servire » 21. Atteggiamento ispi-

20 CIC, c. 602; cf. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II,Decreto sul rinnovamento della vita religiosa Perfectae ca-ritatis, 15.

21 Cf. CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSA-CRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione Il ser-

51

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

rato a Gesù servo che lava i piedi ai suoidiscepoli perché abbiano parte alla sua vita eal suo amore 22.

Modelli relazionali

22. A commento degli otri nuovi di cuiparlava Gesù nel Vangelo, si diceva che lasostituzione degli otri non avviene per auto-matismo, ma esige impegno, abilità e dispo-nibilità al cambiamento. Perché questo av-venga si esige la generosa disponibilità dirinuncia ad ogni forma di privilegio. Va ricor-dato che nessuno, primi fra tutti coloro chesono costituiti in autorità, può ritenersi esen-te da una serie di rinunce a schemi talorasuperati e dannosi. Nessun cambiamento èpossibile senza la rinuncia a schemi obsoleti 23

affinché possano aprirsi nuovi orizzonti e pos-sibilità nel governo, nella vita comune, nellagestione dei beni e nella missione. In nes-sun modo ci si può attardare in un atteggia-mento che sa più di manutenzione che nondi autentica riqualificazione di stile e di atteg-giamenti.

vizio dell’autorità e l’obbedienza. Faciem tuam, Domine, requi-ram (11 maggio 2008), 14b.

22 Cf. Ivi, 12.23 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decreto sul rin-

novamento della vita religiosa Perfectae caritatis, 3.

52

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

Un indizio rivelativo di questa situazionedi stallo è il persistente accentramento delpotere decisionale e la mancanza di alternan-za nel governo delle comunità e degli Istituti.

Con parresia evangelica dobbiamo pren-dere coscienza che in alcune congregazionifemminili si riscontra il perpetuarsi di cari-che. Alcune persone rimangono nel governo,pur con diverse funzioni, per troppi anni.Sarebbe opportuno provvedere con appositenorme generali, ad attenuare gli effetti dimedia e lunga durata della diffusa prassi dicooptazione ai ruoli di responsabilità dimembri dei precedenti governi generali.Normative in altri termini che impediscano ilmantenimento delle cariche oltre le scadenzecanoniche, senza permettere di ricorrere aformule che, in realtà aggirano ciò che lenorme cercano di evitare.

23. Un altro punto che non possiamo na-sconderci è che in questi decenni si è in-tensificata la clericalizzazione della vita con-sacrata, uno dei fenomeni più evidenti è lacrisi numerica degli istituti religiosi laicali 24.

24 Cf. CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSA-CRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Identità e missionedel fratello religioso nella Chiesa, LEV, Città del Vaticano2013.

53

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

Un altro fenomeno sono i religiosi presbiteriquasi esclusivamente dediti alla vita diocesanae meno a quella comunitaria che ne restaindebolita.

Rimane aperta la riflessione teologica edecclesiologica sulla figura e la funzione delreligioso-presbitero soprattutto quando accet-ta un servizio pastorale.

Inoltre andrebbe affrontato il fenomenodi religiosi-sacerdoti accolti benevolmentedal vescovo in una diocesi senza l’adeguatodiscernimento e i necessari accertamenti. Al-l’inverso si deve egualmente vigilare sulla fa-cilità di alcuni istituti religiosi ad accoglieresenza discernimento adeguato, chierici semi-naristi dimessi dai seminari diocesani o daaltri istituti 25. Questi tre punti non possonoessere in alcun modo disattesi, anche perevitare problematiche più gravi per le perso-ne e per le comunità.

24. Obbedienza e servizio dell’autorità ri-mangono questioni altamente sensibili, an-che perché le culture e i modelli hanno su-bìto trasformazioni profonde, inedite e, percerti aspetti, forse anche sconcertanti almeno

25 Cf. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Il Dono della voca-zione presbiterale. Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis(8 dicembre 2016).

54

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 2ª Ristampa 28 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

per alcuni. Nel contesto in cui viviamo lastessa terminologia superiori e sudditi non èpiù adeguata. Ciò che funzionava in un con-testo relazionale di tipo piramidale e autori-tario non è più né desiderabile né vivibilenella sensibilità di comunione del nostromodo di sentirci e volerci Chiesa. È da tenerpresente che l’obbedienza vera non può farea meno di mettere al primo posto l’obbedien-za a Dio, sia dell’autorità sia di chi obbedisce,come non può fare a meno del riferimentoall’obbedienza di Gesù; obbedienza che in-clude il suo grido d’amore Dio mio Dio mio,perché mi hai abbandonato? (Mt 27,46) e il si-lenzio d’amore del Padre.

Papa Francesco rivolge un pressante invito« a tutte le comunità del mondo [per] chie-dere specialmente una testimonianza di co-munione fraterna che diventi attraente e lu-minosa. Che tutti possano ammirare come viprendete cura gli uni degli altri, come vi in-coraggiate mutuamente e come vi accompa-gnate » 26.

Quindi, l’obbedienza vera non esclude,anzi richiede, che ognuno manifesti la pro-pria convinzione maturata nel discernimento,anche quando detta convinzione non coinci-

26 FRANCESCO, Es. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre2013), 99.

55

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 9ª Ristampa 12 Luglio 2017 − 1ª BOZZA

de con quanto viene chiesto dal superiore.Dopo di che, se in nome della comunione unfratello o una sorella anche vedendo cose mi-gliori, obbedisce di sua spontanea volontà, al-lora si mette in pratica l’obbedienza caritativa 27.

È impressione diffusa che, non di rado, nelrapporto superiore-suddito, manchi la baseevangelica della fraternità. Si dà maggioreimportanza all’istituzione che alle personeche la compongono. Non a caso tra i motiviprincipali degli abbandoni si evidenziano, se-condo l’esperienza di questa Congregazione:l’indebolimento della visione di fede, i con-flitti nella vita fraterna e la vita di fraternitàdebole in umanità.

In realtà il modo di guidare la comunitàda parte dei superiori è descritto bene dalCodice come attuazione di quando dice Per-fectae caritatis: « I superiori esercitino in spiritodi servizio […] reggano i sudditi quali figli diDio, suscitando la loro volontaria obbedienzanel rispetto della persona umana […] si ado-perino per costruire in Cristo una comunitàfraterna nella quale si ricerchi Dio e lo si amisopra ogni cosa » 28.

27 Cf. FRANCESCO DI ASSISI, Avvisi spirituali, III.6.28 CIC, cc. 618-619; cf. CONCILIO ECUMENICO VATICA-

NO II, Decreto sul rinnovamento della vita religiosa Per-fectae caritatis, 14.

