Per un’etica delle emozioni Aspetti deontologici delle professioni

a servizio della persona

Pina Del Core

Torino, 23 novembre 2014

Qualche PREMESSA

Nel contesto di un percorso formativo rivolto a quanti operano a diverso titolo nell’ambito dei servizi alla persona, sia come psicologi, sia come educatori sociali/professionali, sia come operatori per la tutela dei minori e degli adulti da ogni forma di disagio o di violenza, non si può non affrontare il tema della professionalità e, in particolare, degli aspetti etici e deontologici connessi alla professione che si è chiamati a svolgere, anche se vissuta come semplice ‘volontariato’.

• Il Corso Master ha lo scopo di formare dei professionisti che saranno in grado di comprendere e trattare con competenza la forza trasformativa delle emozioni; avranno acquisito competenze e capacità di gestione e sviluppo delle risorse emotive.

• Una figura professionale capace di favorire lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e sociale • nei gruppi e nelle organizzazioni in cui

opera, • nelle persone destinatarie del suo

intervento terapeutico, educativo, sociale

• Quali dovranno essere le COMPETENZE e gli ATTEGGIAMENTI di coloro mediante il loro lavoro professionale operano per la prevenzione e per la cura dei minori in situazioni di disagio o vittima di violenza, attraverso azioni diversificate e con ruoli differenti: psicologi, medici, assistenti sociali, educatori professionali, insegnanti, operatori di servizi sportello, volontari, ecc.

• La PROFESSIONALITÀ di coloro che si occupano dell’ «umano» e tutte le attività professionali ad essa collegate, di quanti desiderano avviarsi a una professione di aiuto e di cura, deve confrontarsi necessariamente con i principi e i problemi etici e deontologici connessi a un lavoro che si svolge nel servizio alla persona

• Il percorso formativo del Master mira all’acquisizione e al potenziamento di competenze specifiche, culturali e tecniche, ma soprattutto di competenze emotive e relazionali da applicare nei diversi contesti professionali o istituzionali a seconda dei ruoli e dei compiti che si è chiamati a svolgere.

• Uno degli obiettivi generali del Corso è il seguente: «mettere le basi di una nuova attenzione alla soggettività dello psicologo e dell’operatore come fattore di resilienza e di cambiamento, di apertura al sociale, attraverso esperienze formative ed auto-formative finalizzate all’acquisizione di specifiche competenze nella cura di sé e nell'ascolto dell’altro (psicodramma, mindfulness, autobiografia )».

• Si tratta di un percorso di formazione continua nella direzione dello sviluppo di nuove conoscenze e nuove competenze specifiche attorno a un’area complessa e multidimensionale, quella tutela, della cura o della prevenzione, che esigono dei percorsi di ri-strutturazione personale e di ‘sintesi sapienziale’.

• Ciò implica la declinazione di tutti i SAPERI - sapere, saper fare, saper essere - tipici di ogni cammino di formazione degli adulti.

SAPERE

SAPER FARE

SAPER ESSERE

Un chiaro indicatore di Qualità nei servizi alla persona è

• un adeguato livello di disponibilità e professionalità degli operatori;

• la capacità di svolgere un servizio adeguato all’esigenze delle persone nel rispetto della loro dignità e nell’ascolto dei loro bisogni;

• una forza motivazionale derivante da una convinta vision e mission.

BENEDETTO XVII – DEUS CARITAS EST N. 31/A

«Le Organizzazioni caritative della Chiesa, devono fare il possibile, affinché siano disponibili i relativi mezzi e

soprattutto gli uomini e le donne che assumano tali compiti. Per quanto riguarda il servizio che le persone svolgono per i

sofferenti, occorre innanzitutto la competenza professionale: i soccorritori devono essere formati in modo

da saper fare la cosa giusta nel modo giusto, assumendo poi l'impegno del proseguimento della cura.

La competenza professionale è una prima fondamentale necessità, ma da sola non basta. Si tratta, infatti, di esseri

umani, e gli esseri umani necessitano sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente corretta.

Hanno bisogno di umanità. Hanno bisogno dell'attenzione del cuore.

