pesaro-urbino edizoni in mgazine 02/2011

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® Pesaro-Urbino www.inmagazine.it Anno VI - N. 2 - LUGLIO-AGOSTO 2011 L’impresa di famiglia Imprenditori di nuova generazione Marcella Molaroni Ceramisti per antica passione Barchi Sulle strade della storia Raphael Gualazzi Impennare con il jazz Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00 Ph. Giovanni Canitano

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Cala come un fulmine a ciel sereno Raphael Gualazzi, il quale venendo da Urbino poteva chiamarsi solo Raffaello, sconvolge il mondo italiano e internazionale della musica leggera, rinverdisce i fasti europei e si guadagna a pieno titolo la nostra copertina.

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®Pesaro-Urbino w w w. i n m a g a z i n e . i t

Anno VI - N. 2 - LUGLIO-AGOSTO 2011

L’impresa di famiglia Imprenditori di nuova generazione

Marcella Molaroni Ceramisti per antica passione

Barchi Sulle strade della storia

Raphael GualazziImpennare con il jazz

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Cala come un fulmine a ciel sereno Gualazzi, il quale venendo da Urbi-no poteva chiamarsi solo Raphael, sconvolge il mondo italiano e inter-nazionale della musica leggera e si guadagna a pieno titolo la nostra copertina. InMagazine Pesaro scen-de poi verso la costa, incontrando un piccolo ma compatto gruppo di imprenditori che hanno già lasciato tracce ben visibili nel tessuto econo-mico. E poi tutti al mare, per assa-porare la vita del Porto di Pesaro. E se il mare è una delle storiche ‘M’ pesaresi, un’altra ‘M’ ancor più clas-sica è quella della maiolica e della ceramica nella persona di Marcella Molaroni, stirpe che sta su tutti i

libri d’arte. Dal mare e dalle maio-liche di nuovo verso le colline del primo entroterra fanese, a Barchi, natura e bellezza che rinfrancano cuore e anima. La piccola ma inten-sa mostra fanese del Guercino apre la serie delle rubriche, che prose-gue con l’evento dei premi 2011 del Circolo della Stampa, con il pri-mario urologo Vincenzo Ferrara, l’enogastronomia dei Vini Fiorini e l’Agriturismo Strada per Campioli, la cultura del Jazz by the sea. Per concludere con la nazionale femmi-nile di basket, varata dall’associazio-ne Ads sordi di Pesaro. Insomma un InMagazine che si apre alla grande all’estate che è arrivata.

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Sommario

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile: Andrea Masotti

Redazione centrale: Roberta Brunazzi, Francesca Ricci

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Sabrina Montefiori

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

Ufficio commerciale: Irena Coso, Laura De Paoli

Collaboratori: Benedetta Andreoli,

Alberto Berardi, Franco Bertini, Simonetta

Campanelli, Elisabetta Ferri, Ettore Franca,

Silvia Sinibaldi, Simona Spagnoli,

Beatrice Terenzi, Maria Rita Tonti

Fotografi: Laura De Paoli, Leonardo Mattioli,

Luca Toni

Chiuso per la stampa il 27/06/2011

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax [email protected] Coordinamento redazione Pesaro: Simonetta Campanelli via Pantano, 163 - cell. 335.5262743 [email protected]

| EDITORIALE di Franco Bertini e Andrea Masotti |

4 Annotare

Brevi IN14 Essere

Raphael Gualazzi20 Lavorare

L’impresa di famiglia26 Navigare

Le associazioni navali30 Creare

Marcella Molaroni34 Visitare

Barchi

40 Ammirare

Guercino a Fano42 Premiare

Circolo della Stampa 44 Curare

Vincenzo Ferrara46 Degustare

Vini Fiorini48 Ascoltare

Jazz by The Sea50 Giocare

Basket femminile

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Défilé a casa Marchionni

Pesaro - Nella splendida cornice della dimora di Silvana Marchionni,

a Pesaro, si è svolto un défilé di capi e accessori davvero esclusivi. Numerose ospiti (esclusivamente

donne) sono state invitate da Silvana per un cocktail davvero speciale,

con annessa una presentazione nei suggestivi ambienti e nel delizioso cortile interno. Protagonisti della

sfilata due brand emergenti del Made in Italy: Luca Micco di Horo,

che produce originali t-shirt e lussuose stole nei tessuti più pregiati (cachemire o seta) abbinati ai metalli

preziosi (oro e platino) e Giada Ariotti, con i suoi splendidi capi beachwear,

costumi e parei scintillanti di Swarowsky. (S.C.)

Pista ciclopedonale Umberto Cardinale

Pesaro - Inaugurato il nuovo tratto di pista ciclopedonale sulla rive

gauche dell’antico fiume Pisaurum. Al taglio del nastro erano presenti il

sindaco Luca Ceriscioli, il presidente della Provincia Matteo Ricci e gli

assessori alla Mobilità Andrea Biancani e alle Nuove Opere Rito

Briglia, con gli sponsor Gianfranco Tonti, Maurizio Testaguzzi e Giovanna

Radicchi. Finanziata delle Industrie IFI e intitolata al suo indimenticabile

presidente e appassionato ciclista Umberto Cardinali, la pista

ciclopedonale congiunge il Ponte Vecchio all’Iper Rossini. Sull’argine

sinistro del fiume Foglia, oltre ad essere un comodo collegamento

centro città - porto canale fino alla zona commerciale e sportiva di

Torraccia, rappresenta un suggestivo percorso nella natura fluviale. Circa

4 chilometri da godere a piedi o in bicicletta, con la sincera gratitudine

al sensibile e geniale Cardinali, pioniere dell’imprenditoria locale, e alla IFI che ha fatto alla città questo

gradito regalo. (S.C.)

Festival della Felicità con Benigni

Pesaro - Roberto Benigni testimonial del Festival della Felicità della provin-cia di Pesaro e Urbino. Nessuno più del grande artista e premio Oscar poteva essere l’immagine del festival.

Ospiti della manifestazione sono sta-ti sociologi, poeti, artisti, economisti, politici e sportivi, insieme per indaga-re “in tutti i sensi” la felicità. Benigni ha dichiarato: “Vorrei che foste felici perché viviamo in un Paese memora-bile. Se la felicità, a volte, si scorda di voi, voi non vi scordate della felicità”. L’effetto felicità il pubblico lo ha piena-mente raggiunto con l’incontro dei due italiani più famosi al mondo: con Roberto Benigni c’era infatti anche Valentino Rossi, emozionato perché, ha detto, “Mi mancava conoscere un grande come Benigni”. (S.C.)

80 anni di Moto Club

Pesaro - I fratelli Luciano e Paolo Battisti, titolari della Radiant Brucia-tori e grandi appassionati di moto, come contributo alla celebrazione dei primi 100 anni di vita della Benelli hanno invitato a Pesaro Kel Carru-thers. L’indimenticato australiano - Campione del Mondo nel 1969 con la Benelli 250 cc. 4 cilindri – è salito sul palco del Moto Club Tonino Benel-li, in via Mameli 22, per un incontro con i suoi tifosi e con alcuni dei piloti di “casa nostra”: Silvio Grassetti, Pa-

olo Campanelli, Eugenio Lazzarini, Graziano Rossi. È stata una splendi-da occasione, per il Moto Club, per festeggiare i suoi 80 anni di vita. L’in-contro si è aperto con il tradizionale “rombo di tuono”, l’accensione del motore della 4 cilindri, come ricono-scimento per tutti coloro che hanno lavorato alla Benelli, trasmettendo a Pesaro una cultura meccanica e mo-toristica che nel tempo ha dato vita a imprese meccaniche e a piloti di fama mondiale. (S.C.)

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Ph. Leo Mattioli

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Annotare | Brevi IN

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Evagarden Make up Lunge

Pesaro - Aperto in via Branca 10 a Pesaro EVAGARDEN MAKE UP LOUNGE, uno spazio dedicato alla donna con il trucco EVAGARDEN, eccellenza del Made in Italy. Durante l’inaugurazione il sindaco ha tagliato il nastro rosso insieme ai coniugi Roberto Bizzocchi e Tiziana Pezzolesi titolari, insieme al figlio Francesco; per l’occasione è stato allestito anche uno shooting foto-grafico. Il nuovo negozio si presenta

come un ambiente dall’immagine lineare e ricercata, dal forte impatto comunicativo che invita e coinvolge chi vi entra. Un make-up artist a disposizione dei clienti suggerisce il trucco ideale e personalizzato per ogni occasione e l’ampiezza di scelta dei prodotti make up dai differenti colori e textu-re trasformano in realtà i desideri di bellezza di ogni donna. (S.C.)www.evagarden.com

L’Arte Confiscata

FANO - Migliaia di opere d’arte, appartenenti alla Chiesa, in seguito all’Unità d’Italia e alla soppressione degli enti religiosi vennero trasferite alle neonate amministrazioni comunali. L’operazione, che nel nostro territorio provinciale coinvolse ventinove Comuni con la soppressione di 105 congregazioni religiose e conventuali, è stata accuratamente documentata nel volume intitolato “L’Arte Confiscata. Acquisizione postunitaria del patrimonio storico artistico degli enti religiosi soppressi nella provincia di Pesaro e Urbino” (Il Lavoro Editoriale), curato da Bonita Cleri e Claudio Giardini. L’imponente opera, realizzata su iniziativa di Provincia e Banca Popolare Valconca con il patrocinio dell’Assemblea legislativa delle Marche, è stata presentata nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. (B.A.)

