pesaro-urbino in magazine - 02-2010

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Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010 Pesaro-Urbino Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00 Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume Francesca Pascucci La signora delle chiocciole Silvia Cecchi Il volto elegante della Legge www.inmagazine.it

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Pesaro-Urbino IN - 02-2010

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Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010

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Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione

Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume

Francesca Pascucci La signora delle chiocciole

SilviaCecchiIl volto elegante della Legge

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Si può essere parte integrante della vita cittadina senza compiere im-prese eclatanti, ma facendo con competenza la propria professione, coltivando passioni non effimere, il tutto avendo radici personali e familiari che risalgono nella storia pesarese. È proprio il caso di Sil-via Cecchi, sostituto procuratore del Tribunale di Pesaro che apre questo numero estivo di “IN Ma-gazine”, precedendo le “passioni” altrettanto fattive e significative di cinque imprenditori (per quattro realtà aziendali, due di loro sono fratello e sorella), che hanno sapu-

to trasformare un’idea in un pro-getto, un’arguzia personale in un valore economico.E se l’approfondimento musical-culturale fa sosta nello studio di Pa-olo Giaro, chitarrista e compositore amante del jazz ed anche delle mu-siche “altre”, provenienti da ogni parte del mondo (il jazz ritorna poi in una delle rubriche, dando spazio al Club pesarese di recente apertura), la stagione estiva vuole e merita il suo spazio: che non è (banalmente) quello di un bagno al mare, ma un tuffo nelle fresche acque dei fiumi dell’entroterra, le

“spiagge”, anche un po’ “sofisti-cate”, di chi non scende sulle rive dell’Adriatico, ma sale in collina a cercare frescura alternativa sulle sponde d’acqua dolce.L’articolo dedicato alle “passioni” dei pesaresi si sofferma sui fiori, emblema con i loro colori e profu-mi di una bella stagione finalmente partita e tutta da vivere. Seguono le consuete, numerose, rubriche, dove ogni volta andiamo a cono-scere tanti protagonisti del nostro territorio, ognuno nel proprio campo. Per la gastronomia si parla di lumache, prelibatezza della cuci-na di mare, allevate con professio-nalità da una giovane donna alla guida di una dinamica azienda; per la salute, un ritratto del primario di gastroenterologia al San Salvato-re, molto attivo anche in missioni umanitarie nei paesi più poveri del mondo. Le appendici a Fano e Urbino si sof-fermano, rispettivamente, su Carlo Moschini, tra i padri della nautica nella locale, e sulla presentazione della prima edizione italiana di un libro importante, Memorie dei Du-chi d’Urbino, opera dello scozzese James Dennistoun nel 1851, ora tradotta grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. Luogo di questa “prima”, la Sala del Trono del Palazzo Duca-le. Una nobile conclusione, con la quale vi auguriamo buona estate e buona lettura.

Professione e Passione

di Andrea Masotti

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MatteoPlazziIl navigatore dei mari

Giovanni Malpezzi Studiando...da Sindaco

Terminal Crociere Il porto cambia look

Paolo Vandini L’acqua...nel sangue

Anno IX - N. 2 - mAmAm ggIo 2010

Ravenna®

Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010

Pesaro-Urbino

Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione

Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume

Francesca Pascucci La signora delle chiocciole

SilviaCecchiIl volto elegante della Legge

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Anno X - N. 2 - mAggio 2010

R i m i n i

BrunoVernocchiUn ingegnere a tutto gas

Alta Valmarecchia Cartolina dalla “nuova” Romagna

Concept store I live shopping

Centro Edith Stein La cura dell’arte

®F o r l ì

Anno XIII - N. 3 - GIUGNO 2010

Confronto sulCommercio

Giancarlo Corzani e Luciano Santarelli

Cesena Calcio La vittoria del gruppo

Forlì Calcio L'orgoglio dei Galletti

Plautus Festival Cinquant'anni di spettacolo

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Anno VII - N. 3 - GIUGNO - 2010

C e s e n a

Il sogno diventato realtàGrazie ragazzi! La forza di un gruppo straordinario riporta il Cesena in A

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®

GiovanniMalpezzi

Le sfide del nuovo sindaco

Matteo Plazzi Il navigatore dei mari

Terminal Crociere Il porto cambia look

Velda Ponti L’emozione del colore

Supplemento a “Ravenna IN Magazine” N. 2 - 2010

F a e n z a

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Editoriale |

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044

[email protected] redazione Pesaro: Simonetta Campanellivia Pantano, 163cell. 335.5262743

[email protected]: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:Andrea Masotti.

Redazione centrale: Andrea Biondi, Valeria Del Sordo, Francesca Renzi.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri.

Impaginazione: Francesca Fantini

Controllo produzione: Isabella Fazioli.

Ufficio commerciale: Irena Coso, Laura De Paoli.

Collaboratori: Benedetta Andreoli, Alberto Berardi, Franco Bertini, Simonetta Campanelli, Elisabetta Ferri, Ettore Franca, Glauco Maria Martufi, Silvia Sinibaldi, Simona Spagnoli, Beatrice Terenzi, Riccardo Paolo Uguccioni.

Fotografi: Laura De Paoli,Leonardo Mattioli, Marco Sènsoli, Luca Toni.

Chiuso per la stampa il 29/06/2010

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Sommario5 Editoriale|

8 Annotare| Brevi IN

22 Essere| Silvia Cecchi

28 Ideare| Imprenditori “geniali”

35 Comporre| Paolo Giaro

38 Camminare| Le “spiagge” del territorio

44 Incontrare| Pesaresi e i fiori

48 Curare| Danilo Baroncini

50 Gustare| Francesca Pascucci

52 Leggere| Memorie dei Duchi d’Urbino

54 Progettare| Carlo Moschini

56 Suonare| Pesaro Jazz Club

58 Assegnare| Premio Circolo della Stampa

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Confartigianato e le piccole imprese

Pesaro - Un patto d’intesa per sostenere gli artigiani. Questo, in sintesi, il Patto di Capranica che Confartigianato ha stretto con le

altre associazioni italiane, Cna, Confesercenti, Confcommercio e Casartigiani. Ne parla Learco

Bastianelli, presidente di Confargianato Imprese provinciale.

“In tempi burrascosi e caratterizzati da confusione in campo economico,

il dovere di un’associazione di rappresentanza è prendere una

direzione precisa. Insieme verso obiettivi concreti, nell’interesse degli artigiani e delle piccole imprese. Per

questo abbiamo stretto il Patto, per avere ancora più forza nella tutela degli associati e maggiore impatto nel sollecitare gli organi politici e

amministrativi. Abbiamo dato vita a ‘Rete - Imprese Italia’, associazione inter-confederale, per rafforzare la voce delle imprese e incentivare lo sviluppo territoriale, raccogliere le

istanze degli imprenditori e studiare nuove proposte. Nello scenario

europeo - continua Bastianelli -, l’Italia è riuscita a mantenersi a galla, ma serve attenzione e intraprendenza

per evitare un tracollo. Ripartiamo dai punti di forza del Paese, dalle

piccole imprese e dal loro enorme potenziale, liberandole dal fardello di una burocrazia che le penalizza. E chiediamo uno sforzo anche alle

pubbliche amministrazioni. Da parte nostra, daremo il nostro contributo

alla realizzazione di riforme necessarie alla modernizzazione,

disponibili a collaborare con Regione e Provincia per garantire ai nostri

artigiani un territorio più sensibile alle loro esigenze e proiettato verso il futuro. Siamo attenti alle energie

rinnovabili, per perseguire risparmio economico e rispettare l’ambiente: lo Sportello Energia presso la sede

di Pesaro è a disposizione di tutti gli artigiani.”

L’estate al Bel Sit

Pesaro - Una sosta “panoramica”, per un pre-serata, una cena, un drink a sfondo musicale. Il locale lungo Strada San Bartolo si presenta nei mesi estivi nella sua veste più frizzante e divertente: dal mer-coledì al sabato, musica dal vivo con dj set e cantanti. Il tutto, come sem-

pre, condito dalla variegata proposta gastronomica del Bel Sit, presentato dallo staff, giovane e informale: dalla pizza ai primi, dalla carne al pesce, senza dimenticare gli ottimi aperitivi con ricco buffet, in uno scenario dav-vero suggestivo. www.belsitpesaro.com

Regata “junior” al Joe Amarena

Pesaro - Sabato 19 e domenica 20 giugno il Beach Resort Joe Amarena di Baia Flaminia, in collaborazione con il Club Nautico di Pesaro, ha ospitato una regata velica valida per il campionato italiano categoria Open Bic ragazzi e ragazze. Nonostante le avverse condizioni me-teorologiche la regata si è conclusa

regolarmente anche grazie a una or-ganizzazione impeccabile da parte di entrambe le società e ha visto gli atleti locali posizionarsi ai primissimi posti della classifica generale. Visto il successo della manifestazione, il Beach Resort da appuntamento agli atleti e non al 2011. www.joeamarena.it

8 | IN Magazine

Annotare | Brevi IN

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Accordo tra Banca Marche e CompassPesaro - Un importante accordo di collaborazione è sta-to sottoscritto da Banca Marche e Compass spa, società di Mediobanca, unitamente alla controllata Futuro spa. L’accordo offre prestiti personali, con rateizzazione da 24 a 86 mesi, per un importo massimo finanziabile di 30.000 euro e prestiti garantiti dalla cessione del quinto dello stipendio, con rateizzazioni da 24 a 120 mesi, per importi anche oltre i 50.000 euro. “L’accordo - ha detto il presiden-te di Banca Marche Michele Ambrosini - rafforza la nostra peculiarità più importante, lavorare per la crescita della comunità, specie in questa congiuntura sfavorevole.”

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Filosofia dell’ Hotellerie

Pesaro - Ospitalità, ristorazione, benessere, relax, diver-timento e affari in un unico luogo. L’Hotel Excelsior è un’esperienza turistica che si articola in una posizione strategica e d’interesse paesaggistico, culturale ed econo-mico integrata a servizi di qualità superiore. Cucina d’au-tore, ma attenta ai sapori marchigiani nel restaurant “59”. Possibilità di congressi ed eventi nella multifunzionale Meeting room. Il Cafè Bistrot offre pasti veloci, brunch, ape-ritivi e after hours sul lungomare. Non poteva mancare il Lido, per un relax totale in riva al mare. 49 le camere, dal concept inconfondibile, e spa. www.excelsiorpesaro.it

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La città dei Cesari

Fano - È in programma dal 12 al 17 luglio l’edizione 2010 di Fano

dei Cesari, sei giorni di spettacoli, conferenze, rievocazioni storiche e feste nel segno della Roma antica.

A chiusura della manifestazione, nella serata di sabato 17, sfilata in

costumi romani, spettacolo di corsa delle bighe e, a seguire, la Notte dei

Cesari. www.fanodeicesari.com

Gli anni ’60 a Fano

Fano - La calda stagione si apre con “La lunga estate degli anni

‘60”, in programma fino al 3 luglio. Organizzato dall’assessorato

alla Cultura del Comune, la manifestazione coinvolge tutta la

città. “Abbiamo cercato e avuto - conferma l’assessore Franco

Mancinelli - la pronta collaborazione di molte realtà fanesi.” Sono

previsti circa venti eventi, tra cui “I ’60 in Europa” con ospiti dalle

città gemellate, incontri-dibattiti su televisione, letteratura, una

serata con sei concerti acustici nel centro storico, la proiezione di tre grandi film, un defilé dedicato alla

minigonna, l’elezione della “miglior Vespa dei ‘60” e sei concerti. (B.A.)