56

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 7ª Ristampa 25 Maggio 2017 − 1ª BOZZA

25. Particolare rilievo e considerazionemerita il rapporto superiore-fondatore nellenuove fondazioni. Mentre si deve ringraziarelo Spirito Santo per tanti carismi che rendo-no vivace la vita ecclesiale, non possiamo na-sconderci la perplessità davanti ad atteggia-menti in cui si registra spesso una concezioneristretta di obbedienza che può diventare pe-ricolosa. In taluni casi non si promuove lacollaborazione « con obbedienza attiva e re-sponsabile » 29, ma la soggezione infantile e ladipendenza scrupolosa. In questo modo sipuò ledere la dignità della persona fino adumiliarla.

Non sempre, in queste nuove esperienze oin altri contesti, è considerata correttamentee rispettata adeguatamente la distinzione traforo esterno e foro interno 30. La sicura garan-zia della menzionata distinzione evita una in-debita ingerenza che può ingenerare situazio-ni di mancanza di libertà interiore, di suddi-tanza psicologica che potrebbero dar luogo aun certo controllo delle coscienze. Si tratta inquesti, come in altri casi, di non indurre neimembri eccessiva dipendenza, che può assu-

29 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decreto sul rin-novamento della vita religiosa Perfectae caritatis, 14.

30 A questa materia presta particolare attenzione ilc. 630.

57

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

mere forme di plagio al limite della violenzapsicologica. In quest’ambito risulta inoltrenecessario separare la figura del Superiore daquella del fondatore.

26. Da una vita comunitaria livellata, chenon lascia spazio all’originalità, alla respon-sabilità e a relazioni fraterne cordiali, de-riva una scarsa condivisione nella vita reale.La compromissione di tali relazioni è moltoevidente nella modalità concreta di vivere lacomunione evangelica dei beni che altera irapporti di fraternità. Papa Francesco avverte:« La crisi finanziaria che attraversiamo ci fadimenticare che alla sua origine vi è unaprofonda crisi antropologica: la negazionedel primato dell’essere umano! » 31.

La vita consacrata è stata capace, nella sualunga storia, di opporsi profeticamente ognivolta che il potere economico ha rischiato diumiliare le persone e, soprattutto, i più pove-ri. Nell’attuale situazione globale di crisi fi-nanziaria cui ci richiama continuamentePapa Francesco, i consacrati sono chiamati adessere veramente fedeli e creativi per nonvenir meno alla profezia della vita comune

31 FRANCESCO, Es. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre2013), 55.

58

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

all’interno e della solidarietà verso l’esterno,specie verso i poveri e i più fragili.

Siamo passati da una economia domestica,a processi amministrativi e gestionali che qua-si sfuggono al nostro controllo che evidenzia-no la nostra precarietà e, prima ancora, lanostra impreparazione. Non possiamo tarda-re a ricentrarci sulla trasparenza in materiaeconomica e finanziaria come primo passoper recuperare l’autentico senso evangelicodella comunione reale dei beni all’internodelle comunità e della loro concreta condivi-sione con chi vive accanto a noi.

27. Nelle comunità la distribuzione deibeni sia sempre fatta nel rispetto della giusti-zia e della corresponsabilità. In alcuni casi siconstata quasi un regime che tradisce i fon-damenti irrinunciabili della vita in fraternitàmentre « l’autorità è chiamata a promuoverela dignità della persona » 32. Non si può accet-tare uno stile di gestione in cui all’autonomiaeconomica di alcuni corrisponde la dipen-denza di altri, minando così il senso di appar-tenenza reciproca e la garanzia di equità pur

32 CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRA-TA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione Il serviziodell’autorità e l’obbedienza. Faciem tuam, Domine, requiram(11 maggio 2008), 13c.

59

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 9ª Ristampa 12 Luglio 2017 − 1ª BOZZA

nel riconoscimento della diversità di ruoli edi servizi.

La regolamentazione sullo stile di vita deisingoli consacrati e consacrate non esime daun serio e oculato discernimento sulla pover-tà d’Istituto come valutazione, azione e testi-monianza significativa nella Chiesa e tra ilpopolo di Dio.

28. I consacrati e le consacrate, radicatinel riconoscimento del primato dell’essererispetto a quello dell’avere, dell’etica rispettoa quello dell’economia, dovrebbero assume-re, come anima della loro azione, un’eticadella solidarietà, della condivisione, evitan-do la gestione esclusiva delle risorse in manoa pochi.

Le gestioni d’Istituto non sono a circuitochiuso diversamente non esprimono la cifradell’ecclesialità. I beni degli Istituti sono beniecclesiali e partecipano delle medesime fina-lità nel modo evangelico della promozionedella persona umana, della missione, dellacondivisione caritativa e solidale con il popo-lo di Dio: in specie la sollecitudine e la curaper i poveri vissuti come impegno comunesono capaci di dar nuova vitalità all’Istituto.

Questa solidarietà, vissuta certamente al-l’interno di ogni Istituto e di ogni fraternità,va allargata anche ad altri Istituti. Nella Lettera

60

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

Apostolica a tutti i consacrati Papa Francescoinvita alla « comunione tra i membri dei di-versi Istituti » 33. Perché non pensare anche auna comunione effettiva nel campo economi-co, particolarmente con quegli Istituti cheattraversano situazioni di necessità, mettendoin comune le proprie risorse? 34. Sarebbe unabella testimonianza di comunione all’internodella vita consacrata, un segno profetico inquesta nostra società « dominata da una nuo-va tirannia, a volte virtuale, che impone, inmodo unilaterale e implacabile, le sue leggi ele sue regole » 35, la tirannia del potere e del-l’avere che « non conosce limiti » 36.

33 FRANCESCO, Lettera Apostolica a tutti i consacrati inoccasione dell’Anno della vita consacrata (21 novembre2014), II, 3.

34 Cf. CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSA-CRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Lettera circolareLinee orientative per la gestione dei beni negli Istituti di vita con-sacrata e nelle Società di vita apostolica (2 agosto 2014), 2.3.

35 Cf. FRANCESCO, Es. Ap. Evangelii gaudium (24 novem-bre 2013), 56.

36 Idem.

61

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 9ª Ristampa 12 Luglio 2017 − 1ª BOZZA

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

III.

