pesaro-urbino n4-2009

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n. 6 - E 3,00 Teatro in carcere Il palco oltre le sbarre Pergola Protagonista della Storia Valentino Rossi Vittoria della solidarietà Michele Ambrosini Un uomo coi piedi... sul territorio

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Pesao-Urbino

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Anno IV - N. 4 - DICEMBRE 2009

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Teatro in carcere Il palco oltre le sbarre

Pergola Protagonista della Storia

Valentino Rossi Vittoria della solidarietà

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Sette pesaresi illustri, a comincia-re dal sindaco Luca Ceriscioli, ci parlano del loro tavolo di lavoro, anzi della loro scrivania. E raccon-tandoci di questa, ci parlano un po’ anche di se stessi. Ma di personaggi illustri seduti ad una scrivania im-portante, a Pesaro, ce ne sono tanti. Uno di questi è, per la verità, un ur-binate, e di scrivanie di lavoro non ne ha solamente una, me tre: una a Pesaro, una a Jesi e una a Macerata. Stiamo parlando di Michele Am-brosini, docente universitario e, da qualche mese, presidente di Banca Marche, istituto di credito che si “triplica” nelle sue sedi principali.

L’incontro con lui è occasione per parlare di economia e, al contem-po, di territorio, di investimenti mi-rati a incentivare tutto il buono che questo sa esprimere, a livello, civile, culturale e produttivo.D’altra parte, un territorio vivo che si rispetti, come quello marchigia-no e pesarese in particolare, contie-ne svariate realtà, ben diverse l’una dall’altra; è così che saliamo fino a Fossombrone e al suo carcere di massima sicurezza noto in tutta Ita-lia, per conoscerne un aspetto “in-novativo”: parliamo degli spettacoli teatrali allestiti dai detenuti, inizia-tiva promossa dall’associazione “A

Ponente”, guidata da tre giovani appassionati pesaresi.Da Fossombrone a Pergola la stra-da non è tanta, ma identica è la bellezza dell’entroterra: proprio a Pergola ci porta l’itinerario di “IN Magazine”. Visitiamo una cittadi-na dalla grande storia che, a sua volta, non è lontana da Cavallara, località in comune di Mondavio dove a metà novembre Valentino Rossi, fresco di nono titolo mon-diale, ha richiamato almeno 15.000 persone con la sua partecipazione a una gara di cross a favore dell’AIL - Associazione contro le leucemie - di Pesaro. Meritava spazio questa iniziativa (prima delle meritate va-canze) del nostro campione, primo anche nella gara della solidarietà.Non possono mancare, infine, i consueti appuntamenti con salute, gastronomia e arte, toccando un grande della pittura del ‘900 come Nino Caffè, e la musica, con un pia-nista in grande ascesa quale Paolo Marzocchi. E siccome uno dei mar-chi storici del territorio è il basket, chiudiamo segnalandovi il proget-to della “ASD Sordi Pesaro”, una squadra composta da ragazzi non udenti. Una bella storia, per chiu-dere il 2009 e darvi appuntamento al prossimo anno. Buona lettura!

Un territorio Vivo

di Andrea Masotti

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pedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1

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Anno IX - N. 5 - DICEMBRE 2009

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Alfredo

AureliTra impresa e Fondazione

Patrizia Rinaldis Regina dell’accoglienza

Roberto Ricci Ordine e progresso

German Scarone Parola di Capitano

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Anno IV - N. 4 - DICEMBRE 2009

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Teatro in carcere Il palco oltre le sbarre

Pergola Protagonista della Storia

Valentino Rossi Vittoria della solidarietà

MicheleAmbrosiniUn uomo coi piedi... sul territorio

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Sommario5 Editoriale|

8 Annotare| Brevi IN

16 Essere| Michele Ambrosini

22 Applaudire| Teatro in carcere

26 Camminare| Pergola

32 Interpretare| Pesaresi e... la scrivania

36 Vincere| Valentino Rossi

40 Curare| Marina Di Luca

42 Degustare| Azienda Vinicola Tonelli

44 Visitare| Venturi Spazio Arte

46 Dipingere| Centrangolo e Caffè

48 Vincere| Asd Sordi Pesaro

49 Suonare| Paolo Marzocchi

50 Leggere| Freschi di stampa

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044

[email protected] redazione Pesaro: Simonetta Campanellicell. 335.5262743

[email protected]: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:Andrea Masotti.

Redazione centrale: Giulia Bazzocchi,Andrea Biondi, Francesca Renzi.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri.

Impaginazione: Emanuele Dall’Acqua.

Controllo produzione: Isabella Fazioli.

Ufficio commerciale: Irena Coso, Laura De Paoli.

Collaboratori: Benedetta Andreoli, Franco Bertini, Lamberto Bettini, Grazia Callegari, Simonetta Campanelli, Elisabetta Ferri, Ettore Franca, Elio Giuliani, Simona Spagnoli, Beatrice Terenzi, Maria Rita Tonti, Riccardo Paolo Uguccioni.

Fotografi: Laura De Paoli, Leonardo Mattioli, Marco Sensoli, Luca Toni.

Chiuso per la stampa il 21/12/2009

Page 8: PESARO-URBINO n4-2009

Sanità nelle Marche

Ancona - Senza paura di essere smentiti, possiamo affermare

che la Sanità determina buona parte della qualità della vita dei cittadini. Ad occuparsi di quello che è considerato il “ministero”

più arduo per la Regione Marche è Almerino Mezzolani, pesarese di

nascita, anconetano d’adozione. Lui, nato a Colbordolo, fa il pendolare

tra Pesaro e Ancona. Tutti i giorni. Un piede in Giunta, l’altro sul

territorio. Tutto questo per garantire un equilibrio tra nord e sud, ma

con una certa predilezione proprio per il pesarese. E la sanità, sotto il governo Mezzolani, è cambiata.

Dopo il riequilibrio dei bilanci della sanità regionale che, finalmente, non

segnano più rosso, è il momento di agire sui contenuti. Lo sta facendo

con la nascita degli Ospedali Riuniti Marche Nord, un dirottamento di investimenti, ma soprattutto una

razionalizzazione dei costi che non penalizza la qualità della sanità

locale, ma rappresenta un nuovo “Rinascimento” per il territorio

provinciale e regionale. (L.S.)

Da Ratti make-up D&G

Pesaro - ll make-up “firmato” da una grande casa di moda per le clienti del-la boutique Ratti. Lo scorso 13 dicem-bre Licia, Silvana e Matilde hanno accolto le loro numerosissime ospiti nella boutique di Pesaro. Le signore presenti hanno potuto usufruire di consigli e di un proprio make-up per-sonalizzato da parte di due truccatori D&G, che nell’occasione hanno pre-sentato la nuova ed esclusiva linea di prodotti di bellezza.

Un po’ di Pesaro sulle Dolomiti

Madonna di Campiglio - Lo scorso 12 dicembre è stata inaugurato lo Cha-let del Brenta, nuovo hotel a quattro stelle, frutto di un progetto portato avanti con passione e competenza da un team di imprenditori marchi-giani. L’avventura di Giuseppe Galli, Paolo Sabbatini e Giampiero Casa-vecchia, proprietari dell’hotel, e di Paolo Biagiali, che cura la direzione, è una scommessa che può dirsi vinta. “Abbiamo aperto il 3 dicembre – ha spiegato il Direttore Paolo Biagiali - in occasione del ponte dell’Immaco-lata. Siamo soddisfatti dei primi ap-prezzamenti accordati dagli ospiti tra cui noti personaggi che l’8 dicembre

hanno partecipato alla serata vip nel-la nostra esclusiva location.” Chalet del Brenta offre un soggiorno esclu-sivo: 32 camere e 24 suites arredate in modo estremamente elegante e curato. Due sono gli elementi di or-goglio dello chalet: la SPA Allsenses e il ristorante Il Giardino. Il primo è un ampio spazio di 500 mq. con piscina, sauna, bagno turco, massaggi, cascata di ghiaccio, la stanza del sale, nuvola “Il Giardino” è un luogo d’eccellenza assoluta: raccoglie la fortunata tradi-zione dell’omonimo ristorante di S. Lorenzo in Campo (PU), più volte in-signito con importanti riconoscimenti da guide e riviste del settore.

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Nuovi soci al Lions

Pesaro - Il Lions Club Pesaro Della Rovere cresce. Durante l’annuale

cerimonia della Charter, il presidente in carica Marco Gennari ha introdotto

e presentato i cinque nuovi soci: “Ci siete stati presentati come

persone particolarmente sensibili, generose ed oneste, dotate di grande

spirito di solidarietà umana e per le vostre esperienze professionali

- ha dichiarato - sarete certamente capaci di dare un valido supporto alle

attività sociali del nostro sodalizio. Dunque avete tutti i migliori requisiti

per meritare la qualifica di socio Lions. Siamo dunque molto lieti di

accogliervi nel nostro club e di darvi un caloroso benvenuto!”

I cinque neo leoni (nella foto con il presidente) sono: Laura Trebbi,

avvocato; Stefania Turchetti, notaio; Giuseppe Fabiano, commerciante;

Domenico Muggeo, geometra; Stefano Sanchioni, imprenditore.

(S.C.)

Il jeans stampato su Seta

Fossombrone - L’iconografia del jeans laserato, strappato nei punti giusti, con passanti e fit in pieno stile dégagé, riportato sulla superficie seri-ca. Come un quadro inserito in una cornice diversa. Questa la grande no-vità donna di Dondup per la prossima bella stagione, proposta dalla stilista Manuela Mariotti. Gli occhi vedono un jeans con armatura denim, ma le mani toccano la consistenza della seta. L’impatto al tatto è lieve, etereo. L’ultimo capolavoro di Dondup è un oggetto mai esplorato nel mondo del-la jeanseria. Identico, nel fitting, ai mo-delli proposti in versione slim e loose,

radicalmente diverso nel peso, nella plasticità del materiale. I due antipodi “mi metto un pantalone di seta”, “mi metto un jeans” si dissolvono, grazie a Dondup. www.dondup.com

Learco Bastianelli confermato Presidente

Pesaro - Learco Bastianelli è stato ri-confermato alla guida di Confartigia-nato Pesaro e Urbino. La rielezione è avvenuta nel corso dell’assemblea straordinaria dei delegati, lo scorso 13 dicembre presso la sede pesarese dell’associazione. In tale occasione, il Consiglio direttivo di nuova nomina ha confermato vicepresidente Marco Casicci e Giuseppe Cinalli nel ruolo di segretario generale. “Sono molto onorato - ha dichiarato Bastianelli - di

aver nuovamente ricevuto la fiducia della Giunta provinciale. Questo pre-mia il lavoro svolto da tutta la dirigen-za e dal personale dell’associazione in favore degli imprenditori associati. Questa mia conferma alla presidenza della Confartigianato costituisce uno stimolo a intensificare l’impegno e perfezionare le strategie che la nostra associazione metterà in atto nell’im-mediato futuro.”“Ringrazio la Giunta - ha ripreso Giu-seppe Cinalli - per avermi confermato la fiducia. La rielezione dei massimi dirigenti dell’associazione garantirà una continuità operativa e un appro-fondimento dei progetti già intrapresi che hanno portato la Confartigianato all’avanguardia nell’affiancamento alle aziende artigiane. Il 2010 sarà un anno importante per l’economia del-la provincia: saremo pronti e motivati per sostenere le nostre imprese nella fase che dovrebbe chiudere la crisi economica e avviare la ripresa.”www.confartps.it

Ph. Leo Mattioli

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Pesaro - “Se hai un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, se il tuo peso è superio-re ai 50 kg e sei in buone condizioni di salute, contattaci per avere infor-mazioni sulla donazione del sangue. AVIS - Una goccia per la vita”. Con questa nota il dottor Vittorio Gemellaro, presidente dell’Avis di Pe-saro, invita i cittadini ad avvicinarsi al mondo della solidarietà, e ricorda che “I donatori sono persone semplici e umili: operai, manovali, commessi, casalinghe, disoccupati… Perciò ci chiediamo continuamente perché le persone di mondo, come professionisti, imprenditori, dirigenti, non abbiano un po’ di tempo da de-dicare alla donazione di sangue. Non costa nulla se non pochi minuti di di-sponibilità. Anche in periodi di crisi come quello attuale, non avrebbero nessun impegno economico gravoso ma solo un compiacimento persona-le per avere compiuto un generoso gesto.”Info: tel. 0721.31 [email protected](S.C.)