La Mediateca Montanari

Fano - Inaugurato sabato 10 luglio “Memo” (Mediateca Montanari comunale). “Luogo d’incontro,

informazione e dibattito, è realizzata grazie al grande gesto della famiglia

Montanari - precisa l’assessore alla Cultura, Franco Mancinelli.

Ha 1.600 mq per il pubblico, di cui 160 mq di sezione ragazzi. Dotata di 200 posti a sedere per lettura,

24 postazioni pc con internet e 1 pc per ipovedenti. Si sviluppa su tre

livelli: sala sotterranea per incontri e conferenze, terra con all’ingresso un

bar e postazione per l’autoprestito dei libri con tessera e primo piano con

sala proiezioni di 31 posti. Conterrà 45.000 libri per consultazione e

prestito”. (B.A.)

Pesaro - New look per il Cruiser Hotel e Centro Congressi di Pesaro. Davide Bassetti, il raffinato direttore ed Elisa-betta Ubaldi, esuberante progettista e artefice del restyling architettonico, hanno contribuito a creare un am-biente diverso dai soliti locali. Il Cru-iser ora ha quel che in più che fonde forma e sostanza. Il nuovo piano pa-noramico offre spazi armonici - dise-gnati espressamente per creare acces-sibilità, modernità e per promuovere l’interazione e il piacere allo stato puro - ambienti accoglienti e tanta luce, che fa risaltare una sintonia di

stile, volumi, spazi e design. Ha classe ed è alla moda. Insomma, un hotel di ultima generazione, intelligente, funzionale e di stile, dotato di com-fort e tecnologia; perfetto per affari o piacere, per cerimonie e feste, per happening o eventi speciali, per lavoro o vacanza, per weekend romantici, simposi ed eventi unici. Il nuovo Tor-mentina Club Restaurant, la Sala Moby Dick per le feste e il foyer del piano panoramico - recentemente messi a disposizione della Croce Rossa per il Gala di Primavera - saranno ufficial-mente inaugurati a settembre. (S.C.)

Hotel Cruiser look Rinnovato

Pesaro - È in programma il 10 e 11 luglio prossimi la settima edizione del trofeo UBI Challenger Rinaldo Gasparini: la regata velica, organiz-zata dall’Associazione Sportiva Di-lettantistica “The Fuxia Race” con il supporto di varie istituzioni, è ormai un evento di riferimento per gli ap-passionati. Un format collaudato ep-pure sempre innovativo: per questa

edizione viene, infatti, realizzato il Fuxia Village, un’area allestita lungo la Calata Caio Duilio del porto, per permettere a tutta la città di seguire da vicino le barche, godendo al con-tempo di momenti enogastronomici e spazi dedicati ai produttori locali. Confermata ancora una volta la Festa di chiusura presso il Club Nautico di Pesaro, ormai un classico. (V.D.S.)

The Fuxia Race 2010

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Confidustria i Giovani si Incontrano

Fano - Per la prima volta i Comitati regionali dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marche ed Emilia Roma-gna si sono riuniti, a fine aprile, nell’ambito del Fano Yacht Festival. L’appuntamento si è inserito all’interno di un percorso di dialogo già avviato, allo scopo di trasformare semplici rapporti di conoscenza in opportunità di crescita e di affari, soprattutto in un momento in cui servono nuo-ve vie per lo sviluppo imprenditoriale. Con il presidente regionale Simone Mariani erano presenti tutti i presidenti provinciali e più di 50 Giovani Imprenditori marchigiani, mentre dall’Emilia Romagna hanno partecipato in 25. Il dibattito si è focalizzato su temi molto sentiti, tra cui la necessità di riforme per fronteggiare la crisi economica, il federalismo, la responsabilità d’impresa e la meritocrazia. www.confindustria.marche.it (V.D.S.)

Pershing Stars Parade

Poltu Qualtu - Stardom, distributore esclusivo per il mer-cato italiano di Pershing, vive di altissima qualità di servi-zio e attenzione personalizzata ai desideri dell’armatore. Una filosofia che emerge anche dalle parole del presidente Salvatore Moracasso: “Per noi la relazione con gli armatori dev’essere diretta, fatta di confronto continuo e vissuto”. Eventi come Pershing Stars Parade, che ha animato la ma-rina sarda a fine giugno, sono quel “vissuto”: tre giorni in cui approfondire il rapporto con gli armatori, regalando l’esperienza del mare a bordo dei motoryacht Pershing.

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L’uomo 2011 secondo Dondup

Fossombrone - Presentazione in an-teprima, per la collezione P/E 2011 uomo. S’intitola The Duke and The Decorators, ovvero il duca e gli imbian-chini e propone un viaggio tra tessuti (e colori), molti dei quali prodotti in collaborazione con aziende italiane quali Pantex e Marzotto. Cotone e lino, cotone accoppiato alla lana, mix lino-cotone-seta, jersey, chambray e fibre naturali. E naturali sono anche i colori: ecroux, beige, sabbia, bian-co, abetone e navy. I trattamenti sono in prevalenza vintage: lavaggi e abiti da lavoro vengono mixati a dettagli sartoriali: il denim è caratterizzato da tessuti cimosati, nuovi lavaggi estremamente ricercati ed esclusiva-mente italiani, nonché da una nuo-va vestibilità: quella “baggy e corta”.

Non possono mancare gli accessori, che diventano sempre più impor-tanti: mocassini, stringate, cinture, borse 24 ore e week end, papillon… www.dondup.com

Nuova testimonial per Avis

Pesaro - A 27 anni Francesca Mari, campionessa di pallavolo,

ama ricevere regali inaspettati ma, soprattutto, ama donare, a sua volta,

quanto di più prezioso e semplice possa fare ognuno di noi. Francesca

dona sangue! Con il sorriso e la bellezza che la contraddistinguono,

si è concessa come testimonial di Avis Pesaro. “È una bella realtà.

Come atlete, personaggi televisivi o per altri motivi, difficilmente

passiamo inosservate: quindi, tanto vale sostenere una buona causa. Ci vogliono solo dieci minuti e si rende

felice qualcuno! Fare i tatuaggi è molto più doloroso e lungo che

donare sangue. Assicuro che non c’è nessun pericolo, anzi si viene

sopraffatti da un bel senso di serenità e compiacimento.” “Abbiamo scelto

Francesca come ambasciatrice della nostra missione - dice il dottor

Vittorio Gemmellaro, presidente Avis - perché speriamo che anche le persone professionalmente più

impegnate e agiate possano decidersi a donare. Speriamo di sensibilizzare anche imprenditori e professionisti. Il tempo è prezioso per tutti, la vita

pure. Concediamoci per un gesto di solidarietà.” (S.C.)

Attolini, sartoria su misura da Ratti

Pesaro - Matilde Ratti d’Ovidio con Massimiliano e Beppe Attolini ha pre-sentato, presso il reparto uomo della boutique, il “su misura” della sartoria napoletana “Cesare Attolini”. Questa realtà esclusivamente artigianale, già presente da Ratti da alcune stagioni,

è stata presentata alla clientela duran-te lo scorso 15 maggio. Massimiliano e Beppe Attolini hanno presentato, ai tanti clienti Ratti presenti, giacche e abiti da confezionare “su misura”, a partire da una ricchissima scelta di tessuti sia estivi che invernali.

12 | IN Magazine

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Pesaro - Pescheria, gastronomia, ca-tering. Quattro generazioni di passio-ne e dieci anni di esperienza nelle mi-gliori cucine italiane hanno portato all’apertura di Blu Marchetti. Un “an-golo gastronomico” in centro, dove

offrire prodotti di qualità e tante pro-poste per la tavola: sempre attenti alla ricerca del miglior pescato di giorna-ta, gustose ricette, preparate in base alla stagionalità dei prodotti. Piatti che Blu Marchetti propone sia in ne-gozio che, con il servizio di catering, a domicilio, per vivere anche a casa il piacere di una prelibata cena di pesce.

Bookcrossing alla pesarese

Pesaro - La moda di abbandonare i libri su panchine o scompartimenti dei treni, perché fossero un regalo per chi li trova è scoppiata negli Stati Uniti dieci anni fa. Il sito per il Bookcrossing oggi ha anche una versione italiana (www.bookcrossing-italy.com). Si può dare un codice al libro che si sta rilasciando, in modo da seguirne il viaggio e leggere i commenti di chi lo trova. A Pesaro sono stati creati due luoghi ufficiali per il rilascio: Mondolibri, che ha sistemato uno scaffale fuori dalla libreria, e al caffè letterario Ludicanto, che ha già una biblioteca ben fornita per la consultazione, ed ha creato una piccola nicchia di fianco al bancone del bar. Grazie a questa iniziativa, in poco tempo le Marche sono schizzate al 5° posto in Italia. (E.F.)

Marchetti, Blu come il Mare

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Pesaro - La libreria “il Catalogo” di Giovanni Trengia si è trasferita al 60 della stessa via Castelfidardo. L’ambiente è gradevole, accoglien-te e ospitale. Gli spaziosi locali, di-sposti su più piani, sono arredati in modo simpatico e brioso, con raf-finato savoir faire. La nuova sede è luogo ideale per rendez vous letterari, distrazioni culturali e trastulli per la mente. Il lettore abituato può trova-

re le proprie letture con infallibile istinto. Ci sono angoli per tutti: salot-ti per gustare, insieme alla lettura, un buon caffè e una fetta di torta fatta in casa; nicchie, con tanto di pozzo antico, dove leggere diventa pensare. “Alla base di questa scelta - dice Giovanni - c’è un forte desiderio di continuare a fare ‘il libraio’, crea-re iniziative culturali e incontri con scrittori e poeti e ricercare, appro-fondire e perfezionare un servizio significativo e utile: offrire non solo un ambiente ideale a chi continua a leggere e studiare, ma rilanciare nuovi progetti con idee più forti ed elaborate nel dialogo continuo con i clienti, che da acquirenti sono diven-tati amici, solidali e generosi con le varie attività della libreria.” Come diceva Gustave Flaubert: “Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.” (S.C.)

Nuova sede del “Catalogo”

Il salone della parola

Pesaro - Appena insediato, nel luglio 2008, il consiglio d’amministrazione

dell’Ente Olivieri si propose di attivare un grande evento periodico.

Lungo questa linea Marcello Di Bella, oggi direttore della Biblioteca

e dei Musei oliveriani, ha ideato e sta curando il Salone della parola,

festival d’approfondimento culturale dall’8 all’11 luglio, dedicato al

linguaggio in tutte le sue forme espressive: letterarie, artistiche, filosofiche, politiche, teologiche, scientifiche, storiche, giuridiche.

Un festival della filologia nel senso moderno del termine, come disciplina

che si occupa di accertare un testo (di qualsiasi natura) e penetrarne il

significato. Convegni, conferenze, lezioni, commenti magistrali,

giochi, ecc., con il concorso di grandi studiosi. Gli avvenimenti,

sparsi da palazzo Montani a palazzo Almerici, dalla biblioteca San

Giovanni alla loggia del Genga in palazzo Ducale, dalle chiese del

Suffragio e dell’Annunziata al teatro Sperimentale. La mattina di giovedì

8 luglio in programma il convegno “Questioni della lingua oggi:

regole, apprendimento, diffusione”. Commento magistrale di Ivano

Dionigi e Massimo Cacciari dal titolo Logos allo Sperimentale, venerdì

sera 9 luglio. Sabato 10 Luciano Canfora, Piergiorgio Parroni e Ivano

Dionigi ricorderanno il filologo Scevola Mariotti nel decennale

della scomparsa. Negli stessi giorni Lorenzo Braccesi terrà un corso di epigrafia; Leone Pantaleoni, uno di

enigmistica; Marinella De Luca, uno sull’uso e abuso di motti e detti latini;

Silio Bozzi, Luciano Canfora e Silvia Ronchey discorreranno di “Filologia e polizia”. Questi e molti altri eventi,

per un festival mai visto. (R.P.U.)