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Fano yacht Festival

Fano - Si è conclusa, al Porto Turisti-co Marina dei Cesari e con grande successo mediatico, la settima edizio-ne del Fano Yacht Festival, il principa-le Salone Nautico dell’Adriatico che, ancora una volta, si è confermato un evento di rilievo internazionale. Si tratta di un appuntamento fon-damentale e prestigioso, che riesce a dare la giusta visibilità ai propri espositori e alle novità sul mercato. Inoltre permette alla città di Fano, alla Provincia di Pesaro e Urbino e alla Regione Marche di essere prota-goniste sia nel proprio territorio che

a livello nazionale. Anche quest’an-no, infatti, il Salone Nautico dell’A-driatico si è confermato vetrina privi-legiata, ed ha permesso ai produttori del settore nautico di acquisire nuovi contatti su cui lavorare prima dell’i-nizio della stagione estiva. Tra le imbarcazioni più curiose e at-trattive “Paper8”, l’innovativa barca pieghevole pensata per navigare a vela, remi e motore, in modo sempli-ce e che ha riscosso molta curiosità tra la stampa specializzata e tra i visi-tatori del salone. www.fanoyachtfestival.it

Premio d’Arte aperitivo Illvstrato 2011

Pesaro - Terza edizione del Premio d’Arte Internazionale Aperitivo

Illvstrato 2011, promosso dalla rivista italiana di informazione artistica e culturale in collaborazione con

l’Accademia di Belle Arti di Brera, e con l’appoggio dell’associazione

Hansel & Greta, il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e il patrocinio del

Comune di Pesaro, della Provincia di Pesaro e Urbino e dell’Assemblea Legislativa delle Marche. Il concorso

dedicato all’illustrazione, curato da Christina Magnanelli Weitensfelder

e Marco Nardini, si rivolge ad artisti, illustratori e studenti: le opere

finaliste saranno esposte in una collettiva dal 17 dicembre 2011 al 1 gennaio 2012, nell’Ex Chiesa della

Maddalena di Pesaro, e pubblicate in un catalogo a cura di Greta Edizioni.

L’opera vincitrice sarà donata al Centro Arti Visive Pescheria di

Pesaro, dove si terrà una personale del premiato. Testimonial del premio è Paolo d’Altan. Iscrizioni aperte sino

al 30 ottobre 2011. (F.Ri.) www.premiodarteaperitivo

illustrato.com

Notte Bianca a Fano

Fano - “The social night” è il tema della “Notte Bianca” di Fano,

organizzata il 25 giugno da Comune e “Media’s Project”. “Duecento

spettacoli per ogni fascia di età sono stati protagonisti della notte più

lunga, dalle 18 alle 6 del mattino. “Fondamentale è la partecipazione

di commercianti ed esercenti di centro storico e zona mare”, afferma

l’assessore a Turismo, Eventi e Manifestazioni, Alberto Santorelli.

Il tema dell’evento richiama il fenomeno dei social network, con

filmati e foto in tempo reale realizzati dai partecipanti e pubblicati su

Facebook. (B.A.) www.nottebiancafano.it

Wider 42’, Open Day-cruiser

Castelvecchio di Monteporzio - Con il Wider 42’ l’azienda nautica di Ca-stelvecchio di Monteporzio (PU) Wi-der inaugura la categoria del wider cockpit, esaltando in modo inedito i concetti di spazio e stabilità con un open day-cruiser in grado di offrire prestazioni di livello e a basso con-sumo. Il primo modello della flotta, nato dall’idea di Tilli Antonelli e ca-ratterizzato nelle linee dal designer Fulvio De Simoni, è un day cruiser da 42 piedi dal carattere open. Un parco giochi da vivere in mare aperto ma, soprattutto, un’imbarcazione pronta

a trasformarsi e adattarsi alle più di-verse esigenze, grazie a soluzioni in grado di offrire massimo comfort e puro relax. Grazie a due estensioni la-terali dello scafo Wider 42’ raddoppia in soli 12 secondi le superfici calpesta-bili, assicurando stabilità e comfort.

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VIII edizione per The Fuxia Race

Pesaro - Torna la Regata “The Fuxia Race”, trofeo UBI Challenger

Rinaldo Gasparini, il 9 e 10 luglio a Pesaro. L’appuntamento atteso

dagli amanti della vela nasce dalla volontà di onorare la memoria di

Rinaldo Gasparini e prende il nome dal colore fuxia che contraddistingue

le sue barche Chica Boba. In questa ottava edizione della gara cresce il numero di categorie, affiancate alle tre consuete classi Magnum,

Chica e Boba, che si disputeranno il montepremi di 33.000 euro. L’evento

è organizzato dall’Associazione Sportiva Dilettantistica “The Fuxia

Race” con il supporto tecnico del Club Nautico di Pesaro, della Compagnia

della Vela, del Marina dei Cesari e in collaborazione con il Comune di

Pesaro, Provincia di Pesaro-Urbino e Confindustria. (F.Ri.)

www.fuxiarace.it

Una brandina in Piazza

Pesaro - “Anche quando fuori piove nella BOTTEGA BRANDINA trovi sempre il sole!” Con questo accatti-vante slogan Marco e Michela Moro-sini, moderni e innovativi pesaresi, hanno messo un’altra BRANDINA in Piazza. È stata inaugurata infat-ti anche a Pesaro la BB-BOTTEGA BRANDINA THE ORIGINAL, un contenitore di passioni, dove borse ed accessori sono realizzati con il tes-suto ed i colori originali dei lettini da mare tipici della riviera romagnola.

Le Botteghe Brandina sono già attive a Cattolica, Riccione, Isola di Ponza, Reggio Emilia, Rimini, Ibiza, Charle-ston (South Carolina - USA), e presto anche a Ferrara e la Jolla (California, USA). Brandina The Original valoriz-za ed esporta la cultura balneare ita-liana nel mondo: all’interno di ogni borsa si trova una piccola busta conte-nente sabbia originale della Riviera, e una foto d’autore che certifica l’origi-nalità del prodotto. (S.C.)www.brandinatheoriginal.it

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Antropologia dello Sguardo

Fano - Una tre giorni dedicata alla fotografia e all’arte contemporanea nell’intento di comporre un’istantanea sull’attuale panorama italiano attraverso mostre, eventi e conferenze. La terza edizione della rassegna annuale “Centrale Fotografia”, tenuta dall’11 al 13 giugno, si è soffermata sul mezzo fotografico inteso come strumento d’indagine antropologica, indagando i modi e le mode che lo hanno reso sia testimone documentario che interprete soggettivo del divenire umano. La rassegna, a cura di Luca Panaro e Marcello Sparaventi, si è svolta in diversi momenti e luoghi del centro storico fanese. Linea guida di quest’anno è stata la presenza di due importanti artisti contemporanei: Mario Cresci e Paola Di Bello, che si sono raccontati al pubblico offrendo una visione completa della loro produzione più recente. Tra gli eventi cardine la mostra “Sulla fotografia”, ospitata all’interno dei suggestivi locali della Rocca Malatestiana che, riprendendo il titolo del celebre saggio di Susan Sontag ne attualizza le tematiche, portando lo spettatore a domandarsi, piuttosto che a demandare, le origini del proprio sguardo, vettore attivo dell’indagine.www.centralefotografia.com

Excelsior, un Lido d’altri Tempi

Pesaro - Una cartolina raffinata dove il glamour si confonde con la tranquillità di spazi discreti e si-lenziosi, per vivere il momento in spiaggia senza caos e stress: al Lido dell’Hotel Excelsior il tempo si è dav vero fermato. Ampi ombrelloni e cabine in stile anni ’50, due vasche idromassaggio, ampi salotti per gustare cocktail e prelibate pietanze. Tra le proposte

di quest’estate il Lido Excelsior of-fre serate a tema con i menu di 12 regioni italiane, dalla Toscana, pas-sando per la Campania fino ad ar-rivare alla Sardegna. Posto ideale per gustare esclusivi aperitivi ac-compagnati da melodie dell’orche-stra del Conservatorio Gioacchino Rossini e Special Nights con cuci-na e musica internazionale. (S.C.) www.excelsiorpesaro.it

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Portulòt, disegni del porto

Fano - Riscoprire e far conoscere le tradizioni della marineria

attraverso l’opera di un grande artista marchigiano del ‘900: è stato

presentato a Fano il volume d’arte “Portulòt. Anselmo Bucci e Fano

in un album di schizzi e disegni del porto del 1926”. Lo storico dell’arte Claudio Giardini ha curato la copia anastatica (realizzata dallo Studio

Elica) dell’album che l’artista, nativo di Fossombrone, realizzò a

Fano nel settembre del ‘36, quando soggiornò per una settimana in una

locanda condividendo le giornate con i pescatori. “Frutto” della sinergia

tra Banca Popolare Valconca e Associazione Vongolai di Fano con

i Cantieri Navali Camm, il libro è stato presentato, oltre che dal

curatore Claudio Giardini, da Tonino Giardini (direttore dell’Associazione

vongolai di Fano), Massimo Lazzarini (presidente della Banca Popolare

Valconca) e dalla docente e storica Maria Lucia De Nicolò. (B.A.)