Il “Pignocco” diventa Country House

La generosità dei Donatori

Pesaro - Circondato da prati e antichi olivi, già nel ‘700 sorgeva, sulla strada omonima, un casino di villeggiatura:

il Pignocco. Il curioso nome è da attri-buire a un gigantesco pino. La memo-ria della gente del luogo racconta che l’albero fosse così maestoso da venir subito individuato dai naviganti, che lo usavano come riferimento. Per gli increduli, fotografie del prodigioso albero fanno bella mostra di sé nella villa sulla sommità del colle di San Pie-tro in Calibano, nel cuore del lucus Pi-saurensis, antico santuario romano. La villa agli inizi del ’900 ricoprì il ruolo di dimora padronale e ospitava il pos-sidente quando veniva in campagna per ritemprarsi. Nel 1953 il casolare, convertito a dimora di campagna, fu acquistato dalla famiglia Gallinella, tuttora pro-prietaria. Nel 2008 Paolo, insieme a moglie e figlie, ha deciso di trasfor-mare “il Pignocco” in country house. Il progetto di restauro è stato curato personalmente dalla famiglia con la collaborazione di Mariadele Conti: l’intervento, di stile conservativo, ha mantenuto intatto il fascino del luogo e della villa. (S.C.)

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Grande successo per il “Rossini”

Pesaro - Il pubblico è accorso in gran numero all’Auditorium “Pedrotti”

per i festeggiamenti in onore di Santa Cecilia, con l’esizibizione

dell’Orchestra e i cantanti del Conservatorio diretti nel concerto serale dal maestro Luca Ferrara.

“Questa sintonia della città - ha osservato il presidente del

Conservatorio Giorgio Girelli - con il suo Conservatorio è confortante

e sollecita tutti ad operare per la soluzione dei problemi pendenti.

Quest’anno, su indicazione del direttore maestro Maurizio Tarsetti,

il Conservatorio ha eseguito un programma aderente agli obiettivi del

fondatore Gioachino Rossini, il quale aveva previsto che l’insegnamento

della musica fosse incentrato specialmente nella composizione e

nel canto.” Lungo la serata sono stati consegnati diplomi di benemerenza a docenti e impiegati amministrativi che hanno recentemente cessato il

servizio attivo. (V.C.).

50 anni di concerti

Pesaro - L’Ente Concerti di Pesaro celebra le “nozze d’oro” con la

stagione concertistica: 50 anni di appuntamenti nella qualità e nella

continuità. Guidumberto Chiocci e Federico Mondelci, presidente e

direttore artistico dell’Ente, hanno presentato al pubblico la stagione

articolata in 15 concerti, inaugurata ufficialmente dal M° Alberto Zedda,

rossiniano doc e direttore d’orchestra di fama internazionale. Fra i

prossimi appuntamenti il balletto Lo Schiaccianoci di Čhaikovskij con il

Moskow Ballet Classique East (6/1 ore 21), il mitico gruppo Swingle Singers

(17/2) e il concerto che avrà come protagonista il direttore, compositore

e violista marchigiano Roberto Molinelli, che proporrà in prima

esecuzione il suo “Twin Legends” per violoncello e archi (12/3). (M. R. T.)

Tonda e IFI da Collezione

Roma - Tonda di IFI, la prima e unica vetrina gelato rotonda e rotante, è sta-ta selezionata tra i simboli del design italiano di successo nel mondo per essere esposta all’interno della Colle-zione Farnesina Design. Istituita con decreto del ministro Franco Frattini per approfondire l’impegno del Mini-stero degli Affari Esteri nel valorizzare la produzione artistica italiana nel set-tore design, sarà esposta in numerose sedi estere, divenendo fulcro di eventi organizzati attraverso la rete di Amba-sciate, Consolati e Istituti di Cultura nel mondo. Lo scorso 30 novembre, alla presenza del ministro Frattini e di numerosi ospiti di rilievo, si è tenu-ta presso la Sala Conferenze Interna-zionali del Ministero la cerimonia di presentazione della Collezione, che ha consacrato IFI come realtà di rife-rimento per il design industriale nel panorama nazionale. Ideata, progettata e prodotta negli sta-bilimenti di Tavullia e presente in cir-

ca cinquanta Paesi nel mondo, Tonda è sintesi perfetta tra i banchi a pozzetti, che esaltano la conservazione del gela-to, e le vetrine tradizionali. Dichiarata ‘prodotto altamente innovativo’ dal Ministero per le Attività Produttive, Tonda ha ricevuto dalla Giuria inter-nazionale del XXI Premio Compasso d’Oro ADI la ‘Segnalazione’, entran-do a far parte della Collezione storica del celebre Premio di design, Bene di interesse nazionale.

12 | IN Magazine

Page 13: PESARO-URBINO n4-2009

Natale e Sport

Fossombrone - L’associazione Fo-rum Sempronii, tra i numerosi eventi del periodo natalizio, ha organizzato una serata dedicata allo sport, una tavola rotonda a cui hanno parteci-pato i campioni Billi Costacurta, Alex De Angelis, Franco Uncini, Carlton Myers e Davide Sanguinetti, sotto la conduzione di Valeria Ciardiello di Sky e con la coinvolgente presenza di Massimo Berloni.All’evento erano naturalmente pre-senti tutte le società sportive di Fos-

sombrone con i loro atleti e dirigenti, con oltre 850 partecipanti, molti dei quali giovani; e proprio ai ragazzi i grandi sportivi hanno trasmesso le loro esperienze, ma hanno soprattut-to lanciato un messaggio: qualsiasi sport è un momento di aggregazione e un esempio di vita e i risultati si rag-giungono solo attraverso molti sacri-fici senza distrazioni. Come lezione di vita, i giovani atleti hanno ricevuto l’invito a mantenere sempre un com-portamento corretto e onesto.

Auguri dalla redazione

Pesaro - La Redazione di Pesaro e Urbino di IN MAGAZINE augura a tutti i lettori, amici e sostenitori, con i quali è stato condiviso un anno così intenso, serene festività e un nuovo anno carico di motivazioni e successi, progetti e notizie emozionanti. Per ricevere la rivista gratuitamente, potete inoltrare la richiesta alla responsabile di redazione: [email protected] (S.C.)

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Il Festival del Corto

Fano - Oltre 400 opere di registi italiani e stranieri provenienti

da 35 nazioni. Sono i numeri del “Fano International Film Festival

2009” diretto da Fiorangelo Pucci e dedicato al cinema cosiddetto corto. La giuria ha giudicato migliori attori

Isabella Ragonese, interprete del cortometraggio Alice di Stefano

Anselmi e Neri Marcoré, protagonista di L’amore è un giogo di Andrea

Rovetta, seguiti, ex aequo, da Michela Cescon e Salvatore Cantalupo,

interpreti di TV di Andrea Zaccariello. Per “Autori italiani” si è aggiudicato

1° premio il pergolese Simone Massi con Nuvole, mani, seguito da TV; si

è classificato 3° Ricordati di fare miao di Luca Calvanelli. Per “Autori

stranieri” il 1° premio è andato a Dance macabre di Pedro Pires. www.fanofilmfestival.it (B. A.)

Nuova sede per Dolcini Dressing

Pesaro - Nuovi carattere e filosofia di vendita per proporre una diversa

tendenza nel vestire. È lo stile di Nicola Dolcini che, da poco tempo, ha trasferito il negozio Dolcini Dressing

nella nuova sede di via Pedrotti. Proposte di abbigliamento uomo

e donna, capi di qualità e firmati a prezzi ridotti, affiancati da accessori,

cravatte, sciarpe confezionati con tessuti esclusivi e personalizzati col

logo; calzature maschili prodotte artigianalmente con pellami di prima

scelta. (S.C.)

Le Settimane Aperte da Maya Club e Auraspa

Nuovo design per il Moscone

Pesaro - Per il 2010, Maya Club e Au-raspa hanno ideato una novità per i propri clienti: si tratta delle Settimane Aperte, ovvero 3 settimane tematiche, uniche ed irripetibili, che si svolge-ranno in momenti precisi dell’anno. A seconda del tema proposto, i centri benessere organizzeranno sei gior-ni in cui il cliente potrà ricevere una consulenza, una diagnosi approfon-dita personalizzata e provare gratu-itamente un trattamento speciale ad un prezzo veramente particolare che non ritroverà in nessun altro periodo dell’anno.Il primo evento del 2010, quello de-dicato alla luce pulsata, si svolgerà dal 18 al 23 gennaio e permettarà di scoprire servizi Auraspa come la de-pilazione permanente e i trattamenti su macchie, acne, e rughe.

Cattolica - Il Moscone non si arrende! Da oltre un secolo questa piccola im-barcazione a remi è l’icona della nostra riviera. Il designer Marco Morosini, creatore di Brandina The Original, ha reinterpretato questo pezzo di storia in collaborazione col cantiere nautico De Biagi & Magi, per fare riscoprire ai mo-derni bagnanti il piacere di possedere e manovrare questa antica e romantica imbarcazione.“Noi restauriamo dei mosconi che ab-biamo fatto 25 anni fa. La roba di pla-stica se si rompe invece la si butta via”, dice Elvino Magi, che insieme a Bruno De Biagi ha raccolto l’eredità artigiana-le del cantiere fondato nel 1890.Il moscone Brandina 13.9 reinterpre-ta questo pezzo di storia valorizzando i tradizionali materiali di costruzione come il mogano, il cuoio e l’acciao con

linee più moderne. Sono state riviste le proporzioni, l’ergonomia delle sedu-te, aggiunto un tendalino frangisole e inseriti il porta ghiaccio per cham-pagne e cassetti porta oggetti. Costru-ito artigianalmente in ogni dettaglio, sarà prodotto in serie limitata in soli 30 esemplari, ispirato alla gloriosa tra-dizione del motoscafo veneziano e agli altrettanto rinomati motoscafi Riva. Il numero 30 è un omaggio alle 4 gene-razioni che hanno attraversato i 120 anni di storia del cantiere nautico De Biagi e Magi.Ph. Luciano Dolcini

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I progetti della Fondazione Berloni

Pesaro - La Fondazione Berloni si occupa di ricerca e ha finanziato progetti scientifici importanti per sconfiggere la talassemia e altre malattie ematologiche. L’obiettivo è stato raggiunto con successo e il CD (composto da Antonio e Marcello Berloni e dalle mogli Claudia e Anna) ha integrato lo statuto per conseguire altri risultati. “Lo scopo della Fondazione è di promuovere e finanziare attività e progetti di ricerca scientifica finalizzati al miglioramento della salute fisica e mentale dei bambini, con assoluta prevalenza della promozione di studi di ricerche finalizzati alla realizzazione di nuovi metodi di cura radicale delle malattie genetiche… e a ogni altra attività tendente a favorire e promuovere iniziative nell’ambito della ricerca scientifica, comunque tesa allo sviluppo e al progresso delle stesse nell’ambito nazionale e internazionale…” (S.C.)