Melissa Agnoletti nuovo Concept

Pesaro - Nel 2006 ha avviato l’azien-da di produzione borse. Dopo quat-tro anni, visto il crescente succes-so, Melissa Agnoletti ha intrapreso un nuova sfida: aprire il suo primo concept store. La giovane designer pesarese, dopo aver rinnovato radi-calmente l’immagine della propria

azienda, avvalendosi della consulen-za del fotografo e art director An-drea Barchiesi, ha così inaugurato, lo scorso 12 giugno, in via Gavelli 6, in pieno centro, questa nuova sede per presentare al meglio le pro-prie proposte di fashion accessories. www.melissaagnoletti.com

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Premio d’Arte Aperitivo Illustrato

Pesaro - “La costante è il percorso. Dal Rinascimento all’Arte

Contemporanea” è il titolo della seconda edizione del premio creato dall’associazione Hansel e Greta e

dal mensile L’Aperitivo Illustrato. Il termine per partecipare alla

competizione, patrocinata dalle istituzioni locali e in collaborazione

con il Centro Arti Visive Pescheria e con l’associazione ArteM, è

il 16 settembre, dopodiché una giuria di esperti, presieduta da Ludovico Pratesi, selezionerà

trenta opere finaliste, realizzate in piena libertà stilistica e tecnica.

L’opera vincitrice sarà poi donata al Centro Pescheria, dove, nel corso del 2011, verrà inoltre organizzata una personale dell’artista. www.

premiodarteaperitivoillustrato.com (V.D.S.)

La “dodici ore” in Vespa

Pesaro - La “dodici ore del Vespa Club Pesaro”, il 17 e 18

luglio: un appuntamento annuale, ormai consolidato, alla “Palla di

Pomodoro”; si comincia con iscrizioni e registrazioni dei partecipanti, poi cena sociale e il primo concorrente

che parte a mezzanotte. Gli altri a seguire, ogni 30 secondi, per arrivare

a mezzogiorno, naturalmente per il pranzo. I concorrenti sfilano con

le Vespe lungo un tratto turistico di 500 Km, attraverso le Marche più suggestive, dai monti Sibillini alla

Carpegna. Rigorosamente sottoposti a controlli “a timbro” e “a tempo”, per

segnalare il passaggio in un certo tratto di strada e quello sotto una fotocellula, ad orario stabilito per

ogni partecipante, secondo tabella di marcia. Al vincitore è assegnato

il titolo di “audace”, ma solo se all’arrivo non ha acquisito penalità.

www.vespaclubpesaro.it (S.C.)

Pesaro - Lo scorso 7 maggio, pres-so il Centro Porsche, presentazione ufficiale della nuova Cayenne. Oltre un centinaio gli ospiti, tra cui, per Porsche Italia, il responsabile ser-vizi Marketing Rete, dott. Roberto Vallone. Partners della serata, Ales-sandrini Rappresentanze, Bartorel-li Gioiellerie, che ha presentato la nuova collezione di gioielli, Tudor, che ha presentato il nuovo “Heritage Chrono”, che s’ispira al mitico Tudor Oysterdate degli anni ’70. Dopo la presentazione del dott. Juri Gabellini che ha illustrato alcune caratteristi-che della vettura, la Cayenne è stata “svelata” ufficialmente. Due i modelli presentati: la “S” bianca 4806, cilin-

drata 400 cv. che si caratterizza per potenza e sportività, e la “Turbo” nera 4806 (500 cv) la più sportiva della gamma, che unisce massima poten-za ed efficienza, senza rinunciare al comfort. La dinamica linea frontale cattura l’attenzione: il cofano motore dalle linee allungate richiama le vet-ture da gara anni ’60. Internamente la consolle rialzata rimanda alla Car-rera GT e trasmette a chi guida un rapporto completo con la vettura. La Cayenne esce con un nuovo cambio automatico Tiptronic S a 8 rapporti. La velocità massima si raggiunge in 6° marcia; la 7° e l’8° servono a ridur-re il numero di giri a velocità elevate a vantaggio di consumi e comfort.

La nuova Cayenne da Gabellini

Pesaro - Per l’estate 2010, Registro Storico Benelli e Moto club “T. Benel-li” organizzano una mostra nell’edi-ficio Benelli in via Mameli, oggi sede dei due sodalizi. Il tema sono le moto militari dalla Prima guerra mondia-le ad oggi; grazie alla collaborazione con “The Green Liners” (gruppo di appassionati di storia, uniformi, colle-zionismo e modellismo di ispirazione

storico militare) è stata organizzata “Moto in Divisa”: oltre 50 modelli mi-litari, da Moto Guzzi, Gilera, Bianchi, BMW, BSA, Harley Davidson, Dou-glas, Rudge Multi, Sunbeam, Trium-ph, Peugeot, Emblem, Sertum, Ariel Matchless, Norton, Zundapp, natu-ralmente Benelli e manichini con di-vise originali, fotografie e copertine di riviste militari d’epoca. La mostra, a ingresso gratuito, è aperta fino al 24 settembre. Orari: lunedì-venerdì 17-23, sabato 17-20. Chiuso domenica.

Moto in Divisa

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Paolo Tofoli sulla panchina della Scavolini

Pesaro - Paolo Tofoli è il nuovo allenatore della Scavolini: l’attesa firma è arrivata, lo scorso 28 maggio, dopo un lungo corteggiamento. Nel nuovo staff tecnico, presentato il 22 giugno, riconfermati Riccardo Marchesi come vice e Matteo Solforati come terzo allenatore e scoutman, men-tre è una novità assoluta il preparatore atletico Giampaolo Chittolini, all’esordio assoluto nel settore femminile. Si è detto soddisfatto l’ex palleggiatore dell’Italia dei fenomeni di Julio Velasco, al suo primo incarico da commissario tec-nico: “La Scavolini è una squadra ad altissimo livello, che punterà sempre ai massimi traguardi: Coppa Italia, Super Coppa Italiana, Coppa del Mondo e Champions League sono decisamente alla nostra portata. Anche lo staff tecni-co messo insieme è molto valido.” Tofoli ha inoltre parlato dei prossimi impegni: da settembre la preparazione per la Champions, quindi gli ultimi acquisti: dopo Destinee Hooker e l’opposto olandese Manon Flier, si aspetta la conferma di una giocatrice italiana nel ruolo centrale. www.robursportpesaro.it (V.D.S.)

Paesaggi alla Pescheria

Pesaro - Ha inaugurato il 3 luglio scorso, presso il Cen-tro Arti Visive Pescheria la mostra “Paesaggi”, che per la prima volta presenta in uno spazio espositivo pubblico, le opere di Luigi Ghirri e Mario Giacomelli, maestri della fotografia italiana. Nei due spazi espositivi, Chiesa del Suf-fragio e loggiato, sono esposte circa 80 opere. “Paesaggi” è aperta fino al 19 settembre. Orari, da martedì a domenica 10-12,18-23. www.centroartivisivepescheria.it

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Nuovo incarico per Enzo Bacciardi

Pesaro - L’ avvocato dello Studio Legale Internazionale Bacciardi & Partners - con sedi a Pesaro e a Milano e affiliato al network

internazionale Eurojuris International - è stato nominato presidente

della Camera Arbitrale nazionale e internazionale Leone Levi,

delegazione di Pesaro su delibera della Camera di Commercio. La

Camera è stata fondata e gestita dalla Camera di Commercio di

Ancona che ha istituito delegazioni nelle altre sedi delle Marche.

“Pax per aquam”, progetto Soroptimist

Pesaro - Il Soroptimist Club, organizzazione internazionale di

donne inserite nel mondo del lavoro, con la collaborazione del Comune

e della Provincia si è impegnato a rendere di nuovo fruibile, con

interventi di riqualificazione, l’antico sentiero lungo l’argine destro del

Foglia che dal parco Miralfiore conduce al Ponte Vecchio. Lungo il sentiero, che offre una suggestiva

panoramica sull’ambiente fluviale, sono presenti il pioppo nero,

l’esotica robinia e l’ailanto, in gran parte avvolti da edera, vitalba, vite selvatica e rovo. La flora,

seppure comune, crea piacevoli effetti cromatici e suggestivi effetti

“a gallerie”.L’intervento è stato ideato nell’ambito del progetto

“Pax par aquam”, promosso dal Soroptimist International per

dare consapevolezza che l’acqua è bene prezioso ed elemento

fondamentale del paesaggio urbano, e che l’ambiente fluviale è luogo da

riscoprire a beneficio di tutta la città. (S.C.)

Pesaro - Poi Qualcuno è il titolo del corto realizzato da Luciano Dolcini, con voce recitante di Cristian Della Chiara e musiche originali di Roberto Molinelli. Un’opera di grande liricità e raffinatezza dedicata a Federico Fel-lini. “Ho intuito le potenziali creative dal cinema in digitale circa dieci anni fa - spiega Dolcini - quando per lavoro organizzavo convention e conferenze; per introdurre relatore e temi trattati

estrapolavo e assemblavo spezzoni di film funzionali al tema dell’interven-to.” La scelta di Fellini deriva dalla passione per il cinema italiano e per il regista riminese. “Raccolto il mate-riale, buona parte reperito nella cine-teca del Gambrinus di Pennabilli, ho realizzato una prima versione, che ho rivisto raccogliendo i consigli di ami-ci film maker come Gianni Balista, Giorgio Ricci e Renzo Tebaldi. Un giorno andando a teatro - continua - ho assistito a un monologo di Cristian Della Chiara: mi si è subito accesa la lampadina”. Molinelli ha scritto un tema musicale che esaltano immagi-ni e voce di Della Chiara. Nella breve colonna sonora per orchestra e coro è presente un pezzo con viola, suonata dallo stesso maestro, e bandoneon suonato dal maestro Mario Stefano Pietrodarchi.”

Luciano Dolcini e il corto su Fellini

Style Piccoli “sceglie” Bruna

Fossombrone - Un riconoscimento importante, dal bimestrale del “Cor-riere della Sera” dedicato ai bambi-ni: è la targa (che certifica qualità di prodotti e servizi) che “Style Piccoli” ha inviato a Bruna, selezionando la boutique di abbigliamento 0-16 anni e prenatale tra i migliori negozi d’Ita-

lia dedicati ai bambini. Nel numero di maggio/giugno del periodico, è presente una pagina dedicata all’ini-ziativa. Quindi, a partire dai numeri successivi vengono segnalate le mi-gliori boutique nazionali per bambi-ni: una pagina d’indirizzi speciali, fra cui anche quello di Fossombrone.

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Pesaro - Una nuova società, per dare rinnovato impulso allo storico mar-chio della ceramica italiana Franco Bucci: è Fonderia, nome anche del loft in cui l’atleier del ceramista ope-ra da oltre 40 anni, e composto da Viviana Bucci, sua figlia, Gabriele Bucci, nipote dell’artista, Claudio Ferri, dinamico imprenditore forte di esperienze nelle aziende di fami-glia Febal e RB Rossana, e Cinzia Pa-nici, grande appassionata di design contemporaneo. Il quartetto intende dedicarsi al rilancio internazionale del marchio Bucci e a promuovere anche l’area commerciale del loft, ospitando anche vetrine dei propri partner (tra cui il negozio PrimoPia-

no Openhouse di Pesaro) e creando eventi d’arte, musica ed enogastrono-mia. Art, lab, store: questo è Fonderia delle Arti e delle Idee, che ospiterà

anche opere inedite di Franco Bucci, scelti tra gli schizzi e i progetti del maestro, catalogati dopo la sua scom-parsa, nel 2002.