PREPARARE OTRI NUOVI

29. Gesù ha messo in guardia molte volte isuoi discepoli dalla tendenza a ricondurre ilnuovo dell’annuncio evangelico alle vecchieabitudini con il rischio di ridurlo ad un ethosdi pura ripetizione. Assieme alla paraboladel vino nuovo che va messo in otri nuovi sia-mo chiamati a lasciarci guidare dalla logicadelle beatitudini. Il Discorso della montagnaè la magna charta per il cammino di ognidiscepolo: Avete inteso che fu detto... ma io vi dico(cf. Mt 5,21.27.33.38.43). Se questa è la dire-zione in cui muoversi, il Signore ci mettepure in guardia da ogni pericolo di rigurgitolegalista: Guardatevi da... (Mc 8,15; Mt 16,11;Lc 12,15).

L’insieme delle parole e dei gesti di Gesùspinge continuamente ad un processo diapertura infinito alla novità del Regno. Il primopasso di questa apertura è il discernimento eil rifiuto di tutto ciò che è in contraddizionecon i valori sostanziali della fedeltà a Dioche si manifesta nella disponibilità al servizio:ma per voi non sia così (cf. Mc 10,43). La vita di

63

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

Gesù Cristo è storia di una nuova prassi in cuisi radica la vita nuova dei suoi discepoli chia-mati ad essere sensibili alle nuove logiche ealle nuove priorità suggerite dal Vangelo.

Fedeltà nello Spirito

30. L’analisi delle sfide ancora aperte pre-sentata nella prima parte di questi Orienta-menti, ci deve condurre a questa soglia evan-gelica pronti a riconoscere i punti problema-tici per aprire nuove piste di speranza pertutti. Possiamo per analogia applicare quiquanto raccomanda Papa Francesco: « La pa-storale in chiave missionaria esige di abban-donare il comodo criterio pastorale del ‘si èfatto sempre così’. Invito tutti ad essere auda-ci e creativi in questo compito di ripensare gliobiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evan-gelizzatori delle proprie comunità » 1.

Si tratta pertanto di scoprire i nuovi percorsiverso l’autenticità della testimonianza evange-lica e carismatica della vita consacrata; di di-scernere e poi avviare i necessari processi dipurificazione e di guarigione dal lievito di ma-lizia e di perversità (cf. 1Cor 5,8). In questoprocesso appassionante e impegnativo le ine-

1 FRANCESCO, Es. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre2013), 33.

64

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

vitabili tensioni e sofferenze possono esseresegnale di una nuova gestazione. In realtà,siamo già alla soglia di nuove sintesi che na-sceranno con gemiti interiori e inesprimibili(cf. Rm 8,23.26) e con paziente esercizio difedeltà creativa 2.

31. Le quotidiane sollecitazioni di PapaFrancesco ad una evangelicità gioiosa e senzaipocrisie stimolano ad una semplificazione,che ritrovi la fede dei semplici e l’audaciadei santi. L’originalità evangelica (Mc 10,43)di cui la vita consacrata vuole essere profeziaincarnata passa attraverso attitudini e scelteconcrete: il primato del servizio (Mc 10,43-45)e il cammino costante verso i poveri e la soli-darietà con i più piccoli (Lc 9,48); la pro-mozione della dignità della persona in qua-lunque situazione si trovi a vivere e a soffrire(Mt 25,40); la sussidiarietà come esercizio difiducia reciproca e di generosa collaborazionedi tutti e con tutti.

32. Per essere capaci di rispondere agliappelli dello Spirito e alle provocazioni dellastoria è bene ricordare che: « La vita consa-crata si pone nel cuore stesso della Chiesa come

2 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Es. Ap. post-sinodale Vitaconsecrata (25 marzo 1996), 37.

65

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

elemento decisivo per la sua missione. Infattiessa “esprime l’intima natura della vocazionecristiana” e la “tensione di tutta la Chiesa-Sposa verso l’unione con l’unico Sposo” » 3.La natura di segno, pertanto, che connota lavita consacrata nel cammino storico del po-polo di Dio, la colloca in modo privilegiatonella linea della profezia evangelica. Questalinea profetica è segno e frutto della sua na-tura carismatica che la rende capace di inven-tiva e originalità. Ciò esige la continua dispo-nibilità ai segnali che vengono dallo Spiritofino ad ascoltare il vento (cf. 1Re 19,12). Soloquest’attitudine permette di riconoscere i mi-steriosi cammini (cf. Gv 3,8) della grazia finoa rinascere ad nuova speranza nella feconditàdella Parola (cf. Gv 4,35).

33. L’identità, con tutta la sua portata,non si pone quale dato immobile e teorico,ma come processo condiviso di crescita. Il di-vario generazionale, l’inculturazione, la mul-ticulturalità e l’interculturalità che caratteriz-zano sempre di più gli Istituti di vita consacra-ta da luogo di fatica può diventare ambito disfida di un vero dialogo comunitario nellacordialità e nella carità di Cristo. Solo cosìciascuno si sentirà coinvolto e responsabile

3 Ivi, 3.

66

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

nel progetto comunitario « in modo da riuscireper tutti un aiuto reciproco nel realizzare lavocazione propria di ciascuno » 4.

Queste necessità richiedono una modificadelle strutture, in modo che per tutti siano disostegno in una rinnovata fiducia che rilanciuna fedeltà dinamica e fraterna.

Modelli formativi e formazionedei formatori

34. L’ambito formativo in questi anni havisto una trasformazione profonda di metodi,linguaggi, dinamiche, valori, finalità, tappe.Papa Francesco ha ribadito: « Bisogna semprepensare nel popolo di Dio, dentro di esso.[…] Non dobbiamo formare amministratori,gestori, ma padri, fratelli, compagni di cam-mino » 5, e ancora: « La formazione è un’ope-ra artigianale, non poliziesca » 6.

L’adozione di una propria Ratio formatio-nis, ha impegnato buona parte degli Istitutiper rispondere alle nuove esigenze. Tuttaviasi segnala un divario notevole di linguaggio,

4 CIC, c. 602.5 FRANCESCO, Svegliate il mondo. Colloquio di Papa Fran-

cesco con i Superiori Generali, in La Civiltà Cattolica, 165(2014/I), 11.

6 Ivi, 10.

67

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

qualità e sapienza mistagogica. Anche se fre-schi d’inchiostro, s’impone la revisione diquei ricettari, ricopiati l’uno dall’altro. Pro-prio perché la questione della formazione èun aspetto fondamentale per il futuro dellavita consacrata.