Del Boca ospite al Lions Club

Melissa Agnoletti, inaugurato l’ Atelier

Pesaro - In occasione dei vent’anni della Convenzione dei diritti del fanciullo dell’ONU, il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Lorenzo Del Boca, ha tenuto un’interessante relazione sul tema “L’informazione tra limiti ed eccessi” tema, per altro, trattato con grande criterio nella Carta di Treviso per la tutela dei mi-nori nell’informazione alla cronaca attuale. Giovanni Marinelli, presi-dente del Lions Club di Gabicce ha introdotto l’ospite e ringraziato Mat-

teo Ricci, presidente della Provincia, nella cui sede si è tenuto il convegno pubblico. L’invito a venire a Pesaro era stato fatto a Del Boca dal colle-ga, consigliere dell’Ordine, Franco Elisei, socio del Club e direttore del-la locale redazione del Messaggero. Elisei, al termine del convegno, ha messo in evidenza che “il presidente Del Boca non ha difeso la categoria dei giornalisti, ma il ruolo dell’infor-mazione, un’informazione corretta e libera.” (S.C.)

Pesaro - Un antico portone introdu-ce al mondo del fashion accessories. Questa è, in via Foscolo 3, la singolare vetrina dell’Atelier borse e accessori di Melissa Agnoletti, inaugurata lo scorso 12 dicembre. In un’atmosfera retrò è possibile ammirare le ultime creazioni di borse e la nuova linea di bijoux “lusso a porter” griffate “Mad-

moiselle Cocò”, sorseggiando insie-me a lei un caffè, parlando di moda e ascoltando musica d’atmosfera.

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Avvocato penalista, docente a Urbino, Michele Ambrosini è dallo scorso maggio presidente di Banca Marche. L’incontro con lui è l’occasione per parlare non solo di economia, ma soprattutto della sua ricaduta territoriale, attraverso investimenti capaci di promuovere le diverse iniziative cheproprio il territorio sa esprimere al meglio.

testo Franco Bertinifoto Leonardo Mattioli

Il banchiere “Glocal”

Se vi capita di vedere un distinto signore sulla sessantina, dall’aria amabile, che se ne sta seduto in poltrona reggendo con una mano un libro e con l’altra che si muove accarezzando qualcosa, o meglio qualcuno che sta molto vicino a terra, le scelte non sono tante: quando non ha da fare coi suoi impegni professionali, quello è MicheleAmbrosini, pugliese di na-scita diventato urbinate, tre figli, avvocato penalista e docente di Procedura penale all’Università “Carlo Bo” di Urbino, che sta acca-rezzando i suoi amati Schnauzer nani, campioni del mondo a Mila-no e ultimamente a Dortmund. O potrebbe trattarsi anche di un gat-to, altro animale assai ben visto in casa Ambrosini. Più ampio il venta-glio di scelta sul libro in lettura; po-trebbe essere un codice penale, un testo universitario, un romanzo o

anche, molto probabilmente, una “semestrale” se non una bozza di bilancio. Perché, con nomina una-nime, ilprofessoreèanchepresi-dentediBancaMarchedalmaggio2009. Un altro giurista alla guida di un ente economico, o meglio, un altro umanista: “La concezione mutualistica - dice - è diffusa an-che in Banca Marche, nessuno può stare fuori del sistema finanziario, occorre la giusta misura fra finan-za e associazioni. Eticità, moralità e trasparenza sono decisive per un soggetto sussidiario che segna la mappa del territorio... in questo siamo fortunati perché ad affron-tare questo Giano bifronte ci sono anche le Fondazioni.” Che sono Pe-saro, Jesi e Macerata, proprietarie di Banca Marche. Già, la territo-rialità, parola che con frequenza sempre maggiore, e quindi anche con maggiore possibilità di frain-

Essere | Michele Ambrosini

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tendimento, appare sempre più spesso nel linguaggio degli istituti di credito. “Territorialitàèavereilterritorionellapropriastruttura - spiega con tranquilla convinzione Ambrosini. Noi siamo nati come banca federale, abbiamo 3.300 dipendenti, molti sono i giovani e molti quelli con meno di 10 anni di servizio... avranno Banca Marche nella loro vita per decenni e ognu-no di loro sarà un moltiplicatore...” Certo, una banca, per quanto la rigiri, è anche qualcosa d’altro,

qualcosa che “non può nascon-dersi che essa deve operare in una società che è espressione della glo-balizzazione”; ma a Banca Marche di territorio devono intendersene, se sono stati chiamati anche in Commissione Finanze del Senato a parlare di “ricaduta territoriale” e fa bene al cuore seguire il discor-so su territorio e territorialità del presidente, il quale, partendo dalla realtà di Banca Marche - che, assie-me ad altri, aiuta e sostiene quella grande espressione del territorio che è lo sport -, risale fino ad una radice ultima, piccola ma piena di linfa vitale, come una piccola sor-gente da cui nasce il grande fiu-me dell’attività della banca: “una semplice tuta e una maglietta col nostro nome sopra, puzzolenti di sudore sportivo e buttate sul letto di nostro figlio...”. Ecco, essere lì vuol dire davvero essere territo-

riali. Oppure, sempre seguendo la ridiscesa, o la risalita, alle radici autentiche, percorrere ancora quel cammino che gli americani han-no battezzato con la felice formula back to backs. In questi tempi amari e duri, con davanti uno scenario per il quale “nulla sarà mai più come prima della crisi, con l’eco-nomia che cambia e con lo svilup-po di beni che non pensavamo mai potessero essere commerciali”, è un’altra cosa che fabenealcuoresentirparlarediun’equivalenzafra

territorioeterra,fraradicieagri-coltura. È una delle nuove strade lungo le quali si sta incamminan-do l’attività di Banca Marche. Seduto nell’ufficio presidenziale della sede di Pesaro, Ambrosini ne parla con fiducia e pare di co-gliere nel suo sguardo l’attesa dei pionieri che andavano ad Ovest alla ricerca di terre. “Ci sono da incentivare gli insediamenti agri-coli dei giovani, non solo bio, con gli obiettivi prioritari dell’energia alternativa, scoprendo cicli organi-ci… per esempio se facciamo serre con pannelli solari organici che una volta esauriti diventeranno concime...” Il vento favorevole che faceva andare aziende tradizionali che non hanno avvertito il cambia-mento ora è caduto e come foglie sono cadute anche quelle aziende; ora il vento porta altrove, magari ai pacchetti turistici che vendono

“Il territorio è una comunità di destino.” (Max Weber)

Basket e Banca Marche

Il basket è entrato a buon diritto fra le sponsorizzazioni che l’istituto ha nello sport. Da tempo la notizia di questo legame era nell’aria ma il brindisi finale è stato sancito solo di recente. Durante la conferenza di presentazione dell’accordo Luca Ceriscioli, sindaco di Pesaro, ha detto che “Banca Marche e Scavolini/Spar sono realtà fondamentali del nostro panorama, entrambe abituate a sfide sempre più prestigiose.” Massimo Bianconi, invece, direttore generale della Banca, ha sottolineato che “è bello giocare di squadra e sostenere Scavolini/Spar anche per la meritoria opera che da sempre la società promuove con la pallacanestro a favore dei giovanissimi.” Infine Stefano Vellucci, presidente della società cestistica, ha parlato di “due realtà straordinarie. La vicinanza della Banca è un segnale significativo, sia come sostegno fondamentale sia per il ritorno al palcoscenico europeo” mentre Michele Ambrosini ha sottolineato che “nello sport di vertice quel che conta è il risultato finale perché darà le vere soddisfazioni, come sempre ha fatto il basket nella regione”. (S.C.)

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il silenzio o proprio il rumore del-le foglie autunnali che cadono e il loro cromatismo... ecco, potrebbe essere un altro filone da seguire e da finanziare, un altro compito di Banca Marche che deve stare con antenne dritte e orecchie aperte per ascoltare e capire il futuro che arriva: “La terra è uno dei pontiversoilfuturo - dice - dobbiamo prevedere quale sarà lo sviluppo fra cinque anni altrimenti sare-mo sorpassati.” Questione non da poco che richiede una struttura di prim’ordine: fatta più di spirito di squadra o di talento? Ambrosini prende la via ecumenica, quella dello “spiritodigruppo che è la più grossa ricchezza di Banca Mar-che, accoppiata a un grande ma-nagement”: dunque il collettivo, ma anche il talento individuale come lievito e fermento. “Siamo una famiglia nel senso che mettiamo insieme la capacità di discutere e poi decidere coerentemente con le scelte fatte e con la corresponsabi-lizzazione di tutti...”. Il tutto a parti-

re dal motto “pensareglobalmenteoperandoterritorialmente”. Non si sa come si calcola l’età delle ban-che, ma per questa i 15 anni di vita che si celebreranno nel 2010 sono il segno certo di una raggiunta ma-turità: “Ci siamo accorti da prima - dice Ambrosini - che qualcosa in economia non andava più, abbia-mo raccolto per tempo liquidità da mettere a disposizione delle im-prese del territorio, ci siamo mossi subito con una serie di convenzioni filtrate attraverso le Associazioni di categoria intensificando i rapporti con banche di garanzia e Confidi... già prima dell’accordo Abi-Confin-dustria avevamo avuto la sensibilità di rinviare i pagamenti e mettere grosse somme a disposizione; alle imprese diciamo di collaborare, darci bilanci chiari, che abbiamo plafond per le ricapitalizzazioni... purtroppo sul territorio c’è anche chi fa solo finanza e opera su mer-cati a rischio.” Parla con calma e convinzione il presidente, non pare assillato dallo spirito della fretta e

delle decisioni immediate, strate-gie più che tattiche, onde lunghe per cogliere il corso delle correnti sotterranee che muovono il mare dell’economia, a volte imperscruta-bile e bizzarro. “Il messaggio dei 15 anni di vita di Banca Marche - ag-giunge - sarà quello del matrimo-nio fra noi e le produttività mar-chigiane.” Lo dice e forse intanto ripensa all’economia in generale e a quanto possa incidere su di essa, magari mettendogli qualche briglia benefica, una buona politica ban-caria. Infatti aggiunge: “Dentro di me devo credere e sperare di fare azioni che contribuiscano a risolve-re i problemi. Purtroppo la buona politica bancaria è condizionata da molti fattori esterni sia sociali che politici. Nelle nostre scelte ci troviamo fra norme internazionali sul credito e direttive di Banca Ita-lia sul rapporto patrimonio-impie-ghi e del Ministero dell’Economia. Allora o sei come San Francesco o devi studiare bene cosa poter fare.” Ma la sua è una professione di fede forte e ritorna ancora una volta sull’idea del territorio, “con tanti luoghi dello spirito che incarna-no anche quello del luogo... siamo portatori ed espressione di questo spirito e dunque anche dei nostri luoghi.” Uomocoipiediaterra,anzisulterritorio, il presidente Ambro-sini: solo chi ha piedi ben saldi sul terreno può spiccare salti e anche voli la cui traiettoria pare essere già stata ben concepita e tracciata. Lo vedremo nel 2010, quando la navicella spaziale di Banca Marche compirà i suoi 15 anni. IN

In queste pagine Michele Ambrosini ritratto nel suo ufficio di presidente di Banca Marche.