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La moda al distributore automatico

Pesaro - Velocità, flessibilità, moda, grazie all’idea innovativa di Deep Wellness, azienda che produce capi casual cool, che si acquistano con un semplice gesto, al distributore automatico. Al momento quelli in funzione sono due, ma presto l’iniziativa sarà estesa in tutta Italia. Uno dei due è proprio a Pesaro, all’interno della palestra Athletic club a.s.. Al costo di 50 euro, il pantalone scende dal distributore, proprio come un caffè o una bibita, ed è pronto per essere indossato. I pantaloni sono della linea Deep Wellness, caratterizzati da tessuto elasticizzato, nei colori bianco, tortora, grigio pietra. Entro settembre i capi Deep Wellness, saranno visibili e acquistabili anche online. www.deepwellness.it

Jazz by the Sea XVIII Edizione

Fano - “Jazz By The Sea” compie di-ciotto anni. Dal 25 al 31 luglio artisti internazionali si esibiscono alla Cor-te Malatestiana e al Porto Turistico - Marina dei Cesari, dove ci sarà un palcoscenico sull’acqua e il “Pala J”. Il festival si apre domenica 25 (ore 21) in Marina con il gruppo di Marcus Miller; lunedì in Corte Malatestiana si esibisce il trio di Gonzalo Rubal-caba. Il 27 e 28 luglio in Marina suo-nano rispettivamente il quintetto di James Carter e il gruppo di Richard Bona; giovedì in Corte Malatestiana è atteso il concerto di Enrico Rava e Stefano Bollani; venerdì ai “Cesari” è in concerto la band di Maceo Parker mentre sabato 31 in Corte Malatestia-

na, di scena Danilo Perez con il suo quartetto.www.fanojazz.org (B.A.)

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Essere | Silvia Cecchi

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L’anima della Giustizia

testo Franco Bertini - foto Leonardo Mattioli

Discendente di una storica famiglia pesarese, il Sostituto Procuratore Silvia Cecchi è un magistrato capace, ma anche una donna ricca di passioni.

Elegante, gradevole, gli occhi dallo sguardo un po’ stupito come quel-lo di sua madre, eloquio sciolto e preciso senza essere sofisticato ed elitario. SilviaCecchi, da oltre vent’anni Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Pesaro mi è seduta di fronte nel suo studio; da pesarese del centro storico, faccio fatica a vederla nel-la sua veste di magistrato - anche se poi non è la sua professione che m’interessa - piuttosto che come rappresentantediunafamigliacheèunodeifiumisotterraneilungocuiscorrelastoriadellacittà, alimenta-to a sua volta, attraverso i decenni, da altri emissari e affluenti: i Cec-chi e i Vaccai, i Cecchi e i Perticari, e i Cassi e i Picciola, e vai così di generazione in generazione. Tan-to per esemplificare banalmente, non solo abito in una via intitolata ad Antonio Cecchi, ma anche sulla parete esterna della casa in cui vivo c’è una targa a ricordare come il famoso esploratore africano “Qui nacque nel 1849...”. E d’altronde lei

stessa parla di “radice forte in città ma di famiglia cosmopolita”: la se-quela degli avi, che in questo caso sono davvero tali anche nel senso aulico del termine, ognuno con la sua caratura storica, con uno che è stato ambasciatore da una par-te (il padre in Francia), un altro a Bogotà, la figlia a Vienna. Avevano ragione i miei nonni, quando mi raccontavano le gesta dell’esplora-tore Antonio e del ritorno a Pesaro della sua salma coi “portolotti” che non volevano i “cittadini” e gridava-no “Cecchi è il nostro”, e mifaceva-nofigurarelafamigliaCecchicomequalcosadimiticoeirraggiungibile, come in un romanzo di Salgari. Lei dice che la radice cosmopolita rende la sua famiglia “un po’ esi-liata in città, ma questo accresce la forma di attaccamento”. E ancora dice: “non conosco bene la città”, solo adesso “provo gratitudine”; che vuole “lasciare un senso, dare partecipazione”. Ma è attenta Silvia nello scegliere le occasioni per fare questo, perché questa città “a volte

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In apertura e a fianco, il Sostituto Procuratore durante l’intervista.

ha la cultura più come ornamento”. L’ascolto, ma la mia immaginazio-ne, ormai inesorabilmente datata dall’infanzia, continua a vederla come “simbolo”involontariodellastoriacittadinaconquelleradiciot-tocentesche che, secondo un cano-ne usato ed abusato, ti fa pensare alla Pesaro “piccola Atene” delle Marche. E credo che non sia un caso che lei abbia scritto, ricercato, anzi “indagato” a fondo su Costan-za Monti Perticari, anche se premet-te che quello scritto, Le tredici vite di Costanza Monti Perticari, le è stato “commissionato”. Di certo è così, ma a me interessa immaginarla come un salmone che risale la corrente del fiume delle generazioni per tor-nare a casa. “Per me - dice infatti - è stato come risalire nella storia della città, trovare un contatto più forte con essa, un contatto che è iniziato

con questo libro”. Nessuna sorpresa dunque che Costanza Monti Perti-cari avesse “una religiosità che mi somiglia, una forte propensione spirituale che, almeno in passato, era più accentuata nelle donne che cercavano la libertà e la potevano trovare maggiormente in campo in-tellettuale. Lei ha cercato la libertà, si è irrigidita ed è morta, oggi è di-verso”. Usa un’immagine bellissima a proposito delle donne che cerca-no la libertà, dice che “scavano cu-nicoli sotterranei”. C’èosmosifralesuepassioniprivateelaprofessionedimagistrato, la stessa osmosi con cui ha affrontato il personaggio di Costanza: “Non c’è dissociazione nel leggere la vita nella sua parte in ombra e in quella luminosa. Anche i processi hanno due aspetti come la vita che viviamo tutti... vedo pale-semente l’accusa e ascolto la difesa: sono due vite diverse.”“Del resto - come scriveva la stessa Cecchi in chiusura della premessa alle sue Tredici vite - chi di noi non si sentirebbe di affermare di essere più vite in una? Di poter accredita-re di sé interpretazioni contraddit-torie? Se ci pensiamo bene, chi di noi non potrebbe affermare, con pari diritto e in tutta verità, che in una interpretazione la propria vita è atroce e in un’altra soave?”. Più limpido di così non si può. Così lim-pido che perfino a proposito della sua Costanza la Cecchi, ricostruen-done vita e vicende, a un certo pun-to effettua “un ribaltamento” guar-dando le cose dal punto di vista del

Chi è, in breve

Silvia Cecchi è nata a Pesaro, ha studiato e si è laureata a Pavia. A Pesaro esercita la professione di

magistrato. Ha scritto varie raccolte di poesie che hanno vinto concorsi e premi, ma anche racconti, saggi

e romanzi brevi. Attualmente sta scrivendo un testo sulla pena

carceraria, naturalmente connesso alla sua professione. Diplomata

in pianoforte, ha scritto il testo di un’azione lirica eseguita in prima assoluta nel 2004 ad Ancona e ha

collaborato al testo di un’opera lirica da camera. Nel 2008 è

uscito il suo libro Le tredici vite di Costanza Monti Perticari.

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marito, perché “anche lui aveva i suoi numeri, perché, come quello di Giuda, non è sempre un ruolo in-feriore”. Ma soprattutto perché perSilviaCecchila“ricercadellaveri-tà”vienesempreprimadellaveritàche“èpericolosaseèantepostaallaricerca”, perché “il rispetto dell’al-tro è più importante dell’amore e della verità, che hanno dei limiti, mentre il rispetto dell’altro è più universale e universalistico.” Detto con una parola sola e onnicom-prensiva, siamo di fronte alla laicità che è, afferma con serenità e con-vinzione, “la forma di convivenza senza verità precostituite aldilà del credere o non credere, la modalità di convivenza non consentita dalla confessionalità” e “ilmetodolaicoèquellochehoanchenell’accostarmiaundelinquente”. Ancora, in sen-so metodologico, “interrogazione permanente sulla vita”. Verità, ri-cerca della verità, metodo: parole che mettono in moto antiche remi-niscenze filosofiche ed ermeneuti-che. Linguaggio, scrittura, poesia come “dialetto più aderente al suo fondo”. Qui gatta ci cova, ed ecco che spunta, infatti, il Montale “suo primo amore”, la liberazione dalla cui malia è stata lunga e ha richie-

sto tempo; poi Saba, Penna, Capro-ni, Dickinson, Sereni, conosciuto ai tempi dell’università a Pavia. È il linguaggio il suo strumento osmo-tico fra passione privata e attività professionale: “scrivere una senten-za è creativo, è il diritto pretorio, mentre la legge prevede casi tipici... vedi il caso del Lisippo o la sentenza Englaro...”. Dietro c’è stato il ruolo severo del procuratore Savoldelli Pedrocchi; in comune, fra “priva-

to” e “pubblico”, c’è la forma, che lei “cerca perché la buona forma vuol dire buoni contenuti, buona convi-venza e buoni uomini”. Se non altro come desiderio di eticità. Perchéillinguaggiopuòfareciòchevuolema“senzafarneunculto”esenzafar-ne“unusostraniante”esemprealserviziodellaricercadellaverità, su un crinale sottile e infido, sempre alla ricerca di ogni segno possibile in campo giudiziario e non, in un lavoro di ricostruzione in cui ci si “identifica con la vittima e col col-pevole”.E dunque: “io credo - scrive anco-

ra la Cecchi a proposito della sua Costanza - che ciò che più cambia da una vita all’altra, fra persone diverse o fra momenti diversi di una medesima persona, siano so-prattutto taluni minimi eventi in-teriori, taluni semplici scostamenti interpretativi. Non è poco in veri-tà, per chi crede come me che di questo sia fatta la vita di ognuno di noi, la nostra felicità e la nostra infelicità”. Terreno d’estrema deli-

catezza e fa venire i brividi pensare che qualcuno possa avventurarsi in esso senza una sufficiente dote di laicità e di rispetto per gli altri. CheSilviaCecchiabbiaassimilatofinoinfondolalaicitàdelpensierolosipercepiscedallaconvinzioneconcuineparlaedallosguardocheaccompagnalesueparole. A tenere insieme il tutto come un filo con-duttore o come un basso continuo ci sarebbe anche la musica, ma questo sarebbe un altro discorso: “Il vero talento - dice - è mia figlia Angioletta, ha suonato il violino nella Sala Nervi...”. Un’altra vita. IN

Silvia Cecchi nel suo ufficio a Pesaro.