35. In particolare la formazione continua ne-cessita di una cura specifica come ha sottoli-neato il Papa nel noto dialogo con i Superiorigenerali.

a) La formazione continua va orientatasecondo l’identità ecclesiale della vita consa-crata. Non si tratta solo di aggiornarsi sullenuove teologie, sulle norme ecclesiali o suinuovi studi relativi alla propria storia e alcarisma dell’Istituto. Il compito è quello diconsolidare, o spesso anche ritrovare il pro-prio posto nella Chiesa a sevizio dell’umanità.Spesso questo lavoro coincide con quella clas-sica seconda conversione, che si impone in mo-menti decisivi della vita, come l’età di mezzo,una situazione di crisi o anche il ritiro dallavita attiva, per malattia o anzianità 7.

b) Siamo tutti convinti che la formazionedeve durare tutta la vita. Nondimeno dobbia-mo ammettere che non esiste ancora una

7 Cf. GIOVANNI PAOLO II, Es. Ap. post-sinodale Vitaconsecrata (25 marzo 1996), 70.

68

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

cultura della formazione continua. Questa ca-renza è il frutto di una mentalità parziale eriduttiva riguardo alla formazione continuacosicché la sensibilità per la sua importanza èscarsa e il coinvolgimento dei singoli minimo.A livello di prassi pedagogica, non abbiamoancora trovato itinerari concreti, sul pianoindividuale e comunitario, che la rendanoreale cammino di crescita nella fedeltà crea-tiva con ricadute apprezzabili e durevoli nellavita concreta.

c) In modo particolare stenta a entrarel’idea che la formazione è davvero continuasolo quando è ordinaria, e si compie nellarealtà di ogni giorno. Permane ancora un’in-terpretazione debole o sociologica della for-mazione continua legata a un semplice dove-re d’aggiornamento o all’esigenza eventualed’una ripresa spirituale e non di un continuoatteggiamento di ascolto e di condivisione diappelli, problematiche, orizzonti. Ciascuno èchiamato a lasciarsi toccare, educare, provo-care, illuminare dalla vita e dalla storia, da ciòche annuncia e che celebra, dai poveri e dagliesclusi, dai vicini e dai lontani.

d) Va inoltre chiarito il ruolo della forma-zione iniziale. Essa non può accontentarsi diformare alla docilità e alle sane consuetudinie tradizioni di un gruppo, ma deve rendere il

69

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

giovane consacrato realmente docibilis. Que-sto significa formare un cuore libero d’impa-rare dalla storia di ogni giorno per tutta lavita nello stile di Cristo per mettersi a serviziodi tutti.

e) In modo speciale, e in riferimento que-sto tema, si rende indispensabile una rifles-sione sulla dimensione anche strutturale-istituzionale della formazione permanente.Come un tempo, dopo il Concilio di Trento,sono nati seminari e noviziati per la forma-zione iniziale, oggi siamo chiamati a realiz-zare forme e strutture che sostengano il cam-mino di ogni consacrato verso la progres-siva conformazione ai sentimenti del Figlio(cf. Fil 2,5). Sarebbe un segnale istituzionaleestremamente eloquente.

36. I superiori sono chiamati ad essere vi-cini alle persone consacrate in tutte le proble-matiche che riguardano il loro cammino sia alivello personale che comunitario. È compitoparticolare dei superiori accompagnare, conun dialogo sincero e costruttivo, coloro chesono in formazione, o che rientrano, a variotitolo, in questi percorsi. Le difficoltà emerseimpongono che si promuova una vita frater-na in cui gli elementi umanizzanti ed evange-lici trovino equilibrio affinché ciascuno si sen-ta corresponsabile e al tempo stesso sia rico-

70

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 2ª Ristampa 28 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

nosciuto indispensabile per la costruzionedella fraternità. Di fatto è la fraternità il luogodi eminente formazione continua.

37. Nuove professionalità vanno oppor-tunamente preparate anche nella formazio-ne dei formatori in contesti multiculturali.« Le buone strutture aiutano, ma da sole nonbastano » 8. Le strutture interprovinciali o in-ternazionali finalizzate alla formazione deicandidati, comportano l’immissione in ruolodi formatori/formatrici che siano realmenteconvinti che « il cristianesimo non dispone diun unico modello culturale, bensì, “restandopienamente se stesso, nella totale fedeltà al-l’annuncio evangelico e alla tradizione eccle-siale, esso porterà anche il volto delle tanteculture e dei tanti popoli in cui è accolto eradicato” » 9. Questo comporta la capacità el’umiltà di non imporre un sistema culturale,ma di fecondare ogni cultura con il seme delVangelo e della propria tradizione carismati-ca evitando accuratamente la « vanitosa sacra-lizzazione della propria cultura » 10.

8 BENEDETTO XVI, Lett. Enc. Spe Salvi (30 novembre2007), 25.

9 FRANCESCO, Es. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre2013), 116.

10 Ivi, 117.

71

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 2ª Ristampa 28 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

La sinergia di nuovi saperi e competenzepuò giovare ad un accompagnamento forma-tivo in un particolare contesto multiculturale,per superare forme di assimilazione o omolo-gazione che alla lunga riemergono – nell’iti-nerario formativo e oltre – innescando pro-blematiche che incidono negativamente sulsenso di appartenenza all’Istituto e sulla per-severanza nella vocazione alla sequela Christi.

Verso una relazionalità evangelica

Reciprocità e processi multiculturali

38. Riflettere sulla vita consacrata femmi-nile significa interrogarsi in concreto sia sulleistituzioni che sulle donne consacrate comesingole e come comunità tenendo conto del-la complessità del nostro tempo. Va presoatto che in questi anni, in particolare dallaMulieris dignitatem (1988), il Magistero ha sol-lecitato e accompagnato una visione rispetto-sa dei processi culturali ed ecclesiali sull’iden-tità femminile che incide, in modo evidente(o a volte latente) nel vissuto degli Istituti.

In particolare, le diversità culturali obbli-gano al duplice cammino di radicamento nelproprio essere culturale specifico e la capaci-tà di trascenderne i limiti in un respiro evan-gelico sempre più ampio. Con la professione

72

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

religiosa il consacrato sceglie di vivere unamediazione tra la sua iscrizione culturale spe-cifica e la sua aspirazione di vita evangelicache, necessariamente, amplia i suoi orizzontie approfondisce la sua sensibilità. Diventa ur-gente esplorare questa funzione di mediazio-ne senza che sia sottomessa ai particolarismidella diversità culturale.

In questa prospettiva appare evidente lanecessità di una riconsiderazione della teolo-gia della vita consacrata nei suoi elementicostitutivi, accogliendo le istanze emergentidal mondo femminile e raccordandole conquello maschile. L’accento sullo specificonon deve rimuovere l’appartenenza alla co-mune umanità. Si rende opportuno, quindi,il recupero di approcci interdisciplinari, nonsolo nell’ambito teologico, ma anche in quel-lo delle scienze umane nelle loro moltepliciarticolazioni.