L’Happy Hour di Dondup

Milano - “Operazione Happy Hour by Dondup” a Milano, in occasione della “Man Fashion Week - Summer Season 2012”, settimana della moda uomo per la stagione estiva del pros-simo anno. In esclusiva l’eccezionale combinazione e collaborazione tra Dondup, Piaggio e il Gruppo Canti-ne Antinori. In giro per la città, alla guida di due Ape Calesse Piaggio co-stumizzate Dondup, uno special staff di modelli ha offerto un aperitivo itinerante di bollicine (champagne Perrier Jouet) e “birilli” Fichimori, vino rosso di origine pugliese bevuto, rigorosamente, ghiacciato. Allegria e moda per l’happy hour lungo le vie del Fashion District di Milano. (S.C.) [email protected]

Allianz Bank, nuova Sede

Pesaro - In Largo Ascoli Piceno sono stati inaugurati i nuovi uffici di Al-lianz Bank. Sei professionisti, con più di quindici anni di esperienza lavo-rativa, sono ora a disposizione della clientela per affiancarla nella pianifi-cazione finanziaria dei propri fondi. Attraverso la loro conoscenza perso-nale i sei specialisti degli investimenti aiutano le persone a scegliere, in un

campo complesso come quello della finanza, la migliore soluzione finaliz-zata al raggiungimento di un traguar-do di investimento assolutamente personalizzato. La condivisione degli obiettivi, la competenza e la conti-nuità del rapporto nel tempo sono il motore e la spinta di Allianz Bank per fidelizzare la clientela. (S.C.) www.allianzbank.it

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La IFI di Tavullia all’Ara Pacis con la Farnesina

Roma - Le opere della Collezione Farnesina e le instal-lazioni della Collezione Farnesina Design nella mostra “Il Palazzo della Farnesina e le sue Collezioni”, al Museo dell’Ara Pacis. Fino al 3 luglio qui è possibile scoprire la storia della Farnesina attraverso le sue raccolte, selezio-nate in circa cento opere tra arte contemporanea e de-sign. Di questa selezione fa parte anche la IFI di Tavullia, azienda che ha saputo trovare la sintesi tra arte, sapere e industria. Fare esprimere prodotti tecnologici col lin-guaggio dell’arte è un percorso intrapreso dal presidente Gianfranco Tonti, che si è rivolto ad artisti come Michele Provinciali, Massimo Dolcini e Umberto Pellizzari. Una strada che lo ha condotto alla Collezione Farnesina De-sign, alla Selezione Compasso d’Oro, oltre a diverse pub-blicazioni sugli ADI Design Index e ad originali iniziative.

Biodermogenesi da Maya Club

Pesaro - Riempire ed abbronzare le smagliature in sicurez-za oggi è possibile grazie alla biodermogenesi. Un innovati-vo metodo che permette di stimolare la produzione di nuo-vi collagene ed elastina, che vanno a riempire il solco delle smagliature, e di nuovi melanociti, che aiutano la pelle ad abbronzarsi ai raggi naturali o artificiali. Una sperimen-tazione di oltre 5 anni su più di 2mila pazienti, coronata da un successo confermato anche dagli studi della Scuo-la di Dermatologia dell’Università di Pisa, ha dimostrato che la biodermogenesi è efficace sulle smagliature rosse e bianche, grazie ad un ciclo privo di effetti collaterali, con risultati stabili anche dopo 4 anni. Biodermogenesi è in esclusiva presso i Maya Club di Pesaro e Fano.

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Modulazione di note e ritmo inconfondibile fanno di Raphael Gualazzi la vera rivelazione musicale dell’anno. Pluripremiato e straricercato, vero talento internazionale Made in Urbino.

testo Franco Bertini foto Marco Craig, Giovanni Canitano e Laura De Paoli

Impennare con il Jazz

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Essere | Raphael Gualazzi

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Raffaele Gualazzi è nato in Ur-bino. Proprio come Raffaello. “Raphael” Gualazzi è nato in Urbi-no. Proprio come Paolo Volponi. Raffaele è nato in Urbino. Proprio come Valentino Rossi. Vogliamo andare avanti o vogliamo fermarci qui? Fermiamoci qui, l’e-sagerazione è assolutamente voluta e cercata, ma solo per connotare il tipo di atmosfera, di humus e di milieu in cui è nato e cresciuto il più recente talento di questa terra. Che dipinge con le note musicali, scrive sul pentagramma e impenna col jazz. Per chi, come me, si trova a non avere troppa dimestichezza con quel tipo di musica viene in mente una battuta del film “La leg-genda del pianista sull’oceano” in cui, dopo aver ascoltato un pezzo pieno di trilli e controtrilli esegui-to da una tromba, un tizio dice “Se non sai cos’è allora è jazz…”. Fa fede, a proposito della figura e del livello artistico di Gualazzi, quanto di lui scrive il critico Aldo Grasso nella sua rubrica televisiva del “Corriere della Sera”. Parlando di una trasmissione da lui definita “un relitto di tristezza” a metà del pezzo, come se improvvisamente fosse apparso un luminoso rag-gio di sole in una giornata grigia, Grasso dice che “per fortuna c’è stata l’esibizione di Raphael Gua-lazzi, con il brano Follia d’amore”. Tanto per inquadrare meglio il personaggio va detto che Raphael Gualazzi non solo è nato in Urbino nel novembre 1981 ma ha anche studiato pianoforte al Conserva-torio ‘Rossini’ di Pesaro, dove ha cominciato a mettere insieme

la cosiddetta musica classica con jazz, blues, fusion, condendo il tut-to anche con una bella voce che, per un cantante, è sempre meglio avere. O no? Guardando la giova-ne storia di Gualazzi adesso che si va realizzando il suo successo vien da pensare che non poteva essere altrimenti per uno nato e cresciu-to fra Raffaello e Rossini. Certo è però che se sei un caprone per tua

natura, non basterebbe neanche una coppia di geni garantiti e di pura fattura come sono inconte-stabilmente i nostri due conterra-nei a tirarti fuori dalla mediocrità. Così non è stato per Raphael, che ha fatto razzia di titoli e riconosci-menti all’ultimo Festival di Sanre-mo portandosi via non solo la vit-toria nella categoria Giovani ma anche il Premio della critica ‘Mia

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Martini’, quello della Sala Stampa Radio e Tv e il Premio Assomusica. Non contento si è piazzato anche al secondo posto all’Eurovision Song Contest, denominazione che detta così fa impressione ma che in real-tà è solo l’Eurofestival di una volta, quello che, tanto per intenderci, vide la vittoria della nostra Gigliola Cinquetti un bel po’ di annetti fa e dove Gualazzi ci ha fatto fare una splendida bella figura dopo anni di oscure presenze o assenze totali. Giovane lui sia per anni che per talento, a noi che abbiamo il privi-legio o la condanna di poter ricor-

dare, Gualazzi fa simpatia anche per un altro motivo: la sua ‘scude-ria’ discografica è quella di Caterina Caselli, che oggi è imprenditrice di bravura, di fortuna e di fama ma che ai begli anni suoi e nostri fu cantante bella, briosa, simpatica ed in rotta con quei tempi un po’ beghini, formali e polverosi che lei scuoteva col suo baschetto sbaraz-zino. Perché parlare con Gualazzi?

Mi sono detto cominciando a scri-vere queste righe. Cosa potrebbe dirmi in pochi minuti, a voce o per telefono, magari tra un appunta-mento e l’altro, da qualche camera d’albergo di una qualunque città italiana o europea, che non abbia già detto decine di volte a decine d’intervistatori diversi di tutto il mondo in questi ultimi mesi? Me-glio dire come lo vedo io e come possiamo vederlo noi, cercare di spiegare che cosa mi fa venire in mente uno come lui in questo pa-norama della musica italiana cosid-detta ‘leggera’, che non offre certo

una visione allettante e neanche molto confortante. Leggo che spesso dà risposte “stralunate” e questo è già un bell’andare. È un tipo che “vive completamente immerso nella mu-sica” e leggo, con grande sollievo, che è capace di dare risposte del genere: “Mi chiedono cosa faccio quando non suono. E rispondo che canto. Quando non canto? Arrangio.

Quando non arrangio? Suono il pia-noforte. Quando non studio? Dor-mo”. Si respira aria fina e fresca nelle parole di questo cantante che non fa cenno ad amori incredibili o frequentazioni megagalattiche. Proseguo con questa specie di mo-saico aggiungendo tessere piace-voli alla figura di questo Raffaello che, con mossa un po’ sofisticata e raffinata, si è cambiato in Raphael. Dice di “non credere al carattere competitivo del festival”, e aggiun-ge che “la musica deve unire”. Di-chiara apertamente che “il jazz è musica ma anche filosofia, libertà di pensiero e di espressione...”; afferma che una vita piacevole è fatta “di un po’ di follia e di un po’ d’amore...”, così come nel suo bra-no più famoso che, evidentemente non a caso, s’intitola “Follia d’amo-re”. Gli artisti hanno di bello che sono paragonabili e confrontabili fino a un certo punto. Anzi, più consistenti sono e più è difficile accomunarli ad altri. Per cui l’ac-costamento a Ivan Graziani, altro bell’artista della nostra terra, vale magari solo come punto di par-tenza e luogo di nascita territorial-mente quasi comune, tra Urbino e

A fianco, Raphael Gualazzi al Teatro Sanzio di Urbino, dove

nel marzo scorso ha ricevuto un riconoscimento dal Presidente

della Provincia Matteo Ricci.

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Pioggia di premi da Sanremo in poi

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il Montefeltro. Entrambi scrivono ed eseguono canzoni, Graziani, or-mai parecchi anni fa, con occhio e cuore attenti alla realtà del suo tempo, Gualazzi, oggi e anche do-mani, con visione cosmopolita e con l’intento di unire matrici mu-sicali di diversa origine. Ma forse questo è anche un segno della maggiore complessità del mondo d’oggi, cantato da Raphael, rispet-to a quello un po’ più ‘arcaico’ di

Ivan Graziani. Il fatto è che dalle nostre parti non siamo molto ben disposti a rimanere a bocca aperta di fronte al primo che si mette a strimpellare davanti a un microfo-no. Ci piace che i “nostri” abbiano sostanza e radici autentiche, che sappiano quello che stanno facen-do e anche, perché no, della figu-ra che ci fanno fare in giro per il mondo. L’impressione è che con Raphael Gualazzi siamo in buone

mani, così come lo siamo stati con la lunga lista di nativi di Urbino at-tivi attraverso anni e secoli. Pazien-za se non riusciremo tutti a essere convinti che il jazz sia la vera chiave di volta della vita. L’importante è che lo sia per Raphael e che, con quella chiave, apra qualche porta attraverso la quale poter scoprire cosa c’è oltre, tra un po’ di follia e d’amore, come dice la sua canzone. IN

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Portare avanti l’impresa di famiglia è una sfida

che richiede grande impegno e voglia di

mettersi in gioco, tra continuità e innovazione.