Prioritaria, la ricerca della verità

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Marco Morosini, Christian Tamburinelli, Gianfranco

Simoncelli e i fratelli Diego e Chiara Andreani: quattro storie diverse, un

denominatore comune, l’idea “geniale” applicata

con successo alla loro impresa.

testo Silvia Sinibaldi - foto Laura De Paoli e Marco Sènsoli

Economia dell’ Intuizione

Hanno piegato l’economia all’in-tuizione, hanno forgiato imprese nate dal loro modo di guardare la vita. Quattroimprenditoripesaresichealmondodellaproduzioneedelcommerciohannoantepostoun’ideageniale.MarcoMorosini, inventore di Bran-dina, marchio divenuto cult nel giro di 24 mesi, ha colto il genius loci della Riviera. Le sue borse han-no il tocco poetico di un film di Fellini. Borse, ma anche pochet-te, sacchi, realizzate con il tessuto

delle brandine che utilizziamo in spiaggia. Inevitabile chiedere al padre di Brandina, come diavolo gli sia venuto in mente. “L’idea è nata per caso nel 2005 - racconta - cercavo una copertina in armonia con un libro che ho scritto sui bagnini. Un amico, ba-gnino ovviamente, mi portò nel suo laboratorio. C’erano i lettini da spiaggia e rimasi folgorato dalla bellezza dei colori e dalle qualità del tessuto. Ho subito pensato a una serie di accessori realizzati con

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Ideare | Imprenditori “geniali”

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quel materiale. Ho chiesto a un artigiano che cuce vele da surf di assemblare la prima borsa: la posseggo ancora, è bellissima, anche se cucita in modo approssimato, ma ha già l’occhiello sul fianco e la chiusura ispirata alle vele. La forza della mia idea lampeggiava da sola”.Le sue clienti s’innamorano di Brandina. “Credosialosguardonuovosuunmateriale,sucoloriesuformechefannolanostrastoria. Non un prodotto fashion, ma un contenitore funzionale, che mira a diventare oggetto in-tramontabile come le Clarks o le All Stars.” Un prodotto della comunicazione. “Nel senso della sua capacità evo-cativa - continua Morosini. Il primo bacio sulla brandina al mare, ricordo evocato da un oggetto unico, eppure strettamente legato al territorio, anche nel nome. Direi

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una forma di wellness per il quoti-diano della donna.” Anche le sue boutique rispettano e rispecchia-no questa filosofia. “Brandina si vende nelle Botteghe (di Cattolica, Ponza e Riccione, ndr) cioè punti commerciali costruiti intorno al brand.”Da Morosini a ChristianTamburi-nelli il passo è breve. Dalla spiag-gia al mare. Lui voleva realizzare un oggetto unico al mondo. Ci pensava lavorando nell’azienda di famiglia, che produce divani e pol-trone, che lui immaginava di far galleggiare. “Produciamo anche arredi per la nautica e ho cominciato a osserva-re i materiali speciali utilizzati per

gli accessori degli yacht. Oggetti d’arredamento resistenti all’acqua e alla salsedine, galleggianti.” È nata così Trona, la poltrona entra-ta nelle case degli italiani, placida-mente a galla nella piscina della casa del Grande Fratello e, ironia della sorte, oggetto di culto che partendo dal Twiga di Briatore ha scalato i desideri delle star dello spettacolo, poi dei re degli yacht, di capitani d’industria e princi-pi. Come è nato il nome? “Chiac-chierando con un amico abbiamopensatoauntronoecorrelandoloalgenerefemminile,abbiamocre-atoTrona. Solo più avanti ci siamo accorti che è anche la desinenza di poltrona.”

A fianco, Gianfranco Simoncelli mostra alcuni filtri prodotti dalla sua Ecoservice. In apertura, da sinistra, Cristian Tamburinelli su una delle sue “Trona” e Marco Morosini tra alcuni prodotti “Brandina”.

L’opinione del presidente Confindustria Pesaro-Urbino

“Una delle sollecitazioni più entusiasmanti nella mia avventura di presidente di Confindustria - racconta Andrea Ugolini - è stata proprio la scoperta di una realtà incredibile di piccole imprese di assoluta qualità o anche di grandi aziende, fuori dai circuiti della conoscenza comune che rappresentano in modo esemplare la nostra provincia e le Marche in generale, quale terra di imprenditori di grandi idee e dunque di vere eccellenze ma soprattutto capaci di stare all’interno della competizione di venuta globale. Non deve stupire in questo senso se il libro dei brevetti italiani è uno dei più ricchi del mondo, testimone di quel genio e sregolatezza che caratterizzano la nostra identità. Ma per avere successo un’idea, per quanto geniale, deve essere supportata dagli uomini e dai mezzi.”

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Con GianfrancoSimoncelli, inve-ce, dal mare torniamo alla terra e all’aria che respiriamo. La sua idea lo ha catapultato all’interno di un’emergenza che riguarda tut-to il mondo industrializzato. Leggi Ecoservice e scopri che… “esistono aziende che hanno come obiettivo primario la salute di tutti”, esor-disce. L’intuizione di Simoncelli sboccia tra le stampanti di cui è un tecnico. Si accorge che i macchina-ri emettono fumi. Facile percepire che non siano benefici. Si mette al lavoro con l’idea di realizzare un sistema in grado di abbatterli e dopo non pochi tentativi realizza un particolare filtro capace di in-trappolarli.Quando ha capito che stava fun-zionando? “Analisi di laboratorio, certificazioni universitarie e di agenzie europee dimostrano che il mio filtro funziona, ne ho una lista lunghissima”. Quante sostanze in-quinanti produce una stampante? “400 microgrammi per metro cubo

di sostanze, identificate generica-mente con il nome di Voc”. Faccia-mo un conto impossibile: in una città come la nostra quante stam-panti potrebbero esserci? “Un mi-gliaio di macchine operative ogni giorno. Non vi è da stupirsi se la percentuale di polveri ultrafini sia in netto aumento e l’effetto di que-ste nano particelle sulla salute è ormai tristemente noto”. Qual è il suo prossimo impegno? “Promuo-vereunacorrentedipensierochediffondaquestasensibilitàepro-ducanuoveopportunitàdilavoro.” Qual è la difficoltà maggiore che incontra? “Amministratori che mettono la testa sotto la sabbia.”La loro idea geniale è stata una ri-voluzione interna all’azienda. Non un prodotto, non un macchinario ma unanuovagestionedell’azien-dastessa. Se navighi nel sito della Tcm, sorprende l’accostamento pubblicitario tra corpi scolpiti in posizioni plastiche e le tecnologi-che produzioni dell’azienda: “La

nostra volontà - spiegano i fratelli DiegoeChiaraAndreani, seconda generazione dell’impresa - è comu-nicare in modo diretto ed efficace, attraverso immagini suggestive, valori comuni a questi due mon-di quali dinamicità, precisione e anche forza e versatilità.” La storia di Tcm è caratterizzata da scelte determinanti per la sua crescita, che nel tempo l’hanno resa, da pic-colo laboratorio artigiano, azien-da industriale strutturata con 100 addetti. Da circa dieci anni, Chia-ra e Diego seguono direttamente produzione, finanza e marketing, ricoprendo ruoli di diretta respon-sabilità, agendo anche sulle scelte strategiche aziendali. “In partico-lare, negli ultimi anni, sono state avviate azioni di ristrutturazione organizzativa, tendenti a ‘manage-rializzare’ un’organizzazione inter-na, già efficiente ed attenta, che per le dimensioni assunte aveva la necessità di strutturare il flusso di lavoro in modo codificato.” IN

Diego e Chiara Andreani fotografati nella sede di TCM.

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Un viaggio tra le note dall’India al Brasile, ma

con le radici ben salde nel pesarese. Perché

solo immergendosi nelle radici culturali

di un popolo, se ne può cogliere il senso

musicale. Parola di Paolo Giaro, raffinato

compositore e chitarrista.

A un musicista, compositore e raf-finato chitarrista come PaoloGiaro, la cui vita musicale va dall’India al Brasile con salde radici pesaresi-urbinati, il concetto di world music dà fastidio. “È come cercare di ri-produrre la cucina di paesi lontani mettendoci qualche droga che ne ricordi gli odori. Il senso profondo di una musica va vissuto immergen-dosi dentro la cultura di un popolo e di un paese. Quanto alla ‘con-taminazione’ va ricordato il senso negativo che ha la parola stessa.”La partecipazione a mondi musi-cali diversi è cresciuta con Paolo negli anni, dopo la precocissima iniziazione alla chitarra (e la sco-perta della bossanova). Alle le-zioni al conservatorio di Alfonso

Borghese, allievo di Segovia, si al-ternavano le orchestrine nei night adriatici che oltre a fargli a stimare le qualità di anonimi colleghi, gli permettevano di viaggiare d’inver-no nelle città della nuova musica europea. In quegli anni il rock con Jimi Hendrix o Frank Zappa fu per lui “una folgorazione acustica”.È di quel periodo la scoperta nel jazz, dopo le big bands e Franco Cerri, della figura di Thelonius Monk, compositore prima che pia-nista, che sapeva inventare nuove armonie. PaoloGiaroamapensareaMonkperl’affinitàdivedute: laricercadellanovità,ilrifiutodellaserialità. Un giorno ascolta Ravi Shankar e trova, nel suo modo di suonare il

testo Glauco Maria Martufi - foto Luca Toni

Musiche “colte” musiche “Altre”

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Comporre | Paolo Giaro

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A fianco e in apertura, Paolo Giaro ritratto nel suo studio musicale.

sitar, una dimensione diversa del far musica, delle soluzioni stupe-facenti - per la nostra cultura - di fondere ritmo e melodia. Quasi nello stesso periodo scopre la mu-sica tribale africana: “Non la world music dozzinale, ma registrazioni di etnomusicologi francesi.” Pao-lo sintetizza la differenza fra i due mondi musicali: ”La musica india-na sale verso il cielo, quella africa-na scava nella terra.”Questo lo riconduce all’amore antico per la musica brasiliana, in cui riemergono ritmi e strumenti giunti dall’Africa, e gli fa apprez-zare ancora la formula ritmica dif-ferente della musica afro-cubana. Così, immergendosi in tanti flussi culturali Giaro diventa, come lui dice, “uncamaleonte[nelcuore]dellamusicaaltrui”, che fa sua per l’apporto personale e fa dire a chi lo ascolta “Come può far questo un europeo?”.Ma rimane sempre un musicista europeo: negli anni ’80 diventa-nopatrimoniocomunelericerche

elettronichedi anticipatori comeBeriooStockhausen e a queste si avvicina grazie alla ricercatrice Te-resa Rampazzi. Riporta quindi nel suo lavoro questo nuovo approccio, anche sull’esempio di John Foxx, e scopre “un mondo dove poter andare” specie per chi sfugga al ri-schio di banalizzarne la novità. Glianni’90sonoquellidiuna“presadicoscienzadell’elettronica,domata, umanizzata attraverso modifiche comandate dal musicista ai suoi parametri”, gli anni dell’afferma-zione della ‘live electronics’. I nuo-vi strumenti permettono di com-porre/scomporre il suono nei suoi elementi fondamentali offrendo ai musicisti nuove possibilità creative che Paolo porta in giro per i festi-val, da Santarcangelo a Polverigi.Sono gli anni in cui Paolo comincia a porsi come tramite fra le sue espe-rienze musicali e il pubblico: gli anni delle incisioni di sei cd e gli anni dell’esperienza di È Vento Suono.Vengono poi, oltre alle composi-zioni autonome e alle tournée con Gabin e Paul Dabiré, africani, e Debiprasad Gosh, indiano, le col-laborazioni - assieme a Valeria Vi-sconti - con lo scultore Paolo Icaro, per il lavoro Lingue, dialetti dell’ani-ma e con l’attore Fabrizio Barto-lucci per Beat Remix. Oggi Paolo è in procinto di partire ancora per l’India dove, a Pondicherry, sicon-cederà“unavacanzadistudio”inuna“scuoladiritmovocale” per im-parare dai maestri indiani a porta-re ancor di più la voce a essere uno strumento. IN

Discografia essenziale

1982, Giaro-Marongiu, con Riccardo Marongiu (LP); 1995, È vento Suono, con Irio de Paula e George Aghedo,