39. In particolar modo richiede un’urgen-te e mirata attenzione la recente, affrettatainternazionalizzazione, in particolare degliistituti femminili, con soluzioni spesso im-provvisate e senza una prudente gradualità.Bisogna prendere atto che la dilatazione geo-grafica non è stata accompagnata da un’ade-guata revisione di stili e strutture, schemimentali e conoscenze culturali che permetta-

73

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

no una reale inculturazione e integrazione.In particolare questa mancanza di rinnova-mento riguarda la valorizzazione del modo disentirsi donne nella Chiesa e nella societàcome indicato anche dal magistero pontifi-cio. La scarsa coscientizzazione o peggio larimozione della questione femminile riceveuna ricaduta in negativo con grave danno perle nuove generazioni di donne. Molte donne,infatti, affidandosi all’Istituto per essere intro-dotte e formate alla sequela Christi, si trovanoobbligate ad assumere modelli di comporta-mento diventati obsoleti soprattutto riguardaa ruoli che sanno più di “servitù” che non diservizio nella libertà evangelica.

40. I processi di internazionalizzazionedovrebbero impegnare tutti gli Istituti (ma-schili e femminili) a diventare laboratori diospitalità solidale dove sensibilità e culturediverse possono acquisire forza e significatinon conosciuti altrove e quindi altamenteprofetici. Questa ospitalità solidale si costrui-sce con un vero dialogo tra le culture perchétutti possano convertirsi al Vangelo senza ri-nunciare alla propria particolarità. L’obietti-vo della vita consacrata non sarà quello dimantenersi come stato permanente nelle cul-ture diverse che incontrerà, ma quello di

74

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

mantenere permanente la conversione evan-gelica nel cuore della costruzione progressivadi una realtà umana interculturale.

A volte una debole e non acculturata vi-sione antropologico-spirituale dell’identitàfemminile rischia di spegnere o ferire la vita-lità delle sodales presenti negli Istituti di vitaconsacrata. C’è ancora molto lavoro da fareper incoraggiare modelli comunitari conve-nienti all’identità femminile delle consacrate.A questo proposito vanno rafforzate le strut-ture relazionali di confronto e di sororità trasuperiore e sorelle. Nessuna sorella deve esse-re relegata in uno stato di sudditanza, cosache si riscontra purtroppo con frequenza.Questo stato favorisce infantilismi pericolosie potrebbe impedire la maturazione globaledella persona.

Si vigili perché il divario che corre tra leconsacrate che servono in autorità (nei varilivelli) o che hanno il compito dell’ammini-strazione dei beni (nei vari livelli) e le sorelleche dipendono da esse non diventi fonte disofferenza per la disparità e l’autoritarismo.Succede quando le prime sviluppano maturi-tà e progettualità, mentre le altre sono depau-perate anche delle forme più elementari didecisione e di sviluppo delle risorse personalie di comunità.

75

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

Servizio dell’autorità: modelli relazionali

41. Nella più ampia visione sulla vita con-sacrata elaborata fin dal Concilio, si è passatidalla centralità del ruolo dell’autorità allacentralità della dinamica della fraternità.Per questo l’autorità non può che essere alservizio della comunione: un vero ministeroper accompagnare i fratelli e le sorelle versouna fedeltà consapevole e responsabile.

Infatti il confronto tra fratelli o sorelle el’ascolto delle singole persone diventano unluogo imprescindibile per un servizio dell’au-torità che sia evangelico. Il ricorso a tecnichemanageriali, o all’applicazione spiritualeg-giante e paternalistica di modalità ritenuteespressione di “volontà di Dio”, sono riduttivirispetto a un ministero chiamato a confron-tarsi con le aspettative altrui, con la realtàquotidiana e con i valori vissuti e condivisi incomunità.

42. Nel rapporto superiore-suddito, la sfi-da è quella di una condivisione responsabiledi un progetto comune, superando la meraesecuzione di obbedienze che non servono ilVangelo, ma solo la necessità di mantenere lasituazione in atto o di rispondere alle urgen-ze di gestione in particolare economica.

76

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

In questa visione può essere valutata l’istan-za che di frequente questo Dicastero riceve inoccasione dell’approvazione di Costituzioni(riscrittura e/o emendamenti) affinché siproceda ad una riformulazione della termino-logia giuridica vigente in ordine ai terminisuperiore e suddito. È quello che il decretoconciliare Perfectae caritatis aveva esplicitamen-te invitato a fare quando diceva: « Il modo divivere, di pregare e di agire deve convenien-temente adattarsi alle odierne condizioni fisi-che e psichiche dei membri, come pure, perquanto richiesto dall’indole di ciascun Istitu-to, alle necessità dell’apostolato alle esigenzeculturali, alle circostanze sociali ed econo-miche » 11.

43. Va quindi incoraggiato un servizio diautorità che chiami a collaborazione e a unavisione comune nello stile della fraternità.Il Dicastero, in sintonia con il cammino con-ciliare, emanò, a suo tempo, l’Istruzione Il ser-vizio dell’autorità e l’obbedienza. Faciem tuam,Domine, requiram, riconoscendo che « questotema esige un particolare impegno di rifles-sione, soprattutto a motivo dei cambiamenti

11 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decreto sul rin-novamento della vita religiosa Perfectae caritatis, 3.

77

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

che si sono verificati all’interno degli Istituti edelle comunità negli ultimi anni, e anche allaluce di quanto hanno proposto i più recentidocumenti magisteriali sul rinnovamento del-la vita consacrata » 12.

Infatti non può non preoccupare – ad oltrecinquant’anni dalla chiusura del Concilio –la permanenza di stili e prassi di governo chesi allontanano o contraddicono lo spirito diservizio, fino a degenerare in forme di autori-tarismo.

44. La legittima prerogativa di una autori-tà personale dei superiori e delle superiore 13

viene, in alcuni casi, equivocata come autori-tà privata al limite di un malinteso protago-nismo come ammonisce Papa Francesco:« Pensiamo al danno che arrecano al Popolodi Dio gli uomini e le donne di Chiesa chesono carrieristi, arrampicatori, che usano ilpopolo, la Chiesa, i fratelli e le sorelle – quelliche dovrebbero servire –, come trampolinoper i propri interessi e le ambizioni personali.Ma questi fanno un danno grande alla Chie-

12 CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRA-TA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione Il serviziodell’autorità e l’obbedienza. Faciem tuam, Domine, requiram(11 maggio 2008), 3.

13 Cf. CIC, c. 618.

78

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

sa » 14. Non solo, chi esercita il servizio dell’au-torità deve guardarsi « dal cedere alla tenta-zione dell’autosufficienza personale, dal cre-dere cioè che tutto dipenda da lui o da lei » 15.