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C M Y CM MY CY CMY K

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Tre giovani appassionati e la volontà di liberare mente e corpo per un

po’, da sbarre, cancelli e chiavi. È la storia

dell’Associazione “A ponente” e del progetto che ha portato il teatro tra le mura del carcere

di Fossombrone.

Liberare da sbarre, cancelli, chia-vi. Liberare la mente, coinvolgerla per un po’ in un’altra dimensione, quella del teatro. Fino a conquista-re il permesso di oltrepassare quel-le barriere, grazie allo spettacolo allestito tra le mura di un carcere. È lo straordinario risultato ottenu-to dall’associazione culturale “Aponente”, creata da tre giovani ap-passionati pesaresi, ChristianDellaChiara, CiroLimone ed ElisaDel-signore. Un’idea nata sulla scia di un progetto impostato, nella casa

circondariale di Fossombrone, dalla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Urbino e soste-nuto dal Ministero di Giustizia, per dimostrare che il disagio fisico dei detenuti poteva essere miglio-rato attraverso l’attività motoria. Terminato quel progetto, l’ateneo intese proseguire e occuparsi di un disagio ben più profondo, quello psichico. Si decise di usare lo stru-mento teatrale ed ecco che entra-no in gioco i nostri protagonisti: “Lanostraassociazionedeveilsuo

testo Elisabetta Ferri e Beatrice Terenzifoto Leonardo Mattioli

Il palcooltre le Sbarre

Applaudire | Teatro in carcere

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nomeallasezioneponentedelcarcerediFossombrone - racconta Christian, che lavora negli uffici del Teatro Rossini. Da una vita nell’ambiente teatrale, divide questa passione da 15 anni con Ciro. Incontrano Elisa e il gioco è fatto, sono pronti per un’avventura intensa, difficile ma anche ricca di gratificazioni.“L’impatto è stato forte e duplice - ammette lei. Entrare in una struttura ed essere controllati dal metal-detector provoca uno strano effetto. L’accoglienza però è stata ottima: idetenutirecepisconogliospiticomeunaventatadiquellocheaccadefuori. Sono sempre stati rispettosi e riconoscenti e non ho mai avuto problemi, anche se sono l’unica donna in mezzo a loro: se uno dice qualcosa di sconveniente gli altri lo riprendono subito. Mi sento molto libera.” Gran parte del gruppo è stato indicato dall’area trattamentale del carcere, che ha individuato i più interes-sati: “Ma qualcuno si è anche auto-candidato: sono circa 15 persone fra 25 e 65 anni, per la maggior parte italiani”, racconta ancora Elisa.La scelta dei testi da rappresentare è stata comune: “Ab-biamo ascoltato le loro esigenze, ma non volevamo farli cadere in trappola, cercavamo lavori in cui potessero parlare di loro come esseri umani e non come carce-

Via Manzoni 56/58, Pesaro - Tel & Fax 0721/30760www.moduscollezioni.it - [email protected]

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rati - spiega Christian. Il testo che ci ha regalato più soddisfazioni è Il Minotauro di Durrenmatt che ci ha permesso di portare fuori i nostri attori, partecipando a una vera rassegna, l’edizione 2008 di TeatroOltre, alla quale siamo stati invitati con grande stupore. È stata la consacrazione del nostro lavoro, ha innescato un’organizzazione pazzesca da parte della direzione della casa circondariale per otte-nere i permessi.”Il giorno della rappresentazione non lo dimenticheranno mai: gli attori-detenuti arrivano a bordo dei cellulari al Teatro Sperimenta-le di Pesaro, c’è uno schieramento di polizia impressionante ma ad essere schierati davanti alle porte sono soprattutto i parenti. Le for-ze dell’ordine acconsentono a farli scendere senza manette, l’emozio-ne è grande, molti di loro non ab-bracciavano i propri figli fuori dal carcere da anni.“I risultati sono stati lusinghieri an-che per l’università - aggiunge Ciro -, tanto da essere pubblicati su una rivista scientifica. Chifapartedella

compagniateatralehavistodiminu-ireilpropriodisagio, tanto da ab-bassare la dose di psico-farmaci.” Ora che il progetto è terminato, ed è andato perduto anche l’appog-gio della Fondazione Cassa di Ri-sparmio, l’associazione, impegnata anche su progetti propri, lavora in carcere quasi a livello di volonta-riato: “L’unica realtà rimasta al no-stro fianco è l’Ambito Territoriale

di Fossombrone, ma non possiamo abbandonare i nostri attori pro-prio adesso”, dice Christian. Che, insieme ai colleghi, sale al carcere una volta la settimana. Il nuovo so-gno al quale stanno lavorando è una riproposizione del Minotauro nell’ambito della programmazio-ne dell’Ente Concerti, con musica dal vivo. “L’appuntamentoèperlaprimavera2010alRossini, i nostri attori sono iper-eccitati, noi iper-spaventati.” La forza gliela darà un personaggio speciale, Eugenio Al-legri, che nei primi mesi del 2010 terrà un laboratorio di commedia dell’arte all’interno della casa cir-condariale. Ormai hanno comin-ciato a crederci tutti: dal direttore del carcere, Maurizio Pennelli, al comandante della polizia peniten-ziaria Andrea Tosoni, all’ispettore superiore Silvano Simoncelli. Sul palco cadono i muri. IN

Christian della Chiara, Elisa Delsignore e Ciro Limone

ritratti sul palcoscenico del Teatro Rossini.

La Compagnia “Il Carro dei Comici”

Sono accolti con grandi applausi in Iran, Polonia e Spagna, ma ancora pochi nelle Marche conoscono la compagnia “Il Carro dei Comici” diretta dal maestro Carlo

Boso e composta da una decina tra comici, costumisti e tecnici per lo più pesaresi. Ecco perché la sede è in via del Carso, dove è stato allestito anche un piccolo e

delizioso spazio. Il bello di questa compagnia non è solo che sanno confezionare ottimi lavori seguendo la tradizione della Commedia dell’Arte, ma anche che

sono loro produzioni, che poi diffondono in tutto il mondo, vincendo premi e riconoscimenti. Due gli spettacoli che “Il Carro” ha creato: Mori a Venezia e Il

Barbiere di Siviglia. Deus ex machina il maestro Carlo Boso, regista, ma soprattutto direttore artistico, ricco di esperienza che si è scomodato da Parigi per venire a

Pesaro e guidare questa giovane ma talentuosa compagnia.

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Pergola è da riscoprire, attraverso i suoi numerosi monumenti, attraverso i tesori conservati nelle chiese e nel museo. Testimoni dell’importanza che questo affascinante territorio ha avuto nei secoli passati, anche a livello economico.

testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioni

Protagonista della Storia

A Pergola non ci si passa per caso, bisogna andarci apposta imboc-cando la “pergolese”, da Marotta in un senso, o da Cagli, prendendola al contrario.Pergola è lì dove il Cinisco si butta nel Cesano, all’ombra del Catria, nel territorio che vide Umbri, Etru-schi e Celti dei Galli Senoni, tutti finiti sotto Roma fra i municipi di Cales, Sentinum, Suasa Senonum e Forum Sempronii.I Franchi, poi la Chiesa, dominaro-no sul territorio finché Barbarossa l’annetté a Gubbio i cui abitanti, ufficialmente nel 1234, fondaro-no Pergola, sentinella a nord ma anche centro di lavoro e di com-merci al confine dell’amministra-to. Inbreve, fu luogo importanteper i trafficianimatidallebotte-gheartigianeche lareserocele-

breperlalavorazionedellelane.Fu costruita la “Rocca”, opera di Francesco di Giorgio Martini, ora ridotta a rudere: siamo al tempo della lunga contesa tra le signorie degli Sforza e Malatesta prima, dei Montefeltro e Della Rovere poi, durante i quali si registra un periodo di espansione che prose-guirà anche dopo la ventata di Ce-sare Borgia. Nel 1631, alla morte dell’ultimo Della Rovere, Pergola, torna allo Stato della Chiesa. Vivrà la bufera di Napoleone che la spo-glia e, antesignana, sarà la prima a insorgere contro il potere papa-lino nonostante i riconoscimenti ricevuti, fra cui il titolo di “città” e il diritto di batter “baiocchi” nella propria zecca.Edèpropriofra’600e’800chePer-golavedelamassimaespansione

Camminare | Pergola

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economicaedemografica con l’in-crementarsi delle attività soprat-tutto tessili, tintòrie e della concia delle pelli. Sono gli anni di benes-sere e cultura dei quali si trovano i segni negli edifici e nelle chiese arricchite dalle opere degli artisti del tempo.Nel corso principale la riaperta chiesadiSant’Andrea, con le tele di Palma il Giovane e Claudio Ri-dolfi, incastonate in dorati altari barocchi; più in là quella di SanFrancesco, rimaneggiata nel ’500, che conserva il portale trecente-sco e un crocifisso, sempre del

XIV secolo, e numerosi dipinti.Vicina al Municipio è la chiesa di SantaMariainPiazza, la più antica, fondata da San Romualdo prima della nascita della città, che a que-sto piccolo tempio, Santa Maria “della pergola” deve il nome. I re-stauri, dopo il terremoto del 1997, hanno messo in luce la struttura romanico-gotica e alcuni affreschi coevi. Il grande Duomo, eretto con la prima città a metà del XIII seco-lo, è stato completamente rifatto nell’800 ma conserva preziose ope-re più antiche. L’episcopio, accanto al Duomo, custodisce quanto era nelle chiese soppresse. Vicina è lachiesa“deiReMagi” che vale la pena esser vista per lo stupendo apparato barocco.Sempre nel corso, si erge il gran-dioso edificio del XVIII sec., oggi sede del Municipio, aperto da un alto porticato. Entrando, sullo scalone, è murata la statua di san

Secondo, del ’400, mentre la sala consiliare è dominata dalla robbia-na pala d’altare del ’500.Fuori città è la chiesa di SanGia-como che, rimaneggiata nel XIV e nel XVIII secolo, conserva portali, finestre e monofore della prima-ria costruzione. L’unica navata, di forme barocche, contiene il fasto-so altar maggiore in legno dorato, un Crocifisso medievale e qualche affresco.Costruita con il primo nucleo della città, ma completamente rifatta a fine ’700, è la chiesa di SanMarco che custodisce una Madonna e San-ti di Giovan Francesco Guerrieri. Di fronte c’è quella che, prima di essere adibita a magazzino comu-nale, era la chiesa di San Rocco, costruita per voto per la scampata peste del 1520. La sala ha un sof-fitto ligneo a cassettoni, opera di artigiani locali. C’è anche il Tea-tro, Angel dal Fuoco, ricavato nei

A fianco, l’esterno del Duomo. Sotto, facciata di San Francesco con l’originale portale del ’300. In apertura, scorcio del paese.