Krishna Bhatt, Debiprasad Ghosh e Matteo Scaioli, Michele Donati,

Markus Stockhausen, Massimo Manzi e Stefano Scodanibbio;

1996, Dancing In The Light Of The Full Moon, con K. Bhatt e D. Gosh;

1996, Misterios, con Donatella Tonini; 1998, Urbino, con M.Scaioli,

M. Scafidi, M. Bartolini, F. Manna, C. Colocci, A. Trebbi; 2001, I Vu Di,

con C. Colocci, A. Trebbi, V. Zubitski, D. Ferrati, M. Volpe; 2002, Respiro

d’Europa con M. Barani, D. Belli, G. Ciabocchi, L Ciavattini,

D. Ferrati, J. Field, C. Jacomucci, T. Santarelli, F. Torbidoni.

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Un’estate... al Fiume

testo Glauco Maria Martufi - foto Leonardo Mattioli

Secondo una voce diffusa, i primi a scoprire le “spiagge”dell’entro-terra sarebbero stati i “perugini” (termine generico per gli umbri) diretti al mare, che, salita in auto la tortuosa vecchia Flaminia, fa-cevano una pausa al fresco nelle nostre splendide gole verdi. Alle 8 del mattino, mentre i “vecchi” tira-vano fuori il tavolino pieghevole e ci posavano fiasco, coniglio in por-

chetta e crescia, i giovani scendeva-no con cautela i sentieri a bagnarsi le gambe prima ancora di arrivare alla “acqua grande”.Solo più tardi i nostri “cittadini” hanno cominciato a cercarvi ri-storo sfuggendo all’affollamento domenicale sulla costa. Oggi il rischio, giustamente sentito dagli abitanti dell’interno, è che questi siti, a lungo intatti e poco conosciu-

Tra rocce, limpidi laghetti, piccole cascate

e boschi ombreggiati, un itinerario nell’entroterra

pesarese alla scoperta delle “spiagge d’acqua

dolce” più belle.

Camminare | Le “spiagge” del territorio

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ti, finiscano per essere rovinati da un’eccessiva frequenza. Per questo a volte li tengono segreti: tuttavia, guardando con attenzione su Google earth, è facile abbinare fiume, strada e auto in sosta e identificare i più frequentati. Solo questi, che spesso compaiono nelle guide, citerò da nord a sud della provincia.I luoghi che si prestano a una domenica fresca sono tutti nel bacino del Metauro giacché solo qui le montagne, so-prattutto quelle calcaree, forniscono acqua anche d’esta-te. Per un lungo tratto le rive del fiume sono spesso ripide, incassate e non si prestano gran che alla discesa; conviene quindi seguirlo fino a Borgo Pace, dove nasce. Qui, an-ziché proseguire lungo il Meta verso Lamoli, prendete la valletta dell’Auro verso Parchiule. Lungo la strada potrete trovare, oltre che gli spazi per le “cotte” dove gli ultimi carbonai producono la carbonella, anche delle brevis-sime discese verso l’ombra e l’acqua del torrente. Oltre Parchiule poi, nella valletta fra i boschi fitti che salgono

all’AlpedellaLuna e alla Toscana, anche se non c’è certo spazio per nuotare, in agosto la delizia delle cascatelle vi resterà nella memoria.La zona in cui si contano i posti migliori per trovare ac-qua e fresco sono però quelle dei fiumi che scendono dai monti più elevati dell’estremo sud della provincia e in cui si apre il ventaglio degli affluenti del Metauro. Il più ricco fra questi è il Candigliano: qui, evitate le acque profonde e le rischiose sponde del lago del Furlo, prima dell’Ab-bazia di San Vincenzo troverete un parco fluviale, dove potrete scendere tranquillamente in acqua e rilassarvi sull’erba all’ombra dell’alta vegetazione. Se troppa gente ha avuto la vostra stessa idea (ed è possibile) tornate verso Furlo paese e i suoi ristoranti: subito prima c’è un ponte sulla destra con la strada che sale al Monte Paganuccio, girate subito dopo a sinistra e un viottolo vi porterà ad una riva da cui potrete vedere la spaccaturafraPaga-nuccioePietralata da un’angolazione insolita e potrete

I luoghi migliori? Lungo il Metauro e i suoi affluenti

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A fianco, il Fosso dell’Eremo; sotto, scorcio del Gorgo Cerbara. In apertura, Gogra

Brugnola, una delle “spiagge“ più note e frequentate, nelle vicinanze di Cagli.

scendere in acqua indisturbati. Risalendo la valle del Candiglia-no oltre Acqualagna si lasciano sulla sinistra i monti più alti della provincia - i massicci del Nerone e del Catria - e a un certo punto sulla destra si staglia netta la parete verticale della Balza della Penna, l’estremità del Monte Montiego. Qui, nella forradiGorgoCerbara, il fiume ha scavato la roccia, fra Montiego e le falde del Nerone, da

una sponda all’altra in una serie di gradoni su cui scorre lasciando “laghetti” e banchine di bianco calcare. Unico “difetto” è che sono molto vicini alla strada e quindi facili da raggiungere. Poco oltre, prima di Piobbico, un’indicazio-ne sulla sinistra vi guida al Fossodell’Eremo: qui è più raro trovare gente ma l’acqua e l’ombra del bo-sco sono sicure. Passata Piobbico si lascia il Candigliano e, seguendo il

Biscubio verso Apecchio, un altro cartello indica il RiodiVitoschio. Ci si entra per una strettoia nella roc-cia, detta “le Porte”, verso la quale scende il Rio con una serie di ca-scatelle che scavano delle “pozze”, limpidi laghetti in cui si possono dare fino a due bracciate.Ad Acqualagna, peraltro, il Candi-gliano riceve il Burano, che a Ca-gli accoglie il Bosso. Nonostante le captazioni questa è la vena d’acqua

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più ricca delle nostre montagne. Le immagini turistiche hanno reso famosi “itrePozzi”,laprimaepiùspettacolare“spiaggia”postapro-prioalleportediCagli presso il sito di un’antica centralina elettrica. A monte, e più riservata ai locali, è quella detta “deiCavalli” ma ormai anche qui puoi vedere pesaresi: c’è l’avvocato che si rinfresca dopo aver fatto duri sentieri in mountain bike o lo scultore che si rovina le mani risalendo contro corrente il fiume fra le verticali sponde roc-ciose del “Grand Canyon”.L’ultima, e più nota delle “spiagge” è quella delle Caldare (per quelli di Cantiano) o GorgaBrugnola (per quelli di Cagli): qui, prima di Pon-tedazzo, il Burano ha scavato una

profonda gola in cui si formano rapide intervallate da cascatelle. Anche se sull’altro lato della valle corre la superstrada che ha sosti-tuito la vecchia Flaminia, la sera spesso succede di trovarvi ferme auto targate Perugia, ma col muso girato verso casa. IN

Da sinistra, la spettacolare natura che caratterizza “i tre Pozzi” e il Rio di Vitoschio.

Dopo la “spiaggia”, le sagre

L’estate fra i monti dell’interno è anche una esplosione di feste, non solo gastronomiche. Vale la pena di segnalare quelle che possono completare una giornata passata a sguazzare fra il verde. Per chi andrà a bagnarsi nell’Auro va ricordato che nella vicina Mercatello il 18 luglio ci sarà il Palio del Somaro. Per chi sceglie Bosso e Burano ci sono la Festa del Polentone alla carbonara a Cantiano, il primo sabato e domenica d’agosto, e il fastoso Palio dell’Oca a Cagli, la seconda domenica d’agosto, con taverne aperte tutta la settimana precedente. Poco dopo, per chi va nell’alto Candigliano e nel Biscubio, a metà agosto (14-15) c’è la Sagra del Bostrengo (tradizionale dolce contadino) ad Apecchio.

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Vicini a voi.

BANCA DELL’ADRIATICOè ENTE FONDATORE

DEL ROSSINI OPERA FESTIVAL

Banca del gruppo

Benvenuti all’opera.uN gRANDE gRuPPO FA CRESCERE ANChE LA PASSIONE

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Innamorati dei Fiori

testo Elisabetta Ferri - foto Laura De Paoli e Marco Sènsoli

Forse bisogna essere cresciuti in mezzo al verde per innamorarsi profondamente dei fiori. Questa è la caratteristica che lega i nostri in-terlocutori, con, in comune, questa passione. Non possiamo non co-minciare questa storia da RosettaBorchia che, su una collina a ridos-so di Urbino, in località Maciolla, ha dato vita al “Giardinodelleroseperdute”, con 300 varietà di rose antiche recuperate da tutti gli an-goli del Montefeltro. “La mia pas-sione nasce da lontano. Sono nata a Cagli - racconta - dove i giardini erano meravigliosi, sia quelli pub-blici che quelli delle case private. A Urbino, dove vivo oggi, non li trovavo e me ne sono costruita uno da sola.” Alla faccia! Una donna creativa come Rosetta, pittrice e fotografa, haallestitounautentico

Coltivarli con cura, riempire di colori e profumi la casa e il giardino, ammirare il risultato della propria dedizione: quattro storie tra Pesaro e Urbino di veri appassionati dei fiori.

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Incontrare | Pesaresi e i fiori

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Tra rose, orchidee e frutti

museoacieloapertocheinprimaveradiventaunospetta-colounico: “Ho cominciato la mia ricerca 12 anni fa, in luoghi sperduti: vicino a case padronali abbandonate, piccole edicole votive, vecchi cimiteri dimenticati. Le ho studiate e ho dato loro un nome: sono queste le vere rose, quelle selvagge, resistenti al gelo e alle intemperie, che l’uomo di oggi non conosce.” Un successo clamoroso che ha fruttato due convegni internazionali, con studiosi arrivati da tutto il mondo.BrunaTabanelli abita, invece, a Pesaro, in Piazzale Colle-nuccio e lesuemagnificheorchideesiaffaccianosuitettidellaCattedrale. “La passione è nata con me. Da bambina abitavo ad Apecchio e domenica andavamo in gita nei dintorni - ricorda. A 10 anni ho scoperto che esistevano le orchidee spontanee: arbusti molto alti, con una spiga che, al suo interno, contiene il fiore. Ogni volta era una caccia al tesoro. Recentemente, un amico mi ha regalato un libro, Orchidee spontanee della Provincia di Pesaro e Urbino e tra quelle pagine ho visto riaffiorare tutto il mio mondo

di bambina.” Così Bruna ha riempito sala da pranzo e salotto delle sue creature preferite, una trentina, posi-zionate davanti a grandi vetrate: “Non quelle spontanee, però, perché sono protette e vanno lasciate nel loro habi-tat. Le mie hanno bisogno solo di luce e, ogni 20 giorni, di sali minerali sciolti in acqua. Amano anche la musica classica, almeno a me pare. Unico nemico, le zanzare. Vederle sbocciare è una gran soddisfazione. Il momento clou? Tra gennaio e febbraio. Fioriscono in inverno, ecco perché sono uniche.”AntonioBerloni sposta la sua attenzione su fiori speciali, quelli deglialberidafrutto. “Sono i miei preferiti, perché vengo dalla campagna. Trovo che non ci sia niente di più poetico di un bel ciliegio fiorito e anche peschi, meli e peri sono splendidi da vedere, con le loro sfumature di colore diverso. Lamiapassionenonèsoloperifiori,maperpiante,prati,giardinieancheperl’orto. Mentre se-

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mino cavoli, pomodori e meloni, magari pianto anche una rosa o un biancospino, così l’orto diventa più bello - sorride timidamente. Stare in mezzo al verde mi rilassa moltis-simo, anche se ho poco tempo. Ci vado di mattina presto, prima di recarmi in azienda, e la domenica. Una passione solo mia, che fa par-te della cultura contadina.” Di cui si sente che va fiero.NinoFalcioni vive in una splendi-da dimora sulla Panoramica, Villa “Canto del Mare”. Collezionista

affascinato dalla rosa, quella di ceramica, tanto da chiamare sua figlia Camilla Flavia Rosa di Pesa-ro, e quella da giardino, di cui pos-siede centinaia di varietà che cura personalmente ogni sera, quando sono in fioritura, passandole in rassegna. Pesarese doc, anche per lui il colpo di fulmine è scattato in campagna, prima al Beato San-te, “dove eravamo sfollati durante la guerra e io scoprii, bambino, il giardinosegreto della signora Ste-rina: quel profumo mi incantava”.