45. Un’autorità autoreferenziale si sottraealla logica evangelica di una responsabilitàtra i fratelli e le sorelle, minando in loro lecertezze della fede che devono guidarli 16.Si apre così un circolo vizioso che compro-mette la visione di fede, presupposto inequi-vocabile al riconoscimento di ruolo dei supe-riori. Tale riconoscimento non si limita aprendere atto della personalità del o dellatitolare di turno, ma va ben oltre. Si tratta difidarsi e affidarsi reciprocamente e in verità.

Anche in situazioni di conflitti e conten-ziosi, il ricorso a forme di autoritarismo inne-sca una spirale di incomprensioni e lacerazio-ni che, ben oltre i casi concreti, alimentanell’Istituto disorientamento e sfiducia, ovve-

14 FRANCESCO, Discorso ai Partecipanti all’Assemblea Plena-ria dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (Roma,8 maggio 2013), 2.

15 CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRA-TA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione Il serviziodell’autorità e l’obbedienza. Faciem tuam, Domine, requiram(11 maggio 2008), 25a.

16 Cf. PAOLO VI, Es. Ap. Evangelica testificatio (29 giugno1971), 25.

79

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 2ª Ristampa 28 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

ro pesanti ipoteche sul futuro prossimo del-l’Istituto. Chi è chiamato ad un servizio del-l’autorità – in qualsiasi situazione – non puòvenire meno al senso di responsabilità checomporta, anzitutto, un senso equilibrato del-le proprie responsabilità nei confronti deifratelli e delle sorelle. « Tutto ciò è reso pos-sibile dalla fiducia nella responsabilità deifratelli, “suscitando la loro volontaria ob-bedienza nel rispetto della persona umana”,e attraverso il dialogo, tenendo presente chel’adesione deve avvenire “in spirito di fedee di amore, per seguire Cristo obbediente”e non per altre motivazioni » 17.

46. « I Superiori costituiti a tempo deter-minato non rimangano troppo a lungo senzainterruzione in uffici di governo » 18. La nor-ma del Codice è ancora in fase di recezione,vi sono variabili, anche notevoli, nella prassidegli Istituti. Le motivazioni abitualmente ad-dotte per prorogare il mandato – oltre i ter-mini previsti dal Diritto proprio – rispondonoa situazioni di emergenza o carenza di risorse,

17 CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRA-TA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione Il serviziodell’autorità e l’obbedienza. Faciem tuam, Domine, requiram(11 maggio 2008), 14b.

18 CIC, c. 624 § 2.

80

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

con specifico riferimento alle comunità loca-li. L’influsso delle tradizioni proprie di unIstituto ha contribuito a stabilizzare una certamentalità che, di fatto, ostacola l’avvicenda-mento. Si finisce così nel trasformare unruolo di servizio in una rendita di posizione.In questa prospettiva le norme determinatenel Diritto proprio, se inadeguate devono es-sere riviste; se chiare nel loro indirizzo, vannorispettate.

Una valutazione attenta del rallentamentonel ricambio dei Superiori/e sembra scorger-si più nella preoccupazione di assicurare con-tinuità gestionale alle opere e meno attenzio-ne alle esigenze di animazione religiosa-apostolica delle comunità. Inoltre, in unquadro di valutazione delle comunità, la pre-senza di fratelli e sorelle delle ultime genera-zioni, pone le condizioni di un ricambio ge-nerazionale. Il ritardo nell’avvicendamentopotrebbe essere inteso come sfiducia nelleloro capacità e possibilità fino a creare unvuoto che rischia di rivelarsi, in seguito, in-colmabile.

47. Tutti dobbiamo ricordare ciò che hadetto in proposito Papa Francesco: « Nella vitaconsacrata si vive l’incontro tra i giovani e glianziani, tra osservanza e profezia. Non vedia-mole come due realtà contrapposte! Fa bene

81

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

agli anziani comunicare la saggezza ai giovani;e fa bene ai giovani raccogliere questo patri-monio di esperienza e di saggezza, e portarloavanti, non per custodirlo in un museo, maper portarlo avanti affrontando le sfide che lavita ci presenta, portarlo avanti per il benedelle rispettive famiglie religiose e di tutta laChiesa » 19.

Servizio dell’autorità: capitoli e consigli

48. In questo continuo lavoro di discerni-mento e rinnovamento particolare importan-za rivestono « i Capitoli (o riunioni analo-ghe), sia particolari che generali. Nei Capitoliogni Istituto è chiamato ad eleggere i Supe-riori o le Superiore secondo le norme stabili-te dalle proprie Costituzioni, e a discernere,alla luce dello Spirito, le modalità adeguateper custodire e rendere attuale, nelle diversesituazioni storiche e culturali, il proprio cari-sma ed il proprio patrimonio spirituale » 20.Inoltre il Capitolo « deve essere compostoin modo da rappresentare l’intero Istituto,

19 FRANCESCO, Omelia nella Festa della Presentazionedel Signore per la XVIII Giornata Mondiale della Vitaconsacrata, Roma (2 febbraio 2014).

20 GIOVANNI PAOLO II, Es. Ap. post-sinodale Vita conse-crata (25 marzo 1996), 42.

82

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

per risultare vero segno della sua unità nellacarità » 21.

La riflessione sulla rappresentanza capito-lare muove dal suo orizzonte più autentico:l’unità nella carità. Le regole e le procedureper eleggere le sorelle e i fratelli ai Capitoli– in particolare a livello generale – non pos-sono disattendere il mutato assetto culturalee generazionale che compone oggi il volto ditanti Istituti di vita consacra e Società di vitaapostolica. La dimensione multiculturale vaespressa in modo giusto ed equilibrato nellacomposizione capitolare.

49. Il problema si evidenzia quando re-gole e procedure risultano inadeguate od ob-solete producendo esiti di squilibrio rappre-sentativo con il rischio di esporre la compo-sizione capitolare ad improprie egemonieculturali o a ristretti quadri generazionali.Per evitare questi distorsioni è necessario av-viare progressivamente la rappresentanza disorelle-fratelli appartenenti ad aree culturalidiverse. Si tratta di dare fiducia a quanti,ritenuti nei nostri ambienti troppo giovani, inaltri ambiti – civili e culturali – avrebbero irequisiti per esercitare spiccate responsabilitàanche per le loro abilità. Le procedure do-

21 CIC, c. 631 § 1.

83

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

vrebbero guadagnare in flessibilità per garan-tire una rappresentanza più ampia e lungimi-rante al fine di garantire la costruzione di unfuturo auspicabile e vivibile.