I sapori e l’artigianato locali

Adesso è ora di pensare alla tavola, alla ricerca di alcuni piatti locali pregustando i “passatelli” coi porcini e tartufi che trovate all’osteria “la Pergola” o a quella “del Borgo”. A “Il Cantuccio” ci si va per le ritrovate “fave in porchetta” con finocchietto, pancetta, ben speziate di pepe e aromi ed altrettanto piacevole è riscoprire l’“oca al forno” da “Il gatto e la volpe”, a Montevecchio. L’artigianato è quello del restauro dei mobili antichi e del ferro battuto ma, volendo portare a casa qualcosa di irripetibile, basta qualche bottiglia di vino di visciole o, a Fenigli, i formaggi.

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magazzini dell’Abbondanza nel 1696, ora restaurato coi suoi tre ordini di palchi e il loggione con balconata.Sulla strada per Fabriano, accanto alla chiesa di San Giacomo, quello che fu il monastero delle agosti-niane è oggi il MuseodellacittàdiPergola, moderno e funzionale contenitore che ospita opere d’arte pittoriche e di grafica, una raccol-ta numismatica, mosaici romani, arredi lignei settecenteschi e so-prattutto ilcomplessodei“bronzidorati”. Nel 1946, due agricoltori di S. Lucia di Calamello, arando, trovarono poco più di 300 fram-menti di metallo che, ricomposti e restaurati, hanno restituito quattro figure, due maschili a cavallo e due femminili che, per il modo del ri-trovamento fanno supporre a una damnatio memoriae degli sconosciuti personaggi caduti in disgrazia. Il cavaliere fa pensare a un militare di rango, i pochi frammenti dell’al-tro non danno indicazioni e, fra le figure femminili, mentre l’una è integra, dell’altra resta quanto dalla cintola in giù. Imponenti

sono i cavalli, riccamente bardati, che incedono “al passo” con una zampa alzata. La grande rilevan-za archeologica, tra la Soprinten-denza delle Marche e il Comune di Pergola, ha generato la lunga contesa su chi dovesse custodire il monumento finché nel 2008 il Consiglio di Stato ha affidato le opere a questo museo.Pergola, che viveva di commerci, artigianato e agricoltura, dopo l’Unità d’Italia avrà un forte impul-so economico con l’apertura della ferrovia Fabriano-Pergola-Urbino e, soprattutto, dalla scoperta a Per-cozzone nel 1877 e a Cabernardi delle miniere di zolfo che danno vita alla raffineria di Bellisio Sol-fare. La nuova attività richiama

mano d’opera dai centri vicini e migliaia di operai invadono la città animandola del fervore che cessa negli anni ’60, con la chiusura del-le miniere in contemporanea alla crisi dell’agricoltura con la fine della mezzadria.Ora si punta sull’artigianato, sulterziario, e sulla viticoltura che torna a valorizzare quella che si chiamava “vernaccia” e oggi, cambiato nome, è il “Pergola ros-so” nobilitato dal riconoscimento europeo della Dop. S’ipotizza un parco fotovoltaico o eolico, con aerogeneratori capaci di 56 GWh, sufficiente a 45 mila abitanti ma, più realisticamente, si insiste sul turismo che ha richiamo nei beni culturali, nel paesaggio, nella quie-te, nella vicinanza ai grandi centri di attrazione. Il turista attento oggi è attirato dai piccoli centri, un tem-po castelli, nelle località satelliti ca-riche di storia e affascinanti già nei nomi: Cartoceto, Fenigli, Ferbole, Grifoleto, Monterolo, Monte San-tacroce, Montesecco, Percozzone, Vallea, ognuno dei quali ha curio-sità da mostrare. IN

Panoramica di Pergola e, sotto, il complesso dei “bronzi dorati”, conservati nel Museo della città.

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Moderna e in vetro oppure d’antiquariato; ordinata o piena di oggetti: ognuna racconta qualcosa. È la scrivania. Sette pesaresi, dalle diverse professioni, ci raccontano come vivono la quotidiana “base” di lavoro.

testo Lamberto Bettini - foto Marco Sensoli

Il “tavolo” di Lavoro

Interpretare | Pesaresi e... la scrivania

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Ovunque ci sono uomini e donne che, ogni mattina, si siedono al tavolo e cominciano a lavorare: scrivono, fanno di conto, disegnano, telefonano o incontrano persone. In un mondo che non può, ormai, prescindere dalla scriva-nia virtuale, il desktop del computer, noi abbiamo fatto un passo indietro, chiedendo ad alcuni pesaresi doc di descrivere la loro scrivania…reale. E raccontandoci la loro stanza di lavoro, hanno raccontato se stessi.Non potevamo che iniziare dal sindaco LucaCeriscioli: noblesse oblige. “Ho ereditato tutti i mobili dal mio prede-cessore, le esigenze primarie di spesa sono ben altre! Per ciò che concerne la scrivania, è usata, per lo più, come tavolo attorno al quale si svolgono le riunioni.” L’ufficio del primo cittadino è impreziosito dalle opere che diversi artisti locali hanno voluto donare alla città: fra gli altri Piattella, Sguanci, Pomodoro. E alle spalle del sindaco, fa bella mostra uno splendido crocifisso di Giuliano Vangi, un bozzetto della scultura che il maestro, pesarese d’ado-zione, ha realizzato per il Duomo di Padova.CarloBeccatti e CarloPiazzesi sono i due titolari di Acan-to Comunicazione, che da vent’anni opera nel settore comunicazione. Insieme ad altri soci hanno poi fondato la Websolute, divenuta ormai, nel centro Italia, una re-altà rilevante nel campo della comunicazione on line. Un particolare: hanno lavorato insieme, nello studio di Massimo Dolcini, lì hanno imparato il mestiere e sono diventati amici. “Dicono che siamo dei creativi: la nostra scrivania è sempre piena di ‘pataccate’! Col nostro lavoro, gli oggetti transitano in continuazione sui nostri tavoli, ci danno spunti per l’ideazione dei visual, e finiamo con l’at-tribuirgli un significato romantico. D’altra parte il grande Michele Provinciali raccontava la poetica degli oggetti”, sostengono all’unisono. Beccatti utilizza una vecchia scri-vania di legno acquistata da un rigattiere di Parma; Piaz-zesi ne ha una in vetro e alluminio, più moderna. Diversi nei materiali, i loro tavoli hanno un elemento in comune: il perimetro, non immediatamente determinabile dato che prosegue nelle mura e nelle librerie, creando un tutt’uno col resto della stanza. Non si è creativi per caso!SilviaSinibaldi, giornalista, è responsabile della redazione pesarese del “Corriere Adriatico”, dove lavora da oltre vent’anni. “Nelle prime ore della mattinata la scrivania è pressoché vuota; poi si accumulano giornali, stampe,

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fax, una valanga di documenti che i miei colleghi sottopongono alla mia attenzione.” Com’è cambiata nel tempo la scrivania del giorna-lista? “Fino a qualche anno fa, vi si potevano trovare i Codici di pro-cedura civile e penale, vocabolari, piantina della città, elenchi telefo-nici, forbici e scotch per creare il menabò. Tutto questo materiale è sparito, reso inutile da internet.” Cosa non mancherà mai sul tuo tavolo? “Una candela. Addolcisce la luce e l’atmosfera, mi fa star bene.”GiancarloSorbini, neo presidente della Scavolini Volley, è titolare, insieme ai cugini Roberto e Stefa-no, della Sorbini Srl, che produce macchine e sistemi per la vernicia-tura industriale. Ci accoglie con un sorriso e una pacca sulla spalla. Scrivania e ufficio lo rappresenta-no al meglio: vivaci e sobri. Foto, coppe e cimeli decorano la stanza;

sul tavolo un discreto caos fra ap-punti, occhiali da vista e pipe. Un ambiente informale, lontano anni luce dal classico ufficio del “capo”. “Vorrei, vorremmo che l’azienda fosse a misura d’uomo: il mio uf-ficio deve esserne specchio fedele. Qui c’è sempre un via vai e spes-so i dipendenti si fermano a fare quattro chiacchiere, magari con la scusa di un caffè o un thè.” Il dottor GiovanniMaria Santinici riceve con entusiasmo e una straordinaria carica di energia; la chiacchierata diventa un piccolo monologo e le domande prepa-rate restano nel taccuino. Dopo aver lavorato all’ospedale di Pesa-ro e, come primario, a Riccione e Cattolica, ha aperto, in città, uno studio privato di radiologia, che oggi ha nuova sede in via Giansan-ti. “Mi piace lavorare in un luogo confortevole e ben arredato. Stu-dio nuovo, scrivania vecchia: mi

accompagna dagli inizi della mia vita lavorativa. Credo sia del ‘700, apparteneva alla famiglia di mia moglie; alcuni antiquari mi hanno fatto offerte considerevoli, ma il pensiero di venderla non mi sfiora nemmeno.”Finalmente una scrivania ordi-nata! LuisaRossi è stata la prima donna notaio ad operare nel di-stretto di Pesaro: “Dopo di me ne sono arrivate altre, ma all’inizio, devo ammetterlo, avvertivo una certa diffidenza. Al mio tavolo di lavoro ricevo i clienti, studio e sti-pulo. Certo, i documenti devono essere al loro posto; il notaio non può trasmettere una sensazione di disordine. Cosa non può mancare sulla mia scrivania? Dolciumi vari e la boccetta del profumo. Quando devo redigere un atto complicato, mi chiudo nello studio, evito di ri-spondere al telefono e… sgranoc-chio cioccolata!” IN

In apertura, il sindaco Luca Ceriscioli. Qui sopra, da sinistra, Carlo Beccatti, Carlo Piazzesi e Silvia Sinibaldi. Sotto, da sinistra, Giancarlo Sorbini, Giovanni Maria Santini e Luisa Rossi.

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Il GYROKINESIS costituisce la contro-parte senza macchinari del GYROTONIC EXPANSION SYSTEM. E’ una ginna-stica dolce e piena di ritmo, dove il concetto chiave è la fluidità. Il metodo, adatto a tutti, aiuta ad allentare le tensioni muscolari, a rendere fluidi ed armonici i movimenti ed a correggere le posture sbi-lanciate. Seduti su sgabelli si mobilizza la colonna vertebrale attraverso movimenti di inarca-mento, flessione, torsione e movimenti a spirale, attivando tutte le articolazioni. E’ un lavoro completo: tonifica, regala mobilità articolare, corregge posture sbagliate e fortifica la colonna verte-brale.