A parlarne sono Giacomo Guidi, Cesare Gamba, Paolo Fuligni, Filippo

Moneta, Alberto Dolci e Attilio Marchetti Rossi.

La passione che porta ad accoglie-re e poi a crescere, l’esperienza che rinnova o spinge a provarsi in con-testi diversi: questo il fil rouge che unisce sei imprenditori pesaresi che affrontano con noi il tema del passaggio generazionale e dell’e-spansione di una azienda. In questo momento economicamente non facile la continuità nella gestione dell’azienda familiare è diventata un tema complesso.“Di tutte le imprese coinvolte ogni anno in Italia e nel mondo nel cam-

bio generazionale - spiega Giacomo Guidi - buona parte va incontro ad una crisi irreversibile. Io e mio fra-tello Gionata abbiamo affrontato il passaggio con grande attenzione”. Anche Cesare Gamba ha scelto di portare avanti l’azienda di famiglia con il fratello Claudio: “Una scelta dettata dalla passione e dalla con-vinzione, confermatasi nel corso degli anni”. “Quando l’impresa si crea e non si eredita - aggiunge Al-berto Dolci - significa che c’è una convinta volontà di perseguire l’at-

testo Silvia Sinibaldi e Simonetta Campanelli - foto Luca Toni

Imprenditori di nuova Generazione

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Lavorare | L’impresa di famiglia

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tività dell’imprenditore. Avere un’alternativa ed essere pronti a fare una scelta dà la misura della propria auto-nomia”. Proveniente da una famiglia impegnata nel set-tore edile Attilio Marchetti Rossi racconta: “Ho ereditato e reinventato la mia professione. Sono stato un ‘pioniere’ in un settore del tutto nuovo e sconosciuto in Italia. Ma ho perseverato”. “Non tutti i figli degli imprenditori - ag-giunge Paolo Fuligni - si sentono all’altezza di ricoprire questo ruolo. Nel mio caso, sono cresciuto imprenditorial-mente al fianco di mio padre, che mi ha trasmesso tutto il suo know-how. Anche prendere un nuovo orientamento è determinante”. Lo sa bene Filippo Moneta: “Scegliere di abbandonare l’azienda di famiglia per dedicarsi ad una nuova attività non è stata una decisione semplice; per me è stata fondamentale, per mettermi alla prova in un con-testo meno protetto”.Se il passaggio generazionale è superato, come si riesce a trasformare un’impresa familiare in un’azienda al top?“Occorre molto tempo pazienza e impegno”, entra subito nel vivo Cesare Gamba. “Sembrerà banale, ma ciò che conta è lavorare bene, con obiettivi chiari nella propria testa e un pizzico di fortuna”. “Ereditare un’azienda è una vera e propria sfida – prosegue Giacomo Guidi - si sente un certo peso sulle spalle che influenza le nostre attività

creative e manageriali poiché siamo consci e rispettosi del lavoro consolidato”. Non ha dubbi neanche Paolo Fuligni: “Serve l’aiuto e la fiducia dei tuoi collaboratori e di tutti i partner che seguono e interpretano in maniera precisa le tue direttive”. Per Filippo Moneta, invece: “L’esperienza fatta nell’attività di famiglia costituisce un notevole inse-gnamento, che rimane valido anche per la nuova attività”. Efficace anche la ricetta di Alberto Dolci: “Valorizzando al massimo i punti di forza e minimizzando le debolezze dell’azienda ereditata”.Il ruolo che avete nelle vostre aziende gode del favore del settore di cui vi occupate?“Senza dubbio”, afferma con chiarezza Attilio Marchetti Rossi. “Sono un progettista specializzato in uno specifi-

La sfida degli eredi

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co settore che è in controtendenza rispetto al comparto”. Per Guidi, invece: “La vera carta vincente è essere fedeli alle proprie tradizioni e filosofia aziendale. Noi pur avendo un brand che vende in tutto il mondo, siamo rimasti in li-nea con il profilo manageriale e ge-stionale di mio padre. “Il ruolo che ricoprivo nell’azienda di famiglia - aggiunge Moneta - era orientato principalmente al marketing e al commerciale. Le funzioni che svol-go oggi sono più ampie, ma l’orien-tamento al mercato caratterizza le nostre aziende”. “Ritengo di sì - ri-flette Fuligni - ed è ciò che mi è sta-to riconosciuto giorno dopo gior-no da coloro che mi circondano. I risultati ottenuti in questi anni alla giuda dell’azienda lo dimostrano”. Sulla stessa lunghezza d’onda Dol-ci: “La capacità di essere attrattivi è strettamente legata alla stima e al favore di cui noi imprenditori godiamo all’interno del mercato di riferimento e degli stakeholders”.Cosa conservereste e cosa cam-biereste come seconda gene-razione nella vostra azienda?

“Non vorrei cancellare assoluta-mente niente. Siamo - spiega Gui-di - una delle poche famiglie nel mondo della moda che ancora de-tiene il marchio che ha fondato. Significa che la nostra strategia e politica aziendale hanno funzio-nato”. “Sono molto attaccato alla famiglia ed ai valori ad essa colle-gati - spiega Gamba - e il poter dire che con mio nipote Luca è entrata in azienda la quarta generazione è per me motivo di grande orgoglio e felicità. Diverse le riflessioni di Dolci: “Le cose da cambiare sono tante, dalla necessità di strutturare da zero un sistema organizzativo efficace al conquistare la fiducia di coloro che contribuiscono alla crescita e allo sviluppo delle azien-de. “Le modifiche strutturali - ag-giunge Marchetti Rossi - servono per adeguarsi ai tempi e ai ritmi del lavoro, ma i valori morali fon-damentali che ho appreso non cambieranno mai”. “Conserverei - analizza Fuligni - i sani principi e la correttezza morale e professionale, la dinamicità e la capacità di adat-tarsi alle situazioni e il saper trarre

Sopra, Giacomo Guidi e a fianco Alberto Dolci. In apertura, gli imprenditori Gamba, da sinistra Luca, Claudio e Cesare.

Il passaggio di testimone

Il passaggio generazionale è una fase molto delicata che in Italia

arriva a determinare il fallimento del 30% delle imprese che

intraprendono questo percorso evolutivo, provocando nel contempo

la perdita di molti posti di lavoro, nonché la dispersione del

patrimonio di conoscenze, capacità manuali, tradizioni, legami con il territorio rappresentati dalle

aziende. Per schivare questi rischi le imprese possono avvalersi

di supporti esterni, consulenti preparati che ricoprono il ruolo di supervisori e coordinatori di tutte

le fasi del processo di transizione, veri e propri “coach” dei successori

scelti dalla proprietà per portare l’azienda nel futuro.

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vantaggio anche delle situazioni avverse. Non cancellerei niente”.È importante per te pensare che qualcuno, figlio, nipote, familiare insomma raccolga il tuo testimone?“È fondamentale - spiega Gam-ba - soprattutto dopo 30 anni di lavoro come nel mio caso. Sono grande e il sapere che un tuo parente come mio nipote o me-glio ancora un figlio entrerà in azienda è una bella iniezione di adrenalina. Poi se il figlio sarà o meno all’altezza di gestire bene l’azienda è un altro discorso...”.

È importante - confessa Marchetti Rossi - ma non lo do per scontato. Ho già un familiare nel mio stu-dio professionale ed è bello pensa-re che i miei due figli possano un giorno affiancarmi”. “Penso che ognuno si scelga la propria strada - chiarisce Dolci - e che questa debba essere frutto di convinzione, deter-minazione e produttiva di soddisfa-zioni e contentezza. Mi auguro che i miei figli siano felici facendo la cosa che amano fare”. “Credo sia il desiderio di tutti - ammette Mone-ta - poter dare continuità al lavoro

che si è iniziato; pensare di lasciare l’attività ai miei figli è un’idea che mi allieta ma al tempo stesso non vorrei mai obbligarli”. “La nostra azienda - sostiene Guidi - è lungimi-rante. Abbiamo sempre lo sguardo verso il futuro ed è importantissi-mo formare le nuove generazioni”. “Se uno dei miei figli o dei miei nipoti - conclude Fuligni - un gior-no avesse voglia di intraprendere il mio stesso lavoro gli direi che sarei pronto, assieme ai miei collabora-tori, a trasmettergli nel tempo tutta la nostra esperienza”. IN

A fianco, Attilio Marchetti Rossi. Sotto, da sinistra Paolo Fuligni e Filippo Moneta.

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Tra i luoghi più affascinanti di Pesaro, il

porto pulsa di vita. Grazie anche all’opera svolta

dalle cinque associazioni che qui sorgono, Lega Navale, Club Nautico,

Compagnia della Vela, Sub Tridente e

Assonautica.