BENEDETTO XVII – DEUS CARITAS EST N. 31/A

«Quanti operano nelle Istituzioni caritative della Chiesa devono distinguersi per il fatto che non si limitano ad

eseguire in modo abile la cosa conveniente al momento, ma si dedicano all'altro con le attenzioni suggerite dal cuore, in

modo che questi sperimenti la loro ricchezza di umanità. Perciò, oltre alla preparazione professionale, a tali operatori

è necessaria anche, e soprattutto, la «formazione del cuore»: occorre condurli a quell'incontro con Dio in Cristo

che susciti in loro l'amore e apra il loro animo all'altro, così che per loro l'amore del prossimo non sia più un

comandamento imposto per così dire dall'esterno, ma una conseguenza derivante dalla loro fede

che diventa operante nell'amore (cf Gal 5, 6)»

ECCO IL PROFILO PROFESSIONALE degli operatori che si mettono a servizio della persona

competenza professionale

nella ‘cura’ delle persone

ricchezza di “umanità”

attenzione del ‘cuore’

… una fede operante

nell’amore

• La complessità del fenomeno, la varietà di fronti su cui gli operatori devono intervenire e i diversi soggetti – pubblici e privati - con cui interagire esigono una forte discrezionalità operativa nei servizi alla persona, specie nella tutela e nella cura minori, soprattutto di fronte alla particolare condizione di fragilità dei richiedenti.

• Per la delicatezza di tale compito una sfida vera e propria alla formazione è costituita, oltre che da un quadro teorico di riferimento chiaro e coerente, dal porre a fondamento dei principi di etica professionale condivisi dai diversi operatori e professionisti.

Importanza della dimensione etica della «cura» alle persone e della «relazione di aiuto»

Ogni PROFESSIONE che abbia delle implicazioni con le persone umane, sia in ambito educativo o sociale, sia in ambito sanitario o politico-amministrativo, necessariamente deve affrontare una serie di INTERROGATIVI ETICI riguardanti

la responsabilità personale e sociale

la coscienza morale professionale il consenso su alcune norme

oggettive che salvaguardano il diritto della persona

È chiamata in causa la l’ETICA e la DEONTOLOGIA PROFESSIONALE che si occupano, • da una parte del comportamento

etico nelle relazioni con le persone • dall’altra parte postulano dei

principi etici dell’ordinamento sociale e giuridico che regola la condotta di tali professioni.

• È importante considerare la dimensione etica della professionalità di chi si occupa di problematiche evolutive di soggetti ‘umani’ e delle politiche o dei servizi a favore delle persone in difficoltà o in situazioni di disagio.

• Quale formazione personale si richiede perché quell’insieme di orientamenti etici che compongono la saggezza collettiva di tali categorie professionali?

• Il servizio all’uomo - o meglio alla ‘cura’ dell’umano - è guidato da una vocazione, è vissuto come compito-missione che parte da motivazioni interiori, prima che da correttezza formale o esterna di comportamenti.

• Quale formazione etica offrire a tali professionisti perché ne guidi la prassi e gli interventi operativi di aiuto, di sostegno e accompagnamento, di promozione e di sviluppo nell’esercizio della loro professionalità?

• Quali percorsi di crescita personale, di comprensione di sé e degli altri per affrontare con maggiore equilibrio e competenza i compiti di ascolto e di cura?

PER UN’ETICA DEL RISPETTO DELLA CRESCITA E DELLA PERSONA In ogni tipo di lavoro, soprattutto di servizio alla persona, per dare risposte individualizzate e personalizzate a situazioni di bisogno o a problemi che esigono un aiuto o un sostegno, bisogna avere due attenzioni:

1. fondarsi su alcuni valori assoluti, come la dignità e la libertà della persona

2. rispettare la persona nella sua unicità e irrepetibilità

QUALE PERSONA ?

CONCEZIONE ANTROPOLOGICA

CONCEZIONE DELLA PERSONALITÁ

considerata ‘unitariamente’ nel suo divenire nella sua crescita nei cambiamenti che

caratterizzano la crescita

QUALE VISIONE DELL’UOMO?