Non sono in gioco solo la correttezza diprocedure e l’intelligente docilità alle sceltedi metodo, ma si tratta di « far luce quantopiù è possibile sulla volontà di Cristo per ilcammino della comunità » – scrive la Regola diTaizè – in uno spirito di ricerca purificato dalsolo desiderio di discernere il disegno di Dio.

50. La volontà di ciascun capitolare apertaallo Spirito deve accompagnare ogni decisio-ne nel seno dell’assemblea; essa non disde-gna lo scambio di contributi e di punti di vistache pur diversi concorrono alla ricerca dellaverità. In questo modo, la tensione versol’unanimità e la possibilità di raggiungerlanon sono traguardi utopici, ma al contrarioesprimono il frutto più chiaro dell’ascolto edella disponibilità comune allo Spirito.

Non sarebbe prudente relegare il discerni-mento dentro i privati orizzonti dei capitola-ri, quasi il capitolo fosse impresa di solitari.Si tratta di « prendere contatto con il passag-gio dello Spirito » e questo significa « ascolta-re quello che Dio ci sta dicendo all’internodelle nostre situazioni » di Istituto. Il discerni-mento « non si ferma alla descrizione delle

84

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

situazioni, delle problematiche […] va sem-pre oltre e riesce a vedere dietro ogni volto,ogni storia, ogni situazione un’opportunità,una possibilità » 22. Il capitolo generale, èbene non dimenticarlo, è il luogo dell’obbe-dienza personale e corale allo Spirito Santo;questo docile ascolto si invoca piegando intel-ligenza, cuore e ginocchia nella preghiera. Intale conversione ogni capitolare nel momen-to della decisione agisce in coscienza e giudi-ca, alla luce ricevuta dallo Spirito Santo, ilbene dell’Istituto nella Chiesa. Tale atteggia-mento di orante obbedienza lega come co-stante la storia dei Capitoli Generali, che nonsenza ragione prendevano inizio il giorno diPentecoste.

51. L’evento capitolare comporta inoltrel’elezione del Superiore e della Superiora ge-nerale. In questi anni si è costatato una certatendenza al ricorso alla postulazione. L’Istitu-to è regolato dai canoni 180-183 del Codice diDiritto Canonico. Ad essa ci si orienta in queicasi in cui si frappone qualche impedimentoall’elezione canonica della medesima perso-na o nei casi di deroga da requisiti personaliinerenti al ruolo determinati nel diritto uni-

22 FRANCESCO, Discorso in occasione del Convegno eccle-siale della Diocesi di Roma (16 giugno 2016).

85

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

versale o proprio, quali ad esempio: l’età, glianni di professione 23, o di relativa incompati-bilità di ruolo 24. Il caso più frequente è l’im-pedimento ad una nuova elezione (o ricon-ferma) del Superiore generale o della Supe-riora generale dopo il compimento delladurata dei mandati previsti dalle Costituzio-ni. La fattispecie richiamata presenta conno-tazioni di complessità di contesti (Istituti),situazioni personali (i candidati già in ruolo)e, non ultime le contingenze che orientanoverso la richiesta di postulazione al Dica-stero competente. Si puntualizzano alcuneindicazioni.

Non è miglior premessa ad un discerni-mento elettivo dare per scontata la postula-zione, quasi che a priori venissero esclusedelle possibili alternative. La maggioranzarichiesta è “almeno i due terzi dei voti” 25.Questa disposizione canonica vuole incorag-giare l’impegno a discernere previamente sul-l’opportunità di ricorrere alla postulazione.La corresponsabilità esercitata in modo colle-giale comporta anche la responsabilità diesplorare soluzioni alternative. La prassi in

23 Cf. CIC, c. 623.24 Cf. CIC, c. 152.25 Cf. CIC, c. 181 § 1.

86

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

alcuni Istituti ha introdotto la modalità diconsultazioni informali preliminari. L’orien-tamento suggerito dovrebbe evitare la forma-zione di maggioranze precostituite. Diversa-mente il passo verso una scontata postulazio-ne è breve.

52. I Capitoli generali eleggono ordina-riamente oltre al Moderatore supremo 26, ilConsiglio, che è organo di collaborazione algoverno dell’Istituto. Ad ogni Consigliere è« richiesta una partecipazione convinta e per-sonale alla vita e alla missione » 27 dell’Istituto,« partecipazione che consente l’esercizio deldialogo e del discernimento » 28, in spirito disincerità 29 e di lealtà, « così da avere costante-mente la presenza del Signore che illumina eguida » 30.

Gli inevitabili disagi ed incomprensioni, senon affrontati in tempo possono compromet-

26 Cf. CIC, c. 625 § 127 CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRA-

TA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione Ripartireda Cristo. Un rinnovato impegno della vita consacrata nel TerzoMillennio (19 maggio 2002), 14.

28 Idem.29 Cf. CIC, c. 127 § 3.30 CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRA-

TA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Istruzione Ripartireda Cristo. Un rinnovato impegno della vita consacrata nel TerzoMillennio (19 maggio 2002), 14.

87

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

tere la volontà d’intesa e la capacità di con-vergenza all’interno del Consiglio. Un orga-nismo di collaborazione al governo nel pren-dersi cura del bene comune dell’Istituto, siassume l’impegno del prendersi cura del pro-prio funzionamento, non trascurando queimezzi di accompagnamento (spirituali, pro-fessionali e di specifica formazione) che for-niscono le premesse di un lungimirante di-scernimento. Infatti il Consiglio non deve, inprimo luogo, occuparsi della propria immagi-ne, ma soprattutto preoccuparsi della propriacredibilità come organo di collaborazione algoverno dell’Istituto.

53. La nuova geografia della presenza del-la vita consacrata nella Chiesa sta ridisegnan-do nuovi equilibri culturali nella vita e nelgoverno degli Istituti 31. La composizione in-ternazionale del Capitolo esprime abitual-mente anche una configurazione multicultu-rale del Consiglio. L’esperienza di tanti Isti-tuti di vita consacrata e Società di vita aposto-lica ha già maturato una lunga tradizione aquesto proposito. Istituti più recenti sono infase di apprendistato per arrivare ad « espri-mere nell’unità cattolica le istanze dei vari

31 Cf. Ivi, 17.

88

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

popoli e culture » 32. Si tratta di un camminoesigente che « necessita di purificazione e ma-turazione » 33.

I recenti processi di internazionalizzazionesono laboratori aperti ad un futuro che non siimprovvisa per ciò che attiene la formazionea ruoli di responsabilità, ed in particolare,nell’assunzione del ruolo di Consigliere. Il ri-cambio generazionale e culturale non do-vrebbe prestare il fianco a situazioni che pos-sono compromettere le dinamiche interne aldiscernimento consiliare e di riflesso delbuon governo dell’Istituto.