Rimane uno dei luoghi più affasci-nanti della città di Pesaro, nono-stante i disagi e la lentezza dei lavo-ri che hanno rischiato di spegnere le attività del porto. Ma la vita pulsa troppo forte vicino al mare e così la zona sta riprendendo la sua viva-cità: tre ristoranti in pochi metri, diversi esercizi commerciali dedica-ti a chi possiede un’imbarcazione o si dedica alla pesca. A radunare e tenere insieme le persone sono soprattutto le cinque associazioni

che sorgono in Strada fra i due porti. La più antica è la Lega Navale: una dichiarazione della presidenza nazionale attesta che dal febbraio 1902 esiste una sezione pesarese. “Nel 2012 festeggeremo così i no-stri 110 anni”, dice orgoglioso il presidente Giannino Cesarini. Che promette un’edizione speciale della regata velica internazionale Pesaro-Rovigno del 1° maggio, con tante personalità della Lega Navale Italiana. Conta 400 soci e 170 posti

testo Elisabetta Ferri - foto Leo Mattioli

Gente del Porto

Navigare | Le associazioni navali

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barca posizionati fra porto e fiume Foglia, ha un istrutto-re a tempo pieno che in estate segue la scuola vela per i ragazzi, con base nautica a Baia Flaminia. Gli altri appun-tamenti classici sono la Regata del Patrono e il campionato d’inverno, ormai vicino alla 20esima edizione. Il più chic è sempre stato il Club Nautico, fondato nel 1949. E lo diven-terà ancor di più con il restyling di bar e ristorante, affidati alle sapienti mani dello chef Alceo. “Lo spirito è quello di rendere la nostra sede più accogliente”, spiega il presiden-te, Fabio Rebecchi. “Saremo aperti tutto l’anno, avremo un angolo lettura con i libri sul mare catalogati da Washington Patrignani, vogliamo diventare un luogo d’incontro per chi ama la vela e la pesca e speriamo di inglobare nuove generazioni: avremmo bisogno di più spazi per i ragazzi”. Il Club annovera 220 soci, un direttore sportivo e tre istrut-tori che seguono i 18 allievi che stanno mietendo successi, specialmente nella vela. L’appuntamento di spicco dell’an-no è “The Fuxia Race”, regata dedicata alla memoria di Rinaldo Gasparini, mentre la pesca celebra tutti gli anni, con altrettanta partecipazione, il Trofeo Renzoni.L’ associazione più recente è la Compagnia della Vela, nata

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vent’anni fa, con 60 associati e una bella sede che odora di nuovo. “Il nome è stato scelto per fare il verso ai veneziani, il nostro simbolo è la Medusa di Mengaroni”, racconta il presidente Massimo Perrone. Che lamenta l’acquisto di attrezzature dedicate alla scuola vela (8 imbar-cazioni Laser, 8 Optimist e 4 gom-moni) rimaste in un capannone per mancanza di spazi. “Vogliamo essere il punto di riferimento dei bambini che amano il mare, sen-za agonismi sfrenati. Abbiamo tre istruttori federali che aspettano di poter insegnare. Per ora ci so-steniamo con le quote sociali ed i posti ormeggio”.Salendo verso la darsena ci s’im-

batte poi nella splendida sede del-la Sub Tridente, che gode della vi-suale più bella: nata nel 1966 come centro di pescatori subacquei, ha ampliato le proprie attività, met-tendo a disposizione anche la propria passione a sostegno della Protezione Civile, con un nucleo di sommozzatori. “Il nostro spirito - racconta il presidente Maurizio To-nelli - è sempre stato di sensibilità verso il mare in tutte le sue forme. Ogni anno per la Festa del porto facciamo provare a tutti l’emozione di scendere sott’acqua con le bom-bole”. Conta 240 soci, 18 istruttori ed una squadra agonistica di apnea campione d’Italia nel 2003. Offre in-numerevoli possibilità, rilasciando

brevetti riconosciuti dal Coni: dai corsi apnea ai corsi sub, dalla pesca alla didattica subacquea. L’avven-tura indimenticabile, nel 1978, fu quella del ritrovamento di un Gale-one del ‘700 davanti alle scogliere di Bagni Giuseppe: l’unico relitto ritrovato in Adriatico risalente a quell’epoca. La sede più pittoresca rimane infine quella dell’Assonau-tica, un piccolo casottino in legno custodito da un vecchio nostromo che l’ha addobbato con uno stile impagabile. Fondata nel 1971, è una delle 52 sezioni provinciali in Italia, ha 90 soci e 20 posti barca: “Il nostro compito è quello di divul-gare la nautica da diporto e il turi-smo marinaro” spiega il presidente Paolo Morsiani. Il momento agoni-stico più importante il match-race di settembre, l’elemento più presti-gioso il premio “Amico del mare”, che da 23 anni viene assegnato a personaggi protagonisti della cit-tà. Pubblica anche un trimestrale “Porto & Mare”, che racconta la vita e le attività della zona. Non c’è che dire, il Porto è più vivo che mai. IN

A finco, la regata internazionale Pesaro – Rovigno, tenuta in maggio. Sotto, da sinistra, Giannino Cesarini, Fabio Rebecchi, Massimo Perrone, Maurizio Tonelli e Paolo Morsiani.

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Erede di una lunga tradizione, Marcella Molaroni porta avanti la fabbrica avviata dal bisnonno nel lontano 1883. Con stampi e forme che riprendono gli stili di antichi capolavori.

testo Maria Rita Tonti - foto Luca Toni

Ceramisti per antica Passione

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Creare | Marcella Molaroni

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Imprenditrice e artista: in due parole l’attività di Mar-cella Jannone Molaroni, titolare della ditta “Ceramiche Artistiche Molaroni” con sede in via Luca della Robbia. Marcella è l’erede di una tradizione lunga oltre un secolo: la fabbrica nasce con Vincenzo (1859 – 1912), affascinato sin da piccolo dall’attività del nonno materno, il ceramista Pietro Latti, del quale conserva libretti e fogli con formule misteriose, i segreti del mestiere. Signora Marcella, che ruolo ha avuto il bisnonno Vincenzo nella Fabbrica Molaroni? “È stato lui a crearla, intorno al 1880, iniziando con un negozio e deposito in via Branca, rilevando poi la Fab-brica di Majoliche e Terraglie Benucci e Latti e le sue attrezzature. Vincenzo, oltre ad aver frequentato la scuola di Scienza ceramica a Roma, era molto interessato alla sperimentazione chimica, alla ricerca di tecniche, mate-riali e nuovi colori. Nel 1883, nel complesso edilizio all’angolo tra via Cassi e via Luca Della Robbia, avvia la ‘Fabbrica di Ceramiche Artistiche Vincenzo Molaroni’. Sette i dipendenti, specializzati nell’imitazione delle cera-miche antiche. Convinto che la ricchezza di una fabbrica stia nell’assortimento degli stampi, fa copiare oggetti del museo di Pesaro e fa realizzare le forme schizzate durante i suoi viaggi. Nel giro di pochi anni dispone di una campionatura vastissima di vasi, piatti e anfore di grande eleganza”.

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Queste ‘forme’ hanno resistito nel tempo ed ora rappresentano un vero e proprio patrimonio che lei custodisce e utilizza. In magazzino ci sono oltre 2500 forme di ogni foggia e dimensio-ne. Molte di esse furono interrate quando la fabbrica, a causa della crisi, ridusse gli spazi e i ritmi di lavoro. La fabbrica di ceramiche sin dalle origini ha avuto tra i dipen-denti numerose donne, anche per il minor costo del lavoro. Oggi, anche se i tempi sono cambiati, il suo laboratorio è ancora tutto al femminile. “Proprio così. Le mie fide collabo-ratrici sono Gabriella Agabiti, che ha cominciato a lavorare in fabbri-ca da ragazzina come pittrice alle dipendenze di mia madre Gabriel-la, e Clara Andreani, assunta di re-cente, sempre come pittrice. Senza dimenticare Maria Cenciarini, ora in pensione, che per oltre 40 anni ha lavorato come ‘modellatore in terra’”. Nel 1982 lei ha preso uffi-cialmente le redini della ditta, dopo la scomparsa di sua madre, che l’a-veva diretta per quasi vent’anni. Come mai questa decisione? “È stata una scelta naturale, dal

momento che la nostra famiglia aveva sempre fatto questo tipo di lavoro. Ho frequentato il laborato-rio sin da bambina e già da piccola dipingevo con impegno. Mi sono sentita in dovere di continuare la tradizione: ho cominciato a segui-re tutti i settori dell’attività, met-tendo le mani in pasta, o meglio, in terra”. Che cosa ricorda della sua infanzia in fabbrica? “Tutto mi sembrava gigantesco. Gli enormi forni a legna, sostitu-iti nel 1950 da quelli elettrici, nei quali venivano ‘murati’ i pezzi, alimentando il fuoco con quintali di legna. Era un momento molto importante: dentro il forno c’era il lavoro di mesi e la cottura era una fase molto delicata che poteva compromettere la produzione. La ciminiera dell’epoca, alta 30 metri, è l’unica rimasta in città”. Ha un sogno nel cassetto? “Dopo la pubblicazione nel 1998 di un libro dedicato alla storia dello ‘stabilimento’ [curato dal marito, lo studioso Leon Lorenzo Loreti n.d.r.], mi piacerebbe organizzare una mostra che ripercorra la saga operosa dei Molaroni”. IN

A fianco, Marcella Molaroni nel magazzino straripante di forme. Nella pagina precedente, impegnata nella decorazione.

Maioliche istoriate

In principio fu l’istoriato. Il termine deriva da “istoria”: sulle maioliche figurano episodi biblici, mitologici e storici. Un tipo di decorazione di gusto rinascimentale in cui eccellono fra Ottocento e Novecento i fratelli Telesforo ed Eliseo Bertozzini. Tra le decorazioni - policromato, raffaellesco, soprabbianco – sono molto diffuse, specie da quando la produzione si è concentrata sulla maiolica di Pesaro e dintorni, la margherita e la rosa di Pesaro. Anticamente, poiché il rosso della rosa conteneva oro ed era quindi piuttosto costoso, il prodotto era appannaggio dei clienti più abbienti, mentre per la margherita la spesa era più contenuta.

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Ristorante PARADISE

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Una domenica lontana dal caos delle spiagge ci

porta a Barchi, gioiello racchiuso tra antiche

mura. Un piccolo centro che rappresenta la perfetta sintesi tra uomo e natura, sul

lussureggiante panorama marchigiano.