Il GYROTONIC EXPANSION SISTEM ha dimo-strato di essere la metodologia ideale per svilup-pare le potenzialità fisiche non solo di atleti e danzatori, ma di chiunque intenda il benessere fisico come connubio inscindibile tra corpo e mente. I principi della danza, dello yoga, delle arti marziali, del nuoto e di altre discipline, unite nel GYROTONIC alla moderna scienza del movi-mento, impegnano simultaneamente muscoli, tendini, legamenti ed articolazioni con l’obiettivo di rendere il corpo più flessibile, forte, tonico e agile. Il GYROTONIC si basa su movimenti tridimensio-nali eseguiti in modo circolare, con una resistenza costante e senza interruzione. Ad ogni esercizio corrisponde una respirazione sincronizzata eseguita in modo ritmico in grado di migliorare la capacità polmonare, il flusso arterioso e la resi-stenza fisica. Il GYROTONIC inoltre aiuta la corretta postura, dona un maggior senso dell’equilibrio ed una migliore coordinazione neuro-muscolare. Per questo è adottato nelle terapie di riabilitazione da medici e fisioterapisti.

Il GYROTONIC EXPANSION SYSTEM si avvale di attrezzature diverse progettate in modo specifico per eseguire esercizi costruiti sul corpo umano che rispettano la libertà di movi-mento, senza limiti di versatilità o di velocità di esecuzione.

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Valentino Rossi ha corso per la beneficenza. Ancora una volta è stato un successo.

15.000 appassionati hanno assistito, a metà

novembre, alla gara di cross a Cavallara,

a favore dell’AIL. Una nuova conferma che è

sempre lui il numero 1. Anzi, il 46.

testo Franco Bertini - foto Laura De Paoli

Vittoria della Solidarietà

A fare davvero impressione non sono tanto le centinaia di miglia-ia di spettatori che lo seguono sui circuiti di tutto il mondo, piuttosto gli oltre15.000appassionatietifosiche lo scorso 15 novembre, dome-nica, sono saliti fino a CavallaradiMondavio, nell’entroterra pesarese, per vederlo esibirsi in un cross di beneficenza a favore dell’AIL, Asso-ciazione contro le leucemie. L’enne-sima prova, semmai ce ne fosse bi-sogno, che ValentinoRossicontinua ad essere il personaggio, sportivo e non, di maggiore impatto verso il pubblico e i media. Appena si muo-ve ecco affollarsi gente che arriva da ogni parte. A confermarlo è sta-

to anche un recente sondaggio fra gli adolescenti maschi italiani: chi vorreste essere da grandi? Manco a dirlo: Valentino Rossi, colui che ha appena messo in bacheca il nono titolo mondiale, che ha ridotto la matematica ad una mera opinione, facendodiventare ilnumero46 ilveronumero1. Come a dire, cari voi, è dal 46 che dovete cominciare a contare, perché è il 46 ad aprire la serie numerica. Alla faccia di Pita-gora. Su Valentino Rossi, in chiusu-ra del mondiale 2009, si sono scritte tante di quelle cose che per non es-sere troppo ripetitivi conviene fare un po’ di archeologia cercando di legare insieme i tre “polli” che,

Vincere | Valentino Rossi

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attraverso gli anni, compaiono nell’epopea di “Vale”. La “gallina vecchia che fa buon brodo” del 2009 ha, infatti, due ascendenti nel suo albero genealogico, entrambi sen-za quarti di nobiltà ma pieni di sana ironia e certamente “ruspanti”. Risalendo indietro nel tempo, il primo che si incontra è il pollo Osvaldo e la sua Polleria del 1999, spon-sor e sostenitore dell’allora Valentino Rossi pilota delle 250. Ma Osvaldo non è altro che il figlio legittimo di una signora gallina che razzolava intorno agli anni Ottanta. Si chiamava Cristina e divenne famosa perché in una serata di festa di tanti anni fa arrivò in pieno centro di Pesaro a farsi un paio di “vasche” lungo via Branca, quella dello struscio cittadino. A tenerla al guinzaglio era, ma guarda un po’, proprio Graziano Rossi, il babbo di Valentino, che, per farle fare un colpo di vita, la portò perfino a vedere i “polli nudi” esposti in una macelleria. Morale: nella vita di un’aquila che vola alta trovano posto anche tre polli che sbecchettano per l’aia. IN

Sopra, foto di gruppo col ricavato di giornata. A sinistra, Rossi in gara.

Traguardi e prospettive

Il commento più sibillino al suo nono alloro mondiale è stato: “Se quelli della Yamaha mi hanno messo fra i piedi Jorge Lorenzo per stimolarmi, allora devo dire che bastava anche di meno”. Becca su e porta a casa. Nel 2009 “Vale” ha vinto il titolo ma non molte gare come in passate edizioni. D’altronde il simbolo di questa stagione non è stato l’arrivo al traguardo con la gomma alzata, ma il sorpasso impossibile, proprio su Lorenzo, all’ultima

curva di Barcellona. A giochi fatti, trionfi e festeggiamenti a parte, se dobbiamo rilanciare i dadi e anche la storia, vorremmo veder un Rossi, anzi Rosso Ducati, come avrebbe potuto essere, e non fu, già in occasione del passaggio da Honda a Yamaha. L’Italia agli italiani e Rossi alla Ducati. Non facile, ma sarebbe un bel colpo.Da Pesaro a Borgo Panigale, con tanti saluti all’Estremo Oriente.

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Quote rosa, non solo in Parlamen-to, anche nelle corsie ospedaliere. Dove le primarie sono in netta mi-noranza. Per tante che non riesco-no a sfondare il fatidico tetto di cri-stallo che separa le donne dai posti di vertice almeno una, a Pesaro, ce l’ha fatta: è MarinaDiLuca, 49 anni, da aprile dello scorso anno direttore del reparto di NefrologiaeDialisi. Oggi, dopo un percorso professionale ultra-ventennale tut-to interno all’ospedale cittadino, la dottoressa Di Luca allunga la lista delle “signore al potere” nella Pe-saro che conta. La sua è la storia di una medicina d’eccellenza che si batte contro i luoghi comuni per cui le donne possono essere ottimi medici, ma non organizzatori al top. “Nel mio lavoro - spiega con or-

goglio - ho sempre cercato di dare il massimo, sia nell’attività clinica di routine, sia nell’attività scientifi-ca. Ma paradossalmente il salto di qualità è venuto dall’impegno sul-la qualità per la realizzazione del progetto ISO9001. Ho accettato la sfida dove altri avevano rinunciato. Ed eccomi qua.” Il Reparto di Ne-frologia si occupa della diagnosi e cura delle malattie renali, acute e croniche. Ogniannosonoeffettuaticirca250ricoveriin regime ordi-nario e day hospital, mentre l’attivi-tà ambulatoriale conta oltre 1500 visite. I pazienti in dialisi sono un centinaio, 30% dei quali al proprio domicilio. Adesso l’ex allieva del compianto professor Bonomini, uno dei “padri” della nefrologia moderna in Italia, vuole portare il

suo reparto (“è la mia Ferrari, con collaboratori bravissimi con cui la-voro da vent’anni”) anche a intensi-ficare l’attività di partecipazione ai programmi scientifici. “Credo che l’ospedale debba aprirsi all’ester-no per migliorare continuamente. Nel mio programma da primario intendo creare ogni anno un ap-puntamento fisso con i migliori specialisti.” I primi risultati sono tangibili: la Nefrologiapesaresepartecipaanumerosiprogrammidiricercaclinicaapplicata; è stata appena accreditata, unico centro italiano tra sette partecipanti stra-nieri, per sperimentare un nuovo farmaco per la prevenzione delle complicanze nell’uremia. Tanto lavoro, molte soddisfazioni, ma an-che qualche dolorosa rinuncia: “Il caso ha voluto che non avessi figli - spiega la dottoressa - e questo ha sicuramente consentito di focaliz-zare tutta l’energia sui miei pazien-ti. Molti sono cronici e si affidano per lungo tempo a noi con la sola prospettiva o di rimanere in dialisi o di subire un trapianto. L’esseredonnamihaaiutatoadinstaurareconlorounrapportodiconfidenzaedireciprocafiducia.” Mentre si toglie il camice bianco vuol dare un consiglio alle giovani in carrie-ra nel paese che vanta il primato europeo delle mamme over 40: “Non rinunciate ai figli per il lavo-ro - dice. Cercate di farli da giovani senza aspettare di tagliare troppi traguardi professionali, fatevi aiu-tare se non ce la fate da sole. Il ri-schio, altrimenti, è che il momento giusto non arrivi mai.” IN

testo Simona Spagnoli - foto Luca Toni

Ho cura della Salute

Curare | Marina Di Luca

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Pergola era nota per i suoi vini che, unica bevanda prima del ’50, erano largamente consumati soprattutto dopo l’apertura delle miniere di zolfo e della raffineria di Bellisio.A fine turno, i minatori si river-savano nelle tredici osterie e la gente “datata” ricorda bene quella di “Peppetto”, davanti “ai ferri” o quella di “Bibino”, in centro.Ai primi del ’900Antonio Tonelliproducevavinochegenteeosterieassorbivanoinquantità“industria-le”. I figli, Cesare e Marino, am-pliano la produzione e si aprono al commercio dell’olio, associan-do l’umbro Coricelli e fondano la Sovum (Società Oleario-Vinicola Umbria-Marche). La crisi del ’29 li metterà a terra, svenandoli per onorare i creditori ma, con quel po’ che salvano, mantengono la cantina e riavviano il commercio

del vino in loco e in Italia ma spedi-scono anche all’estero, ai minatori del Belgio e nell’Africa coloniale.Cesare sposerà Emma, figlia di Vincenzo Rossi, emigrante tor-nato dall’America con un piccolo capitale dopo mille mestieri, com-preso scavare uranio nelle miniere dell’Alaska.A metà ’900 arrivano nuove bevan-de, chiudono miniere e osterie, si spopola l’entroterra, entra in crisi l’agricoltura ma nonostante questo i figli di Cesare, Francesco e Vin-cenza, si diplomano “periti agrari” mentre il cugino Corrado sceglie altre strade.FrancescoTonelli torna a “quel”vinochehanelsuodna e che ha cenni di rinascita verso il ’70 quan-do Brancadori a Montalfoglio e Fulvi a Pergola credono nella “ver-naccia”, e mentre Massimo Schiavi inventa il “Tristo di Montesecco”, un bianco subito considerato fra i migliori d’Italia, anche se vivrà lo spazio di un mattino.Francesco “si butta” sulla “vernac-cia”. Rintraccia vecchie viti abban-donate, le moltiplica e a Montevec-chio, sul podere della moglie Maria Ida Ligi, nell’85 impianta quelle recuperate.Con quella prima vigna rinasce il vino e nasce anche VillaLigi che oggi dispone 30 ettari di vigneti dai quali raccoglie le uve. Piega le viti a basse produzioni, per una qualità caparbiamente perseguita fin dal campo, selezionando i grap-poli, ammodernando la cantina, curando la vinificazione, diversifi-cando i prodotti.