Poi trascorsi un paio d’anni nella casa padronale su per l’Ardizio, da amici di famiglia dei miei genitori. Il padrone di casa era un appassio-nato di rose: “Fu lui a trasmettermi non solo la passione ma il modo in cui coltivarle, curarle, seguirle giornalmente”. Oggi le sue predilette sono le spe-cie Ingrid Bergman, Notturno e “una anonima”, che trapiantò da Villa Ester, prima di venderla a una fa-miglia tedesca.” Cosa non si fa, per una rosa! IN

A fianco, Antonio Berloni. Sotto, Nino Falcioni. In apertura dall’alto, Rosetta Borchia e Bruna Tabanelli.

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Alla battaglia contro la burocrazia ospedaliera preferisce la lotta per salvare i bambini della Sierra Leone dai danni provocati dall’ingestione di soda caustica. Il dottor DaniloBaroncini, bolognese e apprezzato medico, dal 2005 dirige il reparto di Gastroenterologiadel San Salva-tore. Ma è stata la mostra dedicata ai bambini del paese africano che sono stati curati nel Centropedia-tricodiEmergency, nella località di Goderich, a farlo balzare all’onore delle cronache. Da quel momento è il medico più corteggiato da circoli e sodalizi cittadini, invitato a parla-re del progetto al quale continua a collaborare sia nella parte sanita-ria, sia in quella di raccolta dei fon-di. Tutto è iniziato per caso, com’è lui stesso a spiegare. “Una sera mi chiamò un amico bolognese. Sta-va cercando un gastroenterologo per una missione in Africa: quello che doveva partire all’ultimo aveva

dato forfait. Accettai più per to-glierlo dall’impaccio che per reale convinzione. In fondo si trattava di un impegno limitato. Mi dissi: appena una ventina di giorni.” LaSierraLeoneinveceglihacambiatolavita. “In quel paese gli incidenti causati dall’ingestione accidentale di soda caustica sono in continua ascesa - spiega. Questa sostanza è usata per produrre sapone, ma a causa della sua trasparenza viene spesso confusa per acqua da bere. E le vittime sono proprio i bambini che sempre più spesso incorrono in stenosi esofagee, conseguenza dovuta agli esiti di cicatrizzazione dell’esofago che può portare alla morte o, nei casi meno gravi, a grossi problemi di alimentazione.” Dal 2006 circa 300 bambini sono stati ricoverati e trattati. E grazie a Emergency e all’opera di medici come Baroncini, più di 100 bambi-ni possono nuovamente alimentar-si e sono guariti. Con uno di loro il medico ha stretto un rapporto speciale: ha perso un occhio in un incidente quando, piccolissimo, la mamma lavorava nei campi por-tandoselo legato al collo. Ora che la madre non c’è più, e il padre è morto nella guerra civile, è chiuso in orfanotrofio. “Gli ho lasciato là tutto quello che avevo.” Poi spiega: “Perché lo faccio?Quello che failìhaunrisultato immediato.Vitaomorte,tuttoèessenziale,nonci

sonomediazioni.” Ma anche al San Salvatore Baroncini sta lasciando la sua impronta: fondamentale l’apporto nelle cure delle pato-logie funzionali e organiche che affliggono maggiormente la po-polazione (morbo di Crohn e co-liste ulcerosa), al trattamento delle neoplasie intestinali e nell’intro-duzione di tecniche diagnostico-terapeutice sempre più sofisticate, come gli eco-endoscopi di ultima generazione che forniscono una ri-soluzione d’immagine addirittura superiore a quella ottenuta con la TAC. “È ragionevole pensare che fra qualche tempo saremo in grado di analizzare aree di tessuto pato-logico con un dettaglio di visione molto simile al microscopio, effet-tuando una sorta di esame istologi-co in vivo, e stabilendo in ‘diretta’ endoscopica la tipologia esatta di malattia per studiare esofago, sto-maco e duodeno.” IN

testo Simona Spagnoli - foto Luca Toni

Ho cura della Salute

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Curare | Danilo Baroncini

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Come si fa - dirà qualcuno - dopo diploma al Liceo linguistico, lau-rea, diversi periodi di studio in vari Paesi d’Europa e non solo, un lavoro di interprete in inglese, fran-cese e tedesco a favore di aziende commerciali estere e l’impiego in un ufficio turistico, a pensare alle lumache?Ci ha pensato FrancescaPascucci, fanese doc che nel 2006, già con le idee chiare, rileva Roncosambaccio, 3 ettari di terra con 250 olivi dove c’era un pensionato per cavalli.Frequenta i corsi presso l’Istituto Internazionale di Elicicoltura a Cherasco (CN), si dota di riprodut-tori, sistema 20-25 recinti da 50 me-tri per 4, li cinge con rete antifuga, circonda l’impianto con lamiera zincata anti-parassiti, predispone

gli irrigatori prelevando acqua dal pozzo, semina lattughe, bietole, altre erbe e avvia il “ciclo biologi-co completo all’aperto” della Helix aspersa, mollusco gasteropode ter-restre: la chiocciola o semplicemen-te detta, anche se impropriamente, lumaca.Mamma di due bimbe (6 e 4 anni), alle 5 di mattina si dedica al lavoro per seguire l’allevamento, distribu-ire lo stallatico per concimare le erbe, falciare i “prati” per stimolare il ricaccio delle foglie (le chiocciole amano quelle tenere), raccogliere le chiocciole mature in primavera e autunno, prepararle per la vendita, consegnarle ai ristoranti diventati clienti dopo l’iniziale ritrosia.Ormai Francesca, signora delle lu-mache, ne conosce la biologia e sa che, ciascuna, in estate, depone un centinaio d’uova che, schiuse e se non fa troppo caldo, prendono a nutrirsi prima di andare in letargo nascondendosi sotto terra ai primi freddi. Appena sentono la primave-ra tornano a muoversi e a mangia-re per ripetere il letargo durante l’estate chiudendo la “casa” con un opercolo. Dallaschiusadelleuovacivoglionouno-dueanniperaverelechiocciolepronte,“bordate”sidice, quando il guscio presenta un ispessimento

sensibile al tatto per essere raccolte da aprile a giugno o da settembre a novembre, quando sono più te-nere e panciute. Nell’anno si può contare su 3-4.000 kg di chiocciole, poco meno di 1 kg da ogni metro quadrato d’allevamento. Prima della vendita è necessario prepara-le: dentro gabbie metalliche, in un capannone dove circola l’aria fre-sca del mare, le chiocciole stanno a digiuno almeno 15 giorni.Poi tocca ai cuochi. Le prepara-no “in porchetta”, come a Fano si fanno i “bombolini” con soffritto, conserva, finocchio selvatico, men-tuccia ed erbe aromatiche, oppure le propongono “sgusciate” in una serie gustosa di varianti: fritte, gratinate, al forno, in frittata, allo spiedo inframmezzate alla pancet-ta o, come fanno Massimo e Raffa-ella alla “Grotta dei folletti” o Alfio dell’osteria “da Biagiòn” cotte in aglio e olio, su letto di verdura, co-perte da fonduta di formaggio. Ma le chiocciole di Francesca si spo-sano anche alla finezza nelle pre-parazioni più ricercate di Alberto Melagrana o di Lucio Pompili per non scordare la maestria di Elide e Flavio “Alla Lanterna”. L’istinti-va resistenza dovuta alla “non tra-dizione” si vince alla svelta. Basta provare. IN

testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli

La signora delle Chiocciole

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Gustare | Francesca Pascucci

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Una splendida iniziativa editoriale della FondazioneCassadiRispar-miodiPesaro riporta - per così dire - alla luce un’opera fonda-mentale per lo studio del ducato dei Montefeltro e dei Della Rove-re. Si tratta dell’edizione italiana delle MemoriedeiduchidiUrbino dello scozzese JamesDennistoun (1803-1855): opera ben nota agli studiosi, ma che non era mai stata tradotta in italiano (è pubblicata da Quattroventi, editore urbina-te). Poco più che ventenne, dopo aver frequentato corsi di Giuri-sprudenza a Edimburgo ed esser divenuto membro della Faculty of Advocates - pur senza mai esercitare la professione forense -, il giovane Dennistoun si innamorò dell’arte e della letteratura italiana durante il grand tour che tradizionalmente coronava l’educazione dei rampolli d’Oltralpe. Rientrato in patria per affari di famiglia, tornò all’estero nel 1835 e per anni visse in Italia, sempre più affascinato dal mondo del Rinascimento. Nel 1847 tornò a vivere a Edimburgo, dove tra l’altro redasse importanti studi sulla sto-ria di Scozia. Ma il risultato straor-dinario del suo crescente interesse per il Rinascimento italiano - pare che inizialmente lo affascinassero le vicende italiane degli Stuart in esilio - sono appunto i trevolumi

suiduchid’UrbinocheapparveroaLondranel1851 (Memoirs of the Dukes of Urbino, illustrating the Arms, Arts, and Literature of Italy from 1440 to 1630): un testo autorevole, ricco di notizie, destinato a grande noto-rietà fra gli specialisti e i ricercato-ri, ma che fino ad oggi, non essen-do mai stato tradotto, era rimasto chiuso nel mondo accademico e pressoché sconosciuto al grande pubblico italiano.Su mandato della Fondazione Cas-sa di Risparmio di Pesaro, dopo un lavoro durato anni, è oggi pronta una traduzione con commento al testo a cura di GiorgioNonni, do-

cente di Letteratura italiana del Rinascimento all’Università degli studi nella stessa Urbino. Il curato-re ha attentamente chiosato il testo del Dennistoun, ne ha sorvegliato la traduzione e lo ha integrato con note e postille, mantenendo inalte-rato il valore dell’opera originale ma adeguandola all’accrescimen-to che, in un secolo e mezzo, gli studi sui Montefeltro e i Della Ro-vere avevano prodotto. Nerisultaun’operadaimolteplicipianidilet-tura: storia ducale in senso stretto ma anche diario personale, libro mastro delle spese (anche per gli acquisti di opere d’arte), registro di memorie paesaggistiche e gui-da di viaggio, utile a comprendere come ci si spostasse a metà del XIX secolo. Grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro le Memorie dei duchi di Urbino, arricchite dalla prefazionediFrancoCardini, sono oggi a disposizione dei cultori della storia patria. Una storia del nostro Paese, si è detto, elaborata fuori d’Italia, che rimane un capo-saldo della letteratura e dell’arte, una summa di notizie tratte dalla consultazione di biblioteche e ar-chivi, ma anche da studi eruditi e da semplici rumores, che oggi vie-ne finalmente restituita al grande pubblico. IN

testo Riccardo Paolo Uguccioni - foto Leonardo Mattioli

Urbino all’ Inglese

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Leggere | Memorie dei Duchi d’Urbino