Eccovi una proposta per una do-menica diversa, lontana dalla confusione della spiaggia e dai ba-gnanti. Dalla E78, la superstrada da Fano per Roma, uscite a Calci-nelli e girate per Montemaggiore. Appena la strada sale dirigetevi a destra verso San Liberio prose-guendo sulla SP49 che, dopo il “Tris”, sale la collina. Al bivio, la destra vi porta a Barchi.È terra di Galli Senoni, e fu zona di combattimento fra l’esercito roma-no e gli uomini di Asdrubale nella “battaglia del Metauro” del 207 a.C.Non si conoscono le origini di Barchi e del suo nome. C’è chi parla di car-

taginesi che, scampati al macello della battaglia, qui, anche se scon-fitti di brutto, vollero perpetuare il nome dei loro capi, Asdrubale e Annibale Barca.Chiarito chi comanda, sotto Roma, Barchi visse un periodo operoso e tranquillo che però finì con l’ar-rivo dei Visigoti e le successive ca-gnare tra quelli e Ostrogoti, Bizan-tini e Longobardi, finché nel 750 cominciò il dominio della Chiesa, arrivato fino all’Unità d’Italia.Il piccolo centro a forma ovale (200 metri per 80) vivacchia nel Medioe-vo, si cinge di mura e si trasforma in uno strategico castello definito

testo Ettore Franca - foto Leo Mattioli

Sulle strade della Storia

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Visitare | Barchi

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“sito forte” da Francesco Guicciardini nella sua “Storia d’I-talia”, quando racconta che Giovanni dalle Bande Nere, nel 1517, verificato l’inutile insistere nell’assedio voluto dai Medici, con la sua soldataglia decise che era meglio mollare tutto. Non ci sono più né la porta medioevale né il ponte levatoio ma, come allora, si potrebbe entrare nel “castello” per la strada di “porta vecchia” (ma perché l’hanno chiamata via Verdi?).Oggi si sale per l’imponente seicentesca “porta nova” e ci si trova, irreale nel silenzio, in un borgo che sembra fuori dal tempo così come lo ha modernizzato Filippo Terzi, l’archi-tetto che prima di passare al servizio dei re di Spagna e di Portogallo, fu incaricato da Guidobaldo II della Rovere di rivedere la struttura urbanistica per adeguare il paese a concezioni “nuove”. A Guidobaldo, che era già duca di Urbino, nel 1571, il cardinale Giulio della Rovere, suo fratello, pensò bene di assegnare anche Barchi.

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Page 36: Pesaro-Urbino Edizoni IN Mgazine 02/2011

Mentre il progetto di Filippo Terzi trasforma l’antico castello da luogo di difesa in un borgo di artigiani e agricoltori, Guidobaldo costruisce il suo palazzo.Viene rifatta la piazza e la chiesa, i palazzi assumono l’impronta della cultura rinascimentale, l’arroccato borgo medievale si apre alla campa-gna e ai boschi la cui visione, quasi in reciproca integrazione, s’inseri-sce nel tessuto urbano. Gli inter-venti successivi, pur rispondendo alle necessità dei tempi, hanno rispetto della scenografia del ter-ritorio facendo di Barchi un punto d’eccellenza nel paesaggio, in quel-

la sintesi tra natura, uomo e storia che spesso connota le Marche.Da “porta vecchia” ecco a sinistra il palazzo dei Della Rovere e, a destra, il vicolo “degli Ebrei” la cui presen-za storica è testimoniata dei molti “Barchi” tra i cognomi italiani.Nella piazza è la chiesa di sant’An-tonio da Padova, costruita nel ’600 al posto di un “ospedale” per i po-veri e, soprattutto, per i viandanti.Poco più in là troneggiano la torre campanaria, col curioso orologio a un’unica lancetta, e il palazzo già “comitale”, sostenuto dalle logge pensate per il mercato coperto dove, anti-lite, incise nella pietra

Vino e olio extravergine

Il paese e il territorio, recentemente, hanno avuto

risonanza per l’attività dell’azienda agraria del dottor Valentino Fiorini della quale vigne ed oliveti hanno

dato impronta al paesaggio e i suoi prodotti, pur faticosamente, si

sono affermati sui difficili mercati dell’enologia e dell’extravergine.

Dopo il giro tra le vie antiche di Barchi ed aver goduto il panorama

“verso mare” si prosegua verso Sorbolongo e, dopo alcuni tornanti,

sulla sinistra, ecco il centro aziendale con le strutture operative. Una sosta sarà sempre ben accolta dalla squisita cortesia della signora Silvana, un’occasione per rifornirsi

di prodotti a chilometro zero, esclusi quelli percorsi per arrivare fin qui.

A fianco, il cortile del palazzo ducale e la torre del Municipio.

In basso, vasi esposti al Museo degli orci.

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sono ancora le tacche delle misure.Tutto rispetta i criteri della sezione aurea, la “divina proporzione”, frut-to della filosofia e degli studi mate-matici e architettonici del Cinque-cento. Nella piazza c’è la fontana “a ruota” per la gente che traeva l’acqua piovana dalla cisterna.Sotto le mura sono le grotte utiliz-zate per conservare i cereali e, du-rante la guerra, furono rifugio an-tiaereo dei barchiesi mentre lungo le mura, verso il mare, un piccolo edificio conserva il forno “sociale” delle famiglie del castello.Sulla piazza è il palazzo Lenci e, ac-canto al Municipio, sono la chiesa dei santi Ubaldo, Tommaso d’Aquino, Filippo Neri e la Collegiata col bat-

tistero in pietra rosa del Furlo. Un piccolo dipinto raffigura Eva e Ada-mo nel paradiso terrestre mentre, nelle navate, gli altari in pietra are-naria riportano gli stemmi del duca Francesco Maria II e delle famiglie nobiliari del luogo. All’altare rima-ne la pala col Cristo risorto, sant’U-baldo e san Tommaso, del ’600, mentre su quelli laterali opere del XVI secolo, un’Annunciazione e la Madonna col bambino dell’urbina-te Antonio Cimatori, detto il Visac-cio, una Crocefissione e la Madon-na della Misericordia attribuita al fanese Carlo Magini.In chiesa, dal 1789, la musica della liturgia viene da un “Callido”, strumento di note-vole importanza fabbricato da uno

dei più famosi organari del tempo. Il Crocefisso ligneo e gli angeli si dicono opere dello stesso Terzi, qui in veste di intagliatore. Appena fuo-ri, è il palazzo dove crebbe Aristide Rosati, chimico, che sarà precettore di Umberto I. Per la via delle “mura al monte” ci si imbatte in uno dei torricini che Filippo Terzi inserì sui fronti del castello, ispirandosi a quelli della fortezza Albornoz a Urbino. Proseguendo sulle mura, o imboccando il corso verso “porta nova”, ecco il piccolo “Museo degli orci” con i manufatti degli orciai locali, né mancano, illustrate, av-venture e disavventure della banda Grossi, che fu attiva nelle campa-gne nel XIX secolo. IN

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Tre dipinti, un solo pittore. Una città come

Fano e una lunga storia, che ruota attorno ai

capolavori del Guercino. Esposti alla Pinacoteca

San Domenico.

Mai a Fano si era vista tanta gen-te per una mostra. Qualcuno più curioso di altri sostiene che la sera dell’inaugurazione, l’8 maggio scorso, alla Pinacoteca San Do-menico sia stato sfiorato il fatidico numero di mille presenti, di molto superato la domenica successiva. Si sapeva che per Giovanni Fran-cesco Guerrieri, detto il Guercino, Fano ha da secoli una sorta di de-vozione artistica. Ne fanno fede le oculate commissioni di opere

da parte delle più nobili famiglie fanesi, la collocazione delle stesse nelle cappelle delle più importanti ed amate chiese cittadine ed infine la singolare sorte toccata alle stesse nel corso dei secoli. Parlare a Fano della imponente basilica di San Paterniano, della stupenda chiesa barocca di San Pietro e della chiesa di Sant’Agostino, sconosciuta alla giovani generazioni in quanto non ancora completamente restaura-ta dopo le vicende della seconda

testo Alberto Berardi - foto Luca Toni

Tra presenza e Assenza

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Ammirare | Guercino a Fano

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Guerra mondiale, è come parlare delle stanze della pro-pria abitazione. In esse tutti hanno vissuto i momenti più intensi della loro vita comunitaria, le gioie ed i dolori, i matrimoni e i funerali, i battesimi e tutte le funzioni liturgiche. È stata quindi una grande emozione ritrovare insieme, una accanto all’altra, tre tele di un vero, grande artista che una volta adornavano gli altari delle chiese cittadine: “Lo Sposalizio della Vergine”, “l’Angelo Custo-de” ed infine tornato dalla Francia per l’occasione “San Giovanni al fonte”. Un’emozione che ha per una volta coin-volto tutti, intellettuali e gente semplice, religiosi e laici,

autorità politiche e storici dell’arte. Sembrava di essere in una altra città, in un’altra epoca, tutti uniti a rendere omaggio all’artista che a sua volta aveva reso omaggio con la sua arte alla devozione di un popolo. “L’Angelo Custo-de” a suo tempo sedusse persino il poeta inglese Robert Browing, che ad esso dedicò una celebre poesia dalla qua-le ebbe origine un curioso Club americano, il Fano Club. “Lo Sposalizio della Vergine” fu rubato in una notte buia e tempestosa e la comunità si tassò per mettere insieme una taglia. “San Giovanni al fonte”, infine, fu “estratto”, così si esprimevano gli studiosi al seguito delle truppe napoleoniche durante la prima discesa in Italia del 1797; passò per il Louvre, poi a Strasburgo per toccare infine la città di Montpellier, il cui Museo intitolato al pittore Fabre ha gentilmente concesso il prestito. Tre dipinti, un solo pittore, una piccola grande città, una lunga storia. La Storia d’Italia. IN

Tre capolavori di Guercino

Andar per mostre

La mostra “Guercino a Fano tra presenza ed assenza” è esposta dal 7 maggio al 1° ottobre alla Pinacoteca San Domenico, tutti i giorni escluso il lunedì, dalle ore 18 alle 22. Nello stesso periodo alla Basilica di San Paterniano e Cattedrale si può visitare “Itinerario del Seicento fanese”, tutti i giorni esclusi i festivi dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18; nella Pinacoteca civica tutti i giorni escluso il lunedì dalle 18 alle 20. L’ingresso è gratuito in tutte le sedi.