Un movimento di pochi produtto-ri si adopera per far riconoscere la vernaccia, commissiona indagi-ni sul dna del vitigno, finché nel 2005, rinunciando al nome storico, giungerà la Doc al “Pergola rosso” difeso da un Consorzio di tutela.Le 1000 bottiglie, quando Villa Ligi si è affacciata sul mercato, ben presto sono diventate 4000, 8000 fino alle attuali 50.000delleottoetichette fra cui gli Igt “Ricordi”, un bianco da verdicchio, “Fiori”, un rosato di aleatico, “Celeste” e “Cremisi”, due spumanti Charmat, “Ambrato di Grifoglietto”, un vin santo, “Parlengo”, barricato come il “Rubicondo”, e le due Doc “Ver-naculum” e “Grifoglietto”.A latere produce il riscoperto “Vi-sner”, un vino di visciole che era tradizione nel territorio. IN

testo Ettore Franca - foto Leonardo Mattioli

Sideways per la Provincia

Il Grifoglietto

Deriva il nome dalla località dove i 9.000 mq del vigneto nato nel ’63 producono ancora 50 quintali di grappoli selezionati in campo e che, solo negli anni giusti, diventano circa 5.000 bottiglie. Il mosto fermenta a temperatura controllata a 25°-27°, si affina in botte per sei mesi. Imbottigliato, andrà in vendita dopo altri due. Questo “cru” si presenta con richiami di porpora e profumi di rosa, prugna e piccoli frutti di bosco; secco, senza l’impatto dei tannini ma giustamente acido e armonico con sensazioni aromatiche. Lo “chiamano” i salumi, i crostini, primi coi funghi e tartufo, maltagliati coi fagioli, la coratellina d’agnello, le carni bianche, la trippa alla marchigiana. Se si trova chi le fa, si esalta con le lumache in porchetta.

Degustare | Azienda Vinicola Tonelli

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Con il doppio appuntamento “PasoDoble”, l’associazione culturale Ven-turiSpazioArte ha presentato, lo scorso 11 dicembre, un altro evento culturale dedicato alla città di Pesa-ro e ai suoi artisti. Dopo dieci anni di mostre promosse dall’associa-zione in collaborazione con Ottica Venturi, l’architetto AlfredoVenturi e il fotografo LucianoDolcini hanno anticipato i festeggiamenti con lo scambio degli auguri di Natale, e una doppia manifestazione tra let-teratura e arte. Il suggestivo incon-tro pubblico - omaggio allo scrittore Dino Garrone, nato a Novara, vis-suto a Pesaro e morto a Parigi, nel 1930, a 27 anni - ospitato nella Sala del consiglio provinciale “Pierange-li”, ha anticipato l’inaugurazione della mostradipitturadegliallievidellaScuoladiFrancoFiorucci, che si è aperta in serata con un vernissa-ge all’Ottica Venturi di via Cialdini

39, trasformata per l’occasione in Venturi Spazio all’Arte. All’incon-tro “Ricordando Dino Garrone - Una notte di Natale” condotto dal giornalista Paolo Angeletti, c’era-no, tra gli altri, il sovrintendente del ROF, Gianfranco Mariotti e si-gnora, Giorgio Castellani, diretto-re del Teatro Rossini, la giornalista Anna Rita Ioni e alcuni docenti di Pesaro e dell’Università di Urbino tra i quali Tiziana Mattioli e Anna Ossani, oltre a Giorgio Cerboni Baiardi, presidente dell’Accademia Raffaello di Urbino, il quale ha tracciato un profilo della persona-lità e dell’opera di Garrone. Quindi il ricordo dello scrittore è stato affi-dato alle parole del nipote, Renato Gennari, intervistato da Angeletti. Emozionante è stata l’atmosfera che si è creata nella sala buia per il recital teatrale che ha visto Cristian Della Chiara, voce recitante dell’in-

tenso racconto di Garrone, “Una notte di Natale”, mentre l’artista Massimo Ottoni componeva sulla sua tavolozza, proiettata sul gran-de schermo, disegni e figure ispi-rate alle vicende narrate, usando le mani come pennello e la sabbia come colore. Quindi Nicola Stella, portavoce dell’Ottica Venturi, ha invitato i presenti a recarsi nella sede del negozio dove è stata inaugurata la rassegna della scuola di Franco Fio-rucci (visitabilefinoal16gennaio) ed è stato reso omaggio allo stesso maestro, che quest’anno festeggia 50 anni di attività artistica. Al ver-nissage erano presenti anche pittori, scultori e appassionati d’arte, tra i quali la regista Giuliana Gamba ed è stato proiettato il video di Gianni Balista sulla mostra antologica di Franco Fiorucci, ospitata nei mesi scorsi a Palazzo Gradari. IN

testo Benedetta Andreolifoto Laura De Paoli

Spazio doble all’ Arte

Visitare | Venturi Spazio Arte

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LA TUA SFIDAÈ LA NOSTRA SFIDA.

Chi siamoLa Confartigianato Fidi è una società cooperativa a responsabilità limitata senza fini di lucro che si propone di promuovere il miglioramento e l’ammodernamento delle imprese, fornendo ai propri soci garanzia sui prestiti e facendo da tramite per contributi che concorrono all’abbattimento del tasso di interesse.Possono far parte della Cooperativa le imprese iscritte all’Albo Artigiani, le micro, piccole e medie imprese, aventi sede nel territorio della Regione Marche e delle Regioni limitrofe. Non possono far parte della Cooperativa le società che abbiano in corso procedure di concordato preventivo o di fallimento. La Confartfidi è struttura del credito della Confartigianato Imprese di Pesaro e Urbino.

ProdottiLa Confartigianato Fidi mette a disposizione dei propri soci prodotti garantiti a tasso fisso e a tasso variabile con durate sino a 20 anni attraverso gli Istituti di Credito convenzionati.

Tassi agevolatiGrazie al contributo della Regione Marche (L.R. 20/2003) i soci artigiani della Con-fartfidi potranno usufruire di agevolazioni con tassi di interesse (fissi) sotto il 3%.

Società Regionale di Garanzia MarcheLa Società Regionale di Garanzia Marche, che recentemente ha incorporato Ar-tigiancredit Marche scrl, realizza il collegamento tra le cooperative provinciali impegnate sul territorio ed i fondi di garanzia centrali, riassicurando il rischio dei Confidi.

Fondo antiusura Legge 7 marzo 1998 n. 108

La Cooperativa gestisce per conto del Ministero lo speciale fondo di garanzia dedicato a:1) Eventi straordinari negativi.2) Soggetti protestati che hanno fatto fronte al debito.3) Imprese in temporanea crisi di liquidità.4) Neo-imprese.5) Errata conduzione finanziaria dell’impresa.

Gli istituti di Credito e le Società di Leasing convenzionate- Banca delle Marche- Banca Popolare di Ancona- Banca dell’Adriatico- Banca Popolare dell’Emilia- Banche di Credito Cooperativo (Pesaro, Fano, Gradara, Metauro, Pergola, Suasa e Malatestiana)- Cassa di Risparmio di Fano- Banca Toscana, Gruppo Montepaschi- Banca Popolare Valconca- UniCredit Banca- Banca Popolare Etruria e Lazio- Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana- Ubi Leasing SpA- Fraer Leasing SpA- Medioleasing SpA

Strada Statale Adriatica, 35 - 61100 Pesaro - Tel. 0721 423111 - Fax 0721 423133www.confartfidi.it - [email protected]

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Il ritratto del poeta e traduttore En-zioCetrangolo dipinto da NinoCaffè è un documento di vita, oltre che un frammento prezioso di storia culturale. C’è la data di esecuzio-ne, il 1946, e sul retro la dedica del pittore a Laura e Enzio, con l’anno della donazione, il ’65. E ci sono dei versi di Cetrangolo che provano una consonanza di vita e affetto col pittore: “I lembi di nuvole sparse/ nell’ultima luce/ su teste riverse di Menadi/ sulle creste dei monti”.Nella Pesaro del ’46 il poeta, nato a Rutinio (SA) nel 1919 e figlio di Giuseppe, docente di letteratura al Conservatorio di Pesaro, aveva pub-blicato da un anno un suo libro di poesie presso Federici. Conosceva il tedesco, aveva tradotto il Faust di Goethe. L’amicizia col pittore si pro-lungherà negli anni, testimoniata da un ricco carteggio, come ricorda il figlio Lorenzo Caffè. Era la Pesa-ro difficile del primo dopoguerra, dove i giovani intellettuali e artisti

scrivevano e lavoravano, spinti da speranze nuove, innamorati di let-teratura e poesia. Tra loro anche Giancarlo Scorza, pittore, incisore, anche lui traduttore e poeta, bi-bliotecario all’Oliveriana, amico di Enzio e vicino a lui per interessi culturali.Cetrangolo, in particolare, tra-duceva dal latino, e si dedicherà poi allo studio dei classici e alla compilazione di una Storia della letteratura latina. Nel ’49 si trasfe-risce a Roma, e collabora con la RAI per un ciclo di trasmissioni sui lirici greci. Muore nel 1986, e questo ritratto ne rievoca ricordo e grandezza, tra le belle figure di quella Pesaro scomparsa. L’ami-copittoreloritraenelsuostudio,mentreciguardaconocchiironici, i folti capelli neri, sullo sfondo gli oggetti dipinti, sul tavolino un li-bro e un guanto di pelle, l’altro ri-copre la mano accostata al viso, ac-canto alla sciarpa verde bottiglia. Uno dei più bei ritratti di Caffè, che coglie del poeta ventisettenne l’eleganza un po’ dandy, la vivacità, con un fare impressionistico e un taglio alla Degas, nella sinfonia di colori freddi. Pubblicarlo vuol es-sere un omaggio a Cetrangolo e a Caffè,dicuiricorrenel2009ilcen-tenariodellanascita, anniversario purtroppo non ricordato da Pesa-ro, che è stata la sua città adottiva molto amata. IN

testo Grazia Calegari ed Elio Giulianifoto Luca Toni

Un quadro due Vite

Chi è Nino Caffé

Sue opere sono esposte a Palazzo Pitti, a Firenze e al “Moma” di

New York. Un pittore di fama internazionale che ha avuto con

Pesaro un legame privilegiato. Nino Caffè vi giunge con la famiglia nel

1930 - ha 21 anni - ed è amore a prima vista. Stringe amicizia con

i pittori Gallucci, Bettini, Cancelli, Baratti, Wildt. Si diploma all’Istituto

d’Arte di Urbino e trascorre nella città ducale il periodo bellico;

dalla casa che lo ospita, davanti al Duomo, osserva i “pretini”, che

saranno il motivo caratteristico della sua produzione. Caffè partecipa con

successo alla Biennale di Venezia, apre uno studio a Roma, la sua

notorietà varca i confini nazionali. Ma ha Pesaro nel cuore: torna nel

1963 a lavorare nel suo laboratorio sul mare, in Viale Trieste. Muore

dodici anni dopo, nella ‘sua’ Pesaro. (M.R.T.)