• PERSONALISMO E UMANESMO alle radici della tradizione culturale occidentale, propria della storia del cristianesimo

• VISIONE GLOBALE DELLA PERSONA considerata nelle sue molteplici dimensioni (unitas multiplex)

Concezione della personalità

DINAMICA

(attenzione ai processi evolutivi)

STORICITÀ DELLO SVILUPPO (dimensione ‘diacronica’ e ‘sincronica’)

APERTURA A … (‘sistema aperto’)

DIMENSIONE ETICA di ogni professione

PROFESSIONE ‘PRIMARIA’ PROFESSIONE ‘SECONDARIA’

SIGNIFICATO DEL TERMINE «PROFESSIONE»

BERUF = chiamare, chiamata

PROFESSARE = testimoniare, rendere visibile ed esplicito ciò che è interno alla persona

ETICA E ATTIVITÀ PROFESSIO

NALE

Esigenze e istanze ‘nuove’ in rapporto all’etica e all’etica applicata

1. Dalla DEREGULATION (neoliberismo) all’affermarsi

di un sistema di regole sociali di carattere universale:

1990 – Etica dell’economia e della finanza

– Etica delle professioni intellettuali

– Etica delle comunicazioni e delle nuove tecnologie

2. Dal relativismo etico … alla filosofia dei valori …

E t i c a

a p p l i c a t a

• Costruzione di regole morali di comportamento, adatte a particolari campi o ambiti, come ad esempio, la bioetica, l’etica ambientale, l’etica degli affari, dell’economia, l’etica pubblica, ecc.

• Le etiche professionali tradizionali entrano in questo campo, anche se l’etica applicata tenta di risolvere dei problemi più generali che possono minacciare la dignità e il bene della persona (biomedicina, genetica, globalizzazione dei mercati, invasione nella privacy da parte dei media, ecc.)

Globalizzazione dell’etica applicata

Affermazione di valori comuni, o meglio, di ‘virtù’, come … Legalità Trasparenza Moderazione nella

competizione. …

Esigenza di un’etica professionale …

riferimento a dei «sistemi di significato»

… alle motivazioni dell’ «agire etico»

… norme fondate sui «valori»

Visione dell’uomo e della vita Visione dell’identità della professione

Valori che fondano le norme e i codici etici

Valori… Felicità umana

(qualità della vita, bene comune)

Giustizia (rispetto per gli altri, giusta distribuzione di

vantaggi e oneri)

Verità Autenticità

Dio (valori trascendenti)

Persona… Essere che soffre e

gioisce

Essere dotato di uguale dignità

Essere di comunicazione

Essere aperto alla trascendenza

Morale… Beni pre-morali

Felicità dell’uomo benessere

Beni morali Giustizia e pari dignità

Autenticità dell’uomo

Pienezza di vita

• Principi di comportamento di carattere generale – Buona fede – Correttezza – Lealtà e sincerità – Serietà e dignità morale – …

• Principi di comportamento di carattere specifico – Indipendenza e obiettività – Integrità – Riservatezza – Formazione e aggiornamento professionale – Competenza

PRINCIPI ETICI GENERALI

1. RISPETTO PER I DIRITTI E LA DIGNITÀ DELLA PERSONA A. CENTRALITÀ DELLA PERSONA • diritti e doveri: essere se stessi, libertà

e autonomia, sviluppo e potenziamento di sé, valorizzazione, adattarsi a livello relazionale, saper vivere sociale, partecipare, …

• evitare danni, strumentalizzazioni o manipolazioni a tutti i livelli,…

B. RISPETTO DELLA DIVERSITÀ

età, sesso, religione, etnia, origini, lingua, status,…

C. RISPETTO DELLA PRIVACY

D. CHIAREZZA E CONSENSO, LIBERTÀ DI CONSENSO…

E. AUTONOMIA E AUTO-DETEMINAZIONE

2. COMPETENZE Consapevolezza etica Limiti delle competenze Limiti delle procedure Sviluppo professionale e formazione continua Obbligo di non esercitare se non se ne hanno le capacità… …

Qualità dell’agire etico

• capacità di auto-riflessione • capacità di comunicare

sentimenti e motivazioni (non solo sfogarli …)

• capacità di rispettare i limiti e di fare attenzione ai pericoli e alle possibilità che si creano nella relazione con le persone e con i diversi soggetti in interazione

Etica

della «responsabilità»

Qualità personali legate non tanto al FARE o al SAPERE, ma all’ESSERE e al SAPER ESSERE

Responsabilità personale

Perché? Per chi?