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Tutto esaurito a palazzo Montani Antaldi per il Premio 2011, organizzato dal Circolo della Stampa di Pesaro.

Successo scontato per la cerimo-nia del Premio 2011 istituito dal Circolo della Stampa di Pesaro, con l’Auditorium di Palazzo Mon-tani Antaldi tutto esaurito anzi-tempo e con un pirotecnico in-tervento del comico Paolo Cevoli. Intervenuto come relatore di Sil-vio Cattarina, presidente della co-munità terapeutica “L’Imprevisto”, premiato da Emanuela Scavolini e Gianfranco Sabbatini “per la capa-cità, la tenacia e l’entusiasmo con cui sta operando da una vita sul difficile

fronte del recupero giovanile”. Altra protagonista (dei quattro premia-ti) è stata la storica dell’arte Anna Maria Pieretti Benedetti “per aver divulgato nel corso degli anni l’amo-re per l’arte e per la cultura sempre fondendo semplicità e conoscenza” presentata da Andrea Emiliani (in video da Bologna) e premiata dal professor Antonio Brancati. È stata poi la volta del reporter e presentatore televisivo Emerson Gattafoni “per aver portato il nome di Pesaro ‘on the road’ in tutte le parti

del mondo, sia reale che dell’informa-zione e delle immagini”, presentato da Anna Rita Ioni e premiato da Franco Uncini. Infine, seguendo l’ordine alfabetico, è stato premia-to l’architetto Marco Tamino “per la sua attività professionale che ha ormai raggiunto e toccato dimensioni e temi di livello nazionale”, presentato da Ludovico Pratesi e premiato da Eligio Palazzetti. Il premio speciale per i 100 anni di vita è andato alla Moto Benelli, presenti la famiglia, il Moto Club “Tonino Benelli”, il Registro stori-co “Benelli” e i rappresentanti del-la proprietà. A premiare sono stati i tre piloti pesaresi Paolo Campa-nelli, Silvio Grassetti ed Eugenio Lazzarini. Ad Alberto Pancrazi, giornalista di RaiTre Marche, è stata infine consegnata la “Spilla d’oro” per la sua anzianità di ser-vizio, istituita in ricordo di Paolo Albini Riccioli. La serata, condot-ta come sempre dal presidente del Circolo della Stampa, Elio Giulia-ni, è stata arricchita, oltre che da una superlativa performance di Paolo Cevoli, da filmati e dall’e-sibizione dell’enigmista Leone Pantaleoni. Una manifestazione, giunta alla XXVII edizione, anco-ra all’altezza dell’ormai consolida-ta tradizione. IN

testo Franco Bertini e Simonetta Campanelli - foto Luca Toni

Serata d’ Onore

Sempre di più la bellezza va oltre la sua percezione più effimera e viene considerata come un concreto segno di salute e benessere. Un bel sorriso è un biglietto da visita che facilita le relazioni interpersonali. Non solo strumento di seduzione ma anche di successo nel lavoro. Migliorare l’estetica del proprio sorriso diventa quin-di una scelta che può coinvolgere importanti aspetti della nostra psicologia relazionale, spesso sottovalutati nella loro reale importanza nella nostra vita quotidiana.

L’importanza di un sorriso

Parlarne per risolvereIl criterio di approccio è quello di parlare con il paziente e approfondire in-sieme quelle che possono essere le soluzioni e le terapie personalizzate da effettuare. La prima visita e i preventivi sono gratuiti.

Particolare attenzione è dedicata all’estetica dentale grazie all’utilizzo delle migliori e più innovative tecniche:ortodonzia invisibile permette in tempi brevissimi di allineare i denti in pieno comfort con appa-recchi nascosti alla vistasbiancamenti immediati nell’arco di mezz’ora, grazie all’utilizzo di lampade a led che rendono il sor-riso bianco e brillantefaccette in ceramica integraliin soli due giorni si possono modificare straordinariamente il sorriso rivesten-do con una pellicola sottilissima denti consumati o scuriti.

Il nostro staff copre tutte le esigenze dall’ortodonzia del bambino, endodonzia e protesi fisse e mobili, alla parodontologia e implantologia computerizzata.

Studio di odontoiatria

PesaroViale A. Cecchi, 400721 23985

Esempio di un trattamento con faccette in ceramica, cioè dei sottili manufatti 0,4-0,6 mm che sostituiscono la parte mancante del dente, mimandone in modo del tutto naturale il colore e la forma, utili per migliorarne l'estetica

InMagazine LUGLIO.indd 1 23-06-2011 12:19:13

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Premiare | Circolo della Stampa

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Sempre di più la bellezza va oltre la sua percezione più effimera e viene considerata come un concreto segno di salute e benessere. Un bel sorriso è un biglietto da visita che facilita le relazioni interpersonali. Non solo strumento di seduzione ma anche di successo nel lavoro. Migliorare l’estetica del proprio sorriso diventa quin-di una scelta che può coinvolgere importanti aspetti della nostra psicologia relazionale, spesso sottovalutati nella loro reale importanza nella nostra vita quotidiana.

L’importanza di un sorriso

Parlarne per risolvereIl criterio di approccio è quello di parlare con il paziente e approfondire in-sieme quelle che possono essere le soluzioni e le terapie personalizzate da effettuare. La prima visita e i preventivi sono gratuiti.

Particolare attenzione è dedicata all’estetica dentale grazie all’utilizzo delle migliori e più innovative tecniche:ortodonzia invisibile permette in tempi brevissimi di allineare i denti in pieno comfort con appa-recchi nascosti alla vistasbiancamenti immediati nell’arco di mezz’ora, grazie all’utilizzo di lampade a led che rendono il sor-riso bianco e brillantefaccette in ceramica integraliin soli due giorni si possono modificare straordinariamente il sorriso rivesten-do con una pellicola sottilissima denti consumati o scuriti.

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Un’innovativa tecnica laparoscopica permette di ridurre i problemi fisici e psicologici dovuti a tagli e cicatrici. In questo campo opera il dottor Vincenzo Ferrara, che ha anche in programma la costituzione di una Scuola di Laparoscopia Urologica a Jesi.

Una singola incisione di appena 2,5 centimetri eseguita appena sotto l’ombelico. Questa è la tecnica ope-ratoria messa a punto dal dottor Vincenzo Ferrara per intervenire sul tumore alla prostata, che ri-guarda ogni anno circa 9mila nuo-vi casi, e per il quale, fino a pochi anni fa, si effettuavano operazio-ni chirurgiche molto invasive. Di origini molisane, Ferrara dirige il reparto di Urologia dell’Ospedale Civile di Jesi e da anni vive a Pesaro. È stato uno dei primi urologi italia-ni ad abbracciare con convinzione le tecniche laparoscopische con le quali, dagli anni ’90, si è iniziato ad operare attraverso 4 - 5 piccoli fori (di 5 o 10 millimetri) nell’addome, abbandonando progressivamente la procedura chirurgica tradizio-nale eseguita mediante un’incisio-ne lunga dall’ombelico al pube. Anno dopo anno la laparoscopia si è affinata, diventando sempre meno invasiva, fino all’approdo al quale è giunto il dottor Ferrara: la SILS (Single Incision Laparoscopic Surgery), acronimo che indica una procedura in cui l’intervento viene

eseguito attraverso una sola inci-sione attraverso l’ombelico. “La Sils - spiega l’urologo - è resa possibile anche grazie all’evoluzione di stru-menti operativi articolabili e rotan-ti, che consentono una migliore precisione e libertà di movimento. In questo caso l’intervento è enor-memente facilitato da un divarica-tore addominale di mia invenzio-ne, che consente di aumentare gli spazi di manovra dentro l’addome”, conclude Ferrara. Il medico ora sta viaggiando in Italia e in Europa per trasmettere la nuova tecnica ai colleghi urologi, ed ha anche in programma la costituzione di una Scuola di Laparoscopia Urologia a Jesi. “Le ricadute sul paziente sono importanti”, afferma il medico. “Può intraprendere un recupero post-operatorio ridotto (uno o due le giornate di degenza), avere una ripresa più rapida della minzione, dell’attività sessuale e dei tempi di recupero, che si traducono in un più precoce reinserimento sociale e lavorativo”. Non a caso, il palli-no del dottor Ferrara da quando ha iniziato a lavorare nelle corsie

dell’ospedale San Salvatore di Pe-saro affiancando luminari della specialità come Umberto Borghi e Giancarlo Fabrizi, è sempre sta-to quello di intervenire usando il meno possibile il bisturi. “In questi anni - prosegue Ferra-ra - abbiamo riscontrato come la riduzione delle ferite addomina-li comportino il grande vantaggio psicologico di far sentire il paziente meno malato, al punto da arrivare quasi a sottovalutare la patologia per cui è stato operato ritenendo, a torto, che a piccola incisione corri-sponda una lieve patologia”. Anche le applicazioni della laparoscopia con singola incisione sono assai interessanti: “In campo urologico, tale tecnica viene usata a Jesi anche per intervenire sul rene e sulle sue patologie, come per esempio le ci-sti ed i tumori. Naturalmente - con-clude Ferrara - con gli stessi van-taggi già citati in precedenza, a cui aggiungerei anche quelli estetici. Cicatrici così piccole consentono, soprattutto alle signore, di meglio sopportare i postumi psicologici dell’intervento”. IN

testo Simona Spagnoli - foto Luca Toni

Operare senza Bisturi

SMAGLIATURE? NON PIÙ UN PROBLEMA!

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Curare | Vincenzo Ferrara

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SMAGLIATURE? NON PIÙ UN PROBLEMA!