Dipingere | Centrangolo e Caffè

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Sono vicecampioni d’Italia e alcu-ni militano anche in Nazionale. È la squadra di basket maschile non udenti della città, la AsdSordiPesaro. Ci sono tutte le premesse per un altro anno pieno di grin-ta. Il gruppo che ha svolto il pri-mo raduno a Milano Marittima, ha ritrovato il giusto affiatamen-to grazie ad un fortissimo senso dell’amicizia che ormai da 10 anni simboleggia la grande attenzione per lo sport e lo sviluppo verso i livelli più alti della pallacanestro dei non udenti.Dieci atleti concentrati nell’allena-mento tecnico e impegnati anche in due partite con giocatori udenti, questo il principio fondamentale del raduno, ma nelle pause ritem-pranti e riflessive si sono visti gli ottimi legami che fanno di questa squadra unpunto di riferimentopersviluppareprogettifuturi. La squadra ha dimostrato impegno e determinazione per avviarsi verso altri 12 mesi di sfide. La squadra allenata da coachLo-renzoLongoni ha vinto già tre volte il tricolore nel 2001, 2004 e 2005. Nel 2008 ha conquistato la Coppa Italia, organizzata proprio a Pesa-ro, con una bella cornice di pubbli-co. Il capitano è PeterPozzoli che

gioca anche in serie D tra i prota-gonisti del Camb Montecchio.Pozzoli insieme a Tommaso “Pape-ro” Caroli vestono anche l’azzur-ro della Nazionale con la quale si sono tolti parecchie soddisfazioni, partecipando a diverse manifesta-zioni e ottenendo risultati di pre-stigio. Pozzoli, classe ’80, ha nel suo palmares la medaglia d’oro al Torneo internazionale di Dresda, le medaglie d’argento agli Europei di Varsavia in Polonia e agli Euro-pei di Patrasso in Grecia. Anche Tommaso Caroli, classe ’79, vanta un prestigioso secondo posto al torneo continentale di Patrasso.L’associazione Asd Sordi Pesaro, che conta successi in altri sport, come il volley femminile e gliscacchi, vorrebbe realizzare un altro progetto ambizioso: costrui-re la squadra femminile di palla-canestro. L’idea è radunare una

squadra di ragazze con volontà e talento che potrebbero in futuro rappresentare l’Italia nel mondo. Non esiste ancora una squadra di questo tipo ma potrebbe nasce-re proprio a Pesaro, dove c’è una struttura adatta e dirigenti di qua-lità, pronti a impegnarsi per questa ambiziosa e suggestiva avventura.La società si sta attivando, muo-vendosi in tutta Italia e reclutando atlete con le caratteristiche giuste. Un grande impegno che sembra stia dando lentamente i suoi frut-ti. Anche il Comune, nella perso-na dell’assessore allo sport Enzo Belloni, si è reso disponibile per dare una mano a questo progetto, ma intorno c’è soprattutto un nu-trito gruppo di volontari che sta lavorando con passione e spirito di gruppo, affinché il sogno possa diventare realtà. www.deafsportpesaro.it IN

testo Elisabetta Ferri - foto Leonardo Mattioli

Un progetto da Sostenere

Un libro su Daniel Hackett

Il nuovo condottiero della Benetton è un personaggio dalla storia molto particolare. Ecco perché la fantasia di Elisabetta Ferri, che lo conosce da quando era bambino, ne è rimasta così colpita da trasformarla in un libro. Il volume, Daniel Hackett, dal campetto al sogno Nba, è stato presentato in ottobre, nella sempre affascinante cornice del vecchio palas di viale dei Partigiani. In 128 pagine, con due inserzioni di foto a colori, edito da Minerva (in vendita a 17 euro), sono raccontate le vicende di un ragazzo figlio d’arte, che ha scelto suo padre, l’indimenticato Rudy, per fargli da guida nel salto più arduo: attraversare l’oceano a soli 15 anni e diventare un giocatore professionista. La storia si snoda attraverso un’infanzia scandita dal rumore del pallone, le difficoltà dell’integrazione razziale per un bambino mulatto, l’amore per Pesaro e la Vuelle che l’ha formato cestisticamente, la maturazione nei playground, le prime maglie azzurre, fino alla scelta di lasciare tutto per seguire il suo sogno. Il draft dello scorso giugno non ha premiato fino in fondo le qualità messe in mostra da Hackett jr. in 6 anni. Ma la delusione è svaporata in fretta, quando Treviso l’ha scelto. Una nuova storia da scrivere. (B.T.)

Vincere | Asd Sordi Pesaro

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Ha il phisique du rôle dell’attore ma ha scelto la carriera di musicista: PaoloMarzocchi, pesarese, 38 anni, è cresciuto musicalmente all’ombra del Conservatorio della sua città dove si è diplomato in Pianoforte,ComposizioneeMusicaElettronica.Qualisonostateletappepiùsignifi-cativedelsuopercorso?“È stato poco lineare: mi piaceva il pianoforte ma, almeno all’ini-zio, io non piacevo a lui. Per que-sto sin da giovanissimo ho sentito la necessità di fare esperienze più diverse e ‘anarchiche’, durante le quali mi sono divertito molto. Fon-damentali sono stati i miei maestri, Gianni Valentini e Mauro Ferrante ma anche l’incontro con Salvatore Sciarrino per la composizione e Leslie Howard per il pianoforte. L’interesse per ogni disciplina in cui la musica può avere un ruolo fondamentale è stata essenziale: dal teatro alla radio, al cinema, alla videoarte, fino alla composi-zione ‘pura’. Determinanti anche gli scambi con altri artisti, fra i

quali il regista Michal Kosakowski, col quale ho realizzato il cortome-traggio Just Like The Movies, primo premio al Milano Film Festival 2007, il direttore d’orchestra Mi-chele Mariotti, l’amico e maestro Gianni D’Elia.”ComepianistahaunapredilezioneperLiszt.Amoreaprimavista?“No. All’inizio non amavo Liszt, che consideravo una ginnastica per pianisti palestrati. Dopo un viaggio in Ungheria, dal quale tornai con un’enorme quantità di partiture, tra cui non poteva mancare Liszt, scoprii una certa Sonata in Si mino-re… Ho cominciato ad ‘assumere’ un po’ di Liszt giorno per giorno e ne sono diventato dipendente. Sono stato subito colpito dalla qua-lità del pensiero musicale poi ho scoperto una produzione imma-ne, brevissime e visionarie compo-sizioni, probabilmente nemmeno destinate all’esecuzione pubblica, di cui la maggior parte dei pianisti non sospetta l’esistenza. L’impulso definitivo è venuto dall’incontro

con Howard, nel 1999, che mi ha incoraggiato a realizzare l’edizione critica delle musiche pianistiche di un geniale allievo di Liszt, Julius Reubke, di cui, insieme all’amico Luca Scandali, abbiamo realizzato un cd con l’opera omnia per piano-forte e organo.”Che rapporto c’è tra il pubblico,speciequellogiovanile,elamusicaclassicacontemporanea?“Bisogna sgomberare il campo da un equivoco: la ‘musica classi-ca contemporanea’ non esiste: o è classica o è contemporanea. Il pubblico, in particolare quello giovanile, è ‘affamato’ di nuova musica, anche di ambito colto. In realtà i ragazzi fruiscono continua-mente, senza saperlo, i suoni della musica contemporanea o elettro-acustica, attraverso film, televisio-ne, videogiochi. Il vero problema è la comunicazione: evitare di far credere che per ‘capire’ la musica contemporanea sia necessaria una preparazione lunga, faticosa ed esoterica…” IN

testo Maria Rita Tonti - foto Luca Toni

Aver fame di Musica

Suonare | Paolo Marzocchi

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Rosetta Borchia - Olivia Nesci, Ilpa-esaggioinvisibile.LascopertadeiveripaesaggidiPierodellaFran-cesca, Il lavoro editoriale, Anco-na 2008 (pp. 144, € 20,00). Quasi un’avventura, il libro mette insieme le competenze delle autrici (foto-grafa e videomaker una, docente di Geomorfologia l’altra), che inol-trandosi per valli, rupi e colline del Montefeltro individuano paesaggi e orizzonti rappresentati in celeber-rimi dipinti, alla ricerca dei punti di vista che il grande pittore proba-bilmente usò. L’identità dei luoghi talvolta è sfuggente, ma le autrici propongono soluzioni convincen-

ti e alla fine le tessere del mosaico danno vita a una nuova disciplina: l’archeologia del paesaggio.Carlo Inzerillo, ViaggionelDucatodiUrbino.Guidastoricaeartisti-cadell’anticoStatodiUrbino, Edi-mond, Città di Castello 2009 (pp. 288, € 16,00). Una guida con utili indicazioni (compresa cronologia essenziale, genealogie e repertori bibliografici) sui territori già ducali. Sei itinerari disposti in ordine cro-nologico in relazione alle conquiste dei Montefeltro prima e dei della Rovere poi. Si parte dal Montefel-tro proprio, poi Gubbio, l’Avellana e Cagli; poi l’alto Metauro, le terre degli Ubaldini fino a quelle del Ce-sano, del Vicariato e di Senigallia, concludendo con l’itinerario duca-le classico, da Urbino a Pesaro.AA.VV. Pesarodalladevoluzioneall’illuminismo, IV/2, Marsilio, Ve-nezia 2009 (pp. 546, s.p.). Il secon-do tomo del IV volume della collana “Historica Pisaurensia”, voluta anni fa dal compianto Scevola Mariotti, completa il quadro sulla Pesaro tra ’6 e ’700: epoca di trapassi, cambia-menti, strappi culturali, ma anche continuità e persistenze. Il volume, prodotto dal Comune e dalla Fon-dazione Cassa di Risparmio, affron-ta aspetti culturali e di vita civile della città in antico regime, fornen-do uno strumento di riflessione storiografica quale solo poche altre comunità italiane possiedono.Lucia Nonni, Allucordellaluna, Metauro, Pesaro 2009 (pp. 172, €

12,00). Il lavoro apre la collana Sto-rie della Marca dell’editrice Metau-ro. Fornisce un poliedrico affresco della società dell’800 a vocazione agricola, quando la maggior parte della popolazione risiedeva in pic-coli paesi o sparsa nelle campagne. Sono storie di genere, che alzano lo sguardo, sullo sfondo della delegazio-ne apostolica di Urbino e Pesaro, sul ruolo della donna, sul rapporto tra figlie e genitori, tra marito e moglie. Alla base ci sono i processi penali che l’autrice ha studiato. Sfilano episodi criminali frutto dei tem-peramenti individuali e di contesti specifici, quali l’inganno del sedut-tore, le precarie condizioni di vita delle serve, la vergogna per l’onore perduto, la difficoltà di reinserirsi nel proprio ambiente. C’è la storia di Erminia, 15enne di Fermignano che lavora al telaio e viene circuita dal fattore e infettata di lue: ma il colpevole sfugge alla giustizia oltre i confini toscani. Ci sono le storie di due triccole che vendono frutta e sardelle nella piazza di Urbino e che si accapigliano di fronte ai te-stimoni. Ci sono le malefatte di gio-vanotti urbinati che al campanaro chiedono la chiave del campanile per incontrarvi una prostituta. E la triste vicenda di Leone Leoni, che “al lucor della luna” viene assassina-to dalla moglie e dall’amante di lei, tal Domenico detto “Purgatorio”, alle falde della rocca di San Leo. Il buon tempo antico è un autoingan-no con cui i viventi si baloccano. IN

testo Riccardo Paolo Uguccioni - foto Luca Toni

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