Diamo qualche esempio di situazioni pro-blematiche: soggetti idonei, ma non ancorasufficientemente preparati o prematuramen-te candidati; religiosi cooptati più per logichedi ripartizione culturale che per valorizzazio-ne di esperienza e/o competenza personale;non ultimo scelte obbligate in assenza di al-ternative.

54. L’inserimento di fratelli/sorelle di al-tre culture e generazioni non cambia cer-to il tradizionale ruolo consiliare, però in-

32 GIOVANNI PAOLO II, Es. Ap. post-sinodale Vita conse-crata (25 marzo 1996), 47.

33 FRANCESCO, Es. Ap. Evangelii gaudium (24 novembre2013), 69.

89

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

fluisce sulla percezione di ruolo e sulla moda-lità della sua interazione dentro e fuori dalConsiglio. L’apporto di altri punti di vista(analisi/valutazione dei problemi) amplial’orizzonte di comprensione delle realtà del-l’Istituto: più dalle periferie che dal centro.Culture e ricambio generazionale – coniuga-zione già di suo complessa – dovrebbero fa-vorire un nuovo slancio nell’affrontare unfuturo sostenibile nell’Istituto.

L’iniziazione ad un ruolo di responsabilitàs’inscrive nell’esperienza. Se l’esperienza è unquotidiano processo di apprendimento, l’ap-prendimento va supportato da una formazio-ne specifica. Nel caso contrario l’esperienzanon viene pienamente valorizzata ai fini del-l’efficacia del ruolo stesso e della sua integra-zione nelle dinamiche consiliari. Si tratta, inquesto caso, di riscoprire o ripensare orienta-menti maturati lungo la tradizione di governodegli Istituti di vita consacrata e Società di vitaapostolica, che investendo nel presente pre-parava il futuro, non senza la necessaria veri-fica nel tempo. Il prossimo futuro non puòrestringere l’orizzonte: le nuove professionali-tà (saperi e competenze) possono dare contri-buti per ampliare i nostri orizzonti, ma soprat-tutto per non rimanere ai margini del futuroprigionieri di corte vedute che alla lunga im-mobilizzano il cammino d’insieme.

90

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

CONCLUSIONE

55. Nella vigna del Signore, i consacrati ele consacrate in questi decenni di aggiorna-mento conciliare hanno lavorato con impe-gno generoso e audacia. Ora è tempo di ven-demmia e di vino nuovo, da spremere congioia dalle uve e raccogliere con diligenzanegli otri adatti, finché il ribollire tipico deitempi di maturazione non sedimenti lascian-do il posto ad una nuova stabilità. Vino nuovoe otri nuovi sono insieme a nostra disposizio-ne, realizzati con la nostra collaborazione se-condo i carismi e le circostanze ecclesiali esociali, sotto la guida dello Spirito e dei re-sponsabili della Chiesa. È giunto il tempo dicustodire nella creatività la novità, perchéconservi il sapore genuino della feconditàbenedetta da Dio.

Il vino nuovo esige capacità di andare oltrei modelli ereditati, per apprezzare le novitàsuscitate dallo Spirito, accoglierle con gratitu-dine e custodirle fino alla piena fermentazio-ne oltre la provvisorietà. Anche il vestito nuo-vo, di cui parla Gesù nella stessa pagina evan-

91

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

gelica, è stato confezionato attraverso le variefasi di aggiornamento ed è ora di indossarlocon gioia, in mezzo al popolo dei credenti.

56. Vino nuovo, otri nuovi e vestito nuovoindicano una stagione di maturità e di com-piutezza, che non può essere messa a repen-taglio con imprudenti accostamenti o com-promessi tattici: vecchio e nuovo non vannomescolati, perché ognuno appartiene ad unapropria stagione, è frutto di tempi e artediversi e va conservato nella sua genuinitàpropria.

Il Padrone della vigna, che ha reso fecon-da l’opera delle nostre mani e guidato i cam-mini dell’aggiornamento, conceda di sapercustodire con mezzi adeguati e paziente vigi-lanza la novità che ci è stata affidata, senzatimore e con rinnovato slancio evangelico.

57. Santa Maria, Donna del vino nuovo, cu-stodisci in noi il desiderio di procedere in ob-bedienza alla novità dello Spirito, riconoscen-do il segno della Sua presenza nel vino nuovo,frutto di vendemmie e di nuove stagioni.

Rendici docili alla sua grazia e operosi nelpreparare otri che possano contenere e nondisperdere il ribollire del succo della vite.Rendi i nostri passi saldi nel mistero della

92

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

croce che lo Spirito chiede per ogni creazio-ne nuova.

Insegnaci a fare quello che Cristo tuo Fi-glio ci dirà (cf. Gv 2,5) per sedere ogni gior-no alla sua mensa: è Lui il vino nuovo permezzo del quale rendiamo grazie, riceviamo edoniamo benedizione.

Alimenta in noi la speranza, nell’attesadel giorno in cui berremo il frutto nuovodella vite con Cristo, nel Regno del Padre(cf. Mt 26,29).

Il Santo Padre ha approvato la pubblicazionedei presenti Orientamenti

nell’Udienza del 3 gennaio 2017

Città del Vaticano, 6 gennaio 2017Epifania del Signore

João Braz Card. de AvizPrefetto

✠ José Rodríguez Carballo, O.F.M.Arcivescovo Segretario

93

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

I N D I C E

Introduzione . . . . . . . . . . . . 7

I. A vini nuovi otri nuovi . . . . . . . 11

Il logion di Gesù . . . . . . . . . . 11

Il rinnovamento postconciliare . . . . . 17

I nuovi cammini interpellano . . . . . 23

II. Sfide ancora aperte . . . . . . . . 33

Vocazione e identità . . . . . . . . 34

Scelte formative . . . . . . . . . . 37

Relazione nell’humanum . . . . . . . 43Reciprocità uomo-donna . . . . . . . 43Servizio dell’autorità . . . . . . . . 47Modelli relazionali . . . . . . . . . 52

III. Preparare otri nuovi . . . . . . . . 63

Fedeltà nello Spirito . . . . . . . . 64

Modelli formativi e formazione dei formatori 67

Verso una relazionalità evangelica . . . 72Reciprocità e processi multiculturali . . . 72Servizio dell’autorità: modelli relazionali . . 76Servizio dell’autorità: capitoli e consigli . . 82

Conclusione . . . . . . . . . . . . 91

95

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA

D PRINT − ROMA

PER VINO NUOVO OTRI NUOVI 1ª Ristampa 7 Febbraio 2017 − 1ª BOZZA