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La strada per Campioli accompagna verso i

vigneti Fiorini, storica azienda da cui escono

rossi e bianchi di grande nobiltà. Da assaporare

anche nella nuova foresteria agrituristica.

Queste colline erano connotate dall’agricoltura dei campi verdi o gialli, dalle vigne nei piccoli quadri di filari e degli olivi, isolati, dove si doveva andare solo a piedi.I tempi sono cambiati. I campi sono vasti, scomparsi i filari e gli alberi solitari, vite e olivi sono in impianti specializzati dove, a tempo, scorraz-zano grosse macchine che allevia-no la fatica. Da un’attività umile e quasi fatalistica l’agricoltura è oggi un’impresa “industriale”, dove i vari settori che la compongono si integrano e si completano. Ne è un esempio l’azienda avviata da Lu-igi Fiorini a fine ’800 e accresciuta dal dott. Valentino, che ha scelto la vite su 60 ettari e l’olivo su 8 etta-ri, completandosi col trasformare “in proprio”, in moderni impianti, le uve e le olive. Tanta passione è coronata dal piacere e l’orgoglio di far conoscere ai “cittadini” la vita dell’agricoltore.Un vecchio casale della mezzadria, perfettamente restaurato e inau-gurato a maggio, è oggi “foresteria agrituristica”, termine che espri-me meglio il senso della proposta

rispetto alla parola “agriturismo”, spesso sinonimo di “ristorante in campagna”. Due sale sono per la de-gustazione dei prodotti aziendali e accogliere incontri; per gli ospiti ci sono cinque stanze ben arredate; completa l’edificio un’ampia terraz-za che s’apre su un vasto prato.La cucina esprime una cultura ga-stronomica lontana da quella “nou-velle”. È affidata ai menu di Otello Renzi, deus ex machina il quale, attin-gendo ai prodotti dell’azienda o di altre vicine, presenta proposte volte alla stagionalità, che rispecchiano raffinatezza nei dettagli, improntati dalla signorilità della famiglia.

I piatti, affidati alla sapienza di Anna, sanno di sobria semplicità.Essere ospiti significa appropriarsi di cultura, crogiolandosi al sole o all’ombra dell’aria profumata delle colline, dove l’agricoltura rispetta l’ambiente. Brevi spostamenti fan-no scoprire i paesi vicini, ricchi di storia: Barchi, ça va sans dire, ma an-che Orciano, Mondavio, Sorbolon-go, Reforzate, Fratterosa, Sant’Ip-polito, Corinaldo e altri entro 10 chilometri. Si arriva facilmente an-che a Urbino o a Pergola, Fossom-brone, Gubbio o il Montefeltro di San Leo e San Marino. E a soli 20 chilometri c’è il mare Adriatico. IN

testo Ettore Franca - foto Leo Mattioli

Il raffinato gusto della Tradizione

Vini DOC

Le vigne qui maturano le uve classiche della zona. La giovane Carla, enologo, esprime tradizione e capacità; Silvana, con raffinata eleganza, ha fatto bella e accogliente l’azienda. Ecco il Campioli, un grande Bianchello DOC, di lunga maturazione, sapido e caldo, nobile negli equilibri; il S.Ilario DOC, giovane d’aromi d’uva; il neonato Contrada la Galloppa IGT a base sauvignon blanc chardonnay e bianchello; il Monsavium, un vinsanto ambrato dolce e caldo; il Sirio, un “Colli Pesaresi Sangiovese DOC” che sa di frutto nei toni di giovinezza; il Bartis, affinato nei barili. Per “Perledonnechecambiano” Silvana e Carla hanno creato Perle, uno charmat dal lieve perlage. Outsider è il Luigi Fiorini, che esce al quarto anno e migliora in altri 5-10: vino ormai nel gotha italiano. Splendido e ricco di profumi è anche l’extravergine, ancora senza nome ma, dalla comparsa, di sicura affermazione.

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Degustare | Vini Fiorini

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Fano capitale del jazz dal 25 al 31 luglio con la rassegna “Jazz by the Sea”. Tra gli ospiti attesi John McLaughlin ed Enrico Rava, Tom Harrell e Tuck & Patti.

Per una settimana all’anno Fano diventa la “capitale del jazz in riva al mare”. Dal 25 al 31 luglio qui va in scena il “Fano Jazz by The Sea”, giunto alla 19esima edizione. Le note di grandi musicisti fanno da colonna sonora alla “città della for-tuna”, tra il porto di Fano - Marina dei Cesari e la Corte Malatestiana in piazza XX Settembre, dove saranno ospitati i concerti. L’evento, diret-to da Adriano Pedini, ha un’ante-prima giovedì 21 luglio alle 21,45 al Porto di Vallugola di Gabicce Mare, con il concerto di “Hamilton de Holanda & Marcos Suzano”, per entrare poi nel vivo il 25 luglio alle 21, nel palcoscenico sull’acqua alle-stito al Porto di Fano con il concerto del celebre chitarrista inglese John McLaughlin. I concerti delle due se-

rate successive, alla Corte Malate-stiana, vedono invece al centro della scena la tromba: martedì 26 alle 21 tocca al quintetto dello statunitense Tom Harrell, mentre mercoledì 27 è la volta del più internazionale dei jazzisti italiani, Enrico Rava, nel cui attuale quintetto spicca il tromboni-sta Gianluca Petrella. Il percussioni-sta indiano Trilok Gurtu arriva con il suo quartetto ethno-jazz giovedì 28 alle 21, sul palcoscenico sull’ac-qua a Marina dei Cesari, mentre il giorno successivo sullo stesso pal-co si esibirà la pianista giapponese Hiromi, nuova stella del piano jazz, con Anthony Jackson al basso elet-trico e Simon Phillips alla batteria. Il palcoscenico sull’acqua vede quindi protagonista, sabato 30 lu-glio alle 21, la coppia “Tuck & Patti”,

composta da Tuck Andress e Patti Cathcart. Ogni serata si conclude con i concerti del “Jazz Village” nel “Pala J” al Porto, dalle ore 23 in poi. Il festival si chiude domenica 31 con un appuntamento gratuito nella Golena del Furlo di Acqualagna dove si esibirà, in esclusiva italiana, il musicista ivoriano Aly Keità, vir-tuoso di balafon con il suo gruppo, e una delle più belle voci africane emerse negli ultimi anni, Dobet Gnahorè. “Fano Jazz By The Sea” è organizzato da Fano Jazz Network in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura di Fano e Porto di Fano - Marina dei Cesari e la partecipa-zione dell’Assessorato a Cultura e Turismo della Regione Marche e dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Pesaro e Urbino. IN

testo Benedetta Andreoli - foto Leo Mattioli

Sull’onda del Jazz

Info e prevedite

I biglietti per i concerti alla Corte Malatestiana e al Porto di Fano - Marina dei Cesari vanno da 15 a 30 euro; concerto - anteprima del 21 luglio 15 euro; concerti al “Pala J” e spettacolo del 31 luglio ingresso gratuito. Prevendite al botteghino del Teatro della Fortuna (0721 800750). Bus navetta gratuito per i concerti di 26 e 29 luglio: da Marina dei Cesari a Corte Malatestiana ore 20.30; da Corte Malatestiana a Marina dei Cesari ore 22.45. Info: 0721 803043; [email protected]; www.fanojazznetwork.it

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Ascoltare | Jazz by The Sea

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L’Asd sordi Pesaro ha dato vita alla Nazionale femminile di basket, che a settembre parteciperà ai Mondiali di Palermo.

Era un sogno. Divenuto realtà da sabato 28 maggio 2011. L’Associa-zione Sportiva Dilettantistica (Asd) sordi Pesaro ha dato vita alla Na-zionale femminile di basket, che in settembre parteciperà ai Mondiali organizzati a Palermo. Lo scorso 28 maggio nella palestra del Ledimar si è tenuto il primo raduno, con dodici ragazze provenienti da ogni parte d’Italia, da Messina a Berga-mo, agli ordini di Mary Ann Dillier, coach dell’Olimpia (B2), che ha ac-cettato con entusiasmo la proposta risolvendo il problema del forfait di Peter Pozzoli, impegnato sul cam-po in Sicilia con la Nazionale ma-schile. “Le mie motivazioni sono

state subito alte”, racconta la Dil-lier, che allena anche la Nazionale Svizzera. “Abbiamo la possibilità di vivere un’esperienza sportiva nuova perché, al di là del professionismo, esistono tante realtà che meritano di essere portate alla luce. Con le ragazze non udenti ho avuto subito un approccio grintoso, le conside-ro delle vere atlete. E per fortuna io gesticolo molto, così ci capiamo al volo…”. In panchina con lei ci sarà Davide Boccarossa. Per Beatrice Te-renzi, che ha spinto il progetto sin dagli albori, due anni fa, la soddi-sfazione di essere stata nominata direttore tecnico dalla Federazione Italiana Sordi: “Desidero ringrazia-

re l’assessore allo sport Belloni che ci ha sempre sostenuto. Faremo al-tri due raduni prima dei Mondiali e siamo convinte che il nostro livel-lo, sia fisico che tecnico, crescerà”. Grazie all’Asd sordi, dunque, la realtà femminile ha preso corpo: partecipando prima come squadra di Pesaro all’Eurocup di Trapani ed ora formando la Nazionale, che mancava nel panorama delle non udenti ed ora attesa al primo ap-puntamento prestigioso, dal 16 al 24 settembre. Il capitano è una ra-gazza pesarese, Cristina Taurino di Mondolfo ed ha chances di essere convocata anche Giuseppina Me-dardi di Montecchio. IN

testo Elisabetta Ferri - foto Leo Mattioli

Ragazze sotto Canestro

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Giocare | Basket femminile

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Lo spettacolo delle onde che si stendono e si ritirano sulla spiaggia è un puro momento di relax da vivere mentre si cena o durante un trattamento benessere. L’Hotel Excelsior regala ai suoi ospiti la poesia del mare.

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