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Per tutti, ma proprio per tutti, è il “papàdellanauticafanese”. Sareb-be interessante conoscere i passag-gi di questa sua attività che oggi, nonostante la crisi, mostra ancora segni di vitalità. In sintesi, chi è l’ingegner CarloMoschini e come cominciò il grande sogno che an-cora oggi lo affascina ?“Mi sono laureato in Ingegneria navalmeccanica a Genova nel 1961 - esordisce - e dopo aver vinto una borsa di studio CNEN (Comitato Nazionale Energia Nucleare, ndr) ho partecipato al progetto Felice Ippolito del 1962-’63 per studiare la propulsione nucleare su navi commerciali italiane.”Unapartenzaarazzo…“Ma il progetto fallisce. Vengo assunto alla Esso, anch’essa coin-volta nel fallito progetto. Per due

anni vivo a bordo di petroliere del gruppo e studio, intuendone le prospettive, la lavorazione della ve-troresina (Vtr, ndr): carichi di rot-tura, tensioni, moduli elastici, ecc. Sempre per Esso passo in Ancona, a sovrintendere la costruzione di due super petroliere da 65.000 tonnellate. Di nuovo subisco il fa-scino della Vtr. Tornato a Genova, gli studi mi valgono la nomina a consulente per l’applicazione del-la Vtr alle barche di diporto. Co-mincia così la grande avventura sperimentale nel laboratorio di falegnameria di mio padre. Dopo poco lascio la Esso e individuo nel porto di Fano l’area giusta per la-vorare in proprio.”Tuttofacile?“Affatto, le difficoltà burocratiche mi spingono a Pesaro dove colla-boro con i fratelli Storoni. Nel con-tempo convinco una ditta arma-trice a realizzare ad Ancona una barca appoggio per piattaforme in Vtr. Mille problemi giuridici, dato che non esisteva alcun regolamen-to, e burocratici; ma alla fine la vin-co, inizia così l’impiego della Vtr per trasporto passeggeri in navi-glio minore. Giusto per non perde-re tempo mi abilito e inizio a inse-gnare, a Fano e Urbino, Macchine e Meccanica. Finalmente acquisto un capannone a Fano: con la ve-troresina va alla grande, gli ordini aumentano. La chimica fa progres-si impensabili. Ben presto l’area

portuale non basta più. Bisogna spostarsi a Bellocchi, in campagna. Con la società Custom Line rea-lizziamo scafi anche di 94 piedi.”Nonfacileafarli,quasiimpossibileportarlialmare.“Ecco il problema, portarli al por-to attraversando una intera città. Fano allora andò letteralmente ‘in barca’. Pochi avevano visto simili prodigi dell’arte e della tecnica in mare, figurarsi a terra. La città diventò persino famosa per que-sto. Yachts su yachts, sempre più grandi e sofisticati. Nell’89 nasce il Consorzio Navale Marchigiano e ne divento Presidente. Fano e il territorio stanno velocemente di-ventando un importante distretto per la nautica. La Cantieri Moschi-ni ottiene per primo la certificazio-ne di qualità per la cantieristica. Si costruiscono in Vtr navi fino a 350 passeggeri, catamarani e per-sino naviglio militare, di cui non posso parlare. Posso ricordare le 15 motovedette per la Finanza, velocissime (circa 100 km all’ora, ndr) e progetti per motovedette dei Carabinieri.”OggicosafaCarloMoschini?“Dopo la vendita delle mie azio-ni alla Benetti svolgo attività di docenza presso l’Università delle Marche e con il Nuovo Cantiere Moschini produco modelli, stampi e stampate in materiale composito per conto terzi. Non si finisce mai di imparare.” IN

testo Alberto Berardi - foto Luca Toni

Il “papà” della Nautica

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Progettare | Carlo Moschini

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Cultura e integrazione nel segno della musica.

È uno degli obiettivi del Pesaro Jazz Club, associazione nata da

poco ma già molto attiva con eventi e concerti.

Una nuova realtà che coniuga cul-tura, musica e integrazione: è il PesaroJazzClub, nato appena due mesi fa. L’associazione che organiz-za rassegne, festival e laboratori ha la sede a PalazzoRicci, nell’ex ap-partamento del custode. Nel corso dell’estate poi si potrà usufruire del delizioso cortile del Comune di Pesaro, accanto al Conservato-rio Rossini. Il presidente del Pesa-ro Jazz Club è GiacomoDominici, i soci fondatori sono Filippo Fucili, Francesco Valentini, Amanda Gari e Gianluca Dominici.L’associazionegiàcontauncentina-iodisoci, la tessera annuale costa 15 euro, per chi volesse utilizzare la sala prove del club, il costo è di 50 euro all’anno. Lo spazio per le prove, che si avvale anche di un pia-noforte a mezza coda e di una bat-teria con tutto l’impianto, è aperto tutti i pomeriggi dalle 15.30 alle 19.30 e dalle 20 alle 23.30, tranne il giovedì e la domenica. La sede invece è sempre aperta, anche la domenica.Gli appuntamenti musicali con il jazz all’aperto nel cortile interno si sono inaugurati a giugno con il Francesconi, Dominici, Pivi Jazz Trio. Il calendario prevede una serie di concerti dal vivo fino alla fine di giugno. L’associazioneperl’estateorganizzeràunminifestivalincollaborazionecon l’OrchestraSinfonicaRossini. Ad agosto è in

programma una tre giorni molto ricca. Insomma il Pesaro Jazz Club è appena nato ma si è dato subito da fare.L’associazione è ricca d’idee e, se arrivano anche le risorse, si po-tranno organizzare per tutta l’esta-te vari eventi. D’inverno, però, il club non andrà in letargo, infatti ha intenzione di organizzare ap-puntamenti musicali in vari locali. Quest’estate, invece, cura i concerti aperitivo all’ora del tramonto, tutti i mercoledì a Bagni Paradiso sotto-monte, fino alla fine di agosto. “Siamo tutti musicisti - racconta il presidente Giacomo Dominici - trascinati dalla passione, ma anche dei professionisti. Già collaborava-mo al Fano Jazz Club, poi abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e costruire un progetto tutto nostro. Siamo appena nati, ma c’è intor-no all’associazione tanto fermento e interesse. Gli iscritti stanno au-mentando e la gente curiosa che passa in sede è numerosa. Poi la possibilità di avere una piccola sala prove, per chi fosse interessato a suonare insieme o semplicemente per conoscere meglio il mondo del jazz, ha dato una spinta in più a tutto il movimento. Siamo una re-altà nuova, ma in crescita. Le idee e i progetti sono tanti, speriamo di svilupparli tutti.” L’entusiasmo intanto c’è. Info: 393.0821284;[email protected]. IN

testo Beatrice Terenzi - foto Luca Toni

Sotto le stelle del Jazz

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Suonare | Pesaro Jazz Club

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testo Simonetta Campanelli - foto Leonardo Mattioli

Un evento in continua ascesa e sempre più coinvolgente; una fullimmersiondipesaresitàtraarte,cultura, sport e solidarietà. È il PremioCircolodellaStampa/Pe-saro, che quest’anno si è concluso con una sorpresa. Chi la fa, l’aspet-ti!, si potrebbe dire. In quanto past-presidente, non avrebbe mai approvato di assegnarsi il Premio più prestigioso dell’anno e della città. Ed è per questo motivo che è nato il complotto! Ma i consiglieri, in gran segreto, lo hanno scelto, perché se lo merita a pieni voti. Lui ignorava la sorpresa. Premio2010, dunque, a FrancoBertini, “perché la sua saggezza proustiana è un punto di vista sulle cose e il distac-co con cui esprime fatti e pareri, mai banali, sono la sua arte di Ra-gno nel tessere reti e trame”. Con questa motivazione i consiglieri in

carica hanno siglato il riconosci-mento. Ma la cosa più emozionan-te è stata vedere la sua espressione attonita quando è comparso il re-latore che lo avrebbe “raccontato” al numeroso e sentito pubblico all’Auditorium di palazzo Montani Antaldi. Uomo d’un pezzo, risolu-to, perentorio si è lasciato prendere da un’irresistibile scioglievolezza e si è lanciato in un “cioccolatoso” abbraccio con “Toto”, amico del cuore, amico di sempre. Antonio Bulgheroni - presidente e AD di Lindt Italia e consigliere di Lindt & Sprüngli AG - si è fatto tanti chi-lometri da Varese, per condividere con Franco un altro indimenticabi-le momento della loro vita e amici-zia. Belle parole, bei ricordi, belle emozioni mentre veniva proiettata sullo schermo una foto dei “tempi in cui facevano squadra”. C’era an-che Massimo Cosmelli, venuto da Livorno, apposta, per consegnare formalmente il premio a Franco. Che trio!Ma prima del piacevole finale, era già stato premiato chi, formal-mente appariva nell’invito e nei comunicati. GianniD’Elia, poeta, “perché la sua poesia è ormai una voce nazionale limpida e critica”, Lo aveva introdotto al pubblico lo stesso Bertini e Paolo Teobaldi, scrittore già premiato, gli conse-gnava il premio. IvanoDionigi, Ma-gnifico Rettore a Bologna, “perché il traguardo raggiunto corona una lunga storia personale che con lui

onora tutta la città”. Primo pesare-se e marchigiano alla guida della più antica università occidentale, Alma Mater Studiorum. Introdotto dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, avv. Gianfranco Sabbatini e premiato da mons. Franco Tamburini pre-sidente del Ceis locale (ordinato sacerdote nel 1962 insieme a don Gianfranco Gaudiano, guida spiri-tuale di Ivano). LeonePantaleoni, enigmista, “per-ché se il mondo fosse un rebus lui lo avrebbe già risolto col suo acu-me che sa di bontà”. Presentato da Maurizio Mosconi, collega e ami-co enigmista, ha ricevuto la targa dagli studenti della scuola “Anna Frank” di Cattabrighe, ai quali tie-ne lezioni quotidiane - e gratuite - da anni. Molto simpaticamente Leone da Cagli (così si firma ne La Settimana Enigmistica) ha illustrato alcuni indovinelli e rebus renden-do l’atmosfera briosa. DonMarcel-loSignoretti, missionario, “perché la sua opera è sempre il miglior messaggio che Pesaro può dare di sé”. Lo ha presentato don Marco Di Giorgio, parroco di Candelara, che ha ripercorso i momenti più si-gnificativi della vocazione di “Mar-ci” e della sua missione. Il premio è stato consegnato da mons. Dominico Marinozzi, ve-scovo di Saddo-Hosanna, Etiopia, che lo ha consacrato sacerdote.Insomma, un 10 maggio da non dimenticare. IN

Pesaro si Premia

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Assegnare | Premio Circolo della Stampa

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Hotel Excelsior, Pesaro, Lungomare Nazario Sauro, Riviera Adriatica, Marche, Italia, tel +39 0721 32720 - fax +39 0721 35502 - www.excelsiorpesaro.it

il primo HoTEl 5 sTEllE dElla riviEra adriaTica dEllE marcHE Vorrei un luogo lontano dal caos dove emozionarmi tra mare, musica e arte. Vorrei un luogo dove rilassarmi, un Lido dal sapore d’altri tempi, una Spa che carezzi corpo e mente, dove tutto è vicino al mio stile di vita. Vorrei il lusso di vivere bene la vita in un ambiente discreto, senza chiasso, come fosse la mia seconda casa: una storia da raccontare al presente. Ora posso. Finalmente a Pesaro, Excelsior.

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