• Perché devo e • voglio agire

eticamente bene? • Perché devo

rispondere a certe norme etiche e deontologiche nel mio lavoro professionale?

Quale maturità umana?

Quali motivazioni alla base del proprio

agire?

Divenire sempre più consapevoli della propria impostazione etica implicita ed esplicita

la discrezionalità operativa come

• strumento professionale

• modalità personale di collocarsi di fronte ai servizi socioeducativi, agli interventi di tutela e di cura e alle politiche di contrasto alla violenza sui minori, alla povertà, ecc.

Di fronte alla complessità attuale e alla necessità di affrontare e risolvere dilemmi e conflitti tra diverse visioni politiche o

ideologiche, tra diverse modalità di intendere ed erogare servizi si impone la necessità di sviluppare negli operatori sociali

La discrezionalità operativa consente all’operatore di adattare le indicazioni normative generali ai casi singoli ed alle problematiche specifiche su cui si trova ad intervenire, anche colmando gli spazi ‘vuoti’ lasciati dalla normativa, i quali non possono tenere conto della varietà di sfaccettature e connotazioni che il bisogno può assumere nella realtà. Essa è implicita nel ruolo compito dell’operatore sociale che, svolgendo un lavoro non totalmente standardizzabile nell’ambito dei servizi alla persona, è tenuto a risolvere dilemmi ed assumere decisioni, tenendo conto delle richieste e pressioni di vario tipo esercitate da diverse fonti: • le indicazioni politiche e normative, • la disponibilità di risorse, • le pressioni della domanda di intervento, • le proprie convinzioni professionali e personali, ecc.

• Preparazione professionale e riferimenti valoriali

• Atteggiamenti personali e criteri guida di ogni intervento

• Attivazione di tutte le risorse presenti nelle persone e nella società in una dinamica di rete

L’etica del «prendersi cura» …

Il professionista che si dedica al servizio della persona nella tutela/prevenzione e della cura in sintesi dovrebbe impegnarsi a vivere

L’insieme di motivazioni, atteggiamenti e orientamenti che informano le relazioni con persone in difficoltà, specie se derivanti da situazioni o condizioni di povertà e i servizi che vengono offerti e organizzati ad hoc.

• la scelta di vivere una tensione continua per mettere al centro del proprio interesse umano e professionale la persona con il peso della sua storia, della sua sofferenza e dei suoi desideri

• una ‘presa in carico’ a partire dai bisogni e della potenzialità espresse o implicite, per tutto il tempo che è necessario per offrire la possibilità di maturare autonomie personali sufficienti a sviluppare una capacità relazionale, sociale e/o lavorativa gratificante o per lo meno possibile da vivere.

• Si tratta di accompagnare le persone sempre a prescindere dalle loro personali scelte e ri-accoglierle creando nuove opportunità: avviandole a saper costruire rapporti positivi nel contesto, a sviluppare competenze lavorative, culturali e sociali.

• Ciò significa escludere la possibilità di considerare qualcuno ‘irrecuperabile’ valorizzando le sue risorse e le sue esperienze positive

• L’etica non è una semplice enunciazione di principi, ma l’impegno quotidiano che cerca di migliorare la vita di tutti.

• Contrastare la violenza sui minori e considerare ogni persona un valore in sé e sempre recuperabile -o meglio capace di cambiare – assume un valore più alto e più generale:

Cercare le strade per liberare il futuro

dalla paura e dalla incertezza

Scoprire il senso di una cittadinanza

dove ognuno possa trovare il proprio

posto senza rinunciare ad essere

se stesso

Amare l’altro con un amore

umano e ‘divino’ così

come ha fatto il Signore